L'Agricoltore Cuneese - N. 06/2015

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO-CN - ANNO XIII - N. 06•2015 - AGOSTO 2015 - CONTIENE I.P.

N. 06 • 2015 U N I O N E

P R O V I N C I A L E

Piemonte, grave il ritardo sul Psr

A G R I C O L T O R I

Pesche di qualità, ma il mercato latita

Danni da fauna, aziende in ginocchio


Dove c’è c’è agricoltura... agricoltura... Dove Dove c’è agricoltura... agricoltura... Dove c’èc’è agricoltura... Crosetto c’è. Crosetto c’è. Crosetto Crosetto c’è. c’è. Crosetto c’è.

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Sommario

Viticoltori 'fotografi': è mancato il confronto Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo

L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946 Direttore responsabile: Paolo Ragazzo Redazione e realizzazione grafica: Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171/601962 Fax 0171/436301 E-mail: upa@autorivari.com Società editrice: Tipolitografia Subalpina snc C.so Gramsci, 18/c - Cuneo Tel. e Fax 0171/692077 Info@tipografiasubalpina.it Pubblicità: Tec Pubblicità e Grafica Via dei Fontanili, 1 - Fossano Tel. 0172/695897 Fax 0172/695898 adv@tec-artigrafiche.it Stampa: Tipolitografia Subalpina snc Chiuso in redazione il 30/07/2015 Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO-CN Iscrizione al Tribunale di Cuneo 17/12/1948 al n. 36

L

a decisione della Regione Piemonte di integrare le dichiarazioni di estirpazione vigneti con una “documentazione fotografica georeferenziata” o “non georeferenziata, purchè siano inquadrati dei punti di riferimento territoriali (es. un campanile, un cartello stradale, ecc)" ci lascia a dir poco perplessi. Con nota del 23 luglio, infatti, la Direzione Agricoltura comunica che a causa del passaggio dal regime dei diritti di impianto a quello delle autorizzazioni, previsto per il 1° gennaio 2016, è necessario presentare questa documentazione per gestire al meglio le pratiche sul SIAP (Sistema Informativo Agricolo Piemontese). Praticamente,

per aiutare le Province a ultimare i controlli entro fine anno, cosa non così scontata, è stato trovato questo escamotage. Ma sulle spalle dei viticoltori. Come se non bastasse l’infinità di controlli in campo e in cantina a cui le aziende del vino sono sottoposte, infatti, ora servono nuove fotografie con “inquadratura precisa e non fuorviante” e con “buona qualità in termini di risoluzione, illuminazione e stabilità” dei loro terreni. Pur consapevoli che questo serve per garantire il diritto in possesso dei produttori, serviva maggior confronto con le aziende agricole per trovare una soluzione, cosa che con nostro grande rammarico non è avvenuta.

CHIUSURA ESTIVA UFFICI DAL 10 AL 22

Gli uffici zonali e la sede provinciale di Confagricoltura Cuneo rimarranno chiusi al pubblico dal 10 al 22 agosto. Tuttavia, per tutto il periodo, in ciascuna sede dell’organizzazione, un operatore di Confagricoltura sarà a disposizione in ufficio per far fronte ad eventuali urgenze.

IN QUESTO NUMERO A QUALCUNO PIACE CARNE Enrico Allasia è il nuovo presidente

4

I 24 volti di Confagricoltura Cuneo

5

'Aratri d'oro' a quattro allevatori

7

La carne non tollera più altre falsità

8

Dubbi e soluzioni nelle parole delle filiere

9

Botta & Risposta

10

Giovani dell'Anga Cuneo in festa

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Che bella domenica!

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PIANO DI SVILUPPO RURALE Psr in grave ritardo, bandi a fine anno

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INSERTO TECNICO L'INTERVISTA Latte: "No alla polvere, sì all'etichetta"

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SELVICOLTURA Semplificato il regolamento forestale

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FRUTTICOLTURA Pesche ottime, ma non basta

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IL CASO Danni da fauna, è piena emergenza

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CORILICOLTURA Un'intesa per nuove nocciole Il caldo anticipa la raccolta

19 19

CEREALICOLTURA Grano e orzo, raccolta non omogenea

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CONFAGRICOLTURA NEWS Viaggio all'Expo per tutti i soci

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LE NOSTRE AZIENDE In Langa i custodi delle nocciole IGP

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SPECIALE FIERE DI SALUZZO E VICOFORTE

L’Agricoltore cuneese N. 06 • AGOSTO 2015

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A qualcuno piace carne

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di Paolo Ragazzo

RINNOVATO IL CONSIGLIO DI CONFAGRICOLTURA CUNEO. A GUIDARLO SARÀ L'IMPRENDITORE AGRICOLO DI CAVALLERMAGGIORE

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n nuovo presidente, molte conferme e diverse new entry in Consiglio. Sono queste le note più significative emerse dall’assemblea annuale dei soci di Confagricoltura Cuneo che si è svolta sabato 11 luglio nella splendida cornice de “La Storta Resort” a Genola, nell’ambito degli eventi di “A qualcuno piace carne”. Ma andiamo con ordine. La notizia senz’altro più importante è il cambio alla guida dell’associazione agricola provinciale con il timone che passa da Oreste Massimino a Enrico Allasia. Per i prossimi tre anni sarà il 45enne imprenditore agricolo di Cavallermaggiore a guidare la Confagricoltura cuneese, per proseguire lungo il percorso di crescita tracciato dai suoi predecessori. “È per me un grande onore rappresentare la Confagricoltura di Cuneo, associazione a cui sono legato fin da quando ero poco più che un ragazzino - ha dichiarato il

ar sentire forte la voce delle aziende di Confagricoltura Cuneo, allevamenti in primis, per ribadire la centralità dell’agricoltura per la provincia di Cuneo. Era questo l’obiettivo principale della tre giorni di “A qualcuno piace carne”, il fitto calendario di eventi, iniziative e momenti associativi che dal 10 al 12 luglio hanno animato il “Resort La Storta” a Genola. Considerati l'ampio dibattito scaturito sulla valenza degli allevamenti cuneesi e il ruolo della carne nella nostra alimentazione, lo scopo è stato raggiunto appieno. Inizia in queste pagine il racconto dei tanti momenti che si sono susseguiti: dall'elezione del nuovo Consiglio di Confagricoltura Cuneo con il suo nuovo presidente, per proseguire con la consegna dei 4 ‘Aratri d’oro’ ad allevatori meritevoli e un ampio approfondimento sui contenuti del convegno “La carne NON è debole”, con cui la Confagricoltura di Cuneo ha chiamato a raccolta i rappresentanti delle filiere zootecniche della Granda, facendo chiarezza e mettendo in luce il valore aggiunto delle eccellenti produzioni bovine, suine e avicole del territorio. A chiudere un flash su momenti più conviviali, come la festa d’estate dell’Anga e la “Domenica in carne”, per le famiglie. “Siamo soddisfatti del positivo riscontro ottenuto dagli eventi di “A qualcuno piace carne” – sottolinea Enrico Allasia, neo presidente di Confagricoltura Cuneo -. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’aiuto della Camera di Commercio di Cuneo e dei numerosi sponsor che hanno sostenuto tutte le iniziative. Intenso è stato anche l’impegno di tutto il personale e dei collaboratori dell’associazione, che intendo ringraziare per aver dedicato un weekend della loro estate alla Confagricoltura”.

A S S E M B L E A

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Enrico Allasia è il nuovo presidente neo presidente Enrico Allasia -. Il nuovo Consiglio che sono chiamato a guidare e che ringrazio per la fiducia in me riposta, lavorerà nel segno della continuità. In questa non semplice fase economica, infatti, è più che mai necessario conciliare gli investimenti con la redditività. Ecco perché è importante risolvere l’annosa questione del PSR. Su questo fronte, Confagricoltura si è già fatta promotrice di azioni per ovviare allo scandalo del nuovo Piano di Sviluppo Regionale. Per colpa di ‘nessuno’ o di ‘non si sa bene cosa’, infatti, si sta bloccando in

PASSAGIO DI TESTIMONE. Da sinistra: Enrico Allasia, Oreste Massimino e Roberto Abellonio

Piemonte più di un miliardo di euro; fondi vitali per le aziende agricole del territorio”. Enrico Allasia, perito agrario, sposato e con due figlie, conduce insieme al fratello e ai cugini l’azienda “Allasia Plant”, impresa vivaistica forestale di riferimento a livello nazionale, che negli ultimi anni ha diversificato nelle energie rinnovabili (biomasse). Allasia non è un volto nuovo per gli associati, in quanto era già vice presidente dell’associazione agricola provinciale nel precedente mandato ed è presidente della sezione Risorse Boschive di Confagricoltura Piemonte, oltre che consigliere nazionale dell’Associazione Pioppicoltori e membro della Commissione nazionale del Pioppo. Con il presidente è stato rinnovato anche il Consiglio direttivo (vedi tutti i nomi e i volti nel box a fianco), che nelle prossime settimane si riunirà per eleggere i vicepresidenti. LE PRIORITÀ DEL MANDATO “Due in particolare, le priorità che mi stanno più a cuore – ha proseguito Allasia nel suo intervento di insediamento -. Punto primo: l’importanza della rappresentatività sindacale. In un momento in cui sovente ci sentiamo orfani di capisaldi

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importanti e di ogni tipo, la Confagricoltura di Cuneo vuole anzitutto essere sempre di più un punto di riferimento solido e strategico per i suoi associati. Punto secondo: la valorizzazione della produzione agricola. Si parla tanto di prodotto finito, ma poco, pochissimo di tutti i processi che conducono al risultato finale. Non si conosce, ad esempio, quanto impegno in risorse umane, capitali e tecnologia c’è dietro uno qualunque dei nostri prodotti. Pochi sanno i sacrifici e gli investimenti in ricerche necessari per produrre grano, mais, vino, latte e tutti gli altri prodotti agricoli. Serve quindi più attenzione nei confronti di chi produce”. “Nel ringraziare il presidente Oreste Massimino e il Consiglio precedente per l'impegno profuso e il lavoro svolto, - ha dichiarato Roberto Abellonio, direttore provinciale di Confagricoltura -, faccio i miei migliori auguri al nuovo Consiglio, affinchè possa operare con identica laboriosità ed efficacia. L'ingresso di alcuni giovani agricoltori garantisce un futuro alla nostra associazione che, con la massima collaborazione da parte dei dipendenti e collaboratori, è pronta ad affrontare sfide sempre nuove e complesse”. Dopo i saluti di Oreste Massimino, presidente uscente di Confagricoltura Cuneo, e l’intervento del vicepresidente nazionale di Confagricoltura, Ezio Veggia, l’assemblea è proseguita con la consegna delle onorificenze “Aratro d’oro”. Al termine della parte ufficiale la mattinata è proseguita con il pranzo sociale “Le carni in tavola”, dove sono stati distribuiti ai soci presenti i biglietti per l’Expo 2015 di Milano.

I 2 4 V O LT I D I C O N F A G R I C O LT U R A

Il Consiglio in carica fino al 2017 I 14 presidenti delle Sezioni, che entrano di diritto nel Consiglio, sono stati eletti nelle diverse Sezioni convocate nei mesi precedenti. Altri 10 consiglieri sono stati eletti direttamente dall'assemblea. Tutti rimarranno in carica fino al 2017.

Enrico Allasia

Oreste Massimino

Davide Vietto

Marco Castagnotti

Presidente Pres. Sind. Pr. Propriet. Conduttori

Pres. Sez. Avicunicola Ovicaprini

Pres. Sind. Prov. Impresa Familiare

Pres. Sind. Pr. Affitt. Cond. Economia

Aldo Gavuzzo

Roberto Barge

Alberto Brugiafreddo

Andrea Ingaramo

Pres. Sez. Frutta in guscio

Pres. Sez. Suinicola

Pres. Sez. Bovini da carne

Pres. Sez. Cereali e semi oleosi

Giampiero Degiovanni

Gianluca DeMaria

Alberto Giordano

Renato Negro

Pres. Sez. Vitivinicola Rosso

Pres. Sez. Ortofrutta Pres. Anga Cuneo

Pres. Sez. Vitivinicola Bianco

Graziano Giacosa

Alberto Cordero

Isabella Moschetti

Roberto Arneodo

Giovanni Gallo

Ilio Piana

Michele Vinai

Massimo Chionetti

Erio Paoletto

Dario Barbero

Carlo Barbero

SAVIGLIANO

ALBA

SAVIGLIANO

Pres. Sez. Lattiero-Casearia

Remo Tortone CUNEO

Pres. Sind. Pr. Pensionati

MONDOVÌ

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'Aratri d'oro' a 4 allevatori

l termine dell’assemblea annuale della Confagricoltura di Cuneo, sono stati consegnati gli “Aratri d’oro 2015”, riconoscimenti annuali che l’organizzazione professionale attribuisce ad agricoltori suoi associati che si siano particolarmente distinti nella loro attività. Quest'anno tale riconoscimento è andato a quattro allevatori cuneesi: Serafino Allerino (Canale), Mario Dogliani (Rocca de’ Baldi), Giuseppe Mellano (Savigliano) e Remo Tortone (Villafalletto). Di ciascuno riportiamo una breve scheda biografica. [E.I.]

SERAFINO ALLERINO

Piemontesi e Garronesi tra i vini pregiati del Roero Nasce a Canale nel 1936 e appena terminata la scuola dell’obbligo inizia a collaborare nell’azienda di famiglia. Nel 1962 sposa Maria Teresa, da cui ha quattro figli: Giuseppina, Giorgio, Marco e Riccardo. Nel 1983 decide di dare una svolta all’attività: costruisce una nuova stalla fuori paese con capi di razza Piemontese e Garronese. La vecchia cantina in centro paese viene ampliata e ammodernata, raggiungendo una capienza di 1.400 ettolitri. Qui si producono vini pregiati del Roero con un mercato che raggiunge clienti in tutta Italia. Oggi l’Azienda Agricola Margherita, comprende 30 ettari di terreno a Castagnito, Castellinaldo e Guarene. Da oltre 20 anni fa parte del Consiglio di Confagricoltura Cuneo e ha più volte ricoperto a livello provinciale e regionale l’incarico di presidente del Sindacato dell’Impresa Famigliare Diretta Coltivatrice.

MARIO DOGLIANI

Dove la razza Piemontese non conosce confini Nasce a Bene Vagienna nel 1940. Già da bambino affianca i genitori e il fratello nella conduzione a mezzadria della Cascina Moia a Bene Vagienna. Nel 1942 la famiglia di trasferisce nella Cascina Medica di Carrù: 60 giornate piemontesi con 50 capi bovini. Alla ricerca di un’azienda più grande, nel 1964 Mario e il fratello Giuseppe affittano dalla Curia la Cascina Chiesa in località Carleveri di Rocca de’ Baldi: 70 giornate piemontesi con un allevamento di circa 250 capi di razza Piemontese. Nello stesso anno Mario sposa Annamaria, dalla quale ha tre figli: Elio, Renato e Fabrizio. Nel 1980 realizza un complesso moderno con una nuova stalla; negli anni l’azienda continua a espandersi, aumentando il numero di vitelli da ingrasso allevati e la superficie coltivata.

GIUSEPPE MELLANO

Da mezzo secolo associato all'Unione Agricoltori Nasce a Savigliano nel 1942. La famiglia, da sempre residente a Savigliano, conduce la cascina Favà, 30 ettari di terreni e un allevamento di capi di razza Piemontese. Nel 1975 l’azienda passa nelle mani di Giuseppe e della moglie Anna Maria Chiavassa, sposata nel 1971 e da cui ha tre figli: i gemelli Roberto e Daniela, e Claudia. Negli anni l’azienda si ammoderna e cresce. Nel 2001 è il figlio Roberto a prendere in mano l’attività e, grazie al prezioso supporto del padre Giuseppe e alla sua grande esperienza, l’azienda continua a svilupparsi. Aumentano animali di razza Piemontese allevati e la superficie coltivata; oggi l’azienda Mellano alleva circa 200 capi di Piemontese e coltiva 130 giornate in pianura e circa 300 in alpeggio. Da 50 anni è associato all’Unione Provinciale Agricoltori.

REMO TORTONE

Una vita per l'azienda, l'associazione e la categoria Nasce a Savigliano nel 1944. Agli inizi degli anni ’60 la famiglia acquista un podere a Monsola. Nel 1963 la conduzione passa a Remo. Nel 1967 si sposa con Giuseppina Perotti che lo affianca nel lavoro con i figli Sergio e Marco. Dagli anni ’70 l’azienda cresce e si amplia: raddoppia la superficie e la consistenza dell’allevamento, produce latte, bovini piemontesi da macello e frutta. Alla fine degli anni ’90 aumenta la superficie investita a frutteto e converte la produzione in bovini Piemontesi. Nei primi anni 2000 Remo cede il testimone ai figli che conducono l'azienda con il papà. Remo è da sempre attivo nella vita sindacale, in rappresentanza dell’associazione e della categoria: presidente provinciale e vicepresidente del Sindacato Nazionale Pensionati di Confagricoltura. È stato consigliere di AgriPiemonteLatte e AgriPiemonteCarne, di Condifesa e di Anaborapi.

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A qualcuno piace carne I L

C O N V E G N O

La carne non tollera più altre falsità È IL CHIARO MESSAGGIO USCITO DAL CONVEGNO CHE SI È SVOLTO A GENOLA di Monica Arnaudo

Ferruccio DARDANELLO Presidente Camera di Commercio di Cuneo

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uneo è al numero uno tra le aree in cui c’è la più alta concentrazione di prodotti di qualità e il mondo della carne è uno dei “petali” di questo fiore, la zootecnica sta infatti diventando uno degli elementi di distinguo della qualità che contraddistingue i prodotti della Granda". Così Ferruccio Darda-

8 L’Agricoltore cuneese N. 06 • AGOSTO 2015

nello, presidente della Camera di Commercio di Cuneo ha aperto il convegno "La carne NON è debole", organizzato venerdì 10 luglio da Confagricoltura Cuneo in collaborazione con la Camera di Commercio, nella cornice de “La Storta Resort” a Genola. "L’importanza della provincia di Cuneo in questo settore - ha proseguito Dardanello è testimoniata non soltanto dai numeri, ma anche dalla forte credibilità che i prodotti della Granda hanno conquistato sul mercato. A testimoniarlo sono i dati congiunturali: nel 2014, in una fase economica difficile, in provincia di Cuneo l’export di carne è aumentato del 22% ed è diminuito quasi del 4%. Sono dati che ci riempiono di orgoglio e che ci fanno ben sperare per il futuro”.

Roberto ABELLONIO Direttore Confagricoltura Cuneo

Il settore zootecnico produce in Italia 30 miliardi di euro l’anno e occupa 400 mila addetti. Il Piemonte rappresenta il 15% del patrimonio nazionale e la provincia di Cuneo è assoluta protagonista con oltre il 65% dei capi allevati in regione. Sono i numeri importanti sottolineati dal direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio: “Il titolo del convegno è un po’ provocatorio, ma è importante evidenziare che la nostra è una filiera tutt’altro che debole - ha detto -. Negli ultimi anni il settore ha dovuto fronteggiare una serie di difficili cambiamenti, a cui si è aggiunta, ultimamente, una continua campagna diffamatoria volta a screditare l’intero comparto. Non abbiamo nessun pre-


Oreste MASSIMINO Presidente sezione Avicola Confagricoltura Cuneo

giudizio su chi la pensa diversamente, siamo disponibili al dialogo, ma senza fondamentalismi e radicalismi, in difesa di un settore che conta 250 mila allevamenti, 2 mila impianti di macellazione, 3 mila stabilimenti di lavorazione delle carni, 13 mila punti vendita della grande distribuzione, 40 mila macellerie”. A sottolineare i tanti problemi di disinformazione anche il presidente della sezione avicola provinciale e nazionale di Confagricoltura, Oreste Massimino: “Un’indagine di Rabobank, la più grande banca di investimento in zootecnia, evidenzia che nei prossimi 50 anni la domanda mondiale di proteine animali aumenterà, però si stanno diffondendo preoccupazioni per ambiente e benessere animale. I riflettori sono costantemente accesi sul nostro mondo, spesso messo in luce negativa e gridando allo scandalo. Criminalizzare un intero settore partendo da casi rarissimi è inaccettabile, ma dobbiamo rispondere a questi messaggi falsi e manipolati che non devono radicarsi nell’immaginario del consumatore. Dobbiamo dare un’informazione corretta”. La prima parte dei lavori, efficacemente moderati dal giornalista Federico Novella di Mattino 5, si è conclusa con l’intervento di esperti del settore, Luca Piretta, specialista in Scienze della Nutrizione Umana all’Università la Sapienza di Roma; Luca Varetto, dottore agronomo dell’Università degli Studi di Torino; Gianfranco Corgiat, direttore struttura “Prevenzione e Veterinaria” Regione Piemonte [vedi box a lato].

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L U C A P I R E T TA

"Proteine fondamentali" “Spesso si crede, sbagliando, che il totale delle calorie apportate da carboidrati, grassi e proteine, possa essere interscambiabile, ma non è così, ogni nutriente ha una sua funzione - ha detto Luca Piretta -. È sbagliato pensare che della carne si possa fare a meno, le proteine infatti rivestono un ruolo fondamentale nella struttura di una corretta alimentazione e non possono essere sostituite. Quelle di tipo animale devono far parte della nostra alimentazione perché forniscono dei nutrienti difficilmente reperibili nel mondo vegetale, in particolare la vitamina B12, essenziale per la crescita di tutte le cellule e la prevenzione dell’anemia e il ferro che negli alimenti di tipo vegetale non ha la stessa biodisponibilità, ma è del 2% rispetto al 10% di quello contenuto nei prodotti animali. Inoltre le proteine di origine animale contengono tutti gli amminoacidi essenziali che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare. Bisogna diffidare delle mode e seguire una corretta educazione alimentare".

L U C A VA R E T T O

"Allevamenti sostenibili" “I ruminanti hanno una potenzialità entusiasmante, perché nel loro corpo sono presenti batteri che permettono di combinare le proteine poco nobili e trasformarle, creando gli amminoacidi essenziali - ha spiegato Luca Varetto -. A fronte di questo prodigio c’è chi si schiera contro l’allevamento perché incolpa la zootecnia di un consumo di acqua che non è proporzionato al risultato che il settore offre in termini di sostegno alimentare. Analizzando i dati però si evidenzia che alcune produzioni vegetali hanno un impatto ambientale superiore a quelle animali. Un’altra nota negativa portata ad esempio per contestare gli allevamenti riguarda la produzione di azoto, ma esistono regole che pongono dei limiti molto rigidi nel rapporto tra animali allevati e terreni su cui poter spargere i reflui. Bisogna riflettere su cosa sarebbe il mondo senza: scomparirebbero o si modificherebbero i prati, la fauna, i pascoli, le architetture di montagna e le baite ma anche tante altre ambientazioni che anche i “non amanti” della carne frequentano”.

G I A N F R A N C O C O R G I AT

"Controlli da semplificare" “Bisogna uscire dalla semplificazione forzata, alcuni allevamenti sono effettivamente un problema, altri non lo sono per nulla - ha messo in chiaro Gianfranco Corgiat -. Esistono delle problematiche, però dobbiamo capire come possiamo controllare i rischi. L’Europa si è data delle regole molto alte sulla sicurezza alimentare, perché tenere alta l’asticella dei controlli da una parte è una misura di tutela e un’offerta di garanzia al consumatore, ma dall’altra è uno strumento per impedire l’invasione di prodotti stranieri. I controlli in Europa sono più raffinati rispetto a quelli di altre parti del mondo, nonostante questo il tema delle frodi sta prendendo piede, ma bisogna fare attenzione a truffe che non c’entrano nulla con la sicurezza alimentare. In Italia l’attenzione è forse eccessiva: le Asl del nostro Paese svolgono ogni anno 160 mila sopralluoghi, i Nas 40-45 mila, la positività è però relativamente bassa. Un mare di controlli che andrebbero semplificati e pianificati in maniera più integrata e coordinata per non mettere in ginocchio il settore”.

L’Agricoltore cuneese N. 06 • AGOSTO 2015

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Il pubblico durante la tavola rotonda al convegno di Confagricoltura a Genola

P A R O L A

A L L E

F I L I E R E

Dubbi e soluzioni nelle parole degli 'attori' della carne A GENOLA SI SONO CONFRONTATI: SERGIO CAPALDO (LA GRANDA), BARTOLOMEO BOVETTI (COMPRAL CARNE), LUIGI BIANCHESSI (LA NOVELLA) E ALDO BARALE (ORA AGRICOLA) di Monica Arnaudo

L

a seconda parte del convegno organizzato a Genola ha visto protagonista le filiere della carne cuneese. A confrontarsi in una tavola rotonda, raccontando la propria esperienza, sono stati quattro imprenditori cuneesi: Sergio Capaldo (cooperativa La Granda di Genola), Bartolomeo Bovetti (Compral Carne), Luigi Bianchessi (La Novella di Pianfei) e Aldo Barale (Ora Agricola di Cherasco). Un dialogo “formativo” che ha messo in luce i valori di un territorio che valorizza la qualità del Made in Italy, la tecnologia e l’avanguardia degli allevamenti, ma che ha sottolineato il difficile momento che sta vivendo il settore.

gato Sergio Capaldo -. Non è possibile dire che si abbassano i prezzi e si mantiene la qualità, è invece importante capire che sotto certe cifre bisogna preoccuparsi – l’abbiamo capito con il vino al metanolo – ma non l’abbiamo ancora capito con la carne. E’ fondamentale trovare un punto di contatto tra chi produce cibo e chi lo consuma, ma va pagato, perché altrimenti non posso pretendere di mangiare prodotti di qualità. Dobbiamo avere prodotti che si differenziano dagli altri, una buona produzione di carne, una corretta conservazione e vendita automaticamente valorizzano il prodotto”.

Sergio CAPALDO

Bartolomeo BOVETTI

Cooperativa La Granda

“Non c’è niente di pagato meno del prodotto agricolo, non dobbiamo cadere nell’inganno e confondere chi produce, chi trasforma e chi commercializza – ha spie-

Compral Carne

Una delle soluzioni possibili per raggiungere un’equità di prezzo è quella proposto da Bartolomeo Bovetti: “I prezzi così come sono oggi non vanno bene, sono

10 L’Agricoltore cuneese N. 06 • AGOSTO 2015

decisamente bassi rispetto ai costi di produzione. Trent’anni fa il prezzo del bovino si faceva sul mercato di Cuneo e veniva determinato dalla legge della domanda e dell’offerta. Oggi, nella modernità del rapporto tra l’impresa che produce e l’azienda che vende, è necessario stabilire il prezzo sulla base dei costi di produzione, della forza di comunicazione nello spiegare la produzione e il suo valore, facendo quindi diventare l’allevatore protagonista. La nostra cooperativa commercializza 10.000 capi all’anno e pone al centro di tutte le scelte gli allevatori. Non possono essere altri a dettare le regole, nè la Grande distribuzione nè le Associazioni, vogliamo che la produzione sia organizzata dagli allevatori-imprenditori, naturalmente in collaborazione con tecnici ed esperti di marketing, ma è su questo che dobbiamo puntare”.

Luigi BIANCHESSI La Novella

Ad aggiungersi alle difficoltà di mercato alcuni operatori del settore sottolineano polemicamente anche una scarsa attenzione al settore da parte della Politica. “Ci sono elementi sui quali la Politica dovrebbe intervenire direttamente o perlomeno fare delle verifiche - ha commentato Luigi Bianchessi -. In questi giorni, ad esempio, è stato fatto un Decreto, in cui vengono instituite delle Commissioni nazionali uniche in sostituzione delle Borse merci. Chiudono una realtà che funzionava abbastanza bene, così non sappiamo come faremo da settembre-ottobre a contrattare le merci per rifornire i nostri allevamenti e fare i mangimi. Tutto questo è passato


A qualcuno piace carne sotto silenzio, anche da parte dei media, forse perchè coinvolge troppe poche persone per interessare a qualcuno”.

Aldo BARALE Ora Agricola

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Il settore è in continua evoluzione con aziende di prim’ordine nel panorama nazionale, come l’Ora Agricola di Cherasco, principale macello avicolo del Nord-Ovest. “Quest’anno macelleremo circa 15 milioni di capi, 45 milioni di chilogrammi all’anno, fatturato sugli 80 milioni, circa 350 dipendenti sullo stabilimento di Roreto di Cherasco – ha spiegato Aldo Barale -. Abbiamo aumentato e migliorato la qualità della carne grazie alla parte produttiva. Il Piemonte produce solo il 4% degli animali prodotti in Italia, contro regioni come l’Emilia o come il Veneto che sono oltre il 30%. Abbiamo scelto aziende agricole medio-piccole che danno la possibilità ai nostri tecnici di poter agire molto bene sull’allevamento, fatto grandi investimenti sulla lavorazione e il raffreddamento. La nostra distribuzione è orientata per il 60% verso la Grande Distribuzione, un 35% lo fanno i grossisti e un 10% lo fa la ristorazione”. Al termine dei lavori tutti al buffet offerto dalla Ora Agricola.

B O T TA & R I S P O S TA Con il convegno "La carne NON è debole" Confagricoltura ha colto nel segno. Le reazioni di chi non la pensa come l'associazione, infatti, non si sono fatte attendere. È il caso ad esempio dell'articolo pubblicato su Targatocn sabato 18 luglio dal titolo "La legge non tutela gli animali, soprattutto se non sono considerati d’affezione", dove volontari della LAV (Lega Anti Vivisezione) di Cuneo hanno preso spunto dagli eventi di Genola per rilasciare una serie di dichiarazioni sugli allevamenti. A loro ha risposto Oreste Massimino di Confagricoltura Cuneo.

"Gli allevamenti rispettano le regole" Gentile direttore, desidero chiedere ospitalità sul Suo portale per rispondere alle considerazioni rilasciate da un gruppo di volontari della LAV e da voi pubblicate lo scorso 18 luglio, a proposito dell’evento “A qualcuno piace carne”, organizzato da Confagricoltura Cuneo a Genola dal 10 al 12 luglio. 1 - Ogni idea, anche quelle che non si condividono, va rispettata. 2 - Esistono rigorose normative per il benessere animale indicate dall’Unione Europea a cui gli allevamenti si attengono e che le ASL verificano puntualmente. 3 - La prima aspirazione di un popolo che esce dalla povertà è quella di passare da un’alimentazione esclusivamente vegetale ad un’altra basata su proteine animali. Autorevoli ricerche stimano, infatti, che anche nei prossimi anni, visto lo sviluppo di Paesi emergenti, il consumo di carne è destinato a crescere ulteriormente. 4 - I nuovi sistemi di allevamento e le nuove tecniche di coltivazione non affamano il mondo, ma anzi lo salvano dalla fame. Non molti anni fa la popolazione mondiale era di 4 miliardi di persone e il 40% di esse soffriva la fame. Ora siamo oltre 7 miliardi e la quota di persone con problemi di denutrizione si è ridotta al 15%. 5 - Durante il convegno “La carne NON è debole” a Genola sia il professor Luca Piretta, nutrizionista dell’Università La Sapienza di Roma, sia il professor Luca Varetto, agronomo dell’Università di Torino, hanno dichiarato non sostenibile un mondo completamente vegetariano e tantomeno vegano. 6 - Noi non vogliamo tacciare di “fondamentalismo” nessuno, ma invito i volontari LAV a vedersi la puntata di “Announo” andata in onda il 21 maggio su La7, ben commentata qualche giorno dopo in un editoriale da Aldo Grasso, celebre critico televisivo, sul Corriere della Sera, che ha definito “piccoli estremisti”, “talebani del nutrizionismo” e “integralisti del cibo politicamente corretto” molti degli ospiti chiamati a scagliarsi in modo sensazionalistico contro gli allevamenti. Concludendo, credo che in un mondo in cui tutti sono abituati a chiedere rispetto, la zootecnia italiana possa esigerlo a pieno titolo, considerato il grande ruolo che riveste per l’economia. E non sono certo esempi di tolleranza episodi come il recente vile attentato ai danni del Gruppo Veronesi, a cui va la solidarietà di Confagricoltura, quando ignoti criminali hanno appiccato il fuoco a 15 automezzi pesanti carichi di alimenti pronti per essere consegnati agli allevamenti. Grazie per l’ospitalità. Oreste Massimino Presidente nazionale e provinciale della sezione Avicola di Confagricoltura

Prendersi cura degli unghioni delle vacche è fondamentale al fine di garantire il benessere e la salute delle bovine. Con l’utilizzo dei sistemi più tradizionali, non è possibile trattare più d’una decina di vacche al giorno e questo rende impossibile fare prevenzione. Per questo abbiamo deciso d’investire in sistemi d’avanguardia, grazie ai quali l’operatore può lavorare molto più velocemente e può curare molti più capi al giorno, di conseguenza, ha quindi il tempo per effettuare un pareggio funzionale preventivo sull’intera mandria per prevenire le zoppie e l’aggravarsi di patologie già esistenti. Perchè riuscire a prevenire le zoppie riduce la necessità di mandare al macello animali che possono essere ancora produttivi.

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A qualcuno piace carne

Giovani in festa

A N G A

VENERDÌ 10 LUGLIO TANTI AGRICOLTORI 'UNDER 40' HANNO PARTECIPATO AL RITROVO D'ESTATE DELL'ANGA CUNEO

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DOPPIO MOMENTO. Prima il confronto, poi la festa

ella serata di venerdì 10 luglio, il “Resort La Storta” ha ospitato la partecipata festa d’estate dei giovani Anga Cuneo, iniziata con un momento di confronto e dibattito tra giovani agricoltori con gli interventi di due allevatori. Per primo ha preso la parola Alberto Abrate dell’azienda suinicola ‘San Filippo’: “Il lavoro in allevamento mi piace - ha detto -, ma il settore soffre diverse difficoltà legate alla scarsa remunerazione dei suini e alla forte concorrenza che arriva da oltreconfine. Servono iniziative di sistema per il rilancio del suino piemontese perché oggi il mercato non ripaga gli sforzi fatti dagli allevatori”. A seguire è intervenuto Paolo Solavaggione dell’azienda bovina ‘La Pie-

Che bella domenica!

monteisa’: “Ho iniziato nel 2009 facendomi il mutuo per realizzare la stalla - ha esordito -, un paio di anni dopo sono diventato fornitore della cooperativa La Granda e da allora allevo capi di Piemontese puntando alla massima qualità. È questa la strada per differenziarci e il mercato ci sta premiando, nonostante costi di produzione sempre al rialzo”. Il presidente dell’Anga, Alberto Giordano, ha ricordato le iniziative svolte nel suo primo anno di mandato e ha dichiarato: “La costante di tutti i comparti agricoli è la poca rimuneratività dei prodotti. Questo significa faticare a programmare nel medio-lungo termine il futuro e gli investimenti”. La festa è proseguita con la cena e con musica e danze fino a tarda notte.

F A M I G L I E

GLI EVENTI DI GENOLA SI SONO CHIUSI CON LA GIORNATA PER LE FAMIGLIE di Enzio Isaia

N

on c'era modo migliore per chiudere la tre giorni di eventi di "A qualcuno piace carne" con una domenica (12 luglio) rivolta alle famiglie in cui degustare le tanti carni bovine, suine e avicole fornite da Compral Carne, La Granda e Ora Agricola e imparare a conoscere da vicino l'universo della carne cuneese grazie alla lezione di Alberto de Magistris (Optima Carne) e allo show-cooking dello chef Paolo Meneguz dell’Agriturismo Rèva di Monforte d’Alba. Il sole e l'ombra dei grandi alberi del parco del

Resort La Storta, poi, hanno reso la giornata ancora più piacevole e le centinaia di persone presenti hanno potuto così trascorrere in amicizia e relax l'intera giornata. I bambini si sono divertiti partecipando al percorso didattico su una corretta educazione alimentare, ma soprattutto grazie all'attività di animazione e gonfiabili per l’intera giornata. "Era per noi una sorta di esperimento - confessa il direttore Roberto Abellonio - ed è riuscito molto bene, così come tutta la tre giorni. Quindi appuntamento alla seconda edizione".

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Psr 2014/2020 in Piemonte

5,87%

su base nazionale

1,1 miliardi € +10%

rispetto alla precedente programmazione

Il Piemonte con il Psr 2014/2020 potrà contare su 1,1 miliardi di euro, il 5,87% del totale assegnato su base nazionale, ma soprattutto il 10% in più rispetto alla precedente programmazione

Psr in grave ritardo, bandi a fine anno IN ALTRE REGIONI I PIANI DI SVILUPPO RURALE SONO GIÀ STATI APPROVATI DALLA UE. AZIENDE PIEMONTESI PENALIZZATE di Gilberto Manfrin

P

sr, questo sconosciuto. Archiviata la presentazione delle domande Pac con una serie inenarrabile di difficoltà tecnico-burocratiche e con molti dubbi ancora da chiarire, il nuovo 'problema' degli agricoltori si chiama ora Psr. La Regione Piemonte, con enorme ritardo, ha inviato solo nei giorni scorsi a Bruxelles le correzioni al testo del nuovo Psr per le fasi finali del negoziato. BANDI SOLO PER FINE ANNO Di questo passo e visti i tempi, il Programma di sviluppo rurale 20142020 (2015-2020, correggendo il tiro) del Piemonte però, sarà definitivamente approvato, se va bene, per fine agosto ed inizio settembre, il che significa bandi a disposizione solo per l’inverno. Il rischio, ormai concreto, è quello di perdere un intero anno di operatività. “Siamo fortemente preoccupati per questi ritardi nell’approvazione del Piano di sviluppo rurale - dice Confagricoltura -. Il tempo perso è un grave danno per molte aziende, soprattutto per il ritardo che avranno nel fare investimenti. Gli aiuti rappresentano una delle poche possibilità in grado di rafforzare le aziende e la loro presenza sui mercati nazionali ed internazionali e renderle più competitive”. "Considerando i tempi tecnici per

l’esame della nuova proposta e confidando nella benevolenza (non scontata) dell’Unione Europea, nella migliore delle ipotesi, potremmo avere i primi bandi attivi proprio per la fine dell’anno - aggiunge Marco Bruna, direttore della Confagricoltura zona di Saluzzo e Savigliano -. In questo modo gli imprenditori agricoli piemontesi avranno perso almeno 3-4 mesi di tempo, sempre nella migliore delle ipotesi, rispetto ai loro colleghi veneti, friulani, emiliani, toscani e, da ultimi, i lombardi, che si ritrovano con piani già approvati". "Avremo mesi di vuoto in cui le aziende non potranno predisporre nessuna domanda - rincara la dose Gualtiero Dalmasso dal Caa di Confagricoltura Cuneo -. Il Piemonte, rispetto ad altre importanti regioni del nord Italia, ha presentato il proprio piano a Bruxelles in ritardo; avremo un piano approvato, a questo punto, solo dopo l’estate, con bandi in inverno". È MANCATO IL CONFRONTO Nel frattempo emerge un altro dettaglio. A livello regionale Confagricoltura aveva chiesto alla Regione di poter segnalare, in un apposito tavolo, le proprie osservazioni prima che il piano fosse rispedito a Bruxelles. Un confronto che sarebbe dovuto servire per discutere, approfondire

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ed eventualmente condividere, anche con le altre organizzazioni agricole, quanto contenuto nei documenti predisposti prima di essere rimandati alla Commissione europea. Niente di tutto ciò, a quanto pare, è avvenuto. “Aspettavamo che la Regione definisse le risposte alle osservazioni dell’Ue e che ce le sottoponesse quanto prima conclude Gian Paolo Coscia, presidente di Confagricoltura Piemonte -. Tutto questo non è avvenuto. Ne prendiamo atto, senza polemica e sperando in bene. Il Psr resta uno strumento competitivo importante, che incide sulla capacità delle imprese di stare sul mercato e fare reddito”. NON USATI MOLTI FONDI DELLA VECCHIA PROGRAMMAZIONE Il ritardo nell’approvazione del Psr 2014-2020 è tornato utile, se non altro, per concentrare tutte le energie sull’attuazione degli ultimi interventi della precedente programmazione. Le singole regioni hanno continuato a lottare contro il tempo per non perdere alla fine di ogni anno parte di tali fondi in quanto inutilizzati. La regola del disimpegno automatico (ovvero il ritorno dei fondi inutilizzati alle casse comunitarie) è una tagliola che si presente regolarmente nell’ultimo trimestre di ogni anno e impegna le amministrazioni regionali nella ricerca di soluzioni per realizzare, negli ultimi giorni di dicembre, la spesa. Il rischio è il ritorno nelle casse comunitarie e da qui in quelle di qualche Stato membro più solerte. L’ultimo report sullo stato di avanzamento della spesa per i Fondi 2007/2013 evidenzia, al 30 giugno 2015, un residuo di spesa di 1,4 miliardi di euro a livello nazionale da spendere entro il 31 dicembre del 2015. Il Piemonte entro tale data deve ancora impegnare 63,3 milioni di euro, pari al 14,3% del proprio budget. Regioni come il Veneto, le province autonome di Trento e Bolzano, Emilia Romagna e Lombardia hanno impegnato più soldi, nell’ordine di solo il 5-10% di soldi non ancora spesi. "Si poteva certamente fare di meglio per impegnare questi soldi - sostiene la Confagricoltura Cuneo -. Queste mancate spese derivano però da un’eccessiva burocrazia per predisporre le domande, frutto di troppe verifiche e richieste di documenti aggiuntivi per soddisfare quanto contenuto nei bandi".


INSERTO TECNICO

N. 08 • 2015

NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE E APPROFONDIMENTI SU WWW.CONFAGRICOLTURACUNEO.IT O SU WWW.FACEBOOK.COM/CONFAGRICOLTURACUNEO

FEASR

Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l'Europa investe nelle zone rurali

PIANO ASSICURATIVO INDIVIDUALE PER I CONTRIBUTI EUROPEI

È

stata pubblicata la circolare Agea n.305 del 2 luglio 2015 sulle modalità di accesso ai contributi comunitari per le coperture assicurative. La circolare individua nel Pai (Piano assicurativo individuale) il nuovo documento essenziale per accedere agli aiuti sulle assicurazioni. Il Pai dev’essere compilato dagli agricoltori per accedere ai contributi e deve essere conforme alla polizze assicurative informatizzate. Pertanto, le aziende agricole che desiderino richiedere il contributo sul premio assicurativo per le polizze agricole per la campagna 2015, devono procedere alla sua compilazione e presentazione. La compilazione del Pai deve combaciare con i dati riportati nel fascicolo aziendale e con quelli dichiarati dall’agricoltore nel piano di coltivazione dell’azienda. Oltre ai dati identificativi dell’azienda, il Pai riporta i riferimenti catastali delle superfici e il riepilogo delle produzioni da assicurare (prodotto, soglia, tipologia di garanzia, superficie assicurata, resa, prezzo unitario e valore assicurato). Il Pai è, di fatto, un allegato alla polizza che deve essere presentato in via telematica ed è indispensabile rivolgersi al proprio Caa di riferimento per la sua compilazione. Scadenze: il termine del 31 luglio per il caricamento delle polizze individuali è slittato al 7 settembre; il termine del 31 luglio per il caricamento polizze collettive uva da vino da parte dei Condifesa è slittato al 17 agosto; il termine del 7 agosto per il caricamento a sistema delle domande per la richiesta del premio assicurativo uva da vino è slittato al 7 settembre. Per maggiori informazioni rivolgersi agli uffici del Caa di Confagricoltura Cuneo al numero 0171/ 692143.

Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111.1 sottoazione B Informazione nel settore agricolo

POLIZZE AGRICOLE AGEVOLATE, AIUTI FINO AL 65% DEI PREMI

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ornite da Agea le modalità di accesso ai contributi comunitari per le coperture assicurative agricole. Le polizze devono essere stipulate prima dell'insorgenza dei rischi e hanno durata massima annuale, comunque non oltre il 31 dicembre. Circa le produzioni vegetali, le polizze coprono l'intero ciclo colturale che può concludersi anche nell'anno solare successivo a quello di stipula. Le polizze agevolate possono coprire perdite causate da avversità atmosferiche assimilabili alle calamità naturali, danni a strutture aziendali e impianti produttivi causati da avverse condizioni atmosferiche, costo di rimozione e la distruzione degli animali morti per qualunque causa e perdite subite a causa di epizoozie od organismi nocivi ai vegetali, o a seguito dell'adozione di misure di risanamento da epizoozie endemiche. L'intensità massima di aiuto sulle polizze per perdite causate da avversità atmosferiche assimilabili alle calamità naturali è limitata al 65% del costo del premio. Questo per contratti assicurativi che prevedono un risarcimento qualora il danno sia superiore al 30% della produzione. L'intensità massima di aiuto sulle polizze per danni a strutture aziendali e impianti produttivi causati da avverse condizioni atmosferiche, distruzione degli animali morti per qualunque causa e perdite subite a causa di epizoozie od organismi nocivi ai vegetali è limitata al 50% del costo del premio. L'assicurazione compensa solo il costo necessario per ovviare alle perdite e non comporta obblighi né indicazioni circa il tipo o la quantità della produzione agricola futura.

INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 06 • AGOSTO 2015

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AL VIA IL SECONDO TRATTAMENTO PER LA FLAVESCENZA

IN ARRIVO TRAMITE PEC GLI AVVISI DI ACCERTAMENTO DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE

A breve l’Agenzia delle Entrate invierà tramite Pec gli avvisi di accertamento scaturiti dal controllo incrociato delle dichiarazioni Iva, Modelli 770, Spesometro e dichiarazioni dei redditi. Le aziende che hanno hanno lasciato a Confagricoltura l’incarico della gestione della posta saranno tempestivamente avvisate in caso di ricezione di avvisi di accertamento. Il contribuente destinatario della comunicazione può regolarizzare gli errori e le violazioni mediante il ravvedimento operoso ex art. 13, D.Lgs. n. 472/97, “beneficiando della riduzione delle sanzioni in ragione del tempo trascorso dalla commissione delle violazioni stesse". Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi all'ufficio Paghe della Confagricoltura Cuneo al numero 0171/692143.

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'LUNA PRIVILEGE': NON USARLO PER TRATTAMENTI ANTIBOTRITICI

Il settore Fitosanitario della Regione Piemonte ha fornito indicazioni in merito all'impiego di Luna Privilege (Fluopyram 500g/L) per i prossimi trattamenti antibotritici in viticoltura della campagna 2015. Sono state osservate in alcune zone viticole italiane manifestazioni anomale di sviluppo della vite, che potrebbero essere associate all'impiego di Luna Privilege. La ditta produttrice sta analizzando la situazione e raccogliendo informazioni in merito; le indagini non hanno finora evidenziato un legame tra l'uso di Luna Privilege ed i sintomi osservati. Tuttavia, in via cautelativa e in attesa del completamento delle verifiche in corso, la ditta produttrice raccomanda di applicare Luna Privilege da solo, con un unico trattamento alla dose di etichetta ed entro la fase di pre-chiusura grappolo. Allo scopo di applicare pienamente e in modo diffuso in Piemonte tale raccomandazione, si consiglia di non utilizzare tale prodotto per gli eventuali interventi antibotritici durante l'invaiatura e la maturazione dell'uva nell'attuale campagna di difesa. www.tec-artigrafiche.it

al 20 luglio scorso può essere effettuato il secondo trattamento contro lo Scaphoideus titanus, vettore della Flavescenza dorata. La data di inizio ed il periodo potranno variare in funzione della situazione del ciclo dello scafoideo rilevato nelle diverse aree, del periodo di carenza delle sostanze attive utilizzate e alle vendemmie precoci per moscato e le basi spumante. In particolare nel Doglianese il trattamento dovrebbe già essere avvenuto tra il 29 luglio e il 2 agosto (primi giorni nel Doglianese, ultimi giorni nel Monregalese). Nei Comuni dove sono stati attivati specifici Progetti Pilota attenersi ai comunicati locali. Dopo aver trattato con l’insetticida e trascorso il tempo di rientro (almeno 48 ore), è importante estirpare le piante malate ed eliminare i tralci con sintomi: questo serve per togliere la fonte di fitoplasma che rende infettivo l’insetto vettore (scafoideo). Si ricorda che clorpirifos etile può essere impiegato solo entro il 30 luglio (o in post vendemmia). Per le aziende aderenti ai programmi agroambientali gli insetticidi utilizzabili sono: Acetamiprid, Thiamethoxam Clorpirifos etil (entro il 30/07), Clorpirifos metil, Etofenprox. Se il secondo trattamento insetticida viene posticipato in prossimità della vendemmia, è possibile utilizzare i Piretroidi (1 solo trattamento all’anno) rispettando i tempi di carenza. Nel secondo trattamento si deve utilizzare una sostanza attiva diversa da quella impiegata nel primo trattamento. In tutti i casi è importante controllare il pH della soluzione, poiché la maggior parte degli insetticidi necessitano di un ambiente acido o subacido (pH < 6,5-6) per esplicare la loro azione. Si ribadisce l’importanza, prima di trattare, di eliminare tramite sfalcio e appassimento o asportazione eventuali fioriture spontanee nella vegetazione sottostante le viti. Devono essere evitati i trattamenti in presenza di melata da metcalfa nei mesi di luglio e agosto. Nel caso di presenza di melata, per evitare apicidi, è utile intervenire in precedenza con un trattamento con sali potassici per il lavaggio della melata. Il trattamento deve inoltre essere effettuato in assenza di vento per evitare fenomeni di deriva. L’inosservanza di tali norme può causare gravi danni all’apicoltura. È indispensabile che i tecnici dei servizi di assistenza in viticoltura riportino queste avvertenze nei loro comunicati per l’effettuazione dei trattamenti insetticidi. Per ulteriori informazioni contattare gli uffici della Confagricoltura Cuneo.

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II INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 06 • AGOSTO 2015


COME SI APPLICA IL DURC ON-LINE IN AGRICOLTURA

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QUATTORDICESIMA PER I PENSIONATI: COME FARE PER OTTENERLA

al primo luglio è scattata la riforma del Durc online in base alla quale determinate tipologie di documento unico di regolarità contributiva si possono richiedere solo attraverso la nuova procedura telematica, accessibile attraverso i siti web di INPS e INAIL. Le nuove modalità di verifica della regolarità contributiva per via telematica e in tempo reale si applicano anche ai datori di lavoro e ai lavoratori autonomi iscritti nella gestione agricoltura. Lo ha precisato l'Inps con circolare 126/2015, puntualizzando che la verifica della regolarità delle imprese agricole che occupano alle loro dipendenze operai a tempo determinato o indeterminato, a decorrere dal 1° luglio 2015, deve essere effettuata esclusivamente dal portale Inps e non anche dal portale Inail, in quanto tutti i contributi previdenziali e assistenziali dovuti dalle imprese agricole, compresi quelli antinfortunistici, sono riscossi dall'Inps. Fanno eccezione a questa regola le cooperative di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli di cui alla legge 240/1984, la cui regolarità potrà essere verificata anche accedendo al portale Inail, essendo tali imprese titolari, per gli operai a tempo determinato e indeterminato, di posizione assicurativa territoriale (Pat). Si ricorda che in base alla legge 81/2006 le disposizioni relative al documento di regolarità contributiva per l’accesso ai benefici e alle sovvenzioni comunitarie si applicano alle imprese agricole limitatamente ai contributi dovuti per le prestazioni lavorative effettuate a decorrere dal 1° gennaio 2006.

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al 2007 viene riconosciuta la 'quattordicesima' mensilità ai pensionati con un’età pari o superiore a 64 anni e in possesso di un reddito complessivo non superiore a 1,5 volte il trattamento minimo annuo (per il 2015 è di 501,89 € x 13 = 6.524,57 x 1,5 = 9.786,86). Il riconoscimento della ‘quattordicesima’ tiene conto dell’anzianità contributiva del beneficiario, così prevista: per lavoratori dipendenti fino a 15 anni di contribuzione (fino a 18 per lavoratori autonomi) 336 euro; per lavoratori dipendenti oltre 15 e fino a 25 anni di contribuzione (oltre 18 e fino a 28 per i lavoratori autonomi) 420 euro; per lavoratori dipendenti oltre 25 anni di contribuzione (oltre 28 per i lavoratori autonomi) 504 euro. Le modalità di riconoscimento del beneficio sono trattate separatamente dall’Inps a seconda se il pensionato sia della gestione privata (Inps), pubblica (ex-Inpdap) o spettacolo (ex-enpals). In ogni caso, la verifica reddituale avviene: nel caso di prima erogazione sul reddito complessivo dell’anno in corso; nel caso di erogazione successiva alla prima, sul reddito dell’anno in corso; nel caso di redditi derivanti da prestazioni note al Casellario Centrale dei pensionati, sul reddito dell’anno precedente per redditi diversi da prestazioni. La ‘quattordicesima’ viene attribuita direttamente dall’Istituto - sulla mensilità di luglio 2015 - ai soggetti che risultano in possesso dei requisiti reddituali previsti. Tutti i pensionati che riceveranno la ‘quattordicesima’ troveranno riscontro nel cedolino del mese di luglio 2015. I pensionati non individuati dalla banca dati Inps e che sono in possesso dei previsti requisiti per richiedere la ‘quattordicesima’ mensilità, possono presentare domanda online con il proprio pin o rivolgendosi al patronato Enapa.

INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 06 • AGOSTO 2015

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Merlo vince il premio

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Macchina dell’anno 2015! 2

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L'intervista

"Latte: no alla polvere, sì all'etichetta" IL PRESIDENTE NAZIONALE LUIGI BARBIERI ANALIZZA I TEMI PIÙ 'CALDI' DEL COMPARTO di Gilberto Manfrin

I

l comparto latte vive un periodo di forti novità; Luigi Barbieri, presidente della federazione Latte di Confagricoltura, prova a fare chiarezza. Questione latte in polvere: Confagricoltura ha manifestato preoccupazione, ma allo stesso tempo disponibilità per trovare una soluzione adeguata, per la procedura sul divieto in vigore in Italia di utilizzare latte in polvere nella produzione lattiero-casearia richiamando la necessità di una migliore etichettatura... "Voglio ribadire la posizione di contrarietà di Confagricoltura alla misura europea che prevede la possibilità di produrre formaggi utilizzando latte in polvere. Le nostre produzioni casearie sono di qualità elevata e per questo motivo riteniamo che debba essere salvaguardato l’utilizzo del nostro latte per le produzioni nazionali. Non riteniamo corretto, però,

fare sensazionalismi dando versioni irreali e non veritiere nei riguardi di ciò che sta accadendo e che viene richiesto dall’Ue. È sbagliato parlare di formaggi senza latte e non corrisponde alla realtà l’affermazione secondo cui le nostre Dop rischiano di sparire poiché queste hanno disciplinari propri che prevedono l’utilizzo non solo di latte fresco, ma di latte munto in un determinato areale, da animali alimentati secondo determinati criteri. Per quanto riguarda l’aggiunta di polvere di latte nella caseificazione, pratica alla quale siamo contrari, si tratta di una attività diffusa in altri paesi comunitari che esportano nel nostro Paese. In riferimento a questo fenomeno sarebbe più importante fare pressioni sindacali a favore di un'etichettatura obbligatoria dell’origine del latte impiegato nella produzione casearia. Ma ho l’impressione che l’Ue non voglia decidere in questa direzione. Abbiamo

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incontrato i politici europei a Bruxelles e ci è apparso evidente che manchi una concreta volontà di applicare l’etichettatura obbligatoria. L’aspetto più spiacevole è la presenza di soggetti che sono più interessati a cercare il clamore delle prime pagine dei giornali più che affrontare in modo costruttivo i problemi". Senza quote il settore si trova in una particolare situazione d'instabilità. Quale futuro per il comparto senza uno strumento che regoli la produzione? "Come previsto, la fine delle quote sta evidenziando una forte fragilità del nostro sistema produttivo. I costi di produzione del latte italiano sono superiori a quelli dei competitor del centro e nord Europa e in assenza di una maggior valorizzazione dei prodotti nazionali la nostra zootecnia non regge la concorrenza. Inoltre a un aumento della produzione di latte non è seguito un aumento della domanda e, insieme alla stagnazione economica continentale, si è aggiunta una tensione politica internazionale (al cui apice c’è l’embargo russo) che ha portato al crollo delle quotazioni del latte. Abbiamo sempre manifestato contrarietà alla fine del sistema delle quote e per questo motivo incontrammo varie volte il Commissario europeo Mariann Fischer Boel per spiegare come questa politica avrebbe impattato negativamente sul sistema allevatoriale nazionale. Eliminate le quote ritengo quindi che sia improbabile che si riesca a reinserirle o a trovare sistemi di regolamentazione dell’offerta (es. proposta Dantin) che possano realmente funzionare. A mio parere, ciò che il nostro Paese dovrà fare è concentrarsi

sulla produzione di formaggi e trasformati di grande qualità e sulla commercializzazione, promozione ed export degli stessi. Dobbiamo favorire la trasformazione in formaggi del nostro latte affinché venga trovata una collocazione sui mercati a prezzi che ripaghino la qualità e i maggiori costi di produzione. Il capitolo quote latte si è chiuso, ma questa decisione è stata errata, in quanto l’uscita da questo sistema trentennale non è stata assolutamente assistita". Che senso ha continuare a pagare multe sulle quote, che non ci sono più? Non è forse arrivato il tempo di chiudere definitivamente i "conti" pregressi? "La fine del sistema non significa la fine del contenzioso sulle multe non pagate. Situazione diversa sono invece le multe che verranno generate nella campagna 2014/2015. Ritengo che gli allevatori italiani dovrebbero pagare la multa relativa alla sovrapproduzione nazionale trattenuta dall’Ue e non un euro in più: tutto lo spazio della restituzione andrebbe utilizzato per evitare che i nostri produttori si trovino a pagare una sanzione più elevata rispetto a quella richiesta dall’UE".

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Selvicoltura

Semplificato il regolamento forestale

“L

e modifiche approvate dalla Giunta regionale lo scorso 6 luglio erano decisamente necessarie e vanno nell’ottica di semplificare gli adempimenti per una corretta gestione del patrimonio boschivo in Piemonte. In particolare: l’eliminazione della comunicazione del taglio corredata da relazione tecnica e la ridefinizione dei casi in cui è possibile presentare una comunicazione semplice, non necessaria nell’ambito dell’autoconsumo, per i tagli fino ai 150 quintali per anno solare, rappresentano importanti novità per gli operatori del settore”. Così Enrico Allasia, neo presidente di Confagricoltura Cuneo e presidente della sezione Pioppicoltura e Risorse boschive di Confagricoltura Piemonte, commenta i cambiamenti che entreranno in vigore dal 1° settembre 2015. LE PRINCIPALI NOVITÀ 1- La comunicazione corredata da relazione tecnica (art. 5) viene eliminata e contestualmente vengono ridefiniti i casi per cui sono previste la comunicazione semplice (art. 4) o l'autorizzazione con progetto d'intervento (art. 6); tali istanze, a partire dal 1° settembre 2017, potranno essere presentate solo per via telematica (art. 3). 2 - Anche per agevolare la raccolta delle informazioni ai sensi del Regolamento (UE) 995/2010 (dovuta diligenza), la comunicazione semplice non sarà richiesta per tagli fino a 150 quintali per anno solare, destinati all'autoconsumo del proprietario, del possessore o dell'acquirente del bosco in piedi. Nei boschi a governo a misto il taglio della componente a fustaia dovrà rispettare le epoche di intervento di quella a ceduo (art. 18), tali epoche dovranno essere rispettate anche per i robinieti e i castagneti, per i quali sono inoltre previste modalità di gestione specifiche (art. 55), a prescindere dalla forma di governo (ceduo, fustaia o governo misto). 3 – Semplificati i requisiti professionali per l’esecuzione degli interventi selvicolturali (art. 31); gli interventi su superfici superiori ai 5.000 m2 dovranno essere realizzati da almeno un operatore in possesso delle competenze professionali riferite all’unità formativa “Utilizzo in sicurezza della motosega nelle operazioni di abbattimento ed allestimento” (F3) oppure di un attestato di frequenza ad un corso di formazione "specifica" dei lavoratori per il settore ATECO 2007 - A02 (Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali) ai sensi del d. lgs. 81/2008. Tali requisiti sono richiesti indipendentemente dal tipo di intervento e non sono previste deroghe per proprietari, possessori o conduttori del bosco. Maggiori informazioni negli uffici di Confagricoltura Cuneo

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Una fase di raccolta delle pesche nei frutteti cuneesi

Pesche ottime ma non basta IL CALDO ESTIVO HA FAVORITO LA QUALITÀ DEI FRUTTI. IL MERCATO PERÒ È CAUTO di Ilaria Blangetti

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ualità ottima, rese in leggero calo, ma soprattutto un mercato difficilmente decifrabile e, stando ai dati aggiornati all'ultima settimana di luglio, decisamente cauto. Sono questi gli ingredienti della campagna delle pesche (ormai nel pieno) di questa torrida estate. Le elevate temperature, infatti, hanno favorito la crescita di frutti decisamente invitanti, gustosi e Carrelli elevatori • Telescopici • Piattaforme aeree www.barberomassimo.com info@barberomassimo.com

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Frutticoltura è minore delle previsioni, si parla di un 20-25% in meno rispetto agli standard".“La qualità è eccellente, sia per quanto riguarda il grado zuccherino dei frutti, sia da un punto di vista visivo grazie a calibro e colorazione ottimi – commenta il tecnico di Confagricoltura Cuneo, Nicolas Anghilante -. Sono pesche che si mangiano decisamente volentieri, il clima secco e caldo ha anche evitato problematiche quali la monilia (una malattia fungina, ndr) ed ha permesso di ottenere un prodotto sano e gustoso".

MISURE EUROPEE dolci. “Il clima caldo di quest’estate sta sicuramente aiutando la campagna delle pesche - commenta Alberto Giordano, presidente della sezione Ortofrutticola di Confagricoltura Cuneo -. La qualità dei frutti è ottima, soprattutto grazie al caldo dell’ultimo mese, ma i mercati si dimostrano ancora cauti: speriamo che la lunga estate di questo 2015 inviti i consumatori a consumare più frutta nonostante un generale calo dei consumi, superando alcune problematiche strutturali del mercato che non hanno ancora trovato soluzioni soddisfacenti”. “Vista l’ottima partenza dei primi frutti estivi, come albicocche e piccoli frutti, si pensava ad una campagna delle pesche in linea con questo trend – commenta Marco Bruna, direttore di zona Saluzzo e Savigliano della Confagricoltura -. Le condizioni sembrano ottimali, ma la partenza della commercializzazione è a rilento e, al momento, non genera soddisfazioni nei produttori che comunque sperano in una ripresa potendo contare su pesche di ottima qualità e su una calda estate che dovrebbe incentivarne il consumo. La produzione

Aiuti al settore ortofrutticolo Misure concrete per l'Italia. La Commissione Europea ha presentato al competente Comitato di gestione il progetto di regolamento europeo per predisporre nuove misure a favore del settore ortofrutticolo colpito duramente dall’embargo russo. Il provvedimento è in esame e prevede, per l’Italia, un plafond di ritiri complessivo di circa 50 mila tonnellate di prodotto. In particolare si tratta di mele e pere (17.500 tonnellate), pesche e nettarine (9.200 tonnellate), agrumi (3.300 tonnellate), susine kiwi e uva da tavola (15.300 tonnellate) e altri ortaggi (650 tonnellate). A questo si aggiunge un ulteriore plafond da 3 mila tonnellate, che può essere gestito a livello nazionale. Le tipologie di azioni ammesse sui prodotti ortofrutticoli oggetto del regolamento riguardano: ritiro dal mercato e destinazione agli indigenti, mancata raccolta e raccolta verde. Aggiornamenti sul prossimo numero de L'Agricoltore cuneese.

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Il caso

Danni da fauna, nei campi cuneesi è piena emergenza

ATTACCHI DEI LUPI Capitolo lupo. È di appena qualche giorno fa la vicenda della testa di lupo mozzata rinvenuta ad Ormea, un gesto certamente da condannare ma che testimonia un'esasperazione sempre più palpabile. Pochi giorni prima una nota del Comune di Celle Macra, ha messo in evidenza come “a pochi giorni dall’inizio della monticazione si CONFAGRICOLTURA CUNEO DENUNCIA SITUAZIONI siano verificati già 5 casi di attacchi mortali SEMPRE PIÙ INSOSTENIBILI PER LE IMPRESE CUNEESI su bovini, ovini e caprini”. La lettera prosegue mettendo in luce un altro aspetto vie per cibarsi dei germogli di mele e pesche, importante, quello dell’attacco all’uomo, rovinando le piante con lo sfregamento del considerato il fatto che i sentieri del Comupalco - aggiunge Valter Roattino, direttore ne di Celle Macra sono molto frequentati dai turisti. “Questa situazione si ripresenta della Confagricoltura zona di Mondovì -. Le parti di corteccia che restano più esposte alle purtroppo in molte altre località delle valintemperie seccano e complice l’insorgere di late cuneesi, dove gli allevatori si trovano alcuni funghi, rischiano di morire. Spostando- sempre più in difficoltà nel difendere i loro ci verso la Langa, abbiamo riscontrato alcuni capi - aggiunge Confagricoltura Cuneo -. danni alle piccole piante di nocciolo, sempre Auspichiamo che la Regione, per quanto di causati dai caprioli. E poi ci sono i cinghiali, sua competenza, prenda provvedimenti volti che spesso devastano i terreni di noccioleti e a tutelare, in primis, gli allevatori. Non vorNocciole svuotate dopo passagio dei ghiri remmo poi che la presenza del lupo avesse frutteti”. Ungulati sotto accusa anche nella ricadute negative anche sul turismo". Per piana Saluzzese: “I caprioli scendono fino è viva preoccupazione nelle impre- a valle per cibarsi di mele e pesche - spiega quanto riguarda gli altri danni da fauna se agricole per i danni causati dalla Marco Bruna, direttore della Confagricoltu- Confagricoltura Cuneo chiede anzitutto di fauna selvatica alle colture in que- ra di Saluzzo e Savigliano -. Risultano colpite rivedere le gestione del ghiro, considerato sto inizio di estate. Serpeggia malcontento in particolare le coltivazioni dei primi paesi specie protetta, ma che tanti problemi sta in particolare tra le aziende delle Langhe, della Val Varaita, come Piasco e Costigliole”. causando alle coltivazioni di nocciole; in CORVI E CORNACCHIE NEL CUNEESE secondo luogo occorre controllare meglio del Monregalese e del Saluzzese a causa Danni da fauna selvatica pure nell’area del dei danni provocati dai ghiri e dai caprioli il numero crescente di caprioli presenti sul Cuneese: “Registriamo danni in particolare sulle piante di nocciole, mele e pesche e territorio allungando il periodo di prelievo sul mais - dice Adriano Rosso, direttore dai cinghiali sulle viti. Problemi con corvi e programmato, così come auspichiamo che si della Confagricoltura zona di Cuneo -, atcornacchie, invece, nel Cuneese. Ma anche risolva al più presto l’impasse del calendario taccato da corvi e cornacchie. I volatili si in alpeggio la situazione è complicata per venatorio 2015/2016 e si decida di aprire via del numero crescente di attacchi dei lupi cibano della parte superiore delle colture che la caccia al cinghiale anche in Piemonte a restando esposte alle intemperie, favoriscoalle mandrie e alle greggi. Confagricoltura settembre. "Ci rivolgiamo ancora alle istituzioni, a cui chiediamo la massima collaboraCuneo sta monitorando tutte le situazioni e no l’insorgere di aflatossine. Il fenomeno si zione in un periodo congiunturale che resta registra nell’area attorno alle campagne di si appella alle istituzioni. complicato per gli imprenditori agricoli”. Villafalletto, Busca e Tarantasca”. PROBLEMA GHIRI NELL'ALBESE “Gli agricoltori sono esasperati per l'annoso problema dei ghiri che devastano le coltuU N A I U T O . . . D A L L ' A LT O re - afferma Mario Viazzi, direttore della Confagricoltura zona di Alba -. Soprattutto negli appezzamenti in prossimità dei boschi si catapultano sulle piante di nocciolo. Il loro Un aiuto contro i danni da fauna? I falchi. Proprio così. L’associazione falconieri “Amedeo Arpa” passaggio è devastante con notevoli quancon sede a Beinette ha infatti scritto al responsabile faunistico della Provincia di Cuneo avanzando la propria candidatura e rivolgendosi a coltivatori e operatori del settore agrario proponendo un tità di frutti erosi e svuotati del loro interno. continuo monitoraggio e controllo delle numerose specie di volatili detti ‘nocivi’ che costantemente Nessuno pare occuparsi seriamente dell'arsi cibano delle numerose semine e coltivazioni. Il progetto prevede un continuo monitoraggio e gomento e gli agricoltori oltre a vedersi controllo, tramite falchi e falconi, della presenza di cornacchie, corvi e piccioni domestici che minano sottratto il raccolto da sotto gli occhi, hanno le semine di migliaia di agricoltori. “L’intervento è garantito da esperti falconieri e sostenuto da seri problemi con le domande di risarcimenanimali perfettamente addestrati - affermano i responsabili dell’associazione -. Inoltre, verrebbe to danni, che sono molto farraginose”. preservata la regolare e bilanciata alternanza delle fasi della catena alimentare, garantendo UNGULATI NEL un’accurata e mirata selezione delle specie secondo le leggi di madre natura. Desideriamo renderci MONREGALESE E SALUZZESE utili ponendoci gratuitamente al servizio di chi, con fatica, vive solo del proprio lavoro, diffondere nuove tecniche alternative e mantenere in vita una delle più antiche arti sviluppate dall’uomo”. Per Nel Monregalese, così come nelle Langhe informazioni è possibile scrivere all’indirizzo e-mail zurlettimassimo@alice.it. peraltro, sono evidenti i segni del passaggio di ungulati: “I caprioli escono da zone imper-

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Falchi per controllare corvi e cornacchie

18 L’Agricoltore cuneese N. 06 • AGOSTO 2015


Corilicoltura

Un'intesa per nuove nocciole L'ACCORDO REGIONE, FERRERO E ISMEA È POSITIVO, MA SERVONO GARANZIE di Monica Arnaudo

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inquemila nuovi ettari di noccioleti entro il 2020. Questo l'obiettivo fissato dall'accordo firmato mercoledì 15 luglio nella sala consiliare del municipio di Alba dalla Regione (con il presidente Sergio Chiamaprino e l'asssore all'Agricoltura Giorgio Ferrero), dalla Ferrero e dall'Ismea, Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare. Il protocollo d'intesa sullo sviluppo della coltivazione della nocciola piemontese prevede che le parti si impegnino a favorire l'impianto di nuovi noccioleti tenendo conto dell'intera filiera, dalla messa a dimora delle piante fino al finanziamento degli impianti. La Regione opererà attraverso le misure del Psr, Ismea attraverso il credito agevolato e la consulenza, Ferrero sul piano tecnico, sulla base dell'esperienza acquisita in tutto il mondo nella coltivazione della nocciola e l'acquisto del prodotto. L'intesa entrerà nel vivo a settembre, quando partirà un gruppo di lavoro per la realizzazione del progetto. Gli accordi commerciali di vendita dovranno essere assunti in seguito autonomamente tra i coltivatori o le organizzazioni e la Ferrero.

"Un accordo positivo - commenta Mario Viazzi, direttore Confagricoltura zona Alba -, purchè sia governato. Le attese dell'industria sono importanti perchè significa che esistono nuovi sbocchi commerciali, ma anche quelle delle aziende agricole che vedono nella coltivazione del nocciolo una grande possibilità di sviluppo. L'attenzione però deve rimanere massima attraverso un tavolo di lavoro che dovrebbe garantire il rispetto dell'accordo. Puntiamo molto su questo aspetto, già sottolineato nel corso della presentazione del progetto ad Alba, è importante che quanto scritto nell'accordo venga rispettato attraverso opportune indicazioni operative, perchè i 5.000 ettari di nuovi impianti previsti in Piemonte devono essere un'opportunità di sviluppo per il territorio e per tutta la filiera. La gestione del progetto deve quindi poter garantire, anche alla parte produttiva, i maggiori benefici derivanti dall'aumento dei consumi". Ottimismo sì, ma con garanzie di sicurezza sul futuro. "Nel breve termine è un buon accordo, perchè incentiva la coltivazione e porterà dei risultati per chi sta coltivando, ma sul lungo termine l'attenzione dovrà essere massima per evitare conseguenze controproducenti come l'abbassamento dei prezzi e l'elevata produzione perchè questo tipo di accordi è stato firmato non solo in Piemonte, ma anche in altre regioni Italiane - spiega Aldo Gavuzzo, presidente sezione Frutta in guscio di Confagricoltura -. Un possibile percorso da seguire potrebbe essere quello di cercare di creare un sistema o un'associazione a cui aderiscano i produttori, ma che sia coordinato con un disciplinare che permetta di tutelare la qualità della nocciola. E' un investimento sul futuro, l'effettiva resa delle oltivazioni sarà valutabile solo tra otto-dieci anni, ma avere un disciplinare permetterebbe, se dovesse esserci una produzione superiore a quella richiesta, di far pagare la qualità".

PREVISIONI

Il caldo anticipa la raccolta Raccolta vicina per le nocciole, con leggero anticipo rispetto alla stagione 2014, principalmente a causa delle condizioni climatiche. In questi giorni si stanno terminando le operazioni di preparazione, trinciatura e livellamento dei terreni per agevolare il passaggio con le attrezzature utilizzate. "Rispetto alla passata stagione - spiega Antonio Marino, tecnico di Confagricoltura zona Alba - ci troviamo nella condizione opposta, con una carenza idrica che da una parte aumenta l’incidenza delle polveri che si creano durante le operazioni di raccolta, dall’altra mantiene nei frutti una bassa umidità che, se le attuali condizioni climatiche dovessero permanere, non renderebbe necessario l’utilizzo degli essiccatoi. Potenzialmente la produzione si prospetta abbastanza buona, ma per quanto riguarda la qualità sarà opportuno attendere le prime sgusciature che evidenzieranno i problemi reali della campagna dal cimiciato, ai frutti avvizziti e sotto calibro". Le prospettive risultano diversificate: "La raccolta, così come in altri settori, sarà anticipata a causa delle condizioni climatiche - commenta Mario Viazzi -, ma si presenta una produzione diversificata con zone in cui le rese saranno buone e altre in cui saranno più scarse. Considerando anche gli ettari che entreranno in produzione quest'anno, si può ipotizzare per il Piemonte una produzione di oltre i 180 mila quintali". Il gran caldo non sembra aver intaccato la resa, ma fare previsioni è difficile, sottolinea Aldo Gavuzzo: "Non dovrebbero esserci grandi variazioni rispetto allo scorso anno. Rimane però da vedere cosa succederà adesso, con questi cambi di clima repetini, temporali con grandine e pioggia che potrebbero incidere sulla raccolta".

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Cerealicoltura

Grano e orzo, raccolta non omogenea

“La produzione dei cereali autunnali, in termini di quantità, è lievemente al ribasso per la carenza di acqua che persiste ormai da Pasqua e per la diversificazione: le aziende hanno dovuto seminare anche altre colture per soddisfare i requisiti richiesto dal ‘Greening’ – spiegano i tecnici di Confagricoltura Cuneo -. Il caldo intenso e il perdurare di buone condizioni climatiche hanno però permesso a queste colture di ottenere una qualità alta, arrivando a livelli di proteine di due punti superiori rispetto a un’annata normale. I prezzi sono partiti bassi, ma successivamente, data la carenza di prodotto e la buona qualità di quest’annata, le quotazioni sono aumentante.

BENE NEL SAVIGLIANESE E SALUZZESE, MENO NEL CUNEESE. LE PREMESSE DEL MAIS di Erica Giraudo

La resa in q.li per ettaro delle tre principali colture negli ultimi due anni

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na situazione a macchia di leopardo, come spesso accade nella vasta provincia Granda, caratterizza la campagna 2015 di grano e orzo. Più omogenee le premesse sul mais. ORZO E GRANO: BENE SAVIGLIANESE E SALUZZESE Qualità buona e rese nella media nel Saviglianese, Fossanese e Saluzzese, mentre si registrano problemi nel Cuneese e nella zona subalpina. “La qualità del grano è decisamente buona, quella dell’orzo un po’ meno rispetto alle aspettative, probabilmente anche a causa del caldo, ma non ci possiamo lamentare - spiega Andrea Ingaramo, presidente della sezione cereali e semi oleosi di Confagricoltura Cuneo -. Ottime le paglie. Per quanto riguarda le rese, siamo nella media. Non ci sono stati picchi né in negativo né in positivo. I prezzi, invece, sono in standby, leggermente al ribasso quelli del grano comune”. “La qualità è molto buona, grazie al tempo bello e caldo – spiega Marco Bruna, direttore di Confagricoltura Savigliano e Saluzzo -, anche i pesi specifici sono alti. Per quanto riguarda i prezzi, grano e orzo sono entrati in una fascia nella quale non ci sono oscillazioni. Quest’anno il prezzo è stato comunque più alto dell’anno scorso. In leggero aumento anche le rese. Con la nuova Pac, che prevede premi per la diversificazione, quasi tutti gli agricoltori hanno destinato la seconda o terza coltura ai cereali. Solo meno del 5% dei produttori non ha colto l’opportunità. Ad oggi il grano è la seconda coltura dopo il mais”. “Nell'area cuneese la raccolta non è stata soddisfacente spiega Adriano Rosso, direttore della zona di Cuneo di Confagricoltura -. Le cause sono da ricercare nel clima mite di quest’inverno, nelle piogge primaverili e nelle grandinate che hanno fatto il resto. Anche i prezzi sono bassi: si fatica a bilanciare i costi di produzione e a restare competitivi sul mercato”.

100

2013

101,2

2014

88,0

80 47,7

53,7

50,7 52,0

[Fonte: CCIAA di Cuneo]

60 40 20 0

Frumento tenero

Orzo

Mais da granella

MAIS: PREMESSE BUONE IN TUTTA LA GRANDA “Le premesse sono molto buone – dice Ingaramo -, speriamo di rimediare un po’ alla situazione disastrosa dell’anno scorso. Dove si può irrigare le piante sembrano di buona qualità. Stiamo facendo fronte anche agli insetti, alla diabrotica, che vengono trattati con i giusti prodotti”. “La qualità si prospetta davvero molto buona - anticipa Bruna - perché le condizioni meteo permettono di sperare che non ci siano i problemi di muffe dell’anno scorso”. “Se non ci saranno imprevisti nelle prossime settimane, sarà una buona annata - dice Rosso, -. Questo clima caldo, in zone come le nostre dove si può irrigare, è favorevole”. “Si riscontra già una buona produzione nelle zone irrigue Cuneo-Torino - spiegano i tecnici di Confagricoltura Cuneo -, mentre le altre avranno non poche difficoltà, perché, per questa coltura, il fattore climatico è determinante per raggiungere ottimi livelli di qualità e per ridurre i problemi fitosanitari che abbiamo avuto l’anno scorso. Gli esperti consigliano di non protrarre troppo la maturazione in campo. I prezzi si prospettano soddisfacenti”. PRESENTI IN FIERA A SALUZZO

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Confagricoltura news ALL'EXPO

Eventi e convegni Dal 6 al 12 luglio, il Piemonte è stato protagonista a Milano alla Vigna di Leonardo, la "casa" di Confagricoltura durante i mesi dell'Expo. Un gruppo di aziende, tra queste anche alcune realtà cuneesi, ovviamente coordinate da Confagricoltura, hanno partecipato alla settimana del Piemonte con degustazioni di prodotti tipici locali. Continuano anche gli incontri organizzata da Confagricoltura. Negli scorsi giorni si è svolto il convegno “Giovani agricoltori d’Europa a confronto”, all’Auditorium di Palazzo Italia al quale hanno partecipato anche rappresentanti dei giovani agricoltori di alcuni Paesi europei. "L'agricoltura europea deve ripartire dai giovani”, ha detto in quell'occasione Raffaele Maiorano, presidente dei giovani di Confagricoltura. Tematiche importanti come quella affronta nel convegno “Geni Italiani”. C‘è una via italiana che può superare la questione Ogm così come l’abbiamo vissuta finora: questo è quanto è emerso dal confronto durante il quale il presidente di Confagricoltura Mario Guidi ha chiesto al governo di aprire la ricerca genetica e al mondo della scienza di unirsi all’appello. Nel corso dell’incontro è stato evidenziato che ovunque, nel mondo, la ricerca e l’innovazione genetica in agricoltura sono viste come una soluzione, piuttosto che come un problema.

Viaggio all'Expo per tutti i soci CONTINUANO LE INIZIATIVE DELLA CONFAGRICOLTURA ALL'ESPOSIZIONE UNIVERSALE di Ilaria Blangetti Iscrizioni entro il 25 agosto, gli interessati possono rivolgersi agli uffici di zona

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a Confagricoltura di Cuneo porta gli associati a visitare l’Esposizione Universale. Sono in via di definizione due viaggi dedicati ai soci all’Expo di Milano, in programma lunedì 31 agosto il primo, mentre il secondo si svolgerà tra fine settembre e inizio ottobre. Sono previste partenze in pullman da Cuneo, Savigliano e Alba in base al numero di iscritti: gli interessati possono contattare l’ufficio di zona di riferimento e dare la propria adesione entro il 25 agosto (per quanto riguarda il primo viaggio in programma). Il pacchetto viaggio confezionato da

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015 Confagricoltura per gli associati prevede l'accompaAGOS gnatore, il TO trasporto e l’ingresso giornaliero all’Expo ad una tariffa speciale pari a 55 euro. Inoltre tutti i soci interessati a visitare l'Expo di Milano possono acquistare il biglietto a data aperta al prezzo vantaggioso di 25 euro, rivolgendosi alla sede della Confagricoltura Cuneo.

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A TORRE BORMIDA I FRATELLI GIUSEPPE E ROBERTO RIZZO DAL 1986 COLTIVANO NOCCIOLETI DA CUI NASCONO I NOBILI FRUTTI DEL PIEMONTE

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en venga il boom di noccioleti che sta interessando tutta la provincia di Cuneo, anche le aree tradizionalmente non vocate, ma una cosa deve essere chiara: la Tonda Gentile del Piemonte dà il meglio di sé sempre e solo in Alta Langa”. Roberto e Giuseppe Rizzo, corilicoltori di Torre Bormida, ci tengono a sottolineare con orgoglio come le nocciole, proprio ora che sembrano aver trovato interessanti prospettive di sviluppo su area vasta, restano anzitutto patrimonio

Giuseppe controlla con cura le piante in uno dei suoi noccioleti a Torre Bormida

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I fratelli Giuseppe e Roberto Rizzo

di quei terreni su cui esistono da decenni. I fratelli Rizzo si sono avvicinati alla corilicoltura in maniera progressiva. Dal 1986, infatti, hanno deciso di smettere con l’allevamento di bovini Piemontesi per dedicarsi a vigneti e nocciole. Poi via via anche le viti sono state sostituite e ora i 14 ettari di terreno sono tutti coperti da noccioleti. “Su queste colline c'è l'habitat ideale per le nocciole – spiega Roberto Rizzo –, fatto di condizioni climatiche particolari e terreni con proprietà uniche. È per questo che anche in termini di punto resa si hanno parametri difficilmente riscontrabili altrove. Senza parlare poi delle qualità organolettiche del prodotto, che hanno fatto la fortuna della Ferrero e che sempre più sono richieste anche da gelaterie e pasticcerie artigianali”. La resa è il rapporto tra il peso del prodotto

intero e quello effettivo dei frutti sgusciati; è il parametro utilizzato per la valutazione commerciale delle partite al conferimento. Ne stabilisce il valore, insomma. “Se si vuole discutere quanto rendono i noccioleti nelle varie aree della provincia si deve partire da lì”, sottolinea Roberto. Ma come avviene la gestione del noccioleto? A gennaio si è parte con la potatura poi con la primavera si esegue la spollonatura, si concimano le piante e si inizia a ripulire il terreno, liberandolo da rami e foglie superflui. Con giugno e luglio si prepara il terreno per la raccolta, livellandolo. “Come il terreno è sistemato, piazziamo la recinzione elettrica per la difesa dei noccioleti dalla fauna selvatica – aggiunge Giuseppe Rizzo -, ma non è comunque sufficiente per eliminare del tutto i danni provocati dai caprioli e nulla può contro i ghiri”.

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Si arriva così alla raccolta che, solitamente, parte intorno al 10 agosto e dura una ventina di giorni. “La effettuiamo meccanizzata, perché la pendenza dei terreni ce lo consente per fortuna – dice Roberto -, poi traferiamo il prodotto in azienda dove viene pulito da residui e controllato il suo grado di umidità. Se è al di sopra dei limiti, le nocciole vengono mese nell’essiccatoio dove l’aria calda riporta la situazione nei militi richiesti dall’industria”. È questa una fase fondamentale che se non eseguita correttamente rischia di pregiudicare l’intera raccolta, che nell'azienda Rizzo supera i 240 quintali di nocciole, con diversi impianti ancora molto 'giovani'. Il limitato impatto dell’uomo nella coltivazione di nocciole dell’Alta Langa è testimoniato, oltre che nel ridotto numero di trattamenti fitosanitari (fondamentali comunque nella difesa contro balanino e cimice), anche dalla gestione della risorsa irrigua, che il più delle volte coincide con quella che il cielo decide di riservare. “È molto difficile immaginare sistemi di irrigazione su questi territori – conclude Giuseppe Rizzo –, tanto che in annate particolarmente secche le piante vanno in stress, con cali anche considerevoli della produzione. Anche la

Macchinari per la gestione interna delle nocciole e il loro stoccaggio

situazione contraria non è positiva per le nocciole; quando c’è troppa acqua, infatti, è necessario agire da subito con drenaggi dei terreni”. In un mercato fortemente globalizzato come quello della nocciola, aziende come quella dei fratelli Rizzo sono la riprova di come la ricerca costante della qualità e l’attaccamento alle proprie radici siano in grado di riservare ancora importanti possibilità di sviluppo per l’intera agricoltura.

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Fiere di settembre

DAL 5 AL 7 SETTEMBRE, IN PROGRAMMA ANCHE LA MOSTRA REGIONALE DELLA FRISONA

La meccanica agricola in mostra a Saluzzo

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na vetrina d'eccellenza dell'agricoltura piemontese e non solo. Si rinnova l'appuntamento con la tradizionale Mostra della Meccanica Agricola di Saluzzo in programma da sabato 5 a lunedì 7 settembre, in piazza del Foro Boario. La Mostra, in collaborazione anche con la Confagricoltura, quest'anno sarà inaugurata il sabato mattina alle 10, concentrando nei tre giorni del week end e della giornata di San Chiaffredo lo scambio di trattative e di affari. Circa 500 gli stand disponibili, che sono stati confermati con largo anticipo dagli espositori già presenti negli anni passati. In totale si contano 35 mila mq di area espositiva con più di 170 aziende presenti, oltre a numerosi stand istituzionali e di categoria. Le aziende ospiti arrivano anche da fuori Regione, e non mancano grandi marchi internazionali del settore, presenti con i loro concessionari italiani e locali. Non mancheranno gli spazi dedicati

alle energie rinnovabili alternative, alle specializzazioni legate al binomio “qualità – sicurezza”, e confermata la centralità della zootecnica all’interno della rassegna, con la 43esima Mostra Regionale della frisona, che quest’anno vedrà la presenza prestigiosa di un giudice internazionale dalla Svizzera. Tre giorni in cui si troverà uno spaccato della terra saluzzese e delle sue tradizioni più radicate, perfetto ingresso al mese di

festeggiamenti patronali del Settembre Saluzzese. La città di Saluzzo accoglierà la grande fiera di San Chiaffredo del lunedì, lo spettacolo pirotecnico di martedì 8 settembre alle 21;15, offerto dalla Fondazione Amleto Bertoni, e le serate musicali e danzanti di sabato 5, domenica 6 e lunedì 7 settembre con le corali e le migliori orchestre da ballo. Orari fiera: sabato e domenica dalle 8 alle 21; lunedì dalle ore 8 alle 16.

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Fiere di settembre

Vicoforte si prepara alla "Fera dla Madona" DAL 6 AL 10 SETTEMBRE SPAZIO AD AMBULANTI, ESPOSIZIONE DI ANIMALI E MEZZI AGRICOLI

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radizione e folclore nella Fiera di Vicoforte. Da domenica 6 a giovedì 10 settembre torna l’appuntamento che si rinnova da quattro secoli con la "Fera dla Madona" che si compone come sempre della festa, della fiera commerciale e della "ferota" a

conclusione dei festeggiamenti. Accanto alla festa religiosa dedicata alla natività di Maria, infatti, vive ogni anno la tradizionale "Fera dla Madona", una delle più grandi e frequentate fiere del Piemonte, da sempre occasione di incontro e di scambio. La "Fera dla Madona" ha

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nella spontaneità, nell'apparente casualità delle bancarelle e nel ripetersi della tradizione i suoi punti di forza. Il mondo agricolo di Piemonte, Liguria e non solo si incontra a Vicoforte, dove non mancano i prodotti della terra e le esposizioni di nuovi mezzi, oltre agli animali in mostra e ai tantissimi ambulanti. Come sempre, poi, alla fiera vengono affiancati momenti dedicati al divertimento e ai più piccoli con il luna park. La "Fera dla Madona" ha nella spontaneità, nell'apparente casualità nel posizionamento delle bancarelle e nel ripetersi della tradizione ormai da oltre 4 secoli, i suoi punti di forza che la rendono un evento unico nel panorama piemontese e non solo. La fiera, che si snoda attorno al famoso santuario, attira, ogni anno, quasi un milione di visitatori e può vantare una lunga storia, che ha permesso all'evento di resistere negli anni anche nei momenti e nei periodi più difficil. Per informazioni e per conoscere il programma dettagliato della Fiera contattare il Comune di Vicoforte al numero 0174.630010.

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FIERA DI SALUZZO - STAND E19/22


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