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Federica Romegialli e Viviana Fontanari
IL GRANDE LIBRO DEL DRENAGGIO E DELLA PURIFICAZIONE Edizione italiana Prima ristampa
Edizioni ZUCCARI 2005
ROMEGIALLI, Federica FONTANARI, Viviana Il grande libro del drenaggio e della purificazione Trento (Italy), ZUCCARI edition, 2005 128 p. 24 cm. (The health handbooks, 1) 1. Purificazione 2. Ritenzione idrica 3. Medicina alternativa 4. Dimagrimento 5. Acqua ISBN 88-900-309-7-6
© Copyright aprile 2005 by ZUCCARI s.r.l. Via del Commercio 66/68, 38100 Trento, Italia Tel. (39) 0461 420 527 - Fax (39) 0461 820 620 www.zuccari.com info@zuccari.com
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Dedichiamo questo libro a Salvatore Bellia e Bruna Facinelli che hanno saputo ritagliare alcuni preziosi momenti dai loro impegni quotidiani per consigliarci e contribuire al successo dell’opera.
Introduzione Quando un frutto è maturo, cade. Ciò significa che ogni cosa ha un tempo che le è destinato, in cui compiersi e realizzarsi, portando a termine la sua missione. Ciascuno ha una missione, un compito nella vita il cui adempimento è in primo luogo un dovere verso se stesso. Il problema non è tanto condurlo a buon fine (siamo noi le persone adatte a compierlo!), ma esserne consapevoli, capire davvero cosa la vita voglia da noi. Se non lo sappiamo ancora, non agitiamoci: quando saremo pronti comprenderemo, e la comprensione arriverà solo quando saremo pronti, ogni cosa a suo tempo. Ci sono tuttavia, nella storia personale di ciascuno, momenti, incontri o situazioni importanti, che le imprimono una svolta: sono le occasioni che abbiamo saputo cogliere. Vi sarà capitato di passare mille volte nel medesimo posto, e solo alla millesima accorgervi di un particolare inaspettato, che vi sorprende. Le cose che vi dicevano i vostri genitori, e vi suonavano vuote, un giorno si riempiono di significato, e capite. Una persona che non sopportate, spontaneamente vi rivolge la parola, e sorridete. Sorprendersi, capire e sorridere vi confermano che avete colto l’occasione. Meglio, che l’avete resa tale: prima era solo uno stato di cose. Improvvisamente, un’illuminazione, e diventa significativa. Questo libro è uno stato di cose, inchiostro nero e carta bianca. Se lo vorrete potrà diventare un’occasione. Non sempre si riesce a cogliere le occasioni che la vita ci offre. Ad esempio liquidando ciò che non comprendiamo come incomprensibile, ciò che non sappiamo usare come inutile. Ogni cosa che rifiutiamo di approfondire, che non ci interessa, davanti alla quale chiudiamo gli occhi (e il cuore) è una parte che perdiamo, un limite che poniamo a noi stessi. Non è nostra intenzione convincervi di una cosa piuttosto che di un’altra, quanto piuttosto indicare che esistono molti aspetti sotto cui un fenomeno si manifesta. Questi sistemi di significato, strettamente interconnessi, moltiplicano le relazioni fra noi, le cose, il mondo e gli altri. Se non sappiamo decifrarli, o lo facciamo con i mezzi sbagliati, la realtà ci appare confusa: molte cose sembrano non avere causa, altre non produrre alcun effetto e le nostre azioni non vanno a buon fine. Così, se vorrete seguirci, considereremo insieme alcuni aspetti della realtà, le spiegazioni che gli uomini se ne danno e come, in
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diverse maniere, li affrontano. Quale di queste interpretazioni ci piaccia di più, o ci convenga, è una cosa che rimane a discrezione di ciascuno. Ma per poter scegliere bisogna essere consapevoli delle alternative. Provate a concedere un’occasione a questo libro, e a concederne una anche a voi. Inizieremo con una breve introduzione, intesa a delineare i punti notevoli del tema in esame, e a considerare come viene vissuto ed affrontato in culture diverse. Dopo questa parte teorica, passeremo subito alla pratica: cosa possiamo fare in concreto, per purificare noi stessi? Per rispondere a questa domanda il libro si articola in tre sezioni: 1) Nella prima definiremo il problema della ritenzione idrica, una situazione in cui il normale processo di depurazione del corpo è inibito o limitato. Questo primo passo è definito presa di coscienza, 2) Nella la seconda andremo alla ricerca delle cause che originano il problema. Per far questo prenderemo in esame gli organi e i processi coinvolti. Non ci limiteremo però alle sole cause prossime: indagheremo anche fattori ulteriori, che ci derivano dal fatto di essere inseriti in un ambiente sociale e naturale. Questo passaggio è detto riflessione critica, 3) In ultimo, ora che conosciamo l’origine del problema, possiamo decidere responsabilmente quali siano le soluzioni che fanno per noi. Questa parte vuole essere una panoramica di alcune possibili terapie. Mi soffermerò in particolare sui rimedi semplici e naturali che spesso sono, a torto, trascurati. Quest’ultima parte è quella che ci condurrà alla risoluzione del problema.
Avvertenza: Questa icona segnala i passaggi di carattere prettamente tecnico-scientifico.
Questa, le interpretazioni del fenomeno che vengono date da orientamenti di pensiero alternativi.
La purificazione
LA PURIFICAZIONE
La purificazione Il termine “puro” o “purezza” indica letteralmente ciò che non è mescolato ad altro. Qualcosa che si manifesta nella sua essenza, che non è nascosto o compromesso. L’impuro implica sempre una mescolanza, in genere una mescolanza di cose che non dovrebbero coesistere. Di una situazione, cioè, che turba la normale armonia delle cose. L’ordine che viene intaccato può essere quello naturale, fisiologico, o sociale: ad esempio è impuro, in India, il matrimonio fra appartenenti a caste diverse. Più spesso ancora è la commistione di elementi appartenenti a questi diversi sistemi ad essere contaminante. Inoltre ciò che è puro non conosce la corruttibilità; per questo motivo la strada per l’eternità passa attraverso la purificazione, come ben dimostrano le pratiche ascetiche medioevali: caratterizzate dalla privazione del cibo, sono un eloquente segnale della volontà di non contaminarsi con le cose terrene. Nelle grandi religioni il primo attributo della divinità superiore o creatrice è l’esistenza in se stessa. Dio esiste in assoluto, sciolto da ogni contingenza: il divino è puro per antonomasia. Perciò il “sacro” si carica di tutta una serie di valenze positive intese a sottolineare la sua separazione da ciò che è profano. Non c’è gradazione nella purezza: la minima macchia distrugge la perfezione, per questo il sacro va accuratamente delimitato, tenuto separato e distinto da ciò che non lo è. Distinguiamo quindi oggetti sacri, che vengono utilizzati solo in particolari occasioni e maneggiati con il dovuto rispetto, persone sacre, alle quali ci si accosta con reverenza, quando è concesso farlo, tempi sacri, cioè parti del giorno o dell’anno in cui le normali attività sono sospese e luoghi sacri. In quest’ultimo caso si tratta di aree in cui si evidenzia la soluzione di continuità con l’ambiente non-sacro: possono essere caratterizzati da discontinuità naturali, come radure in mezzo al bosco, rocce isolate, polle o stagni, oppure artificiali, come i giardini dei templi, le cinte murarie dei cimiteri, il sistema di cortili concentrici del tempio di Gerusalemme. Grande attenzione viene posta nei testi sacri e nelle esegesi dottrinarie nello stabilire come discriminare la polarità puro-impuro e nel fissare una ritualistica atta a preservare tale distinzione. Costanti sono le esortazioni di teologi, profeti ed uomini di fede a seguire la via della purezza. Il rituale, più o meno dettagliata-
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mente, descrive cosa sia permesso, cosa invece sia da ritenersi contaminante, e cosa fare in caso di contatto con oggetti impuri, ossia come ristabilire una condizione purificata. Premessi questi tratti, a grandi linee ravvisabili nella maggioranza delle culture, va detto che l’umanità ha dimostrato un incredibile e variegato fiorire di teorie, miti e credenze riguardo alle vie per raggiungere la purezza e riguardo al contenuto del concetto stesso che è strettamente correlato alla definizione del principio ultimo di perfezione a cui si tende o si vuole uniformarsi. C’è chi considera immonda la carne di maiale, e chi si lava (non solo fisicamente, ma anche spiritualmente) con sterco di vacca… 1.1.1 Acqua e fuoco Tendenzialmente però, l’attenzione dell’uomo si è rivolta a due grandi elementi purificatori: l’acqua e il fuoco. Antitetici a prima vista, eppure sottilmente simili, da millenni ormai fanno parte integrante di ogni cultura: mobili, instabili, privi di forma definita, quasi inconsistenti, sfuggevoli, amici o distruttori, entrambi assolutamente indispensabili. Domandoli, l’uomo poté imporre la sua supremazia sugli animali e sull’ambiente naturale. Ambedue ampliarono il dominio dell’uomo nello spazio: attraverso il fuoco egli creò pascoli e campi dove erano foreste, per mezzo dell’acqua giardini dove era il deserto. Il primo gli permise di spingersi verso nord dove sarebbe stato troppo freddo, e le vie d’acqua di raggiungere nuove sponde. Essi modificarono la percezione del tempo: l’uno conquistando alla vita le tenebre morte della notte, l’altra accorciando del distanze. Sfruttando la loro forza l’uomo è in grado di ripristinare l’ordine, o di imporne uno nuovo (il suo), laddove questo sia compromesso. Implicitamente fare ordine è un metodo di purificazione: comporta il giudicare cosa appartenga ad un sistema e cosa no, distinguere ciò che è utile e buono da ciò che inutile e pernicioso, ciò che bisogna preservare e ciò invece di cui bisogna sbarazzarsi. L’ordine che impone il fuoco è totale e distruttivo: l’impurità viene distrutta perché lo è il suo ricettacolo, o il luogo contaminato, e il peccato perisce con il peccatore. Se una nuova purezza e una nuova armonia saranno possibili, sarà in seguito ad una nuova nascita. L’ordine imposto dal fuoco è un ordine radicalmente nuovo. L’azione dell’acqua è diversa: essa non distrugge, ma netta, monda: si carica dello sporco, della lordura e li trascina con sé: ripristina ciò che era
LA PURIFICAZIONE intaccato e corrotto nella sua essenza originaria. Terribile, definitiva è l’azione del fuoco; pietosa e compassionevole quella dell’acqua. Il fuoco punisce, l’acqua perdona. Così l’uomo scelse l’acqua per la purificazione quotidiana e il fuoco per quella estrema che, nella nostra tradizione, ritroviamo nei fantocci bruciati alla fine del carnevale, o nei roghi degli eretici medioevali. Il potere purificante dell’acqua non rimase legato al solo aspetto fisico, pratico e corporeo: fin da subito con il progredire delle civiltà le venne sempre più riconosciuto il potere simbolico di mondare, non solo dalle sporcizie terrene, ma anche da quelle spirituali. 1.2 Valenza simbolica dell’acqua Tradizionalmente l’acqua è espressione di amore, pace, purificazione e rigenerazione. Il suo carattere fluido, mobile, recettivo la accomuna al femminino. Bassa o abissale, limpida o torbida, schiumeggiante, inquieta, stagnante, indomabile, imprigionata solo dal ghiaccio: nessun altro elemento conosce tante multiformi varianti come l’acqua. Per questo essa è simbolo di tutte le emozioni. Come l’acqua, esse sono mutevoli ed hanno bisogno di seguire il loro naturale fluire senza forzature o costrizioni. Le cose che devono accadere verranno da sé: arginarle, reprimerle, non può che prosciugarle nel migliore dei casi, o accumulare energia repressa, inespressa che prima o poi finirà per manifestare il suo potenziale distruttivo. Il simbolismo dell’acqua permea la cultura di ogni civiltà, non solo di quelle sviluppatesi in prossimità di mari o corsi d’acqua, come si potrebbe pensare, ma anche di quelle civiltà sorte in luoghi aridi. La costante (o quasi) mancanza di acqua ne aumenta anzi il valore sacrale. Il significato del termine Tuareg (etnia nomade del deserto del Sahara) deriverebbe dalla parola araba “targa”, cioè “giardino” o più propriamente “canale di irrigazione”. In mezzo all’infinita distesa delle sabbie, ciò che conta, il punto di riferimento, è l’oasi, vita e ristoro per uomini e animali. 1.2.1 Il Cristianesimo Il valore purificante dell’acqua non è limitato alla rimozione fisica delle impurità e della sporcizia; ad essa è anche attribuito il potere di penetrare la nostra essenza e mondare la nostra anima. La vita cristiana stessa comincia ufficialmente con il sacramento del battesimo. Ridotto ora alla simbolica aspersione
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della fronte, nell’antichità esso prevedeva la triplice immersione nel fonte battesimale. La parola greca del testo biblico originale è: “baptismos”, che propriamente significa “immersione” (da “baptizein”, immergere). L’apostolo Pietro dichiara che il battesimo è: “...non il nettamento delle sozzure della carne ma la richiesta di una buona coscienza fatta a Dio” (Pietro, 3:21). Il potere purificatore dell’acqua va oltre ciò che è visibile se la persona che lo riceve ne è consapevole ed è disposta ad accoglierlo. L’acqua è il mezzo scelto da Dio per purificare non solo il singolo individuo, ma il mondo intero. Così come Noè grazie all’arca superò il diluvio per approdare ad un mondo rigenerato, così il credente, fatto salvo in Cristo, attraverso le acque del battesimo attinge una nuova vita. Il mito del diluvio universale ha molti analoghi, e la rielaborazione cristiana non è che uno degli ultimi anelli di una tradizione che risale almeno fino ai Sumeri. Duplice è la via dell’acqua: “Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno” (Gen 1:6-8). All’acqua terrestre fa da contrappunto quella celeste. 1.2.2 Lo Shintoismo Straordinaria è la varietà di rituali “d’acqua” nella cultura giapponese. La religione tradizionale, lo Shintoismo, è una perpetua ricerca di equilibrio e di integrazione dinamica con l’ambiente naturale. L’equilibrio della natura è interiorizzato al punto da non esservi più distinzione tra il sacro umano e sacro naturale: i riti e i simbolismi si sovrappongono, ritrovando completa unità. L’acqua, presenza costante del paesaggio giapponese con fiumi, cascate, laghi e l’umidità stessa della foresta all’ombra della quale riposano i santuari, pervade molte pratiche rituali. Il rituale shintoista è quasi sempre una richiesta, nell’economia di mutuo scambio fra l’uomo da una parte e la natura e i suoi spiriti dall’altra. In particolare duplice è la natura dei rituali d’acqua: l’acqua dona salute, ricchezza e saggezza grazie alla sua origine sacra e alla sua essenza benedetta, così come l’acqua porta via, prende con sé il male, il dolore, la sfortuna e ogni malessere interiore. L’essenza pura dell’acqua trasferisce per analogia le sue virtù a chi entri semplicemente contatto con lei. L’uso dell’acqua
LA PURIFICAZIONE nei rituali di purificazione è una parte essenziale della cultura shintoista già dall’epoca preistorica. Le divinità dello Shintoismo sono soprattutto spiriti naturali. Gli alberi, il cielo, la terra e i fiumi costituivano le dimore dei kami, o erano essi stessi divinità. L’immersione in un torrente era il più intimo contatto che si potesse avere con il soprannaturale, e in questa simbolica consumazione della relazione umano-divino si può rintracciare l’origine dei rituali più antichi. Alla ricerca di questa comunione col divino i santuari venivano costruiti, per quanto possibile, in prossimità dei corsi d’acqua, di cascate o di laghi. Prima di accedere al tempio, il fedele è tenuto a mondare le mani (con cui compierà i gesti rituali) e la bocca (con cui formulerà le richieste e le preghiere). A questo scopo, davanti alla zona sacra si trova lo tsukubai (蹲). Una tettoia in legno protegge una vasca di pietra piena d’acqua da utilizzare per l’abluzione rituale, completa di piccoli mestolini di legno. L’acqua accompagna i giapponesi dalla nascita (si ritiene che sia Suijin-sama 水人様, il dio dell’acqua, a determinare l’esito del parto), ed anche prima (nei rituali che compie la futura mamma), sino alla morte, quando i parenti e gli amici onorano la tomba del defunto aspergendola d’acqua. 1.2.3 L’Induismo Nella religione tradizionale indiana, la distinzione fra ciò che è puro e ciò che non lo è, è ancora più fondamentale. Buona parte dei rituali sono dedicati alla purificazione di luoghi, oggetti e persone. A seconda dello stadio della vita in cui si trova il fedele, se sia cioè uno studente, un uomo sposato o un brahmano, gli viene richiesto un diverso livello di purezza (sauca). Il sauca è sempre duplice: quello esterno (bahya) che si realizza con acqua e terra e quello interno (antara o abhyantara) che deriva dalla purezza dello spirito. La profonda sacralizzazione della vita richiede che la purificazione non si limiti alla pulizia fisica del corpo, ma si estenda anche agli oggetti con cui si viene a contatto. La pulizia dell’ambiente domestico è affidata alle donne che si occupano primariamente della cucina, considerato il luogo più impuro della casa. Si comincia dalla pulizia del pavimento, di solito in terra battuta, che viene bagnato con acqua mista a sterco di vacca. Tutti i membri della famiglia sono chiamati a partecipare a riti di purificazione eseguiti in occasioni particolari come nascite o decessi. I testi della smrti descrivono in dettaglio la giornata dell’in-
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duista praticante. Questi dovrebbe levarsi prima del sole, per meditare sui valori a cui ispira la sua vita, e terminare la riflessione lavandosi gli occhi e recitando una preghiera. In seguito può soddisfare i propri bisogni fisiologici. Dopo essersi lavati i piedi e sciacquata la bocca per 12 volte, esegue l’acamana; in mancanza di acqua è sufficiente toccarsi l’orecchio destro. I testi prescrivono poi il danta-dhavana, ossia il lavacro dei denti. Obbligatorio (nitya) per tutti è lo snana, ossia il bagno quotidiano: a chi non si è mondato con l’acqua sono preclusi tutti gli altri riti come l’oblazione nel fuoco o la preghiera ecc. Alcuni testi prescrivono un maggior numero di bagni quotidiani per persone che debbano mantenersi particolarmente pure (uno per i brahmacarin ossia gli iniziati, due per i brahmani e tre per gli asceti e i vanaprastha). Il bagno va sempre eseguito con acqua fredda e naturale: l’acqua corrente del fiume è la migliore. In mancanza di essa ci si può immergere in un lago, in uno stagno sufficientemente profondo, nella piscina di un tempio o in una sorgente; se anche questi non sono disponibili ci si può bagnare nel cortile della propria casa. La purificazione non riguarda solo il corpo. É fondamentale che l’abluzione fisica si accompagnata anche dalla recita delle preghiere appropriate che spesso sono interi inni dei Veda. L’abluzione viene seguita dall’aspersione (marjana) mediante erba sacra, da compiersi a torso nudo. Oltre al bagno quotidiano obbligatorio, ci sono poi altre occasioni (naimittika-snana) in cui è richiesta una purificazione supplementare: dopo esser entrati in contatto con oggetti impuri, al termine di un pellegrinaggio (kriya-snana) o di un rito. È previsto infine l’abhyangasnana, eseguito al solo scopo di abbellire e rilassare il proprio corpo facendo ricorso all’uso di oli profumati. Se qualcuno è impossibilitato a compiere il bagno personalmente, perché infermo o indisposto, l’esecuzione del rito di abluzione può essere demandato ad un’altra persona, dopo che questa abbia toccato l’infermo: se questo gesto viene ripetuto 10 volte la persona ammalata è considerata pura proprio come se si fosse effettivamente bagnata. Il bagno fatto a mezzo dell’acqua si chiama Varuna (dal nome del dio delle acque), ma l’acqua non è l’unico mezzo possibile, la smrti elencandone ben 6 alternative: il mantra, il bahuma-, l’agneya-, il vayavya-, il divya- e il manasa- snana. Queste consistono rispettivamente nella recita di versi tratti dagli inni dei Veda, nell’aspersione del corpo con acqua, con terra, o con cenere, con la polvere sollevata dagli zoccoli delle vacche, nel
LA PURIFICAZIONE ricevere un rovescio di pioggia mentre brilla il sole o ancora nella meditazione sul dio Visnu. Mentre ci si immerge in acqua è consigliabile mantenersi in posizione eretta; in questo modo si compie il tarpana, un’offerta di acqua ai deva (le divinità del pantheon induista), ai rsi e agli antenati. In seguito si compie il brahma-yajna (letteralmente “sacrificio in onore di Brama”), con le mani raccolte a coppa, le palme rivolte verso l’alto si attinge acqua e la si riversa nella stessa corrente in cui si è immersi. Questa simbolica donazione di acqua alla divinità non è solo un modo per contraccambiarla, ma dimostra compiutamente il valore sacrale dell’acqua: è un regalo degno della divinità. Tanto sono considerate sante le acque del fiume Gange che la semplice immersione in esse, soprattutto se effettuata nel mese sacro di Magha (gennaio-febbraio), assicura al fedele l’ottenimento della purezza celeste. Questi non erano che pochi esempi degli infiniti rituali che coinvolgono l’acqua: non c’è religione che la possa ignorare, perché nessun uomo può sopravvivere senza. Nel prossimo capitolo prenderemo in considerazione proprio gli aspetti fisiologici che rendono l’acqua tanto indispensabile e importante per la nostra purificazione. 1.3 Importanza dell’acqua per il corpo Laudato si’, mi Signore, per sor’Acqua. la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. (S. Francesco d’Assisi) L’acqua è un elemento straordinario che, pur avendo peculiari caratteristiche e molteplici proprietà, riesce a rimanere semplice, come ci ricorda S. Francesco. Anzi, forse proprio a causa del suo essere tanto duttile ed indispensabile, siamo portati a darla per scontata. Eppure senza acqua non si vive: sono proprio le straordinarie caratteristiche organolettiche di questo elemento ad avere permesso alla vita di svilupparsi. Basti ricordare che il nostro organismo è costituito per circa il 75% di acqua e che possiamo privarci del cibo per più di due mesi, ma non resistiamo una settimana senz’acqua. É sufficiente che il corpo perda poco più del 20% della sua riserva d’acqua perché sopraggiunga la morte al termine di una dolorosa agonia: il sangue circola con difficoltà, la capacità di trasportare i nutrienti viene compromessa e i muscoli perdono tono, mentre ammoniaca, urea ed acido urico, insieme ad altre sostanze tossiche cominciano ad accumularsi, determinando
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la morte per autointossicazione. Con l’avanzare dell’età aumenta il grado di disidratazione, in quanto la funzionalità dei processi metabolici è rallentata o ridotta. Il contenuto di acqua delle cellule scende infatti al punto che il rapporto fra il volume di acqua interno alle cellule e quello esterno, passa da 1,1 a 0,8. Questa drastica diminuzione compromette l’efficienza delle cellule, determinando l’insorgere di molte patologie tipiche della vecchiaia, come ad esempio l’artrosi. La cartilagine è immersa in una sostanza che contiene molta acqua; quando questa viene a mancare, l’attività lubrificante del fluido si riduce, determinando un sempre maggiore attrito (cioè dolore) fra le superfici interessate dal movimento articolare. La carenza d’acqua determina anche effetti che non ci aspetteremmo: alcune sensazioni quali la paura, l’ansia o l’insicurezza possono essere determinate da un principio di disidratazione. Il cervello è molto sensibile al calo di liquidi, poiché anche se non rappresenta che il 2% del peso corporeo totale, gli è destinato il 18-20% di tutta la circolazione sanguigna. La disidratazione può determinare l’insorgere di stanchezza cronica, svogliatezza e nausea. Queste sensazioni stressanti sollecitano tutte le risorse dell’organismo a rispondere ad uno stato di emergenza. Il corpo entra in crisi, mobilitandosi per combattere o fuggire, rendendo disponibili agli organi primari le sue riserve d’acqua sottraendola alle zone periferiche; il livello complessivo di disidratazione aumenta generando stress ulteriore e così via. L’ipertensione è un’altra malattia che dipende da un deficit di liquidi. I vasi sanguigni sono strutturati in maniera tale da far fronte alle variazioni della portata di sangue che li attraversa. Quando i liquidi diminuiscono anche i vasi si restringono di conseguenza, per limitare il rischio di formazione di eventuali embolie. Ciò determina, sul lungo periodo, la chiusura di alcune reti di vasi sanguigni, in modo da garantire un corretto afflusso in quelli restanti. È di vitale importanza quindi assicurare al corpo un adeguato rifornimento idrico, prima che la carenza d’acqua comprometta o deteriori le funzioni vitali. Per fortuna la natura ci ha ben attrezzati a prevenire questa spiacevole eventualità grazie allo stimolo della sete (che si manifesta in primo luogo attraverso l’arsura della gola e della bocca). Come possiamo orientarci fra le molteplici proposte del mercato? E come scegliere un’acqua davvero salutare? Molte ditte produttrici di acque minerali pubblicizzano il loro
LA PURIFICAZIONE prodotto sottolineandone la quasi assoluta mancanza di sodio, che lo renderebbe ideale nella prevenzione della ritenzione idrica. Non si tratta di pubblicità ingannevole: ciò che vien detto corrisponde senz’altro al vero, ma è quantomeno fuorviante. In moltissime acque minerali oligominerali “normali” il contenuto di sodio è comunque inferiore a 10 mg per litro: una percentuale perfettamente accettabile e che non rischia in alcun modo di alterare il nostro equilibrio osmotico. Anche bevendone 25 litri al giorno non si arriverebbe che a un quarto di grammo di sodio! Il che corrisponde solo al 5% della quantità di sodio introdotta giornalmente con la dieta nell’alimentazione occidentale (5 g). Certo possiamo risparmiare anche questa piccola percentuale facendo uso di acqua senza sodio... ma probabilmente possiamo ottenere risultati migliori cercando di correggere le nostre abitudini a tavola non salando eccessivamente i cibi ed evitando quelli troppo salati. L’etichetta dell’acqua minerale, che per legge deve riportarne le specifiche chimiche, fisiche ed organolettiche, è un’ottima fonte di informazioni, ma spesso non si sa come interpretarle. La legge italiana stabilisce inoltre che l’acqua minerale venga imbottigliata così come esce dalla sorgente e che non possa subire alcun tipo di trattamento. Tuttavia anche se si tratta di acqua microbiologicamente pura, può contenere residui minerali in qualsiasi quantità. Questa percentuale, espressa in mg/l è detta residuo fisso: si tratta del residuo secco che rimane dall’evaporazione a 180° di un litro di acqua. Quanto più quest’indice è basso, tanto più l’acqua è pura e benefico il suo effetto sui nostri organi emuntori. Per legge il residuo fisso non può eccedere i 500 mg/l, ma sarebbe meglio orientarsi su acque che mantengano questa percentuale inferiore ai 30 mg/l. L’etichetta riporta anche altri indici particolarmente indicativi: a) il valore del pH: il valore più appropriato è compreso fra 6,4 e i 6,8. Un valore più basso (quindi troppo acido) a lungo andare può portare problemi di acidità gastrica, uno più elevato accelera il processo di ossidazione delle cellule. b) i nitrati: l’assunzione di nitrati comporta il rischio che all’interno dell’organismo si formino delle sostanze dette nitrosamine, che allo stato attuale delle ricerche risultano potenzialmente cancerogene. Il contenuto di nitrati dovrebbe essere inferiore a 5 mg/l. É bene diffidare delle acque sulla cui etichetta questo valore non è riportato, dal momento che l’unico valido motivo per ometterlo sarebbe che è troppo elevato.
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c) la provenienza: date la preferenza a fonti di montagna, che sgorgano in parchi naturali o zone protette: è bene evitare le acque che provengono da zone di agricoltura intensiva o molto industrializzate. d) la data di scadenza: la durata di un’acqua minerale dipende dal tipo di contenitore e dalle modalità di conservazione. Per le acque in bottiglia di vetro si calcolano 2 anni dalla data di imbottigliamento, per quelle nella bottiglia di plastica (Pet, cioè polietilentereftelato e Pvc, cioè polivinicloruro) 6-9 mesi. La bottiglia di vetro sarebbe comunque sempre preferibile, in quanto garantisce più a lungo il preservarsi delle caratteristiche organolettiche del prodotto. A contatto con la luce del sole l’acqua si ossida, e la temperatura troppo elevata attiva la carica batterica, con conseguente formazione di alghe.
La purificazione del corpo e della mente
Indice per argomenti Introduzione
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La purificazione
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1.1.1 1.2 1.2.1 1.2.2 1.2.3 1.3
Acqua e fuoco Valenza simbolica dell’acqua Il Cristianesimo Lo Shintoismo L’Induismo Importanza dell’acqua per il corpo
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La purificazione del corpo e della mente
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2.1 2.1.1
La digestione Fase cefalica 2.1.1.1 Aspetti fisiologici 2.1.1.2 Considerazioni olistiche Bocca 2.1.2.1 Aspetti fisiologici 2.1.2.2 Considerazioni olistiche Esofago 2.1.3.1 Aspetti fisiologici 2.1.3.2 Considerazioni olistiche Stomaco 2.1.4.1 Aspetti fisiologici 2.1.4.2 considerazioni olistiche Fegato 2.1.5.1 Aspetti fisiologici 2.1.5.2 Considerazioni olistiche Pancreas 2.1.6.1 Aspetti fisiologici 2.1.6.2 Considerazioni olistiche Intestino tenue 2.1.7.1 Aspetti fisiologici 2.1.7.2 Considerazioni olistiche Intestino crasso 2.1.8.1 Aspetti fisiologici 2.1.8.2 Considerazioni olistiche Gli organi emuntori Reni
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2.1.2 2.1.3 2.1.4 2.1.5 2.1.6 2.1.7 2.1.8 2.2 2.2.1
34 36 37 40 42 44 47 49 49
Indice per argomenti
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2.2.2 2.2.3
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Purificazione dell’ambiente fisico
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3.1 3.1.1 3.1.2 3.2 3.2.1
Inquinamento dell’ambiente naturale Inquinamento atmosferico Inquinamento delle acque Inquinamento alimentare Additivi alimentari 3.2.1.1 Legislazione e regolamentazione 3.2.1.2 Coloranti 3.2.1.3 Conservanti 3.2.1.4 Edulcoranti artificiali 3.2.1.5 Antiossidanti e acidificanti 3.2.1.6 Emulsionanti ed addensanti 3.2.1.7 Esaltatori di sapidità 3.2.1.8 Agenti di rivestimento
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Come purificare gli ambienti in cui viviamo
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4.1.1 4.1.2 4.1.3 4.1.4 4.1.5 4.1.6 4.2
Fate attenzione a cosa mangiate! Prestate attenzione a come mangiate! Fate movimento! Impegnatevi intellettualmente Migliorate il vostro ambiente sociale Non inquinate l’aria che respirate! Considerazioni sulle opportunità offerte dalle terapie alternative Fitoterapia 12 piante che possono aiutarci Betulla Pilosella Ortosifonide Verga d’oro Gramigna Equiseto
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4.2.1 4.3 4.3.1 4.3.2 4.3.3 4.3.4 4.3.5 4.3.6
82 87 90 90 92 94 96 97 99
4.3.7 4.3.8 4.3.9 4.3.10 4.3.11 4.3.12 4.4 4.4.1 4.4.2 4.4.3 4.4.4 4.4.5
Tarassaco Meliloto Ginkgo Mela Prugna Tamarindo Prodotti specifici Diuretica e drenante Digestiva e depurativa Regolazione della funzione intestinale Miglioramento del microcircolo periferico e del sistema linfatico Riequilibrio salino corporeo
102 103 105 107 110 111 113 114 115 115
127
115 115
Conclusioni
117
Bibliografia
117
Glossario
119
Indice per argomenti
125
Indice per argomenti
Indice per argomenti
126
2.2.1.1 Aspetti fisiologici 2.2.1.2 Considerazioni olistiche Pelle 2.2.2.1 Aspetti fisiologici 2.2.2.2 Considerazioni olistiche Il sistema linfatico 2.2.3.1 Aspetti fisiologici 2.2.3.2 Considerazioni olistiche
Finito di stampare nel mese di Aprile 2005 da: la grafica s.r.l. - Mori (TN)