Focuswild novembre 2015a

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Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/03 art. 1 - comma 1 - Verona CMP

numero 52 NOVEMBRE 2015

€ 3,50 AUSTRIA AUT € 7,50, BELGIO BE € 7,50, PORTOGALLO PTE CONT. € 6,50, SPAGNA E € 6,50, SVIZZERA IT. CH CT 6,80 CHF

STRATEGIE TO ANTIBAGNA

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L A M I N A SOTTO LA PIOGGIA

INTERVISTA

GRAEME SIMS L’UOMO CHE

SUSSURRA AI CANI

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TRICHECO UN TIPO DA SPIAGGIA (POLARE)


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PIOGGIA

Le tranquille avventure di Lipo

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che sussurra ai cani

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lettori

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autori

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Foto di copertina: Vadim Balakin

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petCLUB

Graeme Sims, l’uomo COPERTINA

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INTERVISTA

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relax

Direttore del personale e affari legali Lucio Ricci Direttore controllo di gestione Paolo Cescatti

L’editore è a disposizione degli eventuali detentori di diritti che non sia stato possibile rintracciare.

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Business manager Paola Calza Subscription manager Alessandro Scampini Coordinamento tecnico Valter Martin

Amministratore delegato, chief operating officer e publisher Roberto De Melgazzi

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ZOOM

Adozioni... oltre la specie

crazy

Direttore responsabile Vittorio Emanuele Orlando Redazione Chiara Borelli (coordinamento, vicecaposervizio) Ufficio fotografico Lara Perego Ufficio grafico Silvia Santinelli (vicecaposervizio) Segretaria di redazione Daniela Pompili Progetto editoriale Chiara Borelli Progetto grafico Silvia Santinelli Hanno collaborato a questo numero: Alessio Arbuatti, Franco Capone, Ale Giorgini, Dunia Rahwan, Roberto Marchesini, Francesco Orsenigo, Piero Papa, Francesco Tomasinelli

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RUBRICHE

Gruner+Jahr/Mondadori S.p.A. via Battistotti Sassi 11/A - 20133 Milano

FOTO

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IN PROFONDITÀ

Tricheco: tipo da SPIAGGIA (polare) Volete scriverci, fare una domanda sugli animali o mandarci una foto dei vostri quattrozampe? Ecco l’indirizzo:

redazione@focuswild.it

Notizie, test, consigli, cose da fare, storie vere. Tutto dedicato a cani, gatti, conigli & Co.

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Cogliere L’ATTIMO

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Guppy, gioiello da acquario

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COMPORTAMENTO

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Perché ci serve ancora il Corpo Forestale

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INCONTRI

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Graeme Sims, l’uomo che sussurra ai cani

STORIA VERA

Palmaria, sula controcorrente

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LIPO Le placide avventure di un ippopotamo rosa di Ale Giorgini

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Q

CRAZY Quando la realtà supera la fantasia

Richard Jones

a cura di Dunia Rahwan

In groppa all’ALLIGATORE Non capita tutti i giorni di vedere un procione andarsene in giro sulla schiena di un alligatore: la scena è stata immortalata da Richard Jones durante un weekend con la famiglia sulla riva del fiume Ocklawaha, in Florida. Il figlio di Jones, visto un procione che stava dormendo nei pressi della loro casa, ha cercato di avvicinarsi per osservare meglio l’animale, che però è subito scappato e nella foga è atterrato proprio sul dorso del grande rettile, in acqua. È stato sufficiente un attimo, giusto il tempo di scattare qualche fotografia, e il procione si è reso conto di essere finito dalla padella alla brace, e così è saltato in acqua ed è fuggito via.

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uando la newyorchese Tanya Turgeon ha adottato la sua Elsie, una pitbull ora quindicenne e con alle spalle una serie di maltrattamenti, abbandoni e malattie, non avrebbe mai pensato che sarebbe diventata una piccola star del web, con oltre 2.000 like sulla pagina Facebook a lei dedicata “Something Elsie”. Tutto ha avuto inizio quando Tanya e famiglia, per scherzo, hanno iniziato a pubblicare delle foto che riproducono delle famose locandine cinematografiche reinterpretate da Elsie. Lo scopo di questa iniziativa è regalare un sorriso, ma soprattutto diffondere sentimenti positivi nei confronti dei pitbull, una razza spesso screditata a priori. Sebbene Elsie abbia vissuto una vita difficile, infatti, traspare in ogni immagine la sua dolcezza e il grande amore che nutre per la sua padrona, nonché un’incrollabile fiducia nei confronti degli uomini. Oltre che attrice, Elsie è anche una pittrice che realizza con vernici atossiche i suoi quadri usando le zampe, la coda e il pennello (stretto fra i denti): le sue opere sono in vendita e una parte del ricavato è destinato alla Humane Society of New York, che offre cure mediche agli animali.

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FILM


L L A P a

SICU RO n FELINA

Da quando venne fondato nel 1764 fino a oggi, il Museo statale Ermitage di San Pietroburgo, in Russia, è sempre stato presidiato da un esercito di gatti da guardia, che hanno il compito di tenere alla larga i roditori dalle preziose opere d’arte qui custodite. Sono circa una sessantina e abitano nei solai, nei sotterranei e nei giardini che circondano il museo, nutriti, curati e coccolati dai volontari e dai dipendenti della struttura. Ormai sono diventati delle celebrità, tanto che il 28 marzo di ogni anno viene celebrata la Giornata del Gatto dell’Ermitage. Ciascun “guardiano felino” dispone di un passaporto, con tanto di nome e fotografia, che attesta il suo difficile compito e sancisce la fine della sua vita da randagio. Molti di questi mici, infatti, prima erano dei senzatetto, mentre oggi a proteggerli c’è addirittura una segnaletica apposita, collocata nella strada adiacente al museo, che mette in guardia gli automobilisti sulla presenza degli animali e chiede loro di prestare la massima attenzione e rallentare.

TUFFO IN PISCINA

L’estate scorsa è stata così torrida da creare non poche difficoltà agli animali. Il gran caldo che ha investito il Nord America, per esempio, ha spinto alcuni abitanti dei boschi a cercare refrigerio nelle piscine delle case appena fuori dalla foresta. In rete ha spopolato un video che riprende una famiglia di orsi, composta dalla madre e dai suoi cinque cuccioli, mentre si rinfresca immergendosi in una piscina di Rockaway Township, cittadina del New Jersey. Tim Basso, il proprietario della casa, ha raccontato che i plantigradi hanno “invaso” il giardino, approfittando della vasca ma anche dello scivolo, dell’altalena e di altri giochi delle sue figlie di 3 e 5 anni.

© Frank Blackburn/Ecoscene/Corbis

Guardia

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evitare che la minima usura possa influenzare le dinamiche del gioco, così ogni anno sono oltre 36.000 le palle che finiscono nella spazzatura. Grazie a un progetto lanciato da diverse associazioni ambientaliste del Regno Unito, però, alcune vengono recuperate e trasformate in casette per i topi di campagna. Lo scopo è proteggere dai predatori questi roditori, che da adulti pesano solo 6 grammi e normalmente costruiscono le loro tane con erba e canne triturate sugli steli; i topi però sono minacciati dalle pratiche agricole intensive che invadono il loro habitat preferito, i campi di cereali e i prati con erba alta. Le palline da tennis, preventivamente bucate, vengono attaccate ai pali a un’altezza da terra compresa fra i 75 e i 150 cm, cosicché i topolini possano rifugiarsi all’interno, al sicuro dall’attacco dei rapaci e dalle donnole, troppo grandi per passare attraverso il foro. L’iniziativa è apprezzata dai roditori, importanti bioindicatori dello stato di salute dei campi.

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Durante il famoso torneo di tennis di Wimbledon le palline sono sostituite continuamente per

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IN PROFONDITÀ

Origine ed evoluzione Shutterstock / bluehand

Il guppy è un membro della famiglia dei Poecilidi, che racchiude più di 200 specie di piccoli pesci molto amati nell’acquariofilia ornamentale e diffusi in un areale che si estende dagli Stati Uniti fino al Sudamerica, passando attraverso numerose isole caraibiche. Studi sul Dna di 54 specie di Poecilidi hanno permesso di ricostruirne l’intera evoluzione e differenziazione delle specie in un lasso di tempo tra i 44 e i 3 milioni di anni fa. Originari del Sudamerica, si spostarono prima verso il Centro America e le Antille, in seguito verso il Nord America, circa 34 milioni di anni fa.

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GUPPY

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O L L E I O I UN G IN ACQUARIO Un piccolo pesce dai colori sgargianti, molto amato dall’acquariofilia mondiale, ha un’ampia coda con tante forme diverse

di Alessio Arbuatti

A destra, guppy selvatici: gli esemplari selvatici sono molto diversi, per forme e colori, da quelli selezionati.


DA VICINO

di Francesco Tomasinelli

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I richechi

(Odobenus rosmarus), giganteschi pinnipedi dalle lunghe zanne ricurve, dai baffi rigidi, spessi ma sensibili come dita, coperti di cicatrici profonde, sono parenti di foche, leoni marini ed elefanti marini, con cui hanno in comune appunto i piedi a pinna. La vita nelle gelide acque del Circolo Polare Artico ha imposto una lunga serie di adattamenti, ma il tricheco se l’è sempre cavata benissimo, almeno fino a che non ha dovuto fare i conti con i primi cacciatori armati di fucili.

Perché quei denti enormi?

Rinie Van Meurs/ the-lighthouse.it

A lungo gli scienziati si sono interrogati sulla funzione delle grandi zanne del tricheco. Crescono per tutta la vita dell’animale, arrivando fino al metro di lunghezza, e pesano più di 3 kg l’una, quindi non sono molto comode da portare in giro. Si tratta di canini rinforzati e allungati, presenti in entrambi i sessi (ma non nei piccoli), anche se nelle femmine sono meno sviluppati che nei maschi. Anni fa si pensava fossero usati per smuovere i sedimenti sul fondale alla ricerca del cibo preferito dei trichechi, vongole e ostriche, ma un esame attento ha svelato che ci sono troppo poche abrasioni attorno alle zanne per un utilizzo di questo tipo. Oggi sappiamo che questi canini fuori misura servono per fare buchi nel ghiaccio e anche per aggrapparsi con il capo al pack (le zattere di acqua ghiacciata) per respirare o uscire dall’acqua. In più, i maschi usano le zanne per fare buona impressione sulle compagne e spesso anche per sfidare i rivali in amore. Quando combattono, cosa che non sempre si verifica, i due contendenti cercano di trafiggere il petto e il collo dell’avversario con potenti colpi di zanna, ma lo spessore della pelle, che è massimo proprio in questi punti, limita i danni, quindi le ferite mortali sono molto rare. La pelle spessa serve anche come protezione dal freddo; inoltre, sotto di essa, si trova un rivestimento di grasso che arriva a 10 centimetri di spessore e

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Tipi

isola il tricheco dall’acqua gelida. Uno di questi animali può stare immerso per giorni, ma si surriscalda facilmente sulla terraferma. La colorazione degli animali è molto variabile anche per questo motivo: nelle acque fredde i trichechi diventano grigio chiaro, a causa della riduzione del flusso di sangue vicino all’epidermide (il sangue è tenuto “al caldo” più in profondità), ma virano verso un tinta bruno-rossastra quando la temperatura diventa più alta.

Quelli che... camminano coi denti

Sono foche oppure otarie? Nessuno dei due. I trichechi, infatti, hanno una famiglia a sé, gli Odobenidi (dal greco “coloro che camminano con i denti”), giustificata dalla presenza delle famose zanne, uniche della loro specie, e da una serie di caratteristiche comuni a otarie e foche. Con le otarie, per esempio, condividono il modo in cui le zampe posteriori sono ripiegate sotto il corpo quando l’animale è a terra, ma i trichechi sono privi del padiglione auricolare (che invece hanno le otarie), un punto in comune con le foche. Nonostante la stazza (più di 3 metri di lunghezza e 1.500 kg di peso nei maschi), i trichechi si muovono a terra meglio di quanto si potrebbe pensare: puntano le zampe posteriori sul terreno e fanno scattare in avanti le anteriori, avanzando con una caratteristica progressione “a balzi”, efficace anche se piuttosto goffa.


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spiaggia (polare)

Una vita tra il pack e le gelide acque

Un grosso maschio nelle isole Svalbard (Mare Glaciale Artico), dove la caccia è illegale dal 1952: ecco perché le sue zanne sono così grandi.

Getty Images/National Geographic Creative

del Circolo Polare Artico


Dick

AUTORI Tratto dal libro “’A livella” di Totò, Fausto Fiorentino Editore

Illustrazione di Silvia Santinelli

Tengo ’nu cane ch’è fenomenale, se chiama “Dick”, ’o voglio bene assaie. Si perdere l’avesse? Nun sia maie! Per me sarebbe un lutto nazionale. Ll’aggio crisciuto comm’a ’nu guaglione, cu zucchero, biscotte e papparelle; ll’aggio tirato su cu ’e mmullechelle e ll’aggio dato buona educazione. Gnorsì, mo è gruosso è quase giuvinotto. Capisce tutto... lle manca ’a parola. è cane ’e razza, tene bbona scola, è lupo alsaziano, è polizziotto. Chello ca mo ve conto è molto bello. In casa ha stabilito ’a gerarchia. Vo’ bene ’a mamma ch’è ’a signora mia, e a figliemo isso ’o tratta da fratello.

’E me se penza ca lle songo ’o pate: si ’o guardo dinto a ll’uocchiemme capisce, appizza ’e rrecchie, corre, m’ubbidisce, e pe’ fa’ ’e pressa torna senza fiato. (...) St’anno s’è ’nnammurato ’e na basotta ca nun ne vo’ sapè: nun è in calore. Povero Dick, soffre ’e che manera! Porta pur’isso mpietto stu dulore: è cane, sì... ma tene pure ’o core e ’o sango dinto ’e vvene... vo ’a mugliera...

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