Introduzione alla fotografia still Still Life Photography life di prodotti: illuminazione e sfondi
Introduzione alla fotografia still life di prodotti: illuminazione e sfondi Sicuramente la fotografia di oggetti a scopo pubblicitario è un settore molto affascinante della professione fotografica. Richiede conoscenze, attrezzature e spazi dedicati ma dà molte soddisfazioni. Il fotografo è totalmente padrone del processo creativo, infatti deve decidere ogni aspetto della foto, dall’ambientazione, alle luci, all’inquadratura. Ognuno può dimostrare in questo genere le proprie conoscenze tecniche e la propria creatività. In questo articolo, introduco i concetti alla base della fotografia still life di prodotti, insieme alle attrezzature necessarie, soffermandosi su quelle meno fotografiche: luci e sfondi. Seguiranno altri articoli sull’argomento, che ti spiegheranno come illuminare le tue foto still life e mostreranno numerosi esempi.
Foto per comunicare La foto di still life pubblicitario ha lo scopo di contribuire alla vendita dei prodotti. Essa deve rispondere quindi alle esigenze di comunicazione dei clienti, infatti le immagini vengono usate per promuovere un messaggio, per rendere visibile un prodotto o un servizio, non solo a scopo puramente estetico. Nella progettazione dello scatto devi domandarti in che maniera la fotografia di un prodotto possa incrementare le sue vendite. Spesso dovrai decidere da subito che tipo di atteggiamento avere nei confronti del soggetto, potrai cercare di descriverlo in maniera neutra, valorizzandone l’aspetto, oppure inserirlo in un’ambientazione creativa per evidenziarne le caratteristiche funzionali. La fotografia pubblicitaria non deve sempre rappresentare la realtà , anzi spesso se ne deve separare, creando sogni, emozioni, o suggerendo una nuova interpretazione del reale, come nella foto qui sotto.
Possibilmente tutto in queste immagini deve essere perfetto, gradevole, idealizzato, bisogna evitare che il prodotto presenti difetti. Sono quindi numerosi gli approcci che puoi seguire con lo stesso tipo di soggetto, l’importante è che esso sia adeguato al messaggio che il produttore vuole dare ai suoi clienti. Le tue fotografie devono presentare il prodotto ai suoi potenziali clienti nella maniera piÚ efficace possibile, anche un oggetto banale deve essere reso speciale, come nella foto della biro qui
Il metodo di lavoro Lo scatto di still life è un vero e proprio progetto, devi prima pensarlo, vederlo nella tua immaginazione e poi passare alla realizzazione. Spesso, trovo utile disegnare uno schizzo anche approssimativo dell’immagine, per capire l’inquadratura, il contrasto luminoso, la giusta ambientazione. Questi sono i tre principi del mio metodo di produzione di una fotografia:
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il movente, ovvero il perché devi scattare quella foto. Quale immagine desideri realizzare, devi stabilire qual è il risultato voluto, quali sono le caratteristiche della fotografia. Infatti il più grave peccato che puoi commettere è non sapere cosa vuoi ottenere, che messaggio vuoi comunicare; la tecnica, devi da subito sapere in quale modo vuoi o puoi realizzare lo scatto. L’operazione più importante è la scelta dell’illuminazione del soggetto e del set fotografico; il corredo, ovvero quale attrezzatura puoi o vuoi utilizzare per effettuare lo scatto. Naturalmente i tre fattori sono interconnessi, l’uno condiziona l’altro, è naturale che dovrai progettare un tipo d’immagine che poi sarai in grado di realizzare con le tue conoscenze tecniche e con le attrezzature disponibili.
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Le attrezzature La fotografia di still life pubblicitario di solito si occupa di oggetti di dimensioni piccole o medie, difficilmente più grandi di una persona, quindi consente l’utilizzo una sala posa di piccole dimensioni. Infatti è sufficiente avere spazio per sistemare tre luci ai lati e dietro al soggetto a due o tre metri di distanza. Inoltre, è assolutamente consigliabile un’altezza tra i tre e i quattro metri per sistemare comodamente le luci in alto, magari un softbox per l’illuminazione generale del set.
Luce artificiale Le luci artificiali sono indispensabili nella fotografia still life in studio, perché ti consentono di controllare appieno l’illuminazione e di lavorare come e quando vuoi. La luce artificiale, soprattutto, offre la possibilità di standardizzare il processo di scatto e consente di ottenere in tempi certi risultati di qualità costante e prevedibile. Sul mercato si trovano diversi tipi di luce artificiale studiati per la fotografia, andiamo a vederli uno alla volta.
Parliamo delle lampade al tungsteno che emettono una luce continua con temperatura colore pari a 3200K. La loro potenza non è molto elevata, producono molto calore e richiedono un notevole dispendio di energia elettrica. Per lavorare in studio dovrai avere lampade dalla potenza di almeno 800W. Sono in commercio vari tipi di luci a incandescenza, di solito usate per le produzioni video, a seconda della marca e del modello integrano sistemi di raffreddamento e possono essere equipaggiate con degli accessori per modulare la luce. Sono un’economica e pratica alternativa alle luci flash, la loro potenza luminosa, seppur bassa, è sufficiente per scattare con una macchina digitale, la loro temperatura colore consente un ottimo bilanciamento del bianco e una riproduzione fedele dei colori. Inoltre, il calcolo dell’esposizione, come per tutte le luci continue, è possibile usando l’esposimetro e gli automatismi della fotocamera.
Luci flash
I lampeggiatori da studio, sono delle lampade che emettono un rapido lampo luminoso (come i flash sulle fotocamere, solo realizzati appositamente per lo studio). Sono in commercio due tipi di lampeggiatori da studio: i flash monotorcia e i generatori con le torce. I monotorcia sono compatti (a sinistra nella foto sopra), includono in un sol corpo i condensatori e la lampada luminosa, sono piÚ economici dei generatori, ma hanno una minor potenza: dai 250W fino ai 1500W, sono comunque piÚ pratici da trasportare. I generatori (a destra nella foto sopra) hanno i condensatori separati dalle torce e trasmettono l’impulso energetico a queste tramite cavi dedicati. Essi hanno una maggiore potenza, ve ne sono dai 1500W fino ai 6000W, sono piÚ pesanti, ma hanno una maggiore varietà di tipi di torce, ad esempio la torcia spot e la torcia ad anello.
Tutti i tipi di flash da studio incorporano una lampada a incandescenza di bassa potenza, chiamata lampada pilota, per agevolare la messa a fuoco e permettere l’anteprima dell’effetto delle luci. I flash dispongono di una vastissima gamma di accessori per modellare il fascio luminoso (nell’immagine qui sotto), ciò rende possibile qualsiasi tecnica di illuminazione in studio. La temperatura cromatica è di 5500K, la loro luce è costante e consente un’ottima riproduzione dei colori.
Flash portatili a batterie
Flash portatili a batterie La tecnologia digitale consente oggi l’utilizzo proficuo anche dei lampeggiatori dedicati delle reflex (i consueti flash esterni). Possono essere combinati con diversi accessori per modellare la luce, grazie anche agli adattatori che consentono di utilizzare quelli dei flash da studio, e hanno il vantaggio di essere comandati con sistemi wireless, che consentono l’esposizione automatica senza cavi. Il fotografo non deve misurare nessun parametro, sarà l’automatismo TTL flash della fotocamera a sistemare esposizione e bilanciamento del bianco. Sono abbastanza economici e l’unico neo che ne limita l’utilizzo in studio è la loro scarsa potenza, ma con i sensori digitali questo difetto è meno problematico.
Luci fluorescenti ad alte prestazioni
Sono tubi, di solito lunghi e di varie forme (come puoi vedere nell’immagine qui sopra), contenenti gas e sostanze fluorescenti (come i neon) che, al passaggio di corrente elettrica, producono una luce continua fredda, con temperatura colore di 5400K o 5000K. Sono luci prodotte appositamente per usi professionali, quindi prive di sfarfallio (talvolta connesso a questo tipo di luce), ed hanno una grande costanza nella qualità del colore. La loro potenza non è elevata, ma il loro consumo energetico è veramente minimo e producono poco calore. Alcuni modelli possono dare una luce assai morbida, altri hanno la possibilità di modellare il fascio luminoso grazie agli accessori. Le luci fluorescenti, pur non essendo versatili come i lampeggiatori, sono assai valide per i lavori in studio e consentono di allestire una sala posa completa con una spesa non eccessiva. Conviene acquistare lampade da almeno 500w di potenza.
Luci a led
Si tratta di luci continue, che producono poco calore e consumano poca energia, ma producono per ora poca potenza luminosa. Sono disponibili già alcuni tipi di lampade a led appositamente progettati (come quelli nella figura qui sopra) per la fotografia, che forniscono una luce diffusa e intensa, utile per foto di oggetti di piccole dimensioni. Hanno una temperatura colore che varia tra i 3200K e i 5500K e consentono un’ottima riproduzione dei colori. Sono abbastanza economiche e sicuramente rappresentano il futuro dell’illuminazione, anche se sono ancora poco potenti per essere utilizzate in studio su soggetti che non siano di piccole dimensioni.
Il tavolo still life e il fondo
La scelta del tipo di fondo su cui appoggiare gli oggetti è di fondamentale importanza, spesso determina la buona riuscita di una foto (quando non vuoi realizzare uno scatto ambientato, con una scenografia particolare). Per le foto descrittive non ambientate il fondale deve essere possibilmente continuo, non deve presentare nessuno stacco visibile tra il primo piano e il fondo dell’inquadratura. Per ottenere un fondale continuo basta semplicemente incurvare il fondale verso l’alto, dietro al soggetto. Se il fondale è sufficientemente distante dal soggetto potrai colorarlo puntandoci contro una luce colorata.
Per le normali foto di catalogo a scopo puramente descrittivo, sono da preferire i fondali di colore chiaro che, oltre a facilitare la leggibilità del soggetto, rendono anche agevole lo scontorno digitale. Il fondale bianco è adatto a quasi tutti i prodotti, si può ottenere facilmente con un cartoncino bianco o con un pezzo di stoffa della dimensione adeguata. Per evitare che il soggetto proietti fastidiose ombre sul fondo puoi ottenere impiegare come fondale una lastra di PVC opalino illuminata da dietro, oppure un tavolo luminoso: le ombre saranno così schiarite (spesso completamente annullate) dalla luce bianca del fondo. Puoi tranquillamente acquistare un tavolo da still life per usi fotografici, esso è già munito del pannello di PVC e ha la possibilità di piegarlo in alto per creare un fondo continuo. Anche il fondo nero è utile, infatti concentra l’attenzione dell’osservatore sul soggetto, ne mette in risalto i colori e ne facilita lo scontorno, devi però far attenzione a non far sparire i bordi dell’oggetto nel fondale. Per costruire un fondale nero che assorba veramente la luce puoi utilizzare delle stoffe di velluto oppure dei fogli adesivi di moquette nera. Questi ultimi, grazie alla loro trama di superficie garantiscono il giusto assorbimento della luce e minimizzano le ombre. Sono invece sconsigliabili i cartoncini neri che non garantiscono un sufficiente assorbimento della luce e possono addirittura generare fastidiosi riflessi. Per i soggetti di grandi dimensioni puoi usare i fondali fotografici di stoffa di sei metri per tre, sistemandoli su un’apposita asta telescopica retta da due stativi per le luci. Per ottenere delle tinte unite puoi usare i pratici ed economici fondali di cartone a rotolo che sono grandi, pratici e leggeri, ma purtroppo tendono a rovinarsi facilmente, macchiandosi e increspandosi dopo l’uso.
Fotografia still life: tecniche di illuminazione Dopo aver introdotto la fotografia still life con l’articolo Introduzione alla fotografia still life di prodotti: illuminazione e sfondiEdit , in questo articolo cominciamo a fare sul serio. Andiamo a vedere quello che probabilmente è l’aspetto più caratterizzante di questo genere fotografico: l’illuminazione da studio. Ogni foto still life necessita di un’attenta pianificazione dell’illuminazione e, nella maggior parte dei casi, questa è realizzata per mezzo di fonti di luce artificiali, proprio come nei ritratti in studio per la fotografia di moda. In questo articolo, ti spiego quali sono i tipi di luce principali e come combinarli per ottenere il massimo dai tuoi scatti still life.
La luce principale Qualunque sia, la luce principale è quella che determina l’effetto complessivo dell’immagine, ad essa tutte le altre luci si devono rapportare. Non è detto che sia la luce più potente, ma sicuramente è la più importante, a essa viene affidato il compito d’illuminare la parte più interessante del soggetto. L’effetto creato dalle luci artificiali deve assomigliare il più possibile alla percezione che noi abbiamo della luce naturale. Il sole proietta ombre singole in una sola direzione e quindi anche nelle foto in studio, per ottenere un effetto naturale, devi cercare di avere una sola ombra proiettata, due ombre vicine e nette vengono percepite come innaturali e non solo diventano antiestetiche, ma sono un vero e proprio elemento di disturbo. L’illuminazione del sole proviene sempre dall’alto, e proietta la sua ombra nella parte inferiore del soggetto, quindi un’illuminazione alta, laterale, a 45° rispetto all’asse verticale del soggetto, verrà sempre percepita dall’occhio come naturale. Per quanto riguarda la direzione riferita al soggetto, esistono fondamentalmente cinque tipi di luce, ognuno con il suo scopo, mostrate nell’immagine qui sotto.
Luce frontale In questo caso la fonte luminosa si trova in asse rispetto all’apparecchio fotografico, quindi illumina il soggetto frontalmente, in modo più o meno diretto. Il contrasto luminoso è basso, la luce risulta piatta, ovvero non produce ombre che possano valorizzare la tridimensionalità del soggetto. Quindi, la luce frontale permette una resa cromatica estremamente fedele alla realtà, a parte qualche riflesso su superfici lucide, ma dà poca corposità e profondità al soggetto. Luci frontali tipiche sono i flash portatili (montato sul corpo macchina) e il flash anulare (ring flash).
Luce laterale In questo caso, la sorgente luminosa è posta a lato della fotocamera, l’illuminazione è ancora frontale ma le ombre sono più profonde, il contrasto è maggiore. Questa luce è molto utilizzata perché consente una buona resa cromatica ed evidenzia in maniera molto efficace la tridimensionalità del soggetto.
Controluce La sorgente luminosa è posta dietro al soggetto, e proietta le ombre verso la fotocamera. Il contrasto del soggetto è altissimo, tanto da necessitare solitamente di una schiarita, da sola questa luce è difficilmente utilizzabile ma può essere usata come luce d’effetto per aggiungere profondità all’immagine.
Luce dall’alto La fonte luminosa si trova in alto sul soggetto, è una direzione molto utile in fotografia, può creare delle ombre che descrivono bene le texture del soggetto. In questa posizione spesso viene usata con successo una softbox grande per illuminare uniformemente tutto il set e schiarire le ombre.
Luce dal basso La fonte luminosa si trova sotto al soggetto, è una luce innaturale, difficilmente in natura un soggetto riceve luce dal basso. Viene usata di rado, ma può essere utile per ottenere effetti di profondità o per eliminare le ombre su un piano traslucido.
Luce diretta o concentrata La luce diretta è prodotta da una lampada priva di filtri, però è consuetudine concentrarla con l’uso di parabole di alluminio o con lenti fresnel. La lente di fresnel produce un fascio di luce che puoi focheggiare e quindi circoscrivere alla zona del set che vuoi illuminare. Un faro spot produce un fascio di luce assai concentrato, può addirittura proiettare delle forme, delle immagini, o produrre un’ombra nitida che descriva perfettamente la silhouette del soggetto sul fondo. Le parabole o i riflettori riducono l’ampiezza del fascio luminoso e consentono di illuminare zone più o meno ampie, a seconda della loro grandezza. Comunque, la luce diretta delle parabole è sempre da evitare, poiché produce ombre troppo nette, è quindi sempre meglio diffondere leggermente il fascio luminoso con gelatine frost. La luce diretta mette in risalto forme, rilievi e texture del soggetto, ma crea ombre nette e a volte fastidiosi riflessi.
Luce diffusa o indiretta La luce diffusa si può ottenere in due modi, sia illuminando il soggeto con la luce che viene riflessa da una superficie opaca, magari bianca, sia filtrando con una superficie traslucida il fascio di luce. Esistono teli e pannelli diffusori appositamente prodotti per questo scopo. Molto utili sono le gelatine frost, che a seconda della gradazione hanno un’effetto di diffusione più o meno marcato. I fotografi professionisti si rivolgono solitamente agli ombrelli o alle softbox per produrre questo tipo di luce, che è molto amata perché produce ombre morbide, descrive bene i soggetti (nella foto qui sopra alcune varianti), illumina uniformemente, satura i colori, minimizza la texture, crea riflessi gradevoli.
La luce morbida avvolgente delle vetrate rivolte a nord usata negli studi di fotografia e pittura dell’800 ha fatto scuola e si è cercato di riprodurla con i softbox o con i bank moderni, ma se ne è fatto un abuso. Infatti, proprio perché questa luce è adatta alla maggior parte delle situazioni nella fotografia still life, essa è diventata, insieme alla luce avvolgente dei Cubelite, la ciambella di salvataggio per tutti coloro che non sanno che tipo d’illuminazione utilizzare. Se è vero quindi che l’illuminazione prodotta da un softbox non è quasi mai sbagliata è anche vero che se non usata con criterio produce immagini banali.
Luce di schiarita o riempimento La fotografia still life pubblicitaria deve descrivere bene l’oggetto fotografato, è quindi importante avere un’illuminazione che non lasci alcune parti del soggetto troppo scure o troppo chiare. Decisa la fonte di luce principale, le ombre prodotte dalle altre luci devono essere eliminate o rese impercettibili e morbide, come quelle che si vedono in una giornata di sole stando all’aperto ma all’ombra. Il compito della luce di schiarita è proprio quello di abbassare il contrasto, di rendere visibili i dettagli anche nelle ombre. Per questo scopo puoi utilizzare sia luci diffuse, che pannelli riflettenti, che specchi. Come pannelli di schiarita possono essere utilizzati sia i pannelli di polistirolo espanso, sia gli appositi riflettori per uso fotografico di telo bianco o metallico, sia cartoncini ricoperti di carta stagnola (un esempio nella foto qui sotto). Ovviamente, ciascun tipo di superficie produrrà un riflesso dalle caratteristiche diverse in termini di intensità, diffusione e colore della luce.
Il calcolo dell’esposizione e il bilanciamento del bianco La giusta misurazione della quantità di luce è fondamentale per ottenere un’esposizione adeguata e per bilanciare in maniera corretta la potenza luminosa dei punti di luce. Se usi le luci continue puoi sicuramente impiegare l’esposimetro integrato nella fotocamera, magari in modalità spot, puntando sulla parte del soggetto che ti interessa esporre correttamente e poi sulle luci e sulle ombre per valutare il contrasto. A seconda dei soggetti e delle tue intenzioni cercherai un diverso contrasto luminoso, facendo però in modo di mantenere sempre dettagli nelle luci e nelle ombre. Per rendere più facile il calcolo dell’esposizione ed il bilanciamento del bianco, sia al momento dello scatto sia in postproduzione, è una buon idea usare un target di riferimento. Ve ne sono tanti, di solito sono cartoncini con più campioni di colore, tra i più conosciuti il ColorChecker di X-Rite (lo puoi vedere qui sotto). Vi sono comunque anche altri tipi di riferimento, come il braccialetto bianco White-Balance Target della Babel Color e i pannelli ripiegabili XpoBalance di Lastolite, con il bianco e il grigio medio.Basterà inserire il riferimento nel primo scatto e poi lo potrai usare in postproduzione per valutare l’esposizione e il bilanciamento del bianco (per approfondire, L’esposizione perfetta passa per un cartoncino grigio). Servirà un solo scatto di riferimento per ogni cambio di illuminazione. Inoltre, puntando l’esposimetro della reflex, in misurazione spot, su un campione di grigio medio puoi misurare la giusta esposizione. Comunque, nonostante la precisione degli esposimetri integrati nelle macchine fotografiche, ti consiglio di usare un esposimetro esterno a luce incidente (nella figura qui sotto), che oltre ad essere assai preciso nella valutazione della luce è indispensabile per l’utilizzo delle luci flash. Spostando il cupolino dell’esposimetro davanti alle zone del soggetto che ti interessano, misuri il rapporto tra luci e ombre per poi decidere l’esposizione. Se l’esposimetro ha il cupolino piatto, rivolgendolo di volta in volta verso le singole fonti luminose puoi anche valutare con precisione l’influenza di ciascuna sull’esposizione e regolarne la potenza di conseguenza.
La gabbia di luce per l’illuminazione di catalogo La gabbia di luce (o tenda di di luce) si ottiene circondando il soggetto su tutti i lati, tranne che sul lato dell’obiettivo, con stoffa traslucida, teli diffusori, carta da ingegnere o gelatine frost e poi disponendo le luci all’esterno della gabbia. Per ottenere una luce diffusa e omogenea che descriva bene il soggetto bastano di solito due o tre luci poste ai suoi lati e sopra di esso Per conferire maggiore tridimensionalità al soggetto, puoi regolare in maniera differente la potenza delle luci, riducendo la potenza della luce di schiarita. Questa tecnica d’illuminazione è semplice ed efficace per le foto di catalogo. Infatti essa descrive bene il soggetto producendo un’illuminazione omogenea con ombre morbide e tenui. Inoltre, consente un’ottima riproduzione dei colori e la possibilità di controllare i riflessi generati dalle superfici riflettenti. L’esecuzione di questa tecnica, che prima era complessa e richiedeva materiali costosi, oggi è di molto semplificata. Infatti, esistono in commercio gabbie di luce di stoffa traslucida, le più famose sono le Cubelite, con strutture autoreggenti (nella figura qui sotto), già pronte all’uso fotografico. Si possono scegliere varie dimensioni e vari tipi a seconda della grandezza e della tipologia del soggetto, sono molto semplici da montare e consentono di ottenere ottimi risultati. Alcuni kit Cubelite vengono forniti già pronti all’uso, completi del fondale bianco in Pvc, del pannello riflettente e con un set di luci flash o ad incandescenza. Una gabbia di luce si può costruire anche con tre softbox di grosse dimensioni, di cui due posti frontalmente al soggetto, ai due lati della macchina fotografica, e il terzo sospeso in alto sul soggetto tramite uno stativo a giraffa. Oppure, puoi sistemare una softbox in alto e circondare il soggetto con pannelli di polistirolo espanso che riflettano la luce. La tecnica della gabbia di luce si presta a fotografare tutti i tipi di soggetto ma è assolutamente indispensabile per i metalli lucenti. Infatti, questi si comportano come degli specchi, riflettono tutta la luce invece di assorbirne una parte, quindi bisogna illuminare la gabbia di luce che li circonda in modo che riflettendola sembreranno illuminati. In questo caso, conviene circondare interamente il soggetto e inserire la fotocamera attraverso un foro nella gabbia per l’obiettivo. Per introdurre delle ombre che diano plasticità al soggetto s’inseriscono in alcuni punti dei cartoncini neri che, riflessi dalla superficie metallica, creano zone d’ombra.