Meditazioni del mattino e della sera

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“Il Signore, l’Eterno, ... risveglia, ogni mattina, risveglia il mio orecchio, perch’io ascolti, come fanno i discepoli” (Isaia 50:4)

“E udirono la voce dell’Eterno Iddio ... sul far della sera ...” (Genesi 3:8)

Questa ristampa delle Meditazioni del Mattino e della Sera è un’ulteriore testimonianza di come gli scritti del “principe dei predicatori” siano costantemente apprezzati nel tempo da ogni generazione di credenti. Charles Haddon Spurgeon, nato in Inghilterra nel 1834, non ha bisogno di particolari presentazioni, in quanto appartiene a quel filone di scrittori evangelici dell’area del Risveglio che credevano nell’opera insostituibile dello Spirito Santo per la salvezza e la santificazione dei credenti. Come molti altri servitori di Dio, egli ha svolto il suo fedele ministerio della Parola prima dell’inizio del Risveglio Pentecostale; in ogni caso, non possiamo dimenticare che il suo messaggio autorevole ha conquistato a Cristo migliaia di uomini e donne, indirizzandoli sulla via della santità. Questo volume costituisce un caposaldo della letteratura devozionale evangelica, infatti, è noto in tutto il mondo. Le meditazioni in esso contenute sono state di ispirazione per generazioni di credenti, fonte di consiglio e di sprone per il culto personale e familiare. Le Meditazioni del Mattino e della Sera sono state scritte per incoraggiare ogni serio credente a leggere e meditare la Bibbia almeno due volte al giorno. In questo modo l’applicazione delle verità che Dio ci trasmette attraverso la Sua Parola diventa il motivo ispiratore di ogni nostro pensiero ed il presupposto di tutte le nostre azioni.

ISBN 88 86085 96 6

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Servizio Pubblicazioni delle “Assemblee di Dio in Italia”

€ 16,50

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“Il Signore, l’Eterno, ... risveglia, ogni mattina risveglia il mio orecchio, perch’io ascolti, come fanno i discepoli” (Isaia 50:4)

“E udirono la voce dell’Eterno Iddio ... sul far della sera ...” (Genesi 3:8)

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Titolo originale: “Morning and Evening” Charles Haddon Spurgeon MacDonald Publishing Company McLean - Virginia 22102 - U.S.A. Edizione italiana: “Meditazioni del Mattino e della Sera” © ADI-Media Via della Formica, 23 - 00155 Roma Tel. 06 2251825 - 06 2284970 Fax 06 2251432 Email: adi@adi-media.it Internet: www.adi-media.it Servizio Pubblicazioni delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia” 2005 - Tutti i Diritti Riservati 2009 - Seconda ristampa Traduzione e adattamento: a cura dell’Editore Tutte le citazioni bibliche, a meno che non sia indicato diversamente, sono tratte dalla Bibbia Versione Riveduta, Libreria Sacre Scritture - Roma Stampa: Produzioni Arti Grafiche S.r.l. - Roma

ISBN 88-86085-96-6


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PREFAZIONE Queste meditazioni di Charles H. Spurgeon sono note in tutto il mondo evangelico e sono state di ispirazione a milioni di cristiani. Sono ora pubblicate nell’ambito del programma di letture quotidiane dalla Sacra Scrittura perché siano usate per il culto personale e per quello di famiglia. Charles H. Spurgeon non ha bisogno di alcuna presentazione, in quanto appartiene al filone degli scrittori evangelici dell’area del Risveglio, che credevano nell’opera insostituibile dello Spirito Santo per la salvezza e la santificazione dei cristiani. Come molti altri servitori di Dio, egli ha svolto il suo fedele ministerio della Parola prima dell’inizio del Risveglio Pentecostale e, nonostante avesse su alcuni argomenti teologici una personale visione, non possiamo dimenticare che il suo messaggio autorevole ha conquistato a Cristo migliaia di uomini e donne, spingendoli sulla via della santificazione. Questa edizione delle sue meditazioni possa essere un incentivo ad amare ed ubbidire a “tutto l’Evangelo”. Francesco Toppi

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1 GENNAIO - MATTINO

I FRUTTI DEL CIELO “…mangiarono, quell’anno stesso, del frutto del paese di Canaan” (Giosuè 5:12)

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sraele aveva terminato il suo pellegrinaggio, ed aveva raggiunto il riposo promesso. Non più tende da nomadi, non più serpenti velenosi, né minacciosi Amalekiti, e neppure il terribile deserto: Israele raggiunse la terra in cui stillava il latte e il miele, e mangiò il grano del paese. Forse proprio quest’anno, caro lettore, tutto ciò può diventare vero nella tua e nella mia vita. La prospettiva è favorevole, e se la fede è viva, la benedizione sarà grande. Riposare con Gesù, esattamente come accadeva al popolo di Dio, è davvero una dolce speranza, e l’attesa di questa grazia gloriosa rappresenta una doppia benedizione. L’incredulità si manifesta davanti al Giordano che scorre ancora fra noi e la terra promessa, ma ci rassicura il fatto di aver già sperimentato mali peggiori di quelli che anche la più dolorosa delle morti potrebbe procurarci. Mettiamo al bando ogni sentimento di timore e rallegriamoci nel considerare che quest’anno potremmo cominciare ad essere “sempre con il Signore”. Una parte dell’esercito celeste opererà anche quest’anno sulla terra per servire il Signore. Se le cose stanno così, non c’è ragione per dubitare che il versetto citato in apertura del nuovo anno non possa diventare altrettanto reale nella nostra vita. “Noi che abbiamo creduto entreremo nel riposo”. Lo Spirito Santo è la caparra della nostra eredità; Egli ci dona la gloria che inizia fin da quaggiù. Nel cielo i credenti sono al sicuro, come lo siamo noi in Cristo Gesù; hanno trionfato sul nemico ma anche noi quaggiù realizziamo le nostre vittorie. Gli angeli del cielo gustano la comunione con il loro Signore, la medesima che è concessa anche a noi; si riposano nel Suo amore, fruendo della stessa pace che noi sperimentiamo in Lui, essi cantano le Sue lodi, ma benedirLo è anche un nostro privilegio. Quest’anno raccoglieremo sulla terra i frutti del cielo laddove la fede e la speranza trasformano il deserto nel giardino del Signore.

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1 GENNAIO - SERA

I CANTORI DEL CIELO “… Noi gioiremo, ci rallegreremo a motivo di te …” (Cantico de’ Cantici 1:4)

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oi gioiremo e ci rallegreremo in Cristo. Non apriremo questo nuovo anno sulle note gravi del trombone, ma su quelle dolci dell’arpa gioiosa, accompagnata dal suono festoso dei cembali. “Venite, cantiamo con giubilo all’Eterno, mandiamo grida di gioia alla rocca della nostra salvezza!”. Mettiamo da parte le afflizioni e innalziamo gioiosi le nostre bandiere nel nome di Dio. Lasciamo che gli altri si lamentino dei loro problemi, noi che abbiamo un legno da gettare sulle acque amare di Mara, magnificheremo il Signore con gioia. Lo Spirito Santo, il nostro vero Consolatore, dimora in noi, e non cesseremo mai di adorare e benedire il nome di Gesù. Noi desideriamo, e di questo ne siamo certi, che Gesù coroni la gioia del nostro cuore con la Sua presenza. Non vogliamo disonorare il nostro Sposo lamentandoci al Suo cospetto. Siamo chiamati ad essere cantori del cielo, esprimiamo fin d’ora il nostro canto, prima di elevarlo nelle stanze della Nuova Gerusalemme. Noi gioiremo e ci rallegreremo: la gioia sarà raddoppiata, e sperimenteremo benedizione sopra benedizione. Dovrebbe esserci qualche limitazione alla nostra gioia nel Signore? Gli uomini che vivono nella grazia non trovano nel Signore “la canfora e lo spigo, il calamo e il cinnamomo”? E quale fragranza ancora migliore troveranno nel cielo! “Noi gioiremo e ci rallegreremo a motivo di te”. Quest’ultima espressione rappresenta il nocciolo dell’intero discorso e l’essenza stessa del testo. Quale felicità è racchiusa in Gesù! Fiumi di benedizioni senza fine hanno in Lui la fonte, e ogni goccia contiene la Sua pienezza! Signore Gesù, sei per il Tuo popolo la parte buona e preziosa, concedici dunque di afferrare in quest’anno il senso del Tuo valore, affinché dal primo all’ultimo giorno possiamo gioire e rallegrarci in Te. Fa che gennaio inizi nella gioia del Signore e che dicembre termini nell’allegrezza in Gesù.

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2 GENNAIO - MATTINO

IL RESPIRO DELL’ANIMA “Perseverate nella preghiera, vegliando in essa con rendimento di grazie” (Colossesi 4:2)

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interessante osservare come all’argomento della preghiera venga dedicato così ampio spazio nella Sacra Scrittura, sia fornendo esempi, sia citando le promesse che sono ad essa legate. Fin dalle prime pagine leggiamo: “Gli uomini cominciarono ad invocare il nome del Signore” e, alla conclusione del Libro, possiamo ascoltare “l’amen” ad una fervente preghiera. Gli esempi sono numerosi. Troviamo Giacobbe che sta lottando, Daniele che prega tre volte il giorno e Davide che invoca Dio con tutto il suo cuore. Incontriamo Elia sulla montagna, Paolo e Sila in prigione. Ci sono frequenti esortazioni e miriadi di promesse che riguardano la preghiera. Tutto questo non ci rammenta forse l’importanza della preghiera? Possiamo essere certi che tutto ciò che Dio ha considerato importante nella Sua parola, Egli intende realizzarlo nella nostra vita. Se il Signore ha insistito molto sulla preghiera vuol dire che sa quanto bisogno ne abbiamo. Le nostre necessità ci fanno sentire costantemente la necessità della preghiera almeno fino a quando non saremo in cielo. Ritieni di non aver bisogno di nulla? Allora temo che tu non riconosca la condizione di povertà nella quale ti trovi. Non hai favori da chiedere a Dio? Allora, possa la misericordia del Signore mostrarti la tua miseria! Un’anima senza preghiera è un’anima senza Cristo. La preghiera è il balbettìo del credente appena nato, il grido del fedele che combatte, il “requiem” del santo che si addormenta in Cristo. È il sospiro, la parola d’ordine, il conforto, la forza, l’onore di un credente. Se sei un figlio di Dio, allora desideri cercare il volto di tuo Padre e vivere nel Suo amore. Prega affinché quest’anno tu possa essere santo, umile, zelante e paziente; perché tu possa realizzare una comunione più intima con Cristo e gustare così in ogni istante il Suo amore. Prega affinché tu possa essere un esempio e una benedizione per gli altri, vivendo in funzione della gloria del tuo Maestro. Il motto di quest’anno dev’essere: “Perseverate nella preghiera”.

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2 GENNAIO - SERA

NUOVE FORZE “… Riprendano nuove forze i popoli …” (Isaia 41:1)

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utte le cose sulla terra hanno bisogno di essere rinnovate. Nessuna cosa creata continua a vivere per sé stessa. “Tu rinnovi la faccia della terra”, dice il salmista. Perfino gli alberi, che non si logorano per gli affanni né abbreviano la loro esistenza per la fatica, devono bere la pioggia del cielo ed estrarre i tesori nascosti nel suolo. I cedri del Libano che Dio ha piantato vivono soltanto perché ogni giorno assumono la linfa assorbita dal suolo. Anche l’esistenza umana non è sostenibile senza il rinnovamento divino. Come è necessario alimentare il corpo con il cibo, così dobbiamo sostenere la nostra anima nutrendola con la Parola di Dio, osservando i Suoi comandamenti che sono un tavola imbandita di cibi prelibati. Come è abbattuta la nostra anima quando trascuriamo questi mezzi! Come appaiono stremati alcuni credenti che vivono senza usare diligentemente la Parola di Dio e la preghiera! Se la nostra spiritualità può fare a meno del Signore, allora non è frutto della Sua opera ma è soltanto teoria, poiché se Dio l’ha suscitata, essa dipenderà interamente da Lui, come i fiori dipendono dalla rugiada. Senza un ristoro costante non siamo in grado di respingere i continui assalti del diavolo o le dure correzioni che ci provengono dal cielo, e neppure le lotte dentro di noi. Quando il turbine si scatena, guai all’albero che non ha attinto la linfa fresca, e non ha intrecciato le sue radici alla roccia. Quando la tempesta si solleva, guai a quei marinai che non hanno rinforzato l’alberatura della nave, non hanno cercato di raggiungere il porto, né hanno gettato l’ancora. Se lasciamo che ciò che è buono s’indebolisca, il male certamente acquisterà forza e tenterà disperatamente di dominarci; questo potrebbe generare una dolorosa afflizione e una situazione deplorevole. Avviciniamoci alla misericordia divina con umiltà, e realizzeremo l’adempimento della promessa: “Quelli che sperano nell’Eterno acquistano nuove forze”.

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3 GENNAIO - MATTINO

L’ALLEANZA DEL POPOLO “…Nel tempo della grazia io t’esaudirò, nel giorno della salvezza t’aiuterò; ti preserverò, e farò di te l’alleanza del popolo, per rialzare il paese…” (Isaia 49:8)

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esù Cristo è la somma e la sostanza stessa del patto. Ogni credente possiede Cristo come dono che accompagna quel patto. Sei in grado di valutare ciò che hai ottenuto in Cristo? “In Lui abita tutta la pienezza della deità”. Considera la parola Dio e la Sua immensità, e poi medita su l’uomo perfetto e la Sua bellezza; e valuta come tutto ciò che Cristo possiede, in qualità di vero Dio e vero uomo, ti appartiene in quanto tuo: per grazia ti è stato trasmesso per sempre. Il nostro benedetto Gesù, come Dio, è onnisciente, onnipresente, onnipotente. Non ti consola sapere che tutti questi attributi gloriosi ti appartengono? Gesù ha potenza? Quella potenza è per te, per sostenerti e rinforzarti, vincere i tuoi nemici e preservarti fino alla fine. Ha Egli amore? E non c’è nemmeno una goccia d’amore nel Suo cuore che non sia per te; tu puoi nuotare nell’immenso oceano del Suo amore, e dire: “È per me”. Possiede Egli la giustizia? Potrebbe sembrare un attributo severo, ma persino questo è per te, perché Egli per la Sua giustizia provvede affinché tutte le promesse del Suo patto di grazia siano certamente mantenute. Tutto ciò che Egli possiede, come uomo perfetto, è tuo. Essendo uomo perfetto il diletto dell’Eterno era su di Lui. Egli fu accettato dall’Altissimo. Credente, l’approvazione di Dio per Suo Figlio è anche per te, non sai che l’amore che Egli ha dato a Cristo, il perfetto, lo dona anche a te adesso? Infatti, tutto ciò che Cristo ha fatto è tuo. Quella giustizia perfetta che Gesù realizzò, quando attraverso la Sua vita senza macchia Egli completò la legge e la rese onorevole, è tua, ed è attribuita a te. Cristo è nel patto che Dio ha stabilito con te.

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3 GENNAIO - SERA

LA VIA DEL SIGNORE “… V’è una voce d’uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, addrizzate i suoi sentieri. Ogni valle sarà colmata ed ogni monte ed ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose saran fatte diritte e le scabre saranno appianate” (Luca 3:4, 5)

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a voce che gridava raccomandava di far luogo alla via del Signore; una voce dal deserto esortava a preparare la strada al Figliuolo di Dio. Desidero rivolgere la mia attenzione alla parola del Maestro e farGli strada nel mio cuore, consentendoGli di compiere azioni di grazia attraverso il deserto della mia natura. Sono quattro i luoghi menzionati in questo brano, e meritano di essere esaminati con attenzione: “Ogni valle sarà colmata”. I pensieri che non onorano Dio devono essere allontanati, il dubbio e la disperazione devono essere rimossi, l’egoismo e i piaceri carnali devono essere abbandonati. Al di sopra di queste valli profonde si deve innalzare una gloriosa strada di grazia. “Ogni monte ed ogni colle sarà abbassato”. L’orgoglio umano, la vanagloria, e ogni giustizia personale devono essere livellati onde tracciare una strada per il Re dei re. La comunione divina non è mai accordata ai peccatori superbi e altezzosi. Il Signore rispetta l’umile e visita colui che ha il cuore contrito, ma i superbi sono in abominio all’Eterno. “Le vie tortuose saran fatte diritte”. Il cuore che vacilla deve imboccare una strada dritta delineata dalla santità, decidendo fermamente per il Signore. Gli uomini di cuore doppio sono degli estranei per il Dio della verità. Anima mia, cerca di essere onesta e sincera in ogni cosa, poiché vieni esaminata da Colui che scruta i cuori. “Le vie scabre saranno appianate”. Le pietre d’inciampo devono essere rimosse, le spine della ribellione devono essere sradicate. Un ospite così nobile non deve trovare paludi o pietraie quando verrà ad onorarci con la Sua presenza. Possa il Signore questa sera trovare nel mio cuore una strada pronta a ricevere la Sua grazia, affinché Egli penetri nel profondo del cuore, dall’inizio alla fine di quest’anno! 11


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4 GENNAIO - MATTINO

CRESCERE NELLA GRAZIA “Crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo” (II Pietro 3:18)

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rescete nella grazia”, non con grazia soltanto, ma in tutta la grazia. Crescete in quella grazia che è fondamento della fede. Credete alle promesse più fermamente di quanto abbiate mai fatto. Lasciate che la fede cresca in pienezza, costanza e semplicità. Crescete anche nell’amore. Pregate che il vostro amore possa estendersi, diventare più intenso, più pratico e che influenzi ogni pensiero, parola ed azione. Crescete allo stesso modo anche nell’umiltà. Cercate di abbassarvi e riconoscere tutta la vostra nullità. Mentre vi abbassate nell’umiltà, cercate di crescere verso l’alto, avvicinandovi al Signore in preghiera e realizzando una più intima comunione con Gesù. Possa lo Spirito Santo permettervi di “crescere nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore”. Chi non cresce nella conoscenza di Cristo rifiuta di essere benedetto. ConoscerLo significa avere la vita eterna, progredire nella Sua conoscenza vuol dire ottenere una felicità maggiore. Chi non desidera conoscere maggiormente Cristo, non comprende ancora nulla di Lui. Chiunque ha bevuto il Suo vino, ne vorrà ancora altro, poiché sebbene Cristo ci sazi, è comunque una soddisfazione che non smorza il desiderio ma piuttosto lo stimola. Una volta conosciuto l’amore di Cristo anelerai sempre di più il Suo amore, proprio come la cerva brama i corsi d’acqua. Se non desideri conoscerLo maggiormente, allora non ami il Signore, poiché l’amore spinge ad essere sempre più vicini alla persona amata. L’assenza di Cristo è l’inferno; ma la presenza di Gesù è il paradiso. Non ti accontentare di vivere senza conoscere più intimamente Cristo. Cerca di conoscerLo sempre di più nella Sua natura divina, nella Sua relazione umana, nella Sua opera compiuta, nella Sua morte e risurrezione, nella Sua attuale gloriosa intercessione e nel Suo prossimo ritorno. Un crescente amore per Cristo e una conoscenza sempre più perfetta del Suo amore per noi è una delle migliori prove di un’evidente crescita nella grazia.

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4 GENNAIO - SERA

CONOSCENZA DIVINA “E Giuseppe riconobbe i suoi fratelli, ma essi non riconobbero lui” (Genesi 42:8)

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e fin da questa mattina il nostro desiderio è stato quello di crescere nella conoscenza del Signore Gesù, sarebbe opportuno stasera considerare un soggetto analogo, la conoscenza che il nostro “Giuseppe celeste” ha di ognuno noi. Essa era già perfetta molto tempo prima che noi avessimo la minima conoscenza di Lui: “I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo; e nel tuo Libro erano tutti scritti i giorni che mi erano destinati, quando nessuno di essi era sorto ancora” (Salmo 139:16). Ancor prima di essere creature del mondo, esistevamo da sempre nel Suo cuore. Quando eravamo Suoi nemici, Egli ci conosceva in tutta la nostra miseria, follia e malvagità. Quando piangevamo pentiti e Lo vedevamo soltanto come giudice e legislatore inflessibile, Egli ci vedeva come figli amati, e il Suo cuore era tenero verso di noi. Egli non ci ha confuso mai con altri, ma ci considera da sempre l’oggetto del Suo infinito amore. “Il Signore conosce quelli che sono suoi”: questo vale sia per i figli prodighi che pascolano i maiali, sia per quelli che sono seduti a tavola. Ma, ahimè! noi non conoscevamo il nostro Fratello divino, e perciò il peccato ha regnato nella nostra vita. Abbiamo rifiutato di dare a Lui il nostro cuore, negandoGli il nostro affetto. Non ci siamo fidati di Lui e abbiamo dubitato delle Sue parole. Siamo stati ribelli e non Gli abbiamo offerto alcun tributo d’amore. Il Sole di Giustizia splendeva e noi eravamo incapaci di vederlo. Il Regno dei Cieli è sceso sulla terra e non ce ne siamo accorti. Sia lodato il Signore che per noi quei giorni sono terminati; ma anche adesso conosciamo assai poco di Gesù. Abbiamo appena iniziato ad ammirarLo ed Egli conosce già tutto di noi. È una benedizione sapere che l’ignoranza è nostra anziché Sua, poiché diversamente saremmo senza speranza. Egli non ci dirà mai “non ti ho mai conosciuto”, ma ci chiamerà per nome nel giorno della Sua apparizione.

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5 GENNAIO - MATTINO

UNA NETTA DISTINZIONE “E Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre” (Genesi 1:4)

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a luce doveva essere necessariamente buona, essendo scaturita dalla Sua Parola: “Sia la luce!”. Noi che godiamo della Sua luce dovremmo essere più riconoscenti a Dio, scorgendo in essa e tramite essa molti aspetti che riguardano il Signore. La luce fisica, dice Salomone, è bella, ma la luce dell’Evangelo è infinitamente più preziosa, poiché rivela le cose eterne e provvede alla nostra natura immortale. Quando lo Spirito Santo ci dona la luce spirituale, e apre i nostri occhi per riconoscere la gloria di Dio nel volto di Gesù Cristo, noi vediamo il peccato nel suo vero aspetto, e noi stessi nella nostra effettiva posizione. Vediamo l’Iddio altissimo come Egli stesso si rivela, il piano di salvezza com’Egli lo propone, nonché il mondo a venire nel modo descritto dalla Sua parola. La luce spirituale presenta molte sfumature come quella naturale che viene riflessa da un prisma. Siano esse conoscenza, gioia, santità o vita, sono tutte divinamente buone. Se la luce che riceviamo è così buona, quanto più deve esserlo la vera luce, e quanto glorioso sarà il luogo in cui Egli si rivela! Non appena viene in essere una cosa buona, nasce l’esigenza di una distinzione. La luce e le tenebre non hanno comunione; Dio le ha divise, noi non dobbiamo confonderle. I figli della luce non devono aver nulla in comune con le opere, le dottrine e gli inganni delle tenebre. I figli del giorno devono essere sobri, onesti e coraggiosi nell’opera del Signore, lasciando le opere delle tenebre a coloro che in esse dimoreranno eternamente. Le nostre comunità dovrebbero distinguere con estrema chiarezza la luce dalle tenebre, e noi dovremmo fare la medesima cosa per quanto concerne la nostra separazione dal mondo. Dovremmo discernere ciò che è puro da ciò che non lo è, nel giudicare, nell’agire, nell’ascoltare, nell’insegnare, nell’associarci agli altri, rispettando così la grande distinzione che il Signore fece in principio. Sia il Signore Gesù la nostra luce in questo giorno, poiché Egli è la luce degli uomini.

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5 GENNAIO - SERA

LUCE INTERIORE “Dio vide … la luce …” (Genesi 1:4)

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uesta mattina abbiamo considerato il beneficio della luce, e come Dio l’abbia separata dalle tenebre; adesso analizziamo lo sguardo speciale che Dio le rivolse. “Dio vide la luce”: guardandola se ne compiacque, l’ammirò con soddisfazione e disse di essa che “era buona”. Se il Signore ti ha dato la Sua luce, caro credente, Egli guarda ad essa con particolare interesse. Infatti, Gli è preziosa non soltanto in quanto è opera Sua, ma proprio perché è come Lui, poiché “Egli è luce”. È bello sapere che lo sguardo di Dio è così amorevolmente rivolto all’opera di grazia che ha iniziato; Egli non perde mai di vista il tesoro che ha posto in noi che siamo vasi d’argilla. A volte non riusciamo a vedere la luce, ma Dio la vede sempre, ed il Suo sguardo è molto più importante del nostro. È meglio che il giudice veda la mia innocenza, piuttosto che la veda io. È molto consolante sapere che appartengo al popolo di Dio, ma che io ne sia consapevole o meno, se il Signore lo sa, io sono comunque al sicuro. Questa è la cosa fondamentale: “Egli conosce quelli che son Suoi”. Tu puoi sospirare e affliggerti per il peccato, addolorarti per l’oscurità in cui ti trovi, ma il Signore vede la “luce” nel tuo cuore, poiché è Lui che ve l’ha posta. Il turbamento e la tristezza nella tua anima non possono offuscare la tua luce al Suo sguardo. Puoi essere in preda allo sconforto, e magari vicino alla disperazione, ma se il tuo cuore desidera Cristo, se cerchi di riposare nella Sua opera completa, Dio vede la “luce”. Egli non soltanto la vede, ma anche la preserva dentro di te. “Io, il Signore, la guarderò” (Isaia 27:3). Questa è una verità preziosa per coloro che si sono sentiti impotenti nel tentativo inutile di difendersi da soli. La luce che Dio custodisce per la Sua grazia, la trasformerà un giorno nello splendore del mezzogiorno e nella pienezza della gloria. La luce interiore è l’alba del giorno eterno.

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AFFETTO PATERNO “Gettando su lui ogni vostra sollecitudine, perché Egli ha cura di voi” (I Pietro 5:7)

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ossiamo attenuare il nostro dolore quando comprendiamo che “Egli ha cura di noi”. Credente, non disonorare la tua fede avendo sempre qualche sollecitudine; vieni, getta il tuo peso su di Lui. Tu vacilli sotto un peso che il tuo Padre celeste non avvertirebbe minimamente. Quello che a te pare un fardello schiacciante, per il Signore è meno di un velo di polvere che si deposita sul piatto della bilancia. Nulla può essere di maggiore consolazione come il rimanere sereni nelle mani di Dio, e non seguire altra volontà che la Sua. Figlio della sofferenza, sii paziente; Dio non ti trascura nella Sua provvidenza. Chi si prende cura dei passeri, provvederà anche al tuo bisogno. Non abbandonarti alla disperazione; spera, spera sempre. Solleva le braccia della fede contro un mare di problemi, e la tua resistenza metterà fine alle distrette. C’è Qualcuno che si occupa di te. Il Suo occhio sta fisso su di te, il Suo cuore palpita per il tuo dolore, e la Sua mano onnipotente provvederà l’aiuto di cui necessiti. La nuvola più scura diventerà una pioggia di misericordia. L’oscurità più fitta farà spazio al chiarore mattutino. Se appartieni alla Sua famiglia, Egli fascerà le tue ferite, e sanerà il tuo cuore rotto. Non dubitare della Sua grazia a causa della tribolazione, ma credi che Egli ti ama tanto nell’afflizione quanto nella felicità. Potresti condurre una vita davvero serena e tranquilla se lasciassi ogni cosa al Signore della Provvidenza! Con un po’ d’olio nel vaso e una manciata di farina nella madia Elia sopravvisse alla carestia, e tu potrai fare altrettanto. Se Dio si prende cura di te perché ti affanni? se puoi affidarGli la tua anima non puoi fare altrettanto per il corpo? Egli non ha mai rifiutato di portare i tuoi affanni e non ha mai vacillato sotto il loro peso. Vieni dunque anima abbattuta, lascia ogni sollecitudine e abbandona ciò che ti turba nelle mani del Dio misericordioso.

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6 GENNAIO - SERA

UNA MANO POTENTE “La sera … la mano dell’Eterno era stata sopra di me …” (Ezechiele 33:22)

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e questo versetto parla di giudizio al mio cuore, è opportuno che io consideri le ragioni delle prove in cui vengo a trovarmi, diventando sensibile alla verga e a Colui che l’ha decretata. Non sono l’unico che viene rimproverato durante la notte. Devo sottomettermi docilmente all’afflizione, cercando di riceverne qualche vantaggio. Ma la mano del Signore può anche essere percepita in un altro modo: può fortificare l’anima e sollevare lo spirito verso le cose eterne. Possa io oggi realizzare proprio questo! La percezione della presenza divina che dimora in noi trasporta l’anima verso il cielo come su ali d’aquila. In momenti simili noi trabocchiamo di gioia spirituale e dimentichiamo le sollecitudini e le afflizioni di questa terra; l’invisibile è vicino a noi e ciò che è visibile diventa effimero. Il corpo rende i suoi servigi e attende ai piedi del monte, mentre lo spirito s’innalza e adora sulla vetta alla presenza del Signore. Che momenti santi di divina comunione possano essermi concessi questa sera! Il Signore sa quanto ne abbia bisogno. I miei doni spirituali languiscono, la mia corruzione infierisce, la mia fede è debole, la mia devozione è fredda. Queste sono le ragioni per cui la Sua mano guaritrice dovrebbe appoggiarsi su di me. La Sua mano può rinfrescare la mia fronte scottante e calmare il tumulto del mio cuore. Quella gloriosa mano che formò il mondo può rigenerare la mia mente; quella mano instancabile che regge gli enormi pilastri della terra può sostenere il mio spirito. La mano amorevole che conserva tutti i santi può accarezzare anche me; quella mano potente che sconfigge il nemico può ridurre in schiavitù i miei peccati. Perché non dovrei sentirmi sfiorare da quella mano proprio questa sera? Vieni, anima mia, rivolgiti al tuo Dio e ricordati che le mani di Gesù furono forate per la tua redenzione; e certamente sentirai su di te la stessa mano che toccò Ezechiele, facendolo inginocchiare affinché ammirasse le visioni di Dio.

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7 GENNAIO - MATTINO

VERA VITA “Per me il vivere è Cristo, e il morire guadagno” (Filippesi 1:21)

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l credente non ha sempre vissuto in Cristo. Egli inizia a vivere in Lui quando lo Spirito Santo lo convince di peccato e quando per grazia riesce a vedere il Salvatore morente che compie l’offerta propiziatoria per la sua colpa. Dal momento della nuova nascita celeste, l’uomo inizia a vivere in Cristo. Gesù rappresenta per i credenti una perla di grande valore, per la quale sono disposti ad abbandonare tutto ciò che possiedono. Egli ha conquistato totalmente il nostro cuore, al punto che ora batte soltanto per Lui, desiderando vivere soltanto per la Sua gloria e morire unicamente per la difesa dell’Evangelo. Gesù Cristo rappresenta il modello della nostra vita, ad immagine del quale vorremmo scolpire il nostro carattere. Le parole dell’apostolo Paolo hanno un significato più profondo di quello che comunemente si potrebbe pensare; esse mostrano come il proposito e lo scopo della vita dell’apostolo fosse Cristo, o meglio come la sua vita stessa fosse il Signore. Detto con le parole di un antico servitore di Dio: “Egli mangiava, beveva e dormiva la vita eterna”. Gesù era il suo respiro, l’anima della sua anima, il cuore del suo cuore, la vita della sua vita. Puoi affermare, come cristiano professante, di vivere secondo questo modello? Puoi dire onestamente che per te il vivere è Cristo? I tuoi affari sono fatti per Cristo? oppure sono volti all’arricchimento personale o alla ricerca di qualche vantaggio familiare? Penserai: “Ma questa non è una ragione meschina”, per il credente certamente lo è! Egli professa di vivere per Cristo; come potrebbe esistere per un altro scopo senza commettere adulterio spirituale? Molti sostengono in qualche misura questo principio, ma chi osa dire di aver vissuto interamente per Cristo, come fece l’apostolo? Eppure soltanto questa è la vera vita di un credente, la sua fonte, il suo sostegno, il suo modello, il suo scopo; tutto riassunto in un unico Nome: Cristo Gesù. Signore, accettami, sono qui! Prego di poter vivere soltanto in Te e per Te. Lascia che io sia come il bue che sta fra l’aratro e l’altare, per lavorare o per essere sacrificato, e fa’ che il mio motto sia: “Pronto per tutte e due le cose”. 18


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9-12-2009

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“Il Signore, l’Eterno, ... risveglia, ogni mattina, risveglia il mio orecchio, perch’io ascolti, come fanno i discepoli” (Isaia 50:4)

“E udirono la voce dell’Eterno Iddio ... sul far della sera ...” (Genesi 3:8)

Questa ristampa delle Meditazioni del Mattino e della Sera è un’ulteriore testimonianza di come gli scritti del “principe dei predicatori” siano costantemente apprezzati nel tempo da ogni generazione di credenti. Charles Haddon Spurgeon, nato in Inghilterra nel 1834, non ha bisogno di particolari presentazioni, in quanto appartiene a quel filone di scrittori evangelici dell’area del Risveglio che credevano nell’opera insostituibile dello Spirito Santo per la salvezza e la santificazione dei credenti. Come molti altri servitori di Dio, egli ha svolto il suo fedele ministerio della Parola prima dell’inizio del Risveglio Pentecostale; in ogni caso, non possiamo dimenticare che il suo messaggio autorevole ha conquistato a Cristo migliaia di uomini e donne, indirizzandoli sulla via della santità. Questo volume costituisce un caposaldo della letteratura devozionale evangelica, infatti, è noto in tutto il mondo. Le meditazioni in esso contenute sono state di ispirazione per generazioni di credenti, fonte di consiglio e di sprone per il culto personale e familiare. Le Meditazioni del Mattino e della Sera sono state scritte per incoraggiare ogni serio credente a leggere e meditare la Bibbia almeno due volte al giorno. In questo modo l’applicazione delle verità che Dio ci trasmette attraverso la Sua Parola diventa il motivo ispiratore di ogni nostro pensiero ed il presupposto di tutte le nostre azioni.

ISBN 88 86085 96 6

ADI Media

Servizio Pubblicazioni delle “Assemblee di Dio in Italia”

€ 16,50

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