Ufficio guide scuola di alpinismo
Anno 1 – Numero 2 – Gennaio 2012 – info@ufficioguide.it
n.° 2 gennaio 2012
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n.° 2 gennaio 2012
Nulla è impossibile, o quasi da 0 a 4.810 m. Qualche anno fa di luglio a Chamonix, eravamo un po’ piu’ giovani. Le guide Marco e Pasquale, i clienti-allievi: Andrea, Annalisa, Paolo, Robertino e Cipressino (perche’ era lungo come la fame). Tutti giovani, atletici e bravi ma nessuno di loro aveva mai messo i ramponi ai piedi ne’ tantomeno preso una piccozza in mano. Si parte tutti assieme da Firenze in una torrida giornata di luglio e appena arrivati a Chamonix si va ad arrampicare a Les Houches (palestra di roccia ad Argentiére, vicino a Chamonix), la sera ci prepariamo la cena, ognuno fa qualcosa, perche’ siamo in una gite d’etape dove si dorme in camerate e tutti si lavora per preparare cena e colazione. Poi a letto. La mattina seguente si va in “palestra” di ghiaccio sul ghiacciaio del Bosson per familiarizzare con questi strumenti appuntiti, piccozze e ramponi, il pomeriggio nuovamente a scalare su roccia. Il giorno seguente i nostri clienti sono pronti per una bella salita in quota: la via Contamine al triangle du Tacul; una via di ghiaccio di 500 metri che porta in vetta al Mont Blanc du Tacul a
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4200mt. Due cordate separate e in mattinata tutti in cima per il loro primo 4000.Discesa e la sera di nuovo giu’ a preparare e sgranocchiare la cena. La mattina del terzo giorno ci vede invece a fare una bellissima via di roccia: divisi in due cordate Pasqua da una parte Marco da un’altra. Siamo all’Aiguille de Praz Torrent per divertirci tutto il giorno su due vie molto belle di 300 metri sul 5°-6°, come sempre tutti bravi e alla sera di nuovo alle nostre postazioni per preparare e mangiare e poi a letto. Il quarto giorno la mattina si nicchia un po’ sappiamo che il giorno dopo non sara’ una passeggiata:si va a fare il “Bianco”!. Colazione con calma, preparativi, materiali, cibarie varie e … saluti. Infatti ci si divide per poi ritrovarsi in cima, si sale in cima al Bianco da due “strade” diverse Pasqua dalla Francia io dall’Italia. Pasquale prende il trenino che lo porta al Nid d’Aigle ed io prendo la funivia che ci porta al Rifugio Torino. Andrea Cipressino e Marco vanno a dormire, si fa per dire, al bivacco Ghiglione e Pasqua, Annalisa, Paolo e Robertino vanno a dormire, anche Continua…
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(Continua) loro si fa per dire, al Rifugio della Téte Rousse. Al mattino alle due le due cordate partono, una per salire al Dòme e poi proseguire per la cresta delle Bosses e la vetta del Monte Bianco, l’altra per scendere al Col Moore e poi salire lo Sperone della Brenva e dal col della Brenva in vetta al Monte Bianco. Parentesi, non e’ che sono delle minchiate, non e’che lo sperone l’hanno fatto cani e porci, non e’ che in cima al Bianco anche per la normale ci si va con gl’infradito perche’ da quattromila in su il fiato viene corto a tutti. Ma insomma con un po’ di casini ed anche un po’ di difficolta’ alle otto ci si ritrova in cima come fissato….. abbracci baci qualche vaffanculo di Andrea che non stava troppo bene e che si e’ reso conto solo la sera dopo quanto aveva fatto. Si riparte per la lunghissima discesa e si arriva a “casa” ... i due vecchietti Pasqua e Marco si mettono a far da cena), si mangia si brinda e a ninna tutti parecchio contenti. Un paio di giorni dopo a Firenze Andrea e Cipressino
si sono resi conto che, per aver visto solo quattro giorni prima ramponi e piccozze, avevano fatto Donec una cosa grandiosa. Anche Annalisa Paolointerdum e Robertino si sono resi conto a posteriori. E’ solo un racconto ma una storia vera, come ne abbiamo vissute tante in piu’ di vent’anni di lavoro di guide insieme con Pasqua, qualcuna piu’ bella con salite piu’ difficili o piu’ drammatiche o solo con clienti che ce li hanno fatti girare davvero. Ma ho voluto raccontare questa per far capire che in fondo nulla e’ Pellentesque: impossibile (entro certi limiti) e che certi obiettivi chiunque li puo’ raggiungere, un posto fondamentale però ce l’ha quella persona che ti accompagna, che sia su un sentiero o sulla vetta della montagna piu’ cazzuta, la Guida che ti incoraggia, ti stimola e certe volte mette le ali ai piedi. Marco Turchi
Walter Bonatti il re delle Alpi Il racconto di Marco evoca ricordi di esperienze (poche) fatte nelle Alpi occidentali riservate solo ai forti alpinisti, io che sono sempre stato un crodaiolo non ho molte cose da raccontare ma il pensiero va a Walter Bonatti, è inevitabile. Non voglio parlare o commemorare il forte alpinista e grande personaggio che è stato, tante cose sono state dette e scritte, però posso vantare due ripetizione delle sue vie alpinisitiche. Una molto famosa,Consectetuer: l’altra meno conosciuta. Nel 1993 abbiamo ripetuto con Baldo, Cesare e il direttore la via della Tridentina alla Tofana di Rozes, una delle poche vie aperte da Bonatti in Dolomiti, non molto frequentata con roccia mediocre e in alcuni tratti assolutamente non buona, fra le tante vie della parete sud certamente non la più bella. Invece di assoluta la bellezza, non solo per l’ambiente stupendo della valleè Blanche, ma anche per la rossa roccia granitica del Gran Capucin veramente eccezionale. Nel 1950 Bonatti tentò due volte di scalare il Capucin insieme prima a Barzaghi e poi con Ghigo senza successo. Nell’estate del ’51 ancora insieme a Luciano Ghigo ritenta la salita, dopo 3 giorni in parete e una notte ancora appesi e sotto una tempesta di neve giungono in cima e riescono poi a tornare al rifugio Torino solo la notte successive. Con Stefano Rensi abbiamo scalato il Capucin nell’estate del ’95, ho il ricordo di una via fra le più difficili che ho salito ma che ha lasciato un ricordo indelebile un’immensa soddisfazione della nostra “impresa”. Rimane tanta voglia e un grande desiderio di salire l’Aiguille Noir di Peuterey che Bonatti salì nel 1952 con Roberto Bignami, chissà se riuscirò a realizzare questo sogno, cercherò di convincere Marco Turchi grande amico con il quale mi sento di condividere molto in montagna.
Alberto Calamai 3
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Arrampicare in Corsica sul granito più bello del mondo Un vero paradiso per gli amanti della natura, per escursionisti, bikers, alpinisti, free climbers e tutte le attività in plain air. In Corsica anche i più esigenti hanno l’imbarazzo della scelta sull’attività da fare. Spettacolare e famoso è il GR 20 con tutte le varianti alpine ma anche il Mare e Monti è un percorso molto frequentato. Arrampicare nelle valle della Restonica o al col di Bavella è quanto di più soddisfacente ci possa essere, astenersi però se non si arrampica su difficoltà di 6b/6c.
Numero, Data
A PROPOSITO DI EOLICO appello delle associazioni ambientaliste Tagliare gli ecoincentivi, soprattutto all'eolico, per combattere le speculazioni che mettono a rischio il paesaggio. L'appello arriva da varie associazioni ed è indirizzato ai ministri dell'attuale governo, con il sostegno di oltre trenta comitati locali preoccupati per il proliferare di impianti eolici in luoghi di interesse naturalistico, paesaggistico o culturale. In previsione degli attesi provvedimenti di attuazione del dlgs 28/2011, in particolare quello che riguarderà gli incentivi per gli impianti eolici, si chiede di modificare il sistema incentivante seguendo "criteri di equità e congruità" visto che "gli incentivi sono a carico dei contribuenti". In attesa dei primi provvedimenti del governo Monti una lettera è stata inviata da numerose Associazioni ambientaliste per esprimere le preoccupazioni e le aspettative. Il documento integrale può essere letto dal sito:
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www.mountainwilderness.it
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Bellissima escursione al monte Forato con Cristina, con un tempo meraviglioso!!! Grazie di tutto. Maria C.
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Grazie a tutte le guide, ieri ci avete regalato una splendida giornata. Monica T.
Sono stata proprio contenta di cimentarmi nella prima Ciao a tutte le guide che ci hanno ferrata! Grazie ed alle prossime uscite! Silvia. accompagnato , un enorme grazie, è stata una giornata Siamo stati sul Monte Forato, é stato bellissimo!!! bellissima, e non lo dico per dire, Il tempo stupendo ed il percorso emozionante! In Care guide, a nome mio mi è dispiaciuto solo avete attesa di incontrarci nuovamente per condividere e dei miei compagni di lavorato tutto il giorno per noi e ancora belle emozioni ed escursioni vi avventura vi ringrazio per non c'è stato modo di ringraziamo tanto!!! "I cinque del Procinto" . l'esperienza, di cui siamo ringraziarvi e festeggiare tutti rimasti molto contenti. Ci Oggi ho dovuto prendere l'ascensore perchè mi dolevano le insieme...lo faremo le prossime farebbe piacere ricevere gambe... ma ne è valsa veramente la pena. Ci avete portato volte. Aggiungo che la massiccia notizie di altre iniziative in un posto bellissimo, accompagnati da una guida (Tiziano) partecipazione di tutti noi mi future. Grazie e ciao a gentile e paziente che ci ha raccontato delle cose sembra un ottimo modo per tutti. Monica M. interessanti. Mi dispiace che non ci sia stato proprio tu. vedere quanto siete apprezzati Grazie ancora per averci ragalato questa bella giornata. per quel che fate e per come Silvia e C.C. , un bacio da M. siete. Salutoni a tutti. Patrizia M. Eravamo veramente tanti, Io ho passato davvero una bella giornata e vi ringrazio ancora una volta della vostra competenza e della vostra gentilezza , a presto Lucia P.
è stata una giornata speciale, grazie ragazzi!
Grazie di cuore siete stati fantastici, che bella giornata abbiamo passato, Anna S. e gli altri amici
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Con questo ossimoro è stato intitolato il servizio che è andato in onda sul Settimanale della TGR Toscana e di Bella Italia nel mese di ottobre. La Riserva Naturale dell’Orrido di Botri si trova nel Comune di Coreglia Antelminelli in Lucchesia. E’ un’ area protetta dello Stato dal 1971 e il controllo è demandato al Corpo forestale dello Stato. Dalle pendici del Monte Rondinaio e le tre Potenze nell’Appennino Toscano si formano due torrenti, il Mariana e il Rebellino che formano il Rio Pelago, è questa parte che si risale nella stagione estiva. La discesa integrale prevede l’uso di attrezzatura alpinistica, imbracatura, moschettoni e corda, e pratica nelle manovre, in più tutto il materiale deve essere impermeabile perchè durante le calate ci si bagna e sono previsti tuffi nei vari pozzi. Con Marco Turchi abbiamo accompagnato Rai 3 nella discesa del Mariana e nel servizio che è andato in onda in tv si sono visti angoli incantevoli del canyon e alcune spettacolari calate.
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Questa giornata è stata l’ultima visita della stagione 2011, infatti la Riserva è chiusa da settembre a giugno per motivi di sicurezza, nell’inverno le pioggie riempiono l’alveo del fiume ed è impossibile risalirlo. Durante la stagione estiva abbiamo accompagnato all’interno del canyon numerosi gruppi, grazie alle competenze di Giziano, Michela e Cristina pensiamo di avere reso piacevole la scoperta di questo luogo particolare nelle nostre montagne. Le guide hanno svelato i segreti, raccontato le leggende e le favole di un angolo meraviglioso e spettacolare di queste “gorge” che niente hanno da inviare alle più famose dei cugini francesi. L’escursione si è sempre conclusa con degli ottimi “coccoli”, affettato e vino rosso che preparano Carmelita e Marcella alla trattoria Nido dell’Aquila. Le visite per la prossima estate riprenderanno dopo la metà di giugno, sul sito potrete vedere il programma dettagliato delle viste guidate che noi organizziamo tutti i sabato e le domeniche.
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La stagione delle ciaspole
Un tempo le racchette da neve erano fatte da un intreccio di corde su un supporto di legno, i montanari e i cacciatori le legavano agli scarponi per non affondare nella neve fresca. Erano un attrezzo di fatica e povertà, e non se le "filava" nessuno. sembravano destinate all'estinzione o a fare da arredamento sulle pareti delle baite di montagna insieme ai vecchi sci di legno massello e i bastoncini di bambù, Ma da un paio di anni le racchette da neve chiamate anche cisapole, ciaspe o craspe, a seconda delle valle di montagna, hanno conosciuto una seconda giovinezza. E sono diventate una moda tant'è che nello scorso anno l'incremento delle vendite è stato del 100%, e molte associazioni organizzano escursioni. Ora non sono più di legno e corda ma di plastica o metallo con attacchi simili a quelli dello snowboard ma con la possibilità di alzare il tacco come nello sci di fondo per consentire una
progressione più facile sia in pianura che in salita. Si usano abbinate ai bastoncini telescopici che in estate servono per camminare oppure a quelli da sci per mantenere l'equilibrio. Con le racchette da neve è possibile percorre percorsi su terreni innevati con neve fresca che altrimenti sarebbe impossibile affrontare. Ciaspolare vuol dire fare escursioni senza dover prendere gli impianti di risalita e lontani dal caos delle piste da sci per un contatto più intimo con la natura, ciaspolare vuol dire camminare in natura e fare una sana attività sportiva. Ciaspolare vuol dire andare alla ricerca della neve più polverosa per fare le discese più entusiasmanti. E' importante ricordare che per fare escursioni invernali è indispensabile conoscere ed avere esperienza di montagna, non sempre gli itinerari che si percorrono d'estate hanno le stesse condizioni di sicurezza in inverno e anche nello stesso inverno le condizioni possono variare.
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Pillole di saggezza e … un po’ di tecnica, l’equipaggiamento di Luca Taddei Alcune tra le domande ricorrenti che un’escursionista si può porre, sono: Cosa metto nello zaino? Come mi vesto per l’escursione? Sulle risposte a questi quesiti, da anni, sono stati versati fiumi di inchiostro e consumate tastiere dei PC (per le pubblicazioni internet) cercando di informare gli escursionisti in modo più o meno manualistico, sul comportamento da tenere in fase di preparazioni di un’escursione. In questo contesto però, non verranno riportate le consuete liste di abbigliamento e accessori da indossare o portare con sé, ma indicazioni ed informazioni in modo che l’escursionista possa procedere con sicurezza e confort durante l’escursione. La Guida, in questo caso, ha una sorta di compito educativo nei confronti degli escursionisti (specialmente quelli meno informati o i neofiti), per quanto riguarda l’abbigliamento, l’equipaggiamento e il loro corretto utilizzo in escursione. In montagna e genericamente, in ambiente naturale, è opportuno avere un abbigliamento e un equipaggiamento, seppur semplice specifico per l’escursione che ci accingiamo a fare: dal trekking marino all’escursione con le racchette da neve in quota. Quindi il motto è: abbigliamento adeguato per ogni occasione. L’importante è presentarsi al ritrovo per la partenza di un’escursione, con un abbigliamento idoneo al percorso che ci stiamo accingendo a fare. Indicazioni che potranno essere state anche indicate dagli organizzatori dell’evento e/o dalla Guida. Ci vuole quindi “equilibrio” nelle proprie scelte, che si ottiene fondamentalmente con la propria esperienza personale: solo provando, è possibile capire se, per esempio, gli scarponi migliori 8
sono pesanti o leggeri, oppure se è necessario uno, due o tre pile da portare nello zaino, oppure se I bastoncini sono d'aiuto o solo d'intralcio. Ma tutti i consigli ed informazioni che un escursionista potrà ricevere o acquisire dovranno portare ad un solo risultato: sicurezza e comfort. Infatti, anche l’abbigliamento e l’equipaggiamento personale, costituiscono una forma primaria di prevenzione (in primis: eventi traumatici articolari, cadute o eventi atmosferici di vario tipo etc.). Secondo le ultime tendenze, confortate anche da studi scientifici, per avere il massimo confort in attività all’aperto, l’abbigliamento dell’escursionista dovrà essere costituito da: • uno strato di base aderente (traspirabilità a contatto con la pelle) • uno strato isolante, sempre aderente (per contenere il calore corporeo) • uno strato protettivo/traspirante (per proteggere dalle intemperie) • le scarpe (devono possedere le tre caratteristiche sopra descritte) Ovviamente in caso di escursione in ambiente invernale dovranno essere considerati anche altri accessori, quali le protezioni delle estremità (calzettoni, guanti e berretto), ma che dovranno possedere le caratteristiche sopra menzionate. Uno dei concetti base che deve passare è quello che, nei limiti ragionevoli delle varie situazioni, di portarsi sempre con sé delle protezioni isolanti e antivento/antipioggia (pile, micro pile e giacca traspirante idrorepellente). Per limiti ragionevoli si intende, per esempio, che in un trekking estivo marino è inutile portarsi la giacca triplo strato pesante o un
pile pesante; va comunque pensato di portare un giacca antipioggia, un pantalone lungo e un micropile, da mettere magari la sera in rifugio o al camping. Le cose cambiano se, sempre in estate, l’escursione viene svolta in alta montagna: l’abbigliamento da portare sarà decisamente rivisto in funzione delle condizioni meteo che potranno essere trovate e quindi andranno considerati anche accessori di abbigliamento invernale, non ultimo guanti e berretto pesante. Stesso discorso per l’equipaggiamento complementare all’abbigliamento, ovvero: zaino, bastoncini, il copri zaino, occhiali da sole, una borraccia, un coltello milleusi, un piccolo kit di pronto soccorso etc. e, cioè, anche in questo caso la Guida saprà consigliare per cosa portare di necessario in escursione.
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La zona di Cortina d’Ampezzo e il passo Falzarego sono stati teatro di aspre battaglia nella 1a Guerra mondiale. Durante le nostre escursioni ripercorreremo trincee, gallerie, postazioni blindate utlizzate sia dai soldati italiani che austriaci. Gli itinerari si svuluppano fra le montagne più belle del mondo, 5 Torri, Averau, Tofane, Sass di Stria toccando luoghi che hanno fatto la storia di quell periodo.
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pesantemente dagli Alpini e dovette essere evacuato, il Sass de Stria diventò la nuova fortificazione degli austriaci e con il compito di difendere la Val Badia e la Val Pusteria contro gli attacchi italiani dal Passo Falzarego. Gli italiani, invece, erano trincerati nel dirupo del Lagazuoi. Le trincee e le gallerie sono state restaurate negli anni scorsi e permettono di ripercorrerle nella loro interezza.
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Pernotteremo in rifugio alpino dove la sistemazione, se pur spartana e in camera multiple, non ha niente a che vedere con le situazioni che hanno vissuto i nostril soldati nel 1915-17! Percorreremo la Galleria del Lagazuoi, particolarissimo itinerario completamente attrezzato con fune metallica, consente di percorrere la famosa galleria elicoidale che i soldati italiani , partendo dalla Cengia Martini,scavarono all'interno del Piccolo Lagazuoi, per sorprendere i soldati austriaci che ne occupavano la cima. Saliremo al Sasso di Stria, la montagna fu al centro degli aspri combattimenti . Dopo che, nel 1915, il Forte tra I Sassi sul Passo Valparola fu colpito
Il mio caro amico "Pennino" mi racconta ..." ... quanto ti ho riferito non dà l'idea della bellezza dei posti, selvaggi e solitari: pochissima gente in giro, NESSUN impianto di risalita né tantomeno piste da sci, niente ferrate o punti attrezzati, gli stambecchi che ti vengono praticamente a mangiare in mano (come è successo a noi al "Moncalieri"), la giovane volpe al "Soria" che ti corre tra le gambe attratta dal cibo che le fornisce ogni sera il gestore del rifugio, colonie di marmotte, camosci che saltano a pochi metri da te, abbiamo avvistato anche il gipeto (ha un'apertura alare più grande dell'aquila), tantissimi laghetti in quota e grande ricchezza di acque, una
Il programma dettagliato è sul sito www.ufficioguide.it
flora "inedita" che attecchisce bene soltanto lì (rododendri), ambiente incontaminato… Insomma, un paradiso in terra. Come non andare a fare un giro?" Il Parco delle Alpi Marittime è un grande mosaico di laghi, Brocan, Chiotas, Maura, Rovine e montagne, Corno Stella, cima di Nasta, Argentera questi sono i luoghi più carattersitici della nostra traversata. Il programma dettagliato è sul sito www.ufficioguide.it
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Quest’anno la neve scarseggia, ha fatto capolino dalle nostre parti appena prima di Natale e Marco ed io abbiamo fatto un visita al Falterona il giorno di Santo Stefano così tanto per sentire l’effetto sotto gli scarponi. Poi più niente fino al giorno prima della befana, una breve spruzzatina ha ricoperto le cime più alte dell’Appennino. Anche sui Monti Sibillini, destinazione del nostro week end i pochi centrimetri caduti hanno ricoperto le macchie di erba ormai abbondanti da quelle parti anche a causa del forte ventoo che spesso tira su tutto il Parco dei Sibillini. Insomma si parte, siamo un bel gruppo di persone desiderose non tanto di cimentarsi con le ciaspole ma di fare delle belle escursioni in un ambiente naturale fantastico. Arrivati a Castelluccio, piccolo borgo di poche anime fra il Pian Perduto e il Piano Grande al cospetto delle pendici che scendono dalla Cresta del Rendentore, rimaniamo stupiti dalla tanta gente in partenza per le escursioni. Ci prepariamo iniziando con la distribuzione delle ciaspole, per alcuni di noi si tratta della prima esperienza.
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E poi si parte, in direzione del monte La Veletta e Poggio Bernardo, su un sentiero piuttosto largo e con pendenza modesta, arrivati al bivio del sentiero che scende nella val Canatra si decide di fare un giro più lungo salendo al Poggio Bernardo per cercare neve fresca da ciaspolare. Mentre si prosegue salendo fra neve e paleo il vento aumenta la sua forza fino ad arrivare al punto di essere letteralmente spostati di peso tanta era la forza. Siamo costretti a scendere e rimanere in una zona più protetta, l’escursione però è bella e rientramo a Castelluccio un po’ infreddoliti. In serata arriviamo al rifugio, la preoccupazione più grossa è sui russatori, S. e A hanno un buona fama. Dobbiamo dire che era meritata soprattutto quella di S. che alle 4 di mattina ho costretto ad uscire dalla camerata per farci dormire almeno mezzora. Il sabato ci vede impegnati in una bella salita al limite fra escursionismo ed alpinismo, c’è poca neve ma il pendio per salire a Palazzo Borghese ha una bella inclinazione e sulla parte finale un tratto ghiacciato ci costringe ad una salita impegnativa. Tutti molto bravi e determinati, si superano le difficoltà salendo con
attenzione e concentrazione fino al crinale che poi ci condurrà verso la discesa sulla Strada Imperiale. Si individua un bel canale di circa 45°, che non sono pochi da fare in discesa, ma la neve è buona e non trasformata quindi sicura per arrivare velocemente al Pian Perduto stanchi ma soddisfatti della grande impresa realizzata. Con S. mandato a dormire nella sala da pranzo riusciamo a passare una buona nottata, l’escursione della mattina di domenica è il massimo della rilassatezza, niente vento, sole splendente, poco dislivello. Si rientra in città molto soddisfatti, lo confermano le numerose mail e le foto che ci siamo scambiati nei giorni successivi e i commenti riportati da tutti i partecipanti. Si è creato un ottimo rapporto fra persone che non si conoscono ma che hanno condiviso il piacere di stare all’aria aperta, di camminare in montagna, di godere di quanto la natura e l’ambiente non antropizzato riesce ad offrirci. Ci auguriamo che certi angoli del nostro pianeta vengano conservati integri per tutti coloro che verranno, la paura dell’invasione delle pale eoliche è certamente una mia fissazione.
Alberto Calamai
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Rubrica a cura di Cristina Bartoletti GLI ALBERI COME SANTUARI Prima di scrivere, in questo secondo numero del notiziario, di altre due piante dei nostri boschi, l’Abete rosso e il Pungitopo, piante peraltro protagoniste di queste festività che si sono appena concluse, vorrei riportare poche righe tratte dal primo capitolo, intitolato Alberi, de “Il canto degli alberi” di Hermann Hesse, bellissimo libro di poesie, prose e racconti. Si tratta di una sorta di ode celebrativa di questi meravigliosi esseri viventi.
“Per me gli alberi sono sempre stati i predicatori più persuasivi. Li venero quando vivono in popoli e famiglie, in selve e boschi. E li venero ancora di più quando se ne stanno isolati. Sono come uomini solitari. Non come gli eremiti, che se ne sono andati di soppiatto per sfuggire a una debolezza, ma come grandi uomini solitari, come Beethoven e Nietzsche. Tra le loro fronde stormisce il mondo, le loro radici affondano nell’infinito; tuttavia non si perdono in esso, ma perseguono con tutta la loro forza vitale un unico scopo: realizzare la legge che è insita in loro, portare alla perfezione la propria forma, rappresentare se stessi. Niente è più sacro e più esemplare di un albero bello e forte.” L’ABETE ROSSO L’Abete rosso o Peccio è una specie spontanea in Italia, presente sulle Alpi e in ristrette zone dell’Appennino settentrionale. Tutti i bambini conoscono questo abete come “l’albero di Natale”, tanto familiare nelle case italiane. Questa pianta tuttavia non limita la sua utilità al Natale; è molto usata come ornamentale oltre ad essere una specie forestale di primaria importanza. Preferisce i terreni acidi e sciolti, ma può crescere su tutti i suoli, teme solo l’eccessiva siccità. Il legname che produce in quantità abbondanti è di buona qualità ed è usato nell’edilizia per casse e imballaggi, in falegnameria e per la fabbricazione di mobili. È inoltre particolarmente adatto per la produzione di carta, essendo il suo legno composto da fibre lunghe. L’Abete rosso viene usato anche per la fabbricazione di strumenti musicali, in particolare per la cassa di risonanza e l’anima del violino. La sua peculiarità consiste nel trasmettere vibrazioni dalle corde al duro legno di acero con cui vengono invece costruiti i lati e il dorso dello strumento. Il legno migliore per la risonanza è ottenuto dalle porzioni più esterne dei fusti di 200-300 anni di età, cresciuti lentamente, i cui anelli sono fitti e regolari. Famosa a questo proposito è la foresta di Paneveggio in Trentino. In passato dalla resina di questa pianta si ricavavano pece e trementina e dai rametti giovani una sorta di birra. La corteccia, ricca di tannino, viene usata
ancora oggi in alcuni paesi per la concia delle pelli. L’Abete rosso nel suo complesso ha una forma conica e regolare e può raggiungere altezze anche di 50 m. La corteccia, color bruno-rossastro, con l’età tende a fessurarsi in piccole placche circolari chiamate “soldini”. Gli aghi, color verdechiaro, sono corti, pungenti, a sezione più o meno quadrangolare, inseriti a spirale tutto intorno al rametto. I coni, volgarmente detti pigne, sono lunghi e pendenti quando sono sulla pianta, a forma di sigaro e con squame arrotondate. PIANTE SPONTANEE MANGERECCE: il Pungitopo In Italia poche piante sono più bizzarre del Pungitopo; esso infatti è diverso dalla gran parte delle altre piante in quanto non ha delle vere foglie. Le strutture che apparentemente ci sembrano foglie, in realtà, sono fusti appiattiti che i botanici chiamano “cladodi” e che hanno sviluppato funzioni simili a quelle delle foglie, convertendo l’energia solare in energia utilizzabile per i processi vitali della pianta. In altre parole si può dire che i cladodi svolgono la
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!Continua… fotosintesi al posto delle foglie. Questi strani fusti sono color verde scuro, spessi e duri e cadono in autunno. I minuscoli fiori stanno al centro della finta foglia. Dai fiori impollinati si sviluppano grosse bacche rosse non commestibili. I cladodi appuntiti e le modeste dimensioni di questo arbusto spiegano il nome popolare di questa pianta, Pungitopo. Nei mesi invernali viene spesso seccato e usato per decorare le abitazioni durante le feste natalizie. Come succede nel caso dell’Asparago, a cui il Pungitopo è strettamente affine, i germogli giovani possono essere mangiati come verdura. Gli antichi erboristi inoltre consigliavano di bere una
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pozione fatta con le radici e di usare una poltiglia, ottenuta dalle bacche e dalle foglie, per aiutare le ossa a rinsaldarsi. Questa specie riveste un ruolo molto importante per la buona salute del bosco; è bene quindi oggigiorno, laddove la pressione antropica è troppo forte, astenersi dal prelevarlo o comunque limitarsi alla raccolta dei rami aerei, utilizzando forbici o coltellini affilati e rispettando scrupolosamente i rami sotterranei.
Usi: in primavera si possono prelevare i nuovi getti che, nelle primissime fasi di sviluppo, assomigliano moltissimo ai “turioni” degli asparagi. Previa adeguata bollitura in abbondante acqua per eliminare, almeno in parte, il sapore spiccatamente amarognolo, i germogli giovani vengono usati alla stregua degli asparagi selvatici.
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Pillole di saggezza e … un po’ di tecnica, l’alimentazione di Luca Taddei Uno dei fattori di prevenzione indiretta, ovvero di quelle azioni deputate ad anticipare e minimizzare gli effetti derivanti dal verificarsi di un problema durante lo svolgimento dell’escursione, è l’alimentazione, o meglio, il programmare un corretto approvvigionamento energetico. Non voglio affrontare l’argomento mediante l’elencazione dei fattori biochimici che entrano in giuoco o un elenco di alimenti specifici da portare in escursione, bensì viene ricercata una modalità informativa per poter affrontare una qualsiasi escursione, dalla passeggiata fuori città, alla traversata dolomitica. Prima di intraprendere un’escursione o comunque un impegno fisico all’aperto, è importante conoscere quale la difficoltà tecnica e l’impegno fisico richiesto per la specifica attività in modo da provvedere ad opportune energetiche e alimenti ad alta idratazione (frutta, alimenti vegetali, minestre etc.). L’escursionista dovrà considerare che se berrà troppo, urinerà spesso e consumerà velocemente la scorta idrica; mentre se dovesse bere troppo poco, si potrà trovare in crisi idrosalina, manifestando come minimo un forte senso di spossatezza, fatica e quindi difficoltà per la progressione. Per quanto riguarda il bilancio energetico, la considerazione è analoga al punto precedente: anche qui si tratta di fare il “pieno del serbatoio”, sempre man mano che si procede. Di regola si utilizza unicamente cibi che rilasciano gli zuccheri lentamente, come le barrette di cereali, il pane integrale, la frutta secca. Per quanto riguarda l’utilizzo di zuccheri assimilati direttamente – contenenti soprattutto saccarosio come cioccolata, bevande zuccherate, the e caffè zuccherati – è opportuno assumerli con una certa parsimonia in quanto possono provocare un effetto contrario a quello voluto, dando senso di fatica e “svuotamento”, ovvero: • la quantità di zucchero sale rapidamente nel sangue, quindi viene prodotta e immessa una grande quantità di insulina nel sangue per pareggiare quella di zucchero • la quantità di insulina è troppa, lo zucchero scende sotto il livello ottimale, è necessario
riassumere gli zuccheri • quindi si ripete il processo appena descritto ("isteresi alimentare") Un altro bilancio importantissimo da tenere sotto controllo è quello salino: infatti con la sudorazione vengono persi molti sali, che non sempre vengono colmati dall'apporto di acqua minerale. Quindi è importante rifornirsi di una quantità sufficiente di acqua con eventuali soluzioni saline oppure avere cibi contenenti sali minerali. Se fosse prevista comunque un’escursione con clima particolarmente caldo, opportuno pensare, oltre ad un cospicuo approvvigionamento di acqua, anche un sufficiente scorta di frutta. I fattori ambientali (temperatura, altitudine, insolazione, umidità etc.) e i fattori fisici (sforzo prolungato, metabolismo personale) variano da escursione a escursione e da persona a persona, di conseguenza variano le quantità ed i tempi per le ricariche energetiche per il singolo escursionista . Per quanto riguarda il periodo invernale, il dispendio energetico, a parità di passeggiata, sarà maggiore. Questo è dovuto alla temperatura più bassa (anche se ben coperti) e alla maggior difficoltà di muoversi sulla neve, anche se si hanno ciaspole o i soli scarponi. Di conseguenza, durante una passeggiata o escursione invernale è opportuno aumentare l'apporto energetico rispetto al periodo estivo, con scarso impegno gastrico/digestivo, che abbiano un alto rapporto calorie/volume, come per esempio le già citate: frutta di stagione, frutta secca, noci, poca cioccolata, pochi biscotti etc. Questo tipo di dieta è particolarmente adatta ad un ambiente invernale, è la dieta basata quasi esclusivamente da cibi altamente energetici che non implicano un “lavoro” digestivo particolarmente oneroso, come potrebbe accadere con panini, focacce, paste etc. Questa dieta ipercalorica potrà essere consumata in itinere, durante l’escursione e scongiura anche un appesantimento gastrico con relative complicazioni digestive che, praticando attività fisica a basse temperature, potrebbe anche sfociare in una congestione gastrica. Una nota a parte è opportuno farla per
l’uso dell’alcool in escursioni invernali: è un mito da sfatare il bere bevande alcoliche per scaldarsi; in realtà, in una situazione di freddo l'acool è tra i prodotti peggiori che si possono utilizzare per combattere il freddo. Questo in quanto l’organismo in presenza di freddo eccessivo, protegge gli organi vitali riducendo progressivamente la circolazione periferica (diminuisce così la superficie di dissipazione termica), iniziando dalle estremità (mani e piedi), per arrivare, nelle situazioni più serie di ipotermia a mantenere la circolazione unicamente al cuore, polmoni e cervello. L'acool, invece, avendo effetto vasodilatatorio sui vasi sanguigni, in breve tempo, fa si che il sangue torna ad affluire verso le estremità, incidendo sul bilancio termico dell’organismo. Passato il presunto effetto benefico (palliativo: della durata di pochi minuti), ci ritroviamo più freddi di prima, dato che il sangue nella periferia si sarà raffreddato ulteriormente. Come ultima informazione, è utile ricordare che, le scorte energetiche e idrico-saline, dovranno essere: • sufficienti in quantità (anzi meglio abbondare un pochino) • facilmente digeribili • il più leggere possibile (dato che vanno nello zaino) • e… possibilmente … essere gustose!
… Buone escursioni a tutti !!
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Le prossime gite GENNAIO 2012 da ven. 27 a dom. 29 - Dolomiti, nel regno della neve fresca, in val di Fanes con le racchette da neve; sab. 28 - Val di Chiana, i luoghi della memoria: da Civitella a San Pancrazio; dom. 29 - Alle falde del Montalbano: l’anello di Carmignano FEBBRAIO 2012 dom. 5 - I boschi della val Sestaione e il Lago Nero con le racchette da neve; sab. 11 - Escursione con le racchette da neve sulla cima del Libro Aperto; dom. 12 - Comeana e Artimino fra storia e natura; sab. 18 - I crinali del Chianti: anello da Greve per le Convertoie, Montedomini e Melazzano; dom. 19 - Colline Metallifere: l'anello delle Cornate di Gerfalco; dom. 26 - Appennino Pistoiese, la riserva naturale del Campolino con le racchette da neve ; MARZO 2012 sab. 3 - Cicloturismo, il canale maestro della Chiana da Chiusi a Cortona; sab. 10 - Anello di Dicomano e Monte Giovi; dom. 5 - Trek didattico: sulle colline di Dicomano con lezione dall’apicoltore e assaggio miele; sab. 10 - dom. 11 - Con le ciaspole alla Pania di Corfino ; dom.11 - Le colline Livornesi, Quercianella e la valle del Chioma; sab. 17 - Ciaspolata in notturna al monte Falterona; dom. 18 - Alla scoperta del Lago di Chiusi: la Valdichiana e i misteri degli Etruschi; sab. 24 e dom. 25 - Nei dintorni del lago Scaffaiolo con le racchette da neve; dom. 25 - Dagli Etruschi a Napoleone: escursione sul Promontorio di Piombino; sab. 31 - L’Oasi del Belvedere, il
Sasso di Castro e il Monte Beni; APRILE 2012 sab. 31 – ven. 6 “Di città in città” Lucca – Siena; dom. 1° - La Versilia di D’Annunzio, in bicicletta da Forte dei Marmi a Torre del Lago; sab. 14 - dom. 15 Arcipelago Toscano, escursioni all’isola d’Elba; sab. 14 - Da Crespino al Passo della Colla e Poggio degli Allocchi; dom. 15 - I panorami della valle d'Orsigna e la foresta del Teso; sab. 21– dom. 22 - Arcipelago Toscano, escursioni all’isola di Capraia; dom. 22 - Anello del parco Carnè, Brisighella e la vena del gesso; merc. XXIV aprile - I luoghi della resistenza: Pian d'Albero e Badia Montescalari; ven. 27 -sab. 28 – dom. 29 Arcipelago Toscano, escursioni all’isola d' Elba; dom. 29 - L’anello delle sorgenti di Lama Rossa, Parco naz. Appennino Tosco – Emiliano; MAGGIO 2012 sab. 28 - mar 1° magg. - La Corsica selvaggia: Il trek dei Doganieri e il Desert des Agriates; sab. 5 - dom. 6 - L’Alpe della Luna e il Sasso di Simone e Simoncello; sab. 12 – dom. 13 - Arcipelago Toscano, trekking e mare all' isola del del Giglio; dom. 13 - Fossato, Chiapporato e Monte Calvi: Parco dei Laghi Suviana e Brasimone; domenica 20 maggio FESTA di PRIMAVERA all'Orecchiella; sab. 19 - La Costa degli Etruschi in bicicletta, da San Vincenzo a Piombino; sab. 26- Alpi Apuane, il giro delle tre cime, Matanna, Nona e Procinto; dom. 27 - Le acque di Castagneto
Carducci, la via dei mulini ed il mare; sab. 26 – dom. 27 - Arcipelago Toscano, escursioni all’isola del Giglio e Giannutri; sab. 26 - dom. 27 - 2 giorni sull’Appennino Tosco Emiliano a San Benedetto in Alpe; GIUGNO 2012 dom. 3 - Sentiero n°1 Cinque Terre – 2° tappa: la via alta da Monterosso a Vernazza attraverso Soviore; sab. 9 - Alpi Apuane, anello del monte Sagro; dom. 10 - Parco Regionale Alpi Apuane: l'anello completo del Monte Grondilice sab. 16 e dom. 17 - 2 giorni nel Parco Naz. Appennino ToscoEmiliano, salita al monte Cusna e monte Prado; sab. 16 e dom. 17 - Appennino genovese, il Parco Naturale della Val d’Aveto e il Monte Maggiorasca; dom. 24 - Il monte Sumbra da Capanne di Careggine; sab. 30 e dom. 31 - Appennino ligure, la Val di Vara: il Monte Zatta e il Monte Gottero; LUGLIO 2012 ven. 6 a dom 8 - Dolomiti Ampezzane, sui sentieri della Grande Guerra; da mar. a 10 dom. 15 - Dolomiti, Alta via n.° 1, dal lago di Braies a Pieve di Cadore; da sab. 21 a merc. 25 Traversata delle Alpi Marittime, un trekking d’alta quota al confine con la Francia; dom. 29 - Anello del Casone di Profecchia; dal 28 al 1° agosto - trekking selvaggio e impegnativo nelle Dolomiti Zoldane;
ALPINISMO
ORRIDO DI BOTRI
dal 24 al 26 febbraio - alpinismo invernale al Gran Sasso d'Italia;
Tutti i sabato e domenica
sab. 21 e dom. 22 aprile- Sci alpinismo sul Gran Sasso;
dal 15 giugno 2011
dal 20 al 22 aprile - Periplo del Monte Rosa;
VISITE GUIDATE
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Pasquale Equizi la prima Guida alpina della Toscana, è il Presidente del Collegio Regionale della Toscana delle Guide alpine, membro del gruppo Regionale di “Sicurezza in Montagna” istituito dalla Regione Toscana. Maestro di yoga abbina le due attività in montagna creando eventi appassionanti. Marco Turchi Guida alpina, maestro di sci ed allenatore federale della FISI. Ottimo sciatore e forte alpinista, vanta un curriculum invidiabile di salite di elevate difficoltà nelle Dolomiti. Profondo conoscitore delle zone più inaccessibili e dei “viaz” delle Dolomiti Zoldane. Michela Adami Guida ambientale escursionistica dal 1997, Guida Parco Apuane. Accompagna gruppi dal 1990 soprattutto in Garfagnana (Alpi Apuane e Appennino Settentrionale).Si occupa di monitoraggio naturalistico e di educazione ambientale per conto del CFS . Parla abbastanza bene l'inglese Cristina Bartoletti Guida ambientale escursionistica, laureata in scienze forestale ed ambientali, coltiva la passione per l'escursionismo e il trekking unitamente a quello delle tradizioni delle danze e dei canti popolari. Ha lavorato come operatrice di didattica ambientale in scuole materne, elementari e medie. Giziano Bonaventuri Guida ambientale escursionistica dal 1996, esperto conoscitore dell'Orrido di Botri e dell'Appennino lucchese e pistoiese. Di madrelingua spagnola, parla bene francese ed inglese. Si occupa di Ed. Ambientale per conto del CFS all'interno della Riserva Naturale dell’Orrido di Botri.
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Tiziano Burani Guida ambientale escursionistica dal 2008. Ogni sentiero e ogni progetto è fonte di scoperte e incentivi a continuare. Bosco, montagna, mare nelle giornate di sole ma anche nelle giornate di rigore sono l'habitat preferito per rinnovare energie e liberarsi dalla quotidianità. Alberto Calamai Guida ambientale escursionistica dal 2000, Guida Parco Apuane e del Parco della Maremma, organizza gite scolastiche, attività escursionistiche con le racchette da neve, trekking nelle Isole dell’ Arcipelago Toscano e sulle Alpi. Ha organizzato trek extraeuropei. Claudia Papini Guida ambientale escursionistica dal 2004, tanta esperienza nella conduzione di gruppi di studenti nelle gite di istruzione Ha realizzato ricerche sulla Resistenza nelle colline Fiorentine e del Chianti. E’ tecnico scuola della FISO ed ha realizzato vari corsi nelle scuole primarie di Firenze. Parla correntemente la lingua inglese. Valeria Rossi Guida ambientale escursionistica dal 2004, laureata in Scienze Naturali, Operatrice di Educazione Ambientale, tiene regolarmente lezioni nelle scuole, si è specializzata nell'accompagnare sia gruppi scolastici che adulti. Conosce molto bene tante zone che vanno dalla Liguria alla Toscana e alla Romagna, ha condotto gruppi all’estero. Luca Taddei Guida ambientale escursionistica dal 2008, organizza lunghi trek, dalle “Alte Vie” dolomitiche a quelli marini in Corsica e Sardegna, dalle Alpi Apuane all' Appennino e, nell'inverno, con le racchette da neve. Cura l'aggiornamento in ambito della sicurezza in montagna e sulla meteo-nivologia. 15
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Libreria Stella Alpina via Corridoni 14b/r FIRENZE tel. 055 - 411688 Notiziario di Ufficio guide n. 2 anno 2012 Pubblicazione semestrale gratuita a cura delle Guide di Ufficio guide scuola di alpinismo.
dal 1986 carte e guide da tutto il mondo vendita anche per corrispondenza
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Responsabile editoriale Alberto Calamai, eventuale materiale per la pubblicazione va inviato a info@ufficioguide.it , il file digitale si trova all’indirizzo www.ufficioguide.it
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