Programma di sala 03 dicembre 2015

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A. Boreyko, V. Sinaisky, A. Fischer, G. Gimeno, F. Gabel ed A. Shelley. Nicolas Altstaedt si esibisce anche con gruppi su strumenti d’epoca ed è molto impegnato anche nella diffusione della musica contemporanea. Appare regolarmente al Festival Mozart ed al Festival estivo di Salisburgo, oltre che ai Festival di Verbier, Utrecht, Proms, Lucerna, Gstaad, Musikfest di Berlino, SchleswigHolstein, Rheingau, Stavanger; collabora inoltre con A. Lonquich, J. Jansen, V. Frang, P. Kuusisto, J. Cohen, F. Say ed il Quartetto Ébène. Nel 2012 è stato scelto da Gidon Kremer come suo successore per la posizione di direttore artistico al Festival di Musica da Camera di Lockenhaus. Da allora il Festival si è anche esibito anche in tour. Nel 2014 è stato inoltre nominato Direttore Artistico della Österreichisch-Ungarischen Haydn Philharmonie. Nel corso della stagione 2014/15 Nicolas Altstaedt è stato “Artist in Residence” al Festival di Zermatt e primo “Artist in Resonance” al Musikkollegium di Winterthur. Si esibisce su un violoncello ‘Giulio Cesare Gigli’ realizzato a Roma intorno al 1770 e su un violoncello realizzato da Robert König (2012).

Alexander Lonquich pianoforte

PROSSIMI APPUNTAMENTI

Nato a Trier in Germania, nel 1977 ha vinto il Primo Premio al Concorso Casagrande dedicato a Schubert. Da allora ha tenuto concerti in Giappone, Stati Uniti e nei principali centri musicali europei. La sua attività lo porta a lavorare con direttori d’orchestra quali C. Abbado, K. Sanderling,

Giovedì 13 dicembre

Mantova, Teatro Bibiena, ore 11.00

T. Koopman, E. Krivine, H. Holliger, M. Minkowski. Particolare in tal senso è stato il rapporto mantenuto con S. Vègh e la Camerata Salzburg, di cui è tuttora regolare ospite nella veste di direttoresolista. Un importante ruolo svolge inoltre la sua attività nell’ambito della musica da camera: nel corso degli ultimi anni ha avuto modo di collaborare con artisti del calibro di C. Tetzlaff, J. Bell, H. Schiff, S. Isserlis, I. Faust, J. Widmann, B. Pergamenschikov, H. Holliger, F.P. Zimmermann, N. Altstaedt e C. Widmann. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti dalla critica internazionale quali il “Diapason d’Or” nel 1992, il “Premio Abbiati” nel 1993 e il “Premio Edison” in Olanda nel 1994. Nel 2003 Alexander Lonquich ha formato, con la moglie Cristina Barbuti, un apprezzato duo pianistico. Inoltre nei suoi concerti appare spesso nella doppia veste di pianista e fortepianista spaziando da C.P.E. Bach a Schumann e Chopin. Nel ruolo di direttore-solista, collabora stabilmente con l’Orchestra da Camera di Mantova e, tra le altre, con l’Orchestra della Radio di Francoforte, la Royal Philharmonic Orchestra, la Deutsche Kammerphilarmonie, la Camerata Salzburg, la Mahler Chamber Orchestra, l’Orchestre des Champs Elysées e la Filarmonica della Scala di Milano. Si esibisce regolarmente per l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con la quale dalla stagione 2011/12 collabora anche come direttore-solista. Dopo aver effettuato incisioni per EMI dedicate a Mozart, Schumann e Schubert, ha iniziato una collaborazione con la ECM.

Giovedì 13 dicembre

Poggio Rusco, Teatro-Auditorium, ore 18.00

Giovedì 3 dicembre 2015 Mantova, Teatro Bibiena / ore 20.45

Vilde Frang violino James Boyd viola Nicolas Altstaedt violoncello Alexander Lonquich pianoforte

“Lockenhaus on tour” Programma A. Dvořák

Trio n. 3 in fa minore per pianoforte e archi op. 65 Allegro, ma non troppo Allegretto grazioso Poco adagio Finale: Allegro con brio

S. Veress

Trio per archi Andante Allegro molto

R. Strauss

Quartetto in do minore per pianoforte e archi op. 13 Allegro Scherzo Presto - Molto meno mosso Andante Finale Vivace

La domenica musicale

Suonare = giocare

Playtoy Orchestra Fabrizio Cusani direttore e narratore Musiche di L.v. Beethoven e Q. Jones

Hèsperos piano trio

Musiche di L.v. Beethoven e J. Suk

soggetto riconosciuto

Comune di Gonzaga

Comune di San Benedetto Po


Note all’ascolto A. Dvořák – Trio n.3 in fa minore per pianoforte e archi op. 65 Il Trio op.65 di Dvořák è il terzo dei quattro trii per pianoforte e archi realizzati dal maestro ceco e si inserisce in una tradizione cameristica coltivata ed espressa durante tutti gli anni della sua attività, dal Quintetto per archi op. 1 del 1861 al Quartetto op. 106 del 1895, con fermate sui trii nel 1875 (op. 21), 1876 (op. 26), 1883 (op. 65) ed infine 1891 (op. 90, il cosiddetto Dumky Trio, tessuto di umori popolari). Situato cronologicamente fra la Sesta e la Settima Sinfonia, il Trio op.65 afferma, anche attraverso la rapidità della stesura (circa quattro mesi) e la sua ampiezza non comune che porta la durata vicina ai 45 minuti, la personalità di un musicista maturo, esperto degli artifici costruttivi, sicuro dei propri mezzi espressivi ma al contempo ancora capace di idee fresche e spontanee, che qui si aggiungono ad un fondo drammatico che qualche esegeta ha posto in rapporto con la morte della madre di Dvořák, avvenuta l’anno prima. Presentato nell’ottobre del 1883 con il compositore al pianoforte, il Trio in fa minore pone le sue fondamenta sui movimenti estremi che sono i più sviluppati e complessi, immersi in un clima espressivo fortemente appassionato ed energico. Centralmente uno Scherzo (provvisto del consueto “trio” centrale) costruito su un motivo dagli accenti popolari, trova il suo contrasto nel successivo Poco adagio, intensamente lirico e finemente lavorato su tre episodi principali. Il movimento conclusivo riconduce nella forma articolata e contrastata di un rondò, e con un incisivo tema di furiant, tipica danza boema, all’ energia del primo movimento, sul passo di una vitalità creativa avvincente per maestria combinatoria e molteplicità delle tinte. S. Veress – Trio per archi Compositore di rara presenza nei programmi concertistici italiani, Sándor Veress, di origine ungherese ma naturalizzato svizzero, è stato un musicista che ha potuto assistere allo scorrere di quasi tutto il secolo scorso, essendo nato nel 1907 in territorio austro-ungarico e poi scomparso nel 1992 a Berna, dividendosi equamente fra i due paesi. Allievo in gioventù di Kodály e

Bartók, due delle massime personalità del tempo, Veress ha raccolto nel corso della sua carriera alcuni premi prestigiosi ed ha manifestato una notevole ecletticità creativa, alimentando nel corso della sua lunga carriera un catalogo vasto, comprendente lavori orchestrali (tra cui due sinfonie, nel 1940 e nel 1953), concertanti, pianistici e vocali. Notevole anche la produzione cameristica, che dal primo quartetto per archi scritto nel 1931, si è estesa fino a Geschichten und Märchen, per due percussionisti, datato 1988. Il Trio per archi, scritto nel 1954, si segnala come opera significativa, naturalmente pervasa da un linguaggio moderno inconfondibilmente magiaro ed al tempo stesso elaborata con organica coerenza e viva fantasiosità timbrica, fino ad abbracciare effetti percussivi, in un’atmosfera livida e lirica di notevole intensità. Suddiviso in due movimenti (Andante e Allegro molto), ed edito dalla casa italiana Suvini-Zerboni, è l’unico lavoro di questo tipo nell’opera di Veress, ma si accompagna ad altre interessanti pagine per archi: oltre a due quartetti, una sonata per violoncello solo, Memento per viola e contrabbasso (1983) e Baryton -Trio (1985). R. Strauss – Quartetto in do minore per pianoforte e archi op. 13 Il Quartetto con pianoforte di Richard Strauss conclude, si può dire, la tradizione di questo organico nell’Ottocento di lingua tedesca. Si tratta di un lavoro giovanile ed isolato, di uno Strauss allora appena ventenne, all’inizio della carriera. Ma non è per questo motivo che la composizione è poco nota e raramente eseguita, ma per il fatto di apparire come una partitura parzialmente riuscita. Al di là della già fenomenale tecnica di scrittura e della ricchezza indubbia di idee che mescola tratti burleschi con altri lirici, si evidenzia infatti un disegno estremamente frastagliato, non esente da prolissità. Se è vero che la musica di Strauss si può intendere come musica di frontiera, sul crepuscolo del Romanticismo, e se, come ha scritto bene Quirino Principe, essa “si sviluppa all’insegna dell’eclettismo e del composito”, ecco che questa caratteristica di fondo emerge proprio nel Quartetto, percorso nei suoi quattro movimenti da una varietà di linguaggio sorprendente e geniale, pur fra i limiti accennati poc’anzi, che non impedisce di ammirarne la immaginosa scrittura strumentale e la vitalità prorompente,

coniugata con una certa insofferenza alle forme precostituite, che è poi quella rivelata da Strauss pienamente nelle sue opere orchestrali. Di questo Quartetto, vincitore di un concorso di composizione tenutosi a Berlino nel 1885 (stesso anno della presentazione pubblica avvenuta a Meiningen in dicembre, con il compositore alla tastiera) Strauss non se ne curò molto in seguito, giudicandolo - con modestia invero poco credibile - niente più che “una partitura piacevole e seducente”. Andrea Zaniboni

Vilde Frang violino Notata giovanissima per la sua espressività e completo dominio tecnico, è considerata la più interessante violinista della sua generazione. Nel 2012 le è stato assegnato il prestigioso Credit Suisse Young Artists Award ed è stata invitata per il debutto al Festival di Lucerna con i Wiener Philharmoniker diretti da B. Haitink. Tra le maggiori orchestre internazionali con cui collabora spiccano Mahler, London Philharmonic, Philharmonia, Gewandhaus, St. Petersburg Philharmonic, Orchestre de Paris, Oslo Philharmonic, NHK Symphony Tokyo; tra i direttori V. Ashkenazy, M. Jansons, I. Fischer, V. Jurowski, V. Petrenko, P. Järvi, E.P. Salonen e Y. Temirkanov. È invitata come solista e in ensemble da camera ai Festival di Salisburgo, Verbier, Lucerna, London Proms, Schleswig-Holstein, Enescu, Lockenhaus e Prague Spring. Collabora ripetutamente con G. Kremer, Y. Bashmet, M. Argerich, L.O. Andsnes, S. Isserlis, N. Altstaedt, il Quartetto Ebène e il pianista Michail Lifits, suo partner abituale. Registra in esclusiva per Warner Classics. Il suo debutto discografico è stato premiato dall’Edison Klassiek Award e dal Classic BRIT e in seguito le sue incisioni hanno ricevuto molti premi tra cui Editor’s Choice di Gramophone, Diapason d’Or, Deutsche Schallplattenpreis e Echo Klassik Award. Nata in Norvegia nel 1986, Vilde Frang è stata scelta da Mariss Jansons all’età di 12 anni per il debutto con la Oslo Philharmonic Orchestra. Ha studiato con Kolja Blacher alla Musikhochschule di Amburgo e con Ana Chumachenco alla Kronberg Academy. Ha lavorato con Mitsuko Uchida nell’ambito del premio Borletti-Buitoni nel 2007 e dal 2003 al 2009 è stata studente borsista della Fondazione Anne-Sophie Mutter. Suona un Jean-Baptiste Vuillaume del 1864.

James Boyd viola James Boyd è internazionalmente riconosciuto come uno dei migliori musicisti da camera della Gran Bretagna. E’ stato membro di alcuni degli ensemble inglesi più importanti ed è molto richiesto come artista ospite da altri. E’ stato membro del Raphael Ensemble per cinque anni e fondatore del Vellinger String Quartet. Nel 2001 ha fondato il London Haydn Quartet, che ha ricevuto e riceve grandi consensi per il suo approccio stilistico molto particolare e si è specializzato sull’esecuzione delle opere di Haydn. Le sue registrazioni dei Quartetti di Haydn per Hyperion hanno avuto grande successo. James Boyd è apparso come solista e direttore della Irish Chamber Orchestra e, in recital, si è esibito al Festival di Aldeburgo insieme a Tom Ades. La registrazione di musiche di York Bowen, effettuata insieme a Bengt Forsberg, è stata descritta dalla rivista Gramophone: “un gioiello di disco!”. Progetti recenti hanno incluso una serie di concerti con programma i Trii per archi di Beethoven, insieme a Peter Cropper e Paul Watkins. Si esibisce spesso come principale viola ospite con ensemble quali il Dunedin Consort, gli English Bach Soloists e l’Arcangelo. James Boyd è stato co-fondatore di MusicWorks, un corso di musica da camera per giovani musicisti di strumenti a corda e attualmente insegna all’Università di Cambridge. Ha tenuto masterclass alla Juilliard School, all’Università di Toronto, all’Università dell’Indiana ed al Banff Centre for the Arts. Scrive occasionalmente articoli per la rivista Strad.

Nicolas Altstaedt violoncello Di origini tedesche e francesi, è un musicista di grande versatilità che si trova ugualmente a proprio agio con repertorio antico, tradizionale o in opere di musica contemporanea. È stato uno degli ultimi allievi di Boris Pergamenschikow a Berlino, dove ha proseguito gli studi con Eberhard Feltz. Dopo aver vinto diversi concorsi internazionali e aver ricevuto nel 2009 il ‘Borletti Buitoni Trust Fellowship’, nel 2010 si è aggiudicato il prestigioso premio ‘Credit Suisse Young Artists’, esibendosi con la Filarmonica di Vienna diretta da Gustavo Dudamel al Festival di Lucerna. Dal 2010 al 2012 ha fatto parte del progetto New Generation Artists della BBC. Ha tenuto concerti con alcune tra le principali orchestre della scena mondiale, sotto la guida di con direttori del calibro di V. Ashkenazy, V. Fedoseyev, Sir N. Marriner, Sir R. Norrington, Sir A. Davis, M. Venzago,


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