L'Agricoltore Cuneese - N. 07/2015

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XIII - N. 07•2015 - OTTOBRE 2015 - CONTIENE I.P.

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P R O V I N C I A L E

Danni fauna, Confagricoltura ricorre al Tar

A G R I C O L T O R I

Psr in ritardo, danno concorrenziale

Cereali, serve una soluzione


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DA MEZZO SECOLO LAVORIAMO NEL FUTURO.


Sommario

Caro Renzi, forse è meglio se lasci l'Imu Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo

L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946 Direttore responsabile: Paolo Ragazzo Redazione e realizzazione grafica: Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171/601962 Fax 0171/436301 E-mail: upa@autorivari.com Società editrice: Tipolitografia Subalpina snc C.so Gramsci, 18/c - Cuneo Tel. e Fax 0171/692077 Info@tipografiasubalpina.it Pubblicità: Tec Pubblicità e Grafica Via dei Fontanili, 1 - Fossano Tel. 0172/695897 Fax 0172/695898 adv@tec-artigrafiche.it Stampa: Tipolitografia Subalpina snc Chiuso in redazione il 02/10/2015 Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO-CN Iscrizione al Tribunale di Cuneo 17/12/1948 al n. 36

L’

annuncio è del premier Matteo Renzi: ‘Dal 2016 basta Imu su terreni agricoli e Irap’. Il nostro primo ministro ama sventolare questa notizia ai quattro venti e, ovviamente, restiamo favorevoli a una riduzione della fiscalità a carico delle aziende agricole. Ma a quale costo? Circolano infatti alcune ipotesi che non ci trovano d’accordo. C’è già chi prospetta, infatti, che possa essere rivisto il ‘regime speciale dell’Iva’, penalizzando le aziende medio/grandi. Operazione palesemente in contraddizione con

le misure del ‘pacchetto latte’, che prevede ad esempio l’aumento delle percentuali di compensazioni Iva per risollevare le sorti del comparto. Ma nelle intenzioni del Governo ci sarebbero anche l’eliminazione della Piccola proprietà contadina e l’aumento delle accise sul gasolio agevolato. Per non parlare poi delle voci circa la modifica dell’esenzione dell’Iva sulle aziende con un giro di affari sotto i 7mila euro. Se queste sono le ipotesi, forse è meglio tenersi l’Imu.

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IN QUESTO NUMERO IN PRIMO PIANO Danni da fauna, Confagricoltura ricorre al Tar Meccanismo lungo e soggetto a ritardi Margari in crisi: più attenzione dalle istituzioni No all'ampliamento delle aree a parco CEREALICOLTURA Sugli Ogm serve un confronto senza preconcetti “Cereali: non c'è futuro senza innovazione” MOBILITAZIONE Dall'Ue un passo avanti, ma non basta "Bene l'indicazione dello stabilimento di produzione" A TUTTO CAMPO Serve ancora assicurarsi? "Di quale agricoltura parlano i giornali?" Ancora nuovi obblighi per gli agricoltori VITIVINICOLTURA Uva: un'annata da incorniciare Burocrazia in vigna, paradossi italiani

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CORILICOLTURA Rese in calo, ma qualità interessante FRUTTICOLTURA Qualità eccellente per le mele cuneesi Pesche, ripresa in extremis LATTE Il prezzo è su livelli inaccettabili: si lavora in perdita Un fondo latte, ma a favore di chi? CONFAGRICOLTURA NEWS Agricoltori cuneesi all'Expo di Milano Aziende protagoniste alle fiere Cerruti vice Anga Piemonte LE NOSTRE AZIENDE Mele eccellenti ai piedi del santuario IL TECNICO IN FRUTTETO Agroambientali, info sulla misura 214.1 anno 2015 IL MERCATINO DELL'AGRICOLTORE

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In primo piano

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I danni da fauna selvatica alle coltivazioni in Piemonte, nel 2014, hanno sfiorato i 2 milioni di euro. In Piemonte la provincia più colpita è stata Alessandria, con danni per poco più di 450mila euro, seguita proprio dalla provincia di Cuneo. (cifre in migliaia di euro)

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Danni da fauna, Confagricoltura ricorre al Tar IL RISARCIMENTO IN REGIME DI 'DE MINIMIS' È RITENUTO PENALIZZANTE PER LE AZIENDE. MONTA LA PROTESTA di Gilberto Manfrin

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a Confagricoltura è pronta a ricorrere al Tar contro la delibera della Regione Piemonte sul risarcimento dei danni da selvaggina in regime “de minimis” pubblicata sul Bollettino Ufficiale n. 36 del 10/09/2015. A nulla sono valsi gli inviti e gli appelli fatti dall’associazione di categoria nei confronti della Regione affinché rivedesse le nuove regole, altamente penalizzanti per le aziende agricole già colpite dai danni alle colture da parte della fauna selvatica. La deliberazione della Giunta regionale, approvata lo scorso 31 luglio, nello stabilire nuovi criteri per l’erogazione

dei fondi a titolo di risarcimento dei danni da fauna selvatica alle colture agrarie, colloca la concessione dei finanziamenti nell’ambito del regime cosiddetto “de minimis”, che fissa un plafond massimo di 15 mila euro nell’arco di un triennio per tutti gli aiuti concessi, dallo Stato, ad ogni singola azienda. La Confagricoltura, tuttavia, contesta questa decisione sostenendo che i finanziamenti che la Regione eroga alle aziende agricole a copertura dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle coltivazioni devono essere considerati, a tutti gli effetti, un risarcimento del danno e non un

L'ITER DEI RISARCIMENTI

Meccanismo lungo e soggetto a ritardi, spesso mancano i soldi per pagare Il meccanismo di liquidazione del danno è decisamente lungo e soggetto a ritardi. L’azienda deve avanzare domanda tramite il proprio Caa. La domanda deve ricomprendere la quantità del danno subito con ben segnalate le particelle catastali interessate. Una volta avanzata la domanda, avviene il sopralluogo del perito incaricato che, accertato il danno, conferma l’entità al Comprensorio o all’Ambito territoriale in cui ricade la coltura/terreno danneggiato. Il comprensorio inoltra tutto alla Regione la quale distribuisce i fondi ad Atc o Ca perché li inviino a loro volta alle aziende in base ai danni registrati. Il paradosso? Capita che la richiesta di risarcimento venga approvata, ma manchino i soldi per pagare o che i Comprensori debbano anticipare una parte del danno in attesa dei fondi regionali.

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contributo. “Il problema delle coltivazioni distrutte dai selvatici, che proliferano sempre più numerosi, già grave di per sé, con le nuove disposizioni regionali che regolano la liquidazione dei danni rischia di aggravarsi ulteriormente - dichiara Confagricoltura Cuneo -. Nonostante le normative europee siano poco chiare e in aperto contrasto con il nostro ordinamento giuridico, la Regione Piemonte ha deciso di adottare tali indicazioni, anche se la nostra richiesta era quella di revocare la deliberazione adottata, in quanto profondamente ingiusta e lesiva dei diritti degli agricoltori. Per questo abbiamo impugnato il provvedimento dinnanzi al Tar per tutelare le nostre aziende. Vale la pena ricordare - continua l’associazione agricola - che a differenza della maggior parte delle nazioni europee, dove la selvaggina è considerata proprietà del titolare del fondo, in Italia la fauna selvatica è formalmente della comunità (res communes omnium), quindi dello Stato, che è tenuto a risarcire per gli eventuali danni provocati. Tali somme sono appunto rimborsi e non aiuti, per cui non devono a nostro parere rientrare nel regime del ‘de minimis’”. I cinghiali sono i principali artefici dei danni


No all'ampliamento delle aree a parco CONFAGRICOLTURA CUNEO È CRITICA SULLA LEGGE REGIONALE CHE ALLARGA LE SUPERFICI PROTETTE

S ALPEGGI

Margari in crisi: più attenzione dalle istituzioni Le ‘tenaglie’ della legislazione sono sempre più stringenti e vincolanti le norme che pesano su chi vive di alpeggio. Il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, riflette così, in maniera critica e amara, sulle diverse problematiche che interessano chi lavora nelle Terre Alte: “Si fa un gran parlare dei problemi dei margari e sicuramente vi sono aspetti che vanno migliorati nella gestione degli alpeggi, talvolta al centro di casi deprecabili di speculazione; tuttavia occorre dire che l’agricoltura in alta quota vive soprattutto situazioni di difficoltà quotidiane legate a norme eccessivamente restrittive pensate dalle stesse istituzioni (Regione e Comuni, in primis) che dovrebbero invece tutelare chi con estrema fatica e in mezzo a innumerevoli difficoltà opera in montagna. Mi riferisco, ad esempio, alla complessità dei piani pastorali, alle norme che interessano i piccoli caseifici in quota e agli effetti della riorganizzazione e ampliamento delle aree parco in Piemonte, avvenuta senza concertazione con il mondo agricolo, con il risultato di aver inserito condizioni e limiti pesanti per le attività agricole. Mi auguro che i prossimi bandi del Psr, siano più snelli e basati su un vero confronto con chi la montagna la vive e la cura con il proprio lavoro. Rivolgo un appello, infine, per il recupero di un reale spirito di collaborazione da parte dei funzionari e della macchina pubblica; serve infatti maggior volontà e interesse da parte delle istituzioni per risolvere queste situazioni riducendo la burocrazia, altrimenti per le nostre montagne e per le realtà economiche che ancora vi sono insediate sarà sempre peggio”.

i sta discutendo molto in questi giorni dell’approvazione della Legge regionale, proposta dall’assessore ai Parchi, Alberto Valmaggia, con la quale si riordina il sistema di gestione delle aree protette piemontesi. In provincia di Cuneo nascono due nuovi parchi: quello delle aree protette delle Alpi Marittime e il Naturale del Monviso. Nel primo, in particolare, si uniscono il Parco naturale delle Alpi Marittime e il Parco naturale del Marguareis; nel secondo il Parco naturale del Monviso e alcune Riserve naturali. La Confagricoltura, a livello regionale, ha seguito da vicino l’evolversi della normativa, partecipando a più riprese alle consultazioni del Consiglio regionale sul disegno di legge relativo al riordino e manifestando apprezzamento per la proposta di accorpamento della gestione di alcune aree naturali protette, ma ha contestato l’allargamento delle superfici dei parchi perché comporterebbe ulteriori pesanti vincoli gravanti sui territori di interesse agricolo, zootecnico e forestale con l’introduzione di nuovi limiti all’attività agricola, alla pastorizia e all’attività venatoria, penalizzando così il sistema delle imprese agricole che già devono fronteggiare una difficile situazione di crisi. INCONTRO AD ORMEA Il tema vede fortemente coinvolti gli imprenditori agricoli, chiamati negli scorsi giorni a prender parte ad un incontro pubblico in materia, svoltosi ad Ormea e promosso dal Comprensorio alpino Cn7 della Val Tanaro. All’assemblea ha partecipato anche il direttore della Confagricoltura zona di Mondovì, Valter Roattino: “Mi è difficile pensare che un allargamento delle superfici dei parchi, oltre a creare aree protette, possa dare dei benefici. A chi? Forse ai residenti? Forse ai visitatori? Non saprei. So però chi sono i penalizzati, cioè gli agricoltori. Parlare di parco fa un certo effetto se la cosa è imposta dall’alto senza chiedere un parere a chi vive e soprattutto lavora in un dato territorio. Abbiamo assistito negli ultimi anni ad un aumento smisurato di fauna selvatica e non mi sembra il caso di andare a creare o allargare altri habitat dicendoci poi che bisogna convivere con gli animali”.

NUOVI VINCOLI IN ARRIVO Un allargamento dei confini che, secondo Roattino, rischia di creare nuovi vincoli al settore primario: “Sappiamo bene che allargare un parco vuol dire far nascere nuovi vincoli: assistiamo a politiche ambientali calate dall’alto che nulla hanno a che vedere con le produzioni agricole e le attività di montagna. Spiace constatare il nuovo ruolo, secondo noi indebito e inopportuno, dato ai parchi, i quali approfittano del vuoto di rappresentanza politica della montagna”. Con tale scelta la popolazione dei selvatici sembra destinata a crescere: “È questa la risposta che diamo agli agricoltori che oggi sempre di più vedono le loro produzioni agricole danneggiate da ungulati, ghiri e caprioli in particolare? Non è possibile pensare di far convivere animali selvatici con domestici. Non è possibile pensare di farli convivere con le colture agricole. Come non è possibile pensare che i territori di caccia degli uni possano coincidere con le zone di pascolamento degli altri. Allargando le aree a parco non si va incontro alle esigenze degli agricoltori. Vuol dire avere poco rispetto verso chi vive su territori vocati all’agricoltura. Mi domando, inoltre, chi governa le nostre montagne: davvero vogliamo lasciare la politica ambientale ai funzionari dei parchi? La politica oggi difende la natura in modo molto astratto. Avanti così, la popolazione e gli agricoltori saranno costretti a vivere in riserve o parchi". CI PENSANO GLI AGRICOLTORI Confagricoltura Cuneo rimarca quindi il proprio dissenso all’allargamento delle aree a parco e aggiunge: “Gli habitat, cioè i territori che servono per creare i parchi, alla fine li hanno creati gli agricoltori. Sono loro, con i loro presidi sul territorio, che hanno fatto in modo di mettere in bella vista il territorio. Ora si rende appetibile dire ‘creiamo un parco’. Probabilmente i territori, così come sono, non hanno bisogno di parchi e quindi regole di vita perché ci sono già gli agricoltori che si assumono quotidianamente il compito di mantenere in ordine il territorio, senza il bisogno di imposizioni calate dall’alto”.

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Cerealicoltura

Sugli Ogm serve un confronto senza preconcetti LA CRISI DEI CEREALI ITALIANI È SPUNTO DI RIFLESSIONE PER IL PRESIDENTE DI CONFAGRICOLTURA CUNEO ALLASIA

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li Ogm continuano a far discutere, ma mentre il dibattito spacca l’opinione pubblica a metà, facendo leva spesso su argomentazioni emozionali, si registra la prima bocciatura da parte dell'Europarlamento della proposta della Commissione europea di un nuovo regolamento che lascia ai singoli Stati membri la possibilità di decidere se limitare o proibire l’uso di Ogm sul proprio territorio, anche se autorizzati a livello comunitario. Sul tema anche il presidente della Confagricoltura di Cuneo, Enrico Allasia, invita alla discussione senza preconcetti: “Da anni è in atto in Italia una caccia alle streghe, che ha l’effetto di impedire la ricerca scientifi-

ca in ambito biogenetico con ripercussioni sul comparto agricolo - dice -. Prendiamo il caso dei cereali: il nostro Paese, come molti altri peraltro, ha optato per il divieto di coltivazione di sementi Ogm, tuttavia non riesco a capire cosa si stia difendendo. Il nostro mais, infatti, da alcuni anni fatica ad essere venduto, a causa anche di fitopatie e problemi sanitari complicati da debellare completamente. Anche le quotazioni del miglior prodotto nazionale, poi, da anni diminuiscono, mentre quelle dei prodotti di origine comunitaria e di provenienza extra Ue continuano a crescere. Di fronte a queste situazioni di evidente difficoltà c’è chi si ostina a non considerare

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Enrico ALLASIA Presidente Confagricoltura Cuneo

DA ANNI È IN ATTO IN ITALIA UNA CACCIA ALLE STREGHE CHE IMPEDISCE LA RICERCA, CON RIPERCUSSIONI SUL COMPARTO AGRICOLO

le possibilità (provate) che potrebbero arrivare dalle innovazioni scientifiche, peraltro impiegate da Paesi da cui noi quotidianamente importiamo cerali in maniera considerevole”. Enrico Allasia, quindi, in linea con la posizione di Confagricoltura nazionale, invita a non trasformare questo delicato argomento nella solita disputa tra Guelfi e Ghibellini, ma ad aprire un sano confronto. È in gioco la competitività del comparto cerealicolo italiano.


“Cereali: non c'è futuro senza innovazione” MARCO AURELIO PASTI, PRESIDENTE FNP CEREALI DA FORAGGIO, SOTTOLINEA IL RUOLO IMPRESCINDIBILE DELLA SCIENZA PER UN RILANCIO DEL COMPARTO ITALIANO di Paolo Ragazzo

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a concorrenza agguerrita di Paesi stranieri più vocati, l’aumento dei costi di produzione, il brusco calo delle quotazioni. Sono solo questi gli ingredienti del cocktail letale che sta uccidendo il comparto cerealicolo nazionale? Ne parliamo col presidente nazionale della FNP Cereali da Foraggio di Confagricoltura, Marco Aurelio Pasti. Presidente Pasti, in un mercato fortemente globalizzato, quali fattori più di altri sono alla base della crisi profonda che vive il settore? “L’apertura dei mercati internazionali è stato un crescendo dalla riforma Mc Sharry del ’92 in avanti, ma almeno in quella riforma si considerava il danno che le aziende cerealicole avrebbero subito e veniva riconosciuto un indennizzo almeno parziale. Poi nelle riforme successive tale indennizzo è stato via via ridotto perché la torta è stata divisa in più fette per aiutare i Paesi dell’Est. In più ci si è scordati dell’inflazione che ha eroso il valore degli aiuti alle aziende cerealicole. Basti pensare che trent’anni fa i maiscoltori percepivano un prezzo a tonnellata che al netto dell’inflazione corrisponderebbe a circa 500 euro. In pratica in una generazione di maiscoltori il prezzo si è ridotto di tre volte e anche aggiungendo il contributo disaccoppiato le cose non cambiano perché può essere stimato in circa 30 euro/ton. Il calo dei prezzi è dunque il fattore determinante di questa crisi profonda, che tuttavia è pesantemente aggravata da altre scelte come quella di impedire la coltivazione del mais resistente alla piralide che ci pongono ulteriormente fuori mercato per tre ordini di motivi: 1) perdiamo almeno il 10% del raccolto; 2) il raccolto è più contaminato da micotossine e quindi più difficile da vendere; 3) produciamo più mais non Ogm di quello che chiede il

mercato e quindi non riusciamo ad avere nessun premio rispetto al mais Ogm. Infine è scandaloso che a noi si impedisca di coltivare piante geneticamente modificate che possono invece essere importate e consumate e che poi certa parte dell’industria alimentare e della grande distribuzione sfrutti l’immagine del prodotto italiano senza Ogm”. In effetti in Italia non è possibile coltivare sementi Ogm, ma ne importiamo a tonnellate. Cosa continua ad alimentare questo paradosso e a frenare la ricerca? “Ci sono grossi interessi commerciali e una parte importante dell’agroindustria e della grande distribuzione nonché della politica trovano conveniente fidelizzare consumatori o elettori sul ‘no agli Ogm’. In pratica vince il più forte, anche perché le organizzazioni agricole si dichiarano più contrarie che favorevoli agli Ogm. Ho il forte sospetto che la sperimentazione in campo sia stata fermata non tanto per evitare improbabili contaminazioni ma piuttosto per evitare l’imbarazzo di negare l’evidenza. Dai dati raccolti per il mais bt dal 97 al 99 e nel 2004 erano emersi chiaramente i vantaggi per i consumatori (meno micotossine), per l’ambiente (meno consumo d’acqua, concimi e agrofarmaci per unità di mais raccolto) e per gli agricoltori (più produzione con minori costi)”. Quindi potrebbero arrivare proprio dalla scienza gli aiuti di cui il comparto ha bisogno (nuove varietà, innovazioni agronomiche…)? “Sono convinto che, come accaduto nel Dopoguerra, non possano che arrivare dalla scienza le novità di cui il comparto ha bisogno. Il problema è evitare che ci venga impedito di utilizzarle come accaduto nel recente passato altrimenti la nostra

competitività calerà ancora”. Quali altre strade ritiene percorribili per uscire da questa situazione? “È difficile pensare di poter tornare ad un mercato protetto come quello degli anni ’80 perciò la strada da percorrere è quella di migliorare la nostra competitività producendo di più e meglio con meno risorse. In pratica bisogna aumentare l’efficienza delle nostre colture. Facile a dirsi, ma impossibile a farsi senza innovazione tecnologica sulla genetica, sulla chimica e sulla tecnica agronomia. È necessario tornare a investire in ricerca e sperimentazione senza precludersi strade promettenti. Bisognerebbe valutare bene i risultati ottenuti e la politica dovrebbe saperli trasmettere senza guerre di religione all’opinione pubblica. Esattamente l’opposto di quanto avvenuto negli ultimi vent’anni. È sorprendente poi che l’attuale Ministro Martina nel semestre dell’Expo dichiari che in Italia non possiamo puntare sulle commodities per rilanciare l’agricoltura. In fondo le commodities, e cioè tutto ciò che ha una qualità sufficientemente omogenea da poter esser oggetto di una quotazione al mercato, vale a dire mais, grano, grano duro, semi oleosi, ma anche carne, latte, formaggi..sono il settore primario. Spero che il ministro non intenda trasformare l’agricoltura in terziario e declinare quasi in toto all’estero la produzione di carboidrati e proteine”.

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Mobilitazione

Dall'Ue un 500.000.000€ passo avanti, ma non basta gli aiuti all'agricoltura nei 28 paesi nell'UE

DOPO LE PROTESTE DI CONFAGRICOLTURA A BRUXELLES, STANZIATI PER L'ITALIA SOLO 28 MILIONI DI EURO PER LATTE E CARNI di Ilaria Blangetti

Roberto ABELLONIO Direttore Confagricoltura Cuneo

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28 milioni non sono sufficienti, rischiano di essere una cifra ridicola”. Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo, commenta così la decisione dell’Unione Europea di assegnare all’Italia, per sostenere i settori lattiero caseario e delle le carni, appena 28 milioni di euro dei 500 stanziati. I provvedimenti sono stati presi dal Consiglio straordinario dei ministri all’Agricoltura dell’UE in seguito alle proteste degli agricoltori proprio a Bruxelles per denunciare lo stato di crisi in cui versa il settore. Era presente anche una delegazione di Confagricoltura Cuneo. “Le misure anticrisi dell’Unione Europea per l’agricoltura - continua il direttore - sono ancora poco incisive, anche se rappresentano una prima presa di coscienza collettiva della crisi che attraversa l’agricoltura italiana ed europea, del profondo disagio di agricoltori e allevatori, e di come sia necessario ripensare profondamente il settore”. “Le misure messe in campo, tuttavia, sono insoddisfacenti perché poco incisive ed immediate – continua -; confidiamo che almeno l’anticipo Pac venga elargito alle aziende entro ottobre come avverrà nella maggior parte dei Paesi europei”. Intanto il malumore del settore è evidente un po’ in tutta Europa, a partire dalla vicina Francia dove in estate gli allevatori hanno protestato con blocchi stradali nel nord del Paese e trattori a passo d’uomo nella capitale Parigi. SINTESI DELLE MISURE PREVISTE Una cifra non sufficiente dato che i 500 milioni vanno divisi tra i 28 Paesi della UE: l’Italia ha portato a casa 28 milioni, una somma che non soddisfa il comparto perché rischia di tradursi in briciole una volta che sarà distribuita tra le aziende agricole nazionali e non permette di affrontare sufficientemente l’enormità del problema. Per l’Italia l’intervento prevede quindi risorse per 28 milioni di euro, di cui 25 per gli aiuti diretti, insieme a una quota per lo stoccaggio dei formaggi che può arrivare a quasi 50 mila tonnellate. Per le carni suine saranno aumentati i prezzi di stoccaggio e sono stati ampliati i prodotti ammessi, compresi i tagli del cosiddetto ‘quinto quarto’. La Commissione autorizzerà anche l’anticipo fino al 70% del pagamento degli aiuti diretti a partire dal 16 ottobre, con semplificazione delle procedure come richiesto anche dall’Italia. Confermata poi la creazione di un Gruppo di alto

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5,6%

milioni €

gli aiuti alle aziende di latte e carne in Italia I fondi messi a disposizione dall'Ue per il rilancio dell'agricoltura

livello per un rafforzamento del monitoraggio del mercato del latte e delle carni. Gli Stati membri hanno condiviso anche l’impegno della Commissione di coinvolgere l’Autorità per la concorrenza europea sulla catena alimentare, in particolare sulla problematica del prezzo alla produzione e al consumo. Insomma, un primo passo è stato fatto ma la strada sembra essere ancora tutta in salita.

milioni €

E T I C H E T TAT U R A

"Bene l'indicazione dello stabilimento di produzione" Un passo avanti per la trasparenza. Agrinsieme valuta positivamente l'approvazione, all'interno dello schema del disegno di legge di delegazione europea, della reintroduzione dell'indicazione obbligatoria sulle etichette dei prodotti alimentari destinati al mercato italiano dello stabilimento di produzione o confezionamento. Agrinsieme, il coordinamento di Confagricoltura, Cia, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, ha definito la decisione del Governo come un passo in avanti verso quella massima trasparenza dell'informazione, che deve caratterizzare la commercializzazione di tutti i prodotti alimentari. La scelta è dettata anche e soprattutto da motivi di garanzia della sicurezza alimentare. La mancanza di questa importante informazione rallenta molto le procedure che servono a rintracciare prodotti alimentari pericolosi, come si è visto in occasione di recenti scandali alimentari nei Paesi europei dove questo obbligo non c’è. Rispetto a ciò il nostro Paese deve imporsi in Europa per ottenere il via libera all’introduzione di questa specifica indicazione in etichetta al fine di rendere i controlli su tutti i prodotti alimentari più efficaci a garanzia della concorrenza e dei consumatori. L'auspicio, ora, è che l'iter legislativo sia celere, che appunto l'Europa non ponga ostacoli tali da rendere inapplicabile la norma nazionale e che in tema di informazione trasparente si giunga presto ad una disposizione comunitaria che renda obbligatoria in etichetta anche l’indicazione dell’origine della materia prima.



A tutto campo

Serve ancora assicurarsi? PESANO BUROCRAZIA E TROPPE NORME: I CONTRIBUTI ALLE IMPRESE SONO A RISCHIO di Gilberto Manfrin

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tante i tanti passaggi da compiere per avere accesso ai fondi e i numerosi vincoli che riscontriamo, ci chiediamo se abbia ancora senso assicurare le nostre colture. La colpa è delle tante norme imposte dai burocrati che siedono a Bruxelles, e, per le quali, anche i vari ministeri ci hanno messo del loro, imponendo date e scadenze fuori da ogni logica temporale”. Confagricoltura Cuneo commenta così quello che sembra sempre di più il “flop” del sistema assicurativo agevolato passato, da quest’anno, sul Secondo Pilastro, quello dello Sviluppo rurale. L’Italia, però, non ha ancora ricevuto le osservazioni di Bruxelles sul Programma di sviluppo rurale nazionale 20142020. Il rischio è che gli strumenti per la gestione del rischio (misura 17), in particolare i contributi sui premi assicurativi, partano fuori tempo massimo. “Proprio così - spiegano dagli uffici della Confagricoltura Cuneo -. Da quest’anno nel Psrn (Piano sviluppo

Una rete di protezione ceduta sotto il peso della grandine

rurale nazionale) è confluito il piano assicurativo nazionale, cioè il rimborso del 65% delle assicurazioni che non avviene più con una richiesta sui fondi Feaga (su Domanda unica) ma è passato su fondi Feasr (relativi allo Sviluppo rurale). Come per il Psr regionale, a tuttora la Ue non ha approvato il nostro Psrn pertanto gli agricoltori non hanno potuto avanzare alcuna domanda per la richiesta di questo importante rimborso del premio assicurativo”. Non solo: per avere accesso ai contributi la macchina burocratica si è inventata il Pai (Piano assicurativo individuale), perno del sistema, un documento “fatto a posteriori”, dopo la stipula dei certificati assicurativi, che pare abbia evidenziato incongruenze riguardo le rese e le superfici assicurate, con grandi difficoltà, se non impossibilità, di correggere ora i dati. Ma non è tutto. Anche per quel che riguarda le assicurazioni legate all’Ocm vino sono state comunicate da parte di Agea numerose anomalie dovute ad un calcolo macchinoso sulle rese medie aziendali, fatto che sta comportando un ritardo nel pagamento dei premi alle aziende.

Psr, il danno è concorrenziale CONFAGRICOLTURA INVITA LE AZIENDE A PRESENTARSI PER SAPERE L'EVOLUZIONE DEL PIANO

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i fa attendere l'approvazione del tanto atteso Psr regionale. L’unica certezza è che la Regione, con una comunicazione formale dell’assessore Giorgio Ferrero, ha informato che “in data 16 settembre 2015 è stata inviata ufficialmente alla Commissione europea, per la consultazione formale dei Servizi, la proposta di Psr 2014-2020 revisionata in base alle osservazioni della Commissione”. Il documento - 845 pagine e un po’ di documenti allegati - è stato predisposto dagli uffici della Regione, raccogliendo le indicazioni degli 808 rilievi che aveva formulato la Commissione in primavera. Confagricoltura a livello regionale ha sottolineato come ancora una volta non vi sia stata la possibilità di consultarlo: chi volesse dare un’occhiata al documento, un migliaio di pagine in tutto, può comunque scaricarlo collegandosi al link https://drive.google.com/file/d/0B0BgcjsBW5X5WVQwOUtIVWhzNzg/view?usp=sharing. “È tutto fermo - afferma amaramente Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo -. Gli altri vanno avanti noi siamo bloccati. Nelle altre Regioni, che hanno già un Piano di sviluppo rurale approvato, gli agricoltori stanno già presentando le domande, i nostri invece non possono farlo, il che significa non poter programmare investimenti. Il danno è soprattutto concorrenziale. Se tale situazione di attesa dovesse persistere ancora a lungo, auspichiamo che la Regione autorizzi almeno delle pre domande per iniziare a fare gli investimenti e non bloccare tutto il sistema”. Nel frattempo, sempre in materia di Psr, la Confagricoltura Cuneo invita tutti i propri associati a contattare gli uffici di zona per tenersi aggiornati sull'evolversi del Piano.

"Aziende, contattate gli uffici di zona" Egregio associato, desidero informarLa che le misure strutturali e insediamento giovani, così come il testo dell’intero Psr 2014/2020, sono stati notificati a Bruxelles e presto si potranno aprire ufficialmente le consultazioni. Nel caso Lei fosse interessato ad aderire alle nuove misure del Psr 2014/2020, la preghiamo di contattare gli uffici di zona di Confagricoltura Cuneo che sapranno considerare al meglio le sue esigenze e la terranno informata sugli sviluppi e sulle novità del nuovo Piano di Sviluppo Rurale. Le ricordo, infatti, che tutti gli uffici di zona della Confagricoltura Cuneo sono a disposizione per ulteriori approfondimenti e, in particolare, potrà trovare operatori che si occupano nello specifico proprio del Psr 2014/2020 e ne conoscono tutte le evoluzioni. La informiamo, infine, che tutte le pratiche sono svolte esclusivamente dal personale di Confagricoltura Cuneo, così da garantire una puntuale e corretta gestione delle stesse. Cordiali saluti. Roberto Abellonio - Direttore di Confagricoltura Cuneo

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"Di quale agricoltura parlano i giornali?" "Joseph Goebbels, uno che di marketing s’intendeva (fu ministro della propaganda del Terzo Reich) sosteneva: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”. Aveva ragione (solo su questo, beninteso). Da qualche tempo a questa parte, infatti, c’è chi continua a ripetere che c’è un ritorno dei giovani in agricoltura, che c’è fermento attorno al settore primario, che esiste un mare di opportunità per chi decide di investire nella green economy. I giornalisti orecchianti (sono un gruppo assai nutrito) prendono per buona la comunicazione e la trasformano in informazione: una volta stampata, meglio se su un quotidiano con una buona tiratura, la notizia è certificata e diventa verità assoluta. Così alcuni dati, tra l’altro parziali, sull’incremento delle assunzioni in agricoltura, fanno scrivere su La Stampa di domenica 27 settembre - nella pagina di agricoltura, rubrica “Sostiene Slow Food” - che “secondo un recente studio presentato da Coldiretti, gli under 35 occupati in questo settore quest’anno saranno il 12% in più”. Non conosciamo questo studio, ma ci accontentiamo dei dati ufficiali (l’Istat sarà anche una noia, ma i suoi dati rappresentano un riferimento per il governo, le istituzioni europee e mondiali) e leggiamo invece che tra il 2010 e il 2013 hanno chiuso i battenti 150.000 imprese agricole e si sono persi 430.000 ettari di superficie agricola utilizzata. La riduzione del 9,2% del numero delle aziende agricole, rispetto ai dati del censimento 2010, ha provocato un incremento della dimensione di aziendale, che è passata da 7,9 a 8,4 ettari. Quest’ultimo dato rappresenta un elemento positivo, perché con l’aumento della dimensione aziendale crescono le capacità competitive delle imprese. Tra le altre verità che vengono propagandate ricordiamo anche i successi di #campolibero, con i generosi sostegni riservati ai giovani. Avete presente le terre incolte che dovevano essere assegnate agli aspiranti imprenditori agricoli? A parte la notizia, di “terra ai contadini” (come sosteneva il rivoluzionario messicano Emiliano Zapata agli albori del ventesimo secolo) per ora non c’è manco l’ombra, ma i giornali hanno riservato fiumi d’inchiostro alla favola bella. Lo stesso discorso vale per la tanto declamata semplificazione, e l’elenco potrebbe continuare. Così, tra salvaguardia della biodiversità, giovani che cercano se stessi nel rapporto con la terra e sfiziosi prodotti di nicchia (solo bio, mi raccomando!) a chilometri zero la nostra agricoltura arranca, cresce l’indebitamento delle imprese e aumentano le sofferenze bancarie. Ma di questi argomenti è meglio non parlare, perché “crescono le imprese rosa e multifunzionali”. “L’ottimismo è il profumo della vita”, ci spiegava Tonino Guerra in un bellissimo spot che promuoveva i prodotti Unieuro. Parole sagge da ricordare, senza dimenticare però quanto sosteneva Benjamin Franklin: “Chi vive sperando, muore digiuno”. Ercole Zuccaro - Direttore di Confagricoltura Torino

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Definizione di

DIFESA INTEGRATA Un atomizzatore alle prese con una trattamento antiparassitario

Ancora obblighi per gli agricoltori CON IL PAN È ENTRATA IN VIGORE LA DIFESA INTEGRATA IN TUTTE LE AZIENDE AGRICOLE. UN NUOVO BALZELLO di Gilberto Manfrin

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a difesa integrata è frutto dell’approvazione del Pan (Piano d’azione nazionale) un ennesimo provvedimento studiato a tavolino da persone troppo lontane e che non conoscono le vere esigenze del mondo agricolo, che ha bisogno di un deciso taglio alla burocrazia e ai costi inutili per continuare a dare sviluppo. Le nostre imprese sono stanche di nuovi obblighi calati dall’alto e di dover presentare documenti che servono solamente a rallentare la loro competitività”. Confagricoltura Cuneo torna a criticare il Pan (Piano d’azione nazionale) sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, un nuovo adempimento su cui già in passato la confederazione aveva avanzato molte osservazioni a livello nazionale, cadute quasi tutte nel vuoto. Con l’entrata in vigore della direttiva sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, è divenuta così obbligatoria anche la difesa integrata. Vediamo di che cosa si tratta. L’obiettivo prioritario della difesa integrata a basso apporto di prodotti fitosanitari è la riduzione del rischio per l’ambiente, gli operatori, i consumatori e i cittadini derivante dall’impiego di prodotti fitosanitari. La difesa integrata obbligatoria prevede: • applicazione di tecniche di prevenzione • monitoraggio delle infestazioni • e delle infezioni • utilizzo dei mezzi biologici di controllo dei parassiti • ricorso a tecniche di coltivazione appropriate • l’uso di prodotti fitosanitari con minor rischio

Per poter rispettare questa normativa, tutti gli utilizzatori professionali dei prodotti fitosanitari devono dimostrare di conoscere, disporre direttamente o avere accesso a: 1. dati meteorologici dettagliati per il territorio di interesse, acquisibili anche attraverso un collegamento su internet; 2. dati fenologici e fitosanitari forniti da una rete di monitoraggio e, dove disponibili, dai sistemi di previsione e avvertimento; 3. bollettini territoriali di difesa integrata per le principali colture; 4. materiale informativo o manuali per l’applicazione della difesa integrata, predisposti e divulgati anche per via informatica dalle autorità competenti.

“Attenta considerazione di tutti i metodi di protezione fitosanitaria disponibili e conseguente integrazione di misure appropriate intese a contenere lo sviluppo di popolazioni di organismi nocivi e che mantengono l’uso dei prodotti fitosanitari e altre forme d’intervento a livelli che siano giustificati in termini economici ed ecologici e che riducono o minimizzano i rischi per la salute umana e per l’ambiente. L’obiettivo prioritario della difesa integrata è la produzione di colture difese con metodi che perturbino il meno possibile gli ecosistemi agricoli e che promuovano i meccanismi naturali di controllo fitosanitario”. (articolo 3, Decreto Legislativo n. 150/2012)

Le informazioni relative alla difesa integrata sono giunte a tutte le aziende via Pec. Per maggiori informazioni gli associati sono tenuti a recarsi presso gli sportelli della Confagricoltura Cuneo per visionare la comunicazione della Regione Piemonte che rende nota l’entrata in vigore obbligatoria della difesa integrata. I tecnici sono a disposizione per qualsiasi chiarimento sull’utilizzo della guida per l’uso corretto dei fitofarmaci.

N O V I TÀ PA C

Impegni di condizionalità per le aziende Nonostante l'introduzione del greening, con la riforma della Pac 2014-2020 resta vivo il principio della condizionalità che rappresenta, nell’Unione Europea, l’insieme degli impegni che gli agricoltori devono rispettare per l’accesso agli aiuti comunitari. Da ciò deriva che i pagamenti non sono più vincolati alle produzioni, ma il produttore per beneficiarne deve rispettare gli impegni relativi a sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente, salvaguardia igienico-sanitaria e benessere degli animali e corretto mantenimento dei terreni e degli elementi caratteristici del paesaggio. La condizionalità si applica attraverso un insieme di norme, definite 'Buone condizioni agronomiche ed ambientali' (B.C.A.A.) e di atti, chiamati 'Criteri di gestione obbligatori (C.G.O.)'. Il termine “condizionalità” deriva proprio dal fatto che il pagamento dell’aiuto è condizionato dal rispetto degli impegni. L’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) controlla un campione di aziende per verificare il rispetto degli impegni: qualora si riscontrino inadempienze per la condizionalità, il pagamento degli aiuti comunitari può essere ridotto parzialmente fino alla perdita totale. Le aziende in queste settimane hanno ricevuto anche in questo caso a mezzo Pec, sempre dalla Regione, la loro scheda personalizzata di condizionalità. Sulla base di quanto dichiarato nelle varie domande presentate (Pac, Psr, misure agroambientali), le aziende hanno ricevuto una scheda contenente obblighi e prescrizioni. La scheda è disponibile presso gli uffici del Caa della Confagricoltura Cuneo. Si invitano tutte le aziende interessate a prenderne visione negli orari di ufficio.

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Vitivinicoltura

Uva: annata da incorniciare IN ATTESA DEGLI ULTIMI STACCHI, NELLE VIGNE CONFERMANO UN'OTTIMA PRODUZIONE

T

ra i filari cuneesi è ormai tempo di prime valutazioni e i commenti sulla vendemmia sono più che positivi. Terminata da tempo la raccolta dei vitigni a bacca bianca (Moscato, Chardonnay, Sauvignon, Nascetta, Arneis e Favorita) e la raccolta delle prime uve rosse (Dolcetto), si sta partendo con gli stacchi delle uve tardive Barbera e Nebbiolo. “Dopo un andamento metereologico estivo positivo sia per la maturazione sia per la sanità - spiega Alessandro Bottallo, tecnico di Confagricoltura zona di Alba -, le ultime settimane di settembre sono state caratterizzata da giornate calde e soleggiate, che hanno contribuito ad un forte avanzamento della maturazione per tutti i vitigni. In generale le uve precoci sono state caratterizzate da ottimi profumi, un notevole grado zuccherino e una buona acidità, migliore rispetto alle aspettative considerate soprattutto le alte temperature estive, ci aspettiamo quindi vini con una struttura importante, ma bilanciati da un buon quadro acido. Ottima anche la vendemmia delle uve Dolcetto, decisamente migliore rispetto allo scorso anno, i vini sono anche in questo caso caratterizzati da ottimi profumi, ben strutturati ed equilibrati. Per le uve tardive Barbera e Nebbiolo, oltre al notevole accumulo di zucchero che porterà a gradazioni alcoliche piuttosto alte, ottima è anche la maturazione fenolica”. LA PAROLA AI PRODUTTORI Commenti positivi arrivano anche dai presidenti di sezione. “Al momento abbiamo dati parziali, ma possiamo parlare di risultati eccezionali come qualità di uva - dice Gianluca Demaria, presidente della sezione Rossi -. Molti vini sono ancora in fase di fermentazione, ma le prime sensazioni sono ottime, i tenori zuccherini sono molto alti, buone le sensazioni olfattive con grandi sentori di frutta nel prodotto. Anche i colori estratti sono ottimi, nelle prime ore di vinificazione il mosto aveva già una colorazione straordinaria. L’annata si preannuncia eccezionale anche per Barbera e Neb-

biolo”. “La qualità quest’anno è a dir poco eccezionale - spiega Renato Negro, presidente della sezione Bianchi -. L’uva è sana e bella, con un buon quadro cromatico e profumi ottimi, soprattutto sul Moscato che negli ultimi anni aveva evidenziato più difficoltà, ma in generale la qualità è ottima per tutte le varietà. Le quantità non sono state eccessive, ma i risultati sono soddisfacenti, in linea rispetto agli scorsi anni. Anche le zone più tardive, quelle in altura, hanno vendemmiato in anticipo e con qualità elevate”. PRODUZIONE NON ABBONDANTE In generale si può parlare di un’annata caratterizzata da una produzione variegata a seconda delle zone e non particolarmente abbondante.“La vendemmia sotto il profilo della quantità non è abbondante - sottolinea Mario Viazzi, direttore di Confagricoltura zona Alba - ma in compenso la qualità è ottima per tutte le varietà. Le uve daranno origine a vini eccellenti e con un buon equilibrio. Per quanto riguarda le quotazioni siamo fiduciosi, vi sono infatti segnali di prezzi in leggero rialzo sul 2014”.

LAVORO NERO

"Stop al sensazionalismo" "Il meccanismo ormai lo conosciamo. Quando c’è da buttare la croce addosso a qualcuno, gli agricoltori sono sempre i primi della fila - dice il direttore Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio -. Mi riferisco, nello specifico, alle questioni che riguardano il lavoro nero e il caporalato, che hanno portato nelle ultime settimane i viticoltori del Piemonte al centro dell’attenzione. Gli imprenditori del comparto non ne possono più di passare, ancora una volta, per persone che sfruttano senza scrupoli i lavoratori. È un’immagine che respingiamo con forza. La Confagricoltura da sempre presta massima attenzione al deprecabile fenomeno del lavoro sommerso, che rappresenta un problema soprattutto per le imprese agricole in regola, che adempiono puntualmente agli obblighi burocratici ed economici connessi ai rapporti di lavoro. Ogni giorno, tuttavia, c’è un riferimento al fenomeno, che riguarda poche imprese a danno tuttavia dell’immagine dell’intero settore. Il rischio, poi, è quello di pendere dalle labbra di chi cerca il sensazionalismo, con interviste a sindacalisti che neppure rappresentano il mondo agricolo o conoscono le sue complessità. Il fenomeno è articolato e non si può pensare di risolverlo con facili slogan o con proposte estemporanee".

Burocrazia in vigna, paradossi italiani "Il caso del pensionato di Castellinaldo d’Alba, trovato a vendemmiare con quattro amici, ha avuto ampio risalto sui giornali locali e nazionali, trasformandosi in un vero e proprio ‘caso’ di assurdità burocratica all’italiana. Se spesso siamo noi i primi ad addossare le colpe a funzionari troppo rigorosi e con poco buon senso, il problema tuttavia restano soprattutto le norme poco chiare e sovente interpretabili, a cui i funzionari e le aziende devono attenersi. Ecco perché alle dichiarazioni del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, che in un’intervista a La Stampa ha dichiarato: “Penso che le norme diventino davvero efficaci quando vengono applicate con quel buon senso che è componente naturale dell’agire umano” vorrei rispondere: “Ma perché Chiamparino, visto il ruolo che occupa, non inizia a impegnarsi lui per primo per cambiare le regole?”. Forse perché è così comodo per i politici ragionare sui massimi sistemi e discutere di situazioni teoriche, ma lo è molto meno intervenire invece sui problemi concreti, col rischio di essere misurati con precisione. Quanto accaduto a Castellinaldo, poi, pur testimoniando paradossalmente come il sistema del lavoro in Piemonte funzioni meglio che in altre parti d’Italia, mette in luce come ci siano aspetti da rivedere. Noi di Confagricoltura lo diciamo da tempo, ma per risolvere le situazioni occorre sedersi al tavolo ed essere ascoltati. E nessuno sembra davvero interessato a farlo”. Roberto Abellonio - Direttore di Confagricoltura Cuneo

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INSERTO TECNICO

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NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE E APPROFONDIMENTI SU WWW.CONFAGRICOLTURACUNEO.IT O SU WWW.FACEBOOK.COM/CONFAGRICOLTURACUNEO

FEASR

Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l'Europa investe nelle zone rurali

CHIARIMENTI SU VENDITE E ACQUISTI INTRACOMUNITARI

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rima di effettuare acquisti o vendite intracomunitarie è opportuno assicurarsi di essere iscritti al VIES (elenco importatori ed esportatori: Volontà di porre in essere operazioni intracomunitarie). In mancanza dell’iscrizione contattare gli uffici della Confagricoltura Cuneo: gli operatori del servizio fiscale provvederanno ad effettuare l’iscrizione. In caso di VENDITA INTRACOMUNITARIA da parte di azienda agricola italiana in contabilità iva: • se il cliente estero è iscritto al Vies si fa fattura in esonero iva ai sensi dell’ art. 41 dpr 633/73; • per le aziende in regime speciale agricoltura in fase di liquidazione iva si procederà ad accreditare l’iva a credito secondo le aliquote di compensazione; • se il cliente estero non è iscritto al Vies si

procede alla fatturazione con applicazione dell’iva ordinaria. Le vendite intracomunitarie devono essere dichiarate tramite il modello Intrastat: • con periodicità trimestrale fino a 50mila euro annui entro il 25 del mese successivo alla fine del trimestre; • - con periodicità mensile oltre 50mila euro entro il 25 del mese successivo a quello di riferimento. In caso di ACQUISTI INTRACOMUNITARI fino a 10mila euro all’anno si paga imposta sul valore aggiunto nel paese di emissione della fattura; • oltre i 10mila euro si paga l’iva in Italia tramite la presentazione del modello Intrastat • fino a 50mila euro di acquisti annuali con periodicità trimestrale entro il 25 del mese successivo alla fine del trimestre;

Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111.1 sottoazione B Informazione nel settore agricolo

• oltre 50mila euro con periodicità mensile entro il 25 del mese successivo a quello di riferimento. Il modello Intrastat deve essere presentato anche in caso di acquisti di servizi all’interno della Comunità europea con la periodicità calcolata come per gli acquisti. Da quest’anno anche le aziende in esonero dalle scritture contabili, se effettuano acquisti UE per un importo superiore a 10mila euro, devono presentare un modello Intrastat semplificato (INTRA12) e versare l’iva in Italia entro il mese successivo all’emissione della fattura estera. RIASSUMENDO: le fatture estere sia di acquisto che di vendita devono sempre essere portate con tempestività all’ufficio fiscale per permettere di presentare le comunicazioni in tempo ed evitare pesanti sanzioni. Le vendite e prestazioni di servizi (ad es. agriturismo) a privati stranieri devono sempre essere assoggettate ad iva in Italia in quanto il privato non ha la possibilità di versare l’imposta nel suo Paese.

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BANDO INAIL: IN ARRIVO APPOSITI FINANZIAMENTI

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l Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV) dell’INAIL ha deciso di concedere alle imprese operanti nel settore agricolo appositi finanziamenti per il miglioramento della salute e sicurezza dei lavoratori, attraverso un bando separato rispetto al tradizionale bando ISI destinato a tutti i settori. Adesso il bando specifico per l’agricoltura sarà preventivamente notificato dal Governo italiano, alla Commissione Europea affinché ne valuti la compatibilità con il mercato interno. Nonostante l’iter sia ancora lungo, la Confagricoltura di Cuneo apprezza il cambio di prospettiva da parte dell’istituto. “L’esito positivo di tale procedura - commenta l’associazione consentirà di superare i limiti del ‘de minimis’, che per il settore agricolo sono di molto inferiori a quelli vigenti negli altri settori produttivi (15.000 euro contro 200.000) disincentivando fino ad oggi l’accesso da parte delle aziende agricole ai finanziamenti concessi dell’INAIL. Ci auguriamo che si faccia uno sforzo ulteriore per il superamento del meccanismo del click-day, per il quale a più riprese ci siamo detti nettamente contrari”. Il CIV ha deliberato altresì di destinare al prossimo bando dell’agricoltura il 10% delle risorse complessivamente previste dall’INAIL per tale capitolo, pari a circa 25 milioni su un budget complessivo, per il 2015, di circa 250 milioni. La delibera, fortemente voluta da Confagricoltura, è stata adottata in accordo con il Ministero dell’Agricoltura che si è impegnato, nei prossimi mesi, a sostenere politicamente la richiesta di autorizzazione alla Commissione europea e ad incrementare le risorse già stanziate dall'INAIL. L’esito della procedura che dovrebbe portare all’emanazione del bando specifico per l'agricoltura, è previsto per i primi mesi del 2016.

FORNITURA DI ENERGIA E GAS ALLE IMPRESE AGRICOLE: IVA AL 10%

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a Tabella A, parte III, n. 103, allegata al D.P.R. n. 633 del 1972 (cosiddetto “decreto Iva”), anche in base alle successive modificazioni introdotte con l’art . 2 comma 40 della legge finanziaria 2004 (legge n. 350 del 24/12/2003), prevede che siano assoggettate all’aliquota agevolata del 10%, tra le altre, le cessioni di energia elettrica e gas per uso di imprese estrattive, agricole e manifatturiere comprese le imprese poligrafiche, editoriali e simili. Qualora le imprese agricole rilevassero eventuali errori di aliquota nella fatturazione dell’energia elettrica, potranno rivolgersi agli uffici Iva - Fiscale delle Unioni Agricoltori per la presentazione di formale istanza ai fini dell’applicazione dell’aliquota Iva del 10%. Per maggiori informazioni contattare la Confagricoltura di Cuneo.

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NON VARIA L'EQUO CANONE DI AFFITTO L. 203/82 ART. 10

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a Commissione Tecnica Provinciale di Cuneo per la determinazione dell'equo canone di affitto dei fondi, riunita per determinare il coefficiente di adeguamento dei canoni per l'affitto dei fondi rustici per l'annata agraria 2014/2015 (L.203/82 art. 10), ha deciso di non fare variazioni. Dopo la valutazione degli indici Istat di riferimento e l’indicazione delle ultime previsioni Ismea che indicano come l’annata 2015 dovrebbe mediamente risultare positiva per il settore primario, con un indice dei prezzi all'origine rilevati pari a 3,3 e quello dei costi pari a -2,7, la Commissione ha quindi deciso di mantenere invariato il coefficiente. La decisone è stata presa considerando anche la situazione attuale dell’agricoltura cuneese, l’importanza degli affitti nel sistema agricolo provinciale e l'opportunità di incoraggiare l'affitto con contratti che garantiscano la giusta durata temporale e un regime di stabilità, che possano così mantenere un clima di serenità e sicurezza per proprietari e per affittuari.

DETENZIONE DI ARMI: OBBLIGATORIO IL CERTIFICATO MEDICO DI IDONEITA’ PSICOFISICA

Dal 5 maggio scorso per tutti i detentori di armi non in possesso di porto d’armi, è entrato in vigore l’obbligo di farsi rilasciare un certificato medico di idoneità psicofisica da esibire in caso di controlli. In caso di mancato possesso del certificato medico le armi potrebbero essere sequestrate. Per informazioni sulle pratiche da espletare per ottenere i permessi rivolgersi a Tommaso Bossi di Confagricoltura Cuneo (Tel. 0171/690143 - interno 2).

AGRITURISMI: L’ATTIVITÀ AGRICOLA PREVALE SULL'OSPITALITÀ

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a Corte di Cassazione con la sentenza n. 16685 stabilisce il principio secondo il quale chi fa agriturismo deve essere principalmente un imprenditore agricolo e l’attività di ricezione e di ospitalità non può prevalere sul suo “core business”. Così la Cassazione respinge un ricorso avverso di una sentenza della Corte d’appello che aveva dato partita vinta all’Inps che reclamava da un imprenditore agricolo i contributi previsti per i commercianti. La decisione era fondata su diverse considerazioni: il quantitativo di merce acquistata da terzi era superiore a quella prodotta dall’azienda, il lavoro svolto dalla ricorrente nell’azienda agricola era minore rispetto a quello prestato dai familiari e da terzi, il reddito dell’attività di ristorazione era maggiore di quello ricavato con il fondo e anche il tempo dedicato agli ospiti superava quello riservato alla campagna.

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ASSUNZIONI A TEMPO INDETERMINATO, MONTAGNA PENALIZZATA

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l Ministero del lavoro ha fornito all’INPS un apposito parere in merito alla non cumulabilità dell’esonero contributivo triennale per le assunzioni a tempo indeterminato con le riduzioni contributive per zone montane e svantaggiate. L’INPS inizialmente non aveva chiarito se la misura introdotta per il 2015 dalla legge finanziaria (legge 190/2014) per le assunzioni a tempo indeterminato fosse o meno cumulabile con le tradizionali agevolazioni per zone montane e svantaggiate. La questione è rilevante perché la contribuzione antinfortunistica dovuta per gli operai agricoli è particolarmente elevata (13,24%) e non è ricompresa nello sgravio contributivo triennale. Sicché, in assenza di cumulo tra le due agevolazioni, per le imprese operanti nelle zone svantaggiate e montane non vi sarebbe alcuna convenienza nell’applicazione dello sgravio triennale per gli operai agricoli assunti a tempo indeterminato. Il Ministero del lavoro, con un’apposita nota in commento, ha purtroppo ritenuto applicabile ai datori di lavoro operanti nei territori montani e svantaggiati che effettuano assunzioni a tempo indeterminato nel 2015, il solo regime ordinario delle zone montane e svantaggiate, sancendo così l’incumulabilità tra i due benefici. Il parere del Ministero, secondo Confagricoltura, suscita perplessità sia perché dispone una incumulabilità su base giuridiche poco convincenti e sia perché sembra non concedere ai datori di lavoro interessati la scelta tra una o l’altra delle agevolazioni in questione.

STELLE AL MERITO DEL LAVORO: DOMANDE FINO AL 31 OTTOBRE

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RINNOVO DELLA POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA (PEC) È scaduto il 30 settembre il termine per il rinnovo delle Pec. Dal 2013 è stato esteso anche alle imprese individuali l’obbligo di dotarsi di una casella di Posta Elettronica Certificata. Per procedere al rinnovo annuale rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

USO FITOFARMACI, DAL 26 NOVEMBRE OBBLIGO DI PATENTINO

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n attuazione del PAN (Piano agricolo nazionale) sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, dal 26 novembre 2015 diventa obbligatorio il patentino per l’acquisto e/o l’utilizzo dei fitofarmaci da parte degli utilizzatori professionali. Gli enti formatori certificati, come Agripiemonteform, sono pronti per organizzare dal prossimo ottobrenovembre, una volta terminare le operazioni di raccolta del riso e del mais, in campagna, i corsi di formazione e di aggiornamento. Questi, secondo le nuove regole dovranno avere una durata minima di 20 ore (per i corsi di conseguimento) e di 12 ore (per il rinnovo dell’abilitazione). La novità riguarda anche chi è diplomato o laureato nelle discipline agrarie, biologiche, mediche e veterinarie, in precedenza esonerati da ogni adempimento. Da oggi sono esonerati dalla frequenza al corso, ma non dall’esame finale. L’abilitazione dura, come prima, cinque anni.

RACCOLTA FUNGHI: NOVITÀ PERMESSI GIORNALIERI 2015

i ricorda che entro il prossimo 31 ottobre è possibile presentare le candidature per la decorazione della Stella al Merito del Lavoro per l’anno 2016. Possono essere candidati tutti i lavoratori dipendenti occupati in qualità di operai, impiegati, quadri e dirigenti di imprese private in tutti i settori produttivi e di servizio, i dipendenti e i soci delle cooperative, i dipendenti di stabilimenti o aziende istituite da enti pubblici per lo svolgimento di attività imprenditoriali. Per rientrare negli elenchi è necessario che i candidati abbiano compiuto i cinquant’anni di età e che abbiano lavorato ininterrottamente per un periodo minimo di 25 anni, documentabili prodigandosi per istruire e preparare le nuove generazioni dell’attività professionale. Le imprese interessate possono rivolgersi alle Unioni Agricoltori per ottenere ulteriori chiarimenti e per informarsi sulla presentazione delle rispettive candidature.

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ovità importante per la raccolta funghi sul territorio del Piemonte. Gli uffici regionali hanno predisposto i “grattini” per poter svolgere l’attività nell’arco di un solo giorno (costo 5 euro) o di una settimana (10 euro). Gli Enti delegati al rilascio dei titoli e all’incasso dell’importo dovuto (Enti di gestione dei Parchi e Unioni Montane dei Comuni) hanno la possibilità di richiederli, secondo le loro previsioni di esigenza, al Settore Ambiente, Governo e Tutela del Territorio-Biodiversità e Aree Naturali. Poi, potranno venderli anche utilizzando i canali privati autorizzati come le tabaccherie, le edicole e i bar. Invece, per i titoli annuale (spesa 30 euro), biennale (60 euro) e triennale (90 euro) non cambia nulla: il versamento va fatto attraverso il bollettino di conto corrente postale che, insieme alla carta d’identità, costituisce il documento da esibire se sottoposti al controllo. In nessun caso si paga più la marca da bollo da 16 euro. Per ulteriori informazioni: http:// www.regione.piemonte.it/ambiente/tutela_amb/funghi.

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CHIARIMENTI SUI POSTUMI DA MALATTIE PROFESSIONALI

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on la circolare n. 32 del 24 febbraio 2015 l’Inail ha fornito nuove istruzioni per disciplinare le domande di aggravamento dei postumi delle malattie professionali. La circolare ha chiarito che l’aggravamento verificatosi oltre il quindicennio dalla data della denuncia a carico di soggetti dichiarati guariti senza postumi indennizzabili o indennizzati in capitale, esposti al medesimo rischio morbigeno dopo la data della denuncia di malattia professionale deve essere trattato come una nuova malattia. La nuova denuncia può essere presentata anche nell’ipotesi in cui la protrazione dell’esposizione al medesimo rischio avvenga in azienda diversa da quella in cui è stata contratta la tecnopatia. ISTRUZIONI OPERATIVE Le fattispecie che potrebbero verificarsi sono le seguenti: 1 - La malattia professionale denunciata è stata riconosciuta ma non indennizzata in capitale (grado di menomazione inferiore al 6%). In tal caso l’aggravamento verificatosi dopo la scadenza del quindicennio dalla data della denuncia deve essere considerato nuova malattia se ricorre la protrazione dell’esposizione, oltre la data della denuncia, all’agente patogeno che ha causato la malattia professionale. 2 - La malattia professionale denunciata è stata indennizzata in capitale (grado di menomazione dal 6 al 15%). In tal caso l’aggra-

vamento verificatosi dopo la scadenza del quindicennio dalla data della denuncia deve essere considerato nuova malattia se, oltre a data della denuncia, ricorre la protrazione dell’esposizione all’agente patogeno che ha causato la malattia professionale. 3 - La malattia professionale denunciata è stata riconosciuta ma non indennizzata in rendita (grado di inabilità inferiore all’11%). In tal caso l’aggravamento verificatosi dopo la scadenza del quindicennio dalla data della denuncia deve essere considerato una nuova malattia se ricorre la protrazione all’esposizione all’agente patogeno che ha causato l’origine professionale della patologia. VALIDITÀ Le nuove disposizioni si applicano ai casi futuri nonché ai casi in istruttoria e a quelle per le quali sono in atto controversie amministrative o giudiziarie, o comunque, non prescritte o decise con sentenza passata in giudicato. Per informazioni rivolgersi agli uffici del Patronato Enapa di Confagricoltura Cuneo.

MOSCATO: LA RESA SULLA VENDEMMIA RESTA INVARIATA

Per l'annata 2015 del Moscato, non verrà probabilmente sbloccato il meccanismo del blocage/deblocage, cioè la possibilità, qualora il mercato lo richiedesse, di sbloccare 5 quintali di ettaro in più rispetto alla quantità già stabilita per la vendemmia di quest'anno. Pertanto la resa rivendicata dai produttori rimane quella stabilita dall'accordo interprofessionale siglato nel 2014: 100 quintali/ha per la Docg Asti/Moscato d'Asti e 20 quintali/ ha per i superi destinati al cosiddetto “aromatico”.

coltiviamo capolavori Caro associato, il nostro Paese è ricco di grandi eccellenze, con prodotti unici e capolavori frutto dell’ingegno, dell’inventiva e della laboriosità che hanno reso l’Italia famosa nel mondo, proprio per la sua agricoltura. Ecco perché Confagricoltura è al tuo fianco, per aiutarti a coltivare e a far crescere le tue eccellenze, giorno dopo giorno. Ti invitiamo quindi a rinnovare la tua adesione alla Confagricoltura di Cuneo… per continuare insieme a coltivare i tuoi capolavori.

Tesseramento 2015-2016

RINNOVA LA TUA ADESIONE

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INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 07 • OTTOBRE 2015


Corilicoltura

Nocciole a terra dopo i temporali estivi

Rese in calo, ma qualità interessante I VIOLENTI TEMPORALI DI AGOSTO HANNO CAUSATO ALCUNI PROBLEMI NELLA RACCOLTA SOPRATTUTTO IN ALTA LANGA di Ilaria Blangetti

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na raccolta in alcuni casi difficoltosa che ha comunque portato buoni frutti. Si può sintetizzare così l’annata 2015 delle nocciole, partita con grandi attese e finita con qualche imprevisto. “Non è sicuramente un'annata delle migliori, soprattutto facendo riferimento alla passata stagione - commenta Aldo Gavuzzo, presidente della Sezione frutta in guscio di Confagricoltura Cuneo -. Alcune zone, come l'Alta Langa, hanno riscontrato un calo del raccolto del 25-30% dovuto sia a una minore produzione, già prevista in calo, sia alle ultime piogge che hanno coperto di terra le nocciole rendendole in parte irrecuperabili. Diversa è la situazione in pianura - continua Gavuzzo -, con un raccolto che si è mantenuto nella media delle annate precedenti. La differenza è dovuta al clima favorevole e agli impianti d'irrigazione programmata presenti in molte zone. Inoltre si sta espandendo la coltivazione di varietà diverse tardive,

che offrono un raccolto e una resa superiore rispetto alla Tonda Gentile delle Langhe. Tuttavia la resa, sia in pianura che in Alta Langa è stata soddisfacente raggiungendo quote dal 45 al 49%. Penalizzati invece i corilicoltori che non hanno conservato ed essicato correttamente le nocciole provocando marciume interno molto simile al ‘cimiciato occulto’, in questi casi la resa è scesa fino al 30%”. Un’annata caratterizzata, quindi, anche dalla necessità dei corilicoltori di ricorrere ai rastrelli per raccogliere le nocciole, in molti casi sommerse dal fango a causa dei violenti temporali del mese di agosto. Ad avere le difficoltà maggiori sono stati soprattutto gli agricoltori dell’Alta Langa, dell’Albese e della valle Belbo. “Le aspettative erano buone ma la siccità ha prima seccato i terreni poi stressati dai violenti temporali di agosto che hanno creato non poche difficoltà durante la raccolta – commenta Antonio Marino, tecnico di Confagricoltura Cuneo -. Chi ha raccolto prima, come nel Roero e nelle zone più basse dell’Albese, ha ottenuto rese simili al 2014 ma chi ha dovuto aspettare ha poi fatto i conti con l’incidenza del marcio che ha portato ad abbassare i quantitativi sulle rese allo sgusciato”. “Un’annata discreta, con i prezzi che, nonostante un calo rispetto all’annata record del 2014, continuano ad essere mediamente soddisfacenti - aggiunge Ludovico Cogno, presidente Asprocor Piemonte -. Ci sono stati problemi solo per chi, soprattutto in Alta Langa, ha raccolto tardivamente, mentre in pianura la raccolta è stata più semplice. Mediamente, comunque, segnaliamo un calo produttivo intorno al 20%”. "Le rese ad ettaro sono state mediamente inferiori rispetto all’anno scorso – conferma anche il responsabile tecnico di Ascopiemonte Gianluca Griseri -, per le aziende, che sono riuscite ad effettuare una corretta essiccazione delle nocciole, la qualità è buona. I prezzi sono in leggero calo ma comunque soddisfacenti”.

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Frutticoltura

Nei frutteti cuneesi si attende con fiducia il responso del mercato

Qualità eccellente per le mele cuneesi L'ESTATE CALDA E LA SCARSA UMIDITÀ HANNO PERMESSO DI AVERE FRUTTI SANI, COLORATI E ZUCCHERINI di Monica Arnaudo

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empo di primi bilanci per la raccolta delle mele. L’estate, scandita da giornate di caldo intenso, ha favorito la raccolta delle mele estive che, quasi ovunque in provincia di Cuneo, registra risultati soddisfacenti dal punto di vista della quantità e una qualità eccellente, superiore alla media delle scorse annate. Molto soddisfatto il presidente della sezione Ortofrutta,

Alberto Giordano: “La produzione delle estive è stata costante rispetto agli anni scorsi e il mercato sta mostrando un buon interesse. La raccolta delle Rosse invernali è nella sua fase clou, ma la qualità sembra ottima grazie anche ad una colorazione resa perfetta dalle temperature più fresche arrivate a fine agosto. Rispetto allo scorso anno siamo più ottimisti, la stagione 2014,

LAGNASCO

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pur essendo stata buona, presentava una leggera sovra-produzione. Quest’anno, con una produzione più costante, il mercato dovrebbe essere più interessante”. IL PARERE DEI TECNICI Discreto entusiasmo sottolineato anche dal direttore di Confagricoltura zona Savigliano e Saluzzo, Marco Bruna: “Quest’anno le condizioni climatiche hanno favorito la mela e il prodotto raccolto è di ottima qualità. L’estate calda e la scarsa umidità hanno permesso di avere minori patologie. Dal punto di vista commerciale è ancora presto per dare giudizi, il mercato è ancora lungo, ma, considerata l’alta qualità del prodotto, c’è un discreto entusiasmo. Le richieste sono molte precise: buona colorazione e calibro medio”. “A partire dalle varietà estive Gala, la produzione di quest’anno si può considerare qualitativamente elevata, con un grado brix molto alto e una buona colorazione - spiega Nicolas Anghilante, tecnico frutticolo di Confagricoltura Cuneo -. La Rossa, gruppo Red Delicius, è una varietà più sensibile a problematiche quali la butteratura che quest’anno ha portato ad un riduzione della produzione. In generale pezzatura e calibro sono nella norma. La raccolta delle tipologie autunnali è in pieno svolgimento, ma le sensazioni sono positive. In generale, pezzatura e calibro sono nella norma. Per il gruppo Golden e Fuji non è ancora possibile fare delle previsioni precise, ma i primi riscontri confermano un’eccellente qualità”.

SALUZZO

Silvano Ferrero

Fabrizio Garello

Giovanni Lungo

"La raccolta sta andando bene, il prodotto è bello. Ho sentito che in alcune zone però hanno il problema della cimice e quello potrà essere un danno se in futuro si dovesse allargare. Nella nostra azienda, 30 ettari di cui 8 di mele, coltiviamo diverse varietà, sia estive che autunnali. La resa è stata più bassa dello scorso anno, ma il gran caldo non ha danneggiato la qualità perchè le reti nere hanno protetto il prodotto dalle scotatture e il fresco di queste ultimi notti ha permesso una bella colorazione".

"Coltiviamo circa 8 ettari di mele. Sulle estive al primo stacco sembrava ci fosse poco colore poi il tempo, con gli sbalzi termici di fine agosto, ha aiutato la colorazione. Adesso stiamo terminando la raccolta delle mele rosse autunnali. La resa è stata buona, anche leggermente superiore allo scorso anno, la qualità altrettando perchè presentano una buona pezzatura, un giusto calibro e un ottimo colore. Ora non ci resta che sperare che anche il mercato premi questa qualità con prezzi soddisfacenti".

"Per noi la raccolta è conclusa. Come resa la quantità è stata minore rispetto allo scorso anno. La stagione, iniziata col caldo che avrebbe potuto penalizzarci, si è aggiustata verso la fine e per fortuna non abbiamo avuto danni pesanti provocati dalle scottatture come successo in altre aree. La qualità è buona, molto zuccherina. Abbiamo raccolto circa 12 ettari di Gala, Red e Golden. Il mercato è difficile da decifrare, ma siamo partiti bene e speriamo di fare meglio dello scorso anno"

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Pesche, ripresa in extremis DOPO UNA PARTENZA DIFFICILE, RISCONTRI MIGLIORI DA METÀ AGOSTO IN AVANTI di Monica Arnaudo

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n'annata caratterizzata da un difficile avvio, recuperata parzialmente da un buon secondo tempo. È la sensazione condivisa da produttori e tecnici di Confagricoltura Cuneo al termine della raccolta delle pesche. Cauto il commento del presidente della sezionione Ortoftutta, Alberto Giordano: "La stagione è iniziata male, ma si è ripresa da metà agosto in poi con un leggero aumento della domanda e dei prezzi. I riscontri definitivi si avranno solo a fine anno, vedremo se questa ripresa in estremis permetterà ai produttori di recuperare l'annata". LE CONFERME DEI TECNICI Partenza difficile della stagione confermata anche dai tecnici di Confagricoltura. "Come negli ultimi anni il mercato è partito con prezzi molto bassi, adesso si sono raggiunte punte medio-alte ma siamo a fine campagna e il prodotto è già stato quasi tutto venduto - spiega Nicolas Anghilante, tecnico frutticolo di Confagricoltura Cuneo -. La qualità però è stata ottima, il caldo ha favorito lo sviluppo di zuccheri, anche il colore e il calibro sono eccezionali. Rispetto agli scorsi anni è stata minore l'incidenza delle patologie, come la Monilia che quest'anno sul pesco si è vista molto meno". Rimpianti per un brutto inizio stagione condivisi anche da Marco Bruna, direttore di Confagricoltura zona Savigliano e Saluzzo: "La pesca ha avuto una partenza 'No' a livello dell'anno scorso, a fronte però di una qualità ecccellente. La partenza sprint dell'estate e le temperature calde avevano dato tutte le componenti perchè si profilasse una stagione buona tanto da recuperare le ultime pessime annate. In realtà l'avvio sulle precoci non è stato positivo, la situazione si è ripresa ad inizio agosto con le varietà più tardive che hanno avuto una maggiore richiesta dovute ad eventi atmosferici molto pesanti che hanno penalizzato i produttori esteri, come quello spagnolo. La speranza è che i mercati ripaghino almeno i costi di produzione”.

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Pesche cuneesi 'pagano' la partenza in salita

LAGNASCO

Agostino Pansa "La raccolta è finita, i conti si faranno alla fine. Chi ha avuto la fortuna di avere prodotto, e bello, più o meno l'ha venduto, ma la stagione non è stata delle migliori perché è partita malissimo, forse peggio dell'anno scorso, poi si è ripresa sul finale. Ne viene fuori una campagna non entusiasmante proprio a causa di questa pessima partenza. La qualità è stata varia, ma sicuramente più alta nelle piante più cariche. Nella media la quantità del prodotto, ma il problema è stato il troppo scarto. Non è stata l'annata che può risollevare l'ambiente".

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Filippo Demarchi "La stagione è partita male, poi c'è stato un crescendo. La qualità è stata ottima, la resa forse inferiore agli anni passati. L'anticipo di stagione e le buone temperature hanno favorito la qualità e il prodotto, a livello di conservazione, gusto, zuccherinità e gradi brix, è ottimo. La commercializzazione è partita sotto tono a fronte di un'anticipo di raccolta che ci ha portato ad accavallare la nostra produzione con altri areali centro-sud Italia, poi da inizio agosto c'è stata un lento, ma sensibile aumento dei prezzi"

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Latte

Il prezzo è su livelli inaccettabili: si lavora in perdita CONFAGRICOLTURA CUNEO DENUNCIA UNA SITUAZIONE ORMAI AL LIMITE PER GLI ALLEVATORI DELLA GRANDA di Gilberto Manfrin

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l prezzo del latte alla stalla è su livelli inaccettabili, con quotazioni così basse è impossibile continuare a produrre qualità. Il prezzo riconosciuto agli allevatori continua a non essere remunerativo e i rapporti con la parte industriale sono tutt’altro che semplici, anche considerato il fatto che la filiera non ha giovato degli aiuti concessi dal Psr. Come associazione stiamo valutando le possibili strade percorribili per invertire la rotta, ma sono al vaglio alcune possibilità, come piani di riduzione del bestiame o cali delle rese per animale, che prevederebbero una vera e propria riorganizzazione degli allevamenti”. Così Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo, interviene sul difficile momento vissuto dal comparto lattiero caseario a margine di un incontro svoltosi alcune settimane fa presso la Confagricoltura di Cremona e al quale ha preso parte una delegazione da Cuneo. I NODI DA SCIOGLIERE Sul tavolo i problemi e le incognite che stanno interessando il settore da ormai troppo tempo, mettendo così in ginocchio i produttori agricoli di latte: con i colleghi

Giampiero DEGIOVANNI Presidente sezione Lattiero-casearia Confagricoltura Cuneo

"CONTINUIAMO A LAVORARE IN PERDITA E IN UN CLIMA DI PESANTE INCERTEZZA"

lombardi si è discusso, in particolare, dell’onerosa rateizzazione delle multe della campagna 2014/2015 e dei prezzi del prodotto alla stalla ormai su livelli inaccettabili per gli allevatori. Aggiunge Giampiero Degiovanni, presidente della sezione Lattiero casearia di Confagricoltura Cuneo: “Il nostro comparto è in forte difficoltà da tempo, ma la situazione si sta ancor più aggravando in queste settimane a causa dell’arrivo sul nostro mercato di

ingenti partite di latte dai mercati stranieri - spiega -. Inoltre i caseifici applicano condizioni al ribasso per ritirare il nostro latte. Continuiamo a lavorare in perdita e in un clima di pesante incertezza derivante dalla fine del regime delle quote”. INTANTO UN ALTRO TAVOLO Intanto il Ministero dell’Agricoltura ha sottoscritto un accordo tra le organizzazioni agricole e l’industria lattiera per la definizione di un parametro di riferimento condiviso da utilizzare per l’indicizzazione del prezzo del latte. Le parti hanno stabilito di convocare un tavolo tecnico paritetico aperto dallo stesso e che, entro la fine di ottobre, ha proprio il compito di individuare, con il supporto tecnico e metodologico di Ismea, un indicatore sintetico che consenta di identificare in maniera oggettiva il prodotto, i mercati e gli input rappresentativi delle dinamiche del mercato lattiero, idonei a ridurre al minimo la soggettività delle scelte”. “Speriamo che i frutti di questo tavolo non tardino troppo ad arrivare, altrimenti delle ‘pietanze’ non resterà nulla”, conclude scettico Abellonio.

Negli allevamenti della Granda si munge ormai in perdita

F AT E C I C A P I R E

Un fondo latte, ma a favore di chi? La vicenda delle multe latte sull’ultima campagna 2014-2015 ha davvero del paradossale. Un passo indietro. Agea ha diffuso i dati finali dei conteggi della campagna di commercializzazione sull’annata per le quote in produzione. Risultato: il prelievo complessivamente imputato agli allevatori con una produzione eccedente il quantitativo di riferimento individuale è di 103,7 milioni di euro (la multa andrà a 2040 allevatori - 143 in provincia di Cuneo - su un totale di 30.528 aziende in produzione hanno superato del 6% le quote latte a loro disposizione). Di questi, 1,5 milioni di euro finiranno nelle casse di Agea per far fronte a futuri eventuali contenziosi con quei produttori che riterranno di essere stati ingiustamente sanzionati; 30,5 milioni sono da girare alle casse della Ue quale cifra pretesa da Bruxelles per gli effettivi splafonamenti. Rimangono 71,7 milioni il cui destino sembra essere quello di dover andare ad alimentare un non precisato fondo nazionale gestito dal Mipaaf per interventi a favore del settore. Ora ci risulta davvero strano pensare che un allevatore debba pagare una multa che in buona parte andrà a recare ossigeno ad un fondo che dovrà poi venire in suo aiuto. Pagare per aiutarsi: tanto vale che ci si tenga i soldi.

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Confagricoltura news

Gli associati partiti da Alba

Agricoltori cuneesi all'Expo di Milano AMPIA PARTECIPAZIONE ALLA VISITA ORGANIZZATA DA CONFAGRICOLTURA ALL'ESPOSIZIONE UNIVERSALE

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ercoledì 30 settembre scorso numerose aziende agricole hanno partecipato al viaggio all’Expo di Milano organizzato da Confagricoltura Cuneo. Tra i padiglioni dei Paesi, i ‘cluster’ dei prodotti, i profumi e i sapori tipici dei cinque continenti e le immancabili foto ricordo, la giornata è trascorsa in allegria e si è conclusa con lo spettacolo serale all’Albero della Vita, che ha sorpreso tutti grazie

all’alternanza di giochi d’acqua, luce e fuochi. “È stata una visita intensa e piacevole che ha permesso alle numerose aziende partecipanti di constatare la grandezza del settore in cui operano ogni giorno - ha dichiarato Confagricoltura Cuneo -. L’Expo ha avuto il merito di riaccendere le luci sulla centralità del comparto primario, ma non risolve, purtroppo, i tanti problemi del settore.

Foto di gruppo anche per il pulman partito da Cuneo

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In foto gli spazi Confagricoltura alle fiere di San Rocco Castagnaretta a Cuneo, a Caraglio e ad Alba

Aziende protagoniste alle fiere PRODOTTI AGRICOLI IN VETRINA NEI TRADIZIONALI EVENTI DI FINE ESTATE A CUNEO, CARAGLIO E ALBA di Ilaria Blangetti

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nche quest’anno la Confagricoltura Cuneo e le sue aziende associate sono state protagoniste nelle tante sagre di fine estate e inizio autunno che hanno celebrato i prodotti della terra e le eccellenze del nostro mondo agricolo. Dall’11 al 13 settembre decine di produttori hanno preso parte all’88esima mostra regionale ortofrutticola “Città di Cuneo” a San Rocco Castagnaretta, una delle vetrine più importanti del Cuneese per i prodotti della terra. “Nel corso di questa edizione della rassegna sono stati esposti per la prima volta, con la collaborazione di Confagricoltura Cuneo, alcuni esemplari di ‘batate’ o patate dolci americane coltivate a Caraglio, che dopo cinque anni di prove in campo hanno dato risultati soddisfacenti, con una buona produzione e giusta pezzatura”, ha dichiarato Adriano Rosso direttore di Confagricoltura zona di Cuneo. Le aziende agricole cuneesi sono state protagoniste anche

nel weekend del 26 e 27 settembre alla Fiera d’Autunno di Caraglio, vetrina di prodotti tipici e cucina locale, mentre domenica 27 settembre alcune realtà vinicole delle Langhe e del Roero hanno partecipato con i loro vini alla “Festa del vino” che ha animato tutto il centro storico di Alba. All'evento una quindicina di aziende associate all'Anga che in piazza Duomo hanno potuto far degustare i loro prodotti, con uno stand dedicato agli aperitivi a base di Moscato. "Tanta gente ha partecipato alla festa - commenta Simone Cerruti, vicepresidente dell'Anga Cuneo - e le nostre aziende hanno potuto far conoscere i lori vini". “È per noi motivo di orgoglio partecipare con numeri importanti alla buona riuscita di queste manifestazioni, che da anni si inseriscono nel calendario degli appuntamenti fortemente legati al territorio e alle sue radici agricole”, dichiara il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia.

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Confagricoltura news

Cerruti vice Anga Piemonte IMPORTANTE INCARICO NELL’ANGA REGIONALE PER L’IMPRENDITORE VINICOLO DI CASTIGLIONE TINELLA

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imone Cerruti, 28 anni, produttore vinicolo di Castiglione Tinella e titolare dell’agriturismo e campeggio “Ai Ciuvin”, è stato nominato vicepresidente dell’Anga piemontese. L’attuale vicepresidente dei giovani di Confagricoltura Cuneo è stato eletto durante il Consiglio direttivo regionale dell’Associazione Nazionale Giovani Agricoltori che si è svolto a Sommariva Bosco. Il gruppo giovani di Confagricoltura, guidato nell’ultimo mandato dal sommarivese Davide Cravero, ha un nuovo presidente regionale, il risicoltore Giovanni Chiò di Novara, che resterà in carica per il prossimo triennio e sarà coadiuvato, oltre che da Cerruti, anche dal vicepresidente Armando Assenza Parisi di Asti. “Ringrazio Davide Cravero per l’importante lavoro svolto in questi anni, il nuovo Consiglio di cui faccio parte lavorerà nel segno della continuità per favorire il ricambio generazionale di cui l’agricoltura ha così tanto bisogno a tutti i livelli – spiega Simone Cerruti -. Per riuscire in questo obiettivo è fondamentale che la collaborazione con la Confagricoltura sia ancora più intensa, come già avviene nel caso di Cuneo grazie al supporto del direttore Roberto Abellonio, dei direttori di zona e del neopresidente Enrico Allasia. Dobbiamo lavorare, infatti, per accorciare le distanze tra i vari gruppi provinciali, guardando meno ai confini e sempre più agli interessi comuni”. Il Consiglio direttivo Anga ha riservato parole di ringraziamento al presidente uscente Cravero, che ha saputo consolidare i rapporti tra le associazioni provinciali dei giovani agricoltori, facendo emergere lo spirito che anima gli imprenditori di oggi. All’assemblea hanno presenziato tutti i presidenti Anga delle province del Piemonte, oltre ad Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo, Paola Battioli, presidente di Confagricoltura Novara, e Paolo Dentis, presidente di Confagricoltura Torino. Sono intervenuti anche l’europarlamentare Alberto Cirio e il sindaco di Sommariva Bosco, Matteo Pessione.

GUARDIA DI FINANZA

Pucciarelli in Confagricoltura Massimiliano Pucciarelli, nuovo comandante della Guardia di Finanza di Cuneo, ha fatto visita alla sede della Confagricoltura di Cuneo incontrando il presidente Enrico Allasia. "Il comandante ha visitato i nostri uffici e incontrato la dirigenza provinciale - ha commentato Allasia -, in un clima di cordialità. Si è mostrato disponibile al dialogo con la nostra realtà e sensibile alle problematiche che devono affrontare ogni giorni gli agricoltori".

AUGURI AGLI SPOSI

Il 'sì' di tre collaboratori In estate tre collaboratori della Confagricoltura di Cuneo si sono sposati. Si tratta di Simone Monge con Ilaria, di Martina Marello con Nicolò e di Alessandro Bottallo con Antonella. Ai novelli sposi i migliori auguri di una vita serena da parte di tutta l'associazione.

P E N S I O N AT I

Convegno nell'Alessandrino Sabato 24 ottobre alla Tenuta San Martino di Altavilla Monferrato, in provincia di Alessandria, appuntamento con l'annuale incontro regionale dei Pensionati Confagricoltura, organizzato quest'anno proprio con la collaborazione del Sindacato provinciale di Alessandria. La giornata inizierà alle 10,30 e prevede, dopo il saluto dell'autorità, il seminario didattico tenuto da Elisabetta Borgini, medico chirurgo e dietologa,"Il cibo del futuro. Il futuro del cibo". Dopo il pranzo, è prevista la consegna degli omaggi. I posti sono limitati, le iscrizioni vanno effettuate entro il 10 ottobre. Per informazioni contattare Graziella Bechis 339/3460494.

ASPROCARNE

Lutto per la morte di Panero Foto di gruppo per i vertici dell'Anga Piemonte

La Confagricoltura di Cuneo si unisce al cordoglio per la morte improvvisa di Mario Panero, presidente di Asprocarne Piemonte. Allevatore di bovini a Piovani di Fossano, aveva 66 anni e dal 2002 ricopriva l'incarico.

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Le nostre aziende

Veduta dell'azienda Ingaramo a Savigliano

Mele eccellenti ai piedi del santuario NELL'AZIENDA DI GIUSEPPE E ANDREA INGARAMO ALLA SANITÀ DI SAVIGLIANO FRUTTETI E 180 CAPI PIEMONTESI di Paolo Ragazzo

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he questi ultimi anni siano particolarmente complicati per chi opera nel comparto agricolo non è certo un mistero. C’è chi resiste con ostinazione, ma c’è anche chi ha deciso di affrontare le difficoltà giocando d’attacco, puntando su due principali ‘armi’: diversificazione e

Giuseppe e Andrea Ingaramo con il tecnico di Confagricoltura Cuneo , Nicolas Anghilante

qualità. È il caso della famiglia Ingaramo di Savigliano, condotta da Giuseppe e dal figlio Andrea. Non è certo solo per merito degli ‘aiuti dall’alto’ che provengono dal Santuario della Sanità, a due passi dalla cascina, se l’azienda La Gorra in questi anni ha saputo rispondere in maniera adeguata alle sfide del comparto, mettendo in campo passione, competenza e non pochi investimenti. L’azienda è a indirizzo misto, zootecnico e frutticolo, ma quando arriviamo in visita, intorno alla metà di settembre, è in pieno svolgimento la raccolta delle mele rosse, che impegna sia Andrea che Giuseppe aiutati da almeno sette raccoglitori stagionali di origine marocchina. Li raggiungiamo direttamente in frutteto. “Quest’anno le prospettive sembrano buone per le mele cuneesi, in ripresa rispetto alla scorsa annata - spiega Andrea Ingaramo -; da Ferragosto abbiamo iniziato a raccogliere le Gala, attualmente (18 settembre ndr) stiamo finendo le Jeromine, mentre dal prossimo anno entrerà in produzione anche un nuovo impianto di Crimsoon Snow, che ci permetterà di allungare la campagna fino all’autunno inoltrato. Posso dire che per quanto riguarda il prodotto estivo la qualità è su livelli eccellenti, con rese costanti e pezzature ideali. Lo stesso dicasi attualmente per le varietà autunnali”. A sostenere la produzione il

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clima caldo e poco piovoso dell’estate, che come conferma Giuseppe è stata una vera e propria manna anche per le pesche: “Nonostante la nostra azienda abbia optato per una riconversione dei frutteti perlopiù a mele, considerata la particolare vocazione di questa zona, abbiamo ancora delle pesche che quest’anno ci hanno riservato particolari soddisfazioni in qualità, quantità e pezzatura, spinte dalle temperature elevate di luglio”. "Il caldo ha fatto bene anche allo sviluppo vegetativo delle piante che si sono sviluppate in maniera omogenea e senza particolari fitopatie", aggiunge Nicolas Anghilante, tecnico di Confagricoltura Cuneo . A fronte di tutti questi segnali positivi, il vero punto interrogativo di chi opera in questo comparto resta il mercato. “Per le Gala si registra un certo entusiasmo, questa è una buona indicazione perché di solito si trasmette anche alle varietà che arrivano dopo - dice Andrea -; speriamo duri fino alla fine della lunga annata di commercializzazione delle mele. Noi conferiamo la frutta a Fossano e buona parte finisce sui mercati africani che si affacciano sul mediterraneo o in Medio Oriente. Sembrano questi ad oggi i Paesi che più amano i sapori e i colori delle nostre mele. L’Europa resta una piazza importante, anche se la concorrenza è fortissima”. Nei mercati globalizzati, d’altronde, le certezze sono effimere e le opportunità vanno cercate giorno dopo giorno, armati di intraprendenza e coraggio di credere nel cambiamento. Questo l’ha capito molto bene Giuseppe che precisa: “Da quasi cinquant’anni operiamo nel settore della frutta, siamo partiti con le pesche, poi il mercato è cambiato, ha iniziato a richiedere altro e ci siamo dovuti adeguare. Su una cosa non siamo mai tornati indietro: la qualità. È la strada maestra. Se vuoi essere competitivo devi arrivare a produrre su


livelli elevati perché gli standard richiesti si sono innalzati e il consumatore è sempre più esigente”. Stesso spirito anima anche l‘altra principale attività dell’azienda saviglianese: l’allevamento di bovini di razza Piemontese. Oltre 180 capi distribuiti in due stalle, che si affacciano sul cortile della storica cascina di famiglia. “Abbiamo sia maschi che femmine - introduce Andrea -, i primi li vendiamo quasi tutti una volta svezzati, mentre le seconde le alleviamo per il rimpiazzo dei capi a fine carriera o all’ingrasso. I nostri animali vengono conferiti alla cooperativa La Granda di Genola con cui lavoriamo molto bene perché ci riconosce i tanti sforzi fatti e i costi sostenuti per avere una carne di assoluta qualità. Alimentiamo gli animali quasi esclusivamente con foraggio e cereali da noi prodotti, senza soia e integratori”. E in soccorso dell’allevatore arriva anche la tecnologia: “A chi mi domanda come è possibile conciliare attività diverse e impegni familiari rispondo che l’organiz-

zazione è fondamentale, ma ormai non è possibile fare a meno di strutture e attrezzature all’avanguardia - continua Andrea -. Abbiamo tolto molto lavoro manuale e in alcuni casi la persona serve solo per controllare che tutto proceda per il verso giusto. Un esempio è il sensore per i parti delle vacche gravide che, applicato all’animale, ci trasmette due sms sul cellulare: uno 48 ore prima del parto per tenerci aggiornati e uno appena prima della nascita così da poter intervenire con tempestività. È molto comodo perché ci consente di non dover trascorrere ore in attesa del parto”. Giuseppe Ingaramo dall’alto della sua esperienza ultradecennale, ascolta con attenzione, loda i progressi tecnologici, ma chiude con una doverosa precisazione: “Sono aiuti oggi fondamentali, ma in ogni cosa ci vuole l’occhio del padrone. Perché la tecnologia serve ed è importante, ma senza qualcuno che la sa applicare con intelligenza e nel modo corretto alle esigenze aziendali, sarebbe di scarso aiuto”. Come dargli torto…

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L’Agricoltore cuneese N. 07 • OTTOBRE 2015

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Il tecnico in frutteto

Agroambientali, informazioni sulla misura 214.1 - anno 2015 TANTE LE NOVITÀ SULLA LOTTA INTEGRATA CHE LE AZIENDE DI OGNI COMPARTO E IN PARTICOLARE QUELLE FRUTTICOLE, VITICOLE E CEREALICOLE DEVONO CONOSCERE

C

on l’apertura del bando nuovo della misura 214.1 (lotta integrata) sul PSR, si riportano alcune note informative caratterizzanti gli impegni che le aziende aderenti devono mantenere per l’intera durata del periodo. Un vademecum utile in particolar modo per chi opera in frutteto o in vigneto, ma non solo.

LIMITAZIONI SULLA DIFESA DELLE COLTURE

Rispetto dei limiti indicati sul Disciplinare Regionale (Guide tecniche Creso) che possono variare di anno in anno e rispetto alle etichette dei singoli prodotti in termini di: • principi attivi e formulati commerciali ammessi per ogni coltura (esempio: p.a. pyriproxifen --> Juvinal 10 ec, Juvinal echo, Lascar, Muligan, Maracana, Ardito 10 ec, Viber, ecc… su susino non ammesso Juvinal 10 ec, Ardito 10 ec, ecc…); • dosaggio massimo (esempio: p.a. ziram --> max 3 kg/ha intervento) • numero massimo di impieghi all’anno (esempio: p.a. ziram --> max 2 volte/anno su pesco); • numero massimo interventi anno per i prodotti appartenenti alla stessa famiglia chimica o aventi medesimo meccanismo d’azione (esempio: p.a. ziram, tiram, captano --> se impiegati in strategia combinata contro la bolla su pesco, max 3 interventi/anno globali).

LIMITAZIONI SUGLI INTERVENTI DISERBANTI

Rispetto dei limiti indicati sul Disciplinare Regionale (Guide tecniche Creso) che possono variare rispetto alle etichette dei singoli prodotti in termini di: • principi attivi e formulati commerciali ammessi per ogni coltura (esempio: p.a. mcpa --> ammesso su melo e pero); • dosaggio massimo, è importante ricordare che nei frutteti i dosaggi massimi sono riferiti al 50% della superficie (esempio: p.a. gliphosate --> max 9 kg/ha/anno. Su un appezzamento di melo di 10 ettari la quantità max ammessa per anno sarà 45 l); • prodotti aventi azione antigerminante e residuale (esempio: p.a. pendimetalin, oxifluorfen, oxadiazon, diflufenican+gliphosate --> ammessi solo su impianti in allevamento e non per tutte le specie)

LIMITAZIONI ALLE CONCIMAZIONI E ANALISI TERRENO

Rispetto dei limiti indicati sul Disciplinare Regionale (Guide tecniche Creso). Obbligo di compilazione del Piano di Concimazione delle colture sulla base degli asporti degli elementi vincolanti (azoto, fosforo, potassio) richiesti dalle specie coltivate e dei limiti massimi di apporti d’azoto in kg/ha/anno. Per la compilazione del modello è necessario disporre di 1 analisi del terreno per ogni ordinamento colturale (esempio: se in azienda si coltivano frutta, cereali e ortaggi occorre eseguire 3 analisi).

COMPILAZIONE DEL QUADERNO DI CAMPAGNA

È obbligatorio registrare gli acquisti di prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti, gli interventi fitosanitari/fertilizzanti eseguiti sulle colture e le giacenze dei rispettivi prodotti. Al momento dell’acquisto di questi prodotti, occorre sempre farsi rilasciare un documento di trasporto che certifichi la data esatta dell’acquisto.

TARATURA ATOMIZZATORI

Il Piano di Azione Nazionale disciplina che, alla data del 26 novembre 2011 tutte le macchine distributrici di prodotti fitosanitari devono essere sottoposte a controllo funzionale. Le nuove attrezzature acquistate dopo il 26/11/2016 devono essere sottoposte a controllo entro 5 anni dall’acquisto. Fino al 31/12/2020 l’intervallo massimo tra i controlli funzionali non deve superare i 5 anni, dopo questa data ogni 3 anni. Sono esonerate dai controlli le attrezzature spalleggiate azionate dall’0peratore e quelle a motore prive di ventilatore. Le macchine distributrici devono poi essere sottoposte a una regolazione obbligatoria eseguita annualmente da parte dell’operatore e una volontaria, eseguita su banchi prova da parte di Centri di Taratura abilitati dalla Regione.

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AVVICENDAMENTO COLTURALE

Adozione di una rotazione quinquennale che comprenda almeno tre colture e preveda al massimo un ristoppio per ogni coltura. Ai fini dell’avvicendamento sono considerati: • specie analoghe i cereali autunno vernini, • colture di durata annuale gli erbai, • una sola coltura le orticole, • svincolate dalle rotazioni le colture protette da strutture fisse che permangono 5 anni sullo stesso terreno, a condizione che vengano impiegati ad anni alterni mezzi non chimici di contenimento delle avversità (solarizzazione, innesti, uso di piante biocide), • per le orticole pluriennali (asparago) è necessario rispettare un intervallo minimo di 2 anni. Nel caso di aree collinari e montane, colture orticole a indirizzo intensivo, aziende viticole o frutticole in cui vi siano seminativi inferiori a 5 ettari (superficie inferiore al doppio di quella destinata a vite o frutta), in presenza di colture erbacee foraggere di durata pluriennale, sono consentite nel quinquennio rotazioni con sole due colture.

VINCOLO DEI TERRENI

Il singolo mappale che rientra nella misura 214.1 deve essere condotto per l’intera durata del periodo nel rispetto dei vincoli della misura stessa, indipendentemente da eventuali modifiche contrattuali (cambio di proprietà, ecc…) .

PERCENTUALI DI RIDUZIONE

Nell’arco del quinquennio, la superficie dichiarata nell’anno iniziale può aumentare o diminuire al massimo del 10%.

ASSERVIMENTO DEI TERRENI

Si ricorda di prestare particolare attenzione nel caso in cui si diano in asservimento parte della superficie coltivata aziendale o di tutta: occorre sempre valutare ad inizio anno, mediante l’elaborazione del piano di concimazione, tutti gli apporti di fertilizzanti che è possibile spargere sulle superfici aziendali nel rispetto dei limiti dettati dal Disciplinare.

OBBLIGO DI POSSESSO DEL PATENTINO

Gli utilizzatori professionali di prodotti fitofarmaci devono possedere il “patentino” per il loro utilizzo, ottenibile mediante la frequentazione di un corso e il superamento di un esame.

Per informazioni contattare i tecnici: Davide Risso (3665612314), Simone Monge (3460809796) e Nicolas Anghilante (3421422203)

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L’Agricoltore cuneese N. 07 • OTTOBRE 2015

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Il mercatino dell'agricoltore

Richiesta di pubblicazione annuncio GRATUITO

Tagliando da ritagliare e inviare via fax allo 0171.698629, spedire in busta chiusa a: Autorivari, c.so IV Novembre, 8 - 12100 - CN o inviare una e-mail a: upa@autorivari.com Il sottoscritto ....................................................................................... residente a ................................................................................................................................. in via ............................................................................ Tel. / Cell. ................................................. Tessera Confagricoltura Cuneo n° ................................................. Chiede che venga pubblicata gratuitamente la seguente inserzione: ...................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................ ................................................. Il sottoscritto si impegna altresì ad informare la redazione del giornale qualora l’inserzione sia stata soddisfatta. Il sottoscritto autorizza infine il trattamento dei propri dati personali secondo quanto disposto dalla legge 196/2003.

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