tra
SOGNO &
ARTE
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FacolĂ di Architettura Corso di Laurea magistrale: Design comunicazione visiva e multimediale Insegnamento di: Storia delle arti visivi Docenti: Balmas Paolo Studenti: Xu Huijie
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Indice
Abstract
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da Sogno a Surrealismo
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Sognatore sulla Tela —— Rene Magritte
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Sogno Lucido
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Sogni e Metafore nella Vita Ordinaria— Design Surrealista
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Abstract
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Di che cosa parliamo quando parliamo di “sogno”?
In caratteri cinesi, la parola “sogno( 夢 )" è composta da tre parole: " 苜 "(mò, gli occhi non vedono le cose in modo chiaro), " 宀 " (deformazione dell'essere umano) e " 夕 " (sera). Il significato originario: l'illusione del sonno. La “deformazione dell’essere umano” significava, nell’antica Cina un frangersi, uno sdoppiamento. Si riteneva che, durante il sonno, l’anima si dividesse in due; una parte lasciava il corpo e vagava liberamente, mentre l’altra rimaneva ancorata in esso. È interessante rilevare che lo stesso pensiero animava i popoli mesopotamici; e i luoghi che l’anima, vagando, visitava,erano la materia stessa del sogno. Si credeva inoltre che, a volte, lo stesso dio che presiedeva ai sogni, prendesse su di se l’anima del sognatore. Fin dal 2000 A.C. gli Egizi scrivevano i loro sogni su papiro, poiché credevano che i sogni fossero degli oracoli, dei messaggi da parte degli dei. Allo stesso modo, nell’antica Grecia si eseguivano rituali compressi nell’interpretazione della sorte attraverso i sogni. Si credeva che gli dei stessi, prendendo sembianze umane, entrassero nelle stanze durante il sonno, per essere latori di buone o cattive notizie. Più tardi, in Occidente, nel mondo cristiano, vediamo che la materia del sogno è legata inesorabilmente ai miti letterari della Bibbia. Nel Rinascimento e ancor più nel Barocco si libera, diventa un artificio per esprimere un mito profano o intenti narrativi scevri da costrizioni. Alcuni filosofi hanno affermato che quello che noi consideriamo il "mondo reale" potrebbe essere o è un’illusione. Il maestro Zhuangzi racconta che una notte sognò di essere una farfalla che volava leggera e spensierata, e al risveglio, era confuso: si domandò come potesse determinare se era veramente Zhuangzi che aveva appena finito di sognare di essere una farfalla, o una farfalla che aveva appena iniziato a sognare di essere Zhuangzi. L’illusione dell’esistente(maya), è anche alla base della filosofia induista. Mentre in Occidente William Shakespeare ne “La tempesta”, al terzo atto afferma “ Noi siamo della stessa materia di cui sono fatti i sogni. E la nostra breve vita è circondata da un sonno.”
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DA SOGNO A SURREALISMO
Psichiatra Austriaco e psicanalista, Sigmund Freud (1865-1939), è il fondatore della moderna scuola psicoanalitica occidentale. Elaborò la teoria dell’inconscio sostenendo che la coscienza è sepolta sotto vari strati di cui è composta la mente. Freud diceva:“ il sogno è una rifrazione del desiderio della vita reale, è il desiderio inespresso.” Ne “ L’interpretazione dei sogni ” Freud sviluppò l’argomentodell’esistenza dell’inconscio, indicando i sogni come la via massima che conduce ad esso, gl’indizi migliori per accedervi. Il surrealismo è un movimento culturale che nasce dalle suggestioni della psicanalisi, e come quest’ultima aspira al mistero. Esso 8
sperimenta una nuova modalità di espressione, quale la scrittura automatica, o automatismo, capace di liberare la fonte della creazione poetica suprema, svincolata dalla tirannia della ragione, appellandosi a quel nebuloso universo inconscio rivelato da Freud. Ufficialmente è consacrato a Parigi nel 1924, con la pubblicazione del Manifesto del Surrealismo dal poeta e critico André Breton (1896-1966), che definisce il movimento surrealismo come "automatismo psichico allo stato puro, con il quale ci si propone di esprimere - verbalmente, per mezzo della parola scritta, o in qualsiasi altro modo, il funzionamento del pensiero.
Gli artisti surrealisti credono che: l'inconscio è la vera forma dello spirito; il sogno è la stessa fonte dell’arte, e si oppone al razionalismo, che offusca il mondo spirituale dell'uomo. L'artista perciò deve utilizzare l'inconscio per creare, come fonte di opportunità e di meraviglia. La corrente del surrealismo diventò un movimento intellettuale e politico internazionale. Breton, insieme ai poeti francesi Louis Aragon (1897-1982), Paul Eluard (1895-1952), e Philippe Soupault (1897-1990), ha subìto le influenze delle teorie psicoanalitiche e gli studi di Sigmund Freud, nonché le idee politiche del filosofo Karl Marx (1818-1883). Utilizzand i metodi freudiani di libera associazione, la loro poesia e prosa produsse sorprendenti immagini. I principi cerebrali e irrazionali del Surrealismo trovano origine nel disprezzo intelligente e stravagante per il movimento dadaista di un decennio prima. I poeti surrealisti erano in un primo momento riluttanti ad allinearsi con gli artisti figurativi, perché credevano che i processi laboriosi di pittura, disegno e scultura erano in contrasto con l’immediatezza delle parole. Tuttavia, Breton e i suoi seguaci non hanno del tutto ignorato l'arte figurativa, tenendo in alta considerazione artisti come Giorgio de Chirico (1888-1978), Pablo Picasso (18811973), Francis Picabia (1879-1953), e Marcel Duchamp (1887-1968) a causa dei contenuti inconsci, provocatori, ed erotici dei loro lavori. Ad esempio, concettualmente complessa e l’opera di Duchamp (Grande Vetro) (191523; Philadelphia Museum of Art) ammirato da surrealisti e considerato un precursore del movimento. Nel 1925, Breton motiva il suo sostegno all’arte figurativa, proponendo le opere di artisti come Picasso sulla rivista La Révolution Surréaliste, e con l'organizzazione di mostre di pittura e di disegno. Gli artisti visivi che per primi hanno lavorato con immagini surrealiste, sono stati il tedesco Max Ernst (1891-1976), il francese André Masson (1896-1987), lo spagnolo Joan Miró (1893-1983), e l’americano Man Ray (18901976). I disegni basati sulla libera associazione 9
ma eroticamente suggestivo, con oggetti resi con grande precisione. l’illuminazione misteriosa della pittura, le ombre lunghe, lo spazio infinito e il senso di solitudine, ricordano le atmosfere di de Chirico. Nel 1929, Dalí si trasferisce dalla Spagna a Parigi esegue i suoi primi dipinti surrealisti. Ha ampliato immagini oniriche di Magritte con la propria carica di erotismo, e di visioni allucinatorie. Negli alloggi del desiderio del 1929, Dalí impiega simboli freudiani, come le formiche, a simboleggiare il suo schiacciante desiderio sessuale. Nel 1930, Breton ha elogiato nel secondo Manifesto del Surrealismo le rappresentazioni di Dalí dell'inconscio. Co s t o ro s o n o i p r i n c i p a l i co l l a b o r a t o r i della rivista Minotaure (1933-1939), una pubblicazione surrealista fondata a Parigi.
di Masson del 1924 sono linee curve, o continue, da cui emergono figure strane e simboliche, prodotte dell’inconscio. Breton ha considerato i disegni di Masson simili al suo automatismo nella poesia. La patata del 1928 di Miró utilizza forme organiche linee contorte per creare un immaginario di figure fantastiche. Nel 1927, l'artista belga René Magritte (1898-1967), trasferitosi da Bruxelles a Parigi, divenne una figura di spicco del movimento surrealista figurativo. Influenzato dalla pittura di de Chirico tra il 1910 e il 1920, Magritte dipinge oggetti eroticamente espliciti, sospesi in una dimensione da sogno. Il suo lavoro definisce una scissione tra l'automatismo visivo promosso da Masson e Miró (e in origine con le parole di Breton) e una nuova forma di surrealismo illusionista espresso dallo spagnolo Salvador Dalí (1904-1989), il belga Paul Delvaux (18971994) , e il franco-americano Yves Tanguy (1900-1955). In "Eternally Obvious" di Magritte, lo smembrato nudo femminile è emotivamente scioccante. In "Satin Tuning Fork", Tanguy riempie uno s p a z i o i l l u s i o n i s t i co n o n i d e n t i f i c a b i l e ,
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Il movimento, organizzato in Europa, si sciolse con l'inizio della seconda guerra mondiale. Breton, Dalì, Ernst, Masson, e altri, tra cui l'artista cileno Matta (1911-2002), che per primo ha unito i surrealisti nel 1937, lasciò l'Europa per New York. Una ventata di rinnovamento, negli Stati Uniti, venne (1898-1979) dalla galleria di Peggy Guggenheim, Art of This Century, e J u l i e n L e v y G a l l e r y . N e l 1 9 4 0 , B re t o n organizzò la quarta mostra internazionale surrealista a Città del Messico, includendo i messicani Frida Kahlo (1907-1954) e Diego Rivera (1886-1957) (anche se nessuno dei due artisti aderì ufficialmente al movimento). In America le immagini sorprendenti del surrealismo, il simbolismo profondo, le raffinate tecniche pittoriche, nonché il disprezzo per le convenzioni, ha influenzato le generazioni successive di artisti, tra cui Joseph Cornell (1903-1972) e Arshile Gorky (1904-1948), il cui lavoro ha formato un continuum tra surrealismo e l'espressionismo astratto.
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Sognatore sulla tela —— Rene Magritte
Sogno Lucido
Magritte disse che durante le sue vacanze nell'infanzia, andava spesso a un cimitero abbandonato con una bambina sua amica, aprivano il cancello di ferro insieme e camminavano nei luoghi bui. In un'occasione, videro sotto il sole un pittore intento a dipingere. L’arte del dipingere gli sembrò come una magia. Magritte bambino al momento vide l'oscurità opposta la luce e il mistero del confine tra la morte e la vita: lasciare l'oscurità, significò lasciare la morte, e vedere la vita sotto la luce.
nel cimitero abbandonato. I suoi dipinti di questo periodo sono segnati da un sottile erotismo come ne "Le Modèle (1922)” o nella "Femme ayant une rose à la place du coeur (1924)” e altri lavori. Lasciò l’accademia perché pensava che fosse una perdita di tempo. Tutti i suoi dipinti di questo periodo risentono del cubismo, il movimento introdotto da Pablo Picasso, molto popolare all'epoca. Nel 1922 si sposa con Georgette, e per vivere compie altri lavori, tra cui dipingere per una società di carta da parati.
L’artista inizia a dipingere nel 1914. Dal 1916 al 1918, decise di studiare presso l'Academie des BeauxArt a Bruxelles. Nei dipinti dei primi anni, la figura femminile ricorrente nelle città, strade e stazioni, è la bambina che giocava con lui nella sua infanzia
Poco dopo il suo matrimonio, Rene Magritte inizia creando forme d'arte e lavora su una serie di oggetti; è in questo periodo che esprime la sua vena surrealista.
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Dopo essersi trasferito a Parigi, il pittore diventa amico di André Breton, e quindi figura di spicco del movimento pittorico surrealista. Influenzato dalla pittura di de Chirico, tra il 1910 e il 1920, inizia a dipingere oggetti eroticamente espliciti sospesi in uno scenario onirico. Le sue opere costituiscono una spaccatura tra l'automatismo visivo di Joan Miro e il surrealismo illusionistico espresso dallo spagnolo Salvador Dalì. Per Magritte, ciò che è nascosto è più importante dell’evidenza: questo era il suo modo di rappresentare il mistero. Durante l'occupazione tedesca del Belgio, nella seconda guerra mondiale, l’artista rimase a Bruxelles, e ruppe con il collega André Breton.
Dopo la rottura con Breton, adotterà, nel 19431944, un più acceso cromatismo, interludio conosciuto come il suo “Periodo Renoir", come reazione al senso di alienazione e di abbandono avvenuto con l’occupazione tedesca del Belgio. L’artista restò a Bruxelles per il resto della sua vita. In quasi tutta la sua esperienza pittorica ha espresso una poetica surrealista, da cui ha deviato molto raramente. La maggior parte delle opere raffigurano scene simili, e temi ricorrenti: rocce galleggianti, o la creazione di un quadro nel quadro, o l’uso di oggetti inanimati, in relazione alla figura umana, creando un suo stile ineguagliabile. Ha voluto coltivare uno stile scevro da distrazioni stilistiche, tipiche dello sperimentalismo della 13
pittura moderna. Il registro della sua pittura si stabilisce su un impassibile tecnica illustrativa. La ripetizione, che chiaramente articola il contenuto dei suoi quadri, è una strategia, che lo conduce a produrre molteplici redazioni di alcune delle sue più grandi opere. La ripetizione ossessiva di un’idea può essere un segno di un trauma, secondo la psicanalisi Freudiana, ma il suo lavoro come grafico pubblicitario potrebbe aver giocato un ruolo molto importante. Ancora, utilizzava soggetti famosi, creati da altri artisti, mettendo il suo tocco surreale su di essi. Basti ricordare il dipinto delle tre figure al “balcone” di Edouard Manet in cui Magritte sostituisce le figure che erano nell'immagine, con le bare. Questo, costringe lo spettatore a guardare al di fuori del senso comune, a concentrarsi sulle caratteristiche distintive che non erano originariamente presenti. 14
Tuttavia quasi sempre i suoi lavori esprimono un umorismo giocoso e provocatorio, suscitando un’affascinante mondo paradossale, di cui si ha chiara percezione quando si visualizza l'intera serie delle sue opere come un unicum. La qualità illustrativa delle immagini di Magritte si traduce spesso in un potente paradosso: le immagini che sono accattivanti nella loro chiarezza e semplicità, provocano tuttavia pensieri inquietanti. Le opere sono espressioni di scene quotidiane, senza distorsioni, ma l'imprevista combinazione di eventi e particolari, a volte grotteschi, pur dichiarando che non nascondano alcun mistero, sono meravigliosamente surreali. Affascinato dalle interazioni di testi e segni visivi, in alcune delle sue più celebri opere impiega sia le parole che le immagini. Mentre quelle immagini
esprimono il mistero che caratterizza gran parte del suo lavoro surrealista, spesso sembrano nascere più da uno spirito di ricerca razionale - e meraviglia - gioca con i doppi sensi che possono annidarsi nel linguaggio. Sebbene molte delle opere create da Magritte sono esposte al museo des Beaux Arts di Bruxelles, nel corso della sua carriera ha avuto numerose esposizioni. Nel 1936, si tenne una mostra antologica a New York City, e in seguito, si sono tenute anche due mostre retrospettive. Una del 1965, presso il Museo d'Arte Moderna, e la seconda si è tenuta nel 1992, al Metropolitan Museum of Art. Gli uomini in bombetta che spesso appaiono nei quadri di Magritte possono essere interpretati come autoritratti. Rappresentazioni della moglie dell'artista, Georgette, sono comuni nelle figure femminili, così come lo sono gli scorci del
modesto appartamento di Bruxelles della coppia. Anche se questo potrebbe suggerire il contenuto autobiografico dei suoi quadri, costituisce in realtà suggestioni universali. E’ come se credeva che non abbiamo bisogno di guardare lontano per il mistero, dal momento che si annida ovunque, anche nella vita più convenzionale. Ciò che il pittore fa non è di imitare la realtà, ma di crearla; molto simile a quello che facciamo sognando: come accade, non lo sappiamo. La sua pittura sostanzialmente esprime un realismo mistico, magico. Come nello stato di veglia, si ha ancora una straordinaria forza di immaginazione, la formazione di un quadro surrealista. "In realtà, è destinato a produrre il sogno, "ha detto, "Questo sogno non è quello per farti addormentare, ma per farti stare sveglio.”
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Sogno Lucido
"La vera 'realtà' non è 'quella naturale', ma 'il sogno interiore' delle persone. Solo la creazione dell’uomo è la cosa più realistica."
Un sogno lucido è un sogno durante il quale il sognatore è consapevole di sognare, e potrebbe essere in grado di esercitare un certo grado di controllo sui personaggi del sogno, sulla storia e sull'ambiente. Il termine “Sogno lucido” è stato coniato dallo scrittore olandese e psichiatra Frederik van Eeden nel suo articolo A Study of Dreams del 1913, in cui egli sostiene che i sognatori sono consapevoli del fatto che stanno sognando. Contemplare le pitture di Magritte, è come fare un sogno lucido.
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E così in Decalcomania, ove la figura dell’uomo pare apparentemente spostarsi per lasciarci vedere cosa l’uomo stesso vede al di là della tenda. Ma in realtà lo scopo non è quello, è piuttosto di farci capire il confine entro il quale un paesaggio può rientrare nella nostra percezione. I’illustra la nostra finitezza di fronte all’incommensurabilità del cielo e del mare che noi comprendiamo soltanto in porzioni, parti, quelle che il nostro corpo può sentire. Siamo esseri finiti, limitati; è la nostra ontologia. E Magritte l’ha rappresentata. Rene Magritte ha detto, "E 'un sindacato che suggerisce il mistero essenziale del mondo. L'arte per me non è un fine in sé, ma un mezzo per evocare quel mistero.
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Gli Amanti II (1928), è un olio su tela raffigurante due persone bloccate in un abbraccio. Le figure si stanno baciando attraverso veli. Essi sono situati in una stanza compresi tra una parete di fondo, una parete laterale e il soffitto. La parete di fondo è di colore blu-grigio con una tonalità più chiara sulla metà inferiore e una tonalità più scura nella metà superiore. La parete laterale è di colore rosso con l’ombra costituita da una tonalità più scura di mattoni fino alla cima. Il soffitto è bianco e ha una modanatura decorativa lungo il confine del muro rosso. La figura maschile indossa un abito nero con cravatta nera, ed una camicia bianca. Egli abbraccia una donna vestita di rosso, con una blusa senza maniche con rifiniture bianche. Il braccio della donna sembra uscire dal quadro. Il modo in cui sono entrambi atteggiati è suggestivo: L'uomo è in posizione dominante rispetto alla donna che inclina la testa leggermente verso sinistra, mentre lui la bacia, più prominente verso destra e rivelando la sagoma distinta del suo naso. Entrambe le figure hanno un velo bianco che avvolge completamente i loro volti e il collo, drappeggiato morbidamente sul retro. Gli elementi che compongono questo dipinto sono la stanza, quasi insignificante, e gli amanti. I colori vivaci sono in ombra, e non ci sono finestre per dare prospettiva; tuttavia è raro vedere una stanza con una tale varietà di pareti colorate. Gli amanti sono l'oggetto primario, quello che suggerisce il mistero e l’intrigo. L'aspetto più significativo dell’opera sono i volti coperti: in realtà sarebbe un dipinto piuttosto banale, ma semplicemente
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coprendo le facce con il velo diventa molto più misterioso e intrigante. L'impatto psicologico è comunque maggiore di tutti questi elementi considerati. Il colore blu è associato alla calma, o all’acqua simbolo di vita. La donna è vestita di rosso che evoca la rabbia, la lussuria e l'amore. Il nero è comunemente associato con la morte che l'uomo può rappresentare. I veli sono di un colore biancastro o grigiastro a seconda di come lo si interpreta, potrebbe significare la purezza o potrebbe significare che la purezza sta svanendo o si sta corrompendo. Cercare di mettere tutti questi elementi insieme per evocare un unico significato è impossibile. E 'incredibile come una composizione apparentemente semplice riveli significati via via complessi se non contraddittori. Il senso di questo dipinto può derivare ad un primo sguardo, rigorosamente di superficie, indipendente dai significati psicologici nascosti: lo spettatore può essere influenzato da essi o no. L'arte è puramente soggettiva e lo sono anche le interpretazioni. Sembra che tutti coloro che vedono questo dipinto sono colpiti dai veli che coprono i volti delle figure principali. E tuttavia le due persone si baciano in modo così intimo. È questo il paradosso: il contrasto tra il bacio e l’assenza di sguardo, il corpo che si tocca accostato al corpo che non si vede. Per questo Magritte è geniale: agli amanti che si scambiano un gesto così intimo, e vietato conoscersi. Tutto ciò è provocatorio. “Gli Amanti II” è una pittura che intriga e provoca il pensiero.
Golconda raffigura una scena di uomini quasi identici vestiti di scuro con cappotti e cappelli a bombetta, che sembrano essere gocce di pioggia (o sembrano galleggiare come palloncini pieni di elio, sebbene non vi sia alcuna indicazione reale di movimento), in un contesto di edifici e cielo blu. Gli uomini sono distanziati in griglie esagonali dal punto di fuga e sono in una rigida prospettiva.
fino alla fine del 17 ° è stata la capitale di due regni successivi; la fama di essere al centro della leggendaria produzione dei diamanti della regione era tale che il suo nome rimane, secondo l'Oxford English Dictionary, "un sinonimo di 'miniera di ricchezza'."
Magritte ha vissuto in un ambiente suburbano simile, e si è vestito in modo simile. La bombetta è una caratteristica, ricorrente nella sue opere, e appare in dipinti come il Figlio dell'uomo.
Nell’opera di Magritte, la visione surreale non è dovuta alla deformazione o distorsione degli oggetti; ma nella scena reale quegli incredibili spostamenti del senso, quell’utilizzare accostamenti inconsueti genera un conflitto.
Come succede spesso con le opere di Magritte, il titolo Golconda è stato trovato dal suo amico poeta Louis Scutenaire. Golconda è una città in rovina, nello stato di Andhra Pradesh, India, nei pressi di Hyderabad, che dalla metà del 14 ° secolo
Il volto dell’uomo di fronte, vicino al camino della casa sulla destra del quadro, è un omaggio a Scutenaire.
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Sogni e metafore nella vita ordinaria— design surrealista 20
Parole chiavi del design della grafica surrealista: corpo, incontro casuale, collage, bellezza convulsiva, la morte, il desiderio, il sogno. Il movimento surrealista degli anni 1920 e 1930 si è concentrato sulla letteratura, la pittura, il design industriale, la fotografia, e il cinema. Le attività editoriali dei surrealisti hanno fornito solo un accenno di quelle che potevano essere le possibilità di un design della grafica surrealista. Molti dei più suggestivi primi esempi sono venuti dalla Cecoslovacchia, dove il Surrealismo avrebbe avuto una duratura influenza. Successivamente, le idee e le immagini surrealiste hanno avuto un profondo impatto sul design e la grafica in ogni ambito dell'arte, e negli anni 60 gli effetti del movimento si sono maggiormente espressi in comunicazione grafica internazionale fino ad oggi. Così vediamo che il brand Opening Ceremony ha iniziato il proprio cammino nel mondo dell'arte con il lancio di una capsule collection (nel maggio 2014), rendendo omaggio proprio ai capolavori surrealisti di Rene Magritte. Per mettere insieme questa linea di ready-to-wear e di scarpe, il concept store si è avvalso del talento di Manolo Blahnik, di Birkenstock e di Vans, per elaborare questo progetto unico. Fedele al lavoro originale dell'artista belga, la collezione ha presentato manufatti con 12 dei suoi dipinti più famosi, come ad esempio Gli Amanti, Shéhérazade, il cui disegno, ricamato con perle, appariva in un abito e in una giacca da aviatore.
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Jan Svankmajer è un animatore e regista ceco nato a Praga. Ha studiato presso il College di Arti Applicate di Praga e successivamente presso il Dipartimento del teatro dei burattini all''Accademia delle Belle Arti praghese. Ha contributo al film di Emil Radok Doktor Faust nel 1958, e poi ha iniziato a lavorare per il teatro Semafor di Praga, fondando il Teatro delle Maschere. Si è poi trasferito al teatro multimediale Laterna Magika, dove ha rinnovato la sua collaborazione con Radok. Questa esperienza teatrale si riflette nel primo film di Švankmajer “The Last Trick", che è stato girato nel 1964. Sotto l'influenza del teorico Vratislav Effenberger, Švankmajer si spostò dal manierismo dei suoi primi lavori al surrealismo classico, che si manifesta nel suo film “The Garden” (1968), e si unisce ai surrealisti cecoslovacchi. Švankmajer ha guadagnato una reputazione per diversi decenni, per il suo uso distintivo della tecnica stop-motion, e la sua capacità di rendere le immagini surreali, da incubo, divertenti. Egli continua a fare film a Praga. Lo stile di Svankmajer include suoni esagerati, creando un effetto straniante in tutte le scene alimentari. Il cibo è infatti uno dei suoi soggetti preferiti. Spesso utilizza sequenze in rapido movimento, con persone che interagiscono senza
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dialogare, o oggetti inanimati che sono portati alla vita attraverso stop motion, come oggetti di argilla. Oppure con un metodo di animazione in cui figure di creta vengono filmate. Švankmajer utilizza anche pixilation in molti dei suoi film, tra cui “alimentare (1992)” e “cospiratori del piacere (1996)”. Stop-motion funziona nella maggior parte del suo lavoro, anche se di recente i suoi lungometraggi prevedono molte più sequenze d'azione e di animazione. Molte delle sue opere, come “il cortometraggio in cantina”, sono fatte dal punto di vista di un bambino, ma allo stesso tempo, spesso con una natura veramente inquietante e persino aggressiva. Nel 1972 le autorità comuniste gli proibirono di fare films, e molti dei suoi films successivi sono stati vietati. Era quasi sconosciuto in Occidente fino agli inizi del 1980. Scrivendo sul New York Times, Andrew Johnston ha elogiato la vena artistica di Svankmajer, affermando che "while his films are rife with cultural and scientific allusions, his unusual imagery possesses an accessibility that feels anchored in the shared language of the subconscious, making his films equally rewarding to the culturally hyperliterate and to those who simply enjoy visual stimulation."
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Per quel che riguarda il Nordamerica, Il surrealismo fiorì principalmente tra le donne, che diversamente da quanto accadde ai loro colleghi maschi, si inoltrarono nell'inconscio come mezzo di autoesplorazione, di esorcizzazione dei propri demoni. La mostra storica organizzata di recente dal LACMA di Los Angeles e dal Museo d'Arte Moderna (MAM) di Città del Messico “In Wonderland” (nel "Paese delle Meraviglie”), fa luce sul lavoro di un gruppo d'artiste diverse - sia le famose che quelle meno conosciute- attive in un periodo che fu testimone dell'internazionalizzazione del surrealismo nelle arti visive in centri urbani come Città del Messico, New York, Chicago, Los Angeles e San Francisco. La mostra presentò un'ampia gamma di lavori, fra dipinti, opere su carta, sculture, fotografie e cinema, nella maggior parte datati dal 1930 circa (periodo in cui Lee Miller e Rosa Rolanda sperimentarono per la prima volta con le tecniche di fotografia surrealista) fino al 1968 (anno in cui Yayoi Kusama presentò uno dei suoi eventi storici, Alice in Wonderland, in Central Park). Evidente il legame del museo LACMA con il Surrealismo; basti pensare all’opera “Levitated Mass” di Land Art, creata da Michael Heizer, quasi una duplicazione del capolavoro di
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Magritte “Le Chateau De Pyrenees”. Come in questi la roccia è un enorme masso sospeso sull’acqua, paradossalmente privo di gravità, l’enorme masso di granito posto davanti al museo, sembra levitare sugli appoggi, costituiti da due mensole di acciaio, installati in una trincea in cemento armato, lunga 140 metri, e larga 5 metri. È altrettanto evidente la citazione dell’opera di Magritte “L’impero Delle Luci”: il lampione, che nel dipinto funge da diaframma tra il giorno e la notte, nella suggestiva installazione di “The Urban Light (2008)” di Chris Burden si moltiplica all’infinito: i lampioni stradali in ghisa, che un tempo, illuminavano le strade della California del sud, estrapolati dal loro uso quotidiano, diventano una surreale foresta di lampioni, o una selva di colonne.
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