Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/03 art. 1 - comma 1 - Verona CMP
numero 53 DICEMBRE 2015
€ 3,50 AUSTRIA AUT € 7,50, BELGIO BE € 7,50, PORTOGALLO PTE CONT. € 6,50, SPAGNA E € 6,50, SVIZZERA IT. CH CT 6,80 CHF
MALOU,
una bonobo INNAMORATA
E
L A M I N A
DA VICINO
L’ANGUILLA e i suoi MISTERI
VITA NELL’AREA
➸ CANI
PET CLUB ➸ Costruisci
il nascondiglio perfetto per il tuo GATTO
e il giornal gli i t t u li ma t a a i m h i c an per
4
Hanno collaborato a questo numero: Cristiana Barzaghi, Ale Giorgini, Dunia Rahwan, Annalisa Losacco, Francesco Orsenigo, Piero Papa, Tomas Pirani, Francesco Tomasinelli, Vanessa Woods
CLIMBER
Amministratore delegato, chief operating officer e publisher Roberto De Melgazzi Direttore del personale e affari legali Lucio Ricci Direttore controllo di gestione Paolo Cescatti
pag.
14
DOSSIER ... Chi si rivede! Le specie “Lazzaro” pag.
STORIA VERA pag.
Un elefante in reception
46
DA VICINO
18
FOTO pag.
60
Misteriosa ANGUILLA
50
12
Focus Wild: Pubblicazione registrata al Tribunale di Milano, 344 del 27/06/11. Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica sono riservati. Il materiale ricevuto e non richiesto (testi e fotografie), anche se non pubblicato, non sarà restituito. Stampa: ELCOGRAF S.p.A., via Mondadori, 15, Verona. Pubblicità: Mediamond S.p.A. - Sede centrale: Palazzo Cellini - Milano Due 20090 Segrate (MI) Telefono 02/21025917 - Mail info.adv@mediamond.it Servizio abbonamenti: www.abbonamenti.it/gruner Arretrati: I numeri arretrati possono essere richiesti direttamente alla propria edicola, al doppio del prezzo di copertina per la copia semplice e al prezzo di copertina maggiorato di € 4,00 per la copia con allegato (DVD, libro, CD, gadget). La disponibilità è limitata agli ultimi 18 mesi per le copie semplici e agli ultimi 6 mesi per le copie con allegato, salvo esaurimento scorte. Per informazioni: tel. 045.888.44.00 - fax 045.888.43.78 E-mail collez@mondadori.it - arretrati@mondadori.it Garanzia di riservatezza per gli abbonati: L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione ai sensi dell’art. 7 D. leg. 196/2003 scrivendo a: Press-Di srl Ufficio Privacy – Via Mondadori, 1 – 20090 Segrate (MI). E-mail: privacy.pressdi@pressdi.it. Codice ISSN 2239-6993 L’editore è a disposizione degli eventuali detentori di diritti che non sia stato possibile rintracciare.
petCLUB
Notizie, test, consigli, cose da fare, storie vere. Tutto dedicato a cani, gatti, conigli & Co. IN PROFONDITÀ
RUBRICHE mondo
Business manager Paola Calza Subscription manager Alessandro Scampini Coordinamento tecnico Valter Martin
Animal
ZOOM
pag.
Direttore responsabile Vittorio Emanuele Orlando Redazione Chiara Borelli (coordinamento, vicecaposervizio) Ufficio fotografico Lara Perego Ufficio grafico Silvia Santinelli (vicecaposervizio) Segretaria di redazione Daniela Pompili Progetto editoriale Chiara Borelli Progetto grafico Silvia Santinelli
La vita nell’area cani
Le tranquille avventure di Lipo
adozioni
56
lettori
58
Volete scriverci, fare una domanda sugli animali o mandarci una foto dei vostri quattrozampe? Ecco l’indirizzo:
redazione@focuswild.it
pag.
66
Equilibri NATURALI
STORIE
Mio marito ama una... bonobo
pag.
pag.
26
38
COVER
LAB
La scatola dei desideri
Foto di copertina: scruffy dog photography
le agine p
pag.
Gruner+Jahr/Mondadori S.p.A. via Battistotti Sassi 11/A - 20133 Milano
pag.
43
COMUNICATO DELL’ ASSEMBLEA DEI GIORNALISTI DEL MONDO FOCUS Cari lettori, i giornalisti del mondo Focus contestano il piano industriale della capogruppo, Mondadori, che ha portato all’uscita dall’Azienda di 23 persone (su di un organico di 26) tra segretarie, impiegati, addetti al marketing e alla produzione. I giornalisti manifestano solidarietà ai colleghi che da più di 20 anni contribuiscono con il loro lavoro al successo dei nostri giornali e, sconcertati da questa perdita di valore in Azienda, esprimono preoccupazione per il futuro delle testate e dell’occupazione nella casa editrice. Milano, 28 ottobre 2015 L’Assemblea dei giornalisti di G+J/Mondadori Spa -------------------------------------------------------------------G+J/Mondadori Spa, società interamente controllata da Mondadori, pubblica Focus Wild, Focus Junior, Focusjunior.it, Focus Pico, Focus, Focus.it, Focus Storia, Focus Storia Wars, Focus Storia Collection, Focus Domande & Risposte, Focus Extra, Nostrofiglio.it, Geo.
COSÌ È
facile!
ZOOM
L’aquila di mare testabianca, conosciuta come Bald Eagle (Haliaeetus leucocephalus) è l’animale simbolo degli Stati Uniti d’America. Eccola a pesca.
14
Un’aquila di mare a pesca nelle acque della Vancouver Island (Canada). Qui i rapaci sfruttano un curioso fenomeno naturale. D’estate molti pesci entrano nei fiordi dell’isola, le cui acque sono però soggette a una forte marea: ogni 6 ore, al cambio di marea, si manifestano correnti violentissime che spingono i pesci verso la superficie, per la dilatazione della vescica natatoria. Diventano così una facile preda per l’aquila che, una volta avvistato il pesce, si tuffa ad artigli protesi (1), ghermisce la preda (2) e la porta via per mangiarsela in pace (3 e 4).
DOSSIER Gli esperti le chiamano specie Lazzaro, e sono ogni volta una piacevole sorpresa.
Nel lontano 1938
Laurent Ballesta /andromede-ocea
Scoperto nel 1861, il solenodonte di Cuba non fu più visto dal 1890 al 1974, quando fu dichiarato ancora in vita. Simile a un toporagno, pesante circa 1 kg, secerne con la saliva un veleno che permette l'uccisione delle prede (insetti, ragni, piccoli rettili).
18
Hendrik Goosen, il capitano di un peschereccio all’opera lungo la costa orientale del Sudafrica, tornò in porto con un pesce insolito, sconosciuto all’equipaggio: un grande animale di oltre un metro di lunghezza, vagamente simile a una cernia, di un intenso colore tra il bruno e il blu scuro, con pinne dalla forma inusuale. Hendrik, incuriosito dall’esemplare pescato, contattò Marjorie CourtenayLatimer, che gestiva un piccolo museo di scienze nel centro di East London, la quale però non fu in grado di riconoscere il pesce. Marjorie, però, si rese conto che quel curioso animale era speciale, e lo conservò per mostrarlo poi a uno specialista di pesci sudafricani, James Leonard Brierley Smith che, appena lo vide, qualche settimana dopo, capì che si trattava di una nuova specie, praticamente identica a quelle che vivevano all’epoca dei dinosauri: un autentico fossile vivente che si credeva estinto da 65 milioni di anni. Il pesce venne chiamato Latimeria chalumnae, nome comune celacanto (foto sopra), in onore della persona che ne comprese l’importanza (Marjorie Courtenay-Latimer) e del luogo di pesca del soggetto, non lontano dalla foce del fiume Chalumna. Ci vollero 15 anni per trovare un altro esemplare, ma oggi sappiamo molto di più su questi pesci: abbiamo video, fotografie, conosciamo a grandi linee i tratti di mare dove vivono e ne abbiamo scoperto anche una seconda specie, Latimeria menadoensis, nelle acque dell’Indonesia. A rendere questi pesci così speciali sono le pinne anali e pettorali: molto robuste e sostenute da ossa che si estendono dal corpo, hanno grande libertà di movimento, un po’ come gambe. Per questo gli scienziati ritengono che il celacanto e i suoi antichi parenti rappresentino un primo passo dell’evoluzione di un gruppo di pesci verso gli anfibi, i primi animali terrestri a quattro zampe.
dgerard2000/Flickr
Benrose/Flickr
si rivede
Foto grande: un celacanto nei pressi di Sodwana Bay, in Sudafrica. È una delle specie ittiche più antiche del mondo, e anche uno dei pesci che vivono più a lungo: oltre 100 anni. Sopra, un petrello delle Bermuda: la sua storia è divenuta un simbolo di speranza per la conservazione della Natura. Ritenuto estinto dal 1620 circa, è stato riavvistato 330 anni più tardi, sull'isola di Nonsuch, nell'arcipelago delle Bermuda, oggi riserva nazionale per questo pennuto.
Credute estinte per errore, ecco alcune specie ritenute scomparse del tutto, che sono tornate a farsi osservare dopo molto tempo. di Francesco Tomasinelli
?
in à t i d n profo
Come vivere l’area cani in maniera costruttiva? Come inserire il proprio cane? Come capire i limiti di alcune situazioni ? Le risposte a queste e altre domande
Perché esistono le aree cani?
Tutta colpa dell’urbanizzazione! Colpa di paesi e città pensati a dimensione di automobile. Strade, marciapiedi e piazze costruiti per favorire il traffico di auto e moto e per camminare senza sporcarsi le scarpe. Oltre a un ambiente privo di contatto con gli elementi naturali, si hanno spazi molto stretti, case costruite una vicinissima all’altra, i condomini e i palazzi. Viviamo in pochissimo spazio e condividerlo diventa una difficoltà. Le persone litigano e i cani con loro! La necessità e quindi la progettazione di aree di sgambatura nascono da questo, dall’obbligo di definire i luoghi destinati alla frequentazione dei cani per separarli così dalle aree destinate ai bambini, alle persone senza cane o più genericamente, al verde pubblico. Nascono per prevenire ed evitare liti e conflitti ma vengono realizzate in spazi già stretti, che divisi divengono strettissimi e ancor meno vivibili. Inoltre, penso che ogni volta che si alzano muri (o in questo caso recinzioni) per creare distanze tra chi potrebbe vivere in accordo e condivisione se ne esce sconfitti. Lo dico perché i cani sono abili animali sociali che sanno convivere con gli altri, anzi amano incontrare gli altri e costruire nuove amicizie al di fuori del loro gruppo famigliare. Sono portati a conoscere nuove persone, soprattutto bambini. Anche le persone che non hanno paura provano piacere a conoscerli e a giocare con loro. Le possibilità di incontro e convivenza sono maggiori di quelle che possiamo conoscere in una realtà che separa piuttosto che avvicinare.
? scruffy dog photography
Come vengono vissute e interpretate dai proprietari dei cani? Spesso il proprietario è distratto o impegnato in conversazioni umane, mentre il cane gestisce in piena autonomia, delle volte con capacità, altre senza, le dinamiche dell’area cani. Esiste anche chi in area cani “pianta la tenda” e ne fa casa sua: lo trovi sempre lì, a ogni ora del giorno e pure della notte, e ci si ritrova nell’imbarazzo e nella difficoltà di vivere aree che sono, a tutti gli effetti, territorio altrui. Diviene impossibile entrarvi perché, oltre ai proprietari abusivi, sono i loro cani a occuparsene, gestendo quel territorio con marcature e atteggiamenti che non permettono a un cane ospite di godersi l’uscita. Le marcature (le tracce di odore lasciate dai cani) non sono per noi visibili, ma per il cane è come entrare in una casa piena di cartelli che dicono: “attento a cosa fai! attento a dove vai! non sei nella
26
tua proprietà!”. Cartelli che non permettono di rilassarsi, ma condizionano, mettendo in continua allerta. Poi esiste una parte dei frequentatori che interpreta l’area come bagno pubblico per i cani; questa interpretazione è quasi d’obbligo per chi vive in città: non esistono altri luoghi dove è permesso lasciare fare i bisogni corporali al cane senza essere etichettati come sporcaccioni irresponsabili. Inoltre, spesso chi pensa e progetta un’area cani non consulta gli addetti ai lavori, chi si occupa di comportamento animale. Ci sono così aree con attrezzature che un cane non può comprendere, per lui non hanno alcun senso. Ricordo la mia esperienza in un’area cani di Milano, dove un palo di legno piantato a terra, al centro di una piccola area sabbiosa, era stato pensato come luogo ideale dove fare i bisogni. Nemmeno io sono riuscito a interpretarlo in quel modo, forse penso troppo da
cane, e quando ho visto questa costruzione ho pensato a un gioco, alla possibilità di scavare nella sabbia. E l’ho fatto, per giocare col mio cane, tra le facce perplesse dei presenti. Che figura! Ma chi ha pensato e realizzato tale struttura non conosce minimamente la comunicazione del cane e l’uso delle marcature come dialogo sociale. Perché, anche se ci sono luoghi destinati alle marcature di presentazione, luoghi dove i cani possono fare la pipì in comune, mai e poi mai esiste un cane che sempre e comunque fa i bisogni dove un altro cane ha lasciato i suoi, anzi è l’esatto contrario! Chi vive con più cani in casa, infatti, nota una separazione dei luoghi destinati ai bisogni di ciascuno: lo fanno proprio per non creare conflitti fra loro. Sto semplificando il complesso argomento della comunicazione canina, solo per far presente che i progetti delle aree spesso non sono adatti alla frequentazione dei cani.
Vita nell’ AREA CANI di Tomas Pirani
illustrazioni di Paolo Deandrea
DA VICINO di Piero Papa
L’anguilla (Anguilla anguilla) ricorda molto i serpenti e infatti il suo nome deriva dal latino anguis, serpente. È invece un pesce vero e proprio, strano nella forma e per le caratteristiche di vita: a conoscerla, dimostra di essere uno dei vertebrati più complessi, misteriosi e intrepidi degli ambienti oceanici e di acque dolci.
misteriosa
50
L’anguilla è sempre stata circondata da un alone
di mistero, attirando già in antichità l’interesse di famosi naturalisti come Plinio il Vecchio, autore della Naturalis historia, che descrive le anguille come animali che vivono nei fiumi e nei laghi, si nutrono di notte, e si concentrano nei periodi autunnali “in ammassi di migliaia”. Scrive anche che gli adulti sono capaci di generare nuovi individui da piccoli frammenti di pelle ottenuti strofinandosi sulle rocce. Delle “magiche” proprietà riproduttive di questi pesci da materia inerte, in particolare da fango e melma, ne parla anche Aristotele nel IV secolo a.C.
Un ENIGMA lungo duemila anni
the-lighthouse.it (2)
Sopra, un leptocefalo di anguilla: questa larva trasparente ha corpo molto appiattito lateralmente e testa piccola. Sotto, un adulto nascosto nella sabbia.
Le antiche teorie sulla generazione spontanea delle anguille hanno attraversato indenni Medioevo e Rinascimento, fino a quando, nel 1777, uno scienziato italiano individua le ghiandole sessuali di questi pesci e smentisce la teoria della riproduzione da materia inanimata. Ma il mistero sul ciclo riproduttivo è ancora lontano dall’essere risolto. Nel 1824 si capisce finalmente che le larve di anguilla hanno la forma di piccoli pesci, lunghi e trasparenti, classificati fino ad allora come una specie a parte, Leptocephalus brevirostris. Si vede, allevandone alcuni esemplari, che questi con la crescita perdono la trasparenza per assumere le caratteristiche delle giovani anguille. L’ultima importante scoperta è dei primi anni del 1900, quando un oceanografo danese si accorge che andando verso l’Atlantico Occidentale pesca sempre maggiori quantità di larve di anguille e che queste diventano sempre più piccole con l’avvicinarsi al Mar dei Sargassi. Seguendo questo percorso, trova per primo nel Mar dei Sargassi il luogo di deposizione delle uova delle anguille.
LIPO Le placide avventure di un ippopotamo rosa di Ale Giorgini
66