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Abitare le tue emozioni pag
abitare le tue emozioni
Quel tocco magico...
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Quando pensi a come arredare una casa entrano in gioco tutti i tuoi gusti, le tue preferenze e le idee, tradotte e concentrate attraverso le immagini. Si parla di colore, di dimensioni, di “spirito” della casa, a volte di oggetti. La fase della progettazione viene comunicata con disegni e immagini che aiutano a comprendere il futuro della stessa, e i dispositivi digitali hanno il compito di far interagire il più possibile con l’idea dell’ambiente da costruire. La realtà “aumentata e virtuale” può diventare quasi reale ed è grazie ad una caratteristica del nostro cervello che proviamo elevate soddisfazioni, quasi ad averlo sperimentato davvero. Perché a queste rappresentazioni sembra mancare quel… tocco, che completa l’esperienza? Per sperimentare un luogo hai bisogno di interagire con esso, di respirare i profumi che lo compongono, di toccare i materiali usati. Più volte ti ho detto che tutto quello che crea un bel progetto è una chiave di accesso al mondo dell’esperienza, al mondo dei ricordi, al mondo delle sensazioni. Sei tanto attento a che tipo di luci, di colori, o di quali oggetti ti vuoi circondare… e i materiali? Il trattamento della superficie? È vero, la praticità è importante nella vita quotidiana. È anche vero che il mondo delle emozioni ha bisogno di proiezioni che rispecchino le necessità personali per arrecare un beneficio. La fatidica imitazione del legno ha raggiunto un livello talmen-
cdnstudio Eleonora Denicolò Architetto
te reale di riproduzione che l’occhio ne è spesso appagato. È davvero come avere il legno in casa? Sembra il racconto del “vorrei ma non posso”. Pensa al suono dei tuoi passi su un gres effetto legno o su un parquet, o al profumo del legno: hai l’illusione del legno a pavimento e si crea una dissonanza con tutti i restanti sensi perché manca qualcosa, perché i messaggi del vissuto conducono ad altro rispetto alle aspettative. Le superfici meno regolari sono esperienze tattili indimenticabili. Anche decidere di progettare superfici molto levigate può essere una scelta intenzionale. Il progetto di un luogo, e tutto ciò che lo compone, è un collettore di input verso mondi e sottomondi magici solo se ogni senso umano è chiamato in causa. Lo insegna la sala dei giganti di Palazzo Te a Mantova, dove anche il piano inclinato del pavimento contribuisce a donare più sensazioni possibili e “immersive” per creare l’illusione voluta. Per tutte queste ragioni, un luogo apparentemente perfetto e meraviglioso può rivelarsi insignificante perché non crea un legame di connessione, non parla al mondo interiore e delude. Perché è distante. Quando hai chiaro il desiderio di luogo di cui circondarti, è poi semplice costruire quella sensazione, comporre i tanti dettagli. Ecco che la tua casa diviene soddisfazione e benessere. O