Sound Design

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// TEORIA DELLA COMUNICAZIONE a..a. 2013/2014 sez. A // Graphic Design & Art Direction // Prof : Igor Muroni // Studententi : Adele Manuti Benedetta Vitelli Raimonda Fila Jasmine Atimosh Xie Shiyun





//Analisi Cover

pag. 1-12

//Progetto Sjoerd

pag. 13-22

//Stripsody

pag. 23-30

//Prediley

pag. 31-42


ANALISI Selezionare una cover di un album su cui fare poi un’analisi. Quando si indaga su un artista bisogna far riferimento a tre punti essenziali: 1. Il territorio d’indagine del suo lavoro, in senso produttivo. 2. Lo sguardo con il quale l’artista guarda questo territorio d’indagine. Uno sguardo di critica,di giudizio,di fascinazione ecc.. 3. Il linguaggio, ovvero come si racconta ciò che si è osservato, linguaggio fotografico, illustrativo,del collage ecc..

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Cover [2]


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Analisi Cover

La cover è una fotografia del cervello umano che è stato rappresentato da The Human Connectome Project. L’immagine mostra una serie di connessioni che navigano fra gli impulsi del cervello. A quanto pare, per questo progetto, i Muse hanno voluto indagare meglio il cervello umano e come esso elabora le informazioni. Il progetto The Human Connectome Project ha avuto il merito di essere in grado di rappresentare una facoltà umana così complicata in un modo molto ammaliante e attraente, con tanto di colori brillanti e di neon. Sono riconosciuti per uno stile musicale molto eclettico che raccoglie influenze di più generi come elettro- nica, progressive rock, spesso segnati da una vena sinfonica e orchestrale.La maggior parte dei testi delle loro canzoni, composte principalmente dal frontman Matthew Bellamy, trattano temi riguardanti apocalisse, ufo, guerra, vita, universo, politica

e religione. La sonorità delle loro canzoni rispecchiano sicuramente i temi, con delle musiche quasi psichedeliche ed elettroniche a volte accompagnate da suoni orchestrali. Raccontano di supremazia del potere della so- cietà quasi come un pericolo, cercando di “dare suggerimenti” a chi ascolta il brano, quasi come per dire “siate attenti” Dalle altre copertine si capisce che il loro stile è sia fotografico che illustrativo. Sicuramente le loro copertine non sono convenzionali, hanno quel che di astratto che subito richiama lo sguardo.

Manuti Adele

// IL PANICO DELLA MENTE

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Analisi Cover

L’immagine di copertina è un primo piano del volto di Christina . Il viso di Christina è tagliato a metà . Sembra come se la sua pelle è stata torna pelati su una metà del viso rivelando una donna bionica . Questa im magine suggerisce che lei è un robot e lavora meccanicamente . L’unica parte del viso che non è stato ‘ torna pelati ‘ è le labbra . Le sue labbra si unisce al suo fianco robotica con il suo lato normale , dimostrando che lei è umano che funziona meccanicamente . Partecipare suo piacere con il lavoro . In alto a sinistra c’è il suo nome . Egli nome è in nero e rosa . Venendo dal testo sono linee che attira l’ attenzione del pubblico al titolo dell’album . Il titolo è di staffe e separò dalle sillabe , rendendo il titolo dire in modo robotico . Christina Agurilera è conosciuta per la sua musica pop. Anche se que sto è il caso questo album non ha le convenzioni di

una cover pop CD proprio come CD cover di Katy Perry . Entrambe queste coperture sono semplici e utilizzano bianco contro bianco . Nella copertina dell’album di Katy Perry questo effetto rende il suo sguardo taglio pulito e innocente , mentre in questa immagine ha un effetto diverso . I capelli quasi bian chi bionda contro sfondo bianco fa il suo lato robotica e le labbra rosse spiccano di più. Il bordo nero grassetto rende anche l’immagine risal tare . Proprio come Katy Perry , Christina Aguilera si è allontanata dalle convenzioni di una cover pop altri anni come il suo profilo dell’artista si è sviluppato .

Xie Shiyun

// donna bionica

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Analisi Cover

La copertina ha un mezzo primo piano d’impatto e di facile riconoscibilità, c’è il suo volto, e i suoi due oggetti più riconoscibili, ossia il berretto e gli occhiali tondi. Dietro di sè non c’è una tinta piatta, bensì un muro, muro che a mio parere sarebbe quello di Berlino, dove, come racconta egli stesso ha concepito il brano “Futura”. “La scrissi una volta che andai a Berlino. Non avevo mai visto il Muro e mi feci portare da un taxi al Check Point Charlie, punto di passaggio tra Berlino Est e Berlino Ovest. Chiesi al tassista di aspettare qualche minuto. Mi sedetti su una panchina e mi accesi una sigaretta. Poco dopo si fermò un altro taxi. Ne discese Phil Collins che si sedette nella panchina accanto alla mia e anche lui si mise a fumare una sigaretta. In quei giorni a Berlino c’era un concerto

dei Genesis, che erano un mio mito. Tanto che mi venne la tentazione di avvicinarmi a Collins per conoscerlo, per dirgli che anch’io ero un musicista. Ma non volli spezzare la magia di quel momento. Rimanemmo mezz’ora in silenzio, ognuno per gli affari suoi. In quella mezz’ora scrissi il testo di Futura, la storia di questi due amanti, uno di Berlino Est, l’altro di Berlino Ovest che progettano di fare una figlia che si chiamerà Futura.» Questo per Dalla è stato un periodo sicuramente felice e pieno di gioia, che si è poi riscontrata nel suo lavoro e ha di certo contribuito alla sua creatività. Gli otto brani presenti nell’album vengono in breve salutati, da pubblico e critica, come autentici classici del repertorio dalliano.

Raimonda Fila

// nuvole

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Analisi Cover

L’album mostra dei poliedri in uno spazio indefinito e surreale, caratterizzati dal contrasto di colori chiari e colori scuri. Questo contrasto rispecchia soprattutto la musica della band, ricca infatti di dualità e di un continuo alternarsi di suoni dolci e forti, suoni quindi antipodi ma sempre in netto equilibrio tra di loro. Questo spiega la scelta della figura poliedrica, queste forme oltre ad essere utilizzate sempre più frequentemente in ogni campo del design per una ragione puramente estetica, hanno un preciso significato sin dai tempi più antichi, dal lato matematico quindi in termini letterali significa “Solido limitato da facce poligonali piane” ,ma dal lato figurativo si riferisce o ad una persona od una cosa, e indica che ha molte sfumature e sfaccettature, che è versatile;

e soprattutto che riesce ad adattarsi a molteplici situazioni. Sono stati ritrovati modelli di poliedri regolari anche in civiltà precedenti a quella greca, e il loro fascino, legato sia all’armonia delle proporzioni che alle proprietà matematiche, ha continuato a colpire artisti e scienziati fino ai giorni nostri. Si può infine affermare che I Funeral Suits hanno voluto unire la melodicità dell’elettronica con rock e pop, come moltissimi altri gruppi. Tuttavia il gruppo di Dublino è riuscito forse con spensieratezza ad essere quel poco di diverso che bastava per differenziarsi dalle altre band.

Jasmine Atimosh

// FACCE DA POLIEDRO

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Analisi Cover

Il visual di questa cover non contiene elementi figurativi o fotografici , anzi, risulta molto astratto, minimale ed enigmatico. Le tre frecce celesti che convergono verso il punto centrale sembrano a primo impatto delle V rovesciate: la scelta di quel simbolo non sembra di certo casuale se solo facessimo caso al fatto che il nome della band è scritto con le lettere latine utilizzando appunto la V al posto della U. Tre sono anche dei cerchi neri concentrici, uno dentro l’altro che si posano sopra le tre frecce. Capiamo da questo che il numero 3 è un numero importante: tre sono, infatti, i componenti del gruppo; tre è il numero perfetto; tre è la trinità che si ricollega all’aspetto “religioso” del nome CHVRCHES. La scelta dei colori fa sì che rosso e nero si mischino in contrasto

con l’azzurro, il giallino e piccole parti di magenta. Anche il font utilizzato è in armonia con il visual, è infatti molto minimal ma, allo stesso tempo fine ed elegante.

Benedetta Vitelli

// IL TRIO PERFETTO

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sJoerd Partendo dalla traccia “Little Impro” di Joerd Leijten, creare una cover del singolo, cercando di riuscire a trasferire il suono in segni grafici. Progettate in dimensione 10” (31,5x31,5cm) Stampate in dimensione 7” (18,4x18,4cm)

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Analisi Cover

leijten [14]


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Sjoerd leijten

Sjoerd Leijten nasce ad Amsterdam nel 1983. Il suo spirito creativo lo ha portato ad avvicinarsi alla musica e, in particolar modo, alla ricerca di un nuovo modo di interpretarla. I suoi lavori danno forma all’improvvisazione e uniscono una sonorità elettronica a quella acustica, varcando i confini tra musica tradizionale e musica sperimentale. Le sue composizioni sono influenzate da generi e stili differenti e richiamano molteplici forme d’arte: egli stesso si dichiara un appassionato di letteratura della quale predilige la filosofia di James Joyce.

L’originalità della sua musica sta nel fondere la sonorità tradizionale della chitarra a quella dei sintetizzatori ottenuti attraverso le ruote della bicicletta: strumenti, di certo insoliti, che riescono però a suscitare emozioni diverse in ogni persona che ascolta il brano.

// SJOERD E LA MUSICA

Ed ecco che temi quali l’interiorità, le relazioni umane, la superficialità della realtà esterna in opposizione all’importanza dell’individualità, sono portati alla luce nei suoi brani e ispirano il suo lavoro.

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// PROPOSTA 1

Cos’è un’onda. L’onda è qualcosa di indefinito e invisibile, ma allo stesso tempo è un mezzo di trasporto. Ascoltando il brano di Sjoerd è come se fossi stata trasportata in un’altra dimensione, una sorta di distaccamento transitorio dalla realtà. L’artwork rispecchia dunque questo stato. Mi piace definire questo ascolto come un percorso esperienziale a cui accediamo lentamente per poi uscirne in una sorta di dissolvenza, come quando la mattina non si riesce a distinguere il sogno dalla realtà.

Benedetta Vitelli

// L’onda che trasporta la distorsione del suono [17]


Sjoerd leijten

// PROPOSTA 2

Come nel lavoro di Magritte il concetto del mio artwork è quello della trasformazione del reale attraverso la rappresentazione del reale stesso, Una bicicletta che viene privata del sua principale funzionalità, è una bicicletta ma non lo è, e come nelle opere di Marcel Duchamp l’oggetto viene utilizzato in un’altra maniera. La distorsione del suono che si percepisce nel brano si riflette nella realtà,distorcendola e trasformandola.

Adele Manuti

// Ceci n’est pas un vélo

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// SCELTA FINALE

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Sjoerd leijten

L’immagine presente sulla copertina è un background noise che cerca di richiamare il sound all’interno, successivamente è stato sovrapposto da un elemento grafico che richiama una percezione di distorsione,movimento e disturbo. Questa composizione è ottenuta dalla ricerca iniziale della forma pura che suggerisce il suono, per poi distruggerla e farla rinascere attraverso una visione astratta offrendo una libera interpretazione dell’insieme.

Jasmine Atimosh

//NOISE BACKGROUND

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// VIDEOCLIP

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sjoerd leijten

Per il nostro videoclip abbiamo pensato di riprendere le rotaie di un tram in corsa, abbiamo poi applicato successivamente l’effetto “eco” per sdoppiare le immagini. Questa scelta deriva da un fatto puramente sensoriale, ovvero i suoni e i fischi che emettono i tram sono molto vicini acusticamente ai suoni distorti che le ruote della bicicletta producono in questo brano. Altro punto su cui ci siamo soffermate è quello legato alla tecnologia e al modernismo, e soprattutto al nuovo modo di vedere e fare musica, quindi quali elementi se non il tram e la città sono proprio simboli e portavoci di questo progressismo? Collegandoci al futurismo e alla nuova visione dell’arte ci siamo ispirate a Luigi Russolo, grande figura di quegli anni, fu l’inventore di uno strumento chiamato “intonarumo-

ri”, un apparecchio meccanico capace di sviluppare suoni disarmonici e avanguardistici subito battezzati, nelle performance di quel movimento, “musica futurista”; nel 1922 costruì il “rumorarmonio”, mezzo necessario ad amplificare gli effetti musicali creati dall’intonarumori. Fu infatti firmatario del manifesto L’arte dei rumori (11 marzo 1913), in cui si teorizzava l’impiego del rumore per arrivare a comporre una musica costituita da rumori puri invece che suoni armonici, è considerato il primo artista ad aver teorizzato e praticato il concetto di noise music.

// NOISE MUSIC [22]


Strip

Prendendo spunto dal video di Cathy Berberian in cui riproduce con suoni della voce cioò che è rappresentato nella stripsody., fatta di segni grafici e iconici che rappresentano l’immaginario collettivo di vari elementi sonori, ne abbiamo create altre. Ognuno di noi ha interpretato la propria stripsody in base allle proprie sensazioni e emozioni, pensando a come sarebbe una volta trasformata in linguaggio sonoro.

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Analisi Cover

sody [24]


// “Il suono dei colori” - Adele Manuti

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Stripsody

Stripsody

// “Electronic sound” - Adele Manuti

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// “Wow che caos” - Raimonda Fila

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Stripsody

// “Gioia” - Xie Shyiun

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// “Perturbazioni” - Jasmine Atimosh

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Stripsody

// “Noise” - Jasmine Atimosh

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PRE-

PER La terza edizione di PRE-DELAY /// 03 NABA Sound Magazine progettare l’art work della busta del disco che sarà stampata su vinile 10” / 33 giri. La dimensione della cover è 31,8 cm x 31,4 cm. Nella facciata frontale deve comparire il titolo PRE-DELAY /// 03. Nel retro devono essere impaginate tutte le informazioni presenti nel retro della copertina dei CD precedenti. L’insieme di tutte le cover realizzate diventerà la PRE-DELAY /// 03 Vinyl Limited Edition.

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Analisi Cover

DELAY [32]


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Pre-delay

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Pre-delay

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Pre-delay

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