DICEMBRE 2018
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29 SETTEMBRE 2018 - NON VENDIBILE SEPARATAMENTE DAL NUMERO DI FOCUS STORIA IN EDICOLA, * PREZZO RIVISTA ESCLUSO
VIAGGI NEL TEMPO I GRANDI LUOGHI DELLA STORIA
Taj Mahal India: la storia e i segreti del monumento all’amore più famoso al mondo
L’età d’oro di Petra, la città-labirinto
I record della Transiberiana
Machu Picchu: a due passi dal cielo
SOMMARIO
4 Immagini dal mondo Dal Pakistan alla Colombia, passando per Russia
e Austria.
12 Petra crocevia di civiltà
Nascosta tra le gole della Giordania, la perla dei Nabatei è un esempio di architettura e ingegneria.
20 L’acropoli di Atene
La cittadella sacra è il simbolo della civiltà greca.
22 I misteri di Machu Picchu
Imperatori, sacerdoti, vergini, mummie e cacciatori di tesori: la storia della città perduta degli Inca è un enigma ancora irrisolto.
34 Le chiese della Cappadocia
Difficile credere che sia stato l’uomo a traforare i pinnacoli delle montagne anatoliche, ma i buchi che si vedono nella roccia sono chiese medioevali.
40 Sipario sul Globe
Fra ’500 e ’600, in Inghilterra, il teatro appassionava tutti: dal popolo alla corte (regina inclusa).
42 Taj Mahal, un amore da mille e una notte
22 Machu Picchu
Le rovine della città sacra costruita dagli Inca a più di 2.400 metri di altitudine. Aveva più di cento edifici, 3.200 gradini di pietra e terrazzamenti coltivati.
Il mausoleo dell’imperatrice Mumtaz Mahal, una delle “sette meraviglie del mondo moderno”, richiese oltre vent’anni di lavoro.
52 La battaglia di Azincourt
Un’occasione (stupidamente) persa dell’esercito francese, decimato dagli inglesi e ostacolato da armature troppo pesanti.
56 Mont Saint-Michel
Questo borgo in mezzo al mare sta alla Francia come la Grande piramide sta all’Egitto. Così la pensava, già a metà ’800, Victor Hugo.
68 Il ponte di Brooklyn
Dal 1883 è il simbolo di New York. È stato il primo ponte sospeso grazie a un sistema di cavi d’acciaio, ma costruire i piloni fu un lavoro infernale.
70 La Transiberiana
Il 1° gennaio 1905 si inaugurava la prima ferrovia che avrebbe collegato Europa e Asia attraversando otto fusi orari. A oggi, con 9.288 chilometri di rotaie, è ancora la più lunga del mondo.
42 Taj Mahal
Il mausoleo del XVII secolo si trova ad Agra (India del Nord). Alle maestranze che lo eressero furono tagliate le mani affinché non costruissero più nulla di simile.
COVER: BRIDGEMANART/MONDADORI PORTFOLIO
72 Sulle tracce di Lord Byron
COSA NE PENSI di Focus Storia VIAGGI NEL TEMPO?
Carismatico, lunatico e infedele cronico, Lord Byron viaggiò in lungo e in largo per l’Italia. E del suo passaggio si trova ancora il segno in molti luoghi.
Dicci la tua opinione scrivendo a redazione@ focusstoria.it
80 Un castello giapponese
Ecco come il castello di Himeji, una fortificazione del XVII secolo, è riuscito a restare in piedi nonostante secoli di conflitti e disastri naturali.
82 Strani luoghi
L’ossario di Sedlec di Kutná Hora (Repubblica Ceca).
56 Mont Saint-Michel
L’isola-monastero si trova in Normandia.
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PETRA Crocevia di civiltà
Tesoro nascosto
La Casa del tesoro, detta anche solo “Tesoro” (I secolo d.C.) a Petra (Giordania) che dal IV secolo a.C. fu capitale del regno dei Nabatei.
A N T I C H I TÀ
Nascosta tra le gole semidesertiche della Giordania, la perla dei Nabatei è un incredibile esempio di architettura e ingegneria.
di Dom Reseigh-Lincoln
GIORDANIA PETRA
R
imasta nascosta agli occhi occidentali per oltre duemila anni, l’antica città di Petra è uno degli esempi più affascinanti di capitale multiculturale, plasmata via via dai popoli che, un tempo, l’hanno occupata. Dai Nabatei, i primi ad abitare la regione, che hanno lasciato il loro segno nei monumenti rupestri scolpiti nella roccia, fino ai Romani, che qui edificarono anfiteatri e strade.
CITTÀ-GIARDINO. Fu fondata come capitale dei Nabatei, un popolo arabo, in origine nomade, che una volta approdato a Petra, una roccaforte inespugnabile per la sua posizione, diventò stanziale. L’antica città si trova nella parte più meridionale del governatorato giordano di Ma’an, sull’altura di Jebel al-Madhbah, in un bacino tra le montagne più orientali del Wadi Araba, la grande vallata che si estende dal Mar Morto al Golfo di Aqaba. Si tratta di una delle regioni più aride del Pianeta, ma gli scavi archeologici hanno rivelato che gli antichi abitanti avevano risolto il problema della carenza d’acqua realizzando una tentacolare rete di canali che intercettava le rare piogge e i corsi d’acqua a regime torrentizio per riempire ampie cisterne scavate nella roccia. Dunque, inaspettatamente, l’antica metropoli nabatea, nascosta tra i canyon della Giordania, era una città dalla vegetazione lussureggiante, una piccola Babilonia con tanto di giardini pensili, piena di dighe e vasche per irrigare i campi. Inoltre rappresentava un importante snodo in cui si incrociavano le vie dell’incenso (dall’attuale Yemen) e delle spezie (dalla Persia e dall’India). MERCANTI PER VOCAZIONE. I Nabatei avevano creato una serie di rotte commerciali che conducevano tutte a Raqmu (il nome con cui veniva chiamata Petra in origine). Carovane di cammelli, il mezzo principale con cui venivano trasportati i beni, attraversavano ogni giorno la città portando spezie, tessuti e incenso provenienti da terre lontane. Questa oasi nel deserto, trasformata in un importante centro, anche dal punto di vista economico, inevitabilmente faceva gola a molti popoli, vicini e lontani. Già nel 312 a.C. un generale di Alessandro Magno, il re Antigono I Monoftalmo (382-301 a.C), saccheggiò la città portando via i beni più preziosi (che al tempo erano oro, incenso e mirra) e uccidendo donne e bambini. I Nabatei si vendicarono inseguendo e massacrando gli invasori: sopravvissero solo cinquanta nemici e il bottino tornò a casa. Di attacchi, però, i Nabatei non ne subirono molti altri, almeno fino alla definitiva conquista romana del 106 d.C. Si fecero furbi e impararono a comprare a peso d’oro la pace con le potenze che bussavano alla porta del Sîq (il canyon che costituisce l’ingresso principale a Petra). Nel 62 a.C., per esempio, riuscirono a evitare un primo saccheggio romano pagando un tributo preventivo di 300 talenti d’argento a Pompeo Magno (106-48 a.C).
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C I V I LTĂ€ P R E C O L O M B I A N E
CiviltĂ senza confini
Le rovine di Machu Picchu sono un esempio delle capacitĂ architettoniche precolombiane.
I misteri di
MACHU PICCHU Imperatori, sacerdoti, vergini, mummie e cacciatori di tesori: la storia della città perduta degli Inca è un enigma ancora irrisolto.
di Maureen Santucci
PERÙ
M AC H U P I CC H U
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TURCHIA
34
Le chiese nella pietra della
CAPPADOCIA Difficile immaginare che sia stato l’uomo a traforare i pinnacoli rocciosi della Cappadocia, ma i buchi che si vedono nelle scenografiche montagne anatoliche nascondono chiese rupestri medioevali.
di Jessica Lee
C A P PA D O C I A TURCHIA
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TAJ MAHAL Un amore da mille e una notte
di John Man
INDIA TA J M A H A L
INDIA
C’ Il mausoleo dell’imperatrice Mumtaz Mahal, una delle “sette meraviglie del mondo moderno”, richiese oltre vent’anni di lavoro.
Inimitabile
Il Taj Mahal, mausoleo del XVII secolo, si trova ad Agra (India del Nord). Secondo la leggenda, alle maestranze che lo eressero furono tagliate le mani affinché non costruissero più nulla di simile. Nel tondo, il sovrano Shah Jahan e la moglie.
è chi se la cava con un mazzo di fiori o con un posto nella tomba di famiglia. Il gran mogol Shah Jahan, invece, decise di far costruire per la moglie un intero mausoleo. E il monumento al loro amore, il Taj Mahal, giace lì maestoso dal 1654, richiamando ogni anno milioni di turisti ad Agra, nel Nord dell’India. Fu fatto costruire in memoria di Arjumand Banu Begum, meglio conosciuta come Mumtaz Mahal (vedi riquadro), amatissima seconda moglie del principe Khurram (che aveva sposato a 19 anni) presto assurta al ruolo di favorita per la sua bellezza e le virtù morali. Quando Khurram venne incoronato gran mogol con il nome di Shah Jahan (che significa “re del mondo e signore delle congiunzioni favorevoli”) ribattezzò anche lei con un soprannome: Mumtaz Mahal, ovvero “adorato ornamento del palazzo”, come dice la traduzione dal persiano. Decise di dedicarle la faraonica tomba quando si spense a 37 anni, dopo l’ennesimo parto. In punto di morte, dice la leggenda, Mumtaz chiese al marito di erigerle un monumento e di non sposarsi mai più. Lui assentì e riapparve in pubblico solo un anno dopo, pallido, scavato e con i capelli completamente bianchi. Fu allora che il sovrano decise d’impegnare tutto il tesoro imperiale per costruire il suo eterno atto d’amore, dando così avvio alla costruzione dell’imponente Taj Mahal, che richiese 22 anni di durissimo lavoro da parte di migliaia di operai.
ESTREMO OMAGGIO. Tutti concordano sulla magia di questo edificio, che non è solo una tomba, ma anche un tempio, un monumento commemorativo del potere e della gloria dell’imperatore. Nel 1631, dopo la morte della moglie, l’imperatore iniziò subito a pensare alla realizzazione di una faraonica struttura in sua memoria che doveva essere meravigliosa, “un capolavoro per i giorni a venire” nelle parole di Muhammad Amin Qazwini, uno dei biografi dell’imperatore. Fecero seguito progetti meticolosi, sotto la guida di un architetto persiano chiamato Ustad-Ahmad Lahori a cui diede il suo contributo anche l’italiano Geronimo Veroneo. Quasi sicuramente, lo stesso Shah Jahan, che era appassionato di architettura ed esperto in tecniche di decorazione, fu coinvolto in prima persona, anzi forse fu proprio lui il progettista capo del grandioso complesso dotato di giardini, minareti, torri e una cupola. Il modello dell’intero progetto fu realizzato interamente in legno, prima di essere costruito in muratura. Il Taj Mahal svetta sopra il fiume Yamuna: luogo che si rivelò estremamente problematico per la costruzione di un edificio così pesante, a cominciare dalla realizzazione delle fondamenta. Per prima cosa, l’argine del fiume doveva essere stabilizzato e protetto dall’erosione: a questo scopo furono scavati dei pozzi sul fondo, incassati col legno e poi riempiti di pietrisco, in modo che fungessero da pilastri. Per la costruzione dell’edificio vero e proprio, eretto su una piattaforma rialzata rispetto
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FRANCIA Mont Saint-Michel si trova in Normandia, in una vasta baia sul Canale della Manica.
di Edoardo Albert
FRANCIA
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MONT SAINT-MICHEL
MONT SAINT-MICHEL Questo borgo in mezzo al mare sta alla Francia come la Grande piramide sta all’Egitto. Così la pensava Victor Hugo, che già a metà ’800 si batteva perché il monastero venisse dichiarato monumento nazionale.
L
a Merveille de l’Occident (la meraviglia dell’Occidente), come chiamano i francesi Mont Saint-Michel, è un monte strutturato su due livelli. Il primo è una rocca di antichissima granulite alta 92 metri, con una circonferenza alla base di 960 metri. Il secondo livello è costituito da un minuscolo villaggio (citato per la prima volta nel 798 d.C.) e un’imponente abbazia con mura di difesa, torri e archi rampanti, con una chiesa, costruita fra l’XI e il XIII secolo, che corona il tutto. Guardando le sue mura che si stagliano verso il cielo quest’isolotto fortificato sembra un effetto speciale degno di una produzione hollywoodiana, e in effetti la fortezza di Minas Tirith, nel film Il Signore degli anelli, è ispirata proprio a Mont Saint-Michel. I 13 secoli trascorsi da quando è stata eretta hanno trasformato la prima modesta cappella in una costruzione stratificata. Il monte come si presenta oggi, infatti, è il risultato di una serie di interventi architettonici, crolli, disastri naturali, incendi e saccheggi. Ma vediamo come siamo arrivati fin qui...
LE ORIGINI. La creazione della Merveille non poteva che iniziare con un miracolo. Nel 708, stando a quel che dice la leggenda, l’arcangelo Michele apparve ad Aubert, vescovo di Avranches, e gli ordinò di costruire un santuario a lui dedicato su un isolotto roccioso in mezzo a una baia, grande e poco profonda, dove il fiume Couesnon, che divide la Normandia dalla Bretagna, sfocia nella Manica. La baia, dove si trova oggi l’abbazia di Mont Saint-Michel, è teatro di una delle più ampie maree d’Europa: il dislivello tra alta e bassa raggiunge anche i 15 metri. Ma non ci si deve immaginare violenti afflussi e deflussi dell’acqua: il fondale degrada dolcemente e durante la bassa marea il mare si ritira in modo piuttosto tranquillo, retrocedendo per quasi 15 chilometri. Quando l’acqua si abbassa compare un’enorme spiaggia fangosa, quando il livello, invece, si alza al massimo, il monte su cui poggia l’abbazia si trasforma in un’isola. Tornando alla leggenda, il vescovo Aubert, messo alla prova dall’ordine di costruire un luogo di culto in un posto così
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