Concert programme 20 Mar 2014

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come l’Automne en Normandie, il Modern di Vienna, la Festwochen di Vienna, la Biennale di Monaco, il Festival di Salisburgo e la Biennale di Venezia, dal 1995 insegna alla facoltà di musica del Tanglewood Music Center e, dal 2005, è docente del corso di specializzazione ‘Sana H. Sabbagh’ della Facoltà di Direzione d’Orchestra. Intense le sue collaborazioni con compositori contemporanei quali O. Knussen, S. Reich, W. Rihm, M. A. Turnage e Sir H. Birtwistle, collabora con Ensemble Modern, Klangforum Wien, Musikfabrik e London Sinfonietta. Junge Deutsche Philharmonie Nel 1974 un gruppo di giovani musicisti dell’Orchestra Nazionale Giovanile di Germania ha deciso di proseguire l’esperienza musicale fondando l’Orchestra Giovanile della Repubblica Federale Tedesca - Junge Deutsche

Philharmonie. L’orchestra unisce giovani musicisti di talento (18/28 anni) provenienti da accademie musicali tedesche. I suoi membri si organizzano in comitati: attraverso laboratori tematici e campagne informative, acquisiscono competenze che vanno al di là dell’esibizione musicale. L’ensemble diventa così un ponte tra gli insegnamenti appresi nelle accademie e l’evoluzione professionale dei musicisti. La Jdp si riunisce regolarmente in sessioni di prove per poi partire per tournée internazionali. Il suo ampio repertorio include, oltre al sinfonico, musica contemporanea e antica. Ogni due anni la Jdp produce e promuove il Festival Freispiel di Francoforte, caratterizzato da fusione di generi e format sperimentali. La Jdp collabora regolarmente con artisti rinomati. A partire dal luglio del 2014, Jonathan Nott assumerà l’incarico di direttore principale e consulente artistico.

Junge Deutsche Philharmonie

PROSSIMI APPUNTAMENTI Sabato 29 marzo Mantova, Teatro Bibiena ore 20.45 Domenica 30 marzo Mantova, Teatro Bibiena ore 11.00

Madama

Ensemble dell’orchestra da camera di mantova Marcello Panni, direttore Luigi Maio, regia e musicattore “L’histoire du soldat” di Igor Stravinskij

Do Re

5x1000

Giovedì 20 marzo Mantova, Teatro Sociale, ore 20.45

per soste n e re l a g r an d e musica di Te mp o d ’O r c hestr a Oggi non ti costa nulla, e richiede giusto la tua firma

L’Associazione Orchestra da Camera di Mantova è tra i soggetti beneficiari della donazione del 5 per 1000 dell’Irpef. Ti sarà sufficiente scrivere nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi il codice 00684170202 e firmare.

Renaud Capuçon, violino Stefan Asbury, direttore


Programma _ F. Schreker Preludio dell’opera “Die Gezeichneten” Adagio - Allegro vivace R. Schumann Concerto in re minore per violino e orchestra Energico, ma non troppo veloce Adagio Allegro, ma non troppo D. Šostakovic Sinfonia n.4 in do minore op.43 Allegretto poco moderato - Presto - Tempo I Moderato con moto Largo - Allegro F. Schreker Preludio dell’opera “Die Gezeichneten” Il 25 aprile 1918 all’Opernhaus di Francoforte andò in scena Die Gezeichneten (I predestinati); l’austriaco Franz Schreker (1878-1934) vi aveva lavorato qualche anno prima su un libretto proprio, inizialmente progettato per Zemlinsky, realizzando infine tre atti ambientati nella Genova del Cinquecento, fra violenze, amori impossibili e le pene della bruttezza umana. Il Preludio, pagina ampia, d’un lirismo affilato e avvolgente oltre che di ricercata orchestrazione, riflette lo spirito di un momento storico ancora in bilico fra crepuscolari bagliori post-romantici ed una vibrante modernità innovatrice, che nelle mani di Schreker si fa esempio ebbro di suono, arricchendosi armonicamente fino alla complessità, in un visionario e sensuale itinerario espressivo. R. Schumann

Concerto in re minore per violino e orchestra

La figura del violinista Joseph Joachim (18311907), bambino prodigio, interprete di spicco internazionale ammirato da Mendelssohn, partner di Clara Schumann e Johannes Brahms, spiega la nascita delle ultime pagine per violino di Robert Schumann, e in particolare del Concerto in re minore per violino e

orchestra, che nacque solo poche settimane dopo la Fantasia op.131, ossìa nell’autunno del 1853, sull’onda dell’entusiasmo suscitato dal vivo ascolto del giovane concertista ventiduenne. Sebbene il Concerto sia uno dei rari cimenti del genere nella produzione del maestro tedesco (vi si affiancano soltanto i due altri concerti per pianoforte e per violoncello), questo lavoro dal carattere sfaccettato rimase per lunghissimo tempo ignoto: dapprima custodito da Joachim, poi ceduto dopo la sua morte alla Preussische Staatsbibliothek di Berlino, quindi pubblicato nel 1936 dall’editore Schott ed infine finalmente eseguito all’Opera di Berlino il 26 novembre 1937 dal violinista George Kulenkampff e dall’Orchestra Filarmonica di Berlino guidata da Karl Böhm, sotto la benedizione del Ministro del Terzo Reich Joseph Goebbels, deciso a perorare la causa per la valorizzazione di una nuova ed autentica composizione nazionale, dopo il disconoscimento dell’ebreo Mendelssohn. Ciò nonostante il Concerto schumanniano è rimasto ai margini del repertorio, per la discontinuità dell’ispirazione e della scrittura solistica, confermando in qualche modo le riserve già espresse a suo tempo da Joachim e dalla vedova di Schumann e diventando terreno per violinisti d’alto lignaggio intellettuale. D. Šostakovic Sinfonia n.4 in do minore op.43 “Una visione del mondo: ecco ciò che deve dividere i compositori sovietici dagli altri. Quanto più un compositore ha fatto propria una visione del mondo proletaria, tanto più la sua musica rispecchierà gli ideali e i sentimenti della nostra epoca. A suo tempo sono stato bersaglio di duri attacchi da parte di certa critica, soprattutto a causa di un presunto formalismo. Non accettai tali rimproveri in alcun modo, né li accetto ora. Non sono mai stato un formalista e non lo sarò mai. Che si possa condannare una qualsiasi opera come formalista solo perché la sua lingua è complessa e talora non immediatamente comprensibile è un’inammissibile leggerezza”. Non bastarono queste parole, scritte da Šostakovic nell’aprile del 1935, a risparmiargli di lì a poco nuove accuse, lanciate non proprio sotto il termine sintetico di “formalismo”, bensì ancor più chiare, precise, condizionanti. Le disapprovazioni piovvero su Lady Macbeth, data in “pri-

ma” nel gennaio del ’34 e portata con grande successo in molti teatri europei e americani, fino a quando nel dicembre dell’anno dopo, in occasione a Mosca, l’opera incappò nel disprezzo di Stalin e nella stroncatura violenta della stampa di regime. “Questa musica – si lesse sulla Pravda – si fonda (…) su quello stesso principio secondo cui l’arte sinistroide nega in genere, nell’ambito del teatro, la semplicità, il realismo (…). Si tratta di caos sinistroide anziché musica naturale e umana”. Tale episodio, ebbe lunghe e durature conseguenze sull’attività compositiva di Šostakovic (nell’era di Stalin gli artisti non dovevano incorrere nello “snaturamento interiore della coscienza sociale”), al punto che già la Quarta Sinfonia scritta proprio in quegli stessi anni fra il 1935 ed il 1936 - con un ardito contenuto di modernità, finì per mancare la presentazione pubblica. Non vennero rese note le ragioni ufficiali del ritiro della partitura, ma non è difficile immaginare che il maestro russo – che pure aveva prevista una prima esecuzione per le ultime settimane del 1936 a Leningrado, avendone già avviate le prove – fu soggetto a pressioni tali da giudicare inopportuno il rischio di un nuovo pericoloso attacco politico pubblico. E così la Quarta finì per giacere in un cassetto per molti anni (il manoscritto venne anche materialmente smarrito dal direttore d’orchestra Aleksandr Gauk durante la Seconda Guerra mondiale), sopravanzata dalle sinfonie compiute successivamente fino al 30 dicembre 1961, quando Kirill Kondrašin, in un clima culturale e politico più favorevole, poté presentare questa misteriosa composizione a Mosca con l’Orchestra Filarmonica di quella città, nella sala Bolshoi del Conservatorio, ottenendone un successo entusiastico che di lì a poco si sarebbe diffuso nel mondo, anche attraverso una sua immediata registrazione discografica. Partitura imponente, per cui è richiesto un organico orchestrale immenso, la Quarta rimane effettivamente una Sinfonia nella quale ritrovare il piglio del compositore avanguardista: non tanto per la novità degli elementi linguistici ma per il carattere del loro utilizzo in un contesto formale ed espressivo dai confini amplissimi, che accoglie, nel gigantismo delle dimensioni, una determinazione assoluta di scrittura; determinazione applicata nei rarefatti dettagli cameristici come nei torrenziali insiemi di massa, e retta

da un fittissimo e ramificato reticolo di relazioni fra gli elementi costituivi. Ne discende anche una libertà formale fantasiosa, tale da sfociare nell’inquietudine, ma che attanaglia l’ascoltatore in un percorso di impressionante potenza narrativa. Andrea Zaniboni

Renaud Capuçon Nato a Chambéry nel 1976, a 14 anni inizia gli studi al Conservatorio di Parigi. Si trasferisce a Berlino per proseguire gli studi con T. Brandis e I. Stern, dove si aggiudica il Premio dell’Accademia delle Arti. Invitato da Claudio Abbado a ricoprire il ruolo di ‘Concertmaster’ della Gustav Mahler Jugendorchester (1997), collabora con i direttori P. Boulez, S. Ozawa, D. Barenboim, F. Welser-Moest e lo stesso Abbado. S’impone nel panorama internazionale come solista di primissimo livello, esibendosi con le più importanti orchestre, diretto da B. Haitink, D. Robertson, C. von Dohnányi, C. Eschenbach e G. Dudamel. Si esibisce regolarmente in recital e ha una grande passione per la musica da camera (collabora con M. Argerich, D. Barenboim, H. Grimaud, M. João Pires, M. Pletnev, V. Repin, Y. Bashmet e T. Mørk oltre che con suo fratello, il violoncellista Gautier Capuçon). Dal 2007 è Ambasciatore per il progetto Zegna&Muisc. Suona un violino Guarneri del Gesù ‘Panette’ (1737) appartenuto a I. Stern, acquistato per lui dalla Banca Svizzera Italiana. Dal 2011 è Cavaliere dell’Ordine Nazionale al Merito del governo francese. Stefan Asbury Direttore Principale della Noord Nederlands Orkest, è ospite delle più prestigiose orchestre, tra le quali Boston Symphony, Sinfonieorchester des Bayerischen Rundfunks, London Symphony, Philharmonie di Dresda, Orchestra del Concertgebouw, Gewandhaus di Lipsia, Filarmonica di Los Angeles, Filarmonica di Seoul, Sinfonica di Seattle, Sinfonica di Tokyo, Radio-Symphonieorchester ORF di Vienna, West Australian Symphony Orchestra. Regolarmente invitato quale direttore ospite in festival importanti

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