le specia lecce ese pagan
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periodico del lecce cluB cenTro di coordinaMenTo FondaTo nel 1974 • aprile 2016
TUTTo iL SaLEnTo aL Via dEL marE conTro La paganESE, VogLiamo in campo 11 LEoni
Lecce, una maglia da onorare ulTiMe Tre giornaTe
una fede SeMPRe VIVa
NoN ci resta che viNcere
di MaRIO de LORenZIS *
I
l vecchio lupo, nonostante il tempo che passa, vede il Lecce Club Centro di Coordinamento sempre al suo fianco, accanto alla maglia giallorossa, e che sceglie di tornare a fare sentire la sua voce con la storica testata “Il GialloRosso” alla vigilia del match con la Paganese. È una fase delicata e importante, in cui ognuno deve fare la sua parte per contribuire alla (ri)costruzione di solide basi che diano al calcio leccese un futuro degno della sua storia gloriosa e scrivano la parola fine a una lunga fase di incertezza e di mediocre presenza nel panorama calcistico nazionale. Svaniti sullo Stretto i sogni di gloria della conquista del primo posto e di una promozione diretta, la dura legge del calcio pone squadra, società e tifosi davanti a una sfida avvincente: entrare nei play-off e giocarsi al meglio delle proprie possibilità le speranze di un ritorno in serie B. Certo, in campo ci vanno i giocatori; quelli che il tecnico decide di schierare (è il momento di essere cinici e fare di necessità virtù, ci sarà poi tempo per chiarire equivoci e situazioni conflittuali) e che devono dare anche l’anima, sopperendo magari a qualche lacuna tecnica che ogni tanto riemerge sia a livello individuale che collettivo. Alla squadra, dunque, il compito di onorare la maglia, al tecnico la responsabilità di trasformare la delusione manifestata dopo Messina in rabbia e voglia di riscatto da trasmettere a tutti giocatori. Altro che stanchezza mentale. Tirate fuori l’orgoglio. Il suo peso in questo finale da brivido ce l’ha anche la dirigenza che misura la solidità del suo progetto e delle sue ambizioni di riportare il Lecce nel grande calcio. E dalle tribune del “Via del Mare” i tifosi rispondono, come sempre “presenti”. Noi ci siamo, ci siamo stati, anche se rimasti volutamente “all’ombra”. Il Lecce è l’orgoglio di un’intera provincia che, al di là di brevi periodi di distacco, non ha mai smesso di amare la maglia giallorossa. È una fede radicata, che ha tradizioni antiche e anche, se permettete, la capacità di partecipare con proposte e contributi di idee nuove al rilancio del calcio leccese. Forza Lecce. * Presidente Lecce Club Centro di Coordinamento
Mister Braglia
A TrE gIOrNATE DAL TErmINE della regular season del girone c di Lega Pro, la lotta per la conquista della promozione diretta in serie B sembra ormai appannaggio esclusivo (o quasi) del Benevento e del Foggia. il Lecce ospita una tranquilla Paganese. A pag. 3
• AL VIA DEL mArE il Lecce ospita la Paganese nella 32ª giornata (fischio d’inizio ore 15), dopo il pareggio di Messina che ha spazzato via i sogni di chiudere la regular season al primo posto, conquistando la serie B.
il presidenTe Tundo
sToria giallorossa
“VOgLIAmO LA B”
LA LEZIONE DEL PASSATO
• L’ OBIETTIVO PLAY OFF è il traguardo più realistico per i giallorossi che devono ritrovare la mentalità vincente e il giusto assetto tattico per evitare passi falsi e compromettere i sacrifici di un’intera stagione.
• UN TABU’ DA SFATArE per la squadra salentina che nella sua storia ha sempre sofferto nelle ultime partite di campionato, ad eccezione della stagione in cui, con renna in panchina, conquistò il ritorno nel torneo cadetto. Verri e Sergio alle pagine 2 e 3
Tundo
“Stiamo costruendo un futuro solido. Vogliamo la serie B per restarci e nei progetti c’è anche la costruzione di un nuovo stadio”. Le promesse del presidente dell’Us Lecce Enrico Tundo. Meo a pag. 2
Jurlano
Morello
SE A LECCE IL CALCIO ha una storia lunga un secolo il merito è anche di chi ha avuto il coraggio di intraprendere strade nuove, come ad esempio la creazione di una spa. eppure a molti oggi il nome di sante Morello dirà poco... Sergio a pag. 4
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PERIODICO DEL LECCE CLUB
iL PresiDeNte coNFerMa L’iMPeGNo DeL GrUPPo DiriGeNte: “iN B Per restare”
Tundo: “Costruiamo il futuro”
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l futuro garantisce tranquillità, il presente mette i brividi. il Lecce è alle prese con l’ennesima crisi di identità, la quarta in quattro anni di Lega Pro, e sgomita disperatamente in cerca di un posto al sole nei playoff. squadra stanca, distratta, inconcludente che rischia di vanificare quanto di buono prodotto finora ma società presente, determinata, volitiva, che guarda al prossimo anno con fiducia e serenità. “voglio tranquillizzare l’ambiente perché faremo di tutto e di più affinché la squadra possa puntare in alto”, ha commentato il presidente enrico tundo giorni fa. “Un nuovo imprenditore ha praticamente già acquisito il 30 per cento del pacchetto azionario e, comunque vada quest’anno, ripartiremo più forti di prima”. L’eredità di tundo dopo la gestione tesoro avrebbe messo i brividi a chiunque: numeri in rosso, verbi difettivi coniugati all’infinito, contratti onerosi e una quantità industriale di errori. Macerie. e una società senza struttura, senza proprietà, con un settore giovanile da puntellare e debiti. tanti debiti da onorare. Malgrado ciò il nuovo gruppo si è rimboccato le maniche ed ha iniziato a mettere un mattone sopra l’altro nel tentativo, fino ad ora riuscito, di ricostruire. se sarà serie B, saranno state bruciate le tappe e si farà festa, diversamente nessun pro-
Anche un nuovo stadio tra i progetti di STefanO MeO
e, sotto, sticchi damiani
cesso sommario, si ripartirà col medesimo obiettivo e con un club ancora più forte ed organizzato, base essenziale per conseguire il successo sul campo. “il nostro è un progetto che guarda lontano – ha assicurato – non ci interessa l’idea del ‘mordi e fuggi’. andremo in B per restarci e sarà lo stesso anche in un prossimo futuro, mi auguro, se andassimo in a. Una volta strutturato il club che oggi ha solo una
I COLORI DEL CALCIO
Il giallo e il rosso Rammentando Rothko di TOTI CARPENTIERI
P
enormità di numeri in perdita, abbiamo in cantiere molti progetti, primo fra tutti un centro sportivo di proprietà che possa accogliere la prima squadra e le giovanili. Non possiamo pagare migliaia di euro all’anno di affitto e per me è inconcepibile che un club con oltre 100 anni di storia ancora non abbia un immobile di proprietà”. scartata l’ipotesi calimera che in passato, negli anni felici della serie a, era stata casa e punto di riferimento dei giallorossi a tutti gli effetti, il club di piazza Mazzini è alla ricerca di un centro in provincia vicino al capoluogo che possa soddisfare tutte le esigenze. Martignano, attuale sede degli allenamenti, è una ipotesi fattibile ma si cerca ancora nell’hinterland per acquisire una struttura idonea anche in ragione di sviluppi futuri. in città sorgerà invece una scuola calcio che dovrebbe diventare punto di riferimento per i tanti baby che vogliono avvicinarsi allo sport: “vogliamo concedere ai ragazzi della nostra terra la possibilità di crescere e maturare in una struttura adatta alle loro esigenze. il futuro si costruisce dalle basi. e se non ver-
il presidente enrico Tundo
er chi come noi si occupa del vedere, o meglio esercita un suo ben definito ruolo all’interno del variegato mondo dell’arte, imbattersi nelle molteplicità infinite delle cromie, è una sorta di esercizio giornaliero, ben oltre l’argomentazione di turno e/o ogni attualità quotidiana. Se a questo, poi, aggiungiamo quell’esercizio del mestiere che riconosce alla memoria e ai luoghi una funzione fondamentale nella comprensione stessa dell’essere, non poteva non accadere che ritornassimo a scrivere di calcio, o meglio di tutti i colori del calcio. E lo facciamo, oggi, nel momento in cui gli amici di tante battaglie, anche di comportamento e di opinione, ritornano sulla ribalta della carta stampata – ben oltre l’intangibilità della rete – per far quadrato intorno ad una società rinnovata che vuol rinverdire e rafforzare il montante interesse generale (anche dalla parte di quelli del calcio, quindi) verso questa città barocca, troppo a lungo intesa quale estrema periferia del regno. Quasi che si fosse d’improvviso accesa una nuova luce, diradando le tante nebbie e le tante tempeste che avevano caratterizzato la recente storia dei “lupi”, consentendo di mettere a fuoco quella visione contemporanea del giallo e del rosso, da troppo tempo sfocata, anzi terribilmente sfocata. In un passato non più recente, ma sereno e perfino gioioso, avevamo spesso scritto di una certa opera di Mark Rothko, il pittore statunitense di origine lettone esponente fondamentale dell’astrazione cromatica, costruita con due enormi campiture rettangolari di giallo e di rosso, come concatenate l’una all’altra, evidenziando come l’opera fosse la capacità reale di comprendere quel passaggio dal guardare al vedere che porta dalla sensorialità pura e semplice al coinvolgimento emotivo ed inatteso. La stessa cosa che, riteniamo stia accadendo in città con una sorta di ritorno a quelle passioni che seppero coinvolgerci negli anni trascorsi. E non è casuale, riferendoci alla memoria e facendo gli scongiuri visti gli ultimi risultati, partire dal punto conquistato a Messina per ricordare quanto accaduto quarant’anni fa, quando un altro “1-1” contro i peloritani, consentì ai ragazzi di Mimmo Renna di riapprodare in Serie B, dopo quasi trent’anni di assenza. Ripetersi sarà anche difficile, ma perché non crederci?
ranno fuori campioni di calcio saremo contenti lo stesso perché saranno campioni ugualmente ma nella vita, e non è poco”. Nuovo socio, cittadella sportiva, scuola calcio. È già tanto. Ma in società si pensa anche ad un nuovo stadio una volta che la squadra avrà raggiunto e si sarà puntellata la serie B. il “via del Mare”, di proprietà del comune, mostra i segni del tempo e meriterebbe una sostanziosa cura per renderlo più fruibile a tifosi, squadra, società e giornalisti. il dubbio è se sia meglio ristrutturarlo, oppure costruirne uno nuovo con una capienza di circa 20mila posti, senza l’inutile pista di atletica, con una totale copertura e con poltroncine decisamente più comode delle attuali: “Pensiamo ad uno stadio nostro ed in questo progetto ci sarà d’aiuto l’ingresso dei nuovi soci”. Ma prima dei progetti e delle buone intenzioni c’è da concludere in maniera onorevole il campionato ed oggi sono in molti a storcere il muso per i risultati sul campo dimenticando che un anno fa era in discussione l’esistenza stessa dell’U.s. Lecce: “ci metteremo l’anima fino alla fine – ha concluso il presidente tundo – nelle ultime partite qualcosa non ha funzionato a dovere ma il tecnico ha ereditato una rosa non costruita da lui. c’è molta amarezza per le occasioni sprecate ma non mi sento di criticare nessuno”.
occhio aLLa MaLeDiZioNe DeLLe ULtiMe Partite
Un tabù da sfatare Con Renna il salto ai danni del Benevento di UMBERTO VERRI
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desso le porte d’accesso diretto alla serie B sembrano essersi chiuse definitivamente per il Lecce. resta solo la speranza della conquista di uno dei tre posti (seconda o terza posizione o una delle due migliori quarte in classifica), utili per continuare a sognare il salto di categoria. che brutto momento per il Lecce! che, bisogna ricordarlo, fino ad un mese addietro era considerata la squadra-super del Girone c della Lega Pro. invece, in tre partite interne (Melfi, Matera ed akragas) è stato capace – come è il caso di dire – di conquistare appena 2 punti (sui 9 disponibili) e di finire a 6 lunghezze di distanza dal Benevento che, ovviamente, sta gioendo di questa autentica debacle avuta dai giallorossi nella fase più importante e delicata del campionato. Un finale di stagione disastroso, anche se ci auguriamo che alla fine – attraverso i play-off – possa trasformarsi in un finale di torneo di festa. Purtroppo, i segnali che arrivano non sono buoni. come questo, il Lecce ha vissuto altri finali di stagioni “difficili”: negli ultimi tre campionati, sempre di serie c, ma anche in B ed in a, purtroppo conclusisi in maniera ingloriosa. sul Lecce, ieri ed oggi, sembra essersi abbattuta la “maledizione” delle partite finali. È suc-
cesso così nel torneo 2012-‘13, quando ad un avvio trionfale (ben cinque vittorie di fila ed un distacco di dodici punti dal trapani che, poi, salirà in B) il Lecce riuscì a perdere vantaggio e promozione, cedendo nella finale dei play-off al carpi. stessa amara storia nella stagione successiva. e stavolta a trionfare è stato il Frosinone, oggi protagonista in serie a. Niente play-off la scorsa stagione, la peggiore dell’era tesoro: quell’assurdo ko di viareggio tolse ai salentini ogni speranza di disputare le gare supplementari che lo avrebbero potuto far salire nel paradiso della serie B. Quest’anno, prima il Melfi, poi il Matera e l’akragas e, domenica scorsa, il Messina hanno tarpato le ali al Lecce per un volo diretto tra i cadetti. tutto questo negli ultimi quattro anni di c. e tutto questo ci fa tornare alla memoria altre “maledette” gare finali degli anni ‘71-‘72, ‘72-‘73, ‘73-‘74 e ‘74‘75. Quattro stagioni di c con il Lecce sempre protagonista fino alle partite conclusive di tutti questi tornei, conclusisi – tanto per rimanere in tema le vicende del Lecce di oggi – con la conquista del secondo e terzo posto (allora non c’erano i play-off). solo alla quinta stagione consecutiva di grande calcio (1975-‘76) il Lecce, guidato da Mimmo renna, dopo 27 anni d’inferno, ce la fece a conquistare il salto di categoria, a danno proprio del Benevento che, ironia della sorte, a distanza di 40 anni, sembra voglia vendicare quella mancata promozione tra i cadetti perduta per soli due punti in meno
APRILE 2016
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IL PUNTO SUL CAmPIONATO/ArrIVA UNA PAgANESE TrANqUILLA
Non ci resta che vincere
A APPUNTI DI STORIA: DA INDRACCOLO A TUNDO
Al fianco di chi ama il Lecce di EUGENIO CORRADO
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ieccoci, presenti come sempre, al fianco della nostra squadra, con i nostri colori nel cuore. La nostra maglia giallorossa che si confonde con la pelle, che è la nostra pelle. abbiamo supportato il Lecce con la nostra passione per decenni. Da oltre 50 anni con i nostri colori, per i nostri colori. Ne abbiamo viste tante: gioito tanto, sofferto anche di più. abbiamo visto avvicendarsi solombrino, l’era dei commissari, poi Jurlano, l’era del grande salto, dei grandi uomini al comando della nave giallorossa, che da allora ha iniziato a stazionare stabilmente nel calcio che conta. Le tanto attese promozioni: la B agognata per 27 anni, subito dopo la costituzione della società per azioni, con la conseguente voglia di volare verso quella serie a, che rappresenta il sogno diventato realtà. sempre con Jurlano, cataldo, Fascetti, una squadra fantastica… e noi. sì, anche noi. il centro coordinamento del Lecce club. La voce dei tifosi. L’organizzazione che sempre, negli anni belli e in quelli bui, ha rappresentato i tifosi, le loro istanze, i loro bisogni interfacciandosi con le varie dirigenze che, di volta in volta, assumevano la guida dei nostri colori. L’eraJurlano segna la svolta nella storia del calcio leccese. e con Jurlano e il suo staff, con il presidente enzo Delli Noci, vero padre del tifo organizzato a Lecce. Bei tempi. solo serie B e serie a. il grande calcio a Lecce. e noi sempre presenti. il Lecce club. Poi arrivò l’era-semeraro, della società organizzata, con grandi competenze, marketing, settore tecnico, organizzazione, ed il Lecce club sempre presente. Una cavalcata di successi condivisi verso traguardi inaspettati. anche con i semeraro, nonostante tutto, il Lecce club resta punto di riferimento della società verso i tifosi. Poi segue un periodo buio, i passaggi di mano, di padre in figlio, che segnano la crisi del rapporto tra società e tifoseria. È in questa fase che lo stesso Lecce club prende le distanze dalla proprietà, restando sempre però vicino alla squadra; non c’è più la mediazione saggia, vista la sua graduale esclusione dai rapporti fin lì avuti, interrompendo così di fatto quel feeling che rappresentava le fortune del Lecce e che era stato instaurato fin dal 1971. Ma su questi argomenti torneremo nei prossimi numeri per chiarire il tutto fin nei minimi particolari. L’epilogo della gestione semeraro è ancora vivo nella mente di tutti noi. Una disfatta dopo il susseguirsi di ere epiche per il calcio leccese: retrocessione sul campo e, vergogna di tutte le vergogne, retrocessione in serie c d’ufficio per le note, presunte malefatte di pochi scellerati non degni di rappresentare i nostri colori. Poi l’avvento della famiglia tesoro. L’era più ambigua della storia del calcio a Lecce, dove affaristi entrano nel mondo del calcio giallorosso dalla porta principale, pur avendo un passato tutt'altro che positivo con Pro Patria e como. sono tre le annate gestite da codesti signori. Ulteriore piaga sulla ancora aperta ferita dell’ultima frazione della gestione semeraro. Ma noi ci siamo. ci siamo stati. ci saremo sempre. ora lottiamo per il riscatto. Una nuova era è iniziata. enrico tundo, saverio sticchi Damiani&co. hanno preso in mano quel che restava della nostra storia e la stanno conducendo verso una nuova gloria. Noi ci siamo e aspettiamo di vedere se gli eventi futuri saranno risultati reali e non riflessi sugli specchi. Noi saremo pronti come sempre al fianco di chi del Lecce vuole solo il bene e la gloria. Forza Lecce!
tre sole giornate dalla chiusura della regular season del Girone c di Lega Pro, la lotta per la conquista della promozione diretta in serie B sembra ormai appannaggio esclusivo (o quasi) del Benevento e del Foggia. i sanniti, nello scorso turno, hanno sconfitto tra le mura amiche il catania di mister checco Moriero e si sono così portati a quota 63 punti. Gli ha risposto la formazione di roberto De Zerbi che ha battuto allo “Zaccheria” l’akragas, portandosi a 4 lunghezze dalla squadra di Gaetano auteri. i “satanelli” ora fanno ovviamente il tifo per il Lecce che, pareggiando anche allo stadio “Franco scoglio” di Messina, ha abdicato al secondo posto in favore dei dauni, in virtù dei 58 punti conquistati finora; in capitanata adesso sperano che, nello scontro diretto della prossima settimana allo stadio “vigorito”, i salentini possano magari fare lo sgambetto ai giallorossi campani e agevolare il recupero foggiano, dando così vita ad un finale di campionato al cardiopalmo per quelle due tifoserie. capitan Papini e compagni, dal canto loro, devono guardarsi le spalle dal ritorno prepotente della rediviva casertana, distante oggi solo un punto dopo la vittoria in trasferta in quel di Monopoli ed eventualmente anche dal cosenza, attardato di 4 lunghezze dopo il pareggio a Melfi, se vogliono centrare l’obiettivo dei play-off in cui giocarsi le residue chance di approdare tra i cadetti. La sfida al “via del Mare” contro una Paganese oramai tranquillissima (gli azzurrostellati sono addirittura a 41 punti), ma mai doma e che ha disputato un ottimo torneo, rappresenta una sorta di ultima chiamata da non fallire se non si vuole gettare alle ortiche il lavoro di un intero anno. Per il resto, le uniche emozioni che la coda di questo girone di ritorno regala agli sportivi ed ai tifosi sono legate alla lotta per evitare i play-out o raggiungere la salvezza attraverso la roulette degli spareggi. con la Lupa castelli romani che con i suoi 8 punti è ormai già retrocessa matematicamente in serie D, sgomitano per evitare il ritorno nella categoria inferiore il Martina Franca che si è suicidato proprio con i laziali perdendo lo scontro diretto a rieti e l’ischia, in caduta libera da diverse settimane. Gli itriani si ritrovano ora attestati a quota 22 punti, mentre gli isolani distano soltanto un punticino. Davanti a loro ci sono il Melfi, che ha conquistato 29 punti, ed il catania che, per via della penalizzazione di 10 punti in classifica, si ritrova a quota 32.
LA gIornATA 32ª giornata
24/04/16 - ore 15.00
MATERA - ISCHIA CATANZARO - MONOPOLI CATANIA - MELFI MARTINA FRANCA - BENEVENTO CASERTANA - FIDELIS ANDRIA COSENZA - FOGGIA LECCE - PAGANESE AKRAGAS - MESSINA JUVE STABIA - LUPA CASTELLI R.
Freddi in azione
Juan ignacio surraco
LA CLASSIFICA deL gIrone C LegA pro
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PERIODICO DEL LECCE CLUB
saNte MoreLLo, L’ULtiMo coMMissario, ProtaGoNista DeLLa costitUZioNe DeLL’Us Lecce sPa
L’uomo del nuovo corso
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ggi non fa quasi più effetto sentir parlare di U.s. Lecce s.p.a. il fatto che il club giallorosso sia una società per azioni è un dato di fatto ed in pochi sanno o ricordano come e perché si giunse alla storica decisione di costituirne una che gestisse la squadra di calcio della città di Lecce. Un passaggio, invece, che racchiude in sé il seme della pianta divenuta con gli anni un albero d’alto fusto, capace fino ad oggi di resistere ad ogni intemperie, nonostante le tante minacce alla sua sopravvivenza che è stata costretto ad affrontare. era l’ormai lontana prima metà degli anni settanta quando lo zoccolo duro del tifo giallorosso, rappresentato dal Lecce club centro di coordinamento, stanco di anni ed anni in balìa dei commissari, si attivò per costruire una base solida su cui poter contare per rinforzare la formazione salentina e dotarla di uno strumento di gestione trasparente ed aperto alla partecipazione di chiunque. Una svolta che si toccò nella stagione 1975/’76, quella del ritorno in serie B dopo 27 anni di c e culminata con la creazione della spa.
Quarant’anni di gioie e dolori di PIeRPaOLO SeRGIO
un peZZo di sToria sante Morello, considerato il “padre” del progetto di consolidamento societario dell’us lecce con la costituzione della società per azioni nella stagione 1975/76, anno del ritorno in serie B, dopo 27 anni di c
se il Lecce club si può considerare la “mamma”, il “padre” di tale ambizioso progetto è stato sante Morello, l’ultimo commissario straordinario nominato dall’allora sindaco salvatore capilungo per la gestione
di routine del club. il dottor Morello, grande tifoso del Lecce, era subentrato al dimissionario Luigi solombrino ed attraverso lui si doveva passare per ratificare la nascita della società per azioni giallorossa, la cui prima assemblea si tenne all’interno del teatro “antoniano”. il capitale iniziale ammontava a 145.250.000 delle vecchie lire; presidente per espressa volontà di Morello fu nominato antonio rollo, il vice era Nicola Montinari, mentre tra i consiglieri figuravano Franco Jurlano ed egli stesso. conquistata la B con mister Mimmo renna in panchina, per far fronte ad una campagna acquisti che ottenesse il massimo con le scarse risorse a disposizione, ci si giovò dell'aiuto del compianto Mimmo cataldo, conosciuto proprio nella sede del calciomercato all'hotel
“Gallia”. tra lui e Franco Jurlano nacque subito un'amicizia intensa e sanguigna. cataldo portò a Lecce elementi del calibro di charlie sartori, Zagano, il portiere Nardin, croci e Biondi. iniziava così l’epoca d’oro del calcio leccese, con Franco Jurlano che nel 1977 assunse la carica di presidente dell’U.s. Lecce spa, mentre sante Morello uscì di scena perché costretto a rassegnare le dimissioni per incompatibilità col ruolo di consigliere comunale che ricopriva a Palazzo carafa. il rapporto tra Morello ed il Lecce si riaprì però con l’acquisizione del pacchetto di maggioranza da parte della famiglia semeraro con la quale, al termine dell'esperienza politica, collaborò fino al 30 ottobre del 2000, quando l’ex presidente Mario Moroni comunicò a lui, andrisi rizzo e antonio Del vescovo che il cda doveva essere snellito; una decisione che fu accettata con amarezza ma signorilità e che segnò l’epilogo dell’esperienza dirigenziale di sante Morello nell’U.s. Lecce. Dopo di lui, vi racconteremo fatti e aneddoti di altri personaggi che hanno scritto pagine importanti nella storia dell'Unione sportiva Lecce.
STADIO E TRIBUNE: PERCHÈ NON INTITOLARLI AI NOSTRI IDOLI?
Mantenere viva la memoria
indiMenTicaBile - Franco Jurlano, il presidente più amato dai tifosi leccesi. a sinistra lo stadio di Via del Mare nell’ultimo match casalingo contro l’akragas
di MARIO MANFREDA
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hissà se e quanto occorrerà ancora aspettare affinché anche Lecce si ricordi di quanti l’hanno portata alla ribalta delle cronache sportive nazionali e internazionali, ad iniziare da Franco Jurlano, al timone della società nel suo periodo magico culminato con l’approdo in serie a che giustificò proprio la costruzione del nuovo stadio da 55mila posti. Lo stadio del capoluogo salentino è stato intitolato all’ex sindaco ettore Giardiniero, ma in tutta italia è conosciuto semplicemente come “via del Mare”. era il 2001 e la giunta comunale di Palazzo carafa decise d’intitolare l’impianto sportivo allo scomparso ex sindaco del capoluogo salentino. La decisione degli amministratori non ha però mai trovato il consenso degli sportivi leccesi che avrebbero voluto prendere parte ad una scelta del genere, magari potendo esprimere la propria preferenza tra un ventaglio di proposte. Perché non pensare, magari, ad una co-intitolazione “Giardiniero-Jurlano”? riuscire a intitolare almeno un settore a quei dirigenti o calciatori che hanno fatto la storia del calcio leccese non appare impresa tanto ardua o spinosa. Forse perché ciò accada bisognerà sperare in una futura costruzione di un nuovo stadio, come recentemente affermato dal presidente dell’Us Lecce enrico tundo. ad ogni modo, va ricordato come una proposta in tal senso fu presentata all’allora primo
cittadino adriana Poli Bortone, proprio da parte del Lecce club che chiedeva che l’impianto sportivo fosse intitolato alla memoria di personaggi illustri della società giallorossa. Un primo passo a cui però non sono poi seguiti i fatti, salvo sentir parlare di tale vicenda in occasione di anniversari ed eventi speciali in cui la questione torna… di moda. Le proposte non appaiono difficili da attuare: si potrebbe infatti dare il nome di leggende del calcio giallorosso quali appunto il presidentissimo Franco Jurlano, come pure si potrebbero ricordare figure entrate nel cuore dei tifosi quali gli sfortunati ciro Pezzella e Michele Lorusso che per il Lecce hanno dato la vita. si potrebbe pensare di intitolare loro alcuni settori dello stadio senza tante lungaggini burocratiche. Dare il nome di una curva a ciascuno dei due calciatori parrebbe quasi un dovere. come pure, si potrebbe concedere l’onore di assegnare la tribuna centrale al compianto attilio adamo, uomo di sport e grande talent scout di giovani promesse spesso mantenute del calcio ai tempi dei commissari nella nostra città, che badava prima alla formazione di uomini e poi a quella di calciatori. accudiva quei ragazzi come fossero suoi figli. Per concludere, ci piace ricordare che a siderno si è deciso di omaggiare la memoria di un concittadino che ha dato lustro al comune della provincia di reggio calabria, intitolando lo stadio a Mimmo cataldo, direttore sportivo, allenatore ed ex arbitro che ha legato il suo nome a quello del già citato ex presidente Jurlano.
Il Giallorosso - aprile 2016 • Anno XLVI • Iscritto al n° 155 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 2.11.1974. Direttore responsabile: Pierpaolo Sergio. Direttore editoriale: Mario De Lorenzis. A questo numero hanno collaborato: Toti Carpentieri, Eugenio Corrado, Mario Manfreda, Stefano Meo, Umberto Verri. Fotografie: Ivan Tortorella, Archivio Lecce Club. Pubblicità - Redazione: “Il Giallorosso” - Via Carlo Massa, 31- tel. 0832/396493 - E-mail: lecceclubccasd@libero.it Edizione: ASD Lecce Club Centro di Coordinamento - www.lecceclub.com • facebook.com/lecceclubcc/ Stampa: ‘AGM Zona Industriale Lecce - Tel. 0832.240949