La musica delle sfere

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1/2/2019

NON EDIZIONI CHIP65C02

LA MUSICA DELLE SFERE

http://mia-fantascienza.blogspot.com | Collana JDAB


✔Note Legalesi. Il webmaster 6502 & Terminetor Magnetico ha costruito un omaggio Amazing Stories –agosto 1935- in particolare al racconto “The Music of the Spheres” di Stuart James Byrne assemblando un plot remastering: l’obiettivo del racconto é intrattenere, divertire, incuriosire il lettore. In nessun caso sono collegate al testo o all’autore, le persone, enti, organizzazioni e quant'altro citato direttamente od indirettamente nel testo. È importante tenere presente che ogni riferimento esplicito od implicito a fatti o persone, enti, organizzazioni, eventi, circostanze future o presenti o passate che taluni lettori possono riconoscere od associare è del tutto casuale ed immaginario. L'ebook.pdf è no-profit, l’autore non persegue nessuno scopo di lucro o profitto diffondendo online il materiale assemblato. Il volume è liberamente stampabile in tutto od in parte, è inoltre distribuibile senza alcuna limitazione legale, purché non ne sia alterato il suo contenuto e siano rispettate le condizioni di Copyleft(by-nc-nd) A tale proposito ricordo che questo documento non è un sito d'informazione e nemmeno un risultato di un prodotto editoriale, l'ebook in PDF non contiene immagini di qualità, per cui la resa grafica dovrebbe essere alquanto limitata. L’ebook dovrebbe essere facilmente stampabile ed intuitivamente rilegabile o spillabile in un vero libro già correttamente impaginato. Le immagini non dovrebbero essere coperte da copyright, le ho trovate con google.images e le ho lasciate in RGB e convertite in bianco e nero a 96dpi per complicare la stampa. E’ possibile che altre foto reperite con google.images io le abbia sintetizzate artificialmente mantenendo l’RGB per gli scopi letterari, oppure degradate in scala di grigio. In ogni caso le fotografie restano di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla, bla... Non è "garantita al limone" la resa grafica ed il processo di stampa di cui ogni utente ne assume la piena responsabilità. Il webmaster non si assume la responsabilità della completezza dell’informazioni pubblicate, dei problemi, danni di ogni genere che eventualmente possono derivare dall'uso proprio od improprio di tale file, dalla stampa, dall'interazione e/o download di quanto disponibile online. Tutti i marchi, loghi, organizzazioni citati direttamente od indirettamente sono di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla, bla... tutelati a norma di legge dal diritto nazionale/internazionale, bla, bla, bla... legalmente registrati ecc... sì insomma dai!, non dite che non avete capito!.

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“La musica delle sfere” stampato 1/2/2019 (v1.0) é in COPYLEFT(BY-NC-ND)

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➜ http://mia-fantascienza.blogspot.com

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Indice Prefazione: omaggio a Amazing Stories –agosto 1935- …………...… pag. 4

Capitolo 1-La Musica delle Sfere .………………..………….…… pag. 6

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Prefazione: omaggio ad Amazing Stories, agosto 1935

Questo ebook vuole essere un omaggio alla rivista Amazing Stories, Agosto 1935 in particolare al racconto “The Music of the Spheres” di Stuart James Byrne. In questo quarto anno della co llana JDAB ho deciso di continuare nella diffusione della rimasterizzazione del racconto di SciFi per proporre fabule di Scifi ancora gradevoli, a mio avviso, per un pubblico del XXI seco lo. Questo genere di ebook continuerà ad avere:

• una copertina sempre identica “10 e lode Amazing Stories rimasterizzato”, • un titolo diverso, ovviamente a seconda del racconto, • un’impaginazione interna differente rispetto ai tradizionali racconti JDAB, in modo che questo tipo di ebook abbia un gusto estetico più prossimo, al format delle storiche “Pulp Mags”. • La “rimasterizzazione” sarà una traduzione dall’americano all’italiano corrente, mantenendo fabula ed intreccio identico a quello del racconto originale che fu pubblicato nelle Pulp Mags. • Saranno ridotti all’essenziale gli interventi di editing con tagli o sintesi/adattament i, atti a sopprimere le part i prolisse o le divagaz ioni troppo lunghe ed inutili, che non potrebbero essere più idonee, ai gusti di un lettore del XXI°secolo.

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• A differenza dei racconti di fantascienza sin’ora elaborati nella collana JDAB (remix, remake, porting in mult i-trama) la rimasterizzazione non conterrà una rielaborazione artistica.

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Questo ebook fa parte della co llana JDAB-Joint Direct Attack Book, una serie di testi in PDF, composti da remix, porting in multitrama, remake, di tutti quei racconti di “Amazing Stories & Wonder Stories & IF worlds of science fiction” che sono meritevoli di una moderna rivisitazione SciFi, a mio gusto personale!. Saluti e buona lettura! Chip65C02


Capitolo 1

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Per 8 ore il grande traghetto spaziale aveva lottato. Poco tempo prima, il buon vecchio Sole l’aveva illuminato in modo inaspettato con la propria luce. Nonostante il traghetto stellare, fosse a 60 milioni di miglia dalle violente eruzioni solari, massivi e potenti raggi del vento solare avevano irraggiato e bruciato tutta l’astronave. Un equipaggio di 115 persone esauste, sudate, prostrate, avevano lottato senza sosta, facendo riparaz ioni continue sulla propria astronave. Il loro lavoro era stato persistente, meticoloso, disperato. In ogni angolo della nave astrale, ogni maledetto cavo elettrico era stato riparato e schermato, ogni fottuto tubo catodico ed

ogni maledetto accelerometro e giroscopio, ed ogni dannato trasformatore, era stato riparato o sostituito e doppiamente isolato e poi schermato. Nonostante gli sforzi titanici dell’equipaggio, i cavi elettrici, quanto gli apparati elettronici erano fuori controllo, s’illuminavano in modo anomalo di una strana luce verdastra oppure di color arancione. Tutto l’equipaggio instancabilmente era in stato d’emergenza, senza sosta tutti ripetevano meccanicamente, e continuamente gli stessi gesti, gli stessi intervent i di manutenzione, anche appena ultimati, per tentare disperatamente di rimettere in funzione gli apparati elettronici, preservando per lo


meno le funzioni vitali dell’astronave. Per 8 ore senza un minuto di sosta, tutto l’equipaggio aveva lottato. In molt i ponti dell’astronave, c’erano stesi per terra tantissimi cavi elettrici che erano stati disabilitat i e sventrati, il rame era stato cannibalizzato per rigenerare le spire elettriche e riparare i motori elettrici, oppure per fare giunzioni e ponti elettrici in altre parti della nave, per provare a riavviare le essenziali funzioni del traghetto spaziale. Adesso, c’era un silenzio irreale a bordo, le luci erano basse e fioche, ma con un ritmo casuale ed intermittente, le luci all’improvviso brillavano innaturalmente di una luce fosforescente. Risuonavano silenziose per l’astronave tutte le luci d’emergenza, ritmicamente interrotte da sporadici ticchettii sinistri relativi agli allarmi silenz iosi. Un’atmosfera spettrale s’era impossessata di tutti i ponti dell’astronave astrale, quasi come se il traghetto spaziale, fosse stato un novello Titanic, agonizzante nello spazio siderale. Circa 200 passeggeri,

erano assiepati silenziosi, sul corridoio della passeggiata di prora. Ogni singolo passeggero aveva gli occhi spalancat i, la mascella contratta, bianco come un morto, in silenzio, con le mani disperatamente aggrappate ai maniglioni del 7 corridoio, tutti i passeggeri osservano impotenti con la testa appiccicata ai finestrini, il nero spazio circostante, da dove l’invisibile vento solare, stava devastando il loro traghetto, cagionando la loro morte!. Duecento anime pregavano in silenzio, lanciando un messaggio disperato nello spazio, intimamente sperando che lassù nello spazio, essendo in alto e forse per questo anche più vicini a Dio, la loro silenziosa invocazione d’aiuto, avesse potuto essere ascoltata, e miraco losamente esaudita da qualcuno!. Il cielo era nero, plumbeo come la morte, tuttavia si distinguevano milioni di stelle, come tante piccole immobili e distanti lucine, ignare del destino infausto che era il naturale corso di un’imponente manifestazione di potenza della natura.


In plancia c’era un uomo alto con un’uniforme bianca con righe blu e stellette d’orate, era in piedi, i suoi capelli erano grigi, coperti dal cappello di comandante che era calato sul davanti, quasi come se il cappello avesse voluto celare ai pochi astanti, il fatto che gli occhi dell’uomo erano chiusi, la mascella era contratta, le labbra erano serrate. Silenzioso, fermo come una statua, il capitano non dava più alcun ordine al proprio equipaggio. Qualche marinaio e qualcuno dei suoi ufficiali, vagava silenzioso e senza meta in plancia, con dei visi mat idi e degli sguardi attoniti, come se le loro volontà fossero già sperse nel vuoto. Nessuno osava proferire una parola. All’improvviso il capitano, ruppe il silenzio spettrale che c’era in plancia comandi, proferì a bassa voce alcune parole:”C’è una sola unica possibilità!”. Nonostante le parole fossero state proferite con un tono di voce basso, tutti in plancia si voltarono: molti lasciarono le maniglie a cui s’erano aggrappati, tutti quelli che erano in plancia, silenz iosi, con un leggero tremito nelle

mani, s’avvicinarono silenz iosi, ponendosi rispettosamente in semicerchio, intorno al proprio comandante. Tutti erano in attesa, un’attesa interminabile che avrebbe terminato una frase, che però aveva portato speranza. Una frase che 8 sicuramente doveva terminare in un ordine, che alla fine doveva essere eseguito. “Bisogna che qualcuno si sacrifichi!” disse il comandante. Gli occhi degli astanti, iniziarono a muoversi nervosamente a destra e sinistra, in silenzio, in molti deglutirono, guardandosi in viso, ciascuno di loro avrebbe voluto fuggire altrove, oppure avrebbe voluto sapere chi e come, qualcuno avrebbe potuto salvare il traghetto astrale da una morte incombente che pareva ineludibile. A ll’improvviso, una mano s’alzò per aria; era quello dietro l’ult ima fila, era un giovane che silenzioso si fece avant i, rompendo il gelo che circo lava in plancia. Ci fu solo silenzio, non c’erano vocii, non c’erano commenti sottovoce, non c’erano applausi, non c’erano proteste, non c’erano urla in plancia per


il coraggioso gesto del giovane volontario. Il capitano alzò la sua mano destra, la pose sulla spalla del giovane facendogli poi il segno di seguirlo, i due s’eclissarono in silenzio dal ponte di comando. C’era un portone pesante, che s’aprì direttamente nello spazio esterno, un giovane uomo dentro ad una tuta spaziale si lanciò nello spazio nero come la pece, immerso in un manto di stelle. L’uomo teneva in mano un dispositivo, con cui avrebbe dovuto attivare manualmente i razzi, i quali accendendosi, avrebbero ucciso l’astronauta, nel disperato tentativo d’eseguire un’accensione manuale dei razzi, per riuscire a far muovere l’astronave, che da 8 ore era priva di controlli di navigazione. Un grande flash giallo comparve negli ugelli dei motori, il tempo era venuto, c’era poco da fare. Il giovane si morse la lingua, in una fraz ione di secondi l’astronauta afferrò con forza un selettore e ne cambìo la direz ione manualmente, poi cercò disperatamente d’allontanarsi. I motori del traghetto spaziale s’accesero e mossero

lentamente l’astronave, un violento lampo, giallo quasi biancastro, fece muovere l’immensa astronave, mentre all’interno della nave violente vibrazioni si diffusero per tutta la struttura, indicando che gli apparati di propulsione s’erano 9 accesi e stavano funzionando a piena potenza!. Prima fu lentamente, poi sempre più velocemente, il traghetto accelerò iniz iando ad allontanarsi. Fu come se l’enorme astronave iniziasse ad essere rimpicciolita da una misteriosa mano che ne stesse comprimendo la struttura, mantenendone tuttavia le proporzioni. Il traghetto spaziale si ridusse di dimensioni diventando picco lo, sempre più piccolo, sino a sparire tra le stelle!. C’era un piccolissimo oggetto che vo lava intorno al Sole, per quanto fosse a 60 milioni di miglia. Era un uomo solo, era molto solo, era dentro ad una tuta spaziale, galleggiava nel niente, nel silenzio più completo. Il suo occupante non voleva più osservare dal piccolo vetro del casco spaziale, il mondo oscuro che lo circondava. Occhi chiusi,


bocca serrata, quasi come se questo avesse potuto proteggerlo dal destino infausto. Ma mano che la tuta spaziale si stava saturando di anidride carbonica, i pensieri dell’astronauta divennero sempre più disconnessi, il respiro si fece agitato, anelante d’ossigeno che andava in rapido esaurimento, mentre il giovane astronauta rapidamente s’avvelenava di un veleno mortale che era incolore ed inodore. Il giovane voleva sognare, voleva fantasticare, voleva pregare, di certo non c’era da niente in cui sperare. Tutto l’equipaggio l’avrebbe ricordato, incluso i passeggeri: lui era quello che gli aveva salvati tutti quanti, da una morte certa. Alle sue spalle c’era il Sole, non voleva guardare, sperava solo di morire soffocato. L’idea di morire bruciato, cadendo dentro il Sole lo terrorizzava. Un’astronave nera grande come un uomo, che stava diventando rapidamente nera come la pece, s’avviava a cadere dentro la fornace cosmica. Il giovane intanto iniziò a provare nuove emozioni, in quel s ilenzio

assoluto che lo circondava, iniziò a sentire come una melodia musicale, forse, pensò tra se e se, che quella musica era quello che si diceva che tutti gli esseri umani prima o poi provavano, nelle esperienze di premorte. 10 Gradualmente la musica divenne più definita, la musica era lenta, ed era la più dolce che avesse mai udito in tutta la sua vita. Era possibile che stesse ascoltando una memorabile sinfonia di sfere celestiali che stavano suonando tutto attorno a lui?! La sua anima lentamente sprofondò in questa enorme sinfonia musicale, finendo assorbita. Nello stesso istante, duecento persone, erano ancora attaccate ai finestrini ringraziavano il giovane, che aveva salvato loro la vita. Sperso da qualche parte, quel giovane era disperso nello spazio, delle duecento persone solo due pregavano: una ringraziava per poter tornare a casa, l’altra pregava per il giovane che s’era sacrificato, andando disperso nello spazio.


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