Per favore mordimi... sul collo

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di Santi Urso

Per favore… mordimi

sul collo

Il vampiro è di moda: in televisione, al cinema, nell’arte. Ma il suo mito, la sua leggenda arrivano da lontano. Con quel certo non so che di erotico che lo fa ancora più intrigante

Apostrofo rosa tra le parole t’amo. È la più famosa carta da visita del bacio (nel Cyrano di Rostand), ma anche la sua condanna, perché di fatto lo riduce a un accessorio, indispensabile, imprescindibile, indimenticabile, ma pur sempre uno degli ingredienti della passione, e pur nella sua muta magia non il più sensuale, se si può evocare in color pastello. Ecco perché il vampiro invece che alla voce horror, dov’è archiviato da secoli, dovrebbe trovarsi alla voce erotismo. Il non morto, consapevole della sua vita eterna, invece che stremarsi, per sedurre, in acrobazie d’alcova condite di baci, ha ridotto al minimo lo sforzo, ottenendo il massimo risultato. Il suo repertorio amatorio conosce un solo gesto: il morso, ovvero l’ennesima potenza del bacio, tanto che in ogni incontro gliene basta uno. E le sensazioni che procura non sono esangui! Conosce una sola, palpitante, coinvolgente sfumatura: quella rosso sangue. Persino le arguzie dei giullari sono sempre state rispettose: il vampiro esige “buon sangue, non mente”, motteggiava Nino Frassica. Questo fa del seduttore emosessuale il più invidiato Da Buffy l’ammazzavampiri a Underworld, da True Blood a The Vampire Diaries: un teletrionfo per Dracula e i suoi epigoni. Fanno paura, ma sono anche belli proprio come Stefan (Paul Wesley), Elena (Nina Dobrev) e Damon (Ian Somerhalder), protagonisti di The Vampire Diaries, telefilm in onda su Mya e su Italia 1.

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Nel mondo dei fumetti, pochi personaggi hanno avuto il successo di Zora la vampira: 13 anni di vita editoriale per 235 albi, 100 ristampe e 12 speciali. Solo la collega Jacula la eguaglia con le sue 327 uscite. Entrambe sono state trasposte al cinema: Jacula nel 1980 da Vittorio De Sisti, Zora nel 2002 per la regia dei Manetti bros. con Micaela Ramazzotti e Carlo Verdone. Il successo di Zora è stato replicato solo in parte da Sukia, che uscÏ dal 1978 al 1985 per un totale di 150 albi. Se Jacula ha le fattezze di Patty Pravo e Zora quelle di Catherine Deneuve, Sukia è una versione dark di Ornella Muti.

Anche Benito Jacovitti non ha saputo resistere al fascino dei vampiri. E li ha rivisti alla sua maniera.

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Dracula e il mito dei vampiri è la mostra ospitata alla Triennale di Milano sino al 29 marzo, realizzata per i cento anni dalla morte di Bram Stoker, il papĂ di tutti i libri sui vampiri (il suo Dracula venne pubblicato nel 1897). 100 opere da vedere, tra dipinti, incisioni, disegni documenti, oggetti storici, costumi di scena e video. Tra i disegni in mostra, una tavola inedita di Guido Crepax: l’incontro tra Dracula e Valentina.

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Siamo nel 1986 e una mostra celebra i vampiri a margine di una rassegna del film di fantascienza e del fantastico: Grace Jones nelle braccia di Nosferatu, in un disegno di Marcello Jori.

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Nel 1959 Bruno Martino lancia Dracula cha cha cha: Dracula dracula dra (cha cha cha) Vampiro dal nero mantello di notte tu succhi sul collo le donne di giovane etĂ Dracula dracula dra (cha cha cha) Coi bianchi e affilati canini tu fai spaventare i bambini le mamme, le donne i papĂ . Dracula dracula dra (cha cha cha) Sei forte, sei nero, sei bello perchĂŠ non ti succhi un bel pollo e lasci le donne campar

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Brad Pitt, ovvero il vampiro che conquista, nel film di Neil Jordan Intervista col vampiro (1994) tratto dal romanzo di Anna Rice. Fu un grande successo al botteghino: incassò piÚ di 230 milioni di dollari.

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In Dark Shadows Johnny Depp è Barnabas Collins, vampiro d’altri tempi, che dorme in una bara e non si specchia. Il sangue e la tenuta di famiglia sono le sue due passioni.

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In La leggenda del cacciatore di vampiri (prodotto da Tim Burton e tratto dal romanzo di Seth Grahame-Smith, edito in Italia da Nord) l’eroe è Abraham Lincoln, presidente e giustiziere dei non morti che gli hanno ucciso la madre quando era bambino.

dei playboy: nessuno dei suoi rivali, anche dilapidando energie e finanze, riesce a far illanguidire come sa far lui, solo chinandosi devoto su una gola. Persino Stephen King, che nel suo saggio Danse Macabre voleva essere irriverente e fustigatore del “sesso pervertito”, non può evitare che la sua ironia si trasformi in aperto omaggio, quando dopo aver sostenuto che il “succhiasangue” ha un atteggiamento infantile, sfuggente davanti al sesso, definisce il vampiro “al servizio della sessualità” della sua vittima. Elogio, forse inconsapevole, dell’amore “fatto con la bocca”. Naturalmente qui si parla del vampiro cinematografico progenie del letterario Dracula, curatissimo negli affilati incisivi (i canini sono un falso), raffinatissimo nel far vibrare le emozioni: le nuove generazioni affidano il loro fascino a denti da latte. Perché, come per un disegno del destino, il Cinema e il Vampiro nascono insieme: nel 1895 i fratelli Lumière

mostrano al pubblico la loro invenzione, nel 1897 Bram Stoker, dopo un lavoro durato dieci anni, pubblica Dracula. E così come il cinema conquista rapidamente masse di spettatori, il Conte Dracula di Transilvania dimostra un prestigio e un fascino che nessun “nosferatu” (il non morto in rumeno) ha avuto prima di lui, anche se le leggende sui defunti che escono dalle tombe e si rigenerano con il sangue dei viventi sono diffuse da secoli. Aiutato dal cinema, il Conte riconferma la sua immortalità perché, fra i mostri (Frankenstein, la Mummia, il Lupo mannaro), è l’unico a combinare con naturalezza la paura con la seduzione. Già nel romanzo, pur molto anziano, è bello, con l’alta fronte, il mento deciso, la bocca dal taglio crudele da seduttore doc, diciamo (tra parentesi, anche la Creatura di Frankenstein, nel libro, è bellissima: fa orrore solo perché l’occhio globoso e il labbro senza carne fanno capire che non vi pulsa la vita). “Alto, accuratamente

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Una musica da brividi, un cimitero, nebbia e cigolii. Poi una bara che si apre e un vampiro che si drizza fino a sedersi: è il Conte Elio che presenta su Sky una maratona lunga otto film sui vampiri. Ma si tratta per lo più di pellicole che affrontano con ironia e disincanto il mondo delle tenebre. Morsi e risate. E dunque chi meglio di Elio, sì proprio il giudice di X-Factor (senza le Storie Tese) poteva calarsi nei panni di questi signori della notte dediti al culto dell’umorismo?

sbarbato, con lunghi baffi neri, ha una virile stretta di mano e un amabile sorriso”, queste le sue caratteristiche. Sullo schermo hanno provato anche a imbruttirlo (non ditelo alle teenager: anche Robert Pattinson non è un mostro di bellezza), ma non serve. Nessuna donna resiste a quella sua unica arma. A rischio di passare per politicamente scorretti va ricordato che la inestinguibile passione amorosa che anima il principe della notte è rigorosamente e disperatamente eterosessuale. Lo ha spiegato con chiarezza Francis Ford Coppola nel suo Dracula di Bram Stoker, che interpreta alla perfezione lo spirito del romanzo, con l’evocazione di Vlad Tepes Draculea, ribelle a Dio nel 1462, per vendicare la moglie Elisabeta, suicida per amor suo. E proprio il voivoda di Valacchia Vlad l’Impalatore è all’origine del nome del più celebre dei vampiri: Bram Stoker aveva intuito che la lugubre fama e il diabolico nome (che significa “figlio

del diavolo”) erano una miscela vincente. Tanto che nella sua ombra vivono (e rivivono) tutti gli altri, dal Nosferatu primigenio (del 1922, ribattezzato conte Orlok, per non pagare diritti agli eredi dello scrittore) alla saga di Twilight, passando per Lestat, i vampiri di Salem e la famiglia di Barnabas Collins. Senza mai dimenticare che anche per il vampiro l’origine del suo mondo è sempre la donna: in principio il vampiro era femmina, anche se solo il nome di Erzsebet Bathory è rimasto nella leggenda, neppure insidiato dalla popolarità di Carmilla, alla contessa ungherese accomunata dalla predilezione per le donne, e dall’egoismo. Le vittime erano strumento, anche torturato, del loro piacere: Dracula invece è lo strumento del piacere altrui. Bisogna essere pazze per disfarsene piantandogli un paletto nel cuore.

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Dracula in 3D è diretto da Dario Argento e interpretato dalla figlia Asia. Il regista ha detto: «Io e Dracula abbiamo parecchie cose in comune. La passione, i pensieri, gli amori, lo stato d’abbandono, certe fragili ossessioni. Abbiamo gusti affini, io e il mostro».

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«È la recessione/È tutto molto strano a New York/Ragazzini ossessionati da vampiri ragazzini/Bocche come boccioli di rosa che non usano coltello e forchetta». Frederick Seidel ha scelto i giovani vampiri di Twilight per raccontare con una poesia sulle pagine del New Yorker l’Europa e l’America segnate dalla crisi. A testimonianza dell’enorme successo della saga cinematografica arrivata con il quinto episodio (Breaking Dawn Parte 2) alla sua conclusione.

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