Qui Bergamo n.ro 304

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BERGAMO

ADDIO AL GRANDE FOTOGRAFO ERWIN OLAF FESTIVAL ORGANISTICO: SUONARONO GLI ORGANI DELLE DUE CITTÀ RESTAURATO L’ORGANO ANTEGNATI SERASSI DEL DUOMO DI BRESCIA CHRISTMAS DESIGN, LA CITTÀ INVASA DALLA LUCE GUARDA-MI: UNA MOSTRA PER IMMAGINI TRA I DUE GATE FOTOGRAFICA: IL FESTIVAL DELLA FOTOGRAFIA DI BERGAMO PERCHÈ UN’OPERA SU RAFFAELLA CARRÀ? AMITIÉ SANS FRONTIÈRE GALA 2023 CRISTINA PARODI, AMBASCIATRICE CESVI, PRESENTA LA CHARITY 2023 INCHIESTA DI LISA BORGIANI:COS’È L’EUROPA PER TE? CENTO ANNI PER CASSA LOMBARDA

Ph. Sergio Nessi

MAGAZINE

CMP BERGAMO

SPEDIZIONE IN A. P. D.L 353/2003 (CONV. IN L.27/02/2004 N.46) ART.1, COMMA 1, DCB BERGAMO IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE AL MITTENTE - EDITA PERIODICI S.R.L. VIA B. BONO, 10 BERGAMO 24121 - TASSA PAGATA BG CPO

ANNO 31 - N° TRECENTOQUATTRO - OTTOBRE 2023 - € 5

In copertina Luana Piazzalunga e Giuseppe Castagneto con i figli Gaya e Mattia

PRIMA LA

SALUTE

STUDIO MEDICI ASSOCIATI BERGAMO


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immagini: la potenza di sempre alla velocità di oggi Mentre il mondo rotola nell’universo incurante di noi, continuiamo a farci, piccole o grandi, laceranti guerre. Qui e là sul pianeta terra, tra gli esseri umani, esplodono rancori covati per anni, forse per secoli e la spietata concorrenza dei media di oggi, tv e internet, fa sì che ogni giorno si riescano a sfornare video-testimonianze, qualche volta anche costruite ad arte, che ci dovrebbero inorridire. Immagini non consigliate alle persone sensibili, si legge... e tutti lì a guardare morti ammazzati, pozze di sangue, case sventrate, non senza essersi prima cuccati la pubblicità delle merendine e la famiglia felice intorno al tavolo. La potenza di una immagine, la sua capacità di arrivarci dentro, la conosciamo bene ma oggi è sbalorditiva grazie alla velocità con la quale si diffonde. Lo scatto dello sguardo della ragazza portata via dai terroristi ha fatto il giro del mondo in pochi secondi trasmettendo quel senso di disperazione a cui nessuno riesce a sottrarsi guardandola. I video vengono utilizzati per raccontare piccole storie che però quasi mai restano impresse nella memoria come accade per certe immagini ferme, capaci di coinvolgerci per qualche secondo e che ci impongono di pensare, di entrare nell’immagine, di capire quell’emozione e non di subire passivamente, fotogramma dopo fotogramma, troppo velocemente per poter davvero vedere e non solo guardare. Ottobre è il mese in cui è bello ritrovarsi nei tradizionali eventi charity in cui si sottolinea la disponibilità al dialogo con mondi diversi e all’aiuto alle popolazioni che, a causa di guerre, epidemie ed eventi climatici catastrofici, rischiano di soccombere. La consapevolezza del nostro benessere e della fortuna che ci ha fatto nascere qui, ci porta a riflettere sulla necessità ad essere disponibili nella ricerca di ogni strada che possa alleviare la sofferenza altrui. Anche in questo caso sono immagini da guardare, una ad una, per riconoscere questa volta chi c’era, chi c’era ancora, chi c’è sempre e... chi non c’era.

Erwin Olaf, Paradise Portrait Thomas, 2001

Immagini potenti da non perdere quelle del Festival della Fotografia in corso in questi giorni e immagini romantiche nella mostra “Naja?” di Battista Marini che trovate in questo numero. E ancora immagini speciali in ‘Guarda-mi’ l’incredibile esperienza condivisa tra i due Gate della Capitale della Cultura. Immagini indimenticabili quelle di Erwin Olaf scomparso il 20 settembre a soli 64 anni e che abbiamo avuto in passato il privilegio di pubblicare grazie alla galleria Paci Art di Brescia. (V.E.Filì)

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ciao erwin "Non mi piace molto guardarmi indietro, ma ora che ho dovuto farlo, devo dire che non avrei potuto chiedere di meglio: è esattamente come sognavo che sarebbe andata la mia carriera. E sono felice di aver scelto la fotografia, mi ha permesso di vedere chi ero in passato, quali erano i miei pensieri: il mio lavoro sembra un diario". Erwin Olaf

April Fool 2020

Paradise Portrait Thomas, 2001

CI UNIAMO AL CORDOGLIO DI GIAMPAOLO PACI PER LA SCOMPARSA, A SOLI 64 ANNI, DI ERWIN OLAF, AVVENUTA IL 20 SETTEMBRE SCORSO. IN PASSATO VI ABBIAMO GIÀ PROPOSTO LE SUE INCREDBILI IMMAGINI ARRIVATE A BRESCIA GRAZIE ALLA GALLERIA PACI CONTEMPORARY ENIGMATICO. COLTO. METAFISICO. SOSPESO. FOTOGRAFICO. SENZA TEMPO….. TANTI SONO GLI AGGETTIVI O I TERMINI PER DESCRIVERE IL LAVORO DI ERWIN OLAF. CI TENEVO PERSONALMENTE A SCRIVERE UN PICCOLO PENSIERO SU QUESTO GRANDE ARTISTA MA ANCHE UOMO E AMICO. ESSERE UNA DELLE SUE GALLERIE DI RIFERIMENTO CI HA SEMPRE RIEMPITO DI ORGOGLIO E LO SARA ANCORA DI PIÙ PER IL FUTURO ANCHE SENZA DI LUI. MA IL SUO LAVORO RESTA E RESTERÀ PER SEMPRE. LA SUA CAPACITÀ DI FONDERE LE DIVERSE CULTURE E ARTI CHE LO HANNO FORMATO: DAL CINEMA, SPECIALMNETE L’AMORE PER QUELLO ITALIANO DA LUCHINO VISCONTI, A ROSELLINI E FELLINI E POI LA GRANDE CONOSCENZA PER LA PITTURA FIAMMINGA DEL 500, OLTRE POI AD AVERE VISSUTO UNA VITA SPESSO AI LIMITI, UNDERGROUND CHE GLI HA PERMESSO DI CAPIRE E CONOSCERE L’EVOLUZIONE DEI GIOVANI ATTRAVERSO GLI ANNI 80 E 90. OGNI SUA FOTOGRAFIA QUINDI TRASUDA DI TUTTI QUESTI ELEMENTI CHE UNITI DALLA SUA PROVERBIALE TECNICA FOTOGRAFICA HA FATTO SÌ ,CHE OGNI SUO LAVORO, DIVENISSE UNA SORTA DI VIAGGIO NEL TEMPO E NELLE TRADIZIONI. IN CONCLUSIONE, UN GRANDISSIMO DELLA FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA CHE HA SEGNATO UN'EPOCA E CHE INDISCUTIBILMENTE LASCERÀ UN SEGNO INDELEBILE PER LE GENERAZIONI A VENIRE.

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ERWIN ERA UNA BELLA PERSONA, BUONA MA DECISA QUANDO SERVIVA E SOPRATTUTTO DI UN’ IRONIA STREPITOSA CHE FACEVA QUINDI EMERGERE ANCOR DI PIÙ LA SUA INTELLIGENZA. IL SUO SORRISO MI MANCHERà…ERA CONTAGIOSO … SPERO IN FUTURO DI POTER ORGANIZZARE NUOVAMENTE A BRESCIA UNA GRANDE MOSTRA SULLA SUA CARRIERA CERCANDO COME SEMPRE DI FARE LUCE SULL’ EVOLUZIONE DELLA FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA CIAO ERWIN UN SALUTO GRANDE . Giampaolo Paci e tutto il team Paci Contemporary

“È stato un onore essere la tua galleria di riferimento per l’Italia. Collaborare con te in tutti questi anni mi ha dato la possibilità di confrontarmi con un maestro del tuo calibro più volte e per questo te ne sono grato. Fantastica era la tua attenzione ai mille particolari che hanno reso il tuo lavoro immortale. Le tue opere parlano molto chiaramente di chi sei stato e di chi sarai per sempre. Io voglio ricordarti con quel tuo sorriso contagioso e con la tua straordinaria capacità di infondere cultura”.

Fall Suus 2008

Squares Tulips 1986 Artista di spessore con una carriera notevole, Erwin Olaf (nato a Hilversum, Paesi Bassi, 1959), uno dei più famosi fotografi contemporanei. Iniziando la sua carriera artistica come fotoreporter documentando la vita notturna degli anni ’80, Olaf ha cercato e definito sempre più i suoi soggetti int bianco e nero o a colori. Nella maggior parte delle opere di Olaf, l’immagine emana ambiguità e un senso di frustrazione nostalgica che si scontrano con la scrupolosa ricerca della perfezione nei dettagli della rappresentazione, confermando la sua abilità artistiche innate. Le sue opere si trovano nelle più importanti collezioni del mondo, tra gli altri al museo Stedelijk di Amsterdam, al museo Ludwig di Colonia e al central Museum di Utrecht.

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ANNO 19 - N° CENTOTTANTANOVE - OTTOBRE 2023 - € 5

di proseguire nella nostra mission

di far

conoscere

Bergamo ai Bresciani

e Brescia ai bergamaschi

Ph. Sergio Nessi

cover story Brescia

Bergamo

pag. 36

pag. 40

“loris garau.

luana piazzalunga e

L’uomo che

Giuseppe castagneto

PRIMA LA

SALUTE

STUDIO MEDICI ASSOCIATI BERGAMO

pag. 8

pag. 12

pag. 18

antegnati serassi del

la città invasa dalle

attraverso il gate

e suonarono gli

duomo vecchio di brescia

pag. 20

pag. 22

della fotografia

un’opera su raffaella

Noi qui. festival di bergamo

pag. 52

perchè scrivere

te l’europa

l’importanza delle

indagini strutturali

con coda e criniera

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pag. 70

le mille vite

frontiéres

malena mazza: di una donna

pag. 60

il coach

pag. 66

Mostra fotografica

pag. 50

futura expo 2023

salute, benessere e

gusto per la longevità

borgiani: Ma cos’è per

pag. 26

pag. 58

consigli e curiosità

inchiesta di lisa

luci per natale

pag. 54

longevity suite:

pag. 62

Christmas design

carrà?

dr. Reithan

Prima la salute

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pag. 10

restaurato l’organo

organi delle due città

“LORIS GARAU. L’UOMO CHE AMA IL FUTURO”

ADDIO AL GRANDE ERWIN OLAF FESTIVAL ORGANISTICO: SUONARONO GLI ORGANI DELLE DUE CITTÀ RESTAURATO L’ORGANO ANTEGNATI SERASSI DI BRESCIA CHRISTMAS DESIGN, LA CITTÀ DELLA LUCE GUARDA-MI: UNA MOSTRA PER IMMAGINI TRA I DUE GATE STUDIO ASSOCIATO BETTONI DONADIO GAVIANO & PARTNERS STP: UNA FUSIONE DA 10 E LODE PERCHÈ UN’OPERA SULLA CARRÀ? LIEVITA: LA COLAZIONE INCLUSIVA AMITIÉ SANS FRONTIÈRE GALA 2023 A2A: LA FONTE DI MOMPIANO DÀ SPETTACOLO INCHIESTA: COS’È L’EUROPA PER TE? MACCHIAIOLI IN MOSTRA A NOVEMBRE

highlights in questo numero

festival organistico

internazionale bgbs

In copertina:

BRESCIA

MAGAZINE

ama il futuro

con i figli Gaya e mattia In copertina Giuseppe Castagneto e Luana Piazzalunga con i figli Mattia e Gaya

SPEDIZIONE IN A. P. D.L 353/2003 (CONV. IN L.27/02/2004 N.46) ART.1, COMMA 1, DCB BERGAMO IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE AL MITTENTE - EDITA PERIODICI S.R.L. VIA B. BONO, 10 BERGAMO 24121 - TASSA PAGATA BG CPO

Siamo orgogliosi

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ADDIO AL GRANDE FOTOGRAFO ERWIN OLAF FESTIVAL ORGANISTICO: SUONARONO GLI ORGANI DELLE DUE CITTÀ RESTAURATO L’ORGANO SERASSI ANTEGNATI DEL DUOMO DI BRESCIA CHRISTMAS DESIGN LA CITTÀ INVASA DALLA LUCE GUARDA-MI: UNA MOSTRA PER IMMAGINI TRA I DUE GATE FOTOGRAFICA: IL FESTIVAL DELLA FOTOGRAFIA DI BERGAMO PERCHÈ UN’OPERA SU RAFFALELLA CARRÀ? AMITIÉ SANS FRONTIÈRE GALA 2023 CRISITNA PARODI AMBASCIARÌTRICE CESVI PRESENTA LA CHARITY 2023 INCHIESTA DI LISA BORGIANI.:COS’È L’EUROPA PER TE? CENTO ANNI PER CASSA LOMBARDA

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le scarpette rosse di maddalina

pag. 74

Amitié sans

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Festival organistico internazionale BG-BS

2023 capitale della cultura

E SUONARONO GLI ORGANI DELLE DUE CITTÀ

restaurato l’organo antegnati serassi del Duomo vecchio di Brescia

Nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura, il Festival Organistico Internazionale “Città di Bergamo” ha proposto al pubblico un’edizione speciale, in collaborazione con la città della Leonessa. Il programma, dal titolo Bergamo-Brescia, Città degli Organi, ha raddoppiato il numero dei concerti - equamente suddivisi fra i due capoluoghi e abbinati grazie all’individuazione di organi simili . pur mantenendo inalterate le caratteristiche principali della manifestazione: la presenza di grandi nomi, l’arte dell’improvvisazione e l’ingresso gratuito. Un’unione ben riuscita, in parte grazie alla complementarità dei rispettivi ricchissimi patrimoni strumentali: la tradizione organaria bresciana degli Antegnati (del cinque-seicento) e il lascito sette-ottocentesco bergamasco di Bossi e Serassi; in parte grazie all’immediata unità d’intenti fra gli organizzatori, Vecchia Bergamo Associazione Culturale e Associazione Amici della Chiesa del Carmine di Brescia. “Siamo contentissimi dell’esito di questa 31^ edizione del Festival - ha commentato il Presidente Fabio Galessi. Felice soprattutto la scelta di coinvolgere la città gemella. Un’operazione nata dalla nomina di Bergamo Brescia Capitale della Cultura, che si è dimostrata funzionare benissimo, considerando l’accoglienza, l’entusiasmo e il numero di presenze che abbiamo riscontrato. A tal punto che proseguiremo il nostro partenariato nelle prossime edizioni, conservando ognuno la propria identità, ma condividendo l’ospitalità dei grandi artisti e alcuni aspetti economico-organizzativi, in una vera e propria ottica sinergica”. 8

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31° FESTIVAL ORGANISTICO INTERNAZIONALE CITTÀ DI BERGAMO 1a RASSEGNA ORGANISTICA INTERNAZIONALE CITTÀ DI BRESCIA “Un grande successo di pubblico sia in presenza che da remoto, dal momento che i concerti sono stati trasmessi anche in diretta streaming su Youtube con un ottimo seguito di spettatori: «Abbiamo iniziato a utilizzare questo canale durante la pandemia e l’abbiamo mantenuto perché si è rivelato uno strumento incredibile per raggiungere tutto il mondo, rafforzando la presenza e l’identità del nostro Festival sulla scena internazionale” - ha proseguito Galessi. La rassegna, che si è svolta dal 22 settembre al 27 ottobre, chiude la sua 31^ edizione con l’aggiunta di due eventi straordinari, previsti nel mese di novembre: domenica 19 a Brescia, con l’inaugurazione di un organo Antegnati, rimesso a nuovo dopo una sapiente restaurazione, e venerdì 10 a Bergamo, con un concerto per organo e archi nella Chiesa di San Pancrazio. “Chiudiamo la rassegna in bellezza - ha concluso il Presidente - con la presenza di una star internazionale dell’organo come Lorenzo Ghielmi, chiamato a interpretare pagine della musica di Haendel”.

FABIO GAELESSI

Il francese Olivier Latry, organista tra i più virtuosi al mondo, ha dato il via ad entrambe le manifestazioni. A Bergamo il 21 settembre nella Cattedrale di Città Alta e due giorni dopo nel Duomo Nuovo di Brescia. Il sogno di Fabio Galessi si è avverato: condividere con la città della Leonessa l’esperienza ed il format del Festival Organistico


L’organo Antegnati-Serassi del Duomo Vecchio di Brescia, per qualità e quantità dei materiali conservati, è uno degli strumenti più importanti e pregevoli dell’organaria rinascimentale italiana. A causa del suo cattivo stato di conservazione, si è reso necessario un accurato restauro a cura della ditta Mascioni di Azzio (VA). Il restauro ha interessato anche la cassa rinascimentale dell'organo, opera dello scultore bolognese Battista Piantavigna (1537).

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restaurato l’organo antegnati serassi del Duomo vecchio di Brescia

Nel corso degli interventi sono stati rinvenuti affreschi del Romanino dati per perduti ma citati in una fonte manoscritta seicentesca. Durante i lavori di restauro all’organo si è rilevato che sotto le scialbature di calce bianca posta sugli intonaci ai lati del monumentale palco erano presenti piccole porzioni di lacerti di affresco. È stato fatto un approfondimento e si è visto che gli affreschi erano presenti sotto tutte le parti di scialbo. La Soprintendenza competente, dopo avere visionato le opere e ritenuto la scoperta eccezionale, ha autorizzato le operazioni di descialbo: sono apparse 12 figure, otto di musici dipinti all’interno del quadro scenico del fronte dell’organo e 4 figure di astanti, due per lato, che sono ubicati all’esterno della quinta incorniciata dalle colonne dell’organo. Le splendide ante d’organo di Girolamo Romanino raffiguranti Natività, Sposalizio e Visitazione della Vergine (1539) sono state riposizionate nella loro collocazione originale: i telai sono stati fissati alle colonne girevoli che fiancheggiano le canne dell'organo. Sarà quindi possibile ai visitatori ascoltare la straordinaria musicalità dell’organo e ammirare i dipinti del grande pittore visibili sia ad ante aperte, sia ad ante chiuse. RESTAURO DELL’ORGANO La presenza di un organo nella Rotonda di Santa Maria di Brescia risale agli albori del 1400. Dagli organari D’Alemagna agli Antegnati, da Traeri ai Serassi, da Tonoli fino all’ultimo intervento di restauro nel 1959 ad opera di Armando Maccarinelli, in oltre cinquecento anni gli organi della cattedrale di Brescia hanno subito innumerevoli modifiche e rifacimenti. Lo strumento attuale porta la firma dei Fratelli Serassi di Bergamo che, nel 1823, presentarono alla Fabbriceria del Duomo il progetto della loro opera. Quello che veniva proposto, su imposizione dalla committenza, prevedeva in realtà il riutilizzo di tutto il materiale fonico antico, appartenente in larga parte al precedente organo costruito nel 1536 da Gian Giacomo Antegnati. Il materiale antegnatiano contenuto nell’attuale strumento rappresenta dunque il più antico e cospicuo nucleo di canne realizzate da Gian Giacomo. L’organo è stato completamente restaurato dalla ditta Fratelli Mascioni e rimontato. I grandi mantici sono stati collocati nella sala retrostante, appositamente predisposta. I somieri (casse che ricevono l'aria immessa dai mantici per trasmetterla alle canne) dei contrabbassi (le canne dei registri più gravi) con le lunghe canne in legno sono stati posizionati all’interno della cassa antica liberando la vista dei ritrovati affreschi del Romanino. Il somiere maestro e i sussidiari sono stati collegati a tastiera e pedaliera. La maggior parte delle canne, dopo il meticoloso restauro, sono state collocate nelle originarie posizioni. I mantici sono stati aperti e puliti e sono stati reimpellati dopo aver rimosso le vecchie pelli esaurite. Le condotte portavento sono state restaurate riparando le fessurazioni, sostituendo le guarnizioni e ripristinando la tinteggiatura originale. Le meccaniche sono state restaurate ed integrate dove mancanti. La tastiera è stata ricostruita secondo misure e sagome originali, in tasti delle note naturali sono stati rivestiti in ebano e quelli delle note alterate in noce, con placcatura in avorio gentilmente donata da un privato. La pedaliera è stata ricostruita secondo il tipo “a leggio”, con misure dedotte dall’organo Serassi della chiesa di S.Oliveto. Il restauro delle canne ha richiesto un grande impegno per la rimozione del “cancro dello stagno” che aveva aggredito buona parte delle canne “Antegnati”. È ora iniziata la delicata fase di intonazione e di accordatura che proseguirà nelle prossime settimane, al termine della quale l’organo potrà tornare a suonare. Il 19 novembre è previsto un concerto di inaugurazione.


CHRISTMAS DESIGN LA PRIMA MOSTRA DIFFUSA CHE PORTA L’ARTE E LA CREATIVITÀ IN 15 PIAZZE DI BERGAMO, BASSA E ALTA. ATTESI DESIGNER DI FAMA INTERNAZIONALE. SI PARTE CON L’OMAGGIO A YAYOI KUSAMA, PER CHIUDERE L’ANNO DELLA CAPITALE DELLA CULTURA ALL’INSEGNA DELLA GRANDE BELLEZZA

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Christmas Design: una grande mostra dedicata alla creatività e alle installazioni d’autore a cielo aperto, nella cornice di una tra le più belle città d’Europa. La prima edizione di Christmas Design chiude il palinsesto delle celebrazioni di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 all’insegna di una bellezza diffusa, in maniera capillare, nel centro storico della Città dei Mille. Un nuovo appuntamento culturale che ogni anno animerà il capoluogo durante il periodo natalizio. Un’iniziativa unica nel suo genere, dedicata a cittadini residenti e turisti che vorranno immergersi in un percorso artistico e sensoriale concepito per enfatizzare l’atmosfera delle festività attraverso diverse forme di espressione artistica. DOVE, COME E QUANDO Christmas Design si svolgerà dal 25/11/23 al 7/01/24, invitando una quindicina di aziende del Made in Italy e altrettanti designer a creare valore per la collettività attraverso installazioni che raccontino il Natale e i suoi temi di riflessione in una maniera per nulla scontata. Opere luminose, new media art, sculture in legno e acciaio site specific, creazioni interattive di grande formato che prevedono il coinvolgimento del pubblico e murales anamorfici, saranno svelati ed esposti per 45 giorni in alcuni tra i luoghi simbolo di Bergamo – da Piazza della Repubblica all’Accademia Carrara, da Piazza Dante a Piazza Vecchia – delineando un itinerario fiabesco tra Città Bassa e Città Alta, da scoprire sotto una nuova luce. Un percorso che dalla Stazione Ferroviaria di Bergamo Bassa guiderà fino a Piazza della Cittadella a Bergamo Alta. La fruizione della mostra sarà totalmente gratuita per il pubblico.


CHRISTMAS DESIGN

CHI ORGANIZZA CHRISTMAS DESIGN La mostra diffusa è organizzata da DUC Distretto Urbano del Commercio di Bergamo. L’ideatore e direttore artistico è il paesaggista Maurizio Vegini di Studio GPT, di concerto con Nicola Viscardi, manager di DUC; questo istituto ha sposato fin da subito l’idea di Vegini e ha portato a compimento l’inedita iniziativa culturale. Protagoniste dell’evento sono importanti realtà imprenditoriali che hanno deciso di investire sulla valorizzazione del territorio. Una quindicina di aziende di rilievo internazionale hanno subito deciso di partecipare alla prima edizione di Christmas Design per mettersi al servizio della collettività, sostenendo altrettanti artisti e designer nella realizzazione delle opere che saranno esposte nelle piazze e nelle vie più fotografate. Così, conoscenze imprenditoriali e creatività d’autore troveranno una sintesi in installazioni spettacolari.

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COME NASCE L’IDEA La parola al manager di DUC, Nicola Viscardi. “Quando Vegini mi ha parlato del progetto eravamo alla vigilia di Pasqua, ma era già tempo di occuparci del Natale per noi che siamo abituati a lavorare dietro le quinte e a pensare alle prime idee per l’anno a venire già dopo l’Epifania, appena smontiamo le luminarie”, ha dichiarato Nicola Viscardi. “Il Distretto Urbano del Commercio promuove la valorizzazione dello spazio urbano e a Bergamo è portavoce di circa quattrocento attività commerciali al dettaglio. Sin dalle origini, il DUC è stato incaricato dal Comune di Bergamo di gestire l’illuminazione natalizia per la città. In particolare, organizziamo le iniziative di Natale a Bergamo per rendere le installazioni più armoniose, a vantaggio di una città più bella e raffinata. Il successo della nostra campagna Compra Vicino, incentrata sull’importanza degli acquisti di prossimità - congiuntamente alle azioni sinergiche tra Distretto, Comune di Bergamo, Camera di Commercio di Bergamo, associazioni di categoria e associazioni di via - ha contribuito a ripopolare il centro storico, tornato a essere luogo di incontri e socialità, anche a seguito dei lavori di riqualificazione urbana. Così, a Natale 2022, l’incredibile riscontro ricevuto per i boschi fatati di BergaBosco realizzati in sei piazze, tra cui Piazza Vecchia – l’evento zero che ha aperto l’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura – ma anche il successo della ruota panoramica, del Christmas Market e del grande abete di Natale, ci hanno fatto riflettere: era giunto il momento in cui le nostre vie, oltre a fare da sfondo al brulicante viavai dello shopping, sarebbero tornate a essere un teatro in cui veicolare nuove iniziative per offrire sempre qualcosa in più ai cittadini che amano vivere il Natale cittadino, rendendoli partecipi e protagonisti di questa rinascita», spiega Viscardi. «Christmas Design, dunque, arricchisce il palinsesto di Natale a Bergamo, portando in città anche una mostra pop, di rilievo ma facilmente accessibile, che ha l’ambizione di invitare nel capoluogo anche un pubblico vasto e il turismo natalizio, chiudendo appunto in “bellezza” il BG-BS2023. Stiamo tenendo a battesimo una manifestazione che possa guardare avanti e che si rinnovi di anno in anno, coinvolgendo le realtà imprenditoriali e culturali maggiormente presenti sul territorio e oltre, generando rinnovata creatività e attrattività”, ha concluso il Presidente del DUC Bergamo.

NICOLA VISCARDI, PRESIDENTE DEL DISTRETTO URBANO DEL COMMERCIO DI BERGAMO


MAURIZIO VEGINI, DIRETTORE ARTISTICO DI CHRISTMAS DESIGN

IL PERCHÉ DI CHRISTMAS DESIGN Direttore artistico, Maurizio Vegini. “Noi non ci occupiamo di decorazioni natalizie - ha detto Maurizio Vegini - perché Bergamo sarà già bella e agghindata di suo. Ci chiamiamo Christmas Design perché portiamo in strada la creatività durante le Festività, il periodo dell’anno in cui ci si concede qualche minuto in più per le emozioni. Il nostro motto è “Christmas Design - La creatività per il Natale” e il nostro intento è quello di inserirci in un centro storico già splendente per portare in piazza un’arte accessibile a tutti. Siamo una mostra diffusa sul territorio e saremo felici se riusciremo a strappare un sorriso ai passanti, a regalare un’emozione a un bambino e, perché no, a suggerire una riflessione, sempre con leggerezza. Esattamente come può accadere in un museo davanti a un quadro. Ovviamente, non trascuriamo l’aspetto estetico e ci aspettiamo un grande spettacolo di luci e colori” - ha concluso Vegini, che si è occupato dello scouting di aziende e artisti, affiancato da Maria Cristina Rodeschini, direttore di Accademia Carrara, nonché membro del comitato promotore fin dalla genesi dell’iniziativa.


NAJA? DIARIO DI VIAGGIO DI UN VENTENNE AL SERVIZIO DI LEVA NEL 1970

FOTOGRAFIE DI MARIO BATTISTA MARINI IN MOSTRA ALLO SPAZIO VITERBI SEDE DELLA PROVINCIA DI BERGAMO VIA TORQUATO TASSO, 8 - BERGAMO DAL 3 AL 15 NOVEMBRE 2023 ORARI: DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ 10.00 - 12.30 / 14.30 - 17.30 INAUGURAZIONE VENERDÌ 3 NOVEMBRE ORE 11.00

INGRESSO LIBERO

ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARRISTI D’ITALIA SEZIONE DI SERIATE

ASSOARMA FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI D’ARMA DELLA REPUBBLICA ITALIANA

PROVINCIA DI BERGAMO

ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO


POLITICANDO di Maurizio Maggioni

E VI MERAVIGLIATE? Stranissimo che il Mossad, e non solo, si sia fatto sorprendere in questo modo, ma ben sappiamo che quando i governi sono deboli ed il gioco politico delle opposizioni è solo quello di indebolire l’avversario, poi le cose sfuggono di mano e succede ciò che , purtroppo, sta succedendo in Israele e in Palestina. Un prologo veloce, ma importante per cercare di capire il perché di tutto ciò. Non sono uno storico, non desidero insegnare nulla a nessuno, ma sono un osservatore da oltre cinquant’anni di questo mondo e di ciò che vi accade. Se vuoi la pace preparati alla guerra, dicevano i romani ed infatti ciò succede sempre, in ricorsi storici recenti vediamo che tutti si armano sino ai denti, scoppiano guerre regionali e o tribali, si raggiunge uno stallo generale, non ci sono ne vinti ne vincitori e purtroppo tutto finisce nella quiescenza globale alla quale tutti noi ci adattiamo. Adattiamo per non dire ce ne freghiamo, sino a quando i giornali e i media non ci affliggono con i loro cruenti resoconti, durano periodi limitati, si aprono fronti dei pro e contro, ci si azzuffa mediaticamente, i connazionali vengono trasferiti urgentemente, la diplomazia “tenta” di far qualcosa e poi…. Tutto torna come prima. Forse si terrà una sessione all’ONU, ma che ci interessa a noi se poi uno degli stati Garanti presenta una mozione di non procedibilità, che interessa a noi se le risoluzioni saranno carta straccia perché tanto nessuno le rispetterà? Mi sembra che ormai il mondo si sia italianizzato: la certezza della pena non esiste, l’applicazione delle leggi ancor meno, la sovranità nazionale, come quella internazionale, è inesistente. Lo scrivo, lo dico e lo commento solo perché se l’ONU esistesse veramente, la guerra in medio oriente sarebbe finita da vent’anni, la guerra in Ucraina non sarebbe mai iniziata, la migrazione indiscriminata non esisterebbe, l’Africa sarebbe finalmente un continente ricco ed al passo coi tempi: dico solo ciò che è di interesse mediterraneo, perché noi viviamo qui e siamo i primi ad essere colpiti dall’onda d’urto di ciò che accade sulle coste del Mare Nostrum. Ogni popolo aggredito va difeso, ogni popolo vessato va salvato, gli interessi economici non devono prevalere sulla libertà e la sovranità dei popoli. Il geosistema politico va programmato e mantenuto, allora perché non riusciamo a risolvere dei conflitti che da decenni ci portiamo appresso? Perché non riusciamo a far rispettare le risoluzioni dell’ONU? Perché non riusciamo a far sì che l’Occidente sia rispettato dall’Oriente? Perché dobbiamo sempre assistere ad eventi imponderabili che fanno centinaia, migliaia di vittime civili? Perché manca il coraggio di fare una vera guerra, diciamocelo, e così vergognosamente si torna al medioevo con decapitazioni, rapimenti, torture, ricatti…. I colpevoli siamo noi, uomini comuni con i nostri governi, abbiamo la pancia piena, viviamo di sussidi e agevolazioni, parliamo solo di settimana breve, di trasgender, di divertimenti e vacanze in luoghi sempre piu chic, ci riempiamo di zuccheri ed il nostro cervello secerne neurotrasmettitori che, al pari della paroxitina, ci fanno stare bene. Ma non è così.

Gli Armeni, il popolo Kurdo, gli Africani in genere, i Palestinesi, gli Ucraini e i Kossovari ringraziano per ciò che non facciamo per loro, anzi ci ringraziano per ciò che di molto facciamo per loro, riempiendoli di armi, di interessi economici, di sradicamento generale e soprattutto ci ringraziano per il gran mantenimento della pace che la Nato ha fatto prosperare. Non sono più guerre di religione quelle attuali. In Iran non è il velo la causa di tutto, in Israele non è il sionismo, bensì è l’epifenomeno di ciò che noi occidentali abbiamo permesso che avvenisse e forse lo abbiamo anche favorito, in un certo modo. Se andiamo in Qatar a giocare a pallone, stravolgendo i nostri calendari sportivi e accettiamo che a Bruxelles circolino soldi sporchi ed indebiti per agevolare gli stati canaglia… poi di cosa ci lamentiamo? Se non rispettiamo gli accordi fatti per il Nord Stream e tolleriamo i sabotaggi, soprattutto intellettuali, del disfacimento degli accordi di Minsk, di cosa ci lamentiamo? Se, se, e se domani ti telefonassi e potessi dire…… che è ora di finirla di accettare passivamente tutto ciò che ci viene propinato come realtà, forse potremmo vivere in un mondo migliore, più pacifico e reale. Oppure, magari, una guerra generale potrebbe essere purificatrice degli animi e rimodellare geopoliticamente ciò che l’uomo moderno non riesce a fare con la Diplomazia? O col sangue di tutti, o con i soldi di tutti (che però si stampano quando si vuole) possono essere cambiate le cose. La certezza dell’applicazione della legge, la certezza della pena, la certezza dei trattati, la certezza che tutti remiamo sincroni per il bene comune, solo questo è possibile fare. La guerra non può essere neppure ipotizzata, siamo troppo imbelli, vigliacchi senza ideali, non disposti a soffrire, non disposti a mostrare le nostre mutilazioni future, non disposti a prenderci responsabilità. Per fortuna, perchè la guerra potrebbe essere solo lunga e cruenta, sino al momento del disastro totale, quello che il film Oppenheimer ha ben decritto (record di incassi). Era un comunista nazionalsocialista, che con il suo gruppo di fisici ha creato per gli stati liberi la prima arma di distruzione di massa, per mantenere la Pace Mondiale. Sarà ancora così per molto? Potremo veramente uscire da questo pantano in cui ci siamo messi grazie ai deboli governi mondiali e al radicamento della burocrazia diplomatica.? Pace in Terra agli Uomini di Buona Volontà, sperando che anche questi ultimi morti non siano stati vani. 17


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GUArda-mi LA MOSTRA FOTOGRAFICA GUARDA-MI FINO AL 7 DICEMBRE SUGLI SCHERMI DI THE GATE

Fino al 7 dicembre, i Gate in piazza Vittoria e piazza Matteotti ospiteranno la mostra fotografica

“Guarda-mi” realizzata da Fraternità Giovani, la fotografa professionista Chiara Cadeddu e in collaborazione con la cooperativa sociale Aeper di Bergamo. L’inaugurazione è avvenuta nei giorni scorsi al The Gate di piazza Vittoria alla presenza dell’Assessora con delega alle Politiche Giovanili Anna Frattini, della fotografa Chiara Cadeddu, della presidente di Fraternità Giovani Laura Ruocco e dell’amministratore delegato della cooperativa Massimo Belandi.

Nell’estate del 2021 la fotografa professionista Chiara Cadeddu e otto adolescenti, fruitori dei servizi di Fraternità Giovani, hanno dato vita a un viaggio terapeutico alla scoperta di sé utilizzando la macchina fotografica e la fotografia come linguaggio di espressione. Attraverso questo mezzo espressivo hanno risposto alle domande esistenziali “come mi vedo?”, “come mi vedono gli altri?”, “come vorrei essere visto?”. Il laboratorio fotografico, dal titolo “L’espressione di sè”, ha coinvolto gli ospiti di quattro strutture dei servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza della Cooperativa Sociale Fraternità Giovani. Grazie a questa iniziativa, un piccolo gruppo di ospiti ha potuto vivere un’intensa esperienza e sperimentare l’uso della fotografia come linguaggio d’espressione per raccontare le proprie emozioni. I partecipanti hanno concluso l’esperienza con una sessione di autoritratto ascoltando la propria canzone preferita. L’esito di questo laboratorio è la mostra fotografica dal titolo “Guarda-mi”, ora ospitata per la prima volta all’interno di The Gate, le due installazioni tecnologiche monumentali con schermi high-tech di ultima generazione uniscono virtualmente le due città di Brescia e Bergamo unite nel progetto di Capitale italiana della cultura 2023. Il progetto è un perfetto esempio di “arte come cura”, uno dei pilastri concettuali di BgBs2023. Le fotografie scattate dai ragazzi saranno visibili tutti i giorni sugli schermi dei due portali dalle 18.00 alle 22.00 fino al 7 dicembre.


© COOPER & GORFER


noi,qui FESTIVAL DI FOTOGRAFIA BERGAMO Fino al 19 novembre 2023 Monastero del Carmine ed Ex Magazzini del Sale, Città Alta, Bergamo

©NICK BRANDT

L’uomo, le sue emozioni, i suoi limiti, le sue fragilità diventano risorsa da cui attingere per il riscatto del singolo e della comunità. È qui che si ritrova il tema dell’edizione 2023 del Festival di Fotografia Bergamo, che quest’anno si inserisce nella cornice dall’alto valore simbolico di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 con 12 mostre in programma in due luoghi storici della città.

Scolpito dall’ombra e dalla luce, filtrato da uno sguardo, impresso attraverso un obiettivo, è così che ogni attimo diventa eterno. Proprio per questo si intitola “NOI, QUI” la quarta edizione di Fotografica, Festival di Fotografia Bergamo - organizzata da Associazione Fotografica APS in collaborazione con il Comune di Bergamo e con il sostegno dei main sponsor Artedil di Campenni Rocco & C. Srl e BPER Banca e del partner istituzionale Istituto per il Credito Sportivo - che mette al centro della sua indagine l’essere umano, esplorandone i valori e le emozioni.

12 mostre di respiro internazionale presentate e allestite in due contesti architettonici di grande pregio in Città Alta a Bergamo, frutto del lavoro di altrettanti fotografi, come raccontato da Daniela Sonzogni, Direttrice del Festival: “NOI, QUI è un’edizione di Fotografica Festival dal sapore speciale: ha la cornice della Capitale della Cultura e ci racconta - attraverso le immagini - l’essere umano in un momento storico particolarmente complesso. Se il progetto Cultura 2023 rappresenta la speranza e il rilancio delle nostre città, Fotografica ha desiderato descrivere i sentimenti, le emozioni e quei valori che ci hanno aiutato a reagire durante la tragica esperienza del Covid, che forse possono guidarci nell’affrontare i grandi temi dell’oggi e a trovare una strada diversa per vincere le grandi sfide del futuro. Il coraggio, la resilienza, il sogno di un futuro migliore, l’integrazione, la cultura come cura. I fotografi ci parlano di NOI, QUI oggi con un linguaggio che ha una forza universale e che ha la capacità di facilitare la nostra consapevolezza. Fotografica racconta la contemporaneità e l’obiettivo del fotografo rappresenta una delle chiavi per comprendere e per aprire nuove finestre sul mondo che viviamo. In continuità con le precedenti edizioni le mostre saranno esposte in luoghi di grande fascino, veri tesori della città di Bergamo, che vengono allestiti con cura e attenzione alla loro storia”. oria”.


Tre delle mostre del Festival sono curate da Arianna Rinaldo, curatrice indipendente che ha aggiunto: “È importante, nel selezionare autori e opere in mostra, trovare un equilibrio che documenti la sfaccettata umanità che abita questo pianeta e offra una visione d’insieme in cui possiamo riconoscerci, emozionarci o sorprenderci. Alla necessaria documentazione su tematiche sociali scottanti e urgenti, si accompagna la altrettanto necessaria narrazione dei desideri, delle paure e della resilienza. La fotografia riesce a fare anche questo, a trasmettere sensazioni che ci raggiungono sotto pelle, che ci colpiscono al cuore, che ci fanno pensare e fanno scaturire emozioni contrastanti, che ci fanno piangere e sorridere. Tematiche che si ritrovano anche nella mostra Io non scendo, curata dalla giornalista e autrice Laura Leonelli e prodotta per Fotografica con il sostegno di Grazia Corali, imprenditrice e presidente del Gruppo Corali, che presenta un’ampia selezione di fotografie anonime che dalla fine dell’Ottocento agli anni ’70 del Novecento, dall’Europa agli Stati Uniti, confermano la popolarità internazionale di un nuovo personaggio, la donna che sale sull’albero, che Leonelli descrive: “Quando una donna sale su un albero, guarda lontano e cambia la sua storia. Attraverso la straordinaria ricchezza della fotografia anonima, Io non scendo è un invito a staccarsi da terra e a cercare un altro orizzonte di libertà personale”. In continuità con l’edizione del 2021, dedicata al tema delle periferie, Fotografica dedica tre mostre anche allo sport, inteso come strumento di valore sociale e mezzo di riscatto.

LE MOSTRE AL MONASTERO DEL CARMINE IN A WINDOW OF PRESTES MAIA 911 BUILDING - Julio Bittencourt THE DAY MAY BREAK - Nick Brandt

noi,qui

BETWEEN THESE FOLDED WALLS, UTOPIA - Cooper & Gorfer ELEMENTI - Edoardo Delille LEAVING AND WAVING - Deanna Dikeman ROMA REVOLUTION - Alessandro Gandolfi IO NON SCENDO, Storie di donne che salgono sugli alberi e guardano lontano - a cura di Laura Leonelli APNEA – Fausto Podavini per Medici Senza Frontiere LA LIBERAZIONE DELLA FOLLIA - Patrizia Riviera

LE MOSTRE AGLI EX MAGAZZINI DEL SALE PROGETTO SPORT - Maurizio Galimberti NA PONTA DOS PÉS - Sebastian Gil Miranda COVER ME WITH GOLD, Gianmarco Maraviglia

FINO AL 19 NOVEMBRE 2023 Sin dalla prima edizione, il Festival ha privilegiato luoghi simbolo della città di Bergamo per allestire le proprie mostre. Quest’anno la scelta è ricaduta su due gioielli che attraverso le loro mura conservano intatta la capacità di far ripercorrere l'evoluzione della città e del suo territorio: il Monastero del Carmine e gli Ex Magazzini del Sale, entrambi in Città Alta.

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© Julio Bittencourt In a window of Prestes Maia 911 building São Paulo, Brazil

Gli Ex Magazzini del Sale, con le sue due sale sotterranee, sono un vero e proprio tesoro nascosto al di sotto del Quattrocentesco Palazzo della Domus Magna. Grazie alla collaborazione con Fondazione MIA (Congregazione della Misericordia Maggiore), proprietaria della sede, questo luogo apre per la prima volta le sue sale per accogliere le altre tre mostre dell’edizione 2023 di Fotografica


© Sebastian Gil Miranda


Per dire quanto fosse apparentemente

Perchè UN’OPERA SU RAFFAELLA? LA RISPOSTA DEL LIBRETTISTA DELL’OPERA Alberto Mattioli

CHIARA DELLO IACOVO 24

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folle la proposta: al primo accenno, capii che si trattava sì di Carrà, ma di Carlo, non di Raffaella. Invece Francesco Micheli chiarì che mi proponeva di scrivere un’opera lirica non sul pittore, ma sulla (presunta) soubrette. Che ci fosse del metodo in questa follia lo compresi soltanto dopo. Ma, passato lo sbalordimento, alla fase del “perché?” e soprattutto del “perché io?”, subentrò quella del “perché no?”. E infatti di “no”, almeno razionali, non ce n’erano. L’idea, precisiamolo, è di Francesco Micheli. Soltanto lui, soltanto un intellettuale vero, quindi per definizione anticonformista e sì, diciamola la parola sempre usata a sproposito, “provocatore”, ma nel senso vero e nobile, quello di provocare il dibattito, sfidare le convenzioni, fertilizzare la riflessione, insomma far fare al teatro quello per cui è nato: discutere, soltanto Micheli, dicevo, poteva partorire un’idea così apparentemente eccentrica. Per un’occasione, poi, che in teoria più solenne, paludata, “alta” non poteva essere: Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023. La Cultura con la “c” maiuscola, appunto, che ci azzecca con il Tuca Tuca? L’obiezione pareva insormontabile. Eppure, si diceva, a ben pensarci: perché no? I precedenti non mancavano. Padre nostro Verdi aveva scritto un’opera, e che opera, su una cortigiana, una mantenuta, insomma una escort che era appena morta nel popoloso deserto che appellano Parigi, anche commuovendone i cinici popolatori in quanto giovine, bella, sventurata e alla fine uccisa proprio da loro. Un altro nostro papà, anzi il più papà di tutti, il Donizetti Gaetano, aveva passato la vita a raccontare donne forti e ribelli, capaci di sfidare le convenzioni e di provare a sottrarsi al destino disegnato per loro da un mondo maschile, salvo poi, sconfitte ma non dome, rifugiarsi nella pazzia come un “altrove” inviolabile e, finalmente, soltanto loro. E poi ricordavo di essere andato alla Royal Opera House, una decina d’anni fa (l’abitudine maniacale o forse manicomiale di schedare tutte le recite d’opera viste soccorre sempre, era il 17 febbraio 2011) per sentire Anna Nicole, libretto di Richard Thomas, musica di Mark-Anthony Turnage, mezza Londra in sala per vedere vita e morte di una bombastica modella famosa per essere famosa e per aver sposato, dopo molte foto molto nude su «Playboy», un miliardario ottuagenario: «an engrossing, outrageous, entertaining and ultimately deeply moving opera», come scrisse il «New York Times».


Dunque, anche l’opera su Raffaella, «si-può-fa-re!», strillai come Gene Wilder in Frankenstein junior: sperando di essere, anche noi, più «outrageous» ed «entertaining» possibile (perché a teatro, oltre a discutere e magari commuoverci vorremmo pure, all’occasione, divertirci). Insomma, fu un sì, anche perché Micheli è un vaso comunicante di entusiasmo. Ero (credo) la prima persona cui parlava del progetto, cosa del resto abbastanza scontata essendo il sottoscritto il Dramaturg del festival Donizetti Opera. Lo sventurato (sempre io) rispose ed eccoci partiti. Prima incombenza da completare, la squadra, cioè un altro per scrivere insieme a me il libretto (due librettisti sono meglio di uno, almeno se il progetto è così complesso e così nuovo) e qualcun altro ancora per musicarlo.

L’altro librettista fu un’altra, e fra le varie occasioni di cui sono debitore a Micheli c’è anche quella di avermi fatto lavorare con Renata Ciaravino, drammaturga, autrice, attrice. Io so molto di teatro d’opera e poco di teatro in generale; lei non sapeva nulla d’opera e moltissimo di teatro: in qualche modo misterioso, ci siamo completati. Non solo: confesso, io Carrà la conoscevo poco. La davo, in qualche modo, per scontata, una presenza fissa, prima in qualche remoto flash in bianco e nero nel passato remoto dell’infanzia (sì, negli anni Settanta c’ero già), poi nello splendore a colori dei vasi di fagioli e delle carrambate. Ma, ripeto, era una delle tante figurette dell’album televisivo, su cui non mi ero mai soffermato a pensare. Renata la conosceva molto meglio di me: non è una dei fan scatenati, di quei raffaellologi che la venerano vestito per vestito e le votano un culto assoluto e definitivo, ma si muoveva fra le sue canzoni con un agio che è stato prezioso.

ALBERTO MATTIOLI

Aggiungo che Renata non è solo bravissima nel suo mestiere di “raccontare”, che poi alla fine il drammaturgo questo è, ma è risultata la compagna di viaggio più disponibile e paziente che si potesse immaginare. Ed è una donna: in una squadra per il resto tutta al maschile, ha portato uno sguardo diverso, più sfumato, spesso più acuto. Prezioso. RENATA CIARRAVINO


Perchè UN’OPERA SU RAFFAELLA? Quanto al compositore, capimmo molto presto che era meglio puntare su un giovane, certo dotato di esperienza ma nuovo al teatro musicale. Ascoltare la musica di Lamberto Curtoni e chiedergli di scrivere quella dell’opera è stato tutt’uno. Serviva un musicista di impeccabili credenziali accademiche, colte e “classiche”, qualsiasi cosa significhi, ma che avesse anche la voglia e la capacità di misurarsi con una musica di consumo, certo trascinante ma non elaborata, come quella delle canzoni di Raffaella. Un giovin principiante nel teatro musicale, meglio così, per sfuggire ai cliché dell’opera “contemporanea” intesa come orticello chiuso o riserva indiana o torre d’avorio. Essere un grande musicista è condizione necessaria ma non sufficiente per essere un grande operista (altrimenti il teatro di Schubert, per fare un esempio, sarebbe fra i più rappresentati): Curtoni ha la sensibilità del vero operista, la cui musica nasce nel teatro e per il teatro. In più, ha mostrato una capacità di lavoro (i tempi erano strettissimi) e una pazienza infinite: comunque vada, gliene sono ancora grato. Il soggetto c’era, la squadra anche, ci si poteva mettere all’opera. Un diario non l’ho tenuto, grave errore, ma sul desktop del computer è tutto memorizzato. Il primo documento è datato 13 febbraio 2022 ed è immodestamente intitolato “Selva”: è il nome che Verdi e il suo scriba (geniale, nonostante Verdi gli desse del “mona” una lettera sì e l’altra pure), Francesco Maria Piave, davano allo schema dell’opera e alla distribuzione dei pezzi chiusi al suo interno. Personalmente, per me quello di Raffa in the Sky è il quarto libretto. Ma anche il primo non “tratto da”, cioè senza una fonte preesistente da librettizzare: per me, c’erano stati finora Federico De Roberto, Éric-Emmanuel Schmitt e Gianni Rodari. Insomma, a parte che Raffaella fosse un’aliena venuta sulla terra a miracol mostrare come da idea originale e originaria di Micheli, tutto il resto era da inventare, il che era un’enorme opportunità ma anche una grande fatica. Alcuni punti erano fermi allora e lo sono rimasti sempre, però. Primo: la nuova opera, che non aveva neanche il titolo, doveva appunto essere un’opera lirica, non un musical o qualcuna delle tante altre forme di teatro musicale che la nostra contemporaneità ha inventato. Un’opera lirica “vera”, cantata dall’inizio alla fine, perché noi all’opera crediamo, perché pensiamo che sia tuttora il teatro più globale e multimediale inventato dall’uomo, anzi, scusate, dagli italiani, e perché siamo convinti che possa e tornare a essere uno spettacolo in grado di parlare di tutto a tutti. CARMELA REMIGIO ph. Mirco Panaccio 2019

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LAMBERTO CURTONI ph. Francesco Mori

Anche la scelta di un soggetto nazionalpop come questo va nella stessa direzione: dare al pubblico un argomento che gli sia vicino, che lo appassioni, come potrebbero essere le riforme illuministe con l’abolizione dello ius primae noctis per i viennesi del Settecento o le malmaritate ottocentesche o il diritto di una donna, anche con un passato, anche traviata, di amare e di essere amata. Secondo: l’opera nuova non doveva essere un biopic di Carrà. Già sarebbe stato impossibile data l’impostazione di base, lei aliena spedita sulla terra dal pianeta Arkadia a predicare Peace & Love; ma poi se si conosce la vita di Raffaella si scopre che è tutt’altro che romanzesca e per nulla, diciamo così, “operistica”. Qualche relazione, due grandi amori sfociati in lunghe convivenze (ma non nel matrimonio) e, si direbbe, ben poche tragedie, anche perché Carrà, così assertiva e rivoluzionaria nel suo ruolo pubblico televisivo, fu poi singolarmente riservata sulla sua vita privata, gelosamente protetta dall’invadenza gossippara. Una vita appagata e felice è senz’altro augurabile a chiunque, ma non è certo un soggetto operistico. Quindi, terzo punto, Carrà andava raccontata come personaggio pubblico, per il ruolo che ha avuto non solo nella storia dell’entertainment, ma nell’evoluzione dei costumi e della società italiana. Questo era decisivo: mostrare come Carrà, nel suo modo gentile e sensuale, sorridente e inclusivo, senza proclami né teorizzazioni, ma con una determinazione formidabile sotto il caschetto biondo, abbia predicato valori, incoraggiato autocoscienze, denunciato ipocrisie e, insomma, cambiato il mondo. Oggi possiamo sorridere dell’ombelico scoperto alla celebre Canzonissima del 1970, roba da educande, da Rai sì bella e perduta nei bianco e nero rigorosissimi e provatissimi ed elegantissimi di Antonello Falqui. Ma all’epoca fu uno scandalo, provocò un editoriale durissimo dell’Osservatore romano e l’immediata censura dell’azienda. Per questa ragione con la vita della Carrà doveva intrecciarsi quella di una famiglia italiana immigrata dal Sud al Nord, Vito, Carmela e il loro figlio Luca, che attraverso la predicazione di Carrà cambiano, crescono, maturano, si svelano a loro stessi.


E allora, quarto punto, dietro la guerra dei mondi (Arkadia e la terra, Raffaella che si ribella e sceglie di diventare umana, perché l’imperfezione dionisiaca è più interessante dell’armonia apollinea, Fidelius nelle sue varie incarnazioni diaboliche da Les Contes d’Hoffmann, e così via) doveva esserci anche una riflessione sul rapporto fra arte “alta” e cultura popolare, su come rimetterle in relazione, colmare un fossato che, proprio nel caso della musica, è diventato una voragine. Provare, insomma, a rifare l’opera lirica come fenomeno appunto “nazionalpopolare”, secondo la celebre definizione di Gramsci, che è poi un caso rarissimo o forse unico di utopia realizzata, la grande arte per tutti, un supermercato del bello dove ognuno mette nel suo carrello quello che gli piace di più, una delle grandezze, vere, della civiltà italiana. Insomma, prima bisognava fare chiarezza su quel che volevamo dire e dopo stabilire come dirlo. E poi, certo, dovevano esserci anche le canzoni, perché un’opera dedicata a Carrà non può prescindere dalla sua musica. Nella musica di Curtoni, le hit di Raffaella sono diventate materiale musicale “altro” pur restando sé stesse. Del resto, ci ha insegnato Emilio Sala in un saggio meraviglioso, Il valzer delle camelie, che il “paesaggio sonoro” della Parigi ottocentesca permea di sé tutta La traviata. In Raffa in the Sky, il pop disinvolto e

anche spesso divertente e talora disperante. Due anni di riscritture e arrabbiature, di discussioni e di risate. La questione dei diritti delle canzoni, della possibilità di citarle, usarle, manipolarle, e in quale misura, è stata lì lì per far naufragare il progetto, poi ne siamo venuti a capo con una fatica infinita. Ci siamo misurati anche con la committenza, che poi è poi la Fondazione Teatro Donizetti quindi, alla fine, la città di Bergamo, che per fortuna ha un sindaco che è stato anche un uomo di spettacolo. Quando ci eravamo perduti in un gioco davvero troppo sofisticato e anzi un po’ alessandrino di citazioni metateatrali e sovrastrutture intellettualistiche, Giorgio Gori ci ha riportato sul pianeta terra con la più classica e la più convincente delle obiezioni: «Non si capisce> (abbiamo obbedito come il Komponist di Ariadne auf Naxos, con la differenza che stavolta il committente aveva ragione e poi comunicava via mail, non attraverso un altezzoso Haushofmeister). In un continuo confronto a quattro, l’ideatore e poi regista Micheli, il compositore Curtoni e i librettisti Ciaravino & Mattioli, abbiamo elaborato e scartato ipotesi, discusso tesi, raffrontato esperienze, scritto e riscritto, prodotto tanto materiale da realizzarne quattro, di opere: si sa, la vera difficoltà non è inventare, ma scegliere. Però l’aria della parmigiana (quella di melanzane) che avevo scritto per Carmela e la canzone per Julio Iglesias «Aspetta nel tinello / Adesso viene il bello>) li ho conservati, anche se sono entrambe sparite, anzi nel caso di Iglesias è sparito anche il personaggio che in origine avrebbe dovuto partecipare a una carrambata.

trascinante di Carrà ha contaminato le forme dell’opera lirica, anche quelle più tradizionali come arie, concertati, perfino recitativi “secchi”, in un gioco postmoderno di citazioni e ammicchi, rimandi ed echi, alcuni scoperti e perfino sfrontati (Donizetti, Mozart, ˇCajkovskij), altri più nascosti (Monteverdi, per dire). Non sta a me dire se l’opera “funzioni”: però posso assicurare che Lamberto Curtoni ha fatto esattamente quel che speravamo facesse. Il resto è cronaca di un lavoro matto e disperatissimo, ma

È stato un lavoro artigianale, com’è artigianale il teatro, tutto un provare e riprovare cercando non il buono, ma il meglio. E poi la scelta del titolo (Milleluci è diventato Raffa in the Sky, ecco un altro file, nel febbraio ’23), quella degli interpreti, le audizioni alla ricerca della “nostra” Carrà, i dubbi, i ripensamenti, le speranze, le polemiche preventive (vabbè, l’opera farà sicuramente schifo, ma almeno ditelo dopo averla vista). Adesso Raffa in the Sky non è più nostra, è del pubblico, è il figlio che esce di casa, un pezzo di te che inizia a vivere la sua vita. L’abbiamo amato moltissimo: la speranza è riuscire almeno a far capire quanto. (Alberto Mattioli) 27


Il futuro è oggi

OLTRE 30.000 VISITATORI A FUTURA EXPO 2023

La seconda edizione di Futura Expo ha superato ogni aspettativa! I risultati di questa tre giorni dedicata all’innovazione e alla sostenibilità sono eloquenti: oltre 30.000 visitatori che hanno dimostrato un enorme interesse per il futuro sostenibile. 124 espositori che hanno presentato le loro idee e innovazioni all’avanguardia. Più di 270 incontri ed experiences per ispirare e informare il pubblico. 465 tra ospiti e relatori tra cui illustri figure internazionali e nazionali. Un successo di cui essere fieri da condividere con partner, aziende, relatori e visitatori. Un risultato per cui credere ancor di più ad uno dei claim che ha accompagnato questa edizione: ‘Insieme noi possiamo, noi dobbiamo cambiare’.

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15ª SETTIMANA PER L’ENERGIA E LA SOSTENIBILITÀ LA KERMESSE IDEATA DA CONFARTIGIANATO BERGAMO DIVENTA NAZIONALE. IL 24 OTTOBRE CONFERENZA ORGANIZZATIVA SULLA SFIDA DELLE SOCIETÀ A IMPATTO CLIMATICO ZERO E UN FILM SULL’ACQUA COME RISORSA

Torna dal 23 al 27 ottobre, e diventa evento nazionale, la “Settimana per l’Energia e la Sostenibilità”, manifestazione sull’innovazione, la green economy, il rispetto dell’ambiente e la transizione ecologica ideata da Confartigianato Imprese Bergamo e giunta alla sua 15ª edizione. Grossa novità di quest’anno: la kermesse è entrata a far parte del sistema nazionale di Confartigianato Imprese, con 60 convegni, iniziative e workshop gratuiti (in presenza e online) organizzati dalle associazioni territoriali di tutta Italia. Regione Lombardia l’ha inoltre inserita tra gli eventi connessi al 4° Forum Regionale per lo Sviluppo Sostenibile. A Bergamo sarà dedicata l’intera giornata di martedì 24 ottobre con una doppia iniziativa. ORE 18:00 – 34^ Conferenza Organizzativa Si inizia, alle ore 18.00, nell’Auditorium della sede di via Torretta 12, con il convegno – che assume anche l’importante valenza di appuntamento statutario, ossia la 34^ Conferenza Organizzativa di Confartigianato Imprese Bergamo – intitolato “Il ruolo della Città, dell’Università e delle imprese nella sfida delle società a impatto climatico zero”. La conferenza, patrocinata dall’Università degli Studi di Bergamo, illustrerà le iniziative e le strategie in essere da parte del mondo delle istituzioni, della ricerca e delle imprese in ottica di azzeramento dell’impatto climatico. Il tema si inserisce nel quadro della Missione UE per raggiungere la neutralità climatica delle città entro il 2050 e vede Bergamo protagonista tra le 100 città europee selezionate per raggiungere questo obiettivo con 20 anni di anticipo, nel 2030. Come farsi trovare preparati e riuscire a cogliere le opportunità legate a questa sfida? A rispondere a questa domanda saranno: Giacinto GIAMBELLINI, Presidente Confartigianato Imprese Bergamo Carlo MAZZOLENI, Presidente Camera di Commercio di Bergamo Sergio CAVALIERI, Magnifico Rettore Università degli Studi di Bergamo Giuseppe FRANCHINI, Professore Ordinario Ingegneria e Scienze Applicate Università degli Studi di Bergamo Giacomo ANGELONI, Assessore all’Innovazione Comune di Bergamo ORE 21:00 – Proiezione gratuita del film “Watermark. L’acqua è il bene più prezioso” Alle ore 21.00 ci si sposterà al cinema Conca Verde di Longuelo (via Guglielmo Mattioli 65) per la proiezione gratuita, aperta a tutti, del film di Jennifer Baichwal “Watermark. L’acqua è il bene più prezioso”, documentario affascinante sul ruolo dell’acqua in tutto il mondo: un film sul futuro che, attraverso immagini potenti e necessarie, parla dell’emergenza di uno degli elementi essenziali per il pianeta. Questo film chiuderà anche la rassegna cinematografica “Open Your Eyes” dedicata ai temi della sostenibilità, patrocinata da Confartigianato Imprese Bergamo. Programma completo degli eventi della Settimana per l’Energia e la Sostenibilità, e iscrizioni, sul sito: www.settimanaenergia.it

CONFARTIGIANATO IMPRESE BERGAMO Via Torretta 12, Bergamo Tel. 035 27411- Fax 035 274274 info@artigianibg.com

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BERGAMO ANCORA UNA VOLTA RISPONDE “PRESENTE” ALL’APPELLO DELLA FONDAZIONE PER LA RICERCA SULLA FIBROSI CISTICA – ETS (FFC RICERCA) E ALL’INVITO DELLA FAMIGLIA PIAZZALUNGA CONFERMANDOSI IN PRIMA LINEA NELLA LOTTA ALLA FIBROSI CISTICA Tommaso Revera - Ph. Sergio Nessi

TOGETHER FOR LIFE: VI EDIZIONE 120.000 euro il ricavato dell’appuntamento charity giunto alla sua sesta edizione. Fondi importanti che andranno a sostenere con la borsa di studio “Gianni Mastella Starting Grant” un progetto innovativo sull’infiammazione in fibrosi cistica (FC), contribuendo al piano strategico triennale di FFC Ricerca “Una Cura per tutti” teso a individuare soluzioni terapeutiche efficaci per tutte le persone con FC Sarà perché parliamo di una malattia genetica grave. Sarà perché è la più diffusa in Europa. Sarà perché oggi una cura risolutiva ancora non esiste. Fatto sta che, ancora una volta, ‘Gli imprenditori bergamaschi hanno dato respiro alla ricerca’ riprendendo il claim di questo straordinario evento di fundraising che unisce impresa, solidarietà e ricerca a sostegno della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica - ETS. Molti, infatti, i presenti che hanno risposto all’appello e venerdì 15 settembre si sono riuniti nello storico museo cittadino Accademia Carrara Bergamo per una serata all’insegna della speranza: quella di migliorare la durata e la qualità della vita delle persone affette da fibrosi cistica, più di 6.000 in Italia. La prestigiosa location è stata fortemente voluta da Luana Piazzalunga, CEO di Piazzalunga srl e referente della delegazione FFC Ricerca di Villa d’Almè, in considerazione del fatto che Bergamo e Brescia sono state designate Capitale Italiana della Cultura per l’anno 2023. La scelta di un luogo di cultura per accogliere la sesta edizione di Together for Life è sembrata perfetta per sottolineare che la cultura del dono è una delle migliori declinazioni del messaggio che il territorio ha deciso di celebrare in questo anno così speciale.

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Luana Piazzalunga, CEO Piazzalunga srl

Matteo Marzotto, Presidente di FFC Ricerca

Carlo Castellani, Direttore scientifico di FFC Ricerca

“Come affermava Ralph Waldo Emerson, 'Il miracolo non è tanto volare in aria o camminare sull'acqua, quanto camminare sulla terra' – le parole di un’emozionata Luana Piazzalunga, CEO di Piazzalunga srl e referente della delegazione FFC Ricerca di Villa d’Almè, presente all’evento in compagnia del marito, Giuseppe Castagneto, Co-CEO di Piazzalunga srl, ed i figli Gaya e Mattia. "Per me il miracolo è vedere tanti imprenditori abbracciare i progetti FFC Ricerca con generosità. Il miracolo è riscoprire attraverso le prove della vita anche la sua bellezza profonda. Il miracolo è aggrapparsi al dono del presente senza dimenticare mai che è nel presente che si costruisce il futuro. E il futuro di chi è affetto da fibrosi cistica lo stiamo costruendo insieme, alimentando la ricerca e diffondendo la conoscenza di questa malattia".

“Di anno in anno ammiro l’instancabile attività dell’amica Luana Piazzalunga, capace di generare attenzione, affetto e risorse sul territorio con la sua famiglia e la sua formidabile energia. Luana Piazzalunga e Giuseppe Castagneto da eccellenti imprenditori riescono a parlare a tanti altri eccellenti imprenditori e alla città di Bergamo, esempio lungimirante del saper fare rete, che ancora una volta ringrazio per il sostegno concreto e costante alla nostra causa - ha sottolineato Matteo Marzotto, Presidente di FFC Ricerca. Negli ultimi anni la ricerca ha fatto passi da gigante grazie a un lavoro appassionato, minuzioso e quotidiano che ha portato a nuovi protocolli e alla scoperta di farmaci innovativi, detti modulatori, ma molto rimane ancora da fare per trovare una cura efficace e risolutiva per tutte le persone con fibrosi cistica, Una Cura per tutti”.

FFC Ricerca, assieme alle altre organizzazioni che in Italia si occupano di fibrosi cistica, ha contribuito attivamente per facilitare l’accesso delle persone con FC a tali farmaci con costi sostenibili da parte del Servizio Sanitario Nazionale. Un traguardo raggiunto a luglio 2021, che ha visto il più recente ed efficace modulatore Kaftrio/Trikafta inserito tra i farmaci rimborsabili nel nostro Paese. “I farmaci modulatori di CFTR hanno migliorato la vita delle persone con fibrosi cistica - ha precisato Carlo Castellani, Direttore scientifico di FFC Ricerca - ma poco si conosce del loro impatto sull’infiammazione, per mancanza di modelli preclinici affidabili. Per fare fronte a questo problema, è stata sviluppata una tecnologia innovativa che riproduce fedelmente le unità funzionali degli organi su supporti tridimensionali di materiale plastico. Il progetto GMSG#FFC1/2023, finanziato anche grazie a questa iniziativa, mira a implementare tale modello affinché riproduca sempre meglio, in vitro, le caratteristiche delle vie aeree umane e possa così essere usato per studi sull’infiammazione e sull’infezione in fibrosi cistica, ma non solo”.


“In Italia 1 persona su 30 è portatrice del gene mutato che può causare la fibrosi cistica, nella maggior parte dei casi senza saperlo” ha confermato Rachele Somaschini, giovane donna con la fibrosi cistica, pilota di rally e testimonial FFC Ricerca con il progetto #CorrerePerUnRespiro da lei ideato per raccogliere fondi a sostegno della ricerca sulla fibrosi cistica e oggi raccontato nel libro edito da Baldini + Castoldi. “Sono felice si sia aperto questo importante capitolo per aumentare la conoscenza sull’esistenza del test e sull’incidenza dei portatori di fibrosi cistica per favorire una genitorialità sempre più consapevole e valutare con le istituzioni (Ministero della Salute, Istituto Superiore della Sanità, regioni) e i diversi attori coinvolti (medici di base, ginecologi, pediatri) efficacia e fattibilità della sua erogazione attraverso il Sistema Sanitario Nazionale”.

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Dal 2002 a oggi l’attività della Fondazione, grazie al contributo di 5.000 volontari non occasionali coordinati su tutto il territorio nazionale da oltre 150 Delegazioni e Gruppi di sostegno e alla rete di più di 850 ricercatori attivi in più di 260 istituti di ricerca in Italia e all’estero, ha raccolto oltre 36 milioni di euro per promuovere 377 progetti che hanno contribuito sensibilmente a migliorare la durata e qualità di vita delle persone con fibrosi cistica. Lo scorso 8 settembre a Roma in occasione della Giornata Mondiale sulla fibrosi cistica sono stati annunciati i 18 studi scientifici selezionati dai bandi FFC Ricerca 2023, che copriranno le cinque aree di interesse: terapie per correggere il difetto di base; terapie personalizzate; terapie dell’infezione broncopolmonare; terapie dell’infiammazione polmonare; ricerca clinica ed epidemiologica. Nell’occasione, alla presenza del Sottosegretario di Stato del Ministero della Salute Marcello Gemmato, è stata anche lanciata la Campagna di sensibilizzazione sul test del portatore di fibrosi cistica “1 su 30 e non lo sai” con una risposta molto positiva da parte di stampa, istituzioni e stakeholder che hanno apprezzato il nuovo sito dedicato, testfibrosicistica.it, e i risultati emersi dalla valutazione di Health Technology Assessment condotta in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri (IRFMN) IRCCS e con la LIUC – Università Cattaneo, volta ad analizzare attraverso un approccio multidisciplinare gli impatti economico-organizzativi, sociali, etici, e gli aspetti di sicurezza e di efficacia correlati all’introduzione di uno screening organizzato di offerta del test del portatore di fibrosi cistica agli individui e alle coppie in età fertile, indipendentemente dal grado di familiarità.


“Più informazione, più ricerca”, questo il nuovo claim della Fondazione che invita coloro che sono interessati a contribuire al progresso della conoscenza e della ricerca sulla fibrosi cistica ad adottare i nuovi progetti volti a migliorare la vita di tutte le persone con FC e a sconfiggere definitivamente questa grave malattia genetica, ancora troppo poco conosciuta. Together for Life è un evento organizzato in collaborazione con l’azienda Piazzalunga srl e PEO – Comunicazione Culturale e d’Impresa reso possibile anche grazie al prezioso sostegno di tutti coloro che hanno manifestato la loro vicinanza dando supporto al progetto: i Main Partner Piazzalunga Srl; MCM Luxembourg; HP23; HP23 Lux. E i Junior Partner: Tra i presenti anche il Vice SinFondazione Mediolanum; CONSIBAT; Maserati Scuderia Blu; Roncalli Viaggi Group; TAB Batteries.

daco di Bergamo, Sergio Gandi, che ha dichiarato: “In questa magnifica cornice, casa dell’arte, che è l’Accademia Carrara, Bergamo è orgogliosa e fiera di accogliere la sesta edizione di Together for Life. La diffusione di consapevolezza sul tema legato alla ricerca per la fibrosi cistica è di estrema importanza. Essere Capitale Italiana della Cultura non significa soltanto valorizzare il patrimonio artistico del territorio: la cultura è una forma mentis che appartiene ad ogni singolo cittadino e che si concretizza nella cura dei più fragili, nell’importanza che si riconosce alla ricerca come base per il progresso, nella disponibilità verso i bisogni della collettività”.

120.000 euro il ricavato dell’appuntamento charity giunto alla sua sesta edizione. Fondi importanti che andranno a sostenere con la borsa di studio “Gianni Mastella Starting Grant” un progetto innovativo sull’infiammazione in fibrosi cistica (FC), contribuendo al piano strategico triennale di FFC Ricerca “Una Cura per tutti” teso a individuare soluzioni terapeutiche efficaci per tutte le persone con FC




BONALDI – GRUPPO EUROCAR ITALIA

BONALDI BUSINESS DAY PROTAGONISTE LE FLOTTE AZIENDALI E LA MOBILITÀ FUTURA BONALDI GRUPPO EUROCAR ITALIA INCONTRA LE AZIENDE PER PARLARE DI MOBILITÀ ELETTRICA LEGATA AL TEMA DELLA SOSTENIBILITÀ Per rispondere ai molteplici interrogativi che emergono nel mondo della mobilità elettrica, giovedì 5 ottobre più di 60 imprenditori si sono dati appuntamento alla Cantina Le Corne di Grumello del Monte (location scelta non a caso, in quanto la cantina è stata totalmente convertita in regime biologico dal 2016), per la seconda edizione di Bonaldi Business Day. A guardare al futuro Gianmaria Berziga, Direttore Generale di Bonaldi – Gruppo Eurocar Italia, Giovanni Bertocchi, Responsabile della Divisione Business e Massimo Degli Esposti, Fondatore della testata Vaielettrico. Tra gli ospiti anche Davide Vismara, Key Account Manager B2B – Volkswagen Group Italia. “Questo evento, giunto alla seconda edizione dopo quella dello scorso anno in Confindustria Bergamo, è stato pensato per dare spazio alle tematiche riguardanti da un lato la mobilità del futuro che sta andando verso la propulsione elettrica e dall’altro i servizi che possiamo mettere a disposizione delle aziende” – ha detto il Direttore Generale Gianmaria Berziga.

“Vaielettrico.it - ha spiegato Massimo Degli Esposti, Co-Fondatore della testata nella foto a destra - è nato nel settembre del 2017 con un sogno: informare in modo corretto su una tematica che ad oggi presenta una narrativa molte volte distorta che riguarda il passaggio dalla motorizzazione endotermica a quella elettrica. Il fine è quello di consentirci di cogliere meglio una sfida entusiasmante, che è al contempo etica e tecnologica”.


FARE CHIAREZZA CON INFORMAZIONI CORRETTE Sulle auto elettriche circolano informazioni poco corrette e vere e proprie bufale... A farsi carico di sgombrare l’orizzonte da informazioni infondate, in una piacevole serata, Giovanni Bertocchi, Responsabile della Divisione Business di Bo- affacciati sulle vigne dell’azienda Le Corne di naldi Gruppo Eurocar Italia: “Le percorrenze medie delle vetture da la- Grumello del Monte, ci ha pensato Massimo voro si stanno abbassando. È ormai lontano il tempo in cui alcune azien- Degli Esposti, giornalista del Sole 24 Ore de acquisivano una vettura elettrica da utilizzare per fattorinaggio, come cofondatore della testata “Vai elettrico”, invitato auto pool, per brevi spostamenti o comunque per alcuni profili aziendali da Bonaldi Gruppo Eurocar. a bassissimo kilometraggio. Oggi, in alcuni casi, notiamo soluzioni esat- Ad ascoltare la sua requisitoria una platea di tamente contrarie, e cioè una tendenza all’elettrificazione della flotta ed responsabili di aziende, molte delle quali dotate auto pool, con motori tradizionali, per specifiche esigenze. È proprio qui di flotte aziendali ed interessate alla transizione che la nostra squadra può intervenire, suggerendo soluzioni decisamente ai motori elettrici. sostenibili sia in termini di costi che di attenzione all’ambiente”. Prima informazione falsa: le auto elettriche prendono fuoco facilmente... Ebbene, dice Degli Esposti, una ricerca condotta negli Stati Uniti da un ente federale, ha accertato che nel 2022 le auto alimentate con combustibili fossili hanno preso fuoco 1800 volte, le auto elettriche solo 28.... No comment. Non avremo abbastanza energia elettrica per alimentare tutte le auto in circolazione… Altra notizia infondata e nessuna previsione seria può portare a tale conclusione, così come non è vero che le batterie si devono sostituire ogni otto anni. Una bufala, sostiene il giornalista. Vero è che dopo otto anni è documentato un calo del 15% nella capacità di carica ma questo non vuol dire che siano da sostituire. Inoltre, a proposito del loro smaltimento, bisogna sempre ricordare che le batterie al litio sono completamente riciclabili… E a proposito di Litio e della sua quantità limitata… È stimato che nel mondo vi siano giacimenti tali da poter elettrificare sei miliardi di auto e oggi in tutto il mondo ne circola un miliardo e mezzo…. Insomma sembrerebbe che qualcuno metta in giro questa false informazioni per rallentare l’evoluzione della mobilità, ormai completamente orientata alla transizione green. Una serata per fare cultura sul problema, sensibilizzare sugli obiettivi di tale transizione che vedono al primo posto la diminuzione di inquinamento dell’aria da carburanti fossili, responsabili di tante patologie anche gravi.


Generali Bergamo Porta Nuova brinda al rinnovamento Tommaso Revera - Ph. Sergio Nessi

UN GRANDE APERITIVO PER FAR SCOPRIRE IL RESTYLING DELLA STORICA SEDE GENERALI DI VIA CAMOZZI AL CIVICO 1

La storica sede di Generali Assicurazioni, lo scorso giovedì 28 settembre, ha ac-

colto clienti e consulenti della propria rete di vendita all’interno dei rinnovati uffici della filiale Bergamo Porta Nuova di via Camozzi 1 accanto ai Propilei. La sede, operativa in città dal 1929, ha cambiato volto e per festeggiare al meglio questo importante rinnovamento l’intero staff, capitanato dal Dott. Roberto Morigi e composto da oltre 54 professionisti tra dipendenti e collaboratori, ha accolto clienti, amici ed affezionati per una serata all’insegna dell’allegria, della convivialità e della spensieratezza. “Siamo felici di aver condiviso questo significativo rinnovamento insieme a clienti ed amici - ci ha confidato il Dott. Morigi. Se in questi anni siamo diventanti un punto di riferimento in termini di consulenza assicurativa e finanziaria, lo dobbiamo in particolare alla nostra Academy, la nostra scuola di formazione, che sforna dei consulenti assicurativi e finanziari di comprovato livello e in grado di soddisfare anche le esigenze più particolari dei nostri clienti. Academy a cui attinge spesso anche la sede centrale per trovare i dirigenti del futuro segno della preparazione e della competenza della nostra squadra”.

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Incontro tra talento e creatività UN SUCCESSO LA MOSTRA "SINERGIA OLTREOCEANO: IDEAREFARE IL DESIGN. TRA DESIGN MESSICANO E ARTIGIANATO MADE IN ITALY” L’incontro tra il talento e la creatività di 19 giovani designer messicani (studenti e professionisti) e il “saper fare” di 14 maestri artigiani di Confartigianato, ha dato vita a 48 manufatti di altissimo design, tutti pezzi unici, prevalentemente oggetti di uso domestico, quali bracciali, soprammobili, scacchiere, sedie, armadi e molto altro. Questo in estrema sintesi il progetto “Advento Forum Italia-México”, nato da un’idea di ADVENTO A.C., associazione culturale messicana, e realizzato grazie alla triplice collaborazione con il Consolato Generale del Messico a Milano e Confartigianato Imprese Bergamo, che si propone di promuovere le relazioni internazionali tra Italia e Messico, con l’obiettivo di favorire e facilitare i rapporti tra le aziende, gli imprenditori e i designer.

L’iniziativa, inaugurata l’8 settembre scorso nel suggestivo scenario del Chiostro del Monastero del Carmine in Città Alta e rimasta fruibile gratuitamente sino al 17 settembre, ha visto la partecipazione del Presidente Giacinto Giambellini, della Console Generale del Messico a Milano Maria de Los Angeles Arriola Aguirre, e dell’artista messicano Raymundo Sesma dell’Associazione Culturale Advento. Il progetto ha visto i più rappresentativi artigiani del territorio appartenenti a diversi settori (disegno tessile, legno, vetro, orologeria, acrilico, ceramica, gioielleria, illuminazione, calzature, ricamo, pelletteria) tradurre in oggetti di valore i disegni realizzati dai talentuosi creativi messicani scelti dal maestro Raymundo Sesma, curatore artistico. Un’iniziativa questa che ha saputo unire la creatività e il talento di due paesi, lontani geograficamente ma vicini culturalmente, dando origine a una mostra unica la cui esposizione è stata inserita nel circuito delle iniziative di Bergamo e Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 e ha visto la collaborazione con “Landscape Festival – I Maestri del Paesaggio” che si è svolto in contemporanea. “Tra gli impegni della nostra associazione - ha sottolineato il Presidente di Confartigianato Imprese Bergamo Giacinto Giambellini - c’è quello di cercare tutte le strade possibili che possano offrire alle nostre imprese artigiane occasioni di crescita su nuovi mercati e di sviluppo di relazioni con imprese di altri Stati, ampliando i propri orizzonti. Il bel rapporto di sinergia e collaborazione che già da qualche anno abbiamo instaurato con il Consolato generale del Messico a Milano, va proprio in questa direzione. E il progetto “Sinergia Oltreoceano: IdeareFare il design”, che abbiamo promosso assieme all’associazione cultuale Advento, è il primo frutto visibile di questa collaborazione. Il palco internazionale di “Bergamo Brescia Capitale della Cultura” in cui l’evento è inserito, poi, rappresenta un’occasione unica affinché le nostre imprese possano mostrarsi e mostrare il loro talento e la loro “arti-genialità” a una platea vastissima”.

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Autotorino e BYD:

tech e glam!

Marcello Carminati, Consulente Commerciale Autotorino BYD

Le sole tre lettere del brand, acronimo di “Build Your Dreams” (in ingle-

LA PROVINCIA DI BERGAMO SI CONFERMA ESSERE SEMPRE ALL’AVANGUARDIA QUANDO SI PARLA DELLE NOVITÀ A QUATTRORUOTE. AD ACCENDERE I RIFLETTORI È LA FILIALE AUTOTORINO DI BERGAMO, DIVENTATA DALLO SCORSO GIUGNO UNO DEI PRIMI CENTRI UFFICIALI ITALIANI PER LA VENDITA E L’ASSISTENZA DEL COLOSSO HI-TECH CINESE BYD, AL SUO ESORDIO IN ITALIA 46 50

se, “costruisci i tuoi sogni”), raccontano già molto dell’azienda che si sta imponendo sul mercato internazionale ed italiano come pioniera per la mobilità elettrica. Fondata nel 1995, oggi BYD è una multinazionale operante nel settore dell’elettronica, new energy, trasporti ferroviari e automotive; dal 2022 è il primo produttore di auto elettriche al mondo, l’unico dell’industria automobilistica a coprire tutto il sistema dei motori elettrici e delle specifiche trasmissioni, dalle batterie fino alle unità di controllo e ai semiconduttori. Il vero punto di forza del colosso cinese sono le tecnologie proprietarie, come la Blade Battery e la e-platform 3.0. Blade è la batteria rivoluzionaria che offre nuovi livelli di sicurezza, durata e prestazioni, alla base del funzionamento di tutti i modelli del brand – Atto 3, Han, Dolphin e Seal. Si tratta di una batteria ultrasicura con una struttura particolarmente resistente a lamelle piatte affiancate che garantisce maggiore efficienza nel ciclo di ricarica, un'autonomia estesa e una lunga durata di vita; il design più lungo e permette un minore


Han, l’ammiraglia di gamma BYD


ingombro del pacco batteria a favore dell’abitabilità e della guidabilità delle vetture. Inoltre, rispetto alle batterie tradizionali agli ioni di litio, è costruita utilizzando il litio-ferro-fosfato (LFP), che offre un livello di sicurezza e resistenza molto più elevato, superando i requisiti del Nail Penetration Test, il metodo più rigoroso per testare la fuga termica delle batterie: anche simulando gli effetti di un grave incidente stradale, durante la prova non sono stati registrati fumo o fuoco o altre anomalie critiche. A dimostrazione di questo, il SUV compatto BYD Atto 3 ha ottenuto il punteggio di cinque stelle nei recenti test Green NCAP. ATTO 3, IL CROSSOVER SPORTIVO E TECNOLOGICO Tutto il potenziale tecnologico si percepisce anche una volta a bordo di Atto 3, il SUV crossover all’esordio con tre versioni – Active, Comfort e Design – tutte con un allestimento di prim’ordine. Atto 3 sfoggia tecnologie come airbag centrali, monitoraggio dell’angolo cieco (che avvisa anche di veicoli che stanno sopraggiungendo quando, da fermi, stiamo per aprire le porte), cruise control adattativo, frenata automatica anche in retromarcia, centraggio di corsia. Anche le funzioni basiche per il comfort di bordo sono state evolute dal punto di vista tecnologico: il climatizzatore funziona con un’efficiente pompa di calore che permette di consumare meno delle classiche resistenze elettriche per riscaldare l’abitacolo, il tetto è in vetro e le regolazioni per il sedile di guida sono elettriche. Ma la vera chicca di Atto 3 è il monitor centrale da 15,6” che, con un semplice tocco sul volante o sul display, può ruotare di 90° passando da orizzontale a verticale, ottimizzando, ad esempio, la visualizzazione delle mappe del navigatore.

ATTO 3, INSIEME ALLA BERLINA HAN, È DISPONIBILE ANCHE IN TEST-DRIVE NELLE FILIALI UFFICIALI AUTOTORINO IN LOMBARDIA, EMILIA-ROMAGNA E FRIULI-VENEZIA GIULIA E NELL’ESCLUSIVO PIONEER STORE AUTOTORINO IN PIAZZA DUOMO A MILANO


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MANUTENZIONE E SICUREZZA

l’importanza del monitoraggio struttrale Lo scorso 29 settembre, l’incantevole cornice del Relais Franciacorta, a Colombaro di Corte Franca, ha ospitato un convegno-evento dedicato al monitoraggio strutturale, organizzato da A.I.MAN. (Associazione Italiana Manutenzione) con la collaborazione di Ricam Group. La giornata, pensata per consentire l’incontro e lo scambio di idee tra enti e realtà imprenditoriali con competenze diverse in materia di sicurezza, ha anticipato

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Euromaintenance 24, il Congresso Europeo dedicato alla manutenzione che, come ricordato da Cristian Son (Responsabile Relazioni Esterne A.I.MAN.), il prossimo anno si terrà a Rimini. La giornata si è aperta con l’illustre collegamento dell’Onorevole Edoardo Rixi, vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha rimarcato la necessità di un dialogo tra i vari attori della manutenzione, abbattendo le barriere tra pubblico e privato per gestire con visione prospettica una delle reti infrastrutturali più complesse d’Europa, semplificando la burocrazia in materia ed evitando il decadimento strutturale. Le tragedie del passato hanno insegnato come la manutenzione non possa ridursi a soli interventi emergenziali e correttivi, ma come la necessità odierna sia quella di agire preventivamente, soprattutto sul territorio italiano, strutturalmente fragile e recentemente segnato da eventi climatici catastrofici.

Conoscere la disciplina della manutenzione è fondamentale per intervenire in modo predittivo come hanno spiegato gli interventi di tre “top player” del mondo delle infrastrutture e dei trasporti: Autostrade per l’Italia, Sacbo Airport e Metro Brescia, rispettivamente rappresentati da Paolo Anfosso (Responsabile Ingegneria Manutenzione di Autostrade per l’Italia), Francesco Mistrini (Direttore Infrastrutture Sacbo BGY Airport) e Marcella Gonella (Direttore d’Esercizio Metro Brescia) con Mirko Mafietti (Responsabile Area Manutenzione Impianti Metro Brescia). La mattinata è proseguita con un focus sul progetto BGBS Capitali della Cultura 2023 che ha visto protagonisti l’Ing. Riccardo Baldelli (Coordinatore Sezione Infrastrutture A.I.MAN. e CEO & President di Ricam Group) e Giacomo Martines (Professore del Politecnico di Bari) in un faccia a faccia sul monitoraggio strutturale e dei beni architettonici sottolineando il dovere e la necessità di manutentare e mettere in sicurezza gli edifici, di adeguarli a norma di legge, per la salvaguardia del patrimonio urbanistico, architettonico, artistico e umano.Tra gli interventi che hanno caratterizzato il resto della giornata si annovera una riflessione sul rischio sismico in intervento collettivo tra enti istituzionali, esperti del settore e aziende che si sono confrontati sull’importanza del “saper fare” nel mondo delle costruzioni. L’evento si è infine concluso con un paio di demo section altamente innovative e tecnologiche sull’utilizzo dei droni e del cane robot nel campo della manutenzione, considerati l’ultima frontiera hi-tech nel settore della sicurezza e del monitoraggio strutturale.


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Haim Reitan PRIMA LA SALUTE Dr. Direttore Sanitario Studio Medici Associati Bergamo

INFORMAZIONI & CURIOSITÀ

Tumori, scoprire il rischio prima della malattia:

il nuovo protocollo italiano

“Il protocollo Helixafe è veramente rivoluzionario. Per la prima volta poniamo l’attenzione su un non-tumore. Questo consente di intercettare preventivamente eventuali condizioni di rischio per intervenire da subito”. Così Adriana Albini, oncologa dell’Istituto europeo di oncologia (IEO) di Milano e responsabile del gruppo di ricerca per la prevenzione oncologica presso l’Associazione americana ricerca sul cancro (Aacr), a Roma a margine della Consensus Conference ‘Nuovo approccio nella prevenzione dei tumori, in Italia il primo modello al mondo’ di ‘Cancer Driven Interception’. “La tecnologia permette di mettere in atto interventi non tossici, come azioni sulla modifica dello stile di vita, alimentazione, attività fisica. Questo è possibile grazie a una tecnologia innovativa che unisce molti parametri diversi che costituiscono dei driver di un problema oncologico”, ha detto nell’evento che si è svolto al Senato, promosso da Bioscience Foundation, associazione no profit che nasce dalla collaborazione fra Università Tor Adriana Albini, oncologa dell’Istituto Vergata di Roma e sita presso l’Ospedale San Raffaele di Milano. europeo di oncologia (IEO) di Milano COS’È IL PROTOCOLLO HELIFAXE È la nuova frontiera della lotta al cancro, una prevenzione attiva sulle condizioni che possono far nascere un tumore. Si chiama ‘Cancer Driver Interception’. “È provato scientificamente: - ha proseguito - la cancerogenesi dura anni. All’inizio si verificano alcune condizioni predisponenti che, se intercettate e modificate, possono arrestare il processo, prevenendo l’insorgere della neoplasia. Condizioni ora chiare e studiate con decine di pubblicazioni scientifiche, che possono essere monitorate con semplici test. In Italia è stato messo a punto il più innovativo modello operativo al mondo: il protocollo Helixafe”. “Una vera e propria rivoluzione - sottolinea Rossana Berardi, professore ordinario di Oncologia all’Università Politecnica delle Marche e membro del direttivo nazionale Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) - Trasforma radicalmente il punto di vista sull’approccio ai tumori, incentrato oggi esclusivamente sulla diagnosi precoce e sulle terapie, a partire dall’individuazione di ‘cancer drivers’ che intercettano e trattano le condizioni fisiopatologiche che determinano lo sviluppo dei tumori. Come per le malattie cardiovascolari possiamo controllare la pressione arteriosa e il livello di colesterolo, fattori di rischio davvero importanti, oggi possiamo verificare le mutazioni che portano all’insorgenza dei tumori”. (fonte ADN Kronos) il web NON può sostituirsi al rapporto tra medico e paziente

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Come molti siti internet hanno imparato a specificare, le informazioni medico - scientifiche diffuse nel web devono essere intese a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. Sebbene internet venga spesso utilizzato proprio per cercare quelle informazioni che il medico non è riuscito a trasmettere, a causa di un colloquio troppo sbrigativo, è comunque impensabile - in quanto pericoloso ed assolutamente scorretto - cercare di ottenere una diagnosi online. Solo il medico che conosce la storia clinica del paziente, incluse le malattie ed i disturbi presenti e pregressi, la familiarità per determinate patologie, i risultati degli esami diagnostici ed obiettivi, l'eventuale assunzione di farmaci e quant'altro necessario alla cura dello stesso, può infatti prescrivere le terapie mediche e farmacologiche più opportune. Per la stessa ragione, è assolutamente pericoloso ed irriverente contestare apertamente le diagnosi e le cure prescritte dal medico basandosi semplicemente su quanto appreso nel web.


Cuore, nel 2023 boom di algoritmi per prevenire l’infarto

ANCHE NEL MONDO DELLA CARDIOLOGIA INTERVENTISTICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE È UN’ ALLEATA DI MEDICI E PAZIENTI SU PIÙ FRONTI, DALLA PREVENZIONE ALLA DIAGNOSI E AL TRATTAMENTO Algoritmi “alleati” di medici e pazienti anche nel mondo della cardiologia: dalla prevenzione alla diagnosi e trattamento. Nel giro di pochi anni si è passati dal cercare i sintomi di una malattia su un motore di ricerca a utilizzare algoritmi di machine learning per individuare tempestivamente un infarto, riconoscere una stenosi coronarica “difficile”, scegliere il trattamento o la procedura più indicata per una malattia cardiaca. A fare il punto sono gli specialisti della Società italiana di cardiologia interventistica (Gise) in occasione del 44esimo Congresso nazionale, a Milano dal 3 al 6 ottobre. “Siamo nel pieno di una rivoluzione della cardiologia interventistica e a farla da padrone è l’intelligenza artificiale - spiega Giovanni Esposito, presidente Gise e direttore della Uoc di Cardiologia, Emodinamica e Utic dell’Azienda ospedaliera universitaria Federico II di Napoli - Dall’infarto miocardico acuto alla diagnosi e al trattamento della malattia aterosclerotica coronarica fino alla pianificazione ed esecuzione di procedure di interventistica strutturale e allo sviluppo di applicazioni e strumenti educativi interattivi per fornire alle persone informazioni sulle malattie cardiovascolari, i fattori di rischio e le misure preventive: sono tantissime le possibili applicazioni e in futuro ce ne saranno molte di più”. In Italia circa 120mila persone ogni anno incorrono in un infarto del miocardio. Di queste, circa 25mila muoiono perché non soccorse in tempo. La tempestività della diagnosi è dunque cruciale e l’Ecg è un test non invasivo utilizzato per valutare l’attività elettrica del cuore. Ma come può contribuire l’intelligenza artificiale alla diagnosi precoce dell’infarto miocardico acuto? “L’Ia è in grado di identificare le alterazioni elettrocardiografiche che si verificano in caso di sindrome coronarica acuta - aggiunge Esposito - In particolare, studi recenti hanno dimostrato che l’utilizzo di modelli di deep learning raggiungono una buona accuratezza nella diagnosi di infarto. Queste osservazioni aprono la strada all’impiego dei sistemi di Ia per supportare le attività delle reti tempo-dipendenti”. La menopausa non è la fine della femminilità, ma un nuovo inizio

Per affrontare al meglio questa nuova stagione della vita che in Cina è considera-

ta una rinascita si possono adottare una serie di accorgimenti: smettere di fumare, osservare un’alimentazione corretta e bere tanta acqua, ma anche dedicarsi a hobby e interessi nuovi, e non solo. I18 ottobre è stata la Giornata Mondiale della Menopausa e gli esperti della clinica di Pma Ivi di Roma, forniscono alcuni suggerimenti per vivere la menopausa, una volta superati i fastidi iniziali, come un momento per rilassarsi, dedicarsi a sè e agli altri trasformando l’energia interiore in creatività. “Si può provare a guardare alla menopausa da una prospettiva diversa - spiega Vincenza Zimbardi, psicologa della Riproduzione della clinica romana Ivi - con un atteggiamento costruttivo. Ogni donna può approfondire la conoscenza di questa fase della vita ed essere consapevole dei condizionamenti familiari e sociali che ognuno di noi può aver assimilato nell’ambito della propria cultura di appartenenza”. Preoccuparsi e occuparsi seriamente del proprio benessere, avere un nuovo approccio alla sessualità e l’utilizzo di tecniche di meditazione o rilassamento sono i consigli di Zimbardi per affrontare tutti i cambiamenti psico-fisici che il corpo dovrà affrontare. “La fine della fertilità ha una variabilità ampia: il range va dai 45 ai 55 anni, con punte non rare di menopause precoci e tardive, il che estende la forbice dai 40 ai 58 - spiega Daniela Galliano medico chirurgo, specializzata in Ginecologia, Ostetricia e Medicina della Riproduzione, Responsabile del Centro Pma di Ivi Roma - Nel caso doveste avvertire i primi sintomi intorno ai 40-45 anni, rientrereste assolutamente nella norma e tali sintomi potrebbero durare anche 6-8 anni. Si può parlare invece di menopausa vera e propria soltanto dopo 12 mesi consecutivi di assenza del ciclo mestruale. Alcune accortezze generali per affrontare meglio i primi disturbi? Può sembrare banale, ma dedicarsi a hobby e interessi nuovi può essere importantissimo. E qui entra in azione la persona che si ha al proprio fianco, che in questo caso può aiutare proponendo nuovi stimoli, nuove idee e attività, anche da svolgere insieme. A volte può bastare pochissimo: frequentare di più gli amici, fare un viaggio insieme, iscriversi a un corso, fare attività fisica. A volte basta solo dare un buon input per ottenere risposta”.

VAMPATE DI CALORE, CHILI DI TROPPO, CALO DELLA LIBIDO, MA ANCHE UN CORPO CHE NON È PIÙ GIOVANE: A QUESTI ASPETTI, NELL'IMMAGINARIO COLLETTIVO, È LEGATA LA MENOPAUSA.


SALUTE, BENESSERE E GUSTO PER LA TUA LONGEVITÀ

The Longevity Suite è la più evoluta Biohacking & Antiage City Clinic europea dove attraverso protocolli integrati, altamente performanti e ad elevato contenuto tecnologico, il cliente viene guidato verso la miglior versione di se stesso. La visione di The Longevity Suite è quella di aiutare chiunque lo desideri a vivere in piena salute, bellezza ed energia mentale, sempre al massimo del proprio potenziale. Per questo motivo, è necessario seguire ogni giorno uno stile di vita lungimirante e focalizzato sul “qui e ora”, una bellezza consapevole e autentica. Ogni persona è unica e necessita di programmi personalizzati. Per questo motivo, all’inizio di qualsiasi programma di Salute e Benessere, il cliente viene sottoposto ad un Longevity Checkup che, analizzato e discusso con i Longevity Expert, costituirà le fondamenta del protocollo di trattamenti, prodotti e attività da implementare per il raggiungimento degli obiettivi fissati. I tre pilastri su cui fonda il Metodo Longevity sono: esposizione al freddo, detox e consapevolezza. Essi aiutano a ridurre l’inflammaging, ovvero l’invecchiamento da infiammazione da stress ossidativo. Il cuore dei programmi effettuati dalla clinica utilizza le più innovative tecnologie del mondo del wellness e della salute che si integrano in protocolli d’avanguardia per ottenere un perfetto equilibrio tra bellezza esteriore e benessere mentale. 54


La filosofia di The Longevity Suite è quella di accompagnare la persona in un percorso di benessere a 360°. Per tale ragione la più evoluta Biohacking & Antiage City Clinic europea ha anche sviluppato un piano di alimentazione, con l’obiettivo di esternare il benessere che si origina interiormente. Il Dott. Massimo Gualerzi, Medico Cardiologo, Co-founder e Direttore Scientifico di The Longevity Suite e Luigi Caterino, Co- founder e CEO di TLS, nel loro libro “The Longevity Kitchen” spiegano come l’invecchiamento sia collegato all’alimentazione. The Longevity Kitchen è un innovativo format di healthy food ispirato alle abitudini e ai segreti delle persone più longeve e sane del pianeta. Il progetto non ha lo scopo di presentare una dieta particolare, ma di suggerire le migliori pratiche nutrizionali che hanno l’adeguato supporto scientifico della medicina Antiage e della scienza della longevità. L’obiettivo del progetto è quello di proporre una nuova esperienza di gusto e benessere attraverso cinque menu differenti: Menu Detox, il quale contribuisce a eliminare le tossine accumulate a causa del consumo di cibi lavorati, Menu Slim, si pone come obiettivo quello di creare un deficit calorico pur conservando la massa magra, Menu Sirt, fondato sul principio dell’attivazione delle proteine legate alla longevità, Menu Microbiota, il quale migliora la flora batterica con pasti contenenti cibi fermentati ed infine il Menu Inflammaging, basato su alimenti della dieta mediterranea a supporto del ruolo. antinfiammatorio. The Longevity Suite mira a diventare il brand n.1 nel mercato anti age europeo grazie al perfetto equilibrio tra benessere interiore e una bellezza consapevole.

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Benessere & Bellezza Avevamo sentito parlare di lui durante la pandemia per quanto e come si era messo a disposizione dei suoi pazienti, spesso percorrendo centinaia di chilometri per recarsi da loro, quando loro non potevano andare da lui. Incontriamo, nel suo studio di Almè, Ademir Festa, medico chirurgo, fisiatra, specialista in ortopedia, terapia del dolore e medico estetico. È di una simpatia dirompente e contagiosa e i suoi modi affabili ti mettono immediatamante a tuo agio. E questo, per un medico, non è davvero poco. Valentina Visciglio

“Il mio compito, ci dice il Dott Festa è quello di intervenire in ogni problematica legata al dolore sia cronico che acuto, dalla riabilitazione fino al trattamento sintomatico del dolore anche grazie all’utilizzo dell’ozono terapia oltre che a visite specialistiche ortopediche, plantari, infiltrazioni di acido ialuronico o cortisone ed interventi di protesizzazione”. Cos’è esattamente l’Ozono terapia? “Consiste nell’uso di una miscela gassosa di ossigeno e ozono per scopi terapeutici, è un trattamento con azione antinfiammatoria indicato per pazienti affetti da lombosciatalgia, lombocruralgia e cervicobrachialgia dovuti a patologie specifiche della colonna vertebrale, quali ernia del disco o protusione discale. Il trattamento consiste in iniezioni nella zona del dolore e i suoi benefici sono diversi, tra cui l’aumento dell’ossigenazione delle cellule e dei tessuti, favorendone così la rigenerazione e l’eliminazione delle tossine con azione antibatterica, antimicotica, antivirale e antidolorifica. La terapia con l’ozono inoltre è estremamente indicata per gli sportivi, sia di livello agonistico, sia amatoriale, ed è praticabile fino ad un massimo di 7 giorni prima di una gara. Si è anche notato un netto miglioramento se non addirittura una guarigione vera e propria dagli effetti del COVID-19 e dall’herpes zooster”. Si parla sempre più frequentemente di GAET, la Grande Autoemoterapia: di cosa si tratta? “È una procedura medica che prevede il prelievo dal paziente di una quantità di sangue, compresa tra 100 e 250 cc e, senza rimuovere l’ago dalla vena, il sangue prelevato viene mescolato con una precisa quantità di ossigeno e ozono e

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Il Dott. Ademir Festa con l’assistente Gloria Ghisleri con la quale ha dato vita a Luxurydemarclinique Medicina Estetica

quindi reimmesso in circolo. Questo trattamanto dà sollievo dal dolore, con effetto analgesico che aiuta pazienti con condizioni dolorose croniche, ha un’azione antinfiammatoria e antivirale, per combattere infezioni e rafforzare il sistema immunitario. Inoltre, rivitalizza i tessuti, ed infatti per questo l’ozono contribuisce guarigione di ferite e al recupero dei tessuti danneggiati. Eseguo inoltre una terapia infusionale di VITAMINE tramite flebo: un vero e proprio cocktail energetico. Un mix di soluzione fisiologica, vitamine ad alta concentrazione ( B1, B6, B12, C) insieme ad aminoacidi, sali minerali ed antiossidanti come il glutatione”.

Lei è anche medico estetico, e oltre al benessere fisico dei suoi pazienti si dedica anche al loro aspetto esteriore... “Il mio scopo, attraverso i trattamenti di medicina estetica, è di eliminare piccoli o grandi difetti, correggere inestetismi fastidiosi cercando di creare totale armonia psico fisica nei mie pazienti. Con la collaborazione della mia assistente Gloria Ghisleni abbiamo dato vita a Luxurydemarclinique Medicina Estetica con sede a Bergamo, ed è il centro di riferimento per trattamenti di viso e corpo. Trattamenti estetici non invasivi e studiati su misura per migliorare, ringiovanire, riproporzionare viso e corpo e per esaltare la bellezza in modo armonico e naturale come ad esempio Filler “acido ialuronico o riempitivi viso, Tossina botulinica, Peeling TCA, un trattamento senza esfoliazione o desquamazione dell’epidermide, che aumenta la stimolazione di collagene ed elastina da parte dei fibroblasti, rendendo la pelle setosa e più luminosa. Oppure il PRX: trattamento che favorisce la rigenerazione cutanea e rende la pelle più liscia, soda, compatta e splendente. o ancora il PRP, un plasma ricco di piastrine e un concentrato di fattori di crescita, in grado di stimolare la rigenerazione dei tessuti per la riduzione delle rughe e che si esegue tramite un prelievo ematico. Ricorderei anche i trattamenti per il corpo con ozono e ossigeno per contrastare la cellulite, che agiscono migliorando la microcircolazione sanguigna e linfatica riducendo notevolmente i ristagni di liquidi tramite delle micro iniezioni sottocutanee e trattamenti dei capillari”.

VISITE ORTOPEDICHE - FISIATRICHE TERAPIA DEL DOLORE LOMBALGICA CERVICALGIA INFILTRAZIONI

OZONOTERAPIA - OSSIGENOTERAPIA GAET OSSIGENO / OZONO TERAPIA TRAMITE INFUSIONE PER RINFORZARE IL SISTEMA IMMUNITARIO - DETOX - VITAMINE

CONSULENZA ANTINFORTUNISTICA - INFORTUNI - ASSICURATIVA - PRATICHE

MEDICINA ESTETICA FILLER - BOTOX - BIORIVITALIZZANTI - TCA/PRX PEELING SALICILICO (TRATTAMANTO PER MACCHIE SOLARI E IMPERFEZIONI VISO/COLLO MESOBOTOX (COLLO /DECOLTÈ RIMOZIONE CHERATOSI - CARBOSSITERAPAA

FESTA

DOTTOR

Per quali situazioni è indicato? “Questo trattamento aiuta decisamente il sistema immunitario a rafforzarsi, ha un importante potere antiossidante ed è estremamente energizzante. La sua azione aiuta le cellule a rigenerarsi, riattiva il metabolismo oltre che ad avere un forte potere depurativo per tutto l’organismo”.

OZONOTERAPIA - MEDICINA ESTETICA Via Italia 10, Almè (BG) - Tel. 393 0930657


COACH CON CODA E CRINIERA

AD ALZANO LOMBARDO IL COACH CON "CODA E CRINIERA" Domenica 1 ottobre, il Parco Montecchio ha ospitato la trainer Alexandra Rieger fondatrice del metodo di crescita personale attraverso i cavalli Raidho Healing Horses, all'interno dell'evento "La Voce del cavallo" dedicato a celebrare la grande passione della famiglia Pesenti per il nobile animale. I cavalli sono tornati ad animare il Parco Montecchio di Alzano Lombardo, in occasione dell'evento "La voce del cavallo". La trainer tedesca Alexandra Rieger, fondatrice del metodo di crescita personale attraverso i cavalli "Raidho Healing Horses" ha raccontato come e perché i cavalli possono diventare eccellenti coach nella propria crescita personale e professionale. "Il cavallo ci pone le stesse domande della vita - ha affermato Alexandra Rieger - ci chiede se sappiamo muoverlo, se siamo capaci di dargli la direzione e l'andatura, così come la vita: abbiamo l'energia per farla avanzare, la chiarezza per darle direzione e la vitalità per attivare il ritmo che desideriamo? Il cavallo ci chiede di essere nel presente, di superare limiti e blocchi ritrovando forza e sicurezza in sé, diventando man mano più consapevoli di ciò che pensiamo, sentiamo e vogliamo. Così ogni nostra azione - con il cavallo così come con gli altri e nella vita - diventa più coerente e quindi efficace, rispettosa e leggera".

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Una vera e propria palestra di leadership che può essere praticata in modo semplice e in totale sicurezza con esercizi da terra che non richiedono nessuna familiarità con l'animale né competenze equestri. Il pubblico ha potuto assistere alle dimostrazioni pratiche della trainer e prendere poi parte in prima persona a esercizi, individuali o di coppia, che hanno dato ad ognuno lo specchio di ciò che realmente comunica all'altro. Per informazioni: italia@raidhohealinghorses.com.

ALEXANDRA RIEGER, FONDATRICE DEL METODO DI CRESCITA PERSONALE ATTRAVERSO I CAVALLI RAIDHO HEALING HORSES


LE SCARPETTE ROSSE DI MADDALINA

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LE SCARPETTE ROSSE DI MADDALINA CREANO OPPORTUNITÀ PER LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA A BRESCIA E A BERGAMO Ancora una volta BgBs2023 stimola la partecipazione dei cittadini bresciani e bergamaschi alla solidarietà concreta. “Le scarpette rosse di Maddalina” è un progetto che si pone come obiettivo di favorire l’inserimento nel mondo del lavoro delle donne vittime di violenza. Per farlo, l’Associazione Maddalina – da anni impegnata nel mondo del volontariato – ha ideato un kit di maglieria per realizzare scarpette rosse ricamate a mano. L’invito alla cittadinanza è di acquistare nei centri di maglieria il kit creato in collaborazione con Silke - marchio che contraddistingue prodotti per aguglieria della ditta Arvier nata a Bergamo nel 1977 - creare le scarpette come da istruzioni allegate all’interno e restituirle, una volta pronte, al punto vendita in cui è stato acquistato il kit. L’Associazione Maddalina provvederà poi a raccogliere le scarpette create dalle volontarie e dai volontari per creare due installazioni simbolo del contrasto alla violenza contro le donne. Le due installazioni saranno inaugurate il 25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne, in contemporanea in una piazza di Brescia e in un’altra di Bergamo. Il ricavato della vendita dei kit di maglia servirà per sostenere le attività di inserimento nel mondo del lavoro portate avanti dai Centri Antiviolenza di Brescia e Bergamo, e, parallelamente, permettere la partecipazione delle donne vittime di violenza a programmi professionali organizzati da cooperative. L’installazione artistica “Le scarpette rosse di Maddalina” sarà realizzata nelle città di Brescia e Bergamo, ma i kit sono già in vendita in tutta Italia grazie alla rete di distribuzione di Silke. In qualità di partner, Silke sta distribuendo 4000 kit a tutti i suoi contatti (negozi che vendono lana, in tutta Italia), i quali a loro volta lo proporranno ai clienti. Saranno i negozi stessi a raccogliere le scarpette, una volta confezionate. I kit hanno un costo di 7 euro l’uno. C’è anche la possibilità, una volta esaurite le due installazioni nelle piazze, di acquistare direttamente le scarpette rosse al costo di 14 euro.

L’Associazione Maddalina nasce nell’agosto 2014, per volontà della presidente Elisabetta Fabbri e un gruppo di donne amiche, a sostegno del reparto di Oncologia Pediatrica dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna. Grazie al ricavato ottenuto con la realizzazione di eventi e manifestazioni, l’associazione è riuscita a sostenere progetti dedicati alla ricerca oncologica pediatrica, alla costruzione di un orfanotrofio a Hyderabad (India), ad acquistare mezzi di primo soccorso per il terremoto in Abruzzo e tanto altro ancora. L’associazione ha per natura una struttura ed obiettivi dinamici che cambiano in relazione ai bisogni della società e dei singoli individui: oggi l’attenzione è rivolta alle donne vittime di violenza, discriminazione e emarginazione.


che cos’è

per te europa?

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È la narrazione fotografica in divenire dell’artista Lisa Borgiani che dal 2019 ha cominciato a viaggiare nelle principali città e capitali del Vecchio continente ponendo, a ogni cittadino fotografato, una domanda: “Che cos’è l’Europa per te?”. Un viaggio per immagini che nasce dall’esigenza di capire cosa significhi l’Europa per le persone che ci vivono e che si è trasformato in una mostra allestita a Roma allo spazio Esperienza Europa - David Sassoli, “What is Europe to you?” ha portato fino a oggi Borgiani in diverse città: nel 2019 ad Atene e a Berlino; a Milano e a Roma nel 2020; nel 2021 a Parigi e nell’isola di Ventotene in occasione della Giornata dell’Europa; nel 2022 a Budapest, a Gubin in Polonia e a Malta; nel 2023 a Riga, Vilnius, Tallinn, Strasburgo, Madrid, Dresda e Bonn. Finora Borgiani ha raccolto più di 1.200 ritratti e punti di vista: in ogni tappa ha scelto di fotografare gli abitanti dei quartieri dal centro alla periferia per offrire uno spaccato sociale significativo, nonché diversificato in sentimenti e opinioni: “Le persone coinvolte sono scelte sempre a caso, magari mentre camminano per strada, e questo per avere da loro una risposta immediata, spontanea, quasi istintiva”, spiega l’autrice. Ogni opera è composta da una fotografia in bianco e nero delle persone interpellate (spesso anche evidenziando il

contesto urbano o abitativo in cui si trovavano), dal loro nome, dalla professione, dal luogo in cui è avvenuto lo scatto, da una parola chiave che riassume la loro idea di Europa. Un dialogo tra immagini e parole di ogni individuo incontrato senza alcuna distinzione di nazionalità, sesso, professione, credo religioso, estrazione sociale e culturale. I testi, accanto ai ritratti, funzionano quindi come “voci” che esprimono i sentimenti sull’Europa espressi dalle persone fotografate. In un’Europa in cui si cerca sempre più piena coesione nelle scelte politiche, economiche e sociali, il progetto di Borgiani si propone come uno spaccato “dal basso”. Quel che emerge è un insieme multiforme, in cui accanto alle parole caos e fallimento, troviamo anche concetti quali inclusione, opportunità, libertà, pace, speranza, bellezza.


I COMMERCIALISTI E IL TORNEO DI PADEL PER LA CASA DI LEO Lo scorso 23 settembre si è svolto, presso il centro sportivo Leo Mora di Treviolo, il primo TORNEO DI PADEL a scopo benefico organizzato dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo e dal Comitato delle Pari Opportunità di Bergamo. Gli incassi saranno devoluti alla Casa di Leo di Treviolo.

Hanno preso parte al torneo le seguenti coppie dei giocatori: RETI MAURO - CREMASCHI STEFANO ANDREOLETTI GIACOMO - TOGNI LAURA ZANELLI ELENA - AVOGADRI ROMEO PACCHIANI FABIO - CONTINI LORENZO BIANCHI ALESSANDRO - BUZZANCA MATTIA ROVARIS ANGELO PAOLO - POPPI LEONARDO GIUGNETTI MARCO - RUGGIERI GIUSEPPE VINCI MICHELE - CAGLIONI TARCISIO GABRIELI ANDREA - BUZZANCA MICHELE MALTEMPI GABRIELE - CASAMASSIMA LUCA GAVAZZENI GIORGIO - BELTRAMELLI EMANUELA RUBINI ELENA - VITALI PAOLO

Vincitrice del Torneo è risultata la coppia composta da Angelo Rovaris e Leonardo Poppi. Il Premio alla migliore giocatrice è stato conferito a Laura Togni. Il Premio ai migliori giocatori a pari merito è stato assegnato a Romeo Avogadri e ad Andrea Gabrieli. Si ringraziano tutti i partecipanti e gli Sponsor che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento: Le Essenze di Elda Vitali Paolo, consulente finanziario per Allianz Bank FA Italian Optic Benicchio Living Parquets Loda Orobica Gambirasio Interni qui Bergamo

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FUOCHI DI PAGLIA di Giorgio Paglia

SBAGLIANDO S’IMPARA Se la vita potesse essere da noi rivissuta

con un semplice rewind sarebbero moltissime le cose che non ripeteremmo. Soprattutto si eviterebbero quelle azioni che hanno portato a conseguenze non desiderate e che hanno sortito effetti negativi su di noi e sugli altri che ci sono vicini. È il cosiddetto senno di poi, di cui tutti sono professori. Eppure gli errori si ripetono continuamente nella storia dell’uomo e il passato sembra non riuscire ad insegnarci niente. Tutto ha inizio dall’ignoranza dei nostri schemi mentali e dall’arroganza che ne deriva. Pensiamo di essere unici, infallibili e capaci di sottomettere il futuro ai nostri desiderata. Con la convinzione che quello che è successo agli altri, a noi non capiterà mai, perchè noi siamo i più bravi e i più capaci. Già, ma la follia è proprio ripetere le stesse cose ed aspettarsi risultati diversi. Esiste pure una legge filosofica, che si intreccia con una legge della fisica e che dice che da ogni causa sortisce un conseguente effetto. Nel perenne ciclo del divenire noi subiamo gli effetti di quello che abbiamo fatto nel passato e creiamo nel presente i presupposti di ciò che ci accadrà nel futuro. In poche parole, se le nostre azioni sono positive, i risultati saranno altrettanto positivi, ma se producono male, questo male prima o poi ci ritornerà. Da qui dovrebbe sorgere la consapevolezza che gli sbagli provochino dolore e che l’artefice di questa sofferenza siamo solo e soltanto noi. I tempi moderni si allontanano molto da questi semplici concetti, perché oggi la responsabilità personale non è più sentita come tale e la colpa viene riversata sulla società intera, poi di veleni mentali si è fatta virtù. Infatti la via più semplice è quella di immaginare la realtà come si vorrebbe che fosse, anziché analizzare quella che invece è. Allora tutto si trasforma in una ricerca di continui giudizi fallaci che stanno cambiando persino i costumi e l’uso del linguaggio comune.

Così anziché trovare la causa che produce un certo fenomeno e farne tesoro per poterla replicare nel bene ed evitarla nel male, si preferisce superbamente andare avanti come fossimo padri eterni, senza indagare attentamente i meccanismi di trasformazione delle nostre scelte. Una antica leggenda araba così racconta: “Dio creò la terra, ma la terra non aveva sostegno, e così sotto la terra creò un angelo, ma anche l’angelo non aveva sostegno e così sotto i piedidell’angelo creò una rupe di rubino. Ma la rupe non aveva sostegno e allora sotto la rupe creò un grande toro, ma il toro non aveva sostegno e allora sotto il toro creò un pesce colossale e sotto il pesce mise l’acqua e sotto l’acqua mise l’oscurità. E la conoscenza umana non vede oltre quel punto.” Noi vediamo solo la terra, ma sotto ci sono altre cose e altri risvolti che terminano nell’oscurità della mente. Se dal profondo, quando siamo caduti nel buio, vogliamo risalire alla luce dobbiamo fare tanti passi in salita, superando acqua, pesce, toro, rupe e angelo, fino in cima, evitando però di commettere i soliti sbagli che ci ricaccerebbero indietro. Alla prossima e in alto i cuori leggeri.

Anche su: Twitter: @Fuochidipaglia Facebook e Instagram: @fuochidigio


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LE MILLE VITE DI UNA DONNA UN’ICONA DEL FEMMINILE CHE È SOGGETTO E OGGETTO DEL DESIDERIO, UN CORPO CHE NON CESSA DI FRAMMENTARSI. I DETTAGLI SPOSTANO IL CENTRO DELL’EROTISMO SU UN OGGETTO PERIFERICO, SU UN CORPO IN FRAMMENTI, RARAMENTE INTEGRO O SENZA UNA DEPRIVAZIONE SENSORIALE, SEPPUR MINIMA. NEL VENTAGLIO DI QUESTE MODALITÀ DI RAPPRESENTAZIONE, ORA ESPLICITE ORA SUBLIMINALI, SONO LEGGIBILI, SOTTOTRACCIA, MA NON PER QUESTO MENO INCISIVAMENTE, LA VIOLENZA, LA DE-STABILIZZAZIONE, LA DE-SOGGETTIVIZZAZIONE, LA DE-TERRITORIALIZZAZIONE, ESERCITATE, ANCOR OGGI, SULLA DONNA, SIA PURE DI DIVERSA APPARTENENZA ETNICA, CULTURALE, CONFESSIONALE, DA UN MODELLO MASCHILE DI UNA SOCIETÀ CONSUMISTICA IN CUI HA PRESO FORMA LA COSIDDETTA FIGURA DEL PROSUMER (NEOLOGISMO INTRODOTTO NEL 1972 DA MARSHALL MCLUHAN E BARRINGTON NEVITT) CONTRAZIONE TRA PRODUCER E CONSUMER. IL SOGGETTO FEMMINILE SI MOSTRA NASCONDENDOSI, OPERANDO SUI DISPOSITIVI DELLA MODALITÀ DEL GUARDARE E DELL’ESSERE GUARDATI, SULLE METAFORE DEL LEGAME DA CUI LIBERARSI O A CUI, CONSEGNARSI. TRA CORDE E MASCHERINE, BAVAGLI E CORSETTI, BONDAGE E TACCHI A SPILLO, VELATURE E TRASPARENZE, STANZE DA LETTO, DEL PALAZZO DI FRONTE, CHE SI ACCENDONO INDISCRETAMENTE NELL’INTIMITÀ DELLA NOTTE, UN ULTERIORE ESPEDIENTE DI ATTRAZIONE VOYEURISTICA È IL RIBALTAMENTO DEL COLORE DELLA PASSIONE IN QUELLO GOTICO DEL LUTTO. GLI STRUMENTI DI ATTIVAZIONE DEL DESIDERIO SONO USATI CONSAPEVOLMENTE ALLA LUCE DELLA DESTINAZIONE DELLE IMMAGINI GLAMOUR E NEO-POP, ALL’IMMAGINARIO DI GENERE E TRANSGENDER CONTEMPORANEO. VIA VIA CHE IL CORPO DELLA DONNA TENDE A DIVENTARE UN’ICONA, UN’ASTRAZIONE, UN DESIDERIO REIFICATO, IL LUOGO DEL MERCATO DIVENTA SEMPRE PIÙ FISICO E PERSONIFICATO. LA DIMENSIONE NATURALE E SOCIALE DELLA FIGURA FEMMINILE, EMBLEMA DELLA BELLEZZA, CEDE A QUELLA SIMULACRALE. CON UN LINGUAGGIO FOTOGRAFICO TENDENTE ALL’ASTRAZIONE FORMALE E ALLA DESATURAZIONE CROMATICA, LA FOTOGRAFA DELIMITA UN PARTICOLARE DEL CORPO CHE, INEQUIVOCABILMENTE, RAPPRESENTA CONDIZIONI E SITUAZIONI DEL FEMMINILE CHE QUANTO PIÙ SUSCITANO FASCINO E TURBAMENTO TANTO PIÙ DIVENTANO ESTETICAMENTE ALGIDE E IRRAGGIUNGIBILI. DECLINATRICE DELLE TRASPARENZE MALENA MAZZA RESTITUISCE, CON IL SUO FILTRATO LINGUAGGIO FEMMINILE, UNA VISIONE CRITICA DELLO SGUARDO MASCHILE PORTATO A TEMPERATURA SOTTOZERO, IBERNATO INTENZIONALMENTE, PRATICANDO IL SIGNIFICATO PROFONDO, INQUIETANTE COME UN OGGETTO D’ABBIGLIAMENTO O DI UNA PARTE DEL CORPO, IN VERSIONE REIFICATA E MERCIFICATA DA UNA SOCIETÀ IPERCONSUMISTICA OCCIDENTALE.

Cinema 1

ATELIER MALENA MAZZA VIA MAURIZIO QUADRIO 18, MILANO cinema DAL 7 OTTOBRE


L’emblema di Amitié è il girasole, simbolo del sole che splende per tutti, qualunque sia la razza, il sesso e la religione

AMITIÉ SANS FRONTIÈRES BERGAMO GALÀ 2023

Una serata

in Amitié

SI È SVOLTO IL 30 OTTOBRE IL TRADIZIONALE GALÀ DI AMITIÉ SANS FRONTIERES BERGAMO CHE HA VISTO RIUNITI GLI ASSOCIATI E GLI AMICI ALLA CANTALUPA DA VITTORIO Ph. Sergio Nessi - www.qui.bg.it

Era il maggio del 2000 quando, Luciana Previtali Radici e Mariuccia Ber-

tazzoli Allegrini, diedero vita al Club di Bergamo di Amitié Sans Frontières, associazione international a scopo umanitario i cui principi di base sono “Justice, Tolèrance, Amitié”. È il primo Club di servizio nato in Europa, nel Principato di Monaco, fondato da Madame Régine Vardon West la quale, dal 1991, ne diffonde lo sviluppo sotto la Presidenza onoraria del Principe Alberto II di Monaco.

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Da allora ogni anno i soci organizzano una serata di Gala a scopo benefico. Lo statuto del Club prevede che una parte della raccolta venga devoluta alla sede di Monaco, rappresentata quest’anno dalla responsabile internazionale Valery Von Bredow, per gli obiettivi umanitari perseguiti a livello mondiale, ed il restante ad una donazione che premi le eccellenze del territorio. Quest’anno Amitié Bergamo ha deciso di regalare una borsa di studio per dare la possibilità di frequentare l’Heart Accademy fondata dal Prof. Lucio Parenzan, ad un medico straniero che potrà così apprendere tecniche operatorie avanzate che riporterà ed applicherà poi nel suo Paese d’origine. Serata piacevole per il clima e per il cibo: in casa Cerea è sempre una certezza. Aperitivo servito in piscina e cena ai tavoli allietata dalla suadente e sensuale voce della bellissima Nicole Magolie la quale, accompagnata dalla Diamonds Live Band, ha dato un tocco esotico alla serata. Come sempre la Cena di Gala è l’ultimo impegno del presidente uscente che resta in carica due anni e, dopo Carla Zamper, subentra il giovane avvocato

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Marco Buzzanca. Ma quest’anno c’era anche da festeggiare la nomina di Alessandro Mano a Presidente Italia di Amitié Sans Frontières, ad oggi composto da 13 delegazioni sparse in giro per la Penisola, che subentra a Alessandra Bonanni. “Nel corso della sua presidenza sono nati due nuovi Club - ci ha detto Alessandro Mano - Mi impegnerò per poter fare anche di più. Perché tra noi il motore che spinge tutto è l’Amicizia tra le persona e un Club che ritiene l’amicizia il suo primo obiettivo, può avere successo ovunque. Cerchiamo di sicuro un legame con Brescia, mai così vicina come quest’anno, dove pensiamo che il nostro stile possa essere contagioso”. Ogni anno, il tema della beneficenza cui si devono attendere i club per i loro Galà, dipende dal tema annuale stabilito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Nel 2003 il Consiglio Economico e Sociale dell’ONU - con sede a New York ha attribuito ad A.S.F.I. la qualità di “Organisation Non Gouvernementale avec Statut Consultatif auprès des Nations Unies”.


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The Ballad of Human Mutations

ALITEIA

Mostra personale


Fino al 10 novembre 2023 la Fabbrica del Vapore (Alveare Culturale)

ospita a Milano la prima mostra personale di Aliteia The Ballad of Human Mutations. L’esposizione, a cura di Alisia Viola, è stata organizzata in partnership con ACMT-Rete per la Malattia di Charcot-Marie-Tooth e in collaborazione con PROSSIMI Srl Impresa Sociale ETS. L’artista Aliteia porta per la prima volta nell’arte un progetto incentrato sulla CharcotMarie-Tooth, la più comune delle neuropatie ereditarie ma al contempo una patologia rara e poco conosciuta, che è per l’artista la caratteristica comune della sua famiglia. L’arte diviene così veicolo di conoscenza e di trasformazione, ma soprattutto di bellezza intesa come perfetto e costante equilibrio tra le imperfezioni. The Ballad of Human Mutations vuole essere un manifesto di corpi non conformi volto a integrare nuovi valori estetistici nella società contemporanea. L'obiettivo del progetto è infatti quello di creare un mito rivoluzionario del diverso e del fragi le a partire dal corpo avere uno sguardo inedito per inglobare tutto ciò che risulta fuori standard in noi e viverlo come risorsa, cogliendone l’autentica bellezza dell’essere umano Il fine, dunque, è quello di portare i codici della nonperfezione come nuovi valori di giudizio e sociali.La mostra vede l’unione e la contaminazione di svariate discipline che dialogano fra loro quali: la performance, la fotografia e la scultura. La rassegna indaga mediante l’esposizione di 2 0 fotografie di medio grande formato e un’ installazione scultorea site specific la bellezza, l’unicità e la forza di individui con corpi lontani dai modelli sia classici che contemporanei, mettendo a nudo le loro non perfezioni, che sono maggiormente evidenti nelle deformità di mani e piedi, tipiche di questa malattia. Aliteia è riuscita nel suo intento primario di immortalare i turbamenti di tutte le persone coinvolte e fotografate nel corso del cerchio, pratica performativa d ell’artista, la quale guida i presenti verso l’accettazione e il raggiungimento della massima espressione di se stessi. Le fotografie in mostra diventano dunque la testimonianza di come ognuno possa avere il coraggio di superare la propria vergona e vivere per quello che davvero si è, senza nascondersi. Allo stesso tempo è soprattutto riuscita a creare mediante la pratica artistica performativa un clima stra ordinario dove sentirsi pienamente liberi mostrando il proprio mondo interiore ed esteriore senza confini e senza paura del pregiudizio. La mostra documenta tutto il percorso antecedente all’esposizione, che in questo caso diventa incubatore di sogni, speranze, libertà, e bellezza dell’essere se stessi nell a propria autentica natura . Le opere sono esposte in una costellazione di fotografie da cui emergono gli elementi ricorrenti della produzione artistica di Aliteia: l’inclusione raccontata attraverso un’intensa partecipazione attiva da parte di persone che hanno permesso di farsi fotografare e di mettere a nudo le loro parti del corpo soggette a questa malattia estremamente complessa e talvolta evidente. Attraverso il medium fotografico, scultoreo e performativo, Aliteia apre una visione inedita e inclusiva della fragilità come la via per essere visione inedita e inclusiva della fragilità come la via per essere ssee stessi, intesa come l’autentica bellezza del stessi, intesa come l’autentica bellezza del singolo individuo e del mondo.singolo individuo e del mondo.

Mostra personale di ALITEIA, a cura di Alisia Viola. Fino 10 novembre 2023 Fabbrica del Vapore Spazio Alveare Culturale Via Cesare Procaccini, 4 Milano


Ph. Sergio Nessi

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Una serata all’insegna della solidarietà e dello

spettacolo quella della Charity night 2023 di Fondazione CESVI che si è tenuta giovedì 28 settembre al Kilometro Rosso – Innovation District – di Bergamo. Il gala ha riscosso un grande successo raccogliendo 51.000 euro in donazioni a sostegno del Programma Case del Sorriso, per ridare speranza a migliaia di minori e fornire loro accoglienza, protezione e amore. Madrina della serata l’ambasciatrice CESVI Cristina Parodi, con lei Paola Turani e Leonardo Manera, egregi conduttori della serata che, con la loro partecipazione pro bono, hanno accompagnato la presentazione dei premi dell’asta solidale. Gigliola Cinquetti e Rita Pavone e il comico Marco della Noce, hanno deliziato gli ospiti con le loro esibizioni. Max Giusti, presentatore della scorsa edizione, che quest’anno non è potuto essere presente, ma ha mandato un simpatico video saluto.

Gloria Zavatta

Cristina Parodi

Cristina Bombassei

Leonardo Manera

Paola Turani

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Maurizio Carrara

Gigliola Cinquetti

Rita Pavone



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Accanto a noi in questa serata unica i brand Brunello Cucinelli, Salvatore Ferragamo, Crida, Forte Forte, Albini Group, Gioielleria Belloni, Jack Daniel’s, Moscato di Scanzo Pagnoncelli, Manenti Shoes, Swarovski, Chantecler, Agapanthus Gioielli, Catellani&Smith, Alessi, Persico Group e Persico Marine, Ferrari Trento, Zanetti, Bolle Restaurant,Volley Bergamo 1991, Replay, Nolan, Fondazione Cannavaro Ferrara, Alta Clinic, Lefay Resort, QC Terme, Autodromo Nazionale di Monza, Aci Vallelunga, La Fondazione Cannavaro Ferrara, Giampaolo Ricci, Jannik Sinner e l’artista Tvboy. La serata è stata realizzata anche grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo e Alta Clinic, ed è stata accompagnata una cena stellata organizzata dall’eccellenza bergamasca Da Vittorio. Durante la serata sono stati consegnati il Premio alla solidarietà per la campagna “Aziende di Bergamo per Emergenza Terremoto in Turchia” alla Presidente di Confindustria Bergamo e il Premio per l’impegno in ambito ESG a Dixan e a Elena Mirò, che accanto a CESVI si sono impegnate fortemente su questi temi.


Nel mondo a tamponare le emergenze, a cercare di scongiurare crisi umanitarie. Intervengono, con tempestività e competenza, quando la politica fallisce o è, come sempre, in ritardo e scoppiano le guerre. Oppure quando la natura mostra, con terremoti, eruzioni vulcaniche, uragani e inondazioni, il suo enorme ed imprevedibile potere di distruggere le popolazioni di intere regioni. Cesvi è un’organizzazione umanitaria che grazie all’indipendenza dei suoi fondatori ha trovato sempre più credito e oggi, oltre ad essere un orgoglio per la città che l’ha vista nascere riesce ad essere presente in luoghi sperduti, così come nelle grandi città, con una operatività tempestiva ed efficace. Ricordo il loro soccorso alla donne e ai bambini in fuga dall’Ucraina: furono tra i primi ad arrivare ai confini con la Polonia in soccorso alla prima ondata di profughi in fuga dall’Ucraina. In quell’occasione hanno occupato un albergo e creato dal nulla un posto di accoglienza riuscendo anche a dare un po’ di serenità a quei poveri bambini con le madri in fuga. Negli anni del Covid sono stati i primi a distribuire mascherine e ossigeno quando nessuno ne aveva. Sono persino riusciti a destinare importanti risorse per una forma di ristoro alle attività economiche del territorio durante i primi mesi della pandemia con un Bando a cui hanno avuto accesso centinaia di piccole attività economiche. Fu una vera boccata di ossigeno… Oltre alle emergenze per le quali si fa trovare sempre pronta, l’impegno costante dell’organizzazione di CESVI è rivolto ai bambini più vulnerabili, attraverso la creazione delle Case del sorriso. “Emergenze, povertà, maltrattamenti, abbandono a sé stessi: i bambini più vulnerabili del mondo sopravvivono attanagliati da una morsa micidiale di diritti negati, abusi fisici e psicologici che li costringono a vite prive d’affetto, accoglienza e considerazione, schiacciati dalle macerie di un futuro senza speranza. Sperare è però linfa vitale. È un abbraccio d’amore, capace di riportare il sorriso a un bambino in difficoltà. È una luce di ottimismo verso il futuro. 78

La speranza è ciò che noi di CESVI ci impegniamo a ridare a migliaia di bambini vulnerabili nel mondo attuando, con determinazione e tenacia, il Programma Case del Sorriso con cui dare loro accoglienza, protezione, cibo, cura e istruzione. Insieme a tutti i nostri sostenitori, ci impegnamo a dare una solida casa alle tante speranze disattese e al desiderio di amore dei bambini più dimenticati del mondo: con noi possono smettere di sentirsi sperduti e trovare un luogo, fisico e affettivo, in cui potersi sentire finalmente al sicuro.” Questa la carta dell’impegno di Cesvi che oggi gestisce 7 Case del Sorriso in tutto il mondo e 5 in Italia con l’obiettivo di aiutare i bambini e gli adolescenti attraverso istruzione, formazione, sport, cibo e assistenza psicologica. Dove non esiste ancora una Casa del Sorriso, i nostri operatori qualificati mettono in atto iniziative mirate a dare concreta risposta ai bisogni immediati dei bambini e alla ricostruzione di un futuro migliore.

COSA SONO LE CASE DEL SORRISO DI CESVI? Luoghi sicuri dove bambini e adolescenti che vivono in condizioni di miseria, degrado e abbandono ricevono accoglienza, cibo, istruzione e formazione, per costruire il futuro giorno per giorno al riparo dalla violenza e dai pericoli che contraddistinguono i difficili contesti in cui sono inserite. Ogni anno, nelle Case del Sorriso in Italia, diamo un tetto alla speranza di oltre 1.000 bambini e 300 genitori bisognosi di aiuto. CASE DEL SORRISO IN ITALIA Per aiutare i bambini in condizioni di vulnerabilità in Italia e promuovere il loro benessere e quello delle loro famiglie interveniamo contro la povertà educativa, il maltrattamento e la trascuratezza infantile. Sono 5 le Case del Sorriso presenti al momento in 4 città italiane: Milano (2 strutture), Bari, Napoli e Siracusa. Qui i minori ricevono sostegno educativo, possono praticare sport e seguono attività ludico ricreative, col supporto di educatori e psicologici attenti a rilevare e gestire qualsiasi problema legato a situazioni di disagio familiare.


2 Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare. (Winston Churchill)

LUPUS IN FABULA

Benito Melchionna Procuratore emerito della Repubblica

RIFORMA DELLA GIUSTIZIA: DA CARTABIA E OLTRE 1. Quadro di riferimento Da quando è apparso sulla terra, e a maggior ragione oggi in piena ubriacatura tecnocratica, l’essere umano è costretto a misurarsi con la solitudine e la vulnerabilità, entro i confini (pur necessari a concepire il senso del limite) della propria individualità separata. Nasce da qui l’insopprimibile bisogno di socializzazione, che consente a chiunque di rafforzarsi relazionandosi agli altri, all’ambiente naturale e alle diverse stratificazioni/entificazioni delle comunità familiari e territoriali. In tal modo l’uomo è in grado di sperimentare modelli e stili di vita sostenibili - a cominciare dai metodi di lavoro - idonei a garantire a se stesso e alla collettività le risorse materiali e spirituali necessarie a favorire la sopravvivenza e la crescita in contesti di sicurezza. È comunque ovvio che le aggregazioni sociali e le diverse civiltà stanno in piedi fino a quando vengono rinsaldate dalla più diffusa pratica di una sana moralità, improntata anzitutto al valore della solidarietà politica, economica e sociale; fatto salvo nel contempo l’essenziale pieno responsabile rispetto delle regole del diritto, adottate dai poteri rappresentativi stimati all’altezza dei compiti di un governo mosso da forti ideali. A tale riguardo, la nostra Costituzione repubblicana si ispira ai principi del liberalismo moderno, che ha tra i suoi capisaldi la nota dottrina del pensatore francese Montesquieu (1689-1755); secondo la quale le libertà democratiche sono anzitutto garantite contro il falso liberismo (faccio ciò che voglio!) dalla separazione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario e dal loro reciproco equilibrio. La funzione primaria di emanare leggi vincolanti per tutti è pertanto attribuita alla politica, deputata a governare e a indirizzare la vita della città (polis, in greco) e dei cittadini. Tuttavia, da più parti si sostiene che ormai anche i sistemi di democrazia tendono a frantumarsi e a degenerare in quella che viene definita “democratura” (mix di democrazia e dittatura). Questo perché il popolo (sovrano?), come e più di sempre manovrato e “sedotto” dal bla-bla-bla della falsa retorica del bene comune, continua a prestare in larga misura consenso a quei politici affaristi e rissosi, che riducono la politica a scienza delle convenienze di bottega, ossia al soldo del dominio tecno finanziario. A sua volta, il potere esecutivo è attribuito, sia ai livelli centrali che periferici, a una pletora di pubbliche Amministrazioni, che si muovono come un corpaccione indolente e usano mettersi spesso burocraticamente di traverso nella gestione dei servizi connessi ai diritti individuali e sociali legalmente riconosciuti. Dimenticando, tra l’altro che, al pari di ogni altro mestiere (dal latino ministerium), anche quello del Ministro dovrebbe essere inteso (e praticato) come servente.

2. Riforma della giustizia, cantiere sempre aperto Il potere giudiziario - disponendo tra l’altro di pochi magistrati qualificati e di scarse risorse umane e strumentali - appare a sua volta sempre più in affanno nel servizio di interpretare e applicare con tempestività, correttezza e imparzialità, un mostruoso inestricabile grumo di leggi, leggine e regolamenti. Un ginepraio che lascia pertanto ampi varchi al contenzioso e alla devianza criminale, con la conseguente diffusa convinzione che diritto e giustizia appartengano a pianeti inconciliabili tra loro; essendo per di più abitati da molta gente depressa che si è ormai separata da madre natura, dopo averla devastata e avviata alla distruzione. Forse allora gli antichi romani erano più avveduti, almeno sul piano lessicale, quando indicavano ciò che noi chiamiamo genericamente “diritto” con il termine “ius”, che indubbiamente suona più in sintonia con l’ideale di “iustitia”. Comunque, sull’esempio dei rissosi inconcludenti dibattiti televisivi, anche nei bar si incontrano persone che discettano, in modo approssimativo, di riforma della giustizia. Ad essere pignoli, appare intanto pretesa alquanto bizzarra quella di voler riformare la giustizia, che è di per sé valore assoluto e intangibile; tant’è che non a caso la teologia cattolica la include tra le quattro virtù cardinali (cardine di tutte le altre) e tra gli attributi di Dio. Pertanto, oggetto di assidua revisione sono piuttosto i complicati testi normativi e i codici organizzativi degli apparati giudiziari e di sicurezza pubblica e privata, i quali sono predisposti appunto come strumenti operativi funzionali alla realizzazione dei fini di giustizia. Del resto, l’esigenza di continui aggiornamenti deriva dal fatto che, nel corso della storia, l’innato e immutabile sentimento di giustizia (attribuire a ciascuno il suo sul piano dell’uguaglianza, e via teorizzando) deve necessariamente calarsi nel vissuto dei diversi assetti etici e geopolitici, e dei relativi “impianti” culturali. Questa premessa appare utile per potersi accostare, con cognizione di causa, al vasto e confuso coacervo di innovazioni da decenni apportate, e tuttora in fase di lavorazione, nel cantiere sempre aperto dei sistemi penali in particolare. Un contesto quest’ultimo che, nel quadro della evoluzione del nostro ordinamento giuridico in direzione sostanzialmente “buonista”(ora poco condivisa), si va da qualche tempo orientando verso la cd. “giustizia riparativa”. La quale intende lasciarsi definitivamente alle spalle l’arcaica concezione che da sempre caratterizza la “giustizia retributiva”, intesa come risposta di tipo ragionieristico; una sorta di partita doppia tra Male provocato e Male restituito (vendetta senza perdono?), tra l’altro già evocata dai crudeli antichi motti “occhio per occhio, dente per dente”, “chi di spada ferisce, di spada perisce”. Al contrario, la visione cd. “riparativa”, mirando a realizzare l’incontro conciliativo tra autore e vittima del reato, risulta più aderente al messaggio evangelico e in linea con la illuminata impostazione della nostra Costituzione. La quale, oltre a bandire le aberrazioni del fascismo, sancisce (art.27) il divieto della pena di morte e, più in generale, stabilisce che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”: cioè alla sua risocializzazione.

segue


LUPUS IN FABULA 3. Dalla riforma Cartabia al decreto Caivano I veloci cambiamenti dell’era del postumano sono ora accelerati dall’utilizzo massivo della Intelligenza artificiale generativa (IA), che qualcuno preferisce definire Intelligenza umana rafforzata (IUR); la quale è in ogni caso ancora controversa in quanto priva del necessario approccio alla regolazione globale degli algoritmi informativi. Intanto, nel caos universale del nostro ordinamento penale, si segnala ora la Riforma conosciuta con il nome del già ministro di Giustizia Marta Cartabia (D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 150). Si tratta di provvedimento di ampia portata (ben 99 articoli), che comporta tra l’altro: l’ampliamento del numero dei reati procedibili a querela di parte, diverse misure volte a favorire la deflazione dell’insostenibile carico giudiziario quali la remissione della querela, le condotte riparatorie o risarcitorie, le pene sostitutive delle pene detentive brevi; e inoltre la velocizzazione dei tempi di indagine, la tutela della vittima e il ruolo della polizia giudiziaria, le disposizioni sul nuovo processo telematico, la disciplina organica delle notificazioni, ecc. La puntuale applicazione di tante complesse novità sta tuttavia mettendo a dura prova la resa degli operatori giudiziari (giudici, avvocati, polizia giudiziaria, ecc.) e la stessa tenuta dell’intero sistema penale. Perciò, allo scopo di apprestare “pezzi di ricambio” alla riforma Cartabia - in attesa della approvazione di altre riforme in itinere - è intervenuta la legge 24 maggio 2023, n. 60. Una sorta di riforma della riforma, promossa dal neo ministro di Giustizia Carlo Nordio per dettare nuove e più efficaci “Norme in materia di procedibilità d’ufficio e arresto in flagranza” (norme la cui efficacia è ancora da provare, essendo in via di sperimentazione). Da ultimo, con riserva di approfondimenti in altra sede, si segnala il Decreto legge 15 settembre 2023, n. 123 adottato dal Governo come strategia di “Contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile”. Il provvedimento, intestato alla città di Caivano (NA) in risposta alla grave attuale emergenza sul fronte dell’ordine e della sicurezza pubblica, mostra il pugno duro nei confronti dei ragazzi ultraquattordicenni e dei rispettivi genitori. L’obiettivo dichiarato dovrebbe quindi consistere nel reprimere il fenomeno delle baby gang, nel complicato bilanciamento tra esigenza repressiva e necessità rieducativa. Ma l’intero decreto, con l’inasprimento delle sanzioni sui minori, non è condiviso da chi sostiene che la delinquenza non si ferma per decreto, riempiendo il codice penale di nuove ipotesi di reato e minacciando “manette”. Per cui, piuttosto che affidarsi alla repressione fine a se stessa e non risolutiva, sarebbe tanto meglio investire sulla prevenzione, puntando su regole chiare, sull’impegno operativo e l’esempio virtuoso degli adulti, e in particolare sulle famiglie trasformate in agenzie educative; insomma sulla diffusa promozione civica e culturale. benitomel38@gmail.com

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