Sabato 24 Dicembre 2016
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Un’alluvione di lettere inviate al ministro Poletti da parte di giovani emigrati che gli chiedono il lavoro
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di Carlo Valentini a pag. 7 www.italiaoggi.it
CON DICHIARAZIONI
Pronti i nuovi modelli Iva Dovranno essere presentati entro il 28 febbraio Ricca a pag. 33
AGEVOLAZIONI
Riaprono i termini per i contributi Sabatini ter De Stefanis a pag. 36
SICUREZZA
Oltre 244 milioni di euro per investimenti e bonifiche Cirioli a pag. 38
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Banche - Il decreto legge su Mps Fisco - Il decreto con le agevolazioni fiscali per la video osorveglianza C Cassazione - La sentenza ll valutazioni sulle Omi
QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO
CON
Rete del Tesoro per le banche
In G.U. il decreto per il salvataggio di Mps, con due tipi di interventi per g gli istituti in difficoltà : sostegno alla liquidità e rafforzamento del capitale Poc ore dopo il fallimento del piano Poche di ssalvataggio di Banca Mps, il governo h ha aperto la rete di sicurezza per le b banche italiane in difficoltà . Il decr decreto legge n. 237 pubblicato sulla G.U G.U.di ieri mette in campo due different renti tipologie di interventi: quelli a sost sostegno della liquidità e quelli per raffo rafforzare il capitale degli istituti di cred credito in difficoltà . Nel primo caso il Teso Tesoro è autorizzato a concedere una gara garanzia di Stato sulle passività di alcu alcune banche italiane. Gualtieri a pag. 31
PUNITA L’ANTITRUST
D Diritti tv, il Tar ha annullato lle multe inflitte a Mediaset
EUFORIA
ORSI & TORI DI PAOLO PANERAI
In fin dei conti non deve essere neppure cambiata la sigla. L’esse di Siena diventa l’esse di Stato. E in fin dei conti anche prima era Stato, lo Stato cittĂ e provincia di Siena. Il Monte non è mai stato una banca come tutte le altre. Il consiglio d’amministrazione lo decidevano il sindaco e il presidente della provincia anche dopo la nascita della Fondazione, perchĂŠ nell’ente nato dalla legge che porta il nome di Giuliano Amato, fra l’altro piĂš volte eletto in Parlamento nel collegio Siena-Grosseto, la maggioranza era sempre degli enti locali, inclusa la Curia. Ăˆ stato quasi un
miracolo che questo assetto di Banca-CittĂ sia durato per vari secoli. A imporre il cambiamento del centro decisionale dalla CittĂ
(città geniale per cultura e assetto) allo Stato centrale è stata la decisione, dieci anni fa, di non voler accettare il cambiamento epocale che il mondo stava subendo con la globalizzazione. Proprio aver resistito tanti secoli in autonomia ha illuso sindaci e presidenti della provincia, piÚ tutta la città , che si potesse rimanere dominus della banca, conservando gli enormi benefici per tutti i cittadini che la banca garantiva. Fu rifiutata l’indicazione del governatore Antonio Fazio di far scendere la Fondazione sotto il 51% vendendo parte delle azioni sul mercato o fondendosi con un’altra banca; essendo quella di Fazio una disposizione obbligatoria, fu trovata la scappatoia di trasformare una parte del capitale in azioni privilegiate, senza diritto
Secchi a pag. 20
continua a pag. 2
Boom di consumi in Germania Esaurito il prosecco Giardina a pag. 14
STUDIO BOSTON
I consumi di lusso hanno sfondato in internet Greguoli a pag. 17
Dal 1° gennaio 2017 i commercialisti potranno inviare le sos al proprio Consiglio nazionale invece che all’Uif D
Segnalazioni antiriciclaggio segretate Ap partire dal 1° gennaio 2017 tutti do i dottori commercialisti ed esperti cont contabili potranno scegliere se inoltrar trare le segnalazioni di operazione sosp sospetta ai fini antiriciclaggio all’Uif o al Consiglio nazionale. Nel secondo caso, c il Cndcec provvederà all’invio della segnalazione all’Uif esclud dendo il nominativo del professionissta, che resterà segretato anche p presso lo stesso Consiglio nazionale. S Sono questi i principali contenuti d del protocollo d’intesa siglato ieri ffra il Cndcec e l’Uif in merito alla p possibilità di segnalazione da parte d degli iscritti all’albo. De Angelis a pag. 32
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IL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE
Sette
Una voluntary bis a ostacoli Calcoli di imposte e sanzioni fai-da-te, col rischio di sbagliare. L’istanza può diventare un’autodenuncia penale. E sanare il contante costa troppo MARINO LONGONI mlongoni@class.it
DI
L
a voluntary disclosure bis ha il ďŹ ato corto. I 1.600 milioni di gettito messo a budget dal governo Renzi, perciò, sembrano piĂš un miraggio che un obiettivo realisticamente raggiungibile. Il motivo è semplice: invece di rendere l’adesione piĂš allettante rispetto alla prima versione, per invogliare anche i contribuenti che l’anno scorso avevano deciso di non aderire, la regolarizzazione è diventata piĂš difďŹ cile e irta di incertezze. I problemi interpretativi che si erano manifestati l’anno scorso non sono stati risolti, in compenso se ne sono aggiunti altri. Non è solo la necessitĂ per i contribuenti di calcolarsi autonomamente il costo della sanatoria, compresi sanzioni e interessi. Adempimento non semplice e potenzialmente in grado di far scattare ulteriori sanzioni in caso di errori signiďŹ cativi. I problemi maggiori sono sul fronte penale. La regolarizzazione dei patrimoni all’estero è in grado di cancellare alcuni reati, sostanzialmente quelli di natura dichiarativa, ma non tutti quelli che possono essere stati commessi in relazione al patrimonio da sanare. Restano fuori
per esempio l’appropriazione indebita, l’infedeltà patrimoniale, la corruzione tra privati, le false comunicazioni sociali. Il rischio è quello di trasformare, inavvertitamente, la voluntary in un’autodenuncia. Anche perchÊ
l’Agenzia delle entrate ha l’obbligo, entro 30 giorni dal pagamento effettuato dal contribuente, di trasmettere tutti gli atti alla procura della repubblica territorialmente competente. L’obbligo esisteva anche nella prima versione della voluntary e pare che ďŹ nora tutti questi fascicoli siano rimasti fermi negli armadietti dei pm, ma non si può escludere che la linea attendista ďŹ nora tenuta dalle procure (forse anche per non compromettere gli esiti della voluntary bis) possa in seguito essere modiďŹ cata. Nella nuova versione della voluntary si è inoltre inserita una norma ipergarantista che potrebbe trasformarsi in una polpetta avvelenata: il reato di utilizzo fraudolento della procedura di regolarizzazione, che può scattare tutte le volte che il contribuente presenti dati o documenti non rispondenti al vero, quando cioè intenda falsiďŹ care in qualche modo la situazione che viene rappresentata per facilitare o rendere possibile la regolarizzazione. Altri aspetti critici sono la scarsa convenienza alla regolarizzazione del denaro contante: oltre alla difďŹ coltĂ a provarne la provenienza, si può arrivare a dover pagare oltre l’80% delle somme da regolarizzare; l’incertezza sulla prova contraria da fornire rispetto alla presunzione
legale relativa che il denaro contante si intende generato in cinque quote costanti, a partire dal 2015 e nei quattro periodi di imposta precedenti; l’assenza di previsioni di legge sulla regolarizzazione delle scritture contabili per le societĂ di capitali che aderiscono alla voluntary nazionale e alla non esclusione da punibilitĂ penale del reato di falso in bilancio; l’applicazione automatica della presunzione, non prevista dalla legge, che quanto regolarizzato da societĂ di capitali a ristretta base societaria sia da tassarsi anche quale distribuzione occulta di dividendi ai soci; l’impossibilitĂ di recuperare subito l’euroritenuta e il credito di imposta per quanto versato all’estero su talune tipologie di redditi; la discrezionalitĂ assoluta su strutture societarie complesse, con la tendenza giĂ manifestata dall’Agenzia delle entrate al disconoscimento di talune entitĂ tra cui i trust; la possibilitĂ concreta, ove convenga, di applicare il cumulo giuridico sulle sanzioni per le violazioni al monitoraggio ďŹ scale; l’obbligo di considerare i maggiori imponibili e non anche gli eventuali maggiori costi nella determinazione del reddito di impresa di societĂ di capitali che decidono di regolarizzare. Sarebbe stata un’ottima possibilitĂ per rimettere legalmente in circolo una parte consistente dei circa 150 miliardi ancora non dichiarati. Salvo ripensamenti e correzioni dell’ultimo minuto, sarĂ un’occasione persa.
CLEMENTONI
Una linea di giochi che servono per imparare Greguoli a pag. 18
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DIRITTO & ROVESCIO Questa settimana, alla dettagliata e scientiďŹ ca relazione del ministro dell’economia e ďŹ nanze, Pier Carlo Padoan, alla Camera dei deputati, sui problemi relativi all’oneroso scudo protettivo in difesa delle banche piĂš dissestate (e, in particolare, a vantaggio del Monte dei Paschi di Siena), c’era solo una decina di deputati. L’enorme anďŹ teatro predisposto per ospitare 630 deputati era infatti desolatamente vuoto. Questo vuol dire che i parlamentari italiani, pronti a insorgere per qualsiasi fesseria, quando debbono affrontare problemi complessi e pesanti se la danno a gambe. Tuttavia, quando si è trattato di votare il provvedimento, la Camera si è improvvisamente riempita. In altre parole, i parlamentari che non sapevano nulla del provvedimento (non c’erano, infatti, quando esso venne illustrato) hanno votato in base, non ai loro convincimenti (che non potevano esserseli fatti), ma alle indicazioni dei loro capogruppo. Limitiamo il Parlamento a costoro, allora.
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Sabato 24 Dicembre 2016
Segue dalla prima pagina di voto nelle assemblee ordinarie; fu rifiutata l’integrazione con la Banca nazionale del lavoro; fu compreso che per guardare al futuro occorreva comunque diventare più grandi e, sfortunatamente, si presentò sul mercato l’occasione di comprare la Banca Antoniana Veneta portata a dimensioni apparentemente importanti da quella volpe che era Silvano Pontello. All’annuncio dell’acquisizione la Città si esaltò, ma il prezzo pagato per la banca ex-popolare era eccessivo e il destino volle che di lì a poco tempo esplodesse la crisi finanziaria più grave della storia, con il fallimento di Lehman. Ricordo ancora le facce spaventate del presidente Giuseppe Mussari e dell’onestissimo direttore generale, Antonio Vigni, mentre si stava svolgendo il Palio dell’Assunta. C’era lì Lorenzo Bini Smaghi, rappresentante italiano nel consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce), e presidente e direttore generale si aspettavano da lui quasi una parola di conforto. Aver fatto quella spesa e quel debito quando esplodeva una crisi sicuramente grave, anche se nessuno immaginava fosse grave quanto in effetti è stata e continua a essere, non poteva non terrorizzare Mussari e Vigni. Il loro gravissimo errore è stato di non accettare subito la realtà e cambiare strategia; invece di fermarsi avviarono una serie di operazioni con derivati e altri strumenti che li ha portati davanti ai giudici e al disprezzo della Città. Mussari, che era stato addirittura scelto come presidente dell’Abi dagli altri colleghi banchieri, vive di fatto recluso nella casa fuori le mura ma sempre all’interno della Città. Chi ha occasione di vederlo stima che pesi 50 chili. Calpesta il terreno intorno alla casa come fosse già nel cortile di un carcere. Ha vissuto con terrore l’uccisione del suo cane. Vigni è di Castelnuovo Berardenga, quindi sempre vicino a Siena, ma meno a contatto con il disprezzo della Città, anche perché tutti sanno che era arrivato a direttore generale per una corretta carriera dal basso, quindi non scelto dalla politica, anche se approvato da essa. Non è giusto che tutto il peso della tragedia che Siena sta vivendo ricada su di loro. Se vogliamo, loro stessi sono vittime della decisione politica di conservare il Monte autonomo e comandato dalla Città anche quando sarebbe stato sufficiente un po’ di realismo e di umiltà per evitare il disastro, anche umano, che stanno vivendo i senesi (in quasi ogni famiglia c’era un dipendente del Monte). La fusione con la Bnl era un’occasione unica, essendo il Monte essenzialmente retail e Bnl essenzialmente corporate. Sarebbe nata una grande banca: invece la via di comprare per essere sempre padroni a Siena è stata la fine di tutto, o di molto, per la Città e la Provincia. C’erano da rifare i costumi dei personaggi del Palio? Nessun problema, c’era il Monte pronto a pagarli. C’era da cablare tutta la città? Era pronto il
L’EDITORIALE DI PAOLO PANERAI
ORSI & TORI Monte a finanziare. Ora nello struscio lungo il corso che arriva fino a Rocca Salimbeni, si percepisce depressione e naturalmente preoccupazione. È assai difficile trovare un senese fuori da Siena, salvo coloro che erano nelle filiali del Monte. Nei giorni scorsi sono salito a Milano su un taxi guidato da un senese. Il suo legame principale con Siena era il conto presso il Monte. Due mesi fa lo ha chiuso, anche se il denaro depositato era ampiamente sotto i 100 mila euro
garantiti anche in caso di fallimento di una banca. Il Monte non fallirà, ma il taxista non si fidava e aveva portato i soldi alla Bpm. Come lui in molti in questo anno di incertezza hanno portato via i soldi dal Monte, che inevitabilmente ha visto un continuo peggioramento della sua situazione, nonostante l’impegno e la grande professionalità di chi è andato a gestirlo, dall’ex presidente Alessandro Profumo, al bravissimo ad Fabrizio Viola e ora all’altrettanto bravo (sia pure con caratteristiche diverse) Marco Morelli. Questo degrado e quindi distruzione di valore ha più padri, a cominciare dall’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che fidandosi del giudizio della Banca d’Italia sulla solidità del sistema bancario italiano ritenne di darne conferma semplicemente limitandosi a creare e far sottoscrivere al tesoro bond che portano il suo nome e che avevano un tasso di interesse superiore al 10%, cioè molto più onerosi di quanto il Monte poteva anche allora raccogliere attraverso la rete di filiali. Anche Mario Monti e il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, che pure di banche si intendono non capirono o non vollero capire che serviva un intervento radicale, pubblico. L’atteggiamento del presidente Matteo Renzi ha alcune motivazioni che tuttavia non eliminano l’errore: in forte frizione con Bruxelles, l’ex primo ministro non voleva aggravare il debito e non voleva far pensare che il salvataggio sarebbe andato a carico degli italiani. Per questo ha fatto ciò che per un primo ministro non è political correct: ha incontrato il ceo della più grande banca al mondo, JP MorganChase chiedendogli di organizzare, assieme a Mediobanca, una cordata
per l’aumento di capitale miliardario che il Meccanismo unico di vigilanza richiedeva. Ad assecondare il progetto ci ha provato prima Viola, non in grande sintonia con JP Morgan per la questione delle fee, e poi Morelli, che in JP Morgan aveva lavorato. Il suo tentativo di farcela con la proposta di conversione delle obbligazioni agli investitori istituzionali e poi al retail, a giudizio di questo giornale non è stato inutile, perché comunque aveva raccolto 2,5 miliardi degli almeno cinque necessari. JP Morgan e Mediobanca non hanno invece trovato gli investitori nuovi che avrebbero dovuto completare l’operazione: neppure il Fondo strategico del Qatar, di cui a lungo si è parlato di una disponibilità a investire fino a 1,5 miliardi, ha alla fine materializzato le ventilate disponibilità. Quindi, ecco Monte dei Paschi di Stato. È tutt’altro che inutile aver ricostruito i fatti e i comportamenti. Di grande rilevanza politica è il disallineamento fra quanto suggeriva il modello americano di salvataggio delle banche (e delle industrie automobilistiche) dopo il crack della Lehman e la politica seguita in Europa e subita dall’Italia, con appunto la presunzione di alcuni (Tremonti e il governatore Ignazio Visco) che le banche italiane non fossero in pericolo perché non avevano in pancia strumenti derivati come erano stati i famigerati subprime. La spiegazione dell’apparente vista offuscata di Tremonti e Visco ha motivazioni diverse, ma comunque non commendevoli: Tremonti all’epoca ambiva a diventare presidente del Consiglio al momento della caduta di Silvio Berlusconi e quindi voleva, per così dire, nonostante la sua indubbia intelligenza, farsi bello davanti ai tedeschi e alla Commissione europea; nel caso di Visco, è stato proprio un errore di valutazione il non considerare che le banche italiane potessero essere esenti dagli effetti della gravissima crisi prima finanziaria ed economica esplosa nel 2008 per il solo fatto che non operavano intensamente sui derivati. E a parte la sottile ironia implicita nell’affermazione, non può essere neppure oggi accettata la frase con cui Tremonti suggellava la mancanza di pericolo dei derivati. Disse infatti: è sicuro che nelle banche italiane non ci sono derivati, perché per farli bisogna conoscere l’inglese. Se le scelte di Tremonti e dei suoi successori fossero state coerenti con la politica del presidente della Bce, Mario Draghi, che per cultura e intelligenza ha seguito l’unica ricetta possibile per lenire gli effetti della crisi, cioè l’immissione di grande liquidità come ha fatto la Federal Reserve americana, il caso Mps sarebbe già risolto da anni. Invece, questa volta per scelta italiana, il Paese si è messo nei guai da solo: in primo luogo approvando con la firma il cosiddetto bail-in, cioè la normativa europea che impone nel caso di difficoltà bancarie che a pagare siano tutti i sottoscrittori di titoli e di clien-
ti delle banche a eccezione dei depositanti con non più di 100 mila euro sul conto. Anche l’intervento sulle quattro bad bank (Etruria, Marche, Ferrara e Chieti) ha dovuto avere una metodologia negativa, conseguente alla approvazione del bail-in. E nonostante l’impegno delle altre banche italiane, ancora la questione non è chiusa neppure per le good bank nate sulle ceneri delle bad. Tre sono destinate a entrare sotto il controllo di Ubi, la banca ben guidata da Victor Massiah, ma sono mesi che ciò dovrebbe avvenire e non avviene per la sciagurata burocrazia che vige a Bruxelles e a Francoforte. A parte l’errore di ricevere e negoziare in prima persona la consulenza di JP Morgan per il Monte, Renzi era l’unico che poteva cambiare il rapporto con Bruxelles e Francoforte, dove si usano e sono stati usati due pesi e due misure nei confronti dei differenti Stati. Si pensi solo alla costante violazione da parte della Germania del surplus commerciale, che dovrebbe non essere superiore al 6% degli scambi e invece sistematicamente arriva al 9% e anche più. La Germania sarebbe obbligata a comprare di più dagli altri Paesi Ue per mettere a vantaggio di tutta l’economia dell’Unione la ricchezza generata. Ma lo impedisce l’egoismo tedesco e la concezione che la crisi si risolve con il rigore e non con gli investimenti degli Stati. Per questo se anche aggraverà il già pesantissimo debito pubblico italiano, la decisione del governo, approvata dal Parlamento, di stanziare fino a 20 miliardi per salvare alcune banche a cominciare da Mps, è saggia e inevitabile. Anche perché le storture che il combinato disposto della moneta unica nei paesi dell’Eurozona e delle imposizioni tedesche generano il fenomeno opposto a quello di Robin Hood, che toglieva ai ricchi per dare ai poveri. Come spiega con lucidità il professor Francesco Caputo Nassetti, lo spread sui titoli di stato generato dalla ricchezza e solidità della Germania e di altri Paesi del Nord, ha determinato negli ultimi dieci anni un impoverimento di oltre 300 miliardi per l’Italia e un arricchimento ulteriore della Germania, che ha potuto aumentare il proprio debito di oltre 1.000 miliardi a costo zero, e quindi gli investimenti pubblici, oltre all’iniezione di ben 250 miliardi di euro in banche che stavano per fallire. Il professor Caputo Nassetti indica anche l’unica soluzione possibile: da ora in poi l’emissione di titoli degli Stati deboli dovrebbe avvenire attraverso il Fondo salva Stati, che è come dire, come avviene negli Usa, una ridistribuzione di ricchezza dai Paesi ricchi a quelli poveri. Formula analoga a quella degli eurobond proposti da Romano Prodi, da Alberto Quadro Curzio e da altri economisti. La Germania si è sempre opposta e sempre si opporrà. Conviene quindi che l’Italia segua il proverbio per cui chi fa da sé fa per tre. E il salvataggio di Mps potrebbe essere un inizio e una sorta di regalo dello Stato agli italiani, anche se saranno loro, alla fine, a pagare. Ma almeno le banche, fondamentali per uscire dalla crisi, saranno salve e la Borsa potrà risalire come in parte è già avvenuto e come può avvenire ancor più. Una sorta di analogia con l’effetto Donald Trump, con tutto quello che legittimamente si può criticare del nuovo presidente degli Stati Uniti. Paolo Panerai
PRIMO PIANO
Sabato 24 Dicembre Dicembr 2016
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Sparatoria con due agenti di Polizia a Sesto S.Giovanni. Merkel ringrazia l’Italia
Ucciso a Milano il killer di Berlino Indagato Lotti. Dall’Ue primo ok al salvataggio di Mps DI
GIAMPIERO DI SANTO
E
ra alle porte di Milano, Sesto San Giovanni, l’attentatore che a Berlino ha assassinato 12 persone e ne ha ferite 48. Si chiamava Anis Amri e ieri è stato ucciso da due agenti di polizia italiani, al termine di una sparatoria che si è scatenata quando all’attentatore sono stati richiesti i documenti per quello che secondo le versioni ufficiali era un normale controllo. Una notizia clamorosa salutata con soddisfazione non soltanto in Italia, dove il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiesto al ministro dell’Interno, Marco Minniti, di far pervenire le sue più vive congratulazioni per la professionalità e il coraggio dimostrati nell’operazione di ieri notte, ma anche in Germania, dove è stata la cancelliera Angela Merkel a esprimere soddisfazione e gratitudine «Ho ringraziato il presidente del consiglio italiano», ha detto nel corso di una conferenza stampa, «e vorrei ribadire il ringraziamento alla polizia italiana e a tutte le forze di sicurezza per la collaborazione così stretta. Auguro al poliziotto ferito una guarigione completa e rapida». Anche il portavoce del ministero degli Esteri tedesco, Martin Schaefer, ha dichiarato che il governo di Berlino è grato alle autorità italiane per la collaborazione molto stretta, basata sulla fiducia». E infine è stata la polizia tedesca a ringraziare e ad augurare «pronta guarigione ai colleghi».
Gentiloni, l’Italia c’è e non sottovaluta le minacce In precedenza era stato il presidente del consiglio, Paolo Gentiloni, dopo avere informato Merkel dell’accaduto, a commentare le notizia giunte da Milano: «Bisogna accentuare la collaborazione internazionale contro il terrorismo», ha detto il premier. «Siamo fieri delle forze dell’ordine e dell’intelligence. Siamo fieri in particolare dell’agente ferito». Parole seguite dall’affermazione che «l’Italia c’è, la nostra attenzione resta massima e le minacce non vanno sottovalutate». Gentiloni ha espresso «gratitudine speciale al giovane agente in prova rimasto ferito e al suo collega e ha osservato che «quanto accaduto a Sesto San Giovanni mette chiaramente in evidenza l’importanza di un accresciuto controllo del territorio, della collaborazione tra le diverse
forze di sicurezza e le forze armate e dell’importanza di accentuare la collaborazione anche a livello internazionale». Poi, rivolto in generale ai cittadini italiani, Gentiloni ha assicurato che «il governo farà del suo meglio. Siamo
Lotti indagato? Un’altra grana per Gentiloni Certo non si può dire che la strada del governo guidato da Gentiloni sia stata finora priva di ostacoli. Dopo il caso della laurea del ministro dell’Istru-
Vignetta di Claudio Cadei impegnati sul fronte del lavoro, della tutela del risparmio, della ricostruzione delle zone colpite dal terremoto e più che mai sul fronte della sicurezza. Un fronte su cui abbiamo registrato una convergenza parlamentare larga. Sicurezza e coesione devono andare di pari passo. Un paese troppo lacerato rischia di essere un paese meno sicuro. È la lezione di decenni in Italia e dovremmo averla imparata. È una lezione attuale in questi giorni, in queste ore». Gentiloni ha anche ricordato commosso Fabrizia Di Lorenzo, la giovane donna travolta dal camion guidato da Amri. L’uccisione del terrorista tunisino è stata commentata anche dall’ex premier e tuttora segretario del Pd Matteo Renzi, che ha definito i servizi segreti e la polizia italiani «i migliori nel mondo», ma le polemiche politiche si sono scatenate e la Lega ha attaccato direttamente il Partito democratico: «Il fatto che il terrorista si fosse rifugiato in Italia dopo aver commesso la strage nella capitale tedesca è la prova che il nostro paese, grazie ai governi del Partito democratico, è diventato un colabrodo in termini di sicurezza e la patria ideale per terroristi islamici e criminali di tutto il mondo», ha affermato Tony Iwobi, responsabile Sicurezza e Immigrazione della Lega. «Serve urgentemente tornare alle urne, nel più breve tempo possibile, cacciando il Pd per sempre dal governo. Matteo Renzi, Angelino Alfano, Gentiloni, Laura Boldrini e compagnia stanno distruggendo l’Italia rendendola covo di terroristi».
zione Valeria Fedeli e quello del ministro del lavoro Giuliano Poletti, colpito da una mozione di sfiducia per le parole pronunciate nei confronti dei 100.000 giovani costretti a lasciare l’Italia per cercare fortuna altrove, ieri è stato il ministro dello Sport, Luca Lotti, a finire sotto tiro, questa volta per motivi giudiziari. Pare infatti che la Procura di Napoli abbia messo sotto inchiesta Lotti per una fuga di notizie relative a un’inchiesta sulla Consip come ha anticipato il Fatto quotidiano. Le indagini, secondo quanto riporta il quotidiano risalgono all’epoca in cui Lotti era sottosegretario della Presidenza del consiglio e riguardano anche il comandante generale dei Carabinieri Tullio Del Sette e il comandante dei Carabinieri della regione Toscana Emanuele Saltalamacchia, per la fuga di notizie sull’inchiesta della procura di Napoli sugli appalti Consip. La magistratura, sospetta a carico di Lotti i reati di favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio. La fuga di notizie avrebbe infatti consentito la bonifica ambientale degli uffici dei vertici Consip dalle microspie fatte mettere dai magistrati nella sede nazionale di via Isonzo a Roma. Motivo per cui i pm napoletani titolari dell’inchiesta su Consip Henry John Woodkock, Celeste Parrano ed Enrica Parascano hanno trasmesso per competenza le carte sulla fuga di notizie alla Procura di Roma guidata da Giuseppe Pignatone. Lotti ha affidato a Facebook le sue dichiarazioni sulla vicenda: «Dopo settimane di lavoro molto intenso tra
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referendum, crisi di governo e primi passi del nuovo impegno come ministro mi ero preso un giorno di ferie per la prima recita di Gherardo, mio figlio. Però un giornale scrive che sarei indagato per rivelazioni di segreto d’ufficio in una inchiesta che vedrebbe indagato persino il Comandante generale dell’Arma dei carabinieri. È una cosa che semplicemente non esiste. Inutile stare a fare dietrologie o polemiche. Sto comunque tornando a Roma per sapere se la notizia corrisponde al vero e, in tal caso, per chiedere di essere sentito oggi stesso. È una cosa che non esiste e non ho voglia di lasciarla sospesa. Noi non scappiamo dalle indagini: siamo a totale disposizione di ogni chiarimento da parte dell’autorità giudiziaria. La verità è più forte di qualsiasi polemica mediatica e non vedo l’ora di dimostrarlo.».
Il governo al lavoro. Via libera ai decreti su Mps e Mezzogiorno. L’Ue approva Dopo la riunione del consiglio dei ministri che ha approvato nella notte tra giovedì e venerdì il decreto (firmato ieri dal presidente della Repubblica) che autorizza l’intervento dello Stato a sostegno delle banche in difficoltà e dispone la possibilità di utilizzare fino a 20 miliardi da finanziare con titoli del debito pubblico, è entrata nel vivo l’operazione di salvataggio del Monte dei Paschi di Siena con un aumento di capitale che dovrebbe costare circa 4 miliardi al ministero dell’Economia e farà salire la partecipazione pubblica nel capitale dell’istituto senese al 62%, mentre gli investitori istituzionali avranno il 38%. Sull’operazione c’è stato in sostanza l’ok della commissione europea, che ha fatto sapere tramite un portavoce di condividere «l’obiettivo di rafforzare ulteriormente il settore bancario italiano, nel rispetto del diritto comunitario». La Commissione ammette la possibilità di ricapitalizzazione preventive e ricorda che l’aiuto di Stato è ammesso senza dar seguito a una risoluzione o al bail-in di azionisti, obbligazionisti e correntisti qualora la banca in difficoltà sia stata bocciata a uno stress test, cosa capitata al Monte dei Paschi. Su questi aspetti, Bruxelles e le altre autorità dovranno verificare che ci siano le condizioni per procedere con la ricapitalizzazione preventiva. Quanto
alla protezione dei risparmiatori la Commissione specifica che è possibile nel caso di vendita di titoli ai risparmiatori senza la dovuta informativa sulla rischiosità dell’investimento. Nel caso di banche al centro di vendite fraudolente, la ricapitalizzazione «può garantire che non vi siano effetti negativi sugli investitori al dettaglio», ma dalle autorità ci si aspettano «azioni concrete per compattere all’origine il problema» di queste vendite irrispettose dei profili di rischio, per evitare che accada di nuovo. Quanto allo scudo per garantire la liquidità, il portavoce precisa che Bruxelles «è in contatto con le autorità italiane su un prolungamento oltre il 31 dicembre. Il decreto per il Mezzogiorno contiene misure per dare stabilità alla rete di ammortizzatori sociali che accompagna il processo di transizione e cessione del complesso Ilva, destina 70 milioni di euro al rinnovo e al potenziamento della dotazione delle strutture sanitarie dell’area di Taranto e prevede che l’amministrazione straordinaria dell’Ilva debba sottoporre al ministero dello sviluppo economico un piano di misure di carattere assistenziale e sociale per le famiglie disagiate. © Riproduzione riservata
PILLOLE di Pierre de Nolac
Cdm, decreto con le misure per il Mezzogiorno. Extra large. *** A Natale rischio depressione. Tutta colpa delle palle sotto l’albero. *** Papa Francesco contro le “resistenze malevole”. Non si riferiva ai partigiani. *** Lotti: “Non scappo”. Anche se è ministro dello sport. *** I tedeschi elogiano l’Italia sui social. Ma restano asocial. *** Scarpellini ai domiciliari. A chi fa il costruttore non manca la scelta.
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I COMMENTI L’ANALISI
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La Raggi può essere una telecomandata?
Raggi can be remote-controlled?
S
i chiama MoDI FRANCO nello e un po’ lo è. Di nome fa Venerando, è un avvocato che ha denunciato il sindaco di Roma, Virginia Raggi, poiché secondo lui non era candidabile e neanche eleggibile, avendo firmato un contratto con Beppe Grillo e la Casaleggio Associati, in cui si impegna a pagare perfino una penale se disobbedisce. Se ne occuperà la prima sezione del Tribunale civile di Roma dopo il 13 gennaio, dunque nei giorni crocevia delle prossime date fatidiche della politica (il 24 gennaio è attesa la decisione della Consulta sull’Italicum).
mente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale», secondo la Costituzione. Per quanto tempo ancora se ne faranno strame? Sì, perché, non c’è mica soltanto il caso M5s. Berlusconi ha realizzato ciò che a Gianni Agnelli sembrava inconcepibile: l’impegno diretto di una capo azienda. Per di più mutuando il principio che ciò che va bene per Mediaset va bene per l’Italia. Gli osservatori, che hanno voluto vedere, sanno che ogni sua mossa è sempre stata sottoposta a tale principio. E, nelle ore della scalata di Bolloré, non si stupiscono per l’appoggio al governo La sindaca poSi è consegnata dell’ex ministro delle trebbe essere chiamani e piedi a Comunicazioni Genmata a dimettersi, se Grillo e Casaleggio tiloni. Tra le forze reggerà fino ad allora. politiche più consiInfatti non è l’unica spada di Damocle che pende sul stenti, soltanto il Pd e la Lega tentasuo capo. Tuttavia, ciò che importa no di percorrere la via democratica è che tra le righe delle carte bolla- tracciata dalla Costituzione indite la questione posta è fortemen- cendo congressi che hanno qualche te politica e soprattutto non è più parvenza di selezione. Ma anche in trascurabile. Anzi, si può dire che questi casi, diciamo la verità, i vizi rappresenti, oggi, la riforma madre intrinseci sono evidenti a tutti: dalche dovrebbe occupare i pensieri le primarie «fai-da-te» alla gestione e disturbare le notti del Palazzo. familistica o di cerchi e gigli magiSenza, purtroppo, non si fa nulla di ci. Partiti o movimenti: che importa buono. Ormai è dimostrato. Si tratta se sono schiavi di loro stessi e non di dare una forma compiuta ai par- possono pensare solo al bene degli titi e ai movimenti. «Tutti i cittadini italiani? Lì occorre cambiare. hanno diritto di associarsi libera© Riproduzione riservata
ADRIANO
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is surname is Monello parties to help determine national (rascal) and he is in some politics with a democratic method». way. His name is Vene- How much longer will they trample rando, he’s a lawyer who on it? Indeed, because the M5S case denounced the mayor of Rome Virgi- is not the only one. Berlusconi has nia Raggi because according to him, achieved what seemed inconceivashe could be neither nominated nor ble to Gianni Agnelli: the direct inelected, as she had signed a contract volvement of a manager. Moreover, with Beppe Grillo and Casaleggio borrowing the principle that what is Associati, where she even agrees to good for Mediaset is good for Italy. pay a penalty if she disobeys. The The observers, who wanted to see, first section of the Civil Court of know that every move he made has Rome will deal with the case after always been subject to that principle. January 13, namely in the key days In addition, while Bollorè attempts of the next fateful political events to gain control of the company, they (the decision of the Constitutional aren’t surprised by the support giCourt on the Italicum is expected ven to the government by former on January 24). Communications The mayor may Minister GentiloShe handed herself have to resign, if ni. Among the most over to Grillo and she will hold up until significant political Casaleggio bound then. Indeed, it isn’t forces, only the PD hand and foot the only sword of Daand the Northern mocles hanging over League are trying to his head. Nevertheless, what is im- follow the democratic path indicated portant is that between the lines of by the Constitution by summoning official documents, the issue raised is congresses that give the illusion of highly political, and above all, it is no a selection. However, even in these longer negligible. On the contrary, we cases, let’s be honest: inherent flaws could say that it is, today, the mother are obvious to all, from improvised reform supposed be in the thoughts primaries to familistic management and disturb the nights of the centre or Renzi’s magic circle. Parties or of power. Unfortunately, without movements: so what if they are slait, anything good can be done. It is ves of themselves and cannot only now proved. It is about giving a fi- care for the Italians? This should nal shape to parties and movements. change. According to the Constitution, «all ci© Riproduzione riservata tizens have the right to freely form Traduzione di Silvia De Prisco
IL PUNTO
LA NOTA POLITICA
Sono tre le donne che ci spiegano l’autentico senso del Natale
Berlusconi-Salvini è un gioco delle parti
DI
GIANFRANCO MORRA
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a cos’è mai questo Natale? Le omelie di qualche prete che ce ne parlano ancora, ma per lo più svicolano nella psicologia e, ancor più, nella sociologia. Li ascoltiamo egualmente con devozione e ancor più con pazienza: abbiamo tutti dei peccati da scontare. Se, però, vogliamo penetrare il senso del Natale, più dei preti ci aiutano tre donne. Tre filosofe, tre figlie di Israele. Edith Stein, convertitasi al cristianesimo e divenuta suora, fu fatta santa da papa Wojtyla. Nel 1932 si trovava nella stupenda abbazia benedettina di Beuron e scrisse un saggio sul Natale (Queriniana). Nel quale intuisce una verità profonda: «In questa festa il mistero dell’incarnazione e quello del male sono strettamente uniti». Sempre mescolati, in questo mondo, bene e male. Gesù era appena nato che Erode cercò di ammazzarlo, i genitori lo salvarono in Egitto. Passò solo un anno e lei non ebbe scampo: privata dell’insegnamento,
cercò rifugio in Olanda, ma fu prelevata dalle SS e gassata ad Auschwitz. Come il Bambinello, nato in una stalla e morto sulla croce. La francese Simone Weil, comunista innamorata di tutte le religioni, morì di tisi
Tre filosofe e tutte e tre figlie di Israele a soli 34 anni. La sua fine e tormentata sensibilità la condusse a leggere la religione anche nelle manifestazioni più popolari. Ad esempio, nel presepio. Lo sanno tutti: il bue e l’asino sono una bufala, nessun vangelo ne parla. Ma cosa importa? La Bibbia è importante, come dicono i protestanti, ma non lo è meno la tradizione: «Quei due animali saranno apocrifi, ma non posso pensare il Natale senza» (Quaderni, Adelphi). Non ci può essere Natale senza presepio: un ammonimento attuale, mentre questa grande invenzione di S. Francesco viene
cancellata o, peggio, storpiata con riferimenti ai personaggi del momento. O con lo squallido argomento che è meglio non farlo per non offendere i seguaci di religioni diverse. Come dire: per rispettarti cancello la mia identità. Hannah Arendt, illuminista anche se scolara di Heidegger, riuscì a salvarsi negli Stati Uniti. Non professava nessuna religione, ma sapeva che l’Europa è figlia del cristianesimo. E intuì come pochi il mistero del Natale: quell’evento possibile per tutti che consente in ogni momento, nonostante Hitler e Stalin, di risollevarsi e di sperare ancora. Festa della nascita e ancor più della rinascita di ciascuno: «Il miracolo che salva il mondo dalla sua naturale rovina è la nascita di uomini nuovi che sanno ricominciare di nuovo, la nascita di quelle fede e speranza che il mondo greco non conobbe e che hanno trovato la loro più succinta e gloriosa espressione in una piccola frase dei Vangeli: - Ecco vi è nato un bambino» (Vita activa, Bompiani). © Riproduzione riservata
DI
MARCO BERTONCINI
Non saranno le ferie natalizie a riportare il sereno nei rapporti fra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Ormai, prima che si ritorni al palco di Bologna con la triade Salvini-Berlusconi-Meloni, occorrerà che sia chiusa la partita sulla riforma elettorale. Non è neppure detto che il centrodestra si ricomponga: dipenderà dai contenuti della futura legge. Se non ci fosse bisogno di coalizioni e ogni lista potesse concorrere in un sistema proporzionale con soglia, il Cav non ci penserebbe proprio a ricostruire un polo o una casa, come tante volte in passato. Le frecciate che di quando in quando i due personaggi si tirano, rientrano nel gioco delle parti. I due si detestano sul piano personale: se potessero seguire i propri istinti, si rovescerebbero l’un l’altro contumelie in quantità. Trattandosi di politici, sempre consci che il nemico di oggi potrà essere il futuro
amico, si moderano. Salvini sa di aver bisogno di Fi per governare. Ritiene che una coalizione stretta intorno a un programma essenzialmente anti (anti euro, anti migranti, anti Europa, anti finanza …) e capitanata da lui stesso potrebbe vincere, con la gentile trasfusione dei voti azzurri. Berlusconi, adesso, non si vuol nemmeno porre il problema: semplicemente, lo rinvia. Spera che non ci sia bisogno di ricomporre l’alleanza con i leghisti. Se poi il destino avverso (giustizia europea contraria, riforma elettorale incentrata in buona misura su collegi uninominali maggioritari) dovesse prevalere, soltanto a quel punto assumerà una decisione. Il suo connaturato ottimismo, però, gli fa escludere una situazione così negativa. I due contendenti, ora alleati ora separati, andranno quindi avanti accostandosi e allontanandosi, secondo gli umori. © Riproduzione riservata
Sabato 24 Dicembre Dicembr 2016
PRIMO PIANO
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Che debbano lasciare la gestione del comune di Roma è un fatto. Resta di fissare la data
Un manipolo di scombinati M5s Mentre nel Pd la minoranza si comporta da vero partito DI
DOMENIOCO CACOPARDO
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e avessimo voluto un esempio di ciò che, con la riforma costituzionale bocciata dalla maggioranza degli elettori, si voleva evitare e superare, ecco il vecchio sistema ce lo pone sotto gli occhi. Il riferimento è il Pd ed è un riferimento naturale: si tratta del partito che, nonostante tutto, sembra raccogliere ancora una maggioranza molto relativa di consensi e che, attualmente, ha un’ampia maggioranza nella Camera dei deputati. Perciò, «hic et nunc», questo partito è il cardine del sistema politico italiano, salvo quanto può accadere domani, lo smottamento cioè della democrazia esistente e delle sue istituzioni. Ebbene, il Pd ha celebrato il suo ultimo congresso nel dicembre del 2013. In quella consultazione, Matteo Renzi ebbe il 46,7% dei consensi, mentre il secondo classificato, Gianni Cuperlo raggiunse il 38,4. In virtù di questo risultato, il Partito democratico è governato da Renzi e dalla sua maggioranza. Ebbene, nulla è successo quando il Paese, per l’impulso determinante del segretario del Pd-presidente del consiglio, si è incamminato sulla via delle riforme. Tutto è accaduto dopo l’approvazione della riforma costituzionale che introduceva il monocameralismo sostanziale e abrogava alcune sinecure (il Cnel) o eliminava le competenze concorrenti di Stato e regioni in una serie di materie fondamentali, una coesistenza paralizzante i cui effetti devastanti
abbiamo potuto constatare in questi anni. Tanto per fare un nome e cognome, la responsabilità di questi poteri condivisi è tutta di Franco Bassanini e della sua riforma costituzionale, passata per pochi voti e ancora oggi vigente, anche se il suo autore ne sembra pentito. Il monocameralismo e una legge elettorale fortemente maggioritaria hanno scatenato una specie di guerra di religione che ha estratto una serie di cadaveri eccellenti dai loro loculi e ha mobilitato tutto il notabilitato Pd e degli altri partiti storici. Con la ormai ben nota stupidità politica che lo contraddistingue, il Movimento 5 Stelle s’è aggregato a tutto il vecchiume, ostacolando l’avvio di un sistema il cui unico vero difetto è che avrebbe offerto a quest’accolta di sprovveduti la tragica occasione di governare il Paese. Osserviamo ora la minoranza del Pd, quella diretta da Pier Luigi Bersani e rappresentata da Roberto Speranza. Ebbene, questo gruppo di esponenti del Pd ha fatto campagna elettorale attiva contro la posizione del partito, propagandando il «No» e votandolo. Ora, mentre sta ancora metabolizzando il successo, questa conventicola di irresponsabili ha annunciato agli italiani che: voterà solo i provvedimenti del governo Gentiloni che condividerà e, per bocca di Bersani, che voterà per l’abrogazione del «jobs act» nell’eventuale referendum celebrabile in primavera, e che, infine, se il governo non abolirà i «vaucher» aprirà una stagione di ulteriore guerra
dura nella quale è compreso un voto di sfiducia al ministro del lavoro Poletti. Di questa operazione ci occuperemo presto. Qui ricorderò che si tratta di un procedimento anomalo nel nostro sistema nel quale la responsabilità politica degli atti del governo e dei suoi ministri è del capo del governo e basta. E che fu introdotto per volontà di Oscar Luigi Scalfaro, passivamente subita da arrendevoli vertici del Senato, per allontanare dal governo Dini, il magistrato Mancuso, nominato, per volontà del medesimo Scalfaro, ministro della giustizia. Ben a ragione, in quel caso e nei successivi, la presidenza del Senato avrebbe avuto il dovere di opporsi all’introduzione di un fatto eversivo dell’ordinamento. A parte il fatto che non si è mai visto un gruppetto di militanti di un partito muovere guerra al partito stesso. Anche gli anarchici degli anni ’30, una volta assunta una posizione, l’hanno tenuta ferma pagando un immenso tributo di sangue alla Repubblica spagnola. Invece, questi cosiddetti esponenti intendono proseguire la guerra di corsa contro il governo e Renzi, a costo di far archiviare quest’esperienza governativa che, con tanti errori e difficoltà, alcuni passi avanti veri ha prodotto. Nel linguaggio comune si chiama ricatto. Nel linguaggio figurato si tratta di «tafazzismo» : il sistema dei vaucher risale agli inizi degli anni 2000 e alle politiche del lavoro attribuibili a Tiziano Treu prima e a Marco Biagi. Si è sempre trattato di un compromesso
volto ad attenuare l’area del lavoro nero per farlo emergere nella legalità economica e contributiva. Tutti sanno che l’abolizione dei vaucher non produrrà un occupato ufficiale di più ma migliaia di lavoratori in nero in più. Un sistema, questo, che purtroppo dilaga anche fuori del Pd, investendo il sindacato. La crisi irreparabile di Almaviva, la società dei «call-center» che «avrebbe dovuto» emanare alcune migliaia di licenziamenti, aveva trovato un punto di pausa e, forse, di compromesso nella proposta di mediazione formulata dal ministro dello sviluppo economico Calenda. Ebbene, giovedì la Rsu (Rappresentanza sindacale unitaria, dominata dai comitati di base, la frazione irragionevole ed estremista del mondo del lavoro) di Roma ha bocciato il compromesso: fine della fiera. Dalle scorse ore sono in viaggio le lettere di licenziamenti i dipendenti romani e, come sempre, i radicali finiranno come i pifferi di montagna: partirono per suonare e finirono suonati. Insomma, non è il tempo di radicalizzazioni e di ricatti. Non è tempo perché il mercato del lavoro è rivoluzionato dalla globalizzazione e non c’è barba di governo che possa impedire che il fenomeno compia i suoi effetti. Si può solo contenere l’entità del disastro reagendo con la collaborazione del mondo del lavoro: ciò significa trovare la strada per un vero recupero di competitività (tema sul quale ogni anno perdiamo punti anche per merito del parassitismo nazionale, nel quale spiccano le
regioni) e puntare sulle produzioni di alta qualità, quelle su cui abbiamo una concorrenza limitata e possiamo imporre un prezzo ben remunerativo. Siamo, quindi, in una fase di passaggio, nella quale occupa un posto di rilievo la crisi del grillismo: si tratta di una crisi importante che porta al pettine tutte le incapacità e le insufficienze politiche del comico genovese e del suo socio Casaleggio (votati entrambi più al business che all’interesse nazionale); gli errori politici e organizzativi insiti nell’uno vale uno e nel sistema di gestione dei gruppi parlamentari; nella scelta di personale politico raccogliticcio, impreparato e sprovveduto. Le prossime settimane ci diranno se lo slogan «onestà» sia stato una vuota parola cui non sono corrisposti comportamenti specchiati. A Roma si compie la sublimazione del disastro grillino: la sindaca Raggi sembra l’asino in mezzo ai suoni. Eppure vanta un titolo di avvocato. E non s’è resa conto che firmare con il capo del personale una importante nomina a favore del fratello di questo capo sostanziava un conflitto di interessi, salvo l’abuso d’ufficio? L’agonia dell’amministrazione capitolina continuerà sino a quando –presto- sarà impossibile non togliere la spina, rimandando a casa questo manipolo di scombinati sceso dai colli per conquistare la città. Stanotte è Natale. Affrontiamolo con serenità: già il 27 è un altro giorno. www.cacopardo.it © Riproduzione riservata
MATTEO RICCI RINNOVA LO STRUMENTO DI REPRESSIONE. E APRE ALLE MULTE A CHI ACQUISTA O DONA
Adesso anche il Pd ha un sindaco sceriffo A Pesaro si punta sull’ordinanza anti-accattoni e abusivi DI
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GIOVANNI BUCCHI
a sinistra non si è mai fatta mancare una buona dose di sindaci sceriffi. Dal governatore campano Vincenzo De Luca, noto per le sue battaglie sulla sicurezza durante la ventennale sindacatura di Salerno, all’ex leader della Cgil Sergio Cofferati quando amministrava Bologna, l’elenco potrebbe essere lungo. Nell’epoca del Pd renziano (seppure azzoppato dalla batosta referendaria) questa etichetta spetta invece a Matteo Ricci, che oltre a essere primo cittadino di Pesaro è anche vicepresidente del Pd, tra i primi giovani amministratori della corrente bersaniana a salire sul carro di Matteo Renzi insieme al presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Ricci ha una qualità che gli riconoscono pure gli avversari politici: è un ottimo comunicatore, bravo a inventarsi pretesti per fare parlare
della sua città sui media nazionali, come quando lanciò una campagna turistica per promuovere concerti ed eventi in uno dei pochi punti lungo l’Adriatico dove è possibile ammirare il tramonto del sole. Cosa che ad Ancona si vede meglio e per più tempo, ma che mai nessuno s’era messo in testa di utilizzare come leva di marketing. In tema di sicurezza urbana, Ricci non ha avuto remore nel ricorrere alle misure previste dal Pacchetto Maroni del 2008 che rafforzano il potere dei sindaci, soprattutto grazie alle ordinanze. Misure in parte azzoppate da una sentenza della Corte costituzionale del 2011 che però ha lasciato una certa libertà di manovra. Ebbene la sfida del sindaco di Pesaro è quella di liberare la città dai mendicanti e accattoni, oltre che dai venditori e parcheggiatori abusivi. Ma mentre contro i secondi è più facile prendersela, perché in fondo infrangono la legge, ad andare con-
tro i primi si rischia di scontentare la vulgata buonista spesso così cara a sinistra. Ricci non ci ha pensato su due volte: a febbraio ha firmato l’ordinanza contingibile e urgente, come previsto dal provvedimento dell’allora ministro dell’Interno leghista Roberto Maroni, e nei giorni scorsi ha annunciato di volerla replicare nel 2017. Non solo: si è detto disponibile a inserire quelle norme in un regolamento, così da aggirare i limiti dello strumento temporale e circoscritto in determinati luoghi. L’obiettivo, si legge nel testo del provvedimento in scadenza a fine dicembre, è quello di impedire «l’accattonaggio molesto invasivo (inteso come richiesta insistente e petulante di denaro) e/o con impiego di minori, anziani, disabili oppure simulando disabilità». Secondo quanto scrive il sindaco di Pesaro, «la presenza di mendicanti è talmente assidua ed insistente da pregiudicare la corretta fruibilità, la dignità e il decoro dei
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predetti luoghi». Si possono chiedere soldi per strada, ma a determinate condizioni. «La mendicità – continua il provvedimento – non può svolgersi mediante una protratta occupazione di suolo pubblico e che pertanto deve essere svolta in forma itinerante con soste limitate», senza creare «un ostacoli o pericolo alla libera circolazione». Se dipendesse da lui, Ricci andrebbe oltre queste restrizioni. «Sono tra i sindaci che pensa che il fenomeno si risolverà quando si multerà anche chi dà l’obolo all’abusivo. Ma questo cambiamento appartiene a dinamiche nazionali, non è nelle nostre mani» ha detto incontrando il corpo di polizia municipale pesarese. In attesa che il Governo gli consenta di multare anche chi dona soldi o acquista, il sindaco di Pesaro continuerà a sanzionare mendicanti molesti e venditori abusivi. © Riproduzione riservata
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PRIMO PIANO
Perché le elezioni anticipate non piacciono a Mattarella e la legge elettorale è in alto mare
Una legislatura fino in fondo I deputati rischiano di perdere il posto in parlamento DI
MARCO BERTONCINI
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atteo Renzi continua ad aver voglia di andare alle urne a giugno, ma è probabilmente lui stesso rassegnato ai tempi slittati. Nell’ultima riunione di partito avrebbe fatto riferimento a giugno o a fine legislatura, considerando indifferenti i termini. I problemi gli si frappongono fuori del Pd: la riluttanza del capo dello Stato a sciogliere le Camere; la lentezza per arrivare a una legge elettorale oltre il perimetro di governo; la chiara volontà di molti parlamentari di durare fino all’ultimo; la conclamata propensione del Cav per le elezioni nel 2018. Nel Pd, però, non si può dire che ci sia molta fretta di chiudere la legislatura. Si capisce perché. Se le elezioni si svolgeranno con Renzi segretario, le liste saranno decise da lui. Si prevede un massacro per deputati e senatori inseriti nel 2013 da Pier Luigi Bersani. Sconfitto al referendum, Renzi ha ancora in mano il partito. È vero che all’assemblea i sì sono stati am-
piamente sotto la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto, ma i numeri per decidere sono sempre i suoi. Semmai, già oggi deve fare i conti con i capicorrente (i detentori dei «sottopartiti», secondo la definizione di Gianni Cuperlo) che lo sostengono, primo fra tutti Dario Franceschini. Costoro desiderano solide garanzie di posti per le due Camere. Ovviamente soltanto dopo che sarà intervenuta la Corte costituzionale si saprà se resteranno i capilista bloccati, ossia una delle colonne portanti dell’italicum. La spartizione delle candidature potrà concretamente attuarsi solo dopo l’approvazione della riforma elettorale: però nel Pd già se ne discute. Le minoranze, intanto, continuano nella propria politica di rilanciare il Pd a sinistra, in una prospettiva di ritorno a un’alleanza con formazioni come Sinistra italiana e di ripulsa di intese con centristi di varia origine. Le polemiche sulla riforma del lavoro, i referendum, il ministro Poletti, ne sono sintomo. La guerriglia,
IL SENATORE BERSANIANO: SU SCUOLA E LAVORO PERDIAMO CONSENSI
Fornaro: Poletti e Fedeli si muovano altrimenti il Pd come partito è finito DI ALESSANDRA
RICCIARDI
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l Pd si gioca le ultime chance di essere un partito con il referendum sul jobs act, altro che legge elettorale. «Se andiamo al voto senza aver cambiato rotta sulla riforma del lavoro, come partito siamo finiti», ragiona Federico Fornaro, senatore, capofila dei bersaniani a Palazzo Madama, «un altro referendum che spacca i dem non lo reggiamo. E io se oggi dovessi votare con il cuore, al referendum della Cgil sul Jobs act voterei sì». Domanda. Per disinnescare il referendum avete pochi mesi davanti a voi. Risposta. Sui voucher c’è già una proposta di legge in parlamento su cui andare avanti che li limita ai lavoretti occasionali. Il ministro del lavoro deve aprire un confronto con tutte le organizzazioni per eliminare le altre storture del jobs act. Come Pd abbiamo perso contatto
ininterrotta dall’ultimo congresso che segnò la loro sconfitta, si muterà in guerra non appena partiranno le primarie.
con il mondo del lavoro, con la scuola, i giovani, nostri tradizionali bacini di riferimento, qeusto ci dice il voto del 4 dicembre. Dobbiamo recuperare in fretta. D. In caso contrario siete pronti a sfiduciare Poletti? R. Non c’è nulla di personale, noi avevamo chiesto discontinuità nel governo Gentiloni soprattutto rispetto ai temi del lavoro e della scuola. Questi segnali devono arrivare prima del voto sulla mozione di sfiducia. D. Sulla scuola, Valeria Fedeli ha avviato confronti con sindacati, altri ne terrà con giovani e associazioni. R. È un fatto positivo, ma non basta, vanno eliminate le storture della chiamata diretta e dei bonus al merito. Il clima che si respira nelle scuole è lontano annui luce dal trionfalismo degli annunci iniziali. È necessario un approccio umile e pragmatico.
L’ovvia speranza è di riconquistare il partito. Ci vuole tempo, però: quindi, più tardi si andrà alle urne, meglio sarà per loro.
E pure questo è un fattore che induce a ritenere non proprio astratta l’ipotesi di una fine ordinaria della legislatura.
INDISCREZIONARIO PUCCIO D’ANIELLO
nella Chiesa di San Pietro in Vincoli a Roma, dove si trova il Mosè, torna a risplendere. Con un restauro, a cura All’ex procuratore di Torino Rafdella Soprintendenza per il Colosseo e faele Guariniello piace la città l’area archeologica centrale di Roma, di Roma. Anche ieri si trovava nel realizzato grazie al contributo del Giocentro della capitale, nel suo bar co del Lotto, viene rinnovato un impeprediletto: il Gran Caffè la Caffetgno ormai storico nel settore dei beni tiera di piazza di Pietra. culturali. Già nel 2001, sempre con il Raffaele * * * Guariniello sostegno del Gioco del Lotto, era stata condotta un’accurata operazione di Il Giudizio Universale di Buonastudio e di lavoro sui marmi, che avemico Buffalmacco è tornato nel Camposanto monumentale di Pisa, definito va pulito l’opera e allo stesso tempo offerto da Antonio Paolucci «la Sistina Pisana», numerose scoperte sulla sua storia. Dopo nella parete della galleria sud dove il pittore quindici anni il Mosè, visto gratuitamente trecentesco l’aveva affrescato. Strappato dalle da milioni di persone ogni anno, necessipareti dopo l’incendio del 1944, l’affresco è sta- tava di un nuovo intervento di pulitura to sottoposto a interventi di restauro realizzati e di lievi restauri, a causa di alterazioni delle maestranze dell’Opera della Primaziale provocate dalla presenza umana, portatriPisana, con il controllo della direzione lavori ce di polvere, umidità e altri agenti inquipresieduta da Paolucci e la supervisione dei nanti. «Dei lavori sulla tomba di Giulio II capi restauratori Giantomassi e Colalucci. mi colpisce la natura di cantiere di ricerca: così come dovrebbe essere ogni restauro, e *** purtroppo non sempre accade», afferma il Diego Maradona sarà protagonista, la sera Soprintendente Francesco Prosperetti: del 16 gennaio del prossimo anno, nel Teatro perché oltre alle nuove scoperte sulle tecSan Carlo di Napoli, dello spettacolo “Tre niche ci sono quelle sul programma teolovolte 10” scritto e diretto da Alessandro Sia- gico dell’ultimo progetto michelangiolesco. ni a trenta anni dal primo scudetto della for- Anche per questo la partecipazione di uno mazioni calcistica partenopea. Spiega Siani: sponsor è importante, dimostra un diverso «Maradona per la prima volta su un palco atteggiamento dei privati verso il patrimoteatrale darà la sua testimonianza d’amore nio, la tutela e la valorizzazione». e di libertà mettendo in luce le sue verità e la *** sua incredibile vita. Con lui ospiti e sorprese. E questo proprio in un anno per noi tifosi Ci sarà anche il trentenne Lorenzo Rossi, napoletani molto sentito ovvero alla vigilia figlio di Vasco e oggi dj a Punto Radio, la dei trent’anni dal primo scudetto. Anche per radio fondata tra gli altri dal padre nel questo il titolo dell’evento è Tre volte 10’’. ‘Il ‘75, sul palco in piazza Roma a Modena progetto si concretizza grazie all’Art-bonus. Il il 31 dicembre, insieme ai dj del Picchio Teatro di San Carlo destinerà parte della do- Rosso. Lorenzo sarà uno degli ospiti che nazione, ricevuta dalla Best Live, alle attività darà il via al tradizionale countdown a educational, per avvicinare sempre più giovani mezzanotte e augurerà buon anno ai modenesi. Per lui non sarà l’unico anniversaal mondo della musica e al San Carlo. rio importante da festeggiare quella notte: * * * sarà anche il primo a festeggiare i 40 anni La tomba di Giulio II di Michelangelo, di carriera del padre. DI
IL
primo
LIFESTYLE MAGAZINE PER VIVERE BENE
L´ERA DIGITALE
PRIMO PIANO
Sabato 24 Dicembre Dicembr 2016
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Le letterine di Natale al ministro che ha fatto arrabbiare i giovani italiani all’estero
Poletti: c’è tanta posta per te Le esperienze di chi è espatriato per cercare lavoro determinato, poi dopo aver ricevuto una proposta di lavoro per questa figura di soli 18 giorni ho capito che qualcosa non andava. Così tra un concorso pubblico e un altro, tra vari colloqui, e dopo aver inviato centinaia di curriculum per svariate posizioni, mi sono ritrovato a riempire 21 kg di valigia e lasciare il
per questo: per il lavoro. E quando ci stupiamo che qui dopo tre contratti scatti il otto l’albero di Natempo indeterminato, i mutale, tante letterine. tui abbiano interessi bassi Giuliano Poletti e vengano concessi anche e non ne aveva mai risoprattutto ai giovani e che cevute in così grande quansì, lavorando si possa ancora tità. Questa volta invece comprare una casa, ci senmolti giovani gli scrivono e tiamo rispondere: ’È normasi tratta di lettere tutt’altro le che sia così, cosa credi? Di che di auguri. La sua scivoessere in Italia?’ Un’ultima lata sui «Centomicosa, ministro. Tra tutti gli la giovani in fuga? italiani che vivono in Olanda Conosco gente che La scivolata di Poletti sui «Centomila giovani non ne ho ancora sentito uno è andata via e il in fuga? Conosco gente che è andata via e il Paese non soffrirà che dica: ’Si sta meglio qui.’ Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi» a non averli più Tutti invece dicono: ’Se si è stata così clamorosa che neppure il successifra i piedi» è stata potesse vivere una vita così così clamorosa che anche in Italia torneremmo vo dietrofront («Mi sono espresso male, penso Vignetta di Claudio Cadei neppure il succesdi corsa». semplicemente che non è giusto affermare che sivo dietrofront Più dei freddi numeri ad andarsene sono i migliori e che, di conseministro: «Prima in realtà molti di più, non delle statistiche e delle («Mi sono espresm guenza, tutti gli altri che rimangono hanno s o m a l e, p e n s o cci avete costret- siamo i migliori, siamo solo dotte analisi sociologiche, meno competenza e qualità») è riuscito a tusemplicemente tto ad andarcene. un po’ più fortunati di mol- queste lettere di ragazzi rare la falla. Di qui il risentimento di chi, non Poi ci sbeffeggia- ti altri che non sono potuti italiani espatriati esprimoche non è giusto P affermare che ad tte, dicendo che è partire e che tra i piedi si no stati d’animo ed emozioper scelta ma per necessità, è costretto a vivere meglio se ci sia- ritrovano soltanto dei pezzi ni di una generazione senza andarsene sono m lontano da casa e magari questo Natale non lo mo tolti dai pie- di carta da scambiare con confini, che può anche essere i migliori e che, m passerà con la famiglia. E sono imbufaliti. di. No, ministro, un gratta e vinci: parlo dei bello se si prende l’aereo per di conseguenza, d scelta e non per necessità. tutti gli altri che lle sue scuse non voucher». Un’altra letterina è sta- Come spiega Andrea Forrimangono hanno ssono accettate. meno competenza e quali- mio Paese. Ebbene sì, per- Perché le vostre politiche ta scritta da Lara Lago, di bicioni, senese, manager tà») è riuscito a turare la ché l’unica azienda che ha sono uguali a quelle sue pa- Bassano del Grappa, ex gior- dei servizi finanziari di ASG nalista dell’emittente locale Group, sede a Perth, Austrafalla. Di qui il risentimen- intravisto del potenziale nel role». Tva, licenziata lia: «Caro ministro, le sue to di chi, non per scelta ma mio curriculum è dall’azienda ha parole risuonano intrise di per necessità, è costretto stata una compad trovato lavoro un’arroganza e una tracoa vivere lontano da casa e gnia aerea inglese. t Marco Sinopoli di Albenga, 26 anni da sei solo in Olanda, tanza maldestra rispetto a magari questo Natale non Dopo aver brillans mesi lavora a Londra. Scrive: «Vorrei spiegarle nel lo passerà con la famiglia. temente superato n network Zo- come si dovrebbero trattacosa si prova ad essere giovani in Italia, senza omin.tv. Vive ad re persone che con estrema Per questo la corrisponden- il colloquio ed il o avere come genitore un ministro o un politico Amsterdam. «Lei umiltà hanno impacchettato za natalizia indirizzata al corso di formazioA dice, caro mini- le proprie cose, racimolato ministro è così copiosa, coi ne, mi è stato ofd in genere, quando si deve rimanere a vivere a stroè la parte il coraggio che ci vuole per ragazzi che si sono sentiti ferto un contratto s casa coi genitori perché non si ha un lavoro, e a tempo indeterc e n t r a l e d e l l a lasciare il proprio Paese nacornuti e bastonati. quindi un contratto che possa garantire il regosua lettera- che tale e la propria famiglia, e Vediamole queste lette- minato. Credevo s lare pagamento di un affitto e utenze varie, o i 100mila giova- sono partiti, molto spesso da rine ipoteticamente appese fosse uno scherzo. anche quando si ha un contratto ma è a tempo ni all’albero del ministro, un Dopo anni di pren che se ne sono soli, molto spesso per andare determinato e quindi non ci si può spingere andati non sono i lontano». modo insolito, e involonta- cariato, mi ritrovo a migliori. È vero, Infi ne, una mano tesa. rio, per addobbarlo. Una di finalmente con un m troppo avanti. Dal 2011 fino al 2015 ho svolto ma siamo quelli È quella contenuta nella queste lettere è fi rmata da contratto senza m ad Albenga (con orgoglio) la professione di che non si sono letterina del romano RicMarco Sinopoli, che non scadenza. Certo, c agente di Polizia locale, a tempo determinato a c c o n t e n t a t i , cardo Briganti, emigrato trovando lavoro nella sua non è come stare quelli che non si a Nottingham, dov’è lectucittà, Albenga, in Liguria, in Italia, il cibo ed q arrendono, quel- rer alla locale università: ha tentato l’avventura a il clima sono neta Londra, dove lavora per una tamente differenti, e poi in Anche lei ha inviato a li che non tollerano di avere «Caro ministro- gli ha scritcompagnia aerea. Scrive: questo periodo di feste non Poletti una letterina di Na- un futuro impacchettato nel- to- vogliamo fermare e ma«Buonasera ministro Poletti, sa come mi manca la mia fa- tale, traboccante polemica: la nebbia, quelli che, anche gari invertire la tendenza? Riusciamo a rifletmi chiamo Marco ho 26 anni miglia. Però sono fortunato «Caro ministro, R tere serenamene da quasi sei mesi non vivo perché qui nessuno ha calpe- le sue scuse mi t Un’altra letterina è di Lara Lago, di Bassate più in Italia. Spero che tra stato la mia dignità di esse- i m b a r a z z a n o t sul fatto che la no del Grappa, ex giornalista dell’emittente facilità di impiego i suoi numerosi impegni ri- re umano e lavoratore com’è tanto quanto le f locale TVA, licenziata dall’azienda ha trovato all’estero è anche uscirà a leggere queste mie successo in Italia. Qui esiste sue parole mi a frutto di meno buparole, piene di tristezza la meritocrazia, la macchina disgustano. A f lavoro solo in Olanda, nel network Zoomin. rocrazia? Inoltre dopo aver sentito le sue di- burocratica è efficiente ed il m i a m e m o r i a r tv. Vive ad Amsterdam. «Lei dice, caro miaffinché questa chiarazioni. Vorrei spiegarle trasporto pubblico è a dir da quando il 29 nistro che i 100mila giovani che se ne sono sia cosa si prova ad essere gio- poco di un altro pianeta se novembre 2014 s una discussioandati non sono i migliori. È vero, ma siamo ne vani in Italia, senza avere paragonato a quello italiano. iniziò a dare i n con uno scopo quelli che non si sono accontentati, quelli che e non l’ennesima come genitore un ministro o Ogni giorno parlando con i numeri sul mernon si arrendono, quelli che, anche se non esternazione umoun politico in genere, quando colleghi che arrivano da tut- cato del lavoro, e rale, c’è un problesi deve rimanere a vivere a ta Europa, sento sempre le dimenticandosi r saranno i migliori, erano troppo bravi ma casa coi genitori perché non stesse cose sull’Italia e ciò tutti quei licenm più immediato a scuola, con troppe idee, con troppa voglia per si ha un lavoro, e quindi un che mi fa più rabbia è che ziamenti che i p chi vive in Uk, di farcela con un ministro del Lavoro e potenzialmente contratto che possa garanti- non posso dargli torto…Caro lavoratori itache non capisce che se stiamo andando via per altre realtà re il regolare pagamento di ministro, le auguro di passa- liani, giovani e p è solo per questo: per il lavoro» europee. Che cosa un affi tto e utenze varie, o re un buon Natale, sperando non, portavano e succederà ai tanti anche quando si ha un con- che la prossima volta prima a casa la sera. s italiani tra qualche tratto ma è a tempo determi- di fare dichiarazioni così av- Continuò a pari nato e quindi non ci si può ventate possa riflettere». lare male quando in un di- se non saranno i migliori, anno, quando l’uscita della spingere troppo avanti. Dal Da Londra a Parigi, battito in cui ci trovammo erano troppo bravi a scuo- Gran Bretagna dall’Unione 2011 fino al 2015 ho svolto dove s’è rifugiata Marta allo stesso tavolo dichiarò la, con troppe idee, troppo Europea metterà a rischio ad Albenga (con orgoglio) Fana, dottoranda a Scien- di essere «il ministro del la- spavaldi, con troppa voglia centinaia di migliaia di posti la professione di agente di ces Po, specializzata negli voro per le imprese», era il di farcela. Così tanta da non di lavoro? Possiamo parlane Polizia locale (ovviamente studi sulle problematiche 18 aprile del 2016. Noi, quei sopportare un ministro del costruttivamente?». Twitter: @cavalent non consecutivamente e con del lavoro. Ha un diavolo centomila che negli ultimi Lavoro che non capisce che svariati contratti a tempo per capello, dopo le frasi del anni siamo andati via, ma se stiamo andando via è solo © Riproduzione riservata DI
CARLO VALENTINI
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Sono in aumento. Ma la colpa non è dovuta al Jobs Act come dicono in molti disinformati
I licenziamenti disciplinari Ed ecco perché il voucher non è il bau bau descritto DI
GIULIANO CAZZOLA
L
e statistiche periodiche dell’Inps evidenziano che sono in aumento i licenziamenti disciplinari (per motivi soggettivi o per giusta causa). L’Istituto fornisce anche un spiegazione per questo fenomeno, ma i commentatori e i media preferiscono non approfondire e salvarsi in corner attribuendone la responsabilità al jobs act e segnatamente al contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti che rende più facile, appunto, licenziare. Su di un grande quotidiano sono apparse addirittura due storie di lavoratori licenziati a cui il contratto di nuovo conio non si applicava. È noto, infatti, che le norme di cui al dlgs n.23 /2015 si applicano ai lavoratori nuovi assunti a partire dal 7 marzo di quell’anno. Ed è irrealistico che in pochi mesi costoro siano incorsi in massa in sanzioni disciplinari comportanti il licenziamento (considerando anche che si portano appresso la significativa dote della decontribuzione, la quale svanisce se si risolve il rapporto di lavoro). A che cosa è dovuto, dunque, l’incremento dei licenziamenti disciplinari? L’Inps ha fornito una spiegazione che è stata ben presto avvolta dalla nebbia, dal momento che sembrava politicamente più corretto incolpare il famigerato jobs act. Invece, i licenziamenti per giustificato motivo e per giusta causa sono aumentati per colpa di una norma cretina sulle cosidddette dimissioni in bianco.
Sia chiaro: quella di far firmare ai lavoratori (e in particolare alle lavoratrici) una lettera che il datore potrà usare, a suo discrezione, come atto di dimissioni (evitando così le procedure del recesso) è una prassi disonesta, infame e meritevole di essere contrastata in ogni modo. Con buon senso, però; come aveva provveduto a fare la legge n.92/2012 (la riforma Fornero del mercato del lavoro). Perché avessero effetto le dimissioni dovevano essere date in una sede «protetta»’(sindacale, amministrativa, ecc.), con modalità trasparenti e come espressione della libera volontà del lavoratore. In caso contrario (ovvero in mancanza degli adempimenti previsti) il rapporto di lavoro continuava a sussistere. Veniva tuttavia tutelato anche il datore di lavoro per i casi in cui il dipendente (capitava con molti stranieri) non seguisse le procedure stabilite o non si presentasse più in azienda. Il datore poteva «metterlo in mora» invitandolo a rientrare al lavoro entro un certo periodo, trascorso inutilmente il quale il rapporto si intendeva risolto. In questa legislatura le Erinni del parlamento hanno preteso di ripristinare una disciplina, abrogata a suo tempo del ministro Maurizio Sacconi, che si era rivelata funesta. Per dare le dimissioni il lavoratore doveva scaricare e compilare un apposito modulo dal sito del Dicastero del Lavoro. Senza neppure prendersi la briga di monitorare gli effetti
delle norme della legge n.92, si è voluto tornare a quella impostazione. Ma se uno non segue la procedura informatica che cosa succede? Che il rapporto non si scioglie e che il datore deve licenziare il soggetto per assenza continuativa ed ingiustificata. In sostanza è costretto ad avvalersi del suo potere disciplinare,
Tito Boeri con tutti i rischi che comporta un licenziamento (l’impugnazione, l’esame del giudice, il risarcimento) oltre al pagamento della «tassa» prevista. Come se non bastasse, questi datori di lavoro, messi - senza alcun motivo plausibile - in un’oggettiva difficoltà operativa, diventano dei profittatori delle norme «che hanno reso più facile licenziare’» e che potrebbero anche essere sottoposte a referendum abrogativo se la Consulta, il prossimo 9 gennaio, dovesse dichiarare ammissibile il quesito promosso dalla Cgil.
*** Sono quasi 5 milioni gli italiani che hanno un lavoro principale a cui aggiungono un’altra attività. Un lavoratore su cinque in Italia ha un doppio lavoro e se il primo è regolare il secondo spesso non lo è affatto, ma è al nero. Lo rivelano l’analisi dei dati Istat, mettendo a confronto il numero degli occupati ufficiali nei diversi settori con le posizioni lavorative registrate, regolari e non. Il confronto è tra i 24 milioni 838.000 mila occupati ufficiali in media d’anno del 2009 e 29 milioni 617 mila posizioni lavorative registrate, che rivelano 4 milioni 779 mila eccedenze, che equivalgono appunto ai quasi 5 milioni di italiani che hanno un doppio lavoro. Il secondo lavoro, in tempi di crisi, per molti è diventato una necessità, per il bisogno di integrare un reddito che è sempre più scarso. Nell’esercito dei doppiolavoristi, poi, vi sono anche dei cassintegrati o persone in mobilità, il cui assegno mensile è a sua volta decurtato. La maggior parte dei lavoratori con doppio lavoro sta nei servizi, con oltre 3,5 milioni di indaffarati con attività plurime, un valore dieci volte superiore a quello dell’industria, che registra 340 mila doppiolavoristi ufficiali. Sono invece quasi 900 mila nell’agricoltura, in cui prevalgono anche gli autoproduttori, cioè coloro che lavorano la terra per gli altri e in più hanno anche un loro orto da accudire.
Ma quelli del secondo lavoro e del sommerso si trovano nel commercio, negli alberghi, nei pubblici esercizi e nei trasporti, che insieme fanno salire la percentuale a quasi il 80%. Sono soprattutto trasporti e comunicazioni (quasi un lavoratore su due) e alberghi e pubblici esercizi (con il 42% di doppio lavoro) le praterie degli indaffarati. Come si può vedere, si tratta di settori in cui lavoro doppio e nero coincidono più facilmente. Negli alberghi, nei ristoranti e nei bar i doppiolavoristi sono 900 mila (2,1 milioni di posizioni lavorative contro 1,2 milioni di occupati). Nel lavoro domestico in famiglia quasi due terzi degli occupati ha un secondo lavoro e la stessa percentuale del 65% riguarda il lavoro irregolare. Ma se colf e badanti sono protagoniste per necessità, dovendo arrotondare con più datori di lavoro, anche il pubblico impiego non scherza, in considerazione del tempo libero di cui dispone. Nelle costruzioni, poi, la percentuale di doppiolavoristi ufficiali è solo del 13%. *** Questi dati contribuiscono a spiegare in grande parte il fenomeno della crescente diffusione dei voucher. Quando non sono in nero, come è pensabile che vengano retribuiti tali lavori? *** Buon Natale e Buon Anno con Paul Eluard. «Fuggiremo il sonno e il riposo/ prenderemo di slancio l’alba e le primavere/ e prepareremo giorni e stagioni/ a misura dei nostri sogni». Formiche.net
ALCUNI GRILLINI CANDIDATI ALLE ELEZIONI COMUNALI DEL 2017 HANNO FONDATO UN NUOVO MOVIMENTO
A Palermo c’è la scissione fra i cinque stelle Il divorzio dopo lo scandalo delle presunte firme false del 2012 DI
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FILIPPO MERLI
i chiama Misteri buffi. È il libro con cui il vicepresidente del parlamento siciliano, Antonio Venturino, ha svelato i retroscena della sua espulsione da M5s, avvenuta nel 2013. Venturino l’ha presentato in un momento particolare: mentre lui parlava dei grillini come «interpreti di una commedia che non conoscono», alcuni attivisti di Palermo candidati alle amministrative del 2017 hanno lasciato la base nazionale e hanno fondato una nuova realtà politica, «Palermo in movimento». A provocare la scissione è stato Adriano Varrica, uno dei candidati alle comunarie, le votazioni online con cui vengono scelti i potenziali amministratori di M5s. Compresi quelli che, il prossimo anno, saranno in corsa per le elezioni di Palermo e per le regionali. Varrica è in con-
trapposizione ai deputati nazionali rappresentati da Riccardo Nuti, ex capogruppo dei grillini alla Camera. Dopo lo scandalo delle presunte firme false alle elezioni di Palermo del 2012 e le faide interne per quelle del 2017, gli attivisti vicini a Varrica hanno cercato di salvaguardare il percorso del Movimento in vista delle amministrative di Palermo. Lo stesso Varrica ha rinunciato alla candidatura alle comunarie per appoggiare, con la sua nuova creatura, Ugo Forello, aspirante sindaco sotto il simbolo di M5s. Il manifesto di «Palermo in movimento», pubblicato in parte da Livesicilia, si divide in sette punti. E, come da tradizione grillina, ha regole ferree. «L’adesione alle attività del meet-up è incompatibile con qualsiasi azione passibile di danneggiare l’immagine del Movimento 5 stelle», si legge, «e con azioni o atteggiamenti denigratori, provocatori
o a vario titolo violenti nei confronti degli attivisti dello stesso». Il nuovo movimento, ha scritto Varrica su Facebook «nasce dall’impossibilità manifesta di condividere l’attivismo e il percorso politico con chi sta tenendo o supportando un comportamento mediatico e processuale incompatibile coi principi del Movimento 5 stelle». Per quanto riguarda i metodi di comunicazione, saranno «esclusivamente per diffondere le attività, i risultati ottenuti o quanto deliberato dall’assemblea». Varrica, pochi giorni fa, è stato escluso dal meet-up del «Grillo di Palermo», di cui era stato il fondatore. Anche questo è uno dei motivi per il quale è stato creato «Palermo in movimento». «Tutti sentivamo la necessità di un nuovo contenitore democratico e aperto a tutti. E questa è stata una scelta condivisa e quasi naturale», ha sottolineato Igor Gelarda, sindacalista della polizia
candidato alle comunarie. Al nuovo gruppo hanno aderito altri volti noti di M5s a Palermo, tra cui il giornalista William Anselmo, anche lui in corsa per le primarie online di M5s. La scissione nel capoluogo siciliano era stata anticipata da quella di Gela. Nella città natale del governatore dell’isola, Rosario Crocetta (Pd), il sindaco Domenico Messinese, espulso da M5s, ha fondato il gruppo «Sviluppo democratico», nel quale sono confluiti quasi tutti i suoi assessori. Dalla storia delle firme false alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto lo staff del sindaco di Roma, Virginia Raggi, per M5s è una fase delicata. In più, Beppe Grillo e i pezzi grossi del movimento sono alle prese coi pentastellati che, in Sicilia, si sono staccati dalla base nazionale. Stanchi, forse, dei misteri buffi della creatura di Grillo. © Riproduzione riservata
Sabato 24 Dicembre Dicembr 2016
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Sarebbe il detonatore per poter indurre alle dimissioni il sindaco di Roma, Virginia Raggi
In attesa dell’avviso di garanzia Una cosa è certa: il logoramento è stato irreversibile DI
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CESARE MAFFI
he fare quando Virginia Raggi sarà raggiunta da un avviso di garanzia? A una simile domanda Luigi Di Maio, considerato fra i numi protettori della sindaca, ha evitato ogni risposta, limitandosi a dichiarare di non occuparsi di ipotesi. Benissimo: peccato che i vertici dei pentastellati la questione se la siano posta, e da parecchio. Pure la base (capitolina in primo luogo ma piÚ diffusamente nella penisola a causa del rilievo che la vicenda romana riveste per l’intero M5s) si interroga, non da ieri, sul comportamento che andrebbe tenuto. Il piÚ vivo desiderio della larga maggioranza fra gli esponenti grillini sarebbe stato, da un pezzo, fin dalle prime polemiche, togliersi dai piedi la Raggi. Non è mai stato possibile, per le temute conseguenze che si avrebbero, non solo a
Roma. La decisione è stata quindi di tenersela, cercando di condizionarla, di limitarla, di guidarla. Sia i dirigenti del movimento sia la Raggi hanno consumato tempo, fatica,
Virginia Raggi riunioni, incontri, telefonate (ovviamente senza la trasparenza predicata dai cinque stelle alle politiche), gli uni per tenerla a bada, l’altra per rivendicare la propria autonomia, all’insegna
delle conseguenze patibili nella propria condizione. Firmando gli atti io ci metto la faccia, ha detto: anzi, avrebbe fatto riferimento ad altra parte del corpo, rilanciata in politica da Roberto Giachetti. Finora, soprattutto da ultimo, il movimento è prevalso, puriďŹ cando il cosiddetto raggio magico. Tutto ciò non toglie che il rimbalzo mediatico dei guai in cui s’intorta la Raggi persuada gli esponenti grillini che le pezze messe al buco siano insufďŹ cienti. La preoccupazione è segnata dall’arrivo, in quest’ultima settimana dato per imminente (subito dopo Natale, a Capodanno, con l’Epifania‌), di qualche spiacevole avviso giudiziario. La stessa interessata ha risposto ÂŤValuterò, a domanda precisa. I progetti ďŹ nora emersi fra i pentastellati variano dalla sospensione, al ritiro del
GIANNI MACHEDA’S TURNAROUND Capodanno a Roma senza botti e concertone. Non oso pensare cosa farà la Raggi per la Quaresima. *** Formigoni dopo la condanna: Era solo qualche invito in barca. Crociere eleganti. *** L’attentatore di Berlino si è radicalizzato in Sicilia. Alcuni lo hanno sentito urlare Minchia beddha Fatima. *** Capodanno, la Raggi vieta i botti in città . Bastano quelli in Campidoglio.
simbolo, dall’espulsione, alla richiesta di dimissioni. A Roma un elettore grillino su due propenderebbe per le dimissioni. Quale che sia il destino della Raggi, la perdita d’immagine è giĂ avvenuta e non potrĂ che peggiorare. Il difďŹ cile, per i grillini, soprattutto a causa della gigantesca esposizione sui mezzi d’informazione, è uscire con il minor danno possibile da una vicenda
nella quale si sono cacciati da soli. Agli esterni si può assegnare la dilatazione incessante e chiassosa della tragicommedia capitolina; ma a infognare il M5s sono state e sono le regole dei grillini, le scelte della Raggi, le nomine effettuate dagli amministratori pentastellati, le loro liti traboccanti oltre i limiti della casa pentastellata. Š Riproduzione riservata
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Le crisi di Monte dei Paschi, di Alitalia, di Mediaset si stanno sommando fra di loro
Troppi problemi tutti assieme Le soluzioni risolvono alcuni temi ma ne creano altri DI
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MARIO SECHI
osa succede? Veniamo al sodo: Mps, Mediaset (e Alitalia, di cui l’altro ieri abbiamo anticipato le convulsioni) sono i grossi nodi in cui di dritto e di rovescio è entrata la politica e le frasi dei protagonisti s’intrecciano come un rovo, tutto spine e niente more. Le parole escono di bocca dai grandi protagonisti del romanzone collettivo con la rapidità di un passerotto, incurante del falco che si libra poco sopra. C’è un gran chiacchiera sulla patria, l’identità italiana, il valore strategico di Barbara d’Urso, una valutazione ponderata di Jerry Scotti come asset nazionale da difendere e naturalmente c’è un eterno ottimismo sul rilancio di Alitalia e, state sereni, tutti i risparmiatori del Monte dei Paschi di Siena (a differenza degli altri che normalmente guadagnano o perdono in Borsa) entrano nella nuova classe di investitori appena creata dal governo, quella a zero risk. Tutti sul Monte. A Siena si sono arresi all’evidenza, sono stracotti, e hanno chiamato il governo. A Roma il premier Gentiloni e il ministro dell’Economia Padoan hanno riunito il Consiglio dei ministri alle 23.35, dopo un po’ i due sono usciti con un decreto da venti miliardi e soprattutto con il «rimborso integrale» degli obbligazionisti subordinati retail. Così il governo assicura la continuità aziendale del Monte, dice ai mercati che a Roma c’è un Mr. Wolf che risolve problemi (per ora) e si auto-
assicura dal rischio di contraccolpo elettorale (che ci sarà lo stesso, vista la fiducia da circolo polare artico del governo Gentiloni, solo il 38% per un esecutivo all’esordio). La mossa era più o meno l’unica possibile, vista l’assenza di compratori del Monte, il rischio di bruciare una parte del risparmio di migliaia di sottoscrittori e soprattutto di fornire legna per il camino di Grillo. C’è un giudice a Berlino? Se spostiamo però lo sguardo oltre le Alpi, ci sono fatti destinati a rotolare dal Monte a valle. Per ora tutto tace. Ma cosa diranno a Berlino? Il ministro dell’Economia Padoan ha concordato l’intervento con la Commissione Ue, l’escamotage per aggirare il bail-in secco è stato trovato, ma nei giorni scorsi il consigliere economico di Angela Merkel, Christoph Schmidt, in un’intervista alla Westdeutsche Allgemaine Zeitung (Waz) ha detto: «Il salvataggio di Mps dovrebbe avvenire secondo le regole concordate, cioè i creditori della banca devono contribuire al soccorso, non il contribuente. Se l’Italia non rispetta le regole alla prima grande prova, l’unione bancaria non è credibile». Nota sul taccuino: informare Herr Schmidt che la credibilità non è mai stata un problema che preoccupa l’Italia. Andiamo avanti. Il salvataggio del Monte avviene proprio nel giorno in cui Deutsche Bank si-
gla un accordo con la giustizia americana per chiudere i guai dell’inchiesta sui mutui subprime venduti negli Stati Uniti, apre il portafoglio e versa oltre 7 miliardi di dollari (la richiesta iniziale era di 14 miliardi). Non sono soldi del contribuente tedesco. I due piani ovviamente sono diversi, ma il fatto è politico, la crescente asimmetria tra quello che fa l’Italia (insieme a Grecia e Portogallo) e il resto d’Europa. La Spagna a suo tempo impose agli obbligazio-
na per tutto il 2017, piano che la Germania da tempo vuole tagliare. Sono piccole scintille destinate ad alimentare un corto-circuito? Vedremo. Cassa Depositi e Biscione. Al posto di Berlusconi, visti all’opera i patrioti, ci sarebbe di che preoccuparsi. La Stampa fa questo titolo d’apertura: «Mediaset-Telecom, si muove il governo». E’ la classica mossa del cavallo: se non ti posso fermare in questa casella, ti salto. Così per arginare la scalata di Vivendi a Mediaset si passa (con i soldi dello Stato) nel capitale di Telecom per mandare all’aria il piano di Bolloré che Paolo Gentiloni e Pier Carlo Padoan dovrebbe vendere la nisti di pagare. L’Italia no. E la sua quota di Telecom a OranGermania a queste condizioni ge e così evitare problemi di più che ballerine non farà mai concentrazione (già sollevati un’unione bancaria. Achtung. dall’Agcom). Davvero? Leggiamo cosa Lex Draghi. Occhio ai dettagli. Sul salvataggio del scrive Francesco Bei, un Monte ieri sulla Lex Column cronista con i controfiocchi, del Financial Times c’è un pas- ben informato sui sospiri di saggio radioattivo: ripercorren- Palazzo: «Da ambienti finando i guai della banca senese, il ziari vicini all’industriale brequotidiano britannico ricorda tone trapela infatti la notizia come l’acquisto di Banca An- di un’accelerazione nei piani tonveneta (detonatore della per la vendita di Telecom, che crisi) fu autorizzato da Mario la cura dell’ad Flavio Cattaneo Draghi («Mario Draghi, Euro- ha fatto diventare molto profitpean Central Bank president, tevole, al colosso francese delle then at the helm of the Bank of tlc Orange. Al governo italiano Italy, is among those responsi- il piano non è sfuggito – «ha luble»), dall’oggi presidente della cidato l’auto prima di venderBce che continuerà ad acqui- la», scherza uno degli uomini stare titoli pubblici dell’Eurozo- del Pd che segue da vicino la
vicenda – e la contro mossa sarebbe farglielo saltare, mettendo in campo l’unica vera massa d’urto rimasta, quella di Cassa Depositi e Prestiti. Che potrebbe entrare nel capitale di Telecom per pareggiare la quota di Vivendi, con un costo stimato in 2,5miliardi di euro». Fermi tutti, siamo a Zelig. Il risparmio postale di Cassa Depositi e Prestiti verrebbe usato per entrare in Telecom non al fine di investire e rafforzare la società di tlc, ma al solo scopo di ostacolare la scalata di Vivendi su Mediaset e salvare un asset strategico come la messa in onda di Beautiful. Questo è quanto prevede lo Statuto di Cdp? Questo sarebbe il piano geniale per fermare la scalata di Bolloré? In Parlamento (questo racconta l’articolo de La Stampa) ne parlano come se fosse la cosa più naturale del mondo. Forse è sfuggito a qualcuno il contesto in cui si svolge questa battaglia, la Borsa. Qui vale una regola che Bolloré ha capito e gli altri no, quella che teneva bene a mente John Maynard Keynes (l’economista fu anche un ottimo investitore): «Investire con successo significa anticipare le anticipazioni degli altri». Quando il finanziere bretone ha cominciato a comprare titoli Mediaset, lo ha fatto improvvisamente, in maniera rapida e spietata, subito dopo il crollo del governo Renzi, in più ondate, un classico show of force, preceduto da un silenzio dorato. La quiete prima della tempesta. Si chiama strategia, avere chiaro l’obiettivo. Il Foglio.it – List
STUDENTI E INSEGNANTI DI UN LICEO TOSCANO PROTESTANO PER LE MATERIE DELL’ESAME DI MATURITÀ
Scatta la prima rogna per il ministro Fedeli Da quando ha sostituito la Giannini a capo del Miur DI
L
GAETANO COSTA
a storia della laurea non c’entra. Stavolta, a prendersela col ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, sono gli studenti di un liceo scientifico di Pontedera, in Toscana. Motivo: la seconda prova scritta dell’esame di maturità. Per Fedeli è il primo problema da affrontare dopo aver preso il posto di Stefania Giannini nel passaggio di consegne tra Matteo Renzi e Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi. «Già dai primi giorni di scuola, tra gli studenti di quinta dei licei scientifici, circolava la voce che l’argomento della seconda prova scritta agli esami di Stato sarebbe stata fisica, e non matematica, come negli ultimi vent’anni», si legge in una nota diramata dai rappresentanti dell’istituto XXV aprile. Le indiscrezioni, col passare dei mesi, si sono trasformate in panico, dato che le simulazioni
inviate dal ministero dell’Istruzione proponevano questioni «adatte, piuttosto, a studenti del secondo anno di ingegneria», come hanno sottolineato alcuni professori universitari. Le ultime direttive nazionali dicono che, con ogni probabilità, «la materia della seconda prova scritta sarà fisica, e la difficoltà sarà quella delle simulazione già diffuse». Gli studenti, pur di far cambiare idea ai vertici del Miur, hanno aderito a una petizione sul sito Change.org. Le firma raccolte, sinora, sono più di 10mila. Nella petizione, gli studenti chiedono al ministero di evitare «di affidare l’elaborazione di astratte prove d’esame, lontanissime da quanto proposto dagli stessi libri di testo in uso nei licei, a chi non ha conoscenza delle reali condizioni di lavoro nelle scuole italiane e presti invece ascolto a chi, in quelle scuole, entra ogni giorno con entusiasmo e non merita
di essere frustrato». Dal 2015, quando a capo del Miur c’era Giannini, il ministero ha stabilito che, andando a regime i nuovi licei, fisica e matematica avrebbero dovuto alternarsi un anno per ciascuna, come greco e latino al liceo classico. Oltre agli studenti, a essere allarmati sono anche i professori. Il motivo «non risiede tanto nel fatto che la materia d’esame sia fisica anzi che matematica, quanto nella quasi certezza che il ministero proponga una prova non commisurata al programma svolto nelle classi», si legge ancora nel documento dei rappresentati d’istituto pubblicato la scorsa settimana dal Tirreno. «Pertanto, questo provvedimento si configura come un vero e proprio affronto nei riguardi degli studenti che, per cinque anni, hanno studiato con zelo e sacrificio e che desidererebbero essere giudicati sulla base di argomenti di loro competenza». Sia
per i maturandi, sia per i docenti, la materia di fisica non fa parte del programma scolastico e metterebbe in grave difficoltà i ragazzi. «Alla base di questa scelta ministeriale», proseguono gli studenti, «sta non la volontà di migliorare l’offerta formativa dei licei, bensì la riduzione di tale formazione a un’inutile e scarna memorizzazione di formule. Tuttavia, il ministero non intende mettere in discussione le sue posizioni». «Forse, dietro a un provvedimento così assurdo e autolesionista, ci sono degli interessi. Forse il ministero avrebbe dovuto provvedere a finanziare lui stesso i necessari corsi di formazione dei docenti in vista del nuovo tipo di prova, ma questi corsi sono stati posti a carico degli insegnati». Ora che Giannini non c’è più, toccherà a Fedeli risolvere il suo primo problema. © Riproduzione riservata
Sabato 24 Dicembre 2016
Helvetia Vita S.p.A. - Compagnia Italo Svizzera di Assicurazioni sulla Vita S.p.A. Sede Legale e Operativa Via G. B. Cassinis, 21 – 20139 Milano - Tel. 02 53.51.1 - Fax 02 53.72.89 E-mail PEC: helvetiavita@actaliscertymail.it - www.helvetia.it - Capitale Sociale € 47.594.000 i.v. Num. Iscriz. del Reg. delle Imprese di Milano, C.F. e P.I. 03215010962 - R.E.A. n. 1882793 Iscriz. Albo Imprese di Ass. n. 1.00142 - Iscrizione Albo Gruppi Assicurativi. n. d'ordine 031 Società soggetta alla Direzione ed al Coordinamento della Helvetia Compagnia Svizzera d’Assicurazioni SA, Rappresentanza Generale e Direzione per l'Italia - Società con unico Socio - Imp. Autor. all'eser. delle ass. sulla Vita con Provv. ISVAP n. 1979 del 4 dicembre 2001 (G.U. del 12/12/2001 n. 288)
PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE E RENDICONTO RIEPILOGATIVO DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO
Fondo S.V.
CODICE IMPRESA: 450
CODICE GESTIONE: 007
PERIODO DI OSSERVAZIONE: 1 novembre 2015 - 31 ottobre 2016 - valori in Euro PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA Alla chiusura del periodo di osservazione di osservazione prec. (31/10/2016) (31/10/2015) Importi da libro mastro1
Categoria di attività 100 101 102 103 104 105 106 107 108 150 200 201 202 203 204 250 300 301 302 303 304 305 350
Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: 17.137.358 BTP 14.150.486 CCT Altri titoli di Stato emessi in euro 897.340 Altri titoli di Stato emessi in valuta Obbligazioni quotate in euro 2.089.532 Obbligazioni quotate in valuta Obbligazioni non quotate in euro Obbligazioni non quotate in valuta Altre tipologie di titoli di debito Titoli di capitale: Azioni quotate in euro Azioni non quotate in euro Azioni quotate in valuta Azioni non quotate in valuta Altre tipologie di titoli di capitale Altre attività patrimoniali: 2.538.210 Immobili Prestiti Quote di OICR 1.902.252 Strumenti derivati Liquidita' 635.958 Altre tipologie di attività di cui: 351 Ratei 352 Retrocessione di commissioni 400 Passività patrimoniali: 401 Debiti per spese di revisione contabile 402 Debiti per spese per l'acquisto/vendita di attività -
18.352.065 15.367.355 896.906 2.087.804 2.491.468 599.137 1.892.331 -
1000 Saldo attività della gestione separata
20.843.533
1
19.675.568
al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell'articolo 8 comma 4 del Regolamento, nell'apposita sezione del libro mastro
Alla chiusura del periodo di osservazione di osservazione prec. (31/10/2016) (31/10/2015) Importi da libro mastro1 Riserve matematiche Riserve matematiche relative a contratti stipulati con le controparti di cui all'articolo 5 del Regolamento Isvap n 25/2008 Premi del periodo di osservazione relativia contratti stipulati con le controparti di cui all'articolo 5 del Regolamento Isvap n 25/2008 Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periodo di osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all'articolo 5 del Regolamento Isvap n 25/2008
19.097.718
20.086.866
*
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*
*
*
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* Non sono stati rilevati importi superiori alle soglie di rilevanza previste
RENDICONTO RIEPILOGATIVO DELLA GESTIONE SEPARATA Proventi e oneri distinti per categoria di attività 100 101 102 103 104 105 106 107 150
Importi
Proventi da investimenti A Interessi su titoli di Stato in euro Interessi su titoli di Stato in valuta Interessi su titoli obbligazionari in euro Interessi su titoli obbligazionari in valuta Dividendi su azioni in euro Dividendi su azioni in valuta Redditi degli investimenti immobiliari Altre tipologie di proventi di cui: 151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività Utili/perdite da realizzi B Titoli di Stato in euro Titoli di Stato in valuta Titoli obbligazionari quotati in euro Titoli obbligazionari non quotati in euro Titoli obbligazionari quotati in valuta Titoli obbligazionari non quotati in valuta Titoli azionari quotati in euro Titoli azionari non quotati in euro Titoli azionari in valuta quotati Titoli azionari in valuta non quotati Immobili Cambi Altre tipologie di utili/perdite di cui: 251 Utili / Perdite su altre attività finanziarie Retrocessione di commissioni e altre utilità C Risultato finanziario lordo A+B+C Spese di revisione contabile D Spese per l'acquisto e la vendita di attività E Risultato finanziario netto A+B+C-D-E Giacenza media delle attività investite
774.232 666.976 74.032 33.225 33.225 -43.029 31.824 -74.853 -74.853 731.203 9.236 1.329 720.638 20.017.880
Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione
3,60%
200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 250 300 400 500 600 700 800
Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione
Tasso realizzato
Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 1 novembre 2015 - 31 ottobre 2016
Redatto il 12 Dicembre 2016
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Sabato 24 Dicembre 2016
PRIMO PIANO
Quando Carlo III di Borbone fece di Napoli una delle capitali europee della cultura
Grande mostra al Museo archeologico Rievocati gli scavi del ‘700 di Ercolano, Pompei e Scabia DI
GIANFRANCO MORRA
C
apitale di un regno, il più grande porto d’Italia, Napoli nel Settecento trovò in un sovrano l’artefice del suo grande sviluppo. E i monumenti da lui lasciati sono ancor oggi un esempio di illuminata e anche un po’ illuministica programmazione urbanistica. La città, che certo rimpiange quei tempi, ha deciso di ricordarlo alla grande, in occasione dei 300 anni dalla nascita. E lo fa in quel luogo, che senza di lui non avrebbe ospitato tante opere d’arte della romanità, le quali ne fanno una delle mete più visitate d’Italia: al Museo Archeologico (500 mila visitatori ogni anno) si è appena aperta la mostra «Carlo di Borbone e la diffusione delle Antichità» (sino al 16 marzo, ore 9.3019.30, martedì chiuso). Il Settecento fu il secolo delle guerre di successione e spesso i sovrani cambiavano trono. Carlo fu prima duca di Parma (sua madre era una Farnese). Nel 1734 divenne re di Sicilia e Napoli, dove si trasferì, insieme con la grande collezione artistica che i Farnese aveva-
suo figlio Ferdinando IV dai regni di Napoli e Sicilia). Nella seconda metà del secolo Napoli divenne uno dei principali centri culturali della Penisola (come peraltro Parma) per la diffusione dell’illuminismo. Furono, quelli di Carlo, venticinque anni operosissimi: la sistemazione della città (piazza Dante, porto, arsenale), la costruzione di edifici di alto valore (teatro S. Carlo e il gigantesco Albergo dei poveri) e di tre regge (Portici, Capodimonte, Caserta). E, soprattutto dal 1748 i primi scavi sistematici del mondo, la scoperta di Ercolano, Stabia Ritratto di Carlo III di Borbone e Pompei nella sua Storia del reame di (oggi visitata da tre milioni di Napoli: «un deciso progresso». persone ogni anno). Di mostre se ne potevaAnche grazie ai consigli del toscano Tanucci, che al suo no allestire decine. È stata fianco lo stimolò alla duplice scelta quella che maggiormenlotta contro i baroni e contro te corrisponde alla vocazione i gesuiti (nel 1767, ormai re di di una città turistica: mostrare Spagna, fu tra i primi a espel- il contributo notevole dato da lere la Compagnia di Gesù; Carlo di Borbone alla riscopercome farà, nello stesso anno, ta delle antichità di Napoli e dei no raccolta (ora pezzo forte del Museo di Capodimonte), a Napoli, dove rimase sino al 1759. Quando divenne Re di Spagna sino alla morte (1788). Dopo la dominazione oscura degli Absburgo di Spagna e quella breve e insignificante degli austriaci, egli si distinse per riforme e innovazioni. Come ha mostrato Benedetto Croce
suoi dintorni. La risonanza di quelle scoperte influenzarono largamente la cultura artistica europea a lasciarsi alle spalle il barocco per entrare nella via del neoclassicismo. Come stava facendo Winckelmann a Roma (nato nel 1717, a lui è dedicata una mostra all’Archeologico di Firenze: «Winckelmann e gli Estruschi»). Le rovine delle città vesuviane non furono solo scoperte, ma anche divulgate in tutto il mondo. Per mezzo di calchi in gesso delle statue bronzee ritrovate. Trasferite a Madrid e Città del Messico, in gran parte sono andate perdute, ma ci rimangono molti disegni da esse derivati. Ma soprattutto Carlo creò a Portici una scuola di calcografia e una stamperia, da cui usciranno preziosi volumi con la riproduzione delle opere portate alla luce dagli scavi. Al Museo di Napoli rimangono 5000 matrici in rame, 200 delle quali sono esposte, spesso con a fianco lo stesso oggetto che raffigurano. Nell’ultima sala della mostra è rievocata la partenza di Carlo, chiamato al trono di Spagna. Secondo un aneddoto dell’epoca, in quel momento si sarebbe tolto un antico prezioso anello trovato a Pompei, che portava sempre al dito: «è napoletano, avrebbe detto, e qui
deve rimanere». Ma non solo Napoli. Le celebrazioni di Carlo coinvolgono due grandi città: Madrid e Città del Messico, che hanno allestito mostre sullo stesso argomento. Oggi, grazie ai progressi della tecnologia informatica multimediale, è possibile collegare ciascuna delle tre sedi con le altre due. Attraverso la figura di un sovrano attivissimo e amante delle arti, le tre mostre rievocano uno dei tesori del nostro paese, oggetto di visite turistiche preziose e crescenti, da quando, negli ultimi anni, qualcosa è stato fatto per valorizzarlo. Ma certo quella del Museo Archeologico di Napoli offre tanto di più: la possibilità di gustarvi una quantità enorme di statue, pitture, oggetti tutti originali. Gli scavi iniziati da Carlo continuarono col nuovo sovrano Ferdinando IV e con l’«usurpatore» Gioacchino Murat. Ormai Napoli, anche grazie alle stupende edizioni esposte nella mostra, era divenuta una delle città obbligate del «Grand Tour». Goethe vi si fermò a lungo, nella discesa verso la Sicilia e nel ritorno. Quando, il 13 marzo 1787, giunse in visita a Pompei, ne rimase estasiato: «Molte sciagure sono accadute nel mondo, ma poche hanno procurato altrettanta gioia alla posterità». © Riproduzione riservata
IN CONTROLUCE
Giancarlo Perna, con le sue doti di miniaturista e di cesellatore condensa, in sole 400 pagine, cento vite di persone famose DI
N
DIEGO GABUTTI
essuno, neppure Lawrence d’Arabia o Alessandro Magno, merita davvero una biografia di 600 pagine. Giusto l’Ebreo errante, o qualche immortale da fumetto in circolazione fin dai tempi preistorici, merita qualcosa di più (ma non molto di più) d’un ritratto di poche righe. Persino Guerra e pace, secondo Jorge Luis Borges, sarebbe venuto meglio se Tolstoj, invece di dilungarsi per un migliaio di pagine, si fosse limitato alla misura d’una novella breve, anzi brevissima, otto-dieci pagine al massimo. Come sa bene Giancarlo Perna, miniaturista e cesellatore infaticabile, nonché giornalista di classe e autore di queste feroci e avvincenti Cento vite, alle persone (grand’uomini compresi) non succede mai niente. Prima e dopo la grande impresa, e spesso anche durante, anche i generaloni e gli scienziatoni sono in balia del tran tran, come tutti noi. Tranne la volta in cui a qualcuno capita di fondare una religione, di sbarcare per primo sulla Luna, di scrivere la Divina Commedia o Il Circolo Pickwick, d’inventare l’iPhone, di scalare l’Everest e di conquistare la Gallia, le vite sono quel che sono, più o
di Warwick. Suo padre era un macellameno eguali per tutti, quale più ricca io, e mi hanno raccontato tempo fa alcud’eventi, quale più modesta. Aneddoti e ni suoi vicini di casa che da ragazzo egli piccoli particolari a parte, naturalmenabbia fatto il mestiere del padre, ma te. Un biografo serio – anziché perdere che ogni volta che uccideva un vitello tempo e consumare inchiostro esaltanlo faceva in stile grandioso e pronundo il grand’uomo, come un giornalista ciava un discorso». Cammeo biografidel Fatto quotidiano quando parla di co di John Aubrey, miniaturista del Beppe Grillo o d’infallibili magistrati Settecento e autore d’un libro immormanettari – si concentra sul particolare tale, Vite brevi eloquente e sidi gnificativo. Un d uomini eminenti, Adelphi piccolo partin Ecco in ritratto perfettamente 1977 e 2015, la colare scelto somigliante in sole 316 battute: biografia sincon cura comb «Mr William Shakespeare era nato tetica di Will pendia il quid t a Stratford sull’Avon nella contea di Shakespeare è d’una persona S Warwick. Suo padre era un macellaparente stretta più che la stop di ria dettagliata d quest’altra, io, e mi hanno raccontato tempo fa opera di Giane minuziosa o alcuni suoi vicini di casa che da racarlo Perna, dell’intera sua c gazzo egli abbia fatto il mestiere del autore di rivita. Di regola a padre, ma che ogni volta che uccidetratti non meno sono gli anedt va un vitello lo faceva in stile granfulminanti e doti divertenti, f memorabili: le osservazioni dioso e pronunciava un discorso» «Se il Nostro che sgombrano « usciva dalla il campo dalla u sua casa del New England, era per anretorica e dalla monumentalità, a dedare a insegnare letteratura al Wellecifrare con maggiore esattezza e perspisley College, università esclusivamencacia il personaggio e la sua storia. te femminile, tra le poche rimaste al Prendete questo ritratto perfetmondo. Le studentesse appartenevano tamente somigliante in sole 316 bata famiglie danarose. Erano quindi, setute: «Mr William Shakespeare era condo copione, pretenziose, smorfiose nato a Stratford sull’Avon nella contea
e, data l’età, spesso piccanti». Questi particolari ritratti – che uscivano anni fa sul Giornale che fu di Montanelli, anche lui messo in posa da Perna nelle vesti d’amante segreto di Maria José di Savoia – finivano ogni volta con un «chi è?» (l’insegnante di letteratura con un debole per le fanciulle in fiore è naturalmente Vladimir Nabokov, scrittore russo e maestro della lingua inglese, autore di Lolita). Era un espediente giornalistico un po’ così. Ma chi sono io per criticare? Indovinate, dunque, chi fu «lo studioso accanito ma disonesto», un «personaggio asociale incapace d’integrarsi a Londra dov’era rifugiato» che «virgolettava inventando, accorciava le citazioni per limitarle alle parti che gli facevano comodo e ometteva quelle scomode»? O chi era il tizio che «faceva il camionista per aiutare la famiglia e nel tempo libero cantava, accompagnandosi con la chitarra», che «cadde in depressione, si riempì d’anfetamine, ingrassò malamente, s’ammalò di cuore» e che «a 37 anni era morto. Sempre che lo sia» davvero? Giancarlo Perna, Cento vite. Con il punto interrogativo. Quiz colti per appassionati di biografie, Clichy 2016, pp. 408, 15,00 euro. © Riproduzione riservata
Sabato 24 Dicembre Dicembr 2016
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Potrebbe capitare perché chi ha preso più voti è stato sospeso da una condanna di due anni
Una donna musulmana come premier In Romania, un paese diviso a maggioranza ortodossa da New York ALBERTO PASOLINI ZANELLI
E
uropa mai tanto varia da quando è unita. Il più fantasioso degli esperimenti (e il più «coraggioso» date le coincidenze) potrebbe diventare realtà da un’ora all’altra e nemmeno probabile nel Paese. Un primo ministro di religione islamica è sul punto di assumere il potere in una terra, la Romania, che nella sua lunga e tormentata storia ne ha viste davvero di tutti i colori ma non si era mai spinta tanto in là. Le ultime elezioni hanno portato a un capovolgimento fra maggioranza e minoranza. Il governo di centrodestra, al comando nell’ultima legislatura, è stato sconfitto dal risorgente Partito socialdemocratico, che ha ottenuto il 45 per cento dei voti e la maggioranza dei seggi assieme al suo alleato liberaldemocratico. Tutti aspettavano dun-
que che il leader del partito più forte, Liviu Dragnea, fosse incaricato di formare il nuovo governo. Ma Dragnea non può farlo perché sta scontando una condanna a due anni di carcere sotto accuse di brogli elettorali. Egli deve aspettare prima di tornare al timone e nominare dunque un premier di temporanea emergenza. Tutti si aspettavano dunque che passasse la mano al numero due della socialdemocratica. E lui lo ha fatto. Scegliendo però un personaggio inatteso. La Romania è un Paese fortemente nazionalista, anche a causa della sua storia tormentata; che lo ha visto oscillare fra domini estranei, guerre civili che hanno lasciato alla storia l’esperienza e il mito di Dracula e delle sue crudeltà, di una lunga lotta contro il dominio turco e un’amministrazione dai turchi affidata ai greci, ostilità tenaci nei confronti dell’Ungheria e della Russia, un regime filona-
zista, un totalitarismo sovietico semisecolare, la colorita dittatura di Ceausescu poi perfino un governo affidato all’ex re. La Romania è un Paese fondamentalmente di religione ortodossa, con una presenza attiva delle minoranze: l’attuale presidente della Repubblica, Klaus Iohannis, è un tedesco della Transilvania, protestante. E adesso deve decidere se affidare la guida del governo a un politico ancora più «originale» e sperimentale. Si chiama Sevil Shhaideh. È una donna. È musulmana. Etnicamente è una tartara che ha sposato un siriano. Ce n’è abbastanza per suscitare qualche polemica e soprattutto un certo stupore. Ha poco più di 50 anni, ma ha una certa esperienza politica e addirittura di governo: nella precedente incarnazione socialdemocratica è stata per sei mesi ministro per lo sviluppo regionale, sempre molto vicina poli-
ticamente a Dragnea. Ma non il suo atteso successore. Tutti si aspettavano che quest’ultimo proponesse un interim con la prospettiva di continuare a dirigere gli affari di governo fino alla sua «riabilitazione». I socialisti non sono abituati a vincere, i romeni lo sono ad essere accusati di una versione locale del nazionalclericalismo, chiamato a Bucarest «ortodossismo» e la migliore difesa, deve avere pensato Dragnea, è portare avanti una donna tartara, musulmana e sposata con un siriano. La signora Shhaideh è considerata più una manager che una donna di partito politico. È una economista che per molti anni ha ricoperto incarichi burocratici in una amministrazione regionale, a Costanza, un porto sul Mar Nero. Ha delle proprietà, ma in Siria. Dalla sua ha dei precedenti nel mondo islamico: Tansu Ciller fu, vent’anni fa, il primo premier femmina della Turchia e Atifete Jahjaga
è stata presidente del Kosovo per cinque anni e fino a pochi mesi fa. Ma i precedenti non sembrano rassicurare l’opinione pubblica in un momento in cui le tensioni sono forti in Europa a causa delle ondate di immigranti dal Medio Oriente. I tartari, tuttavia, sono conosciuti per la loro moderazione religiosa, per un islamismo moderno, più noto nella sua versione della Crimea, dove costituiscono la minoranza più forte dopo gli ucraini. Sevil Shhaideh, tra l’altro, ha sempre girato a capo scoperto, il che dovrebbe o almeno potrebbe tranquillizzare le ansie antislamiche. Dopotutto i precedenti non mancano in Europa e nel mondo. Il sindaco di Londra è da quasi un anno musulmano, ministri di quel background religioso sono da tempo una presenza tradizionale nei governi francesi. E forse il nuovo leader del Partito democratico Usa potrebbe essere un musulmano. Pasolini.zanelli@gmail.com
RITORNA DI MODA, NEI FATTI, LA TESI CHE IL POVERO, IL MALATO È COLPEVOLE DEL SUO STATO
Contro la tesi che il povero se la meriterebbe Un economista della Lumsa rispolvera adesso il Libro di Giobbe DI
L
GOFFREDO PISTELLI
uigino Bruni, ascolano, classe 1966, insegna alla Lumsa di Roma, dove è ordinario di Economia politica, ma ha portato da poco in libreria, per le Edizioni Dehoniane di Bologna-Edb, La sventura di un uomo giusto. Una rilettura del libro di Giobbe. Domanda. Professore, che c’azzecca lei, uno studioso dell’economia, dell’economia civile certo, con un personaggio biblico? Risposta. Ma il Libro di Giobbe è un’opera straordinaria, delle più belle. In ebraico, poi, è un pezzo di letteratura, è una trama di bellezza. D. Capisco, ma serve all’oggi? R. Ha ispirato arte e letteratura. Le dico di più: non possiamo capire oggi, fino in fondo, Leopardi, Dostoevskij, lo stesso Kafka, se non capiamo quel libro. D. Ci siamo distratti, nei decenni, dunque. R. Ma perché guardiamo la Bibbia con uno schema, imprigionati in un a priori: che si tratti, cioè, solo di faccende religiose. D. Non lo sono? R. Certo, che sì. Ma sono anche antropologiche: il Libro di Giobbe, ma anche il Qoelet, e i Profeti sono anche testi della grande saggezza umana. D. Qual è, professore, l’attualità di quel pensiero? R. Il grande tema è la distinzione fra la povertà, o per meglio dire la sventura, di una persona, dalla sua colpa. Nella religione «economica» di quel tempo, il povero, il malato, era colpevole in quanto tale. E così la sventura era doppia: era la maledizione di Dio, un’ingiustizia pazzesca. D. Invece Giobbe?
R. Giobbe è il tentativo di dire che lo sventurato non è ingiusto e viceversa. Lui, Giobbe, finito in malora, deprivato di tutto, senza colpa alcuna, chiede conto a Dio, lo chiama a processo, gli chiede perché esiste il dolore degli innocenti: «Se non sei un idolo, spiegami». Alla fine, quasi sfinito, è tentato di credere anche lui che sia così, come gli dicono i quattro amici che cercando di convincerlo, in realtà i suoi carnefici D. Sta quasi per chiedere il rito abbreviato, si direbbe oggi. R. Sta quasi per patteggiare, infatti, ma resiste, va avanti fino in fondo a chiedere. D. E Dio risponde. R. Sì, arriva nel processo, ma è meno interessante delle domande incessanti di Giobbe. Infatti gli studiosi hanno successivamente spiegato che si tratta di un lavoro redazionale ex-post: i rabbini aggiustarono il finale, con Dio che arriva e rimette in riga l’impudente. In realtà, il vero Libro di Giobbe terminerebbe proprio senza la risposta di Dio, aperto a tutte le risposte. D. Una rivoluzione, in certo qual modo. R. Una rivoluzione antropologica, una storia di un’umanità pazzesca, che noi moderni abbiamo a lungo dimenticato, malgrado poi il Vangelo avesse detto cose che, senza Giobbe, non si potevano capire fino in fondo. Pensi all’episodio del cieco nato. D. Gli apostoli chiesero a Gesù se avesse peccato lui o sui genitori, per quella disabilità. Ma qual è l’attualità del pensiero di Giobbe, professore. Perché rileggerlo oggi? R. Ora, non voglio certo strumentalizzare i libri antichi, ma vedo nel capitalismo post-moderno un grande ritorno di quella religiosità economica del tempo di Giobbe.
D. In che senso? R. Si fa strada il pensiero che i poveri siano colpevoli, dei pigri fannulloni e che, pertanto, anche l’idea di un welfare universale sia sbagliata. D. Da Giobbe è tanta strada. R. Lo so, ma ci pensi. È il pensiero che deriva direttamente da un certo calvinismo nord-americano e che si va diffondendo anche in Europa, per cui la globalizzazione è diventata una sorta di religione e i poveri sono tali per colpa loro. Una certa idea di meritocrazia vuol colpevolizzare il povero, in quanto demeritevole. Alla fine dal pensiero di Giobbe deriva una critica a questa mentalità. D. Spieghiamolo bene. R. Giobbe è uno che si trova nel letame, solo e malato, senza alcuna colpa: gli accade, per sventura. E questa ideologia della meritocrazia, spesso, sostiene il contrario: con una certa spocchia fa un discorso sul merito che non è mai dalla parte di poveri. D. Professore, ma il contrario della parola meritocrazia è, spesso, la parola «ingiustizia», il luogo dell’abuso e dell’arbitrio. R. La parola meritocrazia è una bella parola. Tutti vorremmo che il nostro stipendio, o i voti nei compiti a scuola, fossero all’insegna della razionalità, fossero un rapporto fra merito e performance. Anzi potremmo dire che è un’esigenza di razionalità del mondo. D. E la sua critica? R. È che occorra spezzare l’idea che l’uomo ricco, di successo, sia di per sé meritevole e che si usi la meritocrazia come legittimazione nei luoghi alti del potere. Legittimare, di volta in volta, chi comanda. Ovviamente non mi riferisco al settore pubblico, dove la rivendicazione del merito è necessaria. D. E dove l’assenza del merito è
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spesso clamorosa. R. Sì, ma è appunto uno dei casi, che dicevo prima: uno non critica il merito per lodare i demeritevoli e i fannulloni. Se il mestiere dell’intellettuale, oggi, ha ancora un senso, è quello di dire cose scomode. D. Le dica. R. Certo. E allora chiedo: che ne facciamo dei demeritevoli? Li mettiamo nei centri di recupero? Li scartiamo? D. Un altro grande tema che lei individua in Giobbe è la giustizia. R. Giobbe dice una grande verità: esiste la sventura. Ci sono cioè dei fatti che producono grandi danni a noi stessi e alle nostre famiglie e che non vanno ridotti al contratto: c’è qualcosa che ci accade, cioè, e che non è frutto del nostro impegno. Questo è un messaggio importante per il nostro tempo: non c’è sempre una giustificazione morale, del tipo «chissà cosa ha fatto». D. Giobbe è il giusto innocente. R. Lo sventurato che non ha fatto niente di male. La giustizia negata. Giobbe dice: «Non è colpa mia». Ai suoi amici, che lo attaccano volendo fargli ammettere che c’è un ordine nell’universo, che vogliono fargli riconoscere una giustizia ultima ma a lui invisibile, Giobbe si ribella: «Se Dio è questo Dio, preferisco essere ateo. Non voglio credere». Giobbe sfiora l’ateismo. Lo dicono gli esegeti che i redattori successivi hanno emendato i passi troppo scandalosi: Giobbe arriva quasi a dire che Dio non c’è, se è un Dio che permette il dolore innocente. Meglio che non ci sia, se dovesse essere un mostro. D. Un giudizio duro. R. No, nel canto di Giobbe c’è una grande speranza: un Dio possibile. Moderno, se vuole, per un mondo che rifiuta la religiosità semplice. . twitter @pistelligoffr
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ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
L’ economia va bene, l’inflazione è domata, occupazione ai massimi. C’è euforia, insomma
Germania: mai consumato così A ruba il cibo italiano. Esaurite le scorte di Prosecco
I
da Berlino ROBERTO GIARDINA
mercatini di Natale, centinaia dalla Baviera al Baltico, hanno chiuso ieri. Probabilmente, a causa della strage di Berlino, gli standisti avranno guadagnato meno dell’anno scorso, con würstel, frittelle, zucchero filato e vin brulée. Nel 2015, sfiorarono i 5 miliardi di euro. Ma lo shopping natalizio, secondo le previsioni dell’Handelsverband, l’associazione dei commercianti, riportate dalla Frankfurter Allgemeine, batterà ogni record. Il commercio al minuto supererà per la prima volta i 90 miliardi di euro, arrivando a 91,1, di cui ben 50 incassati nel mese di dicembre. Cioè un aumento del 3,9% rispetto all’anno scorso, con buona pace degli esperti europei che accusano i tedeschi di essere avari, di spendere poco e di importare meno di quanto dovrebbero.
Non ci sono ancora dati al riguardo, ma a Berlino, nei grandi magazzini o nelle boutiques si preferiscono le marche straniere, le firme italiane e francesi, i rossi di Toscana e di Borgogna, prosciutto di Parma e spagnolo Pata Nero, le scorte di prosecco sono esaurite. Consumi, ovvio, che non bastano alla nostra bilancia dei pagamenti. I tedeschi sono presi dalla febbre dello shopping perché la situazione economica è rosea, mai tanti occupati, mai così pochi i disoccupati, mentre salgono i salari, e i prezzi rimangono costanti. Aumentano anche le pensioni, in percentuale uguale per le alte e per le basse. Tutti i sondaggi dall’inizio del mese, il clou delle feste è il sei dicembre, San Nicola, Sankta Klaus, cioè Babbo Natale, confermano che i tedeschi vogliono spendere di più per i regali, di solito oggetti utili. In media l’aumento sarà del 4%. E la media a testa sarà di
stribuito lo scorso martedì, 2 milioni di pacchetti, 300 mila all’ora, se si escludono quelle notturne. Traffico bloccato, bidoni della spazzatura traboccanti di cartoni e carta d’imballaggio. Questo spiega perché, a prima vista, le vie commerciali non sembrano troppo affollate. Si ordina via internet. E si va di più al ristorante, disposti a spendere nei locali alla moda: in media 47 euro a testa, oltre il 9% in più rispetto al 2015.
Shopping natalizio record in Germania con 50 miliardi, +3,9% sul 2015 477 euro. La catena di profumerie Douglas aspetta il rush finale per stilare il bilancio: di solito negli ultimi due giorni prima di Natale incassa più che nell’intero mese di agosto. Lo stesso avviene, ed è un bel dato, per i libri: e in Germania non abbondano i libri strenna, belli e vuoti. I cinema sono pieni senza panettoni natalizi, l’opera e i teatri di prosa
ACCORDO FRA IL PARTITO DELLA LIBERTÀ AUSTRIACA E RUSSIA UNITA
L’estrema destra austriaca si allea con il partito di Putin DI
ANGELICA RATTI
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colonna di Putin in Europa», ha dichiarato il deputato ecologista Karl Öllinger a Le Monde. Un affronto verso la cancelliera tedesca Angela Merkel, in campagna elettorale per la propria rielezione, che ha giocato tutta la propria influenza a Bruxelles perchè la Ue rinnovasse le sanzioni economiche alla Russia, prese nel 2014 all’indomani del conflitto con l’Ucraina. Inoltre, l’accordo arriva proprio mentre Donald Trump negli Usa e François Fillon in Francia lavorano per un riavvicinamento con Mosca.
olte formazioni politiche europee strizzano l’occhio al capo del Cremlino, ma ora per la prima volta il partito di Vladimir Putin, Russia Unita ha siglato un contratto di alleanza con un partito di estrema destra di un paese Ue. Lunedì 19 dicembre, secondo quanto ha riportato il quotidiano Le Monde, il partito della libertà austriaco (Fpö), capitanato dal leader Heinz-Christian Strache, e Russia Unita hanno firmato a Mosca l’accordo che sancisce i legami di amicizia fra i due partiti che datano da lungo tempo. Norbert Hofer, candidato dell’ Fpö alle elezioni presidenziali austriache del 4 dicembre, ma uscito sconfitto dalle urne, faceva parte della delegazione austriaca a a Mosca per siglare l’intesa con il partito di Putin messa in piazza attraverso Facebook. Il testo, in dieci punti, è stato reso noto dal quoManifesti con l’immagine di Norbert tidiano austriaco Kronen Hofer il 1° dicembre a Vienna Zeitung. L’accordo è valido per i prossimi cinque anni e prevede una partnership stretta a più livelli. I due partiti si impegnano a condividere le informazioni su questioni che riguardano la Federazione della Russia e la repubblica d’Austria e le relazioni bilaterali internazionali. Collaboreranno per potenziare l’educazione dei giovani in uno spirito di patriottismo. «L’accordo fa dell’ Fpö la quinta
Stringendo rapporti con la potente estrema destra austriaca, che ha ottenuto il 46,2% dei voti alle presidenziali, il miglior risultato dalla seconda guerra mondiale, il premier russo Putin intende mettere in luce i rapporti con l’Fpö tessuti durante gli ultimi otto anni. Nella Ue, l’Fpö è una delle formazioni che ha i migliori rapporti con Mosca. Nel 2014 l’estrema destra austriaca ha approvato l’annessione della Crimea e inoltre non smette di chiedere la fine delle sanzioni contro la Russia. Il partito socialdemocratico austriaco auspica che questa alleanza non sia un primo passo per l’Fpö a farsi finanziare da Mosca, cosa che sarebbe ritenuta scandalosa, dopo che già nel 2014 il partito dell’estrema destra austriaca si era fatto prestare 9 milioni dal Fronte nazionale francese attraverso una banca russa. © Riproduzione riservata
esauriti nei giorni di festa fin da ottobre. Un boom che non va sempre a vantaggio dei piccoli negozi. A attirare i clienti sono le grandi catene commerciali, e le vendite online aumentano. Il 27 % delle vendite via internet avviene negli ultimi due mesi dell’anno. La Dpd, società di consegne a domicilio, ha di-
Aumentano le vendite di mobili e di gadget elettronici, mentre sembra in calo il settore di abbigliamento. Nelle vetrine si offrono già i primi saldi (che non sono vietati), anche se il Winterschlussverkauf, il saldo ufficiale invernale, partirà a gennaio. Secondo l’Handelsverband la spinta consumistica dovrebbe continuare senza flessioni per le prime settimane del nuovo anno. © Riproduzione riservata
Il lutto nazionale finirà il 6 gennaio
A Cuba, Natale senza la salsa all’anno prossimo per tutte le attività culturali e musicali. Cuba, dopo la morte di Tuttavia, nelle strade della Fidel Castro, il 25 no- seconda città del paese la muvembre, il lutto nazio- sica manca enormemente alla nale è stato prolunga- popolazione, E questo accadeva to fino al 6 gennaio. E dunque già qualche giorno dopo l’inizio per tutte le vacanze di Natale, del lutto. Non è mai successo i cubani non potranno ballare che nelle strade di Cuba non si la salsa. Dovranno osservare sentisse la musica. E le rarissiun lungo lutto musicale fino a me rappresentazioni culturali giorno della Befana compreso. si tengono in sordina. Ecco che la mancanza Le orchestre di musica si di strada tactrasforma in ciono. E in un un dramma paese dove nazionale in la musica è un paese che onnipresenè sopravviste e fonte di suto grazie reddito quealla musica sto lutto è onnipresente vissuto come nell’ambienun dramma te quotidianazionale. La La mancanza di musica no. Nella case musica regper il lutto nazionale è vissuta della cultura, gae, adorata come un dramma a Cuba i lavoratori dai giovani, è invisa ai dirigenti che si occu- disoccupati aspettano di sapepano della cultura nel partito re come dovranno comportarsi comunista ed è stata mandata per le feste di fine anno. Fidel all’inferno. Nell’isola, il rumo- ha sempre privilegiato la culture dei motori delle vecchie auto ra, e ha avuto un bell’omaggio, americane, le Almendrones, ma il lutto nazionale non pocome vengono chiamate dai trà prolungarsi per tutto l’anno turisti, sono l’unica sinfonia prossimo perché senza la loro autorizzata. Gli abitanti di musica prefertita le famiglie Santiago, dove è sepolto Fidel, cubane potrebbero provocare avrebbero chiesto il prolunga- una rivoluzione. mento del lutto nazionale fino © Riproduzione riservata DI
GIOVANNI GALLI
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Sabato 24 Dicembre Dicembr 2016
PRIMO PIANO
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PERISCOPIO
COMMENTI È Natale. Pasqua, secondo la Questura. Claudio Cadei Il killer di Berlino ucciso a Milano da un poliziotto in prova: «Bravo, ma non possiamo assumerti». Filippo Merli
Prendiamone coscienza, però L’assassino di Berlino, Anis Amri, è stato ucciso a Sesto San Giovanni dalla Polizia italiana. Credo di non essere il solo ad aver tirato un sospiro di sollievo nel sentire questa notizia. Mi sono però fermato a pensare, un paio d’ore dopo, a quanto sia sceso il livello di percezione della giustizia in Italia e in tutti i paesi occidentali. Un tempo avremmo detto: prendetelo vivo e facciamogli un regolare processo. Oggi, davanti al livello di barbarie cui questi terroristi ci fanno assistere quasi quotidianamente, pensiamo, senza vergognarci, che alla fine uccidere questi criminali non sia poi un male per l’unamità. Insomma, l’illuminato occidente ha virato serenamente verso l’occhio per occhio, dente per dente. L’importante è che se ne prenda coscienza. Carlo Olivi
DI
PAOLO SIEPI
Moccia a processo per evasione fiscale. Non pagava l’Iva sui lucchetti? Antonio Satta. MF. Formigoni condannato a sei an anni. Per la comunione si può fare anche subito, per la liberafa zione bisogna aspettare l’appello. zio MF. M dal carro di Renzi quando lui coSono sceso da minciava a vincere. Mario Adinolfi, leader del Popolo della famiglia. Libero. Finalmente finita la Salerno-Reggio Calabria. Il dolore di centinaia di pendolari, che ora dovranno trovare altre scuse con la moglie. MF. A passi di gatto la gioventù se ne va. Gesualdo Bufalino, Il malpensante. Bompiani, 1987. Adesso anche Berlusconi sostiene il reddito di cittadinanza: ma quanti soldi ha voluto Veronica? MF.
Due pesi e due misure Dopo le stragi di Parigi, su facebook in migliaia si tinsero la faccia di bianco rosso blu, e scrissero je suis Charlie, o je suis Paris. Non mi piacque, ma ero in minoranza. Oggi, dopo la strage di Natale, non vedo bandiere tedesche rosso nero oro, e nessuno scrive Ich bin ein Berliner, imitando John Kennedy. Una prova di serietà? O i tedeschi vittime suscitano meno compartecipazione? Roberto Giardina
Poletti non ha certo la loro forza Ho letto la bellissima lettera della divina Martina al ministro del lavoro Poletti. Peccato che pochi italiani abbiano (mi scusi) le palle che ha lei. O che ha la mia nipotina diciassettenne, Asia, da sola in California a fare il quarto anno di liceo con un inglese che ha imparato da sola. W le nostre stupendissime, favolose, coraggiose, adorate ragazze che se la sfangano da sole in paesi diversi da loro e lontani. Piera Graffer
Il Natale sarebbe meglio d’estate Il Natale al 25 dicembre non serve a nulla. L’hanno messo lì perché all’epoca, nella civiltà contadina, il lavoro nei campi era fermo. Oggi, nella civiltà postindustriale, quella data non ha senso. Dovrebbe essere spostato di 6 mesi, al 25 giugno. Almeno, in quei giorni, le giornate sono calde e lunghe. Tanto quando è nato Gesù non lo sa veramente nessuno e ad Haifa la neve non è mai caduta. Buon Natale a tutti. Andrea Tribulini
L’abito non fa il monaco Una via del centro di Milano, all’ora di pranzo. Il signore era elegante. Sulla settantina. Vestito con ricercatezza e snello. Era appoggiato di schiena ad una recinzione metallica con una scarpa appoggiata su un basso muretto. Parlava al cellulare. Passandogli vicino, mi scappa di sentire che cosa dice: «Sono proprio contento» confida al suo interlocutore «perché questa mattina sono riuscito a scrivere il mio pezzo sull’Immacolata concezione». C’è poco da fare. L’abito non fa più il monaco. Corrado Fantigrossi
Trump? No, grazie. Vado? Non vado? Pur di averlo alla festa del 20 gennaio per l’inaugurazione del suo mandato presidenziale Trump non guardava a spese. Già lo aveva avuto, nel 2010, nel suo lussuoso resort in Florida. La tentazione era forte, ma i fan del prestigioso tenore hanno sùbito creato il gruppo-social «Boicotta Bocelli». Alla fine non ha accettato. Egli conosce benissimo il mondo della cultura e dello spettacolo, che, soprattutto in Italia, non è più in mano ai comunisti, ma è ancora dominato da una intellighenzia di sinistra prevaricatrice, esclusivista e vendicativa. Pronta al ricatto e a farla pagare. Troppo facile fare del moralismo, Boccelli è solo uno che ci vede benissimo. Gianfranco Morra
Il Corriere della sera ha accompagnato la mia vita di bambino. Mio nonno lo leggeva ogni giorno dalla prima all’ultima riga. È stato lui a trasmettermi questa passione. E forse, chissà, è stato allora che ho cominciato a sognare gnare questa avventura. Nulla accade se non l’hai sognato prima. Urbano Cairo. Corsera. All’annuncio del governo secondo cui d’ora in avanti, nella scuola pubblica, gli insegnanti verranno reclutati in base al merito e non all’anzianità, difficilmente seguiranno i fatti. All’origine di questa (triste) vicenda della sottovalutazione delle scuola c’è la Dc, il partito dominante per oltre quarant’anni. Alla Dc gli italiani devono gratitudine perché sbarrò la strada del governo al partito comunista (alleato dei sovietici ai tempi della guerra fredda) ma non per il modo in cui trattò le istituzioni, scuola per prima. La Dc, un partito antiborghese, prese una istituzione dignitosa, la scuola pubblica, creata dall’Italia liberale e non particolarmente danneggiata dalla dittatura fascista, e, soprattutto a partire dagli anni settanta, ne fece oggetto di una politica dissennata, la trasformò in una macchina per la produzione di «posti» ove collocare giovani diplomati e laureati a prescindere da qualsiasi verifica sulla loro preparazione. Angelo Panebianco. Corsera. Finiti gli spettacoli, avevo preso l’abitudine di tirare l’alba pr imitando per gli amici Gianni im Bongiovanni, il padrone del DerBo by. Lui era una caricatura. Non si by capiva un cazzo di ciò che diceva. ca Bongiovanni, stasera qual è la scaletta? Signor Bongiova dunque, praticamente, che E llui: i «Cioè, Ci è allora, ll ore sono adesso? Uno schivas, presto, che ci ho la gola tuta de là». Per schivas intendeva un whisky Chivas Regal. «Allora, com’e-la? Se io, se io... Ma ce l’avete l’agibilità? È per la pensione». Nessuno aveva il coraggio di prenderlo in giro. Essendo un dio, era come bestemmiare. Io me ne sbattevo e tutti ridevano. Pozzetto nel 1974 mi volle con queste puttanate a Canzonissima, accanto a Raffaella Carrà. A me sembrava matto. Massimo Boldi. (Stefano Lorenzetto). Panorama. Aver fatto studi che non sono poi il tuo destino (nel caso mio, economia), ti aiuta a essere meno talebano nel tuo lavoro. Per talebano intendo quelli che dicono: la letteratura è la cosa più importante del mondo, il cinema uguale. le. Invece tu, che sei stato indottrinato dall’Amodeo dall suo d ed manualone, hai imparato che le cose serie sono la partita doppia, l’economia politica, e mantieni sempre un distacco verso la letteratura, la consideri un gioco. Quando mi chiamano artista
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o maestro, io rimango scettico e me la rido un po’. Non ci credo fino in fondo. Paolo Sorrentino, regista. (Antonio D’Orrico). Sette. Carlo Emilio Gadda era imbranato e profondamente convinto na che un gesto poco convenzionale ch avrebbe prodotto catastrofi inav governabili. Esigeva che il suo go ordine mentale fosse al riparo or dall’imprevisto. Tanto la sua lingua era ricdall’imprevisto ca di invenzione invenzion e vitalità quanto la sua vita doveva essere povera di eventi. Piero Gelli, già editor Garzanti, Einaudi e Rizzoli (Antonio Gnoli). la Repubblica. Il gerenziario, nei giornali, contiene l’elenco quasi completo di tutti i collaboratori di una pubblicazione. L’elenco dei giornalisti è, alle volte, preceduto da quello dei membri del consiglio di amministrazione. Capita, alle volte, che si continui a trovare nel gerenziario il nome di un collaboratore che non collabora più da molto tempo. Philippe Bouvard, Je crois me souvenir... J’ai Lu, 2013. L’equipaggiamento dei soldati italiani per la campagna di Russia risultò ridicolo. Per l’azione anticarro, c’erano i pezzi del 47 che l’a non servivano. Abbondavano solo i muli, quinn dicimila, che servivano ben poco. C’erano i fudi cili modello 91. Con quell’equipaggiamento si ci arrivava alla tragedia di fronte ai parabellum, ar ai valenti, ai carri armati grandi come locomotive. Italo Pietra, I grandi e i grossi. m Mondadori, 1973. M Mentre la gente cominciava a sfollare, il segretario del fascio chiamò a sé una magra e curva vecchietta, vestita di nero, con una medaglia di bronzo al petto. La presentò a Giulio come la madre del glorioso unico caduto di Argenziana in terra d’Africa. La vecchia aveva gli occhi umidi e biascicava qualche parola in dialetto. Era chiaro che, nelle vesti di madre dell’eroe, non si trovava a suo agio. Luigi Preti, Giovinezza, giovinezza. Mondadori, 1964. Irene tiene i capelli neri e corti, e il naso a punta. Il corpo è asciutto, pure un poco muscoloso. E sotto l’ombelico spicca la cicatrice tonda di quando l’hanno sparata. S’infila una canotta, il pantalone della tuta e un paio di scarpe da ginnastica. Un ultimo sbadiglio, poi esce dalla camera. In silenzio attraversa la stanza da pranzo e apre la porta di casa. Andrej Longo, L’altra madre. Adelphi. Una volta c’era una città grande e lunga, soleggiata o piovosa nei giorni giusti, che noi chiamavamo Bologna e ancora oggi, se desideri ricordare un posto che non c’è più, c’è chi dice quel nome e ti torna in mente una città grande e lunga, soleggiata o piovosa. Pupi Avati, Gli amici del Bar Margherita. Garzanti, 2009. Abito in casa con un fratello della mia età che ha la testa quadra. Nel vero senso della parola. Siccome esce poco di casa, ieri l’ho fatto venire a ritirare da un circo. Tu dirai: «Non mi sembra corretto». Lo so, amore, ma così si sveglia un po’. Se tu però non vuoi che il tuo futuro cognato faccia il cretino presso un circo vado a farmelo dare indietro. Maurizio Milani, scrittore satirico. Il Foglio. Un piccolo topo ritorna dalla luna. E dice alle sue amiche: «Torno dalla luna, è come a un enorme gruviera, è piena di buchi dapu pertutto e non c’è un topo». Coluche, Elle p est e courte mais elle est bonne! Le Livre de d Poche, 2000. Fra amiche. «Cara mia, tutti gli uomini sono uguali». «Scusa, ma se sono tutti uguali perché li cambi così in fretta?». Gino Bramieri, Barzellette. De Vecchi Editore, 1977. © Riproduzione riservata
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Sabato 24 Dicembre 2016
ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Venivano realizzati documenti taroccati per l’ingresso negli Stati Uniti e nell’area Schengen
Ghana: ambasciata Usa falsa Vi operava, da dieci anni, la malavita locale e turca DI
JAMES HANSEN
A
leggere del Ghana che manda la polizia all’alba a chiudere un’ambasciata degli Stati Uniti ad Accra e ad arrestare i funzionari, viene da pensare a un atto di guerra. Niente affatto. Anziché di una vera sede diplomatica, si è trattato invece dell’opera di un gruppo di intraprendenti truffatori che hanno messo su un’ambasciata Usa parallela per conto proprio. Gli sono bastate una foto di Barack Obama al muro, una targa, una bandiera a stelle e strisce et voilà, una prestigiosa rappresentanza diplomatica... Ovviamente, non poteva durare. Infatti, è stata chiusa dopo appena dieci anni d’attività. Mentre la sede diplomatica era in funzione, guadagnava bene dalla vendita di visti americani, alcuni genuini, ma ottenuti con mezzi fraudolenti, altri invece falsi,
nonché tutto l’occorrente per stabilire un’identità di fantasia: falsi estratti conto bancari, false carte d’identità, certificati di nascita e libretti di studio taroccati: quanto bastava per documentarsi come legittimo richiedente di un visto per gli Usa. Il kit completo costava seimila dollari. Nel corso dell’operazione, è stata anche scoperta una finta ambasciata olandese, per servire i viaggiatori che preferivano raggiungere una destinazione europea. I funzionari delle sedi erano esponenti della malavita locale e di quella turca, con i turchi nei ruoli di consoli, presumibilmente per la carnagione più anglosassone, ma anche per la lingua. Parlavano l’inglese americano e l’olandese. I clienti invece venivano reclutati nel Ghana e nei vicini Togo e Costa d’Avorio, per lo più nelle zone rurali. I reclutatori li accompagnavano poi ad Accra, dove venivano fatti alloggiare in
ta una vicina boutique di abiti femminili, regolarmente aperta al pubblico, dove avveniva una parte della contraffazione dei documenti e dove è stata sequestrata una macchina da cucire industriale che, secondo gli investigatori, serviva per ricucire le legature dei passaporti smontati per recuperare le pagine recanti i visti veri.
Nella falsa ambasciata statunitense sono stati sequestrati 150 passaporti taroccati alberghi vicini alla finta ambasciata. L’attività è stata scoperta nel corso di un’operazione internazionale (ovviamente ci voleva una operazione internazionale) denominata «Spartan Vanguard» che ha coinvolto elementi del Ghana detective bureau e una squadra Swat della polizia nazionale, nonché il Regional security office
GRAZIE AL SOSTEGNO DI PUTIN. IN 7 ANNI ALTRI 10 MILA SACERDOTI
americano e rappresentanti dell’ambasciata canadese di Accra. Nel corso dell’incursione nella falsa ambasciata gli investigatori hanno sequestrato circa 150 passaporti di varia nazionalità, documenti d’identità falsi e numerosi visti, sempre tarocchi, per gli Usa, per l’area Schengen, per l’India e per il Sud Africa. È stata inoltre localizza-
Diversi sospettati sono stati arrestati, ma purtroppo tutti sono stati subito sbadatamente rimessi in libertà dalla polizia locale, forse uno dei motivi perché, secondo il dipartimento di Stato Usa, si sospetta il possibile coinvolgimento nella truffa di funzionari corrotti dell’amministrazione locale... Comunque sia, a dire del Regional security office della (vera) ambasciata americana di Accra, l’operazione avrebbe ridotto del settanta percento l’incidenza della documentazione falsa nelle richieste per i visti Usa nell’Africa Occidentale. © Riproduzione riservata
VEDUTA MAGICA PER UN GIORNO IN ALGERIA
Russia, sempre più diffusa la religione È caduta la neve ortodossa: 5 mila nuove chiese dal 2009 nel deserto del Sahara DI
MAICOL MERCURIALI
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n Russia le chiese spuntano come funghi. Da quando nel 2009 il patriarca Kirill guida gli ortodossi di tutte le russie, nel vasto territorio della Federazione sono state costruite 5 mila nuove chiese, mentre il numero di sacerdoti è aumentato di 10 mila unità. Inoltre, sono stati realizzati anche 122 nuovi monasteri. È un patriarcato fecondo quello di Kirill, che potendo contare sull’appoggio del Cremlino e su un forte legame con il presidente Vladimir Putin, ha puntato a dare alla Chiesa ortodossa russa quante più strutture possibile. La forte urbanizzazione di Mosca si è tradotta anche in un altrettanto forte aumento delle parrocchie (da 159 a 296 negli ultimi sette anni) e della presenza vescovile, confermando anche nella capitale un riavvicinamento dei russi alla religione. «Se oggi possiamo toccare con mano il rinvigorimento di tutta la vita della Chiesa ortodossa», ha spiegato la guida spirituale alla stampa russa, «questo è dovuto in primo luogo alla creazione di nuove eparchie e a un nuovo potere verticale nella Chiesa: oggi il patriarca può conoscere maggiormente quello che accade nelle chiese, potendo analizzare con più precisione i cambiamenti in ogni sfera della società». Il patriarca Kirill ha fatto notare come il mutato atteggiamento della società russa nei confronti della Chiesa è stato il principale motore del cambiamento all’interno della Chiesa stessa. E in vista del 2017, anno in cui cadrà il centesimo
anniversario della Rivoluzione d’Ottobre, ha a esortato tutti i russi a ricordare la lezione che arriva dalla storia, valutando adeguatamente ciò che è accaduto al Paese sotto il regime sovietico. Durante il suo discorso all’Assemblea diocesana del clero di Mosca, che si è tenuta nei giorni scorsi nella cattedrale di Cristo Salvatore, Kirill ha parlato del 2017 come di un anno cruciale per la Chiesa ortodossa russa. «Rivivremo il ricordo di eventi che hanno avuto luogo un secolo fa, quando questo Paese è stato scosso da due rivoluzioni. È importante non sminuire o oscurare i problemi che la nostra Patria ha sperimentato dopo il 1917». Come riporta la Tass, il patriarca ha ricordato che le forze politiche radicali salite al potere con la Rivoluzione d’Ottobre hanno portato in Russia l’ateismo, hanno spinto la società verso idee materialiste, e hanno causato una rottura nella normalità della vita quotidiana di milioni di persone. E poi il religioso ha rimarcato le terribili conseguenze del comunismo, dalla sanguinosa guerra civile, agli esili forzati, dalle rappresaglie contro i dissidenti alle azioni contro la Chiesa. «Siamo stati oggetti di una persecuzione senza precedenti. Decine di migliaia di persone che hanno creduto in Dio, molte delle quali vescovi, sacerdoti, monaci e anche laici, hanno sofferto per Cristo in quegli anni. Molte chiese e monasteri sono stati chiusi, altri distrutti, le reliquie profanate o eliminate. Tutto questo oggi va ricordato, ha concluso il patriarca, «soprattutto a quelle nazioni che stanno cercando di costruire un sistema pubblico che vuole emarginare la religione». © Riproduzione riservata
La neve ha resistito un solo giorno a Aïn Sefra, in Algeria, dove è stata presa questa foto martedì 20 dicembre
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isione insolita e spettacolare. Lunedì mattina una coltre molto sottile di neve ha ricoperto le dune di sabbia nei dintorni della città di Aïn Sefra, in Algeria, offrendo ai fotografi vedute d’eccezione color ocra misto al bianco. Una visione magica, quella della neve sulle dune di sabbia, anche se molto effimera dal momento che non è durata più di un giorno, ma che ha sorpreso gli abitanti poco avvezzi a questo tipo di precipitazioni. Questa città si trova appena sopra i mille metri di altitudine, a Nord-Ovest del paese, nel contrafforte Sud dell’Atlas, ed è considerata come una delle porte d’ingresso nel deserto che dà sulle dune del Sahara che si estendono a perdita d’occhio verso il Sud. È un posto dove il gelo è frequente d’inverno e dove è già nevicato l’anno scorso, e ancor di più a febbraio 2012. La presenza della neve non impedisce a questi territori di sfuggire al lento ma inesorabile riscaldamento climatico, anche se è probabile che alcune zone dell’Africa del Nord potranno conoscere l’aumento delle precipitazioni mentre per altre si annuncia una desertificazione ancora più forte. Ma quando arriva l’inverno, e questo è il caso in questo momento, si ritrova un clima più freddo. © Riproduzione riservata
Anno 26 - Numero 305 - € 0,80
Marketing Oggi
Sabato 24 Dicembre 2016
È IN EDICOL LA L’EVOLUZIONE DI
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IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI ESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ
Le tendenze dei consumatori nell’alta gamma nello studio del Boston Consulting Group
Il lusso ormai corre su Internet Il digitale influenza 60% degli acquisti. Il nodo consegne DI
In tutto ciò, quello del lusso è un mondo in cui toccare con mano ciò che si compra conta ancora molto, come dimostra il fatto che il 41% degli acquirenti di questo tipo di prodotti cerca beni e servizi online e li acquista offline, mentre il 9% fa il percorso inverso.
IRENE GREGUOLI VENINI
I
nformarsi su un prodotto online, prenotarlo sul sito di un brand, andare a provarlo in un negozio mentre si assiste a un’anteprima della nuova collezione sullo smartphone e condividere poi le proprie opinioni sui social network: il digitale è ormai entrato a far parte a tutti gli effetti dell’esperienza di shopping. Il fenomeno è forte anche nel mondo dei beni di lusso personali, in cui la maggior parte degli acquisti è influenzata dal web. Tra le sfide 7%», spiega Fepiù importanti derico Bonelli, per i marchi del principal di The settore ci sono la Federico Boston Conlogistica, per ofBonelli sulting Group. frire un servizio «Questo mercato di consegna più flessibile tra i vari canali, e per un periodo ha avuto un la gestione delle relazioni incremento sostenuto, ma necon i clienti in modo da ri- gli ultimi anni ha rallentato conoscerli nei diversi pun- e ci aspettiamo per il futuro ti di contatto, secondo lo un aumento contenuto del studio «Digital or Die: The 2-3%. Però sta cambiando il Choice for Luxury Brands» mix delle componenti di crepubblicato da The Boston scita: stimiamo che l’online Consulting Group e condotto rappresenterà metà della intervistando oltre 10 mila crescita futura». Il digitale all’interno consumatori in 10 paesi. dell’alta gamma però va al «Quello dei beni di lus- di là dell’e-commerce, che so per la persona, quindi arriverà a pesare il 12% nel borse, accessori, scarpe e 2020: oggi il 60% degli acabbigliamento, è un merca- quisti di lusso personale è to da 323 miliardi di euro influenzato dal web. «Quindi all’anno a livello globale, in non controllare bene la precui l’e-commerce vale oggi il senza in questo ambito, sia
a livello di sito sia sui social media e sulle varie piattaforme, significa sbagliare», osserva Bonelli. «L’aspettativa generale, più forte nelle generazioni più giovani, è di una vera esperienza multicanale, che vuol dire innanzitutto avere un servizio di consegna flessibile». L’80% si aspetta infatti di avere un’interazione rispetto al marchio come entità unica che si declina su tutti i canali, mentre il 31% dei consumatori desidera un servizio di consegna integrato e il 24% vorrebbe uguali promozioni su tutti i punti di contatto. «Un’altra aspettativa riguarda la capacità del brand di riconoscere il consumatore in tutti i canali», continua il manager. «Man
mano che ci spostiamo verso il pubblico millennial, ovvero i nati tra gli anni 80 e il 2000, l’uso del digitale è più profondo: questi consumatori utilizzano di più le piattaforme online per interagire e scambiare pareri. Inoltre, molti millennial si servono dello smartphone per fare attività nel negozio fisico». Il 60% di questo tipo di pubblico, infatti, valuta un prodotto online, il 60% condivide contenuti su beni e servizi e il 43% ricerca delle promozioni, anche quando si trova nel punto vendita. Il digitale comunque non è monopolio dei giovani: per esempio in Russia e Giappone sono le fasce più mature degli acquirenti di beni di alta gamma a servirsi maggiormente delle nuove tecnologie.
«La logistica per quanto riguarda le consegne e il crm, il customer relationship management, per la capacità di riconoscere il cliente in diversi canali, sono quindi due sfide importanti, cui si aggiunge il lavoro che c’è da fare sui social media, che hanno un potenziale a livello di marketing enorme: da questo punto di vista molte aziende hanno un budget di marketing ancora molto sbilanciato verso la stampa e la tv e spendono poco online». Dallo studio emerge anche che in Italia e in Francia, paesi tradizionalmente associati con il lusso, permane una certa preferenza per l’esperienza nei negozi. «Bisogna però considerare che questo è un settore globale: i marchi italiani fanno una grossa parte del fatturato fuori dall’Italia e il digitale è una leva con una visibilità internazionale. Su questo fronte la sfida per le imprese del lusso è confrontarsi con un’audience globale avendo chiara l’identità del brand in modo da compiere scelte coerenti in tutti i canali», conclude Bonelli. © Riproduzione riservata
Carte contactless o smartphone Nfc per viaggiare sul Malpensa Express Il biglietto del treno Malpensa Express, che collega Milano all’aeroporto, semplicemente avvicinando la carta contactless (di credito, di debito o prepagata) o lo smartphone con tecnologia Nfc (Near field communication) a uno degli 8 tra tornelli e totem dedicati presenti nelle stazioni di Milano Cadorna, Centrale, Porta Garibaldi e di Malpensa T1 e T2. I controllori verificheranno l’avvenuto pagamento semplicemente passando la carta o lo smartphone su un lettore elettronico in loro dotazione. Con il servizio contactless, si potrà acquistare solo un biglietto di corsa singola in treno
da Milano ai Terminal 1 e 2 di Malpensa o viceversa per una sola persona. Il sistema garantisce pagamenti sicuri. Le transazioni contactless, infatti, utilizzano le stesse tecniche di sicurezza adoperate per gestire i pagamenti con tutte le carte tradizionali. Attualmente, in Europa, solo Bratislava, Bucarest, Londra, Madrid e San Pietroburgo hanno lanciato pagamenti contactless nell’area dei trasporti metropolitani. Mentre in Italia è il primo esempio. Sono abilitate al servizio le carte di credito, di debito e prepa-
gate contactless dei circuiti Mastercard, Maestro e Visa. Hanno la possibilità di usufruire del servizio
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contactless anche coloro che possiedono uno smartphone dotato di tecnologia Near field communication (Nfc), che permette di utilizzarlo come carta di pagamento. Per usufruire del servizio contactless sono disponibili due totem nella stazione Malpensa Terminal 1, due a Terminal 2, uno nella stazione di Milano Porta Garibaldi in prossimità del binario 13 e un totem a Milano Centrale nei pressi del binario 3. Quattro invece i tornelli dedicati nella stazione di Milano Cadorna (due in entrata e due in uscita).
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Sabato 24 Dicembre 2016
MARKETING
Le strategie dell’azienda recanatese famosa per il Sapientino. Fatturato a 174 mln
Clementoni, i giochi sono hi-tech Tablet, smartphone e robot per aiutare i bambini a imparare di Mario Clementoni, che ha fondato l’impresa nel 1963, che al Sapientino alle ul- oggi conta su 500 dipendenti in time linee di tablet, Italia e oltre 80 all’estero e un smartphone e robot giro d’affari cresciuto del 50% parlanti per bambini, negli ultimi sei anni. «Siamo Clementoni continua a met- partiti con l’idea del Sapientino, tere al centro della strategia i che era ed è un gioco in scatogiochi educativi, espandendo la, e con la stessa ispirazione, le proposte a tutte le età, con ovvero aiutare i bambini a imparare divertendosi un’evoluzione semattraverso i giochi, si pre più hi-tech, viè sviluppata la strasto che ormai anche tegia. Questo coni più piccoli entrano cetto è stato decliin contatto con la nato su vari target tecnologia molto di età e nei diversi presto. Con un fatsettori merceoloturato in crescita di gici: negli anni 80 174 milioni di euro abbiamo proposto i (anno fiscale aprile primi giochi parlan2015-marzo 2016), Giovanni ti, in seguito i giochi di cui il 55% realizClementoni scientifici e i giochi zato dalle esportazioni, l’impresa investe circa 8,3 creativi; poi c’è stato il fenomemilioni di euro in comunicazio- no della prima infanzia, in cui ne, focalizzandosi soprattutto ci siamo cimentati circa 15 anni sulla tv con un 10% del budget fa, completando la gamma anche con questa fascia d’età». dedicato al web. Il filo conduttore, nella visio«La nostra è un’azienda che produce giochi educativi e che ne dell’imprenditore, «è avenel corso degli anni ha avuto re un approccio molto spinto un’evoluzione sia di crescita sia sull’educatività: per fare questo merceologica», racconta l’ammi- abbiamo dovuto costruire un nistratore delegato del gruppo ambiente in azienda che saGiovanni Clementoni, figlio pesse perpetuare la creatività DI
IRENE GREGUOLI VENINI
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LA VIGNETTA DEL GIORNO
Chiusura
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FTSE IT ALL SHARE 21.005,76 FTSE IT MEDIA 13.337,46
1,00 0,08
-9,60 -1,18
Titolo
tecnologico. «I bambini oggi vengono prestissimo a contatto con nuove tecnologie, grazie agli smartphone e ai tablet, ma continuano a giocare con
Un modello di C Clempad e il robottino Doc i giochi di semp sempre che quindi vanno attualizzati; al contempo le nuove tecnologie sono contenitori importantissimi in cui esprimere la nostra creatività e know-how», sottolinea l’a.d. «Da questo punto di vista per esempio è stata creata Clempad, una linea di tablet Android su misura per i bambini, per imparare, navigare e divertirsi con un sistema di gioco pensa-
to appositamente per loro, ed è stato appena stato lanciato ClemPhone, uno smartphone rivolto ai bimbi da sette anni in poi, con un sistema di protezione nel gioco, nella navigazione, nelle chi chiamate e nelle chat, che può essere predisposto dai genit genitori». Un’altra novità è Doc, il Un’al nuovo robottino educativo r parlante parlant targato Sapientino (sotto (sot il cui brand, che ha res reso famosa l’azienda, è stata sviluppata una linea di giochi), che aiuta i bambini bambin in età prescolare ad allenare il pensiero logico e l’intelligenza l’intelligen spaziale. In tutto ciò «la comunicazione è molto importante: la m costruzione costruzion del brand è stata fatta attraverso costanti investimenti in comunicazione, con un budget quest’anno di 8,3 milioni di euro. I mezzi principali sono quelli classici, quindi la tv, affiancando alle reti generaliste, con cui parliamo ai genitori, quelle tematiche, con cui ci rivolgiamo ai bambini. A ciò si aggiungono i mezzi digitali che per ora pesano per il 10% del totale». © Riproduzione riservata
Crescono i giocattoli tradizionali (+8,9%) Bene quelli su licenza, su del 6,6%
L’editoria in Piazza Affari Indice
di mio padre. Abbiamo lavorato nella formazione di un gruppo di ricerca e sviluppo, che oggi si compone di 65 giovani che creano prodotti e declinano il concetto di gioco educativo nelle varie fasce d’età e merceologie. Un’altra peculiarità ereditata dal fondatore è la spiccata vocazione industriale, che ha fatto sì che la maggioranza degli aspetti progettuali e di produzione si mantenesse nello stabilimento di Recanati». Per la crescita dell’impresa è fondamentale anche il contributo dell’estero. «Già 20 anni fa ci siamo o mossi con l’apertura di filiali nei principali mercati europei. Oggi all’Italia, dove facciamo il 45% del fatturato, seguono la Francia, la Spagna, la Germania, il Regno Unito, il Portogallo, la Polonia, la Turchia e il Benelux, ed è partito un progetto molto importante in Nord Europa». I prodotti proposti si stanno evolvendo sempre più in senso
Rif.
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Capitaliz. (mln €)
Cairo Communication
3,7300
Caltagirone Editore
0,7080
-0,85
-18,38
501,4
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-29,20
Class Editori
88,5
0,3112
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Espresso
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0,7565
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Il Sole 24 Ore
0,3612
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Italiaonline
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Mediaset
4,0100
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Mondadori
1,0180
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Poligrafici Editoriale
0,1520
1,20
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Rcs Mediagroup
0,8495
1,13
36,91
443,3
Cresce anche quest’anno il mercato dei giocattoli tradizionali in Italia. Nel periodo gennaio-ottobre 2016, infatti, le vendite hanno raggiunto un fatturato complessivo di 427,5 milioni di euro (+8,9% rispetto allo stesso periodo del 2015) per un totale di 37,6 milioni di pezzi venduti duti (+6,8%), nonostante un leggero incremento del prezzo medio al dettaglio (+2%). Buone anche le performance dei giocattoli su licenza, ispirati cioè a brand famosi: nei primi 10 mesi del 2016, le vendite sono aumentate del 6,6% % a valore. È quanto to emerge dall’analisii dei dati elaborati da N Npd Group R Retail TradG t il T cking Service Italy (che monitora i punti di vendita di iper e supermercati, toys specialist, dept&mixed store e online in Italia) e diffusi in vista del Bologna Licensing Trade Fair (BLTF), l’appuntamento fieristico italiano nel settore della compravendita di licenze e dello sviluppo di prodotti basati su marchi e property affermati, la cui decima edizione organizzata da BolognaFiere si terrà dal 3 al 5 aprile 2017. Secondo i dati Npd, le categorie dei «traditional toys» a maggiore crescita sono risultate le costruzioni (+17%), i giocattoli per neonati, bambini piccoli e prescolari (+17%) e i giocattoli per sport e uso all’aperto
Una Un na confezione di Lego Nexo Kn Knights e i protagonisti di Paw Patrol (+8%). Importan Importante il valore dei prodotti di li licensing sul mercato complessivo: i per ogni 100 euro spesi dagli italiani per l’acquisto di giocattoli tradizionali, circa 30 euro riguardano infatti i giocattoli su licenza. Nei primi 10 mesi di quest’anno le property che sono cresciute di più sono legate a film o cartoon di successo internazionale come Star Wars, Lego Nexo Knights, Super Wings, Paw Patrol e Finding Nemo/Finding Dory. È in preparazione intanto la prossima edizione del Bologna Licensing Trade Fair, i cui spazi espositivi sono già venduti per oltre il 95% della superfi cie disponibile. Nell’edizione 2016, la fiera aveva fatto registrare 58 espositori, di cui 22 esteri provenienti da 14 paesi, in rappresentanza di circa 800 brand.
Sabato 24 Dicembre 2016
MEDIA
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Il gruppo francese ieri in audizione alla Consob fa intravedere una tattica attendista
Vivendi: un accordo con Mediaset Il ceo: ora che siamo secondi azionisti si può trovare DI
S
ANDREA SECCHI
e si tenessero per buone le parole del ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, questo è il momento dell’attesa. Il tempo in cui i francesi si mettono ad aspettare che Mediaset si decida a trattare con loro: su come sistemare la questione Premium dopo la vendita da cui si sono tirati indietro e su come realizzare il polo multimediale paneuropeo che sta loro tanto a cuore. Ieri de Puyfontaine è stato ascoltato dalla Consob, la commissione di sorveglianza sulla Borsa, che vuole vederci chiaro sugli acquisti delle azioni del Biscione che hanno portato Vivendi alla soglia del 30%. Il ceo ha detto ai giornalisti che l’intenzione del suo gruppo è di sedersi a un tavolo con Mediaset: «ho sempre detto di voler raggiungere un accordo e adesso che siamo i secondi azionisti ci sono molte più ragioni per cui dovremmo trovare un accordo». Essere secondi azionisti potrebbe bastare quindi per ora (ma se non bastasse i francesi
Arnaud de Puyfontaine
andrebbero oltre, sembra il messaggio). A questo punto, con il 28,8% del capitale e il 29,94% dei diritti di voto, la strada comunque sarebbe quella dell’opa, da annunciare subito, volontaria, o da far scattare con quella piccolissima quota che manca al 30%, obbligatoria. Per il momento non resta che attendere lunedì e vedere cosa accade: il primo della settimana è un giorno simbolo per Vincent Bolloré, presidente e mag-
Federico Ferri nominato nuovo direttore di Sky Sport
Federico Ferri
DI
giore azionista di Vivendi, dal momento che molte delle sue operazioni sono avvenute proprio di lunedì, compreso l’inizio dell’offensiva a Mediaset. «Sono molto lieto di aver incontrato oggi i commissari della Consob», ha continuato de Puyfontaine, «ringrazio per averci dato l’opportunità di illustrare con chiarezza la situazione e le azioni intraprese da Vivendi ispirate alla massima trasparenza e nel
pieno rispetto della normativa». Il ceo ha aggiunto che il gigante francese «conferma l’assoluta disponibilità a collaborare e a fornire qualsiasi chiarimento nello spirito di massima trasparenza» in merito all’acquisto di quote di Mediaset. Se «Vivendi ha cominciato a costruire forti legami con queste fantastiche aziende italiane», ha aggiunto infine, «l’abbiamo fatto perché ci sentiamo italiani come ci sentiamo francesi. Abbiamo una storia in comune, abbiamo un Dna comune, una cultura neolatina». L’idea di costruire «un gruppo paneuropeo, dell’Europa del Sud è «un progetto molto attraente» e bisogna «rimanere positivi sulla possibilità che questo accada. Sarebbe un’ottima notizia per ogni italiano e ogni francese». Nessun cda straordinario del gruppo francese mentre ieri si è riunito il consiglio di amministrazione della Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi che controlla Mediaset. Un semplice cda di aggiornamento sulle vicende del gruppo tv così come sulla
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CHESSIDICE IN VIALE DELL’EDITORIA Sean Spicer sarà il capo ufficio stampa della Casa Bianca sotto la presidenza di Donald Trump. Già portavoce del Republican national committee (Rnc, organo organizzativo dell’omonimo partito) e poi tra i portavoce del tycoon americano durante la campagna elettorale, Spicer sarà affiancato da Hope Hicks come responsabile delle comunicazioni strategiche, Jason Miller nelle vesti di responsabile delle comunicazioni e Dan Scavino in qualità di responsabile dei social media.
CLAUDIO PLAZZOTTA
Federico Ferri, 39 anni, dal 1° gennaio diventerà il nuovo direttore di Sky Sport, al posto di Massimo Corcione che lascia i ruoli operativi. Nella nuova organizzazione definita da Jacques Raynaud, executive vice president sport channels and advertising di Sky Italia, Ferri coordinerà quindi le aree editoriali di Sky Sport 24, Calcio (quella che finora era guidata proprio da Ferri, col ruolo di vicedirettore di Sky Sport), Altri sport, Motori e Planning. Nato a Torino il 14 febbraio del 1977, Ferri lavora a Sky dal 2005. In precedenza aveva collaborato con Giornale, Messaggero, Leggo e Tuttosport. All’interno della pay tv ha bruciato le tappe, prima come inviato del calcio per i match di Serie A e di Champions, e in grandi eventi come i Mondiali di calcio 2006 e le Olimpiadi di Londra 2012. In perfetta sintonia con Raynaud, ora Ferri guiderà tutte le aree sportive di Sky e le rispettive redazioni. Nel riassetto, la delega al calcio passa a Matteo Marani, vicedirettore di Sky Sport e arrivato in Sky lo scorso 1° marzo, mentre sono confermati Guido Meda ai Motori, Giovanni Bruno agli Altri sport, e Fabio Caressa a SkySport24.
vendita del Milan. Anche per Fininvest sul fronte delle partecipazioni è d’altronde il momento dell’attesa, vincolata com’è al suo 38,266% del capitale fino ad aprile (39,775% dei diritti di voto), pena l’opa obbligatoria. Le speranze sono riposte ufficialmente nei diversi ricorsi che la società ha fatto, anche se un aiuto potrebbe arrivare dal governo. Secondo La Stampa, infatti, l’esecutivo potrebbe far intervenire la Cassa depositi e prestiti nel capitale di Telecom a fare da contraltare a Vivendi che detiene il 24,19% della telco. Una mossa che da una parte assicurerebbe che infrastrutture delicate come quelle delle comunicazioni elettroniche passino nelle mani di Orange nel caso Vivendi decida di vendere. Ma una mossa che garantirebbe anche di ridurre a più miti consigli Vivendi nella questione Mediaset. Per quanto riguarda il titolo del Biscione, ieri giornata stabile dopo le prese di benefi cio di giovedi, con una chiusura in crescita dello 0,25% a 4 euro.
Sean Spicer A Mimesi di DbInformation i contratti Selpress di rassegna stampa e web ex Visibilia. In seguito alla procedura fallimentare e dopo una formale pubblica asta, giovedì scorso è stato definito il passaggio in continuità dei contratti in corso di Selpress, società di rassegne stampa e web appartenuta al gruppo Visibilia di Daniela Santanchè. Contratti che vanno a Mimesi che fa parte invece del gruppo DbInformation di Roberto
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Briglia e Gianni Vallardi. «Siamo lieti di avere la possibilità di incrementare il numero dei clienti che usufruiscono dei nostri servizi», ha dichiarato l’a.d. di Mimesi Marina Bonomi, sottolineando come la società nel 2016 abbia registrato «una crescita molto consistente delle proprie attività e dei ricavi conseguenti. L’acquisizione dei contratti Selpress accelera un processo già in corso e ci dà la possibilità di valorizzare ancor di più i nostri prodotti evoluti e personalizzabili di monitoraggio dei media al servizio delle aziende». Canale 5, chiude Zelig Event ma con Gino&Michele allo studio nuovi progetti. L’ultimo appuntamento con Zelig Event, condotto da Michelle Hunziker e Christian De Sica, è andato in onda su Canale 5 giovedì sera. Le quattro puntate hanno ottenuto una media di oltre 3 mln di telespettatori. «Non si è chiusa una trasmissione, ma un grande pezzo di storia della televisione italiana», ha dichiarato Giancarlo Scheri, direttore Canale 5. «Zelig ci ha regalato 20 anni di sorrisi ed emozioni, creando un genere completamente nuovo e lanciando talenti incredibili. Con Gino&Michele e Giancarlo Bozzo, e il produttore Roberto Bosatra, sono già allo studio nuovi progetti». Italiaonline, Fabotti è il nuovo cfo. Dal prossimo 1° gennaio Gabriella Fabotti entrerà in Italiaonline con l’incarico di nuovo chief financial officer (cfo) della società internet. Fabotti subentra ad Andrea Servo che, a seguito di una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, cesserà il suo incarico alla fine di quest’anno.
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Sabato 24 Dicembre 2016
MEDIA
Mediaset non dovrà pagare i 51 mln dell’Antitrust. Via libera anche per Lega, Infront e Sky
Diritti tv, il Tar annulla le multe I giudici: niente spartizione, garantita la concorrenza DI
ANDREA SECCHI
A
nnullata la multa da 51,4 milioni per Mediaset, così come quella da 9 milioni per Infront, da 1,9 milioni per la Lega di Serie A e da 4 milioni per Sky. In questo modo il Tar del Lazio ha deciso sulla questione dei diritti tv del calcio della competizione maggiore per il triennio 2015/2018. Una vicenda sulla quale l’Antitrust aveva aperto un’istruttoria a maggio 2015 per verificare se vi fosse stata un’«intesa restrittiva della concorrenza», un «accordo spartitorio», arrivando poi il 19 aprile di quest’anno a multare operatori, Lega e advisor, dopo aver deciso che effettivamente era stato alterato il «confronto concorrenziale in sede di partecipazione alla gara» ostacolando per altro l’ingresso di potenziali nuovi operatori come Eurosport. Con la sentenza relativa a Mediaset (Rti e Premium in giudizio) pubblicata ieri, i giudici amministrativi hanno annullato il provvedimento dell’autorità presieduta da Giovanni Pitruzzella, men-
diaset, inoltre, si aggiudica il D (le restanti 12 squadre), pacchetto però (e questa è la terza fase) che concederà in sublicenza all’operatore satellitare dopo l’ok dell’Agcm su questo passaggio.
tre in altre tre sentenze (una per ricorrente), hanno annullato anche le altre multe. Secondo il Tar, infatti, quanto accaduto successivamente alla gara non può definirsi accordo spartitorio, non c’è stato un danno alla concorrenza e un’ostacolo all’ingresso di nuovi operatori, e soprattutto l’Autorità per la concorrenza e il mercato non ha dimostrato che potesse esserci una soluzione migliore di quella raggiunta per il settore e per i consumatori. Per capire meglio di cosa si tratta si può dividere quanto accaduto a giugno 2014 in tre parti. Intanto l’esito della gara vera e propria della Lega: Sky era il miglior offerente per il pacchetto A con i diritti delle otto maggiori squadre per il satellite e il miglior offerente per il pacchetto B con le stesse squadre per il digitale terrestre (Mediaset in realtà aveva offerto di più per il B ma la sua era un’offerta condizionata alla mancanza di un vincitore per il pacchetto A). Mediaset, invece, aveva l’offerta più alta per il pacchetto D, quello per
Giovanni Pitruzzella le restanti 12 squadre su tutte le piattaforme. Un’offerta, quest’ultima, condizionata all’ottenimento di uno dei primi due pacchetti (cosa non ammessa dalla gara) ma l’unica valida perché sopra il minimo d’asta. A questo punto la seconda fase: la Lega dopo aver sentito un esperto esterno, decide che a Sky andrà il pacchetto A (8 squadre sul satellite) mentre a Mediaset il pacchetto B (le 8 squadre sul Dtt) per evitare che Sky abbia l’esclusiva su tutte le piattaforme. Me-
Una cosa è la gara, quindi, una cosa la soluzione trovata successivamente. Ma l’aver superato le procedure con una soluzione del genere, secondo i giudici amministrativi, ha consentito di perpetuare una concorrenza che altrimenti non ci sarebbe stata se Sky si fosse aggiudicato entrambi i pacchetti. Infatti, non c’è stato un aumento dei prezzi degli abbonamenti, se non quelli generali delle pay tv. Non si può nemmeno dire, aggiunge il Tar, che questa intesa abbia escluso altri soggetti. Alla gara avevano partecipato anche Fox, che però è ancora di Sky, mentre l’unico altro offerente non collegato ai precedenti era Eurosport, che però aveva fatto un’offerta inferiore al minimo per il solo pacchetto D. Una riedizione della gara non avrebbe giovato a quest’ultimo, «una
volta conosciute le sue potenzialità di offerta di gran lunga inferiori a quelle degli altri due unici competitor». La sentenza smonta il provvedimento dell’Antitrust e fra parentesi la vittoria di Mediaset si deve anche ad Antonio Catricalà, qui in veste di avvocato ma presidente della stessa Antitrust dal 2005 al 2011. Ora l’Agcm avrà 30 giorni di tempo per impugnare la sentenza al consiglio di stato. «Il provvedimento dell’Antitrust era molto importante, per risorse messe in campo e per le sanzioni», commenta l’avvocato Enzo Marasà, of counsel in Portolano Cavallo, esperto in tematiche antitrust. «Normalmente ci si attende che l’autorità difenda fino all’ultimo la propria posizione anche per stabilire un principio. In questo caso vedremo, non è detto. La sentenza è abbastanza chiara e spetterebbe all’autorità dimostrare quale altro risultato migliore ai fini di una maggiore concorrenza nel sistema ci sarebbe potuto essere». © Riproduzione riservata
IL PUNTO DI MAURO MASI*
Libri, Hachette svolta nel mondo dei videogiochi
Il diritto all’oblio vera tutela dell’individuo
Hachette Livre fa sul serio: vuole virare verso il mondo dei videogiochi. E così quest’anno ha messo a segno la seconda e più importante acquisizione nel settore, conquistando la maggioranza di Brainbow, editore britannico di Peak. Scaricato 15 milioni di volte in tutto il mondo, Peak è un videogame che mette l’utente alla prova con le sue capacità intellettive, attraverso per esempio indovinelli di logica. E’ stato celebrato come migliore applicazione nel 2014 da Apple e poi, nel 2015, anche come miglior app di Google. La prima acquisizione di Hachette e Livre nei videogiochi, invece, è stata conclusa lo scorso giugno o e riguardava Neon Play, società tà specializzata in giochi per smartphone tablet. rtphone e tablet Tradizionalmente, Hachette si occupa della pubblicazione di libri sotto diverse etichette, da quelle di fascia alta come Grasset (con in portafoglio autori come Bernard-Henri Lévy) ai tascabili come Livres de poche. Fa parte del diversificato gruppo Lagardère, che comprende tra l’altro attività editoriali periodiche con Elle e Paris Match, negozi negli aeroporti e creazione di eventi e servizi sportivi. Seguendo questa filosofia di diversifcazione, anche Hachette Livre si è allontanato dal business dei libri tradizionali in versione cartacea e ha sperimentato il segmento degli ebook. Adesso che anche quest’ultimo mercato sembra saturo in Francia, almeno a giudizio della stessa azienda transalpina, la sfida diventano i videogiochi. Il presidente e direttore generale Arnaud Nourry ci vuole costruire intorno una piattaforma a cui iscriversi. Target: i Millennial (gli utenti con meno di 30 anni di età).
Cresce negli Stati Uniti la campagna mediatempo fa si è spinto ad affermare che la decitica contro il «diritto all’oblio» e cioè la decisione della Corte Ue rappresenterà un forte sione emanata nel maggio 2014 dalla corte esempio per autocrati come Putin o Erdogan di giustizia europea che ha imposto ai motori per arrivare ad imporre le cancellazioni di di ricerca sulla rete di cancellare (in taluni link che semplicemente non piacciono al pocasi) link ritenuti «inadequate, irrelevant or tente di turno. no longer relevant» (inadeguate, irrilevanti Ora è evidente che la materia è molto delicao non più rilevanti). Come noto questa storita ed è giusto che venga dibattuta e approca decisione ha creato una serie di problemi fondita nei dettagli anche tecnico-giuridici; interpretativi in particolare relativi sia alle ma non si può arrivarne a disconoscere l’imcondizioni soggettive e oggettiportanza fondamentale. In un ve che qualificano il diritto del contesto come quello della rete v singolo a chiedere le cancelladove, di fatto, non vige nessuna zioni, sia relativi al perimetro regola e tutti possono mettere di estensione della disposizioonline qualunque notizia vera ne della corte. A questo ultimo o falsa che sia per di più proriguardo, Google (il principale tetti dall’anonimato, il «diritto interessato dalla disposizione all’oblio» rappresenta una prie che ha rimosso sinora circa ma (e sinora unica) vera tute300 mila link) ha deciso di apla per i diritti fondamentali plicare la disposizione solo ai dell’individuo. Spetta poi alle propri siti in essere negli stati competenti autorità nazionali membri Ue, ad esempio Goocontemperare con equilibrio le gle.fr in Francia o Google.de ragioni della privacy con quelin Germania. Mentre nessuna le della comunicazione. Da noi Mauro Masi cancellazione è stata ritenuta il Garante per la privacy sta valida fuori dalla Ue in particolare nel sito declinando una casistica molto approfondita internazionale Google.com (il sito principacome dimostra, tra l’altro, il provvedimenle negli Stati Uniti). Così secondo non pochi to dello scorso 27 ottobre (n.438) con cui ha esponenti di primo piano delle istituzioni respinto le richieste di un ex consigliere cocomunitarie di Bruxelles, si inficia complemunale che si era rivolto all’Autorità dopo tamente l’efficacia della disposizione in quanche Google si era rifiutata di deindicizzare to ciò che viene cancellato sui siti regionali alcuni articoli apparsi tra il 2006 e il 2012. può restare facilmente rintracciabile sul sito Il Garante ha sentenziato che, per vicende internazionale. Da qui la richiesta europea giudiziarie di particolare gravità e concluse che le cancellazioni, una volta decise, siano da poco tempo, prevale l’interesse pubblico a estese a tutti i siti del motore di ricerca anche conoscere le notizie. fuori della Ue. Negli Usa taluni considerano * delegato italiano questa richiesta molto pericolosa, addirittura alla Proprietà intellettuale una sorta di legalizzazione della censura sulCONTATTI: mauro.masi@consap.it la rete. L’autorevole New York Times qualche © Riproduzione riservata
Sabato 24 Dicembre 2016
MEDIA
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Il magazine vuole eguagliare Flow, la rivista per le donne che raggiunge le 100 mila copie
Germania, Gruner+Jahr lancia Wolf Il nuovo mensile per uomini con famiglia. Prezzo: 8,5 euro da Berlino ROBERTO GIARDINA
L
e donne leggono di più, di tutto, romanzi rosa e saggi serissimi, giornali e riviste. Ma il settore femminile è troppo occupato, così si punta sull’uomo. Dopo Mann, il supplemento della Zeit, anche la Gruner+Jahr lancia il maschile Wolf, lupo, il «Magazin für Wesentliche», cioè per l’essenziale. Il capobranco è convinto di non amare le cose futili, ma per attirare la pubblicità deve scoprire di avere desideri che non conosceva. Si spera di eguagliare il successo di Flow, la rivista per le donne, che raggiunge le 100 mila copie. Wolf è anche Flow, scritto al contrario. Il prezzo è fissato a 8 euro e 50. In copertina sul primo numero un pulmino Volk-
leone potranno anche esseleo re più forti, ma il lupo non è costretto ad esibirsi in un c circo. cir
swagen, da 66 anni simbolo della libertà alternativa. E i titoli dei vari temi: «Mehr Freiheit», più libertà per l’appunto, o «Nur Mut», soltanto coraggio. La rivista dovrebbe consigliare i lettori quale immagine virile è sorpassata, e non vale la pena cercare di imitare. Il maschio moderno non deve sognare di essere un avventuriero solitario, o un tagliaboschi capace di abbattere una sequoia a colpi d’ascia. Wolff incoraggia a trovare se stessi, e avere fiducia anche senza bicipiti possenti, e un torace da Mister Universo. La fra-
Ascolti tv, Nielsen compra Gracenote per 540 mln Nielsen si compra ufficialmente Gracenote, società specializzata nell’analisi dei dati dei contenuti media che appartiene al gruppo Tribune Media. Nielsen pagherà 560 milioni di dollari, ossia 536 milioni di euro. Ma l’operazione è importante per il colosso delle misurazioni di mercato perché Gracenote ha sviluppato una tecnologia che riconosce in automatico i contenuti che i telespettatori stanno guardando, servizi in streaming come Netflix inclusi. Quindi sul tavolo c’è la sfida di rafforzarsi sul mercato sempre più importante dei big data e delle nuove misurazioni di ascolti, specie in ambito televisivo tra piccoli schermi via cavo, online o su satellite. A questo proposito la funzione di Gracenote è integrata negli apparecchi tv di molti produttori. Con l’acquisizione Nielsen, che già possiede un servizio analogo, può accedere adesso a una base più ampia sulla quale costruire le rilevazioni del consumo televisivo. Nel John dettaglio, l’analisi Batter di Gracenote copre circa 12 milioni di palinsesti tv e più di 200 milioni di canzoni. Unico neo è che la società non è mai stata profittevole. Nel 2008 è stata acquistata da Sony che poi ha preferito rivenderla nel 2014 al gruppo Tribune Media. Il suo ingresso in Nielsen rappresenta però «un naturale approdo», ha dichiarato John Batter, a.d. di Gracenote. «Uniremo le rilevazioni dei nostri dati, studieremo con attenzione le abitudini del pubblico e ne creeremo importanti combinazioni» commerciali. Per dare concretezza alle sue aspirazioni di sviluppo, il duo Nielsen-Gracenote deve spingere sugli accordi con emittenti, produttori di contenuti e servizi di streaming. Molti dei contratti già attivi di Gracenote stanno per scadere e questo rappresenta un’importante incognita.
se guida è, naturalmente in inglese: «The tiger and the lion might be stronger, but the wolf does not perform in the circus». La tigre e il
All’interno, articoli sulA la vita di piloti o musicisti, individualisti di successo, e in ovviamente anche pagine ov dedicate a nuovi gadget, ride cette per nutrienti e semplici ce «burger», che suona meglio «b di polpette. Il sommario è diviso in quattro parti «Wir div zusammendie Welt und die zu Menschen um uns», noi inM sieme, il mondo e gli esseri sie umani intorno a noi; «Mehr um verstehenLeben im Hier ve und un Jetzt», capire di più, la vita vi qui e adesso; «Jetzt ichZeit Ze für die Pause», io adesso, tempo per la pausa; e «Eintem fach machen- er muss nicht kompliziert sein», fare con semplicità, non deve essere complicato.
Lo stile dei testi non è originale, appunto la ricercatezza è complicata, quindi inutile, ma si punta direttamente alla meta. Cosa cercare nella vita? Ad esempio, si può tornare a godere una serata al cinema con gli amici, invece di guardarsi un cd in solitudine a casa. Oppure, un articolo che racconta l’esperienza in un seminario di esperti per imparare a non rimproverare con asprezza i figli. Scoprire la meditazione senza spirito religioso è alla portata di tutti, al contrario dei soliti magazine per uomini in cui si insegna a girare il mondo in barca a vela. Wolf dovrebbe essere una rivista per lupi di città, con famiglia. La vita come avventura non va vissuta nella giungla o per gli oceani. © Riproduzione riservata
France-Presse ne produce già fino a 300 con 300 giornalisti
Afp, l’Ansa francese punta sull’informazione video
L’
Agence France-Presse (Afp) vuole emergere sul mercato internazionale delle grandi agenzie stampa. Per questo l’Ansa francese ha deciso di puntare su una maggiore produzione di video, con l’intenzione di superare l’attuale soglia di 300 video al giorno. In aggiunta sono in arrivo più servizi a imprese e istituzioni e tanta informazione sportiva. La testata guidata dal presidente e direttore generale Emmanuel Hoog parte con il nuovo piano di rilancio, forte di un fi nanziamento pubblico da 130 milioni di euro (di cui 20 milioni a titolo di convenzione per la fornitura di notiziari) e contando su altri 170 milioni di ricavi commerciali veri e propri. Le previsioni di Afp stimano di raggiungere l’equilibrio l’anno prossimo. Però «il mercato rimane di diffi cile approccio», ha dichiarato Hoog, soprattutto considerando che FrancePresse si considera un’agenzia di livello mondiale, in competizione con l’americana Associated Press (Ap) e l’anglo-canadese Reuters. La prima copre ampiamente il mercato a stelle e strisce, la seconda ha il suo valore aggiunto nella fornitura di news economico-finanziarie. Quindi Afp vuole differenziarsi, da un lato, specializzandosi nello sport e, dall’altro, scommettendo sui video. Ne produce già 200-300 video al giorno, grazie a un organico di 300 giornalisti a tempo pieno, a cui si aggiungono 150 reporter-fotografi e 150 collaboratori. Sempre secondo Hoog, i margini di crescita ci sono: i video rappresentano oggi l’8% appena del fatturato commerciale complessivo, ossia 13,6 milioni di euro. I video, peraltro, sono tra i contenuti maggiormente seguiti dai lettori su internet. Ma questo non basta, a giudizio del presidente e d.g., perché l’offerta va sostenuta implementan-
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do la velocità con cui si girano e si montano i video, con una capacità rafforzata della loro distribuzione sulle varie piattaforme, oltre che perseguendo una politica aggressiva di prezzi. Video o informazione sportiva che sia, Afp deve comunque sdoganarsi dal mercato nazionale francese, stagnante ma che continua a pesare per il 40% sul business. Quindi la prossima produzione di contenuti dovrà riuscire a conquistare i clienti stranieri. Di tutto il mondo, visto che l’Ansa transalpina dispone di un network di 201 uffici di corri-
L’Agence France-Presse (Afp) spondenza in 151 paesi. L’ultimo, in ordine temporale, è stato aperto a Pyongyang in Corea del Nord. L’Agence France-Presse conta di fidelizzare 200 nuovi clienti ogni anno, per i prossimi cinque anni. Così ridurrà la sua dipendenza dagli attuali primi 50 clienti, da cui dipende il 30% dei ricavi. A livello di numeri, al momento, di certo c’è solo che i video e più in generale le news multimediali stanno registrando interessanti trend al rialzo sul mercato, rispettivamente su del 17 e dell’8% a fine 2016.
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Sabato 24 Dicembre 2016
23
& Finanza
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Ăˆ la stima fatta da Equita sim. La Fondazione scende ancora: è allo 0,10% del capitale
Il Tesoro avrĂ il 62% del Monte Il titolo Mps rimarrĂ sospeso dagli scambi in borsa DI
I
Ieri, su disposizione della Consob, il titolo era sospeso dalle negoziazioni in borsa. L’authority ha poi prorogato il provvedimento ÂŤďŹ no a quando non sarĂ ripristinato un corretto quadro informativoÂť, dopo la richiesta della banca di accedere al sostegno statale per la
GIACOMO BERBENNI
l Tesoro salirĂ al 62% del Montepaschi: è la stima fatta dagli analisti di Equita sim, che viene ritenuta plausibile da fonti di governo. In base ai calcoli della banca d’investimento, la ricapitalizzazione pubblica salirebbe a 4 miliardi, gli investitori istituzionali controllerebbero il 38% e lo Stato avrebbe una quota del 62%. Intanto la Fondazione Mps ha ridotto ulteriormente la propria quota nella banca senese allo 0,10%, esprimendo rammarico per la mancata realizzazione dell’aumento di capitale. L’ente ha spiegato che, nell’incertezza dell’evolversi degli eventi, le dismissioni di quote azionarie, ÂŤper quanto abbiano prodotto un fortissimo ridimensionamento della partecipazione e dello storico legame con la banca, consentono oggi di limitare quasi del tutto i rischi patrimoniali dell’ente per quanto attiene il veriďŹ carsi di scenari particolarmente avversi per gli azionisti. La fondazioneÂť, conclude l’organismo presieduto da Marcello Clarich, ÂŤcontinuerĂ a seguire con particolare attenzione l’evoluzione degli eventi inerenti la banca e, in coerenza con le proprie ďŹ nalitĂ di promozione dello sviluppo economico, assicurerĂ il massimo supporto al territorio, sempre nel rispetto delle disposizioni di legge, statutarie e degli indirizzi programmatici vigentiÂť.
ricapitalizzazione. Il fallito piano di risanamento è stato comunque difeso dall’a.d. Marco Morelli. L’operazione di aumento di capitale che abbiamo lanciato lo scorso 19 dicembre, come avrete sicuramente letto, non si è conclusa con successo, ha spiegato in un videomessaggio ai dipendenti. L’intervento statale non era sicuramente la prima opzione della banca, però ci darà comunque la possibilità di procedere con lo smaltimento accelerato dei crediti deteriorati; ci darà la possibilità di avere una posizione diversa e piÚ forte; ripristinare un assetto - per quello che riguarda la liquidità - in linea con quello che era la posizione
S&P: i problemi delle banche rimangono Il fondo da 20 miliardi di euro messo a disposizione dal governo per ricapitalizzare le banche è utile a gestire l’emergenza Mps nel breve termine, ma serve molto di piĂš per risolvere i problemi strutturali che pesano sul sistema bancario italiano, ovvero la debole crescita del paese e la mancanza di un efďŹ ciente mercato dei crediti deteriorati: a sottolinearlo è Standard & Poor’s. ÂŤSe il fondo allevia i problemi di alcune banche deboli, ne sottolinea la fragile situazione e la mancanza di accesso al mercatoÂť, aggiunge l’agenzia di rating, che riconosce come il fondo ÂŤpossa limitare un ulteriore effetto contagio sulle banche piĂš forti e rassicurare i correntisti e i piccoli risparmiatori, contribuendo alla stabilitĂ ďŹ nanziaria del settoreÂť. della banca all’inizio del 2016; e darĂ soprattutto la possibilitĂ di tutelare tutti i nostri clienti che sono in possesso dell’obbligazione 2008-2018. ÂŤQuello che emerge dall’esercizio di questi mesi è il grande orgoglio della banca e dei suoi dipendenti nel provare a fare un’operazione di mercato - e noi avevamo il dovere di provare a fare un’operazione di mercato. Per quello che mi riguardaÂť, ha concluso Morelli, ÂŤil mio impegno continua indipendentemente da quella che è la soluzione tecnica che la banca ha scelto di intraprendereÂť. Il cda ha confermato la verifica della sussistenza dei requisiti di professionalitĂ e onorabilitĂ del presidente Ales-
C’è però ancora incertezza su quali banche riceveranno sostegno oltre a quella senese, nonchĂŠ sulla durata dell’intervento. S&P dubita inoltre che il fondo ÂŤriduca materialmente i problemi affrontati dal settore bancario italiano nel complesso: lo stock di crediti deteriorati rimane molto elevato e i bassi tassi di interesse, la modesta attivitĂ economica e le perdite sui crediti ancora elevate abbassano le prospettive di redditivitĂ Âť, insieme a ÂŤproblemi strutturali come l’elevata base di costi e la frammentazioneÂť. L’agenzia conclude affermando che ÂŤsolo un’accelerazione materiale dell’economia domestica e lo sviluppo di un mercato secondario piĂš dinamico dei prestiti deteriorati aiuterĂ le banche a risolvere in maniera efďŹ cace tali questioniÂť. E, per affrontare alcune debolezze strutturali, è cruciale un processo di consolidamento esteso ed efďŹ caceÂť. Š Riproduzione riservata
sandro Falciai, dell’a.d. Morelli e di Massimo Egidi. Falciai è stato ritenuto indipendente ai sensi del Testo unico della ďŹ nanza ma non ai sensi del Codice di autodisciplina. Per Morelli è stata confermata la non indipendenza, mentre Egidi è stato valutato indipendente. Perciò nel board siedono otto amministratori indipendenti, che rappresentano oltre metĂ dei componenti complessivi, al di sopra della soglia minima prevista.
Infine, si è conclusa con un’intesa la trattativa sugli esuberi di personale. L’accordo, ha precisato la Uilca, disciplina l’esodo volontario di 600 persone, a cui potranno aggiungersi 40 dipendenti in possesso dei requisiti pensionistici e 60 donne cui si applica l’opzione della legge Maroni. Ăˆ stato individuato nel Fondo di solidarietĂ su base volontaria lo strumento principale per gestire gli esuberi. Š Riproduzione riservata
Quotazioni Realtime
TA S S I E VA L U T E Cambi Divisa
Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali
Tassi e dati macro
Valuta/ Euro
U.i.c. prec.
Var. ass.
Cross su $
Corona Ceca
27,023
27,021
0,0020
25,8692
Tasso ufďŹ ciale di riferimento
Corona Danese
7,4342
7,4342
-
7,1168
Rendistato Bankitalia(lordi)
1,11
1,11
Corona Norvegese
9,0928
9,0975
-0,0047
8,7046
Tasso Inazione ITA
0,10
-0,20
0,30
Corona Svedese
9,646
9,6008
0,0452
9,2342
Tasso Inazione EU
0,50
0,50
0,00
Dollaro Australiano
1,4566
1,447
0,0096
1,3944
Indice HICP EU-12
100,70
100,90
-0,20
Dollaro Canadese
1,4117
1,4066
0,0051
1,3514
HICP area EURO ex tobacco
100,70
100,80
-0,10
Dollaro N Zelanda
1,5195
1,5111
0,0084
1,4546
Tasso annuo crescita PIL ITA
0,99
0,83
0,16
Dollaro USA
1,0446
1,0444
0,0002
-
Tasso di disoccupazione ITA
11,54
12,11
-0,57
Fiorino Ungherese
309,68
310,22
-0,5400 296,4580
Franco Svizzero
1,0711
1,0706
0,0005
Rand Sudafricano Sterlina GB Yen Giapponese Zloty Polacco
14,6353
14,6811
-0,0458 0,0063
1,0254 14,0104
0,85278
0,84645
0,8164
122,6
122,86
-0,2600 117,3655
4,4098
4,4096
0,0002
4,2215
Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta 0,00
0,15
0,10 0,01
LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. Ăˆ rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metĂ del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicitĂ trimestrale. Inazione. Ăˆ la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.
Il primo quotidiano finanziario italiano
Irs
Tassi Fra
Int. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro 1 anno 2 anni 3 anni 4 anni 5 anni 6 anni 7 anni 8 anni
-0,213 -0,166 -0,101 -0,020 0,085 0,204 0,329 0,455
Lettera
Scad.
Denaro
Lettera
-0,173 -0,126 -0,061 0,020 0,125 0,244 0,369 0,495
9 anni 10 anni 12 anni 15 anni 20 anni 25 anni 30 anni
0,572 0,677 0,852 1,030 1,171 1,211 1,222
0,612 0,717 0,892 1,070 1,211 1,251 1,262
Preziosi e metalli Den.
Let.
Preziosi ($ per oncia) Oro 1132,23 1132,82 Argento 15,71 15,72 Palladio 658,19 659,93 Platino 893,56 895,48 Metalli ($ per tonn.) Aluminium 1720 1719 Rame 5470 5469 Piombo 2073 2072 Nickel 10415 10410
Den. Stagno 21100 Zinco 2578 Monete e Preziosi (quote in â‚Ź) Sterlina (v.c) 243,31 Sterlina (n.c) 245,58 Sterlina (post 74) 245,58 Marengo Italiano 191,39 Marengo Svizzero 188,68 Marengo Francese 187,51 Marengo Belga 187,49
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Let. 21075 2577 284,06 288,71 288,71 222,67 222,31 222,25 221,58
Fra Scadenza
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-0,336 -0,324 -0,304 -0,285 -0,234 -0,217 -0,192 -0,145 0,007
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DEPOSITI Scadenza
Bid
Ask
1 sett
-0,45
-0,35
1 mese
-0,44
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-0,40
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Fra: forward rate agreement
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Btp
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1X4 3X6 6X9 9X12 1X7 3X9 6X12 12X18 12x24
Bid
Btp Scadenza
Rendimento
2Yr BTP 3Yr BTP 5Yr BTP 10Yr BTP 30Yr BTP
-0,166 -0,067 0,580 1,822 2,879
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Sabato 24 Dicembre 2016
M E R CAT I E F I NA N Z A Helvetia Vita S.p.A. Compagnia Italo Svizzera di Assicurazioni sulla Vita S.p.A.
CNP Alpenbank Aggressive CNP Alpenbank Balanced CNP Alpenbank Balanced 2 CNP Alpenbank Dynamic CNP Alpenbank Substance CNP CIIS Aggressivo CNP CIIS Dinamico CNP CIIS Equilibrato CNP CIIS Moderato CNP CIIS Prudente CNP CIIS Total Return CNP CIIS Essential CNP CIIS Advanced CNP Aggressivo CNP Crescita CNP Dynamic Structured Opp CNP Equilibrato CNP Fondo Interno Certius IV CNP Fondo Interno Certius V CNP Linea Aggressiva CNP Linea Conservativa CNP Dinamico CNP Moderato CNP Protezione CNP Prudente CNP Reddito CNP Sviluppo CNP WB Alternative Dynamic Recovery Linea Prudente Linea Bilanciata Linea Flessibile Linea Total Return
103,88 96,27 102,19 126,01 108,71 95,53 96,47 96,38 98,10 99,60 97,17 87,41 92,96 99,67 95,60 100,17 98,70 93,62 55,27 102,52 97,09 98,30 100,63 98,28 101,83 98,68 94,21 101,34 102,00 100,24 99,86
20/12/2016 20/12/2016 20/12/2016 20/12/2016 20/12/2016 20/12/2016 20/12/2016 20/12/2016 20/12/2016 20/12/2016 20/12/2016 20/12/2016 20/12/2016 11/10/2016 20/12/2016 11/10/2016 20/12/2016 20/12/2016 20/12/2016 11/10/2016 20/12/2016 20/12/2016 20/12/2016 20/12/2016 20/12/2016 20/12/2016 20/12/2016 11/10/2016 20/12/2016 20/12/2016 20/12/2016
Sede Legale e Operativa Via G. B. Cassinis, 21 – 20139 Milano - Tel. 02 53.51.1 Fax 02 53.72.89 E-mail PEC: helvetiavita@actaliscertymail.it - www.helvetia.it - Capitale Sociale € 47.594.000 i.v. Num. Iscriz. del Reg. delle Imprese di Milano, C.F. e P.I. 03215010962 - R.E.A. n. 1882793 - Iscriz. Albo Imprese di Ass. n. 1.00142 - Iscrizione Albo Gruppi Assicurativi. n. d'ordine 031 - Società soggetta alla Direzione ed al Coordinamento della Helvetia Compagnia Svizzera d’Assicurazioni SA, Rappresentanza Generale e Direzione per l'Italia - Società con unico Socio - Imp. Autor. all'eser. delle ass. sulla Vita con Provv. ISVAP n. 1979 del 4 dicembre 2001 (G.U. del 12/12/2001 n. 288)
UNIT LINKED UNIT in EURO
DATA
Quality Progress Maximum Global Equity Global 100 Flex Equity 100 Opportunità Reddito Opportunità Reddito Plus Opportunità Crescita Opportunità Crescita Plus Consultinvest Crescita Privilege Eurovita Dynamic Allocation Eurovita Conservative Allocation Low Volatility Plus Platinum 1 Syncro Bilanciato Syncro Flessibile Synchro Altamente Dinamico Platinum 2 Consultinvest Investimento Reddito Butterfly Altamente Dinamico Butterfly Flessibile Eurovita Platinum GP
14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016 14/12/2016
PREZZO 7,633 7,025 5,602 6,322 5,588 11,472 4,928 4,873 4,940 4,865 5,089 4,998 5,065 5,115 5,077 5,059 4,961 4,877 4,903 4,941 4,994 5,125 4,973 5,008
EUROVITA ASSICURAZIONI S.p.A. Via Vittorio Veneto, 74 - 00187 - Roma Tel. 06 474821
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BANCASSICURAZIONE UNIT LINKED UNIDESIO 760071
12,167
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UNIDESIO 760125
12,339
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13,017
UNIDESIO 760203
UNIDESIO 760095
UNIDESIO 760157
UNIDESIO 760205
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UNIDESIO 760206
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UNIDESIO 760169
13,917
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UNIDESIO 760170
12,808
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UNIDESIO 760216
11,294
16/12/2016
12,465
16/12/2016
UNIDESIO 760229
11,704
16/12/2016
UNIDESIO 760098
12,509
UNIDESIO 760099
16/12/2016
11,727
UNIDESIO 760102
16/12/2016
11,260
UNIDESIO 760104
11,171
16/12/2016
UNIDESIO 760174
UNIDESIO 760105
10,607
16/12/2016
UNIDESIO 760179
11,943
16/12/2016
UNIDESIO 760234
10,074
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UNIDESIO 760106
11,878
09/12/2016
UNIDESIO 760180
12,106
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10,085
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UNIDESIO 760109
11,591
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UNIDESIO 760183
11,591
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UNIDESIO 760243
10,279
16/12/2016
UNIT LINKED - FONDI INTERNI MetLife Europe Limited Rappresentanza Generale per l’Italia Via Andrea Vesalio n. 6 00161 Roma
Valorizzazione al: 07/07/16 MetLife Protezione in Crescita 70% MetLife Protezione in Crescita 80%
Alico Gest.Bilanc.Glob
Alico Gest.Azion.Glob
1,276 1,187
22/12/16
22/12/16
MetLife Protezione in Crescita 90%
Alico R. Prudente
22/12/16
1,083
1,042
1,435 Alico R. Crescita
22/12/16
1,263
AZZOAGLIO CONSERVATIVO
6,885
16/12/2016
AZZOAGLIO DINAMICO
6,233
16/12/2016
AZZOAGLIO EQUILIBRATO
7,254
16/12/2016
UNIDESIO PRUDENTE
11,812
16/12/2016
UNIDESIO MODERATO
12,421
16/12/2016
UNIDESIO ATTIVO
13,138
16/12/2016
UNIDESIO VIVACE
13,446
16/12/2016
OBBLIGAZIONARIO MISTO
10,732
16/12/2016
AZIONARIO EURO
9,222
16/12/2016
AZIONARIO GLOBALE
13,281
16/12/2016
BILANCIATO
12,620
16/12/2016
CONSERVATIVE
10,404
16/12/2016
BOND MIX
10,837
16/12/2016
BALANCED
12,258
16/12/2016
GLOBAL EQUITY
15,661
16/12/2016
22/12/16
110,581
21/12/2016
INDEX EuroCrescita 2014
99,384
21/12/2016
INDEX TOP DIVIDEND 2013
111,828
21/12/2016
PIP - FONDI INTERNI PREVIMISURATO
13,887
15/12/2016
PREVIBRIOSO
14,650
15/12/2016
PREVIDINAMICO
14,704
15/12/2016
FPA - LINEE LINEA 1
12,170
30/11/2016
LINEA 1 - FASCIA A
12,640
30/11/2016
12,391
30/11/2016
10,273
16/12/2016 16/12/2016
UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO
12,116
16/12/2016
LINEA 2
13,446
UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE
16,609
16/12/2016
LINEA 2 - FASCIA A
13,769
30/11/2016
OBBIETTIVO 03/2021
9,833
16/12/2016
LINEA 2 - FASCIA B
13,927
30/11/2016
OBBIETTIVO 05/2021
10,418
16/12/2016
LINEA 3
13,527
30/11/2016
HIGH DIVIDEND
9,722
16/12/2016
LINEA 3 - FASCIA A
13,773
30/11/2016
8,616
16/12/2016
LINEA 3 - FASCIA B
14,907
30/11/2016
22/12/16
1,188
LINEA 1 - FASCIA B
INDEX LINKED
30/11/2016
UNIT LINKED - FONDI INTERNI 97,112
21/12/2016
ATTIVO SPECIFICO
1,406
22/12/16
0,402
22/12/16
0,425
20/12/2016
214,630
20/12/2016
HELVETIA WORLD BOND
252,110
20/12/2016 20/12/2016
HELVETIA GLOBAL BALANCED
177,990
21/12/2016
HELVETIA GLOBAL EQUITY
135,660
20/12/2016
HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2013
108,726
21/12/2016
FONDO CONSERVATIVO
9,853
16/12/2016
FONDO SVILUPPO
9,956
16/12/2016
FONDO OPPORTUNITA
9,851
16/12/2016
Pick 25
10,137
16/12/2016
UNIBOND
10,055
16/12/2016
LINEA GARANTITA
Alico Sec. Acc. 2017
167,240
HELVETIA EUROPE BALANCED
98,646
96,859
21/12/2016
FPA - LINEE 1,386
HELVETIA WORLD EQUITY
HELVETIA QUATTRO.10
HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2014
22/12/16
21/12/2016
INDEX EURO DIVIDEND - 2013
CANALE AGENTI E BROKER
Alico Multi Comm.
Alico Aper.Indiciz.Eur
21/12/2016
101,466
11,102
HELVETIA EUROCRESCITA
22/12/16
103,892
DUAL INDEX - 2013
UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE
1,502 Alico R. Multi Comm.
Alico Gest.Azion. Eur
DUAL INDEX - 2012
UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE
MEGATREND Alico Gest.Bilanc.Eur
INDEX LINKED
12,278
30/11/2016
PIP - FONDI INTERNI
LINEA BILANCIATO
13,626
30/11/2016
LINEA OBBLIGAZIONARIO
13,260
30/11/2016
HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE
12,640
20/12/2016
LINEA AZIONARIO
10,443
30/11/2016
HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY
13,780
20/12/2016
www.helvetia.it Alico Aper.Indiciz.Usa
22/12/16
1,075
POLAR CAPITAL FUNDS Comparto
Alico Long Investment Alico Aper.Indiciz.Glo
22/12/16
22/12/16
1,095
1,871
Alico Agriculture 22/12/16
EUR GBP USD
Healthcare Opportunities
Valori al 22/12/2016
Alico Aper.Indiciz.Ita
Classe di Azioni
Global Technology
22/12/16
0,949
1,533
Ivy Gl.Investors Asset Strat.A
EUR 1525,65
EUR GBP USD Polar Japan Fund USD GBP JPY UK Absolute Return Class A EUR Class A GBP Class A USD Class I EUR Class I GBP Class I USD
22/12/16
0,802
Alico Metals
www.metlife.it
22/12/16
0,383
Valori al
21,86 18,59 22,86 22,50 18,23 2644,93 12,22 10,25 16,50 12,51 10,49 16,89
22/12/2016 22/12/2016 22/12/2016 22/12/2016 22/12/2016 22/12/2016 18/11/2013 18/11/2013 18/11/2013 18/11/2013 18/11/2013 18/11/2013
www.polarcapital.co.uk
NATIONALE SUISSE VITA Alico Liquidita’
NAV
27,68 22/12/2016 23,54 22/12/2016 28,94 22/12/2016
FONDI PENSIONE APERTI Valori al PREVISUISSE-Crescita-MAIN PREVISUISSE-Dinamica-MAIN PREVISUISSE-Garanzia-MAIN
Il resto, scopritelo da voi.
+ VELOCE + MODERNO + BELLO + RICCO + FACILE
NEW
DA USARE DA LEGGERE
DA CONDIVIDERE
NEI CONTENUTI DA NAVIGARE
Gruppo HELVETIA Valori in Euro 30/11/2016 15,44 14,42 16,02
Sabato 24 Dicembre 2016
M E R CAT I E F I NA N Z A
25
Ftse Mib +1,17%. Piatti gli altri listini europei. Banche oltre la paritĂ
Borse, Milano ottimista La ďŹ ducia negli Usa ai massimi da 12 anni
I
DI
MASSIMO GALLI
n una giornata piatta per le principali borse europee, caratterizzata dal clima festivo e da scarsi volumi, spicca Piazza Affari, dove il Ftse Mib ha guadagnato l’1,17% a 19.345 punti. Nel resto del continente positive Parigi (+0,10%) e Londra (+0,06%), mentre Francoforte ha ceduto lo 0,05%. A New York gli indici si muovevano sul filo della paritĂ . Lo spread è terminato in lieve calo a 159. Non hanno in uenzato i mercati i dati macroeconomici, in particolare quello sulla ďŹ ducia dei consumatori negli Usa, che in dicembre è balzata ai massimi da dodici anni a 98,2 punti, nella scia dell’aumento dei prezzi delle azioni e dello sviluppo del mercato del lavoro. Inoltre le vendite di nuove case sono salite in novembre del 5,2% su base mensile a 592 mila, battendo il consenso. A Milano si è messa in luce Telecom Italia (+4,45%
PER 125 MILIONI
Quercus emette bond solare Quercus, fondo specializzato nelle energie rinnovabili, ha ďŹ nalizzato, attraverso la controllata Azienda solare italiana (Asi), la piĂš grande emissione obbligazionaria in Italia basata su un portafoglio di impianti a energia solare. L’operazione è stata conclusa per un controvalore di circa 125 milioni di euro e con richieste dagli investitori, per lo piĂš assicuratori, pari a tre volte l’ammontare disponibile. Quercus, societĂ fondata dall’a.d. Diego Biasi e presieduta da Vito Gamberale, è socio paritetico con Swiss Life di Asi, titolare di un portafoglio di campi fotovoltaici tra Lazio, Puglia, Molise e Sicilia. L’emissione servirĂ a ottimizzare la struttura debitoria dell’intero portafoglio. ÂŤGrazie alla ristrutturazione del debito e ad altre efďŹ cienze apportateÂť, ha sottolineato Biasi, ÂŤsiamo riusciti a liberare risorse ďŹ nanziarie che daranno luogo a un dividendo straordinario di circa il 20% del capitale investito dal Quercus Italian Solar. La relativa distribuzione agli investitori avverrĂ in due tranche: una entro Natale e l’altra dopo l’approvazione del bilancio 2016Âť. Š Riproduzione riservata
Piazza Affari migliore in Europa a 0,8575 euro): secondo indiscrezioni di stampa, il governo sta valutando, attraverso Cassa depositi e prestiti, l’ingresso nel capitale del gruppo. Luxottica ha messo a segno un rialzo dell’1,58% a 51,55 euro: Equita sim resta positiva, confermando la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 55 euro. Bene anche Generali
(+0,77% a 14,37 euro), su cui Banca Akros ha tagliato la raccomandazione a neutral con target price a 14,4 euro dopo il rally dell’ultimo mese. Acquisti sui bancari dopo il via libera al salvataggio pubblico del Montepaschi, le cui azioni sono state sospese dalle negoziazioni: Mediobanca +1,28%, B.P.Milano
CONSORZIO INTERCOMUNALE DEI SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI Avviso di gara pubblica AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: CONSORZIO INTERCOMUNALE DEI SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI - sede legale Piazza Castello n. 20 – 10073 CIRIE’ - 0119212896– Fax 0119206042 - indirizzo internet per l’accesso alla documentazione di gara http://www.ciscirie.it/index.php/amministrazione-trasparente/ bandi-di-gara-e-contratti/bandi-e-gare-in-corso/. OGGETTO DELL’APPALTO: Gestione servizi residenziali consortili per persone disabili cosĂŹ suddiviso: comunitĂ alloggio sita in Borgaro Torinese con capienza di 8 posti, convivenza guidata sita a Ciriè con capienza 4 posti. - Importo del servizio a base d’asta â‚ŹÂ 2.571.008,00=, oltre IVA, non sono previsti oneri per la sicurezza. CPV 85311200-4. CIG 6913052EF7. PROCEDURA DI AGGIUDICAZIONE: aperta. CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: offerta economicamente piĂš vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualitĂ /prezzo secondo criteri e modalitĂ speciďŹ cati nel bando e disciplinare di gara. DURATA DEL CONTRATTO: cinque anni dalla data di sottoscrizione del contratto; eventuale proroga tecnica di sei mesi. TERMINE PRESENTAZIONE OFFERTA: entro le ore 12.00 del 30/01/2017. La gara sarĂ esperita in seduta pubblica alle ore 14.30 del 30/01/2017 presso la Sede del Consorzio Intercomunale dei Servizi SocioAssistenziali, e proseguirĂ secondo quanto previsto nel bando e disciplinare di gara. ALTRE INFORMAZIONI: Il servizio è ďŹ nanziato con fondi propri del Consorzio, il contratto è stipulato a corpo, i pagamenti avverranno secondo quanto stabilito dal CSA. Per quanto ivi non indicato si rinvia al bando integrale e documentazione disponibili sul sito internet. IL DIRETTORE (Dottoressa Lucia Mulasso)
SERVIZIO SANITARIO REGIONALE BASILICATA AZIENDA SANITARIA LOCALE DI POTENZA Via Torraca n. 2 – 85100 Potenza AVVISO RELATIVO AD APPALTO AGGIUDICATO 1. AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE – DENOMINAZIONE, INDIRIZZI E PUNTI DI CONTATTO: AZIENDA SANITARIA LOCALE DI POTENZA, Via Torraca n. 2, 85100 POTENZA – U.O. Provveditorato Economato – Tel. 0971 310549, Fax 0971 310296. 2. DENOMINAZIONE CONFERITA ALL’APPALTO DALL’AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: Procedura aperta per l’afďŹ damento, in U.R.A., del servizio di progettazione, realizzazione, gestione e manutenzione del nuovo sistema informatico di contabilitĂ delle aziende sanitarie provinciali di Potenza e di Matera, dell’A.O. San Carlo di Potenza e dell’IRCCS CROB di Rionero in Vulture, per la durata di anni otto. 3. C.I.G.: 6345470F7B 4. CRITERI DI AGGIUDICAZIONE: Offerta economicamente piĂš vantaggiosa. 5. Data di trasmissione dell’avviso alla G.U.C.E.: 25/11/2016 6. AGGIUDICAZIONE DELL’APPALTO: Deliberazione del Direttore Generale n. 2016/00777 del 22/11/2016. 7. NUMERO DI OFFERTE RICEVUTE: 4. 8. OPERATORE ECONOMICO AGGIUDICATARIO: DEDALUS SpA – FIRENZE 9. INFORMAZIONI SUL VALORE DELL’APPALTO: - Valore totale annuo inizialmente stimato dell’appalto: â‚Ź 3.000.000,00 I.V.A. esclusa - Valore annuo finale totale dell’appalto: â‚Ź 2.200.000,00 I.V.A. esclusa 10. La durata della fornitura è di anni OTTO. IL DIRETTORE GENERALE Dott. Giovanni B. BOCHICCHIO
SERVIZIO SANITARIO REGIONALE BASILICATA AZIENDA SANITARIA LOCALE DI POTENZA
AVVISO DI APPALTO AGGIUDICATO Ai sensi dell’art. 72 del D. Lgs 18/04/2016, n. 50, si rende noto che l’Azienda Sanitaria Locale di Potenza con sede in Potenza alla via Torraca, 2, (tel. 0971.310111 fax 0971-310527, sito web www.aspbasilicata.it), in esecuzione della D.D.G. n. 2016/00778 del 22/11/2016, ha aggiudicato la fornitura in modalitĂ â€œserviceâ€? di sistemi analitici per l’esecuzione di esami diagnostici di microbiologia, occorrenti per il Laboratori di Analisi chimicocliniche aziendali. C.I.G. [6707263087]. Durata del contratto anni cinque. Aggiudicataria Ditta Biomerleux Italia S.p.A. Via di Campigliano, 58, Bagno a Ripoli (FI). Importo complessivo dell’appalto, per i previsti cinque anni di durata del contratto: â‚Ź 903.741,57, Iva esclusa, oltre ad â‚Ź 4.000,00 Iva esclusa, quali oneri di sicurezza interferenti, non soggetti a ribasso. Procedura di aggiudicazione: procedura aperta, con aggiudicazione a favore dell’offerta economicamente piĂš vantaggiosa ai sensi dell’art. 95 comma 2 del D.Lgs n. 50/2016. Data di trasmissione del presente avviso alla G.U.U.E.: 29/11/2016. Il Direttore Generale Dr. Giovanni Battista Bochicchio
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+1,27%, Intesa Sanpaolo +1,23%, B.Popolare +1,11%, Bper +0,98%. Invariata Ubi, mentre Unicredit ha perso lo 0,56%. Nel resto del listino in gran spolvero Dada (+7,54%): la controllata Register.it ha siglato un contratto di finanziamento a medio-lungo termine con un gruppo di banche per 22 milioni di euro. Inoltre sono state rinegoziate le condizioni economiche del ďŹ nanziamento a medio-lungo termine fra Register.it e CrĂŠdit AgricolCariparma per 3,5 milioni. Nei cambi, l’euro ha chiuso la seduta stabile a 1,0454 dollari e 122,58 yen. Biglietto verde in lieve discesa a 117,26 sulla valuta giapponese. Per le materie prime, quotazioni petrolifere poco mosse: a Londra il Brent avanzava di 13 centesimi a 55,18 dollari e a New York il Wti era scambiato poco sopra la paritĂ intorno a 53 dollari. L’oro viaggiava in progresso di 4 dollari a 1.133 dollari. Š Riproduzione riservata
Avvisi di Pubblicità legale su Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Veneto, Friuli, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana Via Burigozzo 8, 20122 Milano Tel. 02/58219511-516 Fax 02/58305643 Lazio Via Santa Maria in Via, 12- 00187 Roma tel 06/69760854 Fax 06/6781314 Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia Via Camillo de Nardis 11, 80127 Napoli tel 081/5603291 fax 081/5603708 Calabria e Sicilia Gds Media & Communication Srl Via Lincoln 19- 90133 Palermo tel 091/6230511 fax 091/6230524
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CONSORZIO INTERCOMUNALE DEI SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI Avviso di gara pubblica AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: CONSORZIO INTERCOMUNALE DEI SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI - sede legale Piazza Castello n. 20 â&#x20AC;&#x201C; 10073 CIRIEâ&#x20AC;&#x2122; - 0119212896â&#x20AC;&#x201C; Fax 0119206042 - indirizzo internet per lâ&#x20AC;&#x2122;accesso alla documentazione di gara http://www.ciscirie.it/index.php/amministrazione-trasparente/ bandi-di-gara-e-contratti/bandi-e-gare-in-corso/. OGGETTO DELLâ&#x20AC;&#x2122;APPALTO: Gestione della comunitĂ alloggio per persone disabili, sita in Lanzo Torinese con capienza di 10 posti. - Importo del servizio a base dâ&#x20AC;&#x2122;asta â&#x201A;ŹÂ 2.446.840,00=, oltre IVA, non sono previsti oneri per la sicurezza. CPV 85311200-4 CIG 69150152E6. PROCEDURA DI AGGIUDICAZIONE: aperta. CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: offerta economicamente piĂš vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualitĂ /prezzo secondo criteri e modalitĂ speciďŹ cati nel bando e disciplinare di gara. DURATA DEL CONTRATTO: cinque anni dalla data di sottoscrizione del contratto; eventuale proroga tecnica di sei mesi. TERMINE PRESENTAZIONE OFFERTA: entro le ore 12.00 del 06.02.2017. La gara sarĂ esperita in seduta pubblica alle ore 14.30 del 06.02.2017 presso la Sede del Consorzio Intercomunale dei Servizi SocioAssistenziali, e proseguirĂ secondo quanto previsto nel bando e disciplinare di gara. ALTRE INFORMAZIONI: Il servizio è ďŹ nanziato con fondi propri del Consorzio, il contratto è stipulato a corpo, i pagamenti avverranno secondo quanto stabilito dal CSA. Per quanto ivi non indicato si rinvia al bando integrale e documentazione disponibili sul sito internet. IL DIRETTORE (Dottoressa Lucia Mulasso)
ALLEANZA ASSICURAZIONI S.p.A. - www.alleanza.it - Sede legale Piazza Fidia, 1 - 20159 Milano - tel. +39 02 62961 fax +39 02 6296202 - Iscrizione nel Registro Imprese di Milano, C.F. e Partita IVA n. 10908160012 - Pec: alleanza@pec.alleanza.it Cap. Soc.: Euro 210.000.000,00 i.v. - Società iscritta all’Albo Imprese IVASS n. 1.00178, soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Assicurazioni Generali S.p.A. ed appartenente al Gruppo Generali, iscritto al numero 026 dell’Albo dei gruppi assicurativi
RENDICONTO RIEPILOGATIVO E PROSPETTO ANNUALE DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO
RENDICONTO RIEPILOGATIVO E PROSPETTO ANNUALE DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO
IMPRESA: ALLEANZA ASSICURAZIONI S.P.A. DENOMINAZIONE GESTIONE SEPARATA: ALLEATA GARANTITA PERIODO DI OSSERVAZIONE: DAL 01/11/2015 AL 31/10/2016
IMPRESA: ALLEANZA ASSICURAZIONI S.P.A. DENOMINAZIONE GESTIONE SEPARATA: ALLECAPITAL PERIODO DI OSSERVAZIONE: DAL 01/11/2015 AL 31/10/2016
CODICE IMPRESA: 495 CODICE GESTIONE: 009
valori in euro
RENDICONTO RIEPILOGATIVO
Importi
Proventi ed oneri distinti per categorie di attività
CODICE IMPRESA: 495 CODICE GESTIONE: 005
valori in euro
RENDICONTO RIEPILOGATIVO
Importi
Proventi ed oneri distinti per categorie di attività
100 101 102 103 104 105 106 107 150
Proventi da investimenti Interessi su titoli di Stato in euro Interessi su titoli di Stato in valuta Interessi su titoli obbligazionari in euro Interessi su titoli obbligazionari in valuta Dividendi su azioni in euro Dividendi su azioni in valuta Redditi degli investimenti immobiliari Altre tipologie di proventi di cui: 151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività
A
83.332.326 34.773.079 1.686.766 41.914.728 217.242 4.702.036 38.470 5 5
100 101 102 103 104 105 106 107 150
Proventi da investimenti Interessi su titoli di Stato in euro Interessi su titoli di Stato in valuta Interessi su titoli obbligazionari in euro Interessi su titoli obbligazionari in valuta Dividendi su azioni in euro Dividendi su azioni in valuta Redditi degli investimenti immobiliari Altre tipologie di proventi di cui: 151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività
A
9.051.880 689.703 8.362.177 8.362.177
200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 250
Utili/perdite da realizzi Titoli di Stato in euro Titoli di Stato in valuta Titoli obbligazionari quotati in euro Titoli obbligazionari non quotati in euro Titoli obbligazionari quotati in valuta Titoli obbligazionari non quotati in valuta Titoli azionari quotati in euro Titoli azionari non quotati in euro Titoli azionari in valuta quotati Titoli azionari in valuta non quotati Immobili Cambi Altre tipologie di utili/perdite di cui: 251 Altre attività finanziarie
B
-277.812 537.749 182.248 -1.121.652 636.288 167.943 -680.389 -
200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 250
Utili/perdite da realizzi Titoli di Stato in euro Titoli di Stato in valuta Titoli obbligazionari quotati in euro Titoli obbligazionari non quotati in euro Titoli obbligazionari quotati in valuta Titoli obbligazionari non quotati in valuta Titoli azionari quotati in euro Titoli azionari non quotati in euro Titoli azionari in valuta quotati Titoli azionari in valuta non quotati Immobili Cambi Altre tipologie di utili/perdite di cui: 251 Altre attività finanziarie
B
9.987.160 9.987.160 9.987.160
300 400 500 600 700 800
Retrocessione di commissioni e altre utilità Risultato finanziario lordo Spese di revisione contabile Spese per l’acquisto e la vendita di attività Risultato finanziario netto Giacenza media delle attività investite
C A+B+C D E A+B+C-D-E
83.054.514 74.134 82.980.379 2.130.116.213
300 400 500 600 700 800
Retrocessione di commissioni e altre utilità Risultato finanziario lordo Spese di revisione contabile Spese per l’acquisto e la vendita di attività Risultato finanziario netto Giacenza media delle attività investite
C A+B+C D E A+B+C-D-E
19.039.040 19.039.040 287.579.524
Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,90%
Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 6,62%
Redatto il 12/12/2016
Redatto il 12/12/2016
Il rappresentante legale dell’impresa
PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE
valori in euro
PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE
Alla chiusura del periodo Alla chiusura del periodo di osservazione di osservazione precedente 31/10/2015 31/10/2016 1 Importi da libro mastro Importi da libro mastro 1 100 101 102 103 104 105 106 107 108 150
Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: BTP CCT Altri titoli di Stato emessi in euro Altri titoli di Stato emessi in valuta Obbligazioni quotate in euro Obbligazioni quotate in valuta Obbligazioni non quotate in euro Obbligazioni non quotate in valuta Altre tipologie di titoli di debito
200 201 202 203 204 250
Titoli di capitale: Azioni quotate in euro Azioni non quotate in euro Azioni quotate in valuta Azioni non quotate in valuta Altre tipologie di titoli di capitale
300 301 302 303 304 305 350
Altre attività patrimoniali: Immobili Prestiti Quote di OICR Strumenti derivati Liquidita’ Altre tipologie di attività di cui: 351 Pronti contro termine 352 Crediti d’imposta 353 Crediti verso riassicuratori 354 Retrocessione di commissioni 355 Crediti verso assicurati
1000 Saldo attività della gestione separata
valori in euro Alla chiusura del periodo di osservazione 31/10/2016 Importi da libro mastro 1
2.184.117.875 691.160.762 158.343.969 37.063.134 1.261.883.772 4.906.624 30.759.614 -
1.771.412.690 556.371.681 149.651.414 48.573.630 998.335.407 4.904.704 13.575.854 -
100 101 102 103 104 105 106 107 108 150
Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: BTP CCT Altri titoli di Stato emessi in euro Altri titoli di Stato emessi in valuta Obbligazioni quotate in euro Obbligazioni quotate in valuta Obbligazioni non quotate in euro Obbligazioni non quotate in valuta Altre tipologie di titoli di debito
114.536.372 110.267.208 4.269.164 -
77.982.346 77.982.346 -
200 201 202 203 204 250
Titoli di capitale: Azioni quotate in euro Azioni non quotate in euro Azioni quotate in valuta Azioni non quotate in valuta Altre tipologie di titoli di capitale
83.831.851 83.831.851 -
76.807.209 76.807.209 -
300 301 302 303 304 305 350
Altre attività patrimoniali: Immobili Prestiti Quote di OICR Strumenti derivati Liquidita’ Altre tipologie di attività di cui: 351 Pronti contro termine 352 Crediti d’imposta 353 Crediti verso riassicuratori 354 Retrocessione di commissioni 355 Crediti verso assicurati
-
-
2.382.486.098
1.926.202.245
400 Passività patrimoniali: 401 Debiti per spese di revisione contabile 402 Debiti per spese per l’acquisto/vendita di attività
Il rappresentante legale dell’impresa
-
-
9.947.003 9.947.003 -
9.947.003 9.947.003 -
236.200.828 236.160.384 40.444 -
329.474.654 329.006.735 467.919 -
-
-
246.147.831
339.421.657
Alla chiusura del periodo di osservazione 31/10/2016
Alla chiusura del periodo di osservazione precedente 31/10/2015
400 Passività patrimoniali: 401 Debiti per spese di revisione contabile 402 Debiti per spese per l’acquisto/vendita di attività 1000 Saldo attività della gestione separata
valori in euro
valori in euro
Alla chiusura del periodo Alla chiusura del periodo di osservazione precedente di osservazione 31/10/2015 31/10/2016 Riserve matematiche
Alla chiusura del periodo di osservazione precedente 31/10/2015 Importi da libro mastro 1
2.360.232.402
1.930.668.769
42.168.832
101.242.741
Riserve matematiche relative a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008
(*)
(*)
Riserve matematiche Riserve matematiche relative a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008
(*)
(*)
Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008
(*)
(*)
Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008
(*)
(*)
Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periodo di osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008
(*)
(*)
Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periodo di osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008
(*)
(*)
1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, nell’apposita sezione del libro mastro. (*) non sono stati rilevati importi superiori alle soglie di rilevanza previste
1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, nell’apposita sezione del libro mastro. (*) non sono stati rilevati importi superiori alle soglie di rilevanza previste
Redatto il 12/12/2016
Redatto il 12/12/2016
Il rappresentante legale dell’impresa
Il rappresentante legale dell’impresa
ALLEANZA ASSICURAZIONI S.p.A. - www.alleanza.it - Sede legale Piazza Fidia, 1 - 20159 Milano - tel. +39 02 62961 fax +39 02 6296202 - Iscrizione nel Registro Imprese di Milano, C.F. e Partita IVA n. 10908160012 - Pec: alleanza@pec.alleanza.it Cap. Soc.: Euro 210.000.000,00 i.v. - Società iscritta all’Albo Imprese IVASS n. 1.00178, soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Assicurazioni Generali S.p.A. ed appartenente al Gruppo Generali, iscritto al numero 026 dell’Albo dei gruppi assicurativi
RENDICONTO RIEPILOGATIVO E PROSPETTO ANNUALE DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO
RENDICONTO RIEPILOGATIVO E PROSPETTO ANNUALE DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO
IMPRESA: ALLEANZA ASSICURAZIONI S.P.A. DENOMINAZIONE GESTIONE SEPARATA: ALLERENDITA PERIODO DI OSSERVAZIONE: DAL 01/11/2015 AL 31/10/2016
IMPRESA: ALLEANZA ASSICURAZIONI S.P.A. DENOMINAZIONE GESTIONE SEPARATA: FONDO EURO SAN PERIODO DI OSSERVAZIONE: DAL 01/11/2015 AL 31/10/2016
CODICE IMPRESA: 495 CODICE GESTIONE: 006
valori in euro
RENDICONTO RIEPILOGATIVO
Importi
Proventi ed oneri distinti per categorie di attività
GIORGIO
CODICE IMPRESA: 495 CODICE GESTIONE: 007
valori in euro
RENDICONTO RIEPILOGATIVO
Importi
Proventi ed oneri distinti per categorie di attività
100 101 102 103 104 105 106 107 150
Proventi da investimenti Interessi su titoli di Stato in euro Interessi su titoli di Stato in valuta Interessi su titoli obbligazionari in euro Interessi su titoli obbligazionari in valuta Dividendi su azioni in euro Dividendi su azioni in valuta Redditi degli investimenti immobiliari Altre tipologie di proventi di cui: 151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività
A
383.028 377.825 5.203 -
100 101 102 103 104 105 106 107 150
Proventi da investimenti Interessi su titoli di Stato in euro Interessi su titoli di Stato in valuta Interessi su titoli obbligazionari in euro Interessi su titoli obbligazionari in valuta Dividendi su azioni in euro Dividendi su azioni in valuta Redditi degli investimenti immobiliari Altre tipologie di proventi di cui: 151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività
A
571.434.660 328.676.693 1.174.086 137.053.105 3.456.807 16.942.133 433.702 83.698.133 83.698.133
200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 250
Utili/perdite da realizzi Titoli di Stato in euro Titoli di Stato in valuta Titoli obbligazionari quotati in euro Titoli obbligazionari non quotati in euro Titoli obbligazionari quotati in valuta Titoli obbligazionari non quotati in valuta Titoli azionari quotati in euro Titoli azionari non quotati in euro Titoli azionari in valuta quotati Titoli azionari in valuta non quotati Immobili Cambi Altre tipologie di utili/perdite di cui: 251 Altre attività finanziarie
B
30.596 30.596 -
200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 250
Utili/perdite da realizzi Titoli di Stato in euro Titoli di Stato in valuta Titoli obbligazionari quotati in euro Titoli obbligazionari non quotati in euro Titoli obbligazionari quotati in valuta Titoli obbligazionari non quotati in valuta Titoli azionari quotati in euro Titoli azionari non quotati in euro Titoli azionari in valuta quotati Titoli azionari in valuta non quotati Immobili Cambi Altre tipologie di utili/perdite di cui: 251 Altre attività finanziarie
B
-19.335.257 5.983.649 -2.973.602 -564.948 196.226 -25.491.777 -148.794 1.147.509 8.663.485 -6.147.005 -6.147.005
300 400 500 600 700 800
Retrocessione di commissioni e altre utilità Risultato finanziario lordo Spese di revisione contabile Spese per l’acquisto e la vendita di attività Risultato finanziario netto Giacenza media delle attività investite
C A+B+C D E A+B+C-D-E
413.624 413.624 7.857.874
300 400 500 600 700 800
Retrocessione di commissioni e altre utilità Risultato finanziario lordo Spese di revisione contabile Spese per l’acquisto e la vendita di attività Risultato finanziario netto Giacenza media delle attività investite
C A+B+C D E A+B+C-D-E
169.487 552.268.890 477.184 551.791.706 14.311.316.304
Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 5,26%
Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,86%
Redatto il 12/12/2016
Redatto il 12/12/2016
Il rappresentante legale dell’impresa
PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE
valori in euro
PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE
Alla chiusura del periodo Alla chiusura del periodo di osservazione di osservazione precedente 31/10/2015 31/10/2016 1 Importi da libro mastro Importi da libro mastro 1 100 101 102 103 104 105 106 107 108 150
Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: BTP CCT Altri titoli di Stato emessi in euro Altri titoli di Stato emessi in valuta Obbligazioni quotate in euro Obbligazioni quotate in valuta Obbligazioni non quotate in euro Obbligazioni non quotate in valuta Altre tipologie di titoli di debito
200 201 202 203 204 250
Titoli di capitale: Azioni quotate in euro Azioni non quotate in euro Azioni quotate in valuta Azioni non quotate in valuta Altre tipologie di titoli di capitale
300 301 302 303 304 305 350
Altre attività patrimoniali: Immobili Prestiti Quote di OICR Strumenti derivati Liquidita’ Altre tipologie di attività di cui: 351 Pronti contro termine 352 Crediti d’imposta 353 Crediti verso riassicuratori 354 Retrocessione di commissioni 355 Crediti verso assicurati
8.057.507 7.469.586 199.225 388.696 -
7.586.837 7.387.673 199.164 -
100 101 102 103 104 105 106 107 108 150
Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: BTP CCT Altri titoli di Stato emessi in euro Altri titoli di Stato emessi in valuta Obbligazioni quotate in euro Obbligazioni quotate in valuta Obbligazioni non quotate in euro Obbligazioni non quotate in valuta Altre tipologie di titoli di debito
-
-
200 201 202 203 204 250
Titoli di capitale: Azioni quotate in euro Azioni non quotate in euro Azioni quotate in valuta Azioni non quotate in valuta Altre tipologie di titoli di capitale
86.460 86.460 -
147.801 147.801 -
300 301 302 303 304 305 350
Altre attività patrimoniali: Immobili Prestiti Quote di OICR Strumenti derivati Liquidita’ Altre tipologie di attività di cui: 351 Pronti contro termine 352 Crediti d’imposta 353 Crediti verso riassicuratori 354 Retrocessione di commissioni 355 Crediti verso assicurati
-
-
8.143.967
7.734.638
400 Passività patrimoniali: 401 Debiti per spese di revisione contabile 402 Debiti per spese per l’acquisto/vendita di attività 1000 Saldo attività della gestione separata
Il rappresentante legale dell’impresa
valori in euro Alla chiusura del periodo di osservazione 31/10/2016 Importi da libro mastro 1
Alla chiusura del periodo di osservazione precedente 31/10/2015 Importi da libro mastro 1
11.127.687.185 6.435.217.345 775.482.494 37.543.677 3.741.161.616 52.850.351 80.726.446 4.705.256 -
9.962.987.022 6.222.391.315 660.578.981 90.371.644 2.878.668.657 59.448.928 46.822.241 4.705.256 -
328.163.309 244.747.480 66.744.742 14.126.295 2.544.792 -
265.899.215 224.000.134 23.569.688 15.784.601 2.544.792 -
3.889.714.014 3.131.873.835 3.142.701 219.697.478 535.000.000 535.000.000 -
3.445.813.625 2.869.239.876 3.142.701 37.431.048 536.000.000 536.000.000 -
-
-
15.345.564.508
13.674.699.862
400 Passività patrimoniali: 401 Debiti per spese di revisione contabile 402 Debiti per spese per l’acquisto/vendita di attività 1000 Saldo attività della gestione separata
valori in euro
valori in euro
Alla chiusura del periodo Alla chiusura del periodo di osservazione precedente di osservazione 31/10/2015 31/10/2016 Riserve matematiche
Riserve matematiche
Alla chiusura del periodo di osservazione 31/10/2016
Alla chiusura del periodo di osservazione precedente 31/10/2015
5.086.639
4.873.219
14.935.359.695
13.420.104.851
Riserve matematiche relative a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008
(*)
(*)
Riserve matematiche relative a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008
(*)
(*)
Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008
(*)
(*)
Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008
(*)
(*)
Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periodo di osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008
(*)
(*)
Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periodo di osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008
(*)
(*)
1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, nell’apposita sezione del libro mastro. (*) non sono stati rilevati importi superiori alle soglie di rilevanza previste
1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, nell’apposita sezione del libro mastro. (*) non sono stati rilevati importi superiori alle soglie di rilevanza previste
Redatto il 12/12/2016
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Il rappresentante legale dell’impresa
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ALLEANZA ASSICURAZIONI S.p.A. - www.alleanza.it - Sede legale Piazza Fidia, 1 - 20159 Milano - tel. +39 02 62961 fax +39 02 6296202 - Iscrizione nel Registro Imprese di Milano, C.F. e Partita IVA n. 10908160012 - Pec: alleanza@pec.alleanza.it Cap. Soc.: Euro 210.000.000,00 i.v. - Società iscritta all’Albo Imprese IVASS n. 1.00178, soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Assicurazioni Generali S.p.A. ed appartenente al Gruppo Generali, iscritto al numero 026 dell’Albo dei gruppi assicurativi
RENDICONTO RIEPILOGATIVO E PROSPETTO ANNUALE DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO
RENDICONTO RIEPILOGATIVO E PROSPETTO ANNUALE DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO
IMPRESA: ALLEANZA ASSICURAZIONI S.P.A. DENOMINAZIONE GESTIONE SEPARATA: EURO ALLECAPITAL PERIODO DI OSSERVAZIONE: DAL 01/11/2015 AL 31/10/2016
IMPRESA: ALLEANZA ASSICURAZIONI S.P.A. DENOMINAZIONE GESTIONE SEPARATA: FONDO SAN GIORGIO PERIODO DI OSSERVAZIONE: DAL 01/11/2015 AL 31/10/2016
CODICE IMPRESA: 495 CODICE GESTIONE: 008
valori in euro
RENDICONTO RIEPILOGATIVO Proventi ed oneri distinti per categorie di attività
CODICE IMPRESA: 495 CODICE GESTIONE: 004
valori in euro
RENDICONTO RIEPILOGATIVO
Importi
Proventi ed oneri distinti per categorie di attività
Importi
100 101 102 103 104 105 106 107 150
Proventi da investimenti Interessi su titoli di Stato in euro Interessi su titoli di Stato in valuta Interessi su titoli obbligazionari in euro Interessi su titoli obbligazionari in valuta Dividendi su azioni in euro Dividendi su azioni in valuta Redditi degli investimenti immobiliari Altre tipologie di proventi di cui: 151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività
A
69.649.604 741.517 1.318.766 1.589.887 65.999.434 65.999.434
100 101 102 103 104 105 106 107 150
Proventi da investimenti Interessi su titoli di Stato in euro Interessi su titoli di Stato in valuta Interessi su titoli obbligazionari in euro Interessi su titoli obbligazionari in valuta Dividendi su azioni in euro Dividendi su azioni in valuta Redditi degli investimenti immobiliari Altre tipologie di proventi di cui: 151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività
A
330.099.791 160.746.447 58.390.854 362.716 12.369.673 98.230.101 98.230.101
200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 250
Utili/perdite da realizzi Titoli di Stato in euro Titoli di Stato in valuta Titoli obbligazionari quotati in euro Titoli obbligazionari non quotati in euro Titoli obbligazionari quotati in valuta Titoli obbligazionari non quotati in valuta Titoli azionari quotati in euro Titoli azionari non quotati in euro Titoli azionari in valuta quotati Titoli azionari in valuta non quotati Immobili Cambi Altre tipologie di utili/perdite di cui: 251 Altre attività finanziarie
B
10.297.529 -28.701 57.877 -3.549 10.271.902 10.271.902
200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 250
Utili/perdite da realizzi Titoli di Stato in euro Titoli di Stato in valuta Titoli obbligazionari quotati in euro Titoli obbligazionari non quotati in euro Titoli obbligazionari quotati in valuta Titoli obbligazionari non quotati in valuta Titoli azionari quotati in euro Titoli azionari non quotati in euro Titoli azionari in valuta quotati Titoli azionari in valuta non quotati Immobili Cambi Altre tipologie di utili/perdite di cui: 251 Altre attività finanziarie
B
24.558.766 9.611.737 17.398 25.203 130.817 2.164.461 121.301 12.487.849 12.487.849
300 400 500 600 700 800
Retrocessione di commissioni e altre utilità Risultato finanziario lordo Spese di revisione contabile Spese per l’acquisto e la vendita di attività Risultato finanziario netto Giacenza media delle attività investite
C A+B+C D E A+B+C-D-E
79.947.133 79.947.133 2.278.533.695
300 400 500 600 700 800
Retrocessione di commissioni e altre utilità Risultato finanziario lordo Spese di revisione contabile Spese per l’acquisto e la vendita di attività Risultato finanziario netto Giacenza media delle attività investite
C A+B+C D E A+B+C-D-E
21.788 354.680.344 64.773 354.615.571 9.023.732.803
Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,51%
Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,93%
Redatto il 12/12/2016
Redatto il 12/12/2016
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PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE
valori in euro
PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE
Alla chiusura del periodo Alla chiusura del periodo di osservazione di osservazione precedente 31/10/2015 31/10/2016 1 Importi da libro mastro Importi da libro mastro 1 100 101 102 103 104 105 106 107 108 150
Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: BTP CCT Altri titoli di Stato emessi in euro Altri titoli di Stato emessi in valuta Obbligazioni quotate in euro Obbligazioni quotate in valuta Obbligazioni non quotate in euro Obbligazioni non quotate in valuta Altre tipologie di titoli di debito
200 201 202 203 204 250
Titoli di capitale: Azioni quotate in euro Azioni non quotate in euro Azioni quotate in valuta Azioni non quotate in valuta Altre tipologie di titoli di capitale
300 301 302 303 304 305 350
Altre attività patrimoniali: Immobili Prestiti Quote di OICR Strumenti derivati Liquidita’ Altre tipologie di attività di cui: 351 Pronti contro termine 352 Crediti d’imposta 353 Crediti verso riassicuratori 354 Retrocessione di commissioni 355 Crediti verso assicurati
1000 Saldo attività della gestione separata
valori in euro Alla chiusura del periodo di osservazione 31/10/2016 Importi da libro mastro 1
204.815.810 15.256.763 21.951.631 136.241.937 31.365.479 -
40.282.421 15.273.480 20.008.941 5.000.000 -
100 101 102 103 104 105 106 107 108 150
Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: BTP CCT Altri titoli di Stato emessi in euro Altri titoli di Stato emessi in valuta Obbligazioni quotate in euro Obbligazioni quotate in valuta Obbligazioni non quotate in euro Obbligazioni non quotate in valuta Altre tipologie di titoli di debito
22.925.961 22.925.961 -
22.925.961 22.925.961 -
200 201 202 203 204 250
Titoli di capitale: Azioni quotate in euro Azioni non quotate in euro Azioni quotate in valuta Azioni non quotate in valuta Altre tipologie di titoli di capitale
2.215.276.678 2.177.746.068 37.530.610 -
2.116.220.314 2.101.013.619 15.206.695 -
300 301 302 303 304 305 350
Altre attività patrimoniali: Immobili Prestiti Quote di OICR Strumenti derivati Liquidita’ Altre tipologie di attività di cui: 351 Pronti contro termine 352 Crediti d’imposta 353 Crediti verso riassicuratori 354 Retrocessione di commissioni 355 Crediti verso assicurati
-
-
2.443.018.449
2.179.428.696
400 Passività patrimoniali: 401 Debiti per spese di revisione contabile 402 Debiti per spese per l’acquisto/vendita di attività
Il rappresentante legale dell’impresa
5.691.315.204 3.291.556.576 959.545.393 1.369.422.490 9.255.370 61.535.375 -
6.463.261.910 3.995.022.174 977.387.533 1.405.532.053 13.661.551 71.658.599 -
366.535.690 259.164.395 107.371.295 -
376.663.438 269.292.143 107.371.295 -
2.523.766.061 1.392.421.501 1.068.379.944 150 62.964.466 -
2.660.076.892 1.506.885.051 1.141.856.750 150 11.334.941 -
-
-
8.581.616.955
9.500.002.240
400 Passività patrimoniali: 401 Debiti per spese di revisione contabile 402 Debiti per spese per l’acquisto/vendita di attività 1000 Saldo attività della gestione separata
valori in euro
valori in euro
Alla chiusura del periodo Alla chiusura del periodo di osservazione precedente di osservazione 31/10/2015 31/10/2016 Riserve matematiche
Alla chiusura del periodo di osservazione precedente 31/10/2015 Importi da libro mastro 1
Riserve matematiche
Alla chiusura del periodo di osservazione 31/10/2016
Alla chiusura del periodo di osservazione precedente 31/10/2015
2.404.970.466
2.158.613.407
8.242.331.638
8.974.068.908
Riserve matematiche relative a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008
(*)
(*)
Riserve matematiche relative a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008
(*)
(*)
Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008
(*)
(*)
Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008
(*)
(*)
Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periodo di osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008
(*)
(*)
Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periodo di osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008
(*)
(*)
1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, nell’apposita sezione del libro mastro. (*) non sono stati rilevati importi superiori alle soglie di rilevanza previste
1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, nell’apposita sezione del libro mastro. (*) non sono stati rilevati importi superiori alle soglie di rilevanza previste
Redatto il 12/12/2016
Redatto il 12/12/2016
Il rappresentante legale dell’impresa
Il rappresentante legale dell’impresa
M E R CAT I E F I NA N Z A Deutsche Bank verserà 6,9 miliardi di euro e Credit Suisse 5,07 mld
Sabato 24 Dicembre 2016
29
RATING BB-
Downgrade, Bpm contro Fitch Gli istituti patteggiano sui mutui subprime
Banche-Usa, due accordi
D
eutsche Bank e Credit Suisse si fanno un regalo di Natale con la chiusura di un capitolo nefasto del loro passato. Le due banche hanno trovato l’accordo con il Dipartimento di giustizia Usa per chiudere una volta per tutte le indagine sui mutui subprime commercializzati prima della grande crisi finanziaria culminata con il fallimento di Lehman Brothers. In particolare l’istituto tedesco, da mesi sulla graticola proprio per i possibili effetti finanziari dell’indagine, ha accettato di pagare una multa di 3,1 miliardi di dollari (2,96 mld euro) e di garantire risarcimenti per 4,1 mld ai clienti per risolvere il caso. I complessivi 7,2 miliardi di dollari (6,88 mld euro) concordati con i funzionari di Washington rappresentano una cifra superiore alle stime di molti investitori e analisti, ma decisamente al di sotto dei 14 miliardi inizialmente richiesti. L’intesa è comunque preliminare, perché i dettagli e i termini essenziali devono ancora
BREVI Unicredit. L’Antitrust ha deliberato l’accettazione degli impegni presentati dall’istituto, nell’ambito di un procedimento volto ad accertare la scorrettezza della mancata applicazione ai contratti di mutuo immobiliari ipotecari a tasso variabile dei valori negativi assunti dall’Euribor e della mancata informativa ai consumatori. Banca popolare di Bari. Il cda ha revocato l’assemblea del 27 dicembre per la trasformazione in società per azioni. Telecom Italia. JP Morgan ha comunicato una variazione nella composizione della partecipazione aggregata in Telecom, che risulta pari al 6,091%. Space2. L’assemblea ha approvato la scissione parziale proporzionale di Space2 in Space3 e la fusione per incorporazione di Avio in Space2. Mm ha perfezionato un’emissione obbligazionaria da 100 mln euro. Maire Tecnimont. Processi innovativi (gruppo Maire T.) e Dp-Lubrificanti hanno firmato un accordo su impianti per la produzione di biodiesel di seconda generazione.
La sede di Deutsche Bank a Francoforte essere definiti. Viene comunque eliminato quel fattore di incertezza che aveva causato nei mesi scorsi il crollo in borsa del titolo Deutsche Bank, con ripercussioni sull’intero comparto bancario europeo. Nel frattempo la banca tedesca ha deciso di contabilizzare oneri pre-tasse per 1,17 miliardi di dollari nel quarto trimestre per coprire in parte i 3,1 mld di sanzioni concordate. I risarcimenti alla clientela hanno invece conseguenze meno immediate, perché dovranno
SENTENZA
essere corrisposti nell’arco di almeno cinque anni sotto forme anche non monetarie e, quindi, non avranno alcun impatto sui risultati finanziari del 2016. Anche Credit Suisse ha patteggiato con gli Stati Uniti. L’accordo, che ha un valore di 5,3 miliardi di dollari (5,07 mld euro), prevede il pagamento di sanzioni per 2,48 miliardi e risarcimenti a favore della clientela per 2,8 mld entro cinque anni. L’istituto elvetico è solo uno dei tanti in Europa a essere da mesi in trattati-
ACQUISIZIONE
ve con Dipartimento Usa per chiudere una gravosa eredità del passato: nel quarto trimestre contabilizzerà oneri per 2 miliardi di dollari per coprire gli esborsi. Ben diversa è la situazione di un altro colosso del credito. La Giustizia americana ha citato in giudizio Barclays per il fallimento delle trattative e il mancato accordo per chiudere l’indagine sul ruolo della banca britannica nella commercializzazione di mutui subprime. Il dipartimento ha depositato la denuncia presso la corte federale di New York con una mossa piuttosto inusuale, visto che finora aveva sempre cercato di trovare un accordo in casi analoghi. Barclays, che la scorsa estate aveva accantonato 2,5 miliardi di sterline (2,9 mld euro) per coprire multe e controversie legali senza però fare riferimento alle indagini d’oltreoceano, ha pagato in borsa i timori degli investitori. Ora la denuncia è destinata ad accentuare l’incertezza. © Riproduzione riservata
VINTA GARA
Porsche, no Exprivia a rimborsi è pronta per 1,2 mld per Italtel
Enel Brasil compra Celg per 612 mln
La Corte di giustizia federale della Germania ha respinto tutte le richieste di risarcimento danni, per un valore di 1,2 miliardi di euro, presentate da una serie di hedge fund americani contro Porsche per le perdite legate ai derivati accesi dalla holding su Volkswagen. È stata quindi confermata la sentenza dell’Alta corte regionale di Stoccarda. I fondi avevano accusato la casa automobilistica tedesca di non avere informato adeguatamente il mercato e gli investitori sulle operazioni di acquisto di titoli Volkswagen effettuati tra il 2005 e il 2009. «Con questa sentenza, per la prima volta, le richieste per oltre un miliardo contro Porsche sono state respinte nell’ultimo grado di un processo civile in Germania», ha osservato il responsabile affari legali, Manfred Doess. Dopo le analoghe decisioni delle corti di Stoccarda e Braunschweig, sottolinea il costruttore, è la settima volta che una corte civile conferma l’opinione di Porsche sulla correttezza dell’operato e delle informazioni rilasciate al mercato.
La Banca nazionale per lo sviluppo del Brasile ha confermato l’aggiudicazione a Enel Brasil della gara per l’acquisizione di circa il 94,8% del capitale di Celg Distribuiçao, società di distribuzione di energia che opera nello stato di Goias. Il restante 5,1% del capitale sarà offerto ai dipendenti in servizio e ai pensionati attraverso una procedura che consentirà a Enel Brasil di riscattare le azioni non acquisite. L’offerta presentata da Enel Brasil ammonta a 2,187 miliardi di real (612 mln euro). A seguito dell’acquisto di Celg, la base clienti di Enel in Brasile aumenterà a 10 milioni dai 7 attuali, mentre a livello globale i clienti del gruppo saliranno a circa 65 milioni dagli attuali 62 mln. La firma e il perfezionamento del contratto sono attesi nel primo trimestre del 2017. La vendita di Celg rientra nel piano di privatizzazione degli asset statali avviato dal governo brasiliano. L’azienda opera in un mercato che comprende 237 comuni, con una popolazione complessiva di circa 6,2 milioni di persone. Celg ha circa 2,9 milioni di clienti serviti attraverso una rete di oltre 200 mila chilometri.
Exprivia ha raggiunto un’intesa preliminare per rilevare una quota di maggioranza nel capitale di Italtel, nell’ambito di una più ampia operazione di rilancio industriale dell’azienda. L’accordo riguarda le linee guida dell’operazione, proposte da Italtel e approvate dal cda di Exprivia, e la conseguente estensione dell’esclusiva nelle trattative fino al 3 marzo 2017, così da definire gli accordi vincolanti e il via libera da parte dei principali stakeholder. Exprivia sottolinea che il matrimonio fra una società come Exprivia, specializzata nella consulenza di processo, nei servizi tecnologici e nelle soluzioni di information technology, e un operatore industriale che vanta oltre 90 anni di storia come Italtel nella progettazione e realizzazione di prodotti e soluzioni per le tlc, offrirebbe al mercato nazionale e internazionale un soggetto in grado di portare nuovo valore all’intero settore. © Riproduzione riservata
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«Banca popolare di Milano prende atto con disappunto delle opinioni dell’agenzia, rispetto alle quali esprime il proprio dissenso, in quanto, a parere della banca, non tengono in debita considerazione i risultati già conseguiti da Banco popolare, in termini di rafforzamento patrimoniale, con l’aumento di capitale da un miliardo, l’aumento delle coperture e il calo dello stock dei crediti deteriorati, che migliorano il profilo di rischio del nuovo gruppo»: è il commento della ex popolare milanese alla decisione di Fitch di tagliarne il rating a BB- da BB+ in vista della fusione con il Banco. «L’agenzia», prosegue l’istituto guidato da Giuseppe Castagna, «non tiene altresì conto dei vantaggi che deriveranno dalla fusione con Banco popolare in termini di posizionamento di mercato, di miglioramento della redditività attraverso rilevanti sinergie di costo e di ricavo, di forti riduzioni del costo del funding e dell’importante piano di derisking che il nuovo gruppo realizzerà entro il 2019. Nel merito, Banca popolare di Milano ricorda come il piano industriale 2016-2019 di Banco Bpm sia stato approvato da Bce e dagli altri organi di vigilanza, all’inizio di settembre, dopo ampia e attenta analisi, nell’ambito delle autorizzazioni rilasciate per la fusione». La banca segnala inoltre che «il portafoglio crediti del nuovo gruppo risulta qualitativamente migliore della media nazionale, grazie alla presenza di importanti garanzie reali e in considerazione anche della realtà territoriale in cui operano le due banche, che dal 1° gennaio 2017 daranno vita al terzo gruppo bancario del paese». Inoltre, «anche dall’esito delle interlocuzioni con le autorità di vigilanza avvenute dopo l’approvazione formale di settembre, non sono emerse richieste di modifica del piano industriale, che è stato alla base del rilascio delle autorizzazioni per la fusione, le cui assunzioni e previsioni anche in tema di ammontare di crediti in sofferenza e delle relative coperture restano quindi confermate». La Popolare di Milano ribadisce quindi «totale dissenso rispetto alle opinioni espresse dall’agenzia di rating, che considera lesive dei suoi interessi e di quelli dei suoi stakeholder». © Riproduzione riservata
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LUCA GUALTIERI
P
oche ore dopo il fallimento del piano di salvataggio di Banca Mps, il governo ha aperto la rete di sicurezza per le banche italiane in difficoltà. Il consiglio dei ministri ha emanato il decreto nel corso della notte tra giovedì 22 e venerdì 23, consentendo quindi al consiglio di amministrazione della banca senese di recepirlo prima dell’apertura dei mercati. Il provvedimento mette in campo due differenti tipologie di interventi: quelli a sostegno della liquidità e quelli per rafforzare il capitale degli istituti di credito in difficoltà. Nel primo caso il Tesoro è autorizzato fino al giugno 2017 a concedere una garanzia di Stato sulle passività di alcune banche italiane. L’ammontare di tale garanzia, che è subordinata al via libera della Commissione europea, è limitato a quanto strettamente necessario per ripristinare il finanziamento a medio-lungo termine, cioè la capacità dell’istituto di approvvigionarsi di liquidità. Non sarà comunque una misura gratuita, visto che il decreto prevede il pagamento di una commissione al Tesoro. Per una passività con durata originaria di almeno 12 mesi è applicata una commissione di base di 0,40 punti percentuali (che sale a 0,50 punti base per quelle inferiori a 12 mesi) più una componente aggiuntiva basata sul rischio. Grazie alla garanzia pubblica, le obbligazioni emesse dalle banche presenteranno insomma per il sottoscrittore il grado di rischio dello Stato e non quello della banca emittente. In questo modo gli istituti di credito potranno avere accesso al mercato anche se sottoposte a tensioni e reperire le risorse finanziarie di cui avessero bisogno a condizioni analoghe a quelle dello Stato italiano. È inoltre prevista una proceduta per l’erogazione di liquidità di emergenza. Tale processo avverrà attraverso un altro tipo di garanzia statale sui finanziamenti di emergenza che la Banca d’Italia eroga per fare fronte alla crisi di liquidità di una banca (cosiddetta Ela - Emergency liquidity assistance). Per entrambe le forme di ga-
ranzia è previsto che l’istituto possibilità di interventi dello di credito rispetti i requisiti stato nel capitale delle banpatrimoniali prescritti e che che a determinate condizioni. non abbia evidenziato caren- L’idea è che se si consente allo ze patrimoniali nell’ambito Stato di aiutare gli istituti di uno stress test. Nei casi mal gestiti, quelli sani e pruin cui queste condizioni non denti saranno ingiustamensiano rispettate, la garanzia te penalizzati. Per questo il può essere rilasciata previa direttorato alla Concorrendecisione positiva da parte za di Bruxelles richiede che della Commissione europea il fardello del salvataggio sia sulla compatibilità con il condiviso tra stato e privati, quadro normativo sugli aiuti imponendo un sacrificio agli obbligazionisti sudi Stato. bordinati. La seconda gamba del dePe r b e creto riguarda invece il caneficiare pitale. Le banche che solo dell’innello scenario avverso di tervento uno stress test presentino pubblico una carenza patrimola banca niale possono chiedere dovrà inoluna ricapitalizzazione tre fare precauzionale da parte esplidello Stato. Lo schema di massima è quello contemplato dall’articolo 32 delle direttiva europea sul bailin, che prevePier Carlo Padoan de la
cita richiesta e preparare un programma di rafforzamento patrimoniale da sottoporre all’approvazione della Bce. Sarà inoltre necessario un piano di ristrutturazione predisposto in conformità con la disciplina dell’Unione europea in materia di aiuti di stato applicabile alle misure di ricapitalizzazione delle banche nel contesto della crisi finanziaria. La ricapitalizzazione precauzionale non l’avvio di una procedura di risoluzione, ma sarà comunque necessaria una ripartizione degli oneri fra i creditori in base al meccanismo del burden sharing. È infatti prevista la conversione delle obbligazioni subordinate in azioni della banca al 100% del valore nominale per le Tier 2 e al 75% per le più rischiose Tier 1, sottoscritte per lo più dagli investitori istituzionali. Anche se non è contenuto nel testo del decreto, per i risparmiatori è previsto uno schema di compensazione che sarà lasciato all’iniziativa delle singole banche. In sostanza gli istituti propor-
ranno al retail di scambiare le azioni frutto della conversione con obbligazioni non subordinate di nuova emissione per prevenire liti giudiziarie connesse alla commercializzazione, mentre le azioni saranno acquistate direttamente dal Tesoro. Nel caso specifico di Mps la proposta di transazione riguarderà soltanto il bond subordinato upper Tier 2 da 1 miliardi emesso nel 2008 per finanziare l’acquisto di Banca Antonveneta. Non ci saranno invece conseguenze per gli azionisti dell’istituto che subiranno però una fortissima diluizione a seguito dell’aumento di capitale da 5 miliardi e del conseguente ingresso a tempo del Tesoro. Il decreto prevede infine la possibilità di utilizzare le imposte differite (Dta) all’ammortamento in cinque anni delle risorse versate al fondo di risoluzione.
Il decreto sul sito www.italiaoggi.it/ documenti
Annunciate le priorità del ministero dell’istruzione Completare la riforma della scuola del governo Renzi. Valorizzare i docenti anche attraverso il rinnovo del contratto. Garantire il diritto allo studio degli studenti meritevoli e bisognosi. E assicurare il benessere dei ragazzi anche attraverso «la prevenzione del disagio giovanile, in particolare con riferimento alla parità di genere». Sono le priorità politiche del ministro dell’istruzione, Valeria Fedeli, per il 2017. La Fedeli ha firmato ieri l’atto di indirizzo all’amministrazione in cui chiarisce le linee guida del suo mandato a viale Trastevere. Una nuova direttiva, dunque, rispetto a quella del predecessore, Stefania Giannini, in cui però la Fedeli non ha annunciato stravolgimenti della Buona scuola come qualcuno invece aveva auspicato e atteso. Ha preso tempo, il ministro, prima di dare indicazioni di rotta su una riforma che è accusata dall’intero partito democratico come una delle cause della sconfitta elettorale del 4 dicembre scorso. Segnali più diretti sui correttivi da apportare per riconquistare la fiducia di docenti e studenti dovrebbero essere dati nel discorso che terrà in parlamento a gennaio. Un anticipo è arrivato dall’incontro di giovedì scorso con i sindacati: correggere la riforma ma senza tornare indietro. I primi dossier da cui si parte sono quelli della mobilità
e della chiamata diretta, poi anche bonus al merito. In questi casi l’intervento sarà per via contrattuale. Mentre sul rapporto tra formazione iniziale e reclutamento del personale
Valeria Fedeli docente, al secondo punto della direttiva, si procederà per decreto. Si tratta di uno dei decreti attuativi della legge 107/2015 la cui delega scade a metà gennaio. Il ministro, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, proporrà una proroga, nel decreto milleproroghe di fine anno, di un paio di mesi. Il secondo punto riguarda l’inclusione
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scolastica, e qui la Fedeli rinnova l’impegno a favore della» buona convivenza tra gli studenti, la parità di genere, i fenomeni di bullismo e cyberbullismo e la lotta alla dipendenza da droga ed alcol». Contro il calo dei rendimenti degli studenti nelle rilevazioni internazionali, la Fedeli punta a un sistema di innovazione didattica anche in un’ottica internazionale, alla flessibilità, con modelli didattici aperti e innovatici, a un maggior collegamento con il mondo del lavoro. Collaborazione con le imprese che andrà rafforzata anche per le università e il mondo della ricerca. Sul fronte del diritto allo studio, «garantire l’accesso alla formazione post-secondaria, universitaria e non, degli studenti bisognosi e meritevoli mediante l’attuazione delle disposizioni contenute nella legge di bilancio per il 2017». La Fedeli annuncia novità anche sulle figure pre ruolo del sistema universitario, con misure atte a facilitare l’ingresso dei giovani. Continuità con il precedente ministro sul fronte dell’innovazione digitale e dell’edilizia scolastica: misure da condurre in porto. Ultimo punto, il nono, riguarda la prevenzione della corruzione e la trasparenza. con la previsione di un nuovo testo unico che riordini le disposizioni normative nel settore. Alessandra Ricciardi
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G I U ST I Z I A E S O C I E TÀ
Siglato ieri il protocollo d’intesa con l’Uif. Per i commercialisti assicurato l’anonimato
Antiriciclaggio, Sos al Cndcec Dal 1° gennaio segnalazioni anche al Consiglio nazionale DI LUCIANO DE ANGELIS E CHRISTINA FERIOZZI
La procedura in sintesi
partire dal 1° gennaio 2017 tutti i dottori commercialisti ed esperti contabili potranno scegliere se inoltrare le segnalazioni di operazione sospetta ai fini antiriciclaggio all’Uif o al Consiglio nazionale. Nel caso in cui si scelga tale seconda opzione, il Cndcec provvederà all’invio della segnalazione all’Uif escludendo il nominativo del professionista, che resterà segretato anche presso lo stesso Consiglio nazionale. Sono questi i principali contenuti del protocollo d’intesa siglato ieri fra il Cndcec e l’Uif in merito alla possibilità di segnalazione da parte degli iscritti all’albo. Le previsioni normative. La base normativa dell’accordo è prevista nell’art. 43 del dlgs 231/07 che disciplina le modalità di segnalazione da parte dei professionisti. A riguardo, infatti, il comma 1, prevede che a questi ultimi è consentito trasmettere le segnalazioni di operazioni sospette sia all’Uif che ai rispettivi ordini professionali. Nei commi 3 e 4 dello stesso articolo si dispone, inoltre, da un lato che gli ordini che hanno ricevuto la segnalazione provvedono senza ritardo a trasmetterla integralmente alla Uif priva del nominativo del segnalante
Il commercialista compila la segnalazione, mediante idoneo software, in un file XML secondo lo standard XBRL e le specifiche tecniche emanate da UIF ed invia il file cifrato al CNDCEC. L’invio avviene tramite il software CNDCEC Il software CNDCEC memorizza l’associazione tra l’ID della SOS e l’ID del commercialista. Il CNDCEC accede alla procedura RADAR in qualità di operatore e provvede ad effettuare l’upload del file XML. Ricezione della Il CNDCEC riceve una ricevuta di accettazione o scarto, segnalazione in formato PDF, inoltrata automaticamente dal sistema di dal CNDCEC messaggistica. Il software CNDCEC associa all’ID univoco della segnalazione il protocollo comunicato da UIF, cui farà riferimento per le eventuali comunicazioni successive (ad es. integrazioni e/o seguiti); Il CNDCEC accede alla procedura Radar ed invia la SOS all’UIF. Lavorazione In caso di messaggio di scarto, la segnalazione si considera come della non inviata alla UIF e pertanto il commercialista dovrà inviare una segnalazione nuova segnalazione. La UIF può chiedere anche integrazioni.
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Compilazione e invio della segnalazione
e, dall’altro che gli stessi ordini custodiscono il nominativo del segnalante (anche con codice identificativo tecnico ndr), da individuare, per le eventuali ulteriori informazioni da parte di Uif, Dia e Guardia di finanza. Un protocollo simile con l’Uif, è già operativo per il Consiglio Nazionale del notariato e per il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro. La procedura tecnica. Il dottore commercialista o l’esperto contabile potrà compilare la segnalazione ed inviare il relativo file cifrato
Dirigenti partecipi delle previsioni di cassa I singoli dirigenti o responsabili di servizi devono partecipare alle proposte di previsione autorizzatorie di cassa anche ai fini dell’accertamento preventivo di compatibilità di cui all’art. 183, comma 8, del Tuel. È uno dei suggerimenti più interessanti contenuti nello schema di relazione dell’organo di revisione degli enti locali sulla proposta di bilancio di previsione e pluriennale 2017-2019 resa disponibile nei giorni scorsi dal Consiglio nazionale dei commercialisti (si veda ItaliaOggi del 17/12/2016). Il documento, redatto in collaborazione con l’Associazione nazionale certificatori e revisori enti locali (Ancrel), è aggiornato sulla base della normativa vigente. In particolare, esso tiene conto delle novità introdotte dalla legge 164/2016, che ha modificato la legge 243/2012 sul pareggio di bilancio, cancellando l’obbligo di conseguirlo anche in termini di cassa. La cassa, tuttavia, rimane da monitorare con estrema attenzione, visto che, in base al dlgs 118/2011, le relative previsioni costituiscono limite ai pagamenti. Da qui, l’importanza di una verifica sulla loro correttezza, che ovviamente non può essere condotta solo dal servizio finanziario, ma richiede l’apporto collaborativo anche del settore che gestisce la spesa, il cui dirigente o responsabile, all’atto dell’impegno, è chiamato ad attestare, sotto la propria responsabilità, che «il programma dei conseguenti pagamenti sia compatibile con i relativi stanziamenti di cassa». Più in generale, la nuova contabilità impone di rafforzare le sinergie fra la ragioneria ed i settori tecnici. Ad esempio, lo schema di relazione elaborato dal Cndcec lo evidenzia rispetto al fondo pluriennale vincolato, la cui corretta configurazione è determinante anche ai fini del conseguimento del saldo di finanza pubblica. Matteo Barbero
al Cndcec, utilizzando un software che consentirà di criptare i dati del segnalante e della segnalazione. A sua volta, il Cndcec provvederà a caricare il file contenente la segnalazione nella piattaforma predisposta dalla Uif, ricevendo da quest’ultima una ricevuta di accettazione o scarto, in formato pdf, contenente il protocollo rilasciato da Uif e l’Id univoco della segnalazione. Tale ricevuta, che verrà inoltrata automaticamente dal sistema di messaggistica della procedura ad una casella di posta elettro-
nica all’uopo predisposta dal Cndcec, consentirà al software di associare all’Id univoco della segnalazione il protocollo comunicato da Uif, cui farà riferimento per le eventuali comunicazioni successive (ad es. integrazioni e/o seguiti). Il vantaggio per chi segnala. Il primario vantaggio di chi utilizzerà detto sistema sarà quello di secretare il nome del segnalante (che potrà essere rivelato solo su richiesta dell’autorità giudiziaria, con decreto ex art. 45, comma 7 del dlgs 231/07). È peraltro,
p proprio la garanzia della riservatezza, l’aspetto caratterizv zzante il software prescelto dal Cndcec, in grado di assicurare C la ricezione di segnalazioni in fforma anonima. In pratica il Consiglio nazionale riceverà C dagli iscritti le segnalazioni di d operazioni sospette e trasmeto tterà, in via telematica, alla Uif il testo integrale della segnalazzione, privo dell’indicazione del nominativo che ha effettuato n lla segnalazione. Questa proccedura assicura la massima rriservatezza sull’identità del ssegnalante. I presidi di sicurrezza previsti non consentono né al Consiglio, né all’Uif di n cconoscere il nominativo del segnalante. L’Uif, di contro avrà g ccontezza dei contenuti della ssegnalazione. Comunicato alla categoria r Grande soddisfazione è statta espressa dal Presidente dei commercialisti Gerardo Longobardi e dal Consigliere Attilio Liga per il raggiungimento di questo importante obiettivo dell’area di delega. Si è realizzato – affermano lo scopo di fornire agli iscritti uno strumento telematico di immediato accesso e di agevole utilizzo, dotato di adeguati livelli di sicurezza, in grado di assicurare la riservatezza dei segnalanti conformemente a quanto previsto dalla normativa di riferimento. © Riproduzione riservata
P.a., conflitti di interesse a maglie strette Qualsiasi attività anche solo di partecipazione indiretta ai procedimenti amministrativi può comportare la violazione del divieto di agire in conflitto di interessi. La decisione dell’Anac che ha rilevato la sussistenza appunto del conflitto di interessi di Raffaele Marra per la sua partecipazione al procedimento che ha portato all’incarico del fratello come dirigente al turismo del comune di Roma conferma la necessità di applicare in modo esteso ed ampio il dpr 62/2013, noto come codice di comportamento dei dipendenti pubblici. L’indicazione dell’autorità non può considerarsi sorprendente, perché in linea con quanto prevede proprio l’articolo 6, comma 2, del citato dpr 62/2013: «Il dipendente si astiene dal prendere decisioni o svolgere attività inerenti alle sue mansioni in situazioni di conflitto, anche potenziale, di interessi con interessi personali, del coniuge, di conviventi, di parenti, di affini entro il secondo grado. Il conflitto può riguardare interessi di qualsiasi natura, anche non patrimoniali, come quelli derivanti dall’intento di voler assecondare pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici». Come si nota, la formula normativa è molto estesa. Non solo il conflitto di interesse sorge se il dipendente «prende decisioni», cioè esercita il potere di determinare il contenuto del provvedimento che possa riguardare interessi anche di propri parenti; l’ipotesi si verifica anche laddove il dipendente svolga comunque attività concernenti il procedimento.
Pertanto, i rischi di «corruzione amministrativa», l’agire, cioè, col pericolo di inquinare fini ed obiettivi generali pubblici con interessi privati, non si limitano alla sola fase della decisione ed al solo ruolo di organo decidente. Al contrario, riguardano sostanzialmente ogni fase procedimentale: da quella di avvio, all’istruttoria, fino all’esecuzione. La logica stringente della normativa anticorruzione da questo punto di vista è coerente. Il conflitto di interessi può indurre l’addetto alla protocollazione ad acquisire una domanda prima di altre, l’istruttore a condurre l’esame delle condizioni e del carteggio in modo meno penetrante, il controllore dell’esecuzione nel modo più favorevole possibile per il destinatario. Pertanto, le amministrazioni debbono avere l’accortezza di verificare la situazione di conflitto di interesse con riferimento sostanzialmente a tutti i dipendenti che, di volta in volta, risultino coinvolti nelle molteplici attività realizzate nella gestione: da chi dispone dei poteri decisori al responsabile del procedimento, dall’addetto allo sportello al redattore dei testi, dal protocollatore a chi invia le comunicazioni. Allo scopo, le amministrazioni debbono utilizzare il piano triennale di prevenzione della corruzione e i propri codici di comportamento, così da fornire indicazioni operative di dettaglio. Luigi Oliveri © Riproduzione riservata
I M P O S T E E TA S S E
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L’Agenzia delle entrate rende disponibiliti sul sito online le bozze per il 2017
Sono pronti i nuovi modelli Iva La scadenza per la presentazione è fissata al 28 febbraio DI
FRANCO RICCA
Il quadro VN
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ella dichiarazione Iva 2017 si consuma il «divorzio» dal modello unico: tutti i contribuenti dovranno infatti presentare la dichiarazione autonoma, entro la nuova scadenza del 28 febbraio 2017 (che durerà però solo un anno: dal 2018 si passerà al 30 aprile). Nel modello Iva 2017, inoltre, debutta l’importante novità dell’unificazione dei termini per la presentazione della dichiarazione integrativa. Le bozze diffuse dall’agenzia delle entrate ieri, 23 dicembre 2016, consultabili sul sito internet, recepiscono le disposizioni introdotte dal dl n. 193/2016, eliminando la distinzione tra dichiarazione integrativa a favore del contribuente o dell’erario e istituendo appositi campi per evidenziare il credito scaturente dalla dichiarazione integrativa «a favore». Questa, peraltro, la principale novità del modello Iva 2017, che accoglie naturalmente anche le altre modifiche legislative intervenute nel corso del 2016: dalla nuova aliquota del 5% istituita dalla legge n. 208/2015 all’ampliamento del meccanismo dell’inversione contabile nel settore dei prodotti elettronici, al raddoppio della soglia per i rimborsi «liberi». Dichiarazione integrativa «a favore» In base alle disposizioni dell’art. 8, commi da 6-bis a 6-quater, del dpr n. 322/98, inserite dal predetto dl n. 193/2016, anche la presentazione delle dichiarazioni integrative anche a favore del contribuente è ammessa ora entro i termini per la notifica degli accertamenti. L’unificazione dei termini ha portato all’abolizione, nel frontespizio, della casella che contrassegnava la dichiarazione integrativa a favore. La nuova disciplina mantiene però una distinzione, riguardo alle modalità di recupero del credito, in relazione al momento di presentazione della dichiarazione integrativa a favore; più precisamente: a) se viene presentata entro il termine per la presentazione della dichiarazione relativa al periodo d’imposta successivo, il credito che scaturisce dalle modifiche apportate con la dichiarazione integrativa può essere computato in detrazione, utilizzato in compensazione orizzontale, oppure richiesto a rimborso (in presenza dei presupposti) b) se viene presentata oltre il suddetto termine, il
credito può essere utilizzato in compensazione orizzontale soltanto in pagamento di debiti maturati a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in cui è presentata la dichiarazione integrativa, oppure può essere richiesto a rimborso (sempre in presenza dei presupposti); in questa ipotesi, in sostanza, il credito che scaturisce dalla dichiarazione integrativa non può essere computato in detrazione e deve essere specificamente evidenziato nella dichiarazione stessa. In relazione a questa ipotesi, prevista dal comma 6-quater dell’art. 8 del dpr n. 322/98, nel modello Iva 2017 è stato istituito il quadro VN nel quale occorre riportare il credito soggetto a recupe-
ro «vincolato» vincolato ai sensi della predetta disposizione. In particolare, le informazioni principali richieste nel quadro sono: - l’anno per il quale è presentata la dichiarazione integrativa (colonna 1) - il credito che deriva dal minor debito o dalla maggiore eccedenza detraibile scaturenti dalla dichiarazione integrativa, al netto della quota eventualmente chiesta a rimborso (colonna 3). In caso di presentazione di dichiarazioni integrative per più annualità oppure per diversi soggetti, occorre compilare più righi del quadro VN. Se nell’anno al quale si riferisce la dichiarazione integrativa il contribuente non partecipava alla liquidazione
Iva di gruppo alla quale ha partecipato, invece, nel 2016, il credito non può essere trasferito al gruppo. Rimborso Le istruzioni di compilazione del rigo VX4, concernente la richiesta di rimborso del credito risultante dalla dichiarazione annuale, recepiscono l’innalzamento da 15 mila a 30 mila euro del limite (per ciascun periodo d’imposta) entro il quale i rimborsi sono erogati a tutti i contribuenti senza garanzia né oneri alternativi, disposto dall’art. 7-quater, comma 32, del dl n. 193/2016, aggiunto dalla legge di conversione n. 225/2016 con effetto dal 3 dicembre 2016. Nel quadro in esame, inoltre, è stata aggiunta la casella «interpello», che dovrà essere
b barrata dalle società che, in alternativa all’autocertificaa zzione dell’assenza dello status di «società di comodo», hanno d presentato istanza di interpelp lo per ottenere la disapplicazzione delle disposizioni sulle ssocietà non operative. Operazioni attive In adeguamento alle novità normative del 2016, nel quadro VE, relativo all’indicazione delle operazioni attive, sono state apportate le seguenti modifiche: - è stata prevista l’aliquota del 5% - sono state aggiornate le percentuali di compensazione nel settore agricolo (analoghe modifiche sono state apportate, specularmente, nel quadro VF, relativo agli acquisti) - è stato ridenominato il campo 7 del rigo VE35, relativo all’indicazione delle cessioni di prodotti elettronici soggette al meccanismo dell’inversione contabile; il campo, che l’anno scorso accoglieva soltanto le cessioni di microprocessori e unità centrali di elaborazione. © Riproduzione riservata
Pubblicato il decreto che fissa le modalità attuative
Credito d’imposta per la videosorveglianza
C
redito di imposta per l’installazione di sistemi di videosorveglianza digitale o allarme, pubblicato nella G.U. del 22 dicembre il decreto che definisce i criteri e le procedure per l’accesso al credito d’imposta. Le persone fisiche che hanno effettuato spese nell’anno 2016 per l’installazione di sistemi di videosorveglianza digitale o di sistemi di allarme, o hanno stipulato contratti con istituti di vigilanza, dirette alla prevenzione di attività criminali possono richiedere il credito di imposta. Le spese sono ammissibili se sono state sostenute in relazione a immobili non utilizzati nell’esercizio dell’attività d’impresa o di lavoro autonomo. In caso di immobile adibito promiscuamente all’esercizio d’impresa o di lavoro autonomo e all’uso personale o familiare del contribuente, il credito d’imposta è ridotto del 50 per cento. Per il riconoscimento del credito d’imposta, i soggetti interessati che hanno effettuato le spese nel 2016 inoltrano, in via telematica, entro il termine che sarà previsto con provvedimento del direttore dell’Agenzia, un’apposita istanza all’Agenzia delle Entrate, formulata secondo lo schema approvato con lo stesso provvedimento. Nell’istanza, i soggetti richiedenti devono indicare l’importo delle spese agevolabili. L’Agenzia delle entrate, sulla base del rapporto tra l’ammontare delle risorse stanziate e l’ammontare del credito d’imposta complessivamente richiesto, determina la percentuale massima del
credito d’imposta spettante a ciascun soggetto. Tale percentuale è comunicata con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate da emanarsi entro il 31 marzo 2017. Il credito d’imposta non è cumulabile con altre agevolazioni di natura fiscale aventi ad oggetto le medesime spese. Il credito d’imposta deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2016 ed è utilizzabile in compensazione, ai sensi dell’art. 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, a decorrere dalla data di pubblicazione del provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate che esplicita la percentuale di utilizzo del credito d’imposta che può essere utilizzata. Per questo, il modello F24 deve essere presentato esclusivamente tramite i servizi telematici offerti dall’Agenzia delle entrate. In caso di modalità diverse, l’operazione verrà rifiutata. In alternativa, le persone fisiche non titolari di redditi d’impresa o di lavoro autonomo possono utilizzare il credito spettante in diminuzione delle imposte dovute in base alla dichiarazione dei redditi. L’eventuale ammontare del credito d’imposta non utilizzato potrà essere fruito nei periodi di imposta successivi senza alcun limite temporale. L’Agenzia delle entrate, qualora accerti che l’agevolazione sia in tutto o in parte non spettante, procede al recupero del relativo importo. Roberto Lenzi
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I M P O S T E E TA S S E
L’Agenzia delle entrate traccia il bilancio di fine anno verso famiglie e imprese
Il fisco rimborsa 14,3 miliardi Le maggiori restituzioni sono toccate alle persone fisiche DI
VALERIO STROPPA
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uperano i 14,3 miliardi di euro le somme rimborsate dal fisco a cittadini e imprese nel corso del 2016. La maggior parte delle restituzioni ha riguardato le persone fisiche, oltre 2 milioni di soggetti che si sono visti erogare complessivamente quasi 1,6 miliardi di euro. Di questi, 681 mila erano contribuenti senza sostituto d’imposta, che hanno presentato il modello 730 entro lo scorso luglio, consentendo così all’amministrazione finanziaria di lavorare il rimborso in tempi rapidi. In valore assoluto, invece, la voce più rilevante tra i rimborsi pagati riguarda l’Iva, con 10,7 miliardi di euro totali erogati a una platea di quasi 66 mila soggetti. A tracciare il bilancio di fine anno è stata ieri l’Agenzia delle entrate, che ha ricordato tra l’altro come negli ultimi due mesi sono stati inviati «circa 11 mila sms a coloro che avevano fornito il proprio numero di cellulare nell’area riservata
I rimborsi fiscali erogati nel 2016 Tipologia Numero Irpef 2.229.092 Ires 9.144 Imposte dirette derivanti da deducibilità 372.049 Irap Iva 65.880 Imposte indirette 51.721 Altre imposte 11.970 Totale 2.739.856
Importo erogato (€) 1.575.328.572,08 743.139.290,72 1.161.210.808,40 10.719.037.432,81 162.209.800,85 1.297.739,91 14.362.223.644,77
Fonte: Agenzia delle entrate
del sito delle Entrate» per informare circa l’esecuzione del rimborso. Per le società, oltre ai rimborsi Iva, in ambito Ires sono state gestite circa 9 mila pratiche per oltre 740 milioni di euro. Alle quali si aggiunge la maggior parte dei 372 mila rimborsi, per oltre un miliardo di imposte dirette, derivanti dalla deducibilità analitica
dell’Irap relativa al costo del lavoro dalla base imponibile Irpef/Ires. Novità pure sul fronte delle persone fisiche che hanno presentato modelli 730 con rimborsi «pesanti», ossia dai quali è emerso un importo a credito superiore ai 4 mila euro, oppure che presentavano elementi di incoerenza. In tali casi, infatti, la legge prevede la
facoltà per l’Agenzia di effettuare controlli preventivi, in via automatizzata o mediante verifica della documentazione giustificativa. Il rimborso che risulta spettante al termine di tali operazioni è erogato dalle Entrate (con le stesse modalità previste nel caso di 730 presentato dai contribuenti privi di sostituto d’imposta) e non in busta paga.
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Accertamenti
possibili Le quotazioni dell’Osservatorio del mercato immobiliare (Omi), se corroborate dal mutuo erogato all’acquirente in misura maggiore rispetto al prezzo pattuito per l’acquisto dell’immobile, legittimano l’accertamento tributario. È il principio espresso dalla Corte di cassazione, sentenza 21 dicembre 2016, n. 26485. Una società ricorreva per la Cassazione della sentenza della Commissione tributaria regionale, ritenendo, tra l’altro, che le risultanze dei valori Omi e lo scarto minimo tra gli importi del mutuo concesso agli acquirenti e il prezzo di vendita degli immobili fossero inidonei «(…) a costituire indizi gravi, precisi e concordanti, tali da assurgere a valore di prova della maggiore imposizione tributaria (…)». La Corte di cassazione, preliminarmente rilevava come la legge 7 luglio 2009, n. 88, art. 24, comma 5, (Legge comunitaria 2008), avesse modificato l’art. 39 del dpr n. 600 del 1973 (così come l’omologo dpr n. 633 del 1972, art. 54, in materia di Iva), sopprimendo la presunzione legale relativa di corrispondenza del corrispettivo effettivo al valore normale del bene, declassando i c.d. Parametri Omi a mere presunzioni semplici con effetto retroattivo (cfr. anche circolare dell’Agenzia delle entrate, 14 aprile 2010, n. 18). La Corte precisava tuttavia che gli indicatori Omi, pur conservando il carattere di parametri meramente orientativi (e dunque di meri indizi), divenivano utilizzabili qualora fossero «(…) supportati da ulteriori elementi convergenti (…)». Nel caso di specie, al dato parametrico si aggiungeva l’ulteriore elemento fattuale per cui gli importi concessi a mutuo agli acquirenti erano superiori rispetto al prezzo di vendita degli immobili (così come risultante dagli atti di compravendita). Giovanni Cataldi e Fabrizio Colella
La sentenza sul sito www.italiaoggi.it/ documenti
D I R I T TO E I M P R E SA
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La deadline è il 15 gennaio per utilizzare gli importi in compensazione con l’F24
R&S, corsa contro il tempo Per chi vuole utilizzare il credito di imposta 2016 Pagina a cura ROBERTO LENZI
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Bonus esteso a test e prove di laboratorio
per p ciascun giorno, le ore impiegate nell’attività di ricerca p e sviluppo, firmati dal legale rappresentante dell’impresa r benefi ciaria, ovvero dal responb sabile dell’attività di ricerca e sviluppo. Le ore moltiplicate per p il costo orario di ogni singolo dipendente determinano g il i monte salari ammissibili. La documentazione contabile deve essere certificata dal soggetto incaricato della revisione legai le l o dal collegio sindacale o da un u professionista iscritto nel registro della revisione legale r e allegata al bilancio. Queste figure non sono necessarie in caso che si tratti di imprese con bilancio certificato. Tale certificazione deve essere allegata al bilancio. Le imprese non soggette a revisione legale dei conti e prive di un collegio sindacale devono comunque avvalersi della certificazione di un revisore legale dei conti o di una società di revisione legale dei conti. Il revisore legale dei conti o il professionista responsabile della revisione legale dei conti, nell’assunzione dell’incarico, deve osservare i principi di indipendenza. Ne consegue che non può firmare la certificazione il commercialista che segue l’impresa, anche se ne avrebbe i titoli.
orsa contro il tempo per le imprese che vogliono utilizzare il credito di imposta maturato sulla ricerca effettuata nel 2016 già il prossimo 16 gennaio. Hanno infatti tempo fino al 15 gennaio per effettuare i conteggi del costo del personale imputabile a R&S, riepilogare le fatture di consulenza, conteggiare i costi dei macchinari ammissibili, concertare con il collegio sindacale o il revisore incaricato quali di questi sono ammissibili, confrontarli con la media del triennio precedente, fare il calcolo definitivo e individuare l’importo da poter utilizzare in compensazione con i contributi da versare sull’F24 del 16 gennaio. I documenti da conservare. Le imprese che vogliono fruire dell’agevolazione hanno l’obbligo di conservare, con riferimento ai costi sulla base dei quali è stato determinato il credito d’imposta in questione, tutta la documentazione utile a dimostrare l’ammissibilità degli stessi e le modalità di conteggio. Personale qualificato. A dimostrazione delle spese, de-
vono essere conservati i fogli di presenza nominativi riportanti per ciascun giorno, le ore impiegate nell’attività di ricerca e sviluppo, firmati dal legale rappresentante dell’impresa beneficiaria, ovvero dal responsabile dell’attività di ricerca e sviluppo. Questi fogli sono alla base del conteggio del costo. Le ore moltiplicate per il costo orario di ogni singolo dipendente determinano il monte salari ammissibile. Strumenti e le attrezzature di laboratorio . Deve essere conservata la dichiarazione del legale rappresen-
IN GAZZETTA
Le Entrate: sì all’agevolazione per i totem digitali connessi con l’azienda
Agevolazioni, cambia il tasso Dal 1° gennaio 2017 il tasso di riferimento da applicare per le operazioni di attualizzazione e rivalutazione ai fini della concessione ed erogazione delle agevolazioni in favore delle imprese è pari allo 0,93 %. Lo prevede il decreto 14 dicembre 2016 del ministero dello sviluppo economico pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 298 del 22 dicembre 2016. Il tasso di riferimento è stato determinato aggiungendo al tasso base fissato dalla Commissione europea 100 punti base. L’aggiornamento del tasso è effettuato su base annua. Per tener conto di variazioni significative e improvvise, viene effettuato un aggiornamento ogni volta che il tasso medio, calcolato nei tre mesi precedenti, si discosti di più del 15% dal tasso valido in quel momento. Il tasso base è stato aggiornato dalla Commissione europea, con decorrenza 1° gennaio 2017 nella misura pari a - 0,07 %.
Costi sostenuti per test e prove di laboratorio ammissibili al credito di imposta ricerca con contributo del 50%. Lo conferma l’Agenzia delle entrate con la risoluzione n. 119/E del 22 dicembre 2016 che riprende la risposta a un parere del ministero dello sviluppo economico (Mise) che si è espresso, in merito all’ammissibilità dell’attività nei seguenti termini: «i test e le prove di laboratorio delle mescole e prodotti in gomma sviluppati dall’interpellante sono parte inscindibile del percorso di ricerca industriale che ha condotto alla realizzazione degli stessi mescole e prodotti in gomma e, come
essi, dovrebbero probabilmente rientrare tra le attività di ricerca ammissibili ai sensi dell’articolo 3, comma 4, lettera b) del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, come novellato dall’articolo 1, comma 35 della legge 23 dicembre 2014, n. 190». Sempre il ministero dello sviluppo economico ritiene che i medesimi costi «siano assimilabili alle esternalizzazioni ‘‘extra muros’’ di cui all’articolo 3, c. 6, lett. c), del citato decreto-legge», ovvero alle attività di ricerca commissionate a terzi per le quali spetta un credito d’imposta nella misura del 50% delle spese documentabili.
tante dell’impresa, dell’impresa ovvero del responsabile dell’attività di ricerca e sviluppo, relativa alla misura e al periodo in cui i macchinari sono stati utilizzati per l’attività di ricerca e sviluppo. Contratti di ricerca. L’impresa deve conservare i contratti stipulati con università, enti di ricerca e organismi equiparati, e con altre imprese. Questi devono essere accompagnati da una relazione sottoscritta dagli esecutori concernente le attività svolte nel periodo d’imposta cui il costo sostenuto si riferisce.
Competenze tecniche e privative industriali. Sono le spese relative a un’invenzione industriale o biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale, anche acquisite da fonti esterne i contratti e una relazione sottoscritta da detti soggetti concernente le attività svolte nel periodo d’imposta cui il costo sostenuto si riferisce. In questa voce rientrano le spese del personale non qualificato. Anche per questi soggetti devono essere conservati i fogli di presenza nominativi riportanti
Ammessi al credito di imposta Sud anche investimenti fatti al Nord
A
mmissibili al credito di imposta Sud anche gli investimenti collocati al Nord se funzionali allo sviluppo della struttura produttiva collocata in area ammissibile a contributo. Lo asserisce l’Agenzia delle entrate con la risoluzione n. 118/E del 22 dicembre 2016. Questa risoluzione segue la n. 9 del 10/01/2002 che trattava il tema dei Pos, ampliando il concetto a strumenti più complessi e più costosi come i totem. Ma introduce anche un passaggio che potrebbe permettere interpretazioni molto espansive, soprattutto in ottica «Industria 4.0». Lo fa laddove evidenzia che «sono gli elaboratori e i server posti in azienda a gestire e lavorare tutte le informazioni» raccolte dal totem, il quale, non essendo dotato di autonomia propria, risulterebbe inutile in assenza del circuito aziendale a cui è collegato. Sembrerebbe ammettere all’agevolazione le strutture periferiche interconnesse agli elaboratori principali posti in azienda. Quindi, il criterio discriminante per l’ammissibilità non sarebbe più
la collocazione presso la sede produttiva ufficiale (come risultante dalla Cciaa), ma dovrà essere valutato se la collocazione del bene avviene in un luogo dotato o meno di autonomia. La necessità di connessione del bene al «circuito aziendale» collocato in zona agevolabile sarà il criterio di ammissibilità. È abbastanza evidenza che il Pos trattato dalla risoluzione del 2002 aveva, al tempo, pochi strumenti assimilabili, ma tra poco, grazie ad «Industria 4.0», l’interconnessione diventerà la norma. E la gestione da remoto di macchinari non sembra una frontiera così lontana. Sono molti i casi di strutture periferiche interconnesse agli elaboratori principali posti in azienda che potrebbero rientrare in questa interpretazione espansiva. Il caso. Il richiedente intende introdurre, negli esercizi commerciali con cui lavora, un nuovo strumento che rappresenta l’evoluzione tecnologica del Pos, ossia il Totem digitale. Chiede conferma che sono ammissibili ad agevolazione con il «credito di imposta Sud» i beni
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dati in comodato al di fuori della sede e al di fuori delle aree ammissibili. Nella risposta, la risoluzione evidenzia che il totem rappresenta un terminale destinato alla raccolta dei dati relativi alle transazioni commerciali e per il suo funzionamento è inserito in un circuito telematico che lo collega in modo costante e strettamente funzionale agli elaboratori posti in azienda. Nel caso prospettato, sono gli elaboratori e i server posti in azienda a gestire e lavorare tutte le informazioni raccolte dal Totem, che, non essendo dotato di autonomia propria risulterebbe inutile in assenza del circuito aziendale a cui è collegato. L’agevolazione. La disciplina del nuovo credito di imposta, ricalcando sostanzialmente quella dell’originario art. 8 della legge n. 388/00, prevede che i beni oggetto di investimento siano situati nella struttura produttiva ubicata nelle zone assistite. In riferimento all’ubicazione dei beni agevolati, si è già espressa l’Agenzia delle entrate attraverso la Risoluzione n. 9 del 10/01/2002, la quale
approfondisce il tema dell’ubicazione dei beni facenti parte di un progetto di investimento iniziale e destinati a strutture produttive ubicate nelle zone «assistite». Il credito di imposta compete nella misura massima del 20% per le piccole imprese, del 15% per le medie imprese e del 10% per le grandi imprese. I soggetti che intendono avvalersi dell’agevolazione sono tenuti a trasmettere, a decorrere dal 30 giugno 2016 e fino al 31 dicembre 2019, apposita comunicazione per la fruizione del credito d’imposta. Motivazione. L’Agenzia delle entrate ritiene che il credito d’imposta per gli investimenti in Totem digitali spetti anche nel caso specifico. Questo perché la struttura produttiva è situata in una delle zone assistite all’interno delle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo. Inoltre, in questa sede produttiva sono collocati gli elaboratori e i server utili a gestire e a lavorare tutte le informazioni raccolte dal Totem, i quali non sono dotati di autonomia propria.
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Sabato 24 Dicembre 2016
DIRITTO E IMPRESA
La legge 11 dicembre 2016 n. 232 sull’accesso ai contributi della Sabatini ter
Riapre lo sportello agevolazioni Dal 2 gennaio le domande per i beni strumentali DI
CINZIA DE STEFANIS
D
al 2 gennaio 2017 riapertura dello sportello per la presentazione delle domande di accesso ai contributi della Sabatini ter (acquisto beni strumentali d’impresa). La legge 11 dicembre 2016 n. 232 ha previsto, oltre al nuovo stanziamento finanziario pari a 560 milioni di euro per la proroga dell’apertura dello sportello, anche la possibilità di accedere a un contributo maggiorato del 30% per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica aventi come finalità la realizzazione di investimenti in tecnologie compresi gli investimenti in big data, cloud computing, banda ultralarga, cybersecurity, robotica avanzata e meccatronica, realtà aumentata, manifattura 4D, Radio frequency identification (Rfid e sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti. È con il decreto direttoriale del 22 dicembre 2016 n. 7814 (in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) che il ministero dello
Come presentare la domanda per l’accesso alle nuove agevolazioni della Sabatini ter - dal 2 gennaio 2017 al via la presentazione delle domande di accesso ai contributi della Sabatini ter (acquisto beni strumentali d’impresa); - le domande di contributo devono essere compilate dalle Pmi utilizzando, esclusivamente, il modulo disponibile nella sezione «beni strumentali Sabatini» del sito internet del MiSe www.mise.gov.it.; - per la proroga dell’apertura dello sportello della Sabatini ter a disposizione delle Pmi 560 milioni di euro; - possibilità di accedere a un contributo maggiorato del 30% per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica aventi come finalità la realizzazione di investimenti in tecnologie compresi gli investimenti in big data, cloud computing, banda ultralarga, cybersecurity, robotica avanzata e meccatronica, realtà aumentata, manifattura 4D, radio frequency identification (Rfid) e sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti. sviluppo economico ha riaperto i termini di presentazione delle agevolazioni per l’acquisto dei beni strumentali d’impresa. Con specifico provvedimento del direttore generale per gli incentivi alle imprese del MiSe saranno definiti termini e modalità di presentazione delle
domande di agevolazione che possono accedere alla maggiorazione del contributo a valere sulla riserva del 20% delle risorse stanziate dalla legge di bilancio 2017. Le domande delle imprese presentate alle banche o agli intermediari finanziari in data antecedente al 3 settem-
bre 2016 e non incluse in una richiesta di prenotazione delle risorse inviata dalle medesime banche o intermediari finanziari al MiSe, sono inserite dalle stesse nella richiesta di prenotazione del mese di gennaio 2017. Come presentare la doman-
da d - Le domande di contributo devono essere compilate dalle d Pmi P utilizzando, esclusivamente, te il modulo disponibile nella sezione «beni strumentali - Sas batini» del sito internet del Mib nistero dello sviluppo economin co c www.mise.gov.it. Il mancato utilizzo del modulo di domanda u pubblicato sul sito del MiSe, la p sottoscrizione di dichiarazioni s incomplete e l’assenza, anche in parziale, dei documenti e delle p informazioni richieste costituin iscono motivo di non ricevibiis lità li della domanda e pertanto di d inammissibilità al finanziamento e al contributo. L’impresa m può p dare procura speciale a un soggetto terzo per la sottoscris zione con firma digitale della z domanda di agevolazione. La d domanda può essere trasmesd sa s dal procuratore attraverso la propria Pec. L’invio via Pec deve contenere una sola domanda. Resta inteso che l’impresa è tenuta comunque a indicare nel modulo di domanda la propria Pec, come risultante dal registro delle imprese. Qualunque comunicazione del MiSe sarà inviata a tale indirizzo Pec.
VIDEO forum2017
LE NOVITÀ DELLA LEGGE DI BILANCIO 2017 26 gennaio 2017 - ore 9.30 - 13.00 Dagli studi televisivi di Class Cnbc di Milano e Roma, in diretta su:
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IN COLLEGAMENTO CON LE SEDI DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEI CONSULENTI DEL LAVORO PROGRAMMA Modera: Marino Longoni - Condirettore ItaliaOggi
Temi ed Esperti
t Il regime di cassa per le pmi
t La Voluntary Disclosure bis
t Novità fiscali in agricoltura
t I residenti non domiciliati
t La riforma delle pensioni
t La rottamazione delle cartelle esattoriali
t Il pacchetto competitività per le aziende
t Addio agli studi di settore
t Le novità sul Gruppo Iva
t Lo spesometro trimestrale e il pacchetto semplificazioni
t I premi di produttività e i bonus per le famiglie
t La nuova Iri e i beni ai soci
t I nuovi principi contabili Oic
RISPOSTE AI QUESITI DA PARTE DEI DIRIGENTI DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE L’adesione è gratuita e la partecipazione è valida ai fini della formazione professionale continua per dottori commercialisti e consulenti del lavoro. Ordini professionali, Enti e Associazioni possono richiedere gratuitamente il collegamento presso la propria sede ed essere Partner dell’evento. Per informazioni e adesioni: videoforum.italiaoggi@class.it
D I R I T TO E I M P R E SA
Sabato 24 Dicembre D 2016
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Introdotti nuovi perimetri dal dlgs approvato ieri dal Consiglio dei ministri
Più obblighi per società quotate Si devono redigere le informazioni non fi nanziarie DI
FABRIZIO G. POGGIANI
R
edazione della dichiarazione sulle informazioni di carattere «non» finanziario per società quotate, banche e compagnie assicurative di grandi dimensioni. Scatta l’obbligo se, nell’ultimo esercizio, la media dei dipendenti ha superato le 500 unità ed è stato superato il limite di 20 milioni di euro del totale dello stato patrimoniale o il limite di 40 milioni di euro di ricavi netti. Questi i nuovi perimetri introdotti dallo schema di decreto legislativo approvato ieri dal Consiglio di ministri, finalizzato al recepimento della Direttiva 2014/95/Ue del Parlamento e del Consiglio Ue del 22/10/2014, avente a oggetto la comunicazione delle informazioni di carattere non finanziario e delle informazioni sulla diversità da parte di determinati soggetti di grandi dimensioni. Lo schema del provvedimento, preliminarmente, propone un glossario per meglio identificare l’ambito applicativo e poi stabilisce che i soggetti obbligati sono le società i cui titoli sono negoziati nei mercati regolamentati, le banche e le compagnie di assicurazione che, nell’ultimo esercizio abbiamo utilizzato, in media, più di 500 dipendenti e abbiano superano uno dei due limiti riferibili all’attivo patrimoniale
La dichiarazione di carattere «non» finanziario Società quotate, banche, compagnie assicurative e società madri di un gruppo di grandi dimensioni Il contenuto di carattere non finanziario riguarda l’attività d’impresa, l’andamento e risultati, nonché l’impatto, con riferimento a temi Dichiarazione ambientali, sociali, attinenti al personale, rispetto ai diritti umani, alla lotta contro la corruzione attiva e passiva Riguarda gli enti di interesse pubblico che sono contestualmente Consolidata società madri di gruppi di grandi dimensioni Le società figlie quando la dichiarazione è redatta dalla società Esoneri madre Per mancata pubblicazione o per dichiarazione non conforme è prevista una sanzione variabile, posta a carico degli Sanzioni amministratori responsabili (e dell’organo di controllo, nella seconda fattispecie), da 20 mila a 100 mila euro. Ambito soggettivo
(20 milioni di euro) e ai ricavi netti da vendite e prestazioni (40 milioni di euro); detti soggetti sono obbligati alla redazione di una dichiarazione non finanziaria, su base consolidata, qualora siano anche società madri di un gruppo di grandi dimensioni, come indicato alla lettera b), del precedente comma 1, dell’art. 1. La dichiarazione deve indicare l’attività esercitata, il suo andamento, i risultati realizzati, l’impatto nell’ambito sociale in termini ambientali e di diritti umani, nonché i metodi applicati per la lotta alla corruzione attiva e passiva, con indicazione delle politi-
che di merito. L’art. 3, appena sintetizzato, prevede la possibilità di una rendicontazione standard, di una chiara e articolata descrizione anche delle metodologie autonome utilizzate nello sviluppo della detta rendicontazione e l’utilizzo di specifici indicatori di prestazione di carattere non finanziario, con possibilità di selezione di questi ultimi, oltre all’indicazione delle funzioni e responsabilità degli organi sociali e altre informazione sui valori mobiliari. Con riferimento alle società madri, è previsto che le dette dichiarazioni assicurino la comprensione dell’attività
svolta dal gruppo, i risultati conseguiti e l’impatto prodotto sui temi ambientali, sociali, dei diritti umani, del personale e sulla lotta alla corruzione, potendo includere dette dichiarazioni all’interno della relazione sulla gestione nei bilanci consolidati o, più in generale, nella relazione prescritta dal codice civile e dal dlgs 127/1997 o in quella richiesta dai dlgs 136/2015 e 209/2005 ovvero con redazione autonoma. Sono esonerati dalla redazione i soggetti indicati (enti di interesse pubblico ed eventuali società figlie), riconducibili alla dichiarazione di carattere non finanziaria redatta dalla socie-
Al via il decreto legge sul Mezzogiorno Via libera al decreto legge sul Mez- non ha superato la verifica di effizogiorno. Ieri il Consiglio dei mi- cacia e di effi cienza dei ministeri nistri, su proposta del presidente vigilanti) in modo da garantire il Paolo Gentiloni e del ministro per potenziamento dei servizi nell’area la coesione territoriale e il Mezzo- di Taranto. giorno, Claudio De Vincenti hanno, La terza misura prevede che l’Aminfatti, approvato cinque misure ministrazione straordinaria dell’Ilvolte ad affrontare situazioni di va debba sottoporre al ministero criticità presenti nel Mezzogiorno dello sviluppo economico (Mise) un piano di misure a carattere asd’Italia. sistenziale e sociale La prima consente s per le famiglie disanel dare stabilità p Tra le misure stanziate giate dell’area di Taalla rete di ammorg ranto. Questo piano, tizzatori sociali r ci sono 70 milioni che mette a dispoche sta accompac di euro destinati al sizione 30 milioni gnando il process rinnovo delle strutte di so di transizione e d euro su tre anni, sanitarie dovrà essere concorcessione del comd nell’area di Taranto dato con i comuni del plesso aziendale d territorio e monitoIlva. t rato dal Mise. La seconda ha r l’obiettivo di destinare 70 milioni Andando avanti, la quarta misura di euro al rinnovo e al potenzia- introduce l’istituzione, da parte mento delle strutture sanitarie delle rispettive autorità portuanell’area di Taranto, in termini di: li, di una agenzia di transhipment apparecchiature, dispositivi medici nel porto di Taranto e nel porto di di diagnostica e cura nel quadro di Gioia Tauro al fine di fornire una un progetto che sarà, poi, definito rete di sicurezza ai lavoratori intemeglio dal ministero della salute e ressati ai processi di ricollocazione nell’ambito dei piani di rilancio dalla regione Puglia. A questo progetto di accompagna- delle attività terminalistiche in no: il rifinanziamento ad opera del corso. ministero della salute paria a 8 mi- L’ultima misura, infi ne, istituisce lioni di euro per le attività di scre- la fi gura di un commissario unico ening, e il piano sanitario che la nazionale dedicato alla depurazioregione dovrà rielaborare (perché ne che acceleri, nel Mezzogiorno e
nelle altre regioni in ritardo rispetto agli standard europei, la realizzazione degli impianti necessari al trattamento ecologicamente avanzato delle acque reflue. Il provvedimento dispone, inoltre, altre tre misure. Il Fondo per le non autosufficienze verrà incrementato, nel 2017, di 50 milioni di euro, si prevedono interventi funzionali dedicati alla preparazione e all’organizzazione della presidenza italiana del G7 nel 2017 che si terrà a Taormina, e, infine, si prevede lo stanziamento di 577.522 euro a regime, a decorrere dal 2017, per un percorso di studi conforme al curriculum delle scuole europee, con lo scopo di garantire l’offerta formativa presso la base Onu. Si esce, dunque, dalla sperimentazione già prevista negli scorsi anni. Nel 2012, infatti, il ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca aveva autorizzato solo due scuole di Brindisi ad avviare un progetto di innovazione «metodologico-didattica». A seguito di queste sperimentazioni, e dopo le verifi che positive da parte del segretariato generale delle Scuole europee, il ministero sottoscriverà due convenzioni di accreditamento sempre con il segretariato. Giorgia Pacione Di Bello
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tà t madre, mentre è possibile redigere e pubblicare dichiarar zioni individuali o consolidate z su s base volontaria; ciò è possibile b per i soggetti non obbligati, t posto l’obbligo di sottoporre le stesse al vaglio del collegio sindacale. s Nel provvedimento viene definita anche la disciplina sanzionatoria, nel caso di mancata z o errata predisposizione delle dichiarazioni in commento, d facendo riferimento ai conf tenuti obbligatori minimi rit chiesti dal medesimo decreto; c sul s punto, in presenza della mancata pubblicazione o di m una u dichiarazione non conforme, m è prevista una sanzione variabile, posta a carico degli v amministratori responsabili (e a dell’organo di controllo, nella d seconda fattispecie), da 20 mila s a 100 mila euro. A tale sanzione base se ne aggiungono ulteriori, in assenza di precise attestazioni, con eventuali riduzioni o con aumenti, come nel caso della sanzione applicabile in presenza di dichiarazioni false e mendaci, dove gli importi salgono da 20 a 50 mila euro per la minima, con il medesimo limite massimo di 100 mila euro. Infine, il provvedimento si conclude trattando la disciplina relativa al coordinamento delle autorità, modificando in alcuni punti il dlgs 58/1998 e stabilendo che il decreto stesso entra in vigore a partire dal prossimo 1° gennaio.
Ripartono gli incentivi Con l’anno nuovo riparte anche lo sportello per presentare le domande di accesso ai contributi, concessi dal ministero dello sviluppo economico a fronte di finanziamenti bancari quinquennali per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature (Nuova Sabatini, istituita nel 2013). Le risorse stanziate, dal parlamento con la legge di Stabilità 2017, sono pari a 560 milioni di euro. Il successo riscosso dallo strumento agevolativo nel mondo imprenditoriale ha determinato sia la proroga di due anni (al 31 dicembre 2018) per la concessione del contributo del 2,75% annuo sugli investimenti ordinari, sia la possibilità di accedere a un contributo maggiorato del 30% (quindi al 3,575% annuo) per la realizzazione di investimenti in tecnologie digitali.
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Sabato 24 Dicembre 2016
L AVO R O E P R E V I D E N Z A
Pubblicato il bando Isi 2016. Il pre-caricamento delle domande dal 19 aprile 2017
Sicurezza, tornano gli incentivi Oltre 244 milioni di euro per investimenti e bonifiche DI
DANIELE CIRIOLI
O
ltre 244 milioni di euro dall’Inail per il bando Isi 2016. Quattro i progetti finanziabili, dei quali uno specifico per il settore terziario. Il via operativo scatterà il 19 aprile, quando sarà possibile pre-caricare le domande (fino al 5 giugno). Dal 12 giugno sarà possibile il download del codice identificativo per l’invio della domanda. Invio che, secondo la solita procedura del click-day (invariata, nonostante le sollecitazioni del Civ dell’Istituto, si veda ItaliaOggi del 14 dicembre), andrà fatto in data e ora comunicati sempre dal 12 giugno sul sito Inail. A renderlo è noto è lo stesso istituto assicuratore. Bando Isi 2016. Il nuovo bando, che finanzia progetti di investimento e di formazione sulla sicurezza lavoro, in particolare a favore delle piccole, medie e micro imprese, mette in conto 244.507.756 euro per finanziamenti a fondo perduto, fino a esaurimento, in base all’ordine cronologico di arrivo
Date e operazioni Termini (anno 2017) Operazioni Dal 19 aprile alle ore Possibilità di pre-caricare 18 del 5 giugno (*) le domande Acquisizione codice unico Dal 12 giugno 2016 per invio domanda Comunicazione date e Dal 12 giugno 2016 orari per invio domande (*) Le imprese non registrate possono farlo fino alle ore 18 del 3 giugno domande. Quattro i tipi delle domande di progetto finanziabili: 1. progetti di investimento; 2. progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale; 3. progetti di bonifica da materiali contenenti amianto; 4. progetti per micro e piccole imprese operanti in specifici settori di attività del terziario. Ciascun progetto può ottenere contributi pari al 65% dell’investimento fino al massimo di 130 mila euro, ad ecce-
IN EDICOLA
Disponibile anche sul sito www.classabbonamenti.com
zione dei progetti del terziario il cui limite massimo si ferma a 50 mila euro. Il contributo, erogato dopo verifica tecnicoamministrativa, è cumulabile con altri benefici pubblici di garanzia sul credito. La presentazione delle domande. Come consuetudine l’Inail ha organizzato la procedura di partecipazione al bando in quattro step. Durante la prima fase, che si aprirà il 19 aprile e chiuderà alle ore 18 del 5 giugno, nella sezione «Accedi ai servizi online» del sito
internet dell’Inail le imprese in registrate avranno a disposire zione zio un’applicazione informatica tic per compilare la domanda, che ch consentirà tra l’altro di: effettuare simulazioni relatief ve al progetto da presentare; verificare il raggiungimento ve della soglia di ammissibilità; de salvare la domanda inserita; sa effettuare la registrazione ef della propria domanda. Per de entrare nella procedura di en compilazione della domanda, co l’impresa dev’essere in possesl’i so delle credenziali di accesso ai servizi online, vale a dire «nome utente» e «password». «n Per ottenere le credenziali di accesso è necessario effettuare la registrazione sul portale Inail, nella sezione «Accedi ai servizi online», entro e non oltre le ore 18 del 3 giugno. Dal 12 giugno le imprese che hanno raggiunto o superato la soglia minima di ammissibilità prevista e che hanno salvato la propria domanda, effettuandone la registrazione online con la specifica funzione presente in procedura, potranno avere accesso alla sezione della pro-
Stranieri specializzati, ingresso più facile Via libera alla nuova procedura, più semplice, per l’ingresso di lavoratori specializzati extraUe per periodi limitato di tempo di soggiorno nell’ambito di un trasferimento intra-societario. Tra le novità, il rilascio di nulla-osta fuori quote del nuovo permesso di soggiorno «Ict». A prevederlo, tra l’altro, è il dlgs approvato ieri in via definitiva dal consiglio dei ministri per l’attuazione della direttiva 2014/66/Ue, mediante modifiche del Tu immigrati (dlgs n. 286/1998). Il provvedimento riguarda alcune particolari categorie di lavoratori che dall’estero sono destinati a sedi aziendali collocate nell’Ue per un periodo massimo fino a tre anni. Tra l’altro, stabilisce che l’ingresso e soggiorno in Italia, per svolgere lavoro subordinato nell’ambito di trasferimenti intra-societari per periodi superiori a tre mesi, è consentito, al di fuori delle quote annuali d’ingresso, agli stranieri che soggiornano fuori del territorio dell’Ue al momento della domanda d’ingresso o che sono stati già ammessi nel territorio di un altro stato Ue e che chiedono di essere ammessi nel territorio nazionale come: dirigenti; lavoratori specializzati (cioè in possesso di conoscenze specialistiche indispensabili per il settore di attività, le tecniche o la gestione dell’entità ospitante, valutate, oltre che rispetto alle conoscenze specifiche relative all’entità ospitante, anche alla luce dell’eventuale possesso di qualifiche elevate, inclusa un’adeguata esperienza professionale, per un tipo di lavoro o attività che richiede conoscenza tecniche specifiche, tra cui l’appartenenza a albi professionali); lavoratori in formazione (cioè titolari di diploma universitario, trasferiti ai fini dello sviluppo della carriera o per acquisire tecniche o metodi d’impresa). Per trasferimento intra-societario s’intende il distacco temporaneo di uno straniero, che al momento della richiesta di nulla-osta si trova fuori del territorio dell’Ue, da un’impresa stabilita in un paese terzo, cui lo straniero è legato da un rapporto di lavoro che dura da almeno tre mesi, a un’entità ospitante stabilita in Italia, appartenente alla stessa impresa o a impresa appartenente allo stesso gruppo d’imprese tra loro collegate (art. 2359 del codice civile). Carla De Lellis
cedura informatica per effettuare il download del proprio «codice identificativo» che le distingue in maniera univoca e che servirà per l’inoltro vero e proprio della domanda. Date e orari dell’apertura e della chiusura dello sportello informatico per l’invio saranno pubblicati sul sito Inail a partire dal 12 giugno. Gli elenchi in ordine cronologico di tutte domande inoltrate, con evidenza di quelle collocatesi in posizione utile per l’ammissibilità al finanziamento, verranno pubblicati entro sette giorni da quello di ultimazione della fase d’invio del codice identificativo. Le imprese che si sono collocate in posizione utile al fine di ricevere il finanziamento dovranno infine far pervenire all’Inail, entro e non oltre 30 giorni a partire dal giorno successivo a quello di perfezionamento della formale comunicazione degli elenchi cronologici, una copia della domanda telematica generata dal sistema e tutti gli altri documenti, indicati nell’avviso pubblico, per la specifica tipologia di progetto.
BREVI Pagamento al 3 gennaio per le pensioni Inps. Nel mese di gennaio 2017, spiega una nota dell’Istituto, i pagamenti dei trattamenti pensionistici, degli assegni, pensioni e indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili, nonché delle rendite vitalizie dell’Inail saranno effettuati il secondo giorno bancabile, come previsto dall’articolo 6 del decreto legge 21 maggio 2015, n. 65. Pertanto, la rata di gennaio 2017 sarà erogata da Poste e banche il 3 gennaio 2017. Sono 1.237.130 i giovani registrati a Garanzia Giovani, 4.271 in più rispetto a una settimana fa, con un incremento del 35,3% rispetto al 31 dicembre 2015. Lo comunica il ministero del lavoro sottolineando che i presi in carico sono 837.072, con un incremento del 45,6% rispetto al 31 dicembre 2015, data che segna la conclusione della «fase 1» del programma; tra questi, sono 437.525 quelli cui è stata proposta almeno una misura del programma, 4.223 in più rispetto una settimana fa, con un incremento, rispetto al 31 dicembre 2015, del 72,1%.
Sabato 24 Dicembre 2016
T R I B U TA R I ST I - L A P E T
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L’analisi dell’Associazione sulle iniziative messe in campo per i tributaristi
Lapet, iscritti in crescita Registrato un incremento del 10% nel 2016
I
DI
LUCIA BASILE
n crescita i tributaristi Lapet. Dall’analisi dei dati relativi all’anno che sta per concludersi (2016), emerge un incremento del 10% del numero dei nuovi iscritti rispetto all’anno precedente (2015). Allargando poi il periodo di osservazione agli ultimi quattro anni, si evince che il numero totale degli iscritti è quasi raddoppiato rispetto al quadriennio precedente. Un risultato conseguito grazie ad una politica associativa assolutamente vincente. Infatti l’associazione fin dal 2013 ha promosso il decentramento degli esami presso le sedi provinciali. «Con il nuovo regolamento, al fine di ridurre i costi di partecipazione degli aspiranti associati e favorire la costante adesione, abbiamo previsto
sessioni di carattere straordinario da organizzare presso le nostre sedi provinciali», ha spiegato il presidente nazionale Roberto Falcone, «oggi, posso affermare con orgoglio che tale intervento ha prodotto oltre 100 sessioni d’esame decentrate, con la conseguente crescita del 50% del numero dei nostri iscritti». In crescita sono, in particolare, le donne e i giovani. «Sempre più professionisti scelgono di essere tributaristi qualificati Lapet, perché l’associazione continua ad essere, come già il Cnel l’ha definita, la più rappresentativa sul territorio nazionale, anche in termini di pari opportunità». Un altro interessante dato è quello relativo alle iscrizioni delle società di cui alla Legge 4/2013. Dal 2014 ad oggi le società iscritte Lapet sono cresciute dal 2% al 4%. «A se-
guito delle disposizioni normative introdotte dalla Legge n.4/2013, abbiamo provveduto sin da allora, ad aggiornare il nostro regolamento d’iscrizione, prevedendo la possibilità di accesso non solo alle persone fisiche ma, anche alle società, gli studi professionali associati e le cooperative. La scelta di costituirsi in società è infatti motivata da evidenti vantaggi», ha spiegato Falcone, «una strutturazione più adeguata alle richieste del mercato, non solo rende più competitivi ma permette di godere di aliquote più basse, sia dal punto di vista fiscale che previdenziale. I soci delle società professionali possono, ad esempio, essere iscritti alla gestione commercianti Inps, mentre quelli delle cooperative al fondo lavoratori dipendenti». Ora, se si considera che mancano solo pochi
giorni all’inizio del nuovo anno e in base alle domande già in fase di istruttoria e prossime all’iscrizione, è possibile pronosticare che, anche per i prossimi mesi, avremo una crescita costante. «Tale fenomeno conferma la nostra affidabilità e serietà. Inoltre, risultiamo essere competitivi anche in termini di servizi. Solo per citarne qualcuno: la polizza professionale gratuita all’atto dell’iscrizione e l’aggiornamento professionale costante anch’esso gratuito e innovativo grazie alla consolidata formula e-learning», ha chiarito il presidente. Da non sottovalutare poi il fatto che, anche per la quota di adesione 2017, è stata confermata la riduzione del 15%. «La positività dei nostri bilanci, scaturiti da una oculata gestione associativa, oltreché dal forte incremento del numero degli
iscritti, ci ha permesso di agire in favore di questi ultimi, con la riduzione della quota associativa per il terzo anno consecutivo. Se tale trend dovesse confermarsi anche negli anni futuri, in maniera proporzionale, continueremo a ridurre la quota per venire incontro a tutti coloro che vorranno aderire alla nostra grande e qualificata famiglia», ha annunciato Falcone. A cura dell’Ufficio Stampa della ASSOCIAZIONE NAZIONALE TRIBUTARISTI LAPET Associazione legalmente riconosciuta Sede nazionale: Via Sergio I 32 00165 Roma Tel. 06-6371274 Fax 06-39638983 www.iltributarista.it info@iltributarista.it
L’assistenza e la rappresentanza viaggiano online Il sito Lapet si conferma il principale punto di riferimento, sia in termini di assistenza che di rappresentanza, per il tributarista. Quotidianamente, online, è disponibile ogni tipo di informazione, non solo per gli iscritti ma anche per tutti coloro vogliono avvicinarsi all’attività professionale del tributarista. «L’attenzione che gli utenti rivolgono al nostro sito ci ricambia dell’impegno investito per renderlo accessibile, fruibile e costantemente aggiornato, confermandoci ai primi posti sui principali motori di ricerca», ha commentato il presidente nazionale Roberto Falcone, «il crescente numero di accessi dimostra altresì che il iltributarista.it è una garanzia anche per il cittadino-utente che a noi si rivolge». In tale direzione convergono gli strumenti dello sportello per il cittadino consumatore e l’elenco pubblico degli iscritti, entrambi pubblicati ai sensi della Legge 4/2013. Entrando ora nel dettaglio delle
statistiche che vedono, mese dopo mese, costantemente in crescita il numero degli utenti che accedono a iltributarista.it, l’anno 2016 ha registrato quasi 60mila utenti con 500mila visualizzazioni di pagina. «Sulla base di questi dati, dunque, fondamentale continuerà ad essere la rete internet quale imprescindibile strumento di promozione e divulgazione dell’attività associativa, tanto all’esterno quanto all’interno», ha aggiunto il presidente. Scorrendo poi la panoramica dei visitatori dell’ultimo mese, oltre il 40% sono utenti nuovi, il 35% sono utenti che non si fermano alla consultazione della prima pagina ma approfondiscono la ricerca anche nelle pagine interne del sito. Oltre 18mila sono le sessioni di accesso, 5mila in più rispetto allo stesso periodo dell’anno 2015. Ve-
niamo ora ai contenuti: le pagine più visitate sono il chi siamo e come diventare associato. Grande interesse dei visitatori è rivolto anche all’area primo piano, da cui è possibile accedere al resoconto quotidiano di tutta l’attività associativa. Iltributarista.it non è l’unico servizio web messo a disposizione dalla Lapet. In rete vi sono anche www.caftributaristi.it e www.medilapet.it. Il primo è il sito dell’unico Caf di tributaristi per i tributaristi, il secondo è dedicato all’organismo proprio di mediazione Adr Medilapet. Tra le novità 2016 messe a punto dall’associazione ed in linea con l’evoluzione tecnologica, dopo la versione mobile di www.iltributarista.it e www.caftributaristi.it, consultabili dal 2015 da smartphone o tablet, degna di nota è la App Lapet, la prima applicazione dedicata ai tri-
www.ebook3000.com
butaristi. Oggi è sempre maggiore il numero degli utenti che si collegano al web con smartphone e tablet, rispetto ai classici computer fissi. Dalle statistiche dell’ultimo mese, infatti, si evince che oltre 2mila sono gli accessi da mobile. «Tale trend di crescita ci ha spinti a realizzare una App che è sicuramente il top attualmente disponibile», ha chiarito il presidente. La App infatti non rappresenta assolutamente un duplicato del sito internet in versione mobile. La prima è un software che va installato dopo averlo scaricato dagli appositi Store online sul dispositivo mobile, la seconda è una web app, ossia un sito web in versione lite. «La sinergia tra App Lapet, web app, sito internet contribuirà a rafforzare la presenza dell’associazione nel mercato professionale, dimostrando altresì la sua estrema modernità», ha concluso il presidente, «competitività e tecnologia sono ormai diventati un binomio inscindibile».