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Pag L’eredità di Pietro Catturich Ducco

PIETRO CATTURICH DUCCO

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Ciò che mi colpì in lui fu l’eleganza dei suoi modi coniugati con un aspetto imponente e severo. Nobile sì, ma radicato in quella terra che circonda la cantina più antica di Franciacorta, oggi diventata un brand internazionale per via dei meravigliosi vini che vi vengono prodotti. Mi aveva invitato in una bella mattina di fine estate di 4 anni fa con un preciso intento. Voleva realizzare un servizio fotografico che potesse mostrare al mondo le meraviglie racchiuse nella maestosa villa di Passirano. Avrebbe voluto che quella casa, con tutti i ricordi della sua nobile famiglia, diventassero un museo. Dopo un aperitivo, un millesimato d’annata, servito in maniera inappuntabile dal suo domestico filippino, la conversazione si fece più sciolta e la mia timidezza di fronte a tanta bellezza e a quell’austero signore di campagna, lasciò spazio a domande più curiose sulla sua vita, avventurosa e vissuta sempre al massimo. Nel 1967 creò l’azienda che porta il suo nome e fu tra i primi ad adottare le botti bordolesi per l’invecchiamento dei suoi meravigliosi rossi. Poi la riconversione dei vigneti per la produzione degli champenoise che hanno decretato il successo planetario della sua etichetta. Ma il vino era solo una delle sue passioni. L’altra era l’ornitologia. Cacciatore prima e studioso in età avanzata, aveva mantenuto la tradizione dell’uccellagione con le reti che per secoli era stata una delle attività venatorie della casata. Mi fece vedere alcuni registri antichissimi dove venivano annotati il numero e le specie di volatili catturati. Un archivio dove erano riportati ogni giorno, giorno dopo giorno, mese dopo mese, con una precisione certosina, gli esemplari caduti nelle reti. Negli ultimi anni la cattura era solo a fini statistici. Catturich, “catturava” gli uccelli e, dopo averli inanellati per un eventuale riconoscimento futuro, li liberava. Non fu creduto e in seguito alla denuncia di alcune associazioni animaliste, gli venne sequestrata tutta l’attrezzatura, richiami compresi, fu denunciato e rinviato a processo. Ricordo che questo fece notizia anche perché Pietro Catturich è stata la persona più anziana mai processata in Lombardia. Venne assolto da ogni accusa e gli vennero pure restituite le attrezzature che gli erano state sequestrate. La Franciacorta perde con lui uno dei suoi protagonisti, geniale e visonario e artefice di quella rinascita che ha reso le terre di mezzo tra Bergamo e Brescia una delle realtà vitivinicole più prestigiose del Paese. (V.E.F.)

IL CONTE DELLE BOLLICINE

SCOMPARSO A 96 ANNI IL PADRE DEI VINI DELLA FRANCIACORTA

Il Comitato provinciale bergamasco per l’abolizione delle barriere architettoniche è attivo dal 1986. Si ispira a quanto sancito dall’art. 3 della Carta Costituzionale: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Non ci si occupa, dunque, solo di persone con disabilità, ma di chiunque possa essere limitato o impedito nella propria libertà di movimento dalla presenza di barriere architettoniche e localizzative: anziani, cardiopatici, donne in gravidanza, genitori con bambini in passeggino, ma anche persone momentaneamente ingessate o semplicemente …con il mal di schiena!

A testimonianza della “trasversalità” del problema delle barriere, il Comitato è composto da una quindicina di gruppi e di associazioni della più diversa estrazione: persone con disabilità, giovani e anziani, associazioni di volontariato e gruppi culturali, organizzazioni sindacali ed esperti del settore.

Parallelamente, se è vero che il problema delle barriere coinvolge tutti, la sua risoluzione passa attraverso una nuova e più avanzata consapevolezza sociale, culturale, tecnico-scientifica, politica e antropologica. Per questa ragione gli interlocutori del Comitato sono diversi: i cittadini che sono stati coinvolti nelle manifestazioni, i vigili urbani che hanno chiesto di poter utilizzare le “multe morali”, i passeggeri dei treni che hanno solidarizzato con chi era impossibilitato a salire in vettura, i progettisti che non ci hanno considerati come un intralcio al proprio lavoro ma come occasione per accrescere la propria professionalità, gli insegnanti che ci hanno invitato nelle scuole per contribuire allo sviluppo del senso civico degli studenti, i giornalisti che non si sono limitati a dare notizia delle iniziative del Comitato ma che hanno promosso inchieste specifiche con la nostra collaborazione, gli amministratori locali che si sono attivati per superare gli ostacoli presenti sul territorio, i rappresentanti delle istituzioni che stanno cercando di rispondere positivamente alle “competenze” in materia assegnate dalle leggi vigenti.

Il Comitato ha cercato e cerca sempre di svolgere una funzione di stimolo, denunciando illegalità e ritardi, collaborando nella formazione e nella promozione di una cultura dell’accessibilità, contribuendo alla formulazione e all’approvazione di più avanzate normative.

Nonostante le notevoli difficoltà, i risultati concreti, nel corso degli anni, non sono mancati. Questi esiti positivi ci incoraggiano a proseguire nel cammino intrapreso.

LA LETTERA CON LA QUALE IL COMITATO PER L’ABOLIZIONE DELLE BARRIERE ARCHIETTONICHE DI BERGAMO PRENDE POSIZIONE SULL’AMPLIAMENTO DELLA LINEA FERROVIARIA CHE ATTRAVERSA IL QUARTIETRE DI BOCCALEONE

Come Comitato Provinciale per l’abolizione delle barriere architettoniche, siamo venuti a conoscenza, tramite segnalazioni dei cittadini e articoli di giornale, del progetto definitivo da parte di RFI (Rete Ferroviaria Italiana). Premettiamo che la comprensione del suddetto progetto si è rivelata oltremodo impegnativa in quanto lo stesso si compone di una notevole mole di elaborati tecnici, grafici e relazioni per un totale di ben 670 documenti la cui consultazione non è né immediata né intuitiva. Il progetto prevede il collegamento tra la stazione di Bergamo e l’aeroporto di Orio al Serio con la formazione di una nuova linea a due binari della lunghezza di 5,6 km. Affianca la linea esistente Bergamo-Brescia, attraversando il centro abitato ad alta densità del quartiere di Boccaleone, prosegue con una lunga curva a S e si conclude con una parte interratafino all’aeroporto. È previsto il passaggio di un treno ogni 7-10 minuti senza fermate intermedie. Le nostre osservazioni non riguardano il progetto in generale né vogliono esprimere giudizi sull’opportunità di collegare nel modo scelto la città e l’aeroporto, riguardano piuttosto l’impatto che tale intervento avrà sulla zona più edificata e densamente abitata del quartiere di Boccaleone e, soprattutto, sull’accessibilità e la mobilità per i cittadini, abitanti o in transito. Il quartiere si trova già inuna situazione di difficoltà in quanto è attraversato da una linea ferroviaria che lo divide in due zone ben distinte separando i cittadini da servizi essenziali come scuole, asili, negozi, farmacie, oratorio, chiesa, biblioteca etc. alcuni dei quali si trovano nella parte nord e altri nella parte sud. Attualmente questa divisione è parzialmente controbilanciata dalla presenza di un passaggio a livello in via Pizzo Recastello (fruibile da auto, pedoni e persone con disabilità) e di una passerella pedonale tra via G. Rosa e via P. Rovelli non accessibile e faticosa per le persone anziane.

Il nuovo progetto non solo non prevede un miglioramento dei collegamenti tra le due parti del quartiere ma, al contrario, propone la chiusura del passaggio a livello in via Pizzo Recastello (senza per ora includere alcuna opera sostitutiva o alternativa) e la demolizione della passerella che collega via G. Rosa con via P. Rovelli (la cui opera sostitutiva sarà realizzata da parte del Comune solo al termine dei lavori previsto per il 2025-2026). In questo modo vengono meno le uniche due vie di connessione tra le due parti del quartiere. Unica possibilità di collegamento nel quartiere per persone con problemi motori e di deambulazione non automunite rimarrebbe via G. Rosa che, oltre ad essere molto trafficata, presenta numerose difficoltà dovute alle barriere fisiche: marciapiedi troppo stretti e, nella parte verso via Piatti, una pendenza eccessiva per la presenza del ponte ferroviario. Questo di fatto renderebbe impossibile a questa fascia di persone raggiungere la parte nord del quartiere vista l’assenza di un percorso alternativo accessibile. Il progetto prevede altresì la posa di barriere fonoassorbenti alte tra i 5 e i 7 metri e lunghe 600-700 metri sui due lati della ferrovia per tutto il tratto edificato del quartiere creando una barriera visiva e ambientale non indifferente per i cittadini senza peraltro azzerare il notevole impatto acustico. È del tutto evidente la necessità di eseguire - prima della realizzazione della nuova linea a due binari, le opere infrastrutturali di raccordo viabilistico e pedonale a salvaguardia dei collegamenti nel quartiere. Meglio ancora sarebbe avere la possibilità di interrare la tratta che si sviluppa lungo il quartiere risolvendo così tutti i problemi alla radice. Invitiamo quindi gli enti preposti a rivedere il progetto per far sì che un’opera pubblica così importante per la comunità non comprometta la vivibilità e la viabilità del quartiere di Boccaleone, specialmente per le persone più fragili rispettando così le linee guida del PGT del Comune: “progettiamo la Bergamo inclusiva, sostenibilee attrattiva”. (Annalisa Colombo Presidente del Comitato contro le Barriere architettoniche di Bergamo)

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