L'Agricoltore Cuneese - Ottobre 2020

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XVII - N. 07•2020 - OTTOBRE 2020 - CONTIENE I.P.

07/2020

Confagricoltura: un secolo di progresso e di storia italiana

IL “CASO” Esoneri contributivi, frutticoltori dimenticati

VINO Servono misure più incisive per il rilancio del comparto

ZOOTECNIA Suini, segnali di fiducia da etichettatura e CUN

NOCCIOLE Confagricoltura impegnata per rafforzare la filiera



Post alluvione, servono interventi urgenti. Territorio e imprese non possono attendere, ma la politica nazionale dimentica il Piemonte Roberto Abellonio

direttore di Confagricoltura Cuneo

allagati, con i danni più significativi per la soia, in buona parte ancora da trebbiare, il mais, in pieno periodo di raccolta. Danni per i vigneti e i frutteti anche in collina, a causa di frane e smottamenti. Colpiti in particolar modo il Monregalese, l’Alta Val Tanaro, con gravissimi danni a Garessio, la Valle Gesso e la valle Vermenagna, dove è irriconoscibile l’abitato di Limone.

Le prime stime dei danni all’agricoltura piemontese Strade spazzate via, paesi sommersi e devastati da acqua e fango, un valico internazionale, il colle di Tenda, che non esiste più e paesaggi trasfigurati al punto da non essere più riconoscibili. Tutto questo è il risultato del passaggio del ciclone Brigitte che il 2 ottobre scorso si è abbattuto con una violenza inaudita sul Piemonte e, in modo particolare, sulla provincia di Cuneo. Eccezionale l’entità delle precipitazioni: in sole 24 ore la stazione meteo di Limone Piemonte ha registrato 580 mm, superando così il record storico di pioggia sull’intera regione dal 1958. Il nostro primo pensiero va alle famiglie dei dispersi e delle vittime. Il bilancio per l’agricoltura è pesante e anche questa volta dimostra in modo inequivocabile che, aldilà del cambiamento climatico in atto, occorre investire in modo deciso sulla prevenzione, per evitare che si ripetano fenomeni di questo genere. Il conto dei danni per questa ondata di maltempo è impressionante: stalle, prati e campi

Confagricoltura Piemonte con la sua rete di tecnici ha stimato oltre 3mila ettari di superficie alluvionata in tutta la regione, per una mancata produzione agricola di più di 10 milioni di euro. Si tratta di una prima sommaria stima delle perdite di produzione che risulta molto approssimativa, con i dati della superficie danneggiata e dell’entità del danno ipotizzato inevitabilmente destinati a salire. Ai danni per il mancato raccolto si dovranno sommare le spese per l’asporto dei detriti, la bonifica dei terreni e il ripristino della fertilità del suolo, oltre alle spese per il livellamento dei campi, per lo scavo dei fossi e dei canali di gronda, per la riparazione o sostituzione degli impianti di irrigazione e della viabilità interpoderale. A questi costi si aggiungeranno quelli causati alle strutture: la furia del vento ha scoperchiato fabbricati, magazzini e serre, con danni pesantissimi. Confagricoltura ha scritto all’assessore Protopapa sottolineando la gravità del fenomeno, che accresce le difficoltà di un settore già duramente provato dall’emergenza della pandemia e dalla perdurante

crisi dei prezzi delle produzioni. Per questo contiamo sull’attenzione della Regione Piemonte per far si che i nostri territori possano ottenere un adeguato sostegno dal governo nazionale, indispensabile per poter superare questa difficilissima emergenza.

Montagna a rischio se non si interviene subito La nostra è una provincia particolarmente fragile. Servono programmi di manutenzione dei corsi d’acqua per mettere in sicurezza intere aree, prevenendo dissesti idrogeologici che ogni anno causano danni ingenti alle imprese e all’agricoltura. Purtroppo parliamo sempre degli stessi necessari interventi che tuttavia non vengono effettuati e programmati. I nostri imprenditori che lavorano in zone marginali con grande spirito di sacrificio e ostinazione fanno del loro meglio per preservare e manutenere questo ambiente, ma ora hanno bisogno di aiuti concreti e celeri. Non è in gioco solo la perdita, pur importante, del reddito economico, ma tutto un sistema dalla forte valenza sociale che se non adeguatamente sostenuto per ripartire anche questa volta, rischia di sgretolarsi lasciando un vuoto difficilmente colmabile, specie sulle nostre montagne. Spiace infine constatare che il territorio cuneese, anche questa volta, sia stato dimenticato dai leader politici nazionali e di Governo, non presentatisi neppure a visitare sul campo i tanti danni provocati da questa ennesima calamità.

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IN PRIMO PIANO

Confagricoltura, da 100 anni a servizio del settore primario Agricoltori

ultimi mesi alla sfida posta all’intera filiera agroalimentare, a causa dell’emergenza sanitaria: continuare a produrre, per rifornire i mercati e assicurare cibo agli italiani”.

CELEBRATO IL CENTENARIO DELLA PRIMA ORGANIZZAZIONE AGRICOLA CON IL CAPO DELLO STATO SERGIO MATTARELLA

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utela dell’impresa. Ovvero efficienza e competitività, orientamento verso la crescita e le innovazioni tecnologiche, stretto collegamento con le altre parti della filiera agroalimentare, per cogliere le aspettative dei consumatori in Italia e a livello internazionale. Ma anche protezione delle risorse naturali, responsabilità sociale, tutela dei lavoratori, benessere della collettività, per contribuire al progresso civile ed economico della comunità nazionale. Questi i principi essenziali che hanno sempre ispirato l’azione sindacale di Confagricoltura da quel lontano 1920, in cui nacque a Roma la prima organizzazione degli agricoltori italiani a carattere generale, con una presenza diffusa su tutto il territorio nazionale e con funzione di sindacato datoriale”. Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha aperto a Roma, lo scorso 28 settembre a Palazzo Colonna, le celebrazioni del Centenario alla presenza del Capo dello

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Stato, Sergio Mattarella, del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dei Ministri Teresa Bellanova e Stefano Patuanelli e della Sindaca di Roma, Virginia Raggi. Alla giornata ha partecipato anche Confagricoltura Cuneo, con il presidente Enrico Allasia e il direttore provinciale Roberto Abellonio, oltre a numerosi rappresentanti di Confagricoltura Piemonte. “Dopo i conflitti mondiali - ha ricordato Giansanti - le difficoltà furono superate grazie all’impegno rivolto all’aumento della produzione, per rispondere alla domanda dei consumatori. Con lo stesso impegno abbiamo risposto negli

sempre protagonisti anche durante il lockdown Anche durante il lockdown il nostro Paese ha dato prova, ancora una volta, delle sue energie morali e civili, ha detto di recente il Presidente della Repubblica. E i fatti hanno dimostrato che l’Italia può fare affidamento su un solido sistema agroalimentare, di cui gli associati a Confagricoltura costituiscono una componente essenziale. Con le loro aziende collaborano oltre 520.000 lavoratori, che sviluppano più di 41.000.000 di giornate lavoro. “Adesso è necessario dare supporto a queste imprese - ha ribadito Giansanti - per metterle nella condizione di continuare ad aumentare competitività e produzione. La quota di espor-

OBIETTIVI E VALORI SENZA TEMPO

Confagricoltura è operativa in modo capillare su tutto il territorio nazionale. Presente a Bruxelles Confagricoltura si impegna per lo sviluppo delle aziende agricole e del settore primario in generale, a beneficio della collettività, dell’economia, dell’ambiente e del territorio. Favorisce l’accesso all’innovazione delle imprese, alla sostenibilità delle pratiche agricole e alla competizione delle aziende sui mercati interni e internazionali. Con questo obiettivo è impegnata: per la salvaguardia del reddito degli agricoltori; per l’evoluzione della normativa di settore e per la semplificazione; per il superamento dei gap strutturali e dei freni alla competitività; per il libero accesso ai mercati; per la riorganizzazione del sistema produttivo in un’ottica di aggregazioni e reti; per la crescita di filiere intersettoriali; per la tutela del made in Italy. Alla base dell’azione sindacale c’è il sistema di valori – definiti dal Codice Etico di Confagricoltura – che anche le aziende associate devono far proprio e rispettare, perché indicano l’identità associativa della Confederazione. Confagricoltura è presente in modo capillare su tutto il territorio nazionale, attraverso le Federazioni regionali (in tutte le regioni), le Unioni provinciali (in tutte le province) gli Uffici zona e le Delegazioni comunali (oltre 2.200 uffici), nonché attraverso le Federazioni di categoria (a cui fanno capo i sindacati regionali e provinciali di categoria) e le Federazioni di prodotto (che inquadrano le corrispondenti sezioni regionali e provinciali di prodotto). Confagricoltura è presente anche con un ufficio a Bruxelles. La sede nazionale è a Roma, nello storico Palazzo della Valle.


Sopra: il presidente Giansanti con il ministro Patuanelli (Sviluppo Economico), il premier Conte e la ministra Bellanova (Politiche Agricole) Sotto: Giansanti con il presidente Mattarella

tazioni di prodotti agroalimentari, che era di 44 miliardi di euro, è arrivata a superare per la prima volta la soglia del 10% dell’export totale in valore. Crescere è un impegno difficile. Per questo dobbiamo utilizzare al meglio le risorse importanti messe a disposizione dal governo italiano e dall’Unione europea.” L’ambizione di Confagricoltura va ben oltre il recupero della situazione esistente prima della pandemia. Dobbiamo cogliere l’occasione per far crescere la produttività che ristagna da oltre un decennio, per rilanciare gli investimenti pubblici, per dare ai cittadini e alle imprese infrastrutture moderne, diffondere la digitalizzazione, a partire dalla pubblica Amministrazione, rispondere alle sfide urgenti poste dal cambiamento climatico. Confagricoltura farà la propria parte, seguendo quelli che sono i principi guida dell’Organizzazione e dei suoi associati, da cento anni a

questa parte. “È indispensabile, però – ha proseguito il presidente - ridare piena dignità alla ricerca scientifica e riconoscere il valore della competenza e della professionalità. Coltivare le intelligenze dei molti nostri giovani eccellenti, e puntare su di loro, è una scelta essenziale per affrontare il futuro e le sfide che ci attendono. La scuola e la formazione continua sono fattori di sviluppo, perché il capitale umano è la prima ricchezza delle nazioni più avanzate”. “Confagricoltura ha attraversato un secolo di storia italiana affrontando in prima linea le molte fasi che hanno caratterizzato l’agricoltura. Ora, restando fedele sempre allo spirito di servizio nei confronti del settore primario, è pronta ad accompagnare le aziende verso nuove politiche al passo con i tempi e innovative - ha dichiarato Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte -. Oggi è fondamentale, ad esempio, saper gestire con competenza l’enorme mole di big data e innovazioni tecnologiche utili al settore per aiutarlo a vivere da protagonista il cambiamento e le enormi sfide che il futuro pone davanti”.

Abellonio e Allasia presenti a Palazzo Colonna

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Inquadrando il QR code con lo smartphone puoi vedere i video delle celebrazioni per il Centenario

Un cammino lungo cento anni 1861/1910 - Dopo l’Unità d’Italia non esisteva un’associazione nazionale di rappresentanza per gli agricoltori. Durante l’età giolittiana l’associazionismo si realizzò con la Società degli Agricoltori Italiani – SAI (Roma, 1895), che svolgeva funzioni di organizzazione economica e di gruppo di pressione politica, e la Confederazione Nazionale Agraria – CNA (Bologna, 1910), con funzioni di contrattazione sindacale. 1910/1920 - Dopo la fine della prima guerra mondiale fu costituita la Confederazione Generale dell’Agricoltura - Confagricoltura (Roma, 1920), la prima associazione agricola italiana con funzioni unitarie di rappresentanza economica, politica e sindacale, in cui confluirono la SAI e la CNA. 1920/1944 - Durante il terzo periodo, che comprende la fine dello stato liberale, il ventennio fascista e gran parte della Seconda guerra mondiale, abbiamo la Federazione Italiana dei Sindacati Agricoli - FISA (Roma, 1922), poi la Confederazione Nazionale Fascista degli Agricoltori - CNFA (Roma, 1926) che assorbì la Confagricoltura e la FISA, infine la Confederazione Fascista degli Agricoltori - CFA (Roma, 1934). Queste associazioni erano inquadrate nell’apparato corporativo dell’epoca. 1944/2020 - A metà degli anni ’40 sono operative l’Associazione Nazionale Agricoltori – ANA (Taranto, 1944), la Federazione Italiana Degli Agricoltori - FIDA (Roma, 1944), la Confederazione Italiana Degli Agricoltori - CONFIDA (Roma, 1945) e, infine, la Confederazione Generale dell’Agricoltura Italiana Confagricoltura (Roma, 1948). Confagricoltura, oggi, oltre a svolgere le “tradizionali” funzioni di natura economica, politica e sindacale, offre agli agricoltori una vasta gamma di servizi alle imprese. L’Agricoltore cuneese N.07 • OTTOBRE 2020

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IN PRIMO PIANO

Esoneri contributivi, frutticoltori dimenticati CONFAGRICOLTURA PIEMONTE HA CHIESTO AL GOVERNO DI RIVEDERE IL PROVVEDIMENTO di Gilberto Manfrin

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ur apprezzando l’annunciato intervento del Governo relativo all’esonero contributivo per i primi 6 mesi del 2020 per le filiere agroalimentari, esprimiamo profonda insoddisfazione per l’esclusione del comparto frutticolo che non rientra nel regime degli sgravi contributivi e fiscali concessi a seguito del lockdown”. Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, è intervenuto così sull’esonero dei versamenti previdenziali agricoli in scadenza a metà settembre, evidenziando come “un comparto di fondamentale importanza sotto il profilo economico e occupazionale sia stato trascurato, nonostante abbia sempre fornito un contributo essenziale alla nostra società nelle difficoltà della pandemia. Un comparto che in Piemonte - dice Allasia - coinvolge 8.000 aziende frutticole per un’area coltivata di circa 18.500 ettari e che genera un fatturato di oltre 500 milioni di euro su un totale nazionale di 4 miliardi. Non solo: lo sgravio contributivo - rincara la dose Allasia - va già a danneggiare un comparto rispetto ad un altro. Se poi si considera che l’ortofrutta è tra i settori che più ha patito la pandemia da

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Covid e che deve fronteggiare i tradizionali patogeni, ci aspettavamo un’altra considerazione”.

Un passo indietro Il termine per il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro, dovuti per il periodo dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2020 è scaduto il 16 settembre. Un decreto aveva previsto a favore delle imprese appartenenti alle filiere agrituristiche, apistiche, brassicole, cerealicole, florovivaistiche, vitivinicole nonché dell’allevamento, dell’ippicoltura, della pesca e dell’acquacoltura, l’esonero straordinario dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori

ESONERI/2

di lavoro. Esonero non concesso, appunto, alle imprese frutticole che si concentrano prevalentemente proprio nel Cuneese (60%), seguite dal Torinese col 25% e dal Vercellese con il 10%.

Il Governo riveda il provvedimento Confagricoltura ha quindi chiesto al Governo e ai parlamentari di intervenire per riconsiderare il provvedimento: “Bisogna dare risposte concrete ai frutticoltori che tra emergenze climatiche, insetti alieni e problemi connessi alla pandemia faticano a raggiungere un reddito soddisfacente: lo chiediamo per i produttori e per la filiera, perché è a rischio la sopravvivenza di un comparto strategico per la produzione di qualità piemontese e nazionale”. Sulla questione ha preso posizione anche il presidente nazionale Massimiliano Giansanti: “Alla luce della perdurante crisi del settore HoReCa, occorre estendere la misura anche ad altri

Confagricoltura: “Grave discriminazione l’esclusione di silvicoltura e filiera del legno”

Un altro settore scartato dagli esoneri contributivi del decreto è quello della silvicoltura, molto attivo in Piemonte e in particolar modo nel Cuneese. La nostra regione, dopo la Sardegna e la Toscana, è quella con la maggior estensione forestale: su una superficie di 2.538.297 ettari, i boschi ne occupano 874.660 (34%). La provincia di Cuneo rispecchia questo andamento: su una superficie complessiva di 689.090 ettari, i boschi ricoprono 242.286 ettari di territorio, il 35% del totale. “Numeri che dicono molto

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comparti esclusi dal provvedimento. Abbiamo promosso - sottolinea Giansanti - un’azione specifica al Mipaaf, coinvolgendo direttamente la ministra Bellanova, proponendo alle forze politiche alcuni emendamenti al cosiddetto ‘decreto agosto’ per allargare i benefici ai settori olivicolo, frutticolo ed orticolo, in particolare di IV gamma. Tutti i comparti danneggiati, anche quelli toccati successivamente alla fase di maggiore criticità, devono poter usufruire di un sostegno essenziale per restituire sicurezza finanziaria alle imprese. Occorre apportare le necessarie modifiche di legge e trovare la copertura finanziaria indispensabile per far fronte alla richiesta del mondo produttivo”. Alla presa di posizione del presidente Allasia hanno fatto seguito quelle di Confagricoltura Emilia Romagna e della Lombardia che non hanno lesinato critiche al decreto interministeriale, chiedendo un rapido intervento al ministro Bellanova.

del peso di questo settore - sottolinea Confagricoltura -. Considerata l’importanza della silvicoltura e della filiera del legno nella gestione attiva del territorio, ribadita più volte da innumerevoli studi scientifici e accettata dal mondo politico, l’esclusione del codice Ateco 02 dall’esonero contributivo comporterebbe una grave discriminazione. Ci auguriamo che il ministero possa condividere questa ragionevole richiesta ed intervenire con celerità a tutela anche della silvicoltura oltre che dell’ortofrutta”.


All’agricoltura cuneese non è servita la sanatoria PER CONFAGRICOLTURA OCCORRE UNA STABILIZZAZIONE DEI FLUSSI DI IMMIGRAZIONE: “DEVONO ESSERE PIÙ SNELLI”

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solo 30.600 (15%) rapporti di lavoro in agricoltura. In tema di manodopera le priorità del settore sono infatti diverse: “Le aziende agricole hanno bisogno di procedure più rapide e meno burocratiche, in quanto rispetto ad altre sono condizionate dai tempi dettati principalmente dalla natura e non possono permettersi di ‘aspettare’ - dice la responsabile sindacale di Confagricoltura Cuneo, Jessica Cerrato -. Occorre poter permettere una mobilità più flessibile della

manodopera, per esempio favorendo uno scambio più veloce della domanda/ offerta dove finisce una stagionalità e ne inizia un’altra; puntare sui cosiddetti ‘corridoi verdi’ per poter far tornare sempre gli istessi stagionali qualificati, nelle aziende in cui già operavano e che conoscono, senza dover attendere i flussi. L’agricoltura non ha bisogno di sanatorie, ma della stabilizzazione dei flussi di immigrazione, che devono essere più snelli”. [G.M]

l Decreto Rilancio conteneva, tra i tanti, un importante passaggio finalizzato alla regolarizzazione/emersione di lavoratori irregolari. Disposizione, quest’ultima, etichettata quale “opportunità per dare dignità a tutti i lavoratori” occupati principalmente nel settore agricolo. Con

questa norma, i datori di lavoro potevano dichiarare l’esistenza di un rapporto di lavoro irregolare con lavoratori italiani e stranieri, al fine di ottenere un nuovo contratto di lavoro in deroga alle regole “ordinarie”. Ebbene, nonostante i buoni propositi, la sanatoria non ha portato ai numeri

preventivati. Il Governo aveva stimato inizialmente 600.000 richieste, ma la realtà è stata un’altra: i dati comunicati dal ministero dell’Interno dicono che delle circa 207.500 domande realmente perfezionate 176.800 (85%) hanno riguardato rapporti di lavoro del settore domestico e

di Francesca Braghero

quindici anni, comprensivi di preammortamento. Il sostegno è destinato a tutte le imprese piemontesi condotte e amministrate da donne imprenditrici agricole professionali che vogliano presentare progetti per lo sviluppo e il consolidamento delle aziende agricole, con investimenti nel settore primario e in quello della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli. “La provincia di Cuneo, alla fine del 2019, contava 5.157 imprese agricole femminili su un totale di 19.444 – commenta Fabio Fogliati, tecnico di

Fondi per lo sviluppo delle imprese agricole femminili

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ulla Gazzetta Ufficiale n.212 dell’agosto scorso è stato pubblicato il Decreto del Ministero delle politiche agricoli, alimentari e forestali del 9 luglio 2020, relativo alle misure a favore dell’imprenditoria femminile in agricoltura. Ovvero, al fine di incentivare l’imprenditoria femminile, le micro, piccole e medie imprese, in qualsiasi forma costituite, potranno ottenere mutui agevolati a tasso zero, nel limite di 300.000 euro, della durata minima e massima rispettivamente di cinque e

MISURA A FAVORE DELLE REALTÀ DEL SETTORE PRIMARIO CONDOTTE DA DONNE. SONO OLTRE 5MILA NEL CUNEESE Confagricoltura Cuneo che si occupa del progetto nel territorio cuneese – e considerando che in provincia Granda, le imprese femminili nel campo agricolo costituiscono ben il 33,8% del totale di tutte le imprese femminili registrate, questo provvedimento rappresenta una grande opportunità per il nostro territorio, per incentivarne ulteriormente lo sviluppo e

favorire anche il ricambio generazionale”. Per la realizzazione dell’investimento è concesso un mutuo agevolato a tasso zero rimborsabile in rate costanti e posticipate, purchè l’impresa beneficiaria apporti un contributo finanziario, attraverso risorse proprie, pari almeno al 20% delle spese di investimento ammissibili e fornisca garanzie sui beni

immobili il cui valore di mercato sia pari al 120% del mutuo concesso, acquisibili nell’ambito degli investimenti da realizzare, per una durata almeno pari a quella del mutuo. Il soggetto gestore della misura è il portale ISMEA, che ha pubblicato online le modalità e la modulistica per la presentazione delle domande in via telematica.

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Un branco di cinghiali in prossimità di un vigneto nelle Langhe (foto Antonio Marino)

Danni da selvatici, responsabilità politica CONFAGRICOLTURA CUNEO FA IL PUNTO TRA LE VARIE ZONE. VA RIVISTA LA LEGGE NAZIONALE di Fabio Rubero

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urante la stagione estiva che ci siamo da poco messi alle spalle gli animali selvatici non sono andati in vacanza. Ad accorgersene per primi sono stati i tanti agricoltori che, ancora una volta, si sono trovati e si trovano a dover stilare una lunga conta dei danni, così come evidenziano le tante testimonianze raccolte dai tecnici di Confagricoltura Cuneo che ne seguono l’evolversi. “Relativamente ai danni più recenti – dichiara Antonio Marino, tecnico Confagricoltura zona di Alba occorre segnalare che sia i caprioli sia i cinghiali si sono letteralmente accaniti nei vigneti. Soprattutto negli appezzamenti ubicati in cor-

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rispondenza delle zone boschive o incolte si sono registrati notevoli danni. Giova ricordare che i danni nei vigneti la fauna selvatica li arreca sia a inizio stagione, quando i caprioli brucano la tenera vegetazione, sia a fine campagna quando i selvatici arrivano a cibarsi dell’uva ormai pronta per essere raccolta. Per quanto riguarda i corileti, invece, registriamo danni causati principalmente da cinghiali nella stagione che precede la raccolta. Arrivano, invadono gli appezzamenti e si nutrono di tutto ciò che trovano, devastando le piante”. “Nelle scorse settimane - spiega Cristiano Gallio, tecnico Confagricoltura zona di Mondovì - il nostro ufficio ha presentato varie domande di risarcimento nella zo-

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na di Clavesana e Cigliè per i danni causati da caprioli su uva Dolcetto. Inoltre a Vicoforte vanno registrati gli ingenti danni causati dai cinghiali al mais in fase di maturazione, oltre alle molte grufolature nei prati stabili. Queste hanno causato gravi danni anche nei castagneti da frutto nei comuni di Viola e Monasterolo Casotto impedendo, di fatto, il buon esito della raccolta meccanizzata delle castagne, a causa della compromissione del

relativo letto di raccolta”. “Nell’ultimo periodo – aggiunge Fabrizio Bima, tecnico Confagricoltura zona di Cuneo - i danni maggiori da noi rilevati sono stati causati dai corvi nella zona di pianura e riguardano principalmente mais e frutta in maturazione. Per quanto riguarda i danni da cinghiale, invece, da segnalare quelli in pianura (Villafalletto e Cuneo, in particolare zona parco fluviale) soprattutto riguardanti il mais, e quelli fino all’areale montano delle valli Maira, Grana e Stura relativi ai pascoli”. Secondo Adriano Rosso, responsabile zona Cuneo di Confagricoltura “è il momento che la politica prenda decisioni concrete ed immediate poiché, come ribadiamo da ormai troppo tempo, la situazione è al collasso. La responsabilità è politica, noi non possiamo legiferare o fare altro. Occorre anzitutto rivedere la legge nazionale sulla tutela della fauna e la

Danni a noccioleti e vigneti ad opera dei caprioli (foto Antonio Marino)


IN PRIMO PIANO

regolamentazione della caccia (n. 157/1992), non più idonea a regolare l’attuale scenario. Servono poi azioni più immediate e incisive che prevedano, durante tutto l’anno e in qualsiasi momento, la possibilità di intervento anche da parte di figure appositamente formate, in aggiunta a quelle già autorizzate dal “Piano controllo cinghiale”, che possano così intervenire il più celermente possibile specialmente nelle situazioni di cronica criticità. Non è intenzione del mondo agricolo fare ‘tabula rasa’ delle specie più impattanti sull’attività primaria, ma, ove necessario, bisogna assolutamente riportare la situazione nei binari della normalità. È una questione che riguarda tutta la comunità viste anche le drammatiche conseguenze che ha sulla pubblica sicurezza dei cittadini”.

PSR, dibattito aperto sulla nuova misura 21 CONFAGRICOLTURA PIEMONTE APPREZZA GLI SFORZI MA CHIEDE INTERVENTI PIÙ INCISIVI PER LE AZIENDE

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rosegue il dibattito sulla nuova Misura 21 (Sostegno temporaneo o eccezionale nell’ambito del FEASR in risposta all’epidemia di Covid-19) attraverso la quale il PSR 2014-2020 si propone di destinare fondi straordinari a quei settori del comparto agricolo su cui gli effetti dell’emergenza sanitaria tuttora in corso si sono fatti sino ad oggi maggiormente sentire. Secondo l’ultima bozza fatta pervenire alle associazioni, ad oggi (8/10 ndr.), la disponibilità finanziaria della Misura ammonta a 9 milioni e 645 mila euro, di cui 6 milioni da destinare alle aziende che allevano bovini da carne, 2,945 milioni alle aziende floricole e di vivai di piante ornamentali (no piante da frutto) e 0,7 milioni alle aziende dell’apicoltura. “Da un lato non possiamo che essere contenti – commenta il presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, Enrico Allasia – perché ci fa piacere che vengano aiutati i settori che sono stati maggiormente colpiti, dall’altro siamo un po’ amareggiati e delusi perché noi avevamo proposto una ricetta diversa e a nostro giudizio maggiormente utile. Per noi era necessario intervenire sullo slit-

ENRICO ALLASIA: “BENE GLI AIUTI MA AVEVAMO PROPOSTO DI INTERVENIRE SU UN SOLO SETTORE O DI FAR SLITTARE LE GRADUATORIE GIÀ ESISTENTI” tamento delle graduatorie già in essere o, in alternativa, focalizzare principalmente l’attenzione su un solo settore, riuscendo così a farlo in maniera strutturale e dunque più efficace. È infatti innegabile che anche poche migliaia di euro che arriveranno alle aziende, sicuramente rappresenteranno per loro una boccata d’ossigeno, ma è purtroppo altrettanto certo che questi riusciranno a risolvere ben pochi dei loro problemi. Insomma, il rischio che si corre seriamente è quello che per voler aiutare tutti alla fine non si aiuti nessuno”.

Le osservazioni di Confagricoltura I numeri e le cifre di cui si sta parlando infatti, non soddisfano

totalmente Confagricoltura Piemonte che ha fatto pervenire al Comitato di Sorveglianza le proprie osservazioni nelle quali viene evidenziato che “le operazioni propedeutiche all’individuazione dei fondi da allocare su questo intervento non hanno prodotto gli effetti desiderati, raggiungendo una soglia di disponibilità finanziaria inferiore a quella che si sarebbe potuta ottenere con un’azione più incisiva di storno delle risorse”. E ancora: “questa iniziativa rappresenta un’importante opportunità per rimodulare e razionalizzare la tabella finanziaria del PSR a favore della Misura 21, recuperando risorse da quelle Misure/Operazioni non ancora messe a bando, o che stanno registrando da tempo una fase di stallo nella loro attuazione, oppure che non riscuotono interesse da parte dei potenziali beneficiari”. Secondo Confagricoltura Piemonte, infatti, per un intervento davvero utile e significativo, sarebbe necessario e tuttavia possibile reperire molti più fondi, ad esempio, intervenendo attraverso i ristorni da risorse che non avevano ottenuto interesse. Attraverso l’utilizzo di questi strumenti si potrebbe raggiungere una disponibilità decisamente maggiore e sarebbe dunque così possibile riuscire a fornire un contributo davvero importante e concreto alle aziende di quei comparti che sono stati così pesantemente colpiti dall’emergenza sanitaria. [F.R.]

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“Pazza” estate, si contano i danni

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giugno, 22 luglio, 13 agosto e 23 settembre. Sono le date dei principali eventi meteo eccezionali e calamitosi registrati, quest’estate, in provincia di Cuneo. Epicentro quasi sempre il Saluzzese, ma anche il Fossanese e il Saviglianese non sono stati risparmiati dal maltempo improvviso. “Come se non bastassero le già numerose difficoltà di questo

periodo storico, le nostre aziende sono state messe, in alcuni casi, letteralmente in ginocchio da eventi climatici devastanti che nel giro di poche decine di minuti hanno compromesso i raccolti dell’anno in corso e di quelli futuri, ma anche le strutture aziendali con danni ingenti a stalle e magazzini – spiegano da Confagricoltura Cuneo –. Fenomeni sempre più improvvisi e di tale violenza che rendono inu-

Piante di kiwi sradicate dal vento

tille ogni strumento di difesa, ma che sempre più ci ricordano come le operazioni agricole siano fortemente vulnerabili proprio perché svolte a cielo aperto ed esposte ai mutamenti climatici in atto”. Particolarmente colpito il distretto frutticolo cuneese, con centinaia di aziende coinvolte e impianti che in molti casi non hanno retto la furia del vento e sono stati sradicati e

gettati a terra. Ma il maltempo si è abbattuto anche su capannoni e magazzini, con serre gravemente danneggiate e mais allettato. Laddove il vento ha risparmiato le imprese, è stato il nubifragio improvviso ad allagare decine di allevamenti e abitazioni con macchinari sommersi e impianti elettrici in tilt. “Servono misure eccezionali” è l’appello di Confagricoltura Cuneo.

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VITIVINICOLTURA

Vino, servono misure incisive per il rilancio CONFAGRICOLTURA HA AVANZATO NUMEROSE PROPOSTE PER AVERE INTERVENTI PIÙ EFFICACI di Paolo Ragazzo

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endemmia verde e distillazione di crisi da rivedere. I due provvedimenti pensati dal Governo per sostenere il comparto vitivinicolo italiano duramente colpito a livello economico dalla pandemia in corso non hanno incontrato il favore degli operatori del settore. Lo dicono i numeri. A fronte di una disponibilità, a livello nazionale, di 100milioni di euro per ridurre le rese delle uve per vini DOP e IGP sono stati assegnati meno di 39milioni di euro. In Pie-

BANDO OCM VINO

monte 169 le domande presentate per un premio di poco superiore al milione e mezzo totale. Mentre sulla misura della distillazione volontaria sono stati impiegati appena 20milioni di euro sui 50 messi a disposizione. Il Ministero sta dunque lavorando all’ipotesi di nuove misure che consentano il pieno utilizzo delle risorse ancora disponibili. I fondi dovranno necessariamente essere assegnati entro il 31 dicembre 2020.

Investimenti in cantina

Fino al 20 ottobre è aperto il bando relativo alla misura investimenti OCM Vino campagna 2020/2021. Sono ammesse a finanziamento le spese per la realizzazione di punti vendita aziendali adibiti alla commercializzazione dei prodotti vitivinicoli, localizzati all’interno o all’esterno delle unità produttive di trasformazione e conservazione, comprensivi di sale di degustazione. Possono beneficiare di tale contributo le aziende agricole che effettuano la trasformazione delle uve per la produzione di mosti/vini. Sono escluse le aziende che effettuano la sola attività di commercializzazione. Il contributo concesso è pari al 40% delle spese effettivamente sostenute. I progetti dovranno essere di un importo minimo di 20.000 euro e massimo di 350.000 euro. Per informazioni contattare gli uffici di Confagricoltura Alba (0173/281929) o Mondovì (0174/42071).

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“Confagricoltura ha avanzato le sue proposte per l’attuazione di programmi efficaci di aiuto e dopo un confronto con il MIPAAF e le amministrazioni regionali le ipotesi di utilizzo dei fondi gravitano intorno a due misure: la distillazione volontaria dei vini DOP IGP e lo stoccaggio privato – spiega Gianluca Demaria, presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Piemonte –. È stato proposto anche il ristoro per perdita di fatturato nel primo semestre 2020, ma ritenuto di più difficile attuazione”.

Le proposte di Confagricoltura Nello specifico la Confagricoltura a livello nazionale ha proposto 1 - INTEGRAZIONE NELLA MISURA DI RIDUZIONE RESE DEI SOGGETTI ESCLUSI Le disposizioni applicative della misura riduzione rese hanno limitato la possibilità di beneficiare del premio ai soli soggetti per i quali c’è stata perfetta identità nell’intestazione della domanda nelle ultime cinque dichiarazioni di vendemmia. Tale approccio ha generato numerose esclusioni (casi di successioni, fusioni, scissioni e cambiamenti di denominazione) Confagricoltura ritiene che tale impostazione non sia equa per i giovani agricoltori che hanno avviato l’attività di recente senza avere quindi dati di riferimento necessari e sia in contrasto con i principi della misura che andava applicata su base oggettiva e non soggettiva, con riferimento al potenziale produttivo

FONDI

60mln

i fondi utilizzati sui 150messi a disposizione dal Ministero

ASSEGNATI più che all’anagrafica aziendale. Confagricoltura ha quindi proposto la riapertura della misura per le aziende escluse e nello specifico di impostare una procedura che consenta di accettare in ogni caso le istanze caratterizzate da una variazione nella titolarità della gestione delle superfici. 2 - STOCCAGGIO PRIVATO Questa misura è stata accolta bene in Europa: in Spagna ed in Francia la misura è stata oggetto di provvedimenti nazionali ed è entrata nella specifica strategia di settore e anche in Italia è stata apprezzata nelle regioni dove è stata attivata. Confagricoltura propone di aprire a livello nazionale una misura di stoccaggio privato per i vini DOC e DOCG che consenta di allontanare temporaneamente dal mercato vini di maggiore pregio per i quali la distillazione non rappresenta una soluzione adeguata. La misura dovrebbe essere applicata con la massima flessibilità consentendo di bloccare il prodotto in cantina per 6, 12, 18 mesi. Per consentire, infine, il più alto utilizzo dei fondi gli aiuti dovrebbero essere non inferiori a 3 euro/hl/mese per i vini DOC e a 5 euro/hl/mese per i vini DOCG.


3 - DISTILLAZIONE DI CRISI Confagricoltura sostiene l’apertura di una distillazione volontaria per i vini DOP ad un prezzo che tenga conto del valore del prodotto fino a cifre più remunerative. È infatti fondamentale eliminare più prodotto possibile non solo di fascia bassa ma anche premium e superpremium per sostenere in particolare il mercato di quei vini che hanno come naturale sbocco il canale Ho.Re.Ca. fortemente penalizzati nell’emergenza COVID. I vini avviati a distillazione dovrebbero essere vini esclusivamente DOC o DOCG prodotti, o – se sot-

toposti all’invecchiamento- pronti per l’immissione al consumo, nella campagna 2019 /2020. Con un livello di premio adeguato l’interesse dei produttori potrebbe essere tale da rendere necessari la previsione di criteri di priorità, in tal caso priorità dovrebbe essere data ai vini DOP con maggiore gradazione. Anche in provincia di Cuneo si resta quindi in attesa di conoscere nei dettagli quale sarà la proposta del Ministero per tentare di risollevare le sorti di un comparto che in queste settimane, proprio con la vendemmia, sta mostrando tutto il suo indiscusso valore.

REGOLE CONDIVISE

Ad Alba i turisti possono vendemiare

Una nuova offerta ai tanti turisti che raggiungono Alba e dintorni. È la vendemmia turistica, attività che consente agli enoturisti di partecipare al dietro le quinte della nascita di un nuovo vino. L’amministrazione comunale ha concordato con l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Cuneo e con lo Spresal dell’Asl Cn2 un protocollo per la regolamentazione dell’attività in linea con le normative vigenti. Il documento, condiviso e approfondito anche da Confagricoltura Cuneo, permette ai turisti di prendere parte in sicurezza alla vendemmia in un’azienda vitivinicola senza che l’attività sia considerata lavorativa. Snella la procedura di adesione per le aziende agrituristiche cui basterà dimostrare il soggiorno dei visitatori. Gli operatori dovranno inviare una mail all’indirizzo itl.cuneo@ispettorato.gov.it con le generalità dei partecipanti, luogo e orari dell’attività.

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Nocciole appena raccolte in un corileto dell’Alta Langa

Confagricoltura al lavoro per rafforzare la filiera corilicola LA REGIONE PIEMONTE STA MOSTRANDO ATTENZIONE AL COMPARTO CHE HA BISOGNO DI SOSTEGNI PER ESSERE PIÙ COMPETITIVO

U

na filiera più forte e strutturata per reggere meglio la volatilità dei mercati ed essere più competitiva. Questo è ciò che serve al comparto corilicolo cuneese e piemontese se si vuole garantire un futuro alle tante aziende produttrici che necessitano tuttavia di essere sostenute sulle strade della trasformazione e della valorizzazione del prodotto. Bisogna avviare fin da subito questo percorso. Il prezzo delle nocciole, infatti, nel giro di un anno – anche per l’aumento della produzione, mentre nell’annata 2019 il raccolto era stato particolarmente scarso – è sceso da oltre 500 euro al quintale a circa 300 euro (per il prodotto in guscio). Davanti a questa evidenza la Confagricoltura di Cuneo già a inizio settembre aveva lanciato un appello alla Regione invitandola ad essere

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ROBERTO

ABELLONIO Direttore di Confagricoltura Cuneo

LA PRODUZIONE FINALE È AMPIAMENTE AL DI SOTTO DEI 300 QUINTALI STIMATI E LE QUOTAZIONI SONO ORA SU VALORI INADEGUATI protagonista di un’azione condivisa tra tutti gli attori della filiera. “Le rese, seppur maggiori rispetto allo scorso anno, si sono presentate a macchia di leopardo a seconda degli areali,

portando la produzione finale ampiamente al di sotto dei 300mila quintali di prodotto inizialmente stimati – dichiara Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo –. Le quotazioni, invece, si sono collocate su valori assolutamente non adeguati a remunerare il lavoro di una filiera di elevata qualità come quella della nocciola piemontese. Tuttavia, per riuscire a renderla meno soggetta agli scossoni del mercato occorre lavorare per rafforzarla e strutturarla sempre meglio, aiutando le aziende produttrici a gestire il prodotto direttamente o attraverso una maggior aggregazione alle OP operanti sul territorio”. La Regione Piemonte dal canto suo ha prontamente accettato l’investitura a ruolo di “regista” delle operazioni ed ha convocato il tavolo tecnico che si è svolto giovedì 24 settembre a Torino nel palazzo della Giunta regionale, presenti il governatore del Piemonte Alberto Cirio, il vicepresidente della giunta Fabio Carosso e l’assessore all’agricoltura Marco Protopapa. Confagricoltura, intervenuta ai lavori con il presidente regionale e di Confagricoltura Cuneo Enrico Allasia, il responsabile dei produttori di nocciole Aldo Gavuzzo e il direttore di Confagricoltura Cuneo Roberto Abellonio, ha espresso apprezzamento per l’attenzione che la Regione sta dedicando alla materia, illustrando i punti principali sui quali potrà svilupparsi un progetto per il miglioramento delle condizioni produttive e commerciali del comparto. Evidenziando come l’attuale insoddisfacente livello dei prezzi dipenda anche, in parte, dall’immissione sul mercato, immediatamente dopo la raccolta, di rilevanti quantitativi di nocciole, Confagricoltura ha chiesto un sostegno per la realizzazione di strutture di essicazione, lavorazione e stoccaggio delle nocciole, sia per le imprese agricole, sia per le cooperative e le organizzazioni dei produttori. “Questo intervento – ha dichiarato Enrico


CORILICOLTURA

ENRICO

ALLASIA Presidente di Confagricoltura Cuneo

ABBIAMO CHIESTO ALLA REGIONE UN SOSTEGNO PER REALIZZARE STRUTTURE DI ESSICAZIONE, LAVORAZIONE E STOCCAGGIO DELLE NOCCIOLE Allasia – rafforzerebbe il miglioramento della competitività delle imprese, favorendo un migliore equilibrio commerciale tra l’offerta dei

produttori e il sistema della trasformazione”. Confagricoltura ritiene inoltre che sia necessario ricercare la massima coesione nell’ambito della filiera per consolidare il sistema produttivo piemontese che oggi conta su una superficie di oltre 24.000 ettari di noccioleti (dei quali 17mila in provincia di Cuneo e 15.500 già in produzione), che quest’anno hanno realizzato una produzione di circa 220-250.000 quintali di prodotto in guscio di altissima qualità. Inoltre Confagricoltura ritiene sia necessario investire per un’adeguata valorizzazione e promozione del prodotto che faccia comprendere ai consumatori il valore aggiunto, sotto il profilo organolettico, delle nocciole coltivate in Piemonte. “A questo proposito – ha aggiunto Allasia – siamo convinti che con l’impegno di

tutti i soggetti della filiera e il sostegno della Regione Piemonte si possa impostare una campagna promozionale in grado di creare valore non soltanto per Il sistema corilicolo ma per tutto il territorio collinare, per le attività produttive e per il mondo economico che ruota attorno a questa straordinaria coltivazione”.

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ZOOTECNIA

Latte, lavorare insieme per il bene della filiera ALLASIA: “CON L’ACCORDO LOMBARDO, IN PIEMONTE AVREMMO UNA PERDITA DI 17 MILIONI ALL’ANNO”

L

a filiera lattiero-casearia continua a subire anche nel Cuneese l’onda lunga della pandemia da Coronavirus che ha colpito tutti i principali settori produttivi del Paese. Sebbene sia in atto una lieve ripresa delle quotazioni del latte, grazie anche alla ripartenza del canale HoReCa, sul comparto sta ancora pesando il drastico calo delle vendite accusato nel lockdown. In particolare, è in atto una giacenza superiore a livelli fisiologici sui formaggi stagionati, scorte che continuano ad evidenziare una situazione difficile da recuperare. Intanto, una nuova intesa siglata in Lombardia tra Italatte (società del gruppo Lactalis, la più importante industria casearia a livello nazionale) e una parte del mondo agricolo ha fatto storcere il naso alla Confagricoltura, che parla di grande perplessità e preoccupazione per l’accordo raggiunto. “Questo accordo, di fatto, reintroduce il regime delle quote e in un atto di trasparenza andava quanto meno concordato - commenta il presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, Enrico Allasia -. Ne va del futuro del comparto, in un periodo, tra l’altro, in cui c’è già un’emergenza sanitaria in atto. Se venissero applicate le condizioni di questo accordo a

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tutto il mondo latte piemontese, inteso come produttori/allevatori, avremmo una perdita di circa 17 milioni di euro/anno sul mercato. Calcolando la perdita nelle quattro principali regioni del nord Italia (Piemonte, Veneto, Lombardia ed Emilia) ecco che la cifra salirebbe a quasi 150 milioni di euro all’anno. Immaginiamo in queste condizioni come sarebbe possibile per i nostri allevatori procedere con programmazioni e investimenti nelle proprie aziende”.

No ad azioni solitarie nel comparto “Partendo dal presupposto che le produzioni sono aumentate - prosegue Allasia - senza una programmazione condivisa c’è il rischio di avere un surplus esagerato di latte. Questo per dire che bisogna progettare il futuro di questo settore, lavorando insieme per la filiera e valorizzando il prodotto locale. Non è condivisibile quest’azione solitaria portata avanti in Lombardia all’interno del comparto, intesa che tra l’altro non rappresenta la totalità del mondo agricolo”. Casus belli è il nuovo accordo “solitario” siglato con Italatte che prevede per gli ultimi quattro mesi del 2020 un pagamento indicizzato,

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Mucche da latte in mungitura in una stalla del Cuneese

legato cioè a un prezzo di base che sarà rimodulato sulla base di un indice costituito da un paniere di prodotti (come il Grana Padano e il prezzo del latte nei Paesi Ue) capaci di rilevare l’andamento del mercato. Il prezzo di base sarà variabile negli ultimi mesi di quest’anno (36,5 centesimi al litro a settembre e ottobre, 35,5 centesimi a novembre e 35 a dicembre). Lo stesso meccanismo di indicizzazione verrà applicato anche nel 2021 partendo però da un prezzo di base di 35,5 centesimi al litro di latte per gli stessi volumi consegnati nel 2020. Per i quantitativi prodotti in esubero (su base mensile) a gennaio, febbraio, marzo, aprile, novembre e dicembre, è prevista una riduzione che dovrebbe essere di 6 centesimi al litro.

Prezzi penalizzanti “Un’intesa che rischia di incidere pesantemente su tutte le future trattative, anche in Piemonte –

sottolinea Confagricoltura -. Non si possono accettare proposte di contratti di conferimento basati su prezzi penalizzanti e non in linea con gli andamenti di mercato, che rischiano di affossare e dare il colpo di grazia al settore. Quali sono i vantaggi di queste proposte? Che senso hanno trattative parziali che indeboliscono l’intero settore? Perché si parla insistentemente di unità dei produttori per poi imboccare strade che portano danni e divisioni?” - si chiede l’organizzazione agricola, che conclude: “È inaccettabile proporre contratti di fornitura che tengono conto della negativa congiuntura economica di febbraio, quando il Paese era in piena emergenza Coronavirus, ma non dell’andamento decisamente più favorevole del mercato dell’ultimo periodo, nel quale si è registrata una lieve ripresa delle quotazioni”.


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FONDO FILIERE ZOOTECNICHE IN CRISI: È POSSIBILE PRESENTARE DOMANDA FINO AL 22 OTTOBRE Con apposita circolare, recepita da Agea, Ismea detta le istruzioni per accedere agli interventi a favore delle filiere zootecniche in crisi cosi come stabilito dal decreto ministeriale del 23 luglio 2020 attuativo dell’articolo 222 comma 3 del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 convertito con modificazioni in legge 17 luglio 2020, n. 77. Fino al 22 ottobre è così possibile presentare le domande per l’utilizzo dei fondi per le filiere zootecniche in crisi. Le filiere interessate da sovvenzioni dirette sono quelle suinicola, ovicaprina, cunicola, del latte bufalino e del vitello da carne per un totale di 65 milioni di euro di intervento.

Lo stanziamento Il fondo prevede uno stanziamento così suddiviso per le diverse filiere: • 30 milioni di euro per la filiera suinicola;

• 4 milioni di euro per la filiera cunicola; • 20 milioni di euro per la filiera delle carni di vitello; • 0,5 milioni di euro per la filiera caprina; • 8,5 milioni di euro per la filiera ovicaprina; • 2 milioni di euro per filiera del latte bufalino come incremento delle risorse di cui all’articolo 3 comma 3 lettera d) del decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali 3 aprile 2020 recante “Istituzione del Fondo per la competitività delle filiere”. Il decreto prevede l’anticipo dell’80% del contributo dopo una prima fase di analisi delle domande pervenute. Gli aiuti vengono concessi nel rispetto dei massimali di aiuto previsti dal “Quadro temporaneo” di aiuti della Commissione europea, che equivale a 100mila euro per singola impresa agricola.

Il decreto prevede che per quanto riguarda le sovvenzioni dirette gli animali debbano essere nati, allevati e macellati in Italia.

Gli aiuti previsti Per i suini è concesso un aiuto fino a 20 euro per ogni suino macellato dal 1° maggio al 30 giugno 2020 nei limiti di spesa di 23 milioni di euro e fino a 18 euro per ogni scrofa allevata nel periodo dal 1° gennaio al 30 giugno 2020 nei limiti di spesa di 7 milioni di euro. Agli allevamenti di conigli è concesso un aiuto fino a 1 euro per ogni capo macellato nel periodo dal 1° aprile al 30 giugno 2020 per 4 milioni di euro totali. Alle imprese agricole di allevamento di caprini è concesso un aiuto fino a 6 euro per ogni capo di capretto macellato nel periodo dal 1° gennaio al 30 giugno 2020, mentre per gli

POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA SANZIONE FINO A 2.064 EURO Il Decreto Semplificazione, convertito con la L. 120/2020 pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 14.09.2020 ha prescritto che tutte le imprese individuali o costituite in forma societaria dovessero iscrivere al registro imprese il proprio domicilio digitale entro il 1° ottobre 2020. Le imprese che non hanno provveduto devono pertanto ottemperare all’obbligo di comunicazione di una PEC (Posta Elettronica Certificata) valida al registro imprese. In difetto di comunicazione l’ufficio del Registro delle imprese dovrà procedere all’accertamento dell’omissione elevando la conseguente sanzione che risulta triplicata per le imprese individuali e raddoppiata per le società. In particolare: · per le società verrà comminata la sanzione disposta dall’art. 2630 c.c., in misura raddoppiata, per ciascun amministratore in carica alla data del 2 ottobre, cioè da 206 a 2.064 euro; · per le imprese individuali verrà comminata la sanzione disposta dall’art. 2194 c.c., in misura triplicata, cioè da 30 a 1.548 euro.

ovicaprini è concesso un aiuto fino a 3 euro per ogni pecora e/o capra allevata nel periodo dal 1° maggio al 30 giugno 2020. A chi alleva vitelli da carne è concesso un aiuto fino a 110 euro per ogni capo di età inferiore agli 8 mesi macellato nel periodo dal 1° marzo al 30 giugno 2020. In tutti i settori, in caso di

rapporto di soccida gli aiuti del presente articolo sono concessi per il 25% al soccidario e per il 75% al soccidante. È possibile anche un’unica domanda da parte del soccidario in caso di autorizzazione del soccidante come previsto dalla circolare Agea. Per maggiori informazioni rivolgersi agli uffici Confagricoltura Cuneo.

INSERTO TECNICO

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DECRETO AGOSTO, NUOVA POSSIBILITÀ DI CASSA INTEGRAZIONE AGRICOLA Con una nuova disposizione dedicata del Decreto Agosto viene rinnovata la possibilità di far ricorso al trattamento di Cassa Integrazione Salariale per gli Operai e gli impiegati Agricoli (CISOA) per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Quando può essere richiesta la “cassa” La CISOA può infatti essere richiesta

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INSERTO TECNICO

per una durata massima di 50 giorni nel periodo compreso tra il 13 luglio e il 31 dicembre 2020. Alla CISOA si applica la speciale disciplina di cui all’articolo 19, comma 3-bis, del decreto-legge n. 18/2020 per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da COVID-19, anziché l’ordinaria normativa contenuta nell’articolo 8 della legge n. 457/1972. La domanda di CISOA deve essere presentata, a pena di decadenza, entro la fine del mese successivo a

quello in cui ha avuto inizio il periodo di sospensione dell’attività lavorativa. In fase di prima applicazione, il termine di decadenza è fissato entro la fine del mese successivo a quello di entrata in vigore del decreto-legge n. 104/2020).

Periodi di integrazione precisazioni importanti Anche per la CISOA viene specificato che gli eventuali periodi di integrazione precedentemente richiesti e autorizzati ai sensi della previgente (art.19, c. 3-bis, del decreto-legge n. 18/2020) collocati, anche in parte, dopo il 12 luglio 2020 sono imputati ai 50 giorni stabiliti dal decreto-legge n. 104/2020 in commento. La norma precisa infine che i periodi

di integrazione in oggetto sono computati ai fini del raggiungimento del requisito delle 181 giornate di effettivo lavoro previsto dall’articolo 8 della legge n. 457/1972, al fine di non pregiudicare l’eventuale diritto alla CISOA ordinaria. Questa precisazione della legge conferma ad avviso di Confagricoltura che i datori di lavoro agricolo – una volta esauriti i periodi speciali di CISOA per COVID-19 introdotti dal decreto-legge n. 34/2020 e ora dal decreto-legge n.104/2020 – possono accedere alle 90 giornate di CISOA secondo le regole ordinarie. Per maggiori informazioni rivolgersi agli Uffici Paghe di Confagricoltura Cuneo.


SUPERBONUS DEL 110% PER GLI INTERVENTI DI EFFICIENZA ENERGETICA E ANTISISMICA Con la circolare 24/E dell’8/8/2020 l’Agenzia delle Entrate ha fornito i primi chiarimenti sulla nuova detrazione del 110%, cosiddetto “Superbonus”, per le spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, relative a specifici interventi nell’ambito dell’efficienza energetica degli edifici, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici, nonché delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici, e sulle disposizioni riguardanti l’opzione per la cessione a terzi, ivi inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari, del credito corrispondente alla detrazione spettante ovvero per lo sconto da parte dei fornitori che hanno effettuato gli interventi, di cui all’art .121 dello stesso Decreto Legge n. 34/2020 (“Decreto Rilancio”) convertito in Legge n. 77/2020. L’agevolazione del superbonus si applica anche fabbricati rurali a uso abitativo. Per informazioni rivolgersi agli uffici fiscali di Confagricoltura Cuneo.

IMPORTANTI NOVITÀ NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI E DEGLI IMBALLAGGI IN AZIENDA È entrato in vigore il 26 settembre il D.lgs n. 116, con cui vengono recepite due delle quattro direttive comunitarie del 2018 che costituiscono il cosiddetto “Pacchetto Economia Circolare”. La materia trattata dal decreto riguarda principalmente i rifiuti e gli imballaggi, ma sono state anche apportate modifiche sostanziali alla parte IV del D.lgs 152/06, quella che disciplina la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati. Le novità di maggiore rilievo introdotte fanno capo essenzialmente alla responsabilità estesa del produttore per tutto ciò che riguarda la prevenzione della produzione di rifiuti e la loro preparazione per il riutilizzo, riciclaggio e recupero. Le misure sono in particolar modo finalizzate a incoraggiare una progettazione che miri a ridurre gli impatti ambientali e la produzione di rifiuti durante tutto il ciclo di vita di un qualsiasi prodotto. Vi sono poi azioni mirate a favorire il riutilizzo degli imballaggi e l’adesione, da parte dei produttori, a consorzi di gestione, oltre a modifiche al decreto del ministro dell’Ambiente 8 aprile 2008 sui centri di raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Il decreto comprende anche dei nuovi allegati che contengono esempi di strumenti economici per incentivare l’applicazione della gerarchia dei rifiuti e aggiornano l’elenco delle attività che producono rifiuti.

COSMAN AVVIA IL PAGAMENTO DEL CONTRIBUTO REGIONALE 2015 PER LE POLIZZE SMALTIMENTO CARCASSE Cosman Piemonte comunica di aver avviato le procedure per l’effettuazione del pagamento del contributo regionale dell’anno 2015 previsto per le polizze smaltimento carcasse dell’anno 2015. Il pagamento avverrà secondo le seguenti modalità: - pagamento attraverso emissione di bonifico bancario per le aziende agricole non più consorziate e/o non più assicurate con il nostro Consorzio; - pagamento attraverso compensazione con il premio assicurativo dovuto per la polizza smaltimento carcasse dell’anno 2020 per le aziende agricole consorziate e assicurate con il nostro Consorzio nell’anno 2020; - pagamento attraverso riduzione del credito per le aziende agricole ancora morose con il Consorzio per premi assicurativi e/o quote di adesione dell’anno 2015. È previsto l’inoltro di una apposita PEC ad ogni azienda agricola per informarle dell’avvenuto pagamento secondo le diverse modalità.

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INCENTIVI PER IMPIANTI A BIOGAS FINO A 300 KW: SCADENZA IL 17 NOVEMBRE L’8 settembre è stato pubblicato il secondo bando GSE per l’iscrizione al Registro informatico per impianti a biogas di potenza fino a 300 kW disposto ai sensi dell’art. 1, comma 955, della Legge 30 dicembre 2018, n. 145 e s.m.i. (DL Milleproroghe 2020, DL Cura Italia). Il bando è aperto e prevede che il Registro si chiuderà improrogabilmente alle ore 18 del 17 novembre 2020. Le richieste di iscrizione dovranno essere trasmesse al GSE esclusivamente per via telematica, entro e non oltre il termine di chiusura, mediante il Portale informatico FER-E, accessibile dal link https://areaclienti.gse.it dal

giorno 18 settembre 2020 alle ore 9.00, tutti i giorni 24 ore su 24, ad eccezione dei giorni di apertura e chiusura. Si segnala che l’iscrizione dell’impianto in posizione utile nel registro, consentirà l’accesso agli incentivi (tariffe onnicomprensive) sulla produzione elettrica da biogas definiti dal DM 23 giugno 2016 per impianti di potenza fino a 300 kW ed in possesso dei requisiti (tipologia e provenienza delle biomasse) disposti dalla L. 145/2018. Si ricorda, in particolare, che l’articolo 40-ter della Legge n. 8/2020 ha prorogato al 2020 gli incentivi previsti dall’articolo 1, comma 954,

DICHIARAZIONI VITIVINICOLE 2020 Con circolare AGEA 0064944 del 02/10/2020 sono state definite le disposizioni nazionali inerenti le dichiarazioni di vendemmia e come già gli scorsi anni i termini di presentazione si dividerà su due date: 15 NOVEMBRE per le dichiarazioni di vendemmia per tutti i soggetti che vendono o trasformano uve proprie; 15 DICEMBRE per le dichiarazioni di produzione per tutti i soggetti che trasformano uve proprie o acquistate. I soggetti esonerati sono coloro che conducono meno di 1000 m2 di vigneto o che trasformano meno di 10 hl di vino e non lo commercializzano in qualsiasi forma. Per maggiori informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

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INSERTO TECNICO

della Legge n. 145/2018, secondo le procedure e le modalità di cui al medesimo articolo 1, commi da 954 a 956, della Legge n. 145/2018, nel limite di un ulteriore costo annuo di 25 milioni di euro. Così come specificato dal GSE, sarà dunque resa disponibile sul nuovo bando una potenza complessiva i 22,999 MW. Per ulteriori informazioni si rinvia alla apposita sezione web (Rinnovabili elettriche / Accesso agli incentivi / Incentivi Legge 145/2018) del sito GSE (https://www.gse.it/servizi-per-te/fonti-rinnovabili/ fer-elettriche/documenti).

ACQUISTO TERRENI: P.P.C. O IMPOSTA DI REGISTRO 9% Con la risposta n. 7/2020, ad una richiesta di consulenza giuridica, l’Agenzia delle Entrate ha fornito interessanti chiarimenti in materia di acquisto di terreni agricoli da parte di coltivatori diretti ed imprenditori agricoli professionali (IAP), esprimendosi sulla misura dell’imposta di registro applicabile in sede di rinuncia in atto, alla richiesta dell’ agevolazione fiscale, prevista dall’art. 2, comma 4-bis, D.L. n. 194/2009 (c.d. piccola proprietà contadina). Sia CD che IAP, iscritti nella relativa gestione previdenziale e assistenziale, in sede di acquisto di un terreno agricolo e delle relative pertinenze, possono richiedere l’applicazione dell’agevolazione fiscale di cui sopra – PPC - che consente di assolvere l’imposta di registro e l’imposta ipotecaria in misura fissa (euro 200,00), nonché l’imposta catastale all’1%, a condizione che i terreni non vengano ceduti entro il quinquennio dall’atto traslativo della proprietà. Ciò posto, l’AdE, confermando quanto già comunicato dalla scrivente area con circolare n. 16155 del 7 ottobre 2019, ha precisato che l’acquisto di un terreno agricolo da parte dei soggetti IAP e CD, può scontare l’imposta di registro in misura pari al 9%, di cui all’art. 1, comma 1 della Tariffa, Parte I, allegata al DPR. n. 131/1986, in luogo di quella ordinaria, pari al 15%, qualora gli stessi soggetti (IAP e CD), rinuncino in atto, in maniera esplicita, all’agevolazione in commento.

CREDITO D’IMPOSTA INVESTIMENTI IN BENI STRUMENTALI NUOVI 4.0: OBBLIGHI DI INDICAZIONE IN FATTURA Con due risposte ad altrettanti interpelli, n. 438 e 439/2020, l’Ade fornisce un’ importante precisazione in riferimento agli obblighi documentali, previsti dall’art. 1, c. 195, della L. n. 160/2019 (Legge di Bilancio 2020) secondo cui, i soggetti che si avvalgono del credito d’im-

posta sugli investimenti di cui all’art. 1, commi da 184 a 194 della medesima legge (beni strumentali nuovi e beni tecnologici 4.0), sono tenuti ad conservare, pena la revoca del beneficio, documenti idonei a dimostrare l’effettivo sostenimento e la corretta determinazione dei

costi agevolabili. A tal fine, le fatture e gli altri documenti relativi all’acquisizione dei beni agevolati devono contenere l’espresso riferimento alle disposizioni dei commi da 184 a 194. È possibile procedere alla regolarizzazione delle stesse fatture che ne risultassero sprovviste.


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“Caluma el vache”, simbolo di resistenza A PRAZZO LA CONFAGRICOLTURA DI CUNEO PER IL TERZO ANNO HA CELEBRATO IL RIENTRO DAGLI ALPEGGI

“L

e vache San Bernardin a-j pija, e San Michel a-j rend”. Così recita il detto piemontese. E a distanza di appena un giorno da quanto prevede il calendario della tradizione, mercoledì 30 settembre, Confagricoltura Cuneo ha celebrato anche quest’anno a Prazzo la discesa delle mandrie dagli alpeggi con la terza edizione dell’iniziativa “Caluma el vache”, in concomitanza con la discesa a valle dei capi dell’azienda di Andrea Lando che dalla frazione Campiglione hanno raggiunto Prazzo Inferiore, punto di carico degli

animali. L’iniziativa ha voluto essere un segno di vicinanza diretta al mondo dell’agricoltura di montagna e, in generale, alle importanti economie che le Terre Alte cuneesi sono in grado di generare. Nel pieno rispetto delle indicazioni previste dai protocolli anti contagio da Covid-19, all’evento hanno partecipato i rappresentanti della Confagricoltura provinciale, guidati dal presidente Enrico Allasia e dal direttore Roberto Abellonio, l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, il consigliere regionale Paolo Demarchi, e il presidente

dell’ATL del Cuneese, Mauro Bernardi. “La pandemia tutt’ora in corso ci ha costretti ad optare per una versione ‘smart’ dell’evento che, rispetto agli scorsi anni, non ha visto la partecipazione di decine di malgari, appassionati e curiosi che assistevano al rientro dei capi a valle, approfittandone per trascorrere qualche ora di convivialità in un clima di festa – ha dichiarato il presidente Enrico Allasia –. Non abbiamo, tuttavia, voluto rinunciare a questo appuntamento trasformandolo, eccezionalmente, in un simbolo di

Un giovane malgaro assiste le vacche

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L’Agricoltore cuneese N.07 • OTTOBRE 2020

La discesa della mandria con autorità e allevatori

resistenza di tutto il settore agricolo al particolare momento vissuto dal nostro Paese e da tutto il mondo. Confidiamo tuttavia di poter tornare già dal prossimo anno alla consueta formula adottata nelle prime due edizioni”.

Gesto di vicinanza agli allevatori e a tutta la montagna “Abbiamo voluto far sentire la nostra vicinanza agli oltre 350 allevatori che ogni anno si trasferiscono con i loro capi sugli alpeggi della provincia di Cuneo e ora, terminati i duri mesi di lavoro trascorsi in alta quota, sono pronti al rientro in pianura – ha sottolineato il direttore Roberto Abellonio –. Alle autorità regionali presenti abbiamo, altresì, ribadito che fare agricoltura in montagna significa fare i conti con numerose difficoltà e abbiamo rimarcato loro

la necessità di compiere uno sforzo maggiore per garantire a chi lavora in alta quota gli adeguati sostegni per ammodernare le strutture aziendali, pianificando anche una serie di interventi concreti per il miglioramento del sistema viario e il potenziamento della rete internet, aspetto quest’ultimo sempre più cruciale per abitare e fare impresa quassù. Mai come quest’anno, forse, le nostre montagne sono riuscite ad esprimere il meglio della loro vocazione turistica, ma occorre ricordare che la loro tutela e valorizzazione passa anche dal lavoro instancabile e costante di chi, come gli allevatori, ci vive per mesi impegnandosi in lavori di manutenzione del territorio”. In una stagione che da un punto di vista climatico non ha riservato particolari problemi (fino agli eventi alluvionali di inizio


Il passaggio dei capi di Andrea Lando. Gli animali al punto di carico pronti al rientro a valle

ottobre), tra gli allevatori desta sempre maggiore preoccupazione, infine, la presenza in aumento dei lupi, con casi sempre più

frequenti di attacchi alle mandrie e alle greggi. “Su questo fronte, purtroppo, continuiamo a lanciare appelli alle istituzioni senza

ricevere ascolto, ma anno dopo anno il problema si aggrava con numeri di lupi in costante crescita, decisamente fuori control-

lo, e perdite ingenti per gli allevatori in termini di danni diretti (capi predati) e indiretti (costi e mancata produzione). Servono inter-

venti urgenti e concreti per il contenimento, altrimenti ad estinguersi saranno gli allevatori”, ha detto Enrico Allasia. “Ringraziamo la famiglia di Andrea Lando per la collaborazione e tutti i malgari che hanno contribuito al buon esito di questa non semplice edizione di Caluma el Vache”, ha concluso Mariano Occelli, consigliere di Confagricoltura Cuneo attivo organizzatore della manifestazione.

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ZOOTECNIA

Suini, segnali di fiducia da etichettatura e CUN CONFAGRICOLTURA ATTIVA SUI PRINCIPALI FRONTI APERTI, POSITIVA L’INDICAZIONE D’ORIGINE BARGE: “AUSPICHIAMO CHE LA CONDIVISIONE DELLE INFORMAZIONI SERVA A RISOLLEVARE IL COMPARTO”

C

onfagricoltura continua a tenere alta l’attenzione sul comparto suinicolo e sulle modalità di definizione del prezzo della carne, che in occasione dell’emergenza Coronavirus ha patito un pesante abbassamento. A inizio settembre la Federazione Nazionale Allevamenti Suini ha

DOPO I CASI IN GERMANIA

avanzato una proposta concreta, facendo pervenire agli enti di certificazione IFCQ e CSQA una comunicazione nella quale li esorta ad una migliore e più completa condivisione dei dati in merito al circuito dei prosciutti DOP, raccolti tramite il sistema Registro Italiano Filiera Tutelata. Tre i punti sui quali Confagricoltura ha focalizzato l’attenzione: l’evidenziazione del numero effettivo di suinetti timbrati per lettera mese, al fine di poter avere l’esatta consistenza dei capi tatuati per la DOP, la disponibilità entro le ore 12 di

ogni martedì del resoconto delle macellazioni della settimana precedente e la presenza sul portale RIFT di dati specifici per ogni azienda, per snellire le procedure di controllo. Rendere disponibili questi dati, condividendoli a livello settimanale, potrebbe migliorare la comprensione dell’andamento della produzione e renderebbe più facile formulare un corretto prezzo di mercato negli incontri della Commissione Unica Nazionale per il settore suinicolo. La proposta ha contribuito a ripor-

Peste suina, vietato abbassare la guardia

A fronte di queste notizie positive riportate nel pezzo qui sopra, alle quali si accompagna una timida risalita dei prezzi, all’orizzonte potrebbero esserci però altri problemi a causa della peste suina africana, che è tornata a far parlare di sé nelle ultime settimane e in merito alla quale Claudio Canali suggerisce massima cautela: “Non è un problema diretto in questo momento, nel senso che non abbiamo rilevato casi in Italia, però si sta diffondendo in Germania e quindi occorre tenere alta l’attenzione”. Un fattore che potrebbe incidere sul nostro

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Un allevamento suinicolo in provincia di Cuneo

di Davide Rossi

L’Agricoltore cuneese N.07 • OTTOBRE 2020

paese non soltanto dal punto di vista sanitario: molti paesi extra UE hanno annunciato divieti sulle importazioni di carne tedesca e ora la Germania cerca mercati di sbocco diversi da quelli tradizionali, che le sono preclusi. “Ciò potrebbe comportare un aumento delle importazioni in Italia, in ragione degli accordi di regionalizzazione dei commerci previsti dallo status comunitario, e naturalmente questo dato avrebbe ripercussioni significative sul prezzo, causando ricadute economiche molto serie e tutte da valutare”, chiude Canali.

tare su un asse di dialogo costruttivo la contrattazione nazionale, che in agosto aveva visto momenti di tensione nella CUN suinetti, proprio in materia di definizione delle quotazioni. Piena disponibilità a collaborare è arrivata dagli enti di certificazione, da parte dei quali è giunto il riscontro che l’accesso ai dati delle macellazioni settimanali è stato reso attivo. Da questo mese di ottobre, inoltre, il report di filiera riporterà alcune informazioni aggiuntive: il numero di suini tatuati nel mese e il numero di cosce omologate per Parma DOP e San Daniele DOP nel mese. Dal prossimo futuro, compatibilmente con i tempi tecnici connessi all’operazione, gli enti di certificazione svilupperanno anche un’apposita area nel RIFT che consentirà a tutti gli allevamenti di visualizzare la propria situazione aziendale.

Verso una maggior trasparenza delle informazioni Si tratta di un primo importante passo verso una maggiore trasparenza e diffusione delle informazioni nell’interesse degli


allevatori, sottolinea il presidente della Federazione Nazionale Allevamenti Suini di Confagricoltura Claudio Canali, “ma il nostro comparto nazionale potrà giovarsi anche di un altro strumento grazie all’entrata in vigore del Decreto ministeriale sull’indicazione dell’origine delle carni suine nei prodotti trasformati” che ha ricevuto il via libera della Commissione europea con silenzio assenso, trascorsi tre mesi dalla notifica della proposta. In base al testo del decreto, firmato dai ministri Bellanova, Patuanelli e Speranza, i produttori dovranno indicare in

maniera leggibile sulle etichette dei prodotti paese di nascita, paese di allevamento e paese di macellazione degli animali. Soltanto chi utilizzerà carne proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia potrà apporre sull’etichetta del proprio prodotto la dicitura 100% italiano, mentre negli altri casi dovrà essere indicata la provenienza dall’Unione Europea o da paesi che non ne fanno parte. “È un modo per certificare in modo chiaro l’origine della materia prima – continua Canali – e una garanzia di tracciabilità, specialmente per chi

realizza un prodotto tutto italiano sapendo che ciò comporta un aumento del prezzo che ora non è immediatamente chiaro agli occhi del consumatore finale”. Il provvedimento, emanato dal governo italiano in forma di sperimentazione come già accaduto in passato per gli altri decreti di origine, sarà in vigore per il momento fino al 31 dicembre 2021. Roberto Barge, presidente della sezione suinicola di Confindustria Cuneo, commenta con favore la situazione: “Migliorare la condivisione delle informazioni, sia internamente al comparto sia

ITALIANO

100%

solo per suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia

IN ETICHETTA verso il pubblico, è un elemento positivo che accogliamo con grande soddisfazione e con la seria speranza che ciò possa favorire il graduale superamento di una situazione difficile per il nostro settore”.

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CEREALICOLTURA

Mais, annata con buoni riscontri su rese e qualità LA PROVINCIA DI CUNEO È IN LINEA CON QUANTO REGISTRATO A LIVELLO NAZIONALE. IL RACCOLTO STA RISPETTANDO LE ATTESE di Davide Rossi

L’

anno anomalo che sta entrando nella sua parte conclusiva ha fatto registrare dati molto positivi a livello nazionale per quanto riguarda la stagione del mais. Le premesse per un buon raccolto c’erano tutte: con una buona piovosità estiva e temperature che non hanno toccato picchi estremi come nel recente passato, la crescita del prodotto è stata favorita. Si prospetta quindi un raccolto finale molto soddisfacente, con produzioni medie nazionali che hanno toccato e superato le 18 tonnellate per ettaro. Una soddisfazione che si mantiene anche a livello locale. Andrea Ingaramo, presidente della Sezione Cereali e Semi Oleosi di Confagricoltura Cuneo, conferma il trend: “La stagione 2020 si caratterizza per buone rese e buona qualità del prodotto per quanto riguarda tutto il territorio provinciale; la pioggia, regolare e non eccessiva di inizio estate, ha favorito la crescita del pro-

dotto in quasi tutto il territorio. Fanno eccezione le zone dove fenomeni atmosferici più intensi e violenti, come grandine e forte vento, hanno invece creato disagi anche pesanti: si tratta di episodi occorsi in numero non elevato, ma capaci di danneggiare gravemente i raccolti”. È ancora presto per stilare un bilancio definitivo, ma l’annata metterà a registro numeri sicuramente migliori di quelli dello scorso anno sotto il profilo del raccolto: nel 2019 il dato complessivo per la nostra provincia si era attestato su 4.605.980 quintali, un terzo circa del totale regionale. Sotto il profilo della destinazione d’uso, in un territorio versatile e fertile sotto il profilo agricolo come quello della provincia di Cuneo, si conferma la prevalenza di superficie coltivata a mais zootecnico, a discapito di quello alimentare. Anche dal punto di vista fitosanitario l’annata è stata buona: “In generale possiamo dire di essere di fronte ad un prodotto sano. Non ci sono state situazioni problematiche – conferma

Roberto Arneodo della Cooperativa San Pietro del Gallo, che raggruppa circa 350 aziende del cuneese e delle valli limitrofe, e Consigliere Confagricoltura Cuneo –, ma abbiamo registrato comunque una minima incidenza della diabrotica, che ha causato qualche allettamento, forse favorito anche da concomitanti piogge. Un altro dato che abbiamo rilevato e che è da monitorare, per quanto al momento non sia ancora assolutamente problematico in termini di estensione, è la ricomparsa del nanismo ruvido: questo virus del mais, che aveva comportato gravi danni in passato, è stato osservato quest’anno in alcune coltivazioni situate in zona pedemontana, ambiente dove può diffondersi in modo più agevole. Non ci sono stati danni e non ci sono i presupposti per ipotizzare che si tratti di una vera e propria recrudescenza del problema, ma non va abbassata la guardia per evitare un peggioramento della situazione”. Le buone notizie, però, si fermano qui: sotto il profilo del prezzo i dati non sono confortanti. “Ancora una volta abbiamo assistito ad un sensibile calo del valore del mais in occasione della campagna di raccolta – riprende Ingaramo –: si tratta di una situazione che deriva logiche di mercato su scala internazionale e che si ripete ciclicamente ogni stagione, ma quest’anno le oscillazioni verso il basso sono state più significative, a fronte di un leggero aumento dei costi di produzione rispetto ad un anno fa”.

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CONFAGRICOLTURA NEWS

Nuovi uffici Confagri a Fossano e Cortemilia

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on il mese di ottobre entrano in piena operatività i nuovi uffici recapito di Confagricoltura a Fossano e a Cortemilia. Nella città degli Acaja l’ufficio trasloca da Via Marconi 112 in piazza Dompè, 3 all’interno di uno spazio condiviso con gli uffici di Egea, Alpiacque e Tecnoedil. Invariati l’orario di apertura al pubblico, il mercoledì, dalle 9 alle 11, e i recapiti di

riferimento 0172/244484 e bra@ confagricuneo.it. Lo stesso vale per il recapito di Cortemilia, che ha cambiato sede traferendosi in piazza Savona 14, in una zona più centrale rispetto alla precedente sede in via Dante Alighieri, 51. Nei locali si può altresì accedere ai servizi di Egea, in fatto di forniture di luce e gas per utenze domestiche, commerciali e industriali, ma si

potrà anche usufruire dei servizi di Alse (Alta Langa Servizi), in materia di ciclo idrico integrato e igiene urbana. L’ufficio è aperto al pubblico il 2° e il 4° venerdì del mese, dalle 8,30 alle 11,45. Sia a Fossano che a Cortemilia si può accedere agli uffici solo previo appuntamento telefonico, secondo le indicazioni fornite nel protocollo per contenere la diffusione del Covid-19. Rivolgendosi agli uffici recapito, è possibile usufruire dei medesimi servizi che si trovano negli uffici di zona e nella sede provinciale della Confagricoltura. É attivo, dunque, anche a Fossano

e Cortemilia il patronato Enapa, che assicura assistenza sociale e previdenziale a tutti i cittadini, oltre che alle aziende agricole. Grazie alla presenza del Caf, inoltre, si può avere assistenza per quanto riguarda i rapporti di lavoro e per consulenze di natura fiscale e tributaria: presso lo sportello è possibile effettuare la compilazione del 730, del Modello Unico, del Modello IMU, dell’Isee e del Red. Infine, ci si può rivolgere all’ufficio recapito di Confagricoltura Cuneo per consulenze in ambito economico-sindacale e per assistenza di natura tecnica.

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Si premiano le idee e i prodotti agricoli più innovativi SECONDA EDIZIONE DELL’INIZIATIVA INDETTA DA CONFAGRICOLTURA E RIVOLTA ALLE AZIENDE di Francesca Braghero

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onfagricoltura ha indetto la seconda edizione del Premio nazionale per l’innovazione nel settore dell’agricoltura. Il Premio diretto alle imprese agricole innovative, nasce con l’idea di costruire un momento celebrativo che mostri quanto il settore sia già ricco di innovazione, mettendo in luce l’ampia e articolata offerta di soluzioni tecnologiche, di prodotto e di processo, organizzative, già poste in essere negli ultimi anni, o in corso di sviluppo. Nel dare rilievo al tema dell’innovazione emerge, inoltre, l’esigenza di enfatizzare il ruolo degli imprenditori agricoli in quanto vero motore dello sviluppo non solo aziendale ma anche territoriale; ruolo del settore agricolo che è stato messo ancor più in evidenza durante l’emergenza Covid-19.

A chi si rivolge Il Premio è indirizzato a tutte le aziende agricole che abbiano sviluppato o implementato negli ultimi tre anni soluzioni innovative applicate a livello di impresa, filiere o territorio e che possono:

• essere di prodotto, di processo, organizzative o di marketing; • riguardare l’azienda, la filiera o, in generale, il rapporto tra l’azienda ed altri attori della filiera; • riguardare prettamente la dimensione agricola o la sua connessione con quella urbana, culturale, artistica, sociale, etc. In questa edizione particolare rilievo sarò rivestito da alcune tematiche strategiche per il settore agricolo ed agroalimentare: qualità del prodotto, lotta ai cambiamenti climatici, bioeconomia circolare, sostenibilità ambientale, economica e sociale, efficientamento dei processi produttivi, digitale, con particolare riferimento alle soluzioni adottate nell’emergenza COVID-19, e valorizzazione delle aree interne. Le domande di partecipazione all’iniziativa potranno essere compilate e presentate online sino al 23 ottobre 2020 accedendo al sito di Confagricoltura nella sezione Premio innovazione in agricoltura. La premiazione avverrà in uno specifico evento celebrativo. Maggiori informazioni negli uffici di Confagricoltura sul territorio.

NOMINA IN EUROPA

Giansanti è vicepresidente del COPA Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, è stato eletto vicepresidente del Comitato delle organizzazioni agricole europee (COPA), l’organismo che riunisce 60 organizzazioni dei Paesi membri dell’Unione europea e 36 organizzazioni partner di altri Paesi. Presidente del COPA, per i prossimi due anni, è la francese Christiane Lambert, che succede al tedesco Joachim Rukwied di DBV. Giansanti, europeista convinto, è stato nominato ai vertici dell’Organizzazione europea in un momento cruciale, in cui si dovranno assumere decisioni chiave, a partire dal prossimo bilancio dell’Unione, dalla futura Politica agricola comune, dalla incertezza dei mercati internazionale, ma anche dal Recovery Found e dalle politiche di sviluppo per fronteggiare l’emergenza economica a causa della pandemia, che richiedono lavoro propositivo e pressing incessante e determinato da parte del Coordinamento degli agricoltori europei. Giansanti, a nome di Confagricoltura, ha fatto gli auguri di buon lavoro a Christiane Lambert e ringraziato Joachim Rukwied per l’impegno profuso nei tre anni di mandato alla presidenza. “Con Lambert e Rukwied – ha detto - c’è grande sintonia e condividiamo una visione di futuro”.

CONVENZIONI SOCI CONFAGRICOLTURA

Sconti e offerte per acquisti da Obi Italia e nei negozi Biraghi Si arricchisce di due nuove convenzioni il pacchetto di offerte siglate da Confagricoltura Cuneo e riservate ai suoi soci e dipendenti. La prima che presentiamo, questo numero, è quella con Obi Italia, che prevede per dipendenti e soci uno sconto del 10% su tutto l’assortimento con una spesa minima di 30 euro presso i negozi OBI di Cuneo, Asti e Torino Rivalta. L’applicazione degli sconti potrà avvenire solo dietro esibizione da parte dell’acquirente della tessera associativa Confagricoltura e del codice a barre scaricabile dal sito www.confagricolturacuneo.it. La seconda, invece, è quella sottoscritta con il caseificio Biraghi S.p.A. Presentando la tessera associativa di Confagricoltura Cuneo, sarà possibile ottenere uno sconto del 15% su tutti i prodotti a marchio Biraghi. L’agevolazione è valida sia nel punto vendita di Cavallermaggiore che nello store Biraghi di piazza San Carlo a Torino.Lo sconto non è cumulabile con altre promozioni in corso. Per maggiori informazioni: 0171 692143 – f.dalmasso@confagricuneo.it

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CONFAGRICOLTURA XXXXXXXX NEWS

Piattaforma on line per promuovere le Cascine Piemontesi RAGGIUNTO L’ACCORDO CON FOODELIZIA DOVE PUBBLICIZZARE E VENDERE LE ECCELLENZE di Francesca Braghero

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uone notizie per le aziende aderenti al Consorzio Cascine Piemontesi, nato nel dicembre 2019 sotto la regia di Confagricoltura Cuneo con il

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contributo della Camera di Commercio di Cuneo, per promuovere e commercializzare le produzioni agricole e agroalimentari, gli agriturismi, gli enoturismi e tutte le attività turistiche e ludico-ricreative del territorio piemotese.

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L’ultima novità del Consorzio, che conta già un buon numero di iscritti, è il raggiungimento dell’intesa con il portale Foodelizia (www.foodelizia.it), piattaforma dedicata alla promozione e vendita di eccellenze agroalimentari. Il portale ha il duplice scopo di andare incontro alla domanda sempre crescente dei consumatori di poter effettuare acquisti online in ambito food e, nello stesso tempo, rispondere all’interesse mostrato dagli imprenditori agricoli in merito alla possibilità di utilizzare le nuove tecnologie informatiche per farsi conoscere

al di là dei confini della loro zona di produzione e vendere i propri prodotti senza intermediazioni e senza vincoli di distribuzione. La partnership con Foodelizia aggiunge, dunque, un ulteriore tassello alla lunga lista dei vantaggi di cui possono usufruire le aziende agricole del Piemonte che desiderano associarsi al Consorzio Cascine Piemontesi, quali entrare a far parte di una rete di eccellenze agroalimentari e disporre un sito vetrina con pagine dedicate alla propria azienda, partecipare in forma coordinata a fiere e manifestazioni di settore mediante


un’immagine coordinata con materiale promozionale brandizzato, poter accedere a bandi e progetti dedicati. Tramite il network Foodelizia ogni azienda associata potrà: • accrescere la propria potenziale rete di vendita, con un “negozio aperto 24 ore su 24”; • acquisire nuove tipologie di clienti, diversi dai consumatori tradizionali che si recano fisicamente agli spacci aziendali o nei mercati agricoli per fare la spesa; • potenziare la propria visibilità attraverso una scheda dell’a-

zienda all’interno della piattaforma, completa di informazioni, immagini e filmati; • acquistare spazi pubblicitari e condurre compagne di comunicazione su un mercato potenzialmente globale e in continua crescita; • avvalersi di strumenti innovativi di marketing a vantaggio della propria reputazione aziendale, come informazioni periodiche sui prodotti venduti per indice di gradimento dei consumatori e report delle recensioni degli utenti che hanno acquistato i propri prodotti;

• semplificare la gestione della vendita online, sgravandosi dei numerosi adempimenti procedurali e amministrativi che la filiera logistica comporta; • disporre di un team di esperti che si occupa della gestione del sito e dei canali social ad esso collegati, con una procedura di acquisto sempre aggiornata e intuitiva per ogni tipologia di utente e un piano editoriale studiato ad hoc per la piattaforma. Foodelizia si preoccuperà inoltre di educare gli utenti alla stagionalità dei prodotti, mettere in luce l’importanza dell’artigianalità

della produzione come sinonimo di qualità e ribadire il ruolo dell’agricoltura come attività primaria per lo sviluppo e la sostenibilità del nostro Paese. Ad oggi sono già numerose le aziende agricole piemontesi che hanno colto l’opportunità di aderire al Consorzio Cascine Piemontesi. Per associarsi e sfruttare da oggi anche i vantaggi offerti da Foodelizia, le aziende interessate possono chiamare il numero 0171/692143 o scrivere una e-mail all’indirizzo info@ cascinepiemontesi.it.

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L’Agricoltore cuneese N.07 • OTTOBRE 2020

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LE NOSTRE AZIENDE

altre varietà di kiwi giallo oggi disponibili. Ciò lo si deve ad un elevata sostanza secca che può raggiungere il 23%, un elevato grado zuccherino (non raramente oltre i 20 gradi brix) e una polpa cremosa che ricorda la polpa di un mango. A questo si aggiunge il sapore unico e complesso, misto tra l’esotico della papaya al suo interno e di limone attorno alla buccia nella parte esterna della polpa, che compensa l’elevato grado zuccherino, dando al Kiwi giallo Top Gold un insieme di sapori e caratteristiche d’eccellenza.

Una cascata di kiwi giallo Top Gold pronti per la raccolta

Lagnasco, l’azienda di Massimiliano Giraudo al “Top Gold” IL FRUTTICOLTORE HA CONVERTITO PARTE DEI SUOI TERRENI INVESTENDO NELLA NUOVA VARIETÀ DI KIWI di Paolo Ragazzo

N

on sono anni facili per i produttori di kiwi piemontesi. La batteriosi, prima, e la moria, dopo, hanno falcidiato ettari di frutteti, costringendo molti produttori a convertire i loro terreni. Anche pesche e nettarine hanno perso consistenza. Se in tanti hanno scelto in alternativa le mele, mettendo a dimora distese di nuovi impianti, c’è qualcuno che ha provato a lanciarsi in un’avventura ardita, ma con concrete possibilità

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di successo. Stiamo parlando di quanto fatto dall’azienda di Massimiliano Giraudo che due anni fa ha impiantato a Lagnasco quattro ettari di kiwi giallo e in queste settimane è impegnato nella prima raccolta. “La mia azienda è sempre stata ad indirizzo frutticolo, perlopiù con coltivazioni drupacee biologiche – spiega il frutticoltore –, nel frattempo, però, avendo da oltre dieci anni anche una produzione di 35 ettari di kiwi Zespri Gold a Latina e, considerati i risultati più che soddi-

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sfacenti, dopo attente valutazioni nel 2018 abbiamo deciso di portare anche qui in provincia di Cuneo (grazie alla Top Gold Srl), primi in Piemonte, una nuova varietà di kiwi: il Top Gold”. Questo frutto deve la sua unicità ad una molteplicità di sapori e profumi differenti rispetto a tutte le

Sperimentato con successo a Latina “Nel Lazio abbiamo imparato a coltivare con sistemi alternativi a quelli convenzionali un prodotto diverso al tradizionale Hayward, questo ci ha permesso di scoprire e testare sul campo differenti vantaggi di queste varietà che consentono, ad esempio, di raggiungere

Da sx: Marco Bruna, il frutticoltore Massimiliano Giraudo e Roberto Abellonio


un elevato livello produttivo di quantità ma soprattutto di qualità – prosegue Massimiliano –. Il kiwi giallo Top Gold, infatti, va coltivato esclusivamente sotto coperture di nylon che proteggono le piante dalle piogge e dall’eccessiva umidità. In questo modo si crea un microclima che rende superflui i trattamenti più comuni e maggiormente omogenei i frutti in fase di raccolta”. A due anni di vita, l’impianto si sta comportando in modo eccezionale. È una varietà facile da impollinare in maniera naturale a tutta garanzia di una qualità e una pezzatura decisamente elevata. La raccolta deve essere effettuata in maniera delicata per non danneggiare la pelle del frutto che rispetto ad altre varietà è più sensibile a danni manuali e meccanici.

Pianta più produttiva e dai frutti unici “È oggettivamente più produttiva rispetto ad un Hayward – sottolinea Massimiliano Giraudo –, ma occorre tenere ben presente anche il suo collocamento commerciale: il kiwi Top Gold, proprio per via delle sue peculiarità che ne fanno un frutto unico, si posiziona su una fascia di prezzo medio alta. Per esperienza diretta possiamo dire che chi lo assaggia poi torna a ricomprarlo, perché questo prodotto è l’eccellenza”. Dal punto di vista della gestione agronomica questa varietà è decisamente “amica” dell’ambiente. Oltre ai ridotti trattamenti, essendo

coltivato sotto copertura, l’impianto non è mai sottoposto a luce diretta e ciò consente all’acqua di non evaporare mai completamente, riducendo drasticamente i consumi idrici. E nel futuro dell’azienda di Massimiliano Giraudo cosa c’è? “La nostra idea è di convertire progressivamente tutti i terreni da pesche e nettarine a kiwi Top Gold: completeremo 15 ettari nel 2020, per arrivare ad avere 60 ettari nel 2023. Stiamo andando consapevolmente verso una monocoltura, che può riservare qualche rischio, ma siamo dell’idea che occorra specializzarsi su questa coltura così unica e speciale. Piuttosto, penso ci siano le potenzialità per generare un circuito virtuoso attorno al Top Gold qui in provincia di Cuneo e, in generale, in Piemonte, terra particolarmente vocata per questa coltivazione”. Perché non pensare, ad esempio, a un marchio di tutela e valorizzazione regionale dando così valore a questa nuova filiera e diversificando il panorama frutticolo regionale? Vediamo chi vorrà e saprà raccogliere questa sfida.

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Direttore responsabile: Paolo Ragazzo

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