L'Agricoltore Cuneese - N. 09/2015

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XIII - N. 09•2015 - DICEMBRE 2015 - CONTIENE I.P.

N. 09 • 2015 U N I O N E

P R O V I N C I A L E

Latte, in Piemonte la trattativa va avanti

A G R I C O L T O R I

Dicci come vorresti

L'Agricoltore cuneese Sondaggio a pag. 24

Le opportunità di "Serra degli Ulivi"

Vigneti, dal 2016 via alle autorizzazioni



Sommario

La qualità si paga, stop al sottocosto 20 Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo

Direttore responsabile: Paolo Ragazzo Redazione e realizzazione grafica: Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171/601962 Fax 0171/436301 E-mail: upa@autorivari.com Società editrice: Tipolitografia Subalpina snc C.so Gramsci, 18/c - Cuneo Tel. e Fax 0171/692077 Info@tipografiasubalpina.it Pubblicità: Tec Pubblicità e Grafica Via dei Fontanili, 1 - Fossano Tel. 0172/695897 Fax 0172/695898 adv@tec-artigrafiche.it Stampa: Tipolitografia Subalpina snc Chiuso in redazione il 11/12/2015 Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO-CN Iscrizione al Tribunale di Cuneo 17/12/1948 al n. 36

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L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946

opo mesi trascorsi a intessere le lodi dell’agroalimentare Made in Italy e delle sue indiscusse ed eccellenti proprietà, con la chiusura dell’Expo anche i più sonnacchiosi sono stati risvegliati dalle proteste dei produttori di latte costretti da troppo tempo ormai a produrre terribilmente sottocosto quella qualità di cui tutti si vantano. È stato un “duro atterraggio dopo mesi spesi a nutrire il pianeta e a energizzare la vita, a compilare carte dei diritti” come scrive Beatrice Toni su 'Terra è Vita', ma questa è la realtà che vivono molte, troppe aziende agricole nel nostro Paese e nella nostra provincia Granda. Nelle pagine che seguono è stata ricostruita, ad esempio, un’analisi della dura crisi che sta colpendo anche il settore suinicolo, alle prese con prezzi troppo bassi, costi di produzione elevati, un'invasione di prodotti che arrivano da oltre confine e un'etichettatura ancora ambigua e inefficace per la difesa del prodotto nazionale. Anche qui la qualità italiana è indubbia, come sono evidenti purtroppo le condizioni non remunerative riconosciute a chi per primo la produce. È l’ora di dire basta a una politica industriale che pretende di avere il meglio al prezzo più basso. La qualità va pagata in maniera adeguata, pena la sopravvivenza di quelle aziende agricole che ogni giorno lavorano per fornirla.

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È in distribuzione presso gli uffici di Confagricoltura Cuneo il calendario di campagna 2016. Vieni a ritirarne una copia!

La Confagricoltura di Cuneo augura ai suoi associati e ai loro cari i più sinceri auguri di buon Natale e felice anno nuovo. IN QUESTO NUMERO IN PRIMO PIANO Crisi suini: servono rimedi a costi e import MOBILITAZIONE Prezzo latte, continua la trattativa PIANO DI SVILUPPO RURALE Il nuovo Psr illustrato a oltre mille aziende Psr: 'Priorità alle aziende più produttive' L'INTERVISTA A MARIO GUIDI "Non disperdiamo l'eredità dell'Expo" LEGGE DI STABILITÀ In arrivo i fondi per le assicurazioni Sotto i 7mila euro non si paga l'Iva OGM Angelo Gaja: "Nei vigneti urge ricerca" Il paradosso europeo sugli Ogm continua RISORSA IDRICA Le opportunità di "Serra degli Ulivi" L'importanza della gestione dell'acqua

4 5 6 7 8 10 10 11 11 12 13

VITIVINICOLTURA Nei vigneti al via l'era delle autorizzazioni 16 ENERGIE ALTERNATIVE Biomasse a rischio con le nuove tariffe 17 Digestato come sottoprodotto 17 FRUTTICOLTURA Kiwi in ripresa e di qualità 18 Migranti: "Bisogno di manodopera in calo" 18 CONFAGRICOLTURA NEWS Confagricoltura in televisione 19 In visita alla Carni Dock di Lagnasco 19 Sì al mercato dei fagioli a Centallo nel 2016 19 LE NOSTRE AZIENDE Vitelli francesi nel cuore della Granda 20 IL TECNICO IN FRUTTETO Asiatica la cimice che danneggia frutta e verdura 22 SONDAGGIO 24 IL MERCATINO DELL'AGRICOLTORE 25

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In primo piano

Prezzo suini grassi da macello (156-176 Kg) al 7/12/2015 Confronto prezzi medi suini grassi da macello dal 2013 al 2015 [Fonte: CCIAA di Modena]

1,7 1,6 1,5 1,4 1,3 1,2 2013

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2015

Il grafico mette ben in evidenza come il prezzo dei suini da settembre 2015 (1,53 €/kg) sia in caduta libera. Proprio a inizio dicembre ha toccato la sua quotazione più bassa (1,242 €/kg). Ancora più evidente il 'crollo' se si considera tutto il triennio 2013-2015.

Crisi suini: servono rimedi a costi e import

ETICHETTATURA OBBLIGATORIA Così, mentre continua a non esserci accordo con la parte industriale, i prezzi dei suini permangono nettamente inferiori ai costi di produzione e anche la valorizzazione delle carni va incontro ai suoi problemi: “Per rivalutare la nostra carne occorre quanto prima rendere obbligatoria l’etichetta di origine di carne e insaccati - prosegue Parmigiani -. Per uscire da questa grave crisi che attanaglia il settore suinicolo da anni è necessario dare il giusto valore anche agli altri tagli di carne del suino oltre che alla coscia, destinata alla produzione del prosciutto. I nostri suini sono allevati secondo disciplinari rigorosissimi che garantiscono una maggiore qualità, ma che poi è riconosciuta solo sulle cosce perché gli altri tagli sul banco della distribuzione vanno a confondersi con le carni provenienti dall’estero. Chiediamo un impegno al Ministero”.

Giovanna PARMIGIANI Presidente FNP Carni suine Confagricoltura

TRA I TANTI PROBLEMI LA CUN CHE NON FUNZIONA. FONDAMENTALE L'ETICHETTATURA di Gilberto Manfrin

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na qualità altissima, che rischia definitivamente di non essere più riconosciuta per via di un mercato che premia sempre di più prodotti stranieri. Ma non è tutto: una produzione come quella italiana che punta sull’allevamento qualitativo di suini pesanti, comporta anche costi (energia elettrica e mangimi in primis) nettamente più alti rispetto ad altri Paesi. Uniteci le solite incombenze burocratiche, gli obblighi sanitari e il quadro è disegnato. Sono questi i motivi per i quali il comparto suinicolo italiano, e di riflesso cuneese, non riesce ad uscire da una crisi ormai stagnante, complice il crollo dei prezzi sul mercato. LA CUN NON FUNZIONA “Il 2014 è stato l’annus horribilis per i prezzi - afferma Giovanna Parmigiani, presidente della federazione nazionale di prodotto carni suine di Confagricoltura -. La redditività dei suinicoltori è calata del 3,3% (nel 2013 era invece del +4,8%). Come Confagricoltura stiamo portando avanti tante proposte e tante battaglie, prima fra tutte la necessità di avere una base economico-commerciale solida e propositiva. Abbiamo uno strumento come la Cun (Commissione unica nazionale) che continua a non funzionare perché non vengono coperti i costi di produzione, già molto bassi. Il Ministero aveva provato a varare un nuovo regolamento di gestione per la Cun dei suini da macello, che come Confagricoltura non abbiamo però sottoscritto. Il regolamento aveva dato l’illusione di far funzionare

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"Queste le mie due ricette per uscire dalla crisi: etichettatura per carni e insaccati nostrani e aggredire il mercato in modo più coeso"

CONCORRENZA E BUROCRAZIA Proprio le importazioni sembrano essere l’altro male oscuro che attanaglia il comparto: la concorrenza sleale dei prodotti stranieri spacciati per made in Italy impedisce di valorizzare i maiali italiani. Secondo l’Ersaf (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste della Regione Lombardia), complice una generale diminuzione produttiva dei capi, nel 2014 le importazioni di suini vivi sono cresciute del 33,3% rispetto all’anno precedente, mentre le importazioni di carni suine hanno mostrato un progresso più contenuto: +8,1%. In particolare da segnalare la forte importazione di cosce suine fresche e congelate (62.256.100 pezzi importati), +8,5% rispetto al 2013 che ha ridotto il grado di auto approvvigionamento 1200

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Elaborazione: Servizio Evoluzione Mercati di ERSAF da fonte ISTAT

1,242 €/kg

a dovere la Commissione, ma in realtà non si è mai attuato. Oggi il nostro timore è dato dalla presenza di un decreto che dice che in Italia, nel caso esista una Cun in un settore merceologico, debbano essere eliminate le rilevazioni prezzi stabilite a livello camerale. Noi vogliamo che la Cun funzioni secondo un contratto tipo per la definizione dei prezzi che una volta siglato venga realmente rispettato anche dalla parte industriale, ma nel frattempo chiediamo al Ministero di non abolire le rilevazioni delle Cciaa di Modena e Milano che sono i veri nostri punti di riferimento. Prima di abbandonare ciò che è certo per ciò che non funziona, ci penserei due volte”.

Nel 2014 le importazioni di suini vivi sono cresciute del 33,3% rispetto al 2013, mentre le importazioni di carni suine hanno mostrato un progresso dell'8,1%


Mobilitazione

Roberto BARGE Presidente sezione Suinicola Confagricoltura Cuneo

"Etichettatura? È da anni che se ne parla, ma la Gdo non ha interesse a portare avanti un discorso del genere. Certamente solo la qualità potrà premiarci"

nazionale di cosce suine, passato da 32,8% del 2013 a 30,3% del 2014. “Lavoriamo in perdita, inutile nasconderlo - aggiunge Roberto Barge, presidente della sezione suinicola di Confagricoltura Cuneo -. I prezzi continuano a scendere complice un consumo ridotto. La carne non si vende e all’estero i prezzi sono più bassi. Ma se oltre confine produrre costa meno, il motivo è soprattutto legato alle spese di gestione degli allevamenti: costi energetici nettamente inferiori, meno tassazioni, meno burocrazia. Ma urge al più presto un intervento politico per eliminare le sanzioni alla Russia, da sempre mercato importatore di prodotti suinicoli anche meno nobili e di intervenire per abbattere questi costi indiretti che incidono eccome. Per non parlare delle materie prime utilizzate per la razione giornaliera degli animali, meno care ma di qualità più bassa. Paradossalmente, la carne pur essendo di minor qualità, attira di più la Gdo che importa comprando al risparmio e mettendo sul mercato carne che non ha certo il valore dei nostri capi. Si salvano i prodotti Dop. Etichettatura? È da anni che se ne parla, ma la Gdo non ha interesse a portare avanti il discorso. Abbiamo delle produzioni di altissimo livello e qualitativamente superiori, con controlli sanitari severissimi, ma poi tutto questo non ci viene riconosciuto sul mercato”. E proprio questi adempimenti sanitari, oltre a quelli burocratici, non aiutano: troppo spesso gli allevatori sono sobillati da miriadi di adempimenti che appesantiscono l’operato delle aziende e degli allevatori senza dare nessun beneficio al prodotto finale. Un esempio sono gli obblighi a cui sono sottoposti per rispettare le norme sul benessere animale che creano solo dei costi aggiuntivi. “Non parliamo poi della Direttiva Nitrati - dice ancora Giovanna Parmigiani - che per anni ci ha dipinti come gli inquinatori del pianeta, obbligandoci tra l’altro a una miriade di sterili incombenze che ci hanno solo reso meno competitivi rispetto ai nostri concorrenti europei, che devono rispettare adempimenti più elastici”. Problemi e difficoltà che vive quotidianamente sul campo Stefano Borgogno, suinicoltore di Alba con allevamenti anche in provincia di Torino: “Non siamo competitivi rispetto all’estero: perdiamo 25 euro a maiale pesante. Si comprano parti di maiale fuori Italia e si lavorano da noi spacciandola per carne nostrana. L’adozione di un sistema obbligatorio di etichettatura dell’origine delle carni suine, chiesta a gran voce anche dalla Confagricoltura sortirebbe l’innegabile pregio di rendere più trasparente il mercato. Questa strategia, già utilizzata per le carni bovine e avicole, consentirebbe di ridurre l’inefficienza del mercato permettendo al consumatore di distinguere il prodotto di origine nazionale dal prodotto straniero”.

Stefano BORGOGNO Allevatore di suini di Alba

Prezzo latte, continua la trattativa SI LAVORA PER APPLICARE L'ACCORDO DI ROMA ANCHE IN PIEMONTE di Paolo Ragazzo

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n faticoso accordo è stato trovato ma, almeno per ora, gli allevatori piemontesi del latte restano alla finestra, in attesa di capire se l’industria regionale è disposta a dimostrare con i fatti l’interesse a valorizzare veramente il latte ‘made in Piemonte’. È questa, in sintesi, la situazione a cui si è giunti dopo un nuovo mese di vivaci proteste, mobilitazioni e confronti durante cui i produttori di Confagricoltura hanno fatto sentire la loro voce e il loro disagio per una crisi che stenta ad abbandonare le stalle.

TORINO - 3 dicembre 2015

L’

ultimo atto ufficiale del braccio di ferro tra produttori e industriali del comparto caseario (al momento di chiusura del giornale), è l’incontro del Tavolo regionale del Latte che si è svolto a Torino lo scorso 3 dicembre, su sollecitazione di Confagricoltura Piemonte. Alla riunione era presente una delegazione composta da Giampiero Degiovanni, Guido Oitana, Cristina Donalisio e Pierangelo Cumino. L’obiettivo del Tavolo convocato dall’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero, era di impostare una contrattazione tra gli allevatori e le industrie sulla base dell’accordo raggiunto tra Italatte (gruppo Lactalis) e i suoi fornitori a Roma nella giornata di novembre. Purtroppo, però, non si è avuta la cosiddetta ‘fumata bianca’ come spiega il presidente della Sezione Latte di Confagricoltura Cuneo, Giampiero Degiovanni: “La parte industriale ha preso atto dell’accordo siglato a Roma, ma attualmente non ha ancora moConfagricoltura Cuneo a Milano per la protesta davanti ad Assolatte

"L’adozione di un sistema obbligatorio di etichettatura dell’origine sortirebbe il pregio di rendere più trasparente il mercato"

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strato l’interesse a recepire l’aumento stabilito per i produttori di latte – spiega Degiovanni -. Auspicavamo che i due centesimi in più potessero essere accolti anche qui in Piemonte, ma per ora i caseifici hanno preso tempo, stando sul vago”. Le aziende industriali si sono riservate di svolgere ancora alcuni approfondimenti sulla proposta, anche sulla scorta delle decisioni che verranno adottate nelle prossime ore da Assolatte, organizzazione alla quale aderiscono. Il Tavolo ha confermato l’intenzione di proseguire il lavoro nei prossimi giorni, con l’obiettivo comune di valorizzare il prodotto e la filiera.

ROMA - 26 novembre 2015

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a quali sono i termini dell’accordo raggiunto a Roma e che gli allevatori chiedono venga applicato anche in Piemonte? Alla presenza anche della grande distribuzione (finalmente!), il Tavolo della filiera lattiero – casearia, riunitosi al Ministero delle Politiche Agricole è stata concordata un’intesa, che ha validità trimestrale e definisce il prezzo del latte all’origine: 2,1 centesimi di euro in più al litro rispetto al prezzo corrisposto a ottobre. Tra i risultati positivi, inoltre, l’abbandono del modello di indicizzazione riferito esclusivamente al modello del prezzo del latte tedesco, non compatibile con quello italiano, data la diversità del contesto e la differente destinazione d’uso del prodotto. Con l’accordo, inoltre, il Ministero si impegna a utilizzare 25 milioni di euro dell’intervento straordinario europeo per gli aiuti diretti agli allevatori per il latte prodotto e commercializzato nei prossimi tre mesi. Le parti si sono inoltre accordate sull’introduzione del sistema di indicizzazione nella stipula dei contratti (avvalendosi anche della consulenza tecnica di Ismea), sulla promozione di contratti standard per garantire maggiore trasparenza della filiera e sulla possibilità di pianificare la produzione, adeguando i contratti. Sugli imballaggi potranno anche essere riportati avvisi sull’origine del prodotto per informare il consumatore. La grande distribuzione, con l’intesa di oggi, si impegna a promuovere iniziative di valorizzazione dell’origine e della qualità del prodotto italiano. “Siamo moderatamente soddisfatti dell’accordo raggiunto a Roma sul prezzo del latte - ha commentato il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio -, a livello regionale, infatti, non ho ancora sentito caseifici disposti a pagare il nostro latte al prezzo ritenuto equo e dovuto, anzi semmai il contrario. Si leggono commenti e opinioni di industriali non disposti ad aumenti del prezzo riconosciuto agli allevatori; ciò non favorisce i rapporti all’interno della filiera e non fa bene al settore. Se davvero il nostro latte non interessa, chiediamo che vengano dirottati direttamente agli allevatori i fondi ministeriali e del Psr destinati all’industria del latte per la valorizzazione dei prodotti lattiero caseari. In questo modo si potrebbero pianificare interventi concreti per la riduzione dei capi, la diminuzione della produzione e la riconversione aziendale”. La Confagricoltura di Cuneo è quindi determinata a continuare nell'azione di pressing sui caseifici piemontesi, affinché il latte cuneese sia remunerato al giusto prezzo.

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INCONTRI DI SUCCESSO

Il nuovo Psr illustrato a oltre mille aziende associate Sono stati un successo gli incontri che la Confagricoltura di Cuneo ha organizzato sul territorio provinciale tra la fine del mese di novembre e dicembre per approfondire le misure del Psr 20142020. Circa un migliaio le aziende che hanno preso parte agli incontri di Cuneo, Lagnasco, Mondovì, S.Stefano Belbo e Grinzane Cavour (quest'ultimo incontro si è svolto a giornale già in stampa). "L’esigenza di dare le prime note informative e di accesso ai bandi ai nostri imprenditori è stata premiata da un’affluenza elevata. Le risposte precise date dai nostri tecnici hanno chiarito passaggi che si prospettano non semplici” - ha affermato Roberto Abellonio, direttore della Confagricoltura Cuneo, che ha aperto gli appuntamenti.

Cuneo Mondovì

S. Stefano Belbo


Piano di Sviluppo Rurale

Psr: 'Priorità alle aziende più produttive' LO CHIEDE CONFAGRICOLTURA CUNEO IN ATTESA DEI PRIMI BANDI IN ARRIVO di Gilberto Manfrin

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a Regione Piemonte continua a rassicurare gli agricoltori: per fine anno, massimo all’inizio del prossimo, ci sarà la possibilità di presentare le domande ai primi bandi del nuovo Psr. La Confagricoltura resta in attesa e in pressing per una rapida apertura dei bandi. “Stiamo osservando con attenzione l’evoluzione della situazione - afferma il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio -. Da quanto appreso, i criteri di priorità nelle graduatorie che emergono dalle bozze dei primi documenti continuano, sulla scia di quanto già avvenuto nella precedente programmazione, ad assegnare un peso estremamente rilevante all’agricoltura esercitata nelle aree disagiate e montane. Piuttosto si faccia un bando ad hoc per ‘premiare’ quelle che restano comunque realtà importanti”. “Ben venga tutto ciò - aggiunge Marco Bruna, direttore area SaluzzoSavigliano di Confagricoltura Cuneo - . Però bisogna tener conto, al tempo stesso, che l’agricoltura produttiva, quella che - seppur con difficoltà sempre crescenti - crea reddito e occupazione, si sviluppa nelle aree collinari e di pianura e ha bisogno di investimenti robusti per crescere e fortificarsi. Sostenere un giovane che decide di iniziare la sua attività in montagna è importante, così com’è fondamentale incentivare gli altri giovani che decidono di sviluppare un allevamento in pianura o un’azienda vitivinicola

in collina. Per la Misura 6 relativa all’insediamento giovani, in particolare, abbiamo fatto presente la necessità di elevare la soglia massima di produzione standard fissata a 150mila euro per poter beneficiare del premio”.“Ciò che bisogna assolutamente evitare di fare, ed è ciò che abbiamo anche messo in evidenza con precise osservazioni, è creare illusioni – aggiunge Abellonio -: investire risorse in progetti impossibili e penalizzare chi invece è nelle condizioni di crescere e ha bisogno di un aiuto concreto. Si eviti di disperdere risorse per indirizzare con oculatezza lo sviluppo del settore primario”. OSSERVAZIONI AL COMITATO DI SORVEGLIANZA Un passo indietro. Il 26 novembre si è insediato a Torino il Comitato di sorveglianza regionale del Programma di sviluppo rurale 2014-2020, che ha proceduto all’approvazione del regolamento interno. La riunione di questo organismo è proseguita il giorno dopo nel Centro Incontri della Regione, dove sono stati definiti i criteri di selezione dei bandi relativi alle diverse misure, passaggio fondamentale per far entrare il Psr nel vivo della sua attuazione. Confagricoltura non ha mancato di presentare le proprie osservazioni, mettendo in evidenza ancora una volta la necessità di sostenere quelle aziende in grado di rappresentare il futuro del comparto. La

prima riunione del Comitato è stata anche l’occasione per un bilancio del Psr 2007-2013, che si sta concludendo. È già stato impegnato il 97% delle risorse e la convinzione è che entro l’anno sia possibile esaurire il budget messo a disposizione dallo scorso Programma. PRIMI BANDI SU INVESTIMENTI E SVILUPPO AZIENDALE Pare imminente l'apertura di alcuni bandi, in particolare la Misura 4 e la Misura 6. "Dopo tanta attesa - commenta Abellonio - il rischio è però quello di avere dei bandi senza delle regole ben chiare, un po' una beffa e contro le nostre osservazioni". La Misura 4 prevede il sostegno di aziende agricole che intendano acquistare, ampliare e modernizzare fabbricati rurali, impianti di lavorazione, attrezzature e macchinari. La misura, attraverso l’attivazione di quattro sottomisure sostiene investimenti materiali che concorreranno a migliorare le prestazioni economiche e ambientali delle aziende agricole e delle imprese rurali (sottomisura 4.1); a rendere più efficiente il settore della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti agricoli (sottomisura 4.2); a realizzare l’infrastruttura necessaria allo sviluppo dell’agricoltura e della silvicoltura (sottomisura 4.3) e a sostenere gli investimenti non remunerativi necessari per conseguire gli obiettivi ambientali (sottomisura 4.4). La Misura 6, invece, è

volta a sostenere la creazione di nuove imprese agricole guidate da giovani o ad agevolare la diversificazione verso attività extra-agricole (ad esempio, agriturismo, produzione di energia rinnovabile, agricoltura sociale…) da parte di aziende esistenti. Sono previste due sotto misure: aiuti all’avviamento di attività imprenditoriali per i giovani agricoltori (sottomisura 6.1) e sostegno a investimenti nella creazione e nello sviluppo di attività extraagricole (sottomisura 6.4). Si reputa che le due misure, molto attese, apriranno a breve. Consentiranno l’erogazione di contributi ai giovani che vogliono avviare un’impresa agricola e a chi ha già un’azienda agricola e desidera investirvi. “Le due misure sono molto importanti - conclude Marco Bruna -. Permetteranno alle imprese di impostare un piano di investimenti non indifferente. Contengono misure strategiche anche per i giovani agricoltori che intendono dare avvio a nuove imprese o subentrare per riammodernare aziende già esistenti. La Misura 6, in particolare, è chiamata a giocare un ruolo importante per favorire l'ingresso delle donne e dei giovani nel mercato del lavoro, in quanto si tratta di gruppi a rischio di migrazione verso le aree urbane se non trovano occupazione nelle zone rurali”. Gli uffici di Confagricoltura Cuneo sono a disposizione per prendere in considerazione le esigenze di ogni azienda. È possibile rivolgersi agli uffici di zona.

Misura 4 e Misura 6, cosa prevedono i bandi Descrizione Investimenti in immobilizzazioni materiali (miglioramento aziende agricole, agroindustria, infrastrutture agrosilvopastorali, investimenti non produttivi a finalità ambientale) Sviluppo delle aziende agricole (premio giovani e diversificazione)

Budget

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L'intervista

Mario Guidi: "Non disperdiamo l'eredità dell'Expo" IL PRESIDENTE NAZIONALE DI CONFAGRICOLTURA ANALIZZA IL MOMENTO DEL SETTORE E RILANCIA LA CENTRALITÀ DELL'AGRICOLTURA di Paolo Ragazzo

F

ine anno, è tempo di bilanci. Abbiamo chiesto al presidente nazionale di Confagricoltura, Mario Guidi, di farci il suo personale punto sul settore, a partire dall’esperienza dell’Expo, per arrivare alle tematiche più scottanti e attuali che interessano l’agricoltura. Presidente Guidi, è da poco calato il sipario sull’Expo di Milano. I numeri parlano di un successo per alcuni inaspettato, il cibo del pianeta è stato al centro del dibattito per sei mesi e Confagricoltura si è impegnata, in diversi modi, per portare il proprio contributo con una presenza mai scontata. Quali sono gli aspetti di questo grande evento che ritiene possano aver in qualche modo giovato all’agricoltura italiana? "Il mio è un bilancio positivo per l’Esposizione e anche per Confagricoltura. Sono stati sei mesi intensi, preceduti da un lungo periodo di preparazione, e credo che possiamo essere soddisfatti, non solo per il successo di pubblico, ma soprattutto perché l’agricoltura è stata al centro dei riflettori di tutto il mondo. Se ne è parlato tutti i giorni, in tutte le sue declinazioni, dai problemi dell’alimentazione della popolazione mondiale a quelli dell’ambiente, dall’innovazione agli aspetti più edonistici del cibo. E soprattutto per l’Italia ha rappresentato una grande opportunità di far conoscere al mondo il nostro modello di agricoltura. Ora va gestita attentamente la fase del “dopo-Expo”, perché si spengano i riflettori sull’Esposizione, ma non sull’agricoltura. E come Confagricoltura sollecitiamo un ruolo propositivo del nostro Paese". Quali invece quelli che non sono riusciti ad andare oltre le buone intenzioni?

"Se guardi al passato sembra sempre che ogni cosa potesse essere stata fatta meglio. Forse si poteva aprire di più il dibattito sui grandi temi dell’agricoltura di domani. Forse si doveva dare più spazio ai Paesi in via di sviluppo e alle loro problematiche. Forse si doveva fare più business. Forse si doveva parlare più di innovazione e meno di cibo. Ma a mio parere è retorica. L’Esposizione non è Fiera. È un grande palcoscenico, popolare, che vuole attrarre l’attenzione del mondo su grandi temi. E, dal momento che in Italia il tema scelto è stato l’agricoltura, è stato inevitabile che il cibo, inteso come piacere, abbia avuto il sopravvento. D’altra parte noi agricoltori facciamo buoni prodotti per far mangiare bene le persone". Su quali messaggi Confagricoltura ha insistito maggiormente? "Il nostro messaggio ad Expo si può sintetizzare in quello che è diventato il pay off del nostro logo: “Coltiviamo Capolavori”, che raccoglie in sé il concetto che la nostra agricoltura è un “capolavoro” che, insieme all’arte e alla cultura, forma un universo unico che fa bene al turismo e all’economia. Da qui il Cubo multimediale, installato all’interno di Palazzo Italia, con immagini ingrandite centinaia di volte dei prodotti della nostra agricoltura, che sono diventate vere e proprie opere d’arte, frutto dell’impegno e dell’ingegno degli agricoltori italiani. La scelta della Casa degli Atellani, dove abbiamo contribuito a far rinascere il vigneto di Leonardo da Vinci, genio di tutti i tempi ed anche agricoltore, per realizzare i nostri numerosissimi eventi fuori Expo. Abbiamo poi contributo a portare, simbolicamente, l’agricoltura in città (Green Field, MiColtivo), realizzando un campo di grano a Milano e un orto urbano. Quindi i tanti convegni a Palazzo Italia in cui sono stati dibattuti i grandi temi dell’agricoltura italiana".

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Grazie a Confagricoltura proprio ad Expo si è parlato di Ogm nel corso del convegno “Geni Italiani”. Quale apporto potrebbe portare al comparto lo sviluppo della scienza e della genetica applicata al settore? "Ovunque, nel mondo, la ricerca e l’innovazione genetica in agricoltura sono viste come una soluzione alle sfide globali del pianeta, piuttosto che come un problema. Solo in Europa, ed in Italia, si registrano forti resistenze. Ma dove gli Ogm sono utilizzati, aumentano i vantaggi per il settore e per la collettività. In Europa, invece, la coltivazione di Ogm è stata frenata dai “bandi” imposti dai vari governi. Ma il vero paradosso italiano, da noi sempre denunciato, è che mentre si vieta la coltivazione ai nostri imprenditori, si importa moltissima materia prima transgenica, che viene in larga parte utilizzata per produrre le nostre eccellenze agroalimentari. Il problema dell’Italia è l’assenza di una politica a favore di una ricerca per l’innovazione e la genetica in agricoltura, una ricerca italiana che può superare la questione “Ogm” così come l’abbiamo vissuta finora, utilizzando tecniche nuove, perfette per la nostra agricoltura. C’è, insomma, la possibilità di produrre direttamente delle varietà geneticamente identiche a quelle che si otterrebbero utilizzando i meccanismi naturali, con tecniche che mantengono praticamente intatta l’identità “tipica” della pianta e che sono quindi perfette per un’agricoltura basata sulla tipicità com’è la nostra e per assicurare un futuro dei marchi al Made in Italy agroalimentare". Venendo all’attualità, sono differenti i comparti che in questi mesi stanno soffrendo in modo particolare. Penso ai produttori di latte, nonostante il faticoso accordo siglato a Roma con gli attori della filiera, tra cui la Gdo. Quali sono le strade che a suo parere le aziende del settore devono intraprendere per poter reagire alle sfide del mercato, anche considerata la fine del regime delle quote? "La difficile crisi economica che sta vivendo il settore lattiero caseario, con il crollo dei prezzi del latte alla stalla, è dipesa da più fattori, a cui si lega anche la fine del sistema delle quote latte. L’euforia dei prezzi internazionali del latte fino alla metà del 2014 e l'approssimarsi della fine del regime delle quote ha portato molti allevatori eu-


ropei ad implementare le proprie capacità produttive. Tale spinta, il concomitante rallentamento delle importazioni da parte della Cina ed il blocco delle importazioni dei prodotti lattiero caseari da parte della Russia, hanno portato ad un crollo dei prezzi. Quindi, la fine delle quote latte ha avuto un ruolo nell’attuale crisi del settore, ma non è l’unico fattore che condiziona l'andamento del mercato. La sfida per il settore si gioca sulla qualità e sul rafforzamento della filiera italiana". In generale, però, l’intera zootecnia sconta problemi simili a quelli delle aziende del latte. Mi riferisco agli allevatori di bovini da carne e di suini, in particolare. Di certo non aiutano certe campagne mediatiche, contro cui anche la Confagricoltura di Cuneo si è battuta organizzando in tutta risposta il grande evento “A qualcuno piace carne”, lo scorso luglio. Cosa si sente di dire a quegli allevatori che faticano a vedere remunerato il loro lavoro? In quale direzione si sta lavorando per la valorizzazione della carne ‘made in Italy’? "Oramai le campagne denigratorie sul settore della carne sono sempre più frequenti da parte dei media che cercano lo 'scoop' senza preoccuparsi dei danni che arrecano ad un comparto, quello zootecnico, trainante per l’economia agroalimentare e che dà lavoro a tante famiglie italiane. È per questo che Confagricoltura sta dialogando con altre importanti organizzazioni della filiera della carne e con le Istituzioni per un cambiamento di approccio sulla comunicazione. È fondamentale sfatare tanti 'falsi miti' che non rispecchiano il lavoro svolto giornalmente dagli allevatori italiani e che fanno abbassare i consumi di prodotti fondamentali per una corretta alimentazione soprattutto per bambini, ragazzi e anziani. Basti pensare che gli standard di benessere animale europei sono i più alti al mondo, l’impegno per la riduzione delle emissioni agricole in Italia ha portato ad una riduzione del 16% negli ultimi 20 anni, i sistemi di controllo della salubrità degli alimenti italiani sono tra i più elevati al mondo. Proprio le caratteristiche di qualità delle produzioni italiane sono il nostro punto di forza, che deve essere sfruttato come volano per le esportazioni e per mantenere il consumo interno. Migliorare la promozione ed informazione del prodotto non basta però a

garantire la corretta remunerazione degli allevatori, ma è necessaria una politica di aggregazione dei produttori per equilibrare il potere contrattuale all’interno della filiera e aiuti finanziari incentrati sullo sviluppo e l’innovazione delle aziende, per renderle più competitive verso un mercato sempre più globalizzato". È in fase di approvazione la Legge di Stabilità, diverse le misure che riguardano l’agricoltura. Il Governo ha accolto alcune delle richieste avanzate da Confagricoltura, soprattutto in ambito fiscale? "Da tempo aspettavamo un segnale così deciso da parte del Governo nei confronti del settore agricolo. In particolare abbiamo accolto con favore l’abolizione dell’Irap e dell’Imu sui terreni agricoli, una tassa da sempre ritenuta iniqua; l’abolizione dell’obbligo del pagamento dell’Iva dall’1 gennaio 2016 per gli agricoltori che hanno un volume d’affari al di sotto dei 7.000 euro; la stabilizzazione dell’attuale normativa relativa alla produzione di energia elettrica da impianti di biogas e da fonti fotovoltaiche, così come le misure per la sburocratizzazione. Tutti provvedimenti che vanno nella direzione da tempo auspicata e che consentiranno alle imprese agricole di ripartire con nuovi investimenti nella direzione dello sviluppo e di una maggiore competitività del settore". Per concludere, quali sono le battaglie sindacali che Confagricoltura intende portare avanti nei prossimi mesi? "Le prossime battaglie saranno inevitabilmente legate al processo di riforme in atto nel nostro Paese, a partire da quelle costituzionali e istituzionali, che coinvolgeranno la struttura della nostra organizzazione, imponendo anche un ripensamento del ruolo stesso della rappresentanza. Il tramonto del bicameralismo paritario, l’abolizione delle province, la riforma del titolo V della Costituzione dovranno costituire un’opportunità, attraverso l’elaborazione di strategie, per progetti più mirati e vicini al territorio. è evidente, inoltre, che la struttura produttiva del nostro Paese incontra difficoltà rilevanti sul piano delle economie di scala e della competitività d’impresa. Ciò impone un grande sforzo organizzativo sul piano del marketing associativo, ma anche nella

ricerca di soluzioni aggregative moderne e convenienti. C’è poi la grande sfida della ricerca e dell’innovazione, a partire da quella digitale, che dobbiamo portare avanti insieme a quella della sostenibilità, ambientale sociale ed economica. Infine, l’internazionalizzazione, come scelta obbligata di fronte alla staticità dei mercati nazionali ed europei". Un suo augurio per il 2016 "Che il nostro Paese imbocchi finalmente la strada della ripresa e che non vada dispersa la grande eredità che Expo ci ha lasciato, riconoscendo alla nostra agricoltura il ruolo di primo piano che svolge nell’economia del nostro Paese e del mondo, non solo da un punto di vista produttivo, ma anche occupazionale, ambientale e sociale".

Mario Guidi, presidente nazionale di Confagricoltura

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9


Legge di Stabilità

35% In arrivo i fondi

per le assicurazioni 65% premio a carico dell'agricoltore

premio massimo rimborsabile entro il 30/06/2015

3a

1

a

2a

8,6% 27,7% 28,7%

Prima tranche

Seconda tranche

Terza tranche

100 milioni/€

G

li agricoltori che hanno sottoscritto l’assicurazione contro le calamità naturali per la campagna 2014 potranno finalmente essere rimborsati. Il disegno di Legge di Stabilità 2016, recentemente approvato in Senato, prevede infatti uno stanziamento di 100 milioni di euro da utilizzare per il pagamento dei fondi per le assicurazioni agricole. A giugno agli imprenditori agricoli era stata rimborsata una percentuale del 27,71% e successivamente, grazie anche all’interessamento di Confagricoltura presso il Ministero delle Politiche Agricole, un’ulteriore quota del 8,53%. Con i nuovi stanziamenti gli organismi pagatori saranno autorizzati ad erogare ai beneficiari l’ulteriore quota del 28,75%, completando

DALLA LEGGE DI STABILITÀ UNO STANZIAMENTO DI 100 MILIONI DI EURO PER IL PAGAMENTO DELL'ULTIMA QUOTA

di Monica Arnaudo

la quota di rimborso prevista, il 65% totale della spese sostenute. “I soldi sembrano finalmente essere arrivati e dovrebbero essere distribuiti il più velocemente possibile, ma arrivano però con un incredibile ritardo perché avrebbero dovuto essere a disposizione già a luglio – spiega Marco Bruna, direttore di zona di Confagricoltura -. Chi sottoscrive le polizze collettive firma una specie di contratto in cui è previsto un aiuto finanziario da parte dello Stato che poi sarà girato dall’agricoltore al rispettivo Consorzio di difesa; non ricevendo questa quota, gli imprenditori hanno dovuto anticipare i soldi alla Condifesa, di tasca propria o grazie a dei mutui bancari. Parliamo, nel caso di aziende di grandi dimensioni, di cifre molto elevate”. Buone notizie per gli agricoltori quindi, che avranno una boccata d'ossigeno, ma si tratta di un sistema che va rivisto, perché i ritardi oltre a causare carenze di liquidità, non permettono alle aziende di operare una corretta programmazione. “L’agricoltura sta investendo sempre di più nei sistemi assicurativi, anche a causa di una forte riduzione degli stazionamenti nazionali a sostegno del piano assicurativo, ma non può farlo continuando ad anticipare di tasca propria, è necessario avere certezze

sui modi e tempi di rimborso – commenta Bruna -. E’ un sistema sicuramente da ripensare, perché è illogico che un’azienda, specialmente nel difficile momento in cui viviamo, debba andare a caricarsi l’onere di dover anticipare dei soldi e poi aspettare per mesi che gli vengano restituiti”.

SMALTIMENTO CARCASSE

Più offerta da parte delle compagnie assicurative Fino qualche tempo fa era obbligatoria l'assicurazione al Cosman per lo smaltimento delle carcasse di animali morti in allevamento. Dal 31 marzo 2015, invece, le coperture assicurative sono libere e l'allevatore può scegliere se continuare a assicurarsi tramite il Cosman o altri Consorzi di Difesa accreditati. A breve, inoltre, tutte le compagnie di assicurazioni dovranno chiarire il servizio di call-center, in grado di aggiornare la banca dati del servizio veterinario regionale, per non richiedere così l'intervento del veterinario sul posto.

C O M E R I C H I E S T O D A C O N F A G R I C O LT U R A

Sotto i 7mila euro non si paga l'Iva Confagricoltura sta seguendo con molta attenzione l’evolversi della legge di Stabilità 2016, per avere conferme che si tratti di un vero alleggerimento fiscale a carico delle imprese. È stato confermato il taglio di Imu e Irap (oltre alla Tasi), una notizia che ha suscitato entusiasmo, ma che al contempo aveva allarmato per la ventilata possibilità che il taglio di alcune imposte si potesse tradurre nella perdita di altre importanti agevolazioni, prima tra tutte quella del gasolio agricolo, che pare comunque salva secondo notizie dell’ultima ora. Ma era tuttavia un altro il punto che aveva tenuto in sospeso anche il giudizio della Confagricoltura Cuneo sulla manovra e cioè l’abrogazione del regime di esenzione Iva che era in vigore per i piccoli imprenditori con un volume d’affari sotto i 7mila euro. Grazie agli emendamenti presentanti presso la Commissione Bilancio, l’agevolazione è salva. L’obbligo del pagamento Iva dal 1° gennaio per gli agricoltori che hanno un volume d’affari al di sotto dei 7.000 euro - previsto nella versione precedente del disegno di legge - è stato dunque abolito. Viene quindi ripristinato, per questa fascia di agricoltori, il regime di esenzione attualmente in vigore. Per il resto, il testo del Ddl, approvato in prima lettura al Senato il 20 novembre scorso, ha confermato sostanzialmente gran parte delle misure previste precedentemente. “Nella versione uscita dal Senato - commenta Confagricoltura Cuneo - sono state quindi confermate le misure positive e sono stati rivisti in maniera meno penalizzante alcuni provvedimenti che consentiranno alle imprese agricole di ripartire con nuovi investimenti nella direzione dello sviluppo e di una maggiore competitività del settore”. Il testo che è ora all’esame della Camera potrà comunque subire ulteriori modifiche. La confederazione resta comunque vigile fino alla definitiva approvazione del testo, che arriverà per la fine di dicembre.

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Ogm

"Nei vigneti urge ricerca" RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA LETTERA DI ANGELO GAJA, IMPRENDITORE VITIVINICOLO

"È

generale la percezione degli eccessi, delle temperature medie giornaliere più elevate, l’avvio precoce nel vigneto della fase vegetativa, l’accelerazione della maturazione, le vendemmie anticipate. Quelli che guardano ai benefici fanno osservare che, rispetto al passato, le vendemmie di buona qualità sono più frequenti. Vini che si presentavano gracilini ed acidosi, appaiono oggi più strutturati ed armonici se non anche propensi ad esibire i muscoli. Mentre per altri il clima che cambia è foriero di preoccupazioni: la recrudescenza delle malattie parassitarie vecchie e nuove; la sofferenza dei vigneti a causa di periodi troppo a lungo siccitosi; i grappoli esposti alle scottature ed alla luce solare troppo intensa; le uve che arrivano in cantina troppo calde, con gradazioni zuccherine elevate, ancora coperte di antiparassitari che la siccità non ha concesso di dilavare; i bassi livelli di acidità del mosto; la gradazione alcolica dei vini che mostra nel tempo la progressione a salire. Il cambiamento climatico agisce allo stesso modo sul vigneto indipendentemente dalla tecnica di conduzione: convenzionale, biologico, biodinamico. Un lungo articolo su LE MONDE del 7 novembre 2015 dedicato al “colpo di calore sui vigneti” evidenzia le forti preoccupazioni al riguardo, non soltanto per le sorti della viticoltura del Sud della Francia. Il polo universitario di Bordeaux ha avviato da un decennio progetti di ricerca scientifica volti ad individuare viti più idonee a fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico. È urgente dare maggiore impulso alla ricerca anche in Italia: per migliorare l’adattamento dei portainnesti al mutamento del clima in atto e per cercare di mettere al riparo le viti storiche italiane da alcune delle malattie più insidiose. Per fare ciò occorre che il nostro paese autorizzi i ricercatori ad accedere alle nuove tecniche di incrocio, la cisgenesi ed il genome editing, attraverso le quali è possibile trasferire geni (di resistenza a determinate fitopatologie) da viti che ne sono in possesso a viti che sono carenti. Si metterebbe così ancora una volta a frutto il patrimonio unico di viti storiche italiane, attingendo alle diversità che le caratterizzano. Però occorre agire, utilizzando sia fondi pubblici che privati. Lo stallo attuale non serve al mondo del vino italiano". Angelo Gaja - Imprenditore vitivinicolo

Ogm, il paradosso europeo continua ENRICO ALLASIA: "PIÙ RICERCA GENETICA SULLE PIANTE SIGNIFICA MENO TRATTAMENTI CHIMICI IN CAMPO" di Paolo Ragazzo

C

iò che auspica ragionevolmente Angelo Gaja è quanto chiede a gran voce anche la Confagricoltura ormai da tempo. Purtroppo in Italia il dibattito legato agli sviluppi delle biotecnologie applicate all’agricoltura si alimenta di pregiudizi e concezioni negative rispetto al concetto stesso di ricerca genetica. “Il vero problema è l’assenza di una politica a favore di una ricerca per l’innovazione e la genetica in agricoltura – dichiara Enrico Allasia, presidente della Confagricoltura di Cuneo -. Abbiamo bandito la ricerca in campo aperto ma non solo, abbiamo eccellenze, ricercatori e accademie che sono ampiamente in grado di lavorare su questi temi producendo innovazioni di cui la nostra agricoltura può ben beneficiare. Tecniche nuove, come il genome editing e la cisgenesi, che tuttavia vengono avversate e vietate a priori”.

EUROPA E PARADOSSI SUGLI OGM Proprio di questi temi si è dibattuto in un interessante incontro che Confagricoltura ha organizzato ad Alessandria dal titolo “Organismi geneticamente migliorati in agricoltura: realtà, prospettive e regole nel mercato globale”, lo scorso 1° dicembre, con i contributi di Davide Spadaro, ricercatore di Patologia vegetale dell’Università di Torino e Roberto Defez dell’Istituto di Bioscienze e BioRisorse CNR di Napoli. È stato ricordato come i 18 Stati membri dell’Unione Europea che attualmente sono a favore del divieto di coltivazione, Italia inclusa, ammettono il consumo di 50 prodotti transgenici e il commercio di mangimi da essi derivati all’interno dei propri confini. Il paradosso si fa grottesco se si pensa che l’Europa importa circa 40 milioni di tonnellate ogni anno di soia e derivati in grande maggioranza transge-

nici e di questi il 10 per cento (4 milioni di tonnellate ogni anno) è importato dall’Italia e venduto. Problemi sui milioni di animali nutriti con tali mangimi da circa 20 anni non sono mai stati segnalati. Mentre si vieta la coltivazione ai nostri imprenditori, quindi, si importa moltissima materia prima transgenica, che viene in larga parte utilizzata per produrre le nostre eccellenze agroalimentari. COSA PENSA CONFAGRICOLTURA La Confagricoltura ritiene necessario dare fiducia alla ricerca scientifica nella valutazione dei vantaggi e degli svantaggi dell’ingegneria genetica applicata in modo rigoroso e non emotivo. “Basta osservare le realtà dove gli ogm sono coltivati, più ricerca genetica sulle piante significa meno trattamenti chimici per combattere patogeni e insetti - conclude provocatoriamente Allasia -. Lo dicono i numeri: sono ormai 181 milioni gli ettari a transgenico nel mondo (12% della Sau), con un aumento di 100 volte in meno di 20 anni. Ma quello che più conta è che con l’incremento delle superfici è diminuito l’utilizzo di agrofarmaci del 37%, sono aumentate le rese del 22% ed il profitto degli agricoltori è cresciuto del 66%. Il nostro appello, dunque, è per un’apertura alla ricerca in grado di portare vantaggi al settore e alla collettività”.

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Risorsa idrica

NUOVO INVASO SERRA DEGLI ULIVI

INVASO DI PIANFEI (ESISTENTE)

TRAVERSA T. PESIO

TRAVERSA T. ELLERO

Lo schema dell'impianto idrico di Serra degli Ulivi

Le opportunità di "Serra degli Ulivi" L'INVASO DOVREBBE NASCERE SUL TERRITORIO DI VILLANOVA MONDOVÌ E AIUTEREBBE A SOPPERIRE ALLA MANCANZA IDRICA DEI MESI ESTIVI

definitivo. A tal proposito la Fondazione Crc ha già stanziato un milione per il progetto definitivo mentre si lavora per trovare la copertura per la cifra mancante (le stime finali sono intorno ai 150 milioni di euro). Di certo c’è che al momento il progetto è l’unico di questo genere ad essere già ad uno stato di attuazione avanzato. “Stiamo procedendo in modo trasparente per arrivare ad avere tutte le informazioni utili per procedere con il definitivo – commenta Roberto Gramaglia, segretario del Consorzio Brobbio Pesio -. Per noi è fondamentale procedere nel rispetto del territorio che ospiterà l’invaso e delle sue comunità”. USO PLURIMO “Il progetto ha già avuto la condivisione di tutti gli enti interessati - commenta Isabella Moschetti, consigliere di Confagricoltura Cuneo e vice presidente dell’Associazione Acque Irrigue Cuneesi -. L’importanza di questo progetto sta nel fatto che soddisfa esigenze ambientali e, anche per questo, può essere preso a modello per successive realizzazioni similari. L’invaso servirà a sopperire alle carenze idriche

IL BACINO IN NUMERI

9

COMUNI COINVOLTI

1.200

AZIENDE AGRICOLE

19.700

SUPERFICIE UTILIZZATA (ha)

10.100.000

VOLUME TOTALE INVASO (m3)

4.170.000

DEFICIT IRRIGUO ATTUALE (m3)

di Ilaria Blangetti

U

n invaso multifunzionale, un primo importante passo in avanti per affrontare l’emergenza idrica che colpisce l’agricoltura cuneese durante i mesi più caldi dell’anno. L’invaso “Serra degli Ulivi”, che dovrebbe nascere sul territorio di Villanova Mondovì, in una zona collinare, è ancora un progetto ma ha già raccolto il parere favorevole di tutti gli enti coinvolti. Il progetto inizia a prendere forma nel 2002 quando si costituiscono, nei rispettivi comprensori, il Consorzio del Pesio e il Consorzio Valli Ellero, Corsaglia e Casotto, che raggruppano e rappresentano 45 consorzi elementari. È proprio nei bacini idrografici del torrente Pesio ed Ellero che nasce e si sviluppa l’idea progettuale dell’invaso Serra degli Ulivi. L’invaso dovrebbe nascere in una conca naturale priva di insediamenti, per un volume idrico totale di 10.100.000 mc di acqua.

IL PROGETTO Il progetto preliminare è già stato finanziato grazie alla Regione Piemonte e al momento si stanno eseguendo, con l’aiuto di enti terzi quali il Politecnico di Torino e il Cnr, gli approfondimenti geologici necessari e propedeutici alla definizione del progetto

Nel rendering la vista da valle dell'invaso

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che si verificano puntualmente nei mesi di luglio e agosto in provincia di Cuneo, zona critica per l’acqua irrigua in agricoltura, ma permette anche un uso plurimo: energetico e turistico oltre che idrico”. È infatti in programma la realizzazione di un lago turistico “Dossi” collegato a monte dell’invaso principale mentre sarà riqualificato anche l’invaso già esistente di Pianfei. "Serra degli Ulivi" è pensato non solo per un uso irriguo ma anche per un utilizzo potabile, idroelettrico (con la realizzazione di 4 centrali per la produzione complessiva annua di 3.600.000 kWh di energia) e antincendio. UN IMPORTANTE PRIMO PASSO “L’invaso non risolverà del tutto la sofferenza idrica dell’agricoltura cuneese - continua Isabella Moschetti - ma è sicuramente un primo ed importante passo per sopperire alla mancanza d’acqua per i terreni agricoli nel periodo estivo. La prevista riduzione delle disponibilità idriche dovuta a mutamenti climatici quali l'effetto serra e lo scioglimento dei ghiacci, l'aumentata richiesta di cibo a livello mondiale e la constatazione che un'enorme quantità di acqua dolce finisce in mare ogni anno

senza essere utilizzata, portano a capire quanto siano necessarie le riserve idriche multifunzionali come quella dell’invaso Serra degli Ulivi. La disponibilità di acqua di domani richiede il governo dell'acqua esistente con un uso più razionale e non solo agricolo, con la ricerca scientifica, con investimenti in opere di captazione, ge-

stione e distribuzione”. “È fondamentale chiude Moschetti - che venga riconosciuta l’importanza della riserva acqua e venga concepita la possibilità di utilizzarla per usi plurimi. L'invaso può significare un nuovo inizio, un cambio di mentalità: non stravolge un territorio ma difende una risorsa preziosa come l’acqua”.

CONVEGNO A MONDOVÌ

L'importanza della gestione dell'acqua "Gestione delle acque e tutela del territorio": è questo il titolo del convegno di venerdì 13 novembre a Mondovì che, con l'intervento di numerosi relatori, ha introdotto il focus sull'invaso "Serra degli Ulivi", come opportunità per il territorio Cuneese. Il convegno, promosso dall'Unione Regionale Bonifiche Irrigazione Piemonte e dall'Aic (Acque Irrigue Cuneesi), a cui ha partecipato anche Ezio Veggia, vicipresidente di Confagricoltura, voleva propio sottolinare l'importanza dell'irrigazione qualche supporto insostituibile all'attività agricola e al ruolo dei Consorzi irrigui che non si limitano a distribuire le acque ma svolgono una vera e propria attività di tutela del territorio a beneficio dell'intera collettività. "I consorzi irrigui sono 'mantenuti' dagli agricoltori e in questo il Piemonte è in una situazione unica a livello nazionale - commenta Vittorio Viora, presidente Urbip - ma ricoprono una funizione pubblica per l'intera comunità, senza scaricare i costi su tutti. Serra degli Ulivi sarebbe la realizzazione del primo invaso ad uso plurimo da molti anni a questa parte, sopperendo ai bisogni di una parte della pianura irrigura sottostante. Si tratta di un inizio, un'opportunità". "Abbiamo sottolineato il ruolo dei Consorzi, realtà senza fini di lucro dove si lavora con serietà e dedizione - aggiunge Giorgio Bergesio, presidente Associazione Acque Irrigue Cuneesi -. La gestione dell'acqua da parte dei Consorzi è fondamentale perché permette di garantire anche nel periodo estivo un minimo di accesso alla risorsa idrica. Abbiamo poi rischiesto maggiore attenzione al Governo per le infrastrutture che devono permettere un utilizzo plurimo della risorsa acqua. Opere che devono essere finanziate dallo Stato".

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A NATALE IL CONSORZIO AGRARIO TI REGALA LA NUOVA FORZA VENDITA

MASSEY FERGUSON


INSERTO TECNICO

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NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE E APPROFONDIMENTI SU WWW.CONFAGRICOLTURACUNEO.IT O SU WWW.FACEBOOK.COM/CONFAGRICOLTURACUNEO

FEASR

Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l'Europa investe nelle zone rurali

Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111.1 sottoazione B Informazione nel settore agricolo

NITRATI - REGOLAMENTO REGIONALE 10 R COMUNICAZIONE ANNUALE ENTRO IL 31 DICEMBRE 2015

E

PERIODI E LIMITI DI DIVIETO PER LO SPANDIMENTO LIQUAMI

ntro il prossimo 31 dicembre deve essere inviata telematicamente la comunicazione inerente la consistenza di stalla, il carico azotato, la produzione di refluo, le strutture di stoccaggio e il Piano di utilizzazione agronomico, cosiddetto PUA in base alle norme del Regolamento Regionale 10/R. L’obbligo di presentazione della comunicazione è per le aziende che ricadono in zona vulnerabile da nitrati che producono e/o utilizzano più di 1.000 kg di azoto, mentre le aziende che ricadono in zona non vulnerabile da nitrati hanno l’obbligo se la produzione di azoto al campo supera i 3.000 kg. Gli allevamenti intensivi, nonché gli allevamenti bovini con più di 500 UBA e le aziende con una produzione superiore ai 6.000 kg di azoto all’anno sono tenuti alla presentazione unitamente alla comunicazione di un Piano di utilizzazione agronomica completo (PUA). Il PUA ha validità quinquennale, purché non subentrino modifiche significative delle tecniche agronomiche oppure non si verifichi una o più delle seguenti condizioni: a) aumento superiore al 25 % della quantità di azoto zootecnico gestito; b) aumento superiore al 25% del carico zootecnico (kg di azoto zootecnico per ettaro di terreno oggetto della distribuzione); c) riduzione superiore al 25 % della superficie oggetto della distribuzione. Le aziende ricadenti in zona non vulnerabile da nitrati, con una produzione di azoto al campo tra i 3.000 e i 6.000 kg di azoto, sono tenute alla presentazione del PUA in forma semplificata.

C

on l’inizio della fase invernale si riepilogano i divieti per lo spandimento dei reflui zootecnici: ZONA NON VULNERABILE DA NITRATI: Palabili: nessun divieto; Non palabili: dal 1° dicembre al 31 gennaio. ZONA VULNERABILE DA NITRATI: L'applicazione al terreno degli effluenti zootecnici e delle acque reflue, nonché dei concimi azotati e degli ammendanti organici è vietata, in particolare nei seguenti periodi minimi: 1. 90 giorni (dal 15 novembre) per i concimi azotati e gli ammendanti organici, per i letami e i materiali ad essi assimilati, fatti salvi: • il letame con contenuto di sostanza secca pari o superiore al 20 per cento ed assenza di percolati, utilizzato sui prati permanenti o avvicendati, per cui il divieto si applica nel periodo 15 dicembre-15 gennaio; • l'ammendante compostato con tenore di azoto totale inferiore al 2,5 per cento sul secco, di cui non oltre il 15 per cento come azoto ammoniacale, per cui il divieto si applica nel periodo 15 dicembre-15 gennaio; • le deiezioni degli avicunicoli essiccate con processo rapido a tenori di sostanza secca superiori al 65 per cento, per cui il divieto si applica dal 1° novembre alla fine di febbraio; 2. 120 giorni (dal 1° novembre) per i liquami, i materiali ad essi assimilati e le acque reflue, fatto salvo il liquame distribuito su terreni dotati di copertura vegetale (prati, pascoli, cereali vernini, erbai autunno-invernali, colture arboree inerbite, cover-crops) o su terreni con residui colturali e in preparazione di una semina primaverile anticipata, per cui il divieto è tra il 15 novembre e il 15 febbraio.

Per maggiori informazioni rivolgersi agli uffici della Confagricoltura di Cuneo.

INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 09 • DICEMBRE 2015

I


VINO/1: DISPOSIZIONI PER L'AFFINAMENTO IN RECIPIENTI DI LEGNO

Q

ualora si desideri indicare in etichetta un particolare modo/tempo di affinamento in legno (vedi allegato XVI Reg. CE 607/2009) occorre, come per tutte le indicazioni facoltative, fornire la prova della veridicità di quanto si afferma mediante apposite annotazioni nei registri di cantina; finora non è stato necessario fare alcuna annotazione in merito al periodo di conservazione in legno nel caso in cui ci si limiti ad ottemperare al periodo di affinamento previsto dal disciplinare in questione; in altre parole, si è sempre dato per scontato che, se si scrive di avere in cantina un vino atto a dare Barolo Docg, si sta seguendo il disciplinare di produzione e quindi il passaggio in legno ha la durata previsto dallo stesso. Tuttavia il Decreto 20/03/2015 sulla dematerializzazione dei registri prevede che uno degli elementi da indicare nel registro telematico (allegato II del Decreto) sia proprio l’immissione e l’estrazione dei prodotti sottoposti ad invecchiamento in recipienti in legno. Le nuove disposizioni indicano un immediato avvio della fase sperimentale, una fase facoltativa dal primo agosto 2015 ed una obbligatoria dal primo gennaio 2016; ad oggi la fase facoltativa non è ancora iniziata (è prevedibile una proroga) ciò non toglie che si arriverà ad applicare il decreto tenendo conto che molti disciplinari di produzione prevedono periodi di invecchiamento obbligatorio “a decorrere dal primo novembre dell’anno di raccolta”; in sostanza, chi ha già iniziato l’affinamento in legno dei vini 2015, farà bene ad annotarlo nei registri in modo da disporre di un’informazione documentata quando dovrà passare alla tenuta in forma dematerializzata.

VINO/2: CODICI SUI DOCUMENTI DI ACCOMPAGNAMENTO

C

on nota del 16/10/2015 ICQRF sono stati forniti chiarimenti circa le modalità di compilazione dei documenti di accompagnamento ed in particolare sul modo di indicare la zona viticola di origine in caso di taglio; inoltre viene comunicato il modo corretto di utilizzare il codice generico delle operazioni enologiche “codice 12 –Altro da precisare”. Nel caso di taglio fra zone viticole non viene accettato alcun concetto di prevalenza e si precisa che le zone viticole che compongono il prodotto trasportato devono essere citate TUTTE senza, peraltro, che sia necessario indicare le percentuali di composizione. Nel caso del “codice 12” viene chiarito che non è da utilizzare per segnalare il taglio di zona viticola o qualsiasi altra operazione non prevista dagli altri codici; tale codice è riservato esclusivamente a segnalare le tre operazioni attualmente previste “uso del fitato di calcio, del ferrocianuro di potassio o dell’acido DL tartatico”. Per maggiori informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

CONDIZIONALITÀ: LA REGIONE HA STABILITO NUOVE REGOLE

La Giunta regionale, con una deliberazione del 30 novembre scorso sulla disciplina del regime di condizionalità (in attuazione del decreto ministeriale n. 180 del 23/1/2015), ha fissato le regole per gli impegni di condizionalità. La deliberazione è pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte del 3 dicembre 2015. Per ulteriori informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

VINO/3: DICHIARAZIONE VITIVINICOLA ENTRO IL 15 DICEMBRE Le aziende vitivinicole che non hanno ancora provveduto a presentare la dichiarazione vitivinicola campagna 2015/2016, devono farlo improrogabilmente entro il 15 dicembre 2015. I soggetti obbligati sono i seguenti: 1 - Coloro che in fascicolo aziendale presentano una superficie vitata superiore ai 1000 mt; 2 - Coloro che vinificano uve o detengono vini e/o tmc bozza1:Layout 1 24-11-2008 Pagina 1 uve a terzi. mosti al 30/11/2015; 3 - Coloro16:59 che hanno ceduto

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II

INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 09 • DICEMBRE 2015


ESONERO TRIENNALE PER ASSUNZIONI DI OPERAI AGRICOLI

DA FINPIEMONTE FONDI PER PARTECIPARE A FIERE NEL 2016

M

ercoledì 2 dicembre, l’Inps, con un proprio messaggio, ha reso noto che sono ancora disponibili delle risorse per gli sgravi triennali per l'assunzione a tempo indeterminato di operai agricoli. L'INPS procederà ad assegnare le risorse alle domande di esonero rimaste inevase per carenza di fondi, nel rispetto dell'ordine di presentazione delle stesse. Anche se non è precisato espressamente nel messaggio INPS, a nostro avviso nulla preclude che possano essere prese in esame nuove domande presentate a partire da oggi e fino al 31 dicembre 2015 sempreché ci sia capienza di fondi secondo l'ordine cronologico di presentazione. Per informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

CREDITO DI IMPOSTA PER IL COMMERCIO ON LINE DEI PRODOTTI

I

l Ministero delle Politiche agricole ha definito le modalità di presentazione delle domande ai fini dell’accesso alle agevolazioni connesse alle spese sostenute per l'ampliamento di infrastrutture informatiche, esclusivamente finalizzate all’avvio e allo sviluppo del commercio elettronico di prodotti agricoli. L'ENTITÀ DELL'AGEVOLAZIONE Si prevede la concessione di un credito d'imposta del 40% per investimenti fino 50.000 euro, per l'avvio e lo sviluppo dell’ecommerce, e fino a 400.000 euro per gli investimenti compresi per la costituzione delle reti d'impresa e per l'innovazione. Il contributo opera sotto forma di credito d’imposta fino al 40% dei costi sostenuti, per ciascuno dei periodi d’imposta agevolabili, in funzione dell’attività prevalente effettivamente svolta e dichiarata ai fini IVA e delle dimensioni dell’impresa. LE SPESE AMMESSE Le spese ammesse all’agevolazione sono quelle sostenute per dotazioni tecnologiche, software, progettazione e implementazione e sviluppo database e sistemi di sicurezza (pagate esclusivamente attraverso SEPA Credit Transfer), regolarmente fatturate e quietanzate al massimo fino al loro valore di mercato, realizzate, per il primo periodo di imposta, dal 14.03.2015 al 31.12.2015, mentre per i periodi di imposta successivi rilevano le spese sostenute nel corso dell’intero anno precedente. PRESENTAZIONE DELLE ISTANZE Si può presentare istanza dal 20 al 28 febbraio 2016 dell’anno successivo a quello in cui le spese sono state sostenute. Il decreto di concessione sarà pubblicato sul sito del Mipaaf. La domanda va sottoscritta dal titolare, dal legale rappresentante o dal procuratore speciale dell’impresa, e inviata tramite l’indirizzo pec saq3@pec. politicheagricole.gov.it.

È

stato pubblicato da Finpiemonte il bando Voucher Fiere 2016 che consentirà di ricevere contributi a fondo perduto per la partecipazione a fiere che si svolgeranno nel 2016. Tale bando prevede un finanziamento di 3.000 euro per fiere in Europa e di 5.000 euro per quelle extra UE. BENEFICIARI Possono presentare domanda le micro, piccole e medie imprese che al momento della presentazione della domanda abbiano i seguenti requisiti principali: - sede operativa attiva in Piemonte; - siano iscritte da almeno un anno al Registro Imprese/REA delle Camere di Commercio competenti per territorio; - svolgano attività prevalente (codice ATECO 2007) in uno dei settori ammessi dal regolamento 'de minimis', tranne i codici A – K – P- R2 ; - non abbiano ricevuto, per la medesima iniziativa, altri contributi pubblici per le spese oggetto del contributo; COSTI AMMISSIBILI Sono considerate ammissibili le spese sostenute (fatturate e quietanzate) unicamente per la fiera che è stata indicata e relative a: - diritto di plateatico (spazio espositivo e diritti connessi); - inserimento dell’azienda nel catalogo dell’evento fieristico; - allestimento, pulizia stand e facchinaggio in fiera; - realizzazione di materiale e/o di iniziative di tipo promozionale/ commerciale (esempio affitto sale) da utilizzare in fiera e strettamente riconducibili alla Fiera stessa, nella misura massima di 1.500 euro: - altre spese (biglietto aereo, giornata formativa, ecc.) entro il limite del 10% del contributo. Tali spese sono ammissibili se sostenute e quietanzate dopo la presentazione della domanda. È tuttavia possibile riconoscere spese sostenute prima della presentazione della domanda, esclusivamente se strettamente necessarie, congrue e riconducibili alla fiera. PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE Per accedere alla presentazione telematica, l’impresa richiedente deve accreditarsi/pre-registrarsi all’indirizzo web http://www.sistemapiemonte.it/bandi/industria/jsp/controller/swhttpcontroller.jsp e successivamente provvedere alla presentazione telematica della domanda, al medesimo indirizzo web. La pre-registrazione per la domanda di finanziamento può essere presentata: 1) a partire dal 24 novembre 2015 per le fiere che si svolgono nel primo semestre 2016; 2) a partire dal 1 dicembre 2015 per le fiere che si svolgono nel secondo semestre. La presentazione telematica delle domande può aver luogo: dal 1 dicembre 2015 al 11 dicembre 2015, per fiere relative al primo semestre 2016; dal 23 febbraio 2016 al 4 marzo 2016 per fiere relative al secondo semestre 2016. Entro 5 giorni lavorativi dall’invio telematico della domanda, il file di testo della domanda inviata, deve essere stampato integralmente, sottoscritto in originale dal legale rappresentante nei punti indicati all’interno del modulo, e trasmesso tramite raccomandata A/R a: Finpiemonte S.p.A., Galleria San Federico, 54, 10121 Torino. È bene sottolineare che è estremamente importante presentare la domanda con la massima rapidità perché i voucher disponibili non sono molti. Per informazioni contattare gli uffici di Confagricoltura Cuneo.

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III


ASSUMERE DISOCCUPATI CON I VOUCHER

SECONDA RATA IMU 2015 DA PAGARE ENTRO IL 16 DICEMBRE

L

e aziende agricole possono assumere disoccupati, cassaintegrati e lavoratori in mobilità con i voucher. I soggetti che percepiscono tale misura possono lavorare senza perdere l’indennità, ma con il solo obbligo di comunicazione dei periodi lavorati. Le pratiche di comunicazione di inizio rapporto di lavoro accessorio e di comunicazione all’Inps dei periodi lavorati possono essere effettuate preso gli uffici di Confagricoltura Cuneo. Proprio a questo proposito, inoltre, l’Inps ha chiarito la cumulabilità dei redditi derivanti da lavoro accessorio (voucher) e l’indennità NASPI. In particolare viene confermato il limite dei 3000 euro netti per anno civile quale limite massimo dei compensi derivanti da lavoro accessorio per consentire l’intera cumulabilità con la NASPI. In questo caso dunque, la prestazione non viene decurtata ma spetta in misura intera, sarà l’INPS a sottrarre dalla contribuzione figurativa relativa alle prestazioni a sostegno del reddito gli accrediti contributivi derivanti dallo svolgimento di lavoro accessorio. Nel caso in cui i compensi superino i 3000 euro ma non i 7000, la prestazione NASPI continua ad essere erogata ma verrà ridotta di un importo pari all’80% del compenso derivante dall’attività di lavoro accessorio.

Entro il 16 dicembre va versata la seconda rata dell’IMU relativa all’anno 2015. In ordine all’aliquota applicabile non può essere invocata la misura del 7,6 per mille, nel caso che i comuni non abbiano approvato una specifica aliquota per i terreni agricoli, dato che tale aliquota è stata stabilita solo per l’anno 2014. Pertanto, ai fini del versamento a saldo dell’imposta 2015 andrà fatto riferimento alle aliquote stabilite per la categoria “altri immobili”, sempre se deliberate entro il predetto termine del 30 luglio. Per maggiorir informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

ESTENSIONE DELLA PRESTAZIONI PER LE VITTIME DI AMIANTO

L’Inail ha fornito istruzioni operative sull’estensione delle prestazioni del Fondo per le vittime dell’amianto ai malati di mesotelioma riconducibile ad esposizione non professionale. Gli interessati possono rivolgersi al Patronato Enapa di Confagricoltura Cuneo. Se il compenso supera il limite dei 7000 euro si decade dal diritto alla prestazione NASPI. Il soggetto percettore di NASPI è tenuto a comunicare all’INPS entro un mese dall’inizio dell’attività di lavoro accessorio il compenso derivante dalla stessa. Per informazioni rivolgersi agli operatori del patronato Enapa di Confagricoltura Cuneo.

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Vitivinicoltura

Nei vigneti al via l'era delle autorizzazioni DAL 1° GENNAIO 2016 ADDIO AI DIRITTI DI IMPIANTO. ENTRO FINE 2015 È POSSIBILE TRASFERIRE TITOLI IN POSSESSO di Ilaria Blangetti

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al primo gennaio 2016 il sistema dei diritti di impianto dei vigneti verrà sostituito dalle autorizzazioni dando attuazione alla disciplina europea in materia. Il 4 dicembre scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto relativo proprio al nuovo sistema che prenderà il via con l’inizio del 2016 e sarà in vigore fino alla fine del 2030. COSA CAMBIA DAL 2016 Questo strumento sostituisce il regime di limitazione agli impianti viticoli gestito attraverso il sistema dei diritti di impianto e reimpianto: il rilascio di autorizzazioni per l’impianto di nuovi vigneti, per i reimpianti e per convertire ed utilizzare i vecchi diritti di reimpianto in possesso dei produttori sarà quindi gestibile solo tramite concessioni di autorizzazione. Le autorizzazioni verranno rilasciate nel limite massimo annuo dell’1% della superficie vitata nazionale nella logica del calcolo pro rata. In base a questo meccanismo le autorizzazioni sono distribuite, di fatto, in maniera proporzionale. L'1% è quindi la soglia di crescita annua concessa delle superfici vitate, fino alla quale si potranno richiedere autorizzazioni gratuite per nuovi vigneti, mentre per i diritti di impianto era previsto un esborso monetario da parte del viticoltore richiedente. TRASFERIMENTI DEI DIRITTI ENTRO FINE 2015 Chi è attualmente in possesso di un diritto di reimpianto valido può trasferirlo solo fino al 31 dicembre 2015 Le nuove autorizzazioni saranno assegnate nel limite annuo dell'1%

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LE SCADENZE PRINCIPALI PREVISTE DAL NUOVO SISTEMA COSA SUCCEDE?

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Termine ultimo per trasferire un diritto di reimpianto valido Termine ultimo per presentare richiesta di conversione in autorizzazione dei diritti di impianto concessi prima della fine del 2015 Data in cui scadrà il regime delle autorizzazioni che entrerà in vigore il primo gennaio 2016

perché il diritto di reimpianto ancora valido dal 1° gennaio 2016 non potrà più essere trasferito. Le autorizzazioni infatti, differentemente dai diritti, non saranno trasferibili, avranno durata triennale e saranno assegnate gratuitamente: per questo non potranno usufruire di contributi per la ristrutturazione dei vigneti. Il termine ultimo per presentare la richiesta di conversione in autorizzazione dei diritti di impianti concessi prima del 31 dicembre 2015, scadrà invece il 31 dicembre 2020. Chi vorrà chiedere nuove autorizzazioni potrà farlo a partire da febbraio 2016, per ottenere nuove autorizzazioni nel 2017. VIAZZI: "SERVE DIALOGO CON IL TERRITORIO" “L’adeguamento dev’essere gestito in modo da non creare situazioni di squilibrio, dosando le priorità - commenta Mario Viazzi, direttore della zona di Alba di Confagricoltura Cuneo -. Le autorizzazioni dovranno essere concordate con le realtà dei vari territori che conoscono le necessità delle singole denominazioni, evitando livellamenti: serve uno strumento che lasci spazio di manovra agli enti competenti. Spalmare le autorizzazioni senza fare distinzioni tra le singole necessità dei vigneti rischia di creare solo squilibri”. Il decreto prevede che, a conclusione del 2016, venga effettuata una verifica approfondita per valutare i risultati e apportare, nel caso, le modifiche e le integrazioni necessarie al fine di migliorare l’efficienza del sistema. Per qualsiasi necessità è possibile rivolgersi agli uffici di zona di Confagricoltura Cuneo.


Energie alternative

Cippatore per biomassa al lavoro

Biomasse a rischio con le nuove tariffe UN "DECRETO PONTE" POTREBBE COMPROMETTERE L'INTERA FILIERA di Erica Giraudo

I

l comparto delle biomasse solide è a rischio a causa del nuovo sistema di tariffe incentivanti che, da gennaio 2016, sostituiranno i certificati verdi. La misura è contenuta nel decreto ministeriale Fer (Fonti energetiche rinnovabili), che aggiorna le modalità di calcolo mantenendo però il tetto di 5,8 miliardi di euro come costo massimo annuo (superata la soglia non vengono più riconosciuto nuovi incentivi). Dal 2012 i prezzi dell’energia da biomasse solide sono in calo, ma anche gli incentivi sono minori rispetto a quelli di altre fonti energetiche. Il vecchio regime degli aiuti agli incentivi (che risale al 2012) sarà esteso a tutto il 2016, in attesa che, nel 2017, venga recepita la Direttiva Europea in materia di aiuti di Stato per il settore dell’energia, con il conseguente cambio dei contributi alle rinnovabili. Un “decreto-ponte” che non piace alle aziende produttrici che lanciano l’allarme. “È un problema non da poco - sottolinea Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo -. Gli impianti con taglia superiore al MWe godono di incentivi legati al certificato verde, quelli sotto il MWe della tariffa omnicomprensiva. Eventuali tagli colpirebbero tutta la filiera, perché questi impianti utilizzano importanti quantità di legna. A farne le spese sarebbe, come sempre, il primo anello della catena: il produttore. I prezzi del legname potrebbero precipitare con gravi conseguenze per l’economia montana e collinare che rimarrebbe la più colpita. Il reddito che arriva dalla vendita, per le zone di produzione e per i suoi abitanti, è vitale. Oggi al filiera che parte dal legno e si trasforma in energia è consolidata e dà lavoro a numerosi addetti. Ridurre gli incentivi in modo lineare sarebbe un danno per tutti. Favorire gli utilizzi di biomassa locale e premiare la produzione di energia termica ed elettrica prodotta da questi impianti, invece, potrebbe essere un primo passo per evitare di bloccare un settore che, come evidenziano i numeri, è sempre più importante”. In agricoltura, gli impianti a biomassa solida permettono di valoriz-

zare i terreni marginali e di utilizzare sottoprodotti che andrebbero persi. La maggior parte delle biomasse solide utilizzate proviene dall’Italia (90%), l’energia che se ne ricava è l’unica (a differenza di eolico, fotovoltaico, idroelettrico) a garantire tra le fonti rinnovabili una certa regolarità e continuità all’anno, con produzioni costanti e programmabili (non dipende dalle condizioni meteo e dai fattori ambientali come le altre). Le biomasse, infine, rappresentano un’occasione di reddito integrativo per l’impresa agricola. Da più parti arriva la richiesta di un quadro normativo organico che, partendo dalla giusta gestione delle risorse, permetta di dare equilibrio ai margini di reddittività del settore, permettendone la sopravvivenza e garantendo i livelli occupazionali. Produttori e addetti chiedono scelte più oculate per tutelare un settore che genera economia e che ha ampi margini di sviluppo. I dati del comparto delle biomasse solide in Italia

590 MW energia elettrica da biomassa solida in Italia

8.000 ore all'anno garantite con produzioni costanti e programmabili

90%

delle biomasse solide utilizzate proviene dall’Italia

N O V I TÀ D A L L A R E G I O N E

Digestato come sottoprodotto La Regione Piemonte ha cancellato i limiti sulla percentuale di reflui zootecnici contenuti nel digestato agricolo da utilizzare come fertilizzante agricolo. “Apprezziamo la decisione - afferma Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo -, ma attendiamo chiarimenti e semplificazioni”.Soddisfatti gli operatori piemontesi del settore perché, nella nostra regione, il numero degli impianti è in crescita. Il digestato, per essere classificato come sottoprodotto, deve rispettare alcune condizioni. Dev’essere generato da materiali o sostanze come paglia, sfalci o materiale agricolo e forestale non pericoloso, effluenti di allevamento, residui agroalimentari, sottoprodotti di origine animale. Può essere utilizzato dal produttore o da terzi (con contratto) senza alcun trattamento. Il digestato può essere agro-zootecnico e agroindustriale. Deve rispettare parametri precisi per non diventare un rifiuto da smaltire in discarica. L’utilizzo agronomico nelle zone vulnerabili è vietato dal 15 novembre al 15 febbraio compresi. Approfondimenti: delibera Giunta regionale n.23-2193 del 5 ottobre 2015, per informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

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Frutticoltura

Kiwi in ripresa e di qualità DOPO LE ULTIME DELUDENTI ANNATE IL 2015 HA RISERVATO PIÙ LUCI CHE OMBRE In Piemonte si stima un 3% in più di produzione

di Enzio Isaia

L

a raccolta del kiwi cuneese presenta quest’anno più luci che ombre. La qualità del prodotto si conferma al top e anche le rese sono tornate su livelli interessanti. Alla base ci sono i positivi influssi del clima degli ultimi mesi, oltre al contenimento della Psa. Lo conferma Alberto Giordano, presidente della sezione Ortofrutta della Confagricoltura di Cuneo: “Le condizioni climatiche sono state favorevoli all’intero ciclo del kiwi – sottolinea -, in particolare, durante la primavera il giusto grado di pioggia ha favorito la fioritura, così da permettere lo sviluppo di frutti con grammature quasi sempre elevate. Sotto il profilo commerciale, purtroppo, le notizie non sono così rosee, con prezzi prima timidi e poi al ribasso a causa dell’abbondante produzione registra-

ta in altre aree italiane e di una richiesta del mercato estero di certo non entusiasmante. L’impatto della Pseudomonas syringae, invece, è stato più contenuto per fortuna; negli ultimi due anni abbiamo avuto inverni più miti che hanno favorito una latenza della Psa, ma la guardia resta elevata. Occorre continuare a gestire al meglio la situazione evitando errori. Detto questo in alcune zone limitrofe all’area più colpita, ossia il Saluzzese, ci sono aziende che hanno iniziato a reimpiantare actinidia. È un buon segno perché è fondamentale che il kiwi resti una coltura di riferimento per le nostre zone, garantendo un’importante diversificazione colturale per le aziende frutticole". Anche dai tecnici dell’associazione giungono indicazioni confortanti per quanto riguarda

MIGRANTI A SALUZZO

Confagricoltura: "Il bisogno di manodopera è in calo" La Confagricoltura di Cuneo era presente, sabato 28 novembre a Saluzzo, alla presentazione del Rapporto 2014 del Progetto Presidio Caritas, una serata organizzata per analizzare il sistema di accglienza dei migranti e cercare di trovare soluzioni alternative alla sistemazione di emergenza rappresentata dal Campo solidale che da due anni viene allestito al Foro boario. "Siamo tutti concordi nel ritenere che la gestione perpetua di campi e tende non è una soluzione - commenta Marco Bruna, direttore di Confagricoltura zona di Savigliano e Saluzzo -, anche perchè non dobbiamo sottovalutare la crisi che sta vivendo una parte del settore frutticolo. Negli ultimi anni infatti la produzione di pesche non è più stata redditizzia e in molti stanno valutando di estirpare gli impianti. Questo significa che nei prossimi due o tre anni, a seconda della coltura, l'azienda non avrà più bisogno di manodopera. Ma a gestire il problema non può essere solamente l'agricoltura, bisognerebbe fare un audit a livello regionale per capire se anche altri settori hanno bisogno di manodopera avventizia". Durante la serata Confagricoltura ha inoltre avanzato la proposta di chiedere alla Regione di prevedere all'interno del nuovo Piano di Sviluppo di Rurale, nelle misure relative al miglioramento fondiario, dei contributi a chi ristruttura dei fabbricati rurali per adibirli ad ospitare manodopera avventizia. "Non deve però essere una possibilità legata solo al problema di Saluzzo - continua Bruna -, ma un intervento aperto a tutte le aziende agricole, in qualsiasi territorio". [M.A.]

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la presenza della Batteriosi e la qualità del raccolto. “Qualità e quantità sono andati di pari passo - dice Nicolas Anghilante, tecnico di Confagricoltura Cuneo -; in gran parte degli appezzamenti, infatti, si sono raggiunte rese che si facevano cinque o sei anni fa, prima della batteriosi, dai 90 ai 120 quintali a giornata. La Psa è stata meno aggressiva. I prezzi di vendita sono il tasto dolente, causa gli elevati quantitativi registrati in Paesi come Cile e Nuova Zelanda e, in Italia, in provincia di Latina”. In Piemonte si parla di una produzione in aumento del 3% rispetto al 2014. A livello nazionale quest’anno si dovrebbero sfiorare le 500mila tonnellate (il 65% del totale prodotto in Europa), con un incremento complessivo dell’8% sull’anno precedente.

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Confagricoltura news

Confagricoltura in televisione UNA RUBRICA SETTIMANALE SU TELECUPOLE DEDICATA ALL'ASSOCIAZIONE di Monica Arnaudo

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onfagricoltura sarà presente, con una rubrica settimanale dal titolo "Confagricoltura notizie", all'interno del programma televisivo "Obiettivo Agricoltura" in onda su Telecupole la domenica dalle 19.10 alle 21. Uno spazio riservato all'associazione, ai suoi protagonisti e alle iniziative in programma. Dopo la presentazione del "sistema Confagricoltura" a cura del presidente Enrico Allasia e del direttore Roberto Abellonio, ospiti delle prime puntate sono stati i direttori dei quattro uffici zoonali che hanno analizzato il lavoro e le tematiche più specifiche delle diverse aree: Alba, Cuneo, Saluzzo e Savigliano e Mondovì. Tanti gli argomenti trattati: le opportunità e le novità relative ai bandi Psr 2014-2020 e alla Legge di di Stabilità 2016, le problematiche del lavoro agricolo, la multifunzionalità in agricoltura, i servizi offerti dall'associazione e i prossimi incontri in programma. Le singole puntate sono visibili nella sezione video del sito dell'associazione, sulla pagina Facebook e sul canale Youtube.

LAGNASCO

In visita alla Carni Dock A fine novembre il direttore di Confagricoltura Roberto Abellonio e Marco Bruna, direttore di zona Saluzzo-Savigliano, nell'ambito di una rassegna di incontri promozionali sui territori dell'Unesco hanno visitato l'azienda Carni Dock di Lagnasco. Dopo la visita alla scoperta del Crudo di Cuneo nello stabilimento di proprietà della famiglia Allasia, è seguito un incontro di presentazione al Castello di Lagnasco.

F A G I O L I A C E N TA L L O

Sì al mercato anche nel 2016 come richiesto dai produttori Il mercato dei fagioli di Centallo sarà riaperto anche il prossimo anno. “Siamo molto soddisfatti della decisione presa dal Comune - commenta Adriano Rosso, direttore di Confagricoltura zona di Cuneo -. Dopo aver interpellato i nostri associati, nei mesi scorsi avevamo chiesto a gran voce che il mercato non fosse chiuso. La prima parte della stagione quest’anno ha vissuto fasi alterne dovute a un andamento stagionale sfavorevole che di fatto ha limitato molto la produzione, ma ripresi i giusti volumi l’iniziativa ha suscitato l’interesse dei produttori e merita di essere mantenuta”. Il mercato sarà quindi riaperto anche il prossimo anno, con gli stessi orari e le stesse cadenze settimanali e alcune importanti novità. “Si sta valutando la possibilità di utilizzare una confezione standard continua Rosso -, con una cassetta contrassegnata con il logo del mercato e un’etichetta personalizzata per i produttori. Un modo concreto per individuare e tipicizzare il fagiolo proveniente da questo mercato. Se ne riparlerà a marzo con un altro incontro operativo”.

MARTINI GUIDA LA CCIAA Il nuovo segretario generale della Camera di Commercio di Cuneo è Marco Martini. Dirigente camerale dal 1999 e già vicesegretario dell’Ente, Martini è stato designato dalla Giunta camerale a sostituire Vittorio Sabbatini. A lui gli auguri di buon lavoro da Confagricoltura di Cuneo.

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Le nostre aziende

Vitelli francesi nel cuore della Granda di Paolo Ragazzo

L'AZIENDA CONDOTTA DALLA FAMIGLIA GASTALDI A VOTTIGNASCO ALLEVA CON CURA MIGLIAIA DI BOVINI DI RAZZA LIMOUSINE E CHAROLAISE

Ecco come si presenta l'azienda dei Gastaldi dalla strada all'ingresso di Vottignasco

I

mpossibile non notarne le dimensioni arrivando in auto a Vottignasco, da Villafalletto. È l’azienda agricola di Giacomo Gastaldi che, insieme alla moglie Bruna, ai figli Claudio e Massimo e alle nuore Daniela e Romina, conduce alle porte del paese. Un allevamento di vitelli da ingrasso, di razza Charolaise e Limousine. Zootecnia da carne, dunque. Quello stesso settore sovente bistrattato dai giornali generalisti, spesso accusato di inquinare l’ambiente e, di recente, incolpato, in modo improprio dai dati dell’Oms sul consumo di carni rosse, di produrre effetti negativi alla salute. A Vottignasco, la grande famiglia Gastaldi osserva le polemiche con delusione, commenta gli ‘scoop giornalistici’ scuotendo la testa, ma preferisce rispondere con il lavoro e un motto che guida ogni fase dell’allevamento: la qualità prima di tutto. OLTRE 1100 VITELLI DI QUALITÀ Chi si immagina che per ‘produrre qualità’ in agricoltura occorra essere di ridotte dimensioni e avere bucoliche caratteristiche cambierebbe idea facendosi un giro in questa importante realtà zootecnica della provincia di Cuneo. Qui, in cinque stalle alcune di recentissima costruzione, trovano spazio oltre 1100 vitelli allevati a ciclo continuo. La genetica è francese ed è proprio dal Pa-

ese transalpino che arrivano tutti i giovani capi all’età di 9/13 mesi, per essere allevati all’incirca 8 mesi ed essere poi rivenduti interamente nei macelli della Granda. DALLA FRANCIA NEL CUORE DEL PIEMONTE “Quando negli anni ‘90 ho riconvertito l’azienda, passando da vacche da latte a capi da carne - spiega Giacomo Gastaldi - ho iniziato con i vitelli Garronesi, che si sono rivelati però animali non così

semplici da gestire. Dal 2000 sono passato così agli Charolaise, inserendo poi progressivamente capi di Limousine, che ora rappresentano circa il 60% della totale”. Nella patria della Piemontese, quindi, un allevamento con accento francese. La razza Charolaise è infatti originaria della regione di Charolles, ma per le sue doti di rusticità e per la sua facile acclimatazione, è molto diffusa anche in Italia. La Limousine, invece, è autoctona del Limousin (provincia di Limoges), una zona caratterizzata da un

Il 60% dei capi dell'allevamento è di razza Limousine, originaria del Limoges in Francia

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Consistente anche la presenza di bovini di razza Charolaise, sempre francesi

clima piuttosto duro. La razza ha tuttavia una notevole facilità di adattamento anche al di fuori del Paese di origine. in Francia è la seconda razza da carne, dopo la Charolaise. La qualità delle carni di entrambe le razze è ottima, tanto da essere tra le più diffuse e richieste dal mercato. A CIASCUNO IL SUO COMPITO L’organizzazione del lavoro come sempre è fondamentale tanto più in un’attività, come l’allevamento, che richiede tanta passione e impegno, 24 ore su 24 e 365 giorni l’anno. Ecco perché nell’azienda Gastaldi ognuno ha un suo compito preciso con Giacomo e i due figli Claudio e Massimo impegnati nelle operazioni in stalla e nel carico e scarico dei bovini (2/3 volte a settimane, di notte), mentre le tre donne di casa Bruna, Daniela e Romina si occupano di tenere in ordine le diverse pratiche amministrative e burocratiche legate, in particolare, ai certificati dei vitelli e all’invio delle informazioni alla banca dati di Teramo. Vere e proprie carte di identità dei bovini. “Siamo entrati entrati in azienda subito dopo aver terminato le scuole medie – raccontano Claudio e Massimo -, non

rimpiangiamo affatto la nostra scelta perché il lavoro ci piace molto, anche se la redditività è in calo rispetto a qualche anno fa”. “L’attività in allevamento è comunque favorita dalla meccanizzazione che ormai è presente in maniera sensibile in molte fasi (alimentazione, impagliamento delle cuccette…) - spiegano invece le ‘quote rosa’ dell’azienda -. L’impegno è comunque gravoso specie nel conciliare i tempi del lavoro e quelli familiari (ndr. Daniela e Romina hanno 3 figli ciascuna)”. Nel dialogare con i protagonisti di questa significativa realtà agricola del nostro territorio la sensazione è che, nonostante i carichi di impegni e di fatica quotidiani, regni la sintonia. “Qui non c’è qualcuno che comanda - conferma Giacomo -, si lavora insieme con l’obiettivo

di garantire un futuro solido alle nostre famiglie”. BASTA ‘SPARARE’ SUGLI ALLEVAMENTI Prima di lasciarci andare Giacomo si fa serio e lancia un appello: “Non so perché a qualcuno piace così tanto ‘sparare’ sulla carne rossa: qui i controlli sono rigorosi, i vitelli sono alimentati con prodotti validi e salutari e allevati con cura. È fatto tutto a regola d’arte. E poi noi allevatori, in coscienza, sappiamo bene a chi va la nostra carne. Come potremmo lavorare male? È l’ora di finirla con false accuse, serve più informazione data in maniera corretta”. Il viaggio de ‘L’Agricoltore cuneese’ tra le aziende agricole cuneesi è mosso proprio da questo spirito.

Giacomo Gastaldi (al centro) con la moglie, i figli, le nuore e Adriano Rosso (Confagricoltura Cuneo)

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Il tecnico in frutteto

La cimice Halyomorpha Halys e l'antagonista Anastatus Bifasciatus

È asiatica la cimice che danneggia frutta e verdura

A

rrivata dall'Asia Orientale, la cimice Halyomorpha Halys, è stata avvistata per la prima volta nel agosto del 2013 presso un pescheto nei dintorni di Cuneo; da allora fino ad oggi la popolazione è aumenta a vista d'occhio interessando tutte le colture presenti nelle nostre zone essendo infatti, questo particolare insetto completamente polifago (frutta, ortaggi, seminativi e frutta secca).

melanzana, fagiolo....) ma al momento non sempre è associata ad un danno elevato. I ricercatori di Agrion in questi anni hanno effettuato attenti monitoraggi ed hanno provveduto all'istallazione di trappole a feromoni per le catture. Nonostante questo al momento non si è in grado di identificare il numero di cicli che l'insetto, nel nostro areale e quindi con le nostre condizioni climatiche, compie durante l'anno.

DANNI SU FRUTTA E ORTAGGI Sulla frutta quest'anno si sono riscontrati notevoli danni sia su pesco che su melo ma, danni di entità minore si sono riscontrati anche su susino, albicocco, actinidia e pero. Per quanto riguarda il settore orticolo è stata riscontrata un’ampia diffusione su buona parte delle colture (peperone,

TECNICHE DI DIFESA Per quanto riguarda la difesa si sono messi alla prova alcuni degli insetticidi maggiormente impiegati sulle diverse colture come l'Etofenprox con un efficacia del 50%, la Deltametrina con un efficacia del 60% e per ultimo il Clorpirifos Metile con un efficacia del 80%. Si ricorda che nessun

Due esempi di danni provocati su mela e pesca dalla cimice

principio attivo attualmente riporta in etichetta, per le colture frutticole, un'azione contro la cimice asiatica. Alcuni prodotti testati nel 2014 hanno risposto in maniera meno risolutiva nel 2015 questo per cause non ancora chiare. Per quanto riguarda i limitatori naturali quindi i cosiddetti “predatori oofagi” si parla di un unico esemplare chiamato Anastatus bifasciatus il quale è in grado di parassitizzare le uova di Halyomorpha Halys: la sua presenza e la sua funzionalità sono ancora da definire. QUALCHE SEMPLICE CONSIGLIO Per non farle entrare in casa è necessario collocare zanzariere alle finestre e reti antinsetto intorno ai vecchi camini e alle prese d’aria, sigillando crepe e fessure, tubazioni, profilati che possono garantire un riparo all’inverno. Ci si può servire degli aspiratori per catturarle e poi immergerle in acqua saponata per evitare il galleggiamento con conseguente asfissia. Ogni individuo eliminato potenzialmente ci dà una piccola garanzia che non darà seguito ad altri individui, e si spera in un inverno molto rigido che è l’unica vera arma naturale molto efficace. In conclusione ci troviamo ad affrontare una problematica di ingente entità che aumenterà nei prossimi anni. Si continuerà ad effettuare saggi di prova per la lotta chimica, monitoraggi, al fine di individuare il momento più idoneo per effettuare il trattamento. Oltre alla lotta chimica saranno fondamentali le ricerche e le sperimentazioni nel campo della lotta biologica (predatori e parassitoidi) e meccanica (reti anti-insetto e barriere protettive). Per ulteriori informazioni contattare i tecnici della Confagricoltura di Cuneo

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Dicci come vorresti L'Agricoltore cuneese Sondaggio di gradimento e sviluppo del periodico “L’Agricoltore cuneese” Gentile lettore, ti chiediamo solo qualche minuto del tuo tempo per rispondere ad alcune domande ed aiutarci a capire qual è l’indice di gradimento attuale de “L’Agricoltore cuneese”, periodico della Confagricoltura di Cuneo. Nell’ottica di migliorare e rendere sempre più rispondente alle tue esigenze l’organo di informazione ufficiale della Confagricoltura, siamo interessati a raccogliere eventuali tuoi consigli e suggerimenti. Grazie per la tua disponibilità.

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6) A quale tipo di contenuto sei più interessato? Inchieste su argomenti specifici dell’agricoltura Notizie sindacali e prese di posizione di Confagricoltura Approfondimenti tecnici e scadenze Novità normative Storie di aziende agricole Altro 7) Come valuti l’aspetto grafico della rivista ‘L’Agricoltore cuneese’? Mi piace È poco chiaro e leggibile Servono più immagini, grafici e informazioni schematiche Non mi piace, perché

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Paolo Ragazzo (Direttore responsabile - “L’Agricoltore cuneese”) 24


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