Estate 2017 � 7,90
Architettura, politica, arte e protagonisti delle grandi capitali del passato
LA STORIA DEL MONDO IN
Sped. in A. P. - D.L. 353/03 art. 1, comma 1 NE/VR
20 CITTà
Gerico delle origini • Atene di pericle • Roma imperiale • Il primo califfato di baghdad • venezia e il dominio sui mari • Firenze culla del rinascimento • Amsterdam dei mercanti • londra vittoriana • parigi belle époque • L’età dell’oro di vienna • la ruggente new york
LA STORIA DEL MONDO IN 20 CITTà 58 il
tempio nella giungla
pag. 54
Realizzato nove secoli fa in Cambogia dal re Suryavarman II. Per accelerare fu costruito partendo contemporaneamente dai quattro lati.
60 sulla
pag. 60
potenza
pag. 68
casa dei patrizi veneziani
pag. 82
firenze delle meraviglie
pag. 120
di brunelleschi
in piazza
4
130 la
terra promessa
all’ultimo piano
I retroscena della gara per la costruzione dell’edificio più alto del mondo, nella New York del primo Novecento.
state building
140 berlino
città dei mercanti
Amsterdam e il dominio dei mari.
tra luci e ombre
Rembrandt, il pittore olandese, ebbe una vita in chiaroscuro, costellata di tanti successi e grandi dolori.
secessione a vienna
Fu costruito in 14 mesi, con la media record di 14 piani ogni 10 giorni. Oggi un migliaio di aziende hanno sede all’interno del grattacielo.
Piazza della Signoria a Firenze: sede del consiglio cittadino, ma anche luogo deputato alle pubbliche esecuzioni.
96 vita
120 la
138 empire
Fu la prima archistar della Storia e con il suo genio diede il via al Rinascimento.
92 la
parigi ottimista
La rivoluzione urbanistica di Haussmann plasmò la città dandole il volto che ha ancora oggi.
134 corsa
Come vivevano e lavoravano gli artisti nella culla del Rinascimento italiano e il ruolo dell’arte nella città dei Medici.
90 morte
118 la
New York per migliaia di emigranti era un sogno che s’infranse nella miseria della Grande depressione.
76 la
82 l’uovo
di fine secolo
Prima della Grande guerra la capitale imperiale divenne un laboratorio di idee che rivoluzionò il pensiero occidentale.
74 a
Le nozze di Cana, uno dei capolavori dell’arte italiana, è un campionario del lusso esibito in un banchetto veneziano.
110 illusioni
Splendori e lati oscuri della Belle Époque: un’epoca sfavillante che si concluse con la Grande guerra.
califfato da favola
Ricchi e spregiudicati, ma anche saggi e previdenti. Per più di cinque secoli, i veneziani dominarono il Mediterraneo.
fascino del dandy
Oscar Wilde l’esteta amato da uomini e donne che sedusse i salotti londinesi.
Dall’VIII secolo il vasto territorio della dinastia degli Abbasidi aveva il suo cuore a Baghdad, la “città della Pace”.”
68 serenissima
vittoriana
Edifici pubblici, quartieri residenziali e sovraffollate baraccopoli: la capitale inglese e la rivoluzione industriale
106 il
via della seta
Voluta da Tamerlano nel 1370, Samarcanda per due secoli fu crocevia di commerci e sapere.
64 un
100 londra
pag. 140
est
Divisi da un Muro: la linea di separazione tra Est e Ovest fu il simbolo di un’epoca che segnò un’intera generazione cresciuta sotto il segno del socialismo. Ma come si viveva davvero in quegli anni?
146 letture
LA STORIA DEL MONDO IN 20 CITTà
C
osa hanno in comune la Gerico delle origini, la colta Atene di Pericle e l’affaccendata Venezia dei mercanti? La caotica Roma del I secolo, l’ordinata Parigi dell’urbanista Haussmann e la Berlino divisa dalla Guerra fredda? Apparentemente non molto, se non la vicinanza a un corso d’acqua, parecchie ambizioni architettoniche e ardite soluzioni difensive: dalle prime mura della Storia, edificate a Gerico, a die Mauer, il muro per eccellenza, che divideva Berlino. Il filo rosso che accomuna le protocittà alle moderne metropoli è l’aver costituito un mondo a sé, nel quale uomini e donne si sono identificati in valori comuni che hanno generato un senso di appartenenza a una cultura condivisa. Vedi il paradossale fenomeno Ostalgie (nell’articolo su Berlino Est): nostalgia per un socialismo, subìto e odiato, ma dove valori come solidarietà e welfare erano una certezza. Proprio oggi che guardiamo con terrore alle capitali europee e abbiamo escluso mezzo mondo dalla nostra wish list delle vacanze è confortante pensare che le metropoli del passato abbiano superato invasioni, guerre civili, rivoluzioni e crac economici, per poi risollevarsi. Quindi, in attesa di tempi migliori, godetevi comodamente da casa questo giro del mondo in 17 città (oltre alle immancabili Gerusalemme, Mosca e Shanghai citate nell’intervista dallo storico Franco Cardini) che hanno segnato la nostra Storia. Paola Panigas, redattore 6 metropoli
nella storia
Le città che hanno rappresentato al meglio il loro tempo.
10 capitali
36 megalopoli
pag. 22
della cultura
42 l’ombelico
le mura di gerico
26 oasi
48 un pomeriggio alle terme
Un complesso che poteva ospitare fino a tremila persone.
al cielo
Babilonia, capitale del più grande regno mesopotamico e culla di una civiltà all’avanguardia.
50 la pag. 28
tra terra e cielo
54 i
vediamo all’agorà
Viaggio alla scoperta dell’Atene di Pericle: la città che ha inventato la democrazia e la filosofia e l’edilizia pubblica.
roma d’oriente
Nel 330 Costantino I mise gli occhi su Bisanzio: la chiamò la Nuova Roma, ma per tutti fu Costantinopoli.
I giardini pensili di Babilonia.
28 ci
del mondo
Colorata e multietnica, ma anche sporca e pericolosa. Duemila anni fa Roma era già una vera e propria metropoli.
Una delle più antiche città del mondo, resa celebre dalla Bibbia.
22 sfida
d’egitto
Quando Alessandria era la capitale del regno di Cleopatra.
I centri urbani ad alto tasso di genialità.
16 sotto
Uno scorcio di Times Square, quando la celebre piazza si chiamava ancora Longacre Square.
pag. 36
segreti di angkor
La civiltà Khmer che abitava queste terre creò i suoi templi sulla base di una combinazione tra buddismo e induismo: nacque così, in Cambogia, la capitale di un florido regno.
copertina: GETTY IMAGES
3
le origini
sotto le mura di
gerico
N
Alla scoperta dei segreti di una delle più antiche città del mondo, resa celebre dalla Bibbia
le prime mura
bridgeman /mondadori portflio
La caduta di Gerico secondo l’artista Tamas Galambos.
ella Bibbia, solo la volontà divina permise agli Ebrei di far cadere le sue mura inespugnabili. Ci volle un’operazione di spionaggio, un lungo rituale (sette giri attorno alla città, sette sacerdoti, sette trombe e il grido di guerra del popolo di Israele) ma alla fine, con il provvidenziale aiuto di Dio, le mura di Gerico vennero giù, permettendo agli Israeliti di sterminarne gli abitanti (tutti tranne la prostituta Raab, alleata degli assedianti). Ma la storia di Gerico è anche molto altro e sotto le sue mura (quelle vere, non quelle bibliche) gli archeologi hanno trovato le tracce di una vicenda plurimillenaria. Di recente Gerico ha festeggiato i suoi primi 10mila anni: veneranda età, che ben pochi altri siti archeologici del Pianeta possono vantare. Oltre al record di prima città, Gerico rivendica (ma non tutti sono d’accordo) anche le prime mura urbane, i più antichi mattoni, le prime prove di un culto dei morti in una città e un ruolo determinante nella domesticazione di piante e animali, punto di svolta della civiltà. Mito o realtà? Ma torniamo un attimo alla Bibbia. Lì Gerico è la prima città incontrata e conquistata dal popolo di Israele quando, dopo l’esodo dall’Egitto, sta per arrivare nella Terra promessa sotto la guida di Giosuè. Ma come andarono realmente le cose? All’epoca (intorno all’XI secolo a.C.) Gerico era il baluardo che a nord del Mar Morto sorvegliava l’accesso alla Palestina. Una porta attraverso cui il popolo ebraico doveva per forza passare. Gli archeologi dapprima pensarono di aver trovato una parziale conferma alla versione della Bibbia: scavando (fin dal 1868) a nord del Mar Morto avevano scoperto non lontano dalla Gerico moderna una città fortificata le cui tracce provavano molte ricostruzioni nei secoli. Ma a distruggerla a ripetizione non erano stati gli Ebrei, bensì i faraoni egizi, come dicevano diverse fonti. Un altro dato poi non tornava: l’ultima rovinosa caduta era avvenuta, dicono gli scavi, nel XV secolo a.C., quattro secoli prima dell’Esodo. Giosuè, arrivando a Gerico, avrebbe trovato solo rovine. E quello biblico sarebbe un racconto simbolico, ispirato dalla fama di Gerico “città delle mura” e “porta del Levante”. La storia di Gerico era cominciata dunque molti secoli prima. Ma è altrettanto affascinante. Gerico fu uno dei primi insediamenti stabili dell’umanità, abitato per 10mila anni, già protetto da una cinta muraria quando ancora non esistevano la scrittura e neppure la ceramica, con una comunità che iniziava a coltivare le piante e ad allevare il bestiame. Se oggi la maggior parte della popolazione della Terra abita in grandi città, si deve anche a quel processo iniziato in Palestina. 17
GRECIA
“Qui ad Atene noi facciamo così”, tuonava Pericle dalla sua polis.
ci vediamo
la collina dei templi
Una ricostruzione dell’acropoli ateniese, com’era nel V secolo a.C., sotto il governo di Pericle. Al centro la statua di Atena e alle sue spalle il Partenone, intitolato ad Atena parthénos (“giovane”, “vergine”), dove era custodita una statua in oro e avorio dedicata alla divinità.
all’agorà
altair4 multimedia
Viaggio nella città che ha inventato la democrazia e la filosofia
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la porta d’oriente
Ricchi e spregiudicati, ma anche saggi e previdenti. Così, per più di cinque secoli, i veneziani dominarono il Mediterraneo
serenissima
potenza
68
cio e Oriente, a fare della Serenissima la superpotenza economica e diplomatica d’Italia dal Medioevo al Rinascimento. Ricchi fuggiaschi. «Venezia nacque in maniera davvero singolare», spiegava Ennio Concina, autore di molti libri sulla storia veneziana, «grazie a un’aristocrazia fondiaria che però non aveva nulla a che vedere con il feudalesimo. Era anzi una classe gelosa della sua indipendenza dagli altri poteri dell’epoca, impero e papato. E questa caratteristica dominerà tutta la sua storia». A fondare Venezia furono infatti, nel VI secolo, i profughi provenienti dalle ricche città di Altino, Aquileia, Eraclea e Grado, che fuggivano dalle invasioni prima dei Goti e poi dei Longobardi. Sulle isole della Laguna si rifugiarono anche famiglie di possidenti terrieri e mercanti, che mantennero sempre rapporti con le loro proprietà e attività economiche, affrancandosi però dal potere politico e religioso in vigore sulla terraferma. E sfruttando la loro posizione strategica per unire l’Oriente all’Occidente. All’inizio le piccole imbarcazioni veneziane facevano la spola per vendere il sale della Laguna in cambio del grano della pianura, ma poi i commerci si estesero anche al legname, ai metalli, agli schiavi dell’Est e alle spezie e alle stoffe pregiate orientali. Nel periodo di massimo splendore, nei mercati veneziani si trovava qualsiasi tipo di merce fosse in commercio, dallo storione del Volga alla lana delle Fiandre. La vita fra le calli. I veneziani non si riconoscevano in fazioni – come accadeva invece a Firenze e in altre città dell’epoca fra guelfi e ghibellini – ma solo nell’emblema del leone di san Marco. I meccanismi elettorali a Venezia erano pensati proprio per evitare divisioni tra partiti e candidati, e molte cariche erano distribuite per sorteggio (vedi riquadro nelle pagine successive). Nei sestieri intorno a Rialto viveva una società in cui, almeno nelle prime fasi della sua
piazza affari
Il Palazzo Ducale di Venezia, cuore politico e finanziario della Serenissima, in un dipinto ottocentesco.
LEEMAGE/Mondadori portfolio
Q
uando i pirati dalmati videro arrivare davanti alle loro basi una flotta di galee armate, la sorpresa fu grande. Sugli alberi di quelle navi sventolava infatti un gonfalone che nessuno fino ad allora conosceva, e che raffigurava un leone alato che reggeva con la zampa un libro. Era il leone di san Marco, il simbolo scelto dal doge Pietro II Orseolo per proteggere la flotta della repubblica veneziana. Da quel giorno nel lontano 998 – ma secondo alcune fonti l’episodio sarebbe avvenuto nel 999 o nel 1000 – i nemici e gli alleati di Venezia impararono che quando il libro sotto la zampa del leone aveva le pagine aperte significava che la Serenissima era in pace, quando invece era chiuso era un segnale di guerra. Il leone di san Marco sventolerà per i successivi otto secoli su molte città e porti, dall’Adriatico allo Ionio, dall’Egeo al Mar Nero; ma anche nell’entroterra, da Udine all’Istria e fino a Bergamo e Cremona, nella Pianura padana. Non fu solo un segno di dominio e di potenza, ma anche un emblema di tolleranza e buon governo. Tanto che il poeta Francesco Petrarca (1304-1374) considerò Venezia “unico albergo di giustizia e di pace; unico rifugio dei buoni e solo porto a cui, sbattute per ogni dove dalla tirannia e dalla guerra, possono riparare a salvezza le navi degli uomini che cercano di condurre tranquilla la vita”. All’apice del suo sviluppo, la città lagunare fu infatti considerata dai suoi contemporanei come un modello di Stato assai particolare, dove i conflitti sociali erano quasi inesistenti e tutti godevano della massima libertà e potevano contare su un sistema di giustizia efficace. Anche il doge, che governava la città, era subordinato alla stessa legge. E se qualcuno usciva perdente da una contesa politica, immediatamente riconosceva la sconfitta e si metteva al servizio del vincitore. Ma furono i due elementi chiave, commer-
Belle époque
Feste sfrenate
In questo dipinto di José García y Ramos (1852-1912) un uomo in frac e una dama elegantissima lasciano una festa, tra sfaccendati e vetturini. I balli della Belle Époque sono uno dei simboli di un tempo che viene ricordato come spensierato e ottimista.
Splendori e lati oscuri della Belle Époque: un’epoca sfavillante,
illusioni di
fine art images/alinari archivi
di invenzioni e progresso che si concluse con la Grande guerra
fine secolo 111
Sol90
italia
la
firenze delle
meraviglie
Come vivevano e lavoravano gli artisti nella culla del Rinascimento italiano: le botteghe, i rapporti fra “ragazziâ€? che si chiamavano Leonardo o Botticelli, e il ruolo dell’arte nella cittĂ dei Medici
cuore della città
Piazza della Signoria è stata il centro della vita cittadina per secoli. In origine sede della signoria (il consiglio cittadino), nel 1540 Cosimo I de’ Medici la trasformò nella sua dimora (diventò Palazzo Ducale). E qui l’arte era sotto gli occhi tutti: nella loggia venivano esposte le sculture della collezione dei Medici.
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architettura
I retroscena della gara per la costruzione dell’edificio più alto del mondo, nella New York del primo Novecento
CORSA ALL’ULTIMO PIANO
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Getty Images
Pausa in quota
Operai sull’Empire State Building. Al grattacielo lavorarono tra le 2.500 e le 4.000 persone al giorno.