L' Agricoltore Cuneese - Gennaio 2021

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XIX- N. 01•2021 - FEBBRAIO 2021 - CONTIENE I.P.

01/2021

Agriturismi bilanci in rosso e rischio chiusura CONSORZI AGRARI Quale futuro per il CAP Nord-Ovest?

EMERGENZA La politica decida se salvare fauna selvatica o agricoltori

ZOOTECNIA La “Piemontese” in stato di agitazione

VITIVINICOLTURA Il blocco della ristorazione. danneggia le aziende cuneesi


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I NUMERI DI QUESTO NUMERO

L’agroalimentare non teme il Covid, ma ha bisogno di risposte Roberto Abellonio

direttore di Confagricoltura Cuneo

L’agricoltura cuneese arranca per questo inizio di 2021 in salita. Non solo per le fatiche di un anno passato a fare i conti con l’emergenza sanitaria, ma anche per l’instabilità politica che si è venuta determinando in queste settimane. Un’incertezza che ha i suoi risvolti concreti in tutti quei provvedimenti che il settore primario attende per affrontare nuovi mesi futuri, decisamente impegnativi. Nell’incontrare il Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi, il coordinamento Agrinsieme, di cui Confagricoltura è attore protagonista, ha ricordato che le criticità delle filiere agricole non nascono infatti con l’emergenza Coronavirus e purtroppo non si esauriranno con il concludersi di questa pandemia, se prima non si risolvono i problemi atavici che frenano lo sviluppo dell’agricoltura e la modernizzazione del Paese: dalla semplificazione, alle infrastrutture, fino alla promozione degli investimenti. Fa ben sperare l’intenzione di privilegiare contributi mirati, invece che sussidi a pioggia, e di dare una sensibile accelerata al lavoro sulle infrastrutture, vera e propria chiave di volta per accrescere la competitività delle imprese. L’agricoltura può, vuole e deve continuare a essere protagonista della ripartenza del Paese in ragione del grande contributo che può offrire in termini economici, occupazionali e sociali, ma per fare ciò necessita di una Pubblica Amministrazione che sia davvero vicina alle necessità delle aziende e di una classe politica che metta al servizio delle comunità lo stesso impegno profuso dal sistema produttivo.

AGRITURISMI

-65%

VINO

82%

% di riduzione media del giro d’affari nel 2020

% di vitivinicoltori che ha avuto un calo di vendite

IN ROSSO PSR

VENDITE

5%

% dei nuovi fondi che dovrebbe spettare al Piemonte

2021/2022

Sospensione rate pagamenti mutui Chiarimenti PAG. 17

EXPORT

5mld

valore export agroalimentare italiano sul mercato USA

STATI UNITI

NUMERO 331.4915518 331.4915516 339.5634561 339.5401060 339.5401054 339.5635193 339.5401004 339.5966337 339.5634650 339.5634563 339.5401670 366 4059712

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IN PRIMO PIANO

Quale futuro per il Consorzio Agrario? CONFAGRICOLTURA PIEMONTE AUSPICA UN CONFRONTO PARTECIPATO SULLA QUESTIONE

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ei mesi scorsi è stato avviato il progetto CAI (Consorzi Agrari d’Italia), nato dalla partecipazione di Bonifiche Ferraresi Spa (la più grande azienda agricola italiana per superficie agricola utilizzata, quotata in borsa) e di quattro Consorzi Agrari (dell’Emilia, del Tirreno, dell’Adriatico e del Centro Sud). Si tratta di una piattaforma che si propone di “offrire alle imprese servizi, consulenza, logistica e soluzioni innovative; per costruire con le imprese di Filiera Italia percorsi virtuosi e di crescita della nostra economia e portare nelle case delle famiglie tmc produzioni bozza1:Layout Made in Italy di qualità sicure e sostenibili”.

Obiettivi ambiziosi, che dovrebbero portare l’agricoltura nazionale a competere con i grandi operatori globali. Nel luglio dell’anno scorso, sottoscrivendo l’accordo, i quattro Consorzi hanno accettato di conferire in CAI “i rispettivi rami d’azienda strumentali alle attività di commercializzazione, produzione ed erogazione di servizi e di prodotti agricoli, composti in particolare da una serie di immobili strumentali allo svolgimento dell’attività tipica, impianti e attrezzature, beni immateriali, capitale circolante, personale e relative passività, disponibilità e indebitamento finan- 1 1 liquide 24-11-2008 16:59 Pagina ziario a liberazione di altrettanti aumenti di capitale”. In pratica,

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si sta consolidando una società per azioni dove Bonifiche Ferraresi ha la maggioranza relativa del capitale. I consorzi inoltre riorganizzeranno il loro patrimonio immobiliare mediante il conferimento a un’unica società specifica.

La situazione in Piemonte Il progetto CAI sta cercando in questi mesi di svilupparsi anche su altri territori, coinvolgendo nuovi consorzi agrari. Come avviene in Piemonte, dove opera il Consorzio Agrario delle Province del Nord-Ovest, società cooperativa che nasce come punto di riferimento per la fornitura di prodotti e servizi per l’agricoltura e per le imprese agricole del territorio e che sviluppa il suo raggio d’azione all’intero Piemonte e alla Liguria. Anche il CAP Nord-Ovest è chiamato ad esprimersi su questa importante scelta, che è già stata al centro di un primo Consiglio di Amministrazione il 21 gennaio

scorso. Sul punto dell’ordine del giorno, che chiedeva l’adesione al progetto di CAI, i due consiglieri che fanno riferimento a Confagricoltura hanno espresso voto contrario. Non si tratta di una scelta per partito preso, ma motivata da una serie di perplessità. Il sistema agricolo piemontese si trova a un bivio ed è chiamato a fare una scelta: continuare a valorizzare la realtà e l’identità locale o partecipare a una società per azioni in cui convergono molteplici attori e interessi.

Le perplessità “Prima di adottare la scelta di confluire in una nuova compagine sociale occorrerebbe valutare, con un confronto ampio con la base sociale, se esistano in aree territorialmente omogenee, le condizioni per costruire aggregazioni locali con imprese che svolgono attività analoghe a quella del Consorzio del Nord Ovest - sostiene Confagricoltura Piemonte -. Con l’adesione al


progetto CAI la struttura creata dal mondo cuneese e successivamente sviluppatasi in ambito regionale e interregionale nel Nord Ovest non svolgerà più l’attività consortile in via diretta a favore dei propri associati (esercitando concretamente l’impresa sul territorio), ma in via indiretta: in questo modo si perderanno ruolo e funzione storica e istituzionale del “nostro” Consorzio Agrario che si priverà dell’esercizio dell’attività consortile sul territorio. Si snaturerà la caratteristica di società cooperativa mutualistica, in quanto non si eserciterà

più in via diretta e immediata l’impresa, ma in modo indiretto attraverso la partecipazione a una società dalla quale trarre “eventuali” utili. Com’è già avvenuto in occasione della fusione - incorporazione di banche del territorio con istituti di credito di più rilevanti dimensioni sarebbe opportuno che si sviluppasse un confronto partecipato tra tutti i soggetti che hanno interessi economici nel settore dell’agricoltura e dell’agroalimentare”, continua l’organizzazione agricola. L’obiettivo di Confagricoltura Piemonte è chiaro: “Evitare che

il Consorzio CAP Nord-Ovest, patrimonio storico di tutti gli agricoltori, in primis di quelli cuneesi, aderendo a una struttura nazionale sia costretto a dismettere asset strategici per la nostra agricoltura, perdendo l’autonomia necessaria per continuare a guidare lo sviluppo locale del settore”. Questi dubbi Confagricoltura li ha raccolti in modo diffuso da molti agricoltori.

Un punto di riferimento importante per il settore

Il CAP Nord-Ovest, dopo anni di scelte sofferte e di riorganizzazioni, continua ad essere un punto di riferimento importante per l’acquisto e il conferimento dei prodotti, oltre che per la consulenza alle aziende del settore primario cuneese e piemontese. È necessario, dunque, che si apra una discussione ampia sull’argomento, perché ne va dell’interesse di tutta l’agricoltura del territorio, dell’eccellenza dei nostri prodotti e del lavoro di tanti addetti del settore che meritano di essere valorizzati e tutelati con la massima attenzione.

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A TUTTO CAMPO

Psr, dibattito sui nuovi fondi CONFAGRICOLTURA PIEMONTE PROPONE ALLA REGIONE LE PRIORITÀ 2021/2022 di Fabio Rubero

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’estensione dal 2020 al 2022 dell’attuale PAC (e quindi anche del PSR, che della Politica Agricola Comune è uno dei due pilastri) ed il relativo stanziamento di nuove risorse aggiuntive

PSR

5%

% i nuovi fondi che dovrebbe spettare al Piemonte

NEL BIENNIO

DATI AL 31 DICEMBRE 2020

hanno naturalmente fatto nascere un acceso dibattito su come e dove vadano destinate tali risorse. I contatti tra la Regione e gli altri partecipanti al tavolo delle trattative, tra cui Confagricoltura Piemonte, sono febbrili ed hanno l’evidente obiettivo di individuare quale sia il modo migliore di investire questi fondi. Si tratta di risorse importanti sulla cui entità è possibile effettuare delle stime abbastanza

precise. “Sulla transizione 2021-2022 l’Italia ha a disposizione più di 7 miliardi complessivi, di cui 3 provenienti dall’Unione Europea – commenta Paolo Bertolotto di Confagricoltura Piemonte. - Stando a quello che è il sistema di ripartizione ‘storico’, al Piemonte spetta il 5% a cui va però sottratta una parte e dunque possiamo prudenzialmente dire che sicuramente la nostra regione avrà a disposizione almeno 300 milioni. A questi vanno aggiunti i fondi europei della “Next Generation EU” (strumento di ripresa temporaneo) ammontanti a circa 45 milioni (il 5% dei 910 destinati all’Italia) che dovrebbero portare il totale a sfiorare i 350 milioni. Ma attenzione, in queste settimane si sta

“SERVE CONTINUITÀ, FONDAMENTALE MANTENERE I CONTRIBUTI OGGI IN ESSERE PER LE AZIENDE” tuali, non sapendo ancora con precisione quale sarà esattamente la dotazione finanziaria a disposizione, sono dunque innanzitutto nel segno di una continuità in grado di garantire la necessaria tranquillità alle aziende. I fondi del pacchetto ‘Next Generation EU’, invece, a nostro giudizio, andranno utilizzati per incentivare la tutela dell’ambiente, le produzioni biologiche e lo sviluppo di imprese giovanili”.

Psr: il Piemonte ha speso il 60,34% della “vecchia“ dotazione

Allo scorso 31 dicembre il Piemonte aveva speso il 60,34% della dotazione complessiva del suo PSR 2014-2020. Un dato che, se raffrontato con quello delle altre regioni italiane, denota come la nostra sia stata una delle regioni più virtuose in tal senso. Tuttavia, analizzando nel dettaglio i dati che portano a quella percentuale non particolarmente alta, si evince come vi siano alcune misure per le quali è stato speso pochissimo in relazione ai fondi che erano stati destinati. Ad esempio, per la misura relativa alla consulenza, è stato speso solo l’11% di quanto preventivato, mentre per ognuna delle sette operazioni previste dalla misura 16, che incentiva l’attuazione di interventi in forma collettiva,

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anche valutando di rivedere il sistema di ripartizione. Una revisione dalla quale la nostra regione trarrebbe un grande vantaggio tanto che, in tal caso, si potrebbe arrivare ad avere a disposizione quasi 450 milioni totali”. Fondi che serviranno a finanziare i bandi che le associazioni riterranno più importanti e strategici. “L’obiettivo di questo biennio – aggiunge Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte – è quello innanzitutto di mantenere lo ‘status quo’ perché se da un lato è assolutamente condivisibile puntare su innovazione e sostenibilità ambientale, dall’altro è altrettanto importante continuare a mantenere i contributi oggi in essere. Le nostre indicazioni at-

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è stato speso meno del 25%, con diversi casi di percentuali a cifra singola. “Ciò che chiediamo alla Regione è di verificare quali sono le misure che ormai non apriranno più perché non ci sono più i tempi tecnici perché ciò accada affinchè i fondi a loro dedicati vengano trasformati in economie da destinare su altre misure che, invece, hanno bisogno di fondi perché li hanno esauriti. Dal canto nostro apprezziamo l’impegno del presidente Cirio che ha dichiarato di voler ampliare il ricorso alle autocertificazioni e ai controlli ex post per le autorizzazioni e i contributi regionali, al fine di velocizzare e snellire il carico burocratico per cittadini e imprese” spiega Confagricoltura Piemonte.


PSR AIUTI AGROAMBIENTALI

La Regione Piemonte annuncia la prosecuzione delle misure 10 e 11 Giovedì 4 febbraio l’Autorità di gestione del Psr del Piemonte Paolo Balocco (è anche direttore della Direzione Regionale dell’Agricoltura) ha diffuso una nota relativa alla prosecuzione della programmazione Psr 2014-2020 per quanto riguarda le Misure 10 e 11 - agricoltura integrata e agricoltura biologica. Con la nota “l’Assessorato Agricoltura e l’Autorità di Gestione del PSR invitano a valutare, con riferimento alle aziende agricole che hanno portato a termine gli impegni assunti, la prosecuzione di questi impegni, pur precisando che tale scelta costituisce per il momento una decisione assolutamente volontaria dell’agricoltore, assunta a proprio rischio”. In pratica la Regione lascia intendere che il finanziamento delle misure potrebbe essere prorogato, ma non avendo certezza dei finanziamenti precisa che la decisione di assoggettarsi agli obblighi derivanti dalle misure agroambientali avviene a totale rischio delle aziende agricole. Stante questa situazione gli agricoltori devono decidere che cosa fare, tenendo presente che se non rispetteranno fin da subito gli impegni legati alle misure agroambientali (rotazioni colturali, pratiche agronomiche, etc.) non potranno poi fruire dei contributi quando eventualmente si renderanno disponibili; perciò chi vuol continuare a confidare – con ragionevoli aspettative – negli aiuti dovrà proseguire nel mantenimento dei vincoli già assunti. Gli uffici di Confagricoltura Cuneo sono a disposizione per fornire ulteriori informazioni alle aziende interessate.

“L’agricoltura garantisce cibo e sicurezza alimentare” COSÌ MASSIMILIANO GIANSANTI INTERVENENDO IN AUDIZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, UNICO RAPPRESENTANTE AGRICOLO

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l presidente di Confagricoltura e vicepresidente del Copa, Massimiliano Giansanti, è intervenuto all’audizione del Parlamento europeo dedicata alla strategia From Farm to Fork (dal produttore al consumatore). Unico rappresentante del mondo dell’agricoltura invitato quale relatore, Giansanti ha posto l’accento sul valore che il settore primario crea per i cittadini, i territori e l’ambiente. “From Farm to Fork – ha affermato - ci permette di decidere insieme il futuro dell’agroalimentare e la Pac è, e rimane, una grande politica europea utile a dare visione, strategie e certezze ai cittadini europei. Il mondo perfetto non esiste, tutto è migliorabile, e F2F è strumento per farlo”. “I consumatori chiedono cibo e sicurezza alimentare e l’agricoltura dà risposte in questa direzione, con attenzione sempre maggiore alla sostenibilità ambientale. Si faccia quindi chiarezza – ha detto Giansanti – perché il settore primario non è quello di un secolo fa: ha lavora-

PSR - MIS 6.1.1 BANDO 2019

to, e continua a farlo, con risultati evidenti che spesso vengono sottovalutati”. “Da agricoltori, noi siamo pronti a implementare la nostra proattività anche in ambito ambientale e a dare il nostro contributo alla crescita del sistema. Per farlo chiediamo però analisi ex ante ed ex post, valutazioni scientifiche e di merito. Definiamo insieme le politiche e le strategie di alimentazione, di welfare, di etichettatura, prestando molta attenzione al modello che vogliamo per salvaguardare la salute dei consumatori, senza dimenticare il reddito degli agricoltori”. “Il sistema di etichettatura deve mirare a dare corrette informazioni: se invece - ha incalzato il presidente di Confagricoltura - vogliamo arrivare a dire che il cibo sintetico è meglio di quello naturale, allora facciamo una riflessione profonda a riguardo. L’agricoltura è il collante dell’Europa, a vantaggio dei cittadini, dei territori e delle risorse ambientali, e la Pac deve salvaguardare questo patrimonio di tutti”.

6,2 milioni per l’insediamento giovani

La Regione assegna ulteriori 6,2 milioni di euro di contributi per l’insediamento dei giovani agricoltori sul bando 2019 del Programma di sviluppo rurale. La dotazione finanziaria va ad integrazione dei 3.350.000 di euro originari del bando 2019 dell’operazione 6.1.1 del Psr del Piemonte 20142020, per un totale di 9,6 milioni di euro. In totale sono 227 i giovani agricoltori piemontesi

beneficiari.“Il rifinanziamento del bando 2019 relativo al premio di insediamento dei giovani agricoltori permette lo scorrimento della graduatoria del bando 2019 del Psr e andrà ad interessare ulteriori 145 beneficiari, un sostegno importante in tempo di crisi rivolto alle nostre aziende piemontesi”, precisa l’assessore all’Agricoltura, Marco Protopapa.

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EMERGENZA

Fauna selvatica o coltivazioni, la politica decida cosa salvare

situazione va urgentemente riequilibrata e oggi è imprescindibile un immediato intervento sulle specie che sono ormai fuori controllo.

Occorrono più

abbattimenti mirati I RAPPRESENTANTI DI ATC E CN DELLA GRANDA TESTIMONIANO COME CINGHIALI, CAPRIOLI E NON SOLO SIANO FUORI CONTROLLO. LUPI IN CRESCITA Una sovrappopolazione di selvatici di Fabio Rubero

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esta sempre più preoccupazione la questione relativa alla massiccia presenza di animali selvatici nei nostri territori. Un problema ciclicamente segnalato da Confagricoltura Cuneo e Piemonte, anche con proposte operative volte al contenimento della popolazione, al quale però, sino ad ora, gli enti preposti non hanno ancora saputo fornire una risposta adeguata.

Lupi avvistati sempre più a bassa quota “I recenti avvistamenti di lupi che circolano indisturbati alle porte di paesi di media collina, quando non di pianura, pongono con urgenza

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all’attenzione di tutti il proliferare pressoché incontrollato di questa specie animale sul nostro territorio. Un problema non nuovo, ma sempre più grave non solo per i danni che gli attacchi provocano alle tante attività zootecniche attive nella nostra provincia, ma anche per il potenziale rischio arrecato alla sicurezza pubblica dei cittadini”. Così Adriano Rosso, responsabile zona di Cuneo di Confagricoltura intende richiamare l’attenzione su un tema di stretta attualità, ma mai affrontato con la necessaria incisività. Per discutere di questo Confagricoltura è stata ricevuta in audizione presso la Quinta Commissione Consiliare della Regione Piemonte.

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La politica si assuma le sue responsabilità “È ora che il mondo politico e istituzionale si assuma le sue responsabilità ed inizi a fare la sua parte, ma per farlo deve innanzitutto prendere coscienza di quella che è la situazione attuale – dichiara Andrea Faletti, membro dell’Ambito Territoriale di Caccia (ATC) CN5 –. Oggi la questione non è salvare il cinghiale, ma salvarsi dal cinghiale. La sovrappopolazione di selvatici è talmente evidente che ci sono cacciatori che vanno a caccia anche senza cani. Ed è anche ora che la si finisca di contrapporre agricoltori e cacciatori. Condividiamo la tutela della fauna selvatica, ma oggi, complici l’emergenza sanitaria e le abbondanti nevicate, la situazione è totalmente fuori controllo e a farne le spese sono le aziende agricole. Ma attenzione, perché è in serio pericolo anche l’incolumità delle persone, come testimoniano i sempre più frequenti avvistamenti di selvatici lungo i tratti stradali e autostradali. L’agricoltura ha fatto ampiamente la sua parte, responsabilizzandosi su tanti aspetti che guardano a un mantenimento naturale della fauna selvatica autoctona, però la

particolarmente sentita anche nel Comprensorio Alpino CN4 (Valle Stura), come conferma Laura Renaudo, membro del Comitato di Gestione del Comprensorio. “Qui vengono a fare le battute di caccia, dunque possiamo di trovarci ‘al centro del problema’. Gli agricoltori si devono a proprie spese dotare di reti di protezione per le piante e per le colture a cui tengono, ma se queste in molti casi riescono a fermare i caprioli, non sono purtroppo sufficienti a contrastare l’impeto dei cinghiali che causano danni devastanti. Occorrerebbe procedere con abbattimenti mirati in grado di ristabilire una situazione di normalità, perché qui è usuale vedere i caprioli che corrono davanti a casa, ma anche, ahimè, sulla Strada Statale con indubbio rischio per gli automobilisti. Naturalmente, più l’inverno è freddo e più i selvatici si ‘abbassano’ di altitudine, dunque quest’anno la situazione è particolarmente critica. E non dimentichiamoci dei lupi: recentemente è capitato di vedere da vicino un branco di quattro esemplari”.

Non soltanto cinghiali e caprioli Anche Michele Pellegrino del Comprensorio Alpino CN2 (Valli Grana e Maira) sottolinea che


“quest’anno i danni sono decisamente più ingenti rispetto agli anni scorsi. Oltre ai più noti cinghiali e caprioli, tuttavia, vanno evidenziati anche i danni causati dai corvidi e dalle volpi che nella nostra zona in questo periodo hanno fatto in diversi punti razzia di galline”. “Pur avendo drasticamente ridotto i momenti di incontro a causa dell’emergenza sanitaria, all’interno del nostro Ambito Territoriale di Caccia abbiamo tutti condiviso la inderogabile necessità di recuperare il terreno perduto durante il lockdown, quando sono letteralmente “saltate” le giornate adibite

ELLE T A B R A B AGENTEITO POS CON DE

alla caccia - commenta invece Graziano Giacosa, membro dell’ATC CN2 -. A riguardo, è stato anche redatto un documento comune da presentare in Regione”.

In primavera sarà emergenza Una situazione davvero critica, come sottolinea anche Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo: “L’unico sistema capace di mantenere o adeguare la popolazione della fauna selvatica a un livello corrispondente alle esigenze ecologiche e scientifiche è l’attività venatoria. A causa della pandemia, tuttavia, da novembre

scorso ad oggi tale attività è stata in parte interdetta e in parte limitata, prima che la Regione la autorizzasse in quanto ritenuta tra quelle di “interesse pubblico”. Ora i Comprensori Alpini e gli Ambiti Territoriali di Caccia possono recuperare i giorni persi, ma con i terreni innevati delle scorse settimane la caccia al cinghiale, ad esempio, è vietata nei territori di pianura, dove peraltro provoca i danni più ingenti. Il risultato dunque è che la prossima primavera, con le semine e la ripresa vegetativa delle piante, ci troveremo di fronte ad una reale emergenza, con danni incalcolabili

alle colture. Occorre dunque intervenire con provvedimenti urgenti, motivati dall’eccezionale momento che stiamo vivendo, semplificando le procedure per gli abbattimenti controllati e preparandosi già da ora a stanziare fondi straordinari per il ristoro dei danni alle aziende agricole, che saranno importanti - conclude il direttore -. Alla luce dei nostri continui appelli, tuttavia, la questione fauna selvatica pare proprio non interessare. Se così è, qualcuno si assuma perlomeno la responsabilità di dirlo agli agricoltori perchè siamo stufi di veder inascoltate le nostre puntuali sollecitazioni”.

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OLTRE CONFINE

Su dazi e Brexit è il momento del dialogo CONFAGRICOLTURA: “SUPERARE LA STAGIONE DELLE MISURE DI RITORSIONE CON GLI STATI UNITI” di Gilberto Manfrin

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a speranza, nemmeno troppo velata, è che ora si possa cambiare. L’avvento del nuovo presidente Usa, Joe Biden, alla Casa Bianca porta a credere che si attenueranno le misure che colpiscono le esportazioni Made in Italy, risultato dei dazi imposti dal predecessore Donald Trump. È ciò che spera, ovviamente, la Confagricoltura.

Stop a dazi e ritorsioni commerciali? L’export dei prodotti agroalimentari italiani trova negli Stati uniti un bacino fondamentale; il paese a stelle e strisce si conferma il primo mercato di sbocco fuori dalla Ue, con vendite, trainate in particolare dai vini, che sfiorano nel complesso i 5 miliardi di euro l’anno. Le prime dichiarazioni rilasciate dal presidente Joe Biden su un rilancio di un dialogo costruttivo del sistema di gestione delle relazioni commerciali con annessa riforma del Wto, fa pensare - come sottolinea Massimiliano Giansanti presidente di Confagricoltura - “che si possa superare definitivamente la stagione dei dazi e delle misure di ritorsione”.

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L’auspicio è che sul tavolo del neo presidente ci possa essere presto “un accordo sulla vicenda degli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing che ha determinato l’imposizione di dazi doganali anche sul settore agroalimentare assolutamente estraneo alla vicenda, dove risultano sottoposti, dall’ottobre del 2019, a un dazio aggiuntivo del 25% diversi prodotti esportati, per un valore di circa 500 milioni di euro”.

Scambi commerciali: -1,2 miliardi di euro Guardando ai numeri, oltre il 12% dell’export agroalimentare dell’Unione è destinato al mercato Usa, mentre le importazioni di set-

LA BREXIT PARTE CON IL PIEDE SBAGLIATO: GLI ESPORTATORI SONO STATI COSTRETTI AD UN SUPER LAVORO DI BUROCRAZIA

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tore incidono per l’8% sul totale dell’export di settore statunitense. Gli ultimi dati della Commissione UE indicano che l’interscambio commerciale bilaterale è sensibilmente diminuito, circa 1,2 miliardi di euro da gennaio ad agosto dello scorso anno sullo stesso periodo del 2019. “Il rilancio della cooperazione è quindi nell’interesse comune”, conclude Giansanti che ricorda come “i contrasti tra Ue e Stati Uniti abbiano finora impedito la nomina del nuovo direttore generale del WTO e la mancata designazione dei rappresentanti statunitensi stia bloccando da tempo l’attività dell’organo di appello per la risoluzione delle controversie. L’Organizzazione è di fatto paralizzata”.

Brexit, rischio super burocrazia Ma non è solo la questione dazi a tener banco nel mondo agricolo in questo inizio di 2021. L’entrata in vigore delle Brexit si sta rivelando un vero boomerang burocratico per le aziende che intendono continuare a commerciare con il Regno Unito, nonostante un accordo in “zona Cesarini” che ha impedito la nascita di nuove imposte, temute in particolare dal settore agroalimentare italiano. I dazi che avrebbero potuto toccare il 50% del valore, sarebbero costati non meno di 800 milioni di euro (su 3,5 miliardi esportati ogni anno di frutta e verdura, cibi trasformati, vini e

EXPORT

5mld

valore delle vendite export dei prodotti agroalimentari italiani sul mercato statunitense

AGROALIMENTARE bevande). Come ha messo in luce il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti in un recente intervento sul quotidiano romano Il Messaggero, “sin dai primi giorni di entrata in vigore dei nuovi accordi, gli esportatori sono stati costretti a un superlavoro di burocrazia. Chiediamo maggiore attenzione del governo e della UE”. Se da una parte l’accordo di fine anno ha evitato dazi, dall’altro si è creato un oggettivo aumento dei costi che Confagricoltura calcola tra il 4 e il 10%. “Secondo le cifre fornite dal Governo di Londra - sottolinea Giansanti - le importazioni di merci dalla Ue richiederanno la presentazione di 215 milioni di dichiarazioni doganali, circa 600 mila al giorno”. Una montagna di scartoffie. Un altro punto sensibile - secondo il presidente di Confagricoltura - è quello degli accordi commerciali che saranno sottoscritti dal Regno Unito con i Paesi Terzi, come avvenuto nelle scorse settimane con la firma di un’intesa con la Turchia.


Ceta: in crescita le vendite di vini e formaggi sul mercato canadese NEI PRIMI SEI MESI DEL 2020, L’EXPORT DEL SETTORE AGROALIMENTARE E AGRICOLO HA RAPPRESENTATO IL 25% DELLE ESPORTAZIONI TOTALI

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i confermano gli effetti positivi del Ceta (il trattato internazionale che sancisce un accordo commerciale di libero scambio tra Canada e Unione europea) sul cibo Made in Italy. Secondo alcuni dati resi noti dal commissario europeo all’Agricoltura Janusz Wojciechowski, l’accordo economico e commerciale globale tra Unione Europea e Canada ha creato opportunità di crescita degli scambi commerciali. A tre anni dalla sua attuazione, l’Italia nel solo 2019 ha beneficiato di un miglioramento

della bilancia commerciale agricola, con un avanzo commerciale netto con il Canada di 485 milioni. Nei primi sei mesi del 2020 invece, secondo un’analisi stilata dalla Confagricoltura, mentre l’export italiano totale ha subito una contrazione per via del Covid, quello del settore agricolo e agroalimentare ha registrato un deciso aumento arrivando a rappresentare il 25% delle esportazioni complessive. Si conferma il trend in crescita dell’export del settore vitivinicolo, in particolare relativamente a spumanti e vino

CONCLUSO IL TERZO ANNO DI APPLICAZIONE, IL CETA SECONDO CONFAGRICOLTURA SI CONFERMA UN ACCORDO POSITIVO sfuso. Crescono anche le esportazioni di formaggi, sia in volume che in valore dopo un periodo di assestamento registrato nel 2019.

Con segno negativo sono invece le esportazioni dei prosciutti nostrani, in flessione per via della chiusura del canale Ho.Re.Ca. nel periodo del lockdown canadese, fatto che ha determinato una contrazione degli acquisti, in particolare delle Dop. Sul fronte delle importazioni, i dati confermano che l’Italia sta tornando ad acquistare grano canadese, sostanzialmente per motivi riconducibili a dinamiche del comparto e dell’economia a livello mondiale che non hanno interessato solo il Canada, ma un po’ tutti i maggiori Paesi fornitori di grano. A tre anni dall’entrata in vigore del trattato quindi, il giudizio sul Ceta, secondo Confagricoltura, resta positivo, come confermato anche dalla Commissione Ue che ha rilevato un incremento del 24% dell’export totale confermando quindi l’andamento degli anni precedenti.

CONTERNO CONTERNO C C O OCCELLI OCCELLI O

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Agriturismi, 1 su 5 faticherà a riaprire PER CONFAGRICOLTURA CUNEO SERVONO MISURE STRUTTURALI PER AIUTARE IL SETTORE

Gli agriturismi che non sanno in che direzione orientare il loro futuro

di Francesca Braghero

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no dei settori maggiormente colpiti dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria Covid-19 è, senza dubbio, quello degli agriturismi. Le azioni restrittive atte a fronteggiare la pandemia hanno di fatto impedito alle aziende agrituristiche di tutta Italia di svolgere la propria attività, con perdite economiche senza precedenti, in alcuni casi tali da portare persino alla chiusura dell’attività stessa.

Un primo bilancio 2020 dell’attività agrituristica Per quanto riguarda la provincia di Cuneo - dove sono attive quasi 500 strutture ricettive - i dati raccolti da Confagricoltura Cuneo interpellando le sue aziende associate hanno permesso di stilare un primo bilancio sulla gestione agrituristica 2020, confermando perdite economiche che si aggirano intorno ad una media del 65%. Percentuale che cresce al 70%

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per chi offre servizi di ospitalità e raggiunge addirittura il 95% per le strutture impegnate anche nell’organizzazione di eventi e cerimonie e le attività legate alle fattorie didattiche. “Durante i mesi estivi, dopo il primo lockdown generale, si era registrato qualche incoraggiante segnale di ripresa, soprattutto negli agriturismi di collina e di montagna, che hanno ospitato molti turisti locali che hanno preferito soggiornare nelle

COMPARTO IN NUMERI

vicinanze anziché recarsi nelle mete turistiche tradizionali fuori regione, anche grazie al sostegno offerto dall’iniziativa “Bonus Piemonte” della Regione. Tuttavia, con la chiusura delle attività di ristorazione e pernottamento a seguito della seconda ondata di contagi del mese di ottobre, ed il successivo blocco totale della stagione sciistica, le perdite economiche rilevate dalle strutture ricettive sono state ingenti su tutto il territorio piemontese”, spiega il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio. La situazione è dunque particolarmente difficile e la percentuale di agriturismi che sono prossimi a chiudere definitivamente

LE CHIUSURE OBBLIGATE DEGLI SCORSI MESI HANNO MESSO IN GINOCCHIO LE 500 STRUTTURE CUNEESI

In provincia di Cuneo attive quasi 500 strutture, su oltre 1300 in Piemonte

In Piemonte sono attive 1.319 aziende agrituristiche (5,6% della quota nazionale), delle quali 916 con alloggio. Le aziende con ristorazione sono 828 (60% del totale); quelle che offrono un servizio di degustazione (tipo enoturismo, per esempio) sono 712. Sono 1.009 (il 77% del totale) quelle che svolgono altre attività legate all’agriturismo: fattoria didattica, ippoturismo, attività ludiche – educative, agri-asilo. La provincia di Cuneo fa la parte del leone anche in

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la propria attività è del 20% nella sola provincia di Cuneo, specie tra le aziende con bassa redditività. A trascinare in basso il bilancio è stata anche la mancanza di eventi, grandi e piccoli, sul territorio locale, oltre all’annullamento di tutti quei festeggiamenti legati alle cerimonie (matrimoni, battesimi, comunioni, cresime), che sono state pressoché

questo settore. Il numero di agriturismi sfiora le 500 unità, dislocate perlopiù in zona collinare e montana, per un’offerta complessiva di 4.900 posti letto (in circa 360 strutture) e 3.000 coperti (in oltre 250 aziende). Il 55% di tutte queste strutture svolge attività di vendita di prodotti propri e oltre il 70% possiede un sito internet aziendale. Un agriturismo su quattro, infine, dà agli ospiti la possibilità di noleggiare biciclette, mentre quasi uno su sette consente loro di partecipare a lavori aziendali.


TURISMO RURALE

inesistenti per l’intero anno. Allo stesso modo, non è stato possibile organizzare alcuna attività di collaborazione con le scuole che prevedesse la presenza nelle aziende di ragazzi e scolaresche per portare avanti i progetti già avviati delle fattorie didattiche. Leggermente meglio la situazione di chi fornisce solo servizi di ristorazione, per la quale la perdita si attesta intorno al 60%, grazie alla possibilità, per alcuni gestori di agriturismi ubicati in posizioni idonee, di praticare l’asporto e/o la consegna a domicilio, anche se si tratta di casi isolati e di attività minime che hanno

consentito a malapena la sopravvivenza dell’azienda. Discorso analogo per la vendita diretta dei prodotti agricoli, data l’opportunità per le imprese di produzione di poter sfruttare i canali di vendita a distanza e la consegna a domicilio della merce alimentare.

Richieste e proposte per la ripartenza Alla luce di questi dati, sostenendo quanto rimarcato dal presidente di Agriturist Piemonte Lorenzo Morandi, Confagricoltura Cuneo ritiene che sia fondamentale in-

dividuare una serie di interventi strutturali di lungo respiro che possano aiutare il settore agrituristico a ripartire, nella speranza che il Piemonte continui a rientrare nella zona gialla del Paese. “In particolare, le richieste da presentare al governo dovrebbero puntare ad uno snellimento nell’erogazione dei fondi ristori e del PSR, all’azzeramento dei contributi previdenziali sia dei titolari che dei lavoratori, alla sospensione delle tasse locali e televisive, oltre che prevedere prestiti di conduzione decennali a tasso zero – conclude il presidente di Agriturist Cuneo, Valter Roat-

a servizio degli

Agriturismi

tino –. Occorre far sì che la nuova strategia di rilancio di questo settore passi attraverso un approccio coordinato di interventi volto a rappresentare l’offerta turistica come un sistema unico, con all’interno tante sfaccettature”.

CONTI

-65%

% di riduzione media del giro d’affari nel 2020

IN ROSSO

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ZOOTECNIA

Suini, la ripresa è ancora lontana TIMIDI SEGNALI DI RIPRESA A LIVELLO EUROPEO FANNO BEN SPERARE ANCHE GLI ALLEVATORI CUNEESI di Davide Rossi

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na situazione che sembra in lento miglioramento. È quella del comparto suinicolo italiano, che a fine novembre si trovava sull’orlo di una crisi senza precedenti a causa della pesante congiuntura economica internazionale e che invece in questi mesi ha visto l’innescarsi di dinamiche positive, che lasciano sperare per i prossimi mesi. “Si ipotizzava una rapida e ulteriore discesa delle quotazioni di mercato e, invece, c’è stato un assestamento dei prezzi anche se non sono ancora su livelli soddisfacenti e adeguatamente remunerativi” dice Claudio Canali, presidente nazionale della Federazione suini-

cola di Confagricoltura. Cosa ha portato a questo leggero miglioramento, stante la perdurante chiusura dei canali di vendita Ho.Re.Ca. a causa delle misure di contenimento del Covid-19? “La Germania ha smesso di mettere sul mercato intracomunitario la sua carne, non esportabile al di fuori dell’Unione a causa dei vincoli dovuti ai focolai di peste suina africana in alcune regioni tedesche, a prezzi ben al di sotto del costo” rileva Canali che nota come questa inversione di rotta sia da attribuirsi ad alcune azioni messe in campo dagli allevatori tedeschi. Nello stesso tempo, la Cina ha intensificato di molto le importazioni

Uno degli oltre 800 allevamenti suinicoli in provincia di Cuneo

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CLAUDIO

CANALI Presidente nazionale Federazione Suinicola di Confagricoltura

di carne europea: a dicembre si è registrato un +54% sulla quantità importata e un +59% sul valore rispetto allo stesso mese dell’anno 2019. Una crescita estremamente significativa che viene ulteriormente ritoccata al rialzo se si confrontano il 2019 e il 2020 in toto: +81% di importazioni cinesi in termini di quantitativo su base annua. Questo forte aumento del flusso di merce dall’Europa al gigante asiatico ha alleggerito la pressione della concorrenza sulla carne italiana. Un cauto ottimismo che si percepisce anche a livello locale, come conferma Maura Daniele allevatrice e consigliere di Confagricoltura Cuneo: “Dal confronto con gli operatori negli ultimi mercati è parso evidente che le quotazioni sono in lieve crescita. Ci sono segnali concreti di una situazione più fluida: la crisi iniziata in autunno, peraltro meno dolorosa di quella della scorsa primavera, forse sta davvero per chiudersi”. Cosa possiamo aspettarci, ragionevolmente, nei prossimi mesi? La tanto attesa e sospirata entrata in vigore dell’etichettatura aumenterà l’interesse per la carne allevata e macellata in Italia anche al di fuori del circuito delle DOP. Qualche segnale di questa tendenza si inizia a notare con l’aumento

della richiesta di lattoni di provenienza italiana: è più che una sensazione il fatto che molte scrofaie con genetica femminile danese si stiano orientando verso la produzione di un lattone “simil-danese”, ma tutto italiano. “Sull’etichettatura riponiamo molte speranze, anche se manca ancora, a mio avviso, una comunicazione chiara ai consumatori: di fatto per il momento è un argomento noto quasi soltanto agli addetti ai lavori” nota Daniele. “Un nodo cruciale continua ad essere quello degli aiuti economici, visto che la crisi è comunque tutto fuorché risolta” puntualizza ancora Canali. “A parte i ristori, sono in arrivo 150 milioni di euro per la filiera agricola ed è ragionevole supporre che una quota verrà destinata al comparto suinicolo, anche se non è ancora chiaro a quanto ammonterà; di certo il Fondo nazionale per la suinicoltura è stato rifinanziato con altri 10 milioni ma in questo caso non si sa ancora come verranno spesi. Da notare anche che pure i 5 milioni destinati al medesimo fondo ad aprile 2020 sono ancora inutilizzati e non destinati: ciò dimostra che spesso più che ottenere i finanziamenti il problema sta poi nell’utilizzarli concretamente”. “Abbiamo ricevuto indicazioni che MAURA

DANIELE Consigliere di Confagricoltura Cuneo


una quota di ristori, pari all’80% del dovuto, dovrebbe essere erogata entro la fine di febbraio”, fa sapere Roberto Barge, presidente della sezione suinicola di Confagricoltura Cuneo. Parallelamente agli aiuti che tardano ad arrivare nelle tasche degli allevatori, si assiste invece ad un inasprirsi degli obblighi: uno tra i più discussi in questo periodo è quello del registro telematico di carico e scarico dei cereali, intro-

ROBERTO

BARGE

Presidente sezione suinicola di Confagricoltura Cuneo

dotto nell’ultima Legge di Bilancio e sul quale Confagricoltura invita ad essere prudenti e un po’ più elastici. La federazione sta cercando di proporre un regime semplificato, anche per bilanciare la necessità di una maggior traspa-

Avicoli: importante nomina in Europa ORESTE MASSIMINO COMMENTA L’ELEZIONE DI GIAN LUCA BAGNARA A PRESIDENTE DEL GRUPPO UOVA POLLAME DEL COPA-COGECA. MOLTE LE SFIDE

“S

ono particolarmente felice della nomina a presidente degli avicoltori europei di Gian Luca Bagnara, professionista serio, persona di grande spessore e amico personale”. Con queste parole Oreste Massimino, vice presidente di Confagricoltura Cuneo, presidente della Federazione Nazionale Avicola di Confagricoltura e presidente della Sezioni Avicole di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, ha accolto la nomina di Bagnara a presidente del gruppo di lavoro uova e pollame del Copa-Cogeca, avvenuta a metà gennaio.

GIAN LUCA

BAGNARA Presidente del gruppo uova pollame del Copa-Cogeca

Il Copa-Cogeca, comitato di rappresentanza degli agricoltori e delle cooperative agricole dell’Unione Europea, si occupa di garantire sostenibilità, innovazione e competitività all’agricoltura europea e promuove gli interessi del settore tra le istituzioni dell’Unione e altri soggetti: rappresenta oltre 22 milioni di agricoltori e 22.000 agricooperative e ha sede a Bruxelles. Bagnara,

renza di mercato con l’aumento del carico amministrativo. In conclusione, si registra il dato che della crisi del comparto suinicolo si sta iniziando a parlare seriamente a livello europeo: durante la riunione dei Ministri dell’Agricoltura degli Stati membri dello scorso 25 gennaio, la delegazione slovena ha presentato un documento, appoggiato da altre 13 delegazioni, con proposte per favorire la ripresa dei prezzi.

L’Italia, tuttavia – stando alle informazioni che giungono da Bruxelles - non sarebbe favorevole all’introduzione di misure di sostegno, in particolare dell’ammasso privato, poiché la reimmissione del prodotto sul mercato in una fase successiva potrebbe portare a un ulteriore aggravarsi della situazione. In alternativa, si potrebbero considerare misure per incentivare la macellazione dei riproduttori in modo da diminuire il numero di capi.

eletto a nome di Alleanza Cooperative Agroalimentari, ricoprirà la carica mantenendo l’incarico di presidente nazionale di Assoavi, organizzazione interprofessionale del settore uova e pollame, e sarà coadiuvato dal francese Jean-Michel Schaeffer e dall’olandese Eric Hubers in qualità di vicepresidenti. Massimino sottolinea come l’elezione di Bagnara sia un importante traguardo per il settore nazionale: “Per gli avicoli italiani, non solo quelli che producono uova ma anche chi si dedica ai polli da carne, è sicuramente un’ottima notizia. Sono certo che, attraverso un confronto produttivo tra i vari componenti e settori, Bagnara sarà in grado di tutelare tutti gli esponenti del nostro comparto, che a livello italiano vale complessivamente circa 2,5 miliardi di euro, 33 a livello europeo”. Il settore uova e pollame, rimarca Confagricoltura, è uno dei fiori all’occhiello della nostra zootecnia: la produzione

italiana annua vale oltre 12,2 miliardi di uova e l’8,5% di tutta la produzione di carne di pollame dell’Unione Europea. Una nomina che arriva in un momento particolarmente delicato per tutti i comparti agricoli: “La sfida è quella di tutelare il settore avicolo in questa difficile fase storica, nella quale la nuova Politica agricola comune e il Green new deal incideranno non poco sull’economia quotidiana degli allevatori”, osserva ancora Massimino. Per Confagricoltura Cuneo quello di Bagnara è un volto noto: proprio il neo presidente degli avicoli europei era stato infatti tra i relatori del convegno “Agricoltura: protagonista dell’economia e dell’alimentazione di domani”, organizzato dalla nostra sezione nel novembre del 2014, in concomitanza con l’inaugurazione della nuova sede provinciale in via Bruno Caccia a Cuneo.

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ZOOTECNIA

La “Piemontese” in stato di agitazione NUOVE PROTESTE DEGLI ALLEVATORI. BRUGIAFREDDO: “VALORIZZARE DI PIÙ IL PRODOTTO CERTIFICATO” di Davide Rossi

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ontinua l’agitazione degli allevatori di bovini di Razza Piemontese: dopo quelle dello scorso dicembre, mercoledì 3 febbraio si è tenuta una nuova protesta davanti alle sedi del Consorzio Coalvi e di Anaborapi, a Carrù. Gli allevatori, circa un centinaio in entrambe le occasioni, chiedono una migliore promozione della carne di Piemontese e l’apertura di nuovi sbocchi di mercato. “Abbiamo mosso rilievi con l’intento di migliorare la situazione del nostro comparto e in favore di tutti, per spingere il consorzio ad azioni più attente per lo sviluppo del marchio. Non si tratta solo di difendere la posizione degli allevatori, ma di potenziare tutto il sistema che ruota intorno al nostro prodotto. Da anni sentiamo dire che la qualità della Piemontese è uno degli asset strategici della zootecnia regionale, ma poi in concreto mancano le azioni che permettano al nostro prodotto di superare i suoi confini di distribuzione per allargarsi ad un mercato dove troverebbe sicuramente ulteriori interlocutori interessati a commercializzarlo” sottolinea Alberto Brugiafreddo, vice presidente della Sezione Allevamenti

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Bovini di Confagricoltura Piemonte e presidente della Sezione Bovini da Carne di Confagricoltura Cuneo. Abbiamo sentito il direttore di Coalvi, Giorgio Marega, secondo il quale il consorzio non ha sottovalutato le osservazioni poste dagli allevatori: “Abbiamo capito che è necessario comunicare meglio verso i nostri soci, un elemento che nel 2020 è stato un po’ trascurato anche a causa dell’impossibilità di organizzare un’assemblea in presenza. Quello che non abbiamo trascurato nel corso dell’anno appena concluso è invece il lavoro per la carne Coalvi: dati alla mano, abbiamo etichettato una media di 331 capi a settimana per tutto l’anno, aumentando le vendite di 447 quintali. Numeri che riteniamo

interessanti, e che arrivano in un anno di chiusura pressoché totale delle mense scolastiche e aziendali, settore che vale il 9% del nostro prodotto”. Proprio l’anno appena trascorso, con le sue ben note e gravi difficoltà, può essere il momento per fare un punto per capire come potenziare gli sbocchi commerciali della Piemontese superando il rallentamento dei consumi del settore Ho.Re.Ca. In quest’ottica risulta interessante il dato dell’aumento del consumo domestico di carne: “Le vendite nelle nostre macellerie hanno fatto segnare un +10% nel corso del 2020 e abbiamo aperto 27 nuovi punti vendita in Italia; lo scorso novembre eravamo pronti per un piano di visite promozionali all’estero finalizzato ad ampliare la nostra rete in Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna. Purtroppo, la seconda ondata di Covid ci ha impedito di mettere in atto quegli interventi, che saranno riprogrammati non appena possibile” continua Marega. La situazione, nel frattempo, non accenna a migliorare: “Siamo

ancora in attesa di ricevere gli aiuti economici promessi e le quotazioni dei vitelloni maschi continuano a essere basse” precisa Brugiafreddo. Sulle quotazioni, puntualizza Marega, “Assistiamo ad una vera e propria anomalia storica, con i prezzi delle femmine molto alti in tutta Europa e una diminuzione del valore di mercato dei maschi”.

Cosa è lecito aspettarsi per i prossimi mesi? “L’impressione è che il comparto abbia toccato il fondo e che si possa sperare di cominciare a risalire - dice Marega -, i prezzi sono ancora in sofferenza ma i capi escono dalle stalle e questo è sempre un buon segnale”. Di contro Brugiafreddo segnala la necessità di “valorizzare meglio il prodotto certificato, che sul mercato viene però quotato allo stesso livello di carne non certificata. Chiediamo atti concreti e una politica di sviluppo per superare questa difficile situazione, definendo un’etichettatura chiara che dia ai consumatori le giuste informazioni”.

Allevatori esprimono le proprie richieste ai direttori di Coalvi, Giorgio Marega, e Anaborapi, Andrea Quaglino, il 3 febbraio scorso

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NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE E APPROFONDIMENTI SU WWW.CONFAGRICOLTURACUNEO.IT O SU WWW.FACEBOOK.COM/CONFAGRICOLTURACUNEO

SOSPENSIONE DEI PAGAMENTI RATE DI PRESTITI E MUTUI Alle PMI le cui esposizioni debitorie non siano alla data del 17 marzo 2020 classificate come esposizioni creditizie deteriorate e che abbiano inviato entro il 31 gennaio 2021 a banche e intermediari finanziari una autocertificazione in cui hanno dichiarato di “aver subito in via temporanea carenze di liquidità quale conseguenza diretta della diffusione dell’epidemia da COVID – 19”: - non possono essere revocati

dal 29 febbraio 2020 al 30 giugno 2021 le aperture di credito a revoca e i prestiti accordati a fronte di anticipi su crediti; - sono prorogati fino al 30 giugno 2021 alle medesime condizioni (unitamente ai rispettivi elementi accessori e sena alcuna formalità) i prestiti non rateali; - è sospeso sino al 30 giugno 2021 il pagamento delle rate di finanziamenti, anche perfezionati tramite il rilascio di

cambiali agrarie, e dei canoni di leasing. L’EBA (Autorità Bancaria Europea) precisa che nel caso in cui la durata complessiva dei periodi di sospensione dei pagamenti accordati su un finanziamento, secondo una moratoria generale, superi i nove mesi, le flessibilità concesse si applicano solo fino al termine dei 9 mesi. A partire dal primo giorno successivo al termine dei 9 mesi la banca sarà tenuta

a riclassificare la posizione oggetto di misura di concessione secondo quanto previsto dalla normativa prudenziale. Facendo riferimento alle moratorie legislative realizzate in Italia in favore delle imprese danneggiate da COVID 19 ex art. 56 del D.L. 18/2020 (D.L. Cura Italia) – originariamente applicabili fino al 30 settembre 2020 e poi prorogate, prima di tale data, inizialmente fino al 31 gennaio 2021 dal D.L. 104/2020 (DL Agosto) e poi prorogate ulteriormente fino al 30 giugno 2021 dalla Legge di bilancio 178/2020 (Legge di Bilancio 2021) – per una moratoria concessa a marzo 2020, in

scadenza a fine gennaio 2021, e prorogata fino a giugno 2021, il periodo da considerare per la valutazione dell’onerosità della moratoria sarà di soli 5 mesi: da febbraio a giugno 2021. Dai chiarimenti dell’Autorità Bancaria Europea ne consegue che le posizioni sospese avranno una ridotta probabilità di essere automaticamente classificate come non-performing, da parte della Banca. In altre parole si riduce fortemente il rischio di classificare automaticamente come un prestito in default il prolungamento delle moratorie per legge, quale quello disposto con la Legge di Bilancio per il 2021.

AGRICOLTURA BIOLOGICA: PROROGA AL 15 MAGGIO PER LA PRESENTAZIONE DEI PAP

SUPERBONUS 110% ANCHE PER I FABBRICATI RURALI ABITATIVI

Il Ministero delle Politiche Agricole ha emanato l’atteso decreto che proroga al 15 maggio prossimo il termine per la presentazione dei Programmi annuali di produzione (PAP) vegetale, zootecnica, d’acquacoltura, delle preparazioni e delle importazioni con metodo biologico e per la gestione informatizzata del documento giustificativo e del certificato di conformità ai sensi del Reg. (CE) n. 834 del Consiglio del 28 giugno 2017 e successive modifiche ed integrazioni. Il termine di presentazione dei PAP non sarà, quindi, il 31 gennaio, bensì il 15 maggio 2020. Questa proroga, è stata richiesta dalle Associazioni di categoria (Confagricoltura in primis) e dalle Amministrazioni regionali a causa dell’aggiornamento dei fascicoli aziendali per l’erogazione dei contributi in agricoltura (AGEA) e quindi il conseguente rallentamento dell’aggiornamento dei dati presenti nella notifica di attività biologica e nei programmi annuali di produzione.

La circolare n. 30/E del 22 dicembre dell’Agenzia delle Entrate fornisce nuovi chiarimenti in materia di Superbonus e di opzione per la cessione del credito d’imposta in alternativa alla detrazione o per lo sconto in fattura, anche alla luce delle modifiche normative intervenute con il “decreto agosto” (Dl n. 104/2020), che ha aggiunto all’articolo 119 del decreto “Rilancio” (Dl n. 34/2020) i commi 1-bis, 1-ter, 4-ter, 9-bis e 13-ter per superare alcune criticità emerse nel corso della prima applicazione dalla maxi-detrazione e per andare incontro alle richieste degli operatori del settore.

INSERTO TECNICO

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VINO, LA COMMISSIONE EUROPEA HA PROROGATO LE MISURE A SOSTEGNO DEL COMPARTO La Commissione europea ha stabilito la proroga di un anno delle misure eccezionali a sostegno del settore vitivinicolo. Le misure si applicheranno retroattivamente dal 16 ottobre 2020 fino al 15 ottobre 2021. Le misure mirano a massimizzare l’utilizzo del budget disponibile nell’ambito dei programmi nazionali di

sostegno nel settore vitivinicolo, fornire assistenza finanziaria ai beneficiari e ridurre al minimo gli impatti negativi sui prezzi. Le misure prorogate riguardano l’uso della distillazione di crisi e gli aiuti allo stoccaggio (per la rimozione del vino dal mercato interno) – sarà possibile per gli Stati membri fornire pagamenti

anticipati a copertura del 100% dei costi; un contributo dell’UE più elevato, dal 50 al 70%, per tutte le misure dei programmi nazionali di sostegno; una maggiore flessibilità nell’ambito dei programmi di sostegno al mercato (tra cui la vendemmia verde). Gli Stati membri dovranno valutare come attivare le misure.

CONTRIBUTI AGRICOLI IN SCADENZA IL 16 FEBBRAIO: L’INPS HA DIFFERITO IL PAGAMENTO L’INPS ha disposto il differimento del pagamento della IV rata 2020 dovuta dai lavoratori autonomi agricoli (CD, IAP, CM) con scadenza originaria 16 gennaio 2021 - e prorogata al 16 febbraio 2021 dal cosiddetto decreto Milleproroghe (art. 10, c. 6, del decreto-legge n. 183/2020), in attesa della messa a disposi-

zione della procedura per richiedere l’esonero contributivo per i mesi di novembre e dicembre 2020 ai sensi degli articoli 16 e 16 bis del cd. “decreto Ristori” (legge 18 dicembre 2020 n. 176). Il differimento è stato disposto dall’INPS “fino alla comunicazione degli importi contributivi da versare” a seguito della

presentazione dell’istanza di sgravio da parte degli interessati (ancora non disponibile). La comunicazione degli importi sarà effettuata dall’INPS con apposita news individuale nel “Cassetto previdenziale Autonomi in agricoltura”, nella quale saranno fornite le indicazioni per provvedere al versamento.

VINO: NORMATIVA ETICHETTATURA AMBIENTALE Con il decreto legislativo 116/2020 “Pacchetto ambientale in vigore dal 26 settembre 2020 sono state introdotte novità che riguardano l’obbligo di indicazione della natura dei materiali per tutti gli imballaggi (vetro, etichetta, cartone, capsule, tappo ect..) per facilitare raccolta, riutilizzo, recupero e riciclaggio degli stessi. Confagricoltura insieme alla filiera vitivinicola si è già attivata in Parlamento per l’iter di conversione del decreto-legge, chiedendone la sospensione, oltre che a proporre un periodo adeguato per lo smaltimento delle etichette in stoccaggio o eventualmente adempiere ai nuovi obblighi attraverso strumenti nuovi come l’utilizzo del QRcode, l’iter si dovrebbe concludere il 1 marzo, Confagricoltura Cuneo suggerisce alle aziende vitivinicole di attendere la conclusione dell’approvazione prima di considerare eventuali modifiche alle etichette dei prodotti. Seguiranno aggiornamenti.

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INSERTO TECNICO

DAL 2021 REVOCA DI PRODOTTI FITOSANITARI A BASE MANCOZEB A decorrere dal 1° febbraio 2021 sono revocate tutte le autorizzazioni all’immissione in commercio rilasciate su territorio nazionale di prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva mancozeb. La commercializzazione, da parte dei titolari delle autorizzazioni dei prodotti fitosanitari, dei quantitativi regolarmente prodotti fino al momento della revoca, nonché la vendita e la distribuzione da parte dei rivenditori e/o distributori autorizzati sono consentiti fino al 4 luglio 2021. L’impiego dei prodotti fitosanitari revocati da parte degli utilizzatori finali è consentito non oltre il 4 gennaio 2022. La produzione dei soli prodotti fitosanitari contenenti mancozeb in miscela con altre sostanze attive è consentita fino al 31 marzo 2021, fermi restando il termine del 4 luglio 2021 sia per la commercializzazione da parte dei titolari delle autorizzazioni dei prodotti fitosanitari dei quantitativi prodotti, sia per la vendita e la distribuzione da parte dei rivenditori e/o distributori autorizzati ed il termine del 4 gennaio 2022 per l’impiego da parte degli utilizzatori finali.

CARBURANTE AGEVOLATO: NOVITÀ PER AZIENDE ISCRITTE ALL’UMA Ecco alcune novità del 2021 che riguardano le aziende iscritte all’UMA (Utenti Macchine Agricole) in materia di assegnazione carburante agricolo agevolato: 1 - L’acconto carburante passa dal 50% al 70%. 2 - È possibile in fase di acconto richiedere fino al 70% del carburante spettante in base al prelevato anno 2020. 3 - Entra in funzione la nuova piattaforma UMA. 4 - Dal 2021 occorre obbligatoriamente riportare sul fascicolo aziendale le cisterne per lo stoccaggio carburanti presenti in azienda, è necessario indicare la cubatura del deposito e la particella catastale sul quale ricade. 5 - Al fine della corretta assegnazione carburante è necessario aggiornare il parco macchine e attrezzature agricole comunicando tempestivamente gli eventuali acquisti e vendite, è importante prestare attenzione alle lavorazioni eseguite conto proprio rispetto alle lavorazioni affidate a conto terzi. Per maggiori informazioni contattare gli uffici CAA di Confagricoltura Cuneo.


SETTORI ZOOTECNICI IN CRISI: IN PAGAMENTO I CONTRIBUTI AGEA AGEA, attraverso le informazioni raccolte tramite il CAA, più volte sollecitata da Confagricoltura, sta provvedendo ad inviare gli anticipi dell’ottanta per cento degli aiuti richiesti per i settori zootecnici in crisi prevedendo una tempistica di conclusione dei pagamenti entro il mese di febbraio. Le filiere nazionali interessate da sovvenzioni

dirette sono quelle suinicola, ovicaprina, cunicola, del latte bufalino e del vitello da carne per un totale di 65 milioni di euro di intervento, come stabilito dal decreto ministeriale del 23 luglio 2020. Gli aiuti vengono concessi nel rispetto dei massimali di aiuto previsti dal “Quadro temporaneo” di aiuti della Commissione europea, che equivale a 100mila euro per singola

impresa agricola. Il decreto prevede che per quanto riguarda le sovvenzioni dirette gli animali debbano essere nati, allevati e macellati in Italia.

Non conformità sui prosciutti Dop Soffermandosi invece sul settore suinicolo, sono giunte diverse segnalazioni di allevatori a cui vengono notificate non conformità del Piano dei Con-

trolli del Prosciutto di Parma DOP e del Piano dei Controlli del Prosciutto di San Daniele DOP in merito alle analisi di laboratorio svolte sul grasso delle cosce, che presenterebbero livelli di numero di iodio non conforme. Le conseguenze di tali contestazioni sono: esclusione della partita di cosce interessate (al prosciuttificio); misura di controllo rinforzata (con spese a carico dell’allevatore) mirata alla verifica in allevamento delle tecniche allevatoriali, della genetica e dell’effettiva esclusione delle cosce oggetto della difformità analitica; segnalazione degli Organismi

di Controllo (IFCQ e CSQA) all’ICQRF dell’allevamento e conseguente contestazione di sanzione amministrativa che può arrivare fino a 4000 euro. In caso di contestazione della già menzionata “Non Conformità”, è prevista la possibilità da parte dell’allevatore di richiedere le analisi di revisione del campione di grasso analizzato. Le analisi di revisione, come comunicato dagli Organismi di Controllo (IFCQ e CSQA), devono essere richieste dall’allevatore entro il termine tassativo di 5 giorni decorrenti dalla data di notifica della Non Conformità (che avviene sulla PEC dell’allevamento).

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NIENTE IRPEF SU REDDITI DOMINICALI E AGRARI PER COLTIVATORI DIRETTI E IAP Il comma 38 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio per il 2021 (Legge 178 del 30 dicembre 2020) proroga all’anno 2021 l’esclusione dall’IRPEF dei redditi dominicali e agrari per Coltivatori Diretti e IAP (Imprenditori Agricoli Professionali), iscritti alla previdenza agricola, in luogo della tassazione al 50% prevista in ba-

se alla legislazione vigente. L’esenzione in parola era già stata prevista dall’art. 1, c.44, della L.n.232/2016 con riferimento agli anni di imposta 2017, 2018 e 2019, ed è stata prorogata al 2020 dalla L. n. 160/2019. L’agevolazione è applicabile nei confronti dei soci di società semplici in quanto titolari (per il principio di trasparenza) dei predetti redditi

PICCOLE IMPRESE, CAMBIAMENTI NELLE FORNITURE DI ELETTRICITÀ

fondiari (dominicali e/o agrari), mentre non ne possono usufruire i soci di Snc ed Sas in quanto il reddito prodotto dalle società, ancorché attribuibile agli stessi, è comunque considerato reddito d’impresa, indipendentemente dall’eventuale opzione per la tassazione catastale esercitata dalla società. Per maggiori informazioni rivolgersi agli uffici Confagricoltura.

NON RENDERTI INVISIBILE

Dal 1° gennaio 2021 tutte le piccole imprese e alcune microimprese devono rifornirsi nel mercato libero dell’energia elettrica. Per garantire la continuità della fornitura e lasciare il tempo necessario a scegliere l’offerta più adatta alle proprie esigenze, ARERA (Autorità di regolazione per Energia Reti e ambiente) ha introdotto il Servizio a Tutele Graduali. L’Autorità ha inoltre predisposto alcuni strumenti per accompagnare il passaggio di imprese e consumatori nel mercato libero. Sul Portale Offerte dell’ARERA è possibile confrontare e scegliere in modo semplice e gratuito le offerte di elettricità e gas. Lo Sportello per il Consumatore Energia e Ambiente risponde al numero verde 800.166.654. Il cambio di fornitore è gratuito, non prevede la sostituzione del contatore, non prevede interruzioni di fornitura https://www.arera.it/it/callcenter.htm.

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INSERTO TECNICO


ZOOTECNIA

Direttiva Nitrati: Italia messa in mora C’È TEMPO FINO A MARZO PER PRESENTARE LA DOCUMENTAZIONE UTILE AD EVITARE SANZIONI di Davide Rossi

I

n merito all’inquinamento da nitrati provenienti da fonti agricole, l’Italia è di nuovo sotto stretta osservazione da parte dell’Unione Europea. Dopo una prima lettera di richiamo inviata da Bruxelles nel novembre 2018, lo scorso 3 dicembre la Commissione europea ha inviato alle autorità italiane una seconda comunicazione di messa in mora complementare per violazione della direttiva 91/676/Cee del 12 dicembre 1991, relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati. La missiva, firmata dal commissario per l’Ambiente e gli oceani, il lituano Virginijus Sinkevicius, è l’ultimo avviso prima che l’Italia

venga portata a rispondere delle sue inadempienze davanti alla Corte di Giustizia Europea. Il nostro Paese ha tempo fino al prossimo marzo per produrre documentazione sufficiente per evitare questo scenario, dimostrando di aver intrapreso un percorso virtuoso per migliorare la situazione. Nella lettera si legge che non tutte le infrazioni evidenziate nel precedente avviso sono state sanate: alcune regioni non hanno creato una rete di controllo stabile su questa tipologia di inquinamento, non hanno individuato e mappato le aree vulnerabili e non hanno messo in atto misure necessarie a raggiungere gli obiettivi della direttiva. Inoltre, rispetto a quanto rilevato Operazioni di interramento liquami

nel 2018, sono emerse nuove problematiche, legate prevalentemente alla deroga al divieto di applicazione degli effluenti zootecnici nella stagione invernale, concessa dal ministero alle Politiche agricole ad alcuni territori: un intervento che risulta in contrasto con il Programma d’azione nazionale e con la stessa direttiva nitrati. L’Italia, infine, non ha presentato la relazione relativa al periodo 2016-2019, in violazione dell’articolo 10 della direttiva. Confagricoltura sta seguendo attraverso il Mipaaf la predisposizione della documentazione finalizzata a fornire risposte alla Commissione, con particolare riferimento alle deroghe sui periodi di spandimento.

Il Piemonte aveva risposto alle osservazioni Non a tutte le regioni italiane, comunque, vengono mossi addebiti e il Piemonte non è tra quelle, anche se tra il 2016 e il 2019 è stato osservato un deterioramento della qualità delle acque nella nostra regione, in particolare con la crescita dell’eutrofizzazione delle acque superficiali. In ogni caso, il Piemonte ha risposto a quanto era stato osservato dall’Unione Europea nella comunicazione del novembre 2018 e, tra il 2019 e il 2020, ha aggiornato il Regolamento regionale n. 12 del 28 dicembre 2007 (“Designazione di ulteriori zone vulnerabili da nitrati di origine agricola ai sensi del

LIMITE

170 chili di azoto per ettaro distribuibile nelle ZVN

NITRATI IN ZVN decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 - Legge regionale 29 dicembre 2000, n. 61”), inserendo nell’elenco altri 16.000 ettari di terreno, situati nelle province di Asti, Biella, Cuneo e Torino. Con questo adeguamento risultano ora designati circa 418.000 ettari, pari al 45% della superficie agricola utilizzata regionale e al 55% della superficie di pianura: una percentuale, dicono dalla Regione, simile a quelle riscontrate nelle altre regioni del bacino padano-veneto. “In aggiunta dal 2 febbraio è attiva una nuova piattaforma informatica per la redazione della Comunicazione 10R che non è solo un elemento informatico in quanto porta con se l’applicazione dei nuovi obblighi previsti dal Comitato tecnico Nitrati del Piemonte - spiega Gualtiero Dalmasso responsabile provinciale CAA Confagricoltura -. Ad esempio l’impossibilità di inserire terreni per lo spandimento oltre i 30 KM dal centro aziendale, fatte salve le situazioni giustificate con dettagliata relazione tecnico – economica che ne motivi l’utilizzo.

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VITIVINICOLTURA

Mercato del vino: vendite giù in Italia, meglio all’estero CONFAGRICOLTURA PIEMONTE: “SERVE UN PIANO STRATEGICO, GLI AIUTI FINORA CONCESSI SONO SOLO UNA GOCCIA NEL MARE” di Gilberto Manfrin

50 PRODUTTORI HANNO RISPOSTO AL SONDAGGIO DI CONFAGRICOLTURA PIEMONTE

D

etassazione, moratoria sui mutui e, soprattutto, un effettivo snellimento della burocrazia. Sono questi i principali suggerimenti raccolti da Confagricoltura Piemonte in una recente indagine su un campione significativo di cinquanta produttori – imbottigliatori vitivinicoli delle più denominazioni più significative del territorio per fare il punto sul mercato del vino ad un anno, ormai, dallo scoppio della pandemia. Per le imprese, “gli aiuti economici sono una goccia nel mare e non sono mirati alla salvaguardia delle imprese agricole”. Occorre “dare maggior ascolto alle associazioni di categoria e adottare interventi mirati per supportare l’internazionalizzazione delle piccole imprese” e indirizzare la politica vitivinicola verso la valorizzazione della qualità”. Analizziamo il sentiment delle imprese sullo stato di salute del comparto.

Vendite in calo, prezzi stazionari L’emergenza Covid ha decisamente cambiato i modelli di consumo e le imprese vitivinicole piemontesi che imbottigliano vini di qualità, fanno i conti da tempo, con gli effetti della pandemia. “Il mercato del vino sta cambiando profondamente: il canale della ristorazione e dei bar si è ridotto fortemente e in alcuni casi pressoché annullato;

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si recuperano spazi nella distribuzione organizzata dove i margini però sono ridotti all’osso e, fortunatamente, tengono le esportazioni - dichiara Gianluca Demaria, presidente Sezione Vino di Confagricoltura Piemonte -, ma le prospettive non ci lasciano tranquilli”. Il questionario che Confagricoltura ha sottoposto le imprese ha analizzato i primi 11 mesi del 2020; il campione preso in esame è composto per il 36% da aziende con una superficie inferiore a 5 ettari di vigneto, il 25% con la superficie tra il tra i 5 e 10 ettari, il 30% tra i 10 e i 20 ettari e il 9% oltre i 20 ettari. Il 32% dei viticoltori imbottigliatori intervistati produce meno di 10.000 bottiglie, il 41% da 10 a 50mila bottiglie il 27% oltre 50mila bottiglie. L’82% dei vitivinicoltori ha evidenziato un calo complessivo di vendite (il 31% ha avuto una flessione superiore al 30%); il 7% ha rilevato vendite stazionarie, mentre l’11% ha registrato un aumento, seppur contenuto. Il 77% ha denunciato un calo delle vendite in Italia; il 7% ha mantenuto le posizioni, mentre il 16% ha incrementato la commercializzazione. Per quanto riguarda le esportazioni il 69% ha denunciato un calo delle vendite, per il 23% il mercato è stazionario, mentre l’8% ha incrementato le vendite. Il 52% degli intervistati ha mantenuto stazionari i prezzi di vendita delle bottiglie, il 41% ha applicato una politica di sconti per poter mantenere i volumi, ma c’è anche un 7% che è riuscito ad aumentare i prezzi. Per quanto riguarda le giacenze alla produzione il 23% delle cantine ha mantenuto i volumi

VINO

82%

% di vitivinicoltori che ha evidenziato un calo complessivo delle vendite

VENDITE stazionari rispetto allo stesso periodo del 2019, ma il 56% ha evidenziato un aumento degli stoccaggi (dei quali il 12% oltre il 20% dei volumi); il 16% ha scorte in calo. La situazione degli ordini per i primi mesi del nuovo anno, è quella che preoccupa maggiormente: il 72% degli intervistati prevede ordini in calo (dei quali il 23% oltre 30%); per il 19% il portafoglio ordini rimarrà stazionario, mentre il 9% delle cantine ha ordini in crescita.

Quali misure sono necessarie “Dal questionario è emersa un’indicazione interessante sulle misure necessarie per affrontare l’emergenza”, spiega il presidente Demaria. Il 73% degli intervistati reputa lo stoccaggio uno strumento insufficiente per gestire l’emergenza. Anche la riduzione della produzione di uva per la prossima vendemmia non è considerata una misura risolutiva (si espresso in questo molto il 69% degli intervistati). La misura che, a malincuore, gli intervistati privilegiano è la distillazione di crisi, giudicata utile dal 43% degli intervistati. Dalle interviste emerge un clima di sfiducia nei confronti degli interventi adottati dalle istituzioni pubbliche. Solo il 9% delle aziende che hanno partecipato al questionario reputa utili gli interventi varati dal Governo; il giudizio migliora per quanto riguarda le iniziative adottate dalla Regione Piemonte, con il 21% che giudica la distillazione di crisi una misura positiva per alleggerire il mercato. L’88% degli intervistati ritiene, infine, che non si siano tenute in debita considerazione le indicazioni della filiera vitivinicola.


L’

Ires (Istituto di Ricerche Economico Sociali) Piemonte ha certificato che il flusso del vino Made in Piemonte verso i mercati esteri genera un valore di 1,1 miliardi di euro, cifra che tiene conto anche della vendita di prodotto che le aziende piemontesi effettuano verso altre regioni italiane. Purtroppo è stato proprio questo segmento di mercato ad essere tra i più danneggiati, soprat-

AZ. AGRICOLA VAJRA

Ristorazione ferma, aziende danneggiate PRODUTTORI DI VINO SEMPRE PIÙ PREOCCUPATI E I DATI DELL’IRES CONFERMANO L’EMERGENZA tutto per la chiusura di numerose attività collegate al settore Ho.Re. Ca, sia in Italia che in molti Paesi esteri. Le analisi hanno evidenziato

“Col blocco dell’HoReCa non andiamo avanti”

“Siamo - verrebbe da dire eravamo - abituati a vendere il vino ai ristoranti, alla gente che festeggia, - afferma Aldo Vajra, dell’Azienda Agricola Vajra di Barolo, dove la cantina produce le tipiche varietà vitate della zona -. Il nostro cliente è un cliente ‘evoluto’ e il vino sta sempre più diventando la bevanda che si addice a questi momenti. Con i ristoranti e vinerie con le serrande abbassate è facile capire cosa stiamo passando. Con il blocco dell’Ho.Re.Ca non andiamo avanti. Stiamo vivendo una crisi che non è più solo economica: è pandemica, mondiale. Esportiamo una gran fetta della produzione oltre confine e la situazione è la stessa ovunque. C’è estrema urgenza di una riapertura totale dell’Ho.Re.Ca”.

LODALI WALTER

“Senza mercato interno saremmo in difficoltà”

C’è anche chi lo scorso anno non ha avuto particolari contrazioni di vendite e bilancio. È il caso dell’azienda Lodali Walter di Treiso, che produce Barolo, Barbaresco, Dolcetto, Barbera, Nebbiolo, Arneis. “In estate abbiamo fatto ottimi numeri, ma ci sono mancati incassi nel mese di novembre, complice la Fiera del tartufo svoltasi senza turisti - afferma Walter Lodali -. Detto questo, confidiamo in una piena ripartenza del comparto dell’Ho.Re.Ca. Personalmente le misure anti-crisi non mi sono servite, ma conosco colleghi che ne hanno approfittato perché sono andati in difficoltà. Non possiamo lamentarci perché abbiamo raggiunto gli stessi numeri del 2019, chiudendo in pareggio. Negli ultimi due anni abbiamo puntato molto sul mercato nazionale e la scelta è stata premiante perché avessi dovuto contare sul 90% di clienti estero come facevo fino a due anni fa, avrei certamente riscontrato difficoltà”.

come, considerando il trimestre di chiusura totale, il volume di vino invenduto sarebbe pari ad almeno il 10% del prodotto regionale, da-

ETTORE GERMANO

to destinato a crescere con il perdurare della pandemia e delle misure restrittive imposte negli ultimi mesi dell’anno. Il danno andrebbe a colpire a seconda del legame con i diversi canali distributivi e in base alle tipologie di prodotto, con valori più accentuati per i prodotti di alta gamma, in genere destinati all’export e alla ristorazione di qualità come testimoniano, per altro, anche le aziende.

“La ristorazione di qualità si è fermata”

“Il momento è confuso - dice Sergio Germano, dell’azienda Ettore Germano di Serralunga d’Alba, che produce Barolo, un’ampia gamma di vini di Langa, Riesling, Nascetta e Alta Langa -. Le decisioni prese su linee guida e permessi hanno impattato molto sullo sviluppo del settore. Paghiamo il blocco del comparto Ho.Re.Ca, quello che si era preparato meglio a lavorare nel rispetto dei Dpcm. La ristorazione di qualità, potenzialmente interessata al consumo di vino, si è fermata. A parte un po’ di vendite in canali privati non abbiamo possibilità di piazzare le nostre bottiglie nei ristoranti. Il calo è innegabile, in particolare lo è stato nel periodo natalizio, quando era stato detto ai ristoranti che potevano aprire, poi di colpo li hanno chiusi”.

PIO CESARE

“Non c’è più una storica clientela”

“Diciamo che il periodo non è dei più favorevoli”. È il pensiero di Pio Boffa, storico produttore titolare della Pio Cesare di Alba. “I Baroli e i Barbareschi, i cosiddetti premium wine sono da sempre oggetto di uno sforzo particolare dei produttori verso la ristorazione. Un po’ tutti hanno guardato all’Ho.Re.Ca negli ultimi 40 anni “lottando” per guadagnare posizioni sulle carte dei vini di ristoranti, alberghi e wine-bar più prestigiosi. Il problema è che dall’anno scorso questa clientela non c’è più. Non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Le aziende hanno chiuso il 2020 con un netto calo medio delle vendite: è il conto da pagare per chi produce qualità e vende principalmente tramite questo canale. Prospettive? Lavoriamo in più di 40 Paesi, siamo costantemente in contatto con i nostri partners e tutti ci dicono la stessa cosa. Prima riuscivamo a collocare il tuo vino nei migliori ristoranti, ma ora che sono chiusi dove lo piazziamo? Più chiari di così. Aspettiamo che la pandemia passi”.

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VITVINICOLTURA

Consorzio dell’Asti: Lorenzo Barbero nuovo presidente LA DENOMINAZIONE HA SALUTATO IL 2020 CON OLTRE 91 MILIONI DI BOTTIGLIE PRODOTTE, +8,4% SUL 2019

O

ltre 91 milioni di bottiglie prodotte rispetto alle 84.490.188 dell’anno precedente. Nonostante l’anno difficile appena trascorso, le bollicine aromatiche piemontesi hanno chiuso il 2020 con numeri impor-

tanti a livello mondiale, registrando una crescita dell’8,4% rispetto al 2019. A livello globale, si segnala la grande performance degli Usa, dove sono stati esportati oltre 28 milioni di bottiglie contro i 20 del 2019, e dove a fare da

padrone è stato il Moscato d’Asti, passato dai 15 milioni di bottiglie agli oltre 22 milioni, a testimonianza del crescente apprezzamento dei consumatori d’oltreoceano. Intanto il Consorzio cambia vertici: Lorenzo Barbero (nella foto) è stato

nominato nuovo presidente succedendo a Romano Dogliotti, in carica dal 2017. Vicepresidenti del neo-eletto Comitato di Presidenza sono: Stefano Ricagno in qualità di vicepresidente senior, Piergiorgio Castagnotti, Flavio Giacomo Scagliola, Massimo Marasso e Bruno Fortunato. Nel congratularsi per la nomina, Confagricoltura Cuneo augura buon lavoro al neo presidente garantendo fin da ora la propria collaborazione per provare a concretizzare

Lorenzo Barbero

tutte le necessità dell’intero comparto dell’Asti nell’ottica di una sempre maggior promozione della denominazione non solo in Italia, ma in tutto il mondo.

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CEREALICOLTURA

Rilanciare il mais italiano per prodotti e cibo di qualità SECONDO CONFAGRICOLTURA PIEMONTE È FONDAMENTALE RAFFORZARE RICERCA, INNOVAZIONE E ASSISTENZA TECNICA

“È

fondamentale il rilancio della produzione di granoturco, per rafforzare la filiera e fornire all’industria di trasformazione locale materie prime di qualità per la realizzazione di specialità alimentari sempre più apprezzate dai consumatori”. Confagricoltura Piemonte, valuta positivamente le decisioni assunte dal tavolo tecnico ministeriale, nel quale Confagricoltura ha sostenuto la necessità di potenziare il comparto maidicolo, con strumenti di sostegno che vanno da un diverso utilizzo dei fondi europei all’incentivazione delle coltivazioni attraverso un’adeguata premialità, alla diffusione di pratiche produttive innovative. “È necessario rafforzare ricerca, innovazione e assistenza tecnica”, sostiene il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro, aggiungendo che “l’Università di Torino ha sempre dedicato grande attenzione alla ricerca e alla sperimentazione sul granoturco: con i fondi che l’Europa mette a disposizione per migliorare la sostenibilità delle produzioni occorre individuare percorsi produttivi per specialties in filiera e per rispondere alle sfide ambientali; inoltre è necessario aprirsi senza pregiudizi all’analisi e alla verifica in campo delle potenzialità delle NBT (New breeding technique), cioè cisgenesi e genome editing”. La coltivazione del granoturco registra una progressiva riduzione degli ettari investiti che, in 15 anni, si sono praticamente dimezzati, favorendo la crescita delle importazioni nel nostro Paese. Le aziende maidicole italiane sono circa 100.000 e investono meno di 600.000 ettari. Il

Piemonte – precisa Confagricoltura – offre un contributo di primo piano alla produzione nazionale, con 15.526 aziende e 137.655 ettari di superficie coltivata, di cui 5.275 in provincia di Cuneo con 40.730 ettari condotti. “Si tratta di un dato importante - sottolinea Andrea Ingaramo, presidente della sezione Cereali e Semi oleosi di Confagricoltura Cuneo -, ma nel 2010 le aziende erano 22.896 e gli ettari 170.913. La coltivazione ha subito una pesante battuta d’arresto e per questo occorre provvedere a rilanciarla, per non mettere a rischio le nostre produzioni alimentari di qualità”.

Quanto costa coltivare il mais? A pesare anche i costi sempre più alti a carico degli agricoltori. Un’analisi di Ismea su un cam-

pione di 6 aziende che coltivano mais in Piemonte, tra cui due in provincia di Cuneo (Barge e Polonghera), riferito all’anno 2019, evidenzia che il reddito operativo medio è negativo per -283,00 €/ha se non si considera l’aiuto PAC, mentre se si considera il contributo risulta positivo per 88,10 €/ha. I costi variabili incidono mediamente per il 68% sui ricavi da produzione principale; analizzando il risultato medio delle voci di costo che compongono questa categoria si evidenziano i seguenti dati in percentuale sul totale dei costi variabili: lavorazioni conto terzi, 25 %; concimazioni 20 %, sementi 17 %; essiccazione e stoccaggio 17 %; fitofarmaci 7 %; manodopera 6 % e carburanti 6 %.

Autoapprovigionamento lontano Contemporaneamente, infine, le importazioni sono progressivamente aumentate raggiungendo 6,4 milioni di tonnellate nel 2019 mentre nel 2000 si attestavano a poco più di 500 mila tonnellate. Il tasso di autoapprovvigionamento era prossimo al 100% nel 2000, per poi ridursi costantemente negli anni attestandosi al 50% nel 2019.

CARICO E SCARICO CEREALI

Il registro telematico rischia di pesare sulle aziende Il registro telematico di carico e scarico dei cereali, introdotto nell’ultima Legge di Bilancio, potrebbe anche apparire opportuno nell’ottica della trasparenza del settore. Ma è stato concepito in maniera troppo restrittiva e generalizzata e rischia di mettere in seria difficoltà i soggetti coinvolti, soprattutto gli agricoltori e gli allevatori. Lo ha sottolineato Confagricoltura che ritorna sullo strumento introdotto dal decreto attuativo della Legge di Bilancio. “Bisogna stare attenti a non far diventare uno strumento utile – che replica in sostanza quanto già previsto con la registrazione telematica delle produzioni vitivinicole e oleicole per ottenere una radiografia completa di tutto il flusso della materia prima cerealicola – in un appesantimento burocratico. Troppo rigida anche la soglia delle 5 tonnellate annue per il quale va introdotto il registro. Occorre bilanciare l’obiettivo di una maggior trasparenza di mercato con il carico amministrativo sulle aziende. Per questo chiediamo una proroga nell’avvio del registro in modo da poter introdurre delle modifiche all’impianto normativo nella direzione di un alleggerimento degli oneri, escludendo la parte iniziale e finale della filiera (produttori cerealicoli e allevatori)”.

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CONFAGRICOLTURA NEWS

NEWS

In pillole PROGRAMMI TV: CONFAGRI CHIEDE GIUSTA INFORMAZIONE

Confagricoltura: “Amareggia quando show popolari trasmettono all’immaginario collettivo, il dubbio che prodotti ortofrutticoli possano essere positivi al Covid”.

CONFAGRICOLTURA: “PER NUOVI SITI DI STOCCAGGIO SI GUARDI ALTROVE, L’84% DELLE SCORIE È GIÀ NELLA NOSTRA REGIONE”

TAVOLO CANAPA: “INSIEME PER RILANCIARE LA FILIERA”

onfagricoltura Piemonte ha chiesto alle istituzioni e al mondo politico una forte presa di posizione per evitare che il territorio subalpino diventi “l’area privilegiata” per lo stoccaggio di scorie nucleari. I siti individuati in regione sono 8, di cui 2 nel Torinese (Caluso-Mazzè-Rondissone e Carmagnola) e altri 6 sono in provincia di Alessandria (Alessandria-Castelletto Monferrato-Quargnento, Fubine-Quargnento, Alessandria-Oviglio, Bosco Marengo-Frugarolo, Bosco Marengo-Novi Ligure, Castelnuovo Bormida-Sezzadio).“Occorre essere chiari: non possiamo pensare di tutelare l’agricoltura di qualità e la memoria del paesaggio trasformando il nostro territorio in area vocata allo smaltimento di scorie nucleari - dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte -. Nelle zone parco o in quelle tutelate dall’Unesco, le imprese

Confagricoltura: “C’è l’occasione di dare nuove prospettive a una filiera agroindustriale fondamentale, attraverso un piano articolato e condiviso”.

COMMISSIONE UE: CRESCE IL COMMERCIO AGROALIMENTARE Nel periodo gennaio-ottobre 2020, le esportazioni della UE sono state in aumento dello 0,5%, mentre le importazioni hanno segnato un +0,1%.

CINA: PRODUZIONE AGRICOLA NEI PRIMI POSTI AL MONDO

La Cina è il primo produttore nel mondo di riso (29%), grano (18%), mele (54%), uva da tavola (46%), noci (47%). Al secondo posto con il 22% del mais dopo gli Stati Uniti.

SICUREZZA E INNOVAZIONE, CALA IL NUMERO DI INFORTUNI Dal 2014 al 2018 in agricoltura calano gli infortuni mortali del 20,4% (Dati INAIL). Dal 2002 a oggi: -50% di denunce di incidenti grazie anche a più sicurezza e innovazione .

PIANO SALUTE UE, L’ALLARME DELLA FILIERA VINO ITALIANA

Come richiesto da Confagricoltura “L’Unione Europea non ha alcuna intenzione di proibire il vino, né di etichettarlo come una sostanza tossica”, dice vicepresidente dell’esecutivo Ue.

MANOVRA: “BENE LE MISURE PER L’OCCUPAZIONE GIOVANILE” Confagricoltura “In quest’anno così difficile era importante prevedere misure a sostegno dei giovani, con ricadute importanti anche nel settore primario”. Scarica l’app di Confagricoltura per essere informati su tutte le iniziative della tua associazione

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No ad altri rifiuti nucleari il Piemonte ha già “dato”

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C

agricole da tempo sono giustamente soggette a una serie di vincoli rilevanti, che però impattano in modo sensibile sulla crescita economica: oggi, a pochi chilometri di distanza da queste aree, si individuano le campagne piemontesi quale luogo ideale per la costruzione di 8 depositi per rifiuti radioattivi. Per questo – aggiunge Allasia – manifestiamo il nostro totale dissenso sulle aree individuate e chiediamo che il ministro dell’ambiente e il ministro dello sviluppo economico riconsiderino l’opportunità delle scelte adottate, confrontandosi con le istituzioni locali”.

In Piemonte già 3 siti attivi In Piemonte ci sono già 3 siti dove hanno sede 4 impianti rappresentativi di tutto il ciclo del combustibile nucleare: impianto ex FN-SO.G.I.N. di Bosco Marengo, impianto EUREX-SO.G.I.N. di Saluggia, Deposito Avogadro di Saluggia e Centrale Nucleare

“E. Fermi” – SO.G.I.N. di Trino. A Saluggia, come precisa anche l’Arpa Piemonte, ha sede il complesso industriale Sorin, nel quale sono state svolte in passato attività di produzione di radiofarmaci, di ricerca in campo nucleare e di raccolta di rifiuti radioattivi. Il Piemonte, inoltre, ha la maggior quantità di combustibile nucleare irraggiato a livello nazionale stoccato nel Deposito Avogadro di Saluggia, in una zona caratterizzata da un’alta vulnerabilità dell’acquifero superficiale e soggetta a un forte rischio di inondazione. “Anche per tutti questi motivi – conclude Allasia – è opportuno che per nuovi siti di stoccaggio di scorie nucleari si guardi altrove. Non si tratta di una chiusura pregiudiziale, ma oggettiva, per cui ci sentiamo pienamente legittimati a dire: non solo nel nostro giardino!” Per Confagricoltura Piemonte è opportuno che


per nuovi siti di stoccaggio di scorie nucleari si guardi altrove.

Tutelare la qualità dei prodotti agricoli “Non possiamo pensare di tutelare l’agricoltura di qualità e la memoria del paesaggio trasformando il nostro territorio in area vocata allo smaltimento di scorie nucleari” ha ribadito Allasia. Nel frattempo il dibattito è approdato in Regione dove si è svolto un Consiglio regionale aperto, dedica-

to interamente al tema. All’incontro, dopo le relazioni del presidente della Regione Alberto Cirio, dei responsabili di Sogin, dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare, hanno fatto seguito gli interventi dei rappresentanti delle associazioni e dei soggetti interessati, tra cui

Confagricoltura che ha dichiarato inopportuno che il Piemonte sia la “pattumiera d’Italia”, visto che già oggi ha l’84% delle scorie nucleari sul proprio territorio. Il danno non sarà soltanto diretto, ossia per le terre che verranno sottratti alla produzione, ma a cascata si avrà un deprezzamento di tutte le aree contigue.

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Confagricoltura Piemonte ha attivato una raccolta firme on line sulla piattaforma Charge. org. Inquadra il QR Code per accedervi e aderire

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Confagricoltura ha rinnovato anche per l’anno 2021 la convenzione con FCA-FIAT CHRYSLER AUTOMOBILES che offre ai nostri soci tariffe agevolate sull’acquisto di autoveicoli nuovi dei marchi Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Jeep e Fiat Professionali. Dal 2 gennaio 2021 al 31 dicembre 2021, quindi, le aziende associate a Confagricoltura Cuneo potranno usufruire di sconti sull’acquisto di veicoli, secondo quanto previsto dal listino relativo alle scontistiche. Per maggiori informazioni: 0171 692143. Sul sito www. confagricolturacuneo.it è possibile consultare tutte le scontistiche previste.

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CONFAGRICOLTURA NEWS

Al via il nuovo Censimento generale dell’Agricoltura I CAA DI CONFAGRICOLTURA CONTATTERANNO LE AZIENDE PER FORNIRE ASSISTENZA NELLA COMPILAZIONE DEI QUESTIONARI

I

l 7 gennaio 2021 l’Istat ha avviato il 7° Censimento generale dell’Agricoltura per delineare e conoscere a fondo il settore agricolo e zootecnico italiano. Lo slogan del Censimento è “Se ti facciamo domande è perché meriti risposte”. La conoscenza puntuale della realtà agricola nazionale, regionale e locale è alla base di ogni azione per valorizzare e far crescere il sistema agricolo e zootecnico.

La rilevazione riguarderà 1.700.000 aziende, con una diffusione capillare, e uno specifico focus informativo valuterà pure l’impatto del Covid-19 sulle aziende del comparto. L’ultimo Censimento risale al 2010. Con questa edizione scompare il classico questionario cartaceo, che diventa completamente digitalizzato. Ma questo è anche l’ultimo della serie decennale: dopo, infatti, cambieranno le modalità di

rilevazione: soggetti a campione, con l’obiettivo di tenere aggiornata costantemente la fotografia del settore primario. L’Istat conta di chiudere la fase di raccolta dati a giugno 2021 con un quadro informativo statistico sulla struttura del mondo agricolo. In questi mesi l’Istituto sta contattando gli agricoltori con una lettera o una PEC chiedendo loro di rispondere al questionario. Partecipare al Censimento – ricorda l’Istat – è un obbligo di legge. I CAA (Centri di Assistenza Agricola) di Confagricoltura contatteranno le aziende al fine di offrire assistenza e supporto nella compilazione dei questionari Istat. DOMANDE FREQUENTI

Inquadra il QR code con lo smartphone e conosci meglio le domande del censimento

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PATRONATO ENAPA

L

a disoccupazione agricola è una particolare indennità a cui hanno diritto gli operai che lavorano in agricoltura iscritti negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli. Il Patronato ENAPA è a disposizione per fornire assistenza gratuita e per l’invio della domanda, ma occorre telefonare agli uffici per fissare un appuntamento. Vediamo di seguito chi può richiedere e come il contributo:

A CHI SPETTA • operai agricoli a tempo determinato; • operai agricoli a tempo indeterminato che lavorano per parte dell’anno; • figure equiparate (piccoli coloni, compartecipanti familiari).

QUANDO SPETTA L’indennità di disoccupazione spetta ai lavoratori agricoli che

Disoccupazione agricola: quando e a chi spetta l’indennità IL PATRONATO ENAPA DI CONFAGRICOLTURA È A DISPOSIZIONE SU APPUNTAMENTO PER FORNIRE ASSISTENZA GRATUITA E L’INVIO DELLA DOMANDA abbiano: • iscrizione negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli dipendenti, per l’anno 2020 o un rapporto di lavoro agricolo a tempo indeterminato per parte dell’anno 2020; • almeno due anni di iscrizione negli elenchi agricoli (ossia 2019 e 2020); • almeno 102 contributi giornalieri nel biennio costituito dall’anno cui si riferisce l’indennità e dall’anno precedente Possono essere utilizzati, per raggiungere i 102 contributi, anche quelli figurativi relativi a periodi di

DALLA LEGGE DI BILANCIO

Opzione donna: proroga della pensione anticipata nel 2021 La Legge di Bilancio 2021 proroga la cosiddetta “opzione donna”, ovvero il pensionamento anticipato delle donne che abbiano maturato i requisiti richiesti entro il 31 dicembre 2020. La misura è rivolta alle lavoratrici che hanno maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni ed un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti, oppure a 59 anni per le lavoratrici autonome. I requisiti anagrafici non sono adeguati agli incrementi della speranza di vita, mentre trovano applicazione le cosiddette “finestre” per la decorrenza del trattamento pensionistico. Le finestre sono pari a 12 mesi per le lavoratrici dipendenti, oppure 18 mesi per le lavoratrici autonome.

maternità obbligatoria e congedo parentale, compresi nel biennio utile.

QUANTO SPETTA L’indennità spetta: • nella misura del 40% della retribuzione di riferimento; • per un numero di giornate pari a quelle lavorate entro il limite massimo di 366 giornate annue dalle quali si dovranno detrarre: le giornate di lavoro dipendente agricolo e non agricolo; le giornate di lavoro in proprio; le giornate indennizzate ad altro titolo, quali malattia, maternità infortunio etc.; e quelle non indennizzabili quali espatrio definitivo etc.

QUANDO PRESENTARE LA DOMANDA La domanda di indennità di disoccupazione agricola deve essere presentata entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello in cui si è verificata la disoccupazione, pena la decadenza dal diritto. Se tale data coincide con la domenica o con un giorno festivo la scadenza slitta al primo giorno lavorativo successivo. Contestualmente alla domanda di indennità di disoccupazione agri-

cola, esclusivamente per gli operai a tempo determinato, può essere avanzata la richiesta dell’ANF (l’assegno al nucleo familiare) entro il limite della prescrizione retroattiva di 5 anni.

DOCUMENTI PER INOLTRO DOMANDA Documenti necessari per domanda disoccupazione agricola: • Carta d’identità, codice fiscale e permesso di soggiorno (in caso di lavoratore extracomunitario); • Ultima busta paga; • Coordinate bancarie/postali (Codice Iban); • Codice fiscale coniuge e data di matrimonio; In caso di richiesta di assegni familiari occorro anche: • Codice fiscale di tutti i componenti del nucleo familiare; • Redditi anno 2018 e 2019 di tutti i componenti il nucleo (incluso il richiedente).

IL PATRONATO ENAPA È PRESENTE IN TUTTE LE SEDI DI ZONA DI CONFAGRICOLTURA SUL TERRITORIO

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CONFAGRICOLTURA NEWS

Sindaco di Bra e vice visitano i nuovi uffici PROFICUO INCONTRO TRA CONFAGRICOLTURA CUNEO E GLI AMMINISTRATORI COMUNALI di Francesca Braghero

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iovedì 28 gennaio il sindaco di Bra, Gianni Fogliato e il vicesindaco con delega all’Agricoltura, Biagio Conterno, hanno visitato il nuovo ufficio zona di Confagricoltura Cuneo, in via Vittorio Emanuele 124. Un momento istituzionale importante al quale, oltre ai rappresentanti dell’amministrazione comunale, hanno preso parte il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio e il responsabile dell’ufficio di zona Bra e Fossano di Confagricoltura, Fabio Fogliati. È stata l’occasione per presentare ufficialmente all’amministrazione cittadina la nuova sede dell’ufficio di zona di Confagricol-

tura Cuneo, al servizio non solo delle aziende agricole presenti sul territorio, ma anche di tutti i cittadini braidesi, tramite l’erogazione di numerosi servizi alla persona. La visita, che ha seguito un primo appuntamento telematico svoltosi negli ultimi mesi dello scorso anno, durante il quale il sindaco Fogliato aveva promesso un incontro in presenza nei nuovi uffici, è stata molto costruttiva e utile per rafforzare ancora di più la collaborazione tra Comune e Confagricoltura a Bra. “Auguro all’associazione e ai referenti locali un buon lavoro, nell’auspicio che l’agricoltura braidese possa continuare a crescere ed essere valorizzata al meglio nelle sue tante eccellenze”, ha commentato il Sindaco di Bra Gianni Fogliato a seguito dell’incontro, sottolineando come la rinnovata

PIANI INTEGRATI TERRITORIALI

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presenza in città rappresenti un “ulteriore tassello di proficua collaborazione con le associazioni di categoria”. “La visita del Sindaco e dell’assessore all’Agricoltura della città alla nostra nuova sede – ha specificato il responsabile di zona Fabio Fogliati – è stata un’occasione importante per mettere in luce il forte impegno di Confagricoltura sul territorio, ancor più in questo difficile momento storico nel quale è indispensabile essere sempre disponibili al dialogo e al confronto. Continueremo ad essere vicini alle aziende agricole

attraverso i nostri servizi e riteniamo, inoltre, che l’ufficio di zona rappresenti un valore aggiunto per l’intera cittadinanza braidese, in quanto comodo e fruibile per tutti coloro che necessitano di assistenza per i servizi di Caf e Patronato”. L’ufficio di Confagricoltura a Bra è aperto tutte le mattine, dal lunedì al venerdì, dalle 8,30 alle 12,30 e il lunedì pomeriggio dalle 14 alle 16,30. Lo si può contattare telefonando al numero 0172/244484 o inviando una mail all’indirizzo bra@confagricuneo.it.

Al via percorsi di accompagnamento per le imprese

Sono in fase di realizzazione i percorsi di accompagnamento alle imprese del territorio su ecosostenibilità e innovazione, inseriti nei Piani Integrati Territoriali (PITER) Terres Monviso e Alpimed Innov e sostenuti dal fondo europeo di sviluppo regionale Interreg Alcotra con il coordinamento della Camera di Commercio di Cuneo. Nell’ambito di Terres Monviso, dopo l’incontro illustrativo del luglio scorso organizzato da Confagricoltura Cuneo, sono stati avviati progetti individuali con alcune imprese frutticole del saluzzese per la sperimentazione delle 5R (Riduzione, Riuso, Riciclo, Raccolta, Recupero) con focus sulla gestione sostenibile dei rifiuti. Si sta ora lavorando ad un nuovo appun-

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Un momento della visita

tamento online con le dieci aziende che hanno aderito all’iniziativa, in collaborazione con Corintea, Cooperativa per la Ricerca delle Innovazioni Tecnologiche in Agricoltura. Per Alpimed Innov, nato con l’obiettivo di rafforzare l’economia montana e l’ecosistema dell’innovazione attraverso la collaborazione tra imprese, attori territoriali e mondo della ricerca, Confagricoltura Cuneo ha analizzato il livello di innovazione delle aziende agricole del territorio tramite la somministrazione di questionari, a seguito dei quali sono stati avviati percorsi personalizzati di miglioramento aziendale con l’accesso a fondi europei ed una maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale e al benessere animale.


Corsi on line per le aziende associate LE LEZIONI IN VIDEOCONFERENZA PERMETTONO IL CONFRONTO DIRETTO DOCENTE-PARTECIPANTE

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ontinuano i corsi di formazione in modalità online organizzati da Confagricoltura Cuneo, in collaborazione con Agripiemonteform – Ente per la formazione professionale ed emanazione di Confagricoltura Piemonte per il settore agricolo. “Sebbene un recente decreto legge abbia disposto un prolungamento fino a fine luglio della validità degli attestati scaduti durante il periodo di emergenza, la nostra intenzione è quella di dare la possibilità ai nostri associati di procedere all’aggiornamento di quelli scaduti o in scadenza in modo da regolarizzarli prima del termine del periodo di proroga - spiega Stefano Ramero, Ufficio Sicurezza, Qualità e Certificazioni alimentari di Confagricoltura Cuneo.” Dopo i primi appuntamenti formativi terminati positivamente: - 1 corso di rinnovo del Patentino per Conducenti di Trattori Agricoli - 1 corso per il rilascio del Patentino per l’Acquisto ed Utilizzo dei Prodotti Fitosanitari sono in fase di programmazione per i mesi di febbraio e marzo ulteriori corsi di aggiornamento dei Patentini per

Trattoristi e utilizzatori di Fitosanitari e, previo raggiungimento del numero minimo di iscritti, un corso specifico sui “Rischi degli Spazi Confinati” indispensabile per tutti coloro i quali sono direttamente o indirettamente esposti ai rischi delle attività svolte in aziende agricole dove si trovano ambienti confi-

nati o a sospetto inquinamento quali ad esempio i silos per lo stoccaggio delle granaglie, i locali o contenitori utilizzati per la vinificazione, le vasche di accumulo dei liquami, le celle di stoccaggio frutta in atmosfera modificata. Tutti coloro che sono interessati a ricevere informazioni o ad iscriversi ai corsi di formazione e aggiornamento professionale possono mettersi in contatto con i seguenti referenti: Stefano Ramero – ramero@confagricuneo.it – 0171/692143 – 366/5989772 per le sedi di Cuneo, Mondovì, Saluzzo e Savigliano mentre gli associati delle sedi di Alba e Bra possono rivolgersi a Giulia Po-

Promozione per i soci di “Cascine Piemontesi” Lo scorso 27 gennaio si è tenuto presso la sede di Confagricoltura Cuneo il primo Consiglio d’Amministrazione del 2021 consorzio Cascine Piemontesi. All’ordine del giorno: l’approvazione della bozza del bilancio 2020 e la successiva convocazione dell’Assemblea dei Consorziati – ad oggi 100 aziende – per la sua convalida finale, oltre alla licenza d’uso del marchio “Cascine Piemontesi”, tramite la quale tutti gli associati avranno la possibilità di utilizzare gratuitamente il logo nelle proprie comunicazioni, per beneficiare di un’immagine coordinata per la propria azienda. L’incontro è stato anche l’occasione per presentare il progetto di sviluppo del Consorzio per l’anno in corso elaborato dall’agenzia di comunicazione Why Net di Alba, che si occupa

della sua promozione online e offline. L’obiettivo è quello di dare supporto alle imprese associate accompagnandole verso una crescita costante, attraverso azioni di web marketing come il loro inserimento nell’area dedicata sul sito web di Cascine Piemontesi www. cascinepiemontesi.it e sulle piattaforme e-commerce convenzionate Foodelizia e Shopiemonte. La strategia di Why Net comprende, inoltre, la possibilità offerta alle produzioni agricole di partecipare collettivamente, Covid permettendo, ad eventi e fiere di settore, nonché di organizzare esperienze e tour enogastronomici, dotandole di gadget e materiali pubblicitari brandizzati. Il tutto a partire dalle reali necessità delle singole aziende, in base a dimensioni, interessi e obiettivi desiderati.

IN PROGRAMMA UN CORSO SPECIFICO SUI “RISCHI DEGLI SPAZI CONFINATI” rello – porello@confagricuneo. it – 0173/281929. Sottolineiamo infine che al termine dei corsi verranno, come di consueto, consegnati gli attestati di partecipazione validi ai fini di legge i quali potranno essere ricevuti comodamente via mail oppure, per chi preferisce, ritirati di persona presso la propria sede Confagricoltura di riferimento.

CONVOCAZIONE ASSEMBLEA MERCOLEDÌ 17 FEBBRAIO in prima convocazione alle ore 6 e in seconda convocazione alle ore 17 si terrà l’assemblea annuale dei consorziati di Cascine Piemontesi in modalità telematica. ORDINE DEL GIORNO 1) Approvazione bilancio 2020 2) Determinazione contributo annuale 3) Programmazione attività La partecipazione all’incontro avverrà tramite la piattaforma GoToMeeting.

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LE NOSTRE AZIENDE

poi il trasferimento qui a Rocca de’ Baldi negli anni ‘60 e l’avvio di una nuova avventura”.

La crescita dell’allevamento

I fratelli Michele, Massimo e Daniela Vinai con il papà Mario e i tecnici di Confagricoltura, Cristiano Gallio e Claudio Botto

Una storia costellata di sacrifici e di tanta determinazione per arrivare oggi ad avere all’incirca 450 capi tra vacche e vitelli che trovano collocazione nelle diverse strutture aziendali che, anno dopo anno (1978, 1999 e 2004, le principali), sono sorte per accompagnare la crescita dell’allevamento e renderlo sempre più moderno. D’estate, inoltre, si rinnova anche per i Vinai il rito della salita agli alpeggi, a Ferrere in alta Valle Stura. “Vi portiamo circa 150 capi, tra vacche e vitelli – dice Michele – e lo scorso anno la stagione è stata positiva. I lupi non ci hanno attaccato, anche

Dove la Piemontese è tradizione di famiglia A ROCCA DE’ BALDI LA FAMIGLIA VINAI DA TRE GENERAZIONI ALLEVA LA STORICA RAZZA BOVINA di Paolo Ragazzo

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llevatori di Piemontesi da tre generazioni, senza mai un’esitazione. Così, nella salda convinzione delle proprie origini e del proprio futuro, si presenta la famiglia Vinai, che conduce un allevamento linea vacca vitello da ingrasso (a ciclo chiuso) a Rocca de’ Baldi, in frazione Pasquero.

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“Mio nonno proveniva dalla val Corsaglia, come molte famiglie che ancora popolano questa zona della provincia – spiega Michele Vinai, che insieme al papà Mario, al fratello Massimo e alla sorella Daniela porta avanti l’azienda -. Compra una prima azienda a Morozzo insieme ai suoi tre fratelli,

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Vitelli di poche settimane


se ci sono stati degli avvistamenti in zona”. Su questo tema Mario (81 anni e Aratro d’Oro di Confagricoltura Cuneo nel 2011 per l’impegno al servizio dell’agricoltura) è particolarmente risoluto: “Occorre trovare una soluzione per il loro contenimento, non vogliamo che i lupi sbranino le nostre vacche e i nostri vitelli. Non ci interessano più di tanto i risarcimenti, ma non accettiamo di vedere i nostri animali azzannati. In Francia esistono piani di contenimento dei lupi nelle aree dove provocano i maggiori danni… in Italia?”.

Le difficoltà di questi mesi Nell’accompagnarci alla scoperta delle caratteristiche di questo storico allevamento di Piemontesi, la voce di Mario lascia trasparire anche segnali di fiducia nel futuro, nonostante il complicato momento che il settore sta attraversando in questi mesi, a causa delle dinamiche innescate dalla pandemia. “Sono convinto che le cose si sistemeranno, ma attualmente patiamo il crollo del prezzo degli animali, che è sceso a 3,50 euro al chilo, anche se al supermercato il costo della carne è sempre uguale per il consumatore – spiega –. Inoltre, a prezzi di vendita che calano non corrisponde un eguale trend per i costi di gestione, che restano elevati e in sensibile aumento, in particolare per l’alimentazione (soia e mais, in primis). Noi riusciamo a contenere gli acquisti grazie all’autoproduzione di buona parte

A sinistra: i capi maschi all’ingrasso. A destra: una delle diverse strutture che compongono l’allevamento Vinai

delle materie prime necessarie per l’allevamento: fieno, erba, pastone e mais secco che derivano dalla coltivazione dei 67 ettari di terreno, tra affitto e proprietà. Ma i costi fissi crescono”.

L’auspicio per il futuro “Purtroppo la carne di razza Piemontese è stata penalizzata dalla chiusura dei ristoranti, ma ci sono anche fenomeni speculativi pronti ad inasprirsi puntualmente ad ogni momento economico complicato – sottolinea Michele Vinai -. Detto questo, però, bisogna rimboccarsi le maniche e trovare nuovi sbocchi di mercato che premino l’elevata qualità di questo prodotto”. Quasi un appello a “fare di più”, che si aggiunge ai tanti rivolti in queste settimane per lo sviluppo commerciale del comparto e che sono sfociati nelle proteste davanti alle sedi di Coalvi e Anaborapi da parte di un gruppo di allevatori. “Occorre anzitutto più unità tra noi allevatori – suggerisce Michele –; i problemi non si affrontano da soli, ma anche con una maggior compattezza di

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un comparto (allevatori di razza Piemontese) che in provincia di Cuneo conta 220mila capi allevati, con un fatturato che si aggira sui 500 milioni di euro”. Un peso economico notevole, dunque, che certifica l’importanza di un settore che, tuttavia, mai come in questo momento ha bisogno di certezze per programmare il suo futuro in ambito locale e nazionale e “le cui linee di sviluppo devono continuare ad essere immaginate laddove la razza Piemontese è nata e, con la passione e competenza di alleva-

menti come quello della famiglia Vinai, è cresciuta in questi anni diventando una razza autoctona di eccellenza, diffusa e apprezzata ben oltre i confini provinciali e regionali”, sottolinea Confagricoltura Cuneo.

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L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946 Direttore responsabile: Paolo Ragazzo Redazione e grafica: Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171.601962 upa@autorivari.com

Pubblicità: Tec Arti Grafiche Srl Via dei Fontanili 12 - Fossano Tel. 0172.695770 adv@tec-artigrafiche.it Stampa: Tipolitografia Subalpina snc Chiuso in redazione il 12/02/2021 Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO-CN - Iscrizione al Tribunale di Cuneo 17/12/1948 al n. 36


Orari uffici

ATTENZIONE: gli uffici di Confagricoltura Cuneo, compresi i CAF e i patronati, sono aperti al pubblico negli orari indicati in tabella, ma SOLTANTO PREVIO APPUNTAMENTO e principalmente per l’espletamento di pratiche urgenti, indifferibili e inderogabili. Per tutte le attività saranno individuate misure volte a garantire la protezione dall’esposizione al contagio da Coronavirus, secondo le indicazioni del “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro”.

www.confagricolturacuneo.it

Si ricorda che per accedere agli uffici è necessario indossare la mascherina.

ZONA DI CUNEO

CUNEO

Via Caccia: 4-6-8 - Tel. 0171.692143 - cuneo@confagricoltura.it

Dronero Via IV Novembre: 20 - (c/o Geom. Garbarino) - Tel. 0171.918182 Caraglio Piazza Martiri della Libertà: 29 Villafalletto Via Vittorio Veneto: 8 Demonte Piazza R. Spada - (ex Scuola Media) Tarantasca Via Vittorio Veneto: 21 - (c/o sala Municipio) Busca Via Cavour :19 - (davanti al Municipio)

LUN

MAR

MERC

GIO

VEN

SAB

MAT.

8:30-12:30

8:30-12:30

8:30-12:30

8:30-12:30

8:30-12:30

8:30-12:30

POM.

14:00-17:00

14:00-17:00

14:00-17:00

MAT.

9:00-12:00

-

-

-

-

-

MAT. MAT. MAT.

MATT

Piazza Prunotto: 5 - Tel. 0173.281929 - alba@confagricuneo.it

Cherasco Via Garibaldi: 25 (c/o Pratiche Auto) - Tel. 0172.489764 Canale Piazza Trento e Trieste: 74 - Tel. 0173.970180 S. Stefano B.

Via Roma: 38/F - Tel. 0141.840782

Cortemilia Piazza Savona, 14

Morozzo Via Marconi: 66 Dogliani Via XXXI Luglio: 22 (ang. p.za Carlo Alberto) Ceva Via Consolata: 13

9:00-12:00

-

VEN

SAB

8:30-12:30

8:30-12:30

8:30-12:30

8:30-12:30

14:00-17:00

-

-

-

9:00-11:00

-

-

MAT.

8:30-13:00

8:30-13:00

8:30-13:00

8:30-12:00

POM.

14:00-16:30

-

14:00-16:30

14:00-16:30

-

-

MAT. MAT.

8:30-11:30

Aperto il 2° e il 4° venerdì del mese (8:30-11:45)

LUN

MAR

MERC

GIO

VEN

SAB

8:30-12:30

8:30-12:30

8:30-12:30

8:30-12:30

8:30-12:30

8:30-12:30

POM.

-

14:00-17:00

14:00-17:00

MAT.

9:00-17:00

-

-

9:00-17:00

-

-

MAT.

-

-

MAT.

MAT.

Via Torino: 40 - Tel. 0175.217120 - saluzzo@confagricuneo.it

MAT. POM.

Moretta Via San Giovanni: 8 - (c/o Centro Anziani)

MAT.

ZONA DI SAVIGLIANO Via Togliatti: 16 - Tel. 0172.712372 - Fax 0172.725796 - savigliano@confagricuneo.it

Racconigi P.zza C. Alberto: 5 (c/o SAI Ass.) - Tel. 0172.85253

MAT. POM. MAT.

UFFICIO DI FOSSANO e BRA

BRA

GIO

8:30-12:30

MAT.

FOSSANO

MERC

14:00-17:00

Barge Piazza Stazione 12 – Tel 0175.349172

SAVIGLIANO

MAR

-

ZONA DI SALUZZO

SALUZZO

Piazza Dompè, 3 - Tel. 0172.244484 - 333.6610761 - bra@confagricuneo.it Via Vittorio Emanuele II, 124 - Tel. 0172.244484-333.6610761 - bra@confagricuneo.it

9:00-11:00

-

9:00-17:00

Aperto il 1° e 3° mercoledì del mese (9.00/17.00)

MAT.

Carrù Viale Vittorio Veneto: 8

9:00-12:00

LUN

MAT.

Viale Vittorio Veneto: 17/F - Tel. 0174.42071 - mondovi@confagricuneo.it

-

8:30-12:30

MAT. POM.

ZONA DI MONDOVÌ

MONDOVÌ

9:00-12:00

CHIUSO (fare riferimento all’Ufficio zona di Cuneo)

POM.

ZONA DI ALBA

ALBA

-

-

-

-

9:00-17:00

-

-

LUN

MAR

MERC

GIO

VEN

SAB

8:30-12:30

8:30-12:30

8:30-12:30

8:30-12:30

8:30-12:30

8:30-12:30

-

14:00-17:00

14:00-17:00

-

-

9:00-12:00

9:30-12:00

-

-

-

LUN

MAR

MERC

GIO

VEN

SAB

8:30-12:30

8:30-12:30

8:30-12:30

8:30-12:30

8:30-12:30

8:30-12:30

-

14:00-17:00

14:00-17:00

-

-

10:00-12:00

-

-

-

LUN

MAR

MERC

GIO

VEN

SAB

-

-

MAT.

-

-

9:00-11:00

-

-

MAT.

8:30-13:00

8:30-13:00

8:30-13:00

8:30-13:00

8:30-12:00

POM.

14:00-16:30

-

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Nuovo numero unico di FAX: 0171 183.21.54 I NOSTRI

UFFICI

Sede provinciale: Via Bruno Caccia: 4-6-8 - 12100 Cuneo Tel. 0171.692143 - cuneo@confagricoltura.it ORARIO: 8:30/12,30 (dal lunedì al sabato) - 14/17 (lun, mar e mer)

PATRONATO ENAPA Il Patronato Enapa di Confagricoltura Cuneo è presente in tutti gli uffici di zona



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