POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XVII - N. 07•2019 - OTTOBRE 2019 - CONTIENE I.P.
07/2019
Più attenzione per chi lavora in montagna REFRESH Pascoli, servono dati più sicuri sulle foto aeree
EMERGENZA SELVATICI Danni da fauna, coinvolti i Comuni
RACCOLTE E CRITICITÀ Con le anomalie del clima, costi in aumento
ALLA REGIONE Confagricoltura indica le sue priorità
I NUMERI DI QUESTO NUMERO
Agricoltori in prima linea nella tutela dell’ambiente e lontani dai luoghi comuni Roberto Abellonio
direttore di Confagricoltura Cuneo
Il riuscito evento “Caluma el vache”, organizzato da Confagricoltura ad Elva per la sua seconda edizione e raccontato all’interno di questo numero de “L’Agricoltore cuneese”, è servito anche a ricordare a tutti il ruolo prezioso che l’agricoltura, in quel caso di montagna, ha nella tutela e nel mantenimento di un ambiente troppo spesso lasciato a se stesso. In un periodo in cui la questione ambientale è quotidianamente alla ribalta su tv e giornali, con il rischio di essere semplificata o talvolta utilizzata con finalità di parte, le aziende agricole mostrano nei fatti la loro predisposizione naturale a prendersi cura dell’ambiente in cui lavorano. Uno spazio, a cielo aperto, che serve a produrre cibo anzitutto per le proprie famiglie e per una popolazione mondiale che nel 2050 aumenterà del 30% rispetto a oggi. Certo, dobbiamo rendere più efficienti e sostenibili i sistemi produttivi, migliorare i metodi di lavorazione del suolo, di irrigazione e fertilizzazione. Per fare questo occorre investire in ricerca e innovazione, mettendo però l’impresa agricola nelle condizioni di poter accedere e utilizzare le nuove tecnologie di precisione con adeguati strumenti di sostegno. Perciò non smetteremo mai di batterci per la giusta remunerazione dei prodotti agricoli che, con la fatica di tutti i giorni, nascono su un territorio come il nostro ricco di eccellenze che noi agricoltori per primi abbiamo interesse a mantenere inalterato nelle sue unicità e a preservare. Questo “in barba” a facili luoghi comuni e a chi, non conoscendoci bene, è portato a dipingerci in modi che non ci rappresentano.
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500 kg
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ALPEGGI
UVE
capi di bestiame che salgono sui monti cuneesi
% di riduzione media delle quantità rispetto al 2018
NEL CUNEESE
NEL CUNEESE
la quantità di CO2 assorbita da 1 ha di mais
l’incremento dei dazi su alcuni prodotti dell’agroalimentare
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L’Agricoltore cuneese N.07 • OTTOBRE 2019
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IN PRIMO PIANO
ALPEGGI
40.000 capi di bestiame che salgono sui monti cuneesi
NEL CUNEESE Diego Mustat e la sua mandria fanno rientro a valle
Chi lavora sui monti merita più attenzione AD ELVA LE CRITICITÀ DEL COMPARTO DEI MALGARI DURANTE L’EVENTO “CALUMA EL VACHE”
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iornata di festa, ma anche di riflessione con le istituzioni. Con questo spirito si è svolta, venerdì 4 ottobre ad Elva, la seconda edizione di “Caluma el vache. Il ritorno della mandria a valle”, in occasione della discesa della mandria di Diego Mustat. “I malgari svolgono un lavoro importante anche da un punto di vista sociale e ambientale, contribuendo alla manutenzione delle nostre vallate e delle nostre montagne, ecco perché vanno aiutati a svolgerlo al meglio. Questa nostra manifestazione rappresenta un momento di incontro per celebrare la tradizione della transumanza, ma anche un’occasione di confronto con il mondo politico ed istituzionale sulle problematiche legate alla pastorizia in montagna”, così Enrico Allasia, pre-
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sidente di Confagricoltura Cuneo, ha aperto l’evento, organizzato da Confagricoltura Cuneo in collaborazione con il Comune di Elva e l’ATL del Cuneese, al quale erano presenti l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, il consigliere regionale Paolo Demarchi, il sindaco di Elva Mario Fulcheri, oltre a numerosi malgari o imprenditori agricoli delle terre alte e agli alunni delle classi quarte della Scuola Primaria di Passatore. “Da un confronto con i nostri associati, sono emerse una serie di criticità che chi vive e lavora in quota si trova a dover affrontare – ha proseguito Allasia –. Questioni che è necessario mettere in luce perché incidono profondamente sulla gestione del lavoro per gli allevatori; parliamo degli obblighi burocratici eccessivi che i malgari
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si trovano a dover sostenere pur operando in un contesto già particolarmente ostico; della forte preoccupazione per la presenza in aumento del lupo e, più in generale, dell’ampia e annosa questione della gestione della fauna selvatica e poi di tutte le problematiche connesse ad una viabilità precaria e di quelle legate alla fotointerpretazione dei pascoli o al calcolo del carico minimo di bestiame in base alla superficie, elementi determinanti per le domande dei premi Pac e Psr”. In particolare Confagricoltura Cuneo evidenzia che, in merito
ai danni provocati dai lupi, non siano più accettabili le incertezze e le difformità normative, senza considerare che i danni sono diretti (capi predati) ed indiretti (costi veterinari, mancata produzione, ecc.). “In generale, sui danni da fauna occorre ristabilire un equilibrio ambientale che ormai si è perso, intervenendo con una serie di misure contenitive adeguate – ha aggiunto il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio –. In quest’ottica, Confagricoltura da anni si batte per apportare modifiche alle norme che regolano questa complessa materia. Inoltre, abbiamo recentemente avviato un’opera di sensibilizzazione dei Comuni e
L’intervento di Enrico Allasia a “Caluma el Vache” con l’assessore regionale Luigi Icardi, il consigliere regionale Paolo Demarchi e il sindaco di Elva, Mario Fulcheri
delle Unioni Montane della provincia, proponendo a ogni ente l’approvazione di un ordine del giorno con la richiesta di adozione di idonee iniziative al riguardo, da trasmettere alla Giunta regionale e al Governo tramite la Prefettura” (vedi articoli di approfondimento alle pagine 6-7). Al termine dell’evento è stato consegnato alla Regione Piemonte, nelle figure dell’assessore Luigi Icardi e del consigliere Paolo Demarchi, un documento con le principali criticità con cui i malgari si devono confrontare, che nei prossimi giorni sarà inviato al presidente Alberto Cirio e agli assessorati all’Agricoltura e alla
Montagna. “Come associazione, continueremo a farci portavoce nelle sedi istituzionali delle istanze del mondo agricolo che opera in montagna, sempre disponibili a fornire alle istituzioni il nostro contributo di idee e proposte” ha concluso il presidente Enrico Allasia, che ha ringraziato il malgaro Diego Mustat e tutta la sua famiglia per la disponibilità nell’organizzazione della giornata i Carabinieri Forestali di Dronero e i Carabinieri di Acceglio per la sensibilità mostrata nei confronti del comparto. La giornata è poi proseguita con il pranzo per i partecipanti a base di salumi, formaggi e vini cuneesi sotto la tensostruttura davanti al Municipio.
A Luciano Lando il premio “Cioca d’or” AL MALGARO DI PRAZZO IL RICONOSCIMENTO PER ESSERE PUNTO DI RIFERIMENTO PER IL COMPARTO
A
l termine dell’evento è stato consegnato il premio “Cioca d’or” all’allevatore Luciano Lando, per la sua dedizione all’allevamento e alla montagna, e per essere sempre stato considerato un punto di riferimento per gli altri malgari per il suo carattere equilibrato e conciliatorio. Luciano Lando nasce il 4 febbraio 1939 a Prazzo, dove cresce insieme al papà Filippo e alla mamma Clara in una baita in località
Campiglione di Prazzo. La famiglia affronta in quegli anni le difficoltà dell’agricoltura in montagna del Dopoguerra, dedicandosi all’allevamento di poche mucche e qualche pecora e alla coltivazione di segale e patate. Per non pesare sulla famiglia e offrire un sostegno economico, Luciano già in giovane età inizia a lavorare nei mesi invernali in Francia, andando a tosare le pecore in diverse cascine. Nel 1966 sposa
In alto: gli alunni della Primaria di Passatore con Prezzemolo In basso: la colazione del malgaro sotto la tensostruttura in piazza ad Elva
Costanza Balma e dal loro matrimonio nascono Giovanni nel 1971 e Andrea nel 1973. In quegli anni Luciano inizia l’attività di malgaro, portando in inverno la sua piccola mandria in vari cascinali della pianura cuneese, stipulando i primi contratti di margaria. Sono anni di intenso lavoro e sacrifici, grazie ai quali riesce ad ingrandire la mandria e ad acquistare nel 1975 un piccolo cascinale a Castelletto di Busca. Dieci anni dopo, nel 1985, comprerà una cascina più grande a Caraglio, in frazione Palazzasso, dove poter ricoverare le mucche. Intanto, anche sulla montagna di Prazzo continua ad affittare ed acquistare pascoli, facendo crescere la sua mandria. Nel 2000 il figlio Andrea si in-
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sedia in azienda, mentre l’altro figlio Giovanni intraprende la carriera del casaro. La tradizione di famiglia continua così a vivere, portata avanti con passione ed entusiasmo da Andrea e dai suoi figli, Cristian e Francesco, che già seguono il papà e il nonno nell’allevamento. Il malgaro Luciano Lando
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IN PRIMO PIANO
Pascoli, servono dati sicuri sulle foto aeree L’ATTIVITÀ DI REFRESH PENALIZZA LE AZIENDE. CONFAGRICOLTURA: “CERTIFICARE IL DATO PER 3 ANNI” di Gilberto Manfrin
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iamo alle solite. Come è noto, a cadenza triennale Agea (l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura) effettua foto aeree (azione meglio nota come refresh) per aggiornare i dati del sistema integrato di gestione e controllo dei prati e dei pascoli. La lettura di queste foto consente ad Agea di individuare gli usi che ciascuna azienda fa del suolo e quando questa interpretazione non collima con quanto dichiarato nel fascicolo aziendale, si creano le famigerate anomalie che rallentano e bloccano l’erogazione degli aiuti comunitari alle aziende agricole stesse, anche quando si procede all’allineamento dei dati. Agea possiede una banca dati grafica: in pratica si tratta di foto ae-
ree di tutto il territorio regionale, in cui si distinguono le superfici agricole (cioè quelle eleggibili a Sau, superfici agricole utili), che usufruiscono dei contributi europei, e le superfici non agricole che invece non hanno diritto a tali contributi. “Se le immagini relative ai terreni di pianura sono tutto sommato corrispondenti alla realtà dei fatti, è sulle fotografie aeree dei pascoli di montagna che sorgono i problemi sottolinea la Confagricoltura Cuneo -. Pur capendo la difficoltà di chi effettua queste foto interpretazioni, a causa delle zone a pascolo più o meno individuabili, vengono sovente assegnati ai pascoli valori che danno adito a qualche dubbio”. Un esempio di ciò che accade comunemente? Una particella azien-
Capi di piemontese in alpeggio sui prati di Elva [Foto: archivio Autorivari]
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AGEA HA COMUNICATO CHE PER LA CAMPAGNA 2019 VERRANNO PAGATI GLI ETTARI ACCERTATI dale unica di 200 ettari, nel 2015 aveva 45 ettari di area eleggibile a premio. Nel 2017, dopo aver richiesto una nuova fotointerpretazione, i 45 ettari precedenti sono diventati 117 eleggibili a premio. Nel 2018, a seguito di refresh, i 117 ettari sono scesi a 38 (!), ancora meno di tre anni prima. Una rivalutazione penalizzante a dismisura per l’imprenditore agricolo richiedente il premio. Ma oltre al danno, anche la beffa: il refresh 2018, infatti, è retroattivo e la Pubblica Amministrazione va a recuperare, con sanzioni, i contributi indebitamente percepiti dall’azienda fino a tre anni addietro: 2016-2017-2018. Un salasso che rischia di ripercuotersi gravemente sulle casse aziendali. Soluzione? Arpea (l’Agenzia regionale piemontese per le erogazioni in agricoltura) dopo un proficuo confronto con Confagricoltura, pare sia intenzionata a fare il possibile per certificare il dato per almeno tre anni, a partire dalla conclusione delle operazioni refresh 2018, cosa che impedirebbe la retroattività. Foto effettuate nel 2018 e certificate, risulterebbero valide per i tre anni successivi, cioè fino al 2021. Senza possibilità di modifica.
A dire il vero esiste, per l’azienda, anche la possibilità di contestare il dato reso dalle foto interpretazioni. Entro fine ottobre, per le superfici per le quali il dato non viene accettato, va presentata tramite il Caa della Confagricoltura un’istanza di riesame grafica, che sostanzialmente obbliga la Pubblica amministrazione a rilavorare le fotografie. Se queste non vengono ancora accettate, l’azienda può richiedere il contraddittorio, presentandosi presso Arpea davanti ai funzionari incaricati dall’Agenzia per l’interpretazione dell’uso del suolo. Se non si trova ulteriormente un accordo, è previsto infine il sopralluogo: funzionari di Arpea si presentano in campo per valutare di persona lo stato della superficie per cui è richiesto il premio. Se l’azienda ha torto, è tenuta a pagare il sopralluogo. “Gli step sopra citati - dichiara il responsabile del Caa provinciale della Confagricoltura Cuneo, Gualtiero Dalmasso - ovviamente comportano tempo e quindi un ritardo nei pagamenti. La nota positiva è che per il 2019, avendo lavorato in assenza del nuovo dato 2018, Agea con propria circolare ha comunicato a tutti gli organismi pagatori che per la campagna in corso verrà pagato l’accertato, senza il calcolo dell’esito che comporterebbe anche le sanzioni. Cosa non valida, però, per le tre campagne pregresse, dove saranno comminate anche le sanzioni”.
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il contenimento della fauna selvatica è sempre più necessario [Foto: Autorivari]
Danni da selvatici, coinvolti i Comuni CONFAGRICOLTURA HA INVIATO UN ODG AI SINDACI. A RISCHIO L’INCOLUMITÀ DELLE PERSONE di Silvia Agnello
“L
a proliferazione abnorme e incontrollata degli animali selvatici è ormai una vera e propria emergenza. I cinghiali in particolare, oltre ad essere una delle maggiori cause di danni alle coltivazioni agricole, hanno determinato un
sensibile aumento degli incidenti stradali, alcuni dei quali purtroppo mortali”. Così inizia la bozza di ordine del giorno che le sedi territoriali piemontesi di Confagricoltura hanno inviato ai sindaci dei Comuni del proprio territorio invitandoli a presentarlo e farlo approvare dai Consigli comunali, per poi procedere alla trasmissio-
ne a Giunta regionale e Governo. A questi ultimi si chiede di provvedere ad una serie di adempimenti per limitare i danni provocati dai selvatici, cinghiali in particolare. Oltre ad una verifica dei dati di dettaglio sugli abbattimenti, ad un quadro preciso sui danni e ad un monitoraggio sulle malattie, si sollecita anche la predisposizione di piani straordinari di controllo numerico sui cinghiali e la modifica delle attuali disposizioni per la caccia al cinghiale, favorendo una pressione venatoria adeguata a contenere l’incontrollato sviluppo della specie. La traccia proposta da Confagricoltura propone infine di “adottare con urgenza un altro provvedimento idoneo ad assicurare il contenimento della presenza di ungulati, cinghiali in particolare, al fine di tutelare la sicurezza dei cittadini e limitare i possibili danni all’agricoltura”. Con questa iniziativa Confagricoltura continua a far sentire la propria voce sulla grave situazione dovuta alla proliferazione incontrollata dei selvatici, sottolineando il rischio che
ne deriva anche per l’incolumità delle persone. I cinghiali sono infatti causa di circa 1.100 incidenti all’anno in Piemonte, alcuni dei quali, purtroppo, con esiti molto gravi. Basti ricordare quello in cui, ad agosto, sulla tangenziale di Alba ha perso la vita un automobilista. La nuova amministrazione regionale sembra dimostrare sensibilità nei confronti del problema: il presidente della Giunta, il vicepresidente e gli assessori all’Agricoltura e alla Montagna hanno chiesto ai prefetti la convocazione di un tavolo congiunto per affrontare il problema. Si tratta di un segnale senz’altro positivo, ma è necessario agire in fretta per ristabilire l’equilibrio ambientale che si è ormai perso. Proprio da questa urgenza è nata l’iniziativa di Confagricoltura di promuovere e coordinare questa azione collettiva, coinvolgendo in quella che si può ormai definire una vera e propria “battaglia” quanti più soggetti possibile, in particolare a livello istituzionale, quali sono appunto le amministrazioni comunali.
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RACCOLTE & CRITICITÀ
Con il meteo anomalo i costi sono in aumento EVENTI ATMOSFERICI ECCEZIONALI COSTRIGONO LE IMPRESE A SPENDERE DI PIÙ, ECCO PERCHÈ SERVE REMUNERATIVITÀ Un corileto in provincia di Cuneo
di Paolo Ragazzo
DAL 1990 L’AGRICOLTURA UE HA RIDOTTO I GAS SERRA DEL 20%
L
a violenta “bomba d’acqua” mista a grandine che si è abbattuta su una vasta zona dell’Albese nel pomeriggio di giovedì 5 settembre, al
di là dei gravi danni provocati a vigneti e noccioleti proprio in fase di raccolta, ha messo in luce ancora una volta come il mutamento climatico abbia un’incidenza sempre più rilevante sul lavoro delle aziende agricole. Se non si vuole rischiare di perdere il lavoro di anni in pochi minuti, le imprese sono chiamate a sostenere costi per interventi migliorativi e investimenti sempre crescenti per la tutela delle
produzioni. L’agricoltura è una delle attività economiche più soggetta ai cambiamenti climatici, che provocano eventi atmosferici eccezionali, periodi di siccità, la comparsa di nuovi parassiti provenienti da altre parti del mondo. Malgrado ciò l’agricoltura dell’UE ha aumentato la propria produttività complessiva del 25% dal 1990 ad oggi e nello stesso periodo le emissioni di gas a effetto serra sono
state ridotte del 20%. L’aspetto climatico è comunque sempre più rilevante proprio perchè sempre più frequentemente anomalo. A mero titolo di esempio si veda il grafico dell’Arpa Piemonte sull’andamento pluviometrico nel corso del 2019 dove è chiara la presenza di picchi di precipitazioni violente o particolarmente intense in pochi giorni ma, in generale, si assiste a un calo del 19% di pioggia
Nel grafico l’andamento pluviometrico in Piemonte nel 2019: in blu i picchi di precipitazioni (ricostruzione su dati Arpa Piermonte) 40
Precipitazione media cumulata tra il 1971 e il 2000
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Precipitazione media cumulata nel 2019
30 25 20 15 10 5 0 GEN
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MAG
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AGO
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rispetto al 2018 (dati aggiornati al 30/09). “Oltre alle conseguenze di queste situazioni sui prodotti, occorre evidenziare quelle altrettanto serie sulle strutture agricole – aggiunge Confagricoltura Cuneo –. Non servono certo le improvvise grandinate a ricordarci come il lavoro delle aziende agricole sia delicato e in continuo equilibrio precario, ma in quei casi la questione emerge con più evidenza. Ecco perché insistiamo tanto sulla giusta remunerazione dei prodotti agricoli che nascono in un’azienda a cielo aperto chiamata a far fronte, oltre che a tutti i rischi e le incertezze legate all’andamento meteorologico, anche a costi di produzione in costante aumento anche per difendersi al meglio. Il sistema di assicurazioni, tuttavia, oltre ad essere esoso per le aziende continua ad essere troppo complesso”.
Nocciole, raccolta in calo in tutta la Granda TERMINATE LE OPERAZIONI NEI CORILETI SI REGISTRANO QUANTITATIVI DI MOLTO INFERIORI RISPETTO AL 2018 di Francesca Braghero
A
d operazioni di raccolta delle nocciole concluse è tempo di primi bilanci. Sebbene i dati non siano ancora del tutto definitivi, poiché mancano all’appello tutte
le partite ancora stivate nei magazzini che verranno conferite entro la fine dell’anno, all’atto delle rese effettive alla sgusciatura, parametro per il pagamento delle partite,
i risultati non sono entusiasmanti. Si parla di rese medie che vanno dal 38 al 46%, per chi ha gestito al meglio gli impianti, a fronte di un aumento dei prezzi rispetto al 2018.
Le aspettative sulla campagna corilicola della Tonda Gentile erano ben diverse da quello che si è poi rivelato l’effettivo raccolto. Antonio Marino, tecnico corilicolo di Confagricoltura Cuneo, conferma: “Dai dati rilevati emerge un calo produttivo che mediamente si attesta intorno al 25-30% rispetto allo scorso anno, ma non è difficile riscontrare percentuali più alte con punte del 50-60%, oltre ai casi più gravi dove non
si è neppure raccolto. L’andamento climatico della stagione 2019 è stato anomalo: dopo un inizio anno segnato da penuria d’acqua e temperature sopra le medie, si è assistito ad un notevole calo termico, confluito in abbondanti precipitazioni proprio nel periodo in cui, terminata la fioritura, si avvia la delicata fase di allegagione. Le condizioni climatiche non idonee della primavera hanno causato una cascola precoce nel
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RACCOLTE
mese di giugno che ha lasciato a terra percentuali molto alte di frutti non fecondati, tanto da indurre alcuni corilicoltori a non azionare nemmeno le macchine da raccolta. “I picchi di 40° raggiunti nel corso dell’estate e le successive precipitazioni hanno favorito le condizioni per lo sviluppo delle batteriosi e della Citospora agente del Mal dello Stacco, sempre più abbondante nei vecchi noccioleti”. Oltre alla cimice asiatica, che ha marcato pesantemente la sua presenza a partire dalla seconda decade di luglio, ed al Gonocerus, che non si vedeva così da anni ma, favorito dalle alte temperature, ha affilato il rostro per affondarlo nei frutti in maturazione – continua Marino –. Il cimiciato mediamente incide dall’1,5 al 6% ma non mancano riscontri di percentuali più alte. Sono presenti frutti avariati marci ed avvizziti, in percentuali diverse a seconda della zona di ubicazione degli appezzamenti. Per contro, sussistono anche partite che rispettano qualitativamente tutti i
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parametri richiesti dalle principali ditte di trasformazione”. Anche il momento della raccolta, avviata in ritardo rispetto alla norma, è stato disturbato da copiose precipitazioni che hanno asportato di forza il prodotto da terra e reso difficile il rientro in campo per fango ed erosioni del terreno. I frutti sono stati raccolti con umidità elevate ed hanno richiesto molto impegno nelle operazioni di essiccatura con conseguenti costi in aumento. Ma il Piemonte non è l’unica regione d’Italia a dover affrontare questo problema. “Anche in centro Italia la produzione è in calo del 50% rispetto al 2018 – chiarisce Aldo Gavuzzo, presidente della sezione corilicola di Confagricoltura Cuneo –. La quantità complessiva di nocciole sul mercato è decisamente bassa ed il prezzo sembra ancora destinato a salire. Ci auguriamo che con la ricerca si trovi innanzitutto una soluzione alla cimice asiatica, per evitare che tutto il comparto corilicolo entri in crisi”.
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Uve di qualità eccellente nei vigneti della Granda
Dai filari uve per una vendemmia di qualità DIFFICOLTÀ IN LANGA PER LA GRANDINE DI INIZIO SETTEMBRE, POI LA SITUAZIONE È MIGLIORATA. LE RESE SONO IN CALO di Fabio Rubero
N
on sarà certamente ricordata per la quantità, ma sicuramente per la qualità (soprattutto delle varietà più tardive), la vendemmia 2019 che si avvia alla sua conclusione. I dati cuneesi sono in linea con quelli nazionali e parlano di un quantitativo di uva inferiore mediamente almeno di un 10-15% rispetto ad una vendemmia “standard” e di una media del 20% circa in meno rispetto a quella nel 2018, che verrà ricordata per la sua straordinaria quantità. Per contro le caratteristiche e le qualità del prodotto sino ad ora raccolto fanno ben sperare affinché nascano dei vini di pregevole
fattura. Un risultato, non ancora definitivo, le cui motivazioni risiedono su più fronti ed anche in un andamento meteorologico non particolarmente favorevole, soprattutto durante la fase della fioritura primaverile, nella quale forti acquazzoni e temperature eccessivamente basse hanno fortemente limitato la formazione dei grappoli, compromettendo di fatto la possibilità di un ingente raccolto. Il grande caldo unito ad un clima particolarmente siccitoso e, seppur in misura decisamente minore, la grandinata di inizio settembre sulle colline dell’Albese hanno fatto il resto. “Un avvio difficile con la situazione che è tuttavia
migliorata nel mese di settembre e nei primi giorni del mese di ottobre - commenta Alessandro Bottallo, tecnico vitivinicolo di Confagricoltura Cuneo - caratterizzati da una forte escursione termica diurna, condizione ideale per la maturazione delle uve. Di questo, naturalmente, non potranno giovarne le uve precoci come Dolcetto e Moscato, mentre Barbera e Nebbiolo ne stanno traendo
UVE
-20%
% di riduzione media delle quantità rispetto al 2018
NEL CUNEESE
grande beneficio. Dovremmo avere vini con un buon equilibrio tra gradazione zuccherina e acidità, quindi per quanto concerne i bianchi dovremmo avere gradazioni non eccessive e ben bilanciate dall’acidità”. Un pensiero condiviso da Renato Negro, presidente della sezione Vini Bianchi di Confagricoltura Cuneo: “Un’annata ottima dal punto di vista della qualità e dei profumi che caratterizzeranno i vini del SPAZZANEVE STIGA
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2019 a cui non mancherà nulla se non quel 10-20% di produttività che, nel caso del Moscato, può anche non essere necessariamente un dato negativo, viste le giacenze rimaste alle quali si potrà dunque accedere”. “Una vendemmia molto interessante dal punto di vista qualitativo – aggiunge Gianluca Demaria, presidente sezione Vini Rossi di Confagricoltura Cuneo – come abbiamo già potuto riscontrare sui DECESPUGLIATORE OLEOMAC
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rossi già raccolti come Dolcetto e Barbera e che con ogni probabilità riscontreremo anche sul Nebbiolo. Ottimi il tenore zuccherino, il colore, i polifenoli e tutto ciò che si può ricercare in un’uva rossa”.
NEGRO E DEMARIA CONFERMANO L’ECCELLENZA DELLE UVE
CONVEGNO AL CASTELLO
Si parla di passaggio generazionale a Grinzane Sabato 26 ottobre, alle 9, al Castello di Grinzane Cavour avrà luogo il convegno “Il passaggio generazionale nelle aziende vitivinicole: strumenti, rischi ed opportunità tra gestione della struttura agricola, pianificazione successoria e tutela degli assetti proprietari”, organizzato dall’Unione Italiana Giuristi della Vite e del Vino. All’appuntamento parteciperà per Confagricoltura il presidente della sezione vitivinicola provinciale e regionale, Gianluca Demaria, che affronterà il tema “Le imprese vitivinicole familiari in Piemonte”. Una giornata tra professionisti e operatori del settore per analizzare problematiche, opportunità e soluzioni.
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RACCOLTE
SACCHETTO: “I PROBLEMI DEL COMPARTO SONO STRUTTURALI E COMPLESSI, MA SERVE UN TAVOLO DI CRISI”
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l 2019 non resterà di certo negli annali della raccolta della frutta in provincia di Cuneo, tuttavia, in un contesto di oggettiva e risaputa difficoltà (specie delle varietà estive, pesche su tutte), ci sono alcuni ambiti nei quali, pur in attesa di dati più certi e definitivi, si inizia a respirare un cauto ottimismo. Su tutti la mela, la cui raccolta delle diverse varietà è tuttora in corso e si protrarrà fino a ridosso della stagione invernale, che stando ai primi riscontri potrebbe rappresentare una
MELE
-20% % stimata di riduzione raccolta mele in Europa
IN EUROPA 12
Un momento dell’incontro a Lagnasco per affrontare il momento delicato della frutticoltura
Cauto ottimismo per la raccolta delle mele DOPO UN’ESTATE DIFFICILE PER PESCHE E NETTARINE NEI FRUTTETI C’È FIDUCIA PER LE CAMPAGNE IN CORSO di Fabio Rubero
nota positiva all’interno di un panorama annuale caratterizzato da poche luci e molte ombre, come certificato anche a Lagnasco lo scorso 27 agosto, quando in un incontro organizzato da Confagricoltura Cuneo, imprenditori agricoli ed esponenti politici si sono incontrati per tentare di risolvere i problemi del comparto frutticolo. “Anche complice un panorama italiano ed europeo (nel Vecchio Continente si stima una raccolta inferiore del 20% rispetto allo scorso anno ndr) che vede
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parecchie zone nelle quali la produzione è calata drasticamente, pur con tutte le dovute precauzioni del caso visto che manca ancora parecchio alla conclusione della stagione, possiamo essere fiduciosi per quanto concerne la stagione della mela che dovrebbe con ogni probabilità essere migliore rispetto all’annata precedente” commenta Marco Bruna, segretario Confagricoltura Cuneo, zona Saluzzo e Savigliano. Ottimismo che, come accennato, non ha di certo caratterizzato la stagione
della frutta estiva le cui tante criticità, legate soprattutto ad un prezzo di vendita non in grado di coprire nemmeno i soli costi di produzione, sono state sviscerate nell’incontro di Lagnasco. Nella splendida cornice del castello del paese del Saluzzese, partendo dal presupposto che sia necessario impegnarsi affinchè venga percepita la qualità dei prodotti cuneesi e piemontesi, il presidente della Regione, Alberto Cirio, e l’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa, si sono detti disponi-
bili a realizzare ed a portare avanti sin da subito importanti attività di supporto alle aziende agricole: “La Regione è pronta – hanno dichiarato - a sostenere sul territorio una produzione di qualità con interventi di promozione ad ampio raggio nonchè sostenendo ed attivando in prima persona, partendo da scuole e ospedali piemontesi, le campagne di promozione e marketing necessarie al raggiungimento di questo obiettivo ambizioso”. “Da lì bisogna ripartire – ricorda Claudio Sacchetto presidente della sezione Ortofrutta di Confagricoltura Cuneo – perché i problemi sono strutturali e dunque di soluzione particolarmente complessa. Rinnoviamo e rilanciamo dunque la proposta di un tavolo di crisi e ricordiamo alla Regione di intervenire a supporto delle aziende del comparto frutticolo affinchè possano superare le oggettive difficoltà”.
GLI IMPEGNI DELLA REGIONE ANNUNCIATI NELL’INCONTRO DI LAGNASCO A FINE AGOSTO
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elle scorse settimane il Ministero delle Politiche Agricole, di concerto con i dicasteri di Salute e Ambiente, ha pubblicato la bozza del Piano di azionale nazionale per l’uso sostenibile dei fitofarmaci (PAN) per il periodo 2020-2024 invitando, attraverso una consultazione pubblica, le associazioni e chi è interessato ad esprimere il proprio parere in merito, per ottenere una versione condivisa da approvare e pubblicare in Gazzetta Ufficiale.
I principali aspetti Un invito che Confagricoltura Piemonte ha fatto suo individuando alcune criticità strutturali che sono state segnalate agli Organi competenti. Innanzitutto, l’organizzazione degli agri-
EMERGENZA IN CAMPI E FRUTTETI
Confagricoltura Piemonte segnala le criticità del PAN LA BOZZA DEL NUOVO PIANO DI AZIONE NAZIONALE PER L’USO SOSTENIBILE DEI FITOFARMACI NON CONVINCE di Fabio Rubero
coltori piemontesi ritiene che nella nuova stesura del PAN non si tenga sufficientemente in considerazione l’importanza dei prodotti fitosanitari nella difesa delle piante e nemmeno del fatto che nell’attuale situazione gli agricoltori hanno sempre più difficoltà a proteggere le colture a causa della scarsa disponibilità di principi attivi. A tutto ciò va aggiunto che il nuovo PAN contiene parecchi nuovi adempimenti
per le aziende agricole che si aggiungono, complicandolo ulteriormente, ad un quadro già ora particolarmente complesso sia dal punto di vista burocratico, sia dal punto di vista puramente operativo. Confagricoltura Piemonte sottolinea come nel nuovo PAN, nonostante venga citata l’importanza della ricerca e dell’innovazione, non vi sia traccia della rilevanza della genetica nella diminuzione dei prodotti
fitosanitari, di come non venga adeguatamente valorizzata l’agricoltura di precisione nelle strategie complessive dirette all’uso sostenibile e di come non vi sia alcun riferimento all’importanza della ricerca industriale sui nuovi agrofarmaci a basso impatto ambientale ed alla neces-
sità di rendere più veloci le procedure di autorizzazione europee ed italiane. Sostanzialmente, il nuovo PAN, secondo Confagricoltura Piemonte si concentra eccessivamente sulla sostenibilità ambientale e sociale dell’utilizzo dei prodotti fitosanitari, aspetti senza dubbio molto importanti, ma non tiene in alcun modo conto della sostenibilità economica delle aziende agricole. Ciò detto, tuttavia, è bene che le aziende continuino ad assumere sempre più consapevolezza dell’importanza di lavorazioni sostenibili dall’ambiente e sempre più richieste.
FITOFARMACI: ITALIA VIRTUOSA Confagricoltura: il Piano di Azione valorizzi un’agricoltura innovativa, competitiva e già rispettosa dell’ambiente, lo dicono i dati
Cimice asiatica, Confagricoltura ha riunito tutte le Federazioni
Il 24 settembre, presso la sede di Confagricoltura Roma, si è tenuta la riunione congiunta delle Federazioni Nazionali di Prodotto convocata con urgenza per definire una strategia confederale di lotta alla cimice asiatica. Per Cuneo hanno partecipato il presidente Enrico Allasia e il direttore Roberto Abellonio. Dall’incontro è emersa una serie di proposte, prima fra tutte, la necessità di adottare un Piano nazionale straordinario di durata pluriennale, dotato di risorse adeguate, che promuova e sostenga gli interventi necessari per difendere le produzioni dalla cimice asiatica, e che supporti le aziende agricole che hanno visto le loro produzioni danneggiate se non completamente distrutte. Confagricoltura quindi esprime apprezzamento per l’intervento del ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova al tavolo con le Regioni, che ha sottolineato la gravità del problema della cimice asiatica, manifestando la volontà di costruire le azioni comuni necessarie per affrontarlo. Positiva poi secondo Confagricoltura la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 5 settembre del DPR n. 102 del 5 luglio scorso sulla possibilità di introdurre specie non autoctone. È fondamentale, tuttavia, che il ministero dell’Ambiente approvi in tempi brevi il decreto che deve definire i criteri per l’immissione dell’antagonista naturale ovvero la vespa samurai (Trissolcus japonicus, originaria dell’Asia orientale) che depone le uova direttamente in quelle della cimice. Pur non essendoci, al momento, un’unica soluzione idonea per contrastare la cimice occorre rafforzare le azioni di ricerca e trasferimento delle conoscenze per combattere questo insetto altamente polifago.
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A TUTTO CAMPO
Gasolio agricolo, va rivisto il sistema delle assegnazioni CONFAGRICOLTURA: “MOLTE OPERAZIONI MECCANICHE HANNO NECESSITÀ DI ESSERE RIESEGUITE SULLA STESSA COLTURA PIÙ VOLTE” di Gilberto Manfrin
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ella serie: due pesi e due misure. Da un lato ci sono Regioni come il Molise le cui aziende agricole - è notizia di alcune settimane fa - beneficeranno di un’assegnazione integrativa di carburante agricolo ad accisa agevolata. Un aiuto concreto, che asseconda in maniera efficace le reali esigenze di tanti addetti. Dopo mesi di caldo anche anomalo, con le evidenti conseguenze per i terreni, è risultata necessaria una migliore preparazione del letto di semina ed un maggiore utilizzo di mezzi e carburanti. Un’agevolazione aggiuntiva, quella a disposizione delle imprese agricole molisane, che consentirà quindi agli imprenditori agricoli
IL CONFRONTO
di guardare con più fiducia al futuro. Dall’altro invece, ci sono Regioni come il Piemonte la cui assegnazione di base di carburante agricolo alle aziende è ritenuta troppo esigua. Con una lettera indirizzata all’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa, il presidente regionale e provinciale di Confagricoltura, Enrico Allasia, ha così chiesto di rivedere il sistema dell’assegnazione dei carburanti, in quanto i quantitativi attualmente accordati alle aziende per le diverse tipologie di operazioni e per numero di lavorazioni previste su determinate colture, non sono allineati alle esigenze dettate da una pratica agronomica che risulta in continua evoluzione. “Molte operazioni meccaniche, alcune sostitutive
Aziende piemontesi penalizzate rispetto alle altre
Da un’analisi di Confagricoltura Piemonte sulla situazione dei quantitativi di gasolio assegnati in altre regioni del nord, in particolare Lombardia ed Emilia Romagna, simili al Piemonte per estensione e tipologia di raccolti, emerge come per la quasi totalità delle colture, le aziende piemontesi sono penalizzate rispetto a quelle di regioni confinanti con agricoltura, appunto, similare. Leggendo lo studio, le assegnazioni, oltre ad essere ben al di sotto dei massimali fissati dal Decreto ministeriale del 30 dicembre 2015, sono significativamente inferiori, nella più parte dei casi, a Lombardia ed Emilia Romagna. Alcuni esempi? Le assegnazioni per il mais (da granella, foraggero e per biomassa) in Piemonte sono pari a 138 l/ha, contro i 210 l/ha della Lombardia e i 219 l/ha dell’Emilia Romagna; per il seminativo irrigabile (sorgo, soia, girasole, canapa, lino, leguminose primaverili, ecc) in Piemonte sono assegnati 129 l/ha, 210 l/ha in Lombardia e 207 l/ha in Emilia Romagna. E ancora: la dote a disposizione per il seminativo asciutto (cereali autunno-vernini, colza, ravizzone, pisello proteico) prevede 122 l/ha per il Piemonte, 210 l/ha per la Lombardia, 179 l/ha per l’Emilia Romagna; per la coltivazione del pioppo vengono assegnati 79 l/ha in Piemonte, 115 l/ha in Lombardia e 97 l/ ha in Emilia Romagna. Che altro aggiungere: i numeri, come si dice, non mentono mai.
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di quelle con i trattamenti fitosanitari - sottolinea Confagricoltura - hanno la necessità di essere rieseguite sulla stessa coltura per un numero di volte superiore a quello attualmente contemplato nelle tabelle: è il caso, per esempio, del vigneto, condotto con criteri di difesa integrata o con il metodo biologico, che richiede più passaggi rispetto alle tecniche agronomiche tradizionali per quanto riguarda la gestione del cotico erboso e dei germogli, dell’erpicatura e del diserbo meccanico sul filare, o della spollonatura. Chiediamo nuove soluzioni improntate anche a una concreta semplificazione delle procedure che, non di rado, sono piuttosto complesse”. Anche a livello nazionale Confagricoltura ha seguito il tema delle assegnazioni apprezzando l’annuncio del ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova, che ha assicurato che le agevolazioni fiscali per il gasolio agricolo non saranno ridimensionate. “Se verrà confermato, il Governo mostrerà senso di responsabilità nei confronti delle imprese agricole che non possono permettersi altri rincari di costi energetici”, sostiene Confagricoltura.
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Piemonte Lombardia
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Le assegnazioni per il mais, per il seminativo irrigabile e asciutto, per la coltivazione del pioppo [Fonte: Confagricoltura Piemonte]
Qualità dell’aria, rispetto ma senza penalizzare le aziende ENRICO ALLASIA: “ABBIAMO CHIESTO ALLA REGIONE DI AIUTARE LE IMPRESE AD ADOTTARE ADEGUATE TECNICHE AGRONOMICHE” di Silvia Agnello
IL 1° OTTOBRE SONO ENTRATE IN VIGORE LE MISURE ANTISMOG: DISAGI PER LE AZIENDE AGRICOLE
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allo scorso 1° ottobre, con l’entrata in vigore delle misure antismog a tutela della qualità dell’aria, le aziende agricole subiscono importanti disagi per le limitazioni imposte su alcune attività, quali, per esempio, la circolazione dei mezzi agricoli, la distribuzione dei liquami e lo smaltimento dei residui vegetali. Nel riconoscere l’implicazione del settore primario nelle dinamiche ambientali legate al cambiamento climatico, Confagricoltura Piemonte chiarisce: “I cambiamenti climatici in atto impattano pesantemente anche sull’agricoltura, condizionando l’esercizio delle attività di campagna e creando gravi difficoltà a chi opera con l’ambiente naturale”. Un caso concreto è rappresentato dai condizionamenti del clima nella concimazione dei terreni. Da qualche anno, nel periodo autunnale, in alcune aree del Piemonte, prima il tardivo raccolto del mais e poi la perdurante siccità seguita da alcune giornate di pioggia, impediscono agli agricoltori di concimare i terreni con gli effluenti zootecnici e con il digestato. “Purtroppo è una situazione che si presenta ormai puntualmente – dichiara il presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte Enrico Allasia – e
che crea pesanti difficoltà, in particolare agli allevatori. Per questo abbiamo chiesto alla Regione di sostenere il contrasto al cambiamento climatico aiutando le imprese agricole ad adottare adeguate tecniche agronomiche per la riduzione delle emissioni di ammoniaca, per l’utilizzo di concimi organici in sostituzione di quelli minerali e, per quanto riguarda le emissioni di ammoniaca in atmosfera da zootecnia, per favorire l’allontanamento rapido delle deiezioni animali, l’utilizzo di coperture sulle strutture di stoccaggio e l’immediata incorporazione al terreno dei reflui a seguito delle spandimento”.
Confagricoltura: più attenzione per la zootecnia Confagricoltura chiede inoltre che la Regione Piemonte, qualora le condizioni agro-climatiche lo consentano, in deroga alle normative e per questioni di igiene e sanità pubblica, autorizzi gli agricoltori allo spandimento dei liquami in giorni specifici, al fine di evitare la tracimazione e la conseguente fuoriuscita delle vasche di raccolta, rimandando lo svuotamento completo nei periodi consentiti. Per Confagricoltura è necessario che, nel rispetto dell’ambiente e delle leggi, si comprendano le effettive difficoltà degli allevatori e la necessità di tutelare l’igiene pubblica, prevedendo modalità operative di gestione dei reflui zootecnici che consentano agli operatori di lavorare in sicurezza e con serenità.
INCONTRO IN REGIONE
Focus sulla normativa dei nitrati Di qualità dell’aria e spandimenti, con particolare riferimento alla normativa nitrati, si è dibattuto in un incontro con gli uffici degli assessorati all’Agricoltura e all’Ambiente tenutosi a metà settembre in Regione Piemonte. NITRATI In seguito ad alcuni prelievi che hanno registrato una concentrazione di nitrati superiore rispetto al passato, verranno definite nuove Zone Vulnerabili ai Nitrati di origine agricola (ZVN). Sulla questione è stato chiesto l’impegno dell’assessore Protopapa affinché vengano attivate in tempi brevi tutte le misure del PSR disponibili per sostenere le aziende che dovranno adeguarsi ai limiti più stringenti delle aree vulnerabili. QUALITÀ DELL’ARIA Tra i vari aspetti relativi alla qualità dell’aria, si è trattato dell’abbruciamento dei residui di potatura per motivi fitosanitari. La questione riguarda soprattutto i kiwi, per i quali lo scorso anno si sono riscontrate difficoltà a causa della coincidenza dello smaltimento con il periodo di divieto. L’assessore regionale si è assunto l’impegno a sollecitare gli uffici affinché producano nei tempi richiesti gli atti necessari ad ottenere le deroghe per motivi sanitari. Più difficile il problema per i castagneti, per cui si era chiesto di spostare al 15 dicembre il divieto di bruciatura. Questa soluzione sembra essere però impraticabile perché in contrasto con quanto stabilito dalla legge sulla protezione dagli incendi boschivi, che prevede il divieto dal 1° novembre. Secondo l’assessorato occorrerà dunque affrontare la problematica con un approccio diverso, per esempio con incentivi alla raccolta dei residui e al loro utilizzo concentrato e controllato, quale può essere la destinazione verso gli impianti termici a biomassa.
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A TUTTO CAMPO
Confagricoltura indica le proprie priorità MOLTI I TEMI SUL TAVOLO, A PARTIRE DAL PSR ALLASIA: “RIPRISTINARE I TAVOLI DI FILIERA”
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n cambio di marcia. È ciò di cui l’agricoltura piemontese ha urgentemente bisogno secondo Confagricoltura, che all’assessore regionale Marco Protopapa, nelle scorse settimane, ha evidenziato le principali esigenze del settore: razionalizzazione del Piano di sviluppo rurale, adozione di interventi incisivi per la gestione della fauna selvatica e interventi per il miglioramento della qualità dell’aria. Priorità segnalate nel corso di un incontro a cui ha preso parte una delegazione di Confagricoltura Piemonte, guidata dal presidente Enrico Allasia e composta dalla vicepresidente Paola Battioli, dal direttore Ercole Zuccaro e dal responsabile dell’area politico-economica Paolo Bertolotto.
L’attenzione sul Psr Fari puntati anzitutto sul Piano di sviluppo Rurale, la cui programmazione (2014-2020) ormai si avvia alla conclusione. Occorre quindi effettuare una ricognizione puntuale sugli impegni assunti, sull’effettiva capacità di spesa dei fondi europei e sulle misure che è ancora possibile attivare. “Riteniamo che sia prioritario sostenere l’insediamento dei giovani e l’am-
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VANNO SOSTENUTI: L’INSEDIAMENTO DEI GIOVANI E UN AMMODERNAMENTO DELLE IMPRESE DEL SETTORE modernamento delle loro imprese – ha dichiarato Enrico Allasia – favorendo la realizzazione dei tanti progetti di investimento che finora non hanno trovato accoglimento per carenza di fondi dedicati”.
Primi provvedimenti della Regione Piemonte Proprio su questo aspetto qualche giorno dopo l’assessore Protopapa si è fatto promotore della proposta di una serie di modifiche al Programma di sviluppo rurale 2014 – 2020. “In attesa del varo del nuovo ciclo di programmazione 2021 – 2027 abbiamo deciso di apporre una serie di modifiche al Psr attualmente in vigore per favorire le attività imprenditoriali dei giovani agricoltori piemontesi - ha spiegato Marco Protopapa - In pratica abbiamo incre-
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mentato la dotazione finanziaria relativa alla misura 6.1 riguardante l’insediamento giovani agricoltori per un ammontare di un milione e 550 mila euro. Per i giovani agricoltori di età compresa tra i 18 e 41 anni che decideranno di dare vita a nuove aziende agricole nel territorio regionale, verrà data la possibilità di ottenere il relativo contributo d’insediamento in un arco temporale di 24 mesi dall’attivazione dell’azienda stessa invece del termine perentorio attuale che è fissato in 12 mesi. La nostra attenzione è stata rivolta anche all’agricoltura di montagna dove operano molti giovani, con l’apporto di nuove risorse che permetterà di aumentare la dotazione dell’indennità compensativa per le zone montane per un ammontare complessivo di 15 milioni di euro per il bando 2019”, ha concluso Protopapa. La Confagricoltura apprezza lo sforzo dell’amministrazione regionale, che va nella direzione evidenziata e invita a continuare a ricercare risorse che potrebbero essere messe nuovamente a disposizione per ulteriori bandi.
Fitofarmaci, fauna selvatica e filiere Confagricoltura ha poi suggerito che una particolare attenzione dovrà essere dedicata alla progettazione di un piano di formazione sull’utilizzo accurato dei fitofarmaci e sulla gestione delle aree vulnerabili da nitrati. Sempre per quanto attiene al miglioramento
della sostenibilità delle attività agricole occorrerà inoltre accompagnare le imprese nell’adozione delle misure per l’attuazione del Piano regionale di qualità dell’aria, riservando particolare cura alla definizione delle norme che riguardano il settore primario. “Diventa sempre più urgente - ha ancora evidenziato il presidente di Confagricoltura - trovare delle modalità di gestione efficaci della fauna selvatica, non solo per limitare i gravi danni che arreca alle coltivazioni agrarie, ma anche per ripristinare un adeguato livello di sicurezza per la popolazione”. Infine Confagricoltura ha chiesto all’assessore Protopapa che la Regione torni ad esercitare un ruolo da protagonista nell’indirizzo delle politiche di sviluppo dell’agroalimentare. “Visto l’andamento dei mercati e le gravi crisi che stanno colpendo vari comparti, tra cui ultimi in ordine di tempo la peschicoltura e l’apicoltura - ha suggerito Enrico Allasia - riteniamo opportuno ripristinare i tavoli di filiera, che potrebbero garantire un miglior confronto per la crescita dell’economia del territorio”.
BUONI I PRIMI PROVVEDIMENTI DELLA REGIONE MA BISOGNA CONTINUARE A CERCARE RISORSE PER NUOVI BANDI
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NUOVA SABATINI PER I BENI STRUMENTALI: ECCO LE NOVITÀ DEL DECRETO CRESCITA Con il Decreto Crescita arrivano tante novità anche per quanto riguarda la legge Sabatini consistente nella concessione, da parte di banche e intermediari finanziari (ora anche gli altri intermediari finanziari iscritti all’albo previsto dall’articolo 106, comma 1, del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia), di finanziamenti per sostenere gli investimenti in beni strumentali nonché nella concessione di un contributo, da parte del Ministero dello sviluppo economico, rapportato agli interessi maturati sui predetti finanziamenti. La legge di Bilancio 2019 (legge 145/2018) ha previsto il rifinanziamento del fondo di dotazione e, di conseguenza, è stato riaperto lo sportello per presentare le domande. Tre le principali novità contenute nel Dl Crescita:
la prima novità prevede l’innalzamento da 2 a 4 milioni di euro della soglia massima per gli investimenti. Sul sito internet del Ministero (www.mise.gov.it), nella sezione dedicata agli incentivi per le imprese, è disponibile il nuovo modello da utilizzare per trasmettere la domanda; la seconda novità è la previsione dell’erogazione del contributo in un’unica soluzione (anziché in rate) se l’ammontare complessivo non supera i 100mila euro. Si precisa che tale ultima semplificazione trova applicazione con riferimento alle domande di agevolazione presentate dalle imprese a decorrere dalla data del 1° maggio 2019. L’erogazione avverrà con le modalità e nei termini previsti per l’erogazione della prima quota, vale a dire entro 60 giorni dal ricevimento del
modello di richiesta unica del contributo (modello RU), nei limiti dell’effettiva disponibilità di cassa. Terza e ultima novità, l’aumento del contributo per le imprese più piccole: 5% per le micro imprese e 3,575% per le imprese di media dimensione. Si ricorda che possono godere di quanto previsto le Micro, Piccole e Medie Imprese (MPMI) regolarmente iscritte al Registro delle Imprese che alla data di presentazione della domanda abbiano sede in uno Stato Membro UE e provvedano all’apertura di una sede operativa in Italia entro il termine previsto per l’ultimazione dell’investimento. L’agevolazione consiste nella concessione, da parte di banche e intermediari finanziari aderenti alla convenzione stipulata tra MISE, ABI e CdP, di un finanziamento e di un contributo a fondo perduto,
erogato dal MISE e rapportato alla somma totale degli interessi a valere sullo stesso finanziamento. Il finanziamento, che potrà essere assistito dalla garanzia del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese fino all’80% dell’ammontare dello stesso,
deve essere: di durata non superiore a 5 anni; di importo compreso tra 20.000 euro e 2 milioni di euro; interamente utilizzato per coprire gli investimenti ammissibili. Per maggiori informazioni contattare gli uffici della Confagricoltura Cuneo.
Condanne o procedimenti penali e richiesta di contributi comunitari In merito alla richiesta di erogazione di contributi comunitari, Confagricoltura Cuneo ricorda che alcune condanne penali (a titolo d’esempio i reati contro i pubblici ufficiali) e/o l’avere procedimenti penali in corso che comportano come pena accessoria l’impossibilità di contrarre con la Pubblica Amministrazione, possono portare al recupero di somme indebitamente percepite. Nelle pratiche Psr, per esempio, ogni richiedente, al momento della richiesta di contributo, è tenuto a dichiarare che nei propri confronti non sussistono condizioni che limitano o escludono, a norma di legge, la capacità di contrarre con la Pubblica amministrazione, ossia di percepire contributi, finanziamenti o mutui agevolati ed altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati da parte dello Stato, di altri enti pubblici o delle Comunità europee, per lo svolgimento di attività imprenditoriali. Le somme indebitamente percepite sono recuperabili dalla Pubblica Amministrazione, in modo retroattivo, fino a 5 anni.
INSERTO TECNICO
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ATTENZIONE A FALSE PEC SIMILI A FATTURE ELETTRONICHE Confagricoltura Cuneo segnala alle aziende associate che in questi giorni stanno arrivando sulle PEC aziendali mail che sembrano fatture elettroniche, ma leggendo il testo e facendo attenzione al mittente riportano diverse anomalie: • i mittenti non sono fornitori abituali dell’azienda: • il codice identificativo
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Dalla Regione crediti agevolati per le aziende del settore apistico
Per venire incontro agli apicoltori danneggiati dall’annata climatica avversa, che ha ridotto in modo considela produzione di miele di acacia in Piemonte, la FERRO A.revole di Ferro Antonino & C. s.a.s. della fattura inizia con mail è www.fatturapa. giunta regionale ha varato un provvedimento finalizzato 14052alleCALOSSOalla(AT) - Via Tinella, 14 - agevolati. Tel 0141.853152 il n. 6 oppure il n. 7 e se gov.it cheSede: si riferisce concessione di crediti Le domande si si effettua una rapida Fax 0141.853153 www.ferronline.it fatture verso la PA -e E-mail: non info@ferronline.it possono presentare fino al 31 ottobre attraverifica sul sito dell’Aa quelle ricevute da sogverso il CAA Confagricoltura. La Regione Piemonte locale:12058 S.getti STEFANO Don F. Testa, 20 - Tel/Fax 0141.840772 genzia delleUnità Entrate si privati. BELBO (CN) - Viainterverrà con un contributo sugli interessi maturati sui può notare che i codici Se si ricevono PEC siprestiti annuali compresi tra un minimo di 5.000 euro ed identificativi iniziano mili occorre quindi non un massimo di 80.000 euro. I prestiti sono rinnovabili per tutti con il n. 1; due anni. La mancata produzione di miele di acacia nella aprirle e cestinarle imanche il nome del file nostra regione ha generato un danno quantificabile in mediatamente perchè inizia con il n. 6 quando 16,5 milioni di euro. Il Piemonte è la prima regione italiasi tratta di virus poteni primi 3 caratteri dei file na produttrice di miele, con oltre 5.000 tonnellate. zilamente dannosi per i ufficiali sono: IT0….. il link riportato nella propri computer.
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FERRO A. di Ferro Antonino & C. s.a.s.
Sede: 14052 CALOSSO (AT) - Via Tinella, 14 - Tel 0141.853152 Fax 0141.853153 - E-mail: info@ferronline.it www.ferronline.it Unità locale:12058 S. STEFANO BELBO (CN) - Via Don F. Testa, 20 - Tel/Fax 0141.840772 18
INSERTO TECNICO
NUOVI INCENTIVI PER LE ENERGIE RINNOVABILI È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (n. 186 del 9 agosto 2019) il decreto rinnovabili “FER 1” (Fonti Energie Rinnovabili), contenente modalità e requisiti generali per l’accesso ai meccanismi di incentivazione, finalizzati a sostenere la produzione di energia da fonti rinnovabili. Il provvedimento, in vigore dal 10 agosto 2019, agevola i piccoli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili (fino a un megawatt di energia prodotta); in particolare, incentiva la diffusione di impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici e a gas di depurazione. In base a quanto contenuto nel provvedimento, si consentirà la realizzazione di impianti per una potenza complessiva di circa 8.000 MW, con un aumento della produzione da fonti rinnovabili di circa 12 miliardi di kWh e con investimenti attivati stimati nell’ordine di 10 miliardi di euro. Le tariffe incentivanti arrivano fino a 150 euro a MWh per l’eolico, a 155 euro per l’idroelettrico, a 110 euro per i gas prodotti da processi di depurazione e a 90 euro per i piccoli impianti di solare fotovoltaico. Per le istanze di agevolazione ci saranno 30 giorni di tempo che decorreranno dalla data di pubblicazione del bando. La graduatoria verrà pubblicata sul sito del GSE entro 90 giorni dalla data di chiusura dei bandi.
FORMAZIONE FORESTALE, LA REGIONE FINANZIA CORSI PER IL TRIENNIO 2019-2022 Nell’ambito dell’Operazione 1.1.1. - Azione 2 del PSR 2014-2020, “Formazione professionale in campo forestale”, sono state finanziate nuove proposte formative per un totale di oltre 1,4 milioni di euro.
I posti disponibili sono 1350 in tutto I corsi programmati sono circa 90 con una disponibilità complessiva di circa 1.350 posti. Oltre 70 corsi in ambito forestale di cui: - più di 40 rivolti agli operatori forestali, compresi 2 corsi di esbosco aereo con teleferiche; - 32 rivolti ai giovani, disoc-
ATTIVITÀ DI VIDEOSORVEGLIANZA ASPETTI A CUI FARE ATTENZIONE Il Comitato europeo (EDPB) ha rilasciato la versione preliminare delle linee guida 3/2019 sulla videosorveglianza, sottoponendola alla procedura di consultazione pubblica. Imprenditori pubblici e privati dovranno attenersi a tali indicazioni insieme al rispetto delle prescrizioni imposte dal provvedimento generale del Garante del 2010 sulla videosorveglianza, avendo particolare cura alla corretta disposizione della cartellonistica ed ai suoi contenuti, ai ruoli assegnati a coloro che hanno accesso alle immagini ed alle misure di sicurezza a tutela delle stesse. In aggiunta, quando l’attività di videosorveglianza viene svolta in ambito lavorativo, essa si trova ad un crocevia normativo caratterizzato dallo Statuto dei Lavoratori (l. n. 300/1070), da GDPR e codice privacy (d.lgs. n. 196/2003) e da talune norme speciali. Eventuali violazioni alle disposizioni dell’articolo 4 dello Statuto, non solo determinano un’ipotesi di contravvenzione penale (che sarà il giudice penale a verificare) ma comportano anche l’illiceità del trattamento dei relativi dati personali (cioè le immagini raccolte) per violazione dell’articolo 5(1)(a) del GDPR. Maggiori informazioni negli uffici di Confagricoltura.
cupati e non occupati; - 6 corsi nell’ambito dell’ingegneria naturalistica; - 8 corsi nell’ambito della gestione del verde arboreo.
Corsi fino ad ottobre 2022 I corsi si svolgeranno in tutto il territorio piemontese tra ottobre 2019 e ottobre 2022. Come di consueto saranno completamente gratuiti e rivolti agli imprenditori, agli addetti ed i tecnici del settore forestale (pubblici e privati), ai gestori del territorio fore-
stale operanti in zone rurali nonché ai giovani, disoccupati e non occupati. Per poter partecipare ai corsi è necessario effettuare la preadesione ai corsi di formazione attraverso una scheda di pre-adesione. Sarà data precedenza ai soggetti che hanno già compilato la pre-adesione che, pertanto, sono invitati a non ripetere la procedura per non perdere la priorità acquisita. Gli altri soggetti interessati possono invece compilare l’apposito form on-line.
INPS, AVVISI BONARI IN ARRIVO Con il messaggio 3398 del 20 settembre l’Inps ha comunicato l’inizio delle elaborazioni per l’emissione degli Avvisi Bonari relativi alla Gestione Agricoltura per il periodo 2017-2018. Gli Avvisi riguardano i datori di lavoro agricolo e lavoratori autonomi del settore dell’agricoltura per il debito residuo per i contributi previdenziali e assistenziali. L’Inps informa che gli Avvisi Bonari saranno a disposizione del contribuente e del suo delegato nella se-
zione “Recupero Crediti” > “Avvisi Bonari”, all’interno del Cassetto Previdenziale di riferimento, ossia nel “Cassetto Previdenziale Autonomi in Agricoltura” per i coltivatori diretti, i coloni e mezzadri e gli imprenditori agricoli professionali e nel “Cassetto Previdenziale Aziende Agricole” per le aziende assuntrici di manodopera per gli operai a tempo determinato e indeterminato. Per informazioni rivolgersi alle Unioni Agricoltori.
INSERTO TECNICO
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RISCATTO DEI PERIODI NON COPERTI DA CONTRIBUZIONE Tra le misure contenute nel Decreto legge 4/2019 in vigore dal 29 gennaio 2019 una riguarda la possibilità di sistemare la posizione assicurativa a condizioni semplificate e con oneri agevolati. La misura è definita pace contributiva in quanto consente il recupero ai fini pensionistici dei buchi contributivi tra un lavoro e l’altro.
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INSERTO TECNICO
La facoltà è riconosciuta in via sperimentale per un triennio (2019-2021) in favore dei lavoratori iscritti all’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti, le gestioni speciali dei lavoratori autonomi, la gestione separata dell’Inps nonché gli iscritti presso le gestioni sostitutive ed esclusive dell’assicurazione generale obbligatoria. È riservata
ai lavoratori privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e non può essere utilizzata dai soggetti già titolari di pensione.
Periodi riscattabili I periodi riscattabili sono quelli antecedenti al 29 gennaio 2019, data di entrata in vigore del DL
4/2019, e compresi tra l’anno del primo e quello dell’ultimo contributo comunque accreditato nelle suddette forme assicurative, non soggetti a obbligo contributivo e che non siano già coperti da contribuzione, comunque versata e accreditata, presso forme di previdenza obbligatoria. Il periodo massimo riscattabile è di cinque anni, anche non continuativi. Attualmente, come noto, questi periodi possono essere riscattati ai fini pensionistici solo nelle tassative ipotesi previste di cui agli articoli 5-7 del Dlgs 564/1996, piuttosto limitative.
Fuori i lavoratori più anziani La misura si rivolge solo ai lavoratori privi di anzianità assicurativa al 31 dicembre 1995; non può, quindi, essere utilizzata dai lavoratori più anziani che si trovano nel sistema misto. Non solo: la pace contributiva non potrà essere utilizzata per integrare i 38 anni di contributi utili per l’uscita con la cosiddetta quota 100 nei prossimi tre anni. Per maggiori informazioni rivolgersi al patronato Enapa di Confagricoltura Cuneo.
OLTRE CONFINE
Dazi Usa, duro colpo per l’export italiano IN VIGORE DAL 18 OTTOBRE, POCHI I MARGINI POLITICI. PENALIZZATO IL NOSTRO AGROALIMENTARE
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I prodotti colpiti La scure dei dazi Usa si abbatte sul Made in Italy, colpendo con una tariffa del 25% in più Pecorino romano, Grana Padano, Parmigiano
+25% l’incremento dei dazi su alcuni prodotti dell’agroalimentare
MADE IN ITALY
di Gilberto Manfrin
cattano il 18 ottobre i dazi Usa su prodotti, per 7,5 miliardi di dollari, contro l’Unione europea. Un conto salato, inferiore a quanto stimato alcuni mesi fa, ma comunque in grado di dare un duro colpo all’export italiano. A cominciare da quello relativo all’agroalimentare. L’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) ha dato a Washington il via libera alle tariffe su beni di importazione dell’Ue per 7,5 miliardi di dollari (6,8 miliardi di euro) in rappresaglia per il supporto illegale del blocco europeo ad Airbus. In buona sostanza, il Wto ha riconosciuto le proteste del governo Usa secondo cui la Ue ha fornito aiuti di stato al consorzio europeo che produce la linea Airbus. In questo modo, gli Stati Uniti sono autorizzati a imporre dazi fino a 7,5 miliardi che possono colpire una serie di prodotti in arrivo dalla Ue, dalla manifattura all’alimentare. Un provvedimento che colpisce anche l’Italia.
DAZI
Reggiano, Gorgonzola, Mozzarella e altri prodotti lattieri. Salvi invece olio d’oliva e prosecco, così come salumi, prosciutti e la mozzarella di bufala campana. Va detto, però, che altri Paesi europei come Francia, Germania e Spagna subiranno ripercussioni più forti rispetto all’Italia. In virtù di questa situazione, dunque, per i nostri prodotti potrebbero aprirsi spiragli inaspettati e interessanti proprio sul mercato statunitense.
Vino, sospiro di sollievo Nella lista dei prodotti europei colpiti non rientra fortunatamente il vino italiano, ad esempio. “L’esclu-
MERCATO CANADESE
sione del vino italiano (il principale prodotto alimentare made in Italy esportato negli Usa con un giro d’affari di oltre un miliardo di euro l’anno, ndr) dalla black list dei dazi Usa - ha dichiarato il presidente dell’Unione italiana vini, Ernesto Abbona a “Il Sole 24 Ore” - ci fa tirare un sospiro di sollievo. Tuttavia occorre mantenere alta l’attenzione e continuare il dialogo con gli Usa per evitare che la lista venga rivista e ampliata considerato che le autorità Usa hanno la possibilità di aumentare in qualsiasi momento le tariffe applicate o modificare la lista dei prodotti colpiti”.
“Margine per una iniziativa politica Ue” Nei giorni scorsi intanto, a margine dell’inaugurazione della nuova sede regionale di Confagricoltura a Milano, cui ha preso parte anche Paola Battioli vicepresidente di Confagricoltura Piemonte, la confederazione ha annunciato di essere al fianco degli allevatori e dei Consorzi che hanno in cantiere una serie di iniziative per contrastare gli effetti dei dazi. “Ribadiamo la richiesta di un’iniziativa politica della Ue per evitare una pericolosa guerra commerciale” - ha detto il presidente nazionale Massimiliano Giansanti -. Fino al 18 ottobre c’è tempo per tentare di raggiungere un accordo bilaterale che consenta, in prima battuta, di rinviare la scadenza. Confagricoltura ha evidenziato che l’amministrazione Usa ha ufficialmente dichiarato di essere disponibile a negoziare con l’Ue e a modificare la lista dei prodotti sottoposti ai dazi aggiuntivi in funzione dell’andamento delle trattative”.
Con il Ceta l’export europeo fa +7%
Continuano a salire le esportazioni di prodotti agroalimentari della Ue sul mercato canadese, grazie all’accordo economico e commerciale bilaterale entrato in vigore, in via provvisoria, nel settembre 2017. Sulla base dei dati diffusi dalla Commissione europea – rileva Confagricoltura – le esportazioni di settore destinate al Canada sono aumentate del 7% nel 2018. Per i formaggi, in particolare, con il 33%, la crescita è risultata nettamente superiore alla media. Per i vini, il rialzo è stato del 10%.“Occorre continuare a lavorare per la piena applicazione dell’Accordo - ha dichiarato
il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - e riteniamo che il problema, segnalato anche dagli operatori francesi, possa essere superato a breve. Nel 2018 l’export di formaggi italiani sul mercato canadese è aumentato di quasi il 20 per cento – ha continuato -. Circa un terzo dell’export Ue è partito dall’Italia. Secondo gli operatori del settore, è possibile raddoppiare le esportazioni nel giro di cinque anni”. Confagricoltura conferma invece profonde riserve sull’intesa di massima raggiunta a fine giugno con i paesi Mercosur.
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ZOOTECNIA
Il mercato cinese opportunità per i suini L’ACCORDO ECONOMICO “LA NUOVA VIA DELLA SETA” TRA ITALIA E CINA FAVORISCE LE ESPORTAZIONI DI CARNI NEL PAESE ASIATICO di Silvia Agnello
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on “La Nuova Via della Seta”, accordo economico tra Italia e Cina, si è sbloccata la possibilità di esportare nel Paese asiatico carni suine. E questo accade in un momento particolarmente propizio, per la forte richiesta di carne congelata da parte del Paese del Dragone, duramente colpito dalla peste suina africana che ne ha decimato i capi, riducendo di circa il 20% i 440 milioni di maiali presenti nel Paese. “Il mercato cinese – dichiara il presidente della Federazione nazionale degli Allevatori suini di Confagricoltura Claudio Canali – offre importanti prospettive per tutta la filiera suinicola del nostro Paese, visto che la Cina consuma prevalentemente parti anatomiche che in Italia non hanno mercato, quali orecchie, testa, piedi e interiora, trasformando così un costo in un ricavo aggiuntivo
ALLEVAMENTI AVICOLI
A Mondovì un corso sulla biosicurezza
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per i macelli, quantificabile in 15-20 euro a capo, circa il 7% dell’attuale valore di mercato. Inoltre, questi prodotti faranno da apripista ad altri tipi di tagli di carne e alle nostre eccellenti produzioni DOP e IGP”.
La certificazione per il mercato cinese Confagricoltura ricorda che negli allevamenti le partite inviate alla macellazione cominciano a essere certificate secondo i rigidi protocolli richiesti dall’accordo Italia – Cina, con un notevole aggravio burocratico per le aziende. “Ricordiamo – prosegue Canali – che la certificazione sanitaria che permette di esportare in Cina è un valore aggiunto, un plus che forniscono gli allevatori e che, in quanto tale, va ricompensato con una parte del beneficio che se ne ricava, ossia una maggiore premialità sul
Presso gli uffici di Mondovì di Confagricoltura, Oreste Massimino, presidente nazionale degli allevatori avicoli, e Elio Boetti, veterinario dell’ASL CN1, hanno illustrato le modalità operative per il rispetto dei requisiti in materia di biosicurezza in avicoltura previsti dal D.M. 13.12.2018. Il corso verrà replicato nelle sedi di Cuneo e di Alba.
CONVEGNO A CREMONA
Avicoltura tra presente e futuro Mercoledì 23 ottobre, alle 14,30, presso “Cremona Fiere” a Cremona avrà luogo il convegno organizzato da Confagricoltura Lombardia e Libera Associazione Agricoltori Cremonesi dal titolo “Avicoltura Domani”, per fare il punto sullo stato di salute del comparto, tra presente e futuro, e su come evolveranno gli allevamenti nei prossimi anni. A trarre le conclusioni sarà Oreste Massimino, presidente della Federazione nazionale avicola di Confagricoltura.
prodotto venduto. La mancata certificazione per alcuni allevatori non deve trasformarsi in una penalizzazione”. In Italia sono nove i macelli attualmente autorizzati all’export.
Prezzi in rialzo, ma bilancio annuale negativo L’apertura verso il mercato cinese arriva in un contesto in cui, nonostante l’attuale tendenza al rialzo delle quotazioni, al momento i bilanci 2019 delle aziende suinicole sono ancora in rosso. La media dei prezzi dei suini da macello per il circuito DOP nel primo quadrimestre dell’anno è stata infatti abbondantemente al di sotto dei costi di produzione, essendo inferiore a euro 1,300 e con picchi negativi sino a 1,1 euro/kg. In estate si è raggiunto il punto di pareggio e solo da agosto le aziende hanno cominciato a lavorare in attivo. “Abbiamo vivamente caldeggiato l’apertura del mercato cinese alle carni suinicole italiane e la risoluzione di tutte le problematiche relative alla certificazione delle carni – conclude Canali – proprio perché vi sono grandi opportunità per il settore e per tutto l’agroalimentare made in Italy”.
Benessere suini, novità nelle condizioni di allevamento ENTRO IL 1° GENNAIO 2020 DOVRANNO ESSERE ADOTTATE LE IDONEE MISURE CORRETTIVE PREVISTE DAL PIANO D’AZIONE NAZIONALE
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l Ministero della Salute ha fornito alcuni chiarimenti sulle modalità attuative del Piano di azione nazionale per il miglioramento delle condizioni di allevamento dei suini. Si ricorda che entro il 1° gennaio 2020 tutti gli allevamenti dovranno avere adottato le idonee misure correttive e aver raggiunto almeno il livello definito “migliorabile”. A questo punto, potranno cominciare a introdurre piccoli gruppi di suinetti
con code non tagliate sui quali verificare l’efficacia degli interventi migliorativi. Il Ministero ha precisato che, nel caso l’analisi del rischio abbia rilevato requisiti non sufficienti ma la situazione sia stata risolta entro il 30 giugno 2019, il veterinario debba inserire una nuova valutazione in Classyfarm. Se, invece, l’insufficienza al 30 giugno non è stata risolta, devono essere inserite le misure correttive da adottare e relativo
cronoprogramma, a cui dovrà seguire una nuova autovalutazione. Il livello “migliorabile” o ottimale dovrà comunque essere raggiunto entro la fine del 2019. Il Ministero ha inoltre chiarito che nei casi in cui, in seguito all’inserimento di suinetti con la coda, si verificassero episodi di morsicatura, si dovrà interrompere l’introduzione di animali non caudectomizzati e intervenire per aumentare il livello di benessere. In merito ai materiali per esplorazione e manipolazione, inoltre, è stata accettata l’associazione “tronchetto di legno fresco/morbido e catena metallica/plastica”. Quindi, per le “check list” in cui tale associazione sia stata valutata insufficiente, sarà possibile entrare nuovamente nel sistema e modificarla in “migliorabile”.
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ZOOTECNIA
Avicoltura: il Psr aiuti le aziende del settore ORESTE MASSIMINO E ENRICO ALLASIA SONO STATI RICEVUTI DALL’ASSESSORE REGIONALE PROTOPAPA
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na delegazione della filiera avicola, guidata dal presidente regionale di Confagricoltura Enrico Allasia e dal presidente nazionale degli allevatori avicoli Oreste Massimino, martedì 2 ottobre ha incontrato a Torino l’Assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa.
“All’Assessore abbiamo illustrato le potenzialità e gli aspetti critici di un comparto in piena attività. Le nostre produzioni – ha detto Enrico Allasia – sono eccellenti, i controlli fitosanitari funzionano e il consumo di carne bianca è in crescita. Per questo ci aspettiamo che la Regione sostenga in modo
adeguato il lavoro degli allevatori”. Durante l’incontro è emersa la rilevanza del settore a livello regionale. In Piemonte si concentra il 10% della produzione avicola nazionale, con oltre 42 milioni di polli da carne all’anno, a cui si aggiungono 2,5 milioni di galline ovaiole per un numero di uova annue che varia tra gli 800 milioni e il miliardo. Dichiara Oreste Massimino: “È importante sottolineare come il settore sia responsabile, con un’incidenza di anomalie rilevate dai controlli dello scorso anno pari a zero, e virtuoso, con una produzione di 1 kg di carne con circa 1,6
kg di mangime. Chiediamo dunque attenzione e sostegno, soprattutto attraverso il Psr, che deve prevedere aiuti per gli investimenti negli allevamenti, anche di soccida, quali sono quelli nella nostra regione. La non accessibilità ai fondi Psr riguarda solo il Piemonte e, tra l’altro, produce una distorsione della concorrenza a livello nazionale. Intervenire su questo aspetto è quanto mai necessario: con l’entrata in vigore delle nuove norme in materia di biosicurezza, le aziende si trovano a dover far fronte a importanti interventi per l’adeguamento strutturale e di conduzione”.
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CEREALICOLTURA
Un piano per il rilancio del mais
schio sanitario e dai severi vincoli ambientali a cui sono esposte le nostre produzioni, così come dai pesanti costi che hanno limitato gli investimenti, soprattutto in ambito di ricerca e sviluppo.
LA VERSIONE DEFINITIVA DEL DOCUMENTO NAZIONALE PREVEDE INTERVENTI PER SOSTENERE LA COLTURA Gli orientamenti di Francesca Braghero
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opo un anno di lavoro si è finalmente arrivati alla versione definitiva del piano per il settore maidicolo 2019-2022, approvata il 9 luglio scorso dal Tavolo tecnico permanente, con l’obiettivo di fornire uno strumento di orientamento delle strategie per il sostegno e il rilancio della coltura del mais, delle filiere agro-alimentari e dei sistemi agro-industriali. In particolare, a partire dalla situazione attuale del comparto maidicolo italiano, sono stati definiti gli aspetti per migliorarne la competitività e la redditività delle produzioni. Il mais è la prima coltura nazionale, sia in termini di produzione che di resa, e per questa ragione ha assunto una funzione strategica nelle principali filiere dei prodotti zootecnici e bio-industriali. Tuttavia, negli ultimi anni, il settore ha sofferto di una perdita di competitività che ha dimezzato la superficie coltivata e, di conseguenza, la produzione disponibile per le filiere nazionali, costringendo a ricorrere a crescenti importazioni, con il rischio di perdere le produzioni di eccellenza (DOP e IGP).
generali del piano
FONDAMENTALE LEGARE IL MAIS DEL TERRITORIO ALLE NOSTRE PRODUZIONI DI PREGIO COME LATTE, PROSCIUTTO CRUDO E CARNE Stando ai dati Ismea, nel 2018 la superficie condotta a mais in Italia si è contratta ancora, fino ad arrivare a poco più di 614mila ettari. “La coltura del mais è fondamentale per le produzioni nazionali di pregio di origine animale, come il prosciutto crudo e il latte, che vanno sempre più vincolate a mangimi e foraggi del territorio d’origine – spiega Andrea Ingaramo, presidente della sezione Cereali e Semi oleosi di Confagricoltura Cuneo -. Inoltre, una ripresa della coltivazione ed un conseguente mantenimento del prezzo di questo cereale potrebbe fare del mais una valida alternativa ad altre colture oggi in crisi”. Il calo attuale della produzione di mais nazionale, tuttavia, è stato causato primariamente dalla riduzione dei prezzi delle “commodities” agricole a livello internazionale, dal maggiore ri-
Il piano di settore è volto a ristabilire un adeguato livello di autoapprovvigionamento, seguendo tre principali linee di intervento: 1) orientamento al mercato; 2) aumento della competitività e 3) promozione di politiche comunitarie efficienti. Un lavoro condiviso reso possibile dalla collaborazione dei gruppi di lavoro istituiti dell’ambito del Tavolo Mais, ai quali Confagricoltura ha sempre partecipato con un proprio rappresentante. In sintesi, le direzioni generali del piano sono indirizzate innanzitutto a valorizzare il mais, trasformandolo in una “speciality” orientata alle diverse destinazioni di utilizzo e migliorando l’immagine della sua coltura anche in termini di ruolo ambientale, oltre che produttivo per le filiere di eccellenza ed i sistemi agro-industriali nazionali.
Il mais contrasta i cambiamenti del clima Non dimentichiamo infatti che il mais, come in generale tutta l’agricoltura, svolge un ruolo fondamentale nel contrasto ai cambiamenti climatici, grazie alla capacità di utilizzo dell’anidride carbonica atmosferica per la produzione di alimenti. In base agli
studi condotti da Confagricoltura, un ettaro di mais è in grado di assorbire circa 500 kg di CO2: “In Piemonte quest’anno si coltivano circa 139.000 ettari di mais, di cui 40.050 nella provincia di Cuneo. Complessivamente il mais coltivato in Piemonte nel 2019 garantisce l’assorbimento di 5,838 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Il piano di settore maidicolo si propone anche di promuovere e sostenere i contratti di filiera per favorire la condivisione degli obiettivi e dei parametri tecnici tra gli attori, migliorare gli aspetti igienico-sanitari con un’avanzata gestione delle microtossine e promuovere la ricerca per rafforzare una più rapida attuazione delle innovazioni, attraverso l’adozione di programmi condivisi dalle filiere. Al fine di superare lo stallo delle rese, si è cercato inoltre di consolidare, in accordo con le Regioni, le iniziative a supporto di investimenti produttivi innovativi e di orientare gli strumenti politici ed economici promuovendo un sistema di cofinanziamento pubblico-privato strutturale per la ricerca.
CO2
500 kg la quantità di CO2 assorbita da 1 ha di mais
STUDIO CONFAGRI
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CONFAGRICOLTURA NEWS
Il Quaderno di Campagna è on line ALLE BATTUTE FINALI IL PROGETTO PROMOSSO DA CONFAGRICOLTURA E CAMERA DI COMMERCIO
È
ormai alle sue battute conclusive, raccogliendo buoni risultati, il progetto promosso dalla Confagricoltura provinciale, in collaborazione con la Camera di Commercio di Cuneo, per la gestione di un registro informatico dei trattamenti fitosanitari ed un registro concimazioni (Quaderno di
Campagna informatizzato). Il decreto legislativo n. 150 del 14 agosto 2012 prevede, infatti, la compilazione del “registro dei trattamenti” noto anche come “quaderno di campagna” già operativo nella precedente normativa: un modulo aziendale che riporta cronologicamente l’elenco dei
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tuttavia gravoso in particolare per le aziende medio/piccole, spesso non dotate al proprio interno di personale qualificato che sia in grado di occuparsi di tale impegno. Il progetto di Confagricoltura Cuneo ha voluto proprio semplificare questa operazione con l’obiettivo di: ottenere un valido strumento per l’assistenza tecnica, la tracciabilità e la tutela della salute di consumatori e operatori, garantire una maggiore tracciabilità dei tempi di carenza dei prodotti fitosanitari utilizzati e rispettare gli obblighi di legge dettati dal PAN evitando alle imprese di incorrere in sanzioni.
Convegno nel Vercellese
Un folto gruppo di pensionati cuneesi dell’ANPA (Associazione Nazionale Pensionati Agricoltori) di Confagricoltura parteciperanno all’annuale incontro regionale dei Pensionati, organizzato dalla Provincia di Vercelli, che si terrà sabato 26 ottobre a Caresanablot (VC), presso il Centro Congressi Vercelli Fiere (via Vecchia per Olcenengo 9). Il programma della giornata prevede alle 11 il saluto delle autorità e il convegno, a seguire il pranzo sociale e, nel pomeriggio, la consegna degli omaggi. Sul prossimo numero del giornale pubblicheremo la foto dei partecipanti cuneesi.
RINNOVO CONVENZIONE
IL KIWI DI DOMANI COMINCIA OGGI
Miretti
trattamenti eseguiti sulle diverse colture, i principi attivi utilizzati e le dosi distribuite. Gli acquirenti e gli utilizzatori di prodotti fitosanitari devono conservare in azienda il registro dei trattamenti effettuati nel corso della stagione di coltivazione. Vi devono essere annotati i trattamenti effettuati con tutti i prodotti fitosanitari ad uso professionale utilizzati, entro trenta giorni dall’esecuzione del trattamento stesso. Il registro così compilato dev’essere conservato almeno per i 3 anni successivi a quello a cui si riferiscono gli interventi annotati. Il rispetto di tali obblighi risulta
Sconti per auto FCA/FIAT
Confagricoltura ha rinnovato la convenzione con FCA-FIAT che prevede condizioni d’acquisto favorevoli di autovetture alle aziende associate e ai dipendenti del Gruppo Confagricoltura. Si potrà usufruire di sconti sui veicoli FIAT-LANCIA-ALFAROMEO e JEEP fino al 31 dicembre 2019. Ricordiamo che occorrerà dimostrare l’appartenenza al Gruppo Confagricoltura con lettera dell’Unione Agricoltori che certifichi l’iscrizione a socio dell’impresa agricola o l’assunzione del dipendente.
NEWS
In pillole “MADE IN ITALY”, SERVE UN PROGETTO PER L’EXPORT
Mario Viazzi, segretario di Confagricoltura zona di Alba, alla cerimonia di premiazione
Confagricoltura al premio “Novi Qualità” di Cortemilia
L’
edizione numero 18 del Premio Novi Qualità, organizzato da Elah-Novi-Dufour, Comunità Montana Alta Langa delle Valli Belbo, Bormida e Uzzone, Ente Fiera della Nocciola e Comune di Cortemilia per tutti i produttori corilicoli piemontesi, ha visto tra i promotori la Confagricoltura di Cuneo che, per la prima volta, ha assegnato tre dei riconoscimenti in denaro previsti. A rappresentare l’associazione alla cerimonia di consegna
NOMINA CONFAGRI
a Cortemilia è stato il segretario della zona di Alba, Mario Viazzi, che ha così sottolineato l’importanza del momento: “La Confagricoltura ha dimostrato negli anni di riservare al comparto corilicolo cuneese e piemontese tutta l’attenzione che merita e la partecipazione a questa iniziativa dimostra una cura particolare non solo agli aspetti agronomici del settore, ma anche alla valorizzazione delle sue eccellenze e della qualità”.
Zuccaro direttore regionale
Confagricoltura Piemonte, d’intesa con Confagricoltura nazionale, ha nominato Ercole Zuccaro direttore regionale dell’organizzazione. Agrotecnico, 57 anni, Ercole Zuccaro mantiene gli incarichi di direttore di Confagricoltura Torino, dell’Union Regionale des Agricolteurs Valdotains – Confagricoltura Valle d’Aosta e di presidente dell’Ente Bilaterale Agricolo della Provincia di Torino. Giornalista professionista, scrive per riviste del settore agroalimentare e ambientale; è socio corrispondente dell’Accademia di Agricoltura di Torino. Collaboratore di Ismea, è consigliere del CAAF Confagricoltura Pensionati Srl e di Mutua Fima. Ercole Zuccaro è anche vice presidente della Banca di Asti SpA.
Giansanti: “Viaggiamo al di sotto delle nostre potenzialità e nell’export agroalimentare siamo superati in UE da Francia, Spagna e Germania, ma anche da Belgio e Paesi Bassi”.
STAGE IN AUSTRALIA E USA PER AGRICOLTORI E STUDENTI
Le opportunità di tirocinio all’estero dell’Anga sono molteplici, riservate non solo ai giovani agricoltori, ma anche agli studenti di Agraria, di Scienze forestali e di Enologia.
AUGUSTO CONGIONTI NUOVO PRESIDENTE AGRITURIST
Imprenditore agricolo biologico e operatore agrituristico delle Marche eletto alla guida dell’associazione nazionale che riunisce gli agriturismi di Confagricoltura
OTTIME PERFORMANCE PER IL COMPARTO AGRITURISTICO
Confagricoltura: “Nell’ultimo anno il comparto ha registrato una crescita del 5,9% degli arrivi e del 5,7% di presenze rispetto al 4% e al 2% di tutto il settore turistico”.
CLIMA, FONDAMENTALE IL RUOLO DELL’AGRICOLTURA
“I settori agricolo e forestale sono gli unici che possono contribuire efficacemente alla lotta ai cambiamenti climatici”, ha affermato il presidente di Confagricoltura Giansanti .
SVIZZERA: ITALIA PRIMO ESPORTATORE DI VINO
In base al recente Wine by Numbers pubblicato dall’Unione Italiana Vini, il vino italiano continua ad essere il più amato in Svizzera con oltre 117 milioni di euro di fatturato
LATTE: NEL 2018 GERMANIA PRIMO PRODUTTORE EUROPEO
La Germania è il maggior produttore di latte vaccino dell’Unione europea. Nel 2018 nel Paese sono state consegnate alle latterie oltre 32 milioni di tonnellate di latte.
Scarica l’app di Confagricoltura per essere informati su tutte le iniziative della tua associazione
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CONFAGRICOLTURA NEWS
Attivo il servizio per volture e successioni CON L’ENTRATA IN VIGORE DELL’INVIO TELEMATICO GLI UTENTI POSSONO RIVOLGERSI A CONFAGRICOLTURA
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al 1° gennaio 2019 è in vigore il nuovo sistema di invio telematico (online) relativo a successioni e richieste di volture catastali. Ma in cosa consistono? La dichiarazione di successione dev’essere presentata dagli eredi o dai chiamati all’eredità entro 12 mesi dalla data di apertu-
Gruppo
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ra della successione che coincide, di solito, con la data del decesso del contribuente. Con la domanda di voltura, invece, il contribuente comunica all’Agenzia delle Entrate che il titolare di un determinato diritto reale su un bene non è più la stessa persona ma un’altra: ciò avviene, per esempio, dopo un pas-
Lo specialista italiano del fotovoltaico
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saggio di proprietà di una casa, il trasferimento di un usufrutto o una successione.
Come inviare le dichiarazioni Da inizio anno dunque è prevista la trasmissione telematica all’Agenzia delle dichiarazioni di successione e domande di voltura catastale. Ciò avviene tramite un software di compilazione messo a disposizione dalla stessa Agenzia delle Entrate.
Al Caf di Confagricoltura Come tutte le novità, questa nuova modalità di trasmissione potrebbe comportare alcuni problemi, so-
prattutto nell’interfacciarsi con le procedure telematiche della Pubblica amministrazione. Nessun problema: il servizio di trasmissione è reso disponibile a tutti gli utenti del Caf e agli associati della Confagricoltura Cuneo, che ha all’attivo il servizio in tutte le sedi di zona. I Caf della Confagricoltura sono in grado di fornire con tempestività e competenza informazioni chiare sulla fiscalità al fine di adempiere in maniera consapevole a tutti gli obblighi di legge. Come prova di trasmissione della dichiarazione, il contribuente riceverà sempre per via telematica una ricevuta attestante l’invio.
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ivere coltivando frutta e verdura senza l’ossessione delle dinamiche fluttuanti del mercato? È possibile. A Saluzzo l’azienda “Il frutteto” di Marco Lungo ha deciso da anni di occuparsi dei suoi campi e frutteti per avere prodotti da vendere direttamente ai consumatori nel negozio aziendale, chiudendo la filiera senza ulteriori passaggi. È una scelta, legittima come tutte le altre di conduzione aziendale, che
Frutta e verdura sempre fresche nel negozio aziendale MARCO LUNGO GESTISCE INSIEME ALLA FAMIGLIA L’AZIENDA “IL FRUTTETO” A SALUZZO: 18 ETTARI DI TERRENI DA CUI NASCONO PRIMIZIE DA VENDERE AL MINUTO di Paolo Ragazzo
in periodi come questi, però, sembra ripagare maggiormente degli sforzi. “Il contatto con il consumatore è quotidiano – spiega Marco Lungo –, ciò significa metterci la faccia e impegnarsi in prima persona per non tradire la fiducia accordata. Noi raccogliamo tutto l’anno prodotti al giusto punto di maturazione pronti per essere subito venduti, di modo che il cliente li possa consumare all’incirca nell’arco di una settima-
na. E quando il prodotto finisce… finisce. Non abbiamo frigoriferi per la conservazione, ad esempio. Il riscontro economico attualmente ci soddisfa, anche se va detto che la cura e l’organizzazione del lavoro devono essere quasi maniacali”.
La stagionalità è garantita tutto l’anno In effetti, per gestire un’azienda di diciotto ettari che produce e com-
Ogni giorno dal campo frutta e ortaggi arrivano al punto vendita aziendale di Marco Lungo
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mercializza frutta e verdura undici mesi su dodici (è chiusa solo ad aprile), non si può lasciare nulla al caso. È come una giostra dove finito un “giro” ne comincia subito un altro, poi un altro ancora e così via. Si parte in pieno campo o sotto le serre a metà primavera con le fragole, le zucchine e l’insalata, poi in estate si prosegue con i fagiolini, le patate, l’aglio, le melanzane, i pomodori (da salsa e cuore di bue), le angurie e i meloni e si procede con le colture autunnali: verze, broccoli, cavolfiori, finocchi, spinaci e ancora insalata. Parallelamente procedono anche le operazioni in frutteto, dove dalle ciliegie si arriva alle mele e ai kiwi, passando per prugne, pesche e pere. Tutto rigorosamente raccolto al mattino presto e subito venduto (salvo una minima parte di pesche che viene conferita), grazie all’attività incessante di tutta la famiglia di Marco: papà Armando, il fondatore dell’azienda, mamma Annamaria, la sorella Luisa e la moglie Elena, a cui si aggiungono altre figure per la raccolta. “L’azienda esiste fin dagli anni ’70 come realtà frutticola, ma la svolta è avvenuta nel 2010 con
Uno dei tanti appezzamenti di finocchi messi a dimora per l’autunno
l’inserimento di tutta la parte orticola – racconta Armando Lungo – con la conseguente necessità di coniugare tempi e spazi aziendali con i ritmi naturali delle stagioni: così ogni 15 giorni piantiamo insalata, ogni due mesi gli zucchini per farne 4 cicli annuali; due i cicli di pomodori, 2/3 quelli di fagiolini, verze e cavolfiori, 3 di finocchi con una cadenza ragionata per raccogliere prodotti sempre freschi. Siamo partiti con 2mila metri quadrati di terreno, che progressivamente sono cresciuti fino
ad arrivare alle attuali 5 giornate di orticoli in campo e 3.800 metri quadrati di tunnel, non riscaldati”.
con la buccia e i clienti mi guardino stupiti, ma ciò che vendo loro è esattamente ciò che mangia la mia famiglia e voglio essere sicuro di quel che porto in tavola – sottolinea Marco –. Per questo investiamo in varietà nuove e resistenti o lanciamo insetti utili al contrasto di quelli dannosi, limitando al minimo la chimica”. Ma la fiammella che scalda questa storia di azienda agricola lontana dai meccanismi stritolanti della Grande Distribuzione Organizzata è nata almeno due decenni fa. Quando
Marco, allora poco più che un bambino, trovatosi costretto a stare immobile per via di una caviglia slogata giocando a basket, si fece comprare semi e torba da mettere in vasetti del caffè, una sorta di piccolo e rudimentale semenzaio… un curioso passatempo, che già nascondeva però l’idea di quello che lui avrebbe voluto fare da “grande”. L’agricoltore di frutta e verdura. Un mestiere in cui “le ore non le conti”, ma che può essere capace di ripagare a dovere tutto il tempo speso.
Da sin: il tecnico Simone Monge, Armando e Marco Lungo con Elena e Annamaria
Attenzione alla salubrità e all’ambiente E la salubrità in campo o in frutteto viene garantita anche da trattamenti fitosanitari sempre meno impattanti con l’ambiente: “Succede ogni tanto che mio figlio più piccolino al negozio prenda una mela e dopo averla strofinata per toglierle la polvere, la addenti
L’Agricoltore cuneese N.07 • OTTOBRE 2019
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TO T GE O PR
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PEPERONE L’OBIETTIVO: TESTARE UNA LINEA SELEZIONATA IN TRE AMBIENTI DIVERSI DELLA PROVINCIA
S
i è giunti al terzo ed ultimo anno del progetto Risepp – risequenziamento del genoma del peperone Cuneo, condotto sul territorio e che vede Confagricoltura, Agrion e DISAFA (Università di Torino) partner attivi nel fare sperimentazione volta a valorizzare la tipologia di peperone “Cuneo”, ormai in continua decrescita per quanto riguarda le superfici investite sull’areale
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SPECIALE PEPERONE
La tipologia “Cuneo” studiata per tre anni STA PER TERMINARE IL PROGETTO “RISEPP” CHE DAL 2017 COINVOLGE CONFAGRICOLTURA, AGRION E UNIVERSITÀ DI TORINO (DISAFA).
cuneese. Ricordiamo che l’obiettivo è quello di testare il comportamento della linea “Agrion - Università” selezionata nel corso degli anni (quella che idealmente corrisponde al modello della tipologia “Cuneo”) in 3 ambienti diversi per tipologia di coltivazione e paragonarla con altre selezioni presenti e coltivate sul territorio, pur sempre afferenti alla tipologia
“peperone Cuneo”, ma diverse sotto alcune caratteristiche a livello di pianta e di bacche prodotte, selezionate di generazione in generazione, da aziende locali. Per i primi due anni si sono eseguiti i rilievi parcellari presso le aziende coinvolte che mettevano a disposizione i terreni, strutture e tempo alla gestione delle prove (loro linea Aziendale vs linea Agrion-Università). Come
accennato le aziende differivano per ambiente e tecnica di coltivazione: l’Az. Agr. Pairotto Filippo ubicata in località San LorenzoPeveragno (500 m s.l.m.) adotta una tecnica di coltivazione che prevede l’uso di tunnel completamente chiusi con telo antipioggia al colmo e rete antinsetto perimetrale. L’Az. Agr. Solavaggione Antonio è collocata in località Motta Gastaldi - Cavallermaggiore (300 m s.l.m.) con coltivazione in pieno campo. L’Az. Agr. Combale Giuseppe si trova in località di Palazzasso-Caraglio (540 m s.l.m.) e adotta un sistema di coltivazione di semi pieno campo utilizzando solamente una copertura antigrandine. I dati produttivi e le caratteristiche delle bacche hanno mostrato dei valori molto diversi da una situazione all’altra, dovuto sicuramente alle condizioni climatiche tipiche di ogni stazione, ma soprattutto dalle condizioni create all’interno dei sistemi di allevamento. I dati maggiormente soddisfacenti dal punto di vista della produttività e sanità delle bacche si hanno avuti per le prime due annualità nella tesi di Peveragno, sotto copertura totale in tunnel. Le piante trovano condizioni maggiormente costanti lungo la stagione, crescono velocemente dal punta di vista vegetativo nella primavera e nella prima parte dell’estate, per fruttificare costantemente dal mese di agosto fino ad ottobre o ai primi di novem-
bre. Si riducono drasticamente i trattamenti fitoiatrici rispetto alle tesi in campo. Accorgimenti necessari: monitorare costantemente i valori di temperatura e umidità all’interno del tunnel, per far in modo che non aumentino troppo (cascola dei fiori, attacchi di marciumi), monitorare l’eventuale presenza di insetti che possono riuscire ad entrare accidentalmente dalla rete perimetrale e da qui non uscire più! Le tesi del pieno campo, visto soprattutto i cambiamenti climatici in atto con stagioni altalenanti sotto il profilo termico (forti sbalzi tra un giorno e l’altro) e delle precipitazioni, dimostrano difficoltà evidenti dal punto di vista produttivo: ritardi nelle raccolte, morie di piante a causa di vari fattori abiotici (grandinate, eccessi idrici, ecc ), frutti danneggiati da eventi meteorici e attacchi parassitari ad opera di diversi insetti anche di recente introduzione (cimice asiatica), tutte condizioni il cui rischio può essere fortemente limitato in tunnel chiuso. Per quanto riguarda le linee di peperone messe a confronto, possiamo dire che in tutti i casi aziendali, la linea selezionata da Agrion si manifesta la più omogenea per quanto riguarda le caratteristiche delle bacche: forma, dimensioni, numero di lobi, assenza di piccantezza in tutti i rilievi eseguiti. Sui frutti raccolti è sempre stata riscontrata la presenza del “baffo” decisamente marcato. Questa è forse la caratteristica
PROVE A CONFRONTO IN AZIENDE DI CAVALLERMAGGIORE CARAGLIO E PEVERAGNO E PRESSO L’AGRION A MELLANA DI BOVES più tipica e fattore di riconoscibilità dell’ecotipo “Cuneo”. Nonostante ciò, si è visto che al tempo stesso è meno adatta alla coltivazione di pieno campo e semi pieno campo: negli ambienti di Palazzasso e Motta Gastaldi, infatti, le piante poste a confronto con le linee aziendali rispondono in maniera più difficoltosa alle condizioni più aspre della tecnica colturale. Risultano meno resistenti al vento, hanno portamento più prostrato, coricandosi si spezzano più facilmente in mancanza dei sostegni e presentano talvolta, maggiori fenomeni di moria, qualità delle bacche e produttività della pianta non sempre migliore rispetto alle tesi aziendali. Nell’ultimo anno di progetto è stata modificata l’impostazione della prova collocando tutte le linee nel medesimo luogo e condotte con la stessa tecnica colturale in modo da poter evidenziare eventuali differenze e caratteristiche intrinseche delle provenienze. Presso Il Centro Sperimentale Orticolo della Fondazione Agrion
a Mellana di Boves è stato allestito un tunnel dotato di copertura in nylon e protetto sul perimetro da rete anticimice. Un secondo obbiettivo progettuale era quello di valutare l’effetto dello stress idrico sul comportamento dei materiali sia in termini di comportamento vegeto-produttivo che sull’influenza sulle caratteristiche qualitative delle bacche. Per questo nel tunnel sono state realizzate 2 bine delle quali una con la disponibilità idrica standard e una con una riduzione del 50%. Lo schema delle tesi si configura come nella tabella sottoriportata:
Irrigazione Normale
Irrigazione Bassa (50%)
L’andamento meteorologico ha influenzato notevolmente lo sviluppo delle piante ritardandone il ciclo, a cui si è aggiunta la stretta dovuta alle temperature torride di fine giugno. Attualmente sono ancora in corso gli stacchi. Il trend evidenzia il buon comportamento della linea Az. Solavaggione ed Agrion, mentre per i dati conclusivi bisognerà attendere comunque la fine delle raccolte. Come atteso, risulta evidente l’influenza del deficit idrico sul livello delle produzioni mentre si sta ancora valutando l’eventuale influenza sulla piccantezza del frutto.
Linea Agrion Giallo
Linea Az. Solavaggione Giallo
Linea Az. Pairotto Giallo
Linea Az. Combale Giallo
Linea Az. Combale Rosso
Linea Az. Pairotto Rosso
Linea Agrion Rosso
Linea Agrion Giallo
Linea Az. Solavaggione Giallo
Linea Az. Pairotto Giallo
Linea Az. Combale Giallo
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Linea Az. Pairotto Rosso
Linea Agrion Rosso
Linea Agrion Giallo
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L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946
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Direttore responsabile: Paolo Ragazzo
Chiuso in redazione il 09/10/2019
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Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO-CN - Iscrizione al Tribunale di Cuneo 17/12/1948 al n. 36
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