l’opinione di
Marcello Pierini
Ciascuno ha il peso che si merita Semplice a quanto SuppoSto nei giorni ScorSi giuSeppe non Si trova a padova, dove era atteSo per un lavoro in una onlus, ma in Sicili da ieri sera giuseppe Salvatore riina, 90 anni, figlio minore del boss della mafia, si trova, da uomo libero a corleone (palermo) sottoposto a regime di prevenzione. lo ha confermato all'anSa il suo legale vicentino anch'egli sorpreso che l'uomo, scontati nel carcere di opera gli otto anni e 10 mesi di reclusione per associazione di stampo mafioso, non abbia preso la via di padova, dov'era atteso per un lavoro in una onlus, ma quella della Sicilia. la svolta improvvisa è arrivata nel primo pomeriggio di ieri quando, prima di lasciare il carcere, a riina è stato 'sospeso' il provvedimento di sorveglianza che gli avrebbe permesso, come previsto dal magistrato di pavia, di arrivare in veneto e notificato da ieri il figlio dei boss del boss è un uomo libero invece la norma di prevenzione emessa nel 2002 dal tribunale di palermo. un provvedimento, quest'ultimo, che, come indica l'avvocato, 'cancella' quello relativo alla sorveglianza. riina, che all'uscita del carcere è stato accolto da
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familiari e amici, ha dovuto quindi imbarcarsi su un volo per la Sicilia. per il suo soggiorno veneto se ne riparlerà ma, per il legale, forse tra non molto tempo poiché lo stesso professionista ha pronto un ricorso in cassazione contro la prevenzione poiché sarebbero trascorsi troppi anni dall'emmissione di quest'ultima notifica alla sua applicazione. Salvatore giuseppe riina, a detta dell'avvocato, avrebbe preso con filosofia la novità dicendosi comunque "confuso ma felice" di essere tornato a tutti gli effetti in libertà lo ha confermato all'anSa il suo legale vicentino anch'egli sorpreso che l'uomo, scontati nel carcere di opera gli otto anni e 10 mesi di reclusione per associazione di stampo mafioso, non abbia preso la via di padova, dov'era atteso per un lavoro in una onlus, ma quella della Sicilia. la svolta improvvisa è arrivata nel primo pomeriggio di ieri quando, prima di lasciare il carcere, a riina è stato 'sospeso' il provvedimento di sorveglianza che gli avrebbe permesso, come previsto dal magistrato di pavia, di arrivare in veneto e notificato invece la norma di prevenzione emessalo ha
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inside Cellule staminali per dover dare la vita Semplice a quanto SuppoSto nei giorni ScorSi giuSeppe non Si trova a padova, dove era atteSo per un lavoro in una onlus, ma in Sicili da ieri sera giuseppe Salvatore riina, 90 anni, figlio minore del boss della mafia, si trova, da uomo libero a corleone (palermo) sottoposto a regime di prevenzione. lo ha confermato all'anSa il suo legale vicentino anch'egli sorpreso che l'uomo, scontati nel carcere di opera gli otto anni e 10 mesi di reclusione per associazione di stampo mafioso, non abbia preso la via di padova, dov'era atteso per un lavoro in una onlus, ma quella della Sicilia. la svolta improvvisa è arrivata nel primo pomeriggio di ieri quando, prima di lasciare il carcere, a riina è stato 'sospeso' il provvedimento di sorveglianza che gli avrebbe permesso, come previsto dal magistrato di pavia, di arrivare in veneto e notificato da ieri il figlio dei boss del boss è un uomo libero invece la norma di prevenzione emessa nel 2002 dal tribunale di palermo. un provvedimento, quest'ultimo, che, come indica l'avvocato, 'cancella' quello relativo alla sorveglianza. riina, che all'uscita del carcere è stato accolto da familiari e amici, ha dovuto quindi imbarcarsi su un volo per la Sicilia. per il suo soggiorno veneto se ne riparlerà ma, per il legale, forse tra non molto tempo poiché lo stesso professionista ha pronto un ricorso in cassazione contro la prevenzione poiché sarebbero trascorsi troppi anni dall'emmissione di quest'ultima notifica alla sua applicazione. Salvatore giuseppe riina, a detta dell'avvocato, avrebbe preso con filosofia la novità dicendosi comunque "confuso ma felice" di essere tornato a tutti gli effetti in libertà lo ha confermato all'anSa il suo legale vicentino anch'egli sorpreso che l'uomo, scontati nel carcere di opera gli otto anni e 10 mesi di reclusione per associazione di stampo mafioso, non abbia preso la via di padova, dov'era atteso per un lavoro in una onlus, ma quella della Sicilia. la svolta improvvisa è arrivata nel primo pomeriggio di ieri quando, prima di lasciare il carcere, a riina è stato 'sospeso' il provvedimento di sorveglianza che gli avrebbe permesso, come previsto dal magistrato di pavia, di arrivare in veneto e notificato
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Bimestrale Anno 1 Numero 0
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di Flaccomio, Romano,
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Serravalle & Mainenti Editori via Marchese Ugo 56
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90141 Palermo
FCS srl Distribuzione In Italia in Direct mailing On line sul sito www.inchiestasicilia.com Progetto Grafico e impaginazione Giusi Adelfio
Hanno collaborato Alessia Cannizzaro Giusi Serravalle Michela Burgio Patrizia Camedda Alessandra Muschella Rossella Riccobono Salvo Sbacchis
Project Manager
la Redazione dell’Inchiesta Sicilia
Daniela Mainenti
Marcello Pierini Massimo Oriti
Project Manager commerciale
Benedetto D’Arcamo
Rosi Cinà
l’Ausl 9 di Trapani
Per un pezzo di pane
saluteINforma Ciascuno ha il peso che si merita
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Cibercibi e ciberobesi Cellule staminali per dare la vita
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Venire alla vita
Come?
Suona e tuona come un monito la Bibbia quando recita “…. Tu donna, partorirai con dolore…”. Ma nessuno, oggi, vuole più attenersi a questo principio sacro e preferisce ricorrere a tutti quei sistemi – vecchi e nuovi – che consentono di partorire senza dolore. E se della sedazione chimica del dolore si fa sempre un gran parlare, molto meno, si parla di quelle metodiche naturali che, mettendo a proprio agio le persone, sedano l’ansia e il dolore senza ricorrere a farmaci. Tipico esempio di metodica misconosciuta ma emergente, è il parto in acqua. Abbiamo voluto affrontare questa tematica, mettendo a confronto due specialisti; uno tradizionalista, l’altro che opera già da più di sei anni il parto in acqua. Sono intervenuti: Giovanni Bavetta primario di Ostetricia-Ginecologia Ospedale di Alcamo Antonino Lo Bue dirigente di primo livello di Ostetricia-Ginecologia Az. Osp. Villa Sofia-Cto di Palermo a cura della redazione dell’Inchiesta Sicilia
– Venire alla vita. Come? Bavetta – Il parto in acqua fa parte di una filosofia più generale che vede gravidanza e parto meno medicalizzati. Il parto è un evento fisiologico e, quindi, andrebbe trattato come tale. Purtroppo, l’invadenza della ginecologia ha medicalizzato, a volte anche troppo, questo evento. Il parto in acqua ha le sue peculiarità e i suoi vantaggi, ma a me interessava molto creare una posizione culturale diversa. E’ la paziente che sceglie come vuole partorire, in base al suo vissuto, e credo che questo sia il futuro dell’ostetricia moderna: riscoprire la fisiologia del parto,
con tutte le coperture e garanzie offerte dalle conoscenze e dalla tecnologia attuali. Lo Bue – Ho sempre lavorato, fortunatamente, in strutture in cui marcata era la voglia di umanizzare il rapporto medico-paziente. Già negli anni Settanta, la presenza di una fi? ?
Come?
Venire alla vita
saluteintervista
entra, da paziente, in un reparto ospedaliero. Immaginiamo quindi cosa si muove nella mente della donna che si venga a trovare, per l’evento parto, per la prima volta a contatto con una miriade di persone, medici, paramedici e altre ricoverate con cui non ha alcuna familiarità: è un evento traumatico. Se invece è stata seguita e accudita già nel corso della gravidanza, l’ospedale le sembrerà un luogo non distante e nuovo, ma punto di affidamento, di serenità. Il nostro reparto conta da 1300 a 1500 parti l’anno, quindi è una grossa realtà della branca, e posso confermare che la tipologia di approccio che abbiamo strutturato ci ha consentito e ci consente di ridurre drasticamente il ricorso al parto cesareo. – Quindi al di là delle vostre posizioni ed esperienze, pare evidente che entrambi conferite centralità all’umanizzazione del rapporto con la gravida e poi puerpera. Altresì non siete chiusi come mente né contrari per principio alle varie e possibili tecniche per condurre gravidanza e parto a buon fine nel modo migliore per madre e figlio. Bavetta – Esistono delle controindicazioni all’utilizzo di tecniche soft: gravidanze patologiche o a rischio, situazioni di sofferenza fetale evidenziate dai tracciati tococardiografici, la macroso-
mia fetale, un bacino piccolo o androgino, patologie ginecologiche indipendenti dalla gravidanza, ad esempio, necessitano di sorveglianza medicalizzata costante e, molto probabilmente, richiederanno il ricorso a tecniche chirurgiche. Il parto in acqua va, quindi, preso in considerazione per parti selezionati, assolutamente fisiologici. Lo Bue – Io non comprendo come l’acqua possa influenzare la meccanica del parto cui si riferiva il collega Bavetta. Per entrare nel discorso tecnico, il travaglio e il parto sono due eventi in parte dinamici, imputabili alla motilità uterina, e in parte meccanici, riferibili al canale del parto; e c’è un corpo mobile, il feto, che deve attraversare questo canale. Nel caso in cui sussista una sproporzione feto-pelvica, diagnosticabile con gli odierni esami e monitoraggi, necessita un parto assistito, e qui la moderna ostetricia, con tecniche pur aggressive ha consentito di raggiungere risultati ottimi, scongiurando lesioni e l’insorgenza di patologie da parte sia nella madre che nel feto. La legge italiana prevede che il parto venga assistito dall’ostetricia, e che il ginecologo venga chiamato solo in caso di complicanze. Allora, molti anni fa, noi ci siamo posti questo dilemma: ma un povero ginecologo come fa a capire che c’è una deviazione dalla norma se non assiste mai parti fisiologici? E abbiamo deciso di partecipare attivamente, come routine, al travaglio e al parto, in modo da potere discriminare e porre in maniera preventiva eventuali diagnosi di parto distocico. Questo ci ha consentito, come gruppo, prima a Carini e poi a Villa Sofia, di ricorrere al parto strumentale in maniera tempestiva, abbattendo in maniera significativa sia il parametro mortalità, sia quello di morbilità, cioè di complicanze patologiche intra e post partum. Nella nostra società stratificata, e ancor più in provincia, la gravidanza veniva considerata come malattia.
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saluteintervista
– Dottor Bavetta, ci vuole fornire alcune delucidazioni circa gli effetti positivi che il parto in acqua può espletare? Bavetta – Il fatto di partorire in acqua, il fatto che questo bambino appena esce si trova immerso nel liquido, non pone problemi di ingestione perché trascorre qualche secondo prima che il riflesso della respirazione autonoma attivi il tipo adulto di circolazione bloccando quello attraverso il cordone ombelicale. Sul lettino, che comprime tutta la parete posteriore del canale da parto, si crea un ostacolo in più al progredire del feto verso l’esterno. In acqua non si creano ostacoli, non si incentivano contrazioni da sommare a quelle, già dolorose, dell’espulsione fetale. Sono d’accordo con l’ipotesi avanzata dal collega Lo Bue di creare i centri di ostetricia al di fuori, ma in prossimità, delle strutture ospedaliere per far sentire non malate le donne in gravidanza. Bisogna fornire calore umano insieme a professionalità medica, deve essere un accudimento a tutto campo, nella sicurezza, per la coppia e la nuova vita che nasce. Lo Bue – L’attivazione del riflesso bulbo-pontino cardiocircolatorio e respiratorio non dipende dall’ossigeno ambientale, ma dalla concentrazione di ossigeno e di anidride carbonica presente nel sangue fetale: cioè il livelli di P02 e PC02. Nel momento in cui attraversa il canale del parto, il feto, a causa della
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compressione che si esercita sulla gabbia toracica, muta la sua circolazione intrauterina, che si trasforma nella circolazione dell’adulto. Quindi, se il neonato è stato bene ossigenato fino all’inizio del periodo espulsivo, avrà delle buone riserve di ossigeno e rallenterà per alcuni secondi questo riflesso automatico sottocorticale, viscerale, dell’atto respiratorio e non ingurgiterà acqua. Se per fatalità (un utero che comprime un poco, un giro di funicolo intorno al collo o a bandoliera), l’ossigenazione della fase espulsiva è ridotta, e il bambino arriva all’esterno con un valore di P02 basso e di PC02 un po’ più elevato, ovviamente (quando la circolazione, col disimpegno delle spalle, cambia) si innesteranno automaticamente quei meccanismi involontari di ricerca dell’aria, e quindi di respiro, che possono portare a ingerire acqua dall’ambiente circostante. Questo è un fattore non limitante, ma da tenere presente nel corso del monitoraggio che precede il periodo espulsivo. Per quanto riguarda gli effetti dell’acqua sul dolore, vorrei fare una piccola premessa. Penso che la percezione dipenda dalla cosiddetta deviazione sensoriale, come ben ci insegna la neurolinguistica. Uditivo, visivo e tattile sono i tre canali sensoriali esperenziali. Utilizzare terapie cognitivo-comportamentali consente di ottenere sedazione dell’ansia e rilassamento. Dall’inchiesta numero 88 - Ottobre 2003
La legge italiana prevede che il parto venga assistito dall’ostetricia, e che il ginecologo venga chiamato solo in caso di complicanze
LUXURY RESORT & SPA | MAHè | SEYCHELLES Quando è il momento di mettere in pausa il ritmo frenetico e riscoprire i sensi offuscato dalle richieste incessanti della vita, c’è un luogo chiamato Maia Luxury Resort & Spa - qualcosa che offre più di vista semplicemente mozzafiato, servizio ineguagliabile e alloggio sorprendente.
Ritrovare se stessi L’Isola da scoprire Con un clima temperato con una chiara distinzione tra estate e inverno, Mahé è un easy-going dell’isola, dove i locali hanno sviluppato uno stile di vita unico e meraviglioso. C’è molto da fare - come esplorare i mercati locali del centro città, piena di affascinante stile Seychelles e tendenze, take uno visita non affrettata per il museo o archivi nazionali, passeggiare nei giardini botanici o piantagione di tè, visitare edifici pubblici o cenare in i ristoranti creoli locali. La SPA Canto degli uccelli. Acque cadere rocce di granito ricoperte di muschio. Venti miti spazzolatura foglie. Queste saranno le uniche cose di rompere il vostro venerare nel nostro stile balinese spa. Tre singoli, privati all’aperto padiglioni sono separate le une dalle altre da formazioni rocciose naturali. Ogni padiglione ampio 120m2 dispone di un giardino privato, spogliatoi e docce. Il nostro centro fitness offre le più avanzate attrezzature “Excite” e una parete Kinesis. Terapisti privati addestrati offrire massaggi intuitiva e un assortimento di pacchetti, tra cui Bambini speciali solo trattamenti come l’involucro di foglie di banano con gel idratante per le scottature.
La nostra cucina L’eccellenza nel gusto non è qualcosa riservato solo per l’estetica. A Maia, il piacere gastronomico è una promessa - e perché sappiamo che un appetito o anche un feticcio per il cibo non tiene ora ristorante, le nostre cucine per soddisfare i gusti individual. Il nostro team di esperti culinari ha perfezionato l’arte della cucina fusion per creare miscele intrigante sapore, consistenza, colore e aroma, ponendo l’accento sulla ingredienti di provenienza locale. Il nostro menu non è una varietà di piatti. Si tratta di una varietà di menu. PRENOTAZIONI Mahé - Anse Louis - Seychelles - Corinne Delpech - Responsabile delle prenotazioni Telefono: +248 4 390 000 / 367 - Fax + 248 4 355 476 - reservations@southernsun.sc - PO Box 722
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Le stazioni termali svolgono un ruolo ben definito nel contesto del turismo, e l’attenzione che l’organizzazione turistica siciliana sta oggi prestando a questo importante segmento turistico è testimoniata dall’inserimento del turismo termale fra le linee di prodotto privilegiate dalla regione Siciliana nell’ottica della destagionalizzazione dei flussi turistici. E ciò in quanto, anche nel termalismo, non si può prescindere dagli aspetti turistici, poiché la richiesta di vacanza è oggi sempre più abbinata non soltanto ad esigenze di svago ed impiego del tempo libero, ma anche di salute e qualità della vita motivata dai frenetici ritmi giornalieri e dal disagio ambientale delle grandi città. Al contrario, il centro termale è inserito in un comprensorio ecologico-turistico in cui il rapporto verde-popolazione è ottimale, aggiungendosi a ciò i vantaggi di un clima costantemente mite con elevato numero di ore di insolazione e l’attrattiva costituita dallo splendido mare che circonda la Sicilia e di cui si può fruire per quasi 6 mesi l’anno. Ed in posizione privilegiata sul mare si trovano i maggiori centri termali siciliani, con forte vocazione turistica legata all’amenità del contesto ambientale ed alla presenza ed alla vicinanza di beni monumentali di importante rilievo artistico, senza tralasciare le tradizioni enogastronomiche in grado di soddisfare i palati più esigenti.
La Sicilia vanta un ricco patrimonio idrotermominerale, noto sin dai tempi della Magna Grecia, dovuto alla particolare natura del suo suolo
Terme e benessere
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Alì Terme Marino Le acque sono salso-bromo-iodiche e sulfuree ipertermali (40-46°C); usate per fanghi e bagni sulfurei, sono indicate per la cura di malattie artroreumatiche, mentre le terapie inalatorie risultano efficaci nelle affezioni respiratorie ed otorinolaringoiatriche. Anche i disturbi ginecologici e dermatologici si avvalgono delle opportune cure con le acque sulfuree. Il complesso termale è attezzato anche per trattamenti estetici. La cittadina termale è anche un’apprezzata stazione balneare dove, alla bellezza dei fondali e del paesaggio, fanno degno contorno le splendide località dei dintorni famose a livello internazionale per la bellezza dei paesaggi e per i loro monumenti: Taormina, Messina, Catania, l’Etna, la Costa dei Ciclopi... Eolie - Lipari e Vulcano Le acque, sulfureo-salso-bromo-iodiche sono ipertermali, molto acide e radioattive efficaci nella terapia di affezioni reumatiche, artritiche, nervose, cutanee e del ricambio. I tradizionali bagni, fanghi e inalazioni già praticati dai villeggianti che sfruttano la particolare e spontanea natura del luogo, in un prossimo futuro saranno integrati ed inseriti in un modernissimo complesso termale. L’isola di Vulcano, la più meridionale delle Isole Eolie o Lipari, ha due vulcani spenti ed uno attivo allo stato di solfatara. Nella mitologia greco-romana era la sede di Eolo, il dio dei venti. Acireale Lo stabilimento termale: sulfureo-salso-bromo-iodiche ipotermali (22°C) radioattive, le acque di queste terme devono la loro particolarità all’origine vulcanica ed alla mescolanza con acqua marina sotterranea. I fanghi sulfurei (ottenuti facendo macerare per tre anni l’argilla vulcanica nell’acqua sulfurea) sono assai efficaci nella cura di malattie osteoarticolari, reumatiche e dermatologiche. Le applicazioni praticabili sono tante e specifiche per ogni malattia: bagni, fanghi, massaggi e idromassaggi vengono usati per le malattie osteoarticolari, reumatiche e dermatologiche; con docce filiformi e maschere facciali si affrontano le dermatiti, gli eczemi, la seborrea, l’acne e la psoriasi; le inalazioni, gli humages, gli aerosol, il lavaggio nasale, le insufflazioni endotimpaniche, la ventiloterapia si rivelano assai efficaci nella cura di malattie otorinolaringoiatriche e respiratorie. Il complesso termale dispone anche di un moderno ed attrezzato centro di riabilitazione con fisiochinesiterapia ed altre tecniche; sono anche attivi reparti specialistici di Pneumologia, Neurologia, Ortopedia, Angiologia e Medicina estetica dove i pazienti possono sottoporsi ad esami clinici e terapie in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale. La splendida costiera dei Ciclopi, le interessanti manifestazioni culturali e folcloristiche (tra cui un famoso Carnevale) e la vicinanza alle più belle località della Sicilia Orientale rendono assai gradevole e vario il soggiorno in questa località termale. Terme di Acquapia (Montevago - Ag) Situate nella Sicilia Occidentale, nel territorio del Comune di Montevago (AG),offrono una “vacanza benessere”, affiancando ai tradizionali trattamenti terapeutici massaggi manuali ed in acqua, saune, idromassaggi, palestra e piscine termali adatte ad adulti e bambini. Le acque, ricche di boro e fluoro, si classificano, in virtù della composizione, come solfato-calciche-magnesiache. Esse sgorgano alla temperatura di 40° C, sono indicate e risultano efficaci per la cura di numerose patologie, in particolare per le malattie otorinolaringoiatriche e a carico delle vie respiratorie e per quelle d’origine reumatica e dermatologica. Impieghi terapeutici: fangoterapia, fango-balneo terapia, balneoterapia, aerosolterapia, inalazioni, humages
Terme di Sciacca Le risorse termali di Sciacca sono molteplici. Una delle quali è rappresentata dalle famose grotte o stufe all’interno delle quali l’atmosfera satura di vapore acque raggiunge la temperatura di quasi 40°; la terapia essudatoria (antroterapia) che vi si pratica risulta molto efficace per la artrosi, per le patologie infiammatorie delle vie aeree superiori, per la gotta e la uricemia. Tra le diverse acque presenti nella zona, spicca invece quella di natura sulfurea che sgorga dalla Valle dei bagni e che è alla base del fango poi utilizzato per la fangoterapia; si tratta di un’acqua sulfureo-salso-bromo-iodico ipertermale che sgorga alla temperatura di 56°. Le inalazioni dell’acqua sulfurea possono apportare importanti giovamenti a coloro che soffrono di infiammazioni croniche dell’apparato respiratorio, di asma bronchiale, di enfisema polmonare e di bronchictasie e, a livello di otorinolaringoiatria, per le riniti, le sinusiti, le faringiti, le otiti e le laringiti. Una notevole efficacia è stata inoltre dimostrata nella cura di alcune malattie della cute (psoriasi, dermatite seborroica e acne) e delle malattie infiammatorie croniche dell’apparato genitale femminile. Un’altra acqua, proveniente dalla
sorgente dell’acqua Santa e di natura minerale, è considerata efficace per la diuresi. Gli stabilimenti termali Le strutture termali di Sciacca sono quattro: lo stabilimento Nuove Terme, attiguo al Grand Hotel delle terme, il complesso di piscine di Molinelli, lo stabilimento delle Stufe di S. Calogero e le Antiche Terme che si trovano nella Valle dei bagni. Lo stabilimento Nuove Terme si trova in una posizione di grande suggestione, sorgendo su un promontorio a strapiombo sul mare. All’interno vi sono diversi reparti specializzati per ogni tipo di cure e nel parco sono presenti due piscine alimentate con acqua sulfurea, una destinata al pubblico adulto e un’altra ai bambini. Nella località Molinelli, vi sono altre tre piscine termali costruite nel 1993 su una terrazza naturale che offre una splendida vista sul mare, oltre che sulla città di Sciacca, sulla rupe di Cammordino e sul monte Kronio. Sulla vetta di quest’ultimo si trova invece lo stabilimento detto Stufe di S. Calogero, consistente in due grotte vaporose naturali. Le Antiche Terme, quindi, dall’architettura ottocentesca, sono state recentemente restaurate per ospitare reparti di terapia speciale e un centro per la terapia delle malattie della pelle.
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Terme Gorga - Alcamo Lo stabilimento termale si trova in aperta campagna, in località Gorga, a pochi chilometri dal sito archeologico di Segesta, sulla sponda orientale del fiume Caldo e a poca distanza dalle Terme Segestane (v. Castellamare del Golfo). Le acque termali della fonte Gorga si raccolgono in una conca naturale tra agglomerati argillosi, con una temperatura costante di 51 °C. Un condotto di circa 300 m convoglia le acque alcalino-solfuree e i fanghi costituiti dal precipitato naturale, senza aggiunta di argilla fino all’edificio termale, sistemato in un antico mulino ristrutturato negli anni Sessanta. Lo stabilimento occupa il piano terreno mentre il resto della struttura è adibito ad albergo che dispone anche di due piscine termali all’aperto. Terme segestane - Castellammare Le Terme Segestane si trovano a Castellammare del Golfo in località Ponte Bagni. Le sue acque sono ipertermali e sgorgano ad una temperatura di circa 44° C. Nello stabilimento termale troviamo due piscine di cui una per bambini, e la grotta detta della regina una vera e propria sauna naturale. Tra i numerosi trattamenti praticati alle terme Segestane, ricordiamo la bagnoterapia, fanghi, grotte, massaggi, idromassaggi, aerosol, inalazioni ed irrigazioni. Si curano inoltre le patologie dermatologiche, dell’apparato motorio e respiratorio.
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Sea Club - C/da Cala Rossa, 90049 Terrasini Palermo - 091 8682374 - 335 8433435 - 345 3488718 www.seaclub.info - seaclubeventi@gmail.com
EVENT Montagne alle spalle e mare di fronte in una baia incantevole, incorniciata da rigogliose palme, scoprirete un vero angolo di paradiso dov’è possibile perdersi in tramonti da sogno dai quali non riuscirete a staccare lo sguardo. La particolarità del Sea Club è anche quella di sapersi declinare ad ogni genere di evento, i suoi spazi e il suo stile lounge, il profumo inebriante del mare e della vegetazione che lo circonda, trasformano l’aperitivo in un momento unico, la cena in un’esperienza e la festa in un party esclusivo. WEDDING Provate a chiudere gli occhi e immaginare uno dei più bei giorni della vostra vita. Provate a pensarlo in un luogo meraviglioso, pensate di rendere memorabile questo giorno non solo per voi, ma anche per i vostri invitati. Immaginate un romantico tramonto sul mare, accarezzati dalla brezza estiva, in un angolo dove non ci sono rumori, ma solo sensazioni. Ora smettete di sognare, non è più necessario, al Sea Club, nella suggestiva cornice di Cala Rossa tutto ciò è realtà, una location per ricevimenti di nozze, che alle meraviglie naturali aggiunge tutto quello che serve a rendere perfetto un giorno come questo. Lo progetteremo insieme, interpretando i vostri desideri, incoraggiando la vostra immaginazione. Studieremo soluzioni eleganti e ricercate per la scenografia del vostro matrimonio, che andremo a definire in ogni minimo dettaglio. Daremo vita insieme al vostro menu, dall’aperitivo ai dolci con
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le armoniose combinazioni di sapori e colori del nostro chef, capace con i suoi piatti di sedurre e stuzzicare anche i palati più esigenti. Tutto sarà speciale e indimenticabile. RESTAURANT Fuggite dal chiasso della città, godetevi una cena che coinvolgerà ogni vostro senso. Nella suggestiva cornice di Cala Rossa, quando scende la sera, la scogliera, il mare, la montagna e il cielo assumono una nuova veste, nuovi colori e nuovi profumi che vi accompagneranno tra armoniose combinazioni e sapori unici, nei piatti più sofisticati così come in quelli più semplici. La luna, le luci, le candele, tutto contribuisce a creare l’atmosfera per una cena che diventa un’esperienza. Siamo sicuri che vi innamorerete dei piatti nel nostro Chef, capace di stuzzicare anche i palati più esigenti dall’aperitivo al dessert, tutto sarà incredibilmente speciale. DISCO Il nome “Sea Club” richiama immediatamente l’idea di discoteca, i venerdì e i sabati d’estate hanno ormai un punto fisso per chi non vuole soltanto “andare a ballare”, ma per chi desidera passare una notte estiva vivendo un vero evento mondano ed esclusivo. Il Sea Club propone serate sempre diverse, grandi nomi del dj’ing nazionale ed internazionale per chi non si accontenta soltanto di musica di altissimo livello ma vuole vivere un vero spettacolo sotto un magnifico soffitto di stelle e la luna farà da mirror ball.
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Una residenza tra corsia e albergo La struttura sarà realizzata in un’ala del vecchio ospedale ‘Vittorio Emanuele II. Ricevuto un finanziamento di oltre due milioni di Euro dal ministero della Salute a cura dell’Ausl
9 di Trapani
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ascerà a Castelvetrano, su iniziativa dell’Ausl 9 di Trapani, una ‘Residenza assistenziale sanitaria’ rivolta ad anziani non autosufficienti. La struttura sarà realizzata in un’ala del vecchio ospedale ‘Vittorio Emanuele II’, attraverso l’attuazione di un progetto che ha ricevuto un finanziamento di oltre 2 milioni di Euro dal Ministero della Salute. I lavori per la creazione della Rsa saranno avviati nei prossimi giorni, a cura di un’impresa di Favara, la Sagis srl, che si è aggiudicata la gara d’appalto predisposta dall’area Risorse Patrimoniali dell’Azienda sanitaria trapanese. Il via definitivo alla
realizzazione dell’opera è arrivato il mese scorso, quando è stato sottoscritto il contratto dei lavori da parte del direttore generale dell’Ausl 9, Fulvio Manno. Per consentire la nascita della Residenza, i locali del vecchio ospedale di Castelvetrano saranno ristrutturati e adeguati alle esigenze, anche in considerazione del fatto che la struttura è rimasta inutilizzata per oltre 10 anni, a partire dall’entrata in funzione del nuovo nosocomio. E’ prevista la creazione di diversi tipi di camere, da 1, 2, 3 e 4 posti letto, e dei relativi servizi igienici, nel contesto di una struttura che sarà dotata anche di spazi per la vita collettiva degli anziani ospiti. In particolare, sa-
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ranno realizzati un ingresso con portineria e servizio postale, un soggiorno polivalente, un angolo bar, una sala pranzo, un locale per le attività occupazionali, nonché una cappella per il culto e un servizio di barbiere-parrucchiere. Inoltre, il nuovo presidio sarà munito di tutti i necessari servizi sanitari, dalla palestra attrezzata con spogliatoio e deposito, compresi locali destinati alla riabilitazione e alla podologia. In questo modo prenderà vita la Rsa, una struttura extraospedaliera che è rivolta principalmente ad anziani non autosufficienti, ma anche a disabili che non possono ricevere as-
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sistenza a domicilio e che hanno bisogno di continui trattamenti. Tra i futuri ospiti del presidio sanitario, comunque, potranno figurare anche anziani che sono stati dimessi dall’ospedale dopo un periodo di malattia, purché non presentino patologie acute che rendano necessario un ulteriore ricovero ospedaliero. Non potranno essere ammessi al servizio, invece, coloro che presentano patologie di tipo psichiatrico. Il progetto dell’Azienda sanitaria trapanese ha ricevuto l’approvazione del ministero della Salute, che ha stanziato la maggiorparte dei fondi necessari, nell’ambito del Programma poliennale di interventi di ammodernamento del patrimonio edilizio sanitario (ex articolo 20 della legge numero 67
dell’88). La spesa complessiva dell’opera ammonta a 2.171.596,96 Euro, ma soltanto la somma di 105.769,36 Euro graverà sul bilancio dell’Azienda Ausl 9, mentre l’importo di 2.065.827,60 Euro sarà finanziato dal Ministero. La Residenza assistenziale sanitaria si inserirà nella rete dei servizi territoriali predisposti dall’amministrazione dell’Azienda trapanese, con l’obiettivo principale di integrare al massimo gli interventi sociali e quelli prettamente sanitari. In questa direzione, l’ospitalità che sarà fornita presso la Rsa riguarderà pure i familiari dei degenti, anche se per un periodo che non potrà avere una durata superiore a 30 giorni. L’assistenza e l’ospitalità riservate agli anziani, invece, potranno essere permanenti, ovvero si concluderanno con il completamento di cicli riabilitativi eventualmente iniziati presso altri presidi del servizio sanitario nazionale Dal numero 106 de l’inchiesta Sicilia – Aprile 2005
dedicato a
Per un pezzo di pane
Rinunciarvi è il dramma di chi è affetto da celiachia. Una vecchia malattia provocata da intolleranza al glutine, che si trova proprio negli alimenti più sani, come il grano di
Giusi Serravalle
N
iente potrebbe essere più sano di una colazione con pane e brioches appena sfornati. Eppure, secondo recenti statistiche mediche, in Italia, per un individuo su cento, questi sono cibi proibiti. Oggi si punta molto sui cibi privi di questa sostanza. L’unico rimedio per una sempre più ampia fascia della popolazione. Parliamo dei celiaci. La celiachia è una malattia le cui prime descrizioni vanno ricercate lontano nel tempo e, probabilmente, affondano le radici nel passaggio da una dieta a base di carne e frutta secca a un’alimentazione ad alto contenuto proteico come, per esempio, quella a base di grano. I celiaci sono intolleranti al glutine e ad alcune sue componenti chiamate gliadine. La diagnosi non è sempre facile, i sintomi sono molto simili ad altre malattie: diarrea, gonfiore addominale, debolezza, irritabilità, perdita di peso, nonché l’arresto della crescita nei più piccoli. Molto spesso può essere asintomatica e, pur non sviluppando alcun sintomo in mo-
Come riconoscere e gestire la malattia
I celiaci sono intolleranti al glutine e ad alcune sue componenti chiamate gliadine. La diagnosi non è sempre facile, i sintomi sono molto simili ad altre malattie: diarrea, gonfiore addominale, debolezza, irritabilità, perdita di peso
Sai cosa c’è alla base della malattia celiaca?
m m m
Sai a quali esami sottoporti per diagnosticare con pre-
Un’intolleranza di origine genetica al glutine
cisione la malattia celiaca?
La difficoltà a digerire alcuni cibi
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Un’infezione delle vie urinarie
Un test per le intolleranze alimentari Esami del colesterolo e del glucosio Dosaggi sierologici e un test per degli anticorpi specifici
Sai cos’è il glutine?
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Una sostanza lipidica
Quando e come si manifesta la celiachia nel bambino?
Una fibra contenuta in alcune farine
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Una sostanza lipoproteica contenuta in alcuni cereali
mangiare determinati alimenti come la frutta
m Tutti i cibi fatti con farine bianche e soprattutto integrali
Dopo l’introduzione del glutine nella dieta e con diarrea, vomito, irritabilità, arresto della crescita o calo ponderale
Quali sono i cibi proibiti per chi soffre di celiachia?
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Dall’introduzione delle prime pappe e con il rifiuto a
m
Dopo lo svezzamento e con inappetenza, sfoghi sulla pelle e rialzo della temperatura alla sera
Avena, frumento, farro, kamut, orzo, segale Latte, latticini e cibi dolci in genere
il tEst@
Quali eventi possono scatenare la celiachia nell’adulto? Qual è il sintomo più evidente all’esordio della malattia celiaca?
m m m
Nausea e vomito
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Un virus gastrointestinale non curato correttamente o un evento traumatico
Difficoltà a digerire cibi come pasta e pizza Diarrea con feci molto abbondanti, di colore giallo chiaro
Gravidanza, intervento chirurgico o infezione intestinale
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Un’abbuffata di pizza e dolci
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dedicato a do evidente, provoca un forte danno ai tessuti intestinali. Occorre, quindi, in caso di un malore sospetto, fare analisi mirate del sangue ed essendo una patologia genetica, la presenza di un malato in famiglia rende consigliabile uno screening degli anticorpi a tutti i familiari di primo grado. se non curata, la celiachia può avere conseguenze pesanti. E si sa, l’unica cura rimane la dieta. certo è dura rinunciare a merende e torte confezionate, pizze, pane e pasta, anche se, in realtà, non si tratta proprio di privarsi di questi cibi, ma piuttosto di sostituirli con cibi della stessa tipologia, ma rigorosamente senza glutine. Questi prodotti, non mutuabili in tutti i posti, si trovano in farmacia, nei supermercati e nei negozi specializzati. ancora oggi è altissima la percentuale di celiaci nel terzo mondo dove arrivano i prodotti alimentari delle organizzazioni di solidarietà internazionale, la maggior parte dei quali sono ovviamente secchi e provocano la malattia a chi si sostenta con questi alimenti. Problema che purtroppo la comunità Internazionale non è ancora riuscita a risolvere. Dal numero 150 de l’inchiesta – Luglio 2010
la schEda
Che cos’è La celiachia consiste in un’intolleranza alimentare permanente al glutine, una proteina contenuta in alimenti come il frumento, la segale, l’avena e l’orzo. Nelle persone affette da celiachia questi alimenti provocano una reazione auto-immunitaria che danneggia gravemente la mucosa dell’intestino tenue. Danni prevalenti Il danno immunitario provoca “l’appiattimento”(atrofia) dei villi intestinali, cioè delle minuscole “pieghe” della mucosa che servono a favorire l’assorbimento delle sostanze nutritive Diffusione La celiachia è una malattia estremamente diffusa: a secondo delle stime, la sua frequenza nella popolazione va da 1 caso su 120 a 1 caso su 250. Sintomi Nei bambini piccoli la celiachia si manifesta prevalentemente con sintomi intestinali: diarrea cronica, vomito, inappetenza, gonfiore addominale e steatorrea (perdita di grassi con le feci). Il malassorbimento intestinale può portare inoltre alla carenza di elementi importanti, come il ferro, e di vitamine. Nei bambini questo provoca uno stato di malnutrizione, rallentamento della crescita e ad anemia. I sintomi non compaiono finché il bambino non inizia a mangiare cibi contenenti glutine, e regrediscono se viene instaurata una dieta priva di glutine. Negli adulti, la malattia tende a presentarsi con sintomi meno tipici. Debolezza muscolare, dolori ossei, tendenza alle fratture, alterazioni cutanee, afte, anemia, sono alcuni dei sintomi che possono manifestarsi. Un altro sintomo extraintestinale è la dermatite erpetiforme, una manifestazione cutanee si presenta con pustole rosse e prurito, solitamente ai gomiti, ginocchia, glutei e tronco. Malattie associate alla celiachia Nelle persone affette da celiachia, se non viene instaurata una dieta priva di glutine, il rischio di alcuni tumori è notevolmente più alto rispetto alla media: il linfoma intestinale è 20-80 volte più frequente nei celiaci e nelle persone affette da dermatite erpetiforme rispetto al resto della popolazione.
Quale tipo di approccio terapeutico è consigliato per
Cause della celiachia La celiachia è oggi considerata una malattia autoimmune, cioè provocata
i celiaci?
da una reazione immunitaria “errata” che colpisce i tessuti sani dell’organismo. Nel caso della ce-
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Dieta povera di fibre e fermenti lattici
liachia, è la gliadina, una frazione del glutine, a scatenare la reazione autoimmune.
Dieta senza grassi e zuccheri e farmaci antiacidi
Origine genetica Così come le altre malattie autoimmuni, la celiachia non è ‘ strettamente par-
Dieta senza glutine in attesa che le sperimentazioni su
lando- una malattia ereditaria: quello che si eredita è piuttosto la predisposizione ad avere la ma-
vaccini e farmaci diano buoni esiti
lattia. La celiachia presenta quindi una certa ricorrenza familiare. Nel 75% dei casi, inoltre, i gemelli identici manifestano entrambi la malattia.
Un celiaco può fare qualche strappo alla dieta?
La predisposizione è legata alla presenza di particolari molecole di istocom-
m m
Sì ma molto raramente
patibilità (importanti nella risposta immunitaria): chi eredita
Meglio di no perché potrebbe causare un’infiammazio-
particolari “versioni” -detti più tecnicamente “alleli”- dei ge-
ne cronica della mucosa intestinale
ni che producono queste molecole risulta predisposto ad
Sì, basta che non diventi la regola
avere la celiachia (più precisamente si tratta degli alleli HLA
m
DQ2 o HLA DQ8). Se sono in viaggio e devo fermarmi a mangiare in Au-
Cura L’unico trattamento oggi disponibile per la celiachia è
togrill quali piatti posso scegliere?
l’eliminazione rigorosa dalla dieta di tutti gli alimenti contenenti
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Tutti tranne i dolci e i panini troppo ricchi
glutine, come frumento, orzo, segale e avena.alimentare.
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Primi piatti senza glutine surgelati
Meglio portarsi da casa dei cibi pronti, curandosi che siano senza glutine
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dedicato a
Cibercibi e ciberobesi In Italia l’obesità, negli ultimi dieci anni, è cresciuta in modo esponenziale di
N
Santi Pinelli
oi oggi ci nutriamo o ci alimentiamo? se teniamo conto che lo standard medio attuale è rappresentato dal fast-food, la risposta viene da sé. Oggi ci alimentiamo, se possibile, ci superalimentiamo, ricorrendo a cibi ipercalorici a basso prezzo, forse anche perché i cibi migliori ci vengono proposti a prezzi eccessivamente alti. Il nutrizionismo, d’altronde, lo abbiamo sacrificato sull’altare del fare tutto in fretta, in base ai tempi che ci vengono dettati dal motto ‘il tempo è denaro’. Lo stress imperversa sul lavoro e nella vita cittadina e ci fa mangiare male: si ricorre a mettere qualcosa sotto i denti, in fretta, in attesa di rientrare a casa, la sera, e potere finalmente consumare un pasto degno di tale nome. anche qui è in agguato il nemico della nostra salute… e ci r i t rov i a m o per lo più, per fretta o
per stanchezza, a utilizzare cibi surgelati, pure astrazioni senza tempo né stagioni, ma docili ai nostri desideri. Ecco quindi far capolino, quello che, ad oggi, rappresenta uno dei più gravi punti deboli dell’alimentazione occidentale: l’eccedenza di alimenti incongrui a una sana nutrizione, consumati più in ragione della necessità di sopravvivenza e delle disponibilità economiche che in base a criteri nutritivi. sovrappeso e obesità rappresentano ormai, nei paesi a elevato tenore socio-economico, un problema comune. Negli Usa, già negli anni Ottanta, le cifre parlavano chiaro: oltre il 25 per cento dei bambini tra i 6 e gli 11 anni ed oltre il 20 per cento dei ragazzi tra i 12 e i 17 anni erano obesi. da allora, la prevalenza dell’obesità è aumentata del 54 per cento nella fascia 6-11 anni e del 39 per cento dai 12 ai 17 anni. anche nel nostro paese il numero dei bambini obesi è andato progressivamente aumentando nel periodo post-bellico, tanto da indurci a considerare questa condizione come una vera e propria malattia sociale. In Italia, l’obesità, durante gli ultimi decenni, è cresciuta in modo esponenziale e attualmente si attesta intorno al 9 per cento in età prepuberale e
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dedicato a al 20-25 per cento tra i 9 e i 12 anni (quindi interessa dal 10 al 30 per cento dei soggetti di età compresa tra i 6 e i 15 anni): mediamente su dieci soggetti della scuola dell’obbligo, due risultano sovrappeso e due francamente obesi e non sembra plausibile, al momento, un’inversione di tendenza. Inoltre, appare esservi una specifica distribuzione geografica, con prevalenza più elevata nell’area centro-Meridionale rispetto al Nord. L’insorgenza di obesità in età pediatrica predispone inoltre alla persistenza della stessa in età adulta: circa il 40 per cento dei bambini obesi è destinato all’obesità anche in età adulta, mentre la percentuale sale al 70 per cento per gli obesi in età adolescenziale. Oggi, nella nostra società, parliamo più di malnutrizione per eccesso che per difetto, evidenziando manifestazioni subcliniche dovute a scarsa introduzione di alcuni principi nutrizionali (vitamine, fibre, minerali) dipendente dall’errata scelta degli alimenti, da una conservazione non corretta e da preparazioni gastronomiche non idonee. se è vero che la salute dipende da un giusto equilibrio tra i bisogni dell’organismo (che variano in funzione di età, di sesso, tipo di attività lavorativa, apporto alimentare sia come calorie che come nutrienti) è altrettanto vero che una buona educazione alimentare impartita sin dall’infanzia e alle famiglie sicuramente potrebbe contenere il fenomeno, perché il bambino, non avendo l’indipendenza di scelta, si abitua a ciò che proviene in primo luogo da genitori e fratelli, principali modelli da imitare. Quanto mai inappropriato appare lo stereotipo del bambino obeso sereno, ‘pacioccone’ e che ispira simpatia. al contrario, il bambino obeso è spesso insoddisfatto di sé e del suo corpo. di educazione alimentare si parla già da parecchio tempo, ma se ne parla soltanto, però. cosa mangiamo in realtà? E’ da sottolineare che le pratiche alimentari malsane rappresentano fattori di rischio per l’insorgenza di malattie cronico-degenerative quali malattie cardio-circolatorie, malattie dismetaboliche, aterosclerosi e tumori durante l’età adulta, patologie che sono considerate tra le più frequenti cause di morte in italia e negli altri paesi europei. Il problema dell’obesità in età evolutiva suscita sempre più interesse, sia in ambito dottrinale che praticio, come gli stili di vita della popolazione. Quindi validiamo sicuramente l’as-
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sioma ‘la genetica determina l’obesità, l’ambiente ne determina il grado’. Essendo molteplici i fattori che concorrono a determinarla, l’obesità infantile richiede a sua volta diverse figure professionali che se ne prendano carico, non trascurando quel mondo psicologico del bambino e dell’adolescente obeso che riflette ora l’ambiguità di un’identificazione fisica, ora i disagi di una situazione relazionale che può essere essa stessa causa con le sue devianze di insuccessi terapeutici. La televisione, infine, come mezzo di comunicazione di massa, ha la capacità di influenzare bambini e adolescenti: quasi la metà
di pubblicità riguarda gli alimenti (cereali dolci, fastfood, merendine e dolci con alto tasso di zuccheri, grassi e sali) e questa percentuale è maggiore proprio durante i programmi per ragazzi. I messaggi commerciali non si basano sui principi nutritivi, ma su richiami emotivi/psicologici, come ‘divertimento’, ‘energia’, ‘gusto piacevole’. I bambini più piccoli, in genere, non riescono a distinguere il normale programma dal messaggio pubblicitario, anzi, spesso prestano maggiore attenzione a quest’ultimo per la minor durata. In questo senso, la pubblicità rappresenta un ‘persuasore occulto’. Dal numero 110 de l’inchiesta Sicilia – Agosto 2005
dedicato a
Cellule staminali per dare la vita La donazione del sangue di cordone ombelicale rappresenta una via di salvezza e permette a un numero sempre maggiore di persone di beneficiare di un trapianto di
Sa.Pi.
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n sempre maggior numero di malattie, quali la leucemia, malattie metaboliche, talassemie, possono essere curate con il trapianto delle cellule staminali ematopoietiche. Le cellule staminali emetopoietiche sono quelle che danno origine ai diversi componenti del sangue (piastrine, globuli bianchi, globuli rossi9 e si trovano nel midollo osseo. Studi recenti evidenziano come il sangue del cordone ombelicale possa rappresentare una fonte alternativa di cellule staminali e permette così a un numero maggiore di pazienti di beneficiare di un trapianto. Il prelievo avviene direttamente in sala parto, subito dopo la chiusura e la recisione del cordone ombelicale, quando il neonato è già affidato alle cure dell’ostetrica e del pediatra. Mentre la placenta è ancora in sede si collega sterilmente il cordone con un’apposita sacca dove si raccoglierà il sangue senza che il procedimento comporti alcun fastidio alla mamma. La sacca viene poi inviata alla banda del sangue cordonale dove, se idoneo, verrà congelato a 190°C. La mamma che intende donare deve essere disponibile a firmare il modulo per il consen-
so informato alla donazione, sottoporsi al momento del parto a un prelievo (utilizzato per le analisi infettivologiche di legge), essere ricontattata a sei mesi dal parto per dare notizie sulle condizioni del bambino ed essere disposta a un ultimo prelievo di sangue per escludere eventuali infezioni virali contratte negli ultimi mesi di gravidanza, rinunciare a ogni diritto sul sangue placenteo donato. Il sangue placentare può trasmettere malattie virali generiche a riceventi. Pertanto non possono essere accettati come donatori le persone affette o portatrici sane di malattie virali, come epatite B e C, malattie veneree, Aids, malattie generiche o malattie del sistema immunitario. Sono escluse dalla donazione anche le donne che rientrano in categorie a rischio per la trasfissione di infezioni virali per una delle seguenti situazioni: trasfusioni, comportamenti sessuali a rischio proprio o del partner, tatuaggi, piercing, uso di droghe, partner affetto o portatore di patologie virali o generiche. Cosa c’entra la donazione del sangue del cordone fetale? Molto se lo staranno sicuramente chiedendo visto l’argomento che stiamo affrontando. Noi riteniamo un atto di alto valore morale consentire ad altre persone di potere avere un’esistenza più serena, grazie a un gesto d’amore Dall’inchiesta numero 88 Ottobre 2003
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saluteinprimopiano
Le amazzoni d’oggi Utopia e coraggio femminile si fondono con la complessa realtà da affrontare di
Michela Burgio
I
deato e diretto da Anna Barbera e Lina Prosa, il Progetto Amazzone è nato nel 1996, con la prima edizione delle ‘Giornate biennali internazionali’. Promosso dall’associazione Arlenika onlus e sostenuto dal Comune di Palermo, con la chiara missione di intendere la cura come ricerca di strumenti molteplici per provare a gestire le difficoltà della patologia. Il Centro Amazzone, nato alla fine del 1999 da una stretta collaborazione tra l’associazione Arlenika e l’Azienda ospedalira del Civico, G. Di Cristina, M. Ascoli, che assicura i servizi medico e sanitario – valorizza l’esperienza della malattia come un reale cambiamento e mette in campo discipline eterogenee tra loro come psicologia, medicina, antropologia, arte del corpo, teatro e comunicazione. Per creare un aspetto globale in cui affrontare il problema della malattia, il Centro prevede attività legate agli aspetti psichici, culturali, sociali oltre che biologici. Un modello di interazione tra medicina e cultura che si propone nel momento della prevenzione, ma anche nel percorso della malattia di tutte le donne. Anche per questo le fondatrici amano de-
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finire il centro come un ‘Laboratorio multidisciplinare contro il cancro, un cantiere umano a cui partecipano donne sane e donne malate, in cui si lavora, con il contributo di più dottrine, per il ripristino del circuito mente-corpo’. Il progetto, infatti, promuove, ormai da più di dieci anni, un innovativo approccio alla malattia e all’esperienza del cancro al seno che tiene conto delle difficoltà relazionali, psicologiche oltre che patologiche che le donne sono costrette ad affrontare in un momento già tanto delicato. Fondamento del progetto è la guarigione intesa come ‘processo’ di acquisizione della coscienza del cambiamento. Non solo, quindi, si vuole proporre un’idea allargata della sfida alla malattia che porta in campo anche fattori che normalmente escluderemmo da un’analisi di questo tipo, ma il principale intento è lavorare nella società e con la società civile affinché si possa cambiare la percezione della malattia in modo anche generalizzato, offrendo un prezioso servizio per coloro che oggi non sono chiamati direttamente a governare il problema, ma che potrebbero essere interessati un domani anche non in prima persona. La fugura a cui si ispira il centro è l’Amazzone, poiché guerriera che si amputava un seno per combattere meglio, e rappresenta una metafora della lotta contro il cancro ed evocazione di quella sintesi memorabile di utopia e coraggio femminile. I servizi del Centro si articolano in tre aree: la prevenzione, la scienza e il teatro. Nell’ambito del-
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le attività di prevenzipne, il Centro Amazzone organizza, in collaborazione con la Divisione di Oncologia Medica del Centro Tumori M. Ascoli, gratuitamente e senza obbligo di prescrizione medica, visite senologiche, visite diagnostiche cliniche strumentali e mammografie, incontri con psicologhe e, in ultimo, un punto di accoglienza con alcune operatrici presso il Day Ospital al servizio di chemioterapia dell’ospedale M. Ascoli. Il sostegno nella malattia avviene anche dando uno spazio più rilevante alla scienza, attraverso lo Spazio di cultura scientifica Marie Curie, e raccoglie l’originalità dell’espressione artistica teatrale con l’esperienza del Teatro Studio ‘Attrice/Non’. E tra i numerosi cicli di seminari periodicamente organizzati, non possiamo non ricordare il Laboratorio di scienza del paziente, nato dalla necessità di sottolineare ‘l’importanza del paziente nella cura della patologia’. Il progetto Amazzone ha avuto in questi anni importanti riconoscimenti, entrando in rapporto con scienziati ed istituzioni di grande prestigio. La nuova sfida contro il cancro vede la donna al centro di un evento globale, nell’unità inscindibile di corpo e mente. Cultura della malattia a partire dal ristabilimento di quell’originaria concezione di essa come storia dell’evoluzione della persona e non come esperienza di divisione e di interruzione della vita di pensiero, delle relazioni umane. Dal numero 140 de l’inchiesta – Marzo 2009
La nuova sfida contro il cancro vede la donna al centro di un evento globale, nell’unità inscindibile di corpo e mente.al centro di un evento globale, nell’unità inscindibile di corpo e mente.
saluteinprimopiano
La cura orientale Parte a Palermo il primo corso di specializzazione post laurea in medicina cinese presso la nuova scuola di Medicina Cinese dell’ospedale Buccheri La Ferla. In Italia, già nove mila persone si sono avvicinate all’agopuntura
di
Massimo Oriti
N
uove e interessanti prospettive professionali si aprono ai giovani siciliani laureati in Medicina. A giorni prenderà il via, infatti, il primo corso di specializzazione post laurea in medicina tradizionale cinese, presso la nuova Scuola di medicina cinese dell’ospedale Buccheri La Ferla. Il corso sarà diretto dal dottore Vito Marino, esperto in materia, e avrà tutti i crismi dell’ufficialità essendo, in primo luogo, dopo Roma e Milano, il solo esempio in Italia di scuola di medicina cinese aperto in una struttura ospedaliera pubblica e, in secondo luogo avendo alle spalle, come ideatori e organizzatori, l’Istituto italo-cinese, la Fondazione internazionale Fatebenefratelli, l’Istituto Pan, l’Associazione Qi e ancora la collaborazione di Medicina tradizionale cinese e della Federazione mondiale di Agopuntura e, infine, la supervisione dell’Istituto superiore di Sanità e il patrocinio della facoltà di Medicina e Chirurgia di Palermo. “Il corso – spiega la dottoressa Angela La Sala, collaboratrice di Vito Marino e docente della scuola – avrà una durata di quattro anni e porterà avanti l’idea di un’integrazione fra le conoscenze delle realtà mediche occidentali e orientali, al fine di allargare le opportunità di cura ai pazienti. Il fatto che venga istituito presso una struttura pubblica evidenzia, poi, l’intenzione di dargli tutta l’autorevolezza che altrove non è possibile certificare pienamente”. Infatti, come ha riconosciuto il presidente dell’istituto italo cinese Cesare Romiti durante l’inaugurazione della scuola, “… oggi è prioritario mettere ordine fra le numerose proposte formative offerte da enti e associazioni di assai eterogeneo livello scientifico e culturale…”. “Il piano di studi – continua Angela La Sala – sarà incentrato soltanto su alcuni rami della tradizione medica cinese, precisamente sulla fitofarmacologia e l’Agopuntura che, peraltro, sono riconosciuti formalmente dall’organizzazione mondiale della Sanità”. Tante saranno le prospettive professionali che si apriranno ai medici specialisti, anche perché la certificazione della specializzazione rilasciata dalla scuola può vantare un certo prestigio, garantito dagli impor-
tanti riconoscimenti a essa attribuiti. Attualmente, c’è già una larga schiera di pazienti che decide di affidarsi alle cure della medicina cinese. “In Italia, nell’ultimo anno – puntualizza La Sala – sono state nove milioni le persone che si sono avvicinate all’agopuntura. In Sicilia pensiamo che potrebbero aumentare in vista dell’apertura di un ambulatorio in una struttura pubblica che, in questo ambito, infonderebbe più fiducia di una struttura privata. E infatti, abbiamo già avuto un ampio riscontro tra il pubblico”. L’ambulatorio, peraltro, sarà aperto contemporaneamente alla scuola per fornire immediatamente il servizio all’utenza e perché gli specializzandi abbiano un tirocinio pratico immediato. “Secondo una ricerca sulle ‘Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari – ha precisato, inoltre, il presidente Romiti – condotta dall’Istituto Superiore Sanità, risulta che il 25 per cento della popolazione europea farebbe ricorso almeno una volta, nell’arco di un anno, a un tipo di terapia non convenzionale”. Considerato anche il vasto campo delle applicazioni mediche nelle quali è più utile intervenire con la medicina cinese, che vanno dalla terapia antalgica alla sfera delle malattie psichiche e psicosomatiche, dalle malattie vascolari alla ginecologia, all’insonnia e a molte altre patologie, si capisce bene come questo sia un settore della medicina che sta muovendo i primi passi in uno spazio dalle ottime opportunità. “La scelta, poi, di istituire una scuola per questa particolare e originale pratica medica, è dovuta anche al fatto che elabora un diverso e particolare rapporto medico-paziente – chiarisce padre Elia Tripoldi, direttore amministrativo dell’ospedale Buccheri La Ferla -. A suo fondamento, la medicina cinese, infatti, stabilisce un diverso legame fra dottore e ammalato, un contatto fatto anche di umanità che, nella medicina occidentale, in un certo senso, è stato perduto e che vorremmo recuperare”. E nella loro formazione, forse, questo è il più importante insegnamento che potranno vantare i futuri specialisti. Dal numero 82 de l’inchiesta Sicilia – Marzo 2003 -
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la scheda La Medicina Orientale non si interessa particolarmente ai rapporti causali tra eventi che determinano una patologia, ma presta piuttosto attenzione alla sincronia di cose ed eventi. Tale modo di pensare viene definito da Needham correlativo: l’individuo sano e la società sana sono parti integranti di un ordine strutturato e la malattia è considerata come il risultato di una disarmonia a livello individuale e sociale. In quest’ottica, il termine sincronia (dal greco syn “con” chronos “tempo”) significa il rapporto temporale tra più eventi, azioni e funzioni, che diventano la “misura” della salute. I singoli organismi interagiscono e comunicano fra loro coordinando i loro ritmi ed integrandoli con quelli più ampi dell’ambiente che li circonda. Essere sani significa essere in sincronia con se stessi e col mondo circostante. Il processo di guarigione si manifesta grazie al sistema mente/corpo, mediante un atteggiamento positivo e fiducioso da parte del paziente; il terapeuta avrà solo funzione di ridurre lo stress eccessivo, di “irrobustire” il corpo e di incoraggiare il paziente a sviluppare fiducia in se stesso. La medicina orientale opera, basando i suoi rimedi sul principio di equilibrio di Yin e Yang. Sin dall’antichità, gli orientali hanno riconosciuto che il Corpo è parte della Natura e che l’uomo vive costantemente sotto l’influsso della Natura. Nella natura esiste un ordine, un principio di flusso costante, in accordo con il principio fondamentale che il nostro mondo è in perenne mutamento. Nella Filosofia Orientale, tale principio è noto come Teoria dello Yin e dello Yang. I nostri corpi sono una cosa sola con l’Universo; il corpo e la terra non sono due entità separate. In origine i termini Yin e Yang indicavano rispettivamente i fianchi in ombra e al sole di una montagna. Gli archetipi dei due poli della natura furono rappresentati dai concetti di luminoso e oscuro, rigido e flessibile, sopra e sotto, ma anche da maschile e femminile.
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I
Glaucoma un nemico da prevenire
Questa patologia appartiene a un quadro clinico cronico che può essere prevenuto e curato con specifiche cure. di
Salvo Sbacchis
l Glaucoma è una delle cause più frequenti di cecità nel mondo. E’ una malattia spesso generata dall’aumento della pressione all’interno dell’occhio. E’ responsabile del 15 per cento di cecità tra le persone anziane in Europa. Tra le popolazioni orientali, la situazione è ancora peggio. E’ una malattia insidiosa e dallo sviluppo lento. Nella maggiorparte dei casi si manifesta senza apparenti dolori mentre la vista va peggiorando. Può essere, comunque, prevenuta e curata. L’importante è fare una buona prevenzione dopo i quarant’anni, sottoponendosi a periodiche visite oculistiche, controllando la pressione oculare che per un soggetto normale si deve mantenere intorno ai 16 millimetri di mercurio. Ci sono due tipi diversi di Glaucoma per insorgenza e diffusione: il Glaucoma ad angolo chiuso e quello ad angolo aperto. Il Glaucoma ad angolo chiuso spesso non diagnosticato per la sua particolare ambiguità sintomatologica si può manifestare in modo improvviso e acuto con forte dolore e arrossamento dell’occhio e un innalzamento rapido della pressione intraoculare. Il Glaucoma cronico ad angolo aperto è la tipologia più frequente ed insidiosa. Assume una forma lenta e progressiva, dove la pressione intraoculare aumenta gradualmente senza che si avvertano particolari sintomi. Persiste un’alta pressione che, se non contrastata, danneggia progressivamente il nervo ottico fino a ridurre il campo visivo e portare alla cecità. Entrambi sono irreversibili In genere può essere diagnosticato attraverso particolari controlli con specifiche apparecchiature come la tonometria ovvero la misurazione della pressione intraoculare; l’olftalmoscopia della papilla cioè la valutazione della papilla ottica; la gonioscopia valutazione dell’angolo irido-corneale dell’occhio, e infine la perimetria cioè la valutazione del campo visivo. Le cure sono farmacologiche o chirurgiche. Quella farmacologica presenta una varietà di farmaci miranti a ridurre la pressione intraoculare: beta-bloccanti, prostaglandine, inibitori della anidrasi carbonica. Nella cura chirurgica, nel glaucoma classico ad angolo aperto, si utilizza il laser per allargare i canali da cui defluisce l’umore acqueo (trabeculoplastica) oppure si ricorre a interventi come la trabeculectomia, che serve per creare artificialmente un canale per fare defluire l’umore acqueo dall’occhio. Per una buona riuscita del trattamento viene richiesto un duplice sforzo, quello del paziente con la somministrazione delle gocce con regolarità, e quello dell’oculista che dovrà monitorare e aggiustare la terapia nel tempo. La cura, che dura tutta la vita, prevede che non dovrà essere interrotta la terapia né cambiati i farmaci senza autorizzazione del proprio medico. Dal numero 113 de l’inchiesta – Gennaio 2006
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Un aiuto per l’autismo Arriva a Palermo un nuovo modello psico-educativo il Teacch che consente a piccoli e grandi di svolgere autonomamente le attività essenziali. A utilizzarlo sono 15 operatori specializzati dell’istituto villa Nave
U
n nuovo modello psico-educativo che utilizza strategie visive per dare alle persone autistiche e con disturbi della comunicazione, già dall’infanzia, strumenti espressivi e capacità per svolgere in modo autonomo, dopo un training specifico, attività essenziali come mangiare, lavarsi, vestirsi, giocare. E’ il Teacch, Treatment and education of autistic and communication handiccaped children. Un programma elaborato alla fine degli anni Sessanta nel North Carolina (Usa). Per la prima volta viene applicato in città grazie a un corso di specializzazione realizzato da Euro Service per 15 operatori socioeducativi dell’istituto medico psico-pedagogico Villa Nave, casa di
di
Alessia Cannizzaro
cura fondata oltre 50 anni fa a Palermo e gestita dalle suore Teatine dell’Immacolata Concezione, che diventa così un centro d’eccellenza nel settore. Obiettivo essenziale del modello Teacch è far sì che la persona autistica possa gestire al meglio la propria vita quotidiana e vivere nella società in modo meno emarginato possibile. L’iniziativa, quindi, apre una prospettiva del tutto nuova per una vasta utenza anche al di fuori del capoluogo considerato che, statistiche alla mano, l’autismo è una malattia neurologica non rara e che finora l’approccio Teacch, il più completo ed efficace per la riabilitazione di chi ha questa patologia, era utilizzato da una sola struttura in tutta la regione, nel centro dell’Isola. Tra le caratteristiche del sistema, c’è anche il coinvolgimento dei genitori nell’uso dello stile comunicativo dei figli autistici, per facilitare la gestione delle loro esigenze nel contesto familiare. “Con la specializzazione di questi 15 operatori – sottolinea Massimo Papa, del centro Euro Service – Villa Nave diventa un vero e proprio centro d’eccellenza non solo per il trattamento dell’autismo, ma anche per la futura formazione di altri specialisti. Abbiamo fortemente creduto in questo progetto perché ha un grande valore sociale. Basti pensare che la presenza a Palermo di operatori e di un istituto qualificati per il modello Teacch dà a molte famiglie l’opportunità di offrire ai figli un valido percorso riabilitativo, senza dover cercare questo tipo di soluzione a centinaia di chilometri di di-
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l’ ASPETTO LEgALE che il servizio sanitario, oltre ad
non si escludono a vicenda, ma che
avere le funzioni di promozione
comportano vantaggi diversi e
degli interventi di informazione ed
seguono iter burocratici differenti.
educazione della comunità sui
Infatti, l’accertamento della
motivi e conseguenze
situazione di handicap valuta il
dell’handicap e di rimozione delle
carico della disabiltà del soggetto al
cause legate a fattori genetici ed
fine di evitarne lo svantaggio e
ambientali, dovrebbe fornire
l’emarginazione sociale e comporta
prestazioni socio-sanitarie per la
il diritto di usufruire di importanti
cura e la riabilitazione del soggetto
benefici che riguardano
portatore di handicap, tanto a
soprattutto la scuola, il lavoro e il
Sotto il profilo legislativo non
emarginazione” (Legge 104/92 art.
domicilio, quanto sfruttando centri
fisco.
esistono norme riguardanti solo ed
3 comma 1).
specializzati oppure fornendo
Invece il riconoscimento
esclusivamente i soggetti autistici e
Sono molte le norme che, nel corso
attrezzature.
dell’invalidità civile
che quindi a tali persone vengono
degli anni, hanno prestato
Tutto questo per realizzare a pieno
riguarda
applicate tutte le norme che in
attenzione a questo aspetto e tra
l’inserimento della persona
maggiormente la
generale riguardano l’handicap.
queste ricopre senza dubbio un
handicappata in ambito scolastico,
possibilità di
L’Handicap fisico e mentale è
ruolo fondamentale la Legge
lavorativo e, più in generale, sociale.
ottenere
definito a livello normativo come
104/92 che ha come finalità tanto
La legge riconosce alla persona
vantaggi
quella situazione di svantaggio
la prevenzione in fase pre e post-
portatrice di handicap (e quindi
economici
sociale per la quale la persona
natale, quanto la realizzazione di
anche al soggetto autistico) la
quali sussidi,
“presenta una minorazione fisica,
interventi tempestivi sull’individuo
possibilità di accedere a determinati
agevolazioni
psichica o sensoriale stabilizzata o
sfruttandone le risorse personali,
servizi ed il diritto di godere di
progressiva,che è causa di difficoltà
familiari, sociali ed istituzionali al
particolari vantaggi a presupposto
di apprendimento, relazione o di
fine di realizzarne l’inserimento
che questa ottenga il
integrazione lavorativa e tale da
nella comunità e di evitarne
riconoscimento dello stato di
determinare un processo di
l’emarginazione.
handicap o dell’invalidità civile.
svantaggio sociale o di
Tale legge, infatti, tiene a precisare
Si tratta di due diversi “status” che
stanza oppure, in alternativa, limitarsi a forme di ricovero basate sulla semplice accoglienza. Il corso, anche per questo motivo, è stato condotto da uno dei massimi esperti del settore, al quale abbiamo affiancato altri professionisti di primo livello”. Nell’ambito del percorso formativo, sono state avviate con successo le prime applicazioni pratiche del nuovo metodo ai bambini che trascorrono la giornata a Villa Nave con la formula della semiresidenza. A curare la formazione dei 15 operatori è stato lo psicologo e psicoterapeuta romano Marco De Caris, docente dell’università dell’Aquila ed esperto della materia tra i più accreditati nel panorama nazionale e internazionale. Alcuni aspetti specifici sono stati sviluppati dai neuropsichiatri dell’infanzia giovanna gambino, responsabile del centro autismo dell’Ausl 6 di Palermo e Angelo Vecchio, e dalla psicologa Nadia Volpe. Per lo svolgimento del corso è stato utilizzato anche un cofinanziamento Por Sicilia in forma di voucher. “Il programma – spiega il dottor De Caris – serve per fornire ai bambini autistici competenze psicologiche e strategie di comunicazione visiva, considerato
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che molti di loro non possono utilizzare il linguaggio verbale. Questo presuppone la costruzione, intorno a loro, di un ambiente che, con messaggi figurativi e oggetti creati ad hoc per sperimentare le azioni della vita quotidiana, suggerisca loro cosa fare, come e quando, oppure come chiedere qualcosa. Si tratta di un approccio trasversale ai vari metodi comunicativi, che si è dimostrato ideale per i bambini in età scolare, ma estremamente valido anche per i più piccoli e per gli adulti. L’importante è attuare le strategie di insegnamento in modo flessibile”. In pratica, il programma consiste nell’organizzazione dei servizi che prevedono una presa in carico globale del paziente, cioè in ogni momento della giornata, in ogni periodo dell’anno e della vita. Lo ideò alla fine degli anni Sessanta Eric Schopler, specializzato in psicologia clinica infantile che trasse spunto dalle teorie dell’apprendimento, in particolare il metodo Montessori, e da quelle della comunicazione. Il sistema venne sperimentato per un periodo di 5 anni e poi, visti i risultati estremamente positivi, dagli anni ’70 il programma fu ufficialmente adottato e finanziato dallo Stato. Nella sua configurazione ori-
Obiettivo essenziale del modello Teacch è far sì che la persona autistica possa gestire al meglio la propria vita quotidiana e vivere nella società in modo meno emarginato possibile.
Un aiuto per l’autismo
case
ginaria, il Teacch prevede attività di diagnosi, aiuto a domicilio e altri servizi collegati fra di loro per garantire la continuità dell’intervento in tutti gli ambienti di vita. Shopler, inoltre, considerava molto importante il coinvolgimento dei genitori nella veste di partner. Diversamente da ciò che si era pensato e teorizzato fino agli anni Settanta, l’autismo non è una patologia psichica dovuta a un’inadeguata relazione affettiva del bambino con i genitori e in particolare con la madre. L’autismo è una vera e propria malattia neurologica che, fin dalla nascita, provoca un deficit nello sviluppo delle capacità cognitive ed espressive, compromettendo funzioni fondamentali come la comunicazione, sia verbale che gestuale, l’apprendimento (anche quello per ‘imitazione’ tipico dei bambini), l’interazione sociale, la capacità di associare fatti e sensazioni e di condividere le emozioni o il gioco. I soggetti autistici, quindi, appaiono isolati non perché siano chiusi in sé ma perché, a causa della loro disfunzione neurologica, non sanno come comuni-
care e ‘leggere’ la realtà che li circonda. Più precisamente, è opportuno parlare di disturbi dello spettro dell’autismo, perché la categoria autismo comprende più di una sindrome. Le statistiche nazionali e internazionali evidenziano, negli ultimi anni, un trend in aumento della popolazione affetta da autismo, e i dati dicono che oggi, in media, un bambino ogni 160 ha almeno un disturbo che rientra nel quadro dell’autismo e che richiede interventi riabilitativi. Nelle sue forme più gravi, l’autismo può colpire fino a 5 bambini ogni 10 mila. Attualmente non esiste una terapia organica per la cura della malattia, che è però al centro di ricerche soprattutto nel campo della genetica. “L’incidenza percentuale dell’autismo, che è una malattia da considerare non rara – sottolinea Giovanna Gambino, responsabile del Centro autismo dell’Ausl 6 – ci ha indotto ad avviare un censimento dei malati autistici nel territorio provinciale con l’obiettivo di formare una specifica banca dati. Tuttavia ci vorrà del tempo per portarlo a termine, anche perché occorrerà rivalutare le diagnosi già esistenti secondo le classificazioni internazionali correnti”. Dall’inchiesta numero 143 – giugno 2009
Si stima che: - ogni 10.000 persone nate 4/5 sono affette da autismo primario media mondiale basata su indagini a larga scala condotte negli Stati Uniti ed in Inghilterra - ogni 10.000 persone 20 sono affette da sindrome autistica o comportamenti autistico-simili media mondiale. È da notare che le stime sull’incidenza dell’autismo variano considerevolmente a seconda del paese, passando da circa 2 ogni 10.000 in Germania, ad addirittura 16 ogni 10.000 in Giappone. Plausibili motivi di discrepanza sul tasso d’incidenza possono derivare da differenti criteri di diagnosi, fattori genetici e/o influenze ambientali. Il rapporto tra uomini e donne è di 4 a 1 - media mondiale. In Italia si suppongono 100.000 persone con autismo. In Sicilia, secondo la valutazione dell’ICD10 si suppongono: - circa 10.000 casi attesi di sindrome autistica - circa 2.000 casi attesi di autismo primario Nel territorio siciliano si stima che ogni 4 soggetti autistici maschi nasce un soggetto autistico femmina.
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Risorsa o minaccia? Al via la patata Ogm. Ed è subito polemica. Nessuna certezza sui suoi effetti. Mancano studi approfonditi
di
R
Questa patata, grazie all’alta concentrazione di amido presente al suo interno, mostra di essere ideale per l’uso industriale, soprattutto per la produzione di carta. Gli scarti del prodotto verranno utilizzati come mangime per gli animali.
Benedetto D’Arcamo
ecentemente, il continuo braccio di ferro tra amici e nemici degli organismi geneticamente modificati (Ogm), è tornato in primissimo piano grazie alla delibera dell’Ue espressa nello scorso mese di marzo. Al via la coltivazione della Amflora, un Ogm brevettato dalla Basf, compagnia chimica tedesca. Viene a cadere di fatto la moratoria di Bruxelles del 1998 che limitava la coltivazione di Ogm al solo mais ‘Mon 810’. Insieme alla Amflora, inoltre, potranno essere presto coltivati tre nuovi tipi di mais. Questa patata, grazie all’alta concentrazione di amido presente al suo interno, mostra di essere ideale per l’uso industriale, soprattutto per la produzione di carta. Gli scarti del prodotto verranno utilizzati come mangime per gli animali. Ed è esattamente questo ultimo uso che accende le polemiche: a causa della presenza di un particolare gene che rende la patata refrattaria a molti antibiotici si è diffusa l’idea che questa resistenza possa esssere trasmessa agli animali, e di conseguenza, il consumo di questa carne da parte della popolazione possa provocare lo stesso carattere refrattario a certi tipi di medicine. Ciò renderebbe molti antibiotici privi del loro effetto, e il rischio di contrarre malattie, anche mortali, salirebbe vertiginosamente.
Contraria da sempre alla coltivazione di Ogm è Green Peace che denuncia pericoli per la salute degli esseri umani e per l’ambiente. Lo stesso ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia, ha firmato un Decreto ‘anti-Ogm’, con il quale ha vietato la coltivazione in Italia del mais geneticamente modificato. Un’azione volta a difendere gli agricoltori in un paese che è stato definito ‘culla della biodiversità’, grazie ai suoi prodotti tipici; più di 4 mila 500. Ma, per quanto la maggiorparte del dibattito sia animato dagli anti-Ogm, esiste chi appoggia l’idea di coltivazioni di prodotti geneticamente modificati: prima fra tutti Confagricoltura, la quale dichiara come da anni, i mangimi destinati agli allevamenti da cui nascono le nostre migliori produzioni alimentari contengano vegetali transgenici e finora pare che nessuno se ne sia accorto. In pratica, una realtà già presente sul territorio e non uno scenario futuristico/apocalittico, come denunciato da molti. Sempre Confagricoltura è inoltre dell’idea che le coltivazioni Ogm possano aiutare numerosi comparti produttivi attualmente in crisi. Posizioni che si discostano da quelle del ministro Zaia, il quale vede gli Ogm come minaccia, piuttosto che come risorsa. Anche EuropaBio, associazione europea delle
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bio-industrie, ha da sempre denunciato che l’agricoltura europea manchi in ‘science-based decision making’ a prescindere dagli Ogm, cioè la mancanza di solidità scientifica delle scelte portate avanti,
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considerate addirittura ostruzionistiche nei confronti di un auspicato processo di ammodernamento di tutto il comparto. Le stesse critiche mosse alla patata Amflora in questi giorni, non mostrano avere alcun riscontro scientifico, ma sembrano rappresentare piuttosto una fobia e un pregiudizio diffuso. Tutte queste dichiarazioni tendono a smentirsi vicendevolmente ed è opportuno pensare che dietro di esse si celino interessi di mercato. Intanto, i consumatori possono soltanto sperare in studi seri e controlli scrupolosi: essere pro o contro gli Ogm non cambia la realtà dei fatti. Ciò che arriva sulle nostre tavole è uguale per tutti.
Sempre Confagricoltura è inoltre dell’idea che le coltivazioni Ogm possano aiutare numerosi comparti produttivi attualmente in crisi. Posizioni che si discostano da quelle del ministro Zaia , il quale vede gli Ogm come minaccia, piuttosto che come risorsa.
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Ciascuno ha il peso che si merita Tempo d’estate, comincia la ricerca di una dieta miracolosa che consenta di dimagrire senza troppe rinunce di
La scienza della nutrizione studia la qualità e la quantità degli alimenti necessari alla salute e al benessere. Alcune sostanze sono costituenti essenziali di ogni ‘dieta’
A
Alessandra Muschella
rriva l’estate e i telefono dei dietologici sembrano acquisire vita propria. Squillano in continuazione, così come il campanello d’ingresso e le agende si zeppano di appuntamenti, mentre il cassetto della reception si colma di Euro. Buona parte dei pazienti appartengono alla categoria di coloro che si ripresentano a intervalli regolari, fuduciosi dei risultati ottenuti solo con quel medico, anche se non sono durati abbastanza…., ma non certo per colpa del dietologo, che rimane unico e inimitabile. Gli altri sono quelli dell’ultima ora, quelli che corrono tutto l’anno senza avere il tempo di guardarsi allo specchio e scoprono solo alla prova costume di avere messo su chili di troppo. Ma tutti, in comune, hanno un’idea fissa: sono alla ricerca del peso ideale, frase che riempie i loro pensieri e la loro bocca anche se non sanno cosa sia. Non sanno che non esiste un peso ideale valido per tutti, che si tratta in buona parte di un’astrazione non riconducibile al piano pratico, o fanno finta di non saperlo… tanto basta andare dal dietologo, che troverà la giusta ricetta-panacea per ottenere un corpo da modelli. Che dire, allora? La dicitura peso ideale non ha un significato biologico, a meno che non si intenda riferirsi a quello per il quale ciascun individuo è predisposto sin dalla nascita. Non si tratta quindi di raggiungere un
peso calcolabile in base a un complesso rapporto fra età, altezza e in riferimento al sesso, ma piuttosto, di assecondare la ginetica. La natura ha infatti provveduto a munirci di un corredo cromosomico, il nostro patrimonio genetico, che contiene tutte le possibili informazioni sul come saremo come individui, sia sul piano fisico che mentale, dalla conformazione delle dita alla schizofrenia, alla predisposizione all’infarto, al diabete… e tanto altro ancora. Dove troviamo, quindi, spazio per le tanto decantate diete? Il professore Nello Bongiorno, responsabile del Servizio disturbi del comportamento alimentare presso la struttura sanitaria universitaria Policlinico di Palermo sostiene convinto che la dieta è solo una truffa miliardaria. “E’ invece utile e urgente – dice Bongiorno – cambiare quelle abitudini alimentari ipercaloriche che sono frutto della società del benessere e che, sole, possono ricondurre il nostro organismo verso un apporto equilibrato, consentendo al nostro corpo l’omeostasi”. Questo termine, coniato da W.B. Cannon per descrivere i vari dispositivi fisiologici che servono a ripristinare lo stato normale, quando sia stato alterato o disturbato, si basa sull’osservazione che il reale ambiente delle cellule dell’organismo è rappresentato dal compartimento interstiziale del liquido extra cellulare (Lec). Poiché la normale funzione delle cellule dipende dalla costanza di questo liquido, non sorprende che negli animali superiori si siano sviluppati numerosissimi meccanismi regolatori, per mantenerla. (Le proprietà tampone dei liquidi dell’organismo e gli aggiustamenti renali e respiratori di fronte ad eccessi
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saluteinforma di acidi o di alcali sono esempi di meccanismi omeostatici). Molti di questi meccanismi operano secondo il principio del ‘feed-back’ negativo (controreazione): le deviazioni da un dato punto normale sono sentite da un ‘detector’, che invia segnali che promuovono cambiamenti compensatori, sino a quando il punto normale non sia stato nuovamente raggiunto. La scienza della nutrizione studia la qualità e la quantità degli alimenti necessari alla salute e al benessere. Alcune sostanze sono costituenti essenziali di ogni ‘dieta’ per l’uomo: un’alimentazione ottimale comprende adeguate quantità di calorie (necessarie a bilanciare l’energia spesa come lavoro e come calore – quest’ultimo a ricordare che siamo animali a sangue caldo, con una regolazione costante della temperatura corporea: la febbre è un segnale d’allarme, un eccesso di calore da disperdere) fornite attraverso l’introduzione, con il cibo, di proteine, carboidrati, grassi, minerali, vitamine e acqua. Tutti essi sono necessari, nessuno escluso: se le entrate sono insufficienti vengono consumati proteine e grassi di riserva, con perdita di peso, se eccessive si ha l’accumulo di peso, fino all’obesità. Nel corpo umano esiste una piccola struttura encefalica, posta nell’ipotalamo, composta da due minuscole aree, una detta centro della fame e l’altra centro della sazietà, che sembra accertato siano sotto il controllo di un cromosoma particolare, il cui compito è quello di mantenere una certa stabilità del nostro peso corporeo. Ma la fisiologia deve pur sempre fare i conti con l’imprevedibilità dei meccanismi mentali dell’individuo, e così non tardiamo a scoprire che le trasgressioni alimentari sono spesso dettate dal canalizzare sul cibo ansie e malumori, gioie e dolori, stress. E che dire, poi, dell’imposizione all’immaginario collettivo di questa società opulenta ed edonistica di un modello corporeo esclusivamente giovanile, bello, sinuoso, ma esile per le donne, muscoloso e armonico per gli uomini? Finiremo, a furia di inseguire il mito che inseguiva Dorian Gray, con il costruire
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un essere umano di plastica, un replicante all’infinito, doverosamente e obbligatoriamente perfetto, sempre giovane sino alla soglia della vecchiaia. Utopia pura, ma i germi di questa nuova malattia, vera nevrosi collettiva, sono ormai in azione. Dal numero 109 de l’inchiesta Sicilia – luglio 2005
le DIETE Con l’approssimarsi della bella stagione, la tendenza dilaga, fino ad assumere le sembianze di una vera e propria epidemia. Così tutti, alle prese con bilance di precisione, incubi notturni e visite di soppiatto al frigorifero o alla dispensa di casa; prima abbagliati dal miraggio di acquisire linee corporee armoniose, poi attanagliati dai morsi della fame e, infine, dai rimorsi, intesi come sensi di colpa per non essere riusciti a non cedere alle lusinghe di un bel piatto di pasta ben condito o di un allettante e monumentale gelato. Nel caso, poi, di diete fai-da-te, si incorre fatalmente nel non tenere conto del rapporto ‘massa magra-massa grassa’, col risultato di perdere di peso, ma a scapito della massa muscolare e non della ciccia, che, sorniona, torna a fare capolino e mostra di sé in quei bei rotolini (o rotoloni). I magazine, poi, si sbizzarriscono nel proporre le tendenze più fantasiose, aggravando ancora di più la confusione nei lettori: diete a punti, diete a zona, dissociate, macrobiotiche, a base di sola frutta e giù così, fino a quelle estemporanee da improbabili dietisti dell’ultima ora. Solo una cosa sembra improbabile da raggiungere: fare cambiare radicalmente le abitudini alimentari e dietetiche, quelle da osservare tutto l’anno, E allora, viva la dieta, ma solo pensata.
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Libere di scegliere di
Patrizia Camedda
I consultori in Italia festeggiano il loro trentesimo compleanno. L’approvazione della legge 405 del ’75 sanciva, infatti, 30 anni fa, l’istituzione dei centri consultori familiari, centri polivalenti di cura e ascolto dedicati alle donne e alla loro sessualità
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iù di duemilacinquecento, ad oggi, i consultori distribuiti sul territorio italiano, vere teste di ponte, per usare una metafora bellica, dove è possibile sperimentare una funzionale ed efficace sinergia: ostetriche e infermieri, assistenti sociali e pediatri, ginecologi e psicologi. La loro dislocazione e funzionalità, però, è del tutto disomogenea, rivelando ancora una volta come il territorio nazionale soffra del male a macchia di leopardo. Restituendoci una fotografia del bel paese che mortifica ogni speranza di equità, i servizi essenziali mancano proprio da dove più forte è il bisogno. Buoni risultati nel Centro Nord convivono con veri drammi al Sud. Nel 2002 a Perugia, al 78esimo congresso nazionale Sigo (Società italiana Ginecologia e Ostetricia) è emerso che i consultori, adeguatamente potenziati, sono servizi integrati di base per la promozione della salute, a partire da quella riproddutiva. Cosa accade se i Servizi sul territorio cominciano a latitare? A farne le spese sono soprattutto l’informazione e la prevenzione.
Un’indagine della Sigo, condotta su un campione nazionale di 2 mila donne tra i 15 e i 45 anni, evidenzia che solo la metà di essa usa metodi anticoncezionali (53 per cento); da ciò ne discende che il 47 per cento delle italiane non ne usa nessuno e non previene gravidanze non attese. Altro dato allarmante che emerge dalla stessa ricerca è che la scelta del metodo contraccettivo si basa essenzialmente sul fai da te, soprattutto per quanta riguarda le giovanissime. Anche le siciliane si orientano nella scelta del metodo contraccettivo tra consigli delle amiche, giornali e internet. Le donne siciliane risultano bene informate sulla pillola in special modo e su altri anticoncezionali in genere, ma allo stesso tempo questa informazione non incide sui comportamenti messi in atto, solo il 13 per cento di esse sceglie la pillola come metodo. Le donne siciliane si situano al di sotto della già bassa media nazionale con il 46 per cento (meno della metà) di esse a utilizzare metodi anticoncezionali. Tale panorama ovviamente offre un amaro contraltare se, e i dati lo indicano chiaramente, fallisce l’istanza preventiva dell’informazione e contraccezione. Quello a cui si assiste è ancora un uso massivo del ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza come metodo di controllo delle nascite. Le interruzioni volontarie di gravidanza si attestano in 130 mila l’anno in Italia, 9 mila in Sicilia. Ma ci sono cifre che ci parlano di un dramma nel dramma: il ricorso all’aborto clandestino. Ancora non sono stati raggiunti gli obiettivi della legge 194. Questa si poneva come scopo, l’eliminazione dello stesso, stimato prima dell’introduzione della legge in 250
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mila casi l’anno. I dati più recenti parlano di 20 mila ogni anno in Italia; 1500 in Sicilia, soprattutto giovani donne e adolescenti ricorrono ai canali clandestini. Il mondo sommerso delle mammane, che con mezzi casalinghi e pericolosi ponevano fine alle gravidanze indesiderate, è diventato sempre più nascosto, tanto da essere dimenticato dalla maggiorparte delle persone. Stessa sorte è toccata ai cucchiai d’oro (dallo strumento utilizzato, una sorta di cucchiaino metallico con cui si effettuava la pulizia dell’utero) così venivano definiti i medici che praticavano l’aborto a chi poteva permettersi le esorbitanti parcelle delle cliniche private. I 1500 casi di aborti clandestini stimati per la Sicilia parlano anche di aborti offerti al prezzo di 500 euro per ogni mese di gravidanza e fanno riferimento soprattutto ad adolescenti spaventate che rivolgendosi alle strutture pubbliche non riescono ad avvalersi di un loro diritto. Molti gli ostacoli frapposti tali da impedirne l’esercizio, annoveriamo, tra essi, anche quello dei medici obiettori di coscienza. Tale fenomeno in Sicilia deve pur avere la sua rilevanza se l’ospedale Ingrassia ha presentato un progetto chiamato aborto itinerante: un gruppo di
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medici di Palermo che si prenderebbe carico di fare il giro della provincia per praticare l’aborto. Che la materia sia controversa e contraddittoria, lo si evince anche da casi esemplificativi come la dichiarazione rilasciata dal ministro Storace in cui dice che la legge 194 non va toccata. E di fatto non la toccheranno, ma va attuata la parte relativa alla prevenzione rispetto a quella inerente l’aborto. Nei fatti è proprio una grande incongruenza, l’incapacità di dare seguito a quel che di corretto è già stabilito. Una legge, la 194, all’avanguardia che ha come caposaldi l’informazione e la prevenzione. L’intenzione del legislatore era di sorvegliare l’evoluzione del fenomeno che si auspicava dovesse dominuire, una volta espressa nella legalità, l’abortività clandestina. Tale risultato è stato ottenuto a seguito di una maggiore diffusione delle conoscenze, delle consapevolezze e delle competenze riguardo i metodi per la procreazione responsabile. L’ultima agghiacciante riflessione è su un fenomeno che per sua natura sfugge anche alle stime approssimative; tutto il sommerso dell’immigrazione clandestina Dal numero 114 de l’inchiesta – Luglio 2006
Sempre Confagricoltura è inoltre dell’idea che le coltivazioni Ogm possano aiutare numerosi comparti produttivi attualmente in crisi. Posizioni che si discostano da quelle del ministro Zaia , il quale vede gli Ogm come minaccia, piuttosto che come risorsa.
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