PROSSIMO APPUNTAMENTO
TEMPO D’ORCHESTRA
Mercoledì 09 aprile Mantova, Teatro Sociale, ore 20.45
ORCHESTRA DA CAMERA DI MANTOVA Alexander Lonquich, pianoforte e direttore
Sabato 29 marzo 2014 Mantova, Teatro Bibiena, ore 20.45
Madama
Do Re
Domenica 30 marzo 2014 Mantova, Teatro Bibiena, ore 11
“STORIA DEL SOLDATO”
5X1000
di Igor Stravinskij
PER SOSTE N E RE LA G R AN D E M U S I CA DI TE MPO D’ O R C HEST R A
Libretto di Charles-Ferdinand Ramuz Luigi Maio Traduzione, regia e musicattore Ensemble dell’Orchestra da Camera di Mantova
Oggi non ti costa nulla, e richiede giusto la tua firma L’Associazione Orchestra da Camera di Mantova è tra i soggetti beneficiari della donazione del 5 per 1000 dell’Irpef. Ti sarà sufficiente scrivere nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi il codice fiscale sotto riportato e firmare.
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00684170202
Marcello Panni Direttore
PROGRAMMA I. Stravinskij Storia del Soldato
1. La marcia del Soldato 2. Il Violino del Soldato 3. Marcia reale 4. Piccolo concerto 5. Tre danze: Tango - Valzer - Ragtime 6. Danza del Diavolo 7. Corale 8. Marcia trionfale del Diavolo Nell’Histoire du soldat si intende tradizionalmente l’avvio dell’oggettivismo neoclassico di Stravinskij. Il che corrisponde ad una vera e propria svolta (una delle prime) nella poetica del maestro russo, che dopo il periodo dei balletti “fauve” ed il culmine del Sacre du Printemps indaga una via nuova, sfrondata, alleggerita in cui, talora, il passato viene ripercorso con uno spirito antisentimentale. Stravinskij affermava che l’Histoire appartenesse ad un “periodo di esplorazione e scoperta (…) straordinariamente fertile e persino più proteiforme” del precedente. In effetti la creatività, in questo singolare lavoro, si esprime in ambiti diversi seppure interconnessi. Perché non c’è solo musica, ma anche scena, recitazione, costumi, testo e movimento scenico. Nella mente di Stravinskij tale spettacolo nacque come théâtre ambulant nel corso del 1917 ma l’idea prese corpo soltanto l’anno successivo, in Svizzera, paese nel quale il maestro russo giunse la prima volta nel 1910 alla ricerca di un luogo favorevole alla salute della moglie, e dove tornò per risiedere anche negli anni della Prima Guerra mondiale. Le assai difficili condizioni economiche di quel periodo e l’isolamento forzato furono gli elementi scatenanti del nuovo progetto, nato con il vincolo di costare pochissimo e di essere facilmente trasferito in luoghi diversi. Sia nelle famose conversazioni con Robert Craft quanto nelle altrettanto note Cronache della mia vita, Stravinskij ebbe ad illustrare con dovizia di particolari la genesi dell’Histoire, ma anche il carattere amichevole e positivo delle collaborazioni che in quel periodo si stabilirono, e che furono una parte di ragione del successo arriso alla nuova opera: in particolare il rapporto stretto e fruttuoso con lo scrittore svizzero Charles-Ferdinand Ramuz, autore del libretto in francese, desunto però da un lavoro preparatorio (in lingua russa) dello stesso Stra-
vinskij, a sua volta ispirato da una raccolta di favole popolari russe curata in pieno Ottocento da Aleksandr Afanas’ev, sul tema del soldato. E pure la fertile cooperazione con il direttore Ernest Ansermet, allora trentacinquenne, definito “uno dei miei amici più fedeli e devoti, ma anche un esecutore tra i più sicuri e comprensivi delle mie composizioni”, che venne incaricato della “prima” a Losanna, il 29 settembre del 1918, peraltro, e contrariamente alle intenzioni, rimasta senza repliche a causa della diffusione della pericolosa epidemia “spagnola”, che in Europa provocò milioni di morti. Nonostante la partitura non sia che per sette strumenti (clarinetto, tromba, trombone, fagotto, violino, contrabbasso e percussione), il direttore qui assume infatti un ruolo decisivo per la complessità e la varietà degli elementi ritmici, ai quali si aggiunge frequentemente un fattore sorpresa che può dirsi fra gli aspetti più sfacciatamente moderni (per quell’epoca) di un lavoro nel quale calano anche gli echi dello stile jazz americano importato in Europa. Un’influenza, questa, non celata ma serenamente dichiarata dallo stesso Stravinskij e tradotta, fra l’altro, in cruda personalità sonora se è vero che l’organico (eccetto l’inclusione del fagotto, a sostituzione del sassofono) guarda agli insiemi jazz, e che “i suoni caratteristici dell’Histoire sono lo stridore del violino e le interpunzioni dei tamburi. Il violino è l’anima del soldato, e i tamburi sono la diavoleria”. Già, perché nel testo si narra di un soldato (un militare semplice svizzero, giusto del 1918) che cede al diavolo il suo violino in cambio di un libro miracoloso; ma i promessi tre giorni necessari per l’operazione diventano invece tre anni, al termine dei quali il soldato si trova completamente estraneo alla vita che egli conosceva. Successivamente egli ha l’occasione di guarire una principessa con il suono del violino riconquistato al gioco dal diavolo, e quindi di sposarla; ma la felicità del soldato sarà breve perché una volta tornato incautamente nel paese natìo, sarà di nuovo preda del maligno. Questa metafora di una vita reale in cui il soldato è vittima innocente dei poteri forti, questa “protesta contro un’epoca priva di spirito, contro un’eccessiva meccanicità che soffoca – come scrisse Hermann Scherchen – ogni elemento individuale e sentimentale”, e che si manifesta non soltanto nel testo ma anche nella graffiante ed aspra scrittura musicale, ebbe a suo tempo una coppia di mimi per le scene danzate del diavolo e della principessa, quindi due attori per le parti recitate del soldato e del diavolo, oltre un lettore. Andrea Zaniboni
MARCELLO PANNI Compositore e direttore d’orchestra romano, dalla fine degli anni ’70 è ospite regolare delle principali istituzioni musicali italiane e dei più importanti teatri lirici internazionali, quali l’Opéra di Parigi, il Metropolitan di New York, il Bolshoi di Mosca, la Staatsoper di Vienna, la Deutsche Oper, il Covent Garden, il Liceu di Barcelona. Oltre alle più note opere di repertorio, Panni ha diretto la prima esecuzione assoluta di Neither di Morton Feldman all’Opera di Roma (1976), di Cristallo di Rocca di Silvano Bussotti alla Scala di Milano (1983), di Civil Wars di Philip Glass all’Opera di Roma (1984) e di Patto di Sangue di Matteo d’Amico al Maggio Musicale Fiorentino (2009). Panni ha composto diverse opere liriche: Hanjo per il Maggio Musicale Fiorentino (1994); Il Giudizio di Paride, per l’Opera di Bonn (1996), The Banquet (Talking about Love), libretto di Kenneth Koch, per l’Opera di Brema (1998) e ripresa più volte in Italia. Nell’aprile 2005 ha presentato al Teatro San Carlo di Napoli l’opera in due atti Garibaldi en Sicile. Per la cattedrale di Nizza ha scritto nel 2000 una Missa Brevis, per il Duomo di Milano, nel 2004, il mottetto Laudate Dominum e per il Festival di Spoleto 2009 ha composto l’oratorio i due parti Apokàlypsis su testo tratto da San Giovanni. Nel 1994 Marcello Panni è nominato direttore artistico dell’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano e, quasi contemporaneamente, direttore musicale dell’Opera di Bonn. Nel settembre del 1997 assume la carica di direttore musicale dell’Opera e dell’Orchestra Filarmonica di Nizza. Dal 1999-2004 è direttore artistico dell’Accademia Filarmonica Romana. Nell’autunno 2000 lascia l’Opera di Nizza per ricoprire, per due stagioni, il posto di consulente artistico al Teatro San Carlo di Napoli. Dal 2007 al 2009 ha ripreso la direzione artistica dell’Accademia Filarmonica Romana. Dal 2008 al 2012 direttore artistico e principale dell’ Orchestra Sinfonica Tito Schipa di Lecce dal 2008 al 2012. Nel 2003 è nominato Accademico di Santa Cecilia. LUIGI MAIO
Musicattore per sua scherzosa definizione (ora marchio registrato), Maio è attore, compositore, autore, regista e scenografo. Per la sua inimitabile poliedricità, che gli consente sul palco di amalgamare parole, note e gestualità in un unico, avvincente e divertentissimo agire scenico, è unanimemente riconosciuto come specialista del Teatro Musicale da Camera e ha ricevuto l’ambito “Premio dei Critici di Teatro 2004/2005” per la sua reinvenzione dell’Histoire du Soldat di Stravinskij. Dal Piccolo di Milano all’Argentina di Roma, da I Solisti della Scala alla Roma Sinfonietta, ospite illustre in trasmissioni come Uno Mattina e Striscia la Notizia, l’eclettico Maio ha ricevuto un’importante riconoscimento dall’UNICEF - di cui è ora Ambasciatore - per aver avvicinato al Teatro e alla Musica ‘colta’ non solo il pubblico trasversale, ma anche e soprattutto i bambini. Nel 2002 ha ricevuto il Premio Arte e Cultura “Ettore Petrolini” quale più originale interprete del grande comico italiano. Genova 2004, Capitale Europea della Cultura, gli ha dedicato la rassegna Viaggiando in Camera - con Luigi Maio e l’Unicef Genova è Capitale Europea del Teatro da Camera e dei diritti del Bambino, ospitando due suoi spettacoli rappresentati per la stagione lirica del Teatro Carlo Felice: In Viaggio con Rossini e Gli Elisir di Dulcamara. La rivista Amadeus gli ha dedicato un numero speciale natalizio allegando il cd della sua edizione dell’Histoire du Soldat, incisa per l’occasione insieme a Domenico Nordio e a I Solisti della Scala. ENSEMBLE OCM L’Ensemble dell’Ocm si compone di prime parti dell’Orchestra da Camera di Mantova, musicisti che, partecipi del progetto orchestrale, ne condividono il modo di fare musica, l’assidua ricerca della qualità sonora, la sensibilità ai problemi stilistici. Filippo Lama, violino | Massimiliano Rizzoli, contrabbasso | Aljaz Begus, clarinetto | Andrea Bressan, fagotto | Emilio Mazzotta, tromba | Eugenio Abbiatici, trombone | Stefano Cantarelli, percussioni.