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Benessere, genetica e alimentazione della gallina ovaiola: il webinar organizzato da DSM, Hy-Line e Zootecnica International
Il 6 luglio si è svolto il secondo degli eventi digitali organizzati da Zootecnica International insieme a DSM: nel corso del webinar, al quale ha partecipato anche Hy-Line, sono stati analizzati quali indicatori di benessere nella gallina ovaiola sono maggiormente influenzati dalla genetica e dall’alimentazione e quali interventi possono migliorarli.
Nel corso del webinar “Benessere, genetica e alimentazione della gallina ovaiola”, che si è svolto lo scorso 6 luglio, è stato affrontato il tema del benessere animale, obiettivo comune della selezione genetica e della nutrizione: in uno stato di benessere ottimale,
infatti, la gallina ovaiola esprime al meglio il suo potenziale genetico e ottimizza i fattori nutrizionali migliorando le performance.
Il webinar è stato moderato da Gilberto Litta, responsabile EMEA degli Eubiotici DSM Animal Nutrition & Health. Dopo i doverosi ringraziamenti ai numerosi partecipanti, Litta ha presentato il primo relatore, Lucio Vernillo, direttore responsabile e editore da oltre 50 anni di Zootecnica International, rivista specializzata in avicoltura, edita in versione italiana, inglese e russa, e di Convivium, rivista bimestrale specializzata in carni, salumi, vini ed eccellenze agroalimentari italiane.
Partendo dall’analisi dei valori nutrizionali di un uovo, alimento considerato semplice, ma in realtà completo dal punto di vista nutrizionale, il direttore di Zootecnica International ha condotto un’ampia analisi sulla produzione, sui consumi e sui comportamenti d’acquisto che hanno caratterizzato il mercato delle uova negli ultimi anni, sia in Italia che in Europa. Considerando l’importanza che investe il settore avicolo italiano, sia per le qualità intrinseche dell’uovo, sia per il suo volume d’affari (il comparto avicolo rappresenta un’eccellenza integrata e controllata, regolata da normative europee, in cui l’attenzione al benessere animale e l’ecosostenibilità svolgono un ruolo fondamentale), occorre riflettere sulle adeguate strategie di marketing di un prodotto che è considerato ‘povero’ ma che in realtà non lo è affatto.
Susanna Lolli, coordinatore del gruppo Technical Marketing per DSM Animal Nutrition & Health in Italia e responsabile Eubiotici per la subregione South West, Greece e Magreb, ha parlato di benessere animale mostrando come si sia evoluto negli anni l’interesse verso questo tema. Ciò è dimostrato sia da una crescente sensibilità del cittadino europeo verso i diritti degli animali e le condizioni di allevamento, sia dagli interventi e provvedimenti normativi nei settori tradizionalmente ritenuti più critici, nonché da progetti di ricerca europei che dagli anni 2000 hanno prodotto protocolli di valutazione del benessere e pubblicazioni scientifiche, ad esempio i sistemi di punteggiatura del piumaggio utilizzati per la valutazione in campo dello stato di benessere delle ovaiole correlato al feather pecking.
Il benessere animale è una variabile quantitativa e misurabile attraverso degli indicatori che dovranno essere validati in campo. Non solo: gli indicatori di benessere devono essere anche ripetibili, riproducibili, pratici ed esplicativi. Quando si parla di benessere (Figura 1) si intende “uno stato di completa salute fisica, in cui l’animale è in armonia con l’ambiente in cui vive” (Huges, 1979); inoltre il benessere animale è, secondo Broom e Johnson (1993), “lo stato di un individuo per quanto concerne i suoi tentativi di adattarsi all’ambiente che lo circonda e agli sforzi che esso fa per riuscirci (stress)”.
Le cause dello stress sono molte: dalle tecniche di allevamento alla densità, che può portare a situazioni di eccessiva competizione tra gli animali, fino alla rottura dei ritmi biologici. Anche l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nello stress. Quando non viene effettuata un’attenta valutazione della qualità delle materie prime nonché degli additivi, delle vitamine e degli oligoelementi utilizzati in formulazione, possono esserci conseguenze negative sulla stabilità del microbioma intestinale, su digeribilità e assorbimento dei nutrienti. Non si parla solo di stress dell’animale, ma anche di stress del microbiota che può portare all’aumento dei batteri potenzialmente dannosi a sfavore di quelli positivi.
Quando e perché si parla di livelli vitaminici ottimali? È noto e riconosciuto da molti studi scientifici di università e centri di ricerca di tutto il mondo che qualità e quantità corrette di vitamine hanno un ruolo importante per il benessere e la salute degli animali nonché per la salubrità delle produzioni zootecniche. In DSM con il marchio OVN ® , Optimun Vitamin Nutrition, da sempre si applica questa filosofia e con cadenza quinquennale è revisionato il manuale OVN ® che riporta i livelli vitaminici ottimali suddivisi per specie e per fase fisiologica.
Il terzo intervento è stato di Massimo Graziani, Direttore generale di Hy-Line ® Italia. La relazione dal titolo “Selezione genetica della futura gallina ovaiola” ha illustrato l’evoluzione della selezione genetica, che ha come obiettivi principali l’allungamento del ciclo produttivo fino a 100 settimane, la qualità dell’uovo e una migliore efficienza alimentare. La selezione per decenni si è focalizzata sui parametri produttivi, mentre oggi le nuove tecniche di allevamento cage free richiedono che il comportamento animale diventi centrale nello sviluppo e nella selezione di nuove linee ibride. I principali parametri di selezione comportamentale oggi sono infatti:
• attitudine al nido e alla mobilità: per evitare le uova a terra si cerca di selezionare animali capaci di identificare precocemente il nido;
• impiumagione: obiettivo della selezione è avere individui con impiumagione migliore e prolungata;
• mansuetudine: selezionare animali meno aggressivi per evitare comportamenti indesiderati, come il feather pecking, un vero e proprio problema di benessere animale;
• vivibilità e rusticità: valutati riproducendo le condizioni reali di allevamento per valutare la resistenza per MDV, E. Coli, stress da calore e con maggiore immunocompetenza (MHC=Major histocompatibility).
L’allevamento della gallina ovaiola continua a essere al centro di un profondo processo di rinnovamento e cambiamento in funzione delle nuove esigenze di mercato e della sensibilità dei consumatori, sempre più attenti al benessere animale. Tra i temi caldi c’è quello della gestione dei pulcini maschi di razza leggera, di cui solamente una parte viene allevata per la produzione da carne (unicità italiana). Sono molti i progetti in fase di sviluppo in Europa e nel mondo (Figura 2) che stanno affrontando la problematica per la determinazione del sesso in incubazione. Pochi però sono arrivati a finalizzare metodologie che uniscono precisione, efficienza per un’applicazione su grandi numeri e un costo accettabile. Di questi, il metodo per la determinazione del sesso attraverso spettroscopia sviluppato dall’azienda AAT Gmbh, effettuato al tredicesimo giorno di incubazione, è fra i più promettenti. La tecnica di sessaggio, ad oggi specifica per le razze marroni e la cui precisione è maggiore del 95%, è stata introdotta in diversi incubatoi europei e anche in Italia è disponibile da alcuni mesi.
Elisa Folegatti, responsabile EMEA per ovaiole e carotenoidi per DSM Animal Nutrition & Health, ha infine affrontato il tema del “Ruolo della Vitamina D sulle qualità delle performance”, considerando dapprima l’effetto del sistema di allevamento sulla qualità del tessuto osseo durante la fase di pollastra e ovaiola. I nuovi sistemi di allevamento cage free permettono alle pollastre e ovaiole di muoversi maggiormente, di esplorare l’ambiente e di utilizzare i posatoi: tali azioni sembrano esercitare un effetto positivo sulla qualità delle ossa, ma anche sullo sviluppo dei muscoli e sulle caratteristiche dello sterno (Casey-Trott et al., 2017). Nonostante nei sistemi cage free la resistenza ossea al carico di rottura sembri essere migliore, la mineralizzazione, in alcuni casi, sembra essere minore (Rodriguez-Navarro, 2018): infatti, le fratture, specialmente nella regione dello sterno hanno registrato un incremento (Toscano et al., 2020). Da report e studi effettuati in vari Paesi (Belgio, Olanda, Danimarca, Svizzera, Inghilterra e Canada) le fratture e le deviazioni dello sterno – le cui cause principali sono la tardiva calcificazione dello sterno rispetto ad altre ossa, posatoi non correttamente dimensionati e posizionati – variano dal 20 al 96%: tali danni sono indicatori di benessere animale correlate al dolore e alla performance.
In Figura 3 sono riportate schematicamente le fasi dello sviluppo osseo dalla fase della pollastra a quella dell’ovaiola in funzione dei differenti periodi fisiologici dell’animale.
L’aggiunta di Hy•D ® , ovvero 25OHD3, il primo metabolita della vitamina D, alla dieta degli animali fin dalla fase della pollastra ha mostrato effetti positivi sulla crescita dell’osso a 16-17 settimane e a 60 settimane (Chen et al., 2020), in particolare con riferimento all’aumento sia della dimensione delle ossa, sia della mineralizzazione e maggior connessione delle trabecole, con conseguente miglior qualità del tessuto osseo. L’assorbimento di Hy•D ® è immediato perché avviene per diffusione in ragione della maggiore polarità della molecola. Quello della vitamina D3, invece, richiede un maggior dispendio energetico, ed essendo una vitamina liposolubile, viene inglobata nelle micelle formate dall’incontro dei lipidi idrolizzati con la bile: una volta entrata nell’epitelio intestinale, viene incorporata nei chilomicroni che entrano nella circolazione linfatica. Il trasporto della vitamina D3 e dei suoi metaboliti avviene per mezzo di proteine di trasporto che hanno una maggiore affinità di legame con
Hy•D ® rispetto alla D3. Inoltre, è stato dimostrato che l’assorbimento e la disponibilità di Hy•D ® nel sangue sono sempre maggiori rispetto alla vitamina D3, anche in animali affetti da patologie.
La dott.ssa Folegatti si è soffermata inoltre sulla formazione del guscio, dalle prime fasi di mineralizzazione alla crescita e differenziazione dei cristalli. Il guscio è formato da una parte organica (2-4% di proteine) e da una inorganica (95-97% di calcite) e il 65-70% delle proprietà meccaniche del guscio sono dovute proprio alla quantità di carbonato di calcio presente sul guscio. La parte organica determina la struttura del guscio, in particolare la forma, le dimensioni e l’orientamento dei cristalli di calcite, la cui composizione varia in funzione dell’età dell’animale. L’espressione delle proteine della matrice organica, implicate nella biomineralizzazione del guscio, è influenzata dalla presenza di Hy•D ® nella dieta.
Il webinar si è concluso con le domande dei partecipanti, che hanno chiesto soprattutto approfondimenti sulle future disposizioni di legge inerenti il benessere delle ovaiole, oggi sul tavolo di discussione della Commissione europea e dell’EFSA. Nell’attesa dei provvedimenti normativi che riguarderanno l’abolizione delle gabbie arricchite e il debeccaggio nei prossimi anni, la selezione genetica e l’alimentazione accompagneranno e si adatteranno ai cambiamenti nel rispetto del benessere animale e della sostenibilità.
Il materiale relativo al webinar potrà essere scaricato dal sito di Zootecnica International www.zootecnica.it