Qui Bergamo n.ro 306

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BERGAMO MAGAZINE

CMP BERGAMO

SPEDIZIONE IN A. P. D.L 353/2003 (CONV. IN L.27/02/2004 N.46) ART.1, COMMA 1, DCB BERGAMO IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE AL MITTENTE - EDITA PERIODICI S.R.L. VIA B. BONO, 10 BERGAMO 24121 - TASSA PAGATA BG CPO

ANNO 31 - N° TRECENTOSEI- DICEMBRE 2023 - € 5

IN COPERTINA

Riccardo Baldelli, CEO di Ricam Group, insieme al fratello Edoardo e Angela Lucarelli MARCELLO PERSICO E LUNA ROSSA PEDRALI E PATRICK JOUIN: 10 ANNI INSIEME CHAMPAGNE COMTES DE DAMPIERRE DADA ARRIGONI: NUOVO FLAGSHIP STORE FESTIVAL CITTÀ IMPRESA PER SAPERE IL FUTURO NUOVO CONCEPT STORE LODAUTO CARLA CATALANO: MODA E SOSTENIBILITÀ DA IPERAUTO TUTTI PAZZI PER XEV YOYO ANTONIO PANZERI: LO CONOSCEVO BENE CHARITY FONDAZIONE VERONESI CARRARA: TIZIANO E ARETINO A2A RECUPERA IL CALORE DI ALFA ACCIAI

PRIMA LA

SALUTE

STUDIO MEDICI ASSOCIATI BERGAMO



Un natale da cani! Il dopo Covid sembrava una nuova frontiera di speranza. Le nostre vite sono cambiate e

ancora non sappiamo se in meglio o in peggio. Sicuramente in peggio per chi ci ha lasciato le penne, invece a noi, vaccinati, guariti e sopravvissuti, è piombato addosso un pessimismo che sarà difficile scrollarsi di dosso, come una sottile, strisciante depressione collettiva. Iniziando dai giovani, che vivono i loro migliori anni in un clima avvelenato in tutti i sensi, passando per la generazione dei boomers, delusi dal presente che doveva essere migliore del passato e invece è ancora fatto di incertezze, precarietà, crisi d’identità e guerre, arrivando agli anziani, sempre più anziani, tenuti in vita con medicine straordinarie, ma sempre più soli, emarginati e rincoglioniti a caccia dello spid, della password, del codice d’accesso, dei bonus sui pannoloni. E dopo il Covid, le guerre, la crisi energetica e la paura che possa peggiorare. Come si fa a non essere un po’ depressi nonostante le città siano inondate di luci e colori come mai visto prima. Come si fa ad entrare nello spirito del Natale, quando la terra che vide la nascita di Gesù è martoriata da una guerra in cui, come al tempo di Erode, si perpetua la strage degli innocenti. Per fortuna, contro questa depressione, il creatore ci è venuto in aiuto mettendo al nostro fianco quelli che, a ragione, sono chiamati i migliori amici degli esseri umani: i cani. Sono davvero un potente antidepressivo e il perché lo scoprite solo tenendone uno con voi. Nella nostra redazione non è una novità e qualcuno ricorderà Totò, il dobermann che per una decina d’anni ha anche tenuto una rubrica di posta canina molto seguita. Viveva al mio fianco notte e giorno creando fra noi un rapporto esclusivo. Chi voleva stare con me doveva accettare anche lui, del resto educatissimo, elegante e mai d’intralcio. Un angelo custode. Dopo la sua morte la rubrica venne sospesa ma non la presenza di cani in redazione. C’è stata Carlotta che ha lasciato il posto a Nikita e più recentemente sono arrivati Tequila, Lak e Tita. Quando ci sono tutti è un bel vedere il loro giocare tra le scrivanie rincorrendo bottiglie di plastica. Se qualcuno varca la soglia dei nostri uffici è accolto dallo scondinzolamento generale dei nostri pelosetti a caccia di coccole. Quando sono sfiniti si accucciano nei loro spazi fino a Sopra Totò e Carlotta. quando qualche rumore non li mette in allarme. Per tutti noi è diventato normale ascoltarne i Sotto da sinistra Nikita gorgheggi che spesso sono l’unico suono che si sente, oltre a quello del traffico sulla strada. otto anni, Lak due anni, All’arrivo in redazione al mattino, controlliamo la posta, sbrighiamo qualcosa di urgente e poi, un giretto al parco dei cani, sperando di trovare altri amici con cui scorazzare un po’. Dopodi- Tita di un anno e mezzo e ché tutti a lavorare. Loro fanno la guardia e noi, con telefono e computer, riprendiamo da dove Tequila di nove anni, sono i nostri nuovi collaboraavevamo lasciato la sera prima. tori in redazione e più Testi, fotografie, interviste, materiali per la stampa, bozze… la solita routine con la differenza avanti una loro rubrica che ogni tanto qualche caldo zampino ci viene a cercare per giocare un po’ o farsi grattare sui problemi del vivere in il groppone. Non lasciate i vostri amici a casa tutto il giorno, se potete, se il vostro lavoro lo città per un cane e il suo permette, portateli con voi. Loro non desiderano altro che stare con voi e saranno tanto d’aiuto per la vostra salute fisica e mentale. Nell’augurarvi un Natale da cani e coi cani, nonché umano di riferimento. un 2024 “sbarazzino“, vi rimando al primo numero del nuovo anno... aria di novità. (Vito Emilio Filì)

Nikita

Tita

Tequila Lak

Da tutta la redazione auguri di un sereno Natale e un prospero felice anno nuovo

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ANNO 19 - N° CENTONOVANTUNO - DICEMBRE 2023 - € 5 SPEDIZIONE IN A. P. D.L 353/2003 (CONV. IN L.27/02/2004 N.46) ART.1, COMMA 1, DCB BERGAMO IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE AL MITTENTE - EDITA PERIODICI S.R.L. VIA B. BONO, 10 BERGAMO 24121 - TASSA PAGATA BG CPO

Siamo orgogliosi di proseguire nella

BERGAMO

nostra mission di far

MAGAZINE

conoscere

Bergamo ai Bresciani e Brescia ai bergamaschi

cover story Bergamo e brescia pag. 10

Riccardo Baldelli CEO di Ricam Group insieme al fratello edoardo e angela lucarelli

IN COPERTINA

Riccardo Baldelli, CEO di Ricam Group, insieme al fratello Edoardo e Angela Lucarelli MARCELLO PERSICO E LUNA ROSSA PEDRALI E PATRICK JOUIN: 10 ANNI INSIEME CHAMPAGNE COMTES DE DAMPIERRE 1223 – 2023 HUIT SIECLES DANS L’HISTOIRE DADA ARRIGONI: NUOVO FLAGSHIP STORE FESTIVAL CITTÀ IMPRESA PER SAPERE IL FUTURO NUOVO CONCEPT STORE LODAUTO CARLA CATALANO: MODA E SOSTENIBILITÀ DA IPERAUTO TUTTI PAZZI PER XEV YOYO ANTONIO PANZERI: LO CONOSCEVO BENE CHARITY FONDAZIONE VERONESI CARRARA: TIZIANO E ARETINO A2A RECUPERA IL CALORE DI ALFA ACCIAI

PRIMA LA

SALUTE

STUDIO MEDICI ASSOCIATI BERGAMO

BRESCIA

IN COPERTINA Angela Lucarelli e i fratelli Riccardo ed Edoardo Baldelli

MAGAZINE

highlights in questo numero

pag. 6

pag. 8

pag. 14

racconta luna rossa

dieci anni insieme

PASSIONE, ARTIGIANALITÀ

Marcello Persico

Pedrali e patrick Jouin

E SOSTENIBILITÀ

pag. 16 Hermes Bianchetti, nuovo Vicedirettore Generale Vicario di Banca Valsabbina

Carla catalano

NELLA MODA

pag. 50

pag. 52

pag. 54

pag. 56

chirurgia del cuore,

ariotti: Fusioni

Lo conoscevo bene...

del CdA di Alfa Acciai

sVALVoLATI: La

un viaggio nel tempo

roberto e giorgio storie di fonderia

Antonio Panzeri

Margherita Stabiumi,

pag. 65

gato di Marzotto Lab

pag. 62 Mario Christian Zanardi Chargé d ‘Affaires Dampierre pour l ‘Italie

pag. 70

pag. 72

pag. 74

pag. 76

tiziano e aretino

Opera House

i monfìdi immaginari

pag. 60

Pierluigi Fusco Girard, Amministratore DeleFashion

giovanna ghilardini: Intimo giò chiude e saluta tutti

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MARCELLO PERSICO E LUNA ROSSA PEDRALI E PATRICK JOUIN: 10 ANNI INSIEME CHAMPAGNE COMTES DE DAMPIERRE ANTONIO PANZERI: LO CONOSCEVO BENE PORSCHE PANAMERA, TERZA GENERAZIONE OVDAMATIC SEMPRE PIÙ PROTAGONISTA A2A RECUPERA IL CALORE DI ALFA ACCIAI

CMP BERGAMO

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SPEDIZIONE IN A. P. D.L 353/2003 (CONV. IN L.27/02/2004 N.46) ART.1, COMMA 1, DCB BERGAMO IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE AL MITTENTE - EDITA PERIODICI S.R.L. VIA B. BONO, 10 BERGAMO 24121 - TASSA PAGATA BG CPO

ANNO 31 - N° TRECENTOSEI- DICEMBRE 2023 - € 5

Accademia carrara

VGH Very Good Habit save the world with style

Hiroshi Sugimoto

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pag. 68

El fatur è anche catering

Sandy Skoglund

della fotografia


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PERSICO E LUNA ROSSA DA QUALCHE GIORNO SI È RICOMINCIATO A PARLARE DI COPPA AMERICA. RITORNANO LE EMOZIONI PER LA NUOVA SFIDA CHE LUNA ROSSA, INSIEME AGLI ALTRI CHALLENGERS, PORTERÀ AI DETENTORI DI NEW ZEALAND, NELLA NUOVA ERA DELLE BARCHE VOLANTI. CI ANTICIPA QUALCOSA SUL FUTURO PROSSIMO DI QUESTE REGATE E DI QUESTE IMBARCAZIONI MARCELLO PERSICO

Il futuro della vela è aeronautico. Fu Forlanini il primo a sperimentare imbarcazioni con idroali capaci di far viaggiare uno scafo sollevato sull’acqua, grazie ad una propulsione a motore; in seguito il principio è stato sfruttato per gli aliscafi. La minore resistenza all’attrito indotta dalla portanza delle ali sommerse rende lo scafo molto più veloce oltre che stabile e quasi indifferente al moto ondoso. Fatale è stato l’incontro tra le barche a vela e questa invenzione rivisitata da una tecnologia esasperata che, approdata all’America’s Cup, ha completamente stravolto il modo di costruire le barche che partecipano a quella appassionante regata. Adesso la barca non lotta più con la resistenza dell’acqua ma la sfrutta per sollevarsi su di essa, una volta che le vele gli hanno dato la velocità necessaria. E tutti abbiamo assistito allo sfrecciare nell’aria delle imbarcazioni che si sfidano sospese su quei foils, più alianti che barche. Di questa tecnologia rivoluzionaria e del mondo dell’America’s Cup, ha parlato, in una conviviale organizzata dal Rotary Club di Treviglio nel salone del Palace Hotel di Zingonia, Marcello Persico che, con le sorelle Alessandra e Claudia, ha preso le redini dell’impero industriale fondato dal padre Pierino, con stabilimenti in mezzo mondo, legato all’automotive, progetta e costruisce impianti per la produzione di stampi, ad esempio per realizzare i pannelli delle portiere delle auto. Una linea aziendale però si è sempre occupata della realizzazione di gusci in materiali compositi destinati alla nautica ed è così che…

MARCELLO PERSICO

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“Siamo stati chiamati da Raoul Gardini - racconta Persico - la prima volta per realizzare lo scafo del Moro di Venezia e in seguito, grazie all’esperienza acquisita, siamo stati scelti dal Team di Luna Rossa e con loro collaboriamo nella grande sfida dell’America’s Cup. È un ambiente che vive sulla competizione estrema e ogni team cerca di nascondere i suoi segreti fino al giorno della prima regata. Ogni aspetto viene curato all’esasperazione e, da quando sono stati adottati i foils, sono entrati in gioco una serie di fattori che ci hanno portato a modificare ogni aspetto. L’aerodinamica della coperta, ad esempio, prima considerata secondaria, oggi è fondamentale. Inoltre, è cambiato il dislocamento dei manovratori e sono state introdotte molte altre novità, come l’esclusione dell’ospite a bordo, fino a ieri appannaggio esclusivo dei facoltosi armatori e degli sponsor. È considerata la gara più antica al mondo e ha delle regole stranissime che possono essere modificate dal detentore della coppa e comunicate agli altri equipaggi anche poco tempo prima dell’inizio delle regate, trovandosi quindi in grande vantaggio. Ma il defender ha questo privilegio e gli sfidanti, sono sempre a rincorrere le ultime regole spesso modificate in corso d’opera. Si comprende come il desiderio degli sfidanti di riuscire a battere il detentore della Coppa delle Cento Ghinee sia proporzionale a questa sua ‘scorrettezza’, del resto consentita al vincitore”.

“Resta comunque in questo momento uno dei laboratori di ricerca più avanzati al mondo in tema di rivoluzione green. Con il sistema dei foil, l’efficienza delle barche è aumenta in maniera importante e, grazie alle esperienze fatte con le regate, stiamo, per esempio, realizzando un catamarano che dovrebbe coniugare questa efficienza ad un confort di altissimo livello. Per la prima volta verrà montato un sistema di semi foils in grado di far scivolare il nostro catamarano a velocità impressionanti, sollevato di 20 cm dall’acqua, per un confort di navigazione totale. Sarà dotato anche di due motori rigorosamente elettrici e un pacco batterie ricaricabili. È il futuro”.

7 ph. Sergio Nessi


Pedrali e Patrick Jouin: 10 anni insieme L’AZIENDA ITALIANA FESTEGGIA LA COLLABORAZIONE INIZIATA NEL 2013 CON LA POLTRONA ESTER

Il 2023 segna per Pedrali dieci anni di collaborazione con il designer francese di fama

internazionale Patrick Jouin. Una partnership frutto del connubio tra l’espressione creativa del designer e il know how dell’azienda italiana, iniziata nel 2013 con la poltrona Ester. Nato a Nantes, in Francia, nel 1967, Patrick Jouin si diploma nel 1992 all’ENSCI - l’École Nationale Supérieure de Création Industrielle di Parigi. La sua creatività si esprime tanto nel design industriale quanto nelle arti decorative, occupando un posto importante nel panorama del design internazionale dove pochi sanno muoversi con la stessa forza e disinvoltura. Oltre a occuparsi di industrial design con il suo studio Patrick Jouin ID, si occupa anche di progetti di interior insieme a Sanjit Manku, con lo studio Jouin Manku fondato nel 2006. L’evoluzione del percorso di Patrick Jouin è stata celebrata nel 2009 da una mostra monografica al Centre Pompidou e nel 2011 con il conferimento del Compasso d’Oro ADI. È proprio in questo prestigioso contesto che sono state poste le basi della collaborazione con l’azienda. “In occasione della celebrazione del Compasso d’oro ADI a Roma, avevo incontrato Monica e Giuseppe Pedrali. Poco tempo dopo, ci siamo visti per iniziare a ragionare alla creazione di una seduta imbottita, elegante e super confortevole per il ristorante Dorchester di Alain Ducasse a Londra. Fu così che nacque Ester”. Il nome della collezione prende ispirazione proprio dal luogo per la quale è stata creata. Il designer continua: “Così, durante quella riunione con Pedrali, ho abbozzato quello che sarebbe stato, poi, il risultato finale. Loro hanno capito il mio modo di lavorare e l’hanno da subito sposato, l’ho compreso immediatamente dagli occhi di Giuseppe che, quando vede qualcosa, un progetto che gli piace, pensa subito a come verrà realizzato, alla sua costruzione. È stato davvero un bel momento. Prima è nata la poltrona, poi la sedia, lo sgabello e dopo un pouf: così l’intera collezione". 8


Dalla prima poltroncina, è poi nata una vera e propria collezione utilizzata nei migliori ristoranti stellati, in boutique di lusso ed appartamenti delle grandi metropoli del mondo. Ester rappresenta la sintesi perfetta di ergonomia, eleganza e funzionalità. Un prezioso monolito completato dalla raffinata gamba in pressofusione di alluminio, caratterizzato da forme sinuose e morbide. L’assoluto comfort di Ester è garantito da una seduta realizzata in schiumato poliuretanico con cinghie elastiche. “La bellezza non è la prima cosa a cui penso quando disegno un prodotto, in primis vi è la funzionalità, unita all’innovazione. La bellezza arriverà alla fine, quando tutto sarà ben amalgamato”.


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CARLA CATALANO

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RISCOPERTA, PASSIONE, ARTIGIANALITÀ E SOSTENIBILITÀ. ph. Valentina Celeste


MODA E SAPORI Moda come riscoperta, passione, artigianalità e sostenibilità. Così potremmo dipingere la moda firmata Carla Catalano, la nota stilista di Bergamo cresciuta tra stoffe, aghi e fili grazie alla mamma sarta che, fin da piccola, le ha trasmesso tutta la passione ed i segreti per questa stupenda arte. Nozioni che con il tempo si sono affinate sempre più, grazie a studi nel settore e ad una esperienza presso maison che le hanno conferito tutte le capacità ed i segreti per realizzare capi di alta sartoria o da cerimonia unici e personalizzati, disegnati e realizzati su misura per ogni cliente. Ma non solo: la filosofia di Carla Catalano arriva fino alla sostenibilità, puntando al riutilizzo di abiti già esistenti che vengono completamenti trasformati per trovare una nuova vita ed uno stile moderno. Un occhio al passato per pensare al futuro che, secondo la stilista, non può che essere green. E proprio da questo ultimo aspetto Carla ha tratto spunto per dare vita, lo scorso 1 dicembre al Gala & Fashion Dinner presso lo stupendo Le Terre - Life Source di Bergamo. Una location appositamente scelta in quanto sostenibile, non solo per i materiali con i quali è stata realizzata, ma anche per la filosofia green che la anima. Qui l’executive chef Enzo Pettè, partner d’eccezione dell’evento, ha abbracciato da subito l’dea della stilista, ritrovando nel suo concetto di moda la stessa matrice dei suoi piatti, ognuno realizzato con materie prime naturali e non lavorate, toccate con mano per generare l’ispirazione giusta per piatti ricchi di gusto e raffinatezza. Un termine chiave quest’ultimo per descrivere il Gala & Fashion Dinner, durante il quale tutti gli ospiti, accolti nella sala metropolitana del ristorante, hanno potuto gustare una deliziosa cena di cinque portate, impreziosita da un vero e proprio defilé: nel corso della serata infatti le modelle hanno sfilato tra i tavoli, indossando abiti firmati Carla Catalano, realizzati con tessuti provenienti dall’alta moda. Ispirazione gli anni 40/50, ricreati grazie alle acconciature realizzate da Guglielmo Mangili e ovviamente dai meravigliosi abiti che riproponevano una belle époque in chiave moderna, impreziositi da meravigliosi gioielli, creati per l’occasione da Domus Aurea, laboratorio orafo di Brembate e partner della serata. Una collaborazione nata anche in questo caso dal comune denominatore della sostenibilità: ogni gioiello infatti è stato realizzato dalla titolare Rosy con Alberto e Gianluca utilizzando pietre lavorate naturalmente e ori preziosi provenienti da miniere sane. Un connubio speciale che ha affascinato tutti gli ospiti, spettatori di una sfilata unica. Chicca dell’evento la possibilità di inquadrare un QR posizionato al centro del tavolo con il quale poter scaricare e conservare tutti i bozzetti degli abiti indossati dalle modelle e dei preziosi gioielli abbinati.Tra i tanti invitati, amici e clienti affezionati, presenti anche Martina Pagani, modella curvy, influencer e madrina di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura 2023 nonché Sarah Viola, famosa neuropsichiatra, specializzata in disturbi alimentari. Una presenza fortemente voluta in quanto, come ha voluto precisare la stilita “Alimentazione è sinonimo di salute non solo fisica ma anche mentale. Un aspetto oggi più che mai fondamentale. Perché piacersi è importante e la bellezza altro non è che uno stato mentale. Ecco perché quando le clienti vengono da me io cerco di interpretare il loro mood interiore, dando vita ad abiti che consentano di stare bene con se stesse”. Parole importanti che hanno fatto da eco ad una serata riuscitissima, la prima di altri appuntamenti che la stilista ha già in programma per il prossimo anno. Un anno che sarà segnato anche da altri progetti e sogni che non vi vogliamo svelare ma che senza dubbio faranno risuonare il nome Carla Catalano nel meraviglioso mondo della moda. E non solo! (V.Colleoni)


Valsabbina,

banca del territorio

A DISPETTO DELLA SEMPRE PIÙ FREQUENTE RIDUZIONE DEL NUMERO DEGLI SPORTELLI BANCARI, BANCA VALSABBINA SI CARATTERIZZA INVECE COME “BANCA DEL TERRITORIO” CON UNA FORTE PRESENZA FISICA, CONCRETO PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA PROPRIA CLIENTELA

Banca Valsabbina è ormai un solido istituto popolare indipendente noto a livello nazionale, forte di una

rete territoriale di 71 filiali: 43 in provincia di Brescia, 8 in provincia di Verona, 3 a Milano, 2 a Monza-Brianza e 15 tra Alessandria, Asti, Bergamo, Bologna, Cesena, Mantova, Modena, Padova, Parma, Pavia, Reggio Emilia, Torino, Trento, Treviso e Vicenza. La recente apertura di una dipendenza ad Alessandria è ben rappresentativa della sua strategia di crescita e consolidamento: si prevede infatti l’apertura di altre quattro nuove filiali entro il 2025, in controtendenza rispetto al trend del settore. Se diverse analisi citano, infatti, la riduzione del numero degli sportelli e la conseguente “desertificazione bancaria”, l’istituto bresciano si caratterizza invece come “banca del territorio” con una forte presenza fisica, concreto punto di riferimento per la propria clientela. Il piano di sviluppo della Banca persegue altresì con progetti innovativi, favorendo partnership strategiche e/o acquisizioni, con aziende legate soprattutto al mondo del Fintech, cogliendo così le opportunità legate al processo di innovazione digitale in corso (anche ricorrendo ad operazioni di finanza strutturata e integrata). È recente, ad esempio, il closing dell’operazione di acquisizione di quote da Arkios Italy per salire al 78% del capitale di “Integrae Sim”, intermediario milanese specializzato nella strutturazione di operazioni di Equity Capital Market sul mercato Euronext Growth Milan (“EGM”). 16


Hermes Bianchetti, nuovo Vicedirettore Generale Vicario di Banca Valsabbina

Un’altra operazione degna di nota è stata l’accordo per rilevare l’intero capitale di Prestiamoci S.p.A., piattaforma Fintech di lending a clientela privata, che opera nel settore del peer-to-peer lending. Con operazioni come queste si finalizzano importanti investimenti strategici, rafforzando la sinergia con i player leader di settore, confermando ancora una volta l’impegno di Banca Valsabbina a sostegno dell’economia reale. Sinergie commerciali ed industriali, nell’ambito di un’offerta a famiglie e PMI sempre più integrata, trasversale e completa. La caratteristica distintiva del modello di business della Banca è quindi quella di abbinare servizi tradizionali e innovazione, offrendo un servizio peculiare in cui la clientela è accolta e trattata con estrema attenzione. Solidi punti di riferimento sono assicurati dalla sua fitta rete distributiva, capace di offrire servizi personalizzati con l’intento di soddisfare nel modo migliore le esigenze finanziarie di Soci e clienti.

BERGAMO Viale Papa Giovanni XXIII, 38 Tel. 035 235178 info@bancavalsabbina.com www.bancavalsabbina.com 17


Timeless by Crivelli in anteprima da

Cornaro Gioielli Un evento speciale, mai come quest’anno così scintillante, un ritorno dopo gli ultimi anni di pausa dettati dalla situazione generale ormai alle spalle che ha stupito ed entusiasmato tutti coloro che ne hanno preso parte. Questo il Natale firmato Cornaro Gioielli, celebrato con un cocktail party che gli scorsi 2 e 3 Dicembre ha riunito nella storica gioielleria di Via Camozzi 44 amici e clienti in un’atmosfera di gioia e allegria resa ancora più magica dalle luccicanti decorazioni e dal meraviglioso albero allestito per l’occasione. Un appuntamento per rincontrarsi, scambiando quattro chiacchiere avvolti dal tepore dal Natale e per ammirare “Timeless”, la nuova collezione firmata Crivelli, vera celebrazione del diamante. Una creazione nata da una meticolosa ricerca di pietre sapientemente lavorate con il taglio marquise, certificato a livello internazionale, celebrato per la sua unicità e per la capacità di rendere ancora più unico e senza tempo un diamante e tutti i gioielli che da esso ne hanno origine. Come il fantastico collier presentato durante l’evento, vero tripudio di preziosità ed eleganza, presentato in abbinato a orecchini, bracciale ed anello per un’anteprima assoluta che ha affascinato tutti i presenti, incantati da questa scintillante “cascata” di diamanti. Non da meno l’attenzione per le anteprime di alta gioielleria ammirate dai tantissimi ospiti che, per tutte e due le giornate, si sono susseguiti senza sosta. Una partecipazione molto apprezzata dalla famiglia Cornaro che, in vista del prossimo anno in cui soffierà le candeline sulla torta dei primi 60 anni di attività, ha tutto l’entusiasmo per celebrare con amici e clienti questo importante traguardo. Sentimento la parola chiave di questa lunga carriera, contraddistinta da una grandissima passione per il meraviglioso mondo della gioielleria, passione come motore costante per continuare a credere fermamente in un futuro fatto di traguardi, entusiasmo e aspettative. Tre parole che nel loro insieme rappresentano il migliore degli auguri che i membri della famiglia Cornaro vogliono porre a tutti quanti per il prossimo Natale e per il nuovo anno che verrà, senza dimenticare di credere fermamente nella forza dei propri sogni. E in questo Cornaro Gioielli non può che essere l’esempio migliore. (V.Colleoni) 18


ph. Sergio Nessi

1964 Bergamo - Via Camozzi, 44 - Tel. 035 249 333 cornarogioielli.com - info@cornarogioielli.com


L’UOMO DELL’ANNO 2023 DIFFICILMENTE, SE SI TRATTA DI FARE CARRIERA, GLI UOMINI CEDONO IL PASSO AD UNA DONNA. IN POLITICA MEN CHE MENO. BERGAMO MAGAZINE DAL 1992 SERGIO GANDI HA RITIRATO LA SUA CANDIDATURA A SINDACO IN FAVORE DI ELENA CARNEVALI

BRESCIA MAGAZINE DAL 2004

Sergio Gandi Uomo dell’anno qui Bergamo 2023

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Non abbiamo mai assegnato questo titolo. È la prima volta in assoluto che ci sentiamo di mettere in risalto, in questo modo, il gesto di Sergio Gandi che ha rinunciato alla corsa per diventare il candidato sindaco del dopo Gori, di cui è stato braccio destro per dieci anni. Era lui il predestinato alla successione, fino alla ri-comparsa all’orizzonte di Elena Carnevali, politicamante disoccupata dopo la non rielezione in Parlamento alle ultime politiche. Il PD, partito a cui appartengono entrambi, si interroga su chi sia il più “con-vincente” e decide di indire le primarie al suo interno per scegliere chi tra i due avrebbe avuto la nomination. Ma, con una mossa a sorpresa, Sergio Gandi, alla vigilia della consultazione, si è ritirato lasciando via libera alla Carnevali. Perchè? Ce lo siamo chiesto in molti. Intervistato in proposito l’interessato ci confida la sua impossibilità a ricoprire a tempo pieno la carica di primo cittadino, come fatto da Giorgio Gori e come invece potrebbe fare la Carnevali, dovendo occuparsi anche della propria professione di avvocato, socio in un affermato studio, oltre che della propria famiglia. Spiegazione non sufficiente in quanto, fino a due anni fa, tutti erano convinti di un passaggio di testimone tra lui e Gori. Anche lui. Ebbene, nella sua scelta noi abbiamo letto un bel gesto in favore di una collega donna, giunto prima che il suo partito potesse scegliere, magari diversamente, magari arrivando anche ad una spaccatura interna. Non lo sapremo mai. Rimane comunque il fatto che un uomo, reputato il miglior candidato in campo, si sia tirato indietro in favore di una donna. (V.E.F.)


Dal 1973, tre generazioni e una passione: progettazione, vendita e affitto di immobili a Bergamo e provincia

Giovedì 14 dicembre 2023 dalle ore 17:30

Brindiamo insieme ai primi 50 anni di Alma Residence Immobiliare www.almaresidence.it via A. Locatelli, 23 24121 • Bergamo

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opinion leader SE VOLETE CONOSCERE IL FUTURO LEGGETE QUELLO CHE

HANNO DETTO Chiara Moretti

Gregorio De Felice, direzione Studi e Ricerche di Intesa San Paolo. “Per quanto riguarda la riforma della Fiscal Governance, sulle regole fiscali del Patto di Stabilità e Crescita in Europa, sembrano ci siano degli accordi tra Francia e Germania, mentre l’Italia è in una posizione di cautela. Io credo che sia importante che tutti facciano un passo in avanti per arrivare ad un accordo. Abbiamo avuto quattro anni di sospensione del Patto di Stabilità e Crescita, dovuti alla pandemia. L’Europa, come previsto, ha utilizzato molto opportunamente la cosiddetta General Escape Close. Pandemia e poi crisi energetica, ma non si va oltre: a dicembre questa sospensione scade. Pensate ai commenti internazionali degli investitori americani e asiatici: diranno che l’Europa ha avuto quattro anni di tempo per discuterne e non è stata in grado di arrivare ad un accordo. Non è solo una questione di reputazione: visto l’elevato debito pubblico del nostro Paese, dobbiamo occuparci di un percorso di rientro. Meglio farlo sulla base di un sentiero come quello proposto della Commissione, fatto suo dalla Presidenza Spagnola, un sentiero quindi concordato tra il Governo italiano ed il Consiglio Europeo per il tramite della Commissione, piuttosto che correre il rischio di avere pressioni da parte degli investitori che comportano il consueto allargamento dello spread, l’incremento del costo del debito e così via, come il passato ci insegna”.

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Renato Mazzoncini, amministratore delegato e direttore generale A2A. “La crisi per cui siamo rimasti senza gas russo ha portato l’Italia a massimizzare la produzione a carbone e a petrolio perché erano le due fonti energetiche disponibili a basso costo che, a fronte di un’emissione di CO2 spaventosa, erano in grado di garantire un briciolo di sicurezza al sistema. Oggi vedo una situazione sostanzialmente stabile in cui il prezzo dell’energia, che ci immaginavamo abbastanza costante per i prossimi due anni e poi in discesa guidato dalle rinnovabili, ha avuto un’impennata per il nuovo fronte di crisi in Israele (per un paio di giorni il gas è cresciuto dell’11% al giorno) che non ha però generato un effetto di shock sul mercato. Considerando che oggi abbiamo i rigassificatori della LNG (liquefied natural gas)che sono arrivati al 25% dell’approvvigionamento, dato insolito per il nostro Paese che storicamente con la LNG ci faceva poco o niente, e considerato che gli stoccaggi sono pienissimi, per quest’inverno non credo che i prezzi che possano schizzare alle stelle, se non immaginando che non arrivi più gas dall’Algeria. Vero è che dall’Algeria arrivano cinque tubi molto profondi che sarebbe estremamente difficile andare a sabotare come è successo nel Mare del Nord, dove le profondità erano molto diverse. Vedo una situazione stabile, il che non è una buonissima notizia visto che i prezzi sono il doppio di quelli prima della crisi: ai livelli a cui eravamo nel 2020 non credo ritorneremo, perché erano livelli guidati dal prezzo bassissimo del gas russo che era anche al di sotto delle rinnovabili e con una valore della CO2 che era più basso di quello di oggi”.

Marco Mazzucchelli, presidente Seconfind Sim “Negli anni ’70 ci sono stati due shock energetici importanti: la guerra del Kippur nel 1973 e la rivoluzione israeliana; similmente, nel nostro decennio abbiamo avuto la pandemia ed una crisi energetica. In queste circostanze si attiva uno stimolo fiscale che riesce a rimetter in moto la domanda del mercato. Il principale rischio, che è quello che avvenne negli anni ’70, è il disancoraggio delle aspettative di inflazione: se l’inflazione resta alta e molto volatile per oltre 12 mesi, si alimenta un circolo vizioso per cui tutti gli operatori incorporano nelle loro aspettative l’incertezza. Le banche centrali all’epoca sbagliarono perché intervennero molto tardi e quindi poi fu richiesta un’azione poderosa. Anche oggi, però, le banche hanno fatto lo stesso errore: per due anni ci hanno raccontato che l’inflazione era temporanea, ma nel frattempo il potere di acquisto reale è calato del 23%. Si è agito tardivamente ed in modo goffo, incompleto, alzando il prezzo del denaro ma non riducendone la quantità. Questa quantità di moneta, inevitabilmente, determina un disancoraggio delle aspettative: vivremo con tassi d’interesse più alti, più a lungo di quanto ci aspettiamo. Le banche non hanno compreso che siamo in uno scenario geopolitico che è stato stravolto da degli shock che hanno cambiato il mondo, mentre lo ha capito l’impresa italiana, che si è adattata molto velocemente a questi cambiamenti”.


Carlo Mazzoleni, presidente Camera di Commercio Bergamo. “L’industria manifatturiera del territorio della cosiddetta “autostrada del PIL” è uscita dai recenti shock geopolitici in maniera rafforzata, soprattutto per quanto riguarda Bergamo e Brescia. Le imprese hanno dimostrato capacità di resilienza, rispondendo con politiche non esclusivamente difensive ma anche proattive, mettendo in campo una grandissima mole di investimenti rivolti all’innovazione e alle politiche di transizione verde e digitale. Mi piace ricordare che Bergamo è l’ottava provincia in Italia con investimenti legati alla “doppia transizione”. La reazione delle nostre industrie si deve anche ad incentivi come quelli dell’industria 4.0 che sono stati una spinta formidabile e risolutiva per portare l’impresa manifatturiera italiana ai livelli di vertice nel panorama internazionale. Da questo punto di vista è stato sollecitato il governo ad un provvedimento che rinnovi questi incentivi, specie in una fase dove si deve metter in previsione una permanenza dei tassi di interesse ad un livello molto elevato per un discreto periodo di tempo. Se ci si può permettere una critica nei confronti di un personaggio come Mario Draghi è che forse con lui abbiamo ceduto troppo facilmente ad una politica di tassi sotto zero che sono stati una droga assoluta e forse non necessaria per il sistema delle imprese. Adesso siamo in una logica di pendolo per cui siamo passati dall’avere denaro a disposizione di tutto e tutti ad un modello diverso, con un a transizione traumatica, avvenuta in un periodo di tempo brevissimo, senza possibilità per le imprese di metabolizzare e attrezzarsi. Gli investimenti ne hanno risentito immediatamente ed ecco perché sarebbe opportuno ragionare su una nuova industria 4.0”.

Gianluigi Venturini, direttore Lombardia Nord Intesa San Paolo “Durante la pandemia le aziende hanno fatto scorta di liquidità, favorite dal fatto che c’è stato un allentamento del quadro di protezione, a differenza della precedente doppia crisi del 2008-2009 e del 2011-2012, dove ci fu un restringimento monetario da cui ci siamo risollevati a partire dal 2015-2016. Si è mantenuta una circolazione della liquidità anche quando tutto era fermo e non si sapeva né come né quando le cose si sarebbe risolte. Le imprese si sono trovate così molto più forti di quanto non fossero in precedenze e molte stanno ancora consumando quella liquidità accumulata. Vedo che le aziende, soprattutto in questo territorio, sono pienamente inserite nella fase di transizione, la stanno interpretando e le stanno dando un’esecuzione perché inserite in catene del valore che già da qualche tempo richiedono loro di essere compliant con il mondo dei clienti e dei fornitori. Chi continua a fare investimenti è chi riesce anche ad ottenere quell’effetto di traslazione dei propri maggiori costi su listini che sopportano questi aumenti di costo: è un fatto confortante perché siamo proiettati verso un cammino dove le imprese del territorio conserveranno le loro quote di mercato anche nello scenario della post globalizzazione estrema”.

Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica “L’Italia fino a tre anni fa comprava il gas a prezzi fissi, eravamo fermi al 1987, non ci importava del nucleare, della questione della transizione energetica non si parlava e “sostenibilità” era una parola che stava solo sullo Zanichelli. Era una situazione di discreta tranquillità per tutti, per il sistema domestico e per quello produttivo. Di colpo è arrivata però l’evoluzione: prima il Covid, poi la guerra in Ucraina, la consapevolezza del climate change ed infine il conflitto in Palestina. Si è dovuto intervenire in materia di energia: in un primo momento, cambiando fornitore principale e quindi passando dal gas russo al gas algerino. Siamo un paese in cui i 2/3 dell’energia elettrica provengono da fonti fossili: carbone, petrolio e gas. Due mesi fa ho passato una giornata con i tecnici del ministero chiedendomi: “do l’ordine di spegnere le centrali a carbone o no?” Eravamo arrivati ad un equilibrio, con un prezzo del gas di 30€/MWh ma alla fine ho spento solo quella di Monfalcone ad oli pesanti. A quel punto ho dato però l’atto di indirizzo di ridurre al minimo i motori delle restanti, dicendo: “non si sa mai, nessuno è in grado di leggere il domani”. Infatti, poi è arrivato il 07 ottobre e siamo passati ad un costo del gas pari a 50€/ MWh. L’obiettivo che ci siamo dati per il 2030 è quello delle rinnovabili: abbiamo un po’ di sole e di vento a gratis ma anche un paese molto difficile, dove definire a livello regionale, provinciale e comunali le aree idonee per la produzione di questa energia è complesso perché, legittimamente, ci sono resistenze legate alla preservazione del patrimonio paesaggistico, storico e culturale. Ma come si può mandare avanti il Paese dicendo che l’eolico rovina lo skyline? Sulla questione idrogeno, invece, stiamo procedendo con Germania e Austria sul tema dell’approvvigionamento congiunto, tema che riguarda però tutto il Sud del Mediterraneo, soprattutto Algeria, Tunisia, Egitto e Libia. Sullo sfondo rimane il nucleare: la crescente necessità di energia porta inevitabilmente a questo”.


Alessandra Selmi, scrittrice ed autrice di Al di qua del fiume (Nord), vincitore del Premio Letteratura d’Impresa “L’idea di un romanzo corale è nata con l’idea di mettersi a scrivere qualcosa: Al di qua del fiume certamente parla di una grande famiglia italiana, quella dei Crespi, che ha fatto la storia del nostro paese e a cui dobbiamo molto. Non serve però che la Selmi scriva un libro per dirvi quanto Cristoforo Crespi fosse visionario, un imprenditore utopico, quanto l’idea di un villaggio industriale fosse rivoluzionaria: basta fare una visita a Crespi d’Adda e ve lo raccontano i vostri occhi. Una delle prime cose che ho detto al mio editore, quindi, è stata che, pur capendo che quello fosse il trend del mercato dopo il boom de I leoni di Sicilia, non volevo fare un’apologia della famiglia Crespi. Volevo raccontare il villaggio: i protagonisti di questo romanzo non sono i Crespi, ma le famiglie che in questo villaggio vivevano e di cui i Crespi non sono che una parte. Crespi d’Adda lo dobbiamo anche e soprattutto agli operai, non solo a Cristoforo e Silvio Crespi e ai loro discendenti: Cristoforo ha rischiato tutto quando lo ha ideato perché aveva un sogno e un’idea di bellezza rivoluzionaria, ma chi realmente lo ha costruito sono stati gli operai che prima sono stati spesso coinvolti in incidenti sul lavoro e poi sono stati colpiti dalla pneumonia del cotone lavorando in fabbrica. Io volevo raccontare le loro vite e divertirmi: ecco quindi che se c’è una parte “alta” del romanzo, incarnata dai Crespi la cui storia è vera, c’è anche una parte “bassa” inventata, quella che racconta le storie delle famiglie operaie. Quando un personaggio reale incontra uno inventato, naturalmente succede quello che ci insegna Manzoni: quello che nel libro accade non è mai accaduto, è mera fantasia. Tenere insieme tutto stato molto complicato: è un romanzo che ha richiesto la costruzione di una trama e di una struttura molto solide… ventidue mesi di lavoro: mi dicono sia il tempo di incubazione di un elefante!”. Giovanna Ricuperati, presidente Confindustria Bergamo “Abbiamo assaporato il piacere del lavorare insieme con Brescia in questi mesi e devo dire che il percorso ha dato valori importanti nel confronto. Sfatiamo il mito stereotipato del carattere bergamasco e bresciano che apre ogni discussione su questo tema: analizziamo i rispettivi approcci come elementi che possono trainare un cambiamento. Stiamo parlando della strategia politico industriale dei nostri territori con la voglia ognuno di fare la propria parte e di coprire potenzialmente delle debolezze laddove un sistema ideale vedrebbe una politica che fa il proprio mestiere a tutti i livelli. L’Europa dovrebbe stabilire una politica industriale europea, l’Italia quella del paese, poi attuata dalle regioni in maniera personalizzata in modo che, alla fine, territori la mettano in pratica: se tutto questo funzionasse, non dovremmo porci domande, noi industriali non dovremmo dirci “uniamoci per designare una politica strategica dei nostri territori” perché l’avremmo già. L’industriale deve essere un protagonista del territorio, fare ecosistema ed essere un punto della rete ma deve soprattutto fare industria e farla bene, dialogando con l’università, costruendo risorse, creando valore aggiunto e reinvestendolo. Invece abbiamo questo bisogno di trovare, di darci uno spazio perché lo spazio non lo vediamo coperto nel modo giusto da chi dovrebbe. Nel ruolo che occupo di rappresentanza di questo territorio, sento di dover dire: “Caspita, dobbiamo designare una strategia politica-industriale. Non abbiamo un quadro, stabiliamolo noi ed allarghiamo il più possibile il terreno”.

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ph. Sergio Nessi

Due giornate all’insegna del lusso, dall’allure sofisticato e femminile. Dada Arrigoni ha presentato alla sua città il nuovo flagship store, sul Sentierone, al civico 51. Uno spazio su tre piani progettato dall’architetto Piera Zecchinato che abbraccia il Centro Piacentiniano e che dà lustro ai portici del “salotto” di Bergamo. Due giornate di brindisi e festa, il 9 e 10 novembre, con la presentazione delle collezioni della designer bergamasca, conosciute e distribuite a livello internazionale. In scena i gioielli più preziosi, dalla linea Elika ad Ivy, passando per la sensuale Malafemmina e la contemporaneità di Glamour fino ad Happy Frog, con la rana simbolo della storia della maison Dada Arrigoni.

Tantissimi ospiti per un luogo unico, che esprime nel design essenziale di Lago, concretezza e pulizia delle forme: qui i gioielli di Dada Arrigoni si raccontano, si mixano, con bellezza intensa. Un progetto che la designer ha voluto fortemente, dedicandolo alla sua città: una celebrazione del made in Italy, di un progetto contemporaneo e ricco di fascino. Che sa meravigliare, dedicato a donne tenaci che voglio amarsi. Basta soffermarsi davanti alle vetrine per capirlo. Ed è pura bellezza.

Sentierone 51 Bergamo


NUOVO CONCEPT STORE LODAUTO

“WELCOME TO THE FUTURE”

A Bergamo è nata una concessionaria avveniristica tra le più grandi in Italia: il nuovo Concept Store Mercedes-Benz di Lodauto, aperto in via Correnti 21 a Bergamo, che guarda al futuro con un’elegante struttura dotata dei migliori servizi dedicati alla clientela. Una nuova casa che si sviluppa su una superficie di oltre quindici mila metri quadri e comprende più di cinque mila metri coperti dedicati all’attività Sales e After Sales ed interpreta al meglio il cambiamento nel mondo della mobilità. Il nuovo format «MAR20X», voluto fortemente da Mercedes-Benz per meglio valorizzare il brand, è capace di anticipare i bisogni individuali rispondendo ad ogni esigenza e creando un ambiente in grado di assicurare emozioni continue. La ridefinizione degli spazi secondo nuovi criteri architettonici e l’utilizzo di supporti multimediali si fondono in un unico elemento in grado di garantire un’esperienza digitale e fisica innovativa e coinvolgente, sia nell’area vendita sia in quella dell’assistenza: il risultato è una nuova «brand experience» con processi innovativi e un nuovo approccio del team Lodauto, che supporta al meglio la consulenza al cliente. Lo showroom vede protagonisti tutti i nuovi modelli della gamma Mercedes con un focus particolare al mondo ibrido ed elettrico; accanto trova spazio l’esposizione di vetture usate Mercedes “Certified” con garanzia fino a 24 mesi ed oltre duecento vetture usate Multimarca, perfettamente collegati alla vendita tremila metri sono adibiti al Service e Magazzino. Quale regalo migliore, dunque, per i 50 anni di Lodauto festeggiati lo scorso anno con una lunga storia di successi nel settore automotive? Dopo il taglio del nastro avvenuto il 09 novembre scorso in presenza delle più importanti autorità cittadine, le famiglie Lodovici e Bellina/Bertulessi hanno accolto amici, affezionati e clienti alla serata inaugurale il 24 novembre in cui non è mancata la presenza del Presidente di Mercedes-Benz Italia, Marc Langenbrinck, che ha voluto brindare a questa importane inaugurazione. L’evento è continuato l’intero weekend del 25 e 26 novembre in cui sono stati organizzati intrattenimenti a tema “welcome to the future!”.



CARO ENERGIA? Come puoi risparmiare grazie allo Sportello Energia e Gas di Confartigianato Imprese Bergamo, anche per le utenze domestiche

1. Abbassare i costi delle bollette energia e gas

Le imprese che hanno aderito a CEnPI - Confartigianato Energia Per le Imprese (il grosso gruppo di acquisto nazionale di Confartigianato) pagano meno energia e gas; tu sei nel restante 30%, ma puoi aderire ora: il servizio è gratuito!

2. Recuperare i crediti d’imposta energia e gas o altre agevolazioni spettanti

A tutti i nostri clienti CEnPI abbiamo garantito il servizio di calcolo dei crediti d’imposta su energia e gas spettanti, per un rimborso totale medio per impresa di oltre 5.000 € (pari alla media di 788,00 € di credito per utenza a trimestre). Per poter usufruire delle varie agevolazioni nel settore energetico, ti basta aderire al nostro servizio CEnPI.

3. Risparmiare tempo

Per diventare cliente CEnPI ti basta inviarci le tue bollette (energia e gas): vedrai che in futuro saranno più leggere.

4. Delegare la gestione dei contratti

Quando sei cliente CEnPI non ti devi più preoccupare dell’aumento dei costi: li terremo monitorati noi e ti sposteremo sul fornitore con le tariffe migliori.

5. Avere un unico interlocutore di fiducia

Ti gestiamo le utenze dell’AZIENDA, ma anche quelle di CASA (tua, dei tuoi familiari e dei tuoi dipendenti). Così hai un solo fornitore a cui rivolgerti per ogni necessità, che ti segue in tutto.

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È aberrante mercificare la formazione dei nostri giovani PAROLE FORTI QUELLE DI SERGIO CAVALIERI RETTORE DELL’UNIVERSITÀ DI BERGAMO CONTRO ATENEI VIRTUALI E CERTE OFFERTE SPECIALI SULLE RETTE DI SEGUITO ALCUNI PASSAGGI DEL SUO DISCORSO IN OCCASIONE DELL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO ACCADEMICO DI UNIBG

“Uno dei numerosi studi recenti sul tema riferisce che gli Atenei telematici

risultino più ‘sostenibili’ rispetto ai cosiddetti ‘atenei tradizionali’, in quanto non comportano costi aggiuntivi quali ad esempio i costi di abbonamento ai mezzi di trasporto, di vitto e di alloggio sostenuti dagli studenti fuorisede, oltre alla presunta capacità di svolgere un ruolo di ascensore sociale. Allora, mi chiedo e vi chiedo: come può essere “sostenibile” un’università a luci spente, un non-luogo, senza quel dialogo tra docente e discente, quello scambio comunicativo alla base di un pensare al plurale? Come può dichiararsi ‘sostenibile’ una piattaforma culturale, sociale e di crescita umana dei nostri giovani, che operi in una sorta di ‘metaverso universitario’? Stiamo attenti a non cadere nella tentazione di trovare rimedio alla cronica carenza di laureati - che ci colloca nelle ultime posizioni tra i Paesi europei formando, per dirla con Montaigne, delle ‘teste ben piene ma non ben fatte’, delle ‘teste piene ma non pensanti’. La scuola, sosteneva Piero Calamandrei in un celebre discorso, ‘è un organo costituzionale’. Ha la sua posizione, la sua importanza al centro di quel complesso di organi che formano la Costituzione’. E continuava dicendo: ‘Ora, quando vi viene in mente di domandarvi quali sono gli organi costituzionali, a tutti voi verrà naturale la risposta: sono le Camere, la Camera dei deputati, il Senato, il presidente della Repubblica, la Magistratura: ma non vi verrà in mente di considerare fra questi organi anche la scuola, la quale invece è un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo. Se si dovesse fare un paragone tra l’organismo costituzionale e l’organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione di creare il sangue’. Scuola e università non possono essere assoggettate a logiche di mercato che assimilano le nostre studentesse e i nostri studenti a prodotti da banco, trattando le loro famiglie come consumatori a cui proporre scontistiche allettanti e offerte da “Black Friday” per dimezzare il costo delle rette di iscrizione, come ho avuto modo di constatare recentemente, con profonda amarezza. È, consentitemi, aberrante mercificare la formazione dei nostri giovani: il bene più prezioso per il futuro di un Paese e a cui andrebbero destinati gli investimenti più rilevanti. Ad oggi, l’offerta formativa del nostro Ateneo evolve grazie alla stretta relazione e interazione con il mondo economico, sociale e culturale del territorio.

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Ne sono la prova i nuovi corsi di laurea e laurea magistrale attivati in questo anno accademico, sintesi di un lungo percorso progettuale che ha coinvolto, in alcuni casi, più Dipartimenti e, per il corso di Laurea Magistrale in Philosophical Knowledge: Foundations, Methods, Applications, altre due prestigiose realtà universitarie: l’Università di Pavia e la Scuola Universitaria Superiore IUSS sempre di Pavia. Ben quattro dei sei nuovi corsi di laurea magistrale sono erogati in lingua inglese portando a tredici il numero complessivo dei corsi di laurea internazionali. A dimostrazione della loro attrattività, il 26% di studentesse e studenti frequentanti questi percorsi formativi proviene dall’estero. Allo stesso modo, la formazione di terzo livello afferente ai dottorati di ricerca assume un ruolo sempre più rilevante per il nostro Ateneo come bacino di giovani talenti. La ricerca è il nostro futuro, non solo come Università, ma come Paese in grado di competere con il resto del mondo. Per questo, occorre dare sempre più dignità e valore a quello che, per passione, amore, entusiasmo, dedizione, si trasforma in una scelta di vita”.


“Possiamo immaginare un futuro dove l’automazione e l’intelligenza artificiale sostituiranno le persone in diversi settori, ma sarà assai difficile che una macchina prenda il posto di una ricercatrice o di un ricercatore.”

SERGIO CAVALIERI RETTORE DELL’UNIVERSITÀ DI BERGAMO


LECTIO MAGISTRALIS DI MICHEL LUSSAULT GEOGRAFO E ACCADEMICO FRANCESE, PROFESSORE ORDINARIO DI GEOGRAFIA PRESSO L’ECOLE NORMALE SUPERIEURE DE LYON, IN OCCASIONE DELL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO ACCADEMICO

da Homo sapiens a Homo urbanus BERGAMO: UNA FINESTRA APERTA SUL SISTEMA-MONDO ANTROPOCENE IL MIO LAVORO DI RICERCATORE È DEDICATO A DIMOSTRARE LA SEGUENTE IPOTESI: TUTTI GLI SPAZI E TUTTE LE SOCIETÀ CONTEMPORANEE SONO ORMAI INTERESSATI E CONFIGURATI DALL'URBANIZZAZIONE GENERALIZZATA DELLA TERRA. Il filosofo Henri Lefebvre fu uno dei primi a capirlo, negli anni '60. Egli allora constata i cambiamenti delle società rurali e agricole e produce un gran numero di articoli e di interventi che saranno raccolti in una serie di libri memorabili che si collegano, si rispondono, si completano a vicenda: Il diritto alla città, Dal rurale all'urbano, La rivoluzione urbana. Tutti derivano da un postulato: “L’urbano manifesta oggi la sua enormità, sconcertante per la riflessione, l’azione e perfino l’immaginazione. Significato e fine dell'industrializzazione, la società urbana si forma ricercando sé stessa e costringe a riconsiderare la filosofia, l'arte e la scienza, che non possono evitare il confronto con questo nuovo oggetto. Ciò ci obbliga a concepire una strategia della conoscenza inseparabile dalla strategia politica.” Lefebvre comprende che l’umanità è appena entrata in una fase in cui una nuova realtà, ancora embrionale, poco a poco si diffonde gradualmente alla scala globale: “Partiremo da un’ipotesi, l’urbanizzazione completa della società. Chiameremo “società urbana” la società che risulta dall’urbanizzazione completa, oggi virtuale, domani reale. (…) Allo stesso modo, designeremo successivamente, utilizzando le parole “rivoluzione urbana”, l’insieme di trasformazioni che attraversa la società contemporanea per passare dal periodo in cui prevalgono le questioni di crescita e di industrializzazione (modello, pianificazione, programmazione) al periodo in cui la problematica urbana prevarrà in maniera decisiva, in cui la ricerca delle soluzioni e delle modalità proprie della società urbana passerà in primo piano.» 50 anni dopo la scrittura di queste righe, siamo noi esseri umani ad essere diventati molto più degli urbani che dei “terrestri”: siamo diventati degli homo urbanus. L’urbanizzazione risulta essere allo stesso tempo mondializzata e mondializzante, si manifesta ovunque e costruisce il Mondo come spazio sociale di scala terrestre. Come processo globale, l’urbanizzazione non fa che prolungare la crescita delle città industriali del XIX e dell’inizio del XX secolo. Essa cambia letteralmente la Terra e le modalità della sua umanizzazione. Questa rivoluzione urbana comincia dopo il 1950, con un’accelerazione a partire del 1980 e, senza dubbio, un’altra dopo il 2010. Essa è ancora in corso. L’urbanizzazione mondializzata e mondializzante non è più pensabile esclusivamente a partire dal solo dato statistico (sebbene il superamento della soglia della metà della popolazione della Terra considerata come urbana, all’inizio del XXI secolo, rappresenta una tappa significativa di questo processo), né si basa solo sulla semplice espansione topografica e materiale delle città: è necessaria una critica agli approcci strettamente demografici e “partizionali” – che affrontano le cose dal punto di vista delle relazioni città-campagna. Poiché l’urbanizzazione consiste essenzialmente nella sostituzione dei modi di organizzazione delle società e delle forme di vita, che furono un tempo dominanti, attraverso nuovi modi e forme di vita: quelli dell’urbano globalizzato, all’interno del quale l’economia è nuova, le strutture sociali e culturali attraversano profondi cambiamenti, le temporalità, gli spazi e le spazialità vengono sconvolti, si crea un ambiente biofisico specifico. n poche generazioni, l’Homo sapiens è infatti diventato un Homo urbanus. Il terrestre di oggi, ovunque viva, abita il Pianeta in contesto urbano. Il Mondo è un sistema di interdipendenza: tutto è in relazione. La pandemia di Covid 19 ci ha messo a confronto con un’emergenza sistemica che dimostra la forza di questa relazionalità e delle sue interdipendenze. L’urbanizzazione generalizzata stabilisce delle geografie che offuscano i riferimenti della geopolitica e degli immaginari spaziali che hanno a lungo dominato le analisi e posto un principio fondamentale: quello dell’adeguatezza necessaria, indispensabile, virtuosa e identificativa, tra un gruppo sociale di qualunque dimensione esso sia, le sue 20 36


attività e il suo territorio di prossimità. Lo possiamo constatare facilmente a Bergamo: il territorio di Bergamo, la Città de Bergamo, sono stati intensamente urbanizzati, cioè integrati nel processo di rivoluzione urbana. Il risultato di questo processo, che non si è concluso, è uno stravolgimento totale degli spazi di vita, anche quando pensiamo che non siano cambiati: per esempio, Città Alta, Astino... somigliano apparentemente a ciò che erano qualche generazione fa ma in realtà tutto è cambiato. Per esempio, la valorizzazione turistica del patrimonio della Città. Sullo sfondo della città visitata da turisti provenienti da tutto il mondo e delle sue mura classificate come patrimonio mondiale dell'umanità, si intravede ancora il fantasma di quella che era una volta Bergamo Alta. Bergamo è diventata un sistema urbano complesso, connesso al Sistema urbano mondiale: Bergamo è così sempre “travolta”, “superata” dalle logiche e dai movimenti dell’urbanizzazione planetaria. Ci sono luoghi di Bergamo nei quali tutto ciò si può osservare molto chiaramente, sono quelli che io chiamo degli “iperluoghi” urbani. L’Aeroporto di Orio al Serio, Oriocenter, Kilometro Rosso, Città Alta, il progetto Porta Sud Qui ciò che valorizzato è la connettività, il rapporto con l’altrove, indispensabili a sostenere il loro funzionamento. Più in generale, l’insieme del Sistema Bergamo può essere pensato come un composto complesso di linee, poli e aree. Delle linee di vita e di azione degli attori umani (individui, istituzioni, aziende, associazioni, gruppi) e non umani (perché il sistema è attraversato da non-umani viventi e non viventi). Dei poli, cioè dei luoghi nei quali queste linee si incrociano e si tessono (questa Aula Magna ne è un esempio; anche un’abitazione, anche l'aeroporto). Delle aree, cioè delle superfici abitate che sono attraversate dalle linee e trasformate da ciò che vi si deposita. Tutto ciò è in costante interdipendenza, come lo è lo stesso mondo urbano. Bergamo è stata totalmente riconfigurata dall'urbanizzazione, la sua popolazione è profondamente evoluta (così come le sue forme di vita) e questo processo è continuo. Questo nuovo “Design” non ha omogeneizzato Bergamo, ma ha piuttosto accentuato le differenze interne tra i tipi di linee, di poli e di aree. Da un lato l’urbanizzazione standardizza a scala mondiale, dall’altro essa differenzia alla scala locale.

Il rischio maggiore: la frammentazione, la dissociazione, la conflittualità. Inoltre, Bergamo, come molte altre organizzazioni urbane, è sempre più esposta agli impatti antropici sull’ambiente: ondate di caldo, siccità, minacce alla biodiversità, sconvolgimenti della variabilità meteorologica, inquinamento... Il mondo urbano è entrato oggi nell’Antropocene: sappiamo che le attività umane sono forze geologiche. Possiamo costatare che rapidamente l’abitabilità viene messa sotto pressione. Come possiamo creare una comunità di vita e di pensiero a partire da un sistema frammentato e da un’abitabilità minacciata? La tentazione di alcuni è di trovare una risposta attraverso la nostalgia delle culture passate e la volontà di ritrovare il territorio nella sua presunta integrità del passato con i suoi limiti. Altra possibilità: affrontare collettivamente le sfide sociali, economiche, politiche, ambientali e decidere di tracciare dei possibili futuri attraverso la creatività, in termini di nuovi modi di vivere. Si tratta cioè di nuovi modi di produrre, consumare, accedere ai servizi, progettare servizi, studiare, formarsi, fare ricerca, muoversi, usare il digitale, curarsi, etc… E quindi dei nuovi modi di organizzare i nostri spazi e i nostri tempi di vita condivisa, nuovi modi di concepire le nostre relazioni con il non umano. Questo è ciò che io chiamo il riorientamento Antropocene. Questo può essere fatto solo attraverso il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse di Bergamo (istituzioni, attori privati, associazioni, abitanti). Che ruolo deve svolgere l’Università in questo processo? L'università deve essere l'orchestratrice delle sperimentazioni in materia di riorientamento. È lei che deve farsi carico di questo. Perchè? 1. Perché è aperta a tutte e tutti: è un'istituzione fondata sui saperi e sulla loro trasmissione e i saperi sono un bene comune a tutti gli abitanti. L'università non è partigiana, difende solo una causa: la causa comune degli esseri umani nella società. È una casa di tutti di cui abbiamo bisogno oggi più che mai. Università = universitas 2. Poiché essa è fondata sulla creatività intellettuale e scientifica, essa può quindi uscire dagli schemi di routine, l'innovazione è il suo principio motore. Anche rispetto agli studi legati al patrimonio storico-culturale, essa può costantemente ripensarli e spiegarli in maniera diversa, grazie all'attività di ricerca. 3. Dal momento che padroneggia i principi e le procedure della sperimentazione, essa può dunque “attrezzare” i processi di riflessione collettiva. L'Università può dunque diventare un laboratorio permanente al servizio della società bergamasca, forte della sua capacità di analizzare e comprendere adeguatamente le mutazioni del Mondo urbano-antropocene e quelle del "sistema Bergamo" e della sua capacità di lanciare delle "procedure di indagine cooperativa" in situ, anche all’interno di situazioni urbane che pongono problemi. L'università è aperta nel senso che accoglie, ma anche nel senso che non esita a uscire dalle proprie mura. Esattamente ciò che fanno i docenti di Geourbanistica e dell’Imago Mundi Lab. L’Università di Bergamo, ne sono certo, può diventare uno dei centri di riferimento per la riflessione e la sperimentazione collettiva sul divenire degli spazi di vita nell’era dell’Antropocene.


Primo anno THE LONGEVITY SUITE THE LONGEVITY SUITE DI BERGAMO HA FESTEGGIATO, CON UN ELEGANTE EVENTO, IL PRIMO ANNIVERSARIO DALL’APERTURA AVVENUTA LO SCORSO NOVEMBRE La festa ha celebrato il successo nella scelta della sede e i suoi solidi valori: la personalizzazione e l’innovazione dei trattamenti proposti. Per l’occasione erano presenti i clienti più fedeli ma anche molti interessati a scoprire la filosofia del brand, per avvicinarsi all’essenza dei trattamenti tailor-made. I tre pilastri del Metodo in questi primi 365 giorni di attività, hanno contribuito all’ascesa di The Longevity Suite anche nel nostro territorio: L’esposizione al freddo, il detox e la consapevolezza di sé e del proprio corpo, per combattere il cosiddetto inflammaging, l’invecchiamento del fisico dato dall’infiammazione dei tessuti. Con questi obiettivi, The Longevity Suite si propone di diventare un network sempre più ampio di centri, ricoprendo la posizione di leader nel mercato dell’antiage a livello europeo.

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FONDAZIONE VERONESI BERGAMO Una charity per la ricerca

La Delegazione bergamasca di Fondazione Veronesi, rappresentata da Marta Savona insieme a Virna Bassani, Martina Brambilla, Giulia Cirelli, Eleonora Gallo, Marta Torriani ha mostrato ancora una volta il proprio impegno a sostegno dell’oncologia femminile, organizzando una cena di raccolta fondi presso il Kilometro Rosso Centro Professioni – Gate 4 in via Stezzano 87 a Bergamo, che si è tenuta venerdì 24 novembre

Anche quest’anno l’ampia adesione della cittadinanza bergamasca all’iniziativa ha permesso di raccogliere fondi per sostenere la ricerca scientifica sui tumori tipicamente femminili, ossia seno, utero e ovaio.

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“Il tradizionale gala in rosa che si è tenuto quest'anno in una location altamente simbolica quale il Kilometro Rosso, centro propulsore di innovazione del nostro territorio, ci ha permesso di confermare nuovamente il grande spirito solidale della nostra Bergamo.Infatti con questo evento abbiamo raggiunto l’ambizioso obiettivo di raccogliere fondi per un’intera borsa di studio da dedicare alla ricerca nell’ambito dei tumori femminili. Quest’anno la nostra delegazione ha ampliato la collaborazione con il team delle Pink Ambassador di Bergamo, donne che dopo la guarigione si sono prese la loro rivincita allenandosi per un anno, seguite da professionisti, fino a correre la mezza maratona di Roma lo scorso weekend. La loro rivincita à anche la nostra, e ci siamo strette a loro nell’obiettivo di aumentare ancor di più la raccolta dei fondi, in memoria di Patrizia Signorelli, giovane Pink che purtroppo ci ha lasciato prematuramente.


ANCHE QUEST’ANNO L’AMPIA ADESIONE DELLA CITTADINANZA BERGAMASCA ALL’INIZIATIVA HA PERMESSO DI RACCOGLIERE FONDI PER SOSTENERE LA RICERCA SCIENTIFICA SUI TUMORI TIPICAMENTE FEMMINILI, OSSIA SENO, UTERO E OVAIO.

Il suo sorriso e il suo entusiasmo ci accompagnano nel raddoppiare i nostri sforzi, perchè davvero, come disse il Professor Veronesi, se non noi i nostri figli possano vedere un mondo senza cancro. Dopo la cena, le Pink hanno infatti sfilato indossando le creazioni sartoriali appositamente realizzate per loro dal laboratorio sartoriale di Giorgia Iori, accompagnate nell'occasione dai giocatori della BB14, che ringrazio per essersi messi a disposizione in nome della ricerca scientifica.Il nostro abbraccio solidale è poi rivolto in particolare ai nostri donatori, ovvero sia gli oltre 150 partecipanti alla cena che le tante aziende, che ci hanno permesso di raggiungere i nostri obiettivi” – ha dichiarato Marta Savona, Responsabile della delegazione di Bergamo. Un ringraziamento particolare per la realizzazione dell’evento va a RE Spa, STUCCHI Spa, SGHS Law Firm, Temp Job Agenzia per il lavoro, Kilometro Rosso, Tassino Eventi, Cantina Colli Euganei, LIFE frutta secca, CITRUS L’Orto Italiano, Giorgia Iori e Pasticceria il Melograno.

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PRIMA LA SALUTE INFORMAZIONI & CURIOSITÀ

Dr. Haim Reitan Direttore Sanitario Studio Medici Associati

DIAGNOSI PRECOCE DEI TUMORI

PERCHÈ SI CHIAMANO COSÌ?

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MUSCOLO: dal latino Musculus = topolino, perché i nostri muscoli sono stati considerati guizzanti come quei roditori e si spostano con la loro stessa velocità. FEGATO: dal nome di una ricetta romana, il Ficatum iecur, cioè il fegato (iecur) delle oche alimentate solo con i fichi (ficatum ). Poi l’aggettivo è rimasto al posto del nome ad indicare un organo del nostro corpo. SALIVA: anche in questo caso si tratta di un aggettivo latino che è il superstite di un’espressione più completa, cioè Aqua saliva = acqua che sale, perché anticamente si credeva che la saliva risalisse in bocca. STOMACO: dal greco Stoma = bocca, perché si pensava all’esofago come orifizio di un sacco più capiente, che è poi diventato lo stomaco. SPALLA: dal latino Spatula = spatola, mestola, riferito, all’inizio, agli animali. In effetti l’osso piatto, che noi chiamiamo “scapola”, può aver fatto pensare ad una “spatola”. VERTEBRA: dal verbo latino Vertere = girare, perché queste ossa permettono la rotazione del busto. VENTRICOLO: diminutivo del latino Ventrer = ventre. In origine “ventricolo” si chiamava lo stomaco, poi ha preso il nome di altre cavità, come l’utero. Infine ha finito con l’indicare solo il ventricolo cardiaco. PLACENTA: dal latino Placenta = focaccia. Questo termine si è diffuso solo nel 1500 in ambito medico-anatomico. In precedenza quest’organo, di forma piatta come una focaccia, veniva chiamato secondina . PANCREAS: dal greco Pan = tutto e kréas = carne, perché in apparenza sembra composto solo di carne. RETINA: dal latino Retis = rete da pesca. Anche in questo caso si tratta di un aggettivo retina (a forma di rete) che accompagnava il nome tunica (rivestimento). Quindi di tunica retina cioè rivestimento a forma di rete, è rimasto nel tempo solo “retina”, ad indicare una parte dell’occhio. PILORO: dal greco Pylōrós (guardiano della porta), cioè una specie di “portiere” che fa passare il chimo dallo stomaco al duodeno attraverso una valvola che si apre al bisogno. INTESTINO: dal latino Intus+Stare, quindi “organo che sta dentro” che indica gerericamente i visceri , i “dientrumi”, come dicevano i nonni in montagna. BRACCIO: dal greco Brachýs = Breve. Infatti la distanza tra l’omero e la mano è più breve rispetto a quella tra la coscia e il piede. Dunque il braccio è solamente “più breve” della gamba! ASCELLA: dal latino Axilla = piccola ala. La nostra ascella sarebbe stata considerata alla stregua di una piccola ala, a imitazione di quella degli uccelli.

Da circa 20 anni il Servizio Sanitario Nazionale italiano promuove programmi organizzati di screening oncologici di popolazione per il cancro della cervice uterina, della mammella e del colon retto. I programmi di screening si rivolgono a tutti i cittadini residenti in Lombardia e appartenenti alle fasce di età previste per ciascuno screening: screening per la diagnosi precoce dei tumori della mammella: le donne di età compresa fra 50 e 74 anni vengono invitate ad eseguire una mammografia ogni due anni. E’ in fase di sviluppo l’estensione a tutto il territorio regionale dell’invito a mammografia annuale per le donne di età compresa tra 45 e 49 anni screening per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori del colon-retto: donne e uomini di età compresa fra i 50 ed i 74 anni vengono invitati ad eseguire un test per la ricerca del sangue occulto nelle feci ogni due anni screening per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori del collo dell’utero: le donne di età compresa fra i 25 ed i 29 anni vengono invitate ad eseguire un Pap test ogni tre anni, le donne fra i 30 e i 64 anni vengono invitate ad eseguire un test HPV ogni cinque anni (l’estensione a tutto il territorio regionale e il completamento della transizione da Pap test a test HPV sono iniziati nel 2021 e saranno completati entro il 2025). Per le donne con ciclo vaccinale anti-HPV completato entro il compimento del quindicesimo anno di età il primo test di screening è offerto a 30 anni con ricerca dell’HPV. NUOVO FARMACO PER RIDURRE IL COLESTEROLO

Basteranno 2 dosi all’anno “Leqvio” è in grado di abbassare significativamente i livelli di colesterolemia LDL Arriverà presto in farmacia il nuovo farmaco “Leqvio” (Inclisiran) che promette di rivoluzionare la terapia per contrastare i livelli livelli di colesterolo LDL. Una novità molto attesa da tantissime persone, di diversa età, uomini e donne, che soffrono di questa anomalia che porta ad avere problemi cardiovascolari anche gravi. E sono proprio le malattie cardiovascolari che rappresentano la prima causa di morte in Italia: si registrano oltre 220.000 decessi ogni anno, ovvero 25 persone ogni ora. Il principale fattore modificabile per la riduzione del rischio cardiovascolare è l’aumento della colesterolemia LDL che, soprattutto dopo un evento acuto come ictus e infarto del miocardio, deve essere adeguatamente controllato. Il farmaco (prodotto da Novartis) è dunque prescrivibile. Agisce interferendo con l’RNA messaggero ed è in grado di ridurre significativamente i livelli di colesterolemia LDL con sole 2 somministrazioni all’anno.


Le malattie della retina fanno meno paura, nuove armi farmaceutiche

Dai nuovi farmaci contro la maculopatia secca e umida, alla terapia genica fino all'intelligenza artificiale, nel 2024 arriveranno nuove terapie salva-retina. (fonte: Ansa)

la causa del prurito nella dermatite atopica

Lo stafilococco aureo può scatenare il prurito agendo direttamente sulle cellule nervose. Cambio di prospettiva per la cura: un’igiene cutanea con antibiotici mirati può coadiuvare le terapie antinfiammatorie e ridurre il sintomo. (fonte: Corriere della Sera) Il sale può scatenare anche l'Alzheimer

La scoperta, che ha portato a galla il meccanismo di natura immunitaria che lega il consumo di sale ai danni cerebrali, è stata pubblicata sulla rivista Nature Neuroscience. La notizia viene da uno studio finanziato dal principale istituto degli Nih americani per la ricerca neurologica, il Ninds National institute of neurological disorders and stroke, ed è stato condotto da un team guidato dall'italiano Costantino Iadecola, direttore del Feil Family Brain and Mind Research Institute della Cornell University di New York. (fonte: la Repubblica) Lo smartphone fa invecchiare?

Uno studio condotto sui moscerini della frutta, fra i soggetti preferiti dai ricercatori per le loro indagini, sembra suggerire che l'esposizione alla luce che illumina gli schermi potrebbe avere un effetto. E gli autori invitano a "prestare attenzione ai potenziali rischi derivanti dall'esposizione cumulativa alla luce blu negli esseri umani”. (fonte: Adnkronos) Un over 50 su 5 ha un organo che invecchia più degli altri

Secondo una ricerca dell’università statunitense di Stanford pubblicata sulla rivista Nature, circa un adulto su 5 sopra i 50 anni apparentemente sano possiede un organo che invecchia ad un ritmo accelerato rispetto agli altri. Una condizione che si può scoprire attraverso un semplice test del sangue. (fonte: Sky TG24) diventa legge l’oblio oncologico

Adottare un bambino, chiedere un mutuo in banca, partecipare ad un concorso. Per le persone guarite da un tumore tutto questo non rappresenterà più una corsa ad ostacoli. L’oblio oncologico diventa finalmente legge anche in Italia e sancisce il diritto all’oblio per coloro che sono stati affetti da patologie oncologiche con l’obiettivo di prevenire le discriminazioni e tutelare i diritti. Il via libera definitivo e all’unanimità al disegno di legge è arrivato dall’Aula del Senato, dopo l’ok già ricevuto dalla Camera, Sono un milione gli italiani interessati dall’oblio oncologico perchè considerati guariti, a fronte di 3,6 milioni che vivono con una diagnosi di cancro: Un traguardo che l’Italia raggiunge dopo Francia, Portogallo, Spagna e anche altri Paesi quali Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi. Nel febbraio 2022 la Commissione Europea, nell’ambito del Piano Oncologico Europeo, ha auspicato che tutti gli Stati membri si dotino di una legge sul Diritto all’Oblio Oncologico entro il 2025.


medici da 50 anni L’ORDINE DEI MEDICI E DEGLI ODONTOIATRI DI BERGAMO FESTEGGIA I LAUREATI DA MEZZO SECOLO E I NUOVI ISCRITTI

Quella Laurea in Medicina, quasi sempre conservata in cornice sotto vetro e

appesa alla parete dell’ambulatorio, compie 50 primavere... Questo è quello che si è festeggiato il 3 dicembre nella sala convegni della Fiera di Bergamo. L’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Bergamo e Provincia, presieduto dal dr. Guido Marinoni, anche quest’anno, com’è consuetudine, ha premiato i colleghi arrivati al traguardo dei 50 anni dal conseguimento della Laurea e, insieme a loro ormai quasi tutti vicini alla fine della carriera, ha accolto i nuovi iscritti all’Ordine di questo 2023, all’inizio del loro percorso professionale. Due generazioni che si passano il testimone in un ruolo di fondamentale importanza per tutta la collettività. Come ha ricordato il Presidente Marinoni, la professione di medico, la più bella del mondo, è tale se si riesce a restituire agli altri, ai pazienti, quello che ci è stato donato in anni di studio. Il guadagno non deve mai essere contrapposto allo spirito che ci vede impegnati nel soccorso delle altre persone.

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25 ANNI CON VOI… SICURAMENTE AL LAVORO. LA DIESYS engineering è una società leader di consulenza, certificazione e Marcatura CE di macchine ed impianti tecnologici; inoltre si occupa di sistemi di automazione, della loro progettazione, documentazione e fornitura. Fornisce consulenza in merito alla sicurezza negli ambienti di lavoro secondo il D.lgs. 81. Tra i principali clienti PIRELLI, il GRUPPO PIGNA e NOVA MACCHINE.

da sinistra Andrea Mazzoleni, Andrea Moroni, Ing. Marco Santini, Silvia Moroni, dott.ssa Valeria Pasquilnelli e Ing. Ivan Cortellini

DIESYS Engineering, società leader nel settore della consulenza, certificazione e marcatura CE di macchine, impianti tecnologici e sistemi di automazione, si distingue per la sua competenza nella progettazione, documentazione e fornitura di tali sistemi. Offre inoltre consulenza specializzata sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, conformemente al D.lgs 81. Fondata nel 1998 dall'Ing. Marco Santini, originario di Lerici e adottato da Bergamo: la sua carriera inizia con una laurea in Ingegneria, dopo un triennio di insegnamento presso l'Istituto Esperia, l'Ing. Santini entra in Cortinovis Machinery e nel 1998, decide di fondare la società a Bergamo nella zona del centro città. Con un fatturato di circa un milione di euro, oggi DIESYS conta una decina di collaboratori, inclusi sei dipendenti: il team si caratterizza per alta specializzazione, formazione continua e un impegno costante nel costruire rapporti di qualità con clienti e fornitori. Tra i principali clienti di rilievo con cui DIESYS ha collaborato con nomi come Pirelli, il gruppo Pigna e l’Alenia-Aermacchi; superando sfide come la pandemia di Covid-19 e gli alti e bassi della produzione industriale. La società ha scelto di celebrare il suo 25° anniversario presso l'elegante Golf Club Bergamo L'Albenza. "Una giornata dedicata al golf, adatta tanto agli esperti quanto ai principianti. Questo sport, sebbene spesso praticato individualmente, si svolge in compagnia, presentando molte analogie con il mondo del business. Stabilire rapporti di stima e rispetto rende il lavoro più piacevole e produttivo", afferma l'Ing. Santini. Prosegue: "L'organizzazione di questo evento è stata possibile grazie alla collaborazione di numerosi partner, che desidero ringraziare: Pigna, Pirovano, le Assicurazioni lba Broker, IS Impresa Casa, Nova Macchine, Polo dei Professionisti, Moka Bar/produzione Caffè e Andrea Bonati Pasticceria. Molti di loro sono aziende con cui collaboriamo da anni e con cui abbiamo stabilito un rapporto di reciproca stima." L'evento ha incluso una gara Invitational di 9 buche per i giocatori esperti e una golf clinic per i principianti, tenuta dal maestro Francesco Rocca, oltre a una gara di putting green. Il celebre golfista italiano Costantino Rocca è stato presente per premiare i vincitori. Durante l'aperitivo, il Trio Novali ha eseguito un concerto jazz, una scelta fortemente voluta dall'Ing. Santini, appassionato di musica classica e jazz: la performance è stata molto apprezzata e applaudita dal pubblico. DIESYS, attenta al tema della cultura, è anche partner del TMR Impro Festival e di TedX Lerici Oggi, DIESYS Engineering, con sede nel Polo dei Professionisti ad Azzano San Paolo, è in espansione ed alla ricerca di candidati ad unirsi al proprio staff: persone motivate e determinate per una carriera stimolante e formativa. Chi fosse interessato può contattarci ai riferimenti seguenti: DIESYS engineering srl, Via Cremasca 96 - 24052 AZZANO SAN PAOLO (BG) ITALY TEL: + 39 035 336364 • post@diesys.net • WWW.DIESYS.NET •

P.IVA: 02634940163 • PEC: DIESYS@PEC.IT


2 POLITICANDO di Maurizio Maggioni

FINE ANNO Sarebbe troppo facile aprire il nostro articolo dicendo che siamo a fine anno e che solitamente si fanno due cose importanti: la prima è redigere un consuntivo di ciò che è successo e che abbiamo fatto, la seconda è preparare un programma attuativo per il prossimo futuro con dei proponimenti, di miglioramento certamente. Di solito è così, invece poi ci freghiamo con le nostre stesse mani, cioè facciamo il punto della situazione, ci accorgiamo che nulla è cambiato dall’anno precedente, che i problemi sono i soliti, abbiamo invertito gli addendi, ma il risultato non cambia. Allora guardiamo all’inventario, al 31.12, e progettiamo la ripresa, con programmi inattuabili perchè anche se abbiamo tutti i migliori proponimenti, ecco che qualcosa subentra sempre, più grande di noi, inappellabile.. Cosa? Il solito tran tran, la UE ci bastona con i tassi perché hanno interesse a rilanciare le banche, soprattutto tedesche vicine al fallimento, perché il Medio Oriente porta denaro a tutti e alcune migliaia di morti sono solo effetti collaterali del business generale che passa dagli armamenti alla ricerca tecnologica, al progressivo gioco del risiko per il riposizionamento internazionale di alcuni paesi belligeranti e così via. Poi abbiamo il declino della guerra in Ucraina, di cui non frega più a nessuno se non ai BRIC, paesi emergenti con una loro divisa monetaria, ma di Odessa a chi interessa?? Anche stavolta seguendo gli americani abbiamo fallito. Dai, siamo seri... Siamo un mondo di imbecilli che ancora non ha capito che ormai siamo in mano a chi dell’umanità non interessa nulla e l’impoverimento culturale politico dei nostri governanti è ormai un assunto. L’Italia comunque pare essere l’unica nazione in cui si va avanti in qualcosa, ve ne siete accorti? Dall’oblio oncologico, al riconoscimento della famiglia vecchia generazione, al salvataggio dei beni culinari contro la sintetizzazione della carne, il PNRR approvato e finanziato, i rapporti internazionali rinsaldati, un premier che parla diverse lingue ed è apprezzato da tutti, nemici compresi, un iter per cambiare le regole antiribaltone, la riforma della magistratura.... Dissertavo in chat (come si usa dire ora) con alcuni colleghi francesi, argentini, brasiliani e spagnoli, di come si vive nei nostri rispettivi paesi. Non vi dico l’invidia da parte loro riguardo la nostra sanità e la professione medica, lasciando perdere che si lamentavano che loro non possono da anni comprarsi una casa per i costi proibitivi; ma non solo, mi veniva detto che in Inghilterra è impossibile vivere, sia per il costo della vita che per

la delinquenza per strada, e che nemmeno il centro di Londra è sicuro; il collega brasiliano ha una figlia a Colonia, in Germania per un master… coprifuoco dopo le 18. Allora non stiamo proprio male noi italiani, poi noi di Bergamo e Brescia che stiamo vivendo un’apoteosi per essere la Capitale della Cultura, Bergamo quinta città più vibiile in Italia e Brescia super industrializzata e con una viabilità invidiabile. Tutto ciò lo dobbiamo alla forza produttiva di ognuno di noi, dalla voglia di emergere e di fregarsene di ciò che ci dicono i report della recessione, dei delitti contro il patrimonio e purtroppo anche contro le persone. Sempre ci sono stati e sempre ci saranno, è la società che li esprime, una volta c’era la Beata Morosini o la Beata Maria Goretti, ora purtroppo abbiamo Giulia e tutte le altre, ma il male interiore e distorto della mente è sempre esistito. Basta allo spettacolo di massa, basta all’emulazione, più fede e amicizia, più pensiero positivo e meno distruttivo. Il mondo gira ed è sempre in cambiamento, è nostro dovere migliorarlo, per noi stessi in primis e poi per i futuri abitanti del pianeta. Già 2024 anni fa se ne parlava e qualcuno poi l’ha predicato, in tutto il mondo allora conosciuto. Proprio da dove è partita questa predicazione sembra che non abbiano capito molto, chiediamoci perchè. Non dobbiamo avere paura di nulla, dobbiamo progredire di giorno in giorno, lasciandoci alle spalle il peggio e guardando al futuro in modo positivo. Personalmente lo faccio ogni giorno, quando al mio ritrovo mattutino, prima in Marianna con gli amici pensionati e poi all’Happy Salad con gli amici ordinari, pensiamo al domani, giochiamo tra noi dialetticamente, siamo bambini per mezz’ora e poi via a lavorare a produrre con il sorriso sulle labbra… Il futuro siamo noi, uomini di buona volontà… Sento la voglia di lasciar perdere quanto viene detto dalle televisioni o scritto dai giornali, tanto ci prendono in giro, tentano di manovrarci, magari ci riescono, ma noi ce ne freghiamo perchè il futuro è nostro e non vi è un’età per sognare. Chi sogna vive, ama, pensa al futuro, a crescere ad ogni età, chi borbotta e basta rimane indietro. È Natale, dicembre è un mese bellissimo, finisce l’autunno ed inizia l’inverno, però ci sono tante feste: l’Immacolata, Santa Lucia, Natale, San Silvestro. Sarà un caso ma chi Crede è più felice degli altri e noi Crediamo. Auguri a tutti, buon fine 2023 e felice 2024 Ad astra per asprera


sVALVoLATI La chirurgia del cuore, un viaggio nel tempo 50 50


Si è conclusa da pochi giorni la XXI edizione di BergamoScienza, ma fino al 22 dicembre resterà aperta al pubblico la mostra sVALVoLATI La chirurgia del cuore, un viaggio nel tempo - a cura di Alessandro Bettonagli, Francesco Maisano e Ottavio Alfieri - allestita nel Palazzo della Libertà in Piazza della Libertà e organizzata in collaborazione con l’IRCCS Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato. Il percorso espositivo, che celebra Bergamo e Brescia, Capitale della Cultura Italiana 2023, come centri di eccellenza nell’evoluzione delle terapie del cuore non invasive, si arricchisce di due video-testimonianze che rappresentano la ricerca e l'evoluzione tecnologica cardiochirurgica dei centri ospedalieri bergamaschi. Michele Senni, direttore del Dipartimento Cardiovascolare e dell'Unità di Cardiologia dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e professore di malattie dell’apparato cardiovascolare all’Università Milano-Bicocca, affronta il tema dei trapianti, dell’assistenza ventricolare, dei cuori artificiali, della prevenzione e degli ultimi traguardi della cardiologia come medicina sempre più specializzata. Alfonso Agnino, responsabile di cardiochirurgia robotica all’Humanitas Gavazzeni di Bergamo, illustra le ultime frontiere della cardiochirurgia robotica adulta ed evidenzia l’impatto dell’intelligenza artificiale e della moderna tecnologia sulla formazione dei cardiochirurghi.

La mostra interattiva, ad accesso libero, dal giorno dell’inaugurazione, 29 settembre, ha totalizzato circa 2000 presenze. Il visitatore, con l’ausilio di un fonendoscopio come guida, percorre 6 ambienti diventando parte attiva di un viaggio che permette di esplorare la storia del cuore e del suo ruolo nella cultura medica a partire dagli antichi egizi per arrivare all’Ottocento. Un excursus temporale: dalla sala operatoria del 1860, il tavolone di una cucina di contadini, a quella del futuro prossimo grazie alla Realtà Aumentata. L’esperienza interattiva è arricchita anche dalle testimonianze di coloro che hanno dato un contributo fondamentale alla cardiochirurgia italiana come Lucio Parenzan il primo chirurgo ad eseguire interventi a cuore aperto. Nei mesi di novembre-dicembre l’Associazione BergamoScienza organizzerà quattro incontri al BergamoScienceCenter per approfondire alcune tematiche della mostra: la figura del cardiochirurgo Lucio Parenzan, i trapianti di cuore, la cardiochirurgia robotica e la prevenzione delle malattie cardiache.

Palazzo della Libertà - Piazza Libertà a Bergamo Dalle ore 15 alle 18; sabato, domenica e festivi dalle ore 10 alle ore 18. Prenotazione obbligatoria per scuole e gruppi.


fusioni

storie di fonderia

CANZONI E PAROLE NEL PADIGLIONE DELLA FABBRICA DEL FUTURO, PRESSO IL PARCO DELL’ACQUA A BRESCIA PER RACCONTARE L’INTEGRAZIONE DI PERSONE DIVERSE GRAZIE AL COLLANTE DELLA PASSIONE PER UN LAVORO DURO MA DI GRANDE SODDISFAZIONE NEI CAPANNONI DELLA FONDERIA ARIOTTI

foto Benigno

Loro, di fusioni se ne occupano da 113 anni. La ghisa è il loro mondo. Ogni forma sia

richiesta la si crea, dal disegno alla colata fino alla finitura. Ma il 27 novembre non ci volevano parlare di questo ma delle “fusioni” tra le persone. Quelle che si realizzano lavorando fianco a fianco pur essendo di diverse nazionalità, diverse culture e religioni. Sarà il calore delle gettate roventi, sarà di certo un modo molto “accogliente” di fare impresa che contraddistingue la Fonderia Ariotti dove hanno saputo tradurre in fatti concreti il principio di non discriminare nessuno. “In fonderia - ci dice Giorgio Ariotti - il lavoro non è leggero, serve tanta solidarietà perché ognuno è responsabile della sicurrezza dei colleghi. Quindi è normale che facendo squadra ci si conosca e, che nascano amicizie, fusioni appunto, tra culture anche molto distanti. L’azienda e il lavoro diventano il motore dell’integrazione, la possibilità di riscatto, il mezzo per raggiungere quella vita migliore che ognuno sogna. Queste fusioni ci hanno fatto venire l’idea che ognuno potesse raccontare la sua storia e che tutti i colleghi avessero modo di conoscerla.

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Quindi abbiamo realizzato le prime registrazioni e le abbiamo messe sul sito internet. In azienda lavorano italiani, rumeni, marocchini, algerini, bielorussi, senegalesi, ghanesi, indiani, peruviani e boliviani... bergamaschi e bresciani, 130 persone che difficilmente si conoscono e che in questo modo hanno conosciuto un po’ delle vite degli altri. Da lì si è pensato di mettere in scena questo breve spettacolo per valorizzare quel tipo di approccio alle vite di chi lavora al nostro fianco ed enfatizzare il ruolo fondamentale che il lavoro può avere nell’integrazione fra genti con diverse culture, religioni, tradizioni che portano ad una crescita per tutti”.

ROBERTO E GIORGIO ARIOTTI


LO CONOSCEVO BENE

ANTONIO PANZERI

EX SINDACALISTA,VOTATISSIMO ALLE ELEZIONI, TRE VOLTE AL PARLAMENTO EUROPEO NELLE FILE DEL CENTROSINISTRA E POI LO SCOPRONO CON VALIGIE DI CONTANTI E UNA VITA DA NABABBO. COSA SPINGE UN POLITICO DA SEMPRE IMPEGNATO E STIMATO A TRADIRE OGNI IDEALE OLTRE ALLA FIDUCIA DEGLI ELETTORI E ACCETTARE DENARO PER FAVORIRE GLI INTERESSI DI PAESI ARABI? LO CONOBBI QUANDO ANCORA NON ERA NESSUNO E IN FABBRICA ERO IL SUO CAPOTURNO.

Ero molto giovane e, con l’intenzione di finanziare

Aveva fatto anche 54 54

cose

buone

gli studi universitari, mi feci assumere da un’azienda di Madone per un impiego su un impianto a ciclo continuo. Il diploma di perito industriale mi consentiva di assumere l’incarico di capoturno, dopo un paio di mesi di addestramento in affiancamento ad altri capi. La mansione prevedeva responsabilità sulla continuità della produzione e sulla sua qualità ed ero affiancato nel turno da tre operai, che provvdevano alle manovre necessarie. Erano persone esperte dell’impianto in questione, adibito alla produzione di idrochinone utilizzato nell’industria degli pneumatici, e all’inizio mi furono molto vicini per trasferirmi ciò che avrei dovuto imparare. La fabbrica era la tristemente famosa Brichima, l’impianto si chiamava Catone… un inferno in terra. Rumore, fumi tossici, incidenti frequenti… un vero casino. Però, visti gli orari dei turni, mi rimaneva tempo per fare altro, la paga era molto buona anche perché comprendeva i supplementi per le notti, per le festività e qualche straordinario... Mi vennero affidati tre uomini, Gianni Battistini, Benito Fumagalli e Antonio Panzeri. I primi due fin dall’inizio non mi nascosero la loro incazzatura per le continue assenze del terzo, sempre uccel di bosco. Ebbene sì, era quell’Antonio Panzeri che nei mesi scorsi è apparso nelle cronache di tutti i paesi d’Europa e che è stato incarcerato per mesi perchè trovato pieno di soldi contanti frutto di un’operazione di corruzione pilotata dal Qatar. In quel lontano passato era “solo” il delegato sindacale. Però, per via di varie mansioni che ricopriva all’interno del sindacato come responsabile di zona, era sempre in permesso e gli altri due dovevano sobbarcarsi anche il suo lavoro.


Ogni tanto si presentava con la tutina blu pulita e stirata, con l’Unità sottobraccio, arringava gli altri sulle sue favolose trattative con il padronato e sulle lotte nelle altre fabbriche. Per lui facevo parte della categoria dei colletti bianchi, inoltre mi ero rifiutato di iscrivermi al suo sindacato e quindi ero uno della controparte. Quando si stancava di parlare con noi andava in giro per la fabbrica a bere caffè alle macchinette e a parlare con gli altri operai della fabbrica dislocati su altri impianti. Una grande parlantina, simpatico, compagnone, allegro. L’azienda chiudeva un occhio sulle sue assenze e lui li chiudeva entrambi sulle schifezze che si verificavano in quella fatiscente fabbrica. Furbo? Furbissimo, intelligente, ironico e scansafatiche. La sua ascesa nel mondo sindacale e politico è stata continua, così come il suo graduale aumeno di peso. La sua dialettica appuntita era trascinante e, nel ‘95, diventa Segretario generale della Camera del lavoro di Milano, nonchè membro della direzione nazionale dei Democratici di Sinistra. Nel 2004 si candida alle elezioni europee nella lista dell’Ulivo e viene eletto con 105.000 voti di preferenza. Mica bruscolini. Dal 2004 al 2009 presso l’Europarlamento sarà Vice presidente della commissione occupazione e affari sociali, membro della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori; membro della Delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti; membro della Delegazione per le relazioni con il Giappone. Rieletto nel 2009 diventa presidente della Delegazione per le Relazioni con i paesi del Maghreb, membro della Commissione Affari esteri, di quella per il Mercato interno e della delegazione per le relazioni con i paesi del Sud-Est Asiatico. Nel 2014 si ricandida alle europee con il PD nella circoscrizione del Nord-Ovest e viene ancora eletto con 77.102. Panzeri, alla terza legislatura presso il Parlamento Europeo, diventa presidente della Sottocommissione per i diritti umani; membro della Conferenza dei presidenti di commissione, della Commissione per gli affari esteri, della Delegazione per le relazioni con i paesi del Maghreb e l'Unione del Maghreb arabo, della Commissione per i bilanci, della Delegazione all'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo. Se fosse stato un mariuolo qualcuno avrebbe dovuto accorgersene, invece Panzeri ha goduto negli anni della stima dei colleghi che lo hanno conosciuto per il suo impegno nei lavori dell’europarlamento. Nell'aprile 2017 lascia il PD per unirsi ad Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista. In occasione dell'assemblea nazionale svoltasi a Roma il 3 dicembre 2017, Panzeri aderisce alla lista "Liberi e Uguali" che unisce Articolo 1, Sinistra Italiana e Possibile, sotto la guida del presidente del Senato Pietro Grasso. Nel 2019 Panzeri fonda "Fight Impunity", una ONG in difesa dei diritti umani, e da allora ne è il presidente. Il 9 dicembre 2022 Panzeri viene arrestato a Bruxelles nell'ambito di un'inchiesta delle autorità inquirenti su casi di corruzione presso il Parlamento europeo volti a favorire gli interessi qatarioti. Al contempo vengono arrestate a Bergamo la moglie Maria Colleoni, 67 anni, e la figlia Silvia, 38 anni, in base ad un mandato di arresto europeo emesso dall'autorità giudiziaria belga. Il 17 gennaio Panzeri patteggiava con la giustizia belga una pena ridotta a un anno di reclusione in cambio delle sue confessioni. Agli arresti domiciliari dal 6 aprile, il 29 settembre dello stesso anno, Panzeri torna in libertà condizionata: non potrà lasciare il Belgio e avere contatti con altri indagati. Evidentemente l’uomo politico ha un prezzo. Anche chi ha alle spalle una vita onesta, retribuito benissimo come europarlamentare, non resiste alla tentazione di possedere tanti soldi, tanti da diventare, anche lui comunista, davvero ricco, poter vivere nei grandi alberghi, magari comprarsi uno yacht, una Ferrari e fare shopping con la moglie e la figlia nelle boutique più lussuose. Come gli oligarchi russi. Mi resta una domanda? Come funziona la “compravendita” in queste situazioni? È stato lui a chiedere soldi in cambio di voti favorevoli sulle questioni che interessavano i paesi pagatori o sono stati questi ultimi ad avvicinarlo e proporgli l’affare? E in questo caso perchè hanno scelto proprio Antonio Panzeri come loro interlocutore... A saperlo. Nel frattempo lo scandalo che ha riempito i giornali di tutta Europa per settimane, è stato messo sotto il tappeto. Non se ne parla più e non se ne parlerà se non dopo le prossime elezioni europee. Panzeri è tornato libero e pare che tornerà in fabbrica... (Vito Emilio Filì)


Alfa Heat recovery

IL CALORE DI ALFA ACCIAI CEDUTO AD A2A Chissà quanti si saranno chiesti perchè non si potesse utilizzare il vapore che fuoriusciva dalle torri di raffreddamanro dell’Alfa Acciai la cui direzione, per evitare equivoci, tiene affisso un grande cartello con la scritta VAPORE ACQUEO per rassicurare che non si tratta di una nube tossica. La buona notizia è che dalla collaborazione di A2A e Alfa Acciai quel vapore andrà ad alimentare la rete del teleriscaldamato. Elementary Watson ma evidentemente più facile a dirsi che a farsi.

un esempio da seguire La Life Company e l’Acciaieria di San Polo hanno presentato l’avvio dell’impianto che recupera il calore dei forni e lo cede alla rete del Teleriscaldamento.Il recupero termico evita l’emissione di 10mila tonnellate di CO2 in un anno e riscalda cinquemila famiglie: un nuovo passo verso la decarbonizzazione.

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Il progetto originario, avviato nel 2021, lo “Smart Grid Pilot”, prevedeva la fattibilità del recupero del calore generato dal primo forno dell’acciaieria (e fino ad allora disperso in atmosfera) per convogliarlo nella rete di teleriscaldamento cittadina attraverso la realizzazione di una centrale di scambio termico e la posa di 1,2 chilometri di doppia tubazione tra l’azienda e la centrale A2A di Lamarmora. Ora quella sperimentazione è diventata un vero e proprio processo industriale, Alfa Heat Recovery: il recupero dell’energia termica di entrambi i forni dell’acciaieria e l’ausilio di due accumuli di acqua calda che consentono di stabilizzare e ottimizzare lo scambio termico con la rete del teleriscaldamento.


Brescia si conferma terra di innovazione e, grazie alla sinergia tra A2A e Alfa Acciai, rafforza la sua vocazione green. Con l’avvio della stagione termica 2023-2024, infatti, il Teleriscaldamento di Brescia fa un nuovo passo verso la decarbonizzazione grazie all’avvio del nuovo impianto Alfa Heat Recovery. Il calore ceduto alla rete di teleriscaldamento di Brescia da parte dell’acciaieria di San Polo cresce in modo significativo, andando a coprire il fabbisogno di calore di circa 5mila famiglie, di fatto raddoppiando le previsioni iniziali del progetto. Un esempio virtuoso di circolarità che ha importanti benefici ambientali: il recupero di calore dai cascami termici evita l’emissione in atmosfera di oltre 10mila tonnellate di CO2 l’anno.


La collaborazione con Alfa Acciai si inserisce in un percorso avviato da tempo da A2A per ridurre l’utilizzo di combustili fossili quali fonti di produzione della rete del teleriscaldamento. Brescia ha infatti sviluppato un sistema integrato, denominato Sistema Ambiente Energia, che coniuga produzione di energia elettrica, teleriscaldamento/teleraffrescamento e gestione del ciclo dei rifiuti urbani, azzerando il ricorso alla discarica. Il termoutilizzatore produce ogni anno circa il 70% dell’energia termica distribuita dalla rete di teleriscaldamento, (producendo inoltre energia elettrica pari al fabbisogno di 200.000 famiglie). Negli ultimi anni, oltre all’abbandono del carbone con 5 anni di anticipo rispetto agli obiettivi nazionali, sono stati aggiunti cascami termici industriali (Alfa Acciai, Ori Martin) e serbatoi di accumulo (presso la centrale nord e alla centrale Lamarmora) che hanno consentito di ridurre ulteriormente la restante quota di calore prodotta con il gas. Oggi la rete di teleriscaldamento di Brescia serve quasi 22mila utenti, pari a quasi 180mila appartamenti equivalenti allacciati: nel 2022 il calore ceduto alla rete è stato di 980 GWh termici e, grazie all’uso di fonti non fossili, è stata evitata l’emissione in atmosfera di 138.525 tonnellate di CO2. Il Gruppo Alfa Acciai, che fa della innovazione tecnologica e della sostenibilità nella sua declinazione ambientale, sociale ed economica, un punto centrale della propria vision, ha da sempre voluto e investito in questa sinergia consentendo di recuperare il calore dell’acciaieria. L’operazione Alfa Heat Recovery è stata perfezionata la scorsa estate con il potenziamento del recupero termico attraverso installazione di un terzo scambiatore di calore, di un quadro inverter e di una terza pompa di circolazione. Un upgrade che ha ulteriormente migliorato le prestazioni del sistema, aumentando la temperatura dell’acqua immessa in rete (in media 95° C) e ottimizzando il recupero di tutto il calore disponibile. Alfa Heat Recovery consente ora di generare calore pulito per circa 50mila MWh l’anno, coprendo il fabbisogno di circa 5mila famiglie. La zona della città servita dal sistema di recupero calore generato dall’acciaieria comprende i quartieri di San Polo e Sanpolino. Si tratta di oltre 2.700 utenze del teleriscaldamento (ogni utenza può comprendere più appartamenti, ad esempio i condomini): il calore fornito da Alfa Acciai soddisfa il 73% del fabbisogno medio di quest’area urbana. “Alfa Heat Recovery, progetto sviluppato in sinergia con il Gruppo Alfa Acciai, conferma l’impegno di A2A per la decarbonizzazione del tessuto urbano e il riutilizzo dell’energia disponibile sul territorio - ha commentato Renato Mazzoncini, AD del Gruppo A2A - Il recupero del calore è infatti uno dei pilastri dello sviluppo sostenibile che A2A sta perseguendo in tutte le sue filiere. Stiamo lavorando affinché il teleriscaldamento utilizzi sempre più il calore di scarto dei grandi impianti industriali, come le acciaierie ma anche i data center, per riscaldare e fornire acqua calda sanitaria ai nostri cittadini senza produrre ulteriore CO2. Non solo. Oggi le città generano circa il 75% delle emissioni globali di anidride carbonica e una buona fetta di queste emissioni è dovuta al riscaldamento delle abitazioni. Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050 è dunque indispensabile agire sul patrimonio edilizio. Investire solo su serramenti e cappotti degli edifici può non bastare, oltre che essere un processo lungo e dispendioso. Bisogna agire anche decarbonizzando l’energia termica all’origine. E Brescia si conferma città-laboratorio: 50 anni fa ha avviato, prima in Italia, il teleriscaldamento, spegnendo 20mila camini. Oggi, grazie ad una rete alimentata sempre più da fonti non fossili, ha una straordinaria leva in 58 più nel percorso verso la completa decarbonizzazione”. 58

Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato del Gruppo A2A


Margherita Stabiumi, del CdA di Alfa Acciai

“Alfa Heat Recovery rappresenta l’esempio perfetto di come le aziende del Gruppo Alfa Acciai intendono e praticano la sostenibilità - Ha spiegato Margherita Stabiumi, del CdA di Alfa Acciai –. Il progetto è stato sviluppato grazie alla sinergia con una azienda leader come A2A e al dialogo efficace con le istituzioni locali, e permette di unire sostenibilità, circolarità e simbiosi tra impresa e territorio, ottenendo effetti concreti in termini di decarbonizzazione del tessuto urbano. Il sistema di recupero e cessione del calore proietta inoltre il modello di circolarità del nostro Gruppo oltre all’ambito storicamente consolidato su cui si basa il modello produttivo elettrosiderurgico – la produzione di acciaio da riciclo del rottame – per proiettarlo verso un modello di supercircolarità, che permette recuperare anche l’energia, valorizzando il calore che altrimenti verrebbe disperso in atmosfera.” “La collaborazione tra A2A e Alfa Acciai testimonia la capacità di innovazione che da sempre caratterizza la nostra città e le nostre imprese – commenta la sindaca di Brescia Laura Castelletti -. Dopo l’Anno della Cultura, abbiamo davanti una nuova grande sfida, fare di Brescia una Capitale Verde Europea. Sappiamo che non sarà facile. Ma, per quanto ambizioso e sfidante, si tratta di un obiettivo realizzabile.Vogliamo dimostrare di avere idee, progetti ed esperienze che vanno nella direzione di una città sostenibile, attenta al futuro dell’ecosistema e alla qualità della vita dei cittadini. Per riuscirci abbiamo però bisogno del contributo di tutti, imprese comprese. Ecco perché è importante sostenere le pratiche virtuose come Alfa Heat Recovery, un ulteriore tassello nella costruzione di un teleriscaldamento decarbonizzato”.

A2A E FONDAZIONE DONIZETTI INSIEME PER IL BANCO DELL’ENERGIA A2A e Fondazione Teatro Donizetti propongono per il 22 dicembre una serata charity con un grande spettacolo per ripercorrere la storia del leggendario gruppo dei Beatles, sotto la guida di Carlo Massarini. Protagonisti The Beatbox, la tribute band più famosa dei Beatles che punta a far rivivere l'energia del gruppo, anche grazie alla strumentazione, uguale a quella originale utilizzata dai Fab Four, e agli abiti su misura confezionati dalla stessa sartoria. Al Teatro Donizetti verrà messo in scena un viaggio attraverso ricordi e scoperte più recenti, con esecuzioni fedeli a quelle originali: dai primi successi al Cavern Club di Liverpool fino ai capolavori che hanno preceduto lo scioglimento della band nel 1970. I biglietti sono in vendita sul circuito Vivaticket o direttamente alla biglietteria del Teatro Donizetti. Per info e prenotazioni: 035.4160 601/602/603. Il ricavato della vendita dei biglietti sarà interamente devoluto al Banco dell’Energia - Fondazione, creata nel 2016 da A2A e dalle sue Fondazioni - che sostiene le persone in situazioni di vulnerabilità economica e sociale, con particolare attenzione alla povertà energetica.


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MINITESSILI, piccole opere dalla misura di massimo 20 centimetri per lato, di artisti internazionali selezionati tra gli oltre 4.000 dell’archivio di Miniartextil.

LA MOSTRA D’ARTE TESSILE E CONTEMPORANEA REALIZZATA PER CELEBRARE I 150 ANNI DI LINIFICIO E CANAPIFICIO NAZIONALE.

DE FILO Mimmo Totaro Giunone


Sono più di 3.000 le persone che, a partire dall’inaugurazione dello

scorso 20 maggio, hanno varcato i cancelli della sede di Linificio e Canapificio Nazionale, a Villa d’Almè (BG), desiderosi di immergersi nelle atmosfere dell’azienda e di ammirare le opere di artisti nazionali e internazionali esposti alla mostra DE FILO. Realizzata in occasione del 150° anniversario aziendale e allestita all’interno della sede storica, DE FILO ha presentato un’esposizione d’arte tessile e contemporanea che partendo dalla tradizione industriale italiana, passava per i linguaggi della comunicazione e approdava all’arte per raccontare anche la storia, i luoghi, i prodotti, le tecnologie e soprattutto le innovazioni sostenibili di Linificio: dai filati per i tessuti di lino e canapa alle azioni per la salvaguardia dei fondali marini (Marevivo), dalle reti naturali per packaging alimentari (L!NCREDIBLE ®) alle iniziative per tutelare la biodiversità e compensare la produzione di CO2, oltre alle attività culturali, educative e di valorizzazione del territorio. 27 opere di artisti nazionali e internazionali erano la chiave d’accesso a riflessioni e approfondimenti multidisciplinari sull’oggetto “filo”, non solo nella sua declinazione tessile, ma anche alla scoperta di forme e interpretazioni concettuali. In aggiunta alle opere site specific di Kaori Miyayama, Matteo Berra e dello street artist Moneyless, la mostra comprendeva lavori di Matthew Attard, Cristian Boffelli, Diego Dominici, Daniela Frongia, Eva e Franco Mattes, Giulia Nelli, Federica Patera e Andrea Sbra Perego, Matteo Rigamonti e Giorgio Assi, Dado Schapira, Valeria Scuteri, Mimmo Totaro e Tris.to.Quads. Completavano la proposta 9 minitessili, piccole opere dalla misura di massimo 20 centimetri per lato, di artisti internazionali selezionati tra gli oltre 4.000 dell’archivio di Miniartextil. “DE FILO è stata l’ennesima espressione della visione sostenibile del Linificio - ha sottolineato Pierluigi Fusco Girard, Amministratore Delegato dell’azienda - questa esposizione ha rappresentato una tappa in più all’interno del percorso che abbiamo avviato da alcuni anni con l’obiettivo di ampliare l’impatto della nostra azienda, certificata B Corp, sul territorio, sulla comunità e sull’ambiente, creando un legame bilaterale: l’azienda che va verso il territorio e, al contempo, il territorio che può andare verso l’azienda”.

Federica Patera e Andrea Sbra Perego Paesaggio Immaginale

Pierluigi Fusco Girard, è Amministratore Delegato di Marzotto Lab Fashion e, dal 2017, anche di Linificio e Canapificio Nazionale Società benefit, parte del Gruppo Marzotto.


CHAMPAGNE COMTES DE DAMPIERRE 1223 – 2023 OGNI ANNO IN QUESTO PERIODO HUIT SIECLES L’AMICO MARIO CHRISTIAN ZANARDI VIENE A CHE NON È FESTA SE NON SI BRINDANS L’HISTOIRE… RICORDARCI DA CON DAMPIERRE, IL SUO INCONFONDIBILE CHAMPAGNE E... CI RACCONTA UNA STORIA Otto secoli fa, durante la notte di Natale 1223, nella cattedrale

di Reims, il connestabile di Champagne Guillaume de Dampierre sposa Margherita di Fiandra ed inizia così, nel cuore del medioevo, un’autentica epopea. Epopea di una stirpe di altissima nobiltà che ha attraversato tutta la lunga e travagliata storia di Francia: le bandiere di Dampierre hanno sventolato con orgoglio nelle Crociate in oriente, sotto le mura di Costantinopoli, al fianco di Giovanna d’Arco nel liberare il regno, nella difesa di Luigi XVI al suo ritorno di Varennes o nel servizio più alto e prestigioso dello Stato quale Pair de France. Epopea, infine, che giunge fino a noi con la famosa Maison de Champagne ed i suoi vini gioielli… Infatti, è nel solco di questa storia secolare, che il comte Audoin de Dampierre ha deciso di elaborare vini preziosi ed unici. Non soltanto Champagne, ma emozioni infinite da veri intenditori. Il “ficelage” tradizionale: ecco la firma autentica della Maison de Dampierre! Questo lavoro artigianale ci riporta al Settecento e simboleggia il vero lusso alla francese. “Noblesse oblige”… Per il comte Audoin, i millesimi eccezionali, per la loro rarità, dovevano essere chiusi in modo unico ed inconfondibile: con una cordicella... Il “ficeleur” utilizza uno spago di canapa impeciata. Senza alcun nodo, con grande abilità e precisione, la “ficelle” viene incrociata sul tappo e legata al collo. Tutta la lavorazione è ovviamente manuale, su circa cinquanta bottiglie all’ora, e segue una “Ordonnance Royale” del 8 marzo 1735 a firma Louis XV. Con questo atto, il Re autorizzava il trasporto dello Champagne in vetro ed indicava il metodo di chiusura delle bottiglie “avec une ficelle de chanvre poissée à trois brins nouée en croix sur le bouchon” Così, aprendo una bottiglia di Champagne Dampierre, si torna a Versailles, ai fasti della corte di Louis “le Bien-Aimé”…

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In questo ottavo centenario, vorrei anche ricordare con simpatia tutti gli amici che, in Italia, hanno partecipato, con una fedeltà più che ventennale, all’epopea Dampierre, nelle enoteche o nei wine bar, nei prestigiosi ristoranti stellati o nelle aziende leader. Ambasciate Dampierre sempre protagoniste: Osteria Mille Storie & Sapori, Sapori di Vini, Don Alfonso, Aimo & Nadia, Osteria degli Assonica, Saraceno, Castagni, Lanterna Verde, Albergo della Posta, Hotel Tambò, Valle di Trofarello, Retrobottega, Savoy, Via Paglia, Caffetteria del Bosco, Sitfa spa, Rossini della Quercia spa, Gelmini srl, Banca Galileo spa… Dott. Mario Christian Zanardi Dott. Mario Christian Zanardi Chargé d ‘Affaires Dampierre pour l ‘Italie

Grazie a tutti voi, ancora una volta, dopo ottocento anni, Natale sarà veramente Natale con Dampierre…

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NON È FESTA SE NON È DAMPIERRE.

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VGH save the world with style Valentina Visciglio

Very Good Habit vi dà il benvenuto al primo evento…. Il 20 novembre presso Wellness Cafe a Bergamo, si è tenuto con grande successo, il primo di una lunga serie di eventi finalizzati a sponsorizzare e a creare una micro economia tra privati, negozi e designer sia a livello virtuale che fisico. Le relazioni personali e i rapporti umani sono indispensabili per gli eventi, ma anche il mondo virtuale attraverso la creazione di una piattaforma composta da un social e da 2 differenti market place, uno per i commercianti e uno per i privati. Due realtà, quella del virtuale e quella dell’evento dal vivo, quindi, che si sostengono e implementano a vicenda, nell’ottica di creare un sistema che si autofinanzia e sempre al passo con i tempi. La Very good habit di VGH è quella di sostenere cause sociali presenti sul territorio di Bergamo, sostenibilità, connessione, antispreco e solidarietà sono i nostri obbiettivi. Monica Allegrini CEO di VGH ha creduto fortemente nel progetto e, pian piano, lo sta realizzando insieme al suo staff. Very Good Habit save the world with style Hanno partecipato: CN social management, MB guarnizioni, BEST STARTUP, SONIA HICHAR consulente d’immagine e stilista, VOLT Matteo Volterra (Vr) LANDI, COMUNQUE NOI, SCRIGNO KIDS, LIMON, MILLY, ROCK’N ROSE.

VGH 335 5074854 verygoodhabit instagram maverygoodhabit@gmail.com


FUOCHI DI PAGLIA di Giorgio Paglia

PDF Dicembre, tempo di feste e di serenità auspicata, ma oggi, nella ricerca di una consapevolezza nuova, parliamo di PDF, cioè di Paura Del Futuro. Nell’uomo primordiale questa emozione era ricondotta soprattutto al presente, preoccupato com’era solo di sopravvivere e di riprodursi. Le masse non erano numerose e eterogenee, il potere era circoscritto ad un ristretto comando tribale e la comunicazione avveniva esclusivamente per via orale. Poi l’uomo si è evoluto attraverso i millenni, la sua conoscenza è cresciuta unitamente alla sua intelligenza e le masse si sono aggregate in popoli che sviluppano varie tradizioni intrise di culture sfaccettate. Il potere, per essere gestito, ha richiesto sempre più risorse economiche con la necessità di eserciti forti e di religioni divisive. Così il mondo è andato avanti tra guerra e pace, tra benessere e povertà, fino a quando, qualche decennio fa, è arrivata una tecnologia diffusa e potente. Il salto quantico l’abbiamo fatto quando una rete neurale artificiale ha collegato simultaneamente miliardi di persone diffondendo una conoscenza apparentemente slegata dal potere centrale. Ma la gestione della massa non prevede un pensiero esageratamente libero: troppo pericoloso e troppo difficile da controllare. La gente deve essere inquadrata, deve pensare a lavorare, all’efficienza, alla produttività, al consumo, alla scalata sociale, così da restare in un recinto determinato per non provocare sconquassi indesiderati. Allora il potere ritorna ad essere ereditario e circoscritto. Un’elite di privilegiati che traccia le guide per il futuro, dove la ricchezza viene concentrata in pochi e dove le sue briciole vengono distribuite a moltissimi. Ma sorge un problema. Se la conoscenza e la realtà, quella vera, possono essere condivise da tutti, il sistema non funziona più, perché la menzogna non può farsi strada e di conseguenza i sudditi non si sottomettono facilmente e possono non voler rispettare anche delle regole inique. È semplice il concetto: se le greggi di pecore sapessero usare i fucili, non avrebbero bisogno di un pastore che le protegga dai lupi. Allora cosa fa il sistema? Innanzitutto prova a trasformare la realtà vera in una finta realtà virtuale, una finzione che ovviamente sia propedeutica alla gestione del potere dei pochi. Ma c’è di più: se si diffonde 66

la paura nelle masse, sarà la gente stessa a cercare un protettore salvifico. E allora la governance, qualunque essa sia, si fortifica nell’immaginario collettivo. Quindi è conveniente che la paura del futuro venga diffusa ad arte e la paura ancestrale più penetrante è di sicuro il terrore di morire. Ecco allora che appare il virus modificato in laboratorio che terrorizza ed è capace di rinchiudere tutti in casa. Ecco il cambiamento climatico che distrugge l’ambiente e sconquassa le abitudini naturali. Ecco la migrazione delle masse che sconvolge gli equilibri sociali e genera la paura del diverso. Ecco il patriarcato che uccide le donne e mette gli uni contro gli altri. Ecco un’inflazione improvvisa che taglia la capacità di acquisto e incrementa la povertà. Ecco le guerre totali capaci di distruggere intere economie e di dividere i popoli. Ovviamente questi fenomeni esistono, ma la comunicazione tendenziosa li deve enfatizzare al tal punto da renderli drammatici. Non si approfondiscono oggettivamente tutti gli aspetti con dibattiti scientifici e ragionevoli basati sul contraddittorio e su dati sperimentati, ma si urla all’eccezione allarmistica che deve sconvolgere il mondo. E, guarda caso, le cause non vengono ricercate con serietà, ma il problema viene risolto con la proposta della solita cura miracolosa che arricchisce solo qualcuno. Così la realtà viene manovrata e trasformata in un’opera teatrale drammatica, dove i registi sono sempre gli stessi e dove la paura rende la gente mansueta e perfettamente guidabile. E non arrovellatevi a ragionare più di tanto, perché ci penserà l’intelligenza artificiale a fare tutto il resto. Nonostante ciò, cercate comunque di vivere appieno il presente, senza voltarvi a cercare il passato (che non c’è più), o guardando troppo lontano verso un futuro (che non c’è ancora). Togliete da questo presente la PDF, riempitelo di curiosità per il vero sapere e conditelo con tante emozioni belle. Allora, buone feste a tutti voi. Alla prossima e in alto i cuori leggeri. Anche su: Twitter:@Fuochidipaglia Instagram:@fuochidigio


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NON SOLO IL RISTORANTE, L’HOTEL E LA DOLCERIA DI CISANO BERGAMASCO: LA FAMIGLIA COMI È UN PUNTO DI RIFERIMENTO ANCHE IN MATERIA DI BANQUETING CON UN SERVIZIO CATERING MOLTO APPREZZATO PER EVENTI PRIVATI, RICEVIMENTI NUZIALI, BATTESIMI E FESTE DI OGNI GENERE

Non solo ospitalità ed accoglienza. Fatur è un validissimo punto di riferimento anche per il vostro evento speciale. Grazie all’esperienza, alla creatività e alla fantasia dei propri collaboratori, questa storica insegna di Cisano Bergamasco si è affermata negli ultimi anni anche nel mondo del banqueting (come dimostra la collaborazione avviata con Accademia Carrara e il City Padel di Milano). Che sia il vostro giorno più bello, una ricorrenza speciale o un evento aziendale, il servizio proposto da Matteo Comi e il suo staff avrà un sapore unico, indimenticabile, capace di conquistare anche i palati più esigenti. Menù personalizzati per qualunque esigenza, arte gastronomica e passione per la cucina rappresentano la combinazione perfetta per un servizio che, avendo avuto modo di sperimentarlo per il nostro 30° anniversario, ci sentiamo assolutamente di garantirvi!

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ciao giò è stato bello INTERVISTA CON GIOVANNA GHILARDINI Valentina Colleoni

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HA CHIUSO INTIMO DI GIÒ CHE PER PIÙ DI VENT’ANNI È STATO PUNTO DI RIFERIMENTO IN CTTÀ PER L’ABBIGLIAMENTO INTIMO E I COSTUMI DA BAGNO


Lei è Giovanna Ghilardini ma tutti la conoscono come Giò o per meglio dire come la signora di “Intimo di Giò”, lo store di via Tasso, 85 che per ben ventiquattro anni ha gestito con passione, professionalità, riservando un sorriso a chiunque varcasse quella soglia…

avvisarmi che il negozio stava bruciando causa cortocircuito interno. Uno spavento incredibile nonché un danno pazzesco. Ma anche in quel caso la forza, il coraggio e il sostegno delle persone ci permisero di sistemare tutto ed un mese dopo tornammo a pieno regime”.

Giovanna, la notizia di poche settimane fa della chiusura del suo store ha colpito tutti coloro che la conoscono (e non solo)… “Ebbene sì, dopo più di vent’anni di ‘Intimo di Gio’ ho pensato fosse venuto il momento di dedicarmi un po’ di relax, cosa che con un’attività non è sempre facile fare. Inoltre era giusto riservare più attenzioni alla mia famiglia che in questo momento ha bisogno della mia presenza. Sicuramente la decisione non è stata facile ma a volte nella vita è necessario andare oltre”.

Parlando invece di moda come è cambiata in questi vent’anni? “Parlando di intimo oggi non mancano aziende sinonimo di qualità assoluta come La Perla o Paladini, per fare solo due esempi. Nella moda invece è cambiato tutto. Non solo per quanto concerne le collezioni ed i brand ma la diffusione, i canali di vendita ed il mercato in generale. Se prima le persone dovevano per forza recarsi negli store del centro per fare acquisti, oggi possono stare comodamente seduti a casa e, con un clic, comprare quello che vogliono. Ma vi dirò una cosa: se questo fenomeno, poco dopo il covid, aveva preso il sopravvento oggi la gente che ama vestirsi bene sta tornando alle vecchie abitudini perché ha capito che la qualità ed il rapporto umano valgono più di tutto”.

Ripercorrendo un pò le tappe della sua carriera quando decise di aprire Intimo di Giò? “Nella mia vita la moda ha sempre rivestito un posto importante anche se, prima di aprire il mio negozio, mi occupavo di contabilità per Nortaldent, un’azienda che si occupava di materiale per medici, dentisti ed odontoiatri. Ben ventidue anni di esperienza e soddisfazioni in questo settore ma, dentro di me, c’era sempre quella voglia di svolgere un lavoro più a contatto con le persone. E così nel 1999 un’opportunità mi si è presentata inaspettatamente: un cliente di mio marito ci chiese se volevamo subentrare nella gestione dello store della moglie che, per motivi di maternità, non poteva più continuare. Li ebbe inizio la storia di Intimo di Giò”. Come fu agli inizi? “Sicuramente entusiasmante perché oltre all’intimo decidemmo di inserire delle linee di abbigliamento molto ricercate che selezionavamo personalmente girando fiere e show room sia in Italia che a Parigi. Naturalmente non mancarono anche le difficolta: nessuno ci conosceva le aglitarsie inizi quindi la gente entrava con discrezione e quasi viste da vicino timore, per poi venire conquistata dal nostro sorriso, dalla cordialità e dalle attenzioni che riservavamo ai clienti”. Quindi se potesse tracciare un quadro di tutti questi anni di attività? “Sicuramente positivi. L’entusiasmo di svolgere questo lavoro mi spingeva sempre a riservare un sorriso per chiunque entrasse, cercando di esaudire, per quanto fosse possibile, le richieste dei clienti. E così si sono create tantissime amicizie che durano ancora oggi e che proseguiranno anche nei prossimi anni. Una cosa bellissima”. Qual è l’episodio che ricorda con maggior affetto? “Senza dubbio le sfilate organizzate in store. Fummo i primi a lanciarle. Vestivamo le modelle con i nostri abiti o costumi e loro sfilavano non solo in store ma anche al di fuori, creando curiosità e attirando tante persone, trasportate dallo show e dalla musica. Anni veramente felici! Ci sono stati ovviamente anche episodi non bellissimi: era il 2010, poche settimane prima di Natale, quando i pompieri mi chiamarono nel pieno della notte per

Quindi l’aspetto umano fa ancora la differenza? “Assolutamente sì. Entrare in un negozio e trovare una persona con il sorriso, pronta ad aiutarti nelle tue scelte non ha prezzo. Ci sono aspetti dell’essere ‘umani’ che non vanno dimenticati. Qualche giorno fa ero per strada ho incontrato una mia cliente che da poco aveva saputo della chiusura e ha mostrato tutto il suo affetto e gratitudine per tutti questi anni: mi ha fatto davvero piacere. Ecco, queste sono cose che non hanno valore e che solo un rapporto umano può creare”. Giò, un messaggio a tutte le sue clienti e ai nostri lettori… “Ringrazio tutti quanti per questi anni meravigliosi e per i ricordi indelebili che porterò per sempre dentro di me. Un grazie alle mie clienti, nella speranza che anche loro possano conservare un bel ricordo ripensando ad Intimo di Giò, un grazie ai lettori di QuiBergamo che mi hanno seguita con i servizi moda in tutti questi anni e un ringraziamento speciale anche al sindaco Gori che ha consentito a via Tasso di diventare una zona di Bergamo curata ed elegante, dove fare shopping è sempre bello. Non mi resta che aggiungere… buona vita a tutti!”.

Un caloroso abbraccio dalle redazione di qui bergamo e un ringraziamento per la fiducia che Giovanna ha riposto in noi in tanti anni di collaborazione. Ciao Giò ci mancherai!


Tiziano e Aretino

Tiziano Vecellio, Ritratto di Pietro Aretino, 1545 olio su tela. Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina. 72


Numerose sono le opere di pittori, scultori e incisori che hanno consegnato all’eternità il volto di

Pietro Aretino (1492 - 1556), una delle personalità più amate e contemporaneamente discusse del Cinquecento ma, nell’immaginario collettivo, la figura del letterato coincide con il ritratto eseguito dall’amico Tiziano (1488/1490 - 1576) custodito nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti (Gallerie degli Uffizi) di Firenze, da dicembre ad aprile in prestito ad Accademia Carrara di Bergamo e al centro di un prezioso progetto espositivo. Succede nella storia dell’arte, in particolare nella storia dei ritratti, che un’opera assurga al ruolo di immagine per eccellenza, divenendo icona: per il letterato toscano non solo quell’opera è la tela della Galleria Palatina - perché chi pensa ad Aretino lo ricorda voltato di tre quarti con lo sguardo fiero, vestito di un robone di velluto color porpora, con la lunga barba, la fronte alta e la collana d’oro – ma anche in virtù dello stretto rapporto che il ritrattato ebbe con il pittore. Il progetto di Accademia Carrara parte dunque da quest’opera per approfondire una delle figure più affascinanti del Cinquecento: L'uom tre volte chiarissimo e divino / il famoso immortal Pietro Aretino, autore anticonformista, diplomatico, polemista e primo a praticare la critica d’arte così come oggi la intendiamo, proponendo al pubblico una riflessione che parte dal dipinto di Tiziano e si amplia grazie a una serie di opere che spaziano dalla grafica alla medaglistica all’editoria, tutte arti ben conosciute dallo scrittore, chiamate a celebrarlo. Inoltre, grazie alla collaborazione tra M. Cristina Rodeschini, direttore di Accademia Carrara ed Enrico Maria Dal Pozzolo, tra gli autori del catalogo, è nata l’idea di un dialogo tra il dipinto di Tiziano e Giovan Battista Moroni (1520/24 – 1578/79) come l’artista che, all’interno della collezione bergamasca, potesse relazionarsi al meglio con Vecellio, creando un efficace intreccio, nella sorprendente originalità dei rispettivi linguaggi. Aretino fu l’alfiere del «ritratto naturale», pratica in cui sia Tiziano sia Moroni raggiunsero traguardi straordinari. Così i due pittori sono proposti vicini seppur nelle loro distanze, se si considera che fu sempre lo scrittore a so- Alessandro Vittoria stenere che i ritratti dovessero raffigurare personalità di rango e non, come ebbe a dire, ‘sarti e beccai’, Medaglia di Pietro suggerimento che Moroni eluse apertamente. A cura di M. C. Rodeschini, P. Plebani e G. Zaccariotto Aretino strinse una grande amicizia con Tiziano, del quale apprezzava l’impetuoso temperamento: una Aretino 1552 circa bronzo reciproca affinità che consentì al pittore di interpretare con precisione e autorevolezza la spiccata personalità dello scrittore, solito nel frequentare gli artisti più importanti dell’epoca e influente interlocutore di esponenti del mondo politico e culturale. Tiziano celebra Aretino al vertice del suo successo personale, coniugando, in una riuscitissima sintesi, rappresentatività di status e intima conoscenza della persona ritratta e dando vita a una potente raffigurazione della ostinata volontà messa in campo dallo scrittore nel promuovere la sua figura di intellettuale attraverso un uso consapevole e anche spregiudicato della propria immagine. La mostra si propone di evocare questa vicenda accostando alla tela eseguita da Tiziano altre celebri testimonianze dell’iconografia aretiniana, come una serie di più e meno celebri medaglie di diversi artisti, che scandiscono tutto il corso della carriera del letterato e testimoniano quanto la ritrattistica sia intrinsecamente legata alle sue edizioni a stampa e utilizzata come mezzo per promuovere le pubblicazioni. A queste si aggiunge la medaglia con al rovescio la testa di falli, nata invece con lo scopo di irridere Aretino. Il Ritratto di Pietro Aretino eseguito da Tiziano nel 1545 è un’opera straordinaria sia per la qualità dell’esecuzione, esempio della sua produzione matura, potente, abbozzata nella materia pittorica, a tratti non finita, sia per la destinazione. Pietro Aretino è infatti soggetto e committente del dipinto con la precisa volontà di donarlo a Cosimo I de’ Medici al fine di ricevere la sua protezione, un’operazione di autopromozione a tutti gli effetti, certamente non comune per l’epoca. Affascinante anche il commento all’opera che Aretino scrive in una lettera a Cosimo I nel 1545: Certo [questa mia sembianza] respira, batte i polsi e muove lo spirito nel modo ch’io mi faccio in la vita; et si più fossero stati gli scudi, che glie ne ho dati invero [a Tiziano], e drappi sarieno più lucidi, morbidi e rigidi, insinuando – con tono beffardo – che il lavoro del pittore fosse proporzionato al denaro ricevuto. La mostra che la Carrara dedica alla figura di Pietro Aretino offre al pubblico un cammeo sul grande letterato del Cinquecento - scrittore, polemista, diplomatico, inventore di nuovi generi letterari, poeta disposto a trattare senza alcuna remora dei liberi costumi della società in cui visse perfettamente a suo agio - in dialogo con gli umanissimi ritratti di Giovan Battista Moroni. La poliedrica figura di Aretino è qui descritta attraverso più medium espressivi, dalla grafica, alla medaglistica, all’editoria, tutti ben conosciuti dallo scrittore e chiamati, per mano di capaci artefici, a celebrarlo e a preservarne la memoria.

Anonimo Pietro Aretino Testa di falli

Fino al 1 aprile 2024 Accademia Carrara piazza Giacomo Carrara, 82 Bergamo lacarrara.it


Il racconto della musica lirica prosegue in Accademia Carrara e da Tutta in voi la luce mia. Pittura di Storia e Melodramma, la mostra in corso dedicata all’Ottocento romantico tra pittura e melodramma: si arriva ora, grazie a Hiroshi Sugimoto e alla fotografia, fino dentro ai teatri, immaginando la magia del cinema. Non esiste in Italia un luogo senza una via, una piazza intitolata ai grandi protagonisti del melodramma, così come sono moltissime le città con teatri lirici a loro dedicati, molti di questi sono oggetto della ricerca di Hiroshi Sugimoto(Tokyo, 1948), poliedrico artista giapponese, che presenta in Accademia Carrara una selezione della serie Opera House realizzata in diverse istituzioni del nostro paese.

Hiroshi Sugimoto Opera House

A distanza di anni, Sugimoto ha ripreso l’indagine fotografica in Europa, dove, a partire dal 2013, è nata Opera House. L’attenzione dell’artista giapponese si è poi concentra sul Nord e Centro Italia in teatri di grandi città e di piccoli centri, in cui vengono montati schermi raffiguranti i grandi classici del cinema italiano – Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini,Vittorio De Sica, Federico Fellini – catturando l’intero film in un'unica esposizione. Lo schermo si trasforma così in una luce bianca incandescente che suggerisce una sorta di epifania. A cura di Filippo Maggia dal 4 dicembre 2023 al 25 febbraio 2024 Accademia Carrara, Ala Vitali

Fotografie in cui lo spazio fisico dei palcoscenici e il rapporto con la luce sono protagonisti Architetto, designer e fotografo, in Opera House Sugimoto condensa due delle sue più grandi passioni, il teatro e il cinema, attraverso scatti con palchi che ospitano, in molti casi, schermi bianchi, frutto della deflagrante visione dell’intero flusso di fotogrammi di una pellicola filmica. Una ricerca tra spazio, luce e immagine che ha inizio nel 1978, dapprima nei teatri americani degli anni Venti e Trenta e quelli architettonicamente più ricercati degli anni Cinquanta, per poi proseguire nei cinema all’aperto, i tradizionali drive-in, le cui immagini hanno dato origine alla serie Theathers. 74 74


Dieci le opere in mostra in Carrara, un progetto che omaggia Tutta in voi al luce mia (in corso fino al 25 febbraio 2024) dedicate a teatri con architetture tra le più innovative e affascinanti in Italia e nel mondo, realizzati da straordinari progettisti quali Andrea Palladio, Giovan Battista Aleotti, Vincenzo Scamozzi, Francesco Tadolini, Leopoldo Pollack, chiamati a soddisfare i desideri di esigenti e colti committenti. In alcune fotografie, oltre alla visione frontale del palcoscenico, del sipario aperto e dello schermo luminescente, viene offerta anche una veduta della platea e della galleria, come nel caso del Teatro di Villa Mazzacorati a Bologna, i cui ordini di palchi sono caratterizzati dalla presenza di cariatidi o, ancora, del cinquecentesco Teatro all’Antica di Sabbioneta, con il suo inconfondibile peristilio corinzio.

le tarsie viste da vicino

In Opera House è il senso del tempo a regolare il rapporto tra fotografo e soggetto, spettatore e opera. Un tempo in apparenza sospeso, annegato nel bianco dello schermo posto al centro dell’immagine, un bianco abbacinante dentro al quale si è consumata la narrazione cinematografica. Un’esplosione di luce che accende la nostra fantasia, illuminando contestualmente lo scheletro del teatro vuoto, senza pubblico. Una visione più che una rappresentazione: il flusso di fotogrammi come proiezione del tempo che scorre, dentro al quale ognuno può inventare la propria storia.

Fino al 25 febbraio 2024 Accademia Carrara piazza Giacomo Carrara, 82 Bergamo lacarrara.it


Sandy Skoglund

I MONDI IMMAGINARI DELLA FOTOGRAFIA MOSTRA A CURA DI PACI CONTEMPORARY E MARIO TREVISAN

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Sandy Skoglund

Senigallia Città della Fotografia continua il suo impegno nella promozione e valorizzazione dei grandi fotografi internazionali. La mostra è organizzata dal comune di Senigallia con il sostegno di Regione Marche, la collaborazione di Fondazione Cassa di Risparmio e Galleria Paci Contemporary.

Sandy Skoglund e Giampaolo Paci, New York

The cocktail party, 1992

I mondi immaginari della fotografia 1974 - 2023, consente di esplorare tutte le fasi della carriera di Sandy Skoglund. Dai primi passi nell’autodidattica degli anni ’70 ai grandi successi degli anni ’80, come Radioactive cats e Revenge of the goldfish, con i loro iconici animali fluorescenti, fino alle celebri opere degli anni ’90 come Atomic Love e The cocktail party, dove le installazioni diventano sempre più ricche e complesse con figure umane e statue che dialogano in silenzio. Infine Winter, l’ultima opera realizzata dall’artista, un lavoro iniziato nel 2008 e terminato nel 2018 la cui elaborazione ha richiesto anni di prove e tentativi, in cui ha sperimentato tecniche nuove e processi digitali focalizzati sull’immagine del fiocco di neve, “un ibrido di tecniche e concetti che sono stati immortalati insieme dalla macchina fotografica il 22 dicembre 2018.

Radioactive cats, 1980

In opposizione alla rapida istantanea, Winter è uno studio sulla perseveranza e la persistenza, un paesaggio artificiale che celebra le belle e spaventose qualità della stagione più fredda”, racconta Skoglund.

PALAZZO DEL DUCA DI SENIGALLIA 78

fino al 02.06.2024

Winter 2018


2 Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare. (Winston Churchill)

LUPUS IN FABULA

Benito Melchionna Procuratore emerito della Repubblica

A LAVINIA NIPOTE DI ANNI 17 Nella comunità più estesa mondializzata tra insolite narrazioni e interconnessa da violenza pervasiva ancora si irradia la luce limpida e benigna del tuo sorriso che offrì al genio esule di Enea l’Impero sempiterno di Roma. Orfani della grazia di Giulia abitiamo assieme parole abusate nel garbuglio di voci manovrate da attori calati sui drammi di guerre e di sguardi ombrati da lacrime feconde. Saturo di memorie a ritroso mi rimetto intanto in cammino e sogno per la tua primavera il tempo dell’amore e della pace nell’intreccio delle passioni. Possa così la tua fiorita bellezza sbrigliata di gioiosa fantasia danzare armoniosa e trasgressiva tra la grande madre terra e i pianeti che fanno corona alle costellazioni infinite nei cieli.

Lavinia Vietti, nipote dell’Autore

Mia principessa, da nonno ormai inquadrato tra i grandi anziani, mi viene il ghiribizzo di dedicare ai tuoi splendidi 17 anni di vita alcuni versi, che qui di seguito illustro un po’ come si usa a scuola. So che molti vecchi ricorrono in extremis alla ipocrita ethics washing per tentare di lavarsi la coscienza dalle malefatte di una vita; magari ingarbugliando poi le cose con il lascito di patrimoni ladronecci, che causano spesso aspri conflitti tra gli eredi. Non è questo però il mio caso. Sia perché ho sempre cercato di rimediare per quanto possibile agli errori commessi, sia perché - prima di salire al cielo e trasformarsi in farfalla anima mundi - la tua immensa nonna Wanda provvide a distribuire in modo equo tra tua madre e le sue due sorelle i limitati beni disponibili. Ora, per aiutarti a cogliere il senso di questi quattro versi, comincerò col dirti che mi è parso ovvio accostare il nome di Lavinia a quello dell’eroe virgiliano Enea. Il quale fu costretto a errare per il Mediterraneo, da sempre cuore del mondo, dopo la distruzione della mitica città di Troia (1184 a.C. ?), tra dense passioni e trucidi sgozzamenti, come narrati nell’Iliade dal sommo Omero; approdando infine nel basso Lazio accolto da Lavinia, figlia del re Latino e sua promessa sposa, per seguire il suo glorioso destino verso la fondazione di Roma. A prescindere comunque dai richiami alle nostre leggendarie radici, il sentimento che anima il mio testo poetico intende rappresentare voti e progetti di felicità per il tuo futuro nel momento di passaggio dalla fase post-adolescenziale. Senza poi ricorrere a prediche che lasciano il tempo che trovano, vorrei solo proporti di riflettere, magari assieme ai tuoi coetanei, sulla condizione esistenziale della generazione Z, che comprende i nati tra il 1997 e il 2012, e alla quale quindi appartieni a pieno titolo.

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LUPUS IN FABULA È risaputo che i giovani appaiono oggi depressi, probabilmente perché gli adulti - genitori e professori compresi -, andando sempre di fretta per inseguire i propri (spesso vani) interessi, li vedono senza guardarli e li sentono senza ascoltarli. Avete del resto tutti la sensazione di essere abbandonati sul precipizio del mondo, per cui vi sentite e vi dichiarate “Ultima Generazione”. Per questo avete ragioni da vendere per improvvisarvi attivisti, bollati come “eco-vandali” quando danneggiate in modo rimediabile i beni pubblici, anche se ciò vale a protestare contro il progressivo degrado del patrimonio ambientale e culturale, che sta irrimediabilmente compromettendo l’intera permanenza di vita sul pianeta. In realtà, soprattutto nelle prospettive dei più giovani, il presente e il domani devono anzitutto fare i conti con il “global stocktake” e con l’Obiettivo globale sull’adattamento al cambiamento climatico; argomento quest’ultimo assai ostico e di cui hanno discusso senza esito i quasi 200 Paesi del mondo partecipanti alla Conferenza Cop28 di Dubai nel dicembre 2023. Il guaio è che la transizione verso l’efficienza energetica sostenibile si presenta come negoziato assai controverso. Ciò perché l’abbandono dei combustili fossili, a ragione ritenuti altamente inquinanti e causa prima dell’effetto serra, non è voluto - a vantaggio delle fonti rinnovabili, energia atomica compresa - dai produttori di petrolio e compagnia cantando (USA, Cina, Russia, Emirati, Arabia Saudita…). Ho preso pertanto le mosse generali dagli effetti infausti della globalizzazione. La quale, in un mondo a portata di clic e ormai ignara dei valori spirituali e della solidarietà, ha allargato all’intera comunità umana la cultura dei parametri econometrici, che sono per definizione disumanizzanti in quanto concorrenziali e quindi conflittuali per la conquista dell’agiatezza materiale; la quale non è detto che sia adatta di per sé a favorire l’ascensore sociale, e tanto meno a realizzare quella che comunemente definiamo migliore qualità della vita. Da qui le molteplici guerre in atto nel mondo, da qui la violenza pervasiva che minaccia la sicurezza individuale e l’ordine collettivo, fino a renderci da ultimo orfani della grazia di Giulia Cecchettin, uccisa con crudeltà dall’ex fidanzato Filippo Turetta l’11 novembre 2023. Invoco allora, come ultima speme, la luce del tuo sorriso limpido e benigno perché possa rendere le lacrime, scaturite da tanto male, idonee a fecondare la pace. Quella purtroppo da sempre ritenuta impossibile, a dispetto di ogni progresso, visto che ci portiamo ancora nel Dna tracce dell’istinto belluino del nostro progenitore Caino, primo fratricida della storia per ragioni di gelosia. Auguri intanto di felice anno 2024 (e seguenti!) per te e per tutti coloro che fanno parte del tuo mondo di amore. 80

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