Andrea Rebaudengo pianoforte Andrea Rebaudengo è nato a Pesaro nel 1972 Ha studiato pianoforte con Paolo Bordoni, Lazar Berman, Alexander Lonquich, Andrzej Jasinsky e composizione con Danilo Lorenzini. Ha vinto il primo premio al Concorso Pianistico Internazionale di Pescara nel 1998, il terzo premio al Concorso “Robert Schumann” di Zwickau nel 2000 e al Premio Venezia 1993. Ha suonato per le più importanti istituzioni concertistiche italiane. Si è esibito in tutti i paesi Europei, Stati Uniti, Canada, Colombia, Uzbekistan ed Emirati Arabi. Ha suonato come solista con numerose orchestre, tra cui l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra Sinfonica di Zwickau, l’Orchestra Filarmonica di Torino e l’Orchestra Sinfonica “Giuseppe Verdi” di Milano. Il suo repertorio spazia da Bach ai giorni nostri, con una particolare predilezione per la musica scritta negli ultimi cento anni, e viene
spesso invitato in progetti che lo coinvolgono anche come musicista jazz e improvvisatore. È il pianista dell’ensemble Sentieri Selvaggi con il quale si è esibito su prestigiosi palcoscenici italini ed esteri, presentando spesso prime esecuzioni di autori contemporanei e collaborando con autori quali Louis Andriessen, Michael Nyman, David Lang, James MacMillan, Mark-Anthony Turnage, Julia Wolfe, Ivan Fedele e Fabio Vacchi. Suona in duo con Cristina Zavalloni, con la violista Danusha Waskiewicz, con il percussionista Simone Beneventi, con il pianista Emanuele Arciuli, ed è il pianista dell’Ensemble del Teatro Grande di Brescia e dell’Ensemble Kaleido. Con Klaidi Sahatci e Sandro Laffranchini ha fondato l’Altus Trio, che ha debuttato nel 2010 al Teatro alla Scala di Milano. Come solista incide per Bottega Discantica (All’aria aperta), con Cristina Zavalloni per Egea (Tilim-bom), con Sentieri Selvaggi per Cantaloupe Records (Child, ACDC, Zingiber), con l’Altus Trio per Limen. Insegna al Conservato-
Mercoledì 3 febbraio 2016 Giovedì 11 febbraio Mantova, Sala Norlenghi / ore 18.00
Antonio Rostagno su Robert Schumann
Mantova, Teatro Bibiena / ore 20.45
PROSSIMI APPUNTAMENTI
Conferenza di avvicinamento all’ascolto
ParoleNote
ingresso libero
Venerdì 12 febbraio
R. Schumann
Mantova, Teatro Sociale, ore 20.45
Sinfonia in sol min WoO 29 “Zwickau” (incompiuta) Concerto in la minore per violoncello e orchestra op. 129 Sinfonia n. 2 in do maggiore op. 61
Alban Gerhardt violoncello Orchestra Leonore Daniele Giorgi direttore
soggetto riconosciuto
Comune di Gonzaga
Comune di San Benedetto Po
“Cabaret Berlin” Cristina Zavalloni voce Gabriele Mirabassi clarinetto Andrea Rebaudengo pianoforte
Programma Kurt Weill (1900-1950) Speak Low Surabaya Johnny Barbara Song Alabama Song Hanns Eisler (1898-1962) An den kleinen Radioapparat Song of a German Mother Bettellied Paul Hindemith (1895-1963) Sonata per clarinetto e pianoforte 1. Mäßig bewegt 2. Lebhaft 3. Sehr langsam 4. Kleines Rondo, gemächlich Arnold SchÖnberg (1874-1951) Dai Cabaret Songs: Gigerlette Mahnung Mischa Spoliansky (1898-1985) Wenn die beste freundin Alles Schwindel Ralph M. Siegel (1911-1972) Ich hab’ noch einen Koffer in Berlin
Note all’ascolto Il Cabaret (o Kabarett) è un movimento culturale che ha attraversato la Germania durante la Repubblica di Weimar, fino all’avvento del nazismo. Berlino era la sua stella polare. In tutte le forme di espressione artistica quegli anni sono stati una fucina di novità, di coraggio, di forte critica sociale (spesso resa attraverso una tagliente ironia), di liberazione dei costumi e delle rigidità dei decenni precedenti. In quegli anni la Germania era a pezzi, fisicamente, moralmente e finanziariamente, dato che doveva pagare i danni della guerra imposti dal Trattato di Versailles. È proprio in momenti come questi che alcuni paesi trovano il modo di “liberarsi”, attingendo a risorse spirituali dove non sembrava ce ne fossero più. Così l’energia sprigionata dal Cabaret è il perfetto specchio di un paese che comincia a sognare e guardare ben oltre i limiti imposti dalla storia. Musica, danza, cinema, teatro hanno uno scatto d’orgoglio impensabile, aiutate da personalità fortissime: da Bertold Brecht a Kurt Weill, da Hanns Eisler a Max Reinhardt. Persino il giovane Schönberg viene inizialmente trascinato da questo movimento, e nei suoi Brettl Lieder (Cabaret songs) non sembra proprio di ascoltare colui che darà vita alla dodecafonia (o forse sì, qualcosa scricchiola anche in quei Lieder, la sua matita sembra preparare qualcosa di sconvolgente). Purtroppo i sogni ad occhi aperti e le idee troppo innovative spesso cadono a terra con fragore. Nonostante le tante ma inascoltate grida di allarme sulla situazione della Germania di quegli anni, si fa largo il rancore, la voglia di rivalsa: la Repubblica di Weimar, gracile per forza di cose, non regge l’urto di chi vuole far uscire il lato peggiore dell’animo umano. Il Cabaret combatte strenuamente la sua battaglia, diventa il luogo simbolo dell’attività antinazista. Ma deve soccombere. Per fortuna non soccombe l’idea illuminata di quegli anni, non soccombono le musiche, i testi, la vitalità. Gli artisti, se ebrei o se troppo compromessi politicamente, devono fuggire all’estero, ma la loro luce continua a risplendere fino ad oggi.
Andrea Rebaudengo
Cristina Zavalloni voce
Gabriele Mirabassi clarinetto
Cristina Zavalloni nasce a Bologna. Di formazione jazzistica, intraprende a diciotto anni lo studio del belcanto e della composizione presso il Conservatorio della sua città. Per molti anni si dedica anche alla pratica della danza classica e contemporanea. Si esibisce nei più importanti teatri, stagioni concertistiche, festival jazz di tutto il mondo.
È uno dei massimi virtuosi odierni del clarinetto a livello internazionale. Dopo il diploma, conseguito col massimo dei voti e lode, la sua formazione musicale per i primi anni ha riguardato le tecniche esecutive peculiari della musica contemporanea. Parallelamente ha cominciato a lavorare professionalmente in ambito jazzistico, attività che, a partire dall’incisione di Coloriage (1991), in duo col fisarmonicista Richard Galliano, è diventata mano a mano sempre più consistente fino a diventare esclusiva. In duo con Stefano Battaglia incide Fiabe, con Sergio Assad Velho Retrato e firma Cambaluc, dove il quartetto di clarinetti Namaste è affiancato da vari ospiti tra i quali lo stesso Galliano, Riccardo Tesi e il fratello Giovanni. Nel 1996 vince il Top Jazz nella categoria “miglior nuovo talento”.
Si è esibita con orchestre quali la London Sinfonietta, BBC Symphony Orchestra, Schoenberg Ensemble, Sentieri Selvaggi, Musik Fabrik, Orkest De Volharding, Orchestra della Rai Torino, Los Angeles Philarmonic, ORT, Orchestra Toscanini, Irish Chamber Orchestra, ed è stata diretta da Martyn Brabbins, Stefan Asbury, Reinbert De Leeuw, Oliver Knussen, David Robertson, Jurjen Hempel, Georges-Elie Octor, Andrea Molino, Marco Angius, tra gli altri. Collabora con il compositore olandese Louis Andriessen, che ha scritto per lei alcuni dei suoi più recenti lavori. È interprete di prime esecuzioni di Carlo Boccadoro, Luca Mosca, Emanuele Casale e di alcune composizioni di James. Frequenta il repertorio barocco, collaborando con registi e coreografi quali Mario Martone e Alain Platel e con Brass Bang! (Paolo Fresu, Gianluca Petrella, Marcus Rojas, Steve Bernstein). Le sue più recenti collaborazioni in ambito jazzistico includono duo con Jason Moran e Benoit Delbecq. Nel 2012, è ospite speciale del Premio Django Reinhardt dell’Académie du Jazz de France. Ha presentato il suo più recente progetto discografico, La donna di cristallo, assieme alla Radar Band, con concerti al Lugo Opera Festival e al Torino Jazz Festival, dove riscuote un clamoroso successo, davanti a diecimila persone. Ha pubblicato per Egea IDEA (2006), Tilim – Bom (2008), Solidago (2009), La donna di cristallo (2012).
Nel 2000 a Umbria Jazz presenta insieme a Luciano Biondini, Michel Godard e Francesco D’Auria il progetto Lo Stortino che riceve consensi di critica e di pubblico sia in Italia che all’estero. Nel progetto si rileva una particolare attenzione alle variegate architetture compositive che attingono soprattutto alla tradizione popolare e alla musica colta europea, ponendo le basi per quella linea di ricerca che animerà gran parte dei lavori che seguiranno. Le collaborazioni sono numerosissime, ed estremamente eterogenee sul piano degli stili e dei linguaggi, molte sono documentate discograficamente (Rabih Abou Khalil, Mina, John Cage, Ivano Fossati, Battista Lena, Riccardo Zegna, Enrico Pieranunzi, Roberto Gatto, Cristina Zavalloni, Trio madeira-brasil, Istituzione Sinfonica Abruzzese, Marco Paolini, Mario Brunello, Orchestra d’archi italiana), solo per citarne alcune. Negli ultimi anni Mirabassi ha ampliato notevolmente il suo panorama di collaborazioni, sapendo allargarsi con coraggio ad altri ambiti di spettacolo: Gianmaria Testa, Erri De Luca, Barbara Casini, Monica Demuru, David Riondino, Giorgio Rossi e André Mehmari sono alcuni dei nomi che spiccano.