SUBSONICA
ADELE MANUTI
SUBSONICA
La storia di una vita.
I Subsonica si formano nell’estate del 1996, unendo alcuni fra i migliori esponenti della scena musicale alternativa torinese. Max Casacci chitarrista e abile manipolatore di suoni era stato uno dei componenti del gruppo reggae Africa Unite, Boosta e Samuel suonavano insieme negli Amici di Roland. Ninja, dopo un’esperienza nei Karamamma e nei Base ed altre formazioni minori, suonava la batteria come musicista professionista seguendo in tour Ornella Vanoni. Pierfunk aveva collaborato in numerosi album di artisti italiani, fra i quali Loredana Bertè e Marcella Bella.
Subsonica La storia di una vita.
Titolo originale: SUBSONICA la storia di una vita Redazione: ADELE MANUTI Progetto Grafico: ADELE MANUTI Impaginazione elettronica: ADELE MANUTI www.espressedizioni.it ISBN 88-09-03299-3 @2013 ESPRESS EDIZIONI s.r.l. via Servais 176/2 – 10146 Torino Prima edizione Giugno 2013
Indice
Intro Addestramento individuale
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La storia
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Discografia
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Foto
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Intro
Non c’è bisogno di appartenere alla schiera degli addetti ai lavori per intuire che i Subsonica rappresentano un’anomalia nel panorama della musica pop italiana. Lo si avverte dal seguito trasversale di cui godono, un folto pubblico nelle cui fila convergono appassionati del rock di qualità, giovanissimi di vocazione alternativa, segmenti del mondo dance, fruitori dei network musicali radiotelevisivi. La peculiarità del gruppo torinese nel rapporto con i media, dal canto suo, ne ha sempre preservato l’immagine dai rischi della sovraesposizione commerciale, superando al tempo stesso il ristretto ambito della scena indipendente.Nel mondo dei Subsonica, canzoni apparentemente facili nascondono nevrosi destabilizzanti, soluzioni ardite divertono e coinvolgono, il perfezionismo si stempera in un’intenzione selvaggia che ruzzola al confine con il punk. Sono sensazioni diffuse, schegge che piovono dal palco, dai dischi, dai video, dalle interviste, a cui questo libro si propone di offrire una chiave di lettura articolata dando per la maggior parte del suo svolgimento la parola a loro.Boosta, Max, Ninja, Samuel, Vicio e Pierfunk raccontano proprio questo: l’orgoglio, la gratificazione e il tormento di chi da sette annideve in sostanza inventare ogni giorno una maniera differente di stare nello star system, senza cedere alla tentazione di comportarsi da stella e affrontando in modo sistematicamente anomali i meccanismi che costituiscono il sistema. Non è una trattato di sociologia, benchè la relazione dei Subsonica con la società sia un ricorrente elemento d’indagine; nè un viaggio di taglio psicologico, per quanto gli stessi musicisti si siano ritrovati, con la scusa di collaborare alla stesura di questo volume, a interrogarsi su argomenti che non sempre una vita spesatra furgone,palco,after-show, studio di registrazione e progetti paralleli consente di approfondire con la necessaria calma. E’ una storia, e come tutte le storie ha voglia di essere raccontata e ascoltata.
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Addestramento individuale
Prima di tutto, i protagonisti. Perché Subsonica non si nasce, si diventa, e scavare nelle storie personali, che a partire dal gennaio 1996 cominceranno a confluire nel progetto, svela chiavi di lettura importanti per comprendere dinamiche interne e sviluppi futuri. Gruppo torinese, l’atlante parla chiaro. Ma non per questo scaturito da background analoghi. L’adolescenza di Samuel significa anni ‘80 a tutta discoteca nel popolare quartiere della Barriera di Milano, che è altra cosa rispetto agli spicchi di new wave e anni di piombo che Max, il veterano del gruppo, aveva fatto in tempo ad assaggiare in una zona più vicina al centro. Il Boosta è il più piccolo, frequenta un liceo importante, conosce la città per ultimo e cresce nella generazione video, mentre Pierfunk e Vicio. bassisti che si passeranno il testimone strada facendo, arrivano dalla concreta provincia montanara. E che dire di Ninja, studente modello, ingegnere e musicista per DNA. Diversa anche la musica, ovviamente. Nei racconti preliminari passa di tutto, come in ogni romanzo di formazione che si rispetti. Assaggi casuali, fratelli maggiori, bande di paese, esperimenti con gli amici, lezioni, dischi, video, colonne sonore, fonica, gruppi piccoli e più grandi, band affermate, turni al servizio di stelle pop in tournée. Detto delle differenti provenienze, ecco il denominatore comune: una passione forsennata per la musica, che scandisce adolescenze e crescite individuali al ritmo del grande sogno di poterci un giorno vivere. Come nel caso delle traiettorie umane e del rapporto con la città, tutto finirà inevitabilmente sotto il marchio Subsonica, dando vita alle scintille d’intesa, al confronto, alla crescita comune e agli inevitabili attriti di cui si compone la storia delle sei persone che vanno a raccontare i loro percorsi di addestramento individuale.
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c-Max
Massimiliano Casacci, meglio noto come Max Casacci (Torino, 11 ottobre 1963), è un chitarrista italiano, produttore e fondatore dei Subsonica. È inoltre compositore e autore della maggior parte dei testi del gruppo, produttore musicale, tecnico del suono e direttore del Traffic Torino Free Festival. Ascolta musica fin da bambino cioè negli anni ‘’70. Con suo padre i vinili di Burt Bacharach, con amici più grandi di lui Led Zeppelin, Pink Floyd Suzi Quatro prima e Genesis, King Crimson, Weather Report più avanti. Inizia a suonare la chitarra con i compagni di strada e poco più avanti con una certa assiduità prende a frequentare l’oratorio e il circolo di Lotta Continua del quartiere, fondamentalmente perché in entrambi i luoghi c’è una sala musica, con la chitarra elettrica. A quindici anni prende lezioni di chitarra jazz. Con alcuni amici mette insieme il suo primo gruppo: gli “Zenobia”. Il repertorio è progressive. A diciotto (1981) scopre post punk e new wave, cambia frequentazioni, luoghi, amicizie abbigliamento, taglio di capelli, incomincia ad ascoltare Tuxedo moon, Siouxsie, Talking Heads, The Cure, Throbbing Gristle ,etc e viene coinvolto dai Carmody (ex Teknospray, una delle prime formazioni new wave italiane) in un progetto di “new wave surrealista”.Ben presto nello studio-cantina apprende tecniche di registrazione, sequencer, batterie elettroniche e arrangiamento, diventando membro a tutti gli effetti del progetto. I Carmody verranno scoperti dalla tedesca Anna Logue records e stampati in cd nel 2009 (!) A ventidue milita come bassista nei Deafear, gruppo torinese di punta della scena dark primi ‘80. Con loro suonerà dal vivo prima il basso poi la chitarra e lavorerà agli arrangiamenti di un album mai uscito. In un’aula universitaria conosce Francesco Caudullo (successivamente noto come Madaski), all’epoca front man dei Suicide Dadà: gruppo dark piuttosto teatrale. I due stringono amicizia formando una darkband elettrica chiamata: A Mad in Prague. Max scrive tutte le musiche, Caudullo i testi. Lo stile è Sister of Mercy. La I.r.a di Firenze insisterà molto per averli. Loro rifiuteranno perché preoccupati dai vincoli di un
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eventuale contratto. Diplomatosi in arti fotografiche, lavora come assistente presso lo studio cinematografico (artigianale) del padre Ferruccio Casacci in Piazza Vittorio a Torino ex-sede di Casasonica. Messi da parte i soldi per un registratore otto piste, trasforma lo spazio doppiaggi in una piccola sala d’incisione, componendo musiche per documentari, danza contemporanea, teatro. Nell’86 firma la colonna sonora del film di suo padre Il giardino degli inganni. Per l’occasione impara a suonare liuto e chitarra classica. Verso la fine degli anni ’80, periodo neo-psichedelico, suona la chitarra con torinesi Misfits: gruppo capitanato dal carismatico e irrequieto Gigi Restagno: geniale autore di pop songs scomparso nel Gennaio del’97. I Subsonica gli renderanno omaggio dieci anni dopo reinterpretando la sua “Coriandoli a natale”, oltre che partecipando all’organizzazione, ogni anno, di una serata in suo onore con musicisti e gruppi torinesi e non solo. Nell’87 collabora con The difference: una band psyco blues floreale che riceve ottime recensioni in Inghilterra, guidata da Mixo e Marziano Fontana: geniale produttore con il quale Max firmerà la sua prima produzione: l’album dei Vegetable Men “it’s time to change” (“uno dei capolavori della psichedelica italiana” Enciclopedia del rock italiano, Arcana Editrice, Milano 1993). Nello stesso periodo sempre la Toast Records pubblica due brani a nome Massimiliano Casacci. Il primo (in Oracolo) è un’eterea e acida cover di Ticket to Ride, l’altro (nell’audiorivista Punto Zero) la sigla di un programma radiofonico, “Cellophane”. Con Giulio Tedeschi produce artisticamente la Bom Shankar Suite dei No Strange che appare sulla seconda facciata del citato Oracolo. Sempre per Toast Records curerà in qualità di tecnico registrazioni e concerti per i promettenti Afterhours. E sempre come tecnico partirà per un lungo tour al seguito dell’orchestra cubana “Tropicana de Cuba”. Due mesi di convivenza stretta con i musicisti di L’Avana gli trasmetteranno un approccio meno “elitario” alla materia sonora. Oltre a svegliare una passione per il ritmo da allora mai sopita. Al suo ritorno sarà infatti pronto a produrre il suo primo album per i Loschi Dezi “Cabala” (newtone). Da quella band nasceranno i Mau mau, esperienza che infatti Max seguirà in tutta la prima fase. Ed è anche pronto a farsi coinvolgere più attivamente dagli Africa Unite la più eclettica formazione di reggae italiano, per la quale aveva già lavorato come tecnico live, proponendo alla band una apertura a maggiori contaminazioni nonché il passaggio alla lingua italiana. Con gli Africa Unite la collaborazione diventa intensa anche in studio in occasione della produzione di People Pie. Seguono una militanza effettiva sul palco durata sei anni, in veste di chitarrista, autore e compositore (scriverà diversi brani e testi in “babilonia e poesia” e “un sole che brucia”). La band, con
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Addestramento individuale
Max nell’organico avrà un decollo decisivo varcando i confini in tutta Europa, in Giamaica, Palestina e Iraq. Prosegue parallelamente l’attività come produttore artistico e tecnico del suono in studio: Fratelli di Soledad (tutti gli album), Mao e la rivoluzione (il primo album “sale”), Mambassa (umore blu neon), Dottor Livingstone, Sushi etc. La Casasonica diventa uno dei punti di riferimento per i suoni della Torino anni novanta e per l’etichetta indipendente Mescal. Nel gennaio ‘96 si interrompe bruscamente la collaborazione con gli Africa ad un passo dal contratto con la Polygram. Deciso più che mai a intraprendere una carriera in sala di registrazione, si farà convincere da Samuel e dal suo amico di sempre Boosta a trasformare quello che doveva essere un semplice esperimento di studio in una band vera e propria. Nascono così nel ’96, i “Subsonica” nei quali Max è chitarrista, produttore artistico, compositore insieme a Samuel e Boosta e autore della maggior parte dei testi. 1997 registra produce e mixa “Subsonica” al quale fa seguito un tour di quasi 200 concerti e copertine sulle principali riviste specializzate “Mucchio selvaggio” e “Rumore”. Sempre nel 1997 registra e produce con i Subsonica il remake di “per un’ora d’amore” dei Matia Bazar inserita nell’album “registrazioni moderne “ di Antonella Ruggiero. Il brano diventerà singolo radiofonico e l’album venderà 200.000 copie. 1999 registra e produce “Microchip emozionale” dei Subsonica, la band parteciperà al festival di Sanremo edizione 2000. Vincerà il PIM (premio italiano della musica) come miglior album e miglior band. Vincerà gli Mtv music awards 2000 di Stoccolma come miglior gruppo italiano. i Subsonica diventano la band più famosa in Italia. L’album vende più di 100.000 copie diventando disco di platino nel 2002 produce e registra Amorematico. L’album finisce primo in classifica e conquista il disco di platino per le oltre 100.000 copie vendute. le date del tour sono sold out nelle più grandi venue delle principali città. Fra gli altri premi i Subsonica vincono nuovamente gli Mtv music awards, questa volta a Barcellona come miglior gruppo italiano. nel 2005 produce e registra “Terrestre”. L’album finisce primo in classifica e conquista il disco di platino per le oltre 100.000 copie vendute. le date del tour sono sold out nelle grandi venue delle principali città. nel 2007 produce registra e mixa “L’eclissi” dei Subsonica. Il tour è sold out nelle principali città italiane e per la prima volta europee. Sold out a Ibiza (privilege), Londra (Forum) Bruxelles (VK) Madrid (sala heineken) e Barcellona (Apolo). I Subsonica sono tuttora una delle più importanti band italiane. Non sono però mai cessate le collaborazioni di Max con altre band o artisti:
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Ninja
Enrico Matta (Torino, 24 settembre 1971) è un batterista italiano. Meglio noto come Ninja è il batterista dei Subsonica, di cui entra a far parte nel giugno 1996, insieme al primo bassista Pierfunk, a cinque mesi dalla formazione del gruppo (avvenuta nel gennaio dello stesso anno per mano di C-Max, Samuel e Boosta). All’attività di batterista affianca gli studi al Politecnico di Torino laureandosi nel settembre 1997 (dopo un anno di attività con i Subsonica) in ingegneria informatica. All’età di quattro anni mostra già la sua propensione per gli strumenti a percussione suonando le pentole della madre con le posate. Compiuti i sei anni i genitori gli procurano uno strumento giocattolo. Come prima esibizione, in terza elementare, accompagna la maestra in un’interpretazione per piano e voce di Sandokan degli Oliver Onions. A dieci anni arrivano un insegnante e una batteria vera. A dodici anni viene arruolato nella banda municipale di Alba, dove suonerà il rullante per più edizioni della locale Fiera del Tartufo. Incomincia ad applicarsi seriamente allo strumento, studiando, accompagnando la musica della filodiffusione, i dischi paterni come quelli di Duke Ellington, nonché il padre stesso, nelle vesti di organista della chiesa parrocchiale di Brandizzo. Continua ad esercitarsi e decide di iscriversi al concorso nazionale per batteristi non professionisti classificandosi al secondo posto. A vent’anni si perfeziona presso il Centro Jazz dove conosce Boosta e Samuel. Con l’attuale bassista dei Doctor Livingstone Pietro Verri fonda i Base, band funk-rock che riceve apprezzamenti nel torinese e non (Rock Contest, Arezzo Wave). Arriva anche Boosta alle tastiere. Qualche tempo dopo la band si scioglie e la cantante cambia genere adottando lo pseudonimo di Neja. I Subsonica lo rintracciano mentre è in Brasile, impegnato a suonare nel tour di Ornella Vanoni. Aderisce entusiasticamente al progetto. Ninja è il batterista dei Subsonica, con i quali entra in collaborazione ne 1996 insieme al primo bassista Pierfunk, a cinque mesi dalla formazione del gruppo (avvenuta nel gennaio dello stesso anno per mano di C-Max, Samuel e Boosta). All’attività di batterista affianca gli studi al Politecnico di Torino laureandosi nel settembre 1997 (dopo un anno di attività con i Subsonica) in ingegneria informatica.Fin da piccolissimo mostra già la sua propensione per gli strumenti a percussione suonando le pentole della madre con le posate. A dieci anni inizia a prendere lezioni di batteria. Nei seguenti anni l’impegno e la passione per la musica aumentano spingendolo ad iscriversi al concorso nazionale per batteristi non professionisti classificandosi al secondo posto. A vent’anni decide di perfezionare la sua tecnica presso il Centro Jazz dove conosce Boosta e Samuel. Con l’attuale bassista dei Doctor Livingstone Pietro Verri fonda i Base, band funk-rock che riceve apprezzamenti nel torinese e non (Rock Contest, Arezzo Wave). Arriva anche Boosta alle tastiere. Qualche
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Addestramento individuale
tempo dopo la band si scioglie e la cantante cambia genere adottando lo pseudonimo di Neja. I Subsonica lo rintracciano mentre è in Brasile, impegnato a suonare nel tour di Ornella Vanoni. Aderisce entusiasticamente al progetto. L’enorme successo con i Subsonica legato alla sua indubbia bravura gli permettono di intraprendere svariate collaborazioni. In qualità di Dj Ninja si esibisce spesso nei più importanti club ed eventi nazionali presentando un Dj-set elettronico di indubbia qualità.
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Samuel
Samuel Umberto Romano (Torino, 7 marzo 1972) è un cantautore e chitarrista italiano. È il frontman dei Subsonica di cui è anche compositore e autore dei testi delle canzoni insieme a Max Casacci e Davide Dileo, meglio conosciuto come Boosta. Il cantante inizialmente si esibì con la Isonz Street Band, poi fece parte della prima formazione degli Amici di Roland insieme al tastierista Davide Dileo (che venne chiamato Il boosta); tempo dopo i due lasciarono il gruppo per unirsi a Max Casacci, con lo scopo di registrare un EP. Firmato un accordo con la casa discografica Mescal, insieme a Ninja e Pierfunk, Samuel diventa il frontman dei Subsonica. Nel 2002/2003, durante la registrazione del terzo album del gruppo Amorematico, Samuel aiutato dal dj set Krakatoa iniziò il progetto Motel Connection, un progetto parallelo insieme a Pisti e Pierfunk (che lasciò i Subsonica durante il periodo di Microchip emozionale). Samuel suonò in collaborazione con molti frontman di altri gruppi musicali, infatti insieme ai Subsonica cantò Per un’ora d’amore e Il video sono io con Antonella Ruggiero, 66 (Diabolus in musica) insieme ai Linea 77, Up patriot to arms con Franco Battiato, Triathlon con Cristina Donà e Me Siente con i 99 Posse. Da solista partecipò alla creazione di molte cover e canzoni originali, insieme a Manuel Agnelli cantante degli Afterhours fece la cover di Baby Face di Lou Reed, insieme a Boosta suonò con i Modho nella canzone Liquidi, insieme a Veronika Coassolo (che cantò insieme a Samuel in Livido amniotico, canzone del cd Controllo del livello di rombo ripresa in Inglese da Tricky: “Veronika”) partecipò alla creazione della canzone Tokai con il progetto solista Antianti del bassista dei Linea 77. Samuel Romano fece una canzone acustica intitolata La luna nel pozzo che ricorda vagamente canzoni
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Addestramento individuale
acustiche dei Subsonica, come Coriandoli a Natale presente nell’ album live Terrestre live e varie altre disfunzioni. Nel 2000 collabora con Morgan dei Bluvertigo in Disco labirinto contenuto nell’album Microchip emozionale, disco che quell’anno ebbe uno strabiliante successo. Nel 2009 ha collaborato alla realizzazione dell’album H.E.R.O.I.N. dei Motel Connection. Ha collaborato insieme a Giuliano Palma alla canzone Un grande sole secondo singolo estratto dall’album “Combo”. Nel 2012 ha anche collaborato con il rapper Ensi dove ha contribuito alla registrazione della canzone “Oro e argento” del cd “Era tutto un sogno. Nel 2013 firma i brani Artigli e Arrendermi, inseriti nell’album di debutto della cantante italiana Chiara, Un posto nel mondo. Samuel oltre al cantare utilizza una chitarra che usa nel progetto Motel Connection (ma anche nei Subsonica in alcuni live e canzoni acustiche), utilizzando frequentemente quella elettrica e a volte quella acustica. Con i Motel Samuel cambia completamente aspetto, creando uno stile molto diverso dai Subsonica, infatti in questo suo progetto parallelo viene suonato il basso, chitarra e la tastiera con effetti sonori continui in stile DJ, un’altra cosa che fa la differenza e che il cantante nel progetto parallelo canta solo in inglese e nel gruppo principale in italiano (salvo cover come Mellow Mood o Angeles e canzoni originali come Modulation e Gasoline). Di solito in collaborazione con altri gruppi o cantanti utilizza il canto in inglese (Tokai, Baby Face). Come Samuel Romano utilizza una chitarra acustica e canta in italiano. Inconfondibile è anche il suo modo di ballare durante le esibizioni dal vivo. Samuel, che a marzo diventerà quarantenne, ha vissuto da ragazzo la rivoluzione del gusto dei primi Anni 90: «Subito dopo, la mia generazione andò all’università con i jeans strappati, le Clarks e la kefiah (io ne avevo due, una rossa e una bianca). Chi non era vestito come noi rappresentava il passato. Noi eravamo il tempo nuovo del mondo». E perché quel sentimento ha saputo tenerlo vivo: «Canto da quando ho memoria di me. Ho scritto la mia prima canzone a otto anni e non ho ancora smesso di fare né l’una né l’altra cosa (cioè cantare e avere otto anni)». E forse perché, oltre la musica e i fumetti di Silver Surfer, Samuel ama il rugby: «Mi è servito per costruire il carattere: il continuo avanzare e poi tornare indietro per difendere le posizioni. È un’ottima preparazione alla vita, ti insegna l’onestà e il rispetto per l’avversario ma soprattutto che, se vuoi guadagnare metri, devi sudarteli. Ti insegna il gioco di squadra: nel rugby le individualità sono messe a sistema per la squadra. E questo mi è rimasto dentro: da solo mi annoio».
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Diario di bordo
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Primavera ‘97
Esce per la Mescal, “Subsonica”: il CD. L’estate del ‘97 viene trascorsa in giro per l’Italia a suonare dal vivo e a settembre arriva la prima grossa opportunità: l’MTV Day. Su un palco esterno all’area allestita per il concerto degli U2 si alternano alcune delle principali band italiane, riprese in diretta da MTV. I Subsonica, inseriti all’ultimo momento nel palinsesto, si distinguono a tal punto da essere segnalati direttamente dalla direzione di Londra come gruppo rivelazione della giornata. Sollecitati da Antonella Ruggiero, i Subsonica realizzano e incidono “Per un’ora d’amore” e “Il video sono io”, brani del repertorio dei Matia Bazar. “Per un’ora d’amore” verrà scelta come singolo dell’album “Registrazioni moderne” (che venderà più di 180.000 copie).
1998
È l’anno dei concerti: 150 live tra gennaio e ottobre con un’affluenza di pubblico in aumento esponenziale. Anche la critica specializzata riconosce i Subsonica come una delle band più efficaci e incisive. Escono i singoli: “Radioestensioni” e “Preso blu”, quest’ultimo ha in allegato due brani strumentali originariamente concepiti come supporto a un intervento di riqualificazione di aree industriali in disuso. Alcuni loro remix vengono pubblicati in Inghilterra dall’etichetta Lacerba di Londra, che ne commissiona anche un’ulteriore versione ai dj Resident Filters e Terminal Head: il brano “U.f.o.” si posiziona al settimo posto nella prestigiosa classifica della rivista inglese D.J. Magazine. A fine settembre partecipano al video “Me siente” dei 99 Posse. A dicembre viene ristampato “Subsonica” allegato a un mini cd live dal titolo “Coi piedi sul palco”: nelle testimonianze live sono presenti una cover dei C.C.C.P. (“Tu menti”), una versione piuttosto estrema di “Per un’ora d’amore” e la sigla che la band ha realizzato per il programma radiofonico “Patchanka”(Popolare network).
1999
Anticipato in giugno dal singolo “Colpo di pistola”, esce a settembre “Microchip Emozionale”: fortunato album destinato a sovvertire non poco le tradizionali regole di percorso della musica indipendente italiana. Parte del nuovo album viene presentato all’Mtv-Day di Bologna. Questa sarà l’ultima occasione di vedere Pier-funk suonare live con i Subsonica; in questo periodo viene sostituito da Bass Vicio. In ottobre esce il singolo “Liberi tutti” al quale partecipa anche Daniele Silvestri. Le date del relativo tour sono spesso sold-out, il pubblico cresce, il prezzo del biglietto è rigorosamente controllato.
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2000
Dopo molte comprensibili perplessità, soprattutto riguardo la propria credibilità artistica, i Subsonica decidono con “lucidità e freddezza strategiche” (...da la Stampa) di partecipare al Festival di Sanremo. In poche settimane realizzano “Tutti i miei sbagli” (con un testo ambivalente, una doppia lettura sull’utilizzo di “sostanze”), superano le selezioni, partecipano al festival, si ritrovano dopo la prima serata a essere classificati ultimi e contemporaneamente tra i più trasmessi nelle radio. Il brano nei giorni del festival sarà il singolo italiano più venduto. “Microchip emozionale” arriva al disco d’oro. Il nuovo singolo “Discoteca labirinto” è abbinato a un singolarissimo video-clip: si tratta del primo esperimento mai tentato di video-musicale compatibile con un pubblico di persone audiolese. Il clip, che come il brano vede la collaborazione di Morgan dei Bluvertigo, è realizzato nuovamente da Luca Pastore su un’idea dello studio Elastico. Prosegue con grandi soddisfazioni il tour: la media è di 3000 spettatori a concerto. Intanto il sito www.subsonica.it accoglie una media di 15000 ingressi settimanali, complice un aggiornatissimo diario di bordo che racconta da Sanremo in avanti quotidianamente tutte le tappe. Quando i Subsonica vengono inseriti nelle nomination per gli MTV Awards europei: le preferenze via internet spediscono il quintetto direttamente a Stoccolma a ritirare il premio come migliore realtà italiana. “Microchip emozionale” raggiunge il disco di platino. La band viene citata in diversi libri di giovani autori e chiamata ad apparire nel film “Tandem” di Lucio Pellegrini. La prestigiosa Treccani richiede la partecipazione dei Subsonica come testimonial di una conferenza-dibattito sul mutare dei linguaggi giovanili. Stralci di alcuni testi inclusa l’ambientazione di un episodio all’interno di un concerto, sono presenti anche nel romanzo “Un giorno dopo l’altro” di Carlo Lucarelli. I Subsonica vengono premiati al P.I.M. nelle categorie “miglior disco del 2000” e “miglior gruppo” (erano nominati anche per il “miglior tour”).
2001
Samuel vara il progetto solista “Motel Connection” accompagnato dall’ex Subsonica “Pier-funk” al basso e da “Pisti”, un noto dj di Torino. Realizzano alcuni interventi in forma di live-set e la colonna sonora del film “Santa Maradona”. Boosta gira vinili nei principali locali house della penisola confrontandosi talvolta con nomi noti come Coccoluto e Flavio Vecchi. Max organizza in città alcuni raduni dal nome “La notte della groova”, riunendo i più importanti dj house cittadini (Lorenzo l.s.p., Roger Rama, Richard1, Valletta) e i principali live-set per dare vita a un evento in cui l’esperienza dei musicisti incontra l’anima del vinile. Il raffinato dj Roger Rama affianca i Subsonica in 2 episodi (il primo singolo “Nuvole rapide” e “Sole silenzioso”) ed è anche protagonista di una coda finale in cui i file-audio perdono i propri contorni di canzone destrutturandosi in un lungo finale macinato in quattro quarti. Non c’è solo l’house a influenzare il gruppo.
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Diario di bordo
Suoni elettrici, vecchi vinili di sonorizzazione elettronica anni 60/70, colonne sonore made in Italy, la voglia di ricercare nella musica italiana meno celebrata un filo conduttore fuori-margine: in quest’ottica nasce una bizzarra collaborazione con Maurizio e Cristina Arcieri, al secolo i “Krisma”. Con il geniale duo i Subsonica realizzano “Nuova Ossessione”, una trascinante e ironica song dal livido sapore Anni ‘80.
2002
A un anno dall’inizio della scrittura dei brani, esce “Amorematico” e il 2 febbraio parte dal Velvet di Rimini il nuovo “Amorematico-tour”, appuntamento live che registra ovunque sold-out. Il disco, uscito in tutti i negozi l’11 gennaio, dopo una sola settimana dalla pubblicazione è al 1° posto della classifica di vendita, superando in pochi giorni il traguardo del “disco d’oro”. In maggio i Subsonica realizzano un mini-tour in Giappone. A Bellinzona (Svizzera) l’11 ottobre si conclude la tournèe che li ha visti protagonisti per tutta l’estate 2002 in molte località italiane ottenendo enorme seguito: 350.000 persone hanno partecipato ai concerti del gruppo torinese, che il 5 ottobre viene premiato assieme a Manuel Agnelli (Afterhours), Marco Parente e Cristina Donà con il Premio Grinzane Cavour. Questa la motivazione, letta dal direttore artistico della manifestazione, Massimo Cotto (Radio Rai Uno): “per aver ridisegnato le frontiere della musica italiana e creato un paese sonoro dove convivono elettrico ed elettronico, poesia e denuncia, sussurro e dannazione, senza compromessi alla facile commerciabilità e per aver creato precedenti, laddove non esistevano”. A novembre 2002, dopo l’ultimo singolo “Gente tranquilla”, arriva il secondo MTV Music Awards - Best Italian Act; bissato pochi giorni dopo all’Italian Music Awards per il progetto grafico di “Amorematico” e per l’arrangiamento di “Nuvole Rapide”.
2003
Il 7 febbraio esce il doppio live “Controllo Del Livello Di Rombo”, testimonianza su disco del tour di “Amorematico” con inclusi tre inediti: “Non chiedermi niente”, “Livido Amniotico” e “L’Errore”. Il disco viene supportato da un tour di quattro mesi che per la prima volta vede i Subsonica suonare nei palasport italiani, con una produzione al seguito decisamente più imponente che in passato: impianto audio e luci potenziati e soprattutto tre grossi schermi sui quali vengono proiettate immagini create ad hoc da diversi registi, tra le quali alcuni spezzoni del film “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” di Elio Petri. Più di 30 concerti che fanno registrare quasi sempre il tutto esaurito: quello
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lo del Forum di Assago, davanti a 13.000 persone, viene filmato in vista della futura pubblicazione di un DVD. È il tour con il maggior numero di presenze di tutto il 2003. Durante la primavera il gruppo collabora con i concittadini Linea77, scrivendo e poi registrando a dieci mani la canzone “66(diabolus in musica)”, che verrà inclusa nel loro album “Numb”. In ottobre viene pubblicato il libro “Anomalia Subsonica”: è una biografia ufficiale edita da Giunti e curata dal giornalista torinese Paolo Ferrari.
2004
L’11 gennaio inizia ufficialmente la lavorazione del nuovo disco “Terrestre”. Il 2 marzo si esibiscono in concerto al festival Tora!Tora! di Mantova; il 27 aprile sono protagonisti in piazza Castello a Torino con i Linea 77 e il video di “66 (diabolus in musica)” che hanno realizzato insieme. Il tempo trascorre fra prove in sala d’incisione e altre performance dal vivo come la partecipazione al Traffic Music Festival di Torino. Il 16 luglio i Subsonica firmano il contratto con la EMI e nasce la label Casasonica: fra le produzioni ricordiamo Sikitikis e Cinemavolta. In settembre esce il DVD “Cielo Tangenziale Ovest” e il giorno 22 dello stesso mese si esibiscono nel Concerto per Piero alla Lega dei Furiosi, dove presentano tre brani inediti. In dicembre inizia la registrazione dell’album “Terrestre”.
2005
È l’anno del nuovo album “Terrestre”, composto da 14 canzoni che rappresentano tutto l’universo musicale dei Subsonica: il miscuglio di vitalità ritmica e vocale ben intrecciata con gusto per la sperimentazione e la sapiente miscela di suono energico e poetica suburbana. Due tour - Terrestre (Palazzetti) e Be Human (Club) - fanno registrare più di 230.000 presenze in 50 date.
2006
L’inizio del 2006 si manifesta con la presenza dei Subsonica al festival Eurosonic di Groningen, Olanda: solo uno show in uno spazio piuttosto ristretto, ma la partecipazione del pubblico è decisamente entusiastica e il concerto diventa un ottimo biglietto da visita per il futuro della band in Europa. Per i mesi a venire il gruppo decide di prendersi un periodo di pausa dall’attività live, fatta eccezione per due grosse occasioni:
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Diario di bordo
la prima in Aprile, a Torino, durante la celebrazione di “Torino Capitale Mondiale del Libro”. I Subsonica si esibiscono all’interno del nuovo PalaIsozaki (assieme a Linea 77, Mau Mau, Africa Unite e altri),di fronte a più di 10.000 persone, e accompagnano un reading dello scrittore Alessandro Baricco in una tanto furiosa quanto ammaliante performance di “ambient/punk/drum’n’bass+spoken word”. Per l’ultima apparizione live del 2006, la band sceglie un contesto totalmente diverso, facendo da headliner in Luglio al Cornetto Free Music Festival, il più grande festival musicale gratuito presente in Italia. Più di 200.000 persone affollano Piazza S.Giovanni a Roma - qual migliore occasione per celebrare il decimo anno di attività dei Subsonica? Durante l’estate, ogni singolo membro del gruppo approfitta del momento di pausa per concentrarsi sui propri progetti paralleli: C-Max organizza a Torino la terza edizione del Traffic Free Music Festival, con Manu Chao, Franz Ferdinand e The Strokes tra gli altri. Samuel registra il secondo lavoro in studio dei Motel Connection. Boosta pubblica il suo secondo libro. Ninja diventa un apprezzato Dj drum’n’bass e dà vita-assieme a Pierfunk, Ale Bavo, il Vj Victor e altri - agli LNRipley, un collettivo di potente punk drum’n’bass. Vicio lavora a svariati esperimenti strumentali nel suo home studio. In autunno è tempo per i Subsonica di ritrovarsi a lavorare insieme tra le mura di CasaSonica e registrare dei nuovi arrangiamenti “electro-unplugged” per alcune vecchie canzoni e tre covers. Il risultato viene pubblicato in Novembre-assieme a dieci tracce live-sotto forma di CD doppio, con il titolo “Terrestre Live e varie altre disfunzioni”. Lo stesso giorno esce anche il DVD “Be Human_Cronache terrestri 2005”, una sorta di documentario incentrato sull’ultimo concerto del Terrestre Tour 2005 al Palamazda di Torino e sulla vita backstage dei Subsonica durante il suddetto tour. Il tutto sotto la regia dell’amico Luca Pastore. Nel frattempo il videoclip di “Incantevole” vince il Premio Videoclip dell’anno 2006 e la traccia strumentale “Cullati dalla tempesta” viene usata come sonorizzazione per un cortometraggio del famoso regista Rossellini, presentato al RomaFilmFest.
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Discografia
SubsOnica(1997)
SubsOnicA è il primo album del gruppo musicale italiano dei Subsonica, pubblicato nel 1997 dall’etichetta discografica Mescal. Prodotto artisticamente, registrato e mixato da Max Casacci e Subsonica in Casa Sonica, co-pilota Boosta, tranne “Come se” e “Radioestensioni” mixati al Transeuropa da Carlo U. Rossi. Masterizzato da Antonio Baglio al Nautilus Mastering Milano. Produzione esecutiva: Valerio Soave - Mescal. Segretaria di produzione: Luisa Cavalleris. Ufficio Stampa e promozione: Manuela Longhi. Edizioni musicali: Essequattro Music Italia. Mescal s.r.l. - Piazza Garibaldi 2 - 14049 Nizza Monferrato (AT) Tel 0141-793496 Fax: 0141793657 www.mescal.it info@mescal.it
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1.Come se 2.Istantanee 3.Non identificato 4.Onde quadre 5.Radioestensioni 6.Momenti di noia 7.Giungla nord 8.Cose che non ho 9.Preso blu 10.Funkstar 11.Velociraptor 12.Nicotina groove
1. Nasce da un idea melodica di Samuel su una base ritmica campionata del Boosta. Il testo, prevalentemente di Samuel, vede la collaborazione del poeta e amico Luca Ragagnin e la supervisione di Max. Il mixaggio e’ stato affidato a Carlo Rossi. Il testo parla di realtà carcerarie e dal vivo viene sempre dedicato a Silvia Baraldini. 2. L’intuizione melodica del ritornello è opera di Samuel. Max ha creato: ritmica, linea di basso, strofa e tutto il testo; Boosta: le linee di archi. Ninja: il fill di tom e le le due batterie distorte ad incastro sul finale. 3. Il brano è’ nato sulla sperimentazione ritmica di alcuni campioni di batterie distorte ad opera di Boosta e Max. Successivamente lo stesso Max ha creato la linea ad unisono di basso e chitarra, la melodia e il
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testo. Nella sezione fiati suona Roy, trombettista dei Mau Mau e Fabio Gurian, sassofonista e arrangiatore. Il pezzo e’ palesemente ispirato ai telefilm di fantascienza anni ‘70 della serie Ufo di cui si ascolta anche il campionamento iniziale. 4. Nasce da un iniziale campionamento di Max su cui Boosta completa ritmica, linea di basso e riff di tastiera. La melodia è di Samuel ( che canta anche in un megafono). Il testo è’ di Max. 5. Sulla melodia di Samuel e la linea di basso del Boosta, si sovrappongono le innumerevoli incisioni di batteria processata o ripresa in diversi punti dello studio (vedi corridoio) e un sound che si ispira al funk psichedelico anni ‘70. La parola Radioestensioni è opera di Samuel, il testo è completato da Max. Il pezzo è dedicato a tutti coloro che operano nelle libere frequenze. Il mixaggio del brano è stato realizzato da Carlo Rossi. 6. Un vecchio brano di Samuel e Boosta di cui è stato mantenuto il ritornello. Linea di basso Boosta e melodia Samuel, il pezzo è stato successivamente ampliato dalla band. Nel ritornello sono state sovrapposte tre batterie in controtempo. Si noti l’unico assolo di chitarra del disco che tenta di evocare il frenetico volo di un insetto. Il testo delle strofe è di Max, quello del ritornello di Samuel. 7. L’intuizione melodica nasce da una libera variazione (pianoforte e voce) sul tema di Wild Horses dei Rolling Stones con cui Samuel soleva intrattenere (o ammorbare), durante le lunghe ore di lavorazione, il resto della band. Entra così se non di diritto, di prepotenza, nell’album, grazie ad una elaborazione in chiave drum’n’bass tutta SubsOnicA e interamente suonata. Da notare gli innumerevoli incastri ritmici nonché la deformazione del suono già’ presente negli altri pezzi, ma che qui ha il suo massimo risalto, della batteria. In seguito a particolari studi sull’accordatura delle pelli, sul posizionamento dei microfoni, su compressioni/ distorsioni, si è ottenuto un suono perfettamente abbinabile a certe ‘sfilacciature’ tipiche dei suoni campionati. Per emulare il tipico suono ‘staccato’ drum’n’bass, Pierfunk ha percosso le corde del basso con delle bacchette di legno legate alle dita. Il testo, interamente di Max, è un tributo alle nebbie in cui sono avvolte molte giornate torinesi. 8. L’inconfondibile stile melodico di Samuel sul ritornello è accoppiato alla strofa di Max che per contrappeso muove la melodia su percorsi dissonanti. Il brano ha una sonorità reggae complicata da archi, chitarre col tremolo, organi da colonna sonora, che sfocia in un crescendo finale di sovrapposizioni ritmiche distorte. L’idea che riguarda le cose che non ho, è di Samuel, lo sviluppo del testo di Max. 9. Il brano interamente di Max era destinato ai precedenti Africa Unite. Non adatto alla voce di Bunna, e’ stato sperimentato per gioco su Samuel, che ne ha fornito una entusiasmante interpretazione nel primo
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Discografia
demo dei Subsonica. La canzone è stata riarrangiata, risuonata e ricantata per la pubblicazione dell’album. In sede di mastering ci si accorge che tutta la magia del demo non era stata mantenuta e si decide utilizzare all’ultimo momento la versione iniziale con tutte le sue imperfezioni. 10. La base, i riff melodici, l’atmosfera del pezzo sono opera del Boosta. Anche Max per la stesura del testo si è ispirato all’adolescenza del pittoresco tastierista. 11. E’ il primo pezzo dei Subsonica che nasce da esperimenti ritmici di Max e Boosta. La versione iniziale nel demo aveva una linea vocale, abbandonata nel disco e ripresa successivamente nel live. L’atmosfera frenetica ottenuta con l’utilizzo di un tempo dispari (sovrapposto ad un quattro quarti) sfocia in un break di tre batterie in unisono registrate in diversi punti dello studio. E’ il pezzo più amato dal gruppo. 12. Una livida, rarefatta atmosfera sonora prodotta dal Boosta sostiene il rauco e biascicato cantato di Samuel nel tentativo di riprodurre quella dolce ed insonne atmosfera del rientro a casa dopo una notte passata in giro, magari ai Murazzi del Po. Ispirato ad alcuni quadri del pittore Daniele Galliano, il testo è invece di Max. La chitarra acustica è stata suonata dal Boosta.
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Microchip Emozionale(1999)
Microchip emozionale è il secondo album della band torinese Subsonica, pubblicato il 26 agosto 1999 dalla Mescal. L’album è presente nella classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre secondo Rolling Stone Italia alla posizione numero 16.
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Discografia
1.Buncia 2.Sonde 3.Colpo di Pistola 4.Aurora sogna 5.Lasciati 6.Tutti i miei sbagli 7.Liberi tutti 8.Strade 9.Il mio dj 10.Discolabirinto 11.Il cielo su Torino 12.Albe meccaniche 13.Depre 14.Perfezione
movimento di storie ordinarie / città / cablaggi connessioni intercettazioni / sogni che si schiantano contro la chiusura di un cielo automatico / strutture / l’amore talvolta si muove incontrollato nelle intercapedini / notti / neurotrasmettitori / pulsazione modificazionestensione intrecci di corpi / danze / danze… Microchip emozionale è anche convivenza: strumenti che suonano e gusti di una band che ascolta prevalentemente musica sequencerizzata. Realtà, passioni e sintetiche variazioni minimali. Background di importazione ed un imprescindibile patrimonio italiano ormai maturo per una lucida ed irriverente riscrittura.
1. Buncia.
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2. Esistono tecnologie e mezzi in grado di garantire il controllo sulla vita di chiunque, dovunque. In un immaginario solo parzialmente fantascientifico la rassegnazione allo stato di sorveglianza perenne trasfigura la presenza di microfoni, obbiettivi, satelliti spia nella più confortante immagine dell’angelo custode. 3. Non è necessario chiedersi a chi sia rivolto questo pezzo. La prevaricazione, gli abusi quotidiani, l’arrivismo più arrogante contornano sufficientemente le sagome dei bersagli di chiunque. Ad uso e consumo. 4. Notturna figura femminile (?). Adolescente disadattata o semplicemente insoddisfatta - postmoderna anoressica transgenica ragazzina che sogna tutta la diversità possibile. 5. Morbida ballata tecnologica di fine secolo (questo). E` una storia d’amore che evapora insieme a parole inutili come un radar puntato quando chiude il cielo. 6. Nasce come sigla radiofonica e viene in seguito rimaneggiata a mo’ di filastrocca “situazionista”. Un’esortazione a liberarsi da gabbie visibili ed invisibili, che coinvolge in amicizia Daniele Silvestri. 7. Apre una parentesi dance che si sviluppa nei due brani successivi. La disco a spasso con arpeggiatori e disturbi elettronici in viaggio verso un finale tutto di scuola italiana. 8. Claustrofobico 7/4 da discoteca scritto con Morgan (Bluvertigo) alle prime luci dell’alba, a conclusione di una nottata torinese trascorsa in pellegrinaggio fra club e dance-hall. Discomusic, breakbeat e indie rock ipnoticamente miscelati. 9. E’ un’ulteriore collaborazione. Infrange provocatoriamente la barriera (unilaterale) tra musica indipendente e dance. Claudio Coccoluto, celebre dj e manipolatore di suoni, è contemporaneamente collaboratore e figura ispiratrice del brano. Attenzione alla ghost track. 10. E’ una canzone d’amore sensuale e controversa, come del resto il rapporto con una città che solo raramente regala il suo cielo. 11. Sulla base più “dance hall” del disco viene sgranato un rosario psicofarmacologico. Moderna formula magica che regala l’impressione di volare mentre si sprofonda. 12. Architetture biologiche sonorizzate con incastri aritmetici in stile musica contemporanea, abbinati a suoni da fantascienza d’annata (“A come Andromeda”?).
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Discografia
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Amorematico (2002)
Amorematico è il terzo album della band torinese Subsonica, pubblicato nel 2002 dalla Mescal. Il brano Nuova ossessione è stato realizzato in collaborazione con i Krisma, Nuvole rapide e Sole silenzioso ha visto la partecipazione di Roger Rama e Gente tranquilla è stato realizzato con il rapper marocchino Rachid.
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Discografia
1.Nuvole rapide 2.Albascura 3.Dentro i miei vuoti 4.Eva-eva 5.Nuova ossessione 6.Mammifero 7.Sole silenzioso 8.Ieri 9.Gente tranquilla 10.Questo domani 11.Atmosferico I 12.Atmosferico II 13.Atmosferico III 14.Atmosferico IV
Il titolo di quest’album ha due diverse origini. E’ una parola nata di getto, senza quasi pensarci: ci piace spesso inventare neologismi unendo parole apparentemente slegate, facendo loro acquistare un senso nel momento in cui le accostiamo alla nostra musica. Inizialmente le due parole di origine erano “Amore edematico”, quindi un amore sanguigno, vissuto passionalmente, sulla pelle. Ovvero quello che questo disco è stato per noi: dopo tantissimi concerti, dopo anni passati velocemente senza riflettere e senza potere organizzarci con la mente per riflettere quello che ci stava succedendo, ci siamo fermati a fare questo album, che è stata un’esperienza molto sofferta. “Amorematico” spiega l’esperienza travagliata che è stata questo disco per i Subsonica. Questa origini ci fa ritornare alla nostra solita ambivalenza: da un lato l’esperienza razionale vissuta in studio quando scriviamo i brani, dall’altro quella passionale vissuta sui palchi quando suoniamo la nostra musica. Sono due mondi che convivono all’interno dei Subsonica e
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che danno forza a questo gruppo. E’ un disco introspettivo: ci siamo guardati più dentro che intorno. Credo che sia rappresentato bene dalla copertina: gli astronauti in mezzo ad un bosco della foto vanno alla ricerca di qualcosa che non si capisce se è ostile o se un posto accogliente… Una metafora che per certi versi mi ricorda molto la nostra città, Torino. Le orchestre venivano utilizzate per sonorizzare atmosfere di film di fantascienza e c’era un modo di vedere la musica strumentale che ci piace molto. Ci siamo ispirati a documentari, sceneggiati televisivi che avevano questo tipo di sonorizzazione, a personaggi come Ennio Morricone. Il Vocoder lo abbiamo usato bene, credo. In “Dentro i miei vuoti” è stato essenziale per creare il suono: la canzone non avrebbe avuto la stessa atmosfera cupa se non ci fosse stata questa unica nota filtrata al vocoder che si ripete. In “Eva-Eva” dà una tinta pomeridiana: tolto dal contesto solito della musica dance ci sembra funzioni. La collaborazione con i Krisma è nata poichè Il nostro tour manager suonava il basso con loro e ci ha messi in contatto. Sono stati uno dei gruppi che, con dischi come “Chinese restaurant”, hanno cavalcato un’avanguardia che in Italia non era ancora vissuta come tale, per questo li stimiamo moltissimo. ci sono un paio di canzoni ispirate rispettivamente ai fatti di cronaca di Novi Ligure e di Genova… Prima che succedessero questi enormi scossoni che ci hanno un po’ toccato, come anche ovviamente i fatti dell’11 settembre, non ci guardavamo molto intorno. Eravamo collegati alla nostra città, al vivere la notte... Tutti questi fatti sono entrati di prepotenza nella nostra musica: quando passi un giorno di fronte alla TV vedendo due enormi palazzi che crollano, gente che si butta dalla finestra sapendo di morire, o sei un automa, o vieni profondamente scosso. La stessa cosa è successo con le immagini di Genova: ma in questo caso ci ha toccato soprattutto il dialogo con la gente era stata al G8 e che ha scritto al nostro sito, raccontando quello che ha vissuto.Tutti questi sono fatti che si sono trovati da soli il loro spazio nelle canzoni. E’ stato il naturale completamento della collaborazione iniziata in “Nuvole rapide” e “Sole silenzioso” con il DJ Roger Rama. E’ un DJ house che suona a Torino da lustri, con il quale c’è una amicizia consolidata in diverse scorribande notturne. Lui ha avuto l’idea di coniugare in una suite la visione del musicista, orientata alla canzone e allo strumento, con quella del DJ, che è invece più portato a costruire delle strutture che ti fanno ballare o, a seconda dei casi, rilassare. “Nuvole rapide”, per esempio, non ha la classica struttura strofa/ritornello, ma è una sorta di ritornello che si ripete all’infinito. Una volta terminato il lavoro su questi due brani, e sul disco in generale, Roger Rama ha preso il nostro hard disk con tutte le canzoni e ci ha messo mano in completa libertà, lavorando sulle tracce che lo emozionavano di più una sorta di ammutinamento, in cui i frammenti audio si andavano a stendere su una struttura diversa. “È un disco di oggi - spiega Max - con una ricerca di cucitura di tappe fondamentali del suono italiano dagli anni 70, quando maestri come Morricone dettavano legge con la ‘stilosità’ del loro sound”. L’ album si apre col brano “Nuvole rapide”, già inserito nella colonna sonora del film “Santa Maradona” dell’amico
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Discografia
regista Marco Ponti. Soundtrack cui i Subsonica hanno contribuito anche col loro progetto parallelo Motel Connection, un esperimento formato club culture ideato da Samuel e dal fuoriuscito Pier-funk. Il nuovo singolo che accompagna l’ uscita del disco, invece, è “Nuova ossessione”, un pezzo dall’andamento ironico e trascinante, scandito da una battuta disco realizzata in collaborazione coi Krisma, storico duo dub-pop italiano. Il testo, che parte dal racconto di un’ infatuazione amorosa, si presta a una duplice lettura fino alla dissertazione sulla manipolazione delle ossessioni, considerate meccanismo di controllo di massa. L’ ossessione per l’ oggi dei Subsonica diventa palese in brani come “Sole silenzioso”, dedicata alle giornate genovesi del contro G8, e “Gente tranquilla”,, incentrata sulle stragi in famiglia. Ospite di quest’ultimo pezzo il rapper marocchino Rachid, che sgrana versi in arabo incarnando “la belva silenziosa, il capro espiatorio, l’uomo nero, l’incubo”.
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Terrestre (2005)
Terrestre è il quarto album della band torinese Subsonica, pubblicato nel 2005 dalla EMI. Il disco è uscito il 22 aprile 2005 ed è il quarto lavoro dei Subsonica co-prodotto insieme a Ale Bavo. La band che con questo lavoro, a distanza di 3 anni da Amorematico, ha prodotto un album con sonorità più rock pur sempre mantenendo parentesi elettroniche, tipiche del suo genere. L’album è stato uno dei più venduti in italia con 101.858 copie.
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Discografia
1.Corpo a corpo 2.Ratto 3.Vita d’altri 4.Abitudine 5.Gasoline 6.Incantevole 7.L’odore 8.Alba a quattro corsie 9.Salto nel vuoto 10.Giorni a perdere 11.Amantide 12.Terrestre 13.Le serpi 14.Dormi
Rientro in atmosfera per i cinque astronauti che, dopo il primo lungo periodo di pausa dall’inizio della loro storia, tornano a suonare insieme. Strumenti che si lasciano suo- nare insieme. Mettendo quasi completamente in disparte apparecchiature, software, campionatori e sequencer elet- tronici, i Subsonica di “Terrestre” costruiscono il loro nuovo lavoro intorno alla loro dimensione elettrica più istintiva. Nulla di ciò che salta fuori è lontanamente pre- vedibile. C’è tutto il mondo Subsonica in queste quattordi- ci tracce, il miscuglio di vitalità ritmica e vocale ben intrecciata con gusto per la sperimentazione, suono ener- gico e poetica suburbana, ma c’è veramente anche molto di più. La disciplina che ha sempre governato l’equilibrio tra serialità elettronica e attitudine rock, viene scardina- ta in alcuni episodi che accarezzano l’improvvisazione (Abitudine/Gasoline). Si incontrano insolite ambientazio- ni strumentali (Terrestre), slanci orchestrali (Le serpi), divagazioni acustiche (Dormi).
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Qualcuna di queste mutazioni “terrestri” dell’universo subsonico potrebbe fare pensare al progressive, ma siamo nel 2005 e la voce di Samuel calda e sincopata, è figlia della costellazione Giamaica, anche quando strilla su un muro di chitarre distorte (L’odore) o sussurra su un filo di suono (dormi /incantevole). L’album, per più di un’ora di musica compie una traietto- ria completa su tutte le sfumature di suono che i Subsonica hanno creato in quasi dieci anni di storia. Ed è un viaggio dove l’attenzione non cala mai. -CORPO A CORPO: è una febbricitante denuncia mastica- ta su una base ragga a nervi scoperti. E’ il corpo oramai il metro di paragone, il terreno di saccheggio, la frontiera violata che separa l’emisfero del benessere dal dolore del mondo. Che si parli di nuove schiavitù, di mercato di orga- ni o delle nuove religioni di guerra. Laiche o sacre che siano. -RATTO: Ratto è una giovane figura di città, un “kid” che appartiene solo a se stesso, un disincantato che ha soffer- to restando in piedi con la forza della musica. La linea vocale meticcia e ritmata su un basso beat, cede il passo a improvvise sventagliate elettriche. Attraverso un ritor- nello mozzafiato si arriva all’esplosione strumentale dove suoni analogici di tastiere d’epoca incrociano gli spigoli della chitarra. Una sfida ambiziosa per stile e originalità. -VITA D’ALTRI: un altro personaggio, questa volta femmi- nile. Una silenziosa disperazione che ha il sapore dell’at- tesa infinita e della percezione di non vivere se non nel riflesso di altre storie, altra gente. Vite d’altri, appunto. Chitarre elettriche e acustiche viaggiano impastate con liquidi sintetizzatori su una ritmica instabile. La batteria alterna raffiche al soffio di un ritornello ventoso e malin- conico. -ABITUDINE: è il biglietto da visita che anticipa l’uscita. Un brano che ben evidenzia il sapore elettrico ma anche tutta la ricchezza delle sfumature di “Terrestre”. La coda strumentale in 9/8 riecheggia lontane influenze progres- sive, o forse solo la voglia di rompere gli schemi lasciando gli strumenti a briglia sciolta. -GASOLINE: è il primo brano in inglese in un disco ufficia- le dei Subsonica. Un confronto diretto con la scena inter- nazionale. La struttura circolare si srotola su un unisono ipnotico di voce e chitarre elettriche, sostenute da un basso gommoso tra scrosci e disturbi elettronici. Il testo è sabbioso e visionario come lo strumentale centrale: a tutti gli effetti un solo di batteria. Anche se le vorticose ritmiche intrecciate sono due e una delle due è pura anar- chia elettronica. Piuttosto insolito per un disco pop Italiano datato 2005. Il robusto riff di tastiera sembra fuoriuscire dalle polveri di un vinile anni 70. -INCANTEVOLE: un brano sonnacchioso pomeridiano e romantico. Durante le session di scrittura dei brani, in una casa di campagna, il gruppo decide di rompere l’isola- mento e di organizzare una festa per il Sabato sera. Festa “terminale” con tanto di corpi rinvenuti su divani e tappe- ti il giorno successivo. In
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Discografia
quell’atmosfera da domenica- day after, viene messo a punto Incantevole. Rispetto all’idea originale la velocità scende di almeno 20 bpm, e le tinte si fanno decisamente più soffuse per convivere meglio con l’atmosfera pigra e con gli amici che lamenta- no terribili mal di testa. Successivamente, al tessuto sono- ro dolce ed esitante- quasi ambient-, viene aggiunta un’or- chestra. Il suono di batteria viene snellito appoggiando un piatto di metallo sul rullante. Nel ritornello finale sarà invece una t-shirt ad attutirne il volume. -L’ODORE: uno dei primi pezzi messi in prova per questo nuovo lavoro. E’ evidente tutta la voglia di alzare il volume agli amplificatori e suonare live and direct. Il testo carna- le, riflette in pieno la vitalità del suono. E’ decisamente l’episodio più rock anche se in tutto l’album le virgolette sono sempre d’obbligo. -ALBA A QUATTRO CORSE: potrebbe essere la continua- zione di ciò che in passato è stato “Nuvole rapide”. Un brano techno con la cassa in quattro pensato e suonato con un approccio da d.j e non con il voyeurismo tipico del rock quando si cimenta con l’elettronica. Del resto l’orga- nico della band vede ben due giratori di vinile all’attivo. E un terzo (Ninja) in procinto di. In alba a quattro corsie però si va un passo oltre e si suona praticamente tutto, ad eccezione di una breve introduzione programmata. Si suona tutto con strumenti tradizionalmente rock, dal pia- noforte elettrico Fender Rhodes ai timpani al tamburello ad una chitarra doppio manico, al basso con un plettro in grande evidenza che sostiene una batteria decisamente protagonista. Cantato ipnotico, intensità notturna e sche- mi nuovamente in frantumi. -SALTO NEL VUOTO: una canzone sul coraggio, o sulla drammatica carenza di coraggio nel nostro accomodante quotidiano dove tutto pare ineluttabile, prefissato, invaria- bile. Qui il sapore è più elettronico, quasi sottile. La pulsa- zione del basso è profonda, le chitarre elettriche riverbe- rate e il timbro della voce sono vicine alla sfumatura reg- gae. Una costante ricorrente in ogni album. Il ritmo però è dispari: un intrigante e obliquo 7/8 che si raddrizza solo durante il ritornello. -GIORNI A PERDERE: il beat accelera nuovamente su una battuta che pulsa quasi drum’n bass. Ma le corde dell’elet- trica , la voce distorta, i synth nevrotici spostano lo sce- nario. Sempre strada, notte, sempre cose viste o vissute da vicino. Altri personaggi dai sogni incerti e dalle abitu- dini non sempre edificanti. Ma non c’è lettura morale, solo lettura e basta. I personaggi fanno i propri conti da soli. -AMANTIDE: Sintetizzatori incisivi e in grande evidenza su una base che potrebbe essere lontanamente reggae, se si potesse fotografare il reggae da un satellite spaziale. Il basso ha un timbro metallico e la batteria una sonorità quasi spappolata. Frutto di accordature di pelli molto molli. Alla chitarra il compito di insidiare la melodia cre- ando chiaro-scuri e elevando la tensione di uno dei brani più melodici dell’album. Il titolo spiega molto bene l’argo- mento trattato. In terrestre ci sono insetti, oceani, cieli, prati fango, fuoco, vento, sabbia,fiumi, stelle, serpenti...
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-TERRESTRE: mantenendo l’angolazione di ripresa sem- pre dal satellite, inquadriamo una porzione di crosta ter- restre, ingrandita e amplificata nei suoi silenzi. Così come nella copertina dell’album la pellicola con una lunga espo- sizione strappa un immagine virtualmente diurna, assolu- tamente sfalsata di un paesaggio notturno, l’unico brano strumentale del disco ruba al silenzio note esitanti, gorgo- glii, rumori impercettibili. Il gruppo durante l’estate ha avuto modo di sperimentare a lungo con dilatazioni e suoni ambient. Ma questa è un’altra storia. -LE SERPI: lo strumentale precedente decongestiona l’ascolto per la zona finale più intima dell’album. Insieme a “Vita d’altri”,e “A-mantide”, “Le serpi” è il frutto della collaborazione oramai storica con l’amico e poeta Luca Ragagnin. Un brano scuro e desertico, con un’elevata tensione dram- matica nelle parole, nei suoni e nelle parti orchestrali. La ritmica è inconfondibilmente subsonica, ma la voce così come gli intrecci di acustiche e elettriche 12 corde scopro- no tinte mai esplorate in passato. Alcuni velenosi dub esal- tano la profondità notturna di questa sorta di preghiera senza tempo. -DORMI: prende forma dal ronzio una ninnananna a cielo aperto cullata da lievi rumori di fondo, il satellite passa e inquadra una prateria suburbana addormentata e attra- versata dai tralicci e cavi elettrici. Oltre che da parole che sussurrano nella lingua più antica del mondo. Terrestre - come un istinto che nemmeno si ferma a pren- dere in considerazione il concetto di razza o confine Terrestre - come il Dolmen suburbano in copertina, ruba- to alla notte attraverso una lunga esposizione su pellicola Terrestre - come un parametro che indichi il grado di uma- nità, di sintonia, di sensibilità nei confronti del proprio domicilio universale e dei suoi abitanti. Terrestri sono anche i personaggi animati dalle parole del- l’album. Figure mai completamente risolte, spesso sul bili- co di una scelta,di una sottile forma di disperazione, di incerta consapevolezza. Terrestri veri e attuali Terrestre - come la musica che i terrestri, quelli veri, soli- tamente amano.
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Discografia
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L’eclissi (2007)
L’eclissi è il quinto album della band torinese Subsonica, pubblicato nel 2007 dalla Virgin Records. La versione digitale del disco è stata resa disponibile su iTunes in anteprima dal 20 novembre, mentre la versione CD è uscita nei negozi italiani il 23 novembre. Come annunciato dagli stessi Subsonica le prime tirature dell’album hanno avuto un errore, ovvero il dorso del CD stampato in verde, completamente discromico con la copertina e il libretto. Il videoclip di Quattrodieci venne trasmesso per la prima volta sul canale Fox appartenente a Sky, il video venne dedicato alla serie di Lost, infatti nel video ci sono immagini appartenenti all’omonima serie, tempo dopo venne trasmesso nei canali musicali in versione normale con solo i Subsonica.
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Discografia
1.Veleno 2..Ali scure 3.La glaciazione 4.L’ultima risposta 5.Il centro della fiamma 6.Nei nostri luoghi 7.Quattrodieci 8.Piombo 9.Alta voracità 10.Alibi 11.Canenero 12.Stagno
Le ombre della sera calavano sulla città, l’uomo seduto allo scrittoio aveva l’aria di chi cela a stento una scottante informazione. Chiesi se potevo accomodarmi e senza indugi lo pregai di continuare “il titolo dell’album ovviamente non è quello comunicato da tim tom tam, che ha ripreso solamente un telegrafo senza fili innescato da un intervento dei ragazzi sul sito. Non è glaciazione, tanto per incominciare non è neppure la glaciazione, quella era solo una vecchia idea poco condivisa da alcuni avventori dello spazio virtuale, che il gruppo ha voluto assecondare”. Le lingue di fuoco del camino illuminavano la scena in modo quasi gotico, fuori dalle finestre la pioggia aveva incominciato a picchiettare ricordando che il cambio di guarda delle stagioni era già cosa fatta. L’uomo aveva un espressione come di soddisfazione. Sentivo che presto ne sarei venuto a capo. “Mi dica allora la data di uscita e il titolo esatto, la prego”.
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“Figuriamoci se “del più e del meno” poteva essere una denominazione all’altezza, solo uno stolto avrebbe potuto crederlo”, “la prego” “certo, è che con l’età ho incominciato ad apprezzare i dettagli. i preliminari di un discorso, il valore di una buona conversazione, ma vedo che lei ha fretta. Non le farò perdere altro tempo. Il titolo dell’album tanto per incominciare è...” Distinsi nettamente il suono dello sparo al silenziatore e mi voltai di colpo. 05.10.07(Max) Ebbi appena il tempo di scorgere una macchia sfocata sulla parete del corridoio che l’ombra dell’uomo si era già gettata in strada. Inutile lanciarsi in un inseguimento per la città deserta. Disarmato com’ero potevo solo sperare di non rientrare nella lista del misterioso assalitore. E in questo senso l’essere ancora vivo era una garanzia sufficiente. Mi avvicinai alla scrivania, l’addetto stampa mi fissava ancora ma i suoi occhi vitrei non mi cercavano piu’. Un solo colpo lo aveva separato definitivamente dalle sue incombenze terrene. Io, purtroppo, rientravo tra quelle insolute. Niente data, niente nome, un cadavere. “Diamine” pensai mentre ripulivo le impronte: non volevo certo avere altri problemi con la polizia. Veloce, calciai lo starter e aprii manetta. In un attimo gli odori della notte fischiavano di nuovo sotto il mio casco, mentre cercavo inutilmente una quinta alla vespa. Mi stavo rendendo conto di averla scampata di poco e l’adrenalina cominciava a scendere. Fermai la “special” davanti a un toro verde, mi sedetti e accesi una camel. 06.10.07(Zerotempo) Perchè lui? Perchè non aspettare che rimanesse solo? Un odore dolciastro mi si è cucito sulla stoffa e provo a cancellarlo tra le spire del fumo caldo che mi soffio addosso. Quando incroci Morte il sangue che cola ti porta lontano. Se non fossi al sicuro? Se lasciarmi in vita qualcuno potesse considerarlo un errore? Ho due possibilità. Nella prima mi convinco rapidamente che nulla è successo. Non ho mai visto quella casa e quando ho suonato a quel fottuto citofono nessuno mi ha mai aperto cosi’ ho scelto di cercare un po’ giro, magari verso casasonica e, non venendone a capo, ho scelto di tornare a testa bassa in redazione. Nella seconda mi preoccupo che non colpirmi sia stato uno sbaglio al quale bisogna porre rimedio in
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Discografia
tempi stretti. Comincio a spaventarmi poco per volta e, prima di lasciarmi sopraffare dal panico, decido che l’unica possibilità per non guardare dall’alto la mia testa esplodere e schizzare qualche muro come un merdoso quadro di pop art potrebbe essere fare qualche domandina qua e la’. Solo per capire che senso ha ammazzare per una titolo e una data. 07.10.07(Boosta) La nenia monotona del Po confluisce nei miei pensieri e mi distrae per un attimo. Il fiume di città e’ traditore: costretto e schiacciato nel cemento può darti l’impressione di essere un amico, una piacevole colonna sonora per la tua vita costruita attorno alla sua. Ma la verità e’ che al fiume non gliene frega un cazzo di chi tu sia e non aspetta altro che ti avvicini troppo per ghermirti e trascinarti a fondo. “Ora il fiume e’ davvero molto vicino” pensai scendendo i gradini dei murazzi.” 10.10.07(Zero reticoli)
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Eden (2011)
Eden è il sesto album della band torinese Subsonica, pubblicato l’8 marzo 2011 dalla EMI. Il 15 novembre è uscita la versione Repackaging di Eden, comprendente al suo interno una cover di Up patriots to arms di Franco Battiato (alla cui registrazione ha collaborato) e La scoperta dell’alba, scritta per l’omonimo film di Susanna Nicchiarelli.
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Discografia
1.Eden 2.Serpente 3.Il diluvio 4.Prodotto interno lurido 5.Benzina ogoshi 6.Sul sole 7.Quando 8.Istrice 9.Tra gli dei 10.La funzione (feat. Righeira) 11.L’angelo
Eden è stato un disco diverso dagli altri, come tutti i nostri lavori, alla ricerca di un’evoluzione, di stupire, soprattutto noi stessi. Siamo tornati all’idea di poterci concedere la speranza, cosa che abbiamo perso nel periodo de “L’Eclissi”, Eden è un disco che viene da un vissuto più aperto, colorato, acceso. Questo ci ha permesso di tornare in circuiti più solari rispetto agli anni precedenti. Partiamo da questo concetto: “Eden” è il disco più pop dei Subsonica. Pensate che questa sia una critica? Niente affatto, anzi. Cerchiamo di contestualizzare: la band torinese è arrivata al suo sesto album in studio e sono passati 14 anni dal suo omonimo esordio. “L’eclissi”, l’album precedente, era uno dei più cupi della loro produzione, sia nella musica che nei testi. Per affrontare le nuove composizioni stavolta Samuel e compagni hanno scelto di invertire la rotta: si sono chiusi in una casa di campagna fuori Torino, isolati dal resto del mondo e immersi nella natura. Da qui forse è nato il concetto dell’Eden, di un luogo nel quale trovare
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una tranquillità (forse?) definitiva. Ecco cos’è il nuovo lavoro dei Subsonica: un viaggio, una biografia a tappe dell’uomo/donna che cerca di sfuggire dalle inquietudini e dalle nevrosi metropolitane. La titletrack, che apre il disco ed è stata diffusa in rete già da un po’ di giorni, è il manifesto sonoro e tematico di questo nuova direzione. È costruita su un tappeto ritmico soffice, con chitarre che fanno pensare ai Radiohead di “In rainbows” (ci concediamo un azzardo: i Subsonica hanno ascoltato spesso Thom Yorke e soci durante la lavorazione di questi brani). Un brano pop, certo, ma di grande gusto ed efficacia. Stesso dicasi per “Serpente”, intrisa di dubstep, e per “Istrice”, una canzone che racconta Torino attraverso la storia di una ragazza introversa e confusa, con uno spirito malinconico e un arrangiamento orchestrale da ballata metropolitana. La voce di Samuel qui è un valore aggiunto, come spesso accade. Forse solo in “Quando”, altro pezzo delicato e soffuso, riesce a fare di meglio. Gli arrangiamenti studiati da Max Casacci e Boosta fanno il resto. Attenzione però, non pensiate che “Eden” sia un disco fatto solo di ballate. Il classico stile Subsonica, nato tra i centri sociali dei Murazzi, ritorna qua e là. Come ne “Il diluvio”, ad esempio, che sembra uscita direttamente dalle sessioni di “Amorematico”, o nell’invettiva politico/sociale di “Prodotto interno lurido”. Una canzone che sembra un po’ il gemello de “L’abitudine”. Ma tra gli episodi più movimentati il migliore è sicuramente “Benzina Ogoshi”, una canzone dove i Subsonica si dilettano in una felice e tagliente autoparodia, scritta “a quattro mani” con i fan attraverso uno scambio di mail in rete. Il ritornello “Non siete riusciti a bissare Microchip emozionale” funziona davvero alla grande. Un segno che la band non si è annoiata a fare questo disco, come prova anche il divertissement “La funzione”, dove spuntano perfino i Righeira. Volete una prova definitiva del cambiamento? “Sul sole” è un pezzo che inneggia al disimpegno e alla catarsi. A chiudere il cerchio ci pensa “L’angelo”, ancora un episodio dall’atmosfera sospesa. Insomma, alla sesta prova i Subsonica hanno rallentato un po’ il ritmo e cercato la strada della maturità, aprendosi con decisione all’elettropop orchestrale. Più influenzati da Bjork o dai Radiohead che da New Order o Chemical Brothers, per intenderci. La loro forza però è stata quella di non fare un disco scontato, che flirtasse con il pop “facile”, ma che è rimasto coerente con il loro percorso e ci ha regalato una nuova serie di canzoni davvero brillanti. Se poi l’Eden lo si possa trovare sulla terra o no non possiamo saperlo, purtroppo. Lo speriamo.
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subsOnica Tour 2011 Pordenone
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subsOnica Tour 2012 L’Aquila
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subsOnica Tour 2012 L’Aquila
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Eden Tour
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subsOnica tour 2012 L’Aquila 23.08.12
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Eden Tour Barletta 23.07.11
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subsOnica Tour 2011 Nettuno 03.08.11
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subsOnica Tour 2012 Roma 25/o7/12
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Finito di stampare nel mese di Luglio 2013 Per conto di Espress Edizioni S.pA. Torino presso il Nuovo Istituto Italiano d’Arti Grafche
Stampato in Italia-Printed in Italy
Nella vita di ognuno di noi sono successe le cose che succedono quando non hai più vent’anni: c’è stato chi ha fatto dei figli, abbiamo vissuto in un momento in cui si tende a diventare adulti. E musicalmente ognuno di noi ha vissuto in modo diverso esperienze che poi alla fine ci siamo Giovanni Ansaldo ritrovati a confrontare.
“La loro forza però è stata quella di non fare un disco scontato, che flirtasse con il pop “facile”, ma che è rimasto coerente con il loro percorso e ci ha regalato una nuova serie di canzoni davvero brillanti.” Giovanni Ansaldo
15,99€