L'agricoltore Cuneese - Settembre 2021

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XIX - N. 07•2021 - OTTOBRE 2021 - CONTIENE I.P.

07/2021

La musica non è cambiata CONSORZIO Cascine Piemontesi in vetrina d’autunno

NOCCIOLE Dalla raccolta cali produttivi importanti

VINO Un progetto per la valorizzazione dei Sorì

PSR PIEMONTE Servono più confronto e coraggio



I NUMERI DI QUESTO NUMERO

Quella visione errata di agricoltura che ne penalizza lo sviluppo

PREZZI

-25%

9.500

BOVINI PSR

PIEMONTE NOCCIOLE

% di calo dei prezzi dei bovini da carne in Piemonte

Roberto Abellonio

direttore di Confagricoltura Cuneo

La transumanza che celebra la stagione degli alpeggi. Le tante raccolte, in corso o terminate, nei vigneti e nei frutteti della Granda, piuttosto che le campagne cerealicole o quelle in noccioleti o castagneti. L’agricoltura, specie in questa seconda parte dell’anno, è tutto questo e molto di più. Operazioni che ogni anno si rinnovano e ci riportano al legame più intimo tra l’uomo e la terra, richiamando tradizioni in alcuni casi ancestrali. Una visione romantica, se vogliamo, del mestiere dell’agricoltore, che tuttavia si scontra con la realtà e con il modo in cui spesso è visto chi svolge questa professione. Non si contano neppure più i fogli, le carte e tutti gli adempimenti burocratici che ogni agricoltore deve compilare quotidianamente per non incorrere in sanzioni e rispettare norme pensate da chi se ne sta comodo-comodo dietro a una scrivania. Per non parlare, poi, degli attacchi gratuiti rivolti al nostro settore. A volte si ha la sensazione che tutto questo nasca proprio da una visione errata del nostro lavoro. Siamo noi i primi ad avere tutto l’interesse a prenderci cura di ambiente e animali, perché dal loro benessere dipende il nostro sostentamento. Ma è vero anche il contrario. Questo concetto, tuttavia, non viene colto e si preferisce imporre dall’alto limiti, divieti e obblighi senza neppure confrontarsi con la nostra categoria, se non informarla quando ormai il “dado è tratto”. Non è il modo di programmare lo sviluppo del settore. Perché un conto sono le norme dell’uomo, ma ben altra cosa sono le regole e i tempi della natura. E noi questa differenza, se permettete, la conosciamo molto bene. Più di chiunque altro.

LATTE

3,7

litri di latte all’anno da una vacca da latte in Piemonte

-50%

i milioni di euro utilizzati sui 9 milioni stanziati sul bando “bio”

% di calo produttivo di nocciole stimato in Piemonte per il 2021

BANDO “BIO”

IN MENO

Servizi della P.A. Da ottobre lo SPID è obbligatorio PAG. 17

NUMERO 331.4915518 331.4915516 339.5634561 339.5401060 339.5401054 339.5635193 339.5401004 339.5966337 339.5634650 339.5634563 339.5401670 366 4059712

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IN PRIMO PIANO

PSR, servono più confronto e coraggio CONFAGRICOLTURA PIEMONTE SOTTOLINEA ANCORA TROPPE CRITICITÀ PER LE AZIENDE di Fabio Rubero

“S

e vuole davvero essere utile alle aziende, il PSR deve essere più flessibile e in grado di adattarsi in modo decisamente più rapido alle normative europee da cui deriva, a strategie quali la ‘Farm to fork’ e a piani tipo il ‘Green New Deal’. La sua politica deve essere mirata e la sua struttura deve essere snellita e semplificata sia dal punto di vista burocratico, sia da quello operativo. Riconosciamo la validità dello strumento PSR, ma non possiamo non constatare come oggi ci siano altri mezzi in grado di dare alle aziende la possibilità di scegliere in modo più rapido e veloce e quindi più efficiente ed efficace”. Con queste parole Enrico Allasia, pre-

I PROBLEMI MAGGIORI RIGUARDANO LE MISURE 6 E 4 MA LE DIFFICOLTÀ SONO MOLTE E DIFFUSE 4

sidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, torna a sottolineare le criticità che continuano a persistere soprattutto nelle misure 4 (in particolare nelle sottomisure che riguardano i giovani) e 6 (sviluppo delle aziende agricole e delle imprese) dell’attuale Programma di Sviluppo Rurale.

Criticità su molti fronti Secondo Confagricoltura Piemonte le misure agroambientali non riescono a soddisfare pienamente le esigenze delle aziende agricole e dunque devono essere sostenute e migliorate. Ma persistono criticità, se possibile ancora più gravi, anche per quanto concerne l’informazione, la formazione, la consulenza e la cooperazione. Relativamente alla misura 4 la Confagricoltura piemontese contesta anche l’attuale impostazione del suo sistema di punteggio utile all’ingresso nelle varie graduatorie e, proprio in vista della futura programmazione, ritiene necessario che vengano posti gli adeguati correttivi affinchè le realtà più produttive, innovative e competitive sul mercato siano sufficientemente tutelate, cosa che oggi non

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OLTRE AL PSR OCCORRE INTERCETTARE I FONDI CHE GIUNGERANNO DAL PNRR avviene. “I bandi del PSR presentano molte criticità. Purtroppo il mondo associativo non viene coinvolto nelle scelte come vorremmo perché anche se spesso viene interpellato, poche volte viene ascoltato. Abbiamo presentato molte interrogazioni e posto una miriade di domande, ma le risposte che abbiamo avuto non sono state completamente soddisfacenti. Alla Regione chiediamo più certezze nella programmazione e maggiore lungimiranza nelle scelte che vengono compiute. Chiediamo anche più coraggio che si può tranquillamente avere, come dimostrato da molte altre regioni le quali, anziché continuare ad aprire bandi, hanno preferito optare giustamente per lo scorrimento delle graduatorie. La situazione che oggi ci troviamo a dover vivere crea un clima di pesante incertezza obbligando le aziende a contattare più volte i nostri uffici per avere risposte sicure” spiega Confagricoltura Piemonte. “Pur comprendendo che la situazione di criticità attuale si è determinata nel settennio precedente

– aggiunge Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte - chiediamo alla Regione una concertazione più puntuale e una maggior consultazione sulla programmazione dei bandi del PSR e sulla loro apertura”.

Immaginare nuove risorse per affrontare le difficili sfide future Un dialogo, quello tra Regione e associazioni che, in quest’ultimo periodo, non è stato certamente facilitato dall’emergenza sanitaria tuttora in corso; tuttavia il fatto che anche il personale della Pubblica Amministrazione stia progressivamente tornando ai propri impieghi in presenza dovrebbe rappresentare il naturale ritorno a un confronto costante e continuo nell’interesse di tutti e soprattutto delle aziende agricole piemontesi. A tale riguardo, Confagricoltura Piemonte ritiene necessario aprire immediatamente un tavolo di confronto perchè se il PSR continua a essere uno strumento utile per gli obiettivi che si pone lo Sviluppo Rurale, occorre invece immaginare nuovi fondi approfittando del PNRR o altre risorse “ad hoc” necessarie per accompagnare l’agricoltura nelle difficili sfide che è chiamata ad affrontare, riconoscendole sì il ruolo che le spetta nella transizione ecologica e ambientale, ma aiutandola anche concretamente a sostenere i sacrifici e i costi che alcune vere e proprie rivoluzioni comportano.


L

e appena centocinquantasei domande presentate da altrettante aziende piemontesi per accedere al bando regionale previsto dalla Misura 11 operazione 11.1.1. del PSR relativo alla conversione verso l’agricoltura biologica non lasciano spazio a dubbi. A fronte degli oltre 9 milioni di euro destinati a tale misura, ammonta infatti a meno della metà (circa 3,7 milioni) il fabbisogno complessivo che deriva dalle richieste effettuate. Insomma si è trattato di un autentico flop che, tuttavia, non giunge affatto inaspettato perché se è vero che i prezzi di vendita dei prodotti biologici sono superiori a quelli convenzionali è altrettanto vero che non sempre lo sono in una misura tale da compensare gli sforzi che la produzione biologica richiede e comporta. Per contro occorre rilevare che la misura 11.2.1 relativa al mantenimento degli impegni già assunti registra 1.133 adesioni, con una richiesta di 28,9 milioni di euro nel triennio, superiore allo stanziamento (22 milioni): in pratica chi ha già scelto il bio continua l’impegno, mentre chi produce in modo convenzionale è restio a indirizzarsi verso

Biologico in difficoltà così i conti non tornano UNO STUDIO DI RETE RURALE NAZIONALE EVIDENZIA LA POCA REDDITIVITÀ E IL BANDO DEL PSR IN PIEMONTE NON “SFONDA” questo tipo di impegno. E dunque, se da un lato è giusto e doveroso garantire la sicurezza alimentare e la salubrità dei prodotti, nell’ottica di un’economia circolare, dall’altro occorre sostenere adeguatamente le aziende affinchè la scelta biologica sia economicamente sostenibile. “Non siamo assolutamente contrari al biologico, anzi, è una scelta imprenditoriale come altre e per questo occorre sostenerla adeguatamente, ma non possiamo dirci neppure sorpresi da questi dati perché non si può pensare di far crescere la produzione biologica senza far crescere il fabbisogno della popolazione e di conseguenza il consumo del mercato – è il commento di Confagricoltura Piemonte. - Va creato un mercato che riconosca il valore del prodotto biologico, solo così sarà sostenibile l’aumento che dovrà portare entro il 2030 l’attuale 8,5% al 25% della superficie coltivata comunitaria a biologico come richiesto

dal New Deal UE. Occorre educare il consumatore in tal senso, anche attraverso adeguate politiche di comunicazione in grado di far recepire nella giusta maniera il prodotto dal mercato”.

Il “bio” è meno remunerativo Che biologico sia sinonimo di minore convenienza, tra l’altro, lo dimostra anche un autorevole studio di Rete Rurale Nazionale effettuato tra il 2016 e il 2019 su 34.406 aziende convenzionali e 7.730 aziende biologiche sul territorio italiano che, in trentasei dettagliatissime pagine rileva inequivocabilmente che la redditività a ettaro è inferiore per le aziende agricole “bio” rispetto a quelle convenzionali. Quella del biologico, e in generale di un nuovo modo più sostenibile di produrre, è indubbiamente una delle sfide cruciali che attendono il comparto primario nell’immediato futuro. “Vogliamo e dobbiamo garantire la sicurezza alimentare, la salubrità

dei prodotti, la sostenibilità ambientale nell’ottica di un’economia circolare. L’obiettivo è produrre derrate agricole sane e sicure, a un costo accessibile, disponibili per tutta la popolazione, con livelli di residui chimici estremamente bassi. Pensare di produrre senza l’ausilio della chimica e senza l’utilizzo delle biotecnologie sarebbe come dire che l’uomo deve rinunciare a curarsi con le medicine e con le più moderne terapie” aggiunge Confagricoltura Piemonte. Anche considerata la progressiva crescita del fabbisogno alimentare conseguente al costante aumento della popolazione mondiale che, secondo la FAO, toccherà quota 9 miliardi nel 2050. “È necessario produrre sempre di più e sprecare sempre meno - tenendo presente che il primo spreco alimentare è quello che si realizza non ottenendo le quantità di produzioni previste sul campo - migliorando stoccaggi, logistica e distribuzione” ribadisce la

Confagricoltura piemontese che spiega anche come farlo: “occorre innovare, puntare in modo deciso e veloce sull’agricoltura di precisione, utilizzare le energie rinnovabili, rafforzare e incentivare gli schemi dell’economia circolare. Senza progresso, anche nell’ambito agricolo, diventeremmo nuovamente preda di malattie e denutrizione”. Oggi, secondo Confagricoltura Piemonte, “fare biologico” è tutt’altro che semplice, sia per la complicata burocrazia con cui ci si deve interfacciare, sia per gli alti costi di certificazione che inevitabilmente finiscono per incidere in modo rilevante sul prezzo del prodotto rendendolo meno competitivo sul mercato. Nella nostra regione, insomma, mancano utilizzatori, trasformatori e distributori di prodotti biologici, componenti fondamentali di una filiera alla cui creazione occorre immediatamente iniziare a lavorare.

PSR

3,7mln

fondi utilizzati sui 9 milioni stanziati

BANDO “BIO”

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A TUTTO CAMPO

Misure antismog, divieti senza ascoltare gli agricoltori SERVONO SOLUZIONI, MA CONFAGRICOLTURA INVITA AD APPLICARE LE SOLUZIONI PROPOSTE PER NON PENALIZZARE LE AZIENDE PRIMARIE AD ESEMPIO, L’OBBLIGO DI INTERRAMENTO IMMEDIATO DI TUTTI I CONCIMI AZOTATI È AGRONOMICAMENTE IMPOSSIBILE QUALORA CI SIA GIÀ UNA COLTURA IN ATTO

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ercoledì 15 settembre sono entrate in vigore le misure antismog definite dalla Regione Piemonte il 26 febbraio scorso con l’adozione delle disposizioni straordinarie per la tutela della qualità dell’aria. “Constatiamo con rammarico – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte e Cuneo – che finora non sono state prese in considerazione le nostre proposte volte a centrare l’obiettivo del contenimento dell’inquinamento attenuando nel contempo i danni subiti dalle imprese agricole. Dall’incontro che abbiamo avuto con il vicepresidente della Regione Fabio Carosso e gli assessori all’agricoltura Marco Protopapa e all’ambiente Andrea Marnati purtroppo non sono emerse novità rispetto alla situazione della primavera scorsa. Il settore primario – sottolinea Allasia – non deve subire altre penalizzazioni perché le responsabilità politiche di questa situazione, che si sono accumulate nel corso degli anni, sono enormi e oggi le misure, purtroppo, non

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sono rinviabili: per l’agricoltura però esistono soluzioni praticabili, che chiediamo di applicare senza indugio”.

Indicazioni di Confagricoltura fattibili, ma inascoltate Confagricoltura ricorda che le regioni del bacino padano (Piemonte Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto) hanno sottoscritto un accordo per l’attuazione di misure congiunte per il miglioramento della qualità dell’aria, definendo una serie di misure che si sviluppano su tre assi: ambiente, con interventi per contenere soprattutto l’inquinamento dovuto agli impianti di riscaldamento; trasporti, con iniziative per contenere le emissioni di ossidi di azoto dovute al traffico veicolare; agricoltura “La questione - sostiene il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro - è delicata e richiede la massima responsabilità: i nostri tecnici hanno stilato un documento di proposte praticabili che abbiamo illustrato ai vertici politici della Regione. Le nostre indicazioni partono dalla considerazione che le misure straordinarie antismog nella loro formulazione attuale non solo risultano molto difficili da applicare dal punto di vista agronomico, ma rischiano anche di causare un danno economico rilevante alle aziende agricole: riteniamo che ci siano le condizioni tecniche per una loro modulazione e per questo chiediamo l’immediata convocazione di un tavolo di confronto, seppur tardivo, per discutere dell’argomento”. Confagricoltura in una nota spiega che con la deliberazione della giunta regionale del 26

febbraio scorso sono state approvate una serie di disposizioni straordinarie per la tutela della qualità dell’aria, che per il settore agricolo si traducono essenzialmente in divieti, applicati nei periodi di superamento delle soglie di inquinamento, riguardanti la combustione all’aperto di paglie e residui colturali e la distribuzione in campo di tutte le matrici fertilizzanti contenenti azoto (reflui e digestati, sia palabili, sia non palabili, concimi minerali, ammendanti e correttivi). Le misure – sottolinea Confagricoltura – sono state adottate praticamente senza possibilità di confronto e discussione.

Cosa non funziona Nello specifico, Confagricoltura rileva che nell’estendere l’obbligo di interramento immediato a tutti i concimi azotati non si è tenuto conto del fatto che questa operazione risulti agronomicamente impossibile qualora vi sia già una coltura in atto (grano o orzo). Anche la letamazione dei prati in primavera, pratica agronomica non solo consigliata, ma addirittura raccomandata per quanto riguarda le coltivazioni biologiche, risulterebbe irrealizzabile, oltre che distruttiva per il cotico erboso, se il letame dovesse essere interrato. Confagricoltura Piemonte evidenzia che le misure straordinarie per la qualità dell’aria dovrebbero essere applicate in modo uniforme in tutte le regioni del bacino padano per poter

PER CONFAGRICOLTURA PIEMONTE LE MISURE PER LA QUALITÀ DELL’ARIA DOVREBBERO ESSERE APPLICATE IM MODO UNIFORME IN TUTTE LE REGIONI DEL BACINO PADANO


rispondere in modo adeguato sia alle esigenze di carattere ambientale, sia agli obblighi derivanti dalla procedura di inflazione.

Misure non omogenee “Esaminando dei provvedimenti adottati dalle altre regioni – spiega il direttore di Confagricoltura Cuneo Roberto Abellonio - si può notare che il quadro non è omogeneo. La Regione Lombardia prevede il divieto di spandimento degli effluenti di allevamento, delle acque reflue, dei digestati, dei fertilizzanti e dei fanghi di depurazione in tutti i casi di superamento dei limiti di inquinamento dell’aria. Sono però state definite con precisione le matrici fertilizzanti soggette alle limitazioni, tra l’altro con l’esclusione dei letami, e consentite numerose modalità di applicazione al terreno

oltre all’iniezione e interramento immediato, tra le quali la distribuzione localizzata su colture in atto”. Anche l’Emilia-Romagna, pur estendendo territorialmente le misure come Piemonte e Lombardia, ha limitato il divieto allo spandimento dei liquami, facendo salva l’applicazione con interramento immediato o iniezione diretta.

Serve una revisione parziale della delibera della Regione Confagricoltura ritiene che vi siano spazi per una parziale revisione della delibera del Piemonte o comunque per la definizione di indicazioni operative più dettagliate riguardo alle fertilizzazioni, prendendo in considerazione quanto stabilito dalle altre regioni. “Inoltre – afferma Allasia –riteniamo che si possa anche

prendere in considerazione, quale modalità non dannosa per l’ambiente, la distribuzione controllata dei concimi minerali in prossimità di eventi piovosi, previsti dal servizio meteo regionale; la loro distribuzione con pressoché immediata infiltrazione negli strati superficiali del terreno contribuirebbe a migliorare la qualità dell’aria e consentirebbe un assorbimento più veloce dell’azoto con limitate dispersioni in atmosfera. Alla Regione chiediamo di ascoltare le proposte degli agricoltori, che sono i primi custodi dell’ambiente: il comparto cerealicolo zootecnico con gli attacchi dei selvatici in costante aumento e una crisi di mercato che non dà tregua è già in profonda crisi e non è in grado di sopportare altri danni”.

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ECCELLENZE IN MOSTRA

Cascine Piemontesi in vetrina d’autunno PROMOSSO DA CONFAGRICOLTURA CUNEO, IL CONSORZIO PROMUOVE LE TIPICITÀ AGRICOLE

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na piacevole cornice di pubblico e di appassionati del gusto ha accolto a Bra il consorzio Cascine Piemontesi all’interno di “Cheese”. Nello stand istituzionale collocato in piazza Carlo Alberto, infatti, dal 17 al 20 settembre si sono alternati eventi e laboratori che hanno messo in luce la mission primaria del consorzio costituito da Confagricoltura Cuneo, in collaborazione con la Camera di Commercio di Cuneo, ossia la valorizzazione del lavoro delle aziende agricole piemontesi e dei loro eccellenti prodotti, ma anche dello straordinario territorio su cui operano. Al momento di presentazione della realtà consortile

hanno preso parte, oltre ai vertici di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, anche l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, il consigliere regionale Paolo Demarchi, il presidente dell’ATL del Cuneese, Mauro Bernardi, sindaci e amministratori della Granda e rappresentanti delle categorie produttive. “In piena emergenza pandemica, nel 2020, abbiamo deciso di costituire Cascine Piemontesi per promuovere le tante eccellenze agroalimentari del nostro territorio attraverso il gioco di squadra, capace di rivelarsi un valore aggiunto fondamentale per raggiungere traguardi importanti – spiegano dal consorzio -. L’obiettivo è farsi

Un brindisi di buon auspicio al consorzio Cascine Piemontesi a Bra

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conoscere sempre di più anche al di fuori dei confini provinciali e regionali. E i risultati raccolti in questi primi mesi di attività del consorzio ci spingono a proseguire sulla strada tracciata per crescere insieme a promuovere un territorio ricco di prodotti ed esperienze di livello assoluto”.

Lo scopo del consorzio Il consorzio è stato ideato proprio per facilitare la promozione e commercializzazione dei prodotti agricoli e agroalimentari del Piemonte. Con lo scopo di creare valore aggiunto e dare visibilità alle singole realtà del territorio, Cascine Piemontesi riunisce sotto un unico marchio identificativo le aziende consorziate e le promuove attraverso la partecipazione a manifestazioni e fiere di settore, la realizzazione di campagne di comunicazione e l’individuazione di nuovi canali commerciali online. Il consorzio associa ad oggi oltre un centinaio di aziende agricole, agro-

Il consorzio a Savigliano

alimentari e turistiche. Aderendo al progetto di Cascine Piemontesi le imprese agricole e le attività turistico-ricettive possono beneficiare di numerosi vantaggi. Le attività di Cascine Piemontesi alla rassegna internazionale dedicata ai formaggi a latte crudo e alle forme del latte a Bra si sono aperte con l’incontro con Mario Collino, in arte “Prezzemolo”, che

Curiosi e appassionati hanno visitato lo stand di Cascine Piemontesi a Cheese


ha coinvolto grandi e piccini attraverso giochi, animazioni e racconti, lasciando loro curiosità e aneddoti sulla transumanza e sull’importanza degli animali nel mondo agricolo. Gli appuntamenti del consorzio a “Cheese” sono poi proseguiti con il laboratorio “Come fare il formaggio a casa?”, organizzato in collaborazione con Agenform, per capire come realizzare il formaggio tra le mura domestiche e con l’appuntamento “Incontra le esperienze di Cascine Piemontesi” rivolto ai tour operator. Presso lo stand è stata altresì distribuita anche una brochure contenente i percorsi

esperienziali eno-gastronomici individuati sul territorio regionale per promuovere le aziende associate e valorizzare allo stesso tempo le eccellenze locali e il territorio.

Appuntamenti a Cuneo Alba e “tour” per giornalisti e blogger Ma gli appuntamenti di promozione del consorzio si erano aperti già a fine agosto alla Fiera del Peperone di Carmagnola e sono proseguiti alla piccola Fiera d’Autunno a Savigliano lo scorso 3 ottobre. Ora che la stagione entra nella sua fase più ricca di appuntamenti, le Cascine Piemontesi non faranno manca-

Due degli eventi che si sono svolti nello stand allestito in piazza Carlo Alberto a Bra

re la loro presenza, come alla Fiera nazionale del Marrone di Cuneo e alla Fiera Internazionale del Tartufo di Alba. Inoltre per i giorni 22 e 23 ottobre Cascine Piemontesi ha organizzato una due giorni di incontri e presentazioni delle produzioni dedicata a giornalisti e blogger del settore turistico ed enogastronomi-

co, volta a promuovere il territorio e le aziende consorziate. Il tour si concentrerà su Saluzzese, Monregalese e Albese. Per conoscere le opportunità del consorzio e sapere come aderire: info@ cascinepiemontesi.it 0171/692143.

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NON XXXXXXXX SOLO XXXXXXXX TRADIZIONE

La mandria di Manuele Allione “scortata” a valle

Servono fatti concreti per la tutela dei monti APPELLO DI CONFAGRICOLTURA CUNEO ALLA QUARTA EDIZIONE DI ‘CALUMA EL VACHE’ A CELLE MACRA

“S

iamo a ribadire che le nostre montagne e l’agricoltura che qui si sviluppa vanno tutelate con azioni concrete e non con proclami. Da oltre un decennio infatti denunciamo, ad esempio, un proliferare ormai incontrollato della fauna selvatica, lupo in primis, che arreca danni ingenti a chi vive e lavora ad alta quota e mette a rischio la sicurezza stessa delle persone, ma ad oggi non c’è neppure l’ombra di un provvedimento utile a risolvere questo problema. Ci sentiamo presi in giro. Servono interventi risolutivi. In merito, invece, ad altrettanto serie questioni che interessano da vicino le Terre Alte, occorre fare di tutto per utilizzare al meglio i fondi che

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arriveranno dal Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza (PNRR) per programmare interventi sulla viabilità di montagna, realizzare mini invasi, immaginare azioni di lotta al dissesto idrogeologico e potenziare le infrastrutture per la connessione digitale”. È un estratto dell’intervento con cui il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, ha salutato i partecipanti accorsi a Celle Macra, giovedì 30 settembre, per la quarta edizione di “Caluma el Vache”, evento organizzato dall’associazione agricola, in collaborazione con il consorzio Cascine Piemontesi, il Comune di Celle Macra e l’ATL del Cuneese, per celebrare la discesa dei malgari dagli alpeggi. Al momento hanno

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L’intervento del presidente Enrico Allasia a “Caluma el Vache“

preso parte l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, il consigliere regionale, Paolo Demarchi, gli alunni della scuola dell’infanzia Maria Ausiliatrice di Alba, decine di allevatori della Granda e numerosi appassionati.

Due “Cioche d’Or” e rinoscimenti ai malgari La giornata si è svolta in concomitanza con la con la discesa a valle dei capi dell’azienda di Manuele Allione che, provenienti dall’alpeggio Tibert, sono stati accompagnati fino alla piazza centrale di Celle Macra, dove al loro arrivo è stato organizzato un momento convivia-

le presso la tensostruttura allestita dietro la chiesa. In alcuni gazebi, nel frattempo, è stato distribuito materiale informativo relativo ai prodotti e alle attività svolte dalle aziende consorziate a Cascine Piemontesi. Dopo gli interventi dei rappresentanti istituzionali presenti sono stati premiati con la “Cioca d’Or 2021” i malgari Giuseppe Mustat di Elva e Filippo Allione di Celle Macra per la loro dedizione all’allevamento e alla montagna, e per essere sempre stati dei punti di riferimento per gli altri malgari. Altri riconoscimenti sono andati ad Andrea Lando, Diego Mustat e

Le artistiche “cioche” targate Confagricoltura Cuneo consegnate ai malgari


Manuele Allione, giovani allevatori protagonisti attivi nell’organizzazione di questa e delle precedenti edizioni di “Caluma el Vache”. “La montagna è la ricchezza della pianura e, anno dopo anno, con questo evento vogliamo far sentire la nostra vicinanza agli oltre 400 allevatori che ogni estate si trasferiscono con i loro capi sugli alpeggi della provincia di Cuneo, e terminati i duri mesi di lavoro trascorsi in alta quota, sono pronti

GIUSEPPE MUSTAT

al rientro in pianura - dichiarano Roberto Abellonio e Mariano Occelli, direttore e consigliere di Confagricoltura Cuneo -. Ai soliti e annosi problemi che si trovano ad affrontare gli imprenditori agricoli che operano in alta quota, si è aggiunto quest’anno anche un clima particolarmente siccitoso, che ha complicato non poco la permanenza di mandrie e greggi sui monti. Oltre tutto, il comparto dei bovini da carne sta vivendo un

Da Elva, la montagna e l’allevamento nel DNA

Giuseppe Mustat nasce a Elva il 15 maggio 1935 dove vive fino al 1972 con i genitori Caterina e Giovanni in una baita, affrontando in quegli anni le difficoltà dell’agricoltura in montagna. Nel 1973 rileva l’attività dei genitori e si trasferisce a svernare in una cascina di Fossano con una mandria di 12 capi bovini. Nel 1974 Giuseppe sposa Onorina Garnero, con la quale avrà due figli, Giovanni nel 1975 e Diego nel 1982. Continua a praticare l’attività di malgaro espandendo l’azienda fino al 2005, quando l’attività viene ceduta ai figli che costituiscono l’azienda agricola Fratelli Mustat e acquistano un cascinale a San Pietro del Gallo. Gli anni passano e Diego sposa Daniela Allione, dalla cui unione nascono Luca e Alex che, seppur piccolini, seguono i nonni, la mamma, il papà e lo zio nei lavori invernali in azienda e sui pascoli estivi di Elva, dove anche Onorina e Giuseppe continuano a recarsi e a dare il loro

prezioso contributo all’attività di famiglia. L’azienda oggi guidata da Giovanni, Diego e Daniela, conta 300 capi bovini e 50 pecore; queste ultime sono la passione di Luca che, con i suoi 11 anni, ha già le idee molto chiare. Nonno Giuseppe ha saputo trasmettere ai figli e ai nipoti la passione per questo lavoro impegnativo ma anche ricco di soddisfazioni.

difficile momento legato a prezzi di vendita da troppo tempo ben al di sotto di costi di produzione, che invece hanno raggiunto livelli insostenibili. Per questo al tavolo di settore convocato dalla Regione su nostra istanza e sollecitazione abbiamo chiesto un piano per la salvaguardia della razza Piemontese puntando, in particolare, sulla promozione e sull’ampliamento della rete commerciale”.

FILIPPO ALLIONE

Prezzemolo incanta i bambini

Il malgaro di Celle dallo spirito libero e ribelle

Filippo Allione nasce il 25 ottobre 1956 a Celle Macra, in una stalla di borgata Chiotto. Figlio di Margherita Aimar e Bernardo Allione, fin dalla tenera età segue il papà sugli alpeggi del Tibert, prima con un gregge di ovini, poi con una mandria di bovini Piemontesi. Spirito libero e animo ribelle, è conosciuto da tutti con il diminutivo “Dinotu” e con il soprannome “Mesel”. Nel 1981 si sposa con Rosalba Ellena di Prazzo: entrambi proseguono l’attività di allevamento, pascolando in estate sugli alpeggi del Tibert, una mandria che cresce negli anni fino a raggiungere 350 capi; in inverno, invece, si spostano con le bestie in varie cascine della pianura cuneese. Dall’unione con Rosalba nascono tre figli: nel 1981 Marco, oggi autotrasportatore che vive a Celle Macra con la moglie Roberta Ferreri e i figli Giulia e Giacomo; nel 1982 Daniela, sposata con Diego

Mustat, oggi malgari con due figli Luca e Alex; nel 1985 Manuele, malgaro stanziale di Celle Macra, dove vive con Paola Martini e le figlie Emma e Marta. Manuele ha seguito le orme del nonno e del papà: d’estate alpeggia sui pascoli del Tibert, mentre sverna in borgata Asoleglio, dove ha recentemente costruito una nuova e innovativa stalla.

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PRODUZIONE

9.500

litri di latte prodotti ogni anno nella nostra regione da una mucca da latte

IN PIEMONTE

“È

necessario far riconoscere agli allevatori un equo prezzo del latte alla stalla, attraverso un miglior rapporto tra i soggetti della filiera e tra l’industria di trasformazione e la distribuzione organizzata”. La posizione di Confagricoltura Piemonte in merito alla situazione del mercato lattiero, che negli ultimi mesi è stato costantemente caratterizzato da un evidente squilibrio dei prezzi tra il latte all’origine e quello dei prodotti caseari finiti, non lascia

AUTOAPPROVVIGIONAMENTO

Negli ultimi cinque anni è aumentato del 20% Negli ultimi cinque anni, secondo Confagricoltura, il livello di autoapprovvigionamento nazionale è cresciuto di circa il 20% e si è quasi raggiunta l’autosufficienza (98,7% per il CLAL). Questo, però, sta determinando nuove dinamiche e nuove sfide per il sistema produttivo. Da un lato il crollo delle importazioni di latte sfuso dall’estero, con la sola Germania, che segna un –26%, dall’altro il calo dei livelli di autosufficienza di materie prime per l’alimentazione del bestiame che, con la riduzione degli stock mondiali, ha causato il vertiginoso aumento dei prezzi (mais +48% rispetto al 2020, orzo +36,5%, sorgo +34,7%, soia +35%).

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Latte, stalle a rischio senza un’adeguata remuneratività PER CONFAGRICOLTURA PIEMONTE OCCORRE RICONOSCERE AGLI ALLEVATORI UN EQUO PREZZO DEL PRODOTTO adito a dubbi. Sulla questione è tornata a esprimersi Confagricoltura Piemonte: “L’allevamento bovino da latte - dichiara l’organizzazione agricola - nell’ultimo decennio ha visto ridursi in modo considerevole gli allevamenti, mentre è rimasto sostanzialmente invariato il numero delle vacche allevate. Oggi le aziende sono più grandi, ma anche maggiormente esposte alla volatilità del mercato. Gli investimenti realizzati per rispondere in modo puntuale alle prescrizioni ambientali e per migliorare il benessere degli animali sono estremamente onerosi e senza un’adeguata redditività si corre il rischio di ulteriori abbandoni”. Per individuare le iniziative da adottare nell’interesse del comparto, Confagricoltura aveva chiesto all’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa la convocazione del tavolo latte. L’organizzazione agricola ricorda che nel 2010 le stalle da latte in Piemonte erano 2.393, per un totale di 122.801 vacche allevate; attualmente sono 1.622 con 120.838 vacche. Le province con il maggior numero di allevamenti sono Cuneo (725 stalle e 57.804 vacche) e Torino (575 stalle e 43.805 vacche). Sulla base dei dati elaborati da Confagricoltura Piemonte, la produttività degli allevamenti da latte in Piemonte, grazie alla capacità imprenditoriale e al miglioramento della selezione genetica, è cresciuta: l’anno scorso sono stati prodotti 1.149.823 tonnellate di latte, con un aumento del 4,76% sull’anno precedente. Nei primi sei mesi di quest’anno

A LIVELLO NAZIONALE SI È DECISO DI RENDERE PERMANENTE IL TAVOLO LATTIERO CASEARIO QUALE APPUNTAMENTO STABILE, UTILE E NECESSARIO PER AVVIARE UN CONFRONTO COSTANTE E PIANIFICARE IL FUTURO DEL COMPARTO l’aumento produttivo, rispetto allo stesso periodo del 2020, è del 2,31%. Ogni vacca da latte in Piemonte – ricorda ancora Confagricoltura - produce annualmente oltre 9.500 litri di latte, vale a dire una media di oltre 26 litri al giorno.

Un tavolo permanente? Considerazioni e numeri che hanno anticipato il Tavolo Latte svoltosi lo scorso 30 settembre al ministero delle Politiche agricole e che ha visto la partecipazione di tutti soggetti della filiera, tra i quali Confagricoltura. Appuntamento che d’ora in avanti e nelle intenzioni, sarà permanente: “Esprimiamo soddisfazione per il fatto che il ministro Patuanelli abbia deciso, come chiesto da Confagricoltura, di rendere permanente il tavolo lattiero caseario quale appuntamento stabile, utile e necessario per avviare un confronto costante e


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È del 2,31% l’aumento produttivo di latte nei primi sei mesi del 2021

pianificare il futuro del comparto – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -. Abbiamo sollecitato e ottenuto, su richiesta compatta delle Organizzazioni agricole, l’aumento del prezzo del latte alla stalla”. La questione latte ha

radici antiche. La fine del contingentamento delle quote latte, pur avendo favorito l’aumento della produzione nazionale fin quasi all’autoapprovvigionamento, per contro, ha determinato sfide per il sistema di produzione italiano. Mentre sono crollate le importazioni di latte sfuso dall’estero, l’aumento dei prezzi delle materie prime, di cui siamo carenti, per gli allevatori ha determinato aumenti vertiginosi dei costi di produzione, mentre il prezzo del latte alla stalla è rimasto invariato. “Siamo fiduciosi e, mentre siamo in attesa della prossima convocazione del tavolo di filiera, desideriamo ringraziare – ha concluso Giansanti - anche la parte industriale e la grande distribuzione, che hanno compreso le esigenze del settore zootecnico”.

“Il confronto sul nostro sistema lattiero caseario, che avevamo reiteratamente richiesto, è diventato realtà e ringraziamo il ministro Patuanelli per l’attenzione nei nostri confronti, convocando gli operatori del comparto a condividere strategie e visioni - ha concluso il presidente Giansanti, all’apertura del Tavolo -. Tra l’aumento dei prezzi delle materie prime destinate all’alimentazione del bestiame, la penalizzazione mediatica dei prodotti lattiero caseari e degli allevamenti zootecnici specializzati, è essenziale, per i nostri imprenditori, una riforma delle politiche per il settore, che parta da un’equa determinazione della catena del valore e dal dialogo con gli attori della filiera”.

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“Il Coalvi punterà su nuovi consumatori e promozione” GUIDO GROPPO, NEOELETTO PRESIDENTE DEL CONSORZIO HA LE IDEE CHIARE PER RISOLLEVARE LE SORTI DELLA PIEMONTESE di Davide Rossi

H

a sessant’anni ed è titolare di un allevamento a ciclo chiuso con sede a Sommariva del Bosco: Guido Groppo è dal luglio scorso il nuovo presidente del Consorzio Coalvi. Lo abbiamo incontrato per parlare del difficile momento del settore zootecnico,

TAVOLO SUINI SUI TIPI GENETICI

con una particolare attenzione alla carne di razza piemontese di cui il Coalvi è ente promotore. Presidente, il suo incarico arriva in tempi non facili. “Sono alla guida di un gruppo fortemente rinnovato rispetto al passato e sono il più anziano tra i nuovi membri del consiglio:

Confagricoltura chiede sostegni per gli allevatori

A fine settembre scorso Confagricoltura ha partecipato all’incontro tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, rappresentato dal Dipartimento e Direzioni Generali interessate, con le Associazioni ed Organizzazioni di categoria della filiera suinicola, alcune Regioni e le principali case genetiche, per discutere l’applicazione del Decreto Ministeriale sulle “Modalità per l’ammissione e controllo dei tipi genetici che rispondano ai criteri delle produzioni del suino pesante indicati nei disciplinari delle DOP e delle IGP”. Confagricoltura ha chiesto chiarezza sull’esito della valutazione ed esclusione di molte linee genetiche femminili, l’impatto che questo avrebbe sul settore e le verifiche che dovranno essere previste ed effettuate

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mi hanno riconosciuto il ruolo di traghettatore verso un nuovo corso per il consorzio. Il mandato che abbiamo ricevuto e il modo in cui intendiamo lavorare è chiaro: incentivare il reddito degli allevatori, superare la crisi e la speculazione che intorno a due anni di pandemia è stata costruita”.

dagli Organismi di Controllo: infatti, fino a oggi i controlli venivano effettuati solo sulla linea maschile secondo quanto previsto dal disciplinare di produzione dei circuiti tutelati interessati. Confagricoltura ha chiesto di poter istituire un apposito Tavolo tecnico/Commissione tecnica con rappresentanti del mondo scientifico della suinicoltura e rappresentanti di categoria del mondo allevatoriale per fornire indicazioni chiare sulle linee genetiche femminili che possono essere utilizzate dalle DOP e IGP. Ha evidenziando la difficoltà pratica sulla sostituzione di un così ampio numero di scrofe e la necessità di tempi più adeguati per la transizione (dodici mesi non sono sufficienti) e adeguato sostegno agli allevatori.

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Oggi agli allevatori la carne viene pagata meno di un tempo ma il consumatore non ha visto un abbassamento dei prezzi al dettaglio. “Noi vogliamo che vengano ridefiniti, quei prezzi: oggi di fatto noi vendiamo sotto al costo di produzione. La carne di vitellone, quella sulla quale si gioca la partita più importante, va pagata agli allevatori 4€/ kg. È la nostra “linea del Piave”. Come ci si può arrivare? “Sta a noi presentarci in modo adeguato a far sentire la nostra voce. Tutte le sigle sindacali devono lavorare insieme per l’obiettivo comune, cercando di collaborare, facendosi sentire come una sola voce al tavolo permanente di crisi regionale, dove c’è chi

si è accorto della situazione e la sta seguendo da vicino. Non è solo un discorso di difesa della categoria, che sarebbe comunque legittimo: è il tentativo di innescare un discorso più ampio. Gli allevatori stanno in montagna, portano gli animali all’alpeggio, vivono territori che diversamente rischierebbero di essere abbandonati e non più presidiati”. Come si muoverà il Coalvi? “Vogliamo cercare fasce di consumatori anche al di fuori della regione con un’idea ben precisa in testa: la nostra carne costa leggermente di più perché vale molto di più delle altre. Stiamo sviluppando un percorso che ci porterà ad aumentare la distribuzione nella fascia delle regioni padane e del centro Italia.


ZOOTECNIA

Le nuove certificazioni SQN Fassone di Razza Piemontese e IGP Vitelloni Piemontesi della coscia sono ulteriori punti fermi su cui impostare il lavoro”. In concreto? “Stiamo predisponendo nuove campagne promozionali in cui metteremo al centro le storie degli allevatori, persone che lavorano e che presidiano territori di montagna, titolari di aziende medio-piccole che già ora interpretano un modello di allevamento sostenibi-

le. Parallelamente vogliamo accorciare la filiera, recuperando quote di mercato nella vendita al dettaglio: non rinneghiamo la grande distribuzione ma vogliamo tornare a dialogare in modo fitto con i macellai, che sono i nostri migliori venditori. Sanno cosa vuol dire avere un prodotto di qualità, lo sanno raccontare e spiegare a chi è disposto a capire che qualche centesimo di spesa in più è un semplice investimento in una qualità superiore”.

Recentemente alcuni allevatori lamentavano il fatto che la carne etichettata Coalvi avesse lo stesso prezzo sul mercato di quella non certificata. “L’etichettatura Coalvi deve essere un valore aggiunto: non stiamo parlando di una carne qualsiasi e lo spiegheremo ai consumatori facendo leva anche sugli studi scientifici che riconoscono alla Piemontese valori nutrizionali simili al

pesce azzurro. Il nostro è un mercato di nicchia alta, che però richiede un lavoro certosino di promozione e qualificazione: la Piemontese, una volta che l’hai capita, non la lasci più”. Come si immagina fra tre anni, al termine del mandato? “Il mio primo obiettivo è quello di far sedere tutti gli attori della filiera allo stesso tavolo, per ritrovare credibilità e potere contrattuale. Così riusciremo a riportare reddito nelle stalle,

fare in modo che agli allevatori venga restituita la giusta dignità del lavoro, che in questo momento è gravato da incognite di sostenibilità nel tempo”. Ce la farete? “Le rispondo con una frase del filosofo Bertrand Russell riportata in un libro di Massimo Gramellini: “Gli innocenti non sapevano che la cosa era impossibile e per questo la fecero”: noi ci muoviamo con questa convinzione e siamo sicuri di ottenere i risultati sperati”.

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ZOOTECNIA

Le nostre carni bovine da valorizzare meglio CONFAGRICOLTURA SI È RIVOLTA ALLA REGIONE PERCHÈ DISPONGA INTERVENTI STRAORDINARI

“I

n Piemonte negli ultimi dieci anni abbiamo perso il 22% degli allevamenti bovini da carne. Anche il patrimonio zootecnico è diminuito: la mandria si è ridotta di oltre 24.600 capi con una contrazione del 10%. In provincia di Cuneo dove il comparto è maggiormente radicato rispetto ad altre aree

VALLONE DI ELVA

Confagricoltura si è rivolta alla Provincia

In merito alla prolungata chiusura della strada provinciale 104 del Vallone di Elva in valle Maira, Confagricoltura Cuneo, sollecitata da diversi allevatori che in queste settimane stanno rientrando a valle, ha interpellato direttamente la Provincia di Cuneo, scrivendo una lettera al presidente Federico Borgna. “Siamo al corrente del divieto di transito che interessa il tratto di strada del Vallone tra i Comuni di Elva e Stroppo; tale chiusura, purtroppo, rappresenta una problematica per i malgari che si accingono ad effettuare la demonticazione delle mandrie e delle greggi - spiega Confagricoltura Cuneo -. Gli allevatori, infatti, si trovano in difficoltà a percorrere percorsi alternativi, molto più lunghi

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della regione, il calo è stato più contenuto per una diminuzione di poco superiore al 9%, ma questo trend oggi è ancora più preoccupante, perché il comparto vive una crisi senza precedenti che richiede interventi straordinari” così i rappresentanti di Confagricoltura Piemonte e Cuneo sono intervenuti alla riunione organizzata

e impegnativi rispetto alla strada del Vallone, con innumerevoli disagi per la gestione della transumanza. Per questo siamo a richiedere la possibilità di valutare una deroga temporale a tale divieto, che consenta ai malgari di rientrare a valle lungo la strada del Vallone nelle prossime settimane”. L’associazione agricola ha segnalato altresì all’ente provinciale la sua totale disponibilità ad appoggiare ogni iniziativa volta a usufruire dei fondi del PNRR nazionale per la messa in sicurezza della strada in questione, importante dal punto di vista turistico e paesaggistico per la valle, così come delle altre vie di collegamento che conducono verso le montagne cuneesi.

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dalla Regione a Torino, aderendo alla richiesta che Confagricoltura stessa aveva avanzato. Il presidente di Confagricoltura ha ricordato al presidente della giunta Alberto Cirio e all’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa le difficoltà della zootecnia subalpina, che registra prezzi all’origine assolutamente inadeguati, che in molti casi non coprono neanche i costi di produzione.

Prezzi giù del 25% A febbraio dell’anno scorso – ricorda Confagricoltura – i vitelloni da macello di razza Piemontese erano pagati mediamente 3,90 euro al chilo peso vivo; oggi siamo a 3,15 euro al chilo. Il calo delle quotazioni dei bovini è del 25%, mentre i costi di alimentazione degli animali nello stesso periodo di tempo sono aumentati di oltre il 55%. “La situazione sta diventando insostenibile – spiega Alberto Brugiafreddo, presidente degli allevatori di bovini aderenti a Confagricoltura Piemonte e a Confagricoltura Cuneo – ed è necessario che la Regione sia al fianco degli allevatori per intervenire su valorizzazione della qualità, promozione e controlli in materia di etichettatura. I nostri allevamenti hanno una grande attenzione per i temi della sostenibilità ambientale e del benessere animale, che vanno comunicati al grande pubblico”. Confagricoltura ha anche chiesto alla Regione di farsi promotrice

di un confronto a livello nazionale per individuare la possibilità di attivare aiuti di filiera per far fronte alla crisi e per sostenere l’importanza della carne come quale fondamentale fonte proteica nell’alimentazione.

Costi alle stelle Intanto ii prezzo del frumento tenero, come fanno rilevare le quotazioni fine settembre alla Borsa Merci di Milano, è tornato a salire, a seconda delle varietà, da 3 a 7 euro a tonnellata. Il frumento di forza vale 285-295 euro a tonnellata, il panificabile superiore 270-275 euro, il panificabile e il biscottiero 260-265 euro, quello per altri usi 250-256 euro. Aumenta anche il mais nazionale, che quota 255–257 euro a tonnellata; la soia nazionale sale di 25 euro a tonnellata, raggiungendo quota registra 540 – 550 euro. “Dopo anni di basse quotazioni – dichiarano da Confagricoltura Piemonte - i prezzi tornano a remunerare in modo abbastanza soddisfacente i cerealicoltori: per contro l’aumento dei costi di alimentazione degli animali crea pesanti difficoltà alle aziende di allevamento, sia dei bovini da carne, sia delle vacche da latte. Le imprese vivono una situazione delicata e per questo occorre consolidare i rapporti di filiera; è un lavoro che stiamo affrontando con le aziende del territorio, pur consapevoli del fatto che a livello internazionale si alimentano speculazioni difficili da controllare”.


NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE E APPROFONDIMENTI SU WWW.CONFAGRICOLTURACUNEO.IT O SU WWW.FACEBOOK.COM/CONFAGRICOLTURACUNEO

SERVIZI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE LO SPID DA OTTOBRE È D’OBBLIGO CHE COS’È E COME SI ATTIVA A partire dal 1° ottobre sono cambiate le modalità di accesso ai servizi online. Chi non ha ancora l’identità digitale SPID deve tener conto di alcuni importanti cambiamenti Da ottobre l’autenticazione ai portali della Pubblica Amministrazione (es. INPS e Agenzia delle Entrate) non è più eseguibile con il vecchio PIN ma solamente con SPID, CIE (Carta d’Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi). Inoltre, ci sono altri portali online per il cui utilizzo molto presto sarà obbligatorio munirsi di identità digitale: stiamo parlando di ENEA, il sito dedicato alle detrazioni fiscali e attraverso il quale è possibile gestire le pratiche dei più importanti Bonus Casa attivi al momento, primo tra tutti l’ormai noto Superbonus 110%, ovvero l’agevolazione introdotta dal Decreto Rilancio

che eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute per specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.

CHE COS’È LO SPID Il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) è la chiave di accesso ai servizi digitali delle amministrazioni locali e centrali. Un’unica credenziale (username e password) che rappresenta l’identità digitale e personale di ogni cittadino, con cui è riconosciuto dalla Pubblica Amministrazione per utilizzare in maniera personalizzata e sicura i servizi digitali.

COME SI ATTIVA Tutti i cittadini maggiorenni, in possesso di un documento italiano in corso di validità,

possono richiederlo. Ci sono modalità di attivazione gratuite e modalità a pagamento, ma sono perlopiù gratuite e una volta ottenuto, non viene richiesto nessun canone. Per ottenere le credenziali Spid bisogna rivolgersi ad uno dei gestori di identità accreditati dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID). Al momento i gestori d’identità sono 9: Aruba Pec, In.te.s.a., InfoCert, Lepida ScpA, Namirial, Poste Italiane, Register, Sielte e TI Trust technologies. Ogni gestore offre diverse modalità di riconoscimento per richiedere Spid. Al momento dell’attivazione bisogna avere a disposizione un documento italiano valido (carta di identità, patente, passaporto), la tessera sanitaria, l’indirizzo e-mail e il numero di cellulare. Ci sono cinque modalità di riconoscimento: (1) di persona agli uffici dei gestori, (2) via webcam con operatore messo

a disposizione dal gestore o con un selfie audio-video accompagnato al versamento di un bonifico bancario (una cifra simbolica utile alla sola verifica dell’identità), (3) con la Carta d’identità elettronica o passaporto elettronico identificandosi attraverso le App

dei gestori, (4) con la Carta nazionale dei servizi ovvero con la tessera sanitaria oppure (5) con firma digitale tramite l’ausilio di un lettore (ad esempio la smart card) e del relativo pin. Per informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

AGRICOLTURA 4.0: INDAGINE SMART AGRIFOOD, CONFAGRICOLTURA E ENAPRA Quanto sono stati utilizzati gli incentivi alla digitalizzazione in agricoltura? Quale il reale impatto sulle aziende? Sono alcuni degli obiettivi della nuova indagine 2021-2022 dell’Osservatorio Smart Agrifood con Confagricoltura ed Enapra, per contribuire a comprendere quanto, e come, le innovazioni digitali stanno trasformando la filiera agricola e agroalimentare. Il questionario on line del 2021-22 “Gli investimenti in Agricoltura 4.0 da parte delle aziende agricole italiane”, ha tra i principali obiettivi quello di comprendere la diffusione dell’utilizzo degli incentivi alla digitalizzazione in agricoltura e il loro impatto sulle aziende agricole nonché cogliere il livello di diffusione delle soluzioni 4.0 e i possibili ostacoli alla loro adozione. Il questionario è rivolto a tutte le aziende agricole italiane, sia a quelle che già fanno uso delle soluzioni di Agricoltura 4.0, sia a quelle che non le hanno ancora adottate. Per qualsiasi informazione Enapra e l’Area Politiche Sviluppo Sostenibile e Innovazione di Confagricoltura sono a disposizione all’indirizzo info@enapra.it o al numero 06.6852327-381. Per la compilazione del questionario inquadrare il QR-Code con lo smartphone.

INSERTO TECNICO

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DAL 15 OTTOBRE IL GREEN PASS È OBBLIGATORIO PER TUTTI IN AZIENDA. LE COSE DA SAPERE Approvato il 16 settembre il decreto che estende l’obbligo del possesso di green pass per l’accesso ai luoghi di lavoro da parte di tutti i lavoratori pubblici e privati (compresi gli autonomi, Coltivatori diretti e IAP ) a partire dal 15 ottobre e fino al 31 dicembre 2021. L’obbligo vale per tutti i tipi di rapporto di lavoro (dipendenti, tirocinanti, collaboratori apprendisti), il decreto spiega

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anche che non necessariamente la prestazione deve essere retribuita per poter far scattare l’obbligo del green pass (quindi anche collaborazioni gratuite di parenti, scambio di manodopera, vendemmia turistica). Viene specificato, infatti, che la disposizione si applica “altresì a tutti i soggetti che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa o di

formazione o di volontariato nei luoghi di lavoro, anche sulla base di contratti esterni” (cooperative di lavoro).

COME SI OTTIENE? Allo stato attuale il green pass si ottiene automaticamente nei seguenti casi e la durata della certificazione varia a seconda della prestazione sanitaria a cui è collegata:

In caso di vaccinazione: • per la prima dose dei vaccini che ne richiedono due, la Certificazione sarà generata dal 12° giorno dopo la somministrazionee avrà validità a partire dal 15° giorno fino alla dose successiva; • nei casi di seconda dose o dose unica per pregressa infezione, la Certificazione sarà generata entro un paio di giorni; • nei casi di vaccino monodose, la Certificazione sarà generata dal 15° giorno dopo la somministrazione. Nei casi di tampone antigenico negativo la Certificazione sarà generata in poche ore

e avrà validità per 48 ore dall’ora del prelievo. Nei casi di tampone molecolare negativo la validità sarà di 72 ore dall’ora del prelievo. Nei casi di guarigione da COVID-19 la Certificazione sarà generata entro il giorno seguente. Il nuovo decreto stabilisce che dal 15 ottobre il green pass lo si potrà già ottenere subito dopo la prima dose dei vaccini che ne richiedono due. Il periodo di validità della certificazione è inoltre stato portato a 12 mesi.

CHI CONTROLLA LA VALIDITÀ DEL


GREEN PASS DEI LAVORATORI? Per i dipendenti privati saranno i datori di lavoro a dover garantire il rispetto delle prescrizioni. Entro il 15 ottobre dovranno essere definite le modalità per l’organizzazione delle verifiche. I controlli dovranno essere effettuati preferibilmente all’accesso ai luoghi di lavoro, anche a campione. A tal proposito si resta in attesa della pubblicazione di chiarimenti da parte del Governo in quanto al momento non

è ancora chiaro se il controllo dovrà essere fatto necessariamente da una persona fisica con la app Verifica-C19 da installare su smartphone (https://www. dgc.gov.it/web/app.html) o se ad esempio potranno essere utilizzati degli scanner automatici che faciliterebbero il compito per l’accesso in aziende con un numero elevato di lavoratori o che operano su turni. I datori di lavoro dovranno inoltre nominare con atto scritto i soggetti (dipendenti o il titolare stesso) incaricati dell’accertamento e della contestazione delle eventuali

violazioni. Per chi effettua prestazioni esterne il controllo spetta al proprio datore di lavoro (quindi in caso di società che svolgono lavori presso terreni di terzi è il titolare della società/cooperativa responsabile del controllo dei propri lavoratori). In ogni caso si consiglia fin da oggi a tutti i datori di lavoro di iniziare ad informare i propri lavoratori dipendenti sull’entrata in vigore di tali obblighi e soprattutto su quali saranno le sanzioni che scatteranno automaticamente per chi sarà sprovvisto del green pass. Nei prossimi giorni le

aziende riceveranno da Confagricoltura Cuneo le istruzioni e i modelli per la nomina degli incaricati.

QUALI SONO LE SANZIONI PER CHI NON RISPETTA LE REGOLE? Il lavoratore dipendente che non avrà il green pass sarà sospeso. Tale provvedimento non avrà conseguenze disciplinari ed il lavoratore manterrà il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Oltre alla sospensione, il

lavoratore che viola l’obbligo rischia la sanzione da 600 a 1.500 euro. I datori di lavoro che non disporranno controlli e verifiche rischieranno una sanzione da 400 a 1.000 euro. Visto il continuo evolversi della normativa, per ricevere informazioni sempre aggiornate e chiarimenti specifici, l’invito è a contattare l’Ufficio Sicurezza, Qualità e Certificazioni Alimentari di Confagricoltura Cuneo (ramero@confagricuneo.it – 0171692143 – 3665989772).

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ISMEA FINANZIA PROGETTI DI SVILUPPO DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI È stato pubblicato il bando “ISMEA INVESTE”. Lo sportello telematico per la presentazione delle domande resterà aperto dalle ore 9 del 15 novembre sino alle ore 12 del 14 gennaio 2022. La domanda di partecipazione al bando deve essere presentata in via telematica mediante il portale dedicato e secondo le modalità indicate. La misura è volta a sostenere finanziariamente i progetti

di sviluppo delle imprese del settore agricolo e agroalimentare e si rivolge alle società di capitali, anche in forma cooperativa. Sono finanziati progetti di sviluppo o consolidamento nei settori della produzione agricola, della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e alimentari, nonché nella distribuzione e nella logistica, con un ammontare di investimenti materiali

e/o immateriali non inferiori a 4 milioni di euro. L’intervento di Ismea è compreso tra un minimo di 2 milioni di euro e un massimo di 20 milioni di euro. Opera come socio di minoranza di società di capitali sottoscrivendo, sulla base dell’intervento proposto e della forma giuridica della società target, aumenti di capitale e/o prestiti obbligazionari e/o strumenti finanziari partecipativi.

PREVENZIONE INCENDI: CONFRONTO CON I VIGILI DEL FUOCO SUGLI IMPIANTI DI ESSICCAZIONE CEREALI È iniziato, a seguito alla richiesta di Confagricoltura, il confronto con i Vigili del Fuoco, in quanto ancora oggi si riscontrano difficoltà oggettive per gli impianti con depositi di prodotto essiccato con quantitativi in massa superiori a 50.000 Kg (Attività 28 del DPR 151/2011) nell’ottemperare alle disposizioni in materia di prevenzione incendi (D.P.R. n. 151/2011 e D.M. 3 agosto 2015 detto “Codice prevenzione incendi”, in vigore dal 20 ottobre 2019). Confagricoltura ha sollecitato il Dipartimento dei Vigili del Fuoco sulla necessità di promuovere un set di soluzioni antincendio adatta a questa tipologia di impianti, tenuto conto dei contesti rurali in cui si collocano e della conseguente fattibilità realizzativa, nonché a supportare gli adeguamenti strutturali del settore ai fini di prevenzione incendi con specifiche detrazioni fiscali. Seguiranno aggiornamenti sui prossimi numeri de L’Agricoltore cuneese.

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Corso di laurea on line in diritto agroalimentare ATTIVATO DAL DIPARTIMENTO DI GIURISPRUDENZA DELL’UNIVERSITÀ DI TORINO PRESSO LA SEDE DI CUNEO

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l Dipartimento di Giurisprudenza dell’Universita degli Studi di Torino, presso la sede distaccata di Cuneo conferma, anche per l’anno accademico. 2021/2022, il corso di laurea in Diritto Agroalimentare coordinato dalla professoressa Maura Mattalia. ll corso triennale verrà erogato con una modalità integralmente ‘on line’ al fine di raggiungere l’intero territorio nazionale oltreché particolari cluster di studenti lavoratori. Ha l’obiettivo di formare una figura professionale giuridica intermedia in rapporto tanto alle esigenze di determinati settori produttivi, quanto a quelle dell’ambito pubblico (Stato e Ministeri,

enti pubblici, agenzie, ASL ecc.). Fornisce una solida preparazione relativa ai principali ambiti giuridici, correlata con l’apporto di alcune essenziali discipline di ambito agroalimentare (quali il diritto agrario, il diritto dell’ambiente, il diritto dei mercati agroalimentari, il diritto vitivinicolo). I caratteri altamente specialistici del corso di laurea si coniugano bene anche per completare la formazione di coloro che desiderano acquisire una seconda laurea. “Per la nostra provincia questo corso è un’opportunità importante e la sua attivazione è frutto di una richiesta giunta espressamente da produttori e

La presentazione del corso avvenuta a Cuneo

trasformatori che operano sul territorio”, dichiara Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo. L’offerta didattica online ha come caratteristica fondamentale l’erogazione degli insegnamenti attraverso le modalità della Formazione a Distanza (FaD), dove il disegno della metodologia didattica in uso prevede l’attivazione di aule virtuali per la proposta di attività online, tra le quali, accanto a specifiche esercitazioni, le discussioni via forum in ciascun insegnamento a supporto dell’apprendimento degli studenti e per rafforzarne la preparazione e l’acquisizione progressiva di nuovi importanti elementi conoscitivi. Tutto avviene in ambiente virtuale e l’erogazione online è prevalente, seppur integrata dall’erogazione di alcune lezioni fruibili anche ‘in presenza’, in particolare a inizio e fine di ciascun corso. Per informazioni scrivere a: maura. mattalia@unito.it.

DIESEL EURO 3 E 4

In vigore i divieti alla circolazione

È entrata in vigore lo scorso 15 settembre l’ordinanza della Regione Piemonte che impone limitazioni alla circolazione per i veicoli Euro 3 ed Euro 4 e si aggiunge a quanto già attuato lo scorso marzo per gli Euro 1 ed Euro 2, al fine di limitare le polveri sottili nell’aria ed evitare le sanzioni europee. In provincia di Cuneo i Comuni interessati dalle limitazioni sono Alba, Bra, Cuneo, Fossano, Mondovì, Savigliano, Saluzzo, Borgo San Dalmazzo e Busca, ognuno dei quali ha stabilito i blocchi in precise zone della città. In particolare, dal 15 settembre di ogni anno al 15 aprile dell’anno successivo, in tali zone, tutti i veicoli dotati di motore diesel adibiti al trasporto persone e merci con omologazione uguale a Euro 3 ed Euro 4 hanno il divieto di circolare dalle ore 8:30 alle ore 18:30 dei giorni feriali. Inoltre, se nonostante questo provvedimento, si dovessero ugualmente superare determinate soglie inquinanti prestabilite, scatteranno ulteriori limitazioni temporanee, in base alla tipologia di allerta in atto. Con allerta di primo livello (colore arancio) il divieto per veicoli diesel adibiti al traporto di persone si estende ai festivi e agli Euro 5, mentre il blocco per il trasporto merci Euro 3 ed Euro 4 segue l’orario 8,30-12,30 solo il sabato e i giorni festivi; con allerta di secondo livello (colore rosso) vige il divieto di circolazione dei veicoli diesel commerciali Euro 1, 2, 3 e 4 dalle 8,30 alle 18,30 il sabato e i festivi ed Euro 5 dalle 8,30 alle 12,30 tutti i giorni. Considerati i disagi prodotti da queste limitazioni, sebbene istituiti a tutela dell’ambiente e, di conseguenza, della salute dei cittadini, a sostegno di tutti gli interessati la Regione Piemonte ha aderito al progetto sperimentale “Move In” (Monitoraggio dei Veicoli Inquinanti), già testato in Lombardia da oltre un anno. Ovvero, chi è proprietario di un’autovettura coinvolta nel blocco può aderire a questo servizio impegnandosi a rispettare la soglia di un tot di chilometri che gli vengono assegnati su base annuale. Per calcolarli, viene installata una scatola nera (black box) che misura la strada percorsa 24 ore su 24 ed il proprietario del veicolo potrà in ogni momento controllare i propri chilometri residui tramite sito o App. Chiunque necessiti di informazioni può contattare gli uffici di Confagricoltura Cuneo (0171/692143 o cuneo@confagricoltura.it).

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VITIVINICOLTURA

Un nuovo marchio a tutela dei viticoltori eroici dei Sorì VOLUTO DALL’ASSOCIAZIONE COMUNI DEL MOSCATO ANCHE COL RUOLO ATTIVO DI CONFAGRICOLTURA CUNEO: 14 LE AZIENDE ADERENTI di Gilberto Manfrin

I

l marchio trae ispirazione dagli elementi fondanti: il sole, la pendenza, i filari e il cielo che vengono ripresi e stilizzati all’interno del logo. Stiamo parlando del progetto grafico pensato per il nuovo marchio collettivo “Sorì eroici”, voluto dall’Associazione Comuni del Moscato a tutela appunto dei sorì, le vigne più scoscese e impervie sulle colline di Langa, Roero e Monferrato capaci di produrre uve di qualità. Un progetto concretizzatosi la scorsa estate, al termine di un lungo lavoro da parte di una commissione che ha previsto incontri e sopralluoghi, con un censi-

mento che ha interessato circa 20mila ettari sui 51 Comuni.

Il marchio “Sorì eroici” Al lavoro sul campo, svolto dallo studio Walden, si è associato anche quello progettuale dietro alla scrivania, e che ha portato alla “costruzione” di questo marchio collettivo che identifica gli appezzamenti che rientrano nei termini di pendenza stabiliti dal nuovo regolamento. Per poter inserire il nuovo marchio “Sorì eroici” sulle bottiglie, i proprietari degli appezzamenti sulle colline del territorio dell’Asti e Moscato d’Asti ma non soltanto, perché l’utilizzo è valido anche per le

CONVEGNO A GRINZANE CAVOUR

Mercoledì 10 novembre, con tecnici ed esperti, si parla di patogeni della vite e di vinificazione Mercoledì 10 novembre, presso il Castello di Grinzane (via Castello, 5) con avvio lavori alle 8.30 si svolge l’incontro “Difesa sostenibile della vite dai patogeni fungini e vinificazione in uno scenario di cambiamenti climatici” organizzato da Confagricoltura Cuneo, Università degli Studi di Torino, Agrinnova, Enosis Meraviglia. Il programma prevede alle 9 l’apertura dei lavori con i saluti istituzionali. Seguirà, alle 9.30, l’intervento di Maria Lodovica Gullino dal titolo “Cambiamenti climatici: influenza sulle malattie della vite e sulla difesa”. Alle 10 sarà il turno di Massimo Pugliese, Monica Mezzalama e Matteo Monchiero con la relazione dal titolo “Difesa della vite con strategie

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di difesa integrata e biologica nei confronti di peronospora e oidio: risultati recenti”. Matteo Monchiero parlerà di “Il progetto PSR VITA per promuovere la viticoltura sostenibile” mentre Vladimiro Guarnaccia farà il punto sulle “Prime osservazioni sulle malattie del legno della vite in Piemonte”. Alle 11 sarà il turno di Antonio Marino, tecnico di Confagricoltura Cuneo, che fornirà un bilancio fitoiatrico dell’annata 2020/2021. Concluderà il panel degli interventi Dora Marchi, con una relazione su “Maturazione dell’uva e vinificazione in un contesto di cambiamenti climatici”. Al termine è prevista una discussione con i relatori sui temi esposti nel corso della mattinata.

altre Denominazioni di origine, entro lo scorso 31 luglio hanno dovuto presentare una richiesta alle associazioni di categoria, Confagricoltura Cuneo in testa, così da ottenere la documentazione relativa al progetto di certificazione volontaria del “Sorì”: “Vediamo con piacere questo progetto che tutela uno dei patrimoni storici dell’agricoltura piemontese - afferma Renato Negro, presidente seszione Vini bianchi di Confagricoltura Cuneo -. Per la vendemmia 2021 hanno già esibito il marchio “Sorì eroici” oltre una decina di aziende, la maggior aperte delle quali associate a Confagricoltura Cuneo. Vista la risonanza che il marchio sta avendo, sembra c’è già parecchio interesse anche per la prossima campagna”.

I criteri di adesione Ma chi può usufruire del marchio “Sorì eroici”? “È stato stilato un regolamento che indica ai produttori le regole per poterlo utilizzare – spiegano i tecnici della Confagricoltura Cuneo -. Per la definizione del Sorì si esclude in partenza la posizione dell’appezzamento sul versante a nord. Validi tutti gli altri versanti e, indicativamente, gli appezzamenti con una pendenza pari o superiore al 40% sono automaticamente inseriti, mentre per le pendenze minori vengono valutate altre condizioni, come ad esempio l’impossibilità di utilizzare mezzi meccanici per le lavorazioni, ed è comunque anche prevista l’applicazione di una “media ponderata”, nel caso di appezzamenti unici, ma con pendenze diverse. Molto importante la necessità delle aziende di aderire ai protocolli di Certificazione Ambientale, come quella biologica, biodinamica, lotta integrata SQNPI e altri protocolli di sostenibilità certificati da organismi accreditati, in alternativa l’adesione alle azioni agroambientali della Regione Piemonte (Certificazione Agricoltura Integrata)”. Ogni appezzamento risultato idoneo è stato inserito in un data base ricevendo un codice univoco di identificazione, che accompagna il vigneto in tutti i passaggi, compresa la successiva parte che


identifica il prodotto nelle lavorazioni di cantina. Durante la vendemmia, il produttore è tenuto ad inviare una comunicazione all’Associazione Comuni del Moscato, che riguarda sia il prodotto uva che il relativo prodotto vino. Su incarico dell’Associazione, su un numero determinato di operatori, Valoritalia (che collabora nelle operazioni di verifica) si accerta poi che siano rispettate le regole, comunque solo nelle fasi di cantina, con comunicazione di esito positivo o negativo all’Associazione, che si prenderà carico della spesa degli operatori.

Progetto triennale “Quello del marchio ‘Sorì eroici’ è un progetto cui gli amministratori dell’Associazione Comuni del Moscato hanno dedicato le proprie energie per tre lunghi anni e che finalmente hanno por-

tato a compimento grazie ad un intenso lavoro svolto con la buona collaborazione di Confagricoltura e delle altre delle organizzazioni agricole. Va certamente rimarcato il contributo di tutte le aziende che hanno partecipato ai tavoli di confronto, 14 delle quali hanno aderito al marchio già a partire dalla vendemmia in corso - aggiunge il vice sindaco di Cossano Belbo, Luca Luigi Tosa -. Siamo fiduciosi che per la vendemmia 2022 si potranno contare nuove adesioni. È un progetto che premia non solo le Denominazioni di Origine del Cuneese, ma anche quelle di Asti ed Alessandria, a dimostrazione della valenza e del peso che vogliamo dare a questo marchio”. “Il marchio - conclude Emanuele Contino, produttore associato a Confagricoltura - va a tutelare ed evidenziare la viticoltura eroica delle

SORÌ EROICI

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Le aziende che hanno aderito al marchio già a partire dalla vendemmia in corso

ADESIONI zone di Langa, Roero e Monferrato, un tipo di viticoltura storica, rispettosa dell’ambiente, che rischia di perdersi senza azioni come questa. Il valore aggiunto sarà quello di dare non solo nuove opportunità commerciali alle nostre uve, ma anche più visibilità, soprattutto a livello turistico, e comunicativo. È un progetto dal fortissimo valore enoturistico”.

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CORILICOLTURA

L’ITALIA EVIDENZIA UNA RIDUZIONE DEI RACCOLTI, LA TURCHIA INVECE STIMA CIRCA 700MILA TONNELLATE

S

i è tenuto giovedì 30 settembre l’annuale incontro bilaterale sulle nocciole tra i Paesi dell’Unione Europea e la Turchia per l’approfondimento degli andamenti produttivi del settore e per il confronto sull’armonizzazione delle regole tra UE e Turchia, al quale ha preso parte, in rappresentanza di Agrinsieme, Gianluca Griseri, referente di Confagricoltura nazionale nel Tavolo di Filiera Frutta a Guscio - sezione nocciolo del Ministero delle Politi-

Gianluca Griseri all’incontro bilaterale

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Nocciole, la raccolta registra cali produttivi CONSIDERAZIONI A MARGINE DELL’INCONTRO BILATERALE TRA UNIONE EUROPEA E TURCHIA di Francesca Braghero

che Agricole. Durante la riunione, a cui hanno partecipato delegazioni di Turchia, Italia, Francia e Spagna, è stato messo in evidenza un calo produttivo importante per quanto riguarda le previsioni della campagna corilicola nazionale 2021-2022 - che per la regione Piemonte raggiunge il -50% dovuto soprattutto agli effetti dei cambiamenti climatici, con le gelate primaverili e la prolungata siccità dell’estate, ma anche a fattori di altra natura, ovvero gli attacchi parassitari alle colture da parte delle cimici e quelli causati dalla fauna selvatica. “In Italia siamo passati da 136.000 tonnellate di nocciole prodotte nella campagna 202021 a una produzione stimata di 45.000-48.000 tonnellate per la stagione in corso – commenta Gianluca Griseri –. Questo calo, unito ad un costante aumento dei costi di produzione, ha portato ad una forte riduzione della marginalità economica delle aziende corilicole, in quanto l’aumento dei prezzi non riuscirà, in molti casi, a compensare il mancato reddito derivante dal calo della produzione di nocciole. Tuttavia,

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di condividere dati ed esperienze che possano essere utili per trovare soluzioni comuni per tutti i produttori nell’affrontare e superare problematiche che in una annata così difficile hanno compromesso buona parte della produzione corilicola nazionale”.

La raccolta nel Cuneese nonostante questi fattori avversi, la qualità delle nocciole per ora sembra buona e i prezzi sono in crescita, così come la domanda ed il consumo del prodotto”. Ricordiamo che l’Italia è il secondo produttore mondiale di nocciole dopo la Turchia, la cui produzione risulta in aumento, con un raccolto stimato per il 2021-22 di 700.000 tonnellate. “L’incontro bilaterale, che ha rilevato gli stessi problemi in tutti i Paesi dell’UE che vi hanno partecipato, è stata anche l’occasione per parlare di temi importanti, quali la sostenibilità ambientale e sociale delle colture, i contributi a sostegno della coltivazione del nocciolo, la necessità di avere regole comuni tra i diversi stati produttori, la preoccupante riduzione di principi attivi utilizzabili, ad esempio, nella lotta della cimice e la necessità di incrementare l’attività di sperimentazione e ricerca – sottolinea Griseri – . Dal momento che le nocciole stanno incontrando in misura crescente il favore dei consumatori, sempre più attenti alla salute e al benessere, si è proposto di dare vita ad un coordinamento tra Stati, al fine

Quanto discusso durante l’incontro bilaterale UE-Turchia trova riscontro nei commenti di Aldo Gavuzzo, presidente della sezione Frutta in Guscio di Confagricoltura Cuneo e Antonio Marino, tecnico corilicolo di Confagricoltura Cuneo. “In Piemonte il calo produttivo di quest’anno si attesta in media intorno al 50% rispetto alla scorsa stagione. Le zone maggiormente penalizzate sono quelle di pianura, dove i numeri sono ancora inferiori, fortunatamente bilanciati dalle buone rese dell’Alta Langa – commenta Aldo Gavuzzo –. Tuttavia, il prodotto è sano e, dunque, la buona qualità compensa la minor quantità. Anche sul fronte dei prezzi il trend pare essere positivo”. Premettendo che la scorsa annata è stata superiore alla media per produzione, gli fa seguito Antonio Marino, che prende in esame in particolare le ragioni del calo produttivo in atto dal punto di vista tecnico: “Le gelate di inizio aprile, con il termometro che ha toccato punte di -7°C e per una serie di mattine consecutive temperature vicino a minime di 0°C, hanno causato non pochi


tutto ciò si aggiunge l’eccezionale siccità dell’estate che, insieme agli altri fattori negativi, ha favorito squilibri nutrizionali, dando origine a cascole precoci nel mese di luglio ed impedendo ai frutti di arrivare a raccolta”.

-50%

% calo produttivo di nocciole stimato in Piemonte per il 2021

Non c’è solo il fattore clima

IN MENO problemi a livello vegetativo, impedendo uno sviluppo adeguato delle piante, che sono state ‘ferme’ per diversi giorni; inoltre, il clima umido e l’assenza di vento nel periodo dell’impollinazione ha pregiudicato la fecondazione. A

Ma i fattori climatici non sono i soli responsabili del calo di produzione: “Dobbiamo anche tenere presente che il nocciolo è una pianta tipicamente alternante e dunque, data la forte produttività dello scorso anno, ci si aspettava già una leggera diminuzione

fisiologica delle rese per questa stagione”. Da segnalare anche un aumento della presenza delle cimici indigene rispetto alla temuta asiatica, tra le quali il Gonocerus, che hanno contribuito a danneggiare i frutti in alcuni areali e, nelle annate già caratterizzate da scarsa produzione, l’attività di tali patogeni si concentra sui pochi frutti rimasti. In conclusione, si mette in evidenza una problematica emergente, che gli agricoltori dovranno fronteggiare i prossimi anni, ossia l’avvicinamento al Cuneese della Popillia, già segnalata in alcuni

paesi astigiani e l’Oidio asiatico, patogeno di origine fungina e molto più invasivo rispetto al classico esemplare presente da sempre nei corileti del Piemonte. La nota positiva per il futuro, invece, è che osservando gli attuali noccioleti si nota una forte presenza di amenti, che fanno ben sperare per la prossima stagione.

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PRODOTTI E SERVIZI PER VITICOLTURA

NOCCIOLE

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PATRONATO ENAPA

Assegno “ponte”, un aiuto temporaneo per chi ha minori CIÒ CHE C’È DA SAPERE PER RICHIEDERE LA MISURA AL PATRONATO ENTRO IL 31 OTTOBRE LA SCADENZA PER OTTENERE SEI MENSILITÀ

S

i avvicina il termine per le richieste dell’assegno unico temporaneo per i figli minori, fissato al 31 ottobre 2021 per poter ottenere tutte le 6 mensilità previste. L’assegno temporaneo 2021, detto anche assegno “ponte”, è rivolto solo alle categorie che non ricevono già gli assegni famigliari e ha precisi limiti ISEE. Ma attenzione: il nuovo sostegno per le famiglie con figli è stato introdotto SOLO per il periodo luglio - dicembre 2021.

A CHI SPETTA L’ASSEGNO “PONTE” L’Assegno temporaneo per i figli 2021 è erogato per i figli minori di 18 anni, inclusi i figli minori adottati e in affido preadottivo, ai nuclei familiari che non abbiano diritto all’assegno per il nucleo familiare. Spetta, quindi, alle seguenti categorie: 1) Ai lavoratori autonomi (CD/IAP, Artigiani e Commercianti). 2) Soggetti inoccupati o incapienti. 3) Percettori del reddito di cittadinanza. 4) Nuclei familiari che non beneficiano degli ANF per mancanza di uno o più requisiti di legge. Inoltre, al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio, il richiedente dell’assegno temporaneo deve: 1 Essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea, ovvero essere cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso

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di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo. 2 Essere soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia. 3 Essere residente e domiciliato in Italia con i figli a carico sino al compimento del diciottesimo anno d’età. 4 Essere residente in Italia da almeno due anni, anche non continuativi, ovvero essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale. 5 Essere in possesso di un indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) in corso di validità, sotto il limite di 50mila euro annui.

GLI IMPORTI DELL’ASSEGNO L’importo mensile è determinato sulla base dei livelli di ISEE e al numero dei figli a carico. In particolare, è prevista: • una soglia minima di ISEE fino a 7.000 euro, fino alla quale gli importi spettano in misura piena, pari a 167,5 euro per ciascun figlio in caso di nuclei con uno o due figli, ovvero a 217,8 euro per figlio in caso di nuclei più numerosi; • una soglia massima di ISEE pari a 50.000 euro, oltre la quale l’assegno non spetta. Gli importi spettanti sono maggiorati di 50 euro per ciascun figlio minore disabile presente nel nucleo. La domanda di ssegno temporaneo può essere presentata non oltre il 31 dicembre 2021.

La domanda dovrà, poi, essere inoltrata una sola volta per ciascun figlio. Bisogna, però, prestare molta attenzione alle tempistiche di presentazione dell’istanza, perché il momento della richiesta fa la differenza. Infatti, le domande presentate entro il 31 ottobre 2021 daranno diritto anche agli arretrati, mentre, per le domande avanzate oltre questa data, l’assegno temporaneo per i figli spetterà solo dal momento della presentazione e fino al 31 dicembre 2021. Gli uffici del Patronato Enapa sono a disposizione per illustrare tutta la documentazione necessaria per la predisposizione modelli ISEE e successivo inoltro della domanda dell’Assegno ponte. Si ricorda, inoltre, che data la numerosa documentazione da produrre per il calcolo dell’ISEE, è necessario prenotare un appuntamento con anticipo presso gli uffici CAF Confagricoltura Cuneo.

ENTE FORMAZIONE ENAPRA

Luca Brondelli confermato presidente Luca Brondelli di Brondello di Alessandria è stato confermato presidente di Enapra. In questi ultimi mesi, l’ente di formazione di Confagricoltura ha ampliato l’offerta formativa in modalità e-learning. Da quest’anno, inoltre, ha sviluppato una struttura interna, “Confagricoltura Academy”, per potenziare, in tutte le componenti del sistema, il know how sindacale per lo sviluppo organizzativo, la leadership tecnica e la crescita della competitività dell’impresa agricola attraverso i processi di innovazione e digitalizzazione. Il nuovo catalogo dei corsi è disponibile sul sito www. enapra.it.



CONVENZIONI CONFAGRICOLTURA

Sconti su visite mediche e per prestazioni sanitarie

Enrico Allasia con gli amministratori dei Comuni “Spighe Verdi” piemontesi a Guarene

Guarene ha ricevuto le “Spighe Verdi” piemontesi DIECI COMUNI DELLA NOSTRA REGIONE HANNO RICEVUTO IL RICONOSCIMENTO DI FEE E CONFAGRICOLTURA

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Comuni piemontesi insigniti lo scorso luglio delle “Spighe Verdi” 2021 sono stati protagonisti dell’evento “Crescere, progettare, realizzare” organizzato a Guarene dall’amministrazione comunale presso la chiesa della Santissima Annunziata, all’esterno della quale è stata issata la bandiera simbolo del riconoscimento.

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Le “Spighe Verdi” sono promosse da FEE - Foundation for Environmental Education, l’organizzazione che rilascia nel mondo la Bandiera Blu per le località costiere, pensate per guidare i Comuni rurali, passo dopo passo, a scegliere strategie di gestione del territorio in un percorso virtuoso che giovi all’ambiente e alla qualità della

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vita dell’intera comunità. Ad assistere i Comuni nell’iter di adesione al progetto è stata la Confagricoltura. In Piemonte hanno ricevuto il vessillo Alba, Bra, Centallo, Cherasco, Guarene, Monforte d’Alba e Santo Stefano Belbo, in provincia di Cuneo, che si aggiungono a Canelli (AT), Pralormo (TO) e Volpedo (AL). La nostra regione si

Sono attive per tutti gli associati, dipendenti e collaboratori di Confagricoltura Cuneo le convenzioni con alcuni centri medici del territorio. Bios Medicina, che si occupa di medicina dello sport e del lavoro, applica uno sconto del 10% sulle prestazioni fruibili presso i centri che fanno parte della rete medica, eccetto le visite specialistica intra-moenia, presso le sedi di Cuneo, Alba, Mondovì, Saluzzo, Savigliano, Fossano e Bra. Il Gruppo CDC propone prestazioni sanitarie e pacchetti di check-up di prevenzione a tariffe agevolate per soci, dipendenti e loro familiari nelle varie sedi del centro polispecialistico piemontese, oltre ad uno sconto del 10% sul tariffario privato, che comprende analisi di laboratorio, diagnostica per immagini ed esami strumentali. Il Centro Medico Europeo di Cuneo offre tariffe speciali su visite specialistiche, interventi di chirurgia ambulatoriale, laserterapia estetica, fisioterapia, massofisioterapia, tecar e onde d’urto, podologia, diagnostica urologica di primo livello, servizi domiciliari e prestazioni odontoiatriche. Previa esibizione della tessera associativa all’accettazione, il centro diagnostico Cidimu di Cuneo e Alba applica uno sconto del 10% su tutti i tariffari, mentre il laboratorio Pasteur di Cuneo accorda prezzi ridotti sui prelievi del sangue da effettuarsi senza impegnativa e sui pacchetti di esami abbinati con valutazione degli esiti. Infine, il Poliambulatorio specialistico Salucom di Savigliano concede tariffe speciali sui pacchetti salute attivi: oculistico, vascolare, cardiologico, diagnostico internistico, ortopedico, salute donna, odontoiatrico, polmonare, sportivo e fototerapico. Per info: 0171/692143 – f.dalmasso@confagricuneo.it.

è collocata, così, al primo posto tra le regioni con più riconoscimenti: 10 sui 59 complessivi assegnati in tutta Italia. “Un plauso e un ringraziamento vanno anzitutto alle amministrazioni piemon-

tesi e cuneesi che hanno aderito al progetto, segno di attenzione e sensibilità tangibili ai temi della sostenibilità - dichiarano Fabio Fogliati e Alessandro Bottallo di Confagricoltura Cuneo zona di Bra e


CONFAGRICOLTURA NEWS

Alba -. In questo percorso, centrale è il ruolo svolto dall’agricoltura, ma il riconoscimento, oltre ad essere motivo di vanto, rappresenta un veicolo di promozione generale di tutto il territorio e deve servire da stimolo per nuove e sempre più numerose adesioni. Occorre, infatti, continuare a lavorare in sinergia con le amministrazioni locali per far conoscere il valore di questo riconoscimento internazionale. Il fatto che il Piemonte e la provincia di

Cuneo, in particolare, si siano distinti a livello nazionale, collocandosi al primo posto per Comuni premiati, testimonia come la strada della sostenibilità nei nostri territori sia una realtà già ben radicata, frutto di una lunga storia e pratiche rispettose dell’ambiente”. “È stato un onore ospitare i Comuni piemontesi vincitori e ringraziamo la Confagricoltura per il supporto datoci in questi mesi nel partecipare al progetto Spighe Verdi - sottolinea il sin-

daco di Guarene, Simone Manzone -. Questo riconoscimento rappresenta un importante traguardo che cercheremo di conservare e migliorare ancora, facendoci anche promotori dell’iniziativa presso altri Comuni. È fondamentale, infatti, insistere sul concetto di sostenibilità ambientale, in quanto capace di generare concreti effetti positivi tali da rafforzare anche la necessaria sostenibilità economica delle aziende dei nostri territori”.

LUTTI

Condoglianze a Michela e Giada Nelle scorse settimane due lutti hanno colpito la grande “famiglia” di Confagricoltura Cuneo. Sono venuti a mancare Federica Monge Mastrolia, mamma di Michela Mastrolia, dipendente Confagricoltura della zona di Saluzzo, ed Ettore Armando, papà di Giada Armando, dipendente Confagricoltura della zona di Cuneo. L’associazione agricola si stringe attorno alle famiglie coinvolte e porge le più sentite condoglianze. Confagricoltura Cuneo esprime cordoglio anche per la scomparsa di Elio Vola, 65 anni, presidente della Cantina Pertinace di Treiso di cui ricorda, in particolare, i valori della passione generosità e lungimiranza espressi per anni nel mondo della cooperazione. Ai famigliari vanno le più sincere condoglianze.

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LE NOSTRE AZIENDE

Adriano Rosso (Confagricoltura zona di Cuneo) con la famiglia Gastaldi: Marco, mamma Margherita, papà Michele e Claudio

Passione e tanti investimenti per allevare al meglio la Piemontese A CUNEO, IN FRAZIONE SPINETTA, LA FAMIGLIA GASTALDI CONDUCE L’AZIENDA ZOOTECNICA FORTE DELLA TRADIZIONE MA PROIETTATA AL FUTURO di Paolo Ragazzo

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lle porte della città di Cuneo, in frazione Spinetta, dal 1964 cascina Santa Maria è “casa” della Piemontese. A condurla c’è la famiglia Gastaldi composta da: Michele, la moglie Margherita e i due figli Marco e Claudio, che da generazioni tramandano la passione per l’allevamento della pregiata razza bovina. Una storia, appunto, che comincia da lontano: “Mio papà faceva il malgaro - racconta con orgoglio Michele, Aratro d’Oro di Confagricoltura Cuneo nel 2018 -, poi

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abbiamo deciso di fermarci, pur andando ancora per parecchi anni in alpeggio, a Casterino nella valle delle Meraviglie. Ora mandiamo ancora qualche capo in montagna, ma dal 1992 siamo prevalentemente qua dove alleviamo tutto l’anno 220-230 animali. Vendiamo vitelli di razza Piemontese da sempre. Abbiamo anche provato ad allevare qualche capo di Valdostana, ma per poco tempo e senza grandi risultati”. E l’azienda cuneese ha in Marco e Claudio le sue due garanzie per il futuro. “Il primo aveva solo 6 anni e già andava a bagnare i campi

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con il papà, mentre il secondo a 12 anni amava da matti andare con lui sul trattore, tanta era la voglia di guidarlo un giorno”,

confida la mamma. Così crescendo, dopo la scuola dell’obbligo, si sono fermati in azienda e hanno diversificato, per così dire, i loro impieghi: Marco si occupa di tutte le pratiche amministrative e Claudio dei lavori in campo, mentre entrambi aiutano papà Michele nella cura degli animali. “I vitelli nascono tutti dalle nostre manze, i tori li vendiamo a 5/6 mesi di vita, così come le femmine, tenendo solo quelle per la rimonta - dice Marco -. Il momento attuale, purtroppo, non è positivo per il comparto ed è complicato andare avanti a queste condizioni. Noi coltiviamo direttamente fieno, granoturco e orzo per alimentare i nostri animali, ma sono moltissimi gli altri costi di produzione da sostenere in un allevamento e i cui prezzi sono alle stelle da molti mesi ormai. Per le attrezzature agricole, ad esempio, in pochi anni i prezzi sono raddoppiati”. Ciò che complica ulteriormente il quadro è la mancanza di corrispondenza dei prezzi di vendita dei capi al macello (come illu-

Claudio con la vacca Etrusca e la manze con un vitellino nato da poco


strato nelle precedenti pagine del giornale, ndr). “Stiamo pagando anche da questo punto di vista la crisi economica innescata dalla pandemia - aggiunge Claudio - le famiglie vedono la loro capacità di spesa ridursi e, quindi, orientano i consumi verso prodotti in offerta, ma quasi sempre si tratta di carne che arriva dall’estero e di qualità inferiore rispetto alla nostra. C’è poi tutta la questione, non secondaria, della variazione dei consumi, ora sempre più orientati verso tagli veloci da cucinare a discapito di pezzi come il bollito o l’arrosto. Così si fatica a vendere tutto l’animale”. Quindi come se ne esce? “Cercando nuovi mercati e andando a intercettare nuovi consumi proponendo alternative di prodotto”, dice Michele Gastaldi. Anche perché un allevamento come quello di Spinetta negli anni ha investito non poco nell’ammodernamento delle strutture per renderle sempre più funzionali e rispondenti al mercato, ma necessita di un’adeguata remunerazione.

Una vista aerea dell’allevamento della famiglia Gastaldi a Cuneo

Se è del 1981 l’acquisto della struttura originaria, infatti, è negli anni ‘90 che l’azienda ha visto aumentare la propria dimensione grazie alla realizzazione, nel 1991 e nel 1997, di due altre stalle dove gli animali vengono allevati all’aperto tutto l’anno. Un ulteriore capannone è stato realizzato nel 2003, mentre una grande struttura utilizzata come ricovero fieno e attrezzatura risale ad appena sei anni fa. È operativa da anni una fossa per i liquami, mentre la superficie dei tetti è ricoperta da pannelli fotovoltaici che garantiscono ampiamente l’autosufficien-

Al centro dell’allevamento domina, con la sua imponenza, il toro Zorro

za energetica dell’azienda e, anzi, ne integrano il reddito. In tutto l’azienda conduce circa 180 giornate piemontesi di terreni, di cui 35 di proprietà e la restante parte in affitto. L’allevamento è come una “giostra” dove tutto si rinnova in un continuo ripetersi di operazioni costanti e ben definite. “La giornata in allevamento comincia intorno alle 6,30/7 del mattino - spiegano i fratelli Gastaldi -, anche se ovviamente dipende dai giorni e soprattutto dai parti. Gli animali mangiano due volte al giorno (unifeed, erba fresca e fieno a seconda

delle stagioni dell’anno). La vacca gravida sta all’aperto fino al 7°-8° mese, poi la portiamo nella stalla dove una volta che ha partorito viene trasferita insieme al vitello in un box. Passano poi in un’altra struttura con altre 3/4 vacche e i loro vitelli, dopo un mese, tornano nei recinti all’aperto dove i piccoli finiscono lo svezzamento per poi essere separati, maschi da una parte e femmine dall’altra”. E si riparte nel ciclo di allevamento per avere sempre capi a “regola d’arte”… come vuole la tradizione della Piemontese, che mette la qualità al primo posto.

NON BUTTATELI! SI RIPARANO!

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L’Agricoltore cuneese N.07 • OTTOBRE 2021

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INNOVAZIONE IN CAMPO

La Frandent all’EIMA di Bologna con le nuove seminatrici integrate L’AZIENDA FONDATA DA EZIO BRUNO NEL 1977 PRESENTA IN FIERA TUTTE LE NOVITÀ PER CONTOTERZISTI E AGRICOLTORI. SHOW ROOM SUL SITO INTERNET

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nnovazione, esperienza e affidabilità sono le parole d’ordine che caratterizzano FRANDENT GROUP, l’Azienda fondata da Ezio Bruno nel 1977, produttrice di erpici rotanti, seminatrici, spandivoltafieno e ranghinatori. Frandent progetta e costruisce le macchine nel suo stabilimento modello di Osasco (TO), totalmente improntato alla sostenibilità ambientale e dotato di centrale a biomassa, riscaldamento radiante a pavimento, pannelli fotovoltaici che producono energia pulita e rinnovabile e soddisfano le esigenze aziendali; inoltre camini di luce che producono luce solare senza l’utilizzo di energia elettrica. La particolare attenzione di Frandent per l’ambiente si coniuga con un accentuato sviluppo tecnologico: isole robotizzate di saldatura, magazzino automatico a sviluppo verticale, impianto di verniciatura automatica ed ecologica con vernici ad acqua e catalizzate, sono solo alcuni esempi. Frandent opera con il Lean Production System, il metodo di produzione ba-

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INFORMAZIONE REDAZIONALE

La seminatrice integrata “Sprinter-SPE” di Frandent

sato sull’eliminazione degli sprechi di risorse ed energia che si traduce in una superiore qualità del prodotto finito a un costo inferiore. L’innovazione tecnologica si integra con un’elevata attenzione al benessere del personale e alla sua formazione. “Il nostro obiettivo”, afferma Ezio Bruno “è quello di produrre macchine eccellenti, affidabili e ad alte prestazioni, puntando sull’innovazione tecnologica e sulla creatività progettuale. Tutto ciò nell’ambito del massimo benessere lavorativo dei nostri collaboratori”. All’EIMA di Bologna, dal 19 al 23 ottobre, Frandent presenta alcune novità di sicuro interesse per contoterzisti e agricoltori: nel settore fienagione il Ranghinatore RA 780/11 SuperPro è una macchina totalmente nuova, con lavoro variabile da 680 a 780 cm, con due rotori contrapposti, 11 braccia caduno e

andana centrale. La struttura permette di non smontare le braccia durante il trasporto. I visitatori potranno anche ammirare il Ranghinatore di dimensioni ridotte RA 351/9D, di elevata qualità e versatilità, dotato di accessori per il lavoro collinare. In fiera anche lo Spandivoltafieno trainato GRHS 840/7DZT, la macchina più avanzata nella sua categoria con dimensioni lavoro di 840 cm, 7 braccia per ognuno dei 6 rotori. Si può anche avere nella versione portata. Tra le macchine per la lavorazione del terreno: l’Erpice Pieghevole ETERNUM RP28 da 5 metri, la macchina di grandi dimensioni, campione di vendite per le lavorazioni dei grandi contoterzisti che necessitano di attrezzature professionali e performanti. Novità assoluta è il sistema di gestione e controllo automatico dell’erpice con

monitoraggio dei parametri-macchina dalla cabina. Per le lavorazioni nei filari è esposto l’Erpice fisso ETERNUM serie speciale Frutteto e Vigneto. Nuove e spettacolari le SEMINATRICI integrate SPRINTER. Si tratta di macchine che Frandent ha concepito, fin dall’inizio della progettazione, come uniche macchine professionali di alta qualità capaci di creare una naturale connessione tra due attività svolte contemporaneamente: preparazione del terreno e semina, con un solo passaggio, riducendo drasticamente i tempi di lavoro. Nello stand Frandent potrete scoprire la SPRINTER SPE, seminatrice pneumatica con erpice Eternum da 3 m e la SPRINTER nella versione pneumatica da 120 lt montata su un erpice fisso ETERNUM per lavorazione tra i filari (speciale Frutteto e Vigneto). I responsabili di Frandent presenti in fiera vi potranno anche presentare il nuovo dispositivo che consente di rendere le macchine Frandent “ISOBUS GREEN” Compatibili. Frandent attende i visitatori nel pad. 26 allo stand A2. Ma anche chi non può venire all’EIMA ha la possibilità di scoprire la gamma Frandent stando comodamente seduto a casa propria. Frandent ha infatti realizzato dei bellissimi Show Room (uno per macchine fienagione e uno per gli erpici) che si possono visitare esplorando nella realtà virtuale le macchine della gamma. Un’esperienza realistica a 360° per scoprire le caratteristiche di ogni macchina Frandent e scegliere il modello più idoneo alla proprie esigenze. Per visitare gli showroom basta entrare nel sito www. frandent.it. [I.R.]



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L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946

Pubblicità: Tec Arti Grafiche Srl Via dei Fontanili 12 - Fossano Tel. 0172.695770 adv@tec-artigrafiche.it Stampa: Tipolitografia Subalpina snc

Direttore responsabile: Paolo Ragazzo

Chiuso in redazione il 07/10/2021

Redazione e grafica: Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171.601962 staff@autorivari.com

Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO-CN - Iscrizione al Tribunale di Cuneo 17/12/1948 al n. 36


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