L’Agricoltore Cuneese n. 1/2018

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--POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XVI - N. 01•2018 - FEBBRAIO 2018 - CONTIENE I.P.

N. 01 • 2018 U N I O N E

P R O V I N C I A L E

Elezioni, nessuno parla di agricoltura

A G R I C O L T O R I

Assicurazioni, situazione intollerabile

Il caso bandiere, vittoria di Cuneo


In collaborazione con

Partnership

Dove c’è agricoltura... Dove c’è 80 Crosetto c’è. PRESENTAZIONE agricoltura ANNI

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MODELLI 2018 CON NUOVE OMOLOGAZIONI EUROPEE 3 E 4

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Sommario

I problemi arrivano a cavallo e se ne vanno a piedi Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo

L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946 Direttore responsabile: Paolo Ragazzo Redazione e grafica: Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171/601962 E-mail: upa@autorivari.com Società editrice: Tipolitografia Subalpina snc C.so Gramsci, 18/c - Cuneo Tel. e Fax 0171/692077 Info@tipografiasubalpina.it Pubblicità: Tec Pubblicità e Grafica

"U

n vecchio adagio della tradizione popolare dice che 'i problemi arrivano a cavallo e se ne vanno a piedi', per sottolineare come sovente si faccia in fretta a creare situazioni di difficoltà, ma la loro soluzione non arriva mai con uguale tempestività. E credo che ogni azienda agricola possa personalmente confermare quanta verità ci

sia in questo detto. Nell'approssimarsi dell’appuntamento elettorale del prossimo 4 marzo, quindi, gli imprenditori agricoli cuneesi avanzano due sentiti appelli ai politici che saranno eletti: il primo è di sforzarsi ad impiegare anzitutto il buon senso prima di immaginare e approvare qualsiasi novità o variazione normativa; il secondo invece è un accorato invito a non

aggravare ulterioramente con nuovi provvedimenti un quadro già complesso e pesante per le aziende agricole. La politica deve essere vicina alle imprese del settore, specie oggi che l’agricoltura sta cambiando alla velocità della luce e i mercati da affrontare non sono più quelli rionali, ma il mondo intero. Con tutte le complessità che questo comporta".

INCONTRO TECNICO

Si parla di biologico in Confagricoltura a Saluzzo Lunedì 19 febbraio, alle 16,30, Erapra Piemonte, in collaborazione con Confagricoltura Cuneo, organizza a Saluzzo presso la sede di Confagricoltura (via Torino, 40) l'incontro dal titolo "Frutticoltura: approfondimenti tecnici su disciplinari di lotta biologica e integrata". Durante l'appuntamento rivolto in particolare a giovani imprenditori e tecnici agricoli, verranno esaminati i seguenti aspetti: “La realtà del biologico in Piemonte: situazione e problematiche”; “Criticità nella gestione biologica e integrata del frutteto”; “Approfondimenti sui disciplinari di produzione della Regione Piemonte” e “Aspetti pratici e applicativi della certificazione biologica in frutticoltura”. L'appuntamento rientra nell'ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 - Misura 1 - Operazione 1.2.1-1 ATTIVITÀ DIMOSTRATIVE E DI INFORMAZIONE IN CAMPO AGRICOLO). Per informazioni contattare Confagricoltura Cuneo (0171/692143 - f.dalmasso@confagricuneo).

Via dei Fontanili, 12 - Fossano Tel. 0172/695897 adv@tec-artigrafiche.it Stampa: Tipolitografia Subalpina snc Chiuso in redazione il 07/02/2018 Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO-CN Iscrizione al Tribunale

IN QUESTO NUMERO IN PRIMO PIANO Elezioni, nessuno parla di agricoltura Imprenditori agricoli professionali in salita A TUTTO CAMPO Assicurazioni, la situazione è intollerabile Carburante agricolo per il comodato Affitti (Art 45): rinnovato l'accordo provinciale EMERGENZA SELVATICI Danni da fauna in tutta la provincia SCIENZA & AGRICOLTURA Mais: la ricerca è l'antidoto alla crisi VITTORIA SINDACALE Le bandiere non si tassano DENTRO LA NORMATIVA Stabilità: misure a favore del lavoro Buste paga, vietati i contanti Detrazioni Irpef con il "bonus verde"

VITIVINICOLTURA 4 L'Asti secco aiuta la denominazione 5 LATTE Prezzo del latte: inizio d'anno in calo 6 Quote: "La politica doveva agire prima" 7 ZOOTECNIA 7 Canali: “Fondamentale la crescita dell'export” Sezione regionale suinicola ad Alba 8 CONFAGRICOLTURA NEWS Nuovo ufficio di zona a Mondovì 10 Le novità sul turismo rurale Le possibilità dell'enoturismo 11 SICUREZZA IN AZIENDA Il documento di valutazione dei rischi (DVR) 12 Verifica delle attrezzature per i fitofarmaci 12 LE NOSTRE AZIENDE 13 Latte, allevare oltre le incertezze

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di Cuneo 17/12/1948 al n. 36

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In primo piano

Domenica 4 marzo, dalle 7 alle 23, si vota per il rinnovo del Parlamento italiano

Elezioni, nessuno parla di agricoltura CONFAGRICOLTURA CUNEO LANCIA UN APPELLO A TUTTE LE FORZE POLITICHE IN CAMPO PERCHÈ DEDICHINO MAGGIORI ATTENZIONI AL COMPARTO PRIMARIO di Paolo Ragazzo

Enrico ALLASIA Presidente Confagricoltura Cuneo

“I

candidati alle prossime elezioni politiche di marzo sono stati definiti, ma purtroppo le diverse formazioni in campo non sembrano per il momento tenere nella giusta considerazione le esigenze del nostro settore. Mi auguro che nel tempo che ancora ci separa dall’appuntamento del 4 marzo i partiti dicano in quale modo, se eletti, intendano occuparsi delle imprese agricole del nostro Paese e del nostro territorio”. È un appello ad una maggior considerazione per l’agricoltura quello che il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, rivolge ai candidati al prossimo Parlamento italiano. “Indipendentemente dal colore politico, ci auguriamo che si possa sviluppare, specie sul nostro territorio cuneese, un confronto costruttivo con il mondo agricolo – continua Allasia –; nei prossimi anni, infatti, dovremo affrontare sfide molto importanti ed occorre che la politica sia al fianco di chi ogni giorno investe per lo sviluppo di un settore cruciale, come quello primario”. In questo periodo tutti espongono il proprio libro dei sogni, cercando qualcuno che sia disposto a realizzarne poi almeno qualche pagina. Ma al di là di ogni ideale situazione, è evidente che l’agricoltura ita-

liana abbia bisogno di numerosi e urgenti interventi, se vuole essere competitiva su mercati sempre più globalizzati. SEMPLIFICAZIONE REALE È quanto mai urgente, ad esempio, procedere a una reale semplificazione delle procedure che disciplinano il settore. Secondo Confagricoltura la regolazione eccessiva, la frammentazione di attribuzioni e di competenze e le tempistiche incerte e lunghe dei procedimenti amministrativi comportano perdite pesanti per le imprese agricole, ancora più in un’economia sempre più integrata. Le aziende si sentono fortemente penalizzate dall’incertezza e dalla lunghezza dei tempi per la percezione dei contributi comunitari e dei rimborsi assicurativi. ELEVATO COSTO DEL LAVORO L’elevata pressione fiscale e contributiva che grava sul lavoro dipendente, poi, rappresenta una delle principali criticità del sistema produttivo del nostro Paese e crea gravi difficoltà alle aziende agricole, chiamate a competere, ormai sempre più spesso, a livello internazionale. Sovente, poi, la politica interviene con decisioni davvero inspiegabili. Come nel caso dell’eliminazione dei buoni-lavoro per lo svolgimento del lavoro occasionale di tipo accessorio, e alla successiva introduzione, in modo del tutto insoddisfacente, del contratto di prestazione occasionale. Per Confagricoltura rimane forte l’esigenza di ripristinare i voucher per fornire ai datori di lavoro uno strumento

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contrattuale adeguato per la gestione dei rapporti di lavoro a carattere occasionale. GESTIONE DELLA FAUNA E INVASI “Ritornando a tematiche che riguardano da vicino la nostra provincia – riprende il presidente Allasia – molte sono le questioni aperte, ma voglio sottolineare due grandi emergenze che vanno affrontate con urgenza dalla politica: il proliferare indisturbato della fauna selvatica e la necessità di affrontare sempre più frequentemente periodi di siccità. Nel primo caso Confagricoltura Cuneo continua a denunciare da tempo l’insostenibilità dell’attuale situazione, ma nessuno sembra volersi prendere l’onere di affrontare seriamente la questione e, intanto, le nostre aziende registrano danni sempre crescenti. Nel secondo caso, invece, quanto vissuto nel 2017 ha reso a tutti l’idea di come occorra rendere disponibili tutte le risorse stanziate per il potenziamento di nuovi invasi e l’efficientamento del sistema irriguo. Ben venga l’iniziativa promossa dalla Camera di Commercio di Cuneo di istituire una cabina di regia che valuti le soluzioni da intraprendere, ma occorre pensare anche ad alternative. La Lombardia, ad esempio, ha recentemente reso più semplice il recupero di cave dismesse per farne bacini di accumulo di acqua destinati a far fronte alle situazioni di crisi idrica. Un intervento che non risolve la situazione, ma è utile per tamponare alcune emergenze”. INFRASTRUTTURE ALL'ALTEZZA In ultimo, Confagricoltura Cuneo lancia l’appello affinché la politica intervenga per dotare il territorio provinciale di infrastrutture all’altezza dell’economia della Granda: “Anche le nostre aziende agricole, ormai sempre più dinamiche e orientate al mercato, necessitano di una rete viaria più efficiente che sostenga le attività produttive e aumenti la competitività del nostro territorio. Il mancato completamento dell’autostrada Cuneo-Asti è emblematico del ritardo in cui versa ancora la nostra provincia”.


Imprenditori agricoli professionali in salita IL RAPPORTO DELL'INPS METTE IN LUCE ANCHE IL CALO DEI COLTIVATORI DIRETTI. CONFAGRICOLTURA CUNEO: "IL SETTORE STA MUTANDO RAPIDAMENTE" di Paolo Ragazzo

C

ala il numero di aziende agricole e di coltivatori diretti, ma crescono gli Imprenditori agricoli professionali (Iap) e gli occupati. Sono gli aspetti più rilevanti della fotografia all’agricoltura italiana scattata dall’Inps. I dati dell’ultimo rapporto dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, riferiti al 2016, mettono in evidenza, infatti, ombre e luci di un settore in decisa evoluzione e grande cambiamento. Se da un lato i lavoratori agricoli autonomi, a livello nazionale, passano da 456.022 nel 2015 a 453.949 nel 2016 (in calo dello 0,5%), dall’altro lato è significativo l’aumento fatto registrare dagli Imprenditori agricoli professionali, da 33.341 a 35.423 nel biennio considerato, per un incremento pari al 6,2%. Certo, a livello assoluto il loro peso è sempre inferiore rispetto a quello dei coltivatori diretti (Cd), che rappresentano il 96% del totale delle forze del settore, ma allo stesso tempo continuano a far segnare un progressivo calo strutturale. Nel 2016, infatti, il loro numero ha toccato quota 418.164, contro i 445.024 del 2011; in cinque anni il calo è stato del 6%. Nello stesso periodo ancora più drastico è stato il tracollo dei coloni e mezzadri (da 711 a 362 per un -49,11%), mentre decisamen-

te sorprendente è il balzo in avanti degli Imprenditori agricoli professionali saliti da 26.783 a 35.423, per un incremento complessivo pari al 32,3%. “L’andamento dei dati dimostra quanto stiamo sottolineando da tempo - spiega Confagricoltura Cuneo -: il settore agricolo è in rapida mutazione e necessita di profili professionali sempre più competenti e specializzati che sappiano confrontarsi su mercati altamente selettivi ed esigenti. Non per nulla il numero di giovani che si affacciano al settore sta

Totale Autonomi in Italia

progressivamente crescendo, anche se la strada per il ricambio generazionale continua ad essere tutt’altro che semplice e oltre il 30% dei lavoratori ha più di 50 anni”. Tra il 2015 e il 2016, inoltre, è sceso il numero di aziende che occupano operai agricoli in Italia (da 187.081 a 186.424), ma è cresciuto, seppur di poco (1.100 unità), il totale dei lavoratori agricoli dipendenti attestandosi a quota 1.035.654. “Anche nella nostra provincia di Cuneo il numero delle imprese agricole è in contrazione ormai da anni, come dimostrano anche i recenti dati diffusi dalla Camera di Commercio di Cuneo, che parlano di un nuovo calo del 2,3% nel 2017 – sottolineano dall’Unione Provinciale Agricoltori -, tuttavia di pari passo le aziende stanno diversificando le loro attività e aumentando di dimensione, segno che le realtà produttive cuneesi si stanno strutturando sempre di più per riuscire ad essere competitive su scenari nuovi e più articolati rispetto a un tempo”.

+32,3% IAP

453.949 nel 2016

Coltivatori Diretti

rispetto al 2011

-6%

rispetto al 2011

L'andamento dei lavoratori autonomi in agricoltura tra il 2011 e il 2016 (Fonte: INPS)

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A tutto campo

Assicurazioni, la situazione è intollerabile CONFAGRICOLTURA: "SI RISCHIA IL CROLLO DEL SISTEMA. IL MINISTERO INTERVENGA" di Fabio Rubero

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a pazienza, si dice, è la virtù dei forti. Le aziende agricole cuneesi sono, è vero, dotate di particolare forza, tuttavia la loro pazienza è stata da tempo esaurita dall'ingiustificabile ritardo con cui vengono rimborsati i premi assicurativi legati alle avversità atmosferiche. Se, da un lato, il poter accedere a tali agevolazioni rappresenta già di per sè un'odissea vista la complessità burocratica con la quale occorre inevitabilmente scontrarsi, dall'altro il ritardo pluriennale nell'effettivo ottenimento del rimborso stesso rischia seriamente di far desistere le aziende agricole dalla volontà di richiedere questo importantissimo contributo economico. La situazione è molto delicata. Secondo quanto riferito dal Consorzio Condifesa Cuneo l'erogazione dei rimborsi inizia ad assumere una condizione di pericolosa annosità. Se i rimborsi relativi agli anni 2017 e 2016 sono ancora in alto mare e sono stati effettuati in misura marginale, anche quelli che riguardano il 2015 sono ben lungi dall'essere vicini alla totalità dei pagamenti. “È intollerabile che questa questione continui a trascinarsi senza che si trovi una soluzione creando gravi e continue difficoltà agli agricoltori - dichiara il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia -. Le criticità sono sostanzialmente due. Da una parte è importante che vengano al più presto sbloccati tutti i pagamenti ancora in sospeso perché si rischia seriamente di compromettere il bilancio di aziende già in difficoltà. Dall’altra, bisogna mettere mano al sistema, che ha dimostrato di non essere in grado di funzionare così come è stato strutturato. È chiaro quindi che occorre rivoluzionare la procedura per ottenere i contributi attraverso una netta semplificazione del sistema”. Confagricoltura Cuneo si è mossa in ambito istituzionale affinché la situazione si risolva in favore delle aziende agricole interessate. “Abbiamo interpellato il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, soprattutto nella persona del vice-ministro Andrea Olivero, perché intervenga al più presto per sbloccare questa situazione – continua ancora Allasia – ed abbiamo avuto i primi segnali di apertura in tal senso. Speriamo che l’azione congiunta con Condifesa ed il Ministero aiuti la situazione a sbloccarsi”. La posta in gioco è alta. “Si rischia di far crollare un intero sistema che aveva dimostrato di poter funzionare. Le aziende agricole si sono assicurate affinché le loro produzioni fossero protette garantendo un’importante copertura delle spese, ma se il sistema non funziona cercano soluzioni alternative. Anche il Consorzio Condifesa, prezioso alleato ed assoluta garanzia per le aziende, in questa situazione rischia di pagare un prezzo salatissimo schiacciato com’è tra il dover provvedere ad assicurare le aziende e ad anticipare loro i rimborsi che non arrivano” conclude Allasia. Confagricoltura fa dunque appello a tutti i soggetti interessati affinché la situazione si risolva favorevolmente per le aziende nel più breve tempo possibile.

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TESTIMONIANZA/1

"Aspettiamo i soldi del 2017" "Fino al 2016 è andato tutto bene. Del 2017, però, non abbiamo ancora ottenuto nulla. Solitamente già a settembre dell’anno in questione ottenevamo il rimborso, mentre ora siamo già a gennaio dell’anno successivo senza che nessuno ci abbia ancora dato nulla". Questa la testimonianza di Diego Mustat, allevatore di San Pietro del Gallo (Cuneo), che aggiunge: "Un’altra criticità che mi preme segnalare è quella relativa alla tempistica della copertura assicurativa. Noi ormai saliamo in montagna il 1° giugno, ma inspiegabilmente l’assicurazione inizia a coprirci soltanto a partire dal 1° luglio. Stiamo scoperti per un mese e proprio nel primo mese, quello cioè dove la mortalità è più alta perchè le temperature sono più basse ed i vitellini sono ancora più piccoli. L’estate scorsa in quel periodo abbiamo avuto tre decessi che ci siamo dovuti accollare proprio perchè non c’è stata la possibilità di assicurarci".

TESTIMONIANZA/2

"Così si chiudono le aziende" "La nostra situazione è piuttosto drammatica. Soltanto relativamente all’anno 2015 siamo in attesa di una cifra che si attesta intorno ai 40mila euro. Non si può andare avanti così perchè in questo modo si fanno chiudere le aziende". Non usa giri di parole nemmeno Valter Devalle, frutticoltore di Tarantasca. "Speriamo si sblocchi qualcosa al più presto perchè siamo letteralmente in ginocchio. La cosa è ancor più grave se si considera che per presentare queste domande di rimborso dobbiamo investire parecchio tempo e denaro visto che per accedere ai contributi c’è una burocrazia molto complessa con cui bisogna per forza avere a che fare".

TESTIMONIANZA/3

"Valutiamo di non assicurarci" "Il quadro è a dir poco critico - conferma Michele Ponso, frutticoltore di Lagnasco -. La nostra azienda ha percepito circa il 20% dei rimborsi previsti per l’anno 2015 ed ancora nulla relativamente agli anni 2016 e 2017. Entro marzo dovremo pagare la quota di quest’anno, ma stiamo seriamente valutando di non assicurarci e di mettere quei soldi su un conto corrente in attesa degli eventi, anche perchè abbiamo sentito parlare di un sostanzioso aumento dei premi assicurativi, a fronte di una diminuzione dell’entità di ciò che viene “coperto”. Se ci aggiungiamo le pesanti franchigie ed il fatto che i rimborsi non arrivano, la scelta di non assicurarsi sembra essere la più vantaggiosa. Auspico in futuro si arrivi, come negli Stati Uniti d’America ed in alcuni Stati europei, a delle polizze assicurative che coprano il mancato reddito. Solo così potremo essere sicuri di avere l’effettivo rimborso di quello che non possiamo ottenere dal mercato a causa di eventi avversi come, ad esempio, quelli atmosferisci".


Carburante agricolo per il comodato, Piemonte bloccato

anche a livello di contratto verbale, continueranno a non percepire le assegnazioni.

di Gilberto Manfrin

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APPELLO DI CONFAGRICOLTURA ALLA REGIONE PIEMONTE “La Pubblica Amministrazione sostiene che si stanno semplificando gli adempimenti burocratici, ma in realtà anche le procedure più semplici vengono costantemente complicate - rileva Confagricoltura Piemonte -. La responsabilità dei disagi ricade su più soggetti, ma a farne le spese sono sempre le imprese agricole, costrette a dedicare tempo ed energie per attenersi a procedure assurde, che generano costi che a loro volta gravano sulla competitività dell’intero sistema. Chiediamo alla Regione un’assunzione di responsabilità, una velocizzazione delle pratiche e che ponga presto rimedio ai problemi informatici, per evitare ulteriori danni ai conduttori dei terreni agricoli”. “Siamo di fronte all’ennesimo caso di burocrazia all'italiana che blocca l’operatività delle aziende”, commenta Confagricoltura Cuneo.

allarme lanciato a dicembre su queste stesse pagine dalla Confagricoltura Cuneo relativo al nuovo obbligo di registrazione scritta dei contratti di comodato previsto dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nel caso si intenda richiedere carburante agevolato da utilizzare per le lavorazioni agricole, ha colto nel segno. Confagricoltura, intervenendo nei confronti dei Ministeri dell’Economia e delle Politiche agricole, è riuscita a ottenere una semplificazione della procedura. Infatti, l’Agenzia delle Dogane, con una propria nota del 16 gennaio scorso ha chiarito che, “fermo restando la necessità di un riconoscimento univoco del soggetto legittimato all’agevolazione, è ammessa la possibilità di comprovare il titolo di con-

duzione su base dichiarativa”.

L

Affitti (Art 45): rinnovato a Cuneo l'accordo provinciale

unedì 5 febbraio, nella sede di Confagricoltura a Cuneo, le organizzazioni agricole Confagricoltura, Coldiretti e Cia, e la Proprietà Fondiaria di Cuneo hanno rinnovato l’accordo collettivo sui contratti agrari della provincia, secondo le modalità previste dall’articolo 45 della Legge 203/82. L’accordo ha definito il criterio di calcolo per i canoni d’affitto non solo dei terreni vitati, ma ora anche dei noccioleti. “La metodologia adottata da ormai qualche anno ha influito positivamente nei rapporti tra le proprietà concedenti e gli affittuari - sottolinea Confagricoltura Cuneo -; con la nuova versione dell’accordo abbiamo ritenuto di estendere questa regolamentazione anche ai noccioleti, che sempre più si stanno sviluppando in provincia di Cuneo, e ai nuovi impianti e

PROBLEMI INFORMATICI La questione, tuttavia, a livello regionale non si è ancora chiusa per cui a tutt’oggi la semplificazione della procedura di assegnazione del carburante agevolato stenta a trovare attuazione in Piemonte. Il problema è informatico, visto che il sistema solitamente utilizzato dai Centri di assistenza agricola provinciali per l’assegnazione del gasolio, richiede documentazione da allegare del tutto superflua, che allunga notevolmente i tempi per l’assegnazione. Così, se è prevista un’assegnazione di gasolio in acconto su tutti i terreni, solo i comodati per cui non si dispone di alcun titolo di conduzione, ne-

reimpianti messi a dimora da parte degli affittuari". L’accordo, della durata di tre anni, definisce regole e principi che potranno trovare applicazione sia in caso di rinnovo dei contratti d’affitto in corso, sia nel caso di nuovi contratti che abbiano per oggetto la concessione in affitto di vigneti e di noccioleti nella provincia di Cuneo, realizzati ai sensi dell'art. 45 Legge 203/82. Nel testo si legge che: “Il valore delle uve da utilizzare esclusivamente ai fini dei contratti agrari stipulati secondo i criteri previsti, saranno determinati da una apposita Commissione nominata dalle organizzazioni di

Un momento della firma dell'intesa che stabilisce i criteri per gli affitti di vigneti e noccioleti

categoria che hanno sottoscritto l’accordo. La Commissione determinerà annualmente un valore per ogni Denominazione, in modo che possa trovare applicazione il calcolo del canone di affitto annuale secondo i parametri di percentuale convenuti nei singoli contratti”. “Tale intesa è basata su regole condivise e concordate tra le rappresentanze sindacali nel pieno rispetto dell’Art. 45 della Legge 203/82 - conclude Mario Viazzi, direttore di Confagricoltura zona di Alba -. Questo accordo, infatti, ha dimostrato essere un riferimento unico, oggettivo e credibile anche per quanto riguarda i valori delle uve, quasi tutti in rialzo con relativi benefici per l’intera filiera, ed ora lo proponiamo anche per i noccioleti. In questo caso il pagamento del canone sarà ragguagliato al controvalore delle nocciole prodotte e il prezzo sarà convenuto tra le parti in base ai valori medi indicati dalla Camera di Commercio di Cuneo la settimana prima dell’11 novembre, tenuto conto della varietà delle nocciole e dell'Indicazione Geografica protetta del prodotto”.

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Emergenza selvatici

Danni da fauna in tutta la provincia CONFAGRICOLTURA CUNEO DÀ VOCE ALLE AZIENDE, MA SU QUESTA EMERGENZA TUTTO TACE E I RISARCIMENTI VANNO A RILENTO di Silvia Agnello

F

auna selvatica e agricoltura: la preoccupazione per i danni provocati alle colture dai nocivi continua a crescere. Confagricoltura Cuneo, che da mesi denuncia la gravità della situazione, torna a ribadire l’assoluta necessità di arginare il fenomeno, ma tutto tace e i risarcimenti vanno a rilento. La gestione della fauna selvatica soffre di una pesante criticità dal punto di vista normativo: in assenza di una legge regionale (nel 2012 la Regione Piemonte decise di abrogare la legge regionale 70 del 1996), il riferimento è la legge nazionale 157/92. Si tratta di una legge che non risponde in modo adeguato alle problematiche che il proliferare delle specie selvatiche provoca all’agricoltura, senza contare i rischi di tipo sanitario e per la sicurezza. Le aziende che subiscono danni si scontrano poi con i ritardi dei risarcimenti a cui si unisce il fatto che, dal 2014, l’Unione Europea li ha assoggettati al “de minimis”, equiparandoli di fatto agli aiuti di Stato per cui il tetto massimo di contribuzione per azienda è di 15mila euro per triennio. Dalle testimonianze che abbiamo raccolto è inoltre evidente un forte malcontento rispetto alle perizie sui danni e il conseguente ammontare dei risarcimenti. Gli ultimi dati disponibili, quelli relativi al 2016 forniti dall’Ufficio Caccia, Pesca, Parchi e Foreste della Provincia di Cuneo registrano un totale di danni certificati in tutta la provincia di Cuneo pari a poco più di mezzo milione di euro. I maggiori responsabili sono i cinghiali che da soli causano più della metà dell’intero ammontare dei danni (288.581,30 euro). Seguono i corvidi (89.012,05 euro), gli ungulati (62.787,86 euro), i ghiri (52.286 euro), le lepri (10.166,85 euro) e i tassi (3.315 euro). Ecco la voce di alcuni agricoltori della Granda.

VINADIO CINGHIALI E CERVI Mario Giraudo è titolare insieme con il fratello Giorgio di una azienda zootecnica che conta circa 200 bovini di razza piemontese a Pratolungo, frazione di Vinadio, a circa 1000 metri di altitudine. Pratolungo è la base da cui nella bella stagione si parte per l’alpeggio (e si porta il bestiame in parte nel vallone di Riofreddo e in parte in quello di Sant’Anna). “Con il gran caldo dell’estate scorsa – racconta Mario – i cinghiali sono arrivati anche in quota e hanno distrutto tutta la cotica erbosa. Ma il danno non è limitato a quella stagione: per rigenerarsi la cotica impiega almeno due anni, anche tre. E non è detto che nel 2018 non si ripeta la stessa situazione. Ai cinghiali si aggiungono i cervi che mangiano l’erba migliore. Abbiamo presentato le pratiche per i risarcimenti, ma preferisco lasciare perdere il discorso sulle cifre dei rimborsi… anche perché non è una questione di soldi, ma una questione di erba: le mucche non mangiano i soldi, mangiano l’erba!”.

STAFFARDA E REVELLO CINGHIALI, CORVI E NUTRIE Mauro Rosso conduce la sua attività tra Staffarda, dove coltiva cereali, e Revello, dove coltiva frutta. “I danni - racconta - sono molto rilevanti. Abbiamo danni da cinghiali sui cereali e da corvi sulla frutta. Un discorso a parte è poi quello sulle nutrie, che provocano danni sia per le colture sia per il terreno. Rosicchiano tutto, il mais e il grano, ma anche il prato e rovinano il terreno scavando gallerie enormi. Quello delle nutrie è un problema di primo piano, che deve assolutamente essere affrontato. È vero che, se l’autorità preposta ne riconosce la presenza, si possono cacciare, ma questa non è una soluzione. Per cacciare devi avere un fucile e tutti i permessi in regola. Io, per esempio, non sono un cacciatore. Allo stesso tempo bisogna intervenire sui cinghiali, perché le battute degli scorsi anni nella zona di Staffarda non sono state certo sufficienti”.

ONCINO

Danni certificati nel 2016 nella Granda (Fonte: Provincia di Cuneo)

CINGHIALI

€ 506.147 totale di danni certificati in provincia di Cuneo

57,0%

cinghiali

17,6%

corvidi

12,4%

ungulati

10,3%

ghiri

2,0%

lepri

0,7%

tassi

8 L’Agricoltore cuneese N. 01 • FEBBRAIO 2018

€ 288.581 € 89.012 € 62.787 € 52.286 € 10.166 € 3.315

La signora Domenica Marino si occupa di zootecnia in alta Valle Po, a Oncino. Ha visto acuirsi il problema dei danni da selvatici negli ultimi 10 – 15 anni, con la proliferazione dei cinghiali: “Negli ultimi due anni - racconta - il numero è leggermente diminuito, forse per la presenza dei lupi. Per risolvere il problema dovrebbero essere abbattuti tutti, perché basta una madre con qualche piccolo per distruggere parecchi ettari di pascolo. Ma questo, penso, non lo si farà mai. Sulla questione dei risarcimenti, devo dire che ultimamente va un po’ meglio rispetto ai ritardi di qualche tempo fa… In ogni caso, tra pascolo e soldi, preferirei avere il pascolo”.


SAVIGLIANO

BENEVELLO

CORVIDI E GAZZE

CINGHIALI Anche i noccioleti subiscono ingenti danni dai cinghiali. Ce ne parla Enzo Gallesio di Benevello: “Aumentano di anno in anno. Capita di vederne che attraversano la strada in gruppi di dieci o dodici. Ho promosso una raccolta firme per organizzare ulteriori battute. In paese tutti hanno firmato, ma il permesso non è arrivato. Oltre ai noccioli, i cinghiali hanno distrutto i campi di erba medica, abbiamo dovuto cessare la coltivazione del mais e lo dobbiamo comprare. Ci siamo stufati anche di fare le domande di risarcimento, sia per i periti sia per le cifre”.

ALBA Nei frutteti della pianura saviglianese i problemi arrivano anche..."dal cielo". Claudio Amateis, titolare dell’omonima azienda, racconta i danni subiti da corvidi e gazze: “Le pesche e le mele sono state rovinate al momento della maturazione dalla beccatura. I corvidi negli ultimi anni si sono moltiplicati a causa delle mancate catture. I danni maggiori si rilevano negli appezzamenti adiacenti alle aree boschive e ai pioppeti, che costituiscono un rifugio per queste specie. Negli anni in cui erano state autorizzate e organizzate le battute la situazione era migliorata, ma negli anni in cui non si fa niente i danni aumentano”.

BRA CINGHIALI Il 2017 è stato un anno all’insegna dei danni da selvatici anche per l’azienda dei fratelli Milanesio a Bra. I terreni si trovano in prossimità del Parco Forestale del Roero e da qui sono arrivati i cinghiali che hanno distrutto la produzione di 15 giornate coltivate a grano. Ci racconta Renato Milanesio: “L’anno precedente avevamo coltivato il mais di cui i cinghiali sono ghiotti, così quest’anno ci hanno devastato i campi di grano perché cercavano il prodotto. Il perito che si è occupato della mia situazione ha fatto una stima corretta, ma nessuno conta e risarcisce tutto il lavoro per ripristinare le condizioni del terreno. Se avessi incaricato un terzista, mi sarebbe costato più di quello che è stato il danno di produzione. Conosco poi situazioni in cui i periti, forse per inesperienza, hanno fatto stime non corrette, a cui si sono aggiunte difficoltà burocratiche nelle pratiche, per cui neanche quel poco che era stato stimato è stato risarcito. Quello dei cinghiali è un problema importante e anche nei periodi in cui la caccia è aperta e si potrebbe contenere, c'è chi tende a fare in modo che il numero aumenti. Il contenimento invece andrebbe a tutela della biodiversità e dell’ambiente, perché i cinghiali non mangiano solo il mais. Chissà che non sia poi la reintroduzione del lupo a liberarci dai cinghiali...”.

GHIRI Sono anche i ghiri ad infierire sui noccioleti, come testimonia

Franca Grasso che abita e lavora in frazione Madonna di Como, ad Alba: “Il problema c’è da diversi anni e continua ad aggravarsi, perché i ghiri non hanno predatori. A giugno cominciano a rovinare le nocciole mangiandole e buttandole a terra e continuano così fino al momento del raccolto. Le pratiche per i risarcimenti continuiamo a farle come segno di protesta, per evidenziare il problema, non certo per quanto ci rimborsano.”

VICOFORTE CAPRIOLI L’azienda frutticola di Silvio Blua, a Vicoforte, ha subito danni molto ingenti a causa dei caprioli: “La strada che attraversa i miei frutteti non è di collegamento, si interrompe poco oltre, per cui di notte gli animali escono indisturbati. (Per loro è un vero e proprio paradiso.) Qui poi, nell’unico periodo in cui si potrebbe abbattere la madre con il piccolo, c’è la neve, per cui di cacciatori se ne vedono pochi. Il risultato è che il numero dei caprioli continua a aumentare così come il danno biologico alle piante, perché spuntano tutte le gemme. Ho fatto diverse volte domanda di risarcimento, ma quando i danni sono stati ingenti ho dovuto richiedere delle controperizie di parte”. L’Agricoltore cuneese N. 01 • FEBBRAIO 2018

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Agricoltura & Scienza

Mais: la ricerca è l'antidoto alla crisi NEL 2017 LA PRODUZIONE DEL CEREALE È CROLLATA DEL 15% SUL 2016. CONFAGRICOLTURA: "OCCORRE INVESTIRE IN GENOMICA E AGRICOLTURA DI PRECISIONE" di Gilberto Manfrin

È

una situazione critica quella relativa alla coltivazione del mais in Italia. La produzione 2017, anche a causa dell’annata calda e siccitosa, si è ridotta di circa il 15% rispetto al 2016 e del 6,7% rispetto alla media degli ultimi cinque anni. Considerazioni e numeri sono emersi lo scorso fine gennaio a Bergamo, dove il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell’economia agraria) ha presentato la situazione e le prospettive della coltivazione del granoturco. È evidente che si deve fare di tutto per invertire questo trend negativo che sta colpendo il cereale base per l’alimentazione di tutto il patrimonio zootecnico del Paese.

BASSA REMUNERATIVITÀ In termini numerici, per parlare di dati concreti, il mais nazionale oggi è quotato sul mercato meno di 180 euro a tonnellata, mentre quello alimentare non raggiunge i 200 euro a tonnellata. L'orzo nazionale pesante vale 186 euro, il frumento panificabile superiore è sotto le 200 euro a tonnellata. I prezzi, in termini assoluti, non significano molto, anche se appare evidente come non si possa sicuramente considerare caro un prezzo di 18 centesimi per un chilo di mais. RICERCA E SPERIMENTAZIONE Il crollo della produzione non va però

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ricercato solo nella bassissima remuneratività, ma anche nell’aumento delle importazioni dall’estero. Per mettere un freno a questa duplice tendenza è dunque necessario risolvere le criticità del comparto. Le soluzioni, emerse durante il convegno, mirano ad una valorizzazione della qualità, ma anche al potenziamento e al miglioramento della ricerca e della sperimentazione. “Non possiamo più fare a meno di investimenti convinti in materia di genomica e di agricoltura di precisione che anche come Confagricoltura Cuneo sosteniamo da tempo - commenta l’organizzazione agricola provinciale -. Ben vengano gli investimenti mirati a supportare e promuovere innovazioni agronomiche che puntino ad aumentare le rese e la qualità, a partire dagli aspetti sanitari. Ad ogni modo, a parte i discorsi di miglioramento genetico, valorizzazione della qualità e integrazione della filiera, produrre a certi costi sta diventando insostenibile, per cui, se la situazione non migliorerà a stretto giro, è facile prevedere un ulteriore abbandono della coltivazione dei cereali nel nostro Paese”.


Vittoria sindacale

La bandiera di Confagricoltura "incriminata" nel 2014

Le bandiere non si tassano LA COMMISSIONE TRIBUTARIA REGIONALE PER IL PIEMONTE HA ACCOLTO IL RICORSO AVANZATO DA CONFAGRICOLTURA di Ilaria Blangetti

L

a Commissione Tributaria Regionale per il Piemonte ha escluso che "l’esposizione di bandiere di una Confederazione degli Agricoltori possa integrare il presupposto dell’imposta di pubblicità". Si chiude così la vicenda, francamente assurda, iniziata ormai quattro anni fa quando negli uffici di Confagricoltura Cuneo era stato recapitato un avviso di riscossione per imposta pubblicità ed affissioni da parte della IRTEL srl di Acqui Terme, ditta incaricata dalle riscossioni da parte del Comune di Rocca de’ Baldi. Perché? Un associato aveva manifestato il suo senso di appartenenza alla Confagricoltura esponendo nell’azienda di cui era contitolare due bandiere con il logo dell’associazione. La vicenda

aveva sorpreso non poco l’imprenditore agricolo e la Confagricoltura Cuneo, non tanto per la tassa applicata (pari a 54,54 euro), ma per l’assurdo principio sul quale si basava, ossia tassare un simbolo che esprime adesione e appartenenza ad un’associazione sindacale. Secondo la normativa, infatti, l’esposizione di una bandiera contenente il solo simbolo o la dicitura confederale, non configura ipotesi previste dal legislatore alla base del tributo sulla pubblicità, non avendo come finalità lo scopo di promuovere la domanda di beni o servizi. Gli uffici di Confagricoltura, avevano quindi deciso di intraprendere un’azione legale per scardinare un provvedimento che si basava su presupposti errati. Di recente la Commissione Tributaria del Piemonte, riformando la sentenza di primo grado della Commissione Tributaria di Alessandria, che aveva rigettato il ricorso di Confagricoltura Cuneo, ha quindi accolto l’appello con riferimento al motivo della mancanza assoluta del presupposto impositivo dell’accertamento in quanto "non ricorrendo la diffusione di messaggi pubblicitari riferibili a specifica attività commerciale di Confagricoltura è da escludere che l’esposizione di bandiere di una Confederazione degli Agricoltori integri il presupposto di attività commerciale e conseguentemente fattispecie impositiva". Partendo da Cuneo, il caso ha così fatto scuola. “Era evidente l’inesistenza di un qualsiasi messaggio pubblicitario nel logo Confagricoltura – commentano da Confagricoltura Cuneo -. Dopo due pronunce in senso negativo, quanto da noi sostenuto in merito alla non applicabilità del tributo ha finalmente trovato conferma. Manifestare l’appartenenza ad un’associazione sindacale è assolutamente lecito e non significa fare pubblicità: per questo invitiamo i soci che lo desiderino, a recarsi nelle nostre sedi per farsi dare una bandiera da esporre in azienda". Dalla Confagricoltura nazionale arriva quindi l’invito a valutare l’opportunità di opporsi ad ogni e ulteriore avviso di accertamento per il pagamento (non dovuto) dell’imposta sulla pubblicità derivante dall’esposizione delle bandiere confederali.

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La legge di Stabilità ha introdotto importanti esoneri contributivi per le aziende e per chi lavora in agricoltura

Stabilità: misure a favore del lavoro APPROFONDIAMO MEGLIO ALCUNI ASPETTI INTRODOTTI DALLA LEGGE DI BILANCIO: GLI ESONERI CONTRIBUTIVI PER NUOVI COLTIVATORI DIRETTI E IAP E PER ASSUMERE GIOVANI di Silvia Agnello

S

ull’Inserto Tecnico di gennaio abbiamo illustrato i principali aspetti della legge di Stabilità. In questo numero approfondiamo ora alcune disposizioni legate ad agevolazioni fiscali, lavoro e previdenza, tematiche su cui Confagricoltura si è attivata ed ha lavorato affinché si trovassero soluzioni coerenti con le esigenze del mondo dei lavoratori e delle aziende agricole.

ESONERO CONTRIBUTIVO PER NUOVI COLTIVATORI DIRETTI E IAP L’azione di Confagricoltura ha contributo alla riconferma per l’anno 2018 della speciale misura che riconosce ai giovani coltivatori diretti e agli IAP (Imprenditori Agricoli Professionali) che si iscrivono nell’apposita gestione INPS lo sgravio dei contributi pensionistici. Di seguito cerchiamo di dare risposta ai quesiti più frequenti sull’argomento. Qual è la percentuale di sgravio? Il 100% per i primi 3 anni, al 66% per il quarto anno e al 50% per il quinto. Qual è il limite di età? La misura si applica ai coltivatori diretti e agli IAP di età inferiore ai 40 anni. Riguarda tutti i contributi? No, solo quelli che interessano i trattamenti pensionistici: invalidità, vecchiaia

e i superstiti (IVS). Devono essere invece corrisposti gli altri contributi, quali quelli relativi alla maternità e antinfortunistici (questi ultimi solo per i coltivatori diretti). Incide sul trattamento pensionistico? No, l’esonero non incide sulla misura del trattamento pensionistico. Rientra nel de minimis? Sì, rientra nella normativa degli aiuti di stato, che per il settore agricolo pone il limite di 15.000 € in tre esercizi finanziari. Per accedervi, è sufficiente variare l’intestazione di un’azienda esistente? No, è obbligatorio apportare alcune modi-

fiche oggettive all’attività imprenditoriale preesistente: ad esempio l’inserimento di nuovi fondi, la variazione di tipologia di alcune coltivazioni, l’inserimento di attività connesse o trasformazione. Può accedere all’esonero anche chi ha fatto parte di un preesistente nucleo come coadiuvante familiare? Sì, purché non sia mai stato iscritto alla previdenza agricola in qualità di capo del nucleo familiare coltivatore diretto per cui chiede l’iscrizione. ESONERO CONTRIBUTIVO PER L’ASSUNZIONE DI GIOVANI La legge di Bilancio 2018 ha introdotto agevolazioni per chi nel 2018 assumerà con contratto a tempo indeterminato giovani con meno di 35 anni di età che non siano mai stati precedentemente occupati a tempo indeterminato con medesimo o altro datore di lavoro. Di seguito approfondiamo gli aspetti principali della norma. Qual è la percentuale di riduzione contributiva? È il 50% degli oneri a carico del datore di lavoro, ad esclusione di quelli antinfor-

DAL 1° LUGLIO

Buste paga, vietati i contanti Dal 1° luglio 2018 i datori di lavoro agricolo, come tutti gli altri operatori privati, dovranno obbligatoriamente corrispondere le retribuzioni ai propri dipendenti in modo tracciabile. Questo significa che il pagamento dovrà essere fatto attraverso bonifico, assegno o altro strumento di pagamento elettronico. La retribuzione non potrà più essere corrisposta con denaro contante direttamente al lavoratore. L’obbligo riguarda tutte le categorie di lavoratori e tutte le forme contrattuali, inclusi gli operai agricoli a tempo determinato. Grazie anche all’azione di Confagricoltura la norma entrerà in vigore solo a partire dal secondo semestre del 2018. Potrebbe dunque esserci il tempo per apportare alcuni correttivi che tengano conto delle specificità del lavoro in agricoltura.

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Dentro la normativa tunistici (INAIL), nel limite di 3mila euro annui. Per quale durata? Il periodo massimo è 36 mesi. L’incentivo continuerà anche negli anni successivi al 2018? Sì, ma il limite di età sarà di 30 anni (nel 2018 il limite è 35). Si applica a chi è stato apprendista presso altro datore di lavoro? Non contano i periodi di apprendistato svolti presso altro datore di lavoro che non siano stati confermati al termine del periodo formativo. In caso di trasformazione di un precedente rapporto di lavoro? L’esonero si applica anche nel caso di trasformazione di contratti a termine e in caso di prosecuzione a tempo indeterminato di un contratto di apprendistato. Vi sono casi particolari di esonero? L’esonero è totale (100% dei contributi a carico del datore di lavoro) nel caso di assunzione a tempo indeterminato entro 6 mesi dall’acquisizione del titolo di studio di studenti che presso il medesimo datore di lavoro abbiano svolto attività di alternanza scuola-lavoro o periodo di appren-

N O V I TÀ 2 0 1 8

Detrazioni Irpef con il "bonus verde" Dopo il forte “pressing” di Confagricoltura e della Federazione nazionale florovivaistica la legge di Bilancio ha introdotto un’agevolazione fiscale per gli interventi di sistemazione a verde degli immobili. Il cosiddetto “bonus verde” sarà in vigore solo per il 2018 e si applica a due tipologie di intervento: • sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze e recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi; • realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. La detrazione prevista dall’Irpef lorda è del 36% delle spese sostenute, nel limite massimo di 5.000 euro. Il limite si riferisce alla singola unità immobiliare a uso abitativo. Quindi la detrazione massima è di 1.800 euro per immobile. La detrazione è ripartita in 10 quote annuali a partire dall’anno in cui vengono sostenute le spese. Può usufruire del bonus chi possiede o detiene l’immobile e ha sostenuto le spese per i lavori, pagandole con strumenti tracciabili (per esempio bonifico). Rientrano nelle spese per la detrazione anche quelle di progettazione e di manutenzione connesse all’esecuzione degli interventi. Il bonus spetta anche per le opere sulle parti comuni esterne dei condomini. Sono inoltre agevolabili anche le spese di sistemazione aree verdi per interventi svolti da imprese agricole come attività connessa.

distato di 1 ° livello o in alta formazione. DEDUZIONE IRAP PER I LAVORATORI STAGIONALI La legge di Bilancio 2018 prevede che possa essere dedotto integralmente

dall’IRAP il costo dei lavoratori stagionali (precedentemente era deducibile solo nel limite del 70%). La deducibilità integrale dell’IRAP è prevista solo per il 2018. Per maggiori informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo

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Vitivinicoltura

L'Asti secco aiuta la denominazione AVVIO POSITIVO SUL MERCATO: SECONDO DATI FORNITI DAL CONSORZIO AL 31 DICEMBRE SONO STATE OLTRE 777 MILA LE FASCETTE RICHIESTE PER IL NUOVO PRODOTTO di Silvia Agnello

A

poche settimane dal suo lancio, avvenuto non a caso in occasione delle feste di fine anno, per l’Asti secco è tempo di primi bilanci. I dati del Consorzio dell’Asti docg raccontano come l’Asti secco abbia contribuito a pieno titolo al trend positivo dell’Asti. L’intera denominazione (Asti secco, Asti dolce e Moscato d’Asti) è arrivata nel 2017 a quota 87.817.456 bottiglie, registrando un incremento del 2,9%, pari a 2.491.543 bottiglie in più rispetto all’anno precedente. A crescere è soprattutto il Moscato d’Asti, con una produzione che nel 2017 registra un +7,5%, attestandosi a 34.013.916 bottiglie. Proprio perché costituisce una novità sul mercato, non è possibile tracciare un andamento per la sola tipologia dell’Asti secco. I dati raccolti finora ci raccontano che al 31 dicembre sono state oltre 777 mila le fascette richieste per l’Asti secco e che nei primi 16 giorni del 2018 ne sono già state ritirate 50mila. È chiaro come sia stato il secco a permettere la chiusura dell’anno in leggera crescita, compensando in parte la perdita di circa 650 mila bottiglie della tradizionale tipologia dolce. Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo: “L’Asti secco è un’opportunità in più, che va ad aggiungersi alle tradizionali tipologie dell’Asti e favorisce la creazione di sbocchi

Avvio di 2018 positivo per l'Asti secco

su nuovi mercati - dichiara -. È un’occasione importante soprattutto in questo periodo, in cui il dolce sui mercati mondiali cede. Ottimo sarebbe che le aziende produttrici riuscissero a posizionarlo su livelli di mercato adeguati alla qualità del prodotto. Le tre tipologie (Asti, Moscato e Asti secco) devono però anche invogliare sempre più i produttori a potenziare l'attività di vinificazione, come accade per gli altri vini”. Per quanto riguarda le giacenze di mosto, il Consorzio ha reso noto che al 1° gennaio 2018 sono stati registrati 655.000 hl, in diminuzione di 110.000 hl rispetto al dato dell’anno precedente. Per il 2018, se le vendite si manterranno in linea con l’andamento del 2016, si può prevedere per fine anno una consistenza delle scorte a livelli fisiologici, intorno ai 280.000-290.000 hl.

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IMPIANTI

Si vigila sul Dm di modifica del sistema delle autorizzazioni Confagricoltura sta seguendo da vicino la discussione riguardante lo schema di decreto modificativo del sistema di autorizzazione degli impianti vitati. Il malumore dei viticoltori è rivolto all’applicazione retroattiva del principio che non dovrebbe più sussistere. Tuttavia, il vincolo all'estirpazione del vigneto entro la data di entrata in vigore del provvedimento che si vorrebbe introdurre, creerebbe notevoli problemi attuativi. Le Regioni hanno emanato proprie disposizioni inerenti le procedure di gestione del sistema delle autorizzazioni con tempistiche molto ben delineate che sarebbero in contrasto con il provvedimento nazionale. In molte regioni è richiesto di attendere almeno 60 giorni dalla comunicazione d'intenzione di estirpo all'inizio dei lavori e questo renderebbe impossibile rispettare le indicazioni del decreto nazionale. Si creerebbe inoltre una differenziazione fra le aziende situate nelle regioni dove ci sono tali disposizioni e quelle dove invece questo vincolo non sussiste. Confagricoltura chiede di non applicare il nuovo meccanismo ai contratti registrati prima dell'entrata in vigore del nuovo decreto e invita a considerare la fine della campagna vendemmiale, ovvero il 31 luglio 2018, come termine entro quale avviare i lavori di estirpo; questo permetterebbe alle aziende di essere nelle condizioni di rispettare le indicazioni del DM modificativo.


INSERTO TECNICO

U N I O N E

P R O V I N C I A L E

A G R I C O L T O R I

N. 02 • 2018

NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE E APPROFONDIMENTI SU WWW.CONFAGRICOLTURACUNEO.IT O SU WWW.FACEBOOK.COM/CONFAGRICOLTURACUNEO

BANDO ASSEGNAZIONE IDONEITÀ SUPERFICI VITATE PER LE D.O.

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on il D.D. 60 e 61 del 17 gennaio 2018 la Regione Piemonte Direzione Agricoltura ha rispettivamente emanato il bando per l’assegnazione dell’idoneità alle superfici vitate ai fini della rivendicazione delle D.O. Barolo, Barbaresco, Dogliani e Langhe Arneis e delle D.O. Roero Arneis. BENEFICIARI Aziende che conducono superfici vitate e/o detengono autorizzazioni all’impianto e reimpianto di vigneti. PRESENTAZIONE DOMANDA Le domande, aperte dallo scorso 17 gennaio, vanno presentate tramite il servizio on-line del SIAP rivolgendosi agli uffici della Confagricoltura Cuneo fino al 2 marzo 2018. INTERVENTI AMMISSIBILI Sulla base del programma triennale 2017-2018-2019, presentato dal Consorzio di Tutela, le denominazioni e le superfici che rientrano nel bando sono le seguenti: BAROLO DOCG - Sup. massima annua iscrivibile per denominazione: 32,75 ettari. - Sup. massima annua iscrivibile per azienda: 0,5 ettari BARBARESCO DOCG - Sup. massima annua iscrivibile per denominazione: 11,50 ettari - Sup. massima annua iscrivibile per azienda: 0,5 ettari LANGHE DOC ARNEIS - Sup. massima annua iscrivibile per denominazione: 20,22 ettari - Sup. massima annua iscrivibile per azienda: 2,0 ettari DOGLIANI - Sup. massima annua iscrivibile per denominazione: 20 ettari - Sup. massima annua iscrivibile per azienda: 2.0 ettari ROERO ARNEIS DOCG - Sup. massima annua iscrivibile per denominazione: 25 ettari. Sup. massima annua iscrivibile per azienda: 1 ettaro Gli interventi ammissibili sono relativi alla creazione di un nuovo impianto (autorizzazione posseduta al momento della presentazione della domanda), reimpianto a seguito di estirpo (eseguito su stessa o diversa particella utilizzando autorizzazione in stato con-

cessa), variazione di idoneità oltre che di sovrainnesto per le D.O. Barolo, Barbaresco, Langhe e Dogliani. PUNTEGGI E REQUISITI I requisiti di priorità al momento della presentazione della domanda sono i seguenti: A) Azienda con attività prevalente CD o IAP: 4 punti. B) Azienda di cui alla lettera a in cui l’età del legale rappresentante sia compresa tra i 18 anni e 40 anni da compiere al momento della presentazione della domanda: 1 punto. C) Domande non assegnatarie, benché presentate correttamente negli anni precedenti (1 punto per anno): 1 punto. D) Aziende che imbottigliano oltre il 50% della produzione di Barolo Docg e Barbaresco DOCG: 2 punti. Nel caso del punto D la produzione sarà calcolata sulla base della produzione media delle ultime 3 denunce di produzione convertite in ettolitri (2015-2016-2017). L’imbottigliato sarà dato dalla media dell’imbottigliato degli ultimi 3 anni solari per il 2015-20162017. Se l’imbottigliato sarà superiore o uguale al 50% l’azienda avrà diritto ai 2 punti. Non è consentito presentare domande da parte di aziende che hanno già ricevuto l’assegnazione nel bando 2017. Le aziende che hanno presentato domanda e ricevuto l’assegnazione della superficie nel presente bando non potranno ripresentare la domanda per i due bandi successivi. Le aziende che hanno presentato domanda con tipologia “variazione di idoneità” e “sovrainnesto” che a seguito di istruttoria sono risultate non ammissibili non potranno ripresentare domanda per i due bandi successivi. Per le superifici vitate Roero Arneis i requisiti di priorità al momento della presentazione della domanda sono invece i seguenti: A) Azienda con attività prevalente CD o IAP: 4 punti. B) Rempianto o variazione idoneità: 3 punti. C) Nuovo impianto: 2 punti. D) Aziende che non ha ricevuto assegnazione benchè inserita nelle graduatorie: 1 punto ITER DI ISCRIZIONE Per la variazione di idoneità non sarà necessario presentare la dichiarazione, in quanto verrà aggiornata direttamente su schedario successivamente alla data fissata per la richiesta della rinuncia o della revoca. Per la tipologia “nuovo impianto”, “reimpianto” e “sovrainnesto” l’intervento dovrà essere ultimato entro il 31 luglio 2020. In caso di mancato rispetto dei termini l’assegnazione verrà revocata. Per ulteriori informazioni rivolgersi agli uffici della Confagricoltura di Cuneo.

INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 01 • FEBBRAIO 2018

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PSR, OPERAZIONE 16.9.1 PER PROGETTI DI AGRICOLTURA SOCIALE

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on la determinazione n.20 dell’11 gennaio 2018, la Regione Piemonte ha pubblicato il bando PSR operazione 16.9.1 -“Progetti di agricoltura sociale”. Il bando sostiene progetti di cooperazione tra almeno due soggetti per la realizzazione di progetti di agricoltura sociale, relativi alle seguenti due tematiche: Azione 2) progetti relativi a prestazioni e attività sociali e di servizio per le comunità locali mediante l'utilizzazione delle risorse materiali e immateriali dell'agricoltura per promuovere, accompagnare e realizzare azioni volte allo sviluppo di abilità e di capacità, di inclusione sociale e lavorativa, di ricreazione e di servizi utili per la vita quotidiana; Azione 3) progetti relativi a prestazioni e servizi che affiancano e supportano le terapie psicologiche e riabilitative finalizzate a migliorare le condizioni di salute e le funzioni sociali, emotive e cognitive dei soggetti interessati anche attraverso l'ausilio di animali allevati e la coltivazione delle piante. SCADENZA Il termine per la presentazione della domanda è il 30 aprile 2018 ENTITA DEI CONTRIBUTI Sono previsti 900.000 euro di spesa pubblica così suddivisi: Azione 2) 540.000 euro - Azione 3) 360.000 euro con possibilità di scorrimento tra le due azioni. La spesa massima ammissibile è di 120.000 euro con contributo in conto capitale del 50% delle spese sostenute. In caso di spese che rientrano nel campo di intervento di altre misure/operazioni, si applicano importo massimo e aliquota di sostegno delle misure/operazioni di riferimento (sovvenzione globale). Il sostegno è anche concesso ai sensi della normativa sul “de minimis”. BENEFICIARI Gruppi di cooperazione che devono almeno comprendere: un'impresa agri-

ASSUNZIONI DISABILI: GLI OBBLIGHI DAL 1° GENNAIO 2018

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al 1° gennaio del 2018 sono pienamente operative le nuove norme in materia di collocamento dei disabili ed in particolare l'obbligo per i datori di lavoro che occupano da 15 a 35 dipendenti (comprese le imprese agricole e le organizzazioni di tendenza) di assumere lavoratori disabili al superamento della predetta soglia occupazionale, a prescindere dall'intenzione di procedere con nuove assunzioni. Sul piano operativo, i datori di lavoro privati, dopo aver verificato se rientrano nell'obbligo, dovevano presentare entro il 31 gennaio scorso un prospetto informativo relativo alla situazione occupazionale in essere nell'anno precedente nonché, entro 60 giorni dall'insorgenza dell’obbligo (dunque entro il 2 marzo 2018), la richiesta di assunzione di un disabile al Centro per l’impiego competente. Rispetto alla precedente normativa nulla è cambiato per le aziende che hanno in organico un numero di persone compreso tra 35 e 50 e superiore a 50, le quali devono assumere rispettivamente 2 disabili ed il 7% dell’organico aziendale. SANZIONI I datori che non adempiono agli obblighi sono soggetti a specifiche sanzioni: per la mancata trasmissione del prospetto informativo: 635,11 euro, più la maggiorazione di 30,76 euro per ogni giorno di ritardo; per la mancata copertura della quota di riserva: 153,20 euro al giorno per ogni lavoratore non occupato dal 61° giorno successivo alla data nella

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cola in forma singola o associata; gli enti gestori dei servizi socio-assistenziali o gli enti pubblici competenti per territorio. Inoltre possono fa parte del gruppo di cooperazione: cooperative sociali iscritte all’albo regionale; imprese sociali; associazioni di promozione sociale iscritte nel registro nazionale o al registro regionale di cui alla l.r. 7/2006; organismi di diritto pubblico, enti gestori dei servizi sociali, istituzioni pubbliche di assistenza e beneficienza (IPAB), aziende pubbliche di servizi alla persona, aziende sanitarie locali, aziende ospedaliere; organismi non lucrativi di utilità sociale attivi nella progettazione e nella realizzazione di interventi e servizi sociali; organizzazioni di volontariato attive nella progettazione e nella realizzazione di interventi e servizi sociali iscritte al registro regionale di cui alla l.r. 38/1994 e s.m.i; fondazioni attive nella progettazione e nella realizzazione di interventi e servizi sociali; altri soggetti provati attivi nella progettazione e nella realizzazione di interventi e servizi sociali. CONDIZIONI DI AMMISSIBILITÀ Progetti tra almeno due soggetti; capofila: impresa agricola o cooperativa sociale con fatturato derivante da attività agricole > 30% del complessivo; interventi localizzati sul territorio della Regione Piemonte; conferimento di un mandato collettivo speciale con rappresentanza al capofila di progetto; tutti i partecipanti devono essere iscritti all’anagrafe agricola del Piemonte con aggiornamento al 31 dicembre 2017. SPESE AMMESSE A CONTRIBUTO Costi degli studi sulla zona interessata, studi di fattibilità; costo dell’animazione della zona interessata al fine di rendere fattibile un progetto territoriale collettivo; costi di esercizio della cooperazione: personale, funzionalità ambientale, funzionalità operativa; costi diretti di specifici progetti: personale tecnico, materiale di consumo, consulenze e collaborazioni esterne; acquisti di macchine e attrezzature; costruzione, acquisizione, incluso il leasing, o miglioramento di beni immobili e le relative spese generali; acquisizione o sviluppo di programmi informatici e acquisizione di brevetti, licenze, diritti d’autore, marchi commerciali; altri costi direttamente legati alle attività progettuali; spese generali ammissibili nella misura forfettaria del 15% dei costi diretti del personale. Per ulteriori e più dettagliate informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

quale è scattato l’obbligo. CHI NON VA CONTATO Un datore di lavoro nel conteggiare il numero dei dipendenti utile a far scattare l’obbligo del collocamento obbligatorio, non dovrà considerare: i dirigenti, gli apprendisti, i disabili già inseriti nell'organico aziendale, i soci di cooperative di produzione e lavoro, i lavoratori assunti con contratto di inserimento, i lavoratori con contratto di somministrazione presso l’utilizzatore, i lavoratori che svolgono l’attività all’estero, i soggetti impegnati in lavori socialmente utili, i lavoratori a domicilio, i lavoratori occupati con contratto a termine di durata inferiore a 6 mesi. LAVORATORI PART-TIME I lavoratori part-time devono essere computati in proporzione all'orario di lavoro, mentre i dipendenti a tempo determinato "stagionali" devono essere computati sulla base del numero di giornate di lavoro effettivamente svolte (d.p.r. n.333/2000). Ne consegue che nell’ambito delle attività stagionali, come ad es. quelle agricole, per calcolare la durata di un rapporto a termine (inferiore o superiore ai 6 mesi), non occorre fare riferimento all’arco temporale complessivo del rapporto, bensì alle giornate di lavoro effettivamente prestate nell’arco dell’anno solare (d.p.r. n. 333/2000 e circ. Min. Lav. n. 4/2000). Né la circolare ministeriale, né il regolamento attuativo si spingono però a quantificare con esattezza quale sia il numero delle giornate effettivamente lavorate corrispondenti alla durata di 6 mesi. Secondo le regole generali comunemente adottate nella prassi – poiché il numero di giornate lavorative mensili è individuato, convenzionalmente, in 26 – il numero delle giornate corrispondenti ad un rapporto di lavoro di durata semestrale è individuato in 156 (26 gg x 6 mesi = 156 gg.).

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DISOCCUPAZIONE AGRICOLA INPS: COME FARE LA DOMANDA

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a disoccupazione agricola 2018 è una prestazione a sostegno del reddito concessa agli operai iscritti negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli. A CHI SPETTA LA DISOCCUPAZIONE AGRICOLA 2018? La disoccupazione agricola è un'indennità pagata direttamente dall'istituto ai lavoratori impiegati nel settore agricolo che perdono il lavoro contro la loro volontà. Pertanto i lavoratori, per accedere all'indennità di disoccupazione agricola, e non all'indennità Naspi 2018, devono avere i seguenti requisiti; essere inquadrati come: operai lavoro agricolo a tempo indeterminato; operai a tempo determinato; operai agricoli a tempo indeterminato che lavorano solo per un certo periodo dell'anno; lavoratori agricoli che si dimettono per giusta causa. LAVORATORI ESCLUSI DALLA DISOCCUPAZIONE AGRICOLA La disoccupazione agricola pagata dall'Inps invece non spetta a lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale, lavoratori che hanno presentato la domanda di disoccupazione agricola oltre la scadenza, lavoratori iscritti in una delle Gestioni autonome o nella Gestione Separata per l’intero anno, ovvero per parte dell’anno, ma il numero delle giornate lavorative rientranti nel periodo di iscrizione è superiore a quelle di attività lavorativa dipendente; lavoratori già titolari di pensione diretta alla data del 1° gennaio dell'anno di competenza della prestazione (nel caso di pensionamento in corso d’anno, il numero delle giornate indennizzate per disoccupazione agricola viene riproporzionato rispetto al numero di mesi antecedenti la decorrenza della pensione), lavoratori che si dimettono volontariamente, fanno eccezione: le lavoratrici madri che si dimettono nel corso del periodo di puerperio (o lavoratori padri) e coloro che si dimettono per giusta causa.

DISOCCUPAZIONE AGRICOLA 2018: REQUISITI INPS L’indennità di disoccupazione agricola 2018 spetta ai lavoratori agricoli con i seguenti requisiti: 1) essere iscritti negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli dipendenti a tempo determinato, se la domanda viene presentata nel corso del 2018 o per un rapporto di lavoro agricolo a tempo indeterminato avuto per parte dell'anno. 2) almeno 102 contributi giornalieri versati nei 2 anni precedenti la domanda. Ai fini di calcolo contributi, vengono contati anche i contributi figurativi versati nel biennio precedente dall'Inps al lavoratore, come periodo di maternità obbligatoria o congedo parentale. DOMANDA DISOCCUPAZIONE AGRICOLA 2018: SCADENZA La domanda di indennità di disoccupazione agricola 2018 deve essere presentata entro una scadenza specifica, pena la non ammissibilità del lavoratore al pagamento dell'indennità. Per avere diritto alla disoccupazione agricola, la domanda deve essere presentata all'Inps entro dal 1° gennaio 2018 al 31 marzo, che cadendo di domenica, Pasqua e Pasquetta, slitta al 3 aprile, pena la decadenza dal diritto. Il lavoratore è tenuto alla conservazione della domanda cartacea, ricevuta dell'avvenuta trasmissione telematica della domanda e dei documenti in originale. In caso di decesso dell’assicurato, la domanda potrà essere inoltrata dagli eredi sempre entro il 31 marzo dell’anno successivo in cui si è verificata la disoccupazione involontaria. CHI, COME E QUANDO VIENE PAGATA LA DISOCCUPAZIONE? L'indennità spettante al lavoratore agricolo, viene pagata direttamente dall'Inps in un’unica soluzione (solitamente tra fine giugno e le prime settimane di Luglio) e gli estremi per il pagamento, vengono indicati all’Inps a fine domanda, proprio con il modello SR-163. DOCUMENTI DA PRESENTARE Vanno presentati il modello SR163, debitamente compilato a cura della Banca o Poste Italiane, il modello SR 171 per i titolari di altri lavori (titolari partita Iva, attività professionali), debitamente compilata. Per la richiesta degli assegni per il nucleo familiare: dati anagrafici e codici fiscali, copie delle dichiarazioni dei redditi degli ultimi 2 anni (C.U., modello 730/Unico). Per la compilazione e presentazione delle domande rivolgersi al patronato Enapa, presso tutti i nostri uffici di Confagricoltura.

Lo specialista italiano del fotovoltaico

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Gruppo

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Latte

Prezzo del latte: inizio d'anno in calo TRA LE CAUSE UN GENERALE RIBASSO DEI CONSUMI E L'AUMENTO DELLA PRODUZIONE di Gilberto Manfrin

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opo una fine di 2017 discreto, torna a calare il livello del prezzo del latte alla stalla. Un’inversione di tendenza forse prevista, come conferma Giampiero Degiovanni, presidente della sezione Latte di Confagricoltura Cuneo: “L’inizio del nuovo anno coincide con i rinnovi dei contratti sulle forniture di latte e i primi segnali, a causa degli aumenti di produzione registrati negli ultimi mesi del 2017, in Italia, ma soprattutto in Paesi europei come Olanda e Germania, e un po’ meno marcati anche in Francia, lasciano intravvedere una tendenza al ribasso dei listini, soprattutto rispetto a quelli degli ultimi mesi del 2017. C’è disponibilità di latte e il mercato si è un po’ fermato. Si sperava in un calo medio di un centesimo al litro, invece stiamo registrando ribassi fino a due centesimi rispetto a fine 2017. Andiamo verso una stagione che notoriamente fa registrare alti livelli di produttività. Insomma: da una parte un generale calo dei consumi e dall’altra un aumento di produzione, in questo periodo non stanno aiutando il comparto”.

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i trasciniamo problemi che si sarebbero dovuti risolvere anni fa e, invece, continuano a generare conseguenze pesanti per tutto il comparto. Pur comprendendone le motivazioni, la sentenza della Corte di Giustizia europea giunge a distanza di troppi anni dai fatti contestati: se qualcuno ha agito in modo scorretto, la politica italiana doveva intervenire prima e fermarlo. Il voler cercare scorciatoie ha portato a questa situazione, che ora rischia di abbattersi su un settore completamente liberalizzato e che deve fare i conti con enormi fluttuazioni di un mercato senza quote. Confagricoltura è impegnata affinché il conto non venga scaricato indiscriminatamente sull’intero comparto agricolo”. Così il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio, commenta la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che ha condannato l’Italia per non aver recuperato 1,3 miliardi di euro dai produttori lattieri in seguito al superamento delle quote latte nel periodo 1995-2009. Sarebbero circa 200 gli “splafonatori” piemontesi che do-

I NUMERI Nel 2017 il latte alla stalla in Lombardia, regione leader con il 42% del latte italiano prodotto, è stato quotato mediamente, secondo le elaborazioni del Clal, 37,42 centesimi al litro, ben 11,4% in più rispetto al listino medio dell’anno precedente. Queste quotazioni potrebbero essere a rischio scivolone nei prossimi mesi: i dati del Clal.it (sito di riferimento per il settore) evidenziano un aumento dei volumi di latte dell’Ue da gennaio a novembre 2017, più marcato negli ultimi mesi, con un +4,5% a settembre in confronto allo stesso mese del 2016, un +4,8% a ottobre e un +5,6% a novembre. Nei primi 11 mesi del 2017 l’Ue ha prodotto complessivamente 2 milioni e 213mila tonnellate di latte in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+1,6%), superando i 143,2 milioni di tonnellate. Anche in Italia si è registrato un incremento della produzione, mediamente del 3,3% fra gennaio e novembre 2017, con un picco del 5,7% in ottobre. “È proprio a causa di questa crescita produttiva - conferma Renzo Nolli, presidente nazionale della sezione Latte di Confagricoltura - che si sta già osservando un calo del prezzo medio del latte europeo”. OCCORRE AGGREGARE L’OFFERTA Quali soluzioni, dunque, in vista di nuovi pesanti sacrifici che la congiuntura potrebbe richiedere agli allevatori? “Innanzitutto accelerando – aggiunge il presidente della sezione di prodotto - sull’aggregazione dell’offerta in modo da rafforzare l’associazionismo e quindi il potere contrattuale dei produttori. Su un altro versante occorre puntare sempre di più sulla corretta informazione al consumatore circa le garanzie di qualità offerta dal sistema produttivo italiano, per sgombrare il campo dalle numerose fake news che spesso circolano anche sul web”.

Quote: "La politica doveva agire prima" L'UNIONE EUROPEA HA CONDANNATO L'ITALIA PER NON AVER RECUPERATO 1,3 MILIARDI. CONFAGRICOLTURA: "NON POSSIAMO FARCI CARICO DI CHI NON HA RISPETTATO LA LEGGE" vrebbero pagare 300 milioni di euro, avendo prodotto più latte di quanto previsto dalle quote europee tra il 1995 e il 2009. Recuperare le somme sarà molto complicato. “Per la Corte - ricorda la Confagricoltura - si tratta di una situazione iniqua nei confronti dei contribuenti italiani, poiché il costo è ricaduto sulla collettività. La Commissione stima che, su 2,305 miliardi di euro, ben 1,752 miliardi non siano ancora stati rimborsati dai singoli produttori che hanno materialmente commesso le violazioni. Una parte dell'importo sembra considerato perso o rientra in un piano a tappe di 14 anni, ma la Commissione stima che

restino da recuperare ancora 1,343 miliardi”. Quella delle quote latte in Italia è una pagina non felice della politica che ha creato un notevole danno all’Erario e pesanti distorsioni della concorrenza a discapito degli allevatori onesti, che hanno rispettato le quote di produzione o le hanno acquistate oppure hanno pagato i prelievi sulle eccedenze in caso di superamento dei limiti. “Non possiamo farci carico di quei pochi che non hanno rispettato i livelli produttivi e la legge - sottolinea la Confagricoltura -. I produttori in difetto, hanno avuto tutte le possibilità di regolarizzare la loro posizione attraverso adeguate rateizzazioni”.

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Zootecnia di Paolo Ragazzo

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“Fondamentale la crescita dell'export”

ominato da poco presidente della Federazione Nazionale Suinicola di Confagricoltura, Claudio Canali è stato ad Alba per la sezione regionale della Sezione. Ne abbiamo approfittato per porgergli qualche domanda sullo stato di salute del comparto.

INTERVISTA A CLAUDIO CANALI, PRESIDENTE DELLA FNP SUINICOLA DI CONFAGRICOLTURA: "L'ECCESSIVA FRAMMENTAZIONE DELL'OFFERTA CI PENALIZZA"

Presidente Canali, lo scorso anno anche nel Cuneese il comparto suinicolo ha finalmente ritrovato un trend più favorevole e positivo. Si può dire quindi che la crisi sia alle spalle e che la maggior parte dei problemi siano superati? “Assolutamente no, i segnali di una nuova flessione sono già percepiti purtroppo in queste settimane. Mai adagiarsi sugli allori.

È proprio nei momenti favorevoli che occorre affrontare le sfide del futuro. Sicuramente il 2017 è stato un anno positivo anche se non dimentichiamo che dobbiamo recuperare quasi un decennio di crisi che ha lasciato ferite profonde nel comparto. Molti dei problemi del settore sono purtroppo irrisolti, colpa della crisi e molto spesso dell’incapacità di fare sistema della filiera, e come allevatori abbiamo le nostre responsabilità.

CON I VERTICI NAZIONALI

Sezione regionale suinicola ad Alba Si è svolto venerdì 2 febbraio presso la sede di Confagricoltura ad Alba l’incontro della sezione regionale suinicola di Confagricoltura Piemonte (foto sotto), alla presenza del presidente della Federazione Nazionale Allevamenti suini di Confagricoltura, Claudio Canali, e del direttore generale di Confagricoltura, Francesco Postorino. Oltre a loro hanno partecipato alla riunione: Luca Brondelli di Brondello, componente della giunta esecutiva di Confagricoltura, Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte e Cuneo, i rappresentanti della sezione suinicola di Confagricoltura Piemonte, guidati dal presidente Davide Razzano, e alcuni allevatori della provincia di Cuneo insieme al presidente della sezione suinicola di Confagricoltura Cuneo, Roberto Barge. Molti gli argomenti al centro dell’incontro: dalle possibili migliorie al disciplinare del Prosciutto di Parma DOP ai meccanismi che regolano le Commissioni Uniche Nazionali del settore, dall’andamento dei prezzi alle dinamiche di mercato che stanno interessando questo inizio di anno. Il direttore generale Francesco Postorino ha sottolineato come “l’interesse di Confagricoltura verso i temi chiave dei comparti produttivi è da sempre alto e lo sarà sempre di più, soprattutto dove riscontriamo vitalità organizzativa e gradimento da parte delle imprese che riconoscono la qualità del nostro lavoro e grande sensibilità organizzativa”, mentre Luca Brondelli di Brondello ha espresso “massima attenzione al settore e a un territorio che esprime grande qualità e grandi doti imprenditoriali”. Roberto Barge, presidente della sezione suinicola di Confagricoltura Cuneo, ha chiuso con questa considerazione: “Dopo un 2017 positivo, il nuovo anno è iniziato con segnali leggermente in ribasso. Siamo fiduciosi che si possa riprendere quanto prima per ritornare perlomeno sui livelli dello scorso anno, quando il buon andamento della domanda, collegato alla ripresa dei consumi, sia di carni suine fresche che di salumi, ha giovato anche all’andamento delle quotazioni”. Nel Cuneese la consistenza del patrimonio suinicolo nel 2016 era di 836.520 capi (oltre il 65% di quelli allevati in Piemonte), ma in flessione del 4,66% rispetto all’anno precedente. Si registra da qualche anno anche in provincia di Cuneo, infatti, il trend rilevato a livello nazionale che dal 2010 ad oggi ha visto passare i suini in Italia da 9 milioni e 300 mila capi a 8,5 milioni.

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Oltre ai problemi “storici” dobbiamo affrontare nuove sfide come il tema ambientale, quello relativo al benessere e all’antibiotico resistenza, solo per citarne alcuni”. Come è iniziato questo 2018 e quali sono le prospettive? “L’anno è iniziato in maniera calma, dovuto a un maggior numero di capi presenti sul mercato europeo e a minori volumi di export dall’Unione europea verso Paesi terzi”. Quali notizie arrivano dal fronte dei consumi interni e non solo? “I consumi interni sono sostanzialmente stabili anche se negli ultimi anni abbiamo dovuto difenderci troppo spesso da attacchi mediatici senza precedenti che ci hanno sicuramente fatto perdere piccole quote di mercato. Purtroppo il benessere porta anche questi risvolti anche se, come dico sempre, sono posizioni anacronistiche. Il mondo chiede carne, proteine nobili di buona qualità al giusto prezzo. Credo sia difficile poter raccontare a qualche miliardo di persone che mangiano prevalentemente solo riso che la carne potrebbe far male. L’innalzamento dell’età media, della qualità della vita sono sicuramente dovuti anche ad una alimentazione maggiormente equilibrata. E la differenza fra la popolazione europea e, ad esempio, Cina e sud-est asiatico è sotto gli occhi di tutti”. L’apertura di un mercato importante come quello cinese ha fatto da volano all’export di carne suina europea. Come si spiega questa decisione da parte della Cina? “Partiamo con un dato: la Cina è il maggior produttore mondiale di suini, con una quota del 46/48%. Anni fa è cominciato un processo di delocalizzazione e rinnovamento delle proprie strutture di allevamento, principalmente per motivi ambientali e perché ormai gli allevamenti erano inglobati nelle città, causa l’espansione di queste ultime. A questo credo si possa aggiungere un maggior consumo pro capite di carne (quella


suina è la più consumata in Cina) che, visto i numeri della popolazione, ha fatto aumentare la richiesta in un momento di calo delle produzioni. Le scorte immesse sul mercato non hanno avuto l’effetto sperato e la Cina si è vista costretta ad importate ingenti quantità di carni e frattaglie, per soddisfare la richiesta interna. Con l’aumento dei prezzi la carne europea ha perso di competitività a vantaggio di altri paesi come il Brasile. Inoltre stanno entrando in produzione nuovi allevamenti sicuramente più produttivi dei precedenti e questo farà sì che la Cina aumenti la propria quota di autoapprovvigionamento, anche se il continuo crescere, seppur lento, dei consumi interni, fa ben sperare in una ancora lunga carenza”. Quali altri mercati sono potenzialmente interessanti per il comparto italiano? “Tutto il mondo cerca Made in Italy e solo con un forte aumento dell’export possiamo sperare che la nostra suinicoltura abbia gli spazi che merita. Occorre proseguire con gli accordi bilaterali come il CETA o quello con il Giappone, tutelando principalmente le nostre

CASO 'BLUETONGUE'

Scambi di vitelli tra Francia e Piemonte, decisiva Confagricoltura Grazie all’interessamento diretto e tempestivo di Confagricoltura Cuneo si è sbloccata la questione burocratica relativa alla ”bluetongue”, che da inizio anno aveva impedito alle aziende cuneesi gli scambi di bovini provenienti dalla Francia. Le disposizioni per contrastare la malattia infettiva dei ruminanti, lo ricordiamo, non consentono lo scambio di animali nei territori esterni alle “zone di restrizione”. Mentre nel resto d’Italia tutti i territori rientrano, pur con modalità diverse, nelle “zone di restrizione”, fino a qualche settimana fa non lo erano buona parte della provincia di Cuneo e qualche comune delle province di Torino e di Asti. Per facilitare i flussi commerciali di animali, a dicembre, la direzione Sanità della Regione Piemonte aveva emanato una nota con cui, effettuate le dovute considerazioni, aveva ritenuto di estendere la “zona di restrizione” all’intero territorio regionale. All’iniziativa della Regione non era però seguita a stretto giro la modifica da parte del Ministero della Salute dell’allegato in cui sono identificati i territori in restrizione, che avrebbe permesso la ripresa degli scambi in tutto il Piemonte. A causa di questa difficoltà burocratica, dal 1° gennaio i capi bovini provenienti dalla Francia e diretti alla quasi totalità degli allevamenti cuneesi erano rimasti bloccati, creando notevoli difficoltà alle aziende che, oltre a non ricevere gli animali da ristallo per l’allevamento, si sono trovate a sostenere comunque costi di gestione molto elevati. Confagricoltura Cuneo si è attivata, interessando della questione il viceministro Andrea Olivero che, risolta positivamente la situazione, dichiara: “Ringrazio il presidente Allasia e Confagricoltura per la tempestiva segnalazione del problema che si è venuto a creare sull'annosa vicenda del contrasto alla ‘bluetongue’. La richiesta di inserire tutto il territorio regionale nelle aree di restrizione, pur avendo una presenza solo a macchia di leopardo del problema, appare ben motivata e saggia. Non possiamo infatti danneggiare le aziende zootecniche ostacolando i flussi commerciali. Sono pertanto subito intervenuto con il Ministero della Salute che il 12 gennaio scorso ha diramato una nota in cui aggiorna le aree di restrizione, superando il problema”.

produzioni DOP e IGP. Attenzione però a non farci relegare dall’industria a un ruolo marginale. Gli ultimi dati segnalano che cresce sì l’export, ma aumenta in maniera uguale o superiore anche l’import. Corriamo il rischio di diventare sempre più un paese di trasformatori”. Di cosa ha bisogno il settore per essere stabilmente competitivo in futuro? "Il settore continua a essere pena-

lizzato da un’eccessiva frammentazione dell’offerta rispetto ai macelli e all’industria di trasformazione. Proprio in questi momenti di condizioni favorevoli sarebbe necessario ripensare al futuro del comparto. La via è quella dell’aggregazione del prodotto e magari della creazione di una seria interprofessione che faciliti il dialogo fra gli attori dell'intera filiera, programmando la produzione, promuovendo le nostre eccellenze all’estero e di conseguenza anche la trasparenza del mercato".

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I NOSTRI

UFFICI

Sede provinciale: Via Bruno Caccia, 4-6-8 - 12100 Cuneo Tel. 0171.692143 - Fax 0171.698629 - provinciale@confagricoltura.it ORARIO: 8,00 / 12,30 - 14,30 / 17,30 (giovedì, venerdì e sabato pom. chiuso) PATRONATO ENAPA Il Patronato Enapa di Confagricoltura Cuneo è presente in tutti gli uffici di zona.

ZONA DI CUNEO

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Via Caccia, 4-6-8 Tel. 0171.692143 - Fax 0171.698629 cuneo@confagricoltura.it

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Via IV Novembre, 20 - (c/o Geom. Garbarino) Tel. 0171.918182

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Caraglio

Piazza Martiri della Libertà, 29

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Alba Bra Cherasco Canale S. Stefano B. Cortemilia

Piazza Prunotto, 5 Tel. 0173.281929 - Fax 0173.280979 alba@confagricuneo.it

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Corso V. Emanuele II, 121 - (c/o Milano Assicurazioni) Tel. 0172.425477 - Fax 0172.44167

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Via Garibaldi, 25 (c/o Pratiche Auto) Tel. 0172.489764

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Piazza Trento e Trieste, 74 Tel. 0173.970180

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Via Roma, 38/F Tel. 0141.840782 Fax 0141.840174

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Viale Vittorio Veneto, 17/F Tel. e Fax 0174.42071 mondovi@confagricuneo.it

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Via XXXI Luglio, 22 (ang. p.za Carlo Alberto)

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Via Torino, 40 Tel. 0175.217120 - Fax 0175.248784 saluzzo@confagricuneo.it

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C.so C. Battisti, 8 (c/o Ass. Generali) Tel. 0175.392733

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Via San Giovanni, 8 - (c/o Centro Anziani)

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Via Togliatti, 16 Tel. 0172.712372 - Fax 0172.725796 savigliano@confagricuneo.it P.zza C. Alberto, 5 c/o SAI Ass.) Tel. 0172.85253

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Via Marconi, 112 - Tel. 0172.637242 ambrogio@confagricuneo.it

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UFFICIO DI FOSSANO

Fossano

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1° e 3° del mese

ZONA DI SAVIGLIANO

Savigliano

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P.zza Capuccini, 1 - 1° piano (sopra Consorzio Agr.)

ZONA DI SALUZZO

Saluzzo

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www.confagricolturacuneo.it


Confagricoltura news

LE CONVENZIONI del mese di Febbraio

Riserva Bianca e tanti viaggi PROSEGUONO LE CONDIZIONI FAVOREVOLI RISERVATE NON SOLO AI SOCI, MA ANCHE AI LORO FAMILIARI E AI DIPENDENTI di Paolo Ragazzo

C

onfagricoltura Cuneo, per offrire sempre più servizi ai propri associati, ha stipulato alcune interessanti convenzioni per permettere agli iscritti, ma anche ai loro familiari e dipendenti, di ottenere sconti e agevolazioni in diversi settori. L’elenco aggiornato si può consultare sul sito www.confagricolturacuneo.it, nella sezione Convenzioni.

RISERVA BIANCA - LIMONE

Con le giornate che si allungano c'è un motivo in più per andare a sciare. Per tutti i soci e dipendenti di Confagricoltura Cuneo è possibile usufruire ancora della convenzione con la Riserva Bianca che prevede sconti sul prezzo degli skipass. Qualche esempio? Il giornaliero festivo a 28 euro anziché 34. Oppure il pomeridiano a 16 euro anzichè 26. Per usufruire delle agevolazioni è necessaria la registrazione iniziale dell’utente da parte degli operatori Confagricoltura. Una volta registrato come socio, l’utente potrà effettuare autonomamente tutti gli acquisti per sé e per i propri famigliari senza più dover passare dai nostri uffici. Gli sconti della convenzione sono validi solo per gli acquisti online. BENEFICIARI La promozione è valida per: – soci Confagricoltura e famigliari; – dipendenti delle imprese associate; – dipendenti Confagricoltura e famigliari. Per avere maggiori informazioni sui prezzi è possibile contattare Confagricoltura Cuneo al numero 0171/692143 o scrivere all'indirizzo e-mail f.dalmasso@confagricuneo.it.

LAB TRAVEL

Continuano le agevolazioni con Labtravel, agenzia di viaggi con sede a Cuneo. La convenzione prevede per i soci sconti dal 6 al 10% sui cataloghi dei maggiori tour operator (tra cui Alpitour, Francorosso, Villaggi Bravo, I Grandi Viaggi, Columbia, Msc, ecc). Tutte le proposte sono visionabili sul sito www. al-volo.it (per ottenere le credenziali di accesso contattare gli uffici di Confagricoltura Cuneo allo 0171/692143 – f.dalmasso@ confagricuneo.it). Inoltre, prezzi agevolati sulla programmazione di viaggi di gruppo con accompagnatore e partenza da Cuneo e dintorni. Tra le proposte delle prossime settimane il viaggio in Lapponia alla ricerca dell'aurora boreale, in programma dal 23 al 27 febbraio e il Tour in Israele, tra storia e religione, nella settimana dall'11 al 18 marzo. Per maggiori informazioni e per effettuare le prenotazioni contattare il call center dedicato allo 0171/451473 o inviare un’e-mail all’indirizzo prenotazioni@al-volo.it; in alternativa, è possibile recarsi direttamente presso l'agenzia di corso Santorre di Santarosa,19 a Cuneo o chiamare i numeri di telefono 0171/ 45142228-19.

I N A U G U R A Z I O N E S A B AT O 2 4 F E B B R A I O

Nuovo ufficio di zona a Mondovì S a rà i n a u g u ra t o s a b a t o 2 4 febbraio il nuovo ufficio zona della Confagricoltura a Mondovì, già operativo da inizio mese nei nuovi locali di viale Vittorio Veneto 17, nel palazzo che ospita l’Inps e proprio a fianco dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Dopo la nuova sede di Alba, ecco un altro importante intervento volto a rinnovare gli uffici dell’Unione Provinciale Agricoltori, dotandoli di sempre maggiori comfort al servizio di associati e cittadini. Il nuovo ufficio di Mondovì si sviluppa su oltre 300 metri quadrati, dislocati su due piani, ed è vicino a piazza della Repubblica, dove c’è un’ampia disponibilità di parcheggio. È aperto

con i consueti orari: dal lunedì al sabato, dalle 8,30 alle 12,30, il martedì e il mercoledì anche il pomeriggio dalle 14,30 alle 17,30. Per informazioni telefonare allo 0174/42071 o inviare una mail a mondovi@confagricuneo. it. Oltre alle aziende agricole anche ogni cittadino può rivolgersi all’ufficio zona di Confagricoltura per usufruire dei servizi del CAF (compilazione e invio modello 730 e Unico, Modello RED, calcolo ISEE e IMU/TASI…) e del patronato ENAPA (pensioni e previdenza, infortuni e malattie professionali, sicurezza e servizi sociali, disoccupazione e maternità).

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Confagricoltura news

Gli incontri "Agriturismi e ricezione di qualità. Normativa e marchio ospitalità italiana" svoltisi ad Alba e Cuneo

Le novità sul turismo rurale PARTECIPATI INCONTRI AD ALBA E CUNEO ORGANIZZATI DA CONFAGRICOLTURA E DALLA CAMERA DI COMMERCIO

L

unedì 22 e giovedì 25 gennaio oltre un centinaio di aziende agrituristiche e vitivinicole del territorio cuneese ha preso parte ai due seminari dal titolo “Agriturismi e ricezione di qualità. Normativa e marchio ospitalità italiana”, svoltisi ad Alba e a Cuneo presso le sedi della Confagricoltura. La doppia iniziativa, rivolta alle realtà agrituristiche e vitivinicole del Cuneese, è stata organizzata da Confagricoltura in collaborazione con la Camera di Commercio di Cuneo per sciogliere i dubbi e fare chiarezza sulle ultime novità in materia di agriturismi ed enoturismo. Durante la mattinata che si è svolta lunedì 22 gennaio negli uffici di piazza Prunotto, 5 ad Alba, Lodovica Crolle e Paolino Mastrangelo, funzionari rispettivamente della Direzione Regionale Agricoltura e della Direzione Promozione della Cultura, Turismo e Sport della Regione Piemonte, hanno illustrato la normativa regionale in materia di agriturismi, soffermandosi sugli aspetti generali e mettendo a confronto le caratteristiche degli agriturismi con quelle dell’ospitalità rurale famigliare. Inoltre, su richiesta del pubblico presente in sala, hanno approfondito alcuni aspetti sulla classificazione delle aziende agricole, andando poi a spiegare i requisiti necessari per poter diventare “posto tappa” e per accedere all’albo regionale delle fattorie didattiche. Cristina Actis, della Camera di Commercio di Cuneo, ha poi illustrato le modalità di accesso al bando per il marchio Ospitalità Italiana, la certificazione volta ad attestare la qualità del servizio offerto dalle strutture ricettive. Successivamente, è intervenuta Jessica Cerrato, esperta fiscale in ambito agricolo, che ha approfondito gli aspetti fiscali in materia di enoturismo, seguita dal tecnico Confagricoltura Fabio Fogliati che ha illustrato il bando del Psr per la creazione e lo sviluppo di attività extra-agricole (operazione 6.4.1). Molto interesse ha destato anche il successivo incontro, tenutosi nella sede di via Bruno Caccia, 4 a Cuneo, nella mattinata di giovedì 25 gennaio. Ai relatori già presenti nel precedente incontro di Alba si è aggiunto sul tema del marchio Ospitalità Italiana il contributo di Loredana Murizzasco della Cciaa di Cuneo. A presentare il bando del Psr per la creazione e lo sviluppo di attività extraagricole è invece intervenuto il tecnico Fabrizio Bima.

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CORSO DI WEB MARKETING E COMUNICAZIONE Scoprire le potenzialità dei social per le aziende e le strategie di posizionamento sui motori di ricerca, convertire i like in clienti, approcciare al meglio ai siti di recensioni e prenotazioni. Queste e molte altre tematiche saranno affrontate nel corso “Promozione e web marketing dell’impresa agrituristica e vitivinicola”, organizzato da Confagricoltura Cuneo, in collaborazione con Agripiemonteform. Il seminario si terrà lunedì 26 febbraio e lunedì 5 marzo, dalle 9 alle 13, presso le sede di Confagricoltura ad Alba (piazza Prunotto, 5). Un professionista del settore offrirà alle aziende alcuni strumenti concreti e semplici per migliorare la propria visibilità online. Per info e adesioni: Francesca Dalmasso (0171/692143 int. 5 – f.dalmasso@confagricuneo.it).

N O V I TÀ E A D E M P I M E N T I

Le possibilità dell'enoturismo Quello tra vino e turismo è un connubio vincente. Ne è testimonianza la crescente espansione che l’enoturismo vive da oltre vent’anni. Un percorso di affermazione avvenuto in assenza di uno specifico quadro giuridico di riferimento. La svolta è arrivata con l’approvazione della legge di Bilancio 2018, con cui finalmente l’attività viene normata, offrendo alle aziende la possibilità di realizzare un’ampia varietà di attività per far conoscere e promuovere il vino nei luoghi win cui è prodotto. Fin dalla definizione è evidente che la legge intende l’attività nel senso più ampio: “Con enoturismo si intendono tutte le attività di conoscenza del vino espletate nel luogo di produzione, le visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione della vite, la degustazione e la commercializzazione delle produzioni vinicole aziendali, anche in abbinamento ad alimenti, le iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito delle cantine”. L’enoturismo è un dunque un turismo tematico che oltre alla semplice degustazione in cantina, comprende anche attività diverse: visite in cantina, laboratori di vendemmia esperienziale e didattici, iniziative ricreative quali serate a tema che abbinino vini e prodotti tipici… e molte altre. Dal punto di vista fiscale, l’attività enoturistica sarà parificata a quella agrituristica e verrà pertanto applicato il medesimo regime di tassazione forfettaria. Per quanto riguarda invece gli adempimenti burocratici, è necessario che il titolare presenti la SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività) con modalità telematica allo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del Comune in cui si intende iniziare a svolgere l'attività di enoturismo. Gli uffici di Confagricoltura Cuneo sono comunque a disposizione per redigere la SCIA, fornire informazioni in materia fiscale e collaborare con le aziende per la verifica dei requisiti igienico sanitari richiesti per le differenti tipologie di alimenti che si intendono abbinare alle degustazioni di vino.


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Sicurezza Rubrica in azienda

Il documento di valutazione dei rischi (DVR)

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l Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) è uno strumento fondamentale per valutare lo stato di sicurezza in azienda, la conformità alle normative e prevenire potenziali incidenti, minimizzando i principali fattori di rischio. Introdotto dalla legge 626 del 1996 e dal D.lgs. 81 del 2008, il DVR è obbligatorio per le aziende agricole con dipendenti e di quelle costituite in forma associata (anche senza dipendenti). Nel DVR vengono presi in esame i locali, i mezzi, le attrezzature, le postazioni di lavoro, le attività e le mansioni lavorative, le responsabilità ed i ruoli delle varie persone coinvolte in azienda. IL DVR DEVE ESSERE CORRETTO E AGGIORNATO È compito del datore di lavoro far sì che le categorie di rischio siano minime, attuando delle misure migliorative alle diverse situazioni: sorveglianza sanitaria; messa in sicurezza dei mezzi; formazione/informazione dei lavoratori, ecc … Poiché il DVR viene elaborato in un determinato momento della storia aziendale, il datore di lavoro deve provvedere ad aggiornarlo ogni qual volta intervenga una modifica sostanziale: - variazione dei processi lavorativi, - sostituzione/ acquisto di mezzi o attrezzature, - assunzione di manovalanze addette a mansioni nuove, - variazione nell’ambito dell’organigramma aziendale, - comunque ogni 4 anni a partire dalla stesura del documento stesso. In caso di infortunio o ispezione da parte degli organi preposti in azienda, il DVR deve risultare corretto e adeguatamente aggiornato. A rispondere di eventuali mancanze e di quanto

avviene a dipendenti e soci è il datore di lavoro. L'UNIONE DI CUNEO CONVOCHERÀ LE AZIENDE Considerata l'importanza del DVR, nelle prossime settimane i tecnici di Confagricoltura Cuneo si occuperanno di verificare la situazione relativa al documento nelle aziende associate e il relativo aggiornamento. Confagricoltura invita pertanto i titolari, una volta ricevuta la convocazione, a contattare l'ufficio di zona per definire i tempi e le modalità del sopralluogo. Con il supporto di professionisti abilitati, si procederà poi alla redazione del DVR o, nei casi in cui sia già presente, con il suo aggiornamento. Negli ultimi 5 anni la normativa in materia di sicurezza ha infatti subito un'importante evoluzione e sono pertanto necessarie la verifica e l'aggiornamento anche per quelle aziende che sono già in possesso del DVR.

R I V O L G E R S I A C O N F A G R I C O LT U R A C U N E O

Verifica funzionale delle attrezzature per i fitofarmaci Si ricorda che, in conseguenza dell'entrata in vigore del PAN - Piano di Azione Nazionale, le attrezzature per l'applicazione di prodotti fitosanitari immatricolate da più di 5 anni e impiegate per uso professionale dovevano essere sottoposte a controllo funzionale presso i centri prova autorizzati. Possono essere impiegate per uso professionale soltanto le attrezzature che hanno superato positivamente il controllo. A tali attrezzature viene rilasciato un attestato di conformità, della durata di 5 anni, che deve essere trasmesso agli uffici CAA di riferimento. Si invitano le aziende che non l'avessero ancora fatto di rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo per i controlli delle macchine, così da non incorrere in sanzioni. L’obiettivo del PAN per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari di applicazione della direttiva europea 2009/128/CE è quello di ridurre l’impatto dei fitofarmaci e i rischi connessi (in particolare l'inquinamento puntiforme).

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Le nostre aziende

Latte, allevare oltre le incertezze LUCA BARBERO CONDUCE A PRATAVECCHIA DI DRONERO UN'AZIENDA CON 240 CAPI DI FRISONA di Paolo Ragazzo

Adriano Rosso, direttore di Confagricoltura zona di Cuneo, con l'allevatore Luca Barbero

I

l nostro viaggio alla scoperta delle questi anni su queste pagine, ma a carataziende agricole della provincia di terizzarla è la determinazione che conCuneo riprende in questo 2018 all’imtraddistingue chi ha fatto dell’allevamento bocco della Valle Maira, precisamente da in zona montana non solo la professione, Pratavecchia di Dronero. È qui che ha sede ma la propria ragione di vita. l’azienda di vacche da latte condotta da “Faccio questo lavoro da sempre – racLuca Barbero: 240 capi di Frisona in tutto, conta Luca Barbero –: prima allevavo di cui 120 in lattazione e gli altri 120 bovini di razza Piemontese, poi ho iniziato tra vitelli, vacche in asciutta e rimonta. È a inserire anche le vacche da latte, fino a una storia non molto diversa dalle altre decidere nel 2000 di convertire tutta la tmc bozza1:Layout 1 abbiamo 24-11-2008 16:59 1 del comparto che raccontato in Pagina produzione a latte. Il motivo? La gestione

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mista era troppo difficoltosa e così decisi di concentrare gli sforzi e gli investimenti in un solo comparto. Modificai le stalle, le ampliai e feci una serie di investimenti molto importanti”. L’entusiasmo degli inizi via via si trasforma, diventa consapevolezza e ostinazione specie davanti alle difficoltà degli ultimi anni, segnati da prezzi costantemente sotto i costi di produzione, specie dalla fine del regime delle quote latte. MAI UN TENTENNAMENTO, NEPPURE IN ANNI DIFFICILI “Non ho mai lontanamente pensato di mollare – dice Luca, anticipando la mia domanda –, ma gli sbalzi di prezzo dell’ultimo periodo sono stati davvero tosti da reggere. Ho venduto il latte a quotazioni degli anni ’80, pur avendo costi di alimentazione, personale, energia e molto altro allineati su valori attuali, quindi decisamente alti. È stata dura anche perché ho investito molto in azienda per migliorare la produzione. Ora, finalmente, con il cambio di caseificio a cui conferisco il latte le cose vanno un po’ meglio, ma mi auguro possano ancora migliorare per rifarci di anni di crisi profonda”. La richiesta dell’allevatore dronerese, forse un po’ utopica di questi tempi, non è tanto quella di spuntare qualche centesimo di euro in più al litro, ma di “avere maggiori garanzie, che mi permettano di programmare lo sviluppo del mio allevamento per i prossimi 4/5 anni e di non vivere sempre nell’incertezza. Un tempo c’era l’accordo regionale che era comunque un riferimento importante per noi produttori”. L’azienda di Barbero si sviluppa su due stalle principali (una è a Castelletto di Busca) e su numerose strutture di ricovero più piccole dove, a seconda del ciclo di


vita del bovino, trovano posto i vitelli, le vacche gravide, quelle in lattazione, quelle in asciutta e quella da rimonta. Ogni giorno l’azienda munge circa 30 quintali di latte, servendosi del contributo di due ragazzi indiani che vivono in alloggi sistemati all’interno del corpo aziendale: “Sono brave persone e lavoratori instancabili, che mi danno una grande mano nello svolgimento ordinario di tutte le attività”, confida Luca Barbero. Non solo in allevamento, ma anche nei campi di proprietà dell’azienda, da cui si ricavano il fieno e il trinciato per l’alimentazione degli animali, e dove tra poco partirà una nuova avventura. FRUTTA BIO PER DIVERSIFICARE “Ho convertito diversi appezzamenti a frutta biologica – racconta Barbero –; sono partito impiantando cinque giornate piemontesi di pere e altre due sono già in programma, mentre in autunno pianterò 10 giornate di mele. Certo lo sforzo economico c’è, ma ho deciso di investire in questo ambito per diversificare la produzione aziendale e non essere troppo dipendente dalle sorti dell’allevamento che, tuttavia, resterà il cuore della mia attività anche in futuro”. In questo caso, quindi, la strada individuata da Luca Barbero per difendersi dall’incertezza che specie negli ultimi anni ha caratterizzato il comparto latte è stata quella di volgere lo sguardo altrove, cer-

I vitellini (sopra) e le vacche (sotto) di Frisona nell'azienda a Pratavecchia di Dronero

cando sapientemente e necessariamente di costruirsi progressivamente un’alternativa che gli possa dare una certa copertura nei momenti più critici. Non una soluzione di tutti i mali, certo, ma un modo per garantire la continuità aziendale in un mondo globalizzato, dove la dinamiche economiche nel settore agricolo variano molto rapidamente e conviene farsi cogliere sempre più preparati.

La sala di mungitura

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