architecture portfolio agostino bucci
C U R R I C U LU M V I T A E
QUALIFICA Agostino Bucci agostino.bucci.architect@gmail.com data di nascita 22/11/1990 Residenza via piccitù 2, Jesi (AN) tel +39 3470875765
Architetto abilitato, ordine degli architetti di Ferrara
EDUCAZIONE -Laureato in Architettura con voto 110/110 2009 -2015 , Università di Ferrara, Ferrara -Progetto Atlante al British Columbia Institute of Technology Gennaio 2013-Maggio 2013, Architectural science, British Columbia Institute of Technology, Vancouver, Canada -Rigenerazione urbana, workshop, -Marzo 2012 Università di Ferrara, Ferrara, Italy -Accessibility for disable people, Workshop 20 Agosto, 2012 - 27 Agosto 2012, National Institute of Design, Ahmedabad, India -University campus: a starting point for the city development, workshop Aprile 2015, UNAM, Universidad Nacional, Autonoma de Mexico, Mexico city (Mexico) -Corso di fotografia del paesaggio with Guido Guidi, Jem Southam Ottobre 2015,Osservatorio fotografico, Ravenna
-Corso di fotografia with Luciano Boschetti Settembre 2014- Gennaio 2015, Ferrara -Diploma Scientifico 2004- 2009, Liceo scientifico Leonardo da Vinci, Jesi
Tutor didattico al laboratorio di progettazione 1 all’Università degli studi di Ferrara, dipartimento di Architettura Marzo 2014- Giugno 2014 -Aiuto agli studenti durante lo sviluppo progettuale -rispondere a domande tecnico-progettuali
ESPERIENZE LAVORATIVE Tirocinante e disegnatore nello studio di Mario Talacchia, Jesi, Italy
-studio di esempi architettonici con gli studenti
Luglio 2010 - Ottobre 2010,
Renderista a progetto presso lo studio di Interior Design di Paola Mattei, Jesi
- completare disegni esecutivi
Maggio 2011- Giugno 2011
-modellazione 3D e rendering
- modellazione ex novo 3D edificio e arredi
-rilievo in cantiere
- render foto realistici degli interni e degli arredi
-contributo nel disegno di dettagli tecnici QUALITA’ E COMPETENZE Tutor didattico al corso di Progettazione elementi costruttivi all’Università degli studi di Ferrara, dipartimento di Architettura Settembre 2013- Febbraio 2014 -valutazione degli elaborati degli studenti -Aiuto agli studenti durante lo sviluppo progettuale -rispondere a domande tecnico-progettuali
-Conoscenza lavorativa di Autodesk AutoCAD e Revit, Adobe creative suite, Maxon cinema 4D, Vray, Nemetscheck Allpan e Microsoft office. Molto veloce ed efficiente nell’apprendere nuovi software. -molto interessato e capace in fotografia -Certificato di conoscenza della lingua Inglese Cambridge First Certificate (livello B1) -Esperienze di workshop internazionali e esperienze di studio all’estero.
RET HINK WORKIN G EN V IRON M EN T Ma st e rpl a n pe r u n a n u o v a z o n a di s e rv i z i a i l a v o ra t ori de l l e R overi d i Bo l o g na URBAN PL ANNING riqualificazione di un’ ex area industriale di Ferrara R E C R E ATE SU BU R B I D E N TI TY Un centro di quartiere per i residenti di Burkeville (Vancouver) REP LAC I N G U R BAN FABR I C recupero di un ex cinema a Forli provvedendo nuovi servizi nella zona. RE N OVAT I N G SACRED CU L T U R E restauro e adattamento liturgico della chiesa dei Santi Rita e Tecla a Ferrara AC C ESSIBL E MOBIL I T Y Risoluzione dei problemi legati alla fruibilità degli spazi comuni all’interno alla Blind People’s association ad Ahmedabad (India). CA M PU S R ECON N ECT I O N Masterplan per riconnettere il campus della Università Autonoma del Messico (UNAM) con il contesto. T EM PORA R Y PAV IL I ON Una struttura temporanea per riattivare uno spazio pubblico inutilizzato a Burkeville (Vancouver). WOO D CON ST RU CT ION Un centro culturale a Bolzano, completamente costruito con tecnologia a secco in legno e materiali sostenibili. RED EVELOP CIT Y OU T SK I R TS Una soluzione al degrado di un’area a Firenze introducendo nuove funzioni.
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19 11 15
33 2125 2935 37
RETHINK WORKING ENVIRONMENT
Tesi di laurea. Il progetto crea una nuova area per servizi ai lavoratori della zona industriale delle Roveri di Bologna, servizi che sono stati scelti dall’osservazione di altri esempi di welfare aziendale. Il piano, partendo da Nord, consiste in una mensa, un asilo per i figli dei lavoratori, una palestra, una piscina, un piccolo hotel e un centro di formazione. Come in molti campus universitari dove lo spazio pubblico crea esso stesso un forte senso di appartenenza, qui tutti gli edifici sono unificati dal common lawn che li connette visivamente e crea un luogo di incontro per i lavoratori. Il centro di formazione è allo stesso tempo l’entrata principale e la testata del grande spazio verde centrale. A causa di questa doppia funzione, il progetto dell’edificio è stato sviluppato in modo tale che fosse percepito come due monoliti neri dall’esterno e come un podio percorribile dall’interno dell’area, creando uno spazio pubblico tridimensionale continuo che parte dal common e finisce sulla sommità della copertura. All’interno dei due blocchi del centro di formazione, le scale connettono in una singola progressione visiva, che va dall’entrata fino al tetto, tutti i corridoi vetrati sui quali si affacciano le aule.
COMMON
SPAZI PER IL WELFARE AZIENDALE
“Un giorno questa fabbrica, se le premesse materiali e morali intorno ai fini del nostro lavoro saranno mantenute, farà parte di una nuova e più autentica civiltà indirizzata ad una più libera, felice e consapevole esplicazione della persona umana. “ Adriano Olivetti La tesi intende indagare un approccio architettonico alla risoluzione di problematiche sociali inerenti la sfera lavorativa, mirando alla creazione di un ambiente che possa sensibilmente migliorare le condizioni dei dipendenti. Il progetto si discosta dall’ideale filantropico tradizionale basandosi sul principio del welfare aziendale, approccio che non solo è in grado di fornire una giustificazione economica utilitaristica dal punto di vista dell’imprenditore, ma che può anche supplire alle carenze di servizi erogati all’individuo, date dall’ impossibilità da parte dello stato di provvedere da solo al benessere dei propri cittadini. Prevedendo quindi forme di partenariato tra fondi pubblici e privati, dalle quali il lavoratore ottiene servizi e l’imprenditore una manodopera più istruita e coinvolta e di conseguenza più produttiva, la tesi ambisce a ridisegnare un’ area industriale non più intesa esclusivamente come luogo della produzione ma come luogo di crescita personale del lavoratore. Il piano si colloca nella zona industriale delle Roveri di Bologna ed in particolare nell’area destinata ai servizi alle imprese, coniugando le prescrizioni del piano regolatore del 1985 con il nuovo approccio di welfare aziendale di rete. In quest’ottica, il progetto si sviluppa a scala urbana attraverso il disegno di un masterplan sul quale sono inseriti gli edifici contenenti i servizi, sul modello di un campus universitario organizzato intorno ad un common, analizzandone le connessioni con il contesto e le infrastrutture esistenti e migliorando la percorribilità pedonale della zona, al fine di agevolare il raggiungimento del posto di lavoro con mezzi pubblici. Nell’approfondimento architettonico è stato progettato il centro di formazione, testata del common, polo multifunzionale, in grado di attrarre anche un’utenza esterna alle Roveri, simbolo di un’industria in grado di aggiornarsi e di competere nel mercato globale, puntando sulla qualità del prodotto e favorendo di conseguenza l’educazione dei propri dipendenti.
Logo esplicativo del welfare aziendale Università degli studi di Ferrara | Dipartimento di Architettura | sessione di laurea straordinaria A.A. 2013/14 | COMMON spazi per il welfare aziendale | Laureando : Agostino Bucci | Relatore: Nicola Marzot | Correlatore: F
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Stazione ferroviaria delle Roveri di Bologna Vista a volo d’uccello del masterplan
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orniello melo
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acero
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Diagramma delle funzioni e dello studio delle aree verdi vista dell’area dalla copertura del centro di formazione
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concept e processo ideativo del centro di formazione esploso assonometrico del centro di formazione
1 | library 2 | team working spaces 3 | lounge and reception 4 | staircases 5 | ramps 6 | classrooms 7 | computer classrooms 8 | office 9 | auditorium 10 | exhibition spaces
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sezione longitudinale del centro di formazione UniversitĂ degli studi di Ferrara | Dipartimento di Architettura | sessione di laurea straordinaria A.A. 2013/14 | COMMON spazi per il welfare aziendale pianta del pianto terra del centro di formazione
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centro di formazione | 2
e | Laureando : Agostino Bucci | Relatore: Nicola Marzot | Correlatore: Francesco Pasquale
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9 vista dalla piazza pubblica esterna vista dal common lawn
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URBAN PL ANN IN G Il progetto interessa un’ex area industriale di Ferrara, abbandonata durante gli anni ‘70 che divenne rapidamente una delle zone più degradate della città. La prima parte del progetto consiste in un’analisi s.w.o.t (Strenghts, Weaknesses, Opportunities and Threats), che ha sottolineato la prossimità dell’area al centro storico e al museo della cultura ebraica, una buona commistione di varie funzioni nella zona, la possibilità di utilizzare il canale della Darsena prospicente l’area per creare un attracco per il turismo fluviale. Dopo questa prima parte di analisi sono state scelte le funzioni principali da inserire nel progetto, quindi un ‘area residenziale, un centro culturale, un centro sportivo e un hotel provvisto di house boats sul canale. L’intera area è stata divisa in tre sezioni sulla base dei tre tipi principali di utente che si troveranno qui. Il disegno parte da un percorso centrale che percorre tutta l’area in direzione Est –Ovest, collegato ad un altro esistente che corre sotto le mura della città, creando allo stesso tempo tre grandi fasce verdi di collegamento che vanno dalle mura alla Darsena. Infine gli spazi del centro culturali sono stati ricavati utilizzando gli insediamenti industriali abbandonati presenti, creando teatri e spazi per le associazioni.
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situazione attuale concept masterplan
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vista della zona dell’hotel dalla sponda opposta del canale e sezione dell’area hotel vista della zona culturale fuori dalla piazza principale e sezione dell’area culturale
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vista della piazza principale con l’area residenziale sullo sfondo e sezione dell’area residenziale
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R E C R E AT E
SUBURB IDENTITY
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L’obiettivo del progetto è quello di creare una centro di quartiere per gli abitanti di Burkeville (Vancouver). Era vitale catturare l’attenzione dei residenti sul nuovo centro facendo si che fosse visibile direttamente attraverso il sentiero, ma allo stesso tempo riducendo il consumo di suolo legato al progetto. Il sito rivela una duplice natura: sul lato Nord- Ovest la quiete e l’ambiente naturale del boschetto e del ruscello mentre sul lato Est il rumore del traffico e la necessità di essere visibili da Russ Baker way. La struttura stessa raccoglie in se questa doppia caratteristica, sviluppata lavorando in sezione e creando un architettura che racchiude in se due edifici. Ambienti bassi, luce delicata proveniente dai prismi di luce, dai lucernai sopra le scale e dalle finestre a grandezza umana per osservare la natura in silenzio da un lato, dall’altro l’ambiente a tutta altezza dell’auditorium con la luce che entra esuberante dalle facciate vetrate attraverso lo schermo di rame perforato creando riflessi mutevoli che animano lo spazio. Lo spazio pubblico esterno principale è confinato da un lato dall’auditorium a dall’altro dal caffe, l’interrelazione tra questo spazio e i due interni è aumentata dalle due superfici vetrate che permettono una connessione visiva, cosicché le attività che si svolgono all’interno animano il giardino e vice versa.
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pianta piano terra e sezioni pianta primo piano e sezioni
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vista dell’entrata principale e dell’atrio vista della sala principale vista notturna dello spazio esterno principale
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REPLACING URBAN FABRIC L’obiettivo principale di questo progetto è riqualificare una zona di Forli, occupata da un cinema in disuso, secondariamente provvedere nuovi servizi per quest’area del centro cittadino, dove si registra una mancanza di punti di interesse. Dopo aver analizzato l’area si è ipotizzato di dare una funzione commerciale e residenziale al nuovo complesso, al posto del vecchio cinema, il progetto comprende quindi uffici e negozi al piano terra e appartamenti di piccolo e medio taglio ai piani superiori. Il disegno dello spazio pubblico ha la funzione di connettere le due strade che costeggiano l’isolato, un ambiente attivato dalla presenza del caffe durante tutta la giornata. Il lungo sbalzo di acciaio corten del bar è stato pensato per attrarre visualmente le persone che passano dalle due vie. Per lo studio delle facciate degli altri edifici invece, sono state utilizzate tecnologie e finiture che fossero adeguate al contesto e alla tradizione italiana, rivisitandole in una accezione contemporanea.
pianta del piano terra concept
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vista da via Maceri vista della piazza centrale vista da via Nullo
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RENOVATING SACRED CULTURE
L’obiettivo del progetto era quello di restaurare la chiesa dei Santi Rita e Tecla a Ferrara, costruita tra il 1639 e il 1659 dall’ordine degli Agostiniani. Il restauro consiste nella prima fase in un rilievo metrico e dello stato di fatto delle superfici, analizzando il degrado delle superfici e le cause questo. Allo stesso tempo è stata analizzata la statica della chiesa, osservando le fessurazioni principali e ipotizzando da queste i cinematismi in atto nella struttura, anche in relazione all’evento sismico del 2012. Dopo queste analisi, è stata studiata una serie di interventi per bloccare il deterioramento delle superfici, eliminando inoltre i problemi relativi alla lettura dell’immagine architettonica dell’edificio ed infine altri per il consolidamento statico dello stesso. Infine a seguito delle linee guida per l’adeguamento liturgico, è stato studiato un nuovo assetto dello spazio celebrativo, creando una più stretta relazione tra il prete e i credenti.
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rilievo geometrico e studio del degrado della facciata principale interventi conservativi nella facciata principale
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rilievo geometrico delle principali fessurazioni
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spiegazione dei cinematismi all’origine delle fessurazioni nel prospetto laterale sezione trasversale e progetto dell’adattamento liturgico
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ACCESSIBLE
M O B I L I T Y
Il progetto riguarda la Blind People’s Association ad Ahmedabad (India), una organizzazione professionale che crede nella necessità di provvedere uguali opportunità a tutte le categorie di persone con disabilità di vario tipo. Per raggiungere tale scopo, mette a disposizione educazione, opportunità di lavoro, cercando di aumentare la qualità della vita di questi individui. L’obiettivo del progetto era risolvere i problemi connessi alla mancanza di informazioni, la presenza di passaggi pedonali ostruiti e non sempre dedicati ed in generale il miglioramento della fruibilità degli spazi comuni. Per le soluzioni progettuali, è stato adottato un approccio che coinvolgesse i cinque sensi, il primo passo è stato quello di separare gli accessi carrabili e i parcheggi dall’area pedonale per ridurre i rischi, specialmente per le persone cieche e quelle con disabilità motorie. In seconda istanza un nuovo percorso tattilo-plantare è stato progettato per connettere tutti gli edifici dell’associazione, in unione con elementi di arredo sonori esterni,
25 analisi fotografica dello stato di fatto dei luoghi
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pianta dello stato attuale
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pianta di progetto vista dell’entrata principale vista della piazza centrale
pedestrian areas
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car entrance
parking areas
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pedestrian and private entrance big vehicles and car transit
path in existing arcades
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main path with new design solution
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fountain
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CAMPUS RECONNECTION Il campus dell’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), è stato fondato negli anni quaranta, in una zona della città che un tempo era campagna ma, dopo lo sviluppo negli scorsi decenni di Città del Messico, oggi è totalmente assorbito nella periferia della capitale. Nel passato le autorità dell’università decisero di erigere un muro per separare il campus dal vicinato, in modo tale da evitare le costruzioni abusive all’interno dell’area dell’università. Oggi questo muro non permette la connessione tra il quartiere Copilco e la città universitaria escludendo ogni possibile relazione tra le grandi aree verdi dell’UNAM e il sovraffollato vicinato. La prima parte del piano realizzato prevede la demolizione del muro in alcuni punti, in secondo luogo, la creazione di un parco lineare attraverso l’unione dei grandi spartitraffico verdi che circondano il campus. Il parco lineare ha una duplice funzione: da una parte crea nuovi spazi verdi per gli studenti e i cittadini in generale, dall’altra provvede a creare una connessione sicura, per i pedoni che vengono da fuori il campus, agli spazi pubblici dell’università.
foto di una strada del quartiere vicino
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foto dell’area di confine tra il campus e la città foto dei principali spazi verdi del campus risultato delle analisi effettuate
pedregal pedregal
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Gren unused traffic dividers Gren unused traffic dividers
UNAM UNAM
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Wall between the campus and the city Wall between the campus and the city
copilco copilco
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UNAM campus border UNAM campus border
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sezione di progetto dello spazio pubblico masterplan per l’area di confine
underground underground roadroad
demolition of of demolition the wall the wall
pedestrian pedestrian underpass underpass
closed street closed street
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pedestrian ramp pedestrian ramp
C C connection withwith connection lateral existing lateral existing parks parks
changed street changed street pathpath
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newnew green green areas areas
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redesigned redesigned green areas green areas D D A B A B G
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cultural cultural areaarea
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TEMPORARY
P A V I L I O N
Alcune nascono per durare per sempre, sempre uguali, altre invece sono di natura temporanea, removibili e adattabili al contesto. Sin dall’inizio del progetto ho relazionato il padiglione a questo secondo tipo di manufatti. Il punto migliore per posizionare la struttura era nel lato Nord- Ovest del parco di Burkeville (Vancouver), per renderlo il più visibile possibile, cercando di riattivare questo spazio pubblico. Un altro obiettivo del progetto era quello di ridurre il consumo di suolo e di minimizzare i costi di costruzione, per questo motivo la struttura si appoggia sugli alberi connettendoli tramite cavi di acciaio. Invece che tirare i cavi direttamente ancorandoli ai tronchi, sono stati inseriti dei pali incernierati al terreno in modo tale da scaricare parte della tensione delle vele a terra. La soluzione finale delle “lame” di PVC, aiutano a creare uno spazio tranquillo, isolando parte del rumore proveniente dagli aeroplani ( Burkeville è vicino all’aeroporto internazionale) e provvede a creare un’ampia copertura.
concept
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dettagli tecnici del modello fisico viste della copertura del padiglione e del palco
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WOOD CONSTRUCTION L’obiettivo del progetto è sviluppare un centro culturale vicino Bolzano, completamente costruito con tecnologie a secco in legno come l’xlam utilizzando inoltre tecnologie e materiali sostenibili per tutta la struttura. L’intenzione era di costruire un edificio sostenibile ma allo stesso tempo ridurre le spese di costruzione. Il concept è bastato sulla creazione di due livelli totalmente differenti: al piano terra le forme curve del porticato e gli ambienti con soffitti bassi creano un ambiente accogliente e attraente, sopra di questo, la forma geometrica pura dell’auditorium permette solo una relazione ristretta con il contesto. I materiali utilizzati riflettono questa scelta: il calore e la variazione continua del le superfici in legno al piano terra sostituite dalla durezza e dall’aspetto immutabile del acciaio corten al piano superiore.
esploso assonometrico della struttura in x-lam
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sezione prospettica delle scelte tecnologiche vista del portico e dell’auditorium sezioni tecnologiche
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REDEVELOP
CITY OUTSKIRTS Il progetto offre una soluzione al degrado di un’area vicino al fiume Arno nella località delle Piagge a Firenze. L’obiettivo principale era attrarre le persone all’interno di quest’area e localizzare nuove funzioni che, come in questo caso, sono di solito assenti nelle periferie italiane. Sarebbe stato inutile progettare soluzioni solo per l’area in questione, pertanto il disegno finale è applicabile lungo tutta la striscia di periferia che costeggia l’Arno. La soluzione progettuale è caratterizzata dall’utilizzo di piastre che definiscono chiaramente il confine tra il costruito e lo spazio naturale e allo stesso tempo rendono l’area riconoscibile rispetto al contesto. Il disegno degli edifici riflette le funzioni richieste come il social housing, spazi commerciali, dormitori e centro sportivo. Lo studentato è stato progettato attraverso l’unione di tre elementi, il piano terra estremamente permeabile in cui sono posizionati gli spazi comuni come la libreria e la palestra, i piani superiori maggiormente chiusi verso l’esterno ad eccezione delle corti vetrate accolgono i dormitori. Come elemento di unione infine il brise soleil che corre lungo tutte le facciate è calato sulla struttura come fosse un lenzuolo, esso crea una superficie continua vista da distante, mentre ad una visione più ravvicinata dona un aspetto sempre mutevole dovuto alla natura del materiale utilizzato.
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vista dell’area verde tra gli edifici del social housing e lo studentato vista aerea dell’area
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vista del giardino all’interno dello studentato pianta del piano terra dello studentato
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Agostino Bucci agostino.bucci.architect@gmail.com Residenza via piccit첫 2, Jesi (AN) tel +39 3470875765