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ERGON

COMMERCIALISTI E REVISORI LEGALI

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Ph. Sergio Nessi

CAMBIAMO IL NOSTRO PRESENTE PER GARANTIRE IL FUTURO DEI NOSTRI CLIENTI

ANGELO CISOTTO CI PARLA DELLO STATO DELLE PROFESSIONI DEL FUTURO DEI COMMERCIALISTI E DELLA SCELTA DI ALLARGARE LO STUDIO A DUE NUOVI VALENTI COLLABORATORI E SOCI

A destra Angelo Cisotto con i due giovani soci, i dottori Commercialisti Elisa Tassoni e Rodolfo Massaro

Siamo in questa nuova sede molto moderna e che ancora profuma di nuovo. Cosa Vi ha spinto a trasferirvi? “In via Sostegno eravamo in scadenza di contratto e poiché siamo in procinto di dare allo Studio una struttura societaria più adatta ad affrontare il futuro, ci è sembrato bello e opportuno rappresentare la novità anche nello stile”. Avete scelto ancora di non acquistare i locali. Timore del futuro? “Assolutamente no, però le incertezze, da questo punto di vista, sono troppe e riteniamo che essere fluidi sia la miglior scelta. Fino a pochi anni fa comprare la sede era considerato un punto di arrivo, ma già oggi la possibilità di lavorare e di riunirsi da remoto rende meno necessaria la identificazione della sede con la proprietà. La tendenza sarà senz’altro quella di sviluppare questo modo di lavorare che chiamiamo con familiarità Smart working, ma che dobbiamo ancora comprendere fino in fondo, e per fare questo ulteriore pezzo di strada è molto meglio essere “leggeri” ed elastici”. Se ben comprendo, quindi, anche Voi pensate che il futuro delle Professioni si presenti più problematico che in passato? “Non esattamente. Si sente spesso affermare che le Libere Professioni sono in crisi. È vero, ma come sempre avviene quando si generalizza, è vero solo in parte. Prima di tutto non tutte le Libere Professioni sono in crisi nello stesso modo, perché all’interno di ognuna di esse esistono “regioni” quasi inesplorate dove agiscono in pochi e la percezione della necessità di essere aiutati da un “esperto” è molto elevata. Laggiù non si discutono le competenze e neppure i prezzi e, se esiste un problema, è eventualmente quello della scarsità dell’offerta. A questo aspetto se ne affianca un altro, però: i Liberi Professionisti sono storicamente abituati a lavorare personalmente sulle attività che sono Loro affidate dal Cliente. Si tratta di un atteggiamento che possiamo a buona ragione definire “culturale”, perché il Libero Professionista: - deve, a differenza di qualsiasi altro operatore economico, garantire la Fede Pubblica; - storicamente, viene scelto dal Cliente in virtù dell’intuitu persanae, perché si tratta proprio di Lui, non della Sua organizzazione o del Suo marchio; - deve rispettare norme di comportamento interne solo al proprio ordinamento; -risponde più severamente di altri in caso di colpa o colpa grave.

Questo insieme di fattori ancora oggi determina il convincimento che la miglior garanzia di buon risultato sia il “far da sé”. Se a questo aggiungiamo che la statistica recente - limitatamente alla Professione del Commercialista - ci dice che oltre il 60% degli Studi è di tipo individuale, che il numero medio di addetti (comprendendo fra essi professionisti, collaboratori, dipendenti e praticanti) per studio è inferiore a 4 e che, solo il 30% degli Studi, conta più di 5 addetti, che l’età media degli iscritti è assai vicina ai 50 anni e oltre l’80% degli iscritti ha più di 40 anni, ecco emergere una resistenza naturale - e in totale antitesi con la cultura di impresa - alla “modernizzazione” degli Studi e all’utilizzo spinto della tecnologia. Un altro paio di elementi cruciali - per lo meno per quanto riguarda la nostra Professione - è rappresentato da una parte dalla commistione fra servizi prestati alle imprese e consulenza professionale e dall’altra parte dalla invadenza di competitors di dimensioni enormi rispetto a quelle dei nostri Studi”. Mi è molto chiaro il primo focus, meno il secondo. Potreste spiegarlo in modo più specifico? “Certo. Intendiamo dire che oggi i Commercialisti offrono alla Loro Clientela consulenza strettamente “professionale” che richiede tempi di preparazione molto lunghi, molteplicità di esperienze e aggiornamento continuo. Queste sono competenze assai sofisticate che richiedono studio, sacrificio, dedizione, perseveranza e talento. Oltre a queste, però, il mercato ci richiede anche tutta una serie di servizi di contenuto professionale più attenuato, ma che la nostra Clientela esige sia fornito con la stessa qualità della consulenza prettamente professionale. È molto difficile mettere queste due cose all’interno della stessa struttura organizzativa, ma è ancor più difficile eliminare dal “catalogo dei prodotti” dello Studio le attività a limitato contenuto professionale. Quanto al secondo aspetto, è divenuto molto difficile competere con le grandi Società di consulenza che sono dotate di straordinaria potenza finanziaria e politica e non solo possono investire quantità di denaro inimmaginabili per il singolo Studio professionale, ma anche possono svolgere attività di lobby estrema a noi del tutto inaccessibili”.

Angelo Cisotto (ph. Sergio Nessi) Quindi è vero che il mondo delle Professioni è in crisi? “Parzialmente sì, ma solo se si resta passivi. Bisogna, invece, reagire modificando in parte le nostra mentalità e le nostre abitudini. A nostro giudizio la risposta che i professionisti devono dare a questo stato di cose deve incardinarsi su poche, ma essenziali sfide: - investire denaro, ma soprattutto risorse culturali, nella tecnologia. Questo ambito è considerato con diffidenza dai Professionisti, vuoi perché nessuno lo ha Loro mai insegnato, vuoi perché si sono sempre sentiti impegnati in “cose più serie” che non lasciano tempo per queste conoscenze, che sono anche ritenute piuttosto “vili”, vuoi per limiti di “borsa” o di età, vuoi perché il mercato dei fornitori di tecnologia ai professionisti è esso stesso poco popolato e poco ambizioso; - utilizzare queste opportunità per rendere profittevole anche la porzione di servizi a limitato contenuto professionale; - rinunciare al culto della personalità tipico dei Liberi Professionisti per promuovere l’associazionismo fra Professionisti dello stesso Studio, l’aggregazione fra Studi diversi, la creazione di reti Professionali; tutto con lo scopo di affermare non la competenza e la reputazione del singolo, ma quelle della Società professionale, delle Joint fra Studi diversi, delle Reti Professionali e, così agendo, per liberare risorse culturali, esperienze professionali e capacità di investimento sconosciute ai Professionisti di ieri.

Non si deve dimenticare, infatti, che le competenze richieste al Libero Professionista oggi sono moltissime, e già ora è impossibile per un solo individuo coprirle in quantità sufficiente, ma se ciò non bastasse, si deve sapere che, mentre fino agli anni ottanta chi iniziava la professione ne usciva con le medesime competenze che possedeva all’ingresso, oggi la vita utile delle nostre competenze non supera i cinque anni; - dare spazio alle generazioni giovani. L’energia, l’entusiasmo, la comprensione dell’attualità, la cultura adatta ai tempi che corrono, ce l’hanno i giovani e manca agli anziani. Tentare di tenere lontani dal “Ponte di comando” i giovani perché si teme il momento della inevitabile sostituzione serve a impedire di sviluppare la linfa vitale e mortifica, allo stesso tempo, lo sviluppo di quella meravigliosa sintesi fra esperienza ed novità, fra tradizione e rinnovamento, fra riflessione ed entusiasmo”. Molto chiaro. Voi, però, Vi presentate ancora come uno Studio di tipo individuale. Come si spiega questo aspetto? “Con le esigenze del Tempo, che non possiamo governare. Da alcuni anni, infatti, siamo mossi da questi pensieri e abbiamo programmato il futuro del nostro Studio come quello di una Società tra Professionisti nella quale il salto generazionale fra Anziani e Giovani sia tale da consentire la sostituzione in assenza di alcun trauma, ma - anzi - favorendo le esigenze degli uni e degli altri. Per farlo è stato necessario attendere che il Tempo fosse quello gusto per ognuno di noi. Una volta fatto questo passaggio, che è cruciale per affrontare la sfida che ci attende, valuteremo con attenzione un progetto di alleanze con altri Studi che condividano i nostri principi, per consentirci di uscire dalla trappola del sottodimensionamento, della segregazione geografica e della limitazione della offerta professionale. Un salto culturale e un programma ambizioso che contiamo di realizzare in due tappe delle quali la prima si concluderà nell’anno COMMERCIALISTI E REVISORI LEGALI www.ergoncommercialisti.com

CAMBIAMO IL NOSTRO PRESENTE PER GARANTIRE IL FUTURO DEI NOSTRI CLIENTI

in corso con la nascita di Ergon Young, una Società tra professionisti che vedrà la partecipazione – accanto al fondatore Angelo Cisotto - di due Soci giovani nelle persone dei Dottori Elisa Tassoni e Rodolfo Massaro che iniziarono il loro percorso professionale rispettivamente nel 2007 e nel 2009, e la seconda che vorremmo realizzare entro il 2023 che dovrebbe vedere nascere una struttura più complessa e articolata fra Studi indipendenti, ma legati da accordi di sviluppo e crescita condivisa”. Molto interessante. Partendo da dove? “Da ciò che esiste e da ciò che si può toccare con mano e percepire entrando da quella porta. A Brescia abbiamo una struttura composta da una dozzina di addetti tra impiegati e collaboratori, a Lumezzane disponiamo di una struttura di venticinque addetti tra impiegati e collaboratori, mentre a Montichiari abbiano esiste una sede di rappresentanza che riceve su appuntamento. Siamo alla soglia delle 500 partite IVA curate sotto il profilo amministrativo, contabile e fiscale, gestendo per molte di queste l’elaborazione delle paghe e fornendo servizi di consulenza del lavoro. Proseguiamo da qui e da una storia che comincia quaranta anni or sono, si risale al 1986, e che ci ha fatto passare attraverso molte esperienze che ci hanno arricchito di idee, competenze e stile. Su queste basi abbiamo edificato il presente e da qui, uniti, progettiamo e costruiremo il nostro futuro per condividere con i nostri clienti le sfide e i successi che ci attendono”.

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