adorazione giovedì santo 2018

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Parrocchia San Bernardino Realino - Lecce Adorazione del Giovedì Santo 2018 Guida - Abbiamo da poco celebrato con Gesù la cena eucaristica. Abbiamo fatto memoria della sua vita donata nel segno del pane spezzato e del vino versato per l’alleanza e la riconciliazione del mondo. Ora siamo qui a prolungare, in questa adorazione, il nostro grazie, la nostra lode a Lui per un tale dono che ci fa essere Chiesa. Vogliamo portare l’Eucaristia, fermento di comunione e di pace, nel cuore del mondo. Iniziamo questa esperienza di preghiera eucaristica facendo nostra la situazione dei discepoli della prima ora. Stiamo con loro alla presenza di Gesù, attorno alla tavola dell’ultima cena, prima della sua passione, per lasciarci sempre più illuminare sul senso profondo dell’Eucaristia. Canto L'Eucarestia Sac. - <<Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: “Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza, versato per molti>>. (Mc 14,22-24) Narratore - Il tempo si era fermato lì, davanti a quel gesto del pane spezzato e del calice condiviso. Con la mente e il cuore ripensavamo alle parole che lo avevano accompagnato: “Questo è il mio corpo che è per voi. Questo è il mio sangue sparso per voi e per tutti, in segno alleanza”. Parole scolpite ormai nella nostra memoria, per sempre. Ma come un uragano si abbatté su di noi l’annuncio del tradimento: uno di noi, uno dei suoi amici, lo avrebbe consegnato ai nemici. Il nostro cuore era devastato! Ad uno ad uno cominciammo a chiedere giustificazione, chiarimenti; a scusarci se caso mai gli avessimo dato l’impressione di remare contro; a giurare e a spergiurare che per lui avremmo dato persino la vita, perché quel suo sogno del Regno ci stava a cuore, ci prendeva le viscere, ci riscattava da una vita inutile, ci prometteva ruoli, compiti e posti di prim’ordine, ci assicurava un futuro di gloria nel mondo. Come poteva tutto d’un colpo crollare tutto, adesso che la situazione l’avevamo in pugno! E per colpa di uno a cui interessava solo fare un po’ di soldi… trenta denari, la paga giornaliera per un mese, appena un mese, e poi? Lettore 1 - Quante volte, celebrando l’eucaristia, abbiamo ripetuto nel nome di Cristo i gesti del pane e del vino? Eppure, come i discepoli del cenacolo, non li abbiamo ancora compresi in profondità. Incapaci di accoglierli nella loro verità, li viviamo ancora in mezzo a divisioni e rivalità, tra paure e dubbi nella fede, tra abitudine ed esteriorità, tra attese mondane e velleità di successo. Ne chiediamo perdono. 1


Canone: Misericordias Domini in aeternum cantabo Lettore 2 ‐ Gesù, Maestro e Signore, che nella lavanda dei piedi ci hai insegnato che sei venuto per servirci e non per essere servito, abbi pietà delle nostre pretese… Misericordias Domini in aeternum cantabo ‐ Gesù, Maestro e Signore, che attorno alla tavola dell’eucaristia vuoi fare di noi la tua Chiesa, sacramento di comunione e di riconciliazione per il mondo, abbi pietà delle nostre divisioni… Misericordias Domini in aeternum cantabo ‐ Gesù, Maestro e Signore, che ci educhi a vivere la sequela nello stile della condivisione e della solidarietà verso i fratelli, abbi pietà dei nostri egoismi… Misericordias Domini in aeternum cantabo Narratore - Che paradosso! Com’era possibile affermare che Dio era glorificato, santificato, lodato, in una circostanza come quella che stavamo vivendo? Dov’era il Dio dei nostri padri? Il Dio Liberatore? Il Dio della Pasqua? Eppure ci sorprese che nelle sue parole non c’era alcun sentimento di vendetta, di odio, di rancore… Egli ci parlava in confidenza, come un amico parla agli amici, come un padre che sa che sta per partire per un viaggio senza ritorno, ma che vuole che i suoi figli continuino a volergli bene, a pensarlo, a ricordarlo… E ci diceva ancora: Lettore 3 - "Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via”. (Gv 14,1‐4) Narratore - Aveva certamente colto nei nostri sguardi smarriti e persi nel vuoto, che ci sentivamo davvero orfani, in balia dei nostri destini. Egli non era più il punto di riferimento delle nostre strade. Fu proprio Tommaso ad osare una domanda che avevamo tutti sulla bocca. Lettore 4 - Gli disse Tommaso: "Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?". Gli disse Gesù: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto". (14,5‐7) Narratore - Ci parlò del Padre, così come se si dovesse rivelare proprio lì, davanti a noi, in mezzo a noi, nei suoi occhi, nel suo volto, nelle sue fattezze fisiche, nelle sue parole. Come e con lui dovevamo sentirci al sicuro nelle mani del Padre; messi a parte nel cuore e nella tenerezza del Padre. Non dovevamo avere paura di nulla. La strada era tracciata. Guida - Le parole di Gesù rianimano anche il nostro animo triste e sfiduciato. In esse troviamo anche noi il coraggio per porgli le nostre domande di senso e che salgono dal mondo in cui viviamo.

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Fermiamoci ora in silenzio per qualche attimo e continuiamo a ripetere con calma e con fiducia, nel profondo di noi stessi, le parole dell’apostolo Pietro: Signore, da chi andremo, tu solo hai parole di vita! Canto

L'Amore

Sac - In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

(Gv 15, 12-17)

Lettore 5- Signore Gesù, tu ci hai amato in modo smisurato, con un amore tenero e pieno di compassione, capace di affrontare anche la morte per strapparci alla cattiveria e al peccato. Ora tu ci chiedi, di trasmettere questo amore con i nostri gesti e le nostre parole nella vita di ogni giorno. Crea in noi, Signore, il silenzio per ascoltare la tua voce, penetra nei nostri cuori con la spada della tua Parola, perché alla luce della tua sapienza, possiamo valutare le cose terrene ed eterne, e diventare liberi e poveri per il tuo regno, testimoniando al mondo che tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Amen Lettore 6- Messaggio di San Giovanni Paolo II per la XIX giornata mondiale della gioventù 2004 Cari amici, se imparerete a scoprire Gesù nell’Eucarestia, lo saprete scoprire anche nei vostri fratelli e sorelle, in particolare nei più poveri. L’Eucarestia ricevuta con amore e adorata con fervore diventa scuola di libertà e di carità per realizzare il comandamento dell’amore. Gesù ci parla il linguaggio meraviglioso del dono di sé e dell’amore fino al sacrificio della propria vita. È un discorso facile? No, voi lo sapete! L’oblio di sé non è facile; esso distoglie dall’amore possessivo e narcisista per aprire l’uomo alla gioia dell’amore che si dona. Questa scuola eucaristica di libertà e di carità insegna a superare le emozioni superficiali per radicarsi fermamente in ciò che è vero e buono; libera dal ripiegamento su di sé per disporre ad aprirsi agli altri, insegna a passare da un amore affettivo ad un amore effettivo. Perché amare non è soltanto un sentimento; è un atto di volontà che consiste nel preferire in maniera costante, al proprio, il bene altrui: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15, 13). Lettore 7- È con tale libertà interiore e tale bruciante carità che Gesù ci educa ad incontrarlo negli altri, in primo luogo nel volto sfigurato del povero. La Beata Teresa di Calcutta amava distribuire il suo “biglietto da visita” sul quale stava scritto: “Frutto del silenzio è la preghiera; frutto della preghiera la fede, frutto della fede l’amore, frutto dell’amore il servizio, frutto del servizio la pace”. Ecco il cammino dell’incontro con Gesù. Andate incontro a tutte le sofferenze umane con lo slancio della vostra generosità e con 3


l’amore che Dio infonde nei vostri cuori per mezzo dello Spirito Santo: “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” . Il mondo ha bisogno urgente del grande segno profetico della carità fraterna! Non basta, infatti, “parlare” di Gesù; bisogna anche farlo in qualche modo “vedere” con la testimonianza eloquente della propria vita. Lettore 8 - Non siate sorpresi poi se sul vostro cammino incontrate la Croce. Gesù non ha forse detto ai suoi discepoli che il chicco di grano deve cadere in terra e morire per poter portare molto frutto? Indicava così che la sua vita donata fino alla morte sarebbe stata feconda. Lo sapete: dopo la resurrezione di Cristo, mai più la morte avrà l’ultima parola. L’amore è più forte della morte. Se Gesù ha accettato di morire sulla croce, facendone la sorgente della vita e il segno dell’amore, non è né per debolezza, né per gusto della sofferenza. È per ottenerci la salvezza e farci fin d’ora partecipi della sua vita divina. Lettore 9- Tante volte ti ho chiesto Signore: Perché non fai niente per quelli che muoiono di fame? Perché non fai niente per quelli che sono malati? Perché non fai niente per quelli che non conoscono l'amore? Perché non fai niente per quelli che subiscono le ingiustizie? Perché non fai niente per quelli che sono vittime della guerra? Perché non fai niente per quelli che non ti conoscono? Io non capivo, Signore. Allora tu mi hai risposto: Io ho fatto tanto; io ho fatto tutto quello che potevo fare: io ho creato te! Ora capisco, Signore. Io posso sfamare chi ha fame. Io posso visitare i malati. Io posso amare chi non è amato. Io posso combattere le ingiustizie. Io posso creare la pace. Io posso far conoscere te. Ora ti ascolto, Signore. Ogni volta che incontro il dolore tu mi chiedi: Perché non fai niente? Aiutami, Signore, ad essere le tue mani. Tutti - Ci impegniamo noi, e non gli altri; unicamente noi, e non gli altri; né chi sta in alto, né chi sta in basso; né chi crede, né chi non crede. Ci impegniamo, senza pretendere che gli altri si impegnino, con noi o per conto loro, con noi o in altro modo. Ci impegniamo senza giudicare chi non s’impegna, senza accusare chi non s’impegna, senza condannare chi non s’impegna, senza cercare perché non s’impegna. Il mondo si muove se noi ci muoviamo, si muta se noi mutiamo…. Si fa nuovo, se qualcuno si fa nuova creatura. La primavera incomincia con il primo fiore, la notte con la prima stella, il fiume con la prima goccia d’acqua, l’amore col primo pegno. Ci impegniamo perché noi crediamo nell’amore, la sola certezza che non teme confronti, la sola che basta ad impegnarci perpetuamente. (Don Primo Mazzolari).

Canto

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