Parigi

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Parigi sotto la pioggia sotto

Negli anni '20

tratto da

Midnight in Paris



Come artista

un uomo non ha altra patria che Parigi

Parigi

Quale posto migliore per sognare? A me è successo in un altro modo: A mezzanotte ai piedi di una lunga scalinata, accompagnato dai miei pensieri e da qualche bicchiere di vino di troppo.


Catapultato nel 1920 Luci, colori, spensieratezza che corre per le strade come un sottile filo di vento, e mi trovo magicamente colpito. Trascinato da un vortice di vitalità improvvisa, non so da dove nasce ma c’è. Mi lascio cullare dal pensiero di trovarmi in una città così fantastica in un momento così unico qui tutto è eccezionale!

Dimmi se non è incredibile!

Immaginatela negli anni ‘20. Parigi negli anni 20.


La ville Lumière Il decennio che va dalla fine della prima guerra mondiale fino al crollo della borsa di Wall street nel 1929 fu vissuto dai contemporanei come un’epoca di profonda trasformazione nei costumi, di voglia di vivere e spensieratezza. I sopravvissuti alla catastrofe della prima guerra mondiale, avevano la sensazione di vivere in un altro mondo.


È l’epoca della tecnologia, dei lampioni a gas che illuminano le città, del telefono automatizzato, l’aereo comincia a collegare i continenti, i grandi piroscafi e i treni permettevano lunghi viaggi senza rischi. Abbiamo la prima trasmissione radio dalla torre Eiffel nel 1921, la televisione fa i suoi primi passi sperimentali, l’autovettura prende definitivamente posto al calesse, nelle scienze Einstein e Bohr negli stessi anni prendono premio nobel per le ricerche sull’atomo e nel 1928 si scopre la penicillina mettendo appunto molti nuovi vaccini.

Paris in the 1920s


Il perfezionamento del cemento armato trasforma l’architettura, il cinema inizia a prendere piede e a diventare alla portata di tutti, si diffonde l’abitudine di andare nei ristoranti, nei café, di vivere in fretta, di apprezzare la pubblicità, il lusso, tutto ciò che è eccentrico.

Ci si entusiasmò molto in fretta per questa nuova tendenza che rovesciava molti tabù e relegava nel dimenticatoio convenzioni e riti che si credevano intoccabili.



The man that can’t visualize a horse galloping on a tomato is an idiot. Andre

La rivoluzione

Breton

Surrealista


Dettato del pensiero, in assenza di ogni controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale.

Niente piu pittori, ne letterati, ne musicisti,

ne scultori, ne religioni, ne repubblicani,

ne realisti, ne imperialisti, ne anarchici,

ne socialisti, ne bolscevichi, ne politici, ne proletari, ne

democratici, ne borghesi, ne aristocratici,

ne eserciti, ne polizia, ne patrie, insomma basta

con tutte queste imbecillaggini, piu niente, piu niente!

Niente, Niente, Niente!

Andre

Breton


“Parigi, Anatole France scrittore celebre e unanimemente rispettato, muore. Le sue esequie daranno Lugo ad una cerimonia nazionale. Parigi è in mezzo a una folla silenziosa e impressionata dall’apparato rituale.”

Compare un Pamphlet: “Un cadavere” Eppure colui che è appena scomparso non era molto simpatico. Non ha pensato che al proprio interesse, alla propria salute cagionevole. Attendeva la morte, sembra. È una bella soluzione. Aparte questo sul serio, che cosa ha fatto? Che cosa ha pensato? Poiché oggi non si tratta che di deporre alloro su una bara, che essa sia il più pesante possibile e che si soffochi questo ricordo. Avete mai schiaffeggiato un Cadavere?



Magritte Renè

«Le immagini vanno viste quali sono, amo le immagini il cui significato è sconosciuto poiché il significato della mente stessa è sconosciuto.»


Golconda, 1953 Magritte

gritte

R.Ma


Golconda L’opera raffigura un normale paesaggio urbano da un cielo di un azzurro neutro, a dei classici tetti rosso mattone. Sono presenti una serie di uomini tutti uguali, fatta eccezione per le dimensioni, e collocati apparentemente in ordine sparso. Dietro ad una raffigurazione semplificata, dalla scelta del cielo a quella del personaggio, Magritte vuole descrivere a caratteri simbolici la nuova società borghese ambientata nelle città, come questa abbia appiattito l’uomo trasformandolo in un Golconda cioè nell’usuale impiegato con la bombetta, simbolo generale del piccolo borghese di quegli anni. I vari personaggi vanno a riempire questo scorcio di città e differenziandosi solamente nelle dimensione, rappresentante il successo ottenuto in questo nuovo mondo. Chi è posizionato in primo piano, se comparato con chi si trova nelle retrovie, non ha alcuna differenza.

L’uomo e sempre meno persona e sempre piu lavoratore.



DaDa

a gnifica null si n o n a d a D

Il primo pensiero che ronza in questi cervelli è di ordine batteriologico: trovare l’origine etimologica, storico, o per lo meno psicologico. L’opera d’arte non deve rappresentare la bellezza che è morta.

Così nacque DADA da un bisogno d’indipendenza. Quelli che dipendono da noi restano liberi. Noi non ci basiamo su nessuna teoria. Ne abbiamo abbastanza delle accademie cubiste e futuriste, laboratori di idee formali. Forse che l’arte si fa per soldi e per lisciare il pelo dei nostri cari borghesi? Le rime hanno il suono delle monete. Il ritmo segue e il ritmo della pancia vista di profilo.


Dada ha messo in dubbio e stravolto le convinzioni dell’epoca: dall’estetica artistica, fino alle ideologie politiche. Gli artisti erano volutamente irrispettosi, stravaganti, provavano disgusto nelle buone e accreditate usanze del passato che avevano portato al conflitto della prima guerra mondiale.


Mentre i cannoni tuonavano in lontananza, noi dipingevamo, recitavamo,componevamo versi e cantavamo con tutta l’anima. Eravamo alla ricerca di un arte elementare capace di salvare l’umanità dalla follia.



Ray

Man

“Ad un creatore è sufficiente un solo entusiasta per giustificarlo”


Ladder and shoe 1925


mobile of Cocteau 1926


Le Baiser (The Kiss) 1930


Rayography “Champs délicieux” n°08


Self-Portrait with Half Beard, 1943

nitzky M. Ray

E.Rud


Perché? A chi importa? A chi non importa? Dada è morto. O è ancora vivo. Non possiamo far rivivere qualcosa che è vivo come non si può rivivere tutto ciò che è morto. Dada è morto? Dada è vivo? Dada è dadaismo.



Décadent In campo letterario, già molto prima, dalla seconda metà dell’800, i poeti sentono questo radicale mutamento che stava avvenendo nella società. Si formò un nuovo movimento artistico letterario che prese il nome di decadentismo. L’intellettuale rifiuta la uova società


L’intellettuale incomincia a rifiutare tutta la nuova società, dalla politica all’atteggiamento rivendicativo delle masse. Si chiude in un solitario, aristocratico culto dell’arte fine a se stessa. Esalata nuovi valori, irrazionali, istintivi, inconsci basati sull’individualismo esasperato, sul mito del bello, sulla disperazione esistenziale e sul rifiuto radicale della storia e della scienza.


« bisogna fare la propria vita come si fa un’opera d’arte […]. La superiorità vera è tutta qui. […]. La volontà aveva ceduto lo scettro agli istinti; il senso estetico aveva sostituito il senso morale. Codesto senso estetico […] gli manteneva nello spirito un certo equilibrio. […] Gli uomini che vivono nella Bellezza, […] che conservano sempre, anche nelle peggiori depravazioni, una specie di ordine. La concezione della Bellezza è l’asse del loro essere interiore, intorno a cui tutte le loro passioni ruotano. » G. D ’Annunzio, il pioacere



Presente l’esito

Guardare al passato.

Vivere in anni meravigliosi è una poesia scritta apposta su ognuno di noi. Un’epoca precedente a dir poco perfetta al ricordo e all’apparenza, ma se ci soffermssimo anche solo per un istante ad analizzare la realtà dell’epoca, a cosa sarebbe davvero significato vivere in quegli anni, alla vita che la maggior parte delle persone conduceva, ci troveremmo difronte ad un’immagine totalmente differente.


Fonti Gli Anni Ruggenti (1919-1929) Annie Goldmann Ed Giunti Milano 1994 Midnight in Paris 2011 scritto e diretto da Woody Allen. Alphonse Boudard La nuit de Paris Editions Pierre Bordas et Fils 1994 www.novcentoletterario.it www.wikipedia.it www.manraytrust.com J’aime la France Capolavori della fotografia da Nadar a KertÊsz 1855-1985 Ed Mazzotta Milano 1998




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