L'Agricoltore Cuneese - Novembre 2021

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XIX - N. 08•2021 - NOVEMBRE 2021 - CONTIENE I.P.

08/2021

Cascine Piemontesi al centro ANNATA AGRARIA Produzioni limitate da gelate e siccità. Costi in netta salita

NUOVA PAC All’orizzonte meno risorse e molti impegni

SUINICOLTURA La nuova genetica rischia di penalizzare gli allevamenti

PREZZI UVE Definiti al rialzo i valori 2021 per i canoni di affitto



I NUMERI DI QUESTO NUMERO

Scienza e tecnologia preziosi alleati contro il cambiamento climatico

BOSCHI

37%

9mila

PIEMONTE

AZIENDE

SICCITÀ

SUINI

% superficie piemontese coperta da boschi

Roberto Abellonio

direttore di Confagricoltura Cuneo

Tecnologia, scienza e ricerca. Di fronte ad un mondo che si interroga su come affrontare la grave emergenza dei cambia­menti climatici sono queste le strade da seguire e su cui riporre piena fiducia. E l’agricoltura non può che fare altrettanto. In questi ultimi dodici mesi i campi del Piemonte e della provincia di Cuneo sono stati flagellati da eventi atmosferici violenti che hanno devastato numerose colture compromettendo buona parte dei raccolti. Spesso le aziende, anche le più premurose, si trovano a non avere armi per contrastare l’impeto di una natura avversa. Ecco quindi che occorre investire nella ricerca e nell’innovazione, affinché si trovino strumenti più efficaci per difendersi dagli effetti di eventi climatici estremi. Come abbiamo appreso nel recente convegno promosso insieme ad Agroinnova a Grinzane Cavour su «Difesa sostenibile della vite dai patogeni fungini e vinificazione in uno scenario di cambiamenti climatici», le soluzioni concrete per affiancare gli imprenditori nel difficile compito di coniugare produzione, qualità e sostenibilità possono arrivare soltanto da un lavoro di squadra, in sinergia con la ricerca. Per il settore si tratta di una rivoluzione non semplice, ma le nuove tecnologie sono pronte a darci una mano. Così si affronta il futuro, attraverso una visione lungimirante che sappia coniugare la sostenibilità ambientale con le ricadute socio-economiche di un sistema agricolo efficiente, e non attraverso linee guida idealistiche e decisioni prese a tavolino lontane dalla realtà come l’Ue ha fatto con le sue più recenti strategie (dal Farm to Fork alla nuova Pac) e che Confagricoltura ha da subito ampiamente criticato.

NOCCIOLE

131

aziende a cui si rivolge il progetto “Nocciola di qualità”

50%

millimetri di pioggia caduti in provincia di Cuneo nel 2021

% minima di esclusi dalle DOP con la nuova possibile genetica

CUNEESE

NON PIÙ DOP

Abbruciamenti vietati Chiarimenti nella nota della Regione PAG. 17

NUMERO 331.4915518 331.4915516 339.5634561 339.5401060 339.5401054 339.5635193 339.5401004 339.5966337 339.5634650 339.5634563 339.5401670 366 4059712

UFFICIO CAA FISCALE PAGHE CAA FISCALE CAA FISCALE FISCALE PAGHE CAA FISCALE PAGHE

ZONA ALBA ALBA ALBA CUNEO CUNEO MONDOVI MONDOVI SALUZZO SALUZZO SAL.- SAV. SAVIGLIANO SAVIGLIANO

CONTATTI

UFFICIO PROVINCIALE DI CUNEO Tel: 0171/692143 – 0171/344494 Fax: 0171/698629 E-mail: cuneo@confagricoltura.it

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IN PRIMO PIANO

Il clima condiziona l’annata agraria 2021 CONFAGRICOLTURA HA PRESENTATO IL BILANCIO DI 12 MESI NEI CAMPI E NELLE STALLE PIEMONTESI A PESARE ANCHE I COSTI IN DECISO RIALZO MOLTE PRODUZIONI HANNO PATITO LA CARENZA IDRICA CHE HA RIDOTTO LE RESE MA NON LA QUALITÀ DEI RACCOLTI

U

n inverno mite, una primavera piovosa con temperature fortemente altalenanti e una serie di gelate tardive, associati a un’estate calda e particolarmente asciutta, seguita da un autunno nuovamente mite: questo l’andamento climatico che ha segnato l’annata agraria 2020-2021, caratterizzata da una grave e perdurante siccità, che ha interessato soprattutto il Piemonte meridionale. Basti pensare che mentre nel Biellese sono caduti dall’inizio dell’estate 620 mm di pioggia, a Cuneo se ne sono registrati solo 131, pari a circa un terzo della precipitazione ordinaria. Analogamente, a Vercelli il livello di precipitazione è stato di 283 mm, mentre ad Alessandria solo 134 mm.

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Le coltivazioni erbacee, frumento e mais in particolare, ma anche prati, medicai ed erbai annuali hanno patito la carenza idrica riducendo in modo significativo le produzioni, mentre le coltivazioni legnose, frutteti e vigneti in particolare hanno retto meglio, limitando il quantitativo dei raccolti, che si sono però rivelati di buona qualità.

FRUTTA

SICCITÀ

131

millimetri di pioggia caduti in provincia di Cuneo nel 2021

CUNEESE Dal bilancio dell’annata agraria tracciato da Confagricoltura Piemonte emerge che la campagna del grano tenero si è chiusa con un calo produttivo di circa il 10%, mentre la riduzione di raccolto per l’orzo è stata più contenuta. Anche il mais ha risentito dell’andamento stagionale sfavorevole, con un calo produttivo del 30 -

Le gelate primaverili hanno lasciato il segno. Indicazioni favorevoli dai mercati

Le gelate del mese di aprile e l’estate con periodi di forte caldo alternati a violenti temporali hanno danneggiato, come detto, i raccolti: prima le fioriture e poi il raccolto di frutta. I danni più importanti si sono registrati nei distretti frutticoli del Saluzzese, in provincia di Cuneo, e del Cavourese – Pinerolese, in provincia di Torino. Per l’actinidia, che in Piemonte si sviluppa su di una superficie di circa 3.500 ettari, oltre alle sofferenze di origine climatica, occorre anche segnalare la persistenza della “moria” e dell’asfissia radicale, patologie ancora difficili da contrastare che attaccano l’apparato radicale e portano inesorabilmente alla morte della pianta. Anche la campagna dei piccoli frutti è stata condizionata dall’andamento climatico. La produzione è risultata in calo rispetto al 2020. Il mercato è comunque piuttosto vivace, con prezzi abbastanza remunerativi, e anche le esportazioni risultano in ripresa. In Piemonte la coltivazione

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40% e localmente con un azzeramento della produzione a causa di grandinate, piogge violente e forte siccità in alcune aree della regione. Da segnalare l’andamento positivo dei prezzi dei cereali, spinti dall’ondata dei rincari delle materie prime a livello mondiale, che hanno però messo in difficoltà la zootecnia per il forte aumento dei costi energetici e dei mangimi. Su questo versante si segnala una crescita delle quotazioni, intorno a un +50% su base annua. Secondo le rilevazioni di ottobre delle Camere di Commercio di Torino e Cuneo, le partite di mais vengono scambiate intorno ai 280 euro alla tonnellata.

professionale dei piccoli frutti è concentrata in provincia di Cuneo, dove si contano 14 ettari di ribes rosso e nero, che quest’anno hanno prodotto 1.480 quintali, e 44 ettari di lamponi, con 4.700 quintali di produzione Gli ettari coltivati a mirtillo in Piemonte, invece, sono ormai più di 560, in costante crescita dal 2006. La coltura non è stata particolarmente danneggiata dalle gelate primaverili e la produzione è stata buona dal punto di vista quantitativo e qualitàtivo (gradi Brix e pezzatura). Sul fronte della commercializzazione si nota che i consumi sono in aumento e le richieste si stanno destagionalizzando. Per la fragola continua anche nel 2021 il leggero calo sia delle superfici coltivate sia del numero di aziende in Piemonte. La provincia che detiene la maggior produzione di fragola è quella di Cuneo, con l’84% della superficie. L’andamento dei prezzi è stato abbastanza favorevole, grazie anche alla riduzione delle importazioni dalla Spagna.


Novara 3,6% Torino 22,1% Verbania 0,8% Vercelli 4,4% Alessandria 14,7% Asti 11,9% Biella 2,5% Cuneo 39,9% La percentuale di aziende agricole divise per provincia in Piemonte

Appare in leggero calo, anche se per avere un quadro preciso occorrerà ancora qualche settimana, la produzione risicola, con qualità di buon livello. Sostanzialmente stabile la produzione di oleaginose, quali soia, girasole e pisello proteico. Il vigneto piemontese ha regalato una vendemmia di ottima qualità, anche se non abbondante, con un calo di produzione di circa il 10% rispetto all’anno scorso. Le gelate del mese di aprile e l’estate con un periodo di forte caldo alternato da violenti temporali hanno danneggiato prima le fioriture e poi il raccolto dei frutteti: in forte calo la produzione di pere (-70%), di pesche (-50%), di susine e kiwi (-30%), di albicocche (-35%). Segnalati cali produttivi anche per quanto

riguarda ciliegie (-20%) e mele (-12%). Produzioni ridotte, ma di ottima qualità, per le fragole e i piccoli frutti (ribes, lamponi, mirtilli). L’annata è stata favorevole per il castagno, con i frutti che non mostrano particolari anomalie. Nei mercati all’ingrosso si rilevano prezzi nella media del periodo che vanno da 3,20 a 3,50 euro/ Kg per il calibro da 80-85 pezzi per un chilo e da 3,90 a 4,10 euro/chilo per il calibro da 70-75 pezzi per un chilo (elaborazione Borsa Merci Telematica). La domanda non appare particolarmente vivace, ma si spera negli effetti positivi della ripresa delle fiere e delle sagre dopo il periodo di sospensione causato dall’emergenza Covid-19. Il meteo ha condizionato anche

le coltivazioni orticole in pieno campo: soddisfacente invece l’andamento del mercato, con prezzi in sostanziale tenuta. La prolungata siccità e il clima torrido dei mesi estivi hanno provocato problemi di produzione per prati, erbai e medicali, con perdite di raccolto del 30/40%. Sul fronte degli allevamenti zootecnici in generale si rileva un forte calo di redditività, dovuto all’aumento dei costi di produzione. In pesante difficoltà gli allevamenti avicoli (produzione di polli da carne, tacchini e uova), grandi consumatori di cereali e proteoleaginose. Si segnalano forti preoccupazioni per la pressione delle

NOCCIOLE

produzioni estere sul mercato dei bovini da carne, che continuano a scontare bassi prezzi all’origine. Continuano a permanere basse le quotazioni del latte alla stalla, con prezzi stazionari che penalizzano gli allevatori. Situazione pesante anche per i suini: dopo gli aumenti di prezzo degli animali vivi nel periodo tra aprile e agosto, nei mesi di settembre e ottobre si è registrata una significativa riduzione dei prezzi e attualmente, per quanto riguarda i suini da macello più pregiati (quelli di peso tra i 160 e i 176 kg) il prezzo è inferiore dell’1,13% rispetto all’anno scorso. Andamento particolarmente sfavorevole per l’apicoltura:

Produzione ridotta ma di buona qualità

Quest’anno la corilicoltura piemontese, al pari di quella nazionale, ha pagato il prezzo di una serie di eventi negativi. L’andamento meteorologico ha mostrato tutti i suoi lati peggiori conseguenti anche al cambiamento climatico, dalle gelate primaverili alla prolunga siccità, dalle temperature superiori alla media stagionale fino alle violente precipitazioni estive. A ciò si devono aggiungere altri fattori che hanno contribuito a deprimere le performances del noccioleto piemontese. Infatti, quella corilicola è una coltivazione soggetta ad alternanza, per cui dopo un anno di alti livelli produttivi, quale è stato il 2020, segue una raccolta meno generosa. Inoltre, soprattutto in alcune aree, sono stati molto pesanti gli attacchi di cimice asiatica, insieme a quelli di altre specie di cimice indigene, che hanno seriamente compromesso la qualità del prodotto. Diventano anche sempre più frequenti i danni provocati alle piante dalla macrofauna selvatica. A livello regionale la produzione, rispetto al 2020, è scesa di circa il 50– 55%, con una quantità complessiva che si aggira intorno ai 200-250 mila quintali. Il prezzo attualmente si attesta intorno ai 400-420 euro il quintale per partite di nocciole con buona resa e qualità.

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BOVINI DA CARNE

Quotazioni in calo e costi in forte salita

Nel 2021 il mercato nazionale delle carni bovine ha visto sostanzialmente confermato l’andamento piuttosto anomalo del 2020. Alla tenuta dei volumi offerti si è contrapposto un contenimento dei valori medi. L’Italia importa oltre il 50% della carne bovina che consuma, ma nonostante questo gli allevamenti zootecnici sono in difficoltà. I prezzi all’origine sono stazionari o in flessione e l’incremento del costo di tutte le materie prime, che negli ultimi sei mesi è stato di circa il 50%, incide in modo pesante sui costi dell’alimentazione degli animali, costringendo gli allevatori a lavorare in perdita. Non manca la preoccupazione per la pressione delle produzioni estere, che malgrado i diffusi aumenti continuano ad avere prezzi inferiori a quelli italiani. Le importazioni si sono comunque notevolmente ridotte, permettendo al mercato interno di mantenere un discreto equilibrio. Misure di sostegno all’ammasso hanno altresì permesso il congelamento dei tagli invenduti. I consumi domestici inoltre hanno in buona parte compensato quelli mancati del canale Ho.Re.Ca e anche nella GDO si è rilevata a una maggior presenza di prodotto italiano, venduto a prezzi in sostanziale tenuta. Per quanto riguarda il Piemonte occorre sottolineare che negli ultimi 10 anni il numero di allevamenti si è ridotto del 20%. Nel 2010 le stalle di bovini da carne erano 3.625, per 264.488 capi allevati. A luglio del

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2021 il numero degli allevamenti è sceso a 2.828, con 239.821 capi. In provincia di Cuneo, dove il comparto è maggiormente radicato rispetto ad altre aree della regione, il calo è stato più contenuto: se nel 2010 le aziende con bovini da carne erano 1.103, per un totale di quasi 125 mila capi, nel 2021 il numero di allevamenti è sceso a 999, per complessivi 122 mila animali. Gli allevamenti nella Granda hanno fatto registrare dunque una diminuzione di poco superiore al 9%, rispetto al -22% del dato regionale. Se questa situazione dovesse perdurare, numerose altre stalle saranno destinate alla chiusura, con un danno rilevante per quanto riguarda la qualità delle produzioni piemontesi, la filiera agro-zootecnica e la tutela del paesaggio. Sono molte, infatti, le mandrie che nei periodi estivi raggiungono gli alpeggi, contribuendo a mantenere viva l’economia montana. Anche il comparto della Razza Piemontese, che fino a qualche anno fa sembrava al riparo da crisi di mercato, fa registrare una flessione dei prezzi dei bovini. A febbraio dell’anno scorso i vitelloni da macello di Piemontese erano pagati mediamente 3,90 euro al chilo peso vivo; oggi circa 3,15 euro al chilo. Il calo delle quotazioni dei bovini è del 25%, mentre i costi di alimentazione degli animali nello stesso periodo di tempo sono aumentati di oltre il 55%, fatto che spinge molti allevatori a valutare la conversione della produzione.

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le numerose avversità meteorologiche hanno causato una forte riduzione delle rese dei mieli primaverili più importanti e compromesso anche le produzioni estive.

Commenti di Confagricoltura Continua a ridursi il numero delle imprese agricole. In base ai dati dell’Anagrafe Unica della Regione Piemonte le aziende agricole erano 70.780 nel 2005, 62.706 nel 2010, 42.150 l’anno scorso e 40.152 quest’anno. In provincia di Cuneo le imprese attive nel 2021 sono 16.030, in calo rispetto alle 16.720 del 2020. “Nonostante la riduzione del numero delle imprese si mantiene sostanzialmente stabile la percentuale di giovani agricoltori: i titolari di azienda con meno di 41 anni erano il 14% nel 2010, mentre quest’anno sono il 13,6%. “Ciò significa che il settore primario ha la necessità di un forte ricambio generazionale - dichiara il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro - per poter affrontare con vigore le nuove sfide sul fronte della competitività e dell’internazionalizzazione”. Secondo i più recenti dati Istat gli occupati in agricoltura nel 2021 sono cresciuti del 10,4%, il migliore risultato tra tutti i settori, che in media registrano appena un +1,9%. Cresce soprattutto il numero di giovani agricoltori, con un incremento dell’8% negli ultimi cinque anni, in netta

GIOVANI

13,6% % di agricoltori under 40 in Piemonte

AGRICOLTORI controtendenza rispetto al dato generale degli imprenditori under 35, che crollano dell’11% nello stesso periodo. Il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia rimarca che “occorre migliorare l’efficacia delle politiche agricole per favorire uno sviluppo sostenibile delle imprese: si tratta di utilizzare meglio i fondi del Programma dello sviluppo rurale, intensificando la collaborazione nella Conferenza Stato Regioni e accelerando il confronto sulla nuova programmazione regionale. Senza scordare inoltre due problemi che ci assillano da troppo tempo – conclude Allasia – e che devono trovare al più presto soluzione: la riduzione della burocrazia e la lotta agli animali selvatici che rappresentano ormai una piaga per le imprese agricole piemontesi”. Durante la conferenza di presentazione dell’annata agraria, introdotta da un video-saluto dell’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa, è intervenuto anche il presidente nazionale Massimiliano Giansanti che ha sottolineato: “La politica


IN PRIMO PIANO

agricola comunitaria (oggi la spesa agricola vale il 38% del bilancio Ue, ma è destinata a ridursi ancora, ndr) finora ha garantito ai cittadini cibo di qualità, salubre e in quantità. La nuova impostazione è a forte vocazione sociale: ci sarà un riequilibrio delle erogazioni a favore delle piccole imprese. Ciò che non occorre perdere di vista - ha aggiunto Giansanti - è il sostegno alla competitività delle imprese che per essere sostenibili devono assicurare un reddito adeguato agli agricoltori”. Il presidente di Confagricoltura ha ancora ricordato il contributo ecosistemico dell’agricoltura in termini di contrasto al cambiamento climatico. “Lavoreremo per sfruttare meglio boschi e foreste e per avviare un piano straordinario di produzione di proteine vegetali che riduca la nostra dipendenza dall’estero ha concluso Giansanti - augurandoci che l’agricoltura possa utilizzare appieno i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per continuare ad offrire il proprio contributo alla valorizzazione dell’ambiente”.

VANNO USATI MEGLIO I FONDI DEL PSR, OCCORRE RIDURRE LA BUROCRAZIA E CONTRASTARE LA FAUNA SELVATICA

BOVINE DA LATTE

Produzione in aumento e prezzi alla stalla non adeguati

La produzione piemontese di latte consegnata ai primi acquirenti nei primi tre mesi del 2021 è stata superiore del 4,84% rispetto al medesimo periodo del 2020, attestandosi intorno alle 284.200 tonnellate contro 271.120 (elaborazione Regione Piemonte su dati SIAN-AGEA). Anche gli attuali volumi di raccolta sono superiori a quelli raggiunti nella precedente campagna, che rappresentavano i maggiori finora registrati. Sul fronte dei prezzi, nel 2021 il latte spot alla stalla in Italia è aumentato del 13%, con un trend positivo che coinvolge anche burro e formaggi. L’andamento favorevole delle quotazioni, dovuto in parte all’emergenza Covid che ha fatto aumentare la richiesta, è stato però accompagnato da un significativo aumento del prezzo di quasi tutte le commodities, compresi gli alimenti destinati agli animali da reddito. Permangono invece basse le quotazioni del latte alla stal-

MIELE

la, con prezzi stazionari che penalizzano gli allevatori. Il costo di una razione standard per bovine in lattazione nel periodo agosto 2020 - agosto 2021 è aumentato di 1,2 euro a capo al netto dell’Iva, erodendo in questo modo tutti i possibili guadagni per gli allevatori. Tra gli allevatori, secondo le più recenti analisi di ISMEA, nonostante le buone prospettive per i prossimi due - tre anni in considerazione della ripresa della domanda su scala mondiale, permane un senso di sfiducia. La tensione sui mercati dei cereali e dei semi oleosi potrebbe infatti rimanere sostenuta anche nei prossimi mesi. Il calo degli stock mondiali, la forte accelerazione delle importazioni cinesi, l’aumento dei costi di trasporto e le misure commerciali adottate da alcuni dei principali Paesi esportatori potrebbero minare significativamente la redditività e la produttività delle stalle.

Forte riduzione, quando non azzeramento, di tutti i tipi di prodotto

Le numerose avversità meteorologiche che si sono verificate nella primavera del 2021 hanno causato una forte riduzione, quando non addirittura l’azzeramento, delle rese dei mieli primaverili più importanti e compromesso anche le produzioni estive, a loro volta condizionate dalla prolungata siccità. Gli apicoltori sono spesso dovuti intervenire con la nutrizione di emergenza per gran parte della stagione, con il rischio di perdita del patrimonio apistico. La produzione di miele di acacia è stata praticamente nulla in tutto il territorio nazionale. Le piante sono fiorite in ritardo e in modo disomogeneo, la resa in nettare è stata scarsa e l’attività delle api bottinatrici è stata ostacolata dalle basse temperature e dai venti. In Piemonte le rese sono state inconsistenti, o quasi, in tutti gli areali. In rari casi è stato possibile ottenere una produzione, ma con parametri tali da renderla non sempre commercializzabile come monoflora. Anche le rese del tiglio di pianura sono

state scarse, così come quelle del tiglio di montagna, in particolare laddove i violenti temporali e le grandinate del mese di luglio hanno compromesso la fioritura. Le medie produttive piemontesi sono stimabili in soli 5 chili per alveare, anche molte famiglie hanno sofferto lo stress nutrizionale dei mesi di aprile e maggio. Il freddo e i temporali hanno influito anche sul tiglio di alta montagna, la cui resa è stata praticamente nulla in provincia di Cuneo. Per quanto riguarda il castagno occorre segnalare che i raccolti sono stati piuttosto scarsi anche a causa del ridotto potenziale produttivo delle famiglie di api stressate dalle avversità dei mesi precedenti. La media regionale stimata è di 10-15 chili per alveare (15 chili per alveare nel Cuneese). Infine, per il millefiori d’alta montagna delle Alpi il raccolto si è attestato sui 5 chili per alveare nel Cuneese (con punte di 12 kg per alveare in alcune zone limitate).

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POLITICA AGRICOLA COMUNE

LE AZIENDE DOVRANNO FAR I CONTI CON UNA RIDOTTA DOTAZIONE FINANZIARIA

“U

no stravolgimento epocale destinato a trasformare le principali finalità della PAC da economiche ad ambientali e sociali. L’agricoltore del prossimo, immediato, futuro dovrà adeguarsi ad una nuova terminologia indissolubilmente legata alla nuova PAC. Ecoschemi, sostegno redistribuito, sostegno sociale sono concetti che gli dovranno gioco forza diventare familiari e con cui dovrà avere confidenza se vorrà continuare a essere protagonista del mercato”. Ha descritto così Enrico Allasia (presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte) l’impatto della riforma della Politica Agricola Comune in vigore dal 1° gennaio 2023 durante il convegno online “La nuova PAC. Prospettive, esigenze e strategie” organizzato da Confagricoltura Cuneo e Siena, in collaborazione con la Camera di Commercio di

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La nuova Pac richiederà sfide molto impegnative IL FUTURO DELLA PROSSIMA POLITICA EUROPEA AL CENTRO DI UN WEBINAR DI CONFAGRICOLTURA CUNEO E SIENA di Fabio Rubero

Cuneo. Un evento che ha visto le testimonianze di agricoltori italiani, francesi e spagnoli e durante il quale hanno relazionato anche, tra gli altri, Paolo De Castro (vicepresidente Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo), Stefania Saccardi (assessora all’agricoltura Regione Toscana), Giuseppe Blasi (capo Dipartimento DIPEISR) e Roberto Scalacci (direttore Direzione Agricoltura e Sviluppo Rurale della Regione Toscana).

Europea entro il prossimo 31 dicembre, termine entro il quale i singoli stati membri dovranno redigere i piani strategici nazionali. Nella nuova PAC vengono confermati i tre strumenti di erogazione dei contributi: pagamenti diretti (3,6 miliardi), misure di mercato (417 milioni) e sviluppo rurale (3 miliardi) per un totale di circa 7,1 miliardi. Una cifra importante dunque, inferiore di circa 300 milioni rispetto alla precedente, ma comunque garantita fino al 2027.

Le cifre

Alcune delle novità

Presente anche il professor Angelo Frascarelli (Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali dell’Università degli Studi di Perugia) che ha illustrato i dettagli della nuova PAC che partirà il 1° gennaio 2023 “i cui effetti sentiamo già ora nel periodo transitorio 2021-2022” e i cui regolamenti verranno approvati dall’Unione

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Una delle novità riguarda la nuova composizione dei pagamenti diretti che vedono ridotta la “quota base” a fronte però di un aumento delle voci opzionali aggiuntive. Tra queste la principale novità è rappresentata dai quarantuno ecoschemi (“Regime per il clima e l’ambiente”) previsti dall’Unione Europea dei

quali l’Italia ne adotterà sette. Riguarderanno la riduzione dell’impiego di antimicrobici in zootecnia, la diffusione dell’agricoltura biologica, la riduzione dell’uso/rischio di prodotti fitosanitari, il contrasto al degrado del suolo, la conservazione di prati e pascoli, l’aumento di carbon stock dei suoi e la copertura vegetale ai fini della biodiversità.

Cosa cambia per gli agricoltori? Posto che, per avere un quadro di insieme definitivo, occorre sapere se l’Italia (entro il 31 dicembre) adotterà una distribuzione senza titoli (uguale per tutti) o con i titoli (diversificata a seconda delle esigenze), il professor Frascarelli ha illustrato una simulazione basata comunque su supposizioni (per i motivi di cui sopra) che porterebbe, in caso di distribuzione senza titoli e di una scelta di destinare il

46% ai pagamenti di base, a un’erogazione minima di 173 euro per ettaro. “Sentendo queste cifre l’agricoltore si preoccupa – ha commentato Frascarelli –, ma occorre precisare che si tratta soltanto del pagamento di base a cui andrebbe aggiunto un eventuale altro pagamento (54%) legato comunque ad ulteriori impegni a carico dell’agricoltore”.

Condizionabilità ambientale e sociale “Un pagamento di base che, tuttavia, sarà comunque soggetto a una condizionalità che viene rafforzata dal punto di vista ambientale – ha aggiunto Frascarelli –. Dunque l’agricoltore, a fronte di una cifra più bassa, deve restituire di più in termini ambientali. Un fatto che risponde anche alle infondate critiche degli ambientalisti secondo cui la nuova PAC non chiederebbe abbastanza agli agricoltori dal punto di vista ambientale. Non è affatto vero. Viene inoltre introdotta la ‘condizionalità sociale’ in conseguenza della quale, prima di ricevere il contributo, l’azienda dovrà dimostrare di rispettare del tutto le norme sul lavoro.


Un fondo per la gestione del rischio Una parte della voce “pagamenti diretti” verrà trattenuta per alimentare la gestione del rischio attraverso l’istituzione di un fondo dedicato che ha l’obiettivo di risolvere una tipologia di danno tra le più ricorrenti in Italia, quella catastrofale (siccità, gelo, alluvioni, ecc.) che rappresenta il primo dei tre livelli attraverso i quali la nuova PAC vuole affrontare la gestione del rischio. Il secondo livello è basato sulle polizze assicurative agevolate, mentre il terzo livello è rappresentato da un’azione di prevenzione da parte dell’agricoltore che dovrà sempre più agire preventivamente utilizzando varietà e cultivar più resistenti, utilizzare reti di difesa delle colture, ecc.

Il punto di vista di Confagricoltura A Vincenzo Lenucci (direttore Politiche Europee, Competitività e Ufficio Studi di Confagricoltura) il compito di esporre il punto di vista dell’associazione da lui rappresentata. “Il tempo stringe – ha detto – perché entro il 31 dicembre vanno prese decisioni importanti e vanno fatte

molte scelte anche sui pagamenti diretti. Ci dobbiamo chiedere, tutti insieme, quale agricoltura vogliamo alla luce delle grandi sfide che ci attendono. Occorre un dibattito approfondito, non tecnico ma politico, che metta al centro il potenziale produttivo nonché la funzione produttiva delle aziende agricole e il loro ruolo nello sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale. L’ambiente è al centro della nuova PAC, ma dobbiamo capire se questa scelta è stata fatta tenendo conto della produttività delle aziende perché non possiamo non considerare che, ad esempio, con la strategia “Farm to Fork”, Bruxelles pare avere dimenticato che l’agricoltura produce quel bene, cioè il cibo, che è il primo elemento di sostenibilità per il pianeta perché senza di esso non c’è sostenibilità che tenga. Alcuni comparti, alcune filiere, alcuni territori avranno molte problematiche legate a una drastica riduzione dei pagamenti diretti e dunque dovremo vigilare per fare in modo che queste mancanze vengano compensate. Occorre insomma che tutti gli attori (Ministero, regioni, partenariato sociale)

prendano insieme decisioni strategiche facendo analisi di filiera, di settore e dell’evoluzione delle aziende da cui deve nascere la scelta degli strumenti e delle azioni da adottare. Dobbiamo scegliere tutti insieme e in maniera integrata perché ogni scelta deve essere conseguente ad un’altra”. Va insomma costruito uno scenario complessivo degli incentivi alle misure agroambientali coerente con l’obiettivo della tenuta della competitiva del sistema agricolo nazionale.

Sforzi enormi confronto aperto “Anche se in questi anni ne abbiamo compiuti parecchi, talvolta anche sostanziali siamo chiamati

TRANSIZIONE ECOLOGICA

a un nuovo e ulteriore sforzo. In Europa l’Italia è probabilmente lo stato che più di altri ha portato innovazione, digitalizzazione e sostenibilità. Oggi però siamo chiamati a fare ancora un ulteriore passo in quella direzione e lo faremo all’interno di quella che è una sfida che vede coinvolto tutto il mondo delle aziende e delle associazioni dell’agricoltura. Dal canto nostro, porteremo in Regione, all’assessore competente, le tante istanze delle aziende che rappresentiamo per fare in modo che il prossimo PSR, per quanto di sua competenza, tenga significativamente conto di quelle che sono le nostre esigenze e le nostre necessità. Sappiamo benissimo

PAC

7,1

miliardi di euro della nuova PAC 2023-2027

I FONDI che è una partita difficile, anche perché si gioca a livello comunitario, e che verranno richiesti maggiori impegni a fronte di una diminuita disponibilità economica, ma è una sfida a cui il mondo dell’agricoltura non può sottrarsi e che, anzi, deve affrontare come attore principale”. Tutti gli atti del convegno sono scaricabili dal sito www. confagricolturacuneo.it.

Servono soluzioni innovative e investimenti sull’agricoltura

“Negli ultimi anni in Europa sono stati ridotti il ricorso alla chimica nei processi di produzione e l’emissione di gas ad effetto serra (meno 25% dal 1990), senza però tagliare le produzioni. Siamo consapevoli che dobbiamo accrescere il nostro contributo alla transizione ecologica, ma non servono i divieti. La strada da seguire è quella delle innovazioni e degli investimenti. Il settore agricolo è dalla parte delle soluzioni”. Lo ha dichiarato il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a margine di un convegno organizzato a fine ottobre all’interno di Ecomondo 2021. “La transizione ecologica dovrà comunque essere sostenuta da soluzioni innovative sui diversi comparti, al fine di mantenere la competitività del settore e rispondere alle esigenze messe in evidenza dall’emergenza Covid: garantire l’approvvigionamento di prodotti agricoli, sempre più di qualità e a prezzi contenuti” ha concluso Giansanti che ha anche sottolineato come occorra un piano straordinario di investimenti in grado di accompagnare le aziende del comparto al raggiungimento dell’ambizioso obiettivo dell’impatto climatico zero entro il 2050 che l’UE si è data.

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A TUTTO CAMPO

Più risorse e tempi congrui per la revisione dei trattori COSÌ CONFAGRICOLTURA DURANTE UN CONVEGNO SVOLTOSI ALL’EIMA DI BOLOGNA. INTERESSATI DUE MILIONI DI VEICOLI IN ITALIA

“I

l processo di revisione delle macchine agricole dovrà essere accompagnato da un adeguato, efficiente e condiviso impianto normativo ed organizzativo, da un tempo congruo, nonché da un piano straordinario di risorse adeguate ad accelerare l’ammodernamento del parco macchine italiano”. Lo ha detto Confagricoltura intervenendo alla tavola rotonda del convegno su “Obiettivi e

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priorità del nuovo piano nazionale sulla prevenzione”, che si è svolto a Bologna, all’EIMA.

Tutto il processo sia più snello L’organizzazione ha poi chiesto che il processo di revisione venga reso più snello e focalizzato sui punti di controllo ritenuti prioritari per ciascuna tipologia di macchina oggetto di revisione, tenendo conto che il numero di veicoli

che in poco tempo dovrà essere sottoposto a revisione, è stimato in circa 2 milioni, con mediamente 20 anni di età. Inoltre, il processo di revisione dovrebbe prevedere la possibilità che i centri di controllo utilizzino unità mobili in grado di effettuare la revisione direttamente presso gli agricoltori. Questa è una pratica già in uso in alcuni territori con riferimento alle attività di riparazione. Ciò risulta anche fondamentale per salvaguardare determinate specificità territoriali, considerando che non sempre le officine di riparazione sono collocate in ambito rurale, nonché per la revisione dei trattori cingolati che altrimenti avrebbero notevoli difficoltà ad essere portati a revisione in centri fissi. “Il tema della revisione delle macchine agri-

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cole – ha concluso il vicepresidente di Confagricoltura, Sandro Gambuzza – è strettamente collegato al rinnovamento del parco macchine: occorre proseguire nell’azione, sicuramente prioritaria ai fini della sicurezza, di incentivare la sostituzione delle macchine”.

Fondi “ad hoc” previsti dal Pnrr La forte ripresa degli investimenti per l’acquisto di mezzi meccanici legata anche al credito di imposta, fortemente voluto da Confagricoltura, è un segnale positivo che affianca l’azione portata avanti dall’Inail con il bando ISI agricoltura. “Ora si attende la prossima attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza che prevede un investimento specifico sull’innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo, con 500 milioni di euro”.

PRATICHE SLEALI

Confagricoltura: passo avanti per l’equilibrio della filiera agroalimentare

“L’approvazione, in Consiglio dei Ministri, dello schema di decreto legislativo che vieta le pratiche sleali nei rapporti commerciali della filiera agroalimentare è una notizia positiva. Ci riserviamo di valutare nel dettaglio il testo definitivo, non appena verrà ufficialmente licenziato”. Questo il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, al provvedimento approvato che tutela le imprese nei rapporti tra filiera agricola e alimentare. “Da sempre - aggiunge - chiedevamo di recepire la direttiva comunitaria per ridare fiducia e stabilità agli operatori e al mercato, raziona-

lizzando e rafforzando il quadro nazionale esistente sin dal 2012”. L’impianto del decreto garantisce la riservatezza nella presentazione delle denunce e valorizza il ruolo delle organizzazioni a tutela dei propri associati. Tra le pratiche sleali individuate, di attualità la garanzia del divieto della vendita di prodotti agricoli a prezzi al di sotto dei costi di produzione “che - precisa Giansanti - tutela la redditività dei nostri imprenditori”. Confagricoltura auspica infine che nella formulazione finale del testo vengano tenute in adeguata considerazione le specifiche esigenze del settore vivaistico.

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La comitiva di giornalisti, blogger e organizzatori che ha partecipato al press tour di Cascine Piemontesi

Eccellenze raccontate a giornalisti e blogger TOUR PER OPERATORI DELLA COMUNICAZIONE TRA LE TIPICITÀ DELLE AZIENDE DI CASCINE PIEMONTESI di Paolo Ragazzo

U

n tour tra le bontà enogastronomiche del Piemonte, per poterle prima conoscere, degustare e, poi, raccontare e promuovere. È quanto proposto dal consorzio Cascine Piemontesi di Confagricoltura Cuneo lo scorso 22 e 23 ottobre a circa una ventina di giornalisti e blogger specializzati

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in “Food & Wine” provenienti da Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Corea del Sud. La due giorni, organizzata nell’ambito della sottomisura 3.2 del Psr, prevedeva di scoprire, assaporare e respirare le specialità di Saluzzese, Monregalese e Albese. E così è stato. Protagoniste indiscusse di questa importante iniziativa oltre 50 aziende agricole e le loro eccellenze enogastronomiche, in particolare le produzioni Doc, Docg, Dop e Igp della provincia di Cuneo, ma anche del resto del Piemonte.

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Si è partiti da Saluzzo dove, dopo una breve visita del centro cittadino, la kermesse è entrata nel vivo nella splendida cornice de “Le Quattro Stagioni d’Italia”. Il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio, e il responsabile di zona Saluzzo e Savigliano, Marco Bruna, hanno illustrato ai presenti le finalità e gli obiettivi del consorzio oltre alle peculiarità del territorio dell’antico Marchesato e delle sue vallate, prima di lasciare spazio alle aziende e alle loro tipicità per un momento di degustazione. Nella tappa saluzzese, in particolare, sono stati presentati: dolci, gelati, formaggi, miele biologico, prosciutto crudo di Cuneo DOP, riso biologico Carnaroli, carni provenienti da aziende agricole certificate secondo il regime SQNPI, produzioni ortofrutticole e mela rossa IGP, cereali, lumache, salumi di suino nero piemontese e vini saluzzesi.

Dopo pranzo, giornalisti e blogger si sono trasferiti a Vicoforte; qui hanno dapprima visitato il Santuario Montis Regalis e successivamente sono stati accolti al ristorante “Il Groglio” dal presidente di Cascine Piemontesi e di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, dal responsabile zona di Mondovì Valter Roattino e dallo chef Paolo Pavarino. Cuore dell’appuntamento i seguenti prodotti tipici delle tradizioni e dell’area monregalese: castagne biologiche, formaggi Bra DOP e Raschera DOP, carni e lardo provenienti da aziende agricole certificate secondo il regime SQNPI, farine biologiche e prodotti da forno, Nocciola Piemonte IGP, succhi di frutta, vini DOC e DOCG. È seguita la cena. Il giorno successivo la comitiva si è trasferita alla volta di Dogliani dove, presso il teatro Sacra Famiglia, prima ha ascoltato l’intervento di Gianluca Demaria, presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Piemonte, poi è stata introdotta alla conoscenza di oltre 25 vini a Denominazione d’Origine, bianchi e rossi, della provincia di Cuneo e del Piemonte, prodotti da una ventina di cantine consorziate. Terminato il pranzo presso “Il verso del Ghiottone”, il

UNA DUE GIORNI DEL GUSTO TRA PRODOTTI DOP E IGP, VINI DOC E DOCG DELLA PROVINCIA DI CUNEO


CASCINE PIEMONTESI

gruppo di operatori della comunicazione ha concluso la due-giorni alla mostra mercato “Incontriamoci in Fiera” presso la Fiera internazionale del Tartufo Bianco ad Alba. “Siamo soddisfatti della riuscita di questo evento che ha rappresentato un’occasione importante per far conoscere il consorzio Cascine Piemontesi e le aziende consorziate ad operatori specializzati del settore Food & Wine – ha dichiarato il presidente del consorzio, Enrico Allasia -. Il press tour è stato infatti un modo originale per raccontare il territorio e le eccellenze agroalimentari a giornalisti, influencer,

Saluzzo, Vicoforte e Dogliani le sedi coinvolte nel percorso alla scoperta delle aziende e dei loro prodotti

blogger, critici ed esperti, con l’obiettivo di facilitare la loro testimonianza di ambasciatori della qualità

dei prodotti enogastronomici delle nostre terre. Crediamo che quanto realizzato possa dare già nel breve

e medio termine i suoi frutti in termini di promozione e valorizzazione del nostro territorio”.

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CASCINE PIEMONTESI

Cascine Piemontesi al debutto a Cuneo e Alba LE AZIENDE DEL CONSORZIO PROMOSSO DA CONFAGRICOLTURA PROTAGONISTE ALLE DUE IMPORTANTI FIERE D’AUTUNNO di Paolo Ragazzo

L

o avevamo annunciato sul precedente numero de “L’Agricoltore cuneese” e ora, a cose fatte, possiamo dirlo senza timore di essere smentiti. Dopo i difficili mesi trascorsi a fare i conti con le ondate più violente della pandemia da Covid-19, che hanno costretto a frenare o a mettere in stand-by gli eventi pubblici, l’autunno del 2021 sarà ricordato anche per la ripresa delle grandi fiere del territorio cuneese. Sono ripartite, infatti, nel miglior modo possibile ad ottobre la Fiera Nazionale del Marrone di Cuneo e la Fiera internazionale del Tartufo Bianco di Alba. Ad entrambi gli appuntamenti

Confagricoltura Cuneo era presente con le aziende del consorzio Cascine Piemontesi che si sono dette tutte entusiaste dell’ottima riuscita degli eventi. A Cuneo, dal 15 al 17 ottobre, migliaia di visitatori, dopo lo stop forzato dello scorso anno, sono tornati a prendere parte, in maniera ordinata per via delle misure di sicurezza e anti assembramento, alla kermesse in piazza Galimberti dedicata al tradizionale frutto tipico dei boschi cuneesi. “È stata una gradita e riuscita ripartenza per una delle rassegne più importanti della nostra provincia - ha dichiarato Adriano Rosso, responsabile Confagricoltura zona di Cuneo -. L’accesso rego-

Visitatori tra gli stand in piazza Galimberti a Cuneo

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lamentato all’area fieristica ha comportato l’afflusso di gente interessata davvero a conoscere e acquistare i prodotti delle aziende partecipanti, con soddisfazione reciproca di utenti ed espositori. Da valutare un eventuale prolungamento futuro della Fiera su più giorni, come paventato da qualcuno”. È stato un momento di confronto importante con i produttori, non solo del territorio cuneese, alla scoperta di numerose eccellenze enogastronomiche. Tra queste: castagne, succhi, marmellate, nocciole, vini, biscotti, dolci e riso. Ad Alba, invece, il 23 e 24 ottobre è stata la centralissima piazza Duomo ad essere animata dalle imprese di Cascine Piemontesi e dai loro prodotti di qualità. Per tutto il weekend migliaia di persone hanno potuto passeggiare tra gli stand di aziende agricole che hanno presentato i loro prodotti enogastronomici accompagnando i visitatori in un viaggio alla scoperta dei sapori e delle Denomina-

Il pubblico in piazza Duomo ad Alba

zioni di Origine che il territorio esprime. Nocciole IGP e derivati, zafferano, gelati artigianali, farine, vini DOC E DOCG (tra cui Barolo, Barbaresco, Arneis, Barbera d’Alba e Langhe Nebbiolo), verdura e frutta da aziende bio certificate SQNPI, formaggi, riso e salumi sono solo alcuni dei prodotti messi in vetrina. “È andata in archivio una delle migliori edizioni dell’evento - ha sottolineato Fabio Fogliati, responsabile Confagricoltura zona di Bra -. Complice anche il bel tempo, è stato incessante l’afflusso dei visitatori che hanno voluto conoscere meglio i prodotti esposti e fare scorte di tipicità enogastronomiche cuneesi. Interessanti, poi, le sinergie che si sono create tra aziende diverse per fornire una gamma più completa di prodotti. Quest’anno,

inoltre, siamo stati presenti con uno stand istituzionale di Cascine Piemontesi dove abbiamo illustrato tutti i vantaggi per le aziende che intendono aderirvi e distribuito una brochure con i percorsi esperienziali eno-gastronomici individuati sul territorio”. Le iniziative del consorzio non si esauriscono qui, anzi sono allo studio nuove e interessanti opportunità per le aziende aderenti. Chi volesse saperne di più o desiderasse aderire a Cascine Piemontesi può telefonare al numero 0171/692143 o mandare una mail a f.dalmasso@ confagricuneo.it.


SILVICOLTURA

BOSCHI

37% % superficie piemontese coperta da boschi

“C

IN PIEMONTE

on oltre 11 milioni di ettari boschivi e quasi il 40% di superficie nazionale coperto da boschi e foreste, l’Italia rappresenta il 5% dell’intero patrimonio verde europeo. L’Italia deve essere più consapevole del ruolo che i boschi ricoprono”. Sono le parole usate dal presidente della Federazione Nazionale di Prodotto (FNP) Risorse Boschive, Enrico Allasia, al convegno “Alberi, boschi e agro-forestazione: le infrastrutture verdi a supporto dell’ambiente, dell’economia e della qualità della vita”, organizzato a Ecomondo da Confagricoltura in collaborazione con il Comitato tecnico scientifico di Ecomondo e l’Università della Tuscia di Viterbo (Unitus).

Più boschi anche in Piemonte Una superficie boschiva in costante crescita da dieci anni, eppure le criticità non mancano. In Piemonte negli ultimi 60 anni le superfici boscate del territorio subalpino sono aumentate dell’80%, arrivando ad occupare il 37% del territorio regionale, con 1 miliardo di alberi, 52 specie arboree e 40 specie arbustive. “Le infrastrutture verdi - ha spiegato il presidente della FNP - da tempo aspettano risorse adeguate. Il quadro degli obiettivi 2030 è definito dal Green New Deal europeo. Dobbiamo fare rete per cavalcare queste opportunità che si stanno concretizzando anche con il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Bisogna lavorare su più fronti, tra i quali c’è di sicuro quello di una vivaistica forestale il più possibile basata su materiale autoctono”.

Servono più risorse per valorizzare boschi e foreste CON IL PNRR SI POTRÀ INTERVENIRE SULLE AREE NATURALI DEGRADATE, INTEGRANDOLE NEL PATRIMONIO BOSCHIVO ITALIANO In diretta streaming è intervenuta Alessandra Stefani, direttrice generale per la valorizzazione dei territori e delle foreste del Mipaaf. “L’Italia ha il 31,8% delle proprie zone boschive in aree protette - ha commentato la dirigente ministeriale -, una percentuale che supera l’obiettivo dei 30 punti fissato nella strategia della biodiversità della UE”. Stefani ha poi toccato un punto molto sentito dalle imprese forestali, quello dei pagamenti per i servizi ecosistemici, attualmente non previsti. “Stiamo andando verso la definizione, a livello europeo, di schemi di pagamento che rimborsino le imprese per i servizi di manutenzione e prevenzione dei rischi di incendio e idrogeologici che interessano tutta la comunità”. “Con il Pnrr potremo intervenire sulle aree naturali degradate, recuperandole e integrandole nel patrimonio boschivo italiano. Un importante ruolo lo ricoprirà il Comitato per il Capitale Naturale, istituito nel 2019 dal ministero per la Transizione Ecologica”, ha detto Giuseppe Scarascia Mugnozza, direttore del Dipartimento per l’Innovazione dei sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali dell’Unitus e moderatore del convegno di Confagricoltura a Ecomondo 2021.

L’adesione ad Alberitalia Sempre nel corso di Ecomondo, Confagricoltura ha comunicato l’adesione ad Alberitalia, la fondazione dedicata alla promozione delle attività di rimboschimento e manutenzione del patrimonio verde italiano. Il capitale boschivo italiano ha bisogno di essere valorizzato, fornen-

do agli operatori economici che lo gestiscono le necessarie infrastrutture che ne garantiscano l’accessibilità. L’adesione ad Alberitalia va in questa direzione, per avanzare insieme proposte per l’uso più giusto dei 330 milioni di euro previsti dal Pnrr per il settore.

ENTRO IL 2030

Mille miliardi di nuovi alberi a livello globale Mille miliardi di alberi da piantare a livello globale entro il 2030, per contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico. È l’obiettivo fissato nel documento finale del G20 che si è svolto a Roma. “La decisione assunta dai leader del G20 rappresenta l’ennesimo riconoscimento del ruolo che la forestazione può svolgere contro il riscaldamento globale - dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -. In Italia, grazie al processo di fotosintesi, le foreste già assorbono 40 milioni di tonnellate di CO2 l’anno che equivalgono al 10% delle emissioni complessive di gas ad effetto serra”. Risultati si potranno ottenere anche con la piantumazione di alberi nelle aree urbane e periurbane e l’agroforestazione nelle aree rurali. Oltre al ruolo essenziale svolto dalle foreste il G20 ha pure ribadito l’importanza delle energie rinnovabili. “Le innovazioni tecnologiche già consentono di far coesistere le esigenze di salvaguardia del potenziale produttivo agricolo con il processo di decarbonizzazione”, conclude Giansanti.

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ZOOTECNIA

“L

a situazione conseguente al Decreto ministeriale ‘Tipi genetici’ resta molto preoccupante e il comparto ne subirà gravi conseguenze”. È questa la posizione del presidente della Federazione Nazionale di Prodotto Allevamenti Suini di Confagricoltura Rudy Milani, che richiama con gravità l’attenzione su una vicenda che potrebbe portare un danno consistente a tutta la filiera. Come è noto, il Dm del 5 dicembre 2019 che sta per entrare in vigore indica i nuovi parametri, decisamente restrittivi rispetto ai precedenti, per individuare le linee genetiche autorizzate per le produzioni Dop del Prosciutto di Parma e del San Daniele. La maggior parte degli oltre 20 tipi genetici per i quali è stata finora presentata la domanda di valutazione ha ricevuto notifica di preavviso di rigetto. In sostanza, moltissimi suini finora utilizzati per le Dop sarebbero inadeguati. A ciò si aggiunge la proposta di modifica dei Disciplinari di produzione dei due prosciutti Dop, sulla quale il punto di vista di Confagricoltura è sempre stato critico: “Abbiamo proposto di modificare i testi in più occasioni ai tavoli competenti, senza mai essere stati ascoltati”, puntualizza Milani. Il combinato disposto dell’adozione dei nuovi disciplinari e del decreto sulla genetica potrebbe portare all’esclusione dal 50% all’80% dei suini finora destinati alle Dop. Sono numeri decisamente alti, che fanno capire immedia-

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Prosciuttti DOP, dubbi sulla nuova genetica LE NUOVE LINEE ESCLUDEREBBERO LA MAGGIOR PARTE DEI SUINI DESTINATI ALLE DENOMINAZIONI di Davide Rossi

tamente l’entità del problema e che sono stati più volte presentati agli attori della filiera. “Sembra che nessuno però se ne voglia occupare o li prenda seriamente in considerazione: non si rendono conto – sottolinea ancora Milani – che questo potrebbe essere un vero e proprio de profundis per le Dop italiane del prosciutto, che si troveranno ad avere gli stessi costi di gestione con numeri molto più bassi di capi e conseguentemente di cosce”.

Quali ripercussioni? È l’ennesima tegola su un settore che ha vissuto negli scorsi anni momenti di gravissima difficoltà, come i nostri lettori ricorderanno. Alcune indiscrezioni che trapelano dal ministero non lasciano ben sperare sull’accoglimento delle perplessità presentate da Confagricoltura e che sono condivise anche da tutte le altre sigle che insistono sul comparto suinicolo. Cosa potrebbe accadere? La situazione è molto fluida ma il dato di fatto è che la materia prima per le Dop si ridurrà moltissimo: questo potrebbe innescare lo sviluppo di marchi privati, che avrebbero la

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SUINI

50%

% minima di esclusi dalle DOP con la nuova possibile genetica

NON PIÙ DOP possibilità di commercializzare un prodotto di qualità pari a quello delle Dop perché proveniente da linee genetiche finora utilizzate per quella finalità, magari a costi più contenuti e creando un nuovo brand alimentare in concorrenza con quelli dei consorzi. Del resto, non è pensabile che le linee genetiche scartate siano eliminate dai processi produttivi senza che vengano monetizzati gli sforzi finora compiuti.

Voci dalla Granda Le voci che arrivano dagli allevatori della Provincia Granda sono unanimi: questo decreto rischia di far saltare il banco: “Dopo anni in cui si è lavorato per andare in una determinata direzione adesso si vuole tornare indietro? Non ha senso, a meno di vederci riconosciuto un prezzo decisamente più elevato per i capi con le caratteristiche previste dal decreto; diversamente la realtà è che renderebbero di più le cosce senza marchio”, dice Alberto Abrate di Saluzzo. “La vicenda è ancora in evoluzione e a noi non rimane che appellarci al buon senso di chi deve prendere le decisioni definitive, sperando

che siano apportati dei correttivi a quanto prospettato”, spera Claudio Prato di Savigliano. “I consorzi naturalmente sono dotati di libertà imprenditoriale e possono effettuare le loro scelte in totale autonomia, noi stiamo semplicemente constatando la realtà delle cose e stiamo lanciando un grido di allarme a tutto il comparto affinché non si dica poi un domani che le cose non erano state dette in tempi non sospetti”.

Problema serio e reale “Per noi di Confagricoltura questo è un problema reale e molto concreto che stiamo cercando di portare all’attenzione di tutti”, ha dichiarato Roberto Barge, presidente della sezione suinicola di Confagricoltura Cuneo. La situazione è resa ancora più complicata dagli obblighi di legge sul benessere animale, che graveranno sugli allevatori a partire dai prossimi anni e renderanno ancora meno remunerativo l’allevamento: per il momento non sono ancora state diramate indicazioni che possano dare garanzie sulla erogazione di eventuali aiuti statali.


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QUALITÀ DELL’ARIA E ABBRUCIAMENTO DEI RESIDUI COLTURALI: CHIARIMENTI NELLA NOTA DELLA REGIONE PIEMONTE Pubblichiamo un estratto della nota della Regione Piemonte sui divieti di abbruciamento residui colturali. “Norme che, come detto in più occasioni, non condividiamo affatto”, dice Confagricoltura Cuneo. Sin dal 2014 è attiva nei confronti dell’Italia una Procedura d’Infrazione per i ripetuti superamenti dei limiti di concentrazione delle polveri sottili, o particolato fine (PM10 e PM2,5), nell’aria durante la stagione invernale; ciò riguarda in particolare la Pianura padana, e pertanto anche il Piemonte. Il particolato fine ha una genesi complessa, a cui concorrono in modo significativo, insieme agli inquinanti tipici di altri settori produttivi, anche le combustioni all’aperto. In risposta alla sentenza di condanna della Corte di Giustizia europea del 10 novembre 2020, per ridurre il rischio di una pesante sanzione economica che verrebbe imputata ai Fondi europei, tra cui lo Sviluppo Rurale, la Giunta regionale ha approvato con DGR del 26 febbraio 2021, n. 9-2916, “Disposizioni Straordinarie per la Tutela della Qualità dell’Aria”, relative ai settori dei trasporti, del riscaldamento civile e ad alcune attività agricole, con l’obiettivo di ridurne le emissioni in atmosfera. I vincoli previsti si applicano solo ai Comuni interessati dalla Procedura d’Infrazione, ovvero quelli ricadenti nelle zone classificate IT0118, IT0119 e IT0120 dall’Allegato I alla DGR del 30 dicembre 2019, n. 24-903, nel solo periodo dal 15 settembre al 15 aprile di ogni anno, e consistono in:

Vincoli strutturali, attivi tutti i giorni del periodo 15/9-15/4: • Divieto di combustione all’aperto di paglie e residui colturali. Sono fatte salve le esigenze connesse ad emergenze fitosanitarie (dichiarate tali dall’Autorità fitosanitaria competente). In risicoltura, il divieto di combustione delle paglie decorre già dal 1/9; sono fatte salve le aree risicole con suoli asfittici, in cui l’interramento delle paglie del riso non è agronomicamente possibile a causa della loro insufficiente degradazione, e per i soli casi in cui l’allontanamento dei residui colturali non risulti possibile.

Vincoli temporanei, attivi solo nei giorni in cui il semaforo di qualità dell’aria è arancione o rosso: • Divieto di accensione di falò, barbecue (“per fare le costine andiamo in Liguria”, dice ironica Confagricoltura Cuneo), fuochi d’artificio e ogni altra forma di combustione all’aperto. Il semaforo, aggiornato da ARPA Piemonte 3 volte a settimana (lun-mer-ven). I Comuni ricadenti nelle zone classificate IT0121 (ossia quelli non ricadenti nelle zone classificate IT0118, IT0119 e IT0120) non sono coinvolti dalle Disposizioni Straordinarie, ma vi si applica la Legge Regionale 15/2018 “Legge quadro in materia di incendi boschivi’”, che all’art. 10 prescrive il divieto di combustioni all’aperto dal 1 novembre al 31 marzo di ogni anno,

fatte salve eventuali deroghe per il solo abbruciamento dei residui colturali, concesse con ordinanza dal Sindaco per un massimo di 30 gg, anche non consecutivi, purché non si ravvisino condizioni meteorologiche, climatiche o ambientali sfavorevoli, né rischi per la pubblica e privata incolumità e per la salute umana, con particolare riferimento al rispetto dei livelli annuali delle polveri sottili.

Che differenza c’è tra limitazioni strutturali e temporanee? Le limitazioni strutturali sono provvedimenti che discendono dai Piani Regionali di Qualità dell’Aria; quando si superano i limiti imposti a tutela della salute dei cittadini, obbligano a prendere misure appropriate affinché il periodo di superamento sia il più breve possibile. Le limitazioni strutturali sono attuate in modo stabile per lunghi periodi (in Piemonte, la stagione invernale), al fine di ridurre le emissioni inquinanti dei diversi comparti. Le limitazioni temporanee sono provvedimenti di carattere emergenziale, assunti per scongiurare il superamento dei valori limite di inquinanti in atmosfera; in Piemonte si attuano, nel periodo compreso tra il 15 settembre ed il 15 aprile, solamente quanto è previsto il superamento del valore limite giornaliero del PM10 per tre o cinque giorni consecutivi, con il “Semaforo di qualità dell’aria” di colore arancione (Livello di allerta 1) o rosso (Livello di allerta 2). Le limitazioni temporanee entrano in vigore il giorno successivo a quello di controllo e permangono fino al controllo seguente.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI

Inquadrare il QR-Code per avere maggiori informazioni da parte della Regione su questi aspetti

INSERTO TECNICO

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CONTRIBUTI PER GLI INVESTIMENTI INNOVATIVI DELLE IMPRESE AGRICOLE È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il Decreto che attiva presso il Ministero dello Sviluppo economico il Fondo per gli investimenti innovativi delle imprese agricole con una dotazione di 5 milioni di euro. Il Fondo si rivolge alle imprese agricole attive nel settore della produzione agricola primaria, della trasformazione di prodotti agricoli e della commercializzazione di prodotti

agricoli al fine di favorire la realizzazione di investimenti in beni materiali e immateriali nuovi, strumentali allo svolgimento dell’attività. Le agevolazioni sono concesse nella forma di contributo a fondo perduto, nella misura del 30% delle spese ammissibili, ovvero del 40% nel caso di spese riferite all’acquisto di beni strumentali, materiali o immateriali. Le agevolazioni

sono riconosciute nel limite di 20.000 euro per soggetto beneficiario. I beni, materiali e immateriali, devono essere tra quelli ricompresi nell’allegato A e B del Decreto e acquistati successivamente alla data di presentazione della domanda di agevolazione e in tempo utile ai fini del rispetto del termine di presentazione della richiesta di erogazione.

L’investimento relativo all’acquisizione dei beni deve essere inerente alla trasformazione di prodotti agricoli o alla commercializzazione di prodotti agricoli; essere ultimato entro 12 mesi dalla data del provvedimento di concessione ed essere mantenuto, per almeno 3 anni dalla data di erogazione del saldo del contributo. Nel caso in cui, nei suddetti 3 anni, alcuni beni strumentali diventino obsoleti o inutilizzabili, è possibile procedere, previa comunicazione al Ministero, alla loro sostituzione. La concessione delle agevolazioni avviene sulla base

di una procedura valutativa a sportello. I termini di presentazione delle domande di agevolazione e gli ulteriori elementi utili a disciplinare l’attuazione dell’intervento agevolativo saranno definiti con successivo provvedimento del Direttore della Direzione generale per gli incentivi alle imprese di cui daremo repentina comunicazione. In attesa della definizione delle procedure per l’apertura delle domande, gli agricoltori interessati sono invitati a contattare i tecnici di Confagricoltura per maggiori informazioni.

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INSERTO TECNICO


NITRATI ZOOTECNICI, RIATTIVATO IL BOLLETTINO REFLUI PER LA STAGIONE 2021/22 e giovedì. I bollettini sono scacondizione per la quale vige un Dal 1° novembre è stato riricabili accedendo alla pagina divieto fisso dal 1° novembre attivato nelle zone vulnerabili ai Utilizzo agronomico, sezione al 28 febbraio di ogni anno; nitrati il Bollettino Reflui, con il Servizi correlati, tasto blu La 3) i bollettini vengono sospesi quale viene gestito, nei mesi di bacheca dei bollettini sul sito dal 1° dicembre al 31 gennaio novembre e febbraio, il calendadella Regione Piemonte. compreso, periodo nel quale rio di distribuzione in campo di Con l’occasione, si ricorda che: su tutto il territorio regionale è liquami e digestati non palabili, 1) è comunque sempre vietato sempre vietato l’utilizzo agromateriali assimilati ai liquami e lo spandimento su suoli gelati, nomico di matrici non palabili; acque reflue, quando distribuiti con falda affiorante 4) èanTigRandinE disponibile uno schema risu terreni con coltura in atto o Pali - innevati, aCCESSORi - SiSTEMi o saturi d’acqua; 2) i bollettini epilogativo dei vincoli temporali su residui colturali. RECinziOni - POSa in OPERa - fiTOSaniTaRi non si applicano in caso di vigenti nella stagione invernale Il bollettino è emanato con cadenza bisettimanale lunedì 2021-22. distribuzione su suolo nudo,

IN ARRIVO NOVITÀ SULLA GESTIONE DEL RISCHIO INCENDIO IN AZIENDA Il Ministero dell’Interno ha emanato due decreti che attuano l’articolo 46 del Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro in materia di prevenzione incendi. Entreranno in vigore un anno dopo la loro emanazione. BARBATELLE Con il primo decreto, DM 1° settembre 2021 (in vigore dal 25 setAGENTE CON DEPOSITO tembre 2022), vengono aggiornati i criteri generali per il controllo e la manutenzione degli FERRO impianti, A. attrezzature ed altri sistemi di sicurezza antincendio introdotta & la qualificazione per il madi FerroedAntonino C. s.a.s. Sede: 14052 CALOSSO (AT) -decreto, Via Tinella, nutentore antincendio. Con il secondo DM 214 settembre Tel. 0141.853152 - Fax 0141.853153 2021 (in vigore dal 4 ottobre 2022), vengono aggiornati i criteri E-mail: info@ferronline.it per la gestione sicurezza antincendio. Questo secondo decreSitodella internet: www.ferronline.it to è quello che andrà a impattare maggiormente su tutte le attiUnità locale: 12058 S. STEFANO BELBO per (CN) vità economiche, incluso il settore agricolo quanto riguarda la Don F. Testa, 20 - Tel/Fax 0141.840772 gestioneVia della sicurezza antincendio, la gestione delle emergenze e la formazione degli addetti al servizio antincendio.

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INSERTO TECNICO

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POSSIBILE PRESENTARE DOMANDE ALL’INPS PER ESONERI CONTRIBUTIVI Con il messaggio INPS n. 3774 del 4 novembre 2021, l’ente previdenziale ha dato il via alla possibilità di presentare le domande per l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei datori di lavoro e dei lavoratori autonomi appartenenti alle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, per i mesi di novembre 2020, di-

cembre 2020 e gennaio 2021, riconosciuto dagli artt. 16 e 16-bis del DL n.137/2020 (cfr., da ultimo, ns. circ. n. 16462 del 9 settembre 2021 e ns. comunicazione del 29 ottobre 2021). Pertanto gli uffici di Confagricoltura entro il 3/12/2021 presenteranno le domande di tutti i CD/ IAP associati che hanno avanzato istanza e, successivamente, una volta ricevuta risposta dall’Inps

con l’importo dell’esonero e provvederanno entro 30 giorni al pagamento del modello F24. L’esonero è riconosciuto con riferimento sia alla contribuzione dovuta dai datori di lavoro, sia alla contribuzione relativa ai lavoratori autonomi in agricoltura (imprenditori agricoli professionali, coltivatori diretti, coloni e mezzadri) delle aziende la cui attività è identificata dai codici Ateco indicati nell’Allegato 3 del decreto-legge n. 137/2020, riportato anche nella circolare INPS n. 131/2021 (cfr. ns. circ. n. 16462/2021). Per maggiori informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

DAL 15 NOVEMBRE CERTIFICATI ANAGRAFICI ONLINE E GRATUITI Dal 15 novembre per la prima volta i cittadini italiani possono scaricare i certificati anagrafici online in maniera autonoma e gratuita. Il nuovo servizio dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR) del Ministero dell’Interno permetterà di scaricare i seguenti 14 certificati per proprio conto o per un componente della propria famiglia, dal proprio computer senza bisogno di recarsi allo sportello del Comune: anagrafico di nascita; anagrafico di matrimonio; cittadinanza; esistenza in vita; residenza; residenza AIRE; stato civile; stato di famiglia; stato di famiglia e di stato civile; residenza in convivenza; stato di famiglia AIRE; stato di famiglia con rapporti di parentela; stato libero; anagrafico di Unione Civile; contratto di convivenza. Per questi certificati digitali non si dovrà pagare né l’imposta di bollo nè i diritti di segreteria e quindi saranno completamente gratuiti. Potranno essere rilasciati anche in forma contestuale.

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INSERTO TECNICO


ZOOTECNIA

ORESTE MASSIMINO SOTTOLINEA IL TIMORE PER POSSIBILI CONTRACCOLPI INGIUSTIFICATI SUI CONSUMI

T

orna ad affacciarsi sul comparto avicolo lo spettro dell’influenza aviaria. Nelle ultime settimane, infatti, sono arrivate dal Veneto notizie di nuovi focolai del virus H5N1 ad alta patogenicità, che purtroppo si stanno allargando numericamente e creano un forte allarme tra gli allevatori. Quelli del Veneto fino ad ora sono casi numericamente contenuti ma seguono altri episodi che si sono verificati in precedenza anche in Emilia Romagna e quindi c’è il timore che l’epidemia possa allargarsi. Rende la situazione più preoccupante anche il fatto che il virus riscontrato negli animali sembra di un ceppo nuovo e non derivante direttamente dal contatto con animali selvatici bensì già mediato dal passaggio in allevamento: un elemento che potrebbe far ipotizzare un aggravarsi del problema e il suo localizzarsi già all’interno di ecosistemi, come sono quelli degli allevamenti avicoli, che dovrebbero essere fortemente controllati e estranei dal rischio di diventare vettore di contagio. “Per il Piemonte non dovrebbero esserci rischi diretti in questo

Avicoli, alta la guardia sull’aviaria FOCOLAI IN VENETO ED EMILIA. PER IL PIEMONTE AL MOMENTO NON CI SONO RISCHI DIRETTI di Davide Rossi

momento – riflette Oreste Massimino, vice presidente di Confagricoltura Cuneo e della Federazione Nazionale Avicola di Confagricoltura, nonchè presidente delle Sezioni Avicole di Confagricoltura Cuneo e Piemonte – così come già nel 2005, all’epoca dell’ultima grande crisi di aviaria in Italia, la nostra regione non era stata toccata dall’epidemia. Il

OLTRE IL 2021

discorso però è diverso se si prendono in considerazione anche i rischi indiretti di questa situazione, ovvero il probabile e temuto calo di consumi che potrebbe derivare dall’allargarsi della situazione virale o anche soltanto dal timore, naturalmente ingiustificato viste tutte le procedure di sicurezza previste dai protocolli e messe regolarmente in atto, che la carne

Serve una proroga per l’etichettatura

Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha scritto al ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli sollecitando una proroga dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine delle materie prime di alcuni prodotti agroalimentari di estrema rilevanza (lattiero-caseari, pasta, derivati di pomodoro e carni suine trasformate) che, in base alle disposizioni attuali, cesserà il 31 dicembre 2021. Per Confagricoltura è fondamentale che i consumatori italiani possano ancora usufruire delle indicazioni sulla natura dei prodotti agroalimentari in commercio, che orientino a scelte consapevoli e in grado di privilegiare le materie prime nazionali. L’obbligo è in vigore da alcuni anni, ma di fatto solo da febbraio scorso per i prodotti che usano come ingrediente la carne suina: è vero che la data di scadenza della normativa italiana è stata individuata in riferimento all’entrata in vigore di quella europea. Si tratta di una novità essenziale che muta il quadro giuridico unionale e per il quale occorrerà ora un adeguamento complessivo delle disposizioni nazionali.

IL MOMENTO NON È SEMPLICE PER IL COMPARTO PER COSTI ALTI E IL CALO DEL VALORE DELLE UOVA posta sul mercato possa essere un alimento non sicuro. È certamente un momento delicato, che dobbiamo seguire con attenzione anche perché arriva in un periodo in cui sul comparto gravano anche altre problematiche di non facile soluzione”. In questo momento la voce che desta le maggiori preoccupazioni è il calo del valore sul mercato delle uova, specialmente quelle biologiche che si sono fortemente deprezzate, seguendo dinamiche dalla non facile comprensione e in controtendenza rispetto ai trend di crescita dei prodotti bio ai quali si assiste da tempo nei vari settori. A ciò si aggiunge ovviamente anche il perdurare del problema relativo ai costi delle materie prime e che gravano sempre più sulla produzione. “Già sappiamo che l’alimentazione pesa per il 70% sul prezzo di un chilogrammo di carne, ma la crescita costante dei prezzi dei cereali forse ci costringerà a rivedere questo calcolo e di sicuro sta mettendo seriamente in pericolo la tenuta del sistema”, aggiunge ancora Massimino.

L’Agricoltore cuneese N.08 • NOVEMBRE 2021

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VITIVINICOLTURA

Viticoltura: enologia e cambiamenti climatici A GRINZANE CAVOUR CONFRONTO SULLA VITE PROMOSSO DA CONFAGRICOLTURA E AGROINNOVA PER GLI INCONTRI FITOIATRICI di Gilberto Manfrin

L

e ultime novità della ricerca nel settore vitivinicolo e i rapidi mutamenti climatici sono stati al centro dell’attenzione nel corso del XLVI Incontro fitoiatrico “Difesa sostenibile della vite dai patogeni fungini e vinificazione in uno scenario di cambiamenti climatici” svoltosi al Castello di Grinzane il 10 novembre e organizzato da Agroinnova, Centro di Competenza dell’Università di Torino e Confagricoltura Cuneo. L’apertura dei lavori è stata affidata al presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia: “Il tema dei cambiamenti climatici è sempre più di attualità e noi imprenditori agricoli saremo chiamati nei prossimi anni a nuove sfide. Innovazione e digitalizzazione sono i punti cardine della nuova agricoltura, ma dovremo anche sviluppare una nuova formazione culturale in materia ambientale. Siamo abituati a vedere la nuova Pac solo come una politica economica: oggi è Il folto pubblico presente a Grinzane Cavour

22

divenuta anche una politica di orientamento ambientale e sociale che metterà in difficoltà le nostre aziende che devono fare reddito, ma è una sfida che sapremo cogliere. I cambiamenti climatici da una parte e la nuova strategia europea dall’altra ci stanno già portando a riflettere su come dovremo gestire le nostre produzioni in futuro. Confagricoltura, con l’impegno di tutti i soggetti coinvolti, è disponibile a prendersi le sue responsabilità consapevole che l’agricoltura sta andando incontro a un mutamento epocale”.

Eventi atmosferici e non solo Nel panorama attuale in cui le strategie di difesa devono essere adattate al cambiamento climatico e alle esigenze di sostenibilità ambientale, i relatori hanno presentato gli ultimi risultati della ricerca e le soluzioni innovative più efficaci da utilizzare in campo per ottenere uve di alta qualità con eccellenti caratteristiche di vinificazione. Dopo i saluti di Monica Mezzalama di Agroinnova, è toccato a Massimo Pugliese fare il punto sugli scenari legati ai cambiamenti climatici nei prossimi anni, con aumenti previsti di 2-4 gradi in alcune zone del pianeta e riduzioni del 20-30% di precipitazioni nell’area mediterranea. Questo porterà ad una minor disponibilità idrica, una riduzione delle rese colturali e delle aree meno adatte alla produzione. In futuro cambierano le strategie di difesa legate a parassiti fungini molto comuni, come oidio e peronospera, che si stanno modificando col clima. L’incontro ha visto tra i relatori anche Matteo Monchiero, che ha illustrato il progetto Psr Vita per promuovere la viticoltura sostenibile

L’Agricoltore cuneese N.08 • NOVEMBRE 2021

e Vladimiro Guarnaccia, intervenuto per fare il punto sulle principali malattie del legno della vite in Piemonte (Mal dell’Esca, Eutipiosi e Botryosphaeria). A seguire, Antonio Marino, tecnico di Confagricoltura Cuneo, ha tracciato un quadro sul bilancio fitoiatrico dell’annata 2020/21, un periodo di luci e ombre contraddistintosi in particolare per imprevisti fenomeni atmosferici, come le gelate di inizio aprile o la grandinata del 13 luglio. L’analisi ha messo in luce come il periodo sia stato caratterizzato da scarsità di precipitazioni e, sul fronte fitoiatrico, dalla revoca di un particolare fungicida, il Mancozeb, difficile da sostituire per la versatilità di utilizzo e per i costi contenuti rispetto ai competitors in commercio. Tra i problemi anche una marcata mancanza di manodopera in diverse fasi cruciali dei lavori, ma non solo. Ha creato apprensione la muffa grigia e la presenza del ragnetto rosso che bisognerà cercare di monitorare più attentamente. Problema ormai cronico è risultato la presenza dei selvatici tra le vigne, che invadono i vigneti al germogliamento brucando i giovani germogli più volte. Il convegno è volto al termine con l’intervento dell’enologa Dora Marchi. Nella sua relazione ha posto in luce gli effetti del clima sulla maturazione dell’uva e sulla vinificazione, mettendo in evidenza come la concentrazione di CO2 sia inesorabilmente aumentata negli anni a causa delle azioni umane, con conseguenti effetti sulla maturazione dell’uva. Un’analisi dettagliata, supportata da dati e studi, terminata con alcune considerazioni: in primis il cambiamento climatico si è dimostrato essere in relazione con alcune caratteristiche compositive e chimico-fisiche delle uve; la possibilità di ottenere maturazioni zuccherine molto elevate va utilizzata in modo oculato, introducendo il concetto di “punto di rottura della qualità”. Marchi ha concluso sottolineando, infine, come si dovrà sempre più porre attenzione all’invecchiamento del vino nel tempo, alla luce dei nuovi scenari climatici.


VITIVINICOLTURA

Prezzi delle uve 2021, c’è un rialzo delle quotazioni CIFRE IN CRESCITA GRAZIE ALL’OTTIMA QUALITÀ DEL PRODOTTO

L

Nebbiolo per vino “BAROLO”

3,00

3,60

3,30

Nebbiolo per vino “BAROLO” con menzione aggiuntiva

3,70

4,30

4,00

Nebbiolo per vino “BARBARESCO”

2,30

2,70

2,50

Nebbiolo per vino “BARBARESCO” con menzione aggiuntiva

2,80

3,00

2,90

Dolcetto per vino “DOGLIANI” e “DOGLIANI superiore”

1,00

1,40

1,20

Dolcetto per vino “DOLCETTO DI DIANO D’ALBA”

1,00

1,40

1,20

o scorso 4 novembre si è riunita la commissione di cui all’art. 5 dell’accordo collettivo sui contratti agrari (Legge 203/82) della provincia di Cuneo, per determinare i valori delle uve per ogni singola Denominazione, in modo che possa trovare applicazione il calcolo del canone d’affitto annuale secondo i parametri di percentuale convenuti nei singoli contratti. Dopo l’approfondita analisi circa l’andamento dell’annata agraria, della vendemmia e del mercato delle uve, la commissione nominata dalle Organizzazioni di Categoria che hanno sottoscritto l’accordo collettivo, ha espresso i valori della tabella a fianco.

Nebbiolo per vino “ROERO”

1,60

2,00

1,80

Il commento

Arneis per vino “ROERO ARNEIS”

1,10

1,50

1,30

Pinot e Chardonnay per vino "ALTA LANGA"

VALORE MEDIO INDICATIVO

1,30 €/Kg

Moscato per vino “ASTI” e “MOSCATO D’ASTI”

VALORE MEDIO INDICATIVO

1,20 €/Kg

“C’è una decisa ripresa dei prezzi - sottolinea Gianluca Demaria, presidente della sezione Vitivinicola regionale di Confagricoltura e della sezione Vini Rossi di Confagricoltura Cuneo - grazie al buon andamento di mercato che premia un po’ tutte le tipologie. Il rialzo delle quotazioni è da imputare all’ottima qualità delle uve, che in particolare su alcune varietà ha sfiorato l’eccellenza, ma anche ad un una riduzione del prodotto rispetto all’annata precedente. Il sentiment delle aziende è attualmente positivo, grazie alla ripresa delle esportazioni e al buon andamento del mercato interno. Permane un po’ di timore per via dell’aumento importante dei prezzi delle materie prime che si ripercuote sia sui costi in vigneto che sul comparto della trasformazione, ma dopo un 2020 davvero difficile, ora la situazione anche nel settore vino va migliorando”.

PREZZI UVE 2021

Valori indicativi (in €/kg) Accordo collettivo art. 45 Legge 203/82 DA

A

Valore Medio

UVA DESTINATA ALLA DOCG

UVA DESTINATA ALLA DOC Barbera per vino “BARBERA D’ALBA”

1,30

1,50

1,40

Barbera per vino “BARBERA D’ALBA superiore o selezionata”

1,40

1,80

1,60

Dolcetto per vino “DOLCETTO D’ALBA”

1,00

1,40

1,20

Nebbiolo per vino “NEBBIOLO D’ALBA”

1,60

1,90

1,75

Nebbiolo per vino “LANGHE NEBBIOLO”

1,40

1,70

1,55

Arneis per vino “LANGHE ARNEIS”

1,10

1,30

1,20

Freisa per vino “LANGHE FREISA”

1,10

1,30

1,20

Favorita per vino “LANGHE FAVORITA”

1,10

1,30

1,20

Chardonnay per vino “LANGHE CHARDONNAY”

1,10

1,30

1,20

Pinot Nero per vino “LANGHE PINOT NERO”

1,10

1,30

1,20

Pelaverga per vino “VERDUNO PELAVERGA”

1,50

1,90

1,70

Pelaverga per vino “COLLINE SALUZZESI PELAVERGA”

1,05

1,15

1,10

L’Agricoltore cuneese N.08 • NOVEMBRE 2021

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CORILICOLTURA

Nocciole, un progetto per tutelare la qualità PRESENTATO AD ASTI DALLA REGIONE. COINVOLTI CONFAGRICOLTURA E TUTTI GLI ATTORI DELLA FILIERA

Nocciola Nocciola

diQualità Qualità di DIVERSE LE PROBLEMATICHE DOVUTE PRINCIPALMENTE AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

U

n progetto strategico di ricerca per il comparto corilicolo – in forte e costante crescita in tutta la regione, tanto da rappresentare uno dei più importanti poli produttivi a livello nazionale, con oltre 26.000 ettari coltivati e 9000 aziende coinvolte – che proseguirà fino al 2024 e al quale parteciperanno, oltre alle istituzioni e agli enti di ricerca, anche i principali esponenti del mondo imprenditoriale del settore. Si chiama “Nocciola di qualità” ed è stato presentato

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L’Agricoltore cuneese N.08 • NOVEMBRE 2021

9mila

aziende corilicole piemontesi interessate dal progetto

LE AZIENDE

di Francesca Braghero

lo scorso 22 ottobre, presso l’aula magna del polo universitario di Asti. Fortemente voluto dalla Regione Piemonte, con il coordinamento di Agrion – Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese, è stato realizzato in collaborazione con Disafa – Università di Torino, Agroinnova, Confagricoltura e le altre associazioni di categoria. La Tonda Gentile è riconosciuta tra le migliori nocciole al mondo per qualità, resa e caratteristiche organolettiche. Per contro, negli ultimi anni gli agricoltori stanno affrontando diverse problematiche legate alla sua coltivazione, dovute principalmente al cambiamento climatico, causa primaria della diffusione della cimice asiatica e di un peggioramento, per alcune partite, del livello qualitativo delle nocciole. Da qui è nata l’esigenza di un progetto a lungo termine finalizzato a preservare questa eccellenza regionale, con l’obiettivo di far fronte alle criticità e porre rimedio alle principali problematiche evidenziate dalla filiera.

NOCCIOLE

Quattro sottoprogetti Proprio a queste problematiche fanno, infatti, riferimento i quattro sotto-progetti di cui si compone la ricerca: 1. Cimice asiatica: monitoraggio, azioni di contenimento e lotta biologica. 2. L’avariato e le aflatossine nelle nocciole. 3. Cascola preraccolta, criticità multifattoriale. 4. Allevamento e rilascio in campo dell’ooparassitoide Trissolcus Japonicus. “L’aumento della corilicoltura nella nostra regione, che coinvolge in primis la provincia di Cuneo, e la concomitante diffusione di nuove avversità richiedono un intervento tempestivo da parte della ricerca, al fine di trovare soluzioni efficaci e durevoli nel tempo, che consentano alla nocciola piemontese di continuare a distinguersi per la sua qualità e mantenere il suo primato – spiega Gianluca Griseri, referente di Confagricoltura nazionale al Tavolo di Filiera Frutta a Guscio e consigliere Agrion –. Il progetto, che ha un’entità quantificabile in quattro anni di

lavoro e oltre un milione di euro, parte dalla base della filiera, ovvero dalle esigenze delle aziende agricole che producono nocciole, integrandosi e ponendosi interamente ‘a servizio’ del comparto corilicolo piemontese”. Durante la presentazione ufficiale del progetto di ricerca, a cui ha partecipato in rappresentanza di Confagricoltura Cuneo e Confagricoltura Piemonte il presidente Enrico Allasia, insieme al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, all’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo Marco Protopapa, al presidente di Fondazione Agrion Giacomo Ballari e al presidente di Unioncamere Piemonte Gian Paolo Coscia, è stata messa in luce anche l’importanza della sostenibilità ambientale ed etica in cui l’intero comparto corilicolo deve operare.

MESSA IN LUCE L’IMPORTANZA DELLA SOSTENIBILITÀ IN CUI IL COMPARTO DEVE OPERARE


FRUTTICOLTURA

Ordini la frutta online e la ritiri fresca nell’armadietto INNOVATIVO PROGETTO DEL CONSORZIO JOINFRUIT A CUNEO NEL 2022 SARÀ AMPLIATO CON POSTAZIONI A TORINO MILANO E GENOVA Il punto di ritiro a Cuneo in via Bonelli 9

O

rdini su internet e ritiri nell’armadietto della tua città. È la nuova frontiera del commercio messa in atto con successo da uno dei principali attori dell’e-commerce internazionale. Ma fino ad ora questo efficace metodo aveva coinvolto soltanto prodotti non agricoli. Da qualche settimana invece è partita l’iniziativa Fresh del consorzio Joinfruit, con sede a Verzuolo e aderente a Confagricoltura, che ha lanciato la possibilità di ritirare in via sperimentale prodotti ortofrutticoli freschi ordinati online direttamente dai produttori agricoli del territorio presso smart locker (armadietti) refri-

DOPO LE GELATE

Confagricoltura vigila sui rimborsi Il 15 di ottobre scadevano i termini per la presentazione della richiesta danni derivanti dalle gelate dello scorso aprile da parte delle regioni italiane, incaricate di raccogliere i dati e inviarli al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Confagricoltura segue da vicino la pratica con tutte le sue federazioni regionali e sta vigilando sul rispetto delle tempistiche, poiché il Mipaaf istituirà le pratiche di rimborso solo quando tutti i dati nazionali saranno stati acquisiti.

di Davide Rossi

gerati. Mirtilli, lamponi, kiwi berry, mele Gala, ramassin della valle Bronda o patate della valle Gesso sono solo alcuni esempi dei prodotti disponibili, lavorati direttamente nei magazzini dei produttori e resi disponibili ai consumatori senza ulteriori passaggi. Il processo d’acquisto è molto semplice: si effettua l’ordine sul sito di e-commerce del consorzio, si sceglie la data di consegna e poi ci si reca nell’orario più comodo, tra le 7 e le 24, a ritirare i prodotti acquistati, utilizzando un QR code ricevuto sul proprio smartphone. Per i consumatori la garanzia è quella di trovare sempre prodotti locali e di stagione, agli agricoltori questo progetto consente invece di saltare tutti gli intermediari commerciali, valorizzando la propria produzione e le tipicità del territorio. “Si tratta di un progetto al quale crediamo molto – sottolinea Michele Ponso, uno dei soci di Joinfruit – e per il quale abbiamo lavorato con attenzione, rivolgendoci tra l’altro a Ricoh Italia e al suo qualificato partner tecnologico WIB per lo sviluppo dei locker, per portare in Italia una formula nuova per l’acquisto di prodotti freschi di qualità. Stiamo costruendo una nuova tipologia di filiera corta, sostenibile e virtuosa, che si prefigge di intercettare una clientela eco-attiva e desiderosa di avere sulla propria tavola prodotti di qualità a minor impatto ambientale”. Una sostenibilità che si applica anche alla modalità di confezionamento dei prodotti, con imballaggi leggeri e realizzati interamente in materiali riciclabili, che in futuro

potranno diventare uno strumento sul quale veicolare messaggi ludico-educativi per bambini, appositamente stampati sulle confezioni.

Primo armadietto a Cuneo Il progetto Joinfruit Fresh, cofinanziato dall’Unione Eurpea, coniuga tecnologia e attenzione alla filiera e per questa ragione Confagricoltura Cuneo lo ha candidato al Premio nazionale per l’innovazione nel settore dell’agricoltura, giunto nel 2021 alla sua terza edizione. Il primo armadietto refrigerato è stato installato a Cuneo in via Franco Andrea Bonelli 9 e il piano di marketing prevede nel corso del prossimo anno aperture a Torino, Milano e Genova, mercati di grande interesse per il prodotto fresco e di qualità e sui quali l’intenzione è quella di proporre anche ulteriori prodotti alimentari del territorio cuneese, rispondendo alla forte richiesta che da sempre essi hanno su quelle piazze.

L’Agricoltore cuneese N.08 • NOVEMBRE 2021

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FINANZIAMENTI

S

ono numerosi i bandi indetti dalla Regione Piemonte dedicati al mondo agricolo. Si va dal sostegno dei costi per la difesa del bestiame e risarcimento dei danni causati dalle predazioni da grandi carnivori, al Programma di Sviluppo Rurale per prevenire le consguenze delle calamità naturali, passando per la proroga del programma integrato per il miglioramento del rendimento globale e della sostenibilità delle aziende agricole e del premio per l’insediamento dei giovani agricoltori. Di seguito un breve riepilogo dei bandi in essere, che è possibile approfondire tramite la visualizzazione dei QR Code associati. Per informazioni e presentazione delle domande ci si può rivolgere agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

I bandi della Regione per le aziende agricole DIVERSE LE POSSIBILITÀ DI FINANZIAMENTO PER GLI IMPRENDITORI PER E DOMANDE RIVOLGERSI A CONFAGRICOLTURA CUNEO di Francesca Braghero

INQUADRA IL QR CODE

a seguito di predazione; • un indennizzo forfettario per il risarcimento delle perdite di produzione secondo quanto previsto dall’art. 4 della DGR n. 19-3033 del 26 marzo 2021. INQUADRA IL QR CODE

1. Difesa del bestiame e risarcimento danni causati dalle predazioni da grandi carnivori. Bando n. 3/2021 Scadenza: 03.12.2021 Destinatari: allevatori di ovini, caprini, bovini, equini o altre specie di interesse zootecnico che esercitano il pascolo sul territorio della Regione Piemonte, iscritti all’Anagrafe Agricola regionale che hanno subito predazioni da grandi carnivori nel periodo 01/06/2021 – 30/11/2021 e che hanno adottato almeno una misura preventiva di cui all’allegato 1 della DGR n. n. 19-3033 del 26 marzo 2021. Procedura: è riconosciuto l’indennizzo dei danni indiretti nel seguente modo: • l’80% delle spese veterinarie e farmaceutiche sostenute e documentate per gli animali feriti; • il 50% delle spese sostenute per la rimozione e lo smaltimento dei capi per gli allevatori che non sono iscritti presso Consorzi di difesa che abbiano stipulato polizze assicurative per lo smaltimento di capi morti

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Per maggiori e più approfondite informazioni sul bando 3/2021

2. PSR 2014-2020, Operazioni 4.1.2 Investimenti e 6.1.1 Giovani. Bando 2021 Scadenza: 20.12.2021 (Confagricoltura ha chiesto una proroga al 31 gennaio 2022) Destinatari: liberi professionisti e imprese di giovani agricoltori che al momento della presentazione della domanda hanno una età compresa tra 18 anni (compiuti) e 41 anni (non compiuti) e sono già titolari di una azienda agricola da non più di 24 mesi. Procedura: bando 2021 del Progetto integrato tra le Operazioni 4.1.2 “Miglioramento del rendimento globale e della sostenibilità delle aziende agricole dei giovani agricoltori” e 6.1.1 “Premio per l’insediamento di giovani agricoltori”. L’attuazione è condizionata alla approvazione da parte della Commissione Europea della richiesta di modifica del PSR 2014-2020 del Piemonte per il periodo di estensione.

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Per maggiori e più approfondite informazioni sui bandi 4.1.2 e 6.1.1

3. PSR 2014-2020, Operazione 4.1.1 Investimenti nelle aziende agricole. Bando 2021 Scadenza: 31.01.2022 Destinatari: imprenditori agricoli professionali (che inoltre risultino “agricoltori attivi” in base ai dati del fascicolo aziendale), sia persone fisiche che persone giuridiche (società di persone o capitali, società cooperative) titolari di azienda agricola singola. È necessario il possesso di partita IVA riferita al settore dell’agricoltura e, salvo che per le aziende rientranti nei limiti di esenzione ai sensi della normativa di settore, l’iscrizione al Registro delle imprese presso la Cciaa. La produzione deve essere compresa nell’allegato I del Trattato dell’Ue. Procedura: l’operazione 4.1.1 ha lo scopo di migliorare il rendimento globale delle aziende agricole sostenendo l’acquisizione, la costruzione, la ristrutturazione, l’ampliamento e la modernizzazione dei fabbricati e dei relativi impianti nonché la dotazione di attrezzature e macchinari e l’impianto di coltivazioni legnose agrarie. INQUADRA IL QR CODE

Per maggiori e più approfondite informazioni sul bando 4.1.1


4. PSR 2014-2020, Operazione 5.1.2 Impianti di protezione con reti antigrandine. Bando 4/2021 Scadenza: 15.03.2022 Destinatari: agricoltori in attività di cui all’articolo 9 del Regolamento (UE) n. 1307/2013, sia persone fisiche che persone giuridiche, singoli o associati. Procedura: l’azione 1 dell’Operazione 5.1.2 del PSR sostiene investimenti di prevenzione dei danni da avversità atmosferiche, costituiti da Impianti di protezione con reti antigrandine. Ogni impianto di protezione con reti antigrandine deve essere realizzato per la difesa attiva di uno specifico prodotto agricolo individuato dal codice di identificazione d’uso della superficie in termini di tipo di coltura. Il sostegno è

pari al 50% del costo dell’investimento ammissibile per ciascun impianto di protezione. INQUADRA IL QR CODE Per maggiori e più approfondite informazioni sul bando 5.1.2 (reti antigrandine)

5. PSR 2014-2020, Operazione 5.1.2 Impianti di protezione dalle gelate Scadenza: 15.03.2022 Destinatari: agricoltori in attività di cui all’articolo 9 del Regolamento (UE) n. 1307/2013, sia persone fisiche che persone giuridiche, singoli o associati. Procedura: l’azione 3 dell’Operazione 5.1.2

del PSR sostiene investimenti di prevenzione dei danni da avversità atmosferiche, costituiti da “Impianti di protezione dalle gelate”: ventilatori e/o bruciatori con funzione antibrina finalizzati a prevenire i danni connessi ad avversità atmosferiche (gelo). Ogni impianto di protezione deve essere realizzato per la difesa attiva di specifici prodotti agricoli individuati dal codice di identificazione d’uso della superficie in termini di tipo di coltura. Il budget della spesa pubblica prevista per il bando è di 1.500.000 euro. INQUADRA IL QR CODE

Per maggiori e più approfondite informazioni sul bando 5.1.2 (sistemi antigelo)

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PATRONATO ENAPA

Riscatto laurea agevolato domande entro fine 2021 FINO AL 31 DICEMBRE SI PUÒ PRESENTARE DOMANDA ALL’INPS PER FAR VALERE GLI ANNI DI UNIVERSITÀ AI FINI PENSIONISTICI

C’

è tempo fino al 31 dicembre 2021 per inoltrare richiesta all’Inps di riscatto di laurea agevolato, uno degli strumenti che consente ai lavoratori di poter anticipare l’uscita dal mondo del lavoro grazie agli anni di università, che vengono conteggiati a fini pensionistici. In sostanza si può versare all’INPS quanto dovuto in contributi previdenziali per gli anni di studio, come se fossero stati invece impiegati al lavoro. Il nuovo riscatto laurea va ad affiancarsi a quello ordinario, e permette a tutti coloro che hanno conseguito un diploma di laurea o titolo equiparato di riscattare a fini pensionistici e in forma agevolata al massimo 5 anni di studio universitario con un costo ridotto. Si tratta di un’opportunità riservata alle persone prive di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e che offre la possibilità di riscattare gli anni di studio

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universitari pagando una somma forfettaria di circa 5mila euro l’anno, per un massimo di 5 anni di contributi per la pensione e detraendo l’importo del 50% attraverso la dichiarazione dei redditi. I punti principali da tenere presente in generale, in tema di riscatto laurea sono i seguenti: • il titolo di studio deve essere stato effettivamente conseguito; • può essere richiesta, con modalità diverse, sia da lavoratori occupati che inoccupati; • la spesa da sostenere viene calcolata dall’Inps, o dalla Cassa di riferimento, e si fa più onerosa man mano che sale l’età (perciò, se si ha la possibilità, conviene riscattare gli anni universitari prima possibile); • Le somme versate per il riscatto della laurea sono deducibili dalle imposte dovute, oppure anche detraibili al 19 % se sostenute dai genitori per i figli.

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• Si possono riscattare anche solo alcuni degli anni a cui si ha diritto, se necessari per raggiungere un requisito contributivo.

Riscatto laurea agevolato: quanto costa riscattare gli anni? In generale, per riscattare gli anni di studio di una laurea breve serviranno circa 15mila euro, mentre per un corso di laurea completo la cifra necessaria passa a 25mila euro, ma è consentita la detraibilità dei costi. Si ricorda, però, che per definire la cifra esatta che si dovrà pagare, è necessario fare una simulazione personalizzata, in quanto la situazione va analizzata caso per caso.

Titoli di studio riscattabili I titoli di studio riscattabili ai fini previdenziali sono: • diploma universitario (corso di laurea da due a tre anni); • diploma di laurea triennale, quadriennale

vecchio ordinamento o a ciclo unico (non più di 6); • laurea specialistica (non meno di 2 anni); • dottorato di ricerca; • titoli di studio rilasciati dagli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale a decorrere dall’anno accademico 2005/2006: diploma accademico di primo livello; diploma accademico di secondo livello; diploma di specializzazione; diploma accademico di formazione alla ricerca. • i titoli di studio conseguiti all’estero sono riscattabili solo se rilasciati da istituti in paese che hanno accordi di reciprocità con l’Italia o espressamente riconosciuti dal Ministero dell’Istruzione, Università e ricerca.

Periodi riscattabili Il periodo di riscatto parte dal 1° novembre dell’anno di iscrizione e vale al massimo per la durata legale del corso, quindi gli anni “fuori corso” non sono riscattabili. Si può richiedere il riscatto di periodi parziali del corso di laurea se non si è interessati al riscatto totale (ad esempio perché non serve per raggiungere l’età minima per la pensione oppure

se ricade in un periodo con metodo di calcolo non conveniente, come quello contributivo). Se durante il corso di studio ci sono periodi già coperti da contributi obbligatori, questi non possono essere oggetto di riscatto.

Versamento del riscatto I costi così determinati possono essere versati in un’unica soluzione oppure a rate, fino ad un massimo di 120 in 10 anni. Il pagamento può avvenire: • tramite PAGO PA pagabile tramite conto corrente bancario e bollettino postale. • con trattenuta mensile dalla busta paga per i dipendenti pubblici. Il mancato pagamento dell’importo totale o della prima rata equivale a rinuncia al riscatto della laurea. Si può comunque riproporre successivamente una nuova domanda.

Modalità di richiesta La domanda va presentata all’INPS in forma telematica. Il Patronato ENAPA è a disposizione gratuitamente per l’invio della domanda. Telefonare per ricevere informazioni o per prenotare un appuntamento.


Anagrafe Unica Aziendale (fascicolo) Assistenza pratiche PAC e PSR Assistenza tecnica Gestione personale e buste paga Contabilità e bilancio aziendale Consulenza fiscale Pratiche UMA Gestione CCNL Reti di imprese Assistenza contratti Formazione professionale Consulenza bandi e finanziamenti Apertura nuove imprese e start-up Agriturismi UFFICIO PROVINCIALE DI CUNEO Tel. 0171/692143 Fax 0171/1832154 E-mail: cuneo@confagricoltura.it

a servizio delle imprese in provincia di Cuneo

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l decreto fiscale - DL n. 146/2021 approvato dal Consiglio dei Ministri a fine ottobre, contiene importanti novità sul fronte della disciplina in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, con l’obiettivo di ridurre il numero di infortuni. Attraverso alcune modifiche al Testo Unico per la sicurezza sul lavoro emanato nel 2008, il Governo ha scelto sostanzialmente due strade per affrontare il problema: da un lato il rafforzamento dell’attività di controllo, finalizzato a prevenire le situazioni di illegalità e pericolo, e dall’altro l’inasprimento delle sanzioni nei confronti delle imprese inadempienti, con il rischio di sospensione dell’attività lavorativa in caso di gravi

PER GLI ASSOCIATI

Con più formazione meno infortuni sul lavoro CONFAGRICOLTURA CUNEO PROPONE UNA SERIE DI CORSI PER GLI IMPRENDITORI ALLA LUCE DELLE RECENTI NOVITÀ di Francesca Braghero

violazioni sulla sicurezza, tra le quali anche la mancata formazione dei lavoratori.

Le proposte In merito a quest’ultimo aspetto, Confagricoltura Cuneo propone per il bimestre novembre-dicembre un ricco calendario di corsi di formazione che comprende oltre quaranta appuntamenti di aggiornamento sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e sull’utilizzo delle

protocolli di sicurezza anticontagio da Covid-19. Si ricorda inoltre a tutti i partecipanti che per poter prendere parte alle attività formative è necessario possedere ed esibire la certificazione verde (Green Pass). La programmazione dei corsi continuerà anche nei primi mesi del 2022 in maniera tale da ripristinare la routine formativa parzialmente interrotta negli ultimi due anni dalla

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Sconti e promozioni su abbigliamento sportivo e occhiali

Confagricoltura Cuneo ha stipulato a favore a tutti gli associati una serie di convenzioni nei settori abbigliamento sportivo e ottico. Eccole in breve. I punti vendita Botteroski di Limone Piemonte, Vernante e Borgo San Dalmazzo propongono, previa esibizione della tessera associativa, uno sconto del 10% sull’acquisto di tutti gli articoli non in saldo o in promozione (esclusa attrezzatura sci, snowboard e bici) e sui noleggi (escluso mondo bike). Il Podio Sport offre ai tesserati uno sconto del 10% su tutti

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attrezzature, ai quali si aggiungono numerosi nuovi percorsi formativi sugli stessi argomenti, ovvero: • Addetto primo soccorso. • Addetto antincendio. • RSPP - Datore di lavoro. • Abilitazione all’utilizzo di trattori agricoli. Tutti i corsi di aggiornamento e di formazione si svolgeranno in presenza presso le varie sedi di zona di Confagricoltura Cuneo, nel rispetto dei

pandemia. Per informazioni vi invitiamo a contattare l’Ufficio Sicurezza e formazione di Confagricoltura Cuneo ai seguenti recapiti: • per le sedi di Cuneo, Mondovì, Saluzzo e Savigliano: Stefano Ramero (ramero@confagricuneo.it – 0171/692143 – 366/5989772) • per le sedi di Alba e Bra: Giulia Porello (porello@ confagricuneo.it – 0173/281929)

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gli articoli di abbigliamento, attrezzatura, accessori e calzature (esclusi gli articoli in offerta o già scontati), valido in tutti i punti vendita di Cuneo, Borgo San Dalmazzo, Mondovì, Saluzzo e Pinerolo. Tutti gli associati a Confagricoltura Cuneo possono inoltre beneficiare di offerte a loro dedicate presso lo Spaccio degli occhiali di Fossano, con controllo della vista gratuito, occhiali da vista completi a soli 49 euro e sconti che vanno dal 10% su montature da vista e occhiali da sole, al 40% sulle lenti da vista

e al 50% in occasione di campagne promozionali presso il punto vendita “FV Gold Boutique dell’occhiale” (via Roma 15, Fossano). Anche il reparto ottico della Conad (punti vendita di Cuneo, Alba e Savigliano) offre ai soci uno sconto del 15% su tutto l’assortimento, ad esclusione dei prodotti in promozione. Per ulteriori informazioni, contattare gli uffici di Confagricoltura Cuneo.


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opo un anno di stop forzato a causa della pandemia, è tornata quest’anno la premiazione della Fedeltà al lavoro e progresso economico, la manifestazione annuale voluta dalla Camera di Commercio di Cuneo, che in questa edizione ha visto tra i premiati ben cinque aziende associate a Confagricoltura Cuneo. La manifestazione, che si svolge dal lontano 1953, celebra ogni anno gli imprenditori e gli operatori economici che, con l’esempio di una vita dedicata al lavoro, hanno contribuito con impegno costante alla crescita dell’economia locale, nei diversi settori in cui operano. L’elevato numero dei riconoscimenti da assegnare nell’edizione 2020-2021 ha reso necessario suddividere la premiazione in due giornate, che si sono tenute il 26 settembre ad Alba ed il 24

Fedeltà al lavoro, il premio a cinque aziende storiche AD AGRICOLTORI ASSOCIATI ALLA CONFAGRICOLTURA PROVINCIALE IL RICONOSCIMENTO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI CUNEO ottobre a Saluzzo. Gli agricoltori associati a Confagricoltura Cuneo che hanno ricevuto il premio sono: Mauro Culasso (zona di Cuneo), Luigi Mancardi (zona di Mondovì), Franco Domenico Giaccone (zona di Mondovì), Alfonso Castagnotti (zona di Alba) e Valerio Giuseppe Alladio (zona di Cuneo). Si tratta di aziende storiche della provincia, a con-

duzione familiare, tramandate di padre in figlio da più generazioni e ben radicate nel territorio di riferimento. Confagricoltura Cuneo è orgogliosa di annoverarle tra le proprie aziende associate e si complimenta con ognuna di esse per aver saputo interpretare al meglio il proprio lavoro e aver dato un importante contributo al progresso economico e sociale della collettività locale. [F.B.]

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Il titolare Mario Sarale insieme a Elena Turco e Cristiano Gallio di Confagricoltura

Prodotti genuini in agriturismi di successo TERZA STRUTTURA RICETTIVA PER LA BOTTERA A PIOZZO. IL SEGRETO: IL SERIO LAVORO IN STALLA di Paolo Ragazzo

N

on c’è due senza tre. E così l’azienda agricola La Bottera di Morozzo, forte delle precedenti esperienze agrituristiche avviate con successo in quasi due decenni di attività, lo scorso ottobre ha inaugurato una terza struttura a Piozzo, vicino ad una delle due già esistenti. “Abbiamo acquistato un vecchio cascinale nel 2019, lo

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compongono i nostri menu. A questo si aggiunge uno spazio esterno che voglio curare al meglio per offrire ai miei ospiti la possibilità di godere di un giardino in cui sostare e scattare foto ricordo dei loro momenti importanti”. Dietro questo nuovo investimento aziendale si cela il desiderio della famiglia Sarale di continuare a diversificare l’attività agricola, senza dimenticare però le origini da cui tutto ha avuto origine e che ancora oggi rappresenta l’ossatura portante dell’impresa: ossia l’azienda di vacche da latte (Frisone e Jersey) con l’annesso caseificio e l’allevamento di suini biologici. “Dal 1992, anno di nascita del piccolo laboratorio di lavorazione del latte, non ci siamo mai fermati”, ammette Mario Sarale anima dell’azienda, che conduce insieme a Francesco, allevatore delle vacche da latte, Remo, responsabile dell’allevamento suinicolo, e Anna, addetta al confezionamento dei prodotti e alle mansioni contabili e amministrative. Oltre a loro lavorano a La Bottera una decina di dipendenti. Il nuovo agriturismo a Piozzo

abbiamo ristrutturato e da giugno è operativo il nuovo ristorante, in piena continuità con la filosofia degli altri due - spiega Mario Sarale, il vulcanico titolare -. Non ci sono differenze nel servizio, né più di tanto nell’arredamento o nella disposizione dei locali. Ciò che ci contraddistingue continua ad essere la genuinità dei prodotti che

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Premiata la scelta di specializzarsi Vincente si è rivelata l’idea di specializzarsi sui formaggi aromatizzati, prodotti in oltre 40 referenze diverse: con i petali di fiori, con scaglie di cioccolato, al tartufo, alle erbe di montagna, ai semi di finocchio e papavero, con pezzetti di pere e mele essiccate, ai funghi porcino trifolati, con nocciole, mandorle e cannella, ma anche al Barolo o alla birra e molti altri. La varietà dell’offerta segue le esigenze della clientela, in particolare quella straniera, da cui arrivano le richieste più curiose. La Bottera esporta oltre il 50% dei propri prodotti, in Svizzera e Germania su tutti, ma anche nei Paesi dell’Est-Europa, come Repubblica Ceca e Polonia. “Ricordo ancora la prima volta in cui partecipai, quasi per gioco, al Cibus di Parma nel 1992 - dice Mario Sarale -, avevo 22 anni ed ero con il mio piccolo banchetto in mezzo a colossi del ‘food’, ma questo ci permise di entrare a contatto con numerosi buyer stranieri. Non a caso il nostro


LE NOSTRE AZIENDE

La lavorazione nel caseificio a Riforano di Morozzo

primo cliente non fu un italiano, ma di Boston. Ancora oggi partecipo ai grandi eventi in giro per l’Europa, riservano sempre qualche opportunità”. Ma i prodotti La Bottera si trovano direttamente anche nel punto vendita aziendale, al mercato settimanale di Mondovì e Carrù, in numerosi negozi di alimentari della provincia e in diversi punti della Grande Distribuzione Organizzata.

Idee per il futuro di una grande famiglia Il caseificio lavora circa 25 quintali di latte al giorno, non solo bovino,

ma anche ovino e caprino. Da lunedì al giovedì si gestiscono gli ordinativi e le spedizioni, mentre dal venerdì alla domenica si lavora per rifornire i tre agriturismi. Un flusso ininterrotto di operazioni, quindi, che non impedisce di continuare a programmare novità per il futuro. “Stiamo lavorando in questi mesi a un formaggio senza lattosio e ad uno prodotto con caglio di origine vegetale”, svela il titolare che poi sottolinea le non poche difficoltà attraversate durante i mesi più duri della

Gli allevamenti di suini biologici e vacche frisone

pandemia, specie sul fronte degli agriturismi e dei servizi di ospitalità. “È stato complicato reggere il colpo, anche perché molto di quanto produciamo lo destiniamo alle nostre strutture, che sono state chiuse per parecchio tempo. Con tutte le attenzioni e misure di sicurezza necessarie, ci siamo adoperati per riaprire da maggio all’aperto, grazie a tensostrutture e alla sinergia con diverse realtà che ci hanno dato un aiuto, come la Pro Loco di Piozzo”. Anche perché, nonostante lo sguardo

commerciale sia rivolto al mondo, La Bottera continua ad essere saldamente ancorata sul territorio e ai valori tipici della famiglia, come testimonia l’aneddoto con cui ci saluta Mario Sarale: “Nei nostri agriturismi lavorano nei weekend diversi studenti che arrivano da noi al quarto o quinto anno di liceo e proseguono fino al termine del percorso universitario. Un percorso di formazione lavorativa e umana che fa de La Bottera non solo un’azienda, ma anche una grande famiglia”.

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