Qui Bergamo n.ro 281

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PIETRO CATTURICH DUCCO Ciò che mi colpì in lui fu l’eleganza dei suoi modi coniugati con un 30

aspetto imponente e severo. Nobile sì, ma radicato in quella terra che circonda la cantina più antica di Franciacorta, oggi diventata un brand internazionale per via dei meravigliosi vini che vi vengono prodotti. Mi aveva invitato in una bella mattina di fine estate di 4 anni fa con un preciso intento.Voleva realizzare un servizio fotografico che potesse mostrare al mondo le meraviglie racchiuse nella maestosa villa di Passirano. Avrebbe voluto che quella casa, con tutti i ricordi della sua nobile famiglia, diventassero un museo. Dopo un aperitivo, un millesimato d’annata, servito in maniera inappuntabile dal suo domestico filippino, la conversazione si fece più sciolta e la mia timidezza di fronte a tanta bellezza e a quell’austero signore di campagna, lasciò spazio a domande più curiose sulla sua vita, avventurosa e vissuta sempre al massimo. Nel 1967 creò l’azienda che porta il suo nome e fu tra i primi ad adottare le botti bordolesi per l’invecchiamento dei suoi meravigliosi rossi. Poi la riconversione dei vigneti per la produzione degli champenoise che hanno decretato il successo planetario della sua etichetta. Ma il vino era solo una delle sue passioni. L’altra era l’ornitologia. Cacciatore prima e studioso in età avanzata, aveva mantenuto la tradizione dell’uccellagione con le reti che per secoli era stata una delle attività venatorie della casata. Mi fece vedere alcuni registri antichissimi dove venivano annotati il numero e le specie di volatili catturati. Un archivio dove erano riportati ogni giorno, giorno dopo giorno, mese dopo mese, con una precisione certosina, gli esemplari caduti nelle reti. Negli ultimi anni la cattura era solo a fini statistici. Catturich, “catturava” gli uccelli e, dopo averli inanellati per un eventuale riconoscimento futuro, li liberava. Non fu creduto e in seguito alla denuncia di alcune associazioni animaliste, gli venne sequestrata tutta l’attrezzatura, richiami compresi, fu denunciato e rinviato a processo. Ricordo che questo fece notizia anche perché Pietro Catturich è stata la persona più anziana mai processata in Lombardia.Venne assolto da ogni accusa e gli vennero pure restituite le attrezzature che gli erano state sequestrate. La Franciacorta perde con lui uno dei suoi protagonisti, geniale e visonario e artefice di quella rinascita che ha reso le terre di mezzo tra Bergamo e Brescia una delle realtà vitivinicole più prestigiose del Paese. (V.E.F.)

IL CONTE DELLE BOLLICINE SCOMPARSO A 96 ANNI IL PADRE DEI VINI DELLA FRANCIACORTA


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