L’Agricoltore Cuneese n. 2/2018

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XVI - N. 02•2018 - MARZO 2018 - CONTIENE I.P.

N. 02 • 2018 U N I O N E

P R O V I N C I A L E

Mais, continua il trend negativo

A G R I C O L T O R I

Dop e Igp italiane, cresce il valore

Nuovi costi con il veterinario aziendale



Sommario

Dopo il voto: servono meno parole e più fatti Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo

L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946 Direttore responsabile: Paolo Ragazzo Redazione e grafica:

L’

esito della competizione elettorale del 4 marzo ci restituisce l’immagine di un Paese che è disposto a cambiare pur di vedere ascoltate le richieste dei propri cittadini. Alla disaffezione nei confronti della politica, infatti, fa da contraltare la richiesta urgente e diffusa di passare dalle parole ai fatti.

L’auspicio di una maggior concretezza ha messo in crisi il sistema politico che fino ad oggi ha governato la nostra nazione, giudicato incapace di rispondere alle necessità della gente. Adesso si apre una nuova fase e al centro della prossima agenda politica vanno poste realmente le imprese e le loro necessità. Per quanto riguarda il settore

agricolo i problemi sul tavolo sono molti; li approfondiamo ogni mese sulle pagine di questo giornale. Noi restiamo disposti a collaborare con chiunque abbia a cuore lo sviluppo di un comparto vitale per l’economia del nostro territorio e dell’intero Paese. Ma per fare questo servono meno parole e più fatti concreti.

Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171/601962 E-mail: upa@autorivari.com Società editrice: Tipolitografia Subalpina snc C.so Gramsci, 18/c - Cuneo Tel. e Fax 0171/692077

I N C O N F A G R I C O LT U R A I L 2 9 M A R Z O

A Cuneo si spiega come contenere le emissioni di ammoniaca nei sistemi cerealicoli e zootecnici Giovedi 29 marzo, presso la sede di Confagricoltura a Cuneo (via Bruno Caccia, 4) Erapra Piemonte, in collaborazione con l'Unione Provinciale Agricoltori, organizza un convegno sul contenimento delle emissioni di ammoniaca nei sistemi cerealicoli e zootecnici. L'appuntamento rientra nell'ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 - Misura 1 - Operazione 1.2.1-1 ATTIVITÀ DIMOSTRATIVE E DI INFORMAZIONE IN CAMPO AGRICOLO). Per informazioni: 0171/692143 (interno 5) - f.dalmasso@confagricuneo.

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IN QUESTO NUMERO

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IN PRIMO PIANO

Via dei Fontanili, 12 - Fossano

Prosegue il trend negativo del mais

Tel. 0172/695897

Intervista a Pasti: "Il nostro prodotto va migliorato" 5 Turchia: l'export ha segnato il + 34%

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Mais, dalla scienza le risposte alla crisi PIANO DI SVILUPPO RURALE

Stampa: Tipolitografia Subalpina snc

Psr, finalmente più aperture ai giovani A TUTTO CAMPO Assicurazioni: qualcosa si muove, ma non basta

CORILICOLTURA 4 Nocciole: via alla menzione 'delle Langhe'

L'ANALISI

06/03/2018

Cresce il valore di Dop e Igp LAVORO & AGRICOLTURA

Poste Italiane S.p.a.

Esternalizzazione del lavoro, ancora controlli

Spedizione in abbonamento

ZOOTECNIA

postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO-CN

Barolo e Barbaresco imprese penalizzate 7 Vendemmia 2017: precoce, ma ottima

Iscrizione al Tribunale

16 16

CONFAGRICOLTURA NEWS 8 A lezione di potatura

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Promozione e web marketing

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10 Pensionati ANPA Cuneo in Veneto

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Giornata sulla neve a Limone

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11 Sconti su auto Fiat e Peugeot

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LE NOSTRE AZIENDE

Con il veterinario aziendale altri costi

12 Idee e passione per lo sviluppo del Roero

CUN suini: no all'opzione di 'non quotato'

13 IL TECNICO IN FRUTTETO

LATTE

15

6 VITVINICOLTURA

Danni da fauna: il ricorso sul 'de minimis' è fermo 9 Fare frutta 'bio' per bene

Chiuso in redazione il

15

Moria piante di mirtillo, cosa fare

Fondo latte: pagamenti lenti

14 SPECIALE

Ora il rischio è la sovrapproduzione

14 Meccanizzazione agricola a Savigliano

22 24 25

di Cuneo 17/12/1948 al n. 36

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In primo piano Superficie a mais in Italia (ha) Produzione di mais in Italia (ton)

800

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I dati relativi a superficie e produzione di mais in Italia negli ultimi cinque anni (Fonte: Istat)

Prosegue il trend negativo del mais TUTT'ALTRO CHE CONFORTANTI I DATI ISTAT SU SUPERFICIE COLTIVATA E PRODUZIONE DEL CEREALE NEL NOSTRO PAESE di Fabio Rubero

N

el 2017 la coltivazione del mais in Italia ha proseguito il trend negativo intrapreso da ormai alcuni anni. I dati forniti dall'Istat dicono che l’anno scorso nel nostro Paese sono stati seminati a granoturco 646.000 ettari di terreno, vale a dire 15mila ettari in meno rispetto al 2016, ma soprattutto 262mila in meno rispetto al 2013. Un dato negativo che, giocoforza, si riflette anche sulla produzione che l'anno scorso si è assestata a quota 6.088.000 tonnellate, contro le 6.904.000 del 2016

e le 8.005.000 del 2013. In calo, rispetto al 2016 (10,4%), ma migliore rispetto al 2013 (8,8%), il dato relativo alla resa tonnellate/ettaro del 2017 che raggiunge quota 9,4. Ai minimi storici nel nostro Paese, infine, anche il rapporto tra la superficie a mais rispetto a quella totale coltivata a cerali: 20,6% nel 2017, tra i più bassi di sempre. Sono dunque parecchio lontani i “tempi d’oro” in cui l’Italia era una grande esportatrice di mais. Ora, la tendenza è quella diametralmente opposta, visto che

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anche il tasso di autoapprovvigionamento continua a peggiorare. Sicuramente, per quanto concerne l’anno scorso, non hanno aiutato le temperature dall’andamento piuttosto altalenante nè le precipitazioni, che sono state molto scarse, in linea generale, e totalmente assenti in alcuni periodi chiave. L’anomalia delle condizioni atmosferiche che ha contraddistinto questi ultimi anni ha pesantemente penalizzato il prodotto che ora deve scontare un grave deficit di produzione. Anche sul fronte dei prezzi, la situazione non è certamente rosea. Se si raffrontano, infatti, i dati relativi ai prezzi medi mensili del mais dell’anno 2017 con quelli dell’anno 2013, si vede che a livello nazionale c’è stato un deprezzamento superiore al 20%. Tutto questo, naturalmente, aggiunge difficoltà a difficoltà per le aziende che coltivano questo prodotto. COMMENTO ALLA SITUAZIONE IN PROVINCIA DI CUNEO La provincia di Cuneo non fa eccezione ed, anche qui, il mais non sta vivendo un momento particolarmente felice. Sui motivi, Andrea Ingaramo, presidente della sezione Cereali e Semi oleosi di Confagricoltura Cuneo spiega: “Le cause vanno ricercate soprattutto nei prezzi e nei fattori ambientali, con siccità e andamento meteorologico non favorevole alla coltura. Tuttvia non sono solo questi i motivi. Uno dei problemi riguarda anche la qualità del nostro prodotto, che spesso non riesce ad essere all’altezza dei concorrenti. È su questo aspetto ed in questa direzione che occorre lavorare, dedicando particolare attenzione alla lotta agli insetti, all'irrigazione ed allo stress idrico al momento della raccolta".


"Il nostro prodotto va migliorato" IL MONITO DI MARCO PASTI, PRESIDENTE NAZIONALE DELLA SEZIONE CEREALI DA FORAGGIO DI CONFAGRICOLTURA

S

ulla "questione mais" abbiamo rivolto alcune domande a Marco Pasti, presidente nazionale della sezione Cereali da foraggio di Confagricoltura.

Presidente Pasti, come commenta il trend negativo che, anche nel 2017, ha contraddistinto la coltivazione di mais nel nostro paese? "Purtroppo devo dire che non sono affatto sorpreso dai dati del mais del 2017. Diciamo che si tratta di dati largamente attesi e che dunque ci aspettavamo perchè sono sostanzialmente in linea con quanto sta accadendo nel comparto negli ultimi anni nel nostro paese". Quali sono dunque le cause? "Analizzare le cause è una questione piut-

tosto complessa. Innanzitutto, queste vanno ricercate nei problemi annosi legati alla coltivazione del mais in Italia che sono molteplici e non sono certo storia recente. Si tratta di questioni strutturali non semplici da risolvere, a partire dal costo di produzione che in Italia è alto come in nessun altro paese. Sarebbe anche ora di finirla di dare sempre la colpa agli eventi atmosferici, alle temperature troppo alte o troppo basse. Il clima è sempre stato imprevedibile dunque è ora che si inizi a capire che i problemi sono ben altri e sono certamente più complessi. È chiaro che, le questioni metere-

ologiche, così come insetti e batteri incidono non poco, ma se si continua a pensare che i problemi siano solo quelli, non si uscirà mai da questa situazione". Quali altri, ancora? La qualità del nostro mais, purtroppo, non è sempre migliore rispetto a quella di tanti altri Paesi europei e mondiali, perciò è necessario intervenire per migliorare il nostro prodotto oppure, per forza di cose, i risultati non potranno che continuare ad essere negativi per molti anni ancora". Dove intervenire? "Occorre intervenire pesantemente con politiche tese a favorire il miglioramento della qualità del prodotto da una parte e con azioni che siano in grado di abbassare i costi delle aziende italiane dall’altro. Così avremo un prodotto più appetibile ed allo stesso tempo competitivo sul mercato dal punto di visto economico".

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In primo piano

Mais, dalla scienza le risposte alla crisi UNA RICERCA ITALIANA HA EVIDENZIATO CHE IL PRODOTTO OGM NON COMPORTA RISCHI PER LA SALUTE UMANA, ANIMALE E AMBIENTALE. È ANCHE PIÙ PRODUTTIVO di Paolo Ragazzo

I

l mais ogm è sicuro per la salute umana. È una ricerca italiana, di grande portata e valore scientifico, a dirlo. E nella nostra analisi sul momento ‘no’ attraversato dal comparto maidicolo italiano, occorre considerare che proprio dalla scienza potrebbero arrivare spunti utili per migliorare la qualità del prodotto. LA RICERCA ITALIANA La revisione di studi pubblicata da quattro ricercatori (Laura Ercoli, Elisa Pellegrino, Stefano Bedini e Marco Nuti) dell’Università e della Scuola Superiore di Pisa sulla pagine di Scientific Reports è il frutto di un lavoro condotto per oltre 2 anni. Oltre 60 le ricerche esaminate su dati relativi a 21 anni di coltivazioni in pieno campo in Stati Uniti, Europa, Sud America, Asia, Africa, Australia, per giungere a una conclusione: il mais ogm non comporta rischi per la salute umana, animale e ambientale. IL COMMENTO DI CONFAGRICOLTURA Come ha accolto e valuta la notizia Confagricoltura? “Senz’altro con orgoglio, aspettativa e voglia di competizione - ha commentato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti

Massimiliano GIANSANTI Presidente nazionale di Confagricoltura

-. Orgoglio, per i nostri ricercatori, che nonostante tutto sono tra i migliori al mondo, ma del tutto bloccati, nella sperimentazione, nel nostro Paese. Abbiamo sempre sostenuto che, sugli Ogm, serve un approccio laico e aperto e comunque la scienza deve essere lasciata libera di studiare e sperimentare. L’assenza di ricerca diminuisce la capacità di innovazione delle imprese e ne deprime i risultati produttivi ed economici”. “Aspettativa perché lo scorso anno la superficie italiana coltivata a mais ha toccato un nuovo minimo storico – ha proseguito Giansanti -. La produzione maidicola nazionale è scesa al di sotto dei 6 milioni di tonnellate, il volume più basso degli ultimi venticinque anni. Di contro, le importazioni di mais stanno crescendo a doppia cifra percentuale e supereranno quest’anno, in valore, i 900 milioni di euro. Un bel peso per la bilancia commerciale italiana. E questo anche grazie agli ogm altrove utilizzati da più di due decenni e

da noi bloccati del tutto”. “Competizione perché finora ci siamo trovati a misurarci sul mercato mondiale senza gli stessi strumenti della concorrenza, in condizioni già di per sé penalizzanti. Vent’anni di divieti hanno portato a perdite consistenti nelle rese e nel reddito degli agricoltori italiani; si calcolano più di 125 milioni di euro all’anno di mancato guadagno”. MAIS PIÙ SICURO, RISPETTOSO DELL'AMBIENTE E PRODUTTIVO Ma la ricerca non dice solo che il mais transgenico è sicuro. Dalle colonne de “Il Foglio”, l’esperto in biotecnologie Roberto Defez sostiene che sia anche migliore. “Rispetto al mais tradizionale è più sicuro per la salute umana, è più rispettoso per l’ambiente ed è più redditizio per gli agricoltori. Più sicuro perché ha almeno tre volte meno micotossine. Più rispettoso per l’ambiente perché evita due trattamenti con insetticidi l’anno. E anche più redditizio perché i raccolti sono più abbondanti”. In questo scenario non ci si deve dimenticare inoltre di due aspetti fondamentali: primo, lo scorso anno l’importazione di mais è costata all’Italia oltre un miliardo di euro; secondo, buona parte del mais che importiamo è geneticamente modificato, così come quasi la totalità della soia. Cereali che diventano alimento per gli allevamenti di qualità italiani e arrivano sulle nostre tavole. “Non saremo mai per ‘no’ ideologici, ma sempre per ‘sì’ al dibattito, al confronto, su sviluppo e ricerca – ha concluso Confagricoltura -. Ci battiamo per un’agricoltura che veda riconosciuto il suo ruolo trainante nella nostra economia e che solo con l’innovazione potrà essere competitiva a livello globale”.

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Programma Sviluppo Rurale

Psr, finalmente più aperture ai giovani DOPO MESI DI SOLLECITAZIONI LA REGIONE ASCOLTA LE RICHIESTE DI CONFAGRICOLTURA CHE FA APPELLO PERÒ A MAGGIORI IMPEGNI SUI PROGETTI DI MIGLIORAMENTO

D

opo mesi di incontri, richieste e sollecitazioni da parte di Confagricoltura la giunta regionale del Piemonte, su proposta dell’assessore all’Agricoltura, ha approvato una delibera che estende l’ammissione di domande già presentate sulla misura 6.1.1 del Psr, “Premio per l’insediamento di giovani agricoltori”. Grazie alle risorse avanzate dal bando analogo del 2016, a causa di domande decadute o ridimensionate rispetto al momento in cui erano state inserite in graduatoria, è stato possibile destinare al bando 2017 ulteriori 2,459 milioni di euro, che permetteranno di coprire tutte le domande ammesse in graduatoria. “Prendiamo atto con favore della decisione. Era un provvedimento che la nostra organizzazione sollecitava da tempo – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte – sottolineando la necessità e l’urgenza di riallocare le risorse disponibili per lo scorrimento delle graduatorie. Ora però è indispensabile compiere un ulteriore sforzo. Infatti – aggiunge Allasia – ci sono ancora situazioni di giovani agricoltori che hanno ottenuto l’approvazione del piano d’insediamento, ma che non avranno la possibilità di realizzare o completare gli investimenti programmati, nonostante

posseggano le caratteristiche per essere ammessi in graduatoria. Chiediamo perciò un ulteriore impegno – conclude Allasia – affinché tutti i progetti di miglioramento aziendale considerati ammissibili possano essere finanziati, per poter così consentire lo sviluppo di nuove attività condotte da giovani, capaci di creare reddito e occupazione sul territorio”. Venendo ai numeri, rispetto alle 96 domande inizialmente accolte ci sarà un incremento di 58 altre domande, circa il 60% in più. Alla fine 154 giovani godranno dell’insediamento in agricoltura, un contributo a fondo perduto che va dai 35 mila ai 45 mila euro secondo l’area interessata. POSITIVO INCONTRO CON L'ASSESSORE FERRERO Successivamente, martedì 27 febbraio, una delegazione di Confagricoltura Piemonte, guidata dal presidente Enrico Allasia ha incontrato l’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, per confrontarsi sulle misure di investimento che il Psr ha destinato ai giovani agricoltori. Ferrero ha dimostrato interesse e si è impegnato a verificare nel più breve tempo possibile la fattibilità della proposta di Confagricoltura Piemonte che va proprio

MISURA 4.4.1

Nuovi fondi per favorire la biodiversità La Regione ha aperto il bando sulla Misura 4 - Operazione 4.4.1 “Elementi naturaliformi dell’agroecosistema” (Determinazione dirigenziale n. 237 del 15/02/2018), che sostiene la realizzazione di siepi, filari, aree umide e altri interventi atti a favorire la biodiversità, a migliorare acqua e suolo. Il contributo è in conto capitale con il riconoscimento fino al 100% delle spese ammissibili per la realizzazione di formazioni arbustive/arboree di specie autoctone, creazione di aree umide, installazione di strutture per la fauna selvatica (nidi, posatoi, ecc.) e di strutture per la fruizione (pannelli informativi, segnaletica ecc.) a carico del Fondo europeo di sviluppo rurale, di fondi nazionali e di fondi regionali. Le strutture realizzate dovranno essere oggetto di manutenzione per 5 o 10 anni a seconda della tipologia di intervento. L'importo messo a bando è 1.200.000 euro di spesa pubblica. L’importo richiesto mediante una domanda di sostegno deve essere compreso tra 500 euro e 150.000 euro.

MISURA 4.2.1

Osservazioni alla bozza del bando agroindustria Confagricoltura Piemonte in riferimento alla bozza del bando dell’operazione 4.2.1 (agroindustria) del Psr ha formulato alcune osservazioni incentrate sui contratti di fornitura chiedendo, se possibile, di inserirle nel testo del bando. L’obiettivo è tutelare maggiormente i produttori agricoli, oltre che l’industria, ed evitare così conseguenze pregiudizievoli in caso di inadempienze. “A nostro giudizio, sarebbe opportuno inserire la previsione di un contrattotipo, con clausole che garantiscano sia l’industria (impegno di fornitura, penali in caso di mancata fornitura, ecc.), sia i produttori (criteri per la determinazione del prezzo, impegni di ritiro, ecc.)”, commentano da Confagricoltura Piemonte. Inoltre, secondo l’Unione Agricoltori sarebbe opportuno introdurre verifiche anche successivamente alla concessione dei contributi, proprio allo scopo di evitare che non vengano rispettati gli impegni assunti dai soggetti interessati. Prevedere soltanto la stipula del contratto al momento della richiesta del saldo non è sufficiente.

nella direzione di favorire l’accesso agli investimenti richiesti a suo tempo dai giovani agricoltori con i bandi a loro riservati dalle misure strutturali del Psr. “Dati alla mano, abbiamo presentato all'assessore alcune soluzioni per andare a soddisfare quei giovani che hanno già realizzato gli investimenti dichiarati nel piano aziendale – ha sottolineato Marco Bruna, segretario zona di Saluzzo e Savigliano –. Il nostro obiettivo è anche quello di contribuire a migliorare le performances del Piemonte nell’attuazione del Psr, accelerando il pagamento dei sostegni comunitari per evitare così il rischio di disimpegno qualora queste risorse non venissero liquidate entro il 2018”. Con l’occasione Confagricoltura ha anche chiesto all’assessore una proroga del bando dell’operazione 5.1.1 sull’acquisto delle reti antigrandine, segnalando puntualmente le criticità che impedirebbero di presentare le domande mantenendo l’attuale scadenza.

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A tutto campo

Un campo di verdura flagellato da una grandinata estiva

Assicurazioni: qualcosa si muove CONFAGRICOLTURA ACCOGLIE POSITIVAMENTE LO SBLOCCO DEI PAGAMENTI, MA OCCORE RIVEDERE TUTTO IL SISTEMA di Fabio Rubero

L’

azione sindacale operata da Confagricoltura affinché alle aziende agricole venissero erogati al più presto i rimborsi sulle assicurazioni agricole agevolate relativi agli anni 2015, 2016 e 2017 ha avuto un ruolo determinante nello “sblocco” dei pagamenti annunciato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali a fine febbraio. Già in occasione del X Convegno nazionale sulla gestione del rischio in agricoltura, organizzato da Cesar (Centro per lo sviluppo agricolo e rurale) e Asnacodi (Associazione consorzi di difesa) svoltosi ad Assisi, era emerso l'impegno assunto da Agea relativamente al pagamento dei contributi delle campagne assicurative 2015 e 2016 e quello del Mipaaf sulla pubblicazione degli avvisi necessari per la presentazione delle domande di aiuto e quindi di pagamento delle campagne 2017 e 2018. Il 28 febbraio, poi, l’annuncio con cui lo stesso Mipaaf spiega che i contributi relativi agli anni 2015 e 2016, che ammontano complessivamente a circa 60 milioni di euro, verranno erogati entro le prime tre settimane di marzo dell’anno in corso. COMMENTI DI CONFAGRICOLTURA "Accogliamo favorevolmente la notizia dello sblocco del pagamento dei rimborsi assicurativi che, per le nostre aziende, rappresenta la proverbiale boccata d’ossigeno – ha dichiarato il presidente di Confagricol-

tura Cuneo, Enrico Allasia –. Ringraziamo tutte le parti in causa, che si sono spese per arrivare a questo risultato, ed in particolar modo il vice-ministro Andrea Olivero, che ha seguìto la questione in prima persona. Restiamo tuttavia fermamente convinti che l’intero sistema di gestione dei rimborsi assicurativi vada completamente rivisto perchè, per il 2015, gli importi proposti sono decisamente più bassi rispetto a quanto spetterebbe alle aziende, mentre sul 2016 in molti casi si tratta di pagamenti che non

possono avvenire perchè non sono ancora state presentate le domande.". Aggiunge Graziano Giacosa, consigliere di Confagricoltura Cuneo: “Un primo, importante, problema riguarda infatti la definizione della cosiddetta "resa" del terreno, spesso divergente tra azienda e Pubblica Amministrazione. Un'altra criticità riguarda i casi in cui la proprietà aziendale è passata da padre a figlio. Una situazione nella quale i nuovi proprietari stanno faticando non poco a rivendicare il diritto a quei rimborsi. Insomma, non è tutto oro quello che luccica”. "Infatti - sottolinea Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo - ad oggi sono bloccati i pagamenti ad aziende che, pur essendo in regola con i PAI e la documentazione necessaria, hanno avuto il decesso del titolare, sono state interessate da subentro aziendale o hanno sottoscritto polizze integrative". Relativamente all'anno in corso, invece, Confagricoltura ricorda come sia importante preparare i PAI 2018 prima della polizza, in modo da dichiarare la resa effettiva e dimostrabile dall’azienda. A tale proposito, ISMEA ha informato che non si può utilizzare il dato di perizia per giustificare la produzione 2017 e quindi la resa media per il 2018, in quanto il dato giustificativo è la produzione reale ottenuta con le fatture inerenti. Confagricoltura continuerà ad essere in prima linea su quest’annosa vicenda e disponibile a collaborare con gli organismi preposti per rivedere l'intero sistema.

A S S I C U R A Z I O N I A G E V O L AT E

Dati Ismea: un mercato da 7,2 milioni E' di circa 7,2 miliardi di euro il valore del mercato assicurativo agricolo agevolato dell’anno 2017. Un dato, rilevato da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), in linea con quello dell’anno precedente. Il settore principale continua ad essere quello delle colture vegetali che, però, anche nel 2017, ha proseguito il trend al ribasso attestandosi a quota 4,98 miliardi. Un dato inferiore del 5,8% rispetto al 2016, e che è il più basso dal 2010. Per contro, è significativo l’aumento del mercato assicurativo della zootecnia il cui valore assicurato nel 2017 ha di poco sfiorato il valore di 1,5 miliardi di euro (+39% rispetto al 2016). Tra le colture, il mercato assicurativo agricolo agevolato riguarda il 19% della Plv (produzione lorda vendibile) delle coltivazioni vegetali, mentre in termini di superficie concerne il 9% del totale della Superficie agricola utilizzata nazionale. A farla da padrona, uva da vino, miele, mais, riso e pomodoro da industria che, da soli, rappresentano più dei due terzi di questo mercato. Seguono pere, frumento tenero e nettarine. Secondo Ismea, l’azienda tipo assicurata è più strutturata, più meccanizzate ed ha una più marcata connotazione imprenditoriale rispetto alla media. Ismea ha anche rilevato la spesa pubblica che finanzia questo sistema: sono circa 314 milioni di euro, di cui 239 di risorse stanziate per interventi ex ante, con il concorso di fondi Ue, sulle polizze assicurative agevolate, a cui ne vanno aggiunti circa 40 dei programmi di sviluppo rurali regionali e circa 35 del Fondo di solidarietà nazionale.

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Danni da fauna: il ricorso sul 'de minimis' è fermo PRESENTATO NEL 2015 DA UN GRUPPO DI AGRICOLTORI CON IL SOSTEGNO DI CONFAGRICOLTURA di Silvia Agnello

È

del 2015 il ricorso presentato da un gruppo di agricoltori, con il sostegno di Confagricoltura, al Tribunale Amministrativo Regionale sull’applicazione del 'de minimis' ai danni causati da fauna selvatica. Al momento, tuttavia, il TAR non ne ha neanche ancora calendarizzato la discussione. Il ricorso era seguito all’adozione da parte della Regione Piemonte del D.G.R. del 31 luglio 2015 con cui, interpretando in modo estremamente rigoroso il regolamento comunitario, i risarcimenti per i danni da

U

n’importante passo in avanti nella costruzione di sinergie in materia di gestione agricola e faunistica del territorio è stato segnato con la sottoscrizione, lo scorso 13 febbraio a Roma, del protocollo d’intesa siglato da Confagricoltura e dalle associazioni rappresentative del mondo venatorio (Associazione nazionale libera caccia, Arcicaccia, Comitato nazionale caccia e natura, Federcaccia, Enalcaccia ed Ente produttori selvaggina). L’accordo per Confagricoltura rappresenta il superamento della contrapposizione agricoltori/cacciatori che spesso ha caratterizzato i rapporti, anche nel recente passato, e segna l’avvio di una rinnovata collaborazione, con la consapevolezza che il territorio non solo è lo strumento produttivo dalle imprese agricole, ma anche la culla della caccia. Le associazioni venatorie si sono dette consapevoli della necessità d’intraprendere un’attiva gestione del territorio - habitat della fauna selvatica - che porti a preservare gli spazi aperti, a contrastare l’abbandono delle terre e da far diventare risorsa agricola la gestione venatoria. In quest’ottica il cacciatore deve essere non solo fruitore ma anche attore della salvaguardia

selvatici venivano equiparati agli aiuti di stato. Ciò che gli agricoltori contestano è il fatto che quello che dovrebbe essere riconosciuto come un risarcimento per un danno subìto venga invece considerato un “aiuto”, neanche fosse un’agevolazione o un regalo. L’applicazione del 'de minimis' comporta inoltre che ogni singola azienda possa percepire non più di 15.000 euro nei tre esercizi finanziari ed implica che “qualora fosse superato il massimale previsto, il beneficiario perderebbe il diritto all’intero importo dell’aiuto oggetto della

concessione in conseguenza del quale tale massimale è stato superato (e non soltanto dell’importo in eccedenza)”. Nel caso dunque un’azienda abbia ricevuto rimborsi per 5.000 euro nei due anni precedenti e nel terzo anno denunci un danno pari a 11.000 euro, allora non riceverà più nulla. Questa normativa va ad inserirsi in un contesto in cui, lo ricordiamo, l’agricoltore non può agire contro gli animali selvatici, nemmeno quando si trovano nel proprio campo, perché in Italia la fauna selvatica è considerata patrimonio indisponibile dello Stato, a differenza di altri Paesi in cui invece appartiene al proprietario del fondo. Riassumendo la situazione: l’agricoltore non può agire contro i selvatici che entrano nella sua proprietà e danneggiano le colture, può solo chiedere il risarcimento per i danni subìti, ma i rimborsi rientrano nel regime del de minimis e gli aiuti in de minimis hanno un tetto massimo di 15.000 euro nei tre anni; in ultimo, se si superano i 15.0000 euro, si perde l’intero risarcimento corrispondente alla domanda che ha portato allo sforamento.

Confagricoltura e cacciatori: accordo per migliorare la gestione dei selvatici del territorio, rispettando le vocazioni e specificità colturali, gli orientamenti scientifici, l’ambiente. Dal suo canto, l’agricoltore può trarre beneficio dalla corretta gestione delle specie che risultano in sovrannumero. Resta ferma, tuttavia, la necessità di cambiare la legge nazionale. CONFAGRI CUNEO: "SARÀ UNA COLLABORAZIONE PROFICUA" Dai vertici di Confagricoltura Cuneo, la notizia è accolta come un’opportunità per lo sviluppo di future iniziative che andranno a vantaggio dei due settori: “L’esistenza di un problema in agricoltura legato alla fauna selvatica è un dato oggettivo ed è evidente che al momento, soprattutto in alcuni territori, non esistono

a livello di governance soluzioni efficaci per affrontarlo. Confagricoltura, riconoscendo le potenzialità del mondo venatorio, è arrivata, unica tra le organizzazioni agricole, a promuovere e sottoscrivere un protocollo con cui le parti esprimono la volontà di intraprendere una collaborazione che sarà proficua per entrambe”. Confagricoltura tiene inoltre a sottolineare come, a livello nazionale, il valore economicooccupazionale che ruota attorno alle attività di gestione faunistica e alla salvaguardia degli habitat, produce un effetto economico di oltre 7 miliardi di euro; è un valore che rappresenta lo 0,44% del PIL nazionale a cui va aggiunto quello delle eccellenze artigianali del ‘Made in Italy’ ritenute da tutti un riferimento mondiale.

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L'analisi

Cresce il valore di Dop e Igp I DATI ISMEA-QUALIVITA PONGONO L'ITALIA AL TOP A LIVELLO MONDIALE di Fabio Rubero

S

ono dati molto confortanti, per l'Italia, quelli che emergono dal Rapporto Ismea-Qualivita presentato lo scorso 23 gennaio a Roma. Lo studio, che analizza l'andamento di food & wine a marchio Dop e Igp, evidenzia la continua e costante crescita dei prodotti a indicazione geografica del nostro Paese. Anche nel 2016 (l'anno di cui sono stati resi noti i risultati), l'Italia ha continuato a farla da padrona per quanto concerne il numero di indicazioni geografiche: delle 3005 mondiali, 818 (572 Dop, 244 Igp e 2 Stg) appartengono al nostro paese per un valore della produzione di 14,8 miliardi di euro, che significa una crescita del 6,2% rispetto all’anno precedente ed un peso dell’11% (+1%) sul fatturato dell'industria agro-alimentare italiana. Bene

VALORE ALLA PRODUZIONE: AGROALIMENTARE (milioni di euro) QUALITÁ CLASSE

RD/ha

Grana Padano dop

1.293

Parmigiano-Reggiano dop

1.123

Prosciutto di Parma dop

816

Aceto Balsamico di Modena igp

381

Mozzarella di Bufala Campana dop

372

Mortadella Bologna igp

326

Gorgonzola dop

316

Prosciutto di San Daniele dop

293

Pecorino Romano dop

251

10°

Bresaola della Valtellina igp

220

VALORE ALLA PRODUZIONE: VINI (milioni di euro)

Fonte: L'Informatore Agrario

1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10°

QUALITÁ CLASSE Prosecco dop Delle Venezie igp Conegliano Valdobbiadene - Prosecco dop Chianti Classico dop Asti dop Veneto igp Chianti dop Amarone della Valpolicella dop Terre siciliane igp Alto Adige dop

10 L’Agricoltore cuneese N. 02 • MARZO 2018

RD/ha 629 169 161 112 103 101 87 83 82 82

il comparto alimenti (167 Dop, 126 Igp e 2 Stg) che ha generato 6,6 miliardi di euro di valore alla produzione (+3,3%), con un importo al consumo di 13,6 miliardi di euro (+3%) ed un valore dell’export di 3,4 miliardi di euro (+4,4%). Buone prestazioni anche per il vino (405 Dop e 118 Igp), che ha raggiunto la quota di 3 miliardi di bottiglie messe in commercio per un importo di produzione di 8,2 miliardi di euro (+7,8%) ed un importo dell’export di 4,97 miliardi (+6,2%). A garanzia di qualità e sicurezza del sistema italiano delle denominazioni e delle indicazioni, la capillare rete dei consorzi di tutela riconosciuti dal Ministero e controllati dagli organismi preposti: 148 per i cibi e 116 per il vino. BUONA PERFORMANCE PER LA PROVINCIA DI CUNEO Ottima anche la performance della provincia di Cuneo, da sempre caratterizzata da una spiccata vocazione all'ambito agroalimentare. La "Granda" è la prima provincia piemontese e la dodicesima in Italia per numero di indicazioni tipiche: 18 Dop e Igp valgono 182 milioni di euro di valore di produzione, un dato che sostanzialmente ricalca quello dell'anno precedente. Bene, e non poteva essere altrimenti, anche il settore vino. La provincia di Cuneo è la quinta in Italia con un valore di produzione in crescita del 7,9% rispetto all'anno precedente. “Si tratta di dati importanti – commenta Confagricoltura Cuneo – che indicano che quella da seguire è la strada che porta ad una maggiore qualità e ad una forte territorialità dei prodotti. I dati cuneesi, inoltre, dimostrano come la nostra provincia sia dal punto di vista agro-alimentare una delle migliori d’Italia, ma anche come in tanti ambiti ci sia parecchia strada da percorrere, cosa che la Granda è assolutamente in grado di fare”.


Lavoro & Agricoltura

Esternalizzazione del lavoro, ancora controlli

L’

Ispettorato Nazionale del Lavoro, nel rendere noti i risultati dell’attività ispettiva di contrasto al lavoro nero effettuata lo scorso anno, ha comunicato che anche per il 2018 ha intenzione di combattere con forza le attività di somministrazione di manodopera e gli appalti illeciti. È dunque importante tornare a ribadire alle aziende agricole di diffidare di offerte di manodopera a basso costo e di valutare attentamente numerosi aspetti prima di ricorrere, ad esempio, a lavoratori tramite una cooperativa esterna. Nonostante la capillare attività di indagine e le numerose sanzioni comminate dall’Ispettorato, sul territorio nazionale non mancano irregolarità più o meno frequenti a seconda dei diversi territori. In agricoltura le contestazioni e violazioni

più comuni sono state proprio quelle relative alla cosiddetta somministrazione illecita, legate a proposte di forza lavoro, tramite contratti di appalto o di somministrazione vera e propria, a prezzi molto bassi. Sotto osservazione sono finite soprattutto le cooperative di lavoro che, in qualche caso, hanno comportamenti poco corretti e corrispondono ai dipendenti paghe inferiori ai minimi tabellari previsti dai contratti collettivi nazionali. Questo ribasso salariale è uno dei fattori che, solitamente, permette alle cooperative di avanzare proposte economicamente convenienti per le aziende. I RISCHI PER LE AZIENDE Ma proprio le aziende, dal canto loro, devono fare attenzione a queste proposte di servizi a basso costo. Nonostante l’at-

tività di somministrazione abusiva sia stata depenalizzata, la sanzione amministrativa è molto elevata con importi da 5.000 a 50.000 euro. Inoltre non si possono trascurare i rischi in materia di caporalato e i risvolti anche di carattere civile e penale. L’azienda che ricorre alla prestazione lavorativa sarà responsabile, in solido, per tutti i crediti (retributivi e contributivi) ed ogni altro diritto vantato dai lavoratori. Il rischio di dover corrispondere la retribuzione aumenta se ci si affida a cooperative poco serie. DIFFIDARE DI SITUAZIONI DUBBIE È fondamentale che i datori di lavoro si accertino preventivamente della regolarità delle cooperative per evitare possibili sanzioni in materia di lavoro. Il consiglio resta dunque quello di diffidare di situazioni dubbie e di chi propone prestazioni lavorative a prezzi minimi. Potrebbero infatti creare seri problemi all’azienda che decide di farne ricorso. Per maggiori informazioni e approfondimenti rivolgersi agli uffici Paghe della Confagricoltura di Cuneo.

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Zootecnia

Un moderno allevamento avicolo

Con il veterinario aziendale altri costi LA NUOVA FIGURA IMPOSTA ALLE AZIENDE NON PIACE. MASSIMINO: "LA NORMA SMINUISCE LA PROFESSIONALITÀ DI CHI NORMALMENTE GIÀ OPERA NELL’ALLEVAMENTO" di Silvia Agnello

P

iù spese e nessun beneficio: è questo il rischio insito, e a più riprese evidenziato da Confagricoltura, nella nuova normativa sul sistema di reti di epidemio-sorveglianza e i compiti, le responsabilità e i requisiti professionali del veterinario aziendale (Decreto del Ministero della Salute del 7 dicembre 2017). Con il provvedimento, il Ministero intende implementare un sistema di epidemiosorveglianza tramite l’inserimento di dati relativi alla natura e all’origine degli alimenti somministrati agli animali, ai medicinali veterinari o altre cure, ai trattamenti e alle patologie (infettive e non infettive) tramite la figura del “veterinario aziendale”, che sarebbe deputato a inserire le informazioni in un sistema informatizzato. Proprio su questo punto il presidente della Federazione Nazionale Avicola di Confagricoltura, Oreste Massimino, esprime tutta la sua perplessità: “Aumenta la burocrazia e, soprattutto, aumentano i costi: questo nuovo veterinario aziendale dovrà essere pagato e saranno le aziende che dovranno caricarsi totalmente l’onere. Inoltre c’è tutto il problema

Oreste MASSIMINO Presidente della FNP avicola Confagricoltura

CON QUESTA NUOVA FIGURA AUMENTA LA BUROCRAZIA E, SOPRATTUTTO, AUMENTANO LE SPESE E SARANNO LE AZIENDE CHE DOVRANNO CARICARSI TOTALMENTE L’ONERE del conflitto di interesse (tra i requisiti richiesti dal decreto è previsto che il veterinario aziendale non sia in condizioni che configurino un conflitto di interesse, ndr): non dovrebbe riguardare i veterinari delle soccide, ma potrebbe esserci per la vendita mangimi a allevatori terzi, se il

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veterinario è dipendente del mangimificio. Voglio ricordare che tutti gli allevamenti hanno già un veterinario, basti pensare alla gestione del farmaco. La nuova norma sminuisce la professionalità di chi già normalmente opera nell’allevamento a favore di questa nuova figura che non avrà alcuna conoscenza della specificità dell’azienda, ma avrà i requisiti richiesti solo per aver frequentato le 16 ore di corso previste. Si verificherà la situazione assurda per cui chi conosce veramente le problematiche farà le diagnosi e poi si vedrà costretto a far fare la ricetta da un collega che si limiterà a scrivere e a firmare! La mia non è una posizione isolata: ho sentito il parere del presidente della Federazione Nazionale Allevamenti suini di Confagricoltura Claudio Canali che concorda pienamente con le mie perplessità”. Secondo quanto previsto dal decreto, è una scelta volontaria dell’azienda quella di indicare, tramite una scheda di designazione da inviare all’ASL competente e all’ordine dei Medici Veterinari, il proprio “veterinario aziendale” che, tra i vari compiti, sarà tenuto appunto ad implementare la banca dati e a tenere le registrazioni dei mangimi e dei farmaci veterinari. La tenuta delle registrazioni è un altro punto su cui Confagricoltura esprime forte perplessità: per quanto sia stata prevista la volontarietà di indicare un veterinario aziendale, si impone all’azienda che sceglie di avvalersi di questa figura che sia obbligatoriamente il “veterinario aziendale” ad occuparsi della tenuta dei registri e delle informazioni relative all’epidemio-sorveglianza. La disposizione appare dunque in contrasto con le libere scelte imprenditoriali e con quanto previsto dalla normativa comunitaria e nazionale, che consente all’operatore, autonomamente o tramite altra figura professionale, di gestire la compilazione dei registri, di cui, tra l’altro, ha piena responsabilità. Confagricoltura ha evidenziato ulteriori criticità, nell’ottica di non inserire con tale norma nuovi oneri per gli operatori del settore né obblighi che vadano oltre quanto già previsto dalla vigente norma comunitaria, ma auspicando di prevedere un sistema che faciliti e semplifichi il rispetto delle attuali norme e l’operato degli allevatori, bilanciando adeguati vantaggi e eventuali nuove incombenze.


CUN suini: no all'opzione di 'non quotato' di Silvia Agnello

C

onfagricoltura ha sostenuto con forza e determinazione la propria posizione contro l’opzione del “non quotato” o “non formulato” quale possibile esito delle apposite riunioni per fissare i prezzi delle Commissioni Uniche Nazionale (CUN) suini da macello e suinetti. La questione è stata affrontata nell’ambito delle riunioni del tavolo tecnico

della filiera zootecnica presso il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, che prevedevano, tra l’altro, la discussione dei regolamenti delle due CUN. Da sottolineare come Confagricoltura sia stata l’unica tra le organizzazioni agricole presenti ad affermare la propria contrarietà. L’eventualità di concludere una riunione di commissione con un “non formulato”, secondo Confagricoltura, porta il concreto rischio di perturbare notevolmente il mercato, soprattutto se si tiene conto che con le nuove CUN vengono soppresse le rilevazioni delle borse merci e commissioni provinciali. A questo si aggiunge il fatto, del tutto negativo, che si andrebbe a creare un precedente per le eventuali CUN di altri settori. Confagricoltura, insistendo sul punto, ha inoltre sostenuto l’ipotesi che, nei casi di esito “non formulato”, si debba procedere alla convocazione di una riunione straordinaria nei giorni immediatamente successivi (per i suini da macello nel lunedì successivo) per ripercorrere la procedura di fissazione dei prezzi.

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Direzione Regionale Sanità Pubblica ha infatti ritenuto di consentire l’utilizzo delle farine di pesce tal quali alle aziende di allevamento suinicolo dotate di mangimificio aziendale per la produzione di alimenti completi destinati all’autoconsumo. Tale opportunità è concessa

PE

Anche in Piemonte si apre per i suinicoltori dotati di mangimificio aziendale la possibilità di utilizzare farine di pesce tal quali, finora esclusiva dei mangimifici che producevano per la cessione a terzi. In seguito ad uno specifico quesito posto dal competente dipartimento dell’A.S.L. CN 1, la

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Latte

Fondo latte: pagamenti lenti CONFAGRICOLTURA ACCOGLIE POSITIVAMENTE LO SBLOCCO DEI FONDI ALLE AZIENDE, MA CHIEDE DI COMPLETARE AL PIÙ PRESTO LE ISTRUTTORIE DI TUTTE LE DOMANDE

Nelle stalle la notizia dello sblocco dei pagamenti è stata accolta con soddisfazione

di Gilberto Manfrin

C

onfagricoltura Cuneo ha accolto con soddisfazione l’annuncio del ministero dell’avvio, da parte di Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), dei pagamenti del Fondo Latte dedicato agli allevatori - la misura che prevede contributi per la copertura degli

M

entre scende ancora il prezzo del latte spot, che ha chiuso ad inizio febbraio in ribasso del 2,6% con una variazione negativa su base annua che ha superato il 20%, il mercato sconta la ripresa della produzione europea post quote, ma anche e soprattutto gli squilibri sul fronte del latte in polvere complice il rilascio di circa 400mila tonnellate di prodotto in intervento pubblico, residuo della crisi del latte che si fatica a smaltire. L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi dallo stesso commissario Ue all’agricoltura Phil Hogan. “Questa condizione, alla lunga, non è più sostenibile” – ha sottolineato il commissario -. Come riporta ‘L’Informatore Agrario’ 5/2018 in un articolo a firma di Angelo Di Mambro, in base ai dati dell’Osservatorio europeo sul latte, a novembre 2017 la remunerazione media per gli allevatori Ue era di 37,83 centesimi/kg, +19% rispetto a novembre 2016 e il 10,2% in più della media degli ultimi 5 anni. “Il modo in cui è cresciuta la

interessi passivi sui mutui pagati nel 2015 e nel 2016 e per altri finanziamenti bancari - per un importo che supera i 2,7 milioni di euro. Secondo i dati forniti dal ministero, sarebbero circa 870 le domande istruite positivamente e che in questi giorni stanno ricevendo un anticipo pari, in totale, al 50% di quanto richiesto e ritenuto ammissibile. Confagricoltura dà atto al ministro Martina

dell’impegno per lo sblocco dei pagamenti, fortemente sollecitato dalla Confederazione a tutela degli oltre 5.600 allevatori in tutta Italia che, tra l’1 e il 30 giugno dello scorso anno avevano presentato domanda per l’accesso ai contributi messi a disposizione dal ministero e che, non avendo ancora ottenuto i pagamenti, si trovano in una situazione di estrema difficoltà. “Si tratta certamente di una buona notizia – sottolinea la Confagricoltura Cuneo –: tuttavia, è necessario completare al più presto le istruttorie di tutte le domande avanzate”. Ma se da un lato viene accolto con soddisfazione lo sblocco, sui tempi d’attesa per la ricezione dei fondi non c’è mai certezza. Molti imprenditori speravano, infatti, di ricevere i primi pagamenti con l’inizio dell’anno, ma a questi ritmi il timore è che debbano passare ancora molti mesi per completare il quadro. “Per questo – dice Confagricoltura Cuneo - chiediamo al governo di accelerare sensibilmente le tempistiche per venire incontro alle richieste dei nostri allevatori. Molti di essi avevano presentato le domande a giugno e luglio. Non solo: nei nostri uffici provinciali, nel mese di dicembre, sono giunte da Ismea alcune richieste di integrazione alle domande, poi non si è saputo più nulla. Non ci hanno nemmeno detto se le domande sono state accolte o respinte. Le aziende attendono fiduciose”.

Ora il rischio è la sovrapproduzione IL PREZZO DEL LATTE SCENDE E LE AZIENDE, COMPLICE GLI ALTI COSTI DI PRODUZIONE, FINISCONO COL MUNGERE DI PIÙ produzione di latte verificatisi a fine 2017 non è sostenibile – sottolinea Hogan -. L’equilibrio che con fatica abbiamo raggiunto rischia di minare nuovamente l’intero settore nelle sue fondamenta. I produttori devono autoregolarsi”. Dai dati risulta che anche in Italia la fine del 2017 ha registrato dei picchi di produzione elevata. Considerazioni che sposa in pieno anche Giampiero Degiovanni, presidente della sezione Lattiero casearia di Confagricoltura Cuneo. “Purtroppo è così: c’è davvero in corso una sovrapproduzione. E se è vero che in Piemonte, in particolare, si munge

14 L’Agricoltore cuneese N. 02 • MARZO 2018

tanto, oltre i nostri confini regionali lo si fa anche di più e il rischio è di veder crollare il prezzo. Teniamo anche in considerazione che stiamo andando verso la primavera, una stagione tradizionalmente favorevole alla produzione, destinata quindi a crescere”. Ma come mai questo surplus di prodotto: “Purtroppo – conclude Degiovanni i costi di produzione sono sempre elevati e per ammortizzare i costi aziendali legati a manodopera e investimenti, si prova a fatturare di più. Con la conseguenza di veder crescere la quantità di prodotto immessa sul mercato”.


INSERTO TECNICO

U N I O N E

P R O V I N C I A L E

A G R I C O L T O R I

N. 03 • 2018

NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE E APPROFONDIMENTI SU WWW.CONFAGRICOLTURACUNEO.IT O SU WWW.FACEBOOK.COM/CONFAGRICOLTURACUNEO

NUOVI IMPIANTI VITATI: SÌ ALL'ASSEGNAZIONE PROPORZIONALE

È

DANNI DA SICCITÀ 2017: DOMANDE DI INDENNIZZO ENTRO L'8 APRILE

stato appena pubblicato sul sito del Ministero delle Politiche Agricole il Dm di modifica del DM n.12272 del 15 dicembre 2015 sulla gestione delle autorizzazioni agli impianti vitati. Il testo entrerà in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Il testo prevede alcuni criteri di priorità, tra cui l’inserimento di un limite massimo per domanda di 50 ettari con possibilità da parte delle Regioni di individuare soglie inferiori; nel caso di richieste superiori alla superficie disponibile, le Regioni possono rilasciare a tutti i richiedenti una superficie compresa tra 0,1 e 0,5 ettari. La scelta sarà effettuata entro 10 giorni dopo la chiusura delle domande. L’applicazione dei criteri di priorità resta facoltativa per le Regioni; nel caso in cui non volessero applicare nessuno dei tre criteri la ripartizione verrebbe fatta pro-quota. La Regione Piemonte, con il parere favorevole delle organizzazioni agricole, ha però deciso di non applicare i criteri di priorità, ma di utilizzare l’assegnazione proporzionale alle richieste, di concedere al massimo 20 ettari per azienda e nel caso in cui gli ettari non soddisfino pienamente tutte le richieste, garantire almeno 0,5 ettari. Questo perchè i criteri dello scorso anno in Piemonte non avevano prodotto notevoli differenze. Ai fini di evitare fenomeni speculativi, il decreto introduce inoltre il criterio per cui l'estirpazione di un vigneto impiantato su un terreno in affitto dà origine ad una autorizzazione al reimpianto in una regione diversa da quella dove è avvenuto l'estirpo - solo dopo aver maturato 6 anni dalla data di registrazione dell’atto di conduzione. La restrizione non si applica in maniera retroattiva, quindi non vale per "gli atti di trasferimento già in atto registrati prima dell’entrata in vigore e per i quali è stata già effettuata l’estirpazione ovvero sia stata data la comunicazione di intenzione di estirpo". Quest’ultima clausola, che salvaguarda anche i produttori delle Regioni che prevedono un iter uguale o superiore a sessanta giorni per la procedura di estirpazione dei vigneti, è stata richiesta da Confagricoltura che ha denunciato le criticità in essere in talune Regioni e l’impossibilità di rispettare la tempistica indicata dal decreto. Per maggiori informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

S

ulla Gazzetta Ufficiale n. 44 del 22/02/2018 è stato pubblicato il Decreto Mipaaf del 13 febbraio 2018 con il quale, è dichiarata l’esistenza del carattere di eccezionalità degli eventi siccitosi verificatisi nel periodo compreso tra il 21 marzo e il 21 settembre 2017 e riguardanti, nello specifico, le produzioni vegetali comprese anche quelle assicurabili. Le aree delimitate comprendono tutte le province della Regione Piemonte e complessivamente 596 comuni. In attuazione di quanto disposto dall’art. 5 del D.Lgs. n. 102/2004, le domande di indennizzo/intervento dovranno essere presentate entro il termine perentorio dell’8 aprile 2018. A breve sarà predisposto dalla Regione idoneo programma informatico e le aziende che ritengono di aver avuto un danno superiore al 30% della PLV aziendale potranno predisporre la domanda. Gli interessati possono rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

ESONERO CONTRIBUTI PER I NUOVI IAP E CD: RICHIESTE ENTRO MARZO

C

on il messaggio n.195/2018, l'INPS ha preannunciato la chiusura della fase di presentazione delle istanze di richiesta dell’esonero contributivo per i giovani lavoratori autonomi agricoli, con riferimento all'anno 2017. Il termine è fissato al 31 marzo 2018. Si tratta delle istanze per beneficiare dello sgravio contributivo introdotto dalla legge di bilancio dello scorso anno per nuovi coltivatori diretti (CD) e imprenditori agricoli professionali (IAP) di età inferiore ai 40 anni che si sono iscritti all’apposita gestione INPS nel 2017 o che si sono iscritti nel 2016 se operanti in territori montani o svantaggiati. Per quanto riguarda invece l'analogo sgravio riconosciuto dalla legge di bilancio di quest'anno ai lavoratori autonomi agricoli che si iscriveranno all'INPS nel 2018, l'INPS non ha ancora fornito le istruzione per la presentazione delle relative istanze. Per maggiori informazioni rivolgersi a Confagricoltura Cuneo.

INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 02 • MARZO 2018

I


LO SPESOMETRO È STATO PROROGATO AL 6 APRILE 2018

L'

Agenzia delle Entrate ha ufficializzato la proroga al 6 aprile 2018 del termine per l’invio della comunicazione dei dati delle fatture del secondo semestre 2017. La proroga della scadenza per il cosiddetto spesometro, precedentemente fissata al 28 febbraio 2018, arriva accanto alla pubblicazione del provvedimento che modifica le specifiche tecniche e le informazioni da trasmettere: lo spesometro diventa “light” e semplificato grazie alle novità introdotte dal decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2018. La nuova scadenza del 6 aprile per l’invio telematico dello spesometro, fissata a 60 giorni dalla pubblicazione del provvedimento del 5 febbraio nel rispetto dello Statuto del Contribuente, riguarda sia la comunicazione dei dati delle fatture del secondo semestre 2017 che quelli relativi a variazioni e integrazioni dei dati relativi alle fatture emesse e ricevute nel primo semestre dell’anno. Tra le nuove misure, finalizzate ad alleggerire gli adempimenti per imprese e professionisti, vengono semplificate e ridotte le informazioni richieste, diventa possibile comunicare i dati riepilogativi per le fatture emesse e ricevute di importo inferiore a 300 euro, diventa facoltativa la scelta di trasmettere i dati con cadenza trimestrale o semestrale. Per maggiori informazioni rivolgersi a Confagricoltura Cuneo.

SICUREZZA: OBBLIGO NOTIFICA ALLO SPRESAL PER LAVORI IN AMBIENTI DOVE OPERANO PIÙ DI TRE ADDETTI

Per i lavori di costruzione, ristrutturazione o ampliamento da realizzarsi in luoghi dove operano più di tre addetti permane l’obbligo di presentare preventiva notifica. L’apposita modulistica deve essere trasmessa con modalità telematica al Servizio Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro (Spresal), tramite il competente Sportello Unico Attività produttive (Suap). Lo Spresal, informato sulle modifiche strutturali e impiantistiche previste, procederà alla valutazione dei potenziali rischi e potrà programmare, se necessario, sopralluoghi ispettivi di controllo. L’obbligo, previsto dal decreto 81/2008 è stato ribadito con specifica nota dal competente servizio dell’ASL CN1. La sanzione amministrativa in caso di mancata presentazione della notifica è a carico del datore di lavoro ed è compresa tra i 580 e i 1.972 euro.

II

"BONUS VERDE", CHIARIMENTI SULLE SPESE AGEVOLABILI

I

n base alle nuove disposizioni sul “bonus verde” i contribuenti potranno detrarre il 36% delle spese documentate relative al verde, fino a un massimo di 5mila euro per ogni unità immobiliare (che significa una detrazione totale di 1.800). Al momento – chiarisce www.fiscoetasse.com - manca un elenco delle fattispecie di interventi con riferimento ai quali si può beneficiare dell’agevolazione. La legge afferma che le spese agevolabili saranno quelle dedicate alla: A) sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione di pozzi; B) realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. La detrazione spetterà anche per le spese sostenute per interventi effettuati sulle parti comuni esterne condominiali, sempre nel limite massimo di 5mila euro per unità. In tal caso la detrazione spetta al singolo condomino, nel limite della quota a lui imputabile, purché la quota sia stata effettivamente versata al condominio entro i termini di presentazione della dichiarazione dei redditi. Tra le spese agevolabili rientreranno anche quelle di progettazione e manutenzione connesse all'esecuzione degli interventi. La detrazione sarà poi ripartita in sede di dichiarazione, in dieci quote annuali (il massimo della quota sarà di 180 euro). L'Agenzia delle Entrate ha fornito i primi chiarimenti in merito al bonus verde: - le spese per la manutenzione ordinaria annuale di giardini preesistenti (sia privati che condominiali) non sono agevolabili. È ammessa invece la manutenzione ordinaria quando connessa a un intervento idoneo al bonus, come la sistemazione a verde o la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili; - i lavori in economia (ossia quelli fatti direttamente dal contribuente) sul proprio giardino o terrazzo non sono agevolabili; - nel caso di interventi sia su parti comuni che su parti private, il bonus spetta entrambe le volte, su due distinti limiti di spesa agevolabile di 5 mila euro ciascuno; - il pagamento delle spese può avvenire con assegno, bancomat, carte di credito, bonifici ordinari. Non si applicherà pertanto in capo ai prestatori la ritenuta dell'8%. Per maggiori informazioni rivolgersi a Confagricoltura Cuneo.

INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 02 • MARZO 2018



PATRONATO ASSEGNI FAMILIARI: QUOTE DI REDDITO MENSILE PER IL 2018

S

ono stati aggiornati i criteri per gli assegni familiari e per le quote di maggiorazione di pensione spettanti ai lavoratori e pensionati autonomi agricoli. Per il 2018, un familiare è considerato a carico, cioè economicamente non autosufficiente, se il reddito mensile personale non supera le seguenti soglie: 714,62 euro per coniuge, genitore e per ciascun figlio equiparato; 1.250,58 euro per due genitori. I nuovi limiti sono validi anche per richieste di assegni familiari per fratelli, sorelle e nipoti. Oltre al reddito mensile personale, è necessario verificare che il reddito familiare rispetti i limiti previsti per il 2018 dalle apposite tabelle Inps.

IMU, CONFAGRICOLTURA: "BENE AGEVOLAZIONI AI PENSIONATI ATTIVI"

C

onfagricoltura è soddisfatta per la risoluzione del ministero dell'Economia e delle Finanze che stabilisce che agli imprenditori agricoli professionale (IAP) e coltivatori diretti (CD), titolari di pensione, spettano le agevolazioni IMU previste per i colleghi non pensionati. "È stata accolta una richiesta specifica di Confagricoltura - osserva l'Organizzazione professionale -. Siamo intervenuti, stigmatizzando le azioni messe in atto da molteplici comuni per il recupero dell'IMU dal 2012 ad oggi. Abbiamo sempre sostenuto che non si possono penalizzare quegli agricoltori che, anche se pensionati, sono attivamente operativi".

È GIÀ TEMPO DI DICHIARAZIONE DEI REDDITI

In vista della scadenza per la denuncia dei redditi 2017 la Confagricoltura di Cuneo è a disposizione di tutti i contribuenti per la stesura e la preparazione della dichiarazione. L’invito è quello di presentarsi, previo appuntamento telefonico, presso gli uffici dell'Unione. Queste alcune delle novità previste quest’anno nella dichiarazione: si va dalla cedolare secca per gli affitti brevi, alla possibilità di detrarre fino a 717 euro per le spese scolastiche dei figli. È prevista anche la detrazione dall’IRPEF lorda pari al 19% anche per le spese sostenute per l’acquisto di alimenti a fini medici speciali. Maggiori informazioni negli uffici di Confagricotura.

IV

INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 02 • MARZO 2018


Corilicoltura

Si sta cercando un nuovo modo per tutelare al meglio il prodotto tipico della provincia di Cuneo

Nocciole: via alla menzione 'delle Langhe' di Ilaria Blangetti

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n passo avanti importante, un fattore positivo per i corilicoltori che hanno la loro attività nel territorio delle Langhe”. Parla così Aldo Gavuzzo, presidente della sezione Frutta in guscio di Confagricoltura Cuneo, in merito alle novità per tutelare le nocciole delle Langhe attraverso un marchio distintivo. È stato infatti avviato l’iter per la modifica del disciplinare sull’etichettatura con la possibilità di aggiungere al prodotto la dicitura “delle Langhe” e l’Europa ha espresso parere favorevole indicando quale dovrà essere l’iter burocratico da seguire. Si partirà con una menzione “delle Langhe” all’interno del disciplinare già esistente della Nocciola Piemonte Igp, per poi arrivare ad una nuova e autonoma Igp denominata “Nocciola delle Langhe”. “Un’azione importante, perché ci permette di conservare ‘delle Langhe’ nella denominazione - commenta ancora Gavuzzo -: è un’opportunità in più per il territorio che rientra nella delimitazione storica delle Langhe, compresa tra Belbo, Bormida e Tanaro”. Un percorso, questo, portato avanti in collaborazione con il mondo dei produttori: a cominciare dal Consorzio Igp Piemonte che ha presentato al Mipaaf la richiesta di modifica del disciplinare attuale per inserire la menzione “delle Langhe” per le nocciole prodotte in questa specifica area geografica. Il tutto in accordo con i principali attori del settore e le associazioni di categoria, tra le quali Confagricoltura. “Il Comitato - sottolinea l’eurodeputato Alberto Cirio, presidente del Comitato Promotore - è tra i fautori del ricorso pendente al Tar del Lazio contro l’uso del nome Langhe su tutto il territorio italiano, dopo il suo assurdo inserimento all’interno del registro vivaistico nazionale”. Proprio in questi giorni è attesa la sentenza, il cui contenuto si conoscerà con molta probabilità solo tra un paio di mesi. Intanto, arrivato il parere favorevole dell’Ue per predisporre un

nuovo disciplinare, è stato reso noto anche l’iter da seguire: il primo passo sarà una menzione geografica all’interno dell’attuale disciplinare che consentirà la dicitura Nocciola Piemonte Igp “delle Langhe” per quelle prodotte nella zona geografica indicata. “Essendo una modifica minima – spiega Cirio – potrà essere fatta direttamente a Roma dal Ministero, con cui abbiamo già condiviso e concordato questa possibilità. Per i nostri produttori sarà un primo risultato importante, perché potranno usare il marchio Langhe sui loro prodotti, cosa oggi vietata. Il passo successivo, però, che è da sempre il nostro reale obiettivo, sarà la nascita di una nuova e autonoma Igp. Abbiamo già raccolto la documentazione storica, organolettica e commerciale per dimostrare l’unicità della Nocciola delle Langhe, in termini di qualità e prestigio internazionale. Il parere favorevole di Bruxelles è ciò che attendevamo. Costituiremo con le organizzazioni agricole un nuovo consorzio, che avrà il compito di predisporre il dossier e presentare ufficialmente la richiesta all’Europa per il riconoscimento della ‘Nocciola delle Langhe Igp’”. Su 6 mila ettari di superficie coltivata a Nocciola Piemonte Igp, 4.500 sono nelle Langhe, oltre il 75%. Si stima che il territorio di produzione della futura "Nocciola delle Langhe Igp" possa superare i 5 mila ettari.

BOOM DELLA TURCHIA

L'export ha segnato il + 34% L'Associazione turca degli esportatori di nocciole ha reso noto che, grazie a un abbondante raccolto e ad un notevole potere contrattuale favorito da una politica commerciale aggressiva, le esportazioni di nocciole dalla Turchia, principale produttore ed esportatore al mondo, hanno superato la soglia di 150 mila tonnellate, facendo segnare il + 34% rispetto ad un anno fa. Ad avvantaggiare il prodotto turco c'è sicuramente il prezzo, più basso di oltre il 25% rispetto a 12 mesi fa, che ha ingolosito alcuni mercati europei dove sono già arrivate 114 mila tonnellate di nocciole. Il boom dell'esportazione turca è dovuto principalmente ad un maxi raccolto (le stime parlano di 700 mila tonnellate, oltre il 50% in più rispetto al 2016 quando si era arrivati a 460 mila tonnellate), grazie a condizioni climatiche regolari nel corso di tutto il 2017. Stesso copione anche per altre regioni, come l'Azerbaijan o la Georgia mentre in altri Paesi, tra i quali l'Italia, le rese sono state condizionate dalla siccità estiva e dalle gelate fuori stagione.

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Vitivinicoltura

Barolo e Barbaresco imprese penalizzate LA REGIONE NON HA ACCOLTO LE RICHIESTE DEL MONDO AGRICOLO PER LE ASSEGNAZIONI DI IDONEITÀ DELLE SUPERFICI DELLE DUE DOCG. PROTESTA CONFAGRICOLTURA

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nota diffusa a inizio marzo, ha comunicato che non verrà modificato il bando e che non verranno prese in considerazione le richieste della filiera. “Prendiamo atto del pronunciamento della Regione, che ha deciso di non accogliere le richieste unitarie del mondo agricolo. In questo modo – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – non tenendo conto delle indicazioni delle organizzazioni maggiormente rappresentative della filiera, si penalizzano le imprese che da anni chiedono di investire nello sviluppo della vitivinicoltura. È una decisione che non condividiamo e che intendiamo contrastare, nell’interesse degli imprenditori agricoli che da anni investono nel territorio”.

uest’anno la Regione Piemonte ha deciso di modificare i criteri per le assegnazioni di idoneità delle superfici vitate delle denominazioni d’origine controllata e garantita Barolo e Barbaresco. In base ai nuovi parametri, le imprese che erano già in lista d’attesa da più anni non vedono riconosciuto il pun-

teggio aggiuntivo che era loro attribuibile in precedenza. Confagricoltura, con le altre organizzazioni agricole e il Consorzio di tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani, che gestisce le denominazioni, nelle settimane scorse aveva chiesto alla Regione di ripristinare le regole già adottate in precedenza. La Regione, con una

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Vendemmia 2017: precoce, ma ottima

recoce, ma di altissima qualità. Possiamo definirla così la vendemmia 2017 in Piemonte, caratterizzata da un germogliamento piuttosto anticipato, favorito da un inverno mite e poco piovoso e che sarà ricordata come un’annata caldissima, con temperature altissime e scarse precipitazioni che hanno messo a dura prova i produttori. Nonostante ciò, possiamo inquadrarla nel gruppo delle annate eccellenti per quanto concerne i vini rossi e, in generale, molto buona/ottima per i bianchi. PRODUZIONE IN CALO I dati ufficiali della vendemmia 2017 sono stati presentati dalla Vignaioli Piemontesi lo scorso 15 febbraio a Castagnito, nella propria sede. Tra i vigneti del Piemonte, la produzione di vino è stata poco più di 2 milioni di ettolitri, in calo del 19,8% rispetto al 2016. In Italia si stima una produzione di circa 38,9 milioni di ettolitri (-28% sul 2016). Dalle analisi della Vignaioli Piemontesi, spiccano per eccellenza qualitativa, con 5 stelle assegnate, Barbera, Dolcetto, Grignolino, Nebbiolo, Pelaverga, Vespolina. Gli altri vitigni stanno nella sfera dell’ottimo, con 4 stelle. Le aziende vitivinicole in Piemonte sono 18mila su 67mila totali, mentre gli ettari vitati – in crescita per la prima volta dopo tanti anni - sono circa 44.200 (potenziale 46.200). L’export si conferma attorno al miliardo di euro, su un export agroalimentare complessivo di 4,5 miliardi di euro. Un export che interessa circa il 60% del vino prodotto in Piemonte, di cui il 70%

I DATI DELL'ANNATA SCORSA PRESENTATI A CASTAGNITO CONFERMANO IL CALO DI QUANTITÀ, MA GRANDE QUALITÀ di Gilberto Manfrin

nei Paesi comunitari e il 30% nei Paesi extra Ue. I principali paesi importatori sono Germania, Gran Bretagna, USA, Francia, Russia, Spagna, Svizzera e Giappone.

Gianluca DEMARIA Presidente sezione Vini rossi Confagricoltura Cuneo

QUALITÀ ELEVATA “È stata una delle vendemmie più precoci che si ricordi - commenta Gianluca Demaria, vice presidente di Confagricoltura Cuneo e presidente della sezione Vini rossi -. L’annata è stata caratterizzata prima dalla gelata di fine aprile, da diffuse grandinate e infine da un’estate molto calda con scarse precipitazioni. Risultato: una vendemmia con circa il 20% di produzione in meno, la più scarsa, forse, dal Dopoguerra. Di contro, ottima la qualità: molto buona per i ‘bianchi’ ed eccezionale per i vini rossi con inaspettati profumi intensi e

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persistenti, un importante tenore alcolico, grande struttura e tannini equilibrati. In particolare, saranno eccezionali i grandi vini rossi da invecchiamento”. “Abbiamo avuto a che fare con temperature miti con l’arrivo della primavera ed elevate nella prima metà di aprile, per cui i germogli si sono allungati a ritmi da record - aggiunge Renato Negro, presidente sezione vini bianchi -. A metà aprile una massa di aria gelida proveniente dal Nordest europeo ne ha arrestato completamente la crescita e ha finito per danneggiare i vigneti. Venendo ai vini bianchi, la quantità è stata al di sotto delle aspettative, bilanciata però da una qualità davvero buona, con acini zuccherati e un generale quadro aromatico completo”.

Renato NEGRO Presidente sezione Vini bianchi Confagricoltura Cuneo


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Confagricoltura news

Sala gremita per l'incontro sulla potature della vite in Confagricoltura ad Alba

A lezione di potatura SI È SVOLTO IN CONFAGRICOLTURA AD ALBA L'INCONTRO PER LE AZIENDE VITICOLE

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a neve caduta anche su Alba lo scorso 1° marzo, pur costringendo gli organizzatori a rivedere il programma, non ha fermato la giornata formativa dal titolo “Potatura della vite: principi generali, tecniche di taglio, regolazione della produzione” che si è svolta nella sede di Confagricoltura davanti ad una platea di oltre 40 aziende della zona. L'evento organizzato da Erapra Piemonte, in collaborazione con la Confagricoltura di Cuneo, ha visto

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alternarsi al tavolo dei relatori l'agronomo Roberto Abellonio, che ha effettuato una panoramica generale sulla potatura dei vigneti, e l’agronomo Carlo Arnulfo, al quale è toccato il compito di entrare nello specifico delle tecniche di potatura e della fisiologia della pianta, illustrando ai presenti i ceppi di vite e le giuste modalità di intervento. "Una corretta potatura è molto importante in quanto ha risvolti concreti sulla produzione del vigneto, sulla sua durata e sui risultati che si ottengono in campo enologico", ha ricordato Roberto Abellonio. Purtroppo la nevicata non ha reso possibile proseguire la giornata presso l’azienda agricola Cascina Piccaluga in località Altavilla ad Alba per le prove tecniche in campo. Questa parte verrà recuperata nelle prossime settimane. L’appuntamento rientra nell’ambito del FEASR Direzione Agricoltura Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 - Misura 1 - Operazione 1.2.1-1 “Attività dimostrative e di informazione in campo”.


Fare frutta 'bio' per bene APPROFONDITI DA CONFAGRICOLTURA A SALUZZO GLI ASPETTI A CUI LE AZIENDE AGRICOLE DEVONO PRESTARE ATTENZIONE di Paolo Ragazzo

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umerose aziende agricole hanno preso parte al seminario “Frutticoltura: approfondimenti tecnici su disciplinari di lotta biologica e integrata” che si è svolto lunedì 19 febbraio presso l’ufficio di zona di Confagricoltura a Saluzzo. L’incontro, rivolto in particolare a giovani imprenditori e tecnici agricoli, rientra nell’ambito del FEASR Direzione Agricoltura Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 - Misura 1 - Operazione 1.2.1-1 “Attività dimostrative e di informazione in campo”. Il pomeriggio si è aperto con i saluti dell'agronomo Roberto Abellonio, che ha effettuato poi una panoramica dell’evoluzione bio nel settore a livello nazionale, facendo un approfondimento sui disciplinari di produzione biologica e integrata. A seguire, il tecnico Nicolas Anghilante

Un folto numero di aziende ha preso parte al seminario

ha illustrato, invece, le principali difficoltà della filiera biologica con riferimenti particolari a Pomacee e Drupacee e alle corrette modalità di utilizzo dei prodotti fitofarmaci registrati per il biologico. “È fondamentale il ruolo dell’imprenditore nelle attività di autocontrollo - ha detto l’agrotecnico di Confagricoltura Cuneo -; i monitoraggi in campo, ad esempio, devono essere svolti, oltre che da parte del servizio tecnico, anche dall’agricoltore in prima persona in quanto nessuno meglio di lui conosce le caratteristiche del proprio frutteto”. A Graziano Vittone, responsabile tecnico di Agrion, è toccato invece il compito di sottolineare le criticità della filiera del bio a livello fitopatologico, con l’illustrazione delle tecniche di lotta più efficaci per meglio contenere alcune avversità. Det-

tagliata, ad esempio, la spiegazione delle diversità esistenti da questo punto di vista tra agricoltura integrata e quella biologica e di quali sono i mezzi tecnici a disposizione delle aziende. A chiudere il pomeriggio è intervenuto Enrico Surra, agrotecnico e docente presso l’Istituto Tecnico Agrario di Verzuolo, che ha spiegato il processo di certificazione biologica a partire dalla Notifica passando per il PAP ed arrivando alla relazione tecnica aziendale (Dichiarazione di Impegno), che l’azienda agricola deve provvedere a compilare e mantenere aggiornata anno per anno. Questo documento, infatti, fornisce all’ente di certificazione il quadro generale che gli consente di valutare se le varie tutele messe in atto dall’azienda siano sufficienti a garantire un prodotto non a rischio di contaminazione con agenti esterni.

Promozione e web marketing Le imprese hanno ascoltato con attenzione i suggerimenti

È

praticamente impossibile, oggi, immaginare una strategia promozionale della propria attività senza ricorrere alla potenzialità offerte da internet e dai social network. Questi strumenti assumono una valenza ancora maggiore nel settore del turismo e del vino. Ecco spiegato dunque il motivo dell'ampia partecipazione di pubblico che ha caratterizzato le due lezioni del corso di formazione su promozione e web marketing dell’impresa agrituristica e vitivinicola che si è svolto lunedì 26 febbraio e lunedì 5 marzo, ad Alba, presso la sede di Confagricoltura Cuneo, in piazza Prunotto 5. L'iniziativa, organizzata dall'Upa in collaborazione con Agripiemonteform, rientrava nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Piemonte - Misura 1 - Opera-

MOLTE LE IMPRESE AGRITURISTICHE E VITIVINICOLE CHE HANNO PARTECIPATO AL CORSO DI CONFAGRICOLTURA AD ALBA zione 1.1.1- Azione 1: Formazione in ambito agricolo (Bando n. 1/2016). Dopo gli incontri “Agriturismi e ricezione. Normativa e marchio ospitalità italiana” dello scorso gennaio, questo doppio appuntamento rivolto alle aziende agrituristiche e vitivinicole della provincia ha nuovamente colto nel segno. Scoprire le potenzialità dei social per le aziende e le strategie di posizionamento sui motori di ricerca, convertire i ‘like’ in clienti, approcciare al meglio ai siti di recensioni e prenotazioni. Sono state queste e molte altre le tematiche affrontate con l’aiuto di Giorgio Proglio, dell'agenzia Zeta Bi, che ha offerto alle aziende alcuni strumenti concreti e semplici per migliorare la propria visibilità online. L’Agricoltore cuneese N. 02 • MARZO 2018

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Confagricoltura news

Giornata sulla neve a Limone OLTRE 40 TRA SOCI E COLLABORATORI HANNO PARTECIPATO AL TRADIZIONALE EVENTO DI CONFAGRICOLTURA CUNEO

O La comitiva si concede una pausa dopo una giornata di sci

ltre quaranta sciatori, tra soci e collaboratori, hanno preso parte alla tradizionale giornata bianca organizzata da Confagricoltura Cuneo. Venerdì 16 febbraio, infatti, sulle piste del comprensorio Riserva Bianca di Limone Piemonte in molti hanno approfittato della bella giornata di sole per trascorrere qualche ora all'aria aperta in alta quota e godersi così la tredicesima edizione del tradizionale appuntamento invernale proposto dall'Unione agricoltori di Cuneo. Dopo una giornata passata a sciare o fare snowboard sulle piste coperte di neve fresca, la comitiva si è trasferita al ristorante “Chalet 1400” a Limone per la cena a base di polenta e salsiccia e la lotteria . "Siamo felici che anche quest'anno l'iniziativa sia stata accolta con entusiasmo dai nostri soci - commentano da Confagricoltura Cuneo -. Ben vengano giornate come questa che, oltre a farci trascorrere qualche ora in amicizia e sport, rafforzano lo spirito associativo. Un doveroso ringraziamento va anche agli sponsor privati che hanno dato il loro contributo sostenendoci nell'organizzazione".

Pensionati ANPA Cuneo in Veneto UNA TRENTINA DI ASSOCIATI DELLA GRANDA HA PRESO PARTE AL 39° SOGGIORNO TRA CULTURA E RELAX di Enzio Isaia

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a 39a edizione del soggiorno organizzato dal Associazione Nazionale Pensionati Agricoltori (ANPA) di Confagricoltura, si è svolta in Veneto.

Dall’17 al 24 febbraio ha preso parte al viaggio anche una delegazione cuneese, composta da oltre trenta partecipanti, accompagnati dal presidente dei pensionati

Tradizionale foto di gruppo per i pensionati ANPA Cuneo

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ANPA Cuneo, Remo Tortone, e dalla vice presidente, Graziella Bechis. Il gruppo ha potuto visitare Padova, Arquà Petrarca, Treviso, Trieste e Verona, alternando le visite culturali a numerosi momenti conviviali e di festa, come tornei di briscola e gare canore. Durante il soggiorno al “Commodore” hotel di Montegrotto Terme (in provincia di Padova) il gruppo ha potuto usufruire anche delle cure termali. “Il soggiorno ha riscosso l’apprezzamento di tutti i partecipanti, un ringraziamento doveroso va dunque a coloro che si sono adoperati per organizzarlo nel migliore dei modi” hanno dichiarato entusiasti Remo Tortone e Graziella Bechis.


LE CONVENZIONI del mese di Marzo

Sconti su auto Fiat e Peugeot PROSEGUONO LE CONDIZIONI FAVOREVOLI RISERVATE NON SOLO AI SOCI, MA ANCHE AI LORO FAMILIARI E AI DIPENDENTI di Enzio Isaia

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onfagricoltura Cuneo, per offrire sempre più servizi ai propri associati, ha stipulato alcune interessanti convenzioni per permettere agli iscritti, ma anche ai loro familiari e dipendenti, di ottenere sconti e agevolazioni in diversi settori. L’elenco aggiornato si può consultare sul sito www.confagricolturacuneo.it, nella sezione Convenzioni.

FCA FIAT

Confagricoltura ha rinnovato la convenzione con FCA-FIAT, dedicata alle aziende associate e ai dipendenti, che prevede condizioni favorevoli per l’acquisto di vetture e veicoli commerciali. Si potrà usufruire di sconti interessanti (fino al 40%) sui veicoli Fiat, Lancia, Alfa Romeo e Jeep fino al 31 dicembre 2018. All'atto di prenotazione del veicolo, i beneficiari dovranno comprovare di essere soci o dipendenti di Confagricoltura. L'iniziativa non è cumulabile con altre promozioni. Per sapere come fare ad usufruire della convenzione e conoscere gli sconti previsti per i vari modelli è possibile rivolgersi agli uffici di Confagricoltura presenti sul territorio.

AUTOLEONE 2 E LANCAR

Confagricoltura Cuneo ha siglato una convenzione con Autoleone 2 Srl e Lancar, concessionarie ufficiali Peugeot. L’accordo prevede sconti per soci e dipendenti di Confagricoltura Cuneo e loro familiari sull’acquisto di auto immatricolate entro il 31/12/2018 presso una delle sedi della concessionaria (Alba, Asti, Carmagnola e Torino). Gli sconti effettuati vanno dal 7 al 33 per cento a seconda del modello di auto o mezzo e non tiene conto ancora di eventuali azioni migliorative proposte dalla concessionaria di mese in mese. Lo sconto è calcolato sul prezzo di listino del veicolo e dei suoi eventuali accessori. Sono escluse dallo sconto Messa su strada e IPT. Per informazioni: www.autoleonelancar.it.

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Da sinistra: Alessandro Bottallo (Confagricoltura) e la famiglia Moretti composta da Giovanni, Mirella e Adriano

Idee e passione per lo sviluppo del Roero L'AZIENDA 'BAJAJ' A MONTEU CONIUGA TRADIZIONE E INNOVAZIONE COLTIVA FRUTTA E VERDURA, PRODUCE VINI E ACCOGLIE I TURISTI di Paolo Ragazzo

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onnecchiare, sbadigliare. In piemontese “bajé”. È dal vecchio ‘stranom’ con cui era conosciuta nonna Daria che prende il nome l’azienda 'Bajaj' di Giovanni Moretti a Monteu Roero. Un’impresa agricola familiare a indirizzo vitivinicolo e ortofrutticolo, tipica di questa zona, ma caratterizzata da un impressionante dinamismo e da una positività contagiosa. Merito di chi la conduce e soprattutto delle idee fresche e innovative di Adriano, 30 anni, figlio di Giovanni e Mirella, che dopo

un percorso di studi universitari in Scienze Politiche e diverse esperienze lavorative in Italia e all’estero, ha deciso di dedicare conoscenze e passione unicamente all’azienda di famiglia. “Girando ho conosciuto gente che, a prescindere dal settore, riusciva a lavorare con spirito e gioia e mi sarebbe piaciuto trasmettere queste sensazioni anche nella nostra azienda con idee nuove e concetti di sviluppo diversi – dice Adriano Moretti –. Così, quando mi si è prospettata la possibilità di andare a lavorare in Australia,

Il crutin dove invecchia il nebbiolo e una delle anfore per l'affinamento

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papà mi ha proposto di restare e di entrare in azienda per collaborare con lui alla crescita dell’impresa. Ho accettato”. Nonostante le inevitabili differenze di vedute iniziali, Adriano e Giovanni, con l’aiuto prezioso di mamma Mirella e di zio Elio, hanno intrapreso insieme una strada che sta riservando non poche soddisfazioni. “Accanto alle tradizionali attività portate avanti da mio padre negli anni, perlopiù nella coltivazione di frutta e verdura, abbiamo sviluppato molto il settore vitivinicolo, la mia passione. Così dalle iniziali 4mila bottiglie, siamo arrivati ora a produrne 15mila e contiamo di raggiungere nei prossimi anni quota 30mila. Non intendiamo andare oltre per mantenere sempre in equilibrio le diverse anime dell’azienda”. Roero Arneis, Langhe Favorita, Langhe Nebbiolo e Barbera d’Alba

sono i vini prodotti da Bajaj nel rispetto della natura, con metodi indirizzati alla qualità e con qualche ‘chicca’. “Due anni fa ho iniziato ad affinare il vino nelle anfore di terracotta – spiega Adriano –. Cercavo un materiale che esaltasse la freschezza e i sapori del vino del Roero ed ho provato. Mio papà mi prendeva per pazzo, ma l’Arneis e il Nebbiolo affinati con questo metodo hanno colto nel segno. Piacciono e potrebbero aprire un mercato nuovo, non per forza fatto di quantità, ma di qualità assoluta. Anche in questa direzione va la sperimentazione di invecchiare parte del nostro Nebbiolo per tre anni in uno dei ‘crutin’ naturali presenti in azienda e ricavarne prodotti in edizione limitata”. Il forte impulso dato alla parte vitivinicola ha fatto da traino anche alle altre attività su cui poggia l’azienda che resta per il 70% orientata alla coltivazione di frutta e verdura negli oltre 20 ettari di terreni che si estendono tutti a Monteu, nel raggio di due chilometri. “Collaboriamo con alcuni ristoranti del posto a cui consegniamo frutta e verdura di stagione e del territorio per i loro menù – dice ancora Adriano – Abbiamo una vasta scelta: fragole (30mila piante), albi-

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Le nostre aziende

La spettacolare veduta su Langhe e Roero che si ha dall'azienda; una selezione di prodotti; una cassetta di fragole roerine e i vigneti di 'Bajaj'

cocche, ciliegie, prugne, mele, kiwi, pere, castagne, nocciole, zucchini, pomodori, asparagi e molto altro, che vendiamo freschi o facciamo trasformare in succhi e confetture”. Ma ciò che più caratterizza l’azienda Bajaj è la voglia di far conoscere l’agricoltura e il territorio. Dall’antico fienile dell’abitazione dei nonni, ad esempio, è nata una struttura adibita ad aula didattica e usata per degustazioni. Qui turisti e comitive vengono accolti e iniziati a profumi e sapori di questo speciale angolo di

Granda con itinerari didattici, degustazioni ed eventi. “Siamo dei privilegiati a vivere in un luogo di tale bellezza che dobbiamo far conoscere – continua Adriano Moretti –; da un anno e mezzo abbiamo aperto questa struttura e per il futuro abbiamo in progetto di ricavare anche otto stanze nella villa nobiliare adiacente e di realizzare una piscina. Inoltre, ho già in mente di organizzare iniziative in collaborazione con gli altri produttori della zona, mettendo da parte le invidie reciproche. Perché se il territo-

rio cresce è un bene per tutti”. Ma il progetto finale del giovane ‘vulcano’ di idee è un altro: “Vorrei ristrutturare la villa dei nonni, presente nel complesso aziendale, per andarci ad abitare e dare assistenza a quanti arrivano qui e vogliono conoscere come si lavora nel settore. Oggi chi fa agricoltura deve essere qualificato e deve riavvicinare le persone alle campagne. Abbiamo una grande responsabilità, dobbiamo farci trovare preparati, non si può improvvisare”. Tutto questo secondo una regola

aurea: i lavori migliori sono quelli che nascono con il giusto tempo. “Lo diceva sempre mia nonna”, conclude Adriano Moretti. Sei associato a Confagricoltura e vuoi far conoscere la tua azienda? Telefona ai tel. 0171 692143/601962 o scrivi una email all'indirizzo upa@ autorivari.com, specificando il comparto in cui operi (viticoltura, frutticoltura, zootecnia...)

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Il tecnico in frutteto

Moria piante di mirtillo, cosa fare IL FENOMENO INTERESSA GLI AREALI DELLE VALLI BRONDA E PO. È FONDAMENTALE PREVENIRE LE INFEZIONI Scheda tecnica di Regione Piemonte e Agrion 1

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Ingiallimento iniziale a carico di una branca (1) e pianta con tipico effetto bandiera (2-3)

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n recenti impianti di mirtillo sono stati segnalati fenomeni di disseccamenti improvvisi a carico di porzioni di pianta o dell'intero cespuglio. Gli impianti più colpiti sono quelli realizzati a partire dal 2013 con percentuali di morie comprese tra il 5% e il 30%. La comparsa dei sintomi avviene tendenzialmente a partire dal secondo anno di impianto. Sulla base dei dati disponibili sembrerebbe che, al momento, la problematica sia maggiormente presente in zone collinari e negli areali compresi tra Val Bronda e Val Po (comuni di Castellar, Martiniana Po, Revello, Barge e Sanfront….). Il primo sintomo che si riscontra è un repentino ingiallimento fogliare, tendenzialmente a carico di una sola branca produttiva. La comparsa del sintomo in generale si manifesta dopo la raccolta, in particolare a partire dalla seconda metà dell'estate quando le condizioni climatiche mettono in stress le piante. Trattandosi di funghi penetrati nel legno anche molto tempo prima, dopo la manifestazione degli ingiallimenti, si assiste al rapido disseccamento a carico di tutta branca o, nei casi più gravi, di tutta la pianta. Questo rapido decorso della malattia è dovuto al fatto che l'infezione ha inizio nella porzione basale della branca. È stato infatti riscontrato dalle indagini sul nostro territorio che i funghi patogeni penetrano all'interno della pianta grazie a ferite quali microlesioni da torsioni del ramo, spacca-

ture dell'epidermide o tagli di potatura. La prevalenza delle colture fungine isolate dal fronte di progressione dell'imbrunimento verso il tessuto sano, sono riferibili a funghi del genere Botryosphaeria ma anche funghi del genere Phomopsis sono stati isolati in misura minore e a volte insieme al primo.

DIFESA

I trattamenti con i prodotti fungicidi attualmente autorizzati, non garantiscono una protezione dal patogeno e la lotta si basa esclusivamente sull'adozione di metodi agronomici con lo scopo di prevenire le infezioni.

INTERVENTI AGRONOMICI

IMPIANTO/POTATURA • Aumentare i sesti di impianto ed effettuare potature razionali per favorire l'arieggiamento della vegetazione e ridurre le condizioni predisponenti la germinazione delle spore. • All'impianto evitare di utilizzare piante con rami feriti

• In caso di presenza di piante sintomatiche eliminare i rami colpiti ma sempre in giornate asciutte e soleggiate. Ciò consente di ridurre il potenziale di inoculo e l'asportazione precoce delle parti colpite può ridurre il rischio di morte della pianta. • Dopo il taglio verificare sempre l'eventuale presenza di aree marroni nella sezione sottostante al taglio e se necessario effettuare ulteriori tagli fino ad eliminare tutta la parte infetta. • Allontanare i residui e distruggerli. • Poiché il fungo è particolarmente dannoso per le piantine giovani sarebbero da evitare le potature molto drastiche in impianti al 1° - 2° anno. GESTIONE DELLE CONCIMAZIONI • Le piante eccessivamente vigorose sono più suscettibili. Eseguire equilibrate concimazioni evitando eccessi di azoto che rendono i tessuti più teneri e soggetti a screpolature. • Sospendere le concimazioni dopo la metà dell'estate (soprattutto in impianti giovani) per permettere la corretta lignificazione degli steli ed evitare così che le temperature invernali possano arrecare ferite e permettere l'ingresso del patogeno. • In terreni molto ricchi di sostanza organica (>5%) non effettuare concimazioni d'impianto. DANNI MECCANICI E STRESS • Evitare di arrecare danni meccanici alla vegetazione. • Evitare, soprattutto durante il periodo estivo, di sottoporre la pianta a stress idrici e assicurare una corretta distribuzione dell'acqua nell'impianto. • È consigliabile posizionare a terra le ali gocciolanti. • In caso di irrigazione localizzata distribuire l'irrigazione nell'arco della giornata evitando le ora serali. • In impianti giovani (fino al 3° anno), durante i caldi estivi (luglio-agosto) mantenere l'erba alta nei pressi delle piante per permettere l'ombreggiamento della pacciamatura e ridurre le temperature a livello del colletto.

Sezioni di ramo in cui l’attività dei funghi patogeni si è approfondita (4) Spaccature dell’epidermide e iniziale imbrunimento dei tessuti sottostanti (5). 4

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Fiera della Meccanizzazione

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orna la Fiera nazionale della Meccanizzazione agricola di Savigliano, in programma dal 15 al 18 marzo. La 37esima edizione si sviluppa su oltre 49 mila metri quadri che ospitano 344 espositori del settore. L’area fieristica di Borgo Marene si trasforma così in una vetrina dei prodotti più innovativi e performanti, diverse tipologie di macchine per la coltivazione del terreno, i trattamenti alle colture e l’irrigazione, la gestione degli allevamenti, la cura dei parchi e dei giardini, oltre a spazi dedicati all’uso sostenibile dei fitofarmaci e alle novità legate alla filiera. Spazio anche all’Area EcoTech: il padiglione coperto dedicato alle soluzioni ecologiche che quest’anno giunge alla sua decima edizione, circa novecento metri quadrati per le opportunità offerte dalle soluzioni ecologiche, dalle energie rinnovabili e dall’efficienza energetica. Un evento dedicato ad un settore che sta vivendo un momento di grande crescita, in Italia e in provincia di Cuneo: ancora per il prossimo triennio le previsioni del Fondo monetario internazionale indicano infatti tassi di crescita del 5,8% annuo a livello globale, dopo il 2017 che si è chiuso confermando il trend positivo. Un’impennata in gran parte determinata dall'entrata in vigore, dal 1° gennaio, della Mother Regulation, la normativa europea che introduce nuovi criteri per le omologazioni. Secondo i dati di FederUnacoma, poi, l'anno appena concluso ha visto un boom di immatricolazioni senza precedenti: +23,7% per le trattrici e +24,4% per le motoagricole. La crescita, seppur più contenuta, si è verificata anche in Piemonte, dove sono state immatricolate 2.822 trattrici, contro

Meccanizzazione agricola a Savigliano DAL 15 AL 18 MARZO TORNA LA FIERA NAZIONALE CHE PUNTA SU INNOVAZIONE E INTERNAZIONALIZZAZIONE Ilaria Blangetti

le 2.401 dell'anno precedente (+17,5%), 1.285 rimorchi, 163 motoagricole rispetto alle 124 del 2016 e 72 mietitrebbie. Sarà un’edizione di ampio respiro, dove si parlerà molto di innovazione e internazionalizzazione e, proprio in quest’ottica, lo scorso dicembre è stato firmato l’accordo di gemellaggio con il Siat (Salone Internazionale dell’Investimento e della Tecnologia) tunisino: l’iniziativa mira a promuovere e agevolare i contatti e i rapporti tra gli operatori dei due Paesi. Per l'ottavo anno consecutivo, poi, l'organizzazione promuove gli incontri business to business che per la prima volta si svol-

La veduta dall'alto dell'area di Borgo Marene dove si svolge la Fiera

geranno all'interno dei padiglioni della fiera. Previsti anche quest’anno una serie di incontri tematici di interesse per il pubblico, che si terranno all’interno del padiglione multimediale Agrimedia: tra questi c’è il convegno di apertura con il “Focus sull'industria 4.0 strumenti e opportunità per le imprese”, organizzato da Confindustria Cuneo giovedì 15 marzo alle 15,30. Novità assoluta dell’edizione 2018 è invece “Tracce”, un programma culturale promosso e organizzato da Fondazione Artea e Comune di Savigliano in collaborazione con l’Ente Manifestazioni, dal 15 marzo al 15 aprile, che prevede un ricco programma che si snoda attraverso cinema, musica, teatro, food, musei, mostre e patrimonio. “Con la Fiera della Meccanizzazione dire che il meglio deve ancora venire racchiude bene il pensiero di tutti noi all’Ente Manifestazioni - commenta Andrea Coletti, presidente dell’Ente Manifestazioni -. La 37esima edizione sarà segnata dalla voglia di innovazione e internazionalizzazione, da convegni di grande spessore e da riflessioni di tutto il comparto sul futuro e sulle sue forme possibili, ma a Savigliano, quest’anno vogliamo anche parlare di radici, di passato e uomini. La nostra Fiera è più che mai viva e forte in questo momento storico, perché non ha mai dimenticato che oltre le macchine ci sono gli uomini”. Ingresso libero dalle 8,30 alle 19.

L’Agricoltore cuneese N. 02 • MARZO 2018

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Il mercatino dell'agricoltore

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& a cura di Anna & Anna - Carmagnola - tel. 011 9626940



Presenti Fiera di Savigliano 15/18 marzo 2018


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