un insegnamento autorevole adorazione quarta domenica, anno b (1)

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Parrocchia San Bernardino Realino Lecce “Ti adoro, Mio Dio…” Preghiamo… Padre, che nel Cristo tuo Figlio ci hai dato l'unico maestro di sapienza e il liberatore dalle potenze del male, rendici forti nella professione della fede, perché in parole e opere proclamiamo la verità e testimoniamo la beatitudine di coloro che a te si affidano. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

(dalla colletta della IV domenica per annum, anno B) Dal vangelo secondo Marco Mc 1,21 – 28) In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, Cafàrnao, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnaménto nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. Tutti : Signore Gesù, tu sei il Santo di Dio 1L Signore, tu sei la Parola eterna, entrata nella storia per farci conoscere il volto di Dio e di noi, suoi figli 2L Signore, tu sei il Figlio unigenito del Padre che diventa anche figlio della Vergine Maria per renderci figli di Dio 3L Signore, tu sei l'eterno che entra nella nostra vicenda umana perché tutti gli uomini scoprano la forza dell'amore 4L Signore, tu sei la piena e definitiva Alleanza che il Padre stabilisce nel tuo Sangue prezioso 5L Signore, tu sei il forte che si mette a difesa della casa per tenere lontano il nemico che viene a compiere il male 6L Signore, tu sei la misericordia manifestata in tanti gesti di accoglienza e di perdono verso quanti sono lontani da Dio e dalla sua gioia 1


7L Signore, tu sei la tenerezza del Padre che vediamo nei gesti in cui accogli piccoli e poveri, bambini, ammalati e peccatori che si aprono alla tua parola di salvezza 8L Signore, tu sei il Pane vivo disceso dal Cielo, perché nessuno dei suoi figli rimanga senza il cibo della vita nuova 9L Signore, tu sei il dono del Padre, e con lui mandi a noi lo Spirito perché nel nostro cuore abiti la Trinità santissima 10L Signore, tu sei il Crocifisso Risorto, l'uomo nuovo, la speranza per una nuova umanità pienamente e definitivamente riconciliata con il Padre Momento di preghiera personale Riflettiamo… Cristo entra nella sinagoga e si mette ad insegnare. Il suo insegnamento viene messo a confronto con l’insegnamento degli scribi. L’evangelista dice che Cristo insegnava come uno che ha autorità; ciò vuol dire che la sua parola era Lui stesso. Ciò che diceva si poteva contemplare. La parola non era semplicemente espressione di un pensiero, ma era la Vita stessa, era il suo Volto, il volto di Colui per mezzo del quale tutto fu creato. La sua parola ha immediatamente infastidito gli spiriti immondi, i quali hanno evidentemente trovato uno spazio pacifico nell’insegnamento degli scribi che non li infastidivano affatto. Al cuore del testo evangelico vi è l’incontro di Gesù con un uomo “posseduto da spirito immondo”. Ovvero, un uomo sofferente di disturbi psichici o afflitto da mali che si manifestavano in modo bizzarro, violento, anomalo, e per questo attribuiti a spiriti maligni. In realtà, il male che affligge quell’uomo (che frequentava regolarmente la sinagoga, il luogo santo), ha anche una valenza spirituale. Che si manifesta nel suo conoscere perfettamente Gesù, nel confessarlo in modo corretto e ortodosso (“Tu sei il santo di Dio”: Gv 6,69), ma nel non voler aver praticamente nulla a che fare con lui (“Che c’entri con noi?”: Mc 1,24). La diabolicità dell’atteggiamento è lì: si confessa rettamente la fede, ma non ci si coinvolge nella sequela di Cristo fino alla fine. Il vangelo secondo Marco insegna che la confessione autentica di fede deve avvenire sotto la croce (cf. Mc 15,39), è cioè inscindibile da un concreto cammino di sequela fino alla fine, fino allo scandalo della croce. Che vuoi da noi, Gesù di Nazaret? Sei venuto a rovinarci? Non lontano, non fuori, ma dentro, nella sinagoga, nella comunità, anzi nell’intimo di ciascuno, dai nostri oceani interiori, si alza la voce dei nostri dèmoni oscuri. E dice di credere, confessa che Cristo è il Figlio di Dio, ma è l’eco di un cuore impuro. Che vuoi da me? Qui è il primo elemento di una fede ipocrita: io so che Cristo vuole qualcosa da me, che desidera entrare nelle mie parole, nelle mie mani, nei miei occhi, nei miei sentimenti, nel mio andare e nel mio venire, ma io rifiuto la sua pretesa, non voglio conversioni, né brecce aperte nelle mura del mio mondo. Primo errore: fede senza sapore di pane, di vino buono, di lavoro, di carezze, di scelte concrete. Fede di sole parole. 2


Ma io sono credente a una sola condizione: se Cristo mi cambia la vita. Secondo elemento: Sei venuto a rovinarci? Fede con dentro un dèmone è quella che sente Dio come un rivale dell’uomo, un predatore della libertà, e il suo vangelo come un indebolimento dell’umano. E immagina Dio come colui che toglie, non come colui che dona; una divinità cui si è tenuti a immolare la parte migliore di se stessi. Il credente abitato da uno spirito impuro si sente figlio di una sottrazione anziché di una intensificazione del vivere. Lo spirito immondo è uno spirito di opposizione a Dio, di sfiducia nell’amore e dunque di spersonalizzazione dell’uomo. Un tale spirito ha trovato la sua sussistenza in una religione dove le cose, i precetti e le forme esterne, dominavano sull’amore personale di Dio. Perciò Cristo rappresenta per loro una minaccia, perché è la rivelazione di Dio che è Padre e che si prende cura di ogni uomo. Quelle parole: Sei venuto a rovinarci? contengono però anche una catechesi positiva. Gesù con la sua parola guarisce il malato, ma quel male a lungo soffocato esce da quell’uomo “straziandolo e gridando forte”, con spasmi dolorosi che si situano a metà tra una morte e un parto. Così avviene la liberazione, l’uomo è restituito a se stesso guarito, e la potenza di Dio è manifestata a tutti i presenti, che si interrogano sbigottiti: “Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, carico di autorevolezza. Egli comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!». Davvero Gesù mostra con i fatti che insegnare ha a che fare con la vita, significa dare vita e reintegrare alla vita piena… Nel conflitto tra il nostro cuore d’ombra e la nostra parte di luce, Cristo entra come mani e occhi nuovi, come accrescimento d’umano, lievito che solleva l’inerzia, colpo d’ala, respiro che dilata, vento che sospinge, spina che rompe la mia falsa pace e fa fiorire la rosa del mondo. Preghiera silenziosa… 1 Coro Signore, davanti a te ci ricordiamo di quanti sono oppressi dal male e vedono la loro vita chiudersi senza la gioia di sperimentare un po’ di serenità e fiducia. Ricordati di loro e liberali ancora dal peso che sembrano incapaci di sostenere 2Coro Signore, davanti a te ci ricordiamo di chi ha rinunciato alla sua fede, si è allontanato da te e ha profanato la tua grazia, offerta nel Battesimo e nelle scelte di fede che hanno poi vissuto con entusiasmo. Ricordati di loro e ridona a ciascuno la serenità e la speranza nel tuo perdono e nella loro possibilità di cambiare 1 Coro Signore, davanti a te ci ricordiamo di chi assiste ogni giorno familiari ammalati e oppressi da tanta sofferenza e si sente incapace di essere per loro sostegno e segno di speranza e motivo di serenità. Non lasciarli soli nel loro dolore. 2 Coro Signore, davanti a te noi ci ricordiamo di chi ha saputo trovare la strada della gioia e si è aperto al tuo dono. Rendili testimoni di questa salvezza per condividere con tutti la strada verso la gioia vera. Tutti Signore, dono del Padre per liberare l'uomo dal peccato e dalla paura della morte, noi siamo qui in adorazione di te, e vogliamo ricordati noi stessi, le nostre famiglie, le famiglie della nostra comunità, e in particolare chi sente meno la tua forza e il sostegno che offri a tutti gli uomini. 3


Donaci il tuo Spirito che come vento allontani da noi le nubi della paura, la paura di confidare pienamente in te e di giocare la nostra vita sulle tue parole. Solo così saremo liberati dal male e vivremo nella gioia piena.

Preghiamo. Signore Gesù Cristo che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa che adoriamo con viva fede il Santo Mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue per sentire sempre in noi i benefici della Redenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. Elevazione del Santissimo Sacramento e Benedizione Eucaristica. Al termine: Acclamazioni: Dio sia benedetto. Benedetto il Suo Santo Nome. Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo. Benedetto il Nome di Gesù Benedetto il suo Sacratissimo Cuore. Benedetto il suo Preziosissimo Sangue. Benedetto Gesù nel santissimo sacramento dell’altare. Benedetto lo Spirito Santo Paraclito. Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima. Benedetta la sua Santa ed Immacolata Concezione Benedetta la sua gloriosa Assunzione. Benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre. Benedetto San Giuseppe suo castissimo sposo. Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.

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