Focus Storia Wars (n. 25 Giugno 2017)

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Sped. in A. P. - D.L. 353/03 art. 1, comma 1 NE/VR

6 MAGGIO 2017 d TRIMESTRALE

N.25 GIUGNO 2017 d € 6,90

SOLDATI E BATTAGLIE NEI SECOLI

IL SOLDATO MIGLIORE QUALI SONO STATI I COMBATTENTI PIÙ EFFICACI DELLA STORIA? DAI LEGIONARI DI CESARE FINO AI MARINES USA, ECCO LA CLASSIFICA SUL CAMPO DI BATTAGLIA

ROBOT KILLER

MOSUL

TRAIANO

ATATÜRK

Non è una visione da Star Wars: i droni fanno già la guerra al posto nostro

Da 2.500 anni, la città dove è asserragliato l’ISIS è sempre in prima linea

Così l’imperatore guerriero, portò Roma alla sua massima espansione

Il conflitto greco-turco e il ruolo di Mustafa Kemal, padre della Turchia moderna


WARS

SOMMARIO

Come si sceglie il soldato migliore

Diciamocelo subito: non è stato facile. Mettere a confronto soldati di luoghi diversi, di società e di epoche a volte molto distanti tra loro, è stato un vero grattacapo. I nostri esperti si sono confrontati, come si dice con un eufemismo, “in modo franco e aperto” e alla fine ne è uscita la classifica che trovate nel dossier di questo numero. Come tutte le graduatorie, naturalmente, è opinabile, ma è difficile negare che i vincitori della selezione siano tra i migliori guerrieri di ogni epoca. Jacopo Loredan d direttore

GIORGIO ALBERTINI

Milanese, 48 anni, laureato in Storia medievale, illustratore professionista per case editrici e riviste (giorgioalbertini.com).

GASTONE BRECCIA

Livornese, 54 anni, bizantinista e storico militare, ha pubblicato saggi sull’arte della guerra, sulla guerriglia e sulla missione ISAF in Afghanistan.

RAFFAELE D’AMATO

Piemontese, 51 anni, studioso di storia militare romana e professore di storia e archeologia antica e medievale alla Fatih University di Istanbul.

ANDREA FREDIANI

Romano, 53 anni, medievista, ha scritto vari saggi di storia militare e romanzi storici di successo (andreafrediani.it).

FABIO RIGGI

Romano, 43 anni, si occupa di tematiche militari a livello professionale. Ha collaborato con riviste militari specializzate.

RUBRICHE

FORZE SPECIALI

PAG. 4

APPUNTAMENTI - MILITALIA

PAG. 16

LIVING HISTORY

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SOLDATINI

RECENSIONI

IN COPERTINA

Legionario romano e Us Marine (Mariusz Kozik).

PROTAGONISTI

DALLE GUERRE ALLA PACE: MOSHE DAYAN

Il generale dell’esercito israeliano entrò nell’Haganah da adolescente, attraversò quattro conflitti per poi diventare ministro.

10 APPROFONDIMENTO LE IMPRESE DI TRAIANO

Fu l’imperatore combattente, il primo a guidare le legioni in battaglia. A lui si deve la massima espansione di Roma.

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PRIMO PIANO

QUAL È IL SOLDATO MIGLIORE

I nostri esperti hanno stilato una selezione dei combattenti più valorosi ed efficienti. Ecco la classifica dei campioni di ogni tempo.

22 ANTICHITÀ LEGIONARIO DI CESARE

La convinzione di combattere per una civiltà superiore e per un comandante fortunato faceva degli uomini della X Legio i più duri.

SECOLO 28 X-XV VICHINGO, L’UOMO DEL NORD

WARS I NOSTRI ESPERTI

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Il fisico, la tempra, la ferocia, l’abitudine a combattere in un clima estremo erano le caratteristiche del razziatore per antonomasia.

SECOLO 36 XV-XVII GIANNIZZERO OTTOMANO

Fra i migliori soldati del Rinascimento, queste milizie hanno dimostrato che il sole della modernità sorgeva a est.

SECOLO 42 XVII-XIX GRANATIERE DI NAPOLEONE

I granatieri a piedi della Garde Impériale sono entrati nel mito, dominando i campi di battaglia per quasi tre lustri.

SECOLO 48 XX MARINE 1 DIVISIONE A

Un’istituzione, oltre che un corpo di uomini addestrati. Lo USMC ha contribuito a costruire la reputazione della potenza americana.

GUERRE DEL FUTURO 56 LEROBOT KILLER

Gli androidi soldato non esistono ancora, ma i cervelli artificiali stanno già combattendo per noi.

IL CONFLITTO GRECO TURCO 62 1919-1922 LA VITTORIA DI ATATÜRK

La fine dell’Impero ottomano e lo scontro con la Grecia permisero a Mustafa Kemal di creare la Turchia moderna.

D’EUROPA - VALMY 1792 68 BATTAGLIE LA GUERRA TOTALE

Questo scontro tra francesi e prussiani segnò una svolta epocale: fra gli eserciti di professionisti si affacciava in combattimento il popolo.

ORIENTE 74 MEDIO LE BATTAGLIE DI MOSUL

La città irachena dove si decide il destino dello Stato Islamico è da millenni crocevia di conflitti.

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PROTAGONISTI

DALLE GUERRE

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ALAMY

A. ABBAS/MAGNUM/CONTRASTO

MOSHE DAYAN

a data è quella del 20 maggio dei reggimenti inglesi distaccati in Pale1915: mentre l’Europa è dilastina, che si valevano di reparti dell’Haniata dalle bombe nelle tringanah come guide ed esploratori. Nel cee della Grande guerra, un 1937 divenne capo delle Guardie mobili lieto evento illumina la comunità ebraidella Polizia territoriale giudaica. Ma lo ca di Degania Alef, il kibbutz fondato in scoppio della Seconda guerra mondiaPalestina (allora parte dell’Impero otle determinò una rottura delle relazioni tomano) appena nel 1909. Nasce il pritra Impero britannico e comunità ebraimo bambino. Per i coloni è un motiche in Palestina, a seguito della quale la vo per far festa, ma lo sarebbe ancor di milizia territoriale venne posta fuorilegpiù se sapessero a quale fulgido futuro ge e i suoi membri imprigionati. è destinato quel neonato: sarà lui, infatIl guercio. Dayan fu condannato a ti, uno degli artefici principali del procinque anni di detenzione, ma ne sconcesso che, oltre trent’anni dopo, portetò solo due; la sua notevole esperienza rà l’insieme degli insediamenti ebraimilitare lo rendeva infatti una preziosa Dayan nell’Haganah, l’occhio ancora integro. ci nella Terra Promessa a trasformarsi risorsa per gli inglesi, che lo distaccaronello Stato d’Israele. no presso la 7a Divisione australiana di Destinato a grandi cose. Il nome di quel bimbo era Fanteria, stanziata in Siria contro i francesi di Vichy. E fu proMoshe Dayan. Un predestinato, si potrebbe dire: infatti, a soli prio allora, nel giugno del 1941, che i suoi connotati assunsequattordici anni faceva già parte dell’ Haganah . Nella milizia ro la fisionomia entrata a far parte dell’immaginario colletticrebbe imparando ogni sfumatura dell’arte della guerriglia e, vo: mentre osservava i movimenti del nemico, una pallottodopo un semestre trascorso a Londra nel 1935, operò al fianco la vagante colpì il suo cannocchiale mandandolo in frantumi e facendogli perdere l’occhio sinistro. Da allora in poi, il miliHaganah Durante il mandato britannico (1920-1948) era la milizia territoriale ebraica cui era affitare israeliano avrebbe portato la benda nera grazie alla quale data la difesa degli insediamenti dei coloni dalle reazioni dei palestinesi. sarebbe divenuto un’icona del XX secolo. L’incidente non in6


ALLA PACE

IL GENERALE PIÙ RAPPRESENTATIVO DELL’ESERCITO ISRAELIANO ENTRÒ NELL’HAGANAH DA ADOLESCENTE ATTRAVERSÒ QUATTRO CONFLITTI E DIVENNE MINISTRO

IDF La sigla sta per Israel Defence Forces, conosciute anche, più semplicemente, come Tzahal (acronimo ebraico di “Tzva haHagana leIsrael”, ovvero Forze di difesa di Israele).

SUL FRONTE

Moshe Dayan (19151981) nel 1957, quando era capo di Stato Maggiore di Tzahal, l’esercito israeliano. Sopra, nell’ottobre 1973, Dayan ministro della Difesa in un bunker sulle alture del Golan, territorio conteso da Sira e Israele, durante la Guerra del Kippur.

BURT GLINN/MAGNUM PHOTOS/CONTRASTO

cise sul suo stato di servizio, che gli valse perfino la menzione per la Distinguished Service Order, la massima onorificenza dell’esercito britannico. Alla conclusione del conflitto, gli inglesi sgombrarono la Palestina mentre l’Haganah, ormai forte di 30.000 elementi, riprese le armi contro gli arabi. Una lotta che di lì a tre anni avrebbe portato alla guerra per la creazione dello Stato d’Israele. Un’ascesa irresistibile. Nel momento culminante della storia ebraica moderna Dayan era maggiore, a capo delle difese della Valle del Giordano contro i siriani; svolse l’incarico con la sua consueta efficacia, salvando anche il proprio villaggio natale, e si guadagnò il comando dell’89° Battaglione, spostandosi nel settore centrale del fronte. Ad agosto era già tenente colonnello e, grazie all’appoggio del primo ministro Ben Gurion, partecipò anche ai negoziati di pace. Alla fine del conflitto, l’anno seguente, era maggior generale, con il comando del fronte meridionale a Beersheba. Dayan fu anche tra gli artefici della trasformazione dell’Haganah in un vero e proprio esercito statale, l’IDF , di cui fu il capo di Stato Maggiore dal 1953. Fu lui a rivoluzionarne le gerarchie sostituendo gli ufficiali più anziani con giovani aggressivi e pieni di spirito di iniziativa, e a introdurre incentivi e pre-


APPROFONDIMENTO

LE IMPRESE DI

TRAIANO


FU L’IMPERATORE COMBATTENTE, IL PRIMO AD AVER GUIDATO LE LEGIONI IN BATTAGLIA. A LUI SI DEVE LA MASSIMA ESPANSIONE DI ROMA IL GUERRIERO

DE AGOSTINI/GETTY IMAGES

L’imperatore Traiano (Marco Ulpio Nerva Traiano, 53-117 d.C.). A sinistra, le sue legioni nelle campagne contro i Daci di Decebalo, nell’attuale Romania.

RADUL OLTEAN/ART HISTORIA

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ono passati esattamente 1.900 anni da quando Roma, nel 117 d.C., raggiunse la sua massima espansione, inglobando entro i suoi confini territori che non sarebbero rimasti a lungo in suo possesso. Questa effimera acquisizione di nuove province ebbe un unico artefice, venuto a morte proprio in quell’anno: l’imperatore Marco Ulpio Traiano, un militare di carriera che aveva visto nell’ascesa al trono la possibilità di emulare le gesta di Alessandro Magno. Non c’era ancora stato un imperatore-soldato, prima di lui: da Augusto in poi, tutti i sovrani, anche quelli che avevano un passato militare, come Tiberio, Vespasiano o Tito, avevano deposto le vesti da condottiero per amministrare la cosa pubblica. Traiano, invece, si assunse in prima persona il compito di portare avanti una sistematica politica di espansione territoriale, con una serie di campagne di cui, sfortunatamente, sappiamo troppo poco: il suo regno, infatti, è il meno documentato della storia romana. E pensare che l’imperatore aveva perfino scritto dei personali commentari, sul modello di Cesare. All’inizio del II secolo d.C. due erano i principali spauracchi dei Romani: il regno dei Daci di Decebalo, che aveva inflitto Daci Popolazione danubiana protagonista di scorrerie contro l’impero. Avevano sconfitto Domiziano ed erano stati da lui battuti a Tapae. L’imperatore aveva poi trovato un accordo con Decebalo.

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IL SOLDATO MIGLIORE XV-XVII SECOLO

OSPREY

FRA LE MIGLIORI DEL RINASCIMENTO, QUESTE MILIZIE TURCHE CI HANNO DIMOSTRATO CHE IL SOLE DELLA MODERNITÀ SORGEVA A EST

XVII SECOLO

GIANNIZZERO OTTOMANO

Pochi guerrieri nella Storia riuscirono ad anticipare la modernità come questi schiavi del Sultano ottomano. Giannizzeri, in turco yeniçeri, significa “nuovi soldati” e tali erano di fatto. Nacquero come fanteria armata con armi da tiro tradizionali, ma furono tra i primi a utilizzare con continuità le armi da fuoco. Addestrati come un corpo d’élite, combattevano schierati, archibugi alla mano, quando gli eserciti d’Europa ancora andavano in battaglia come nel Medioevo. Duttili, i giannizzeri avevano unità di cavalleria a rinforzo delle proprie linee e unità di marina; erano in sostanza una forza armata autosufficiente. 36


GIANNIZZERO YAYABEG

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urava almeno 7 anni la puntigliosa formazione delle giovani reclute che, oltre alle tecniche militari, apprendevano anche rudimenti di musica, letteratura e matematica per entrare a tutti gli effetti nell’ogiaq, il “focolare”, così come era definito il corpo. Impensabile in Europa, dove scuole statali del genere ancora non esistevano. Di anno in anno si poteva salire di grado, come questo yayabeg, capitano dell’orta (reggimento) di palazzo. Identità di corpo. Una volta diventati giannizzeri, per prima cosa questi soldati si facevano tatuare il simbolo del proprio reggimento e lasciavano crescere i baffi, i più folti e poderosi possibile, per marcare la differenza con lo stato di recluta appena superato; la barba invece era vietata, incompatibile com’era con la loro condizione di schiavi. A questi miliziani era proibito anche prendere moglie, almeno fino al congedo, così da creare una condizione di vita molto simile a quella monastica. Potremmo, infatti, paragonare i giannizzeri ai crociati: si trattava di un sistema militare di grandi dimensioni, giunto a contare quasi 200 orte (compagnie) con più di 50.000 uomini, un ordine monastico che sul campo di battaglia mieteva vittime come i frati sgranano un rosario. I giannizzeri non costituirono mai il grosso degli eserciti ottomani, ma ne erano il cuore e come tali stavano al centro dello schieramento: erano pronti a fronteggiare con le armi da fuoco e le granate i nemici ancora lontani, per poi finirli nel corpo a corpo con armi più tradizionali dalle fogge esotiche, come asce, martelli e mazze da guerra, sciabole, picche e coltelli.

Piuma reggimentale o sorguç Moschetto (tüfek) con calcio in legno dipinto 3 Copricapo (ak börk) arricchito di un çeleng, ornamento di metallo decorato con gioielli, un premio destinato ai soldati più valorosi 4 Kaftan dolama da cerimonia, con bottoniera che indica il reggimento 5 Bracciali (kolluk), di solito portati da ufficiali e comandanti superiori 6 Sciabola (qilidj) con fodero coperto di velluto nero e finimenti in argento 7 Brache (salvar) di cotone rosso 8 Scarpe (mest) di cuoio giallognolo 9 Pelle di leopardo simbolo degli Yeniçeri Yayabeg 10 Sciarpa di broccato (kusak) spesso usata per portare il pugnale 11 Giberna per le munizioni in cuoio lavorato 1 2

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LE GUERRE DEL FUTURO

POSSIAMO DELEGARE ALLE MACCHINE LA DIFESA MILITARE? GLI ANDROIDI SOLDATO NON ESISTONO ANCORA, MA I CERVELLI ARTIFICIALI STANNO GIÀ COMBATTENDO PER NOI

AFP/GETTY IMAGES

ROBOT KILLER L

a guerra di domani sarà combattuta da robot e droni? Oltre alla catena di montaggio, l’uomo sta delegando alle macchine anche l’attività bellica? Si tratta di interrogativi sui quali si concentra oggi l’attenzione di studiosi e analisti militari. Quando all’indomani dell’11 settembre gli Stati Uniti iniziarono la guerra globale al terrorismo, dal vaso di Pandora della tecnologia militare sembrò uscire all’improvviso un nuovo demone: i droni da combattimento. Risale infatti alle prime fasi dell’Operazione Enduring freedom il primo impiego di aeromobili a pilotaggio remoto MQ-1 “Predator”, armati di missili aria-superficie AGM-114 “Hellfire”. A partire da quel momento in molti hanno creduto che l’arrivo sui campi di battaglia di quei mezzi avrebbe presto rivoluzionato la guerra non solo dal punto di vista tecnico, ma fino alla sua più intima essenza. 56

Contrariamente a quanto si possa pensare, l’utilizzo militare di piattaforme non direttamente guidate dall’uomo è in realtà piuttosto datato. Lo sviluppo di aeromobili radiocomandati era già in corso negli anni ’30 del XX secolo in Gran Bretagna e Usa, ma senza dubbio le più famose antesignane di questi sistemi furono le V-1, le bombe volanti tedesche della Seconda guerra mondiale. Altri esempi meno noti furono il programma statunitense Aphrodite (bombardieri trasformati in ordigni volanti radiocomandati) e l’impiego da parte della Regia aeronautica italiana di un trimotore SM-79 “Sparviero” ARP (aereo radio pilotato). Più tardi, durante la guerra del Vietnam, il Teledyne-Ryan AQM-34 “Firebee”, nato inizialmente come radio-bersaglio, venne intensamente impiegato come ricognitore non pilotato, vero antesignano dei moderni sistemi UAV (Unmanned Aerial Vehicle, veicolo aereo senza pilota).


DRONI SU MOSUL

Marzo 2017: un operatore all’interno di una stazione di controllo a terra di uno UAV (o Unmanned Aerial Vehicle). Sotto, un piccolo drone (o mini UAV) armato con due granate da 40 mm. Questo tipo di sistemi risulta siano stati impiegati da ambo le parti (ISIS ed esercito iracheno) nella battaglia di Mosul.

UAV Occorre precisare che in virtù della sempre maggiore complessità dei moderni velivoli a pilotaggio remoto la sigla più recente che li identifica è UAS (Unmanned Aerial System), ma l’acronimo UAV è ancora ampiamente utilizzato, pertanto è stato impiegato nel presente articolo.

AFP/GETTY IMAGES

Ma in realtà non è soltanto nei cieli che opera questo tipo di mezzi. Anche i moderni eserciti hanno in servizio e stanno sviluppando i cosiddetti UGV (Unmanned Ground Vehicle, veicoli terrestri non pilotati) concepiti per differenti ruoli, che vanno dalle attività di sminamento al disinnesco di ordigni esplosivi, la ricognizione, il trasporto logistico fino ad arrivare ai veri e propri ruoli di combattimento. I vantaggi della robotica. È chiaro che la possibilità di avere un mezzo robotico comandato a distanza da utilizzare in compiti particolarmente delicati permette di non esporre direttamente operatori umani all’interno dell’area a rischio:


MEDIO ORIENTE


LA CITTÀ IRACHENA DOVE SI DECIDE IL DESTINO DELLO STATO ISLAMICO È DA MILLENNI CROCEVIA DI CONFLITTI

LE BATTAGLIE DI

hi tiene Mosul controlla anche buona parte dell’Iraq Settentrionale, un fattore questo che si è sempre ripetuto nella storia plurisecolare di quella regione. Da quando nel ’700 a.C. il re assiro Sennacherib fece di Ninive la capitale del suo impero, questo centro nevralgico sulle rive del Tigri è stato conteso tra tutti gli imperi e le nazioni che si sono succeduti nel dominio di quella culla della civiltà che è la Mesopotamia. Al posto di quella che oggi è una città di circa un milione e mezzo di abitanti, una volta si estendeva una immensa piana che fronteggiava la ricca e potente capitale del sanguinario Impero assiro: Ninive la grande, affacciata sulla riva del fiume Tigri. Il crocevia di mille battaglie che si sono susseguite per secoli: Assiri, Babilonesi, Sciti, Persiani, Romani, Arabi, Turchi, tutti hanno combattuto su questa terra.

Oggi a Mosul è in corso una delle più complesse operazioni militari della guerra contro lo Stato islamico. Strapparla all’ISIS significa sottrarre al Califfato i preziosi campi petroliferi dell’area, mettendo in sicurezza l’altrettanto importante diga che si trova a nord della città. Ma il significato simbolico di Mosul va di pari passo con la sua posizione strategica, perché proprio nella sua moschea principale Abu Bakr Al-Baghdadi si autoproclamò califfo dello Stato islamico, all’indomani della caduta della città nelle mani degli jihadisti, nel giugno 2014. Come a Berlino nel ’45. Attualmente, l’ultima fase dell’offensiva iniziata dall’esercito iracheno e dalle forze curde il 17 ottobre 2016 ha portato alla riconquista della parte a est del Tigri; Mosul ovest resta ancora nelle mani degli uomini di AlBaghdadi. Ma la battaglia continua. d Raffaele D’Amato e Fabio Riggi

LA RESA DEI CONTI

Governatorato di Ninawa, Iraq del Nord: una colonna di peshmerga curdi e di forze speciali americane, a bordo di veicoli fuoristrada armati, si avvicina a Mosul, dove resiste ancora l’ISIS.

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PAOLO PELLEGRIN /MAGNUM/CONTRASTO

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MOSUL


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