L'Agricoltore Cuneese - N. 02/2017

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XV - N. 02•2017 - MARZO 2017 - CONTIENE I.P.

N. 02 • 2017 U N I O N E

P R O V I N C I A L E

Agea taglia i titoli 2015 e 2016

A G R I C O L T O R I

Asti secco, un futuro frizzante

Savigliano vetrina della meccanizzazione


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Sommario

Ma l'Italia non è fondata sul lavoro? Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo

L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946 Direttore responsabile: Paolo Ragazzo Redazione e grafica: Autorivari studio associato

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onfagricoltura da sempre si batte per una riduzione degli adempimenti a carico delle aziende agricole, non temendo di assumere spesso posizioni critiche e impopolari. Il nostro unico obiettivo è di ascoltare e venire incontro alle esigenze di chi lavora nel settore e produce beni a vantaggio di tutta la comunità. Lo facciamo in un Paese per

C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171/601962 E-mail: upa@autorivari.com Società editrice: Tipolitografia Subalpina snc C.so Gramsci, 18/c - Cuneo Tel. e Fax 0171/692077 Info@tipografiasubalpina.it

legislatori due semplici cose: il dialogo e il buon senso. Ma pare che la nostra politica sia sovente deficitaria di entrambi. In questo contesto, dunque, non saremo certo noi a dire che le leggi non vanno rispettate, ma neppure ce la sentiamo di ‘mettere in croce’ chi fatica, per mille ragioni, a seguire un sistema così assurdo e senza le adeguate distinzioni.

I N C O N F A G R I C O LT U R A I L 2 0 M A R Z O

"Cereali e mais, indicazioni agronomiche e di difesa" incontro tecnico a Cuneo Lunedì 20 marzo, alle 18, presso la sede di Confagricoltura a Cuneo (via Bruno Caccia, 4) avrà luogo l’incontro tecnico “Cereali e mais, indicazioni agronomiche e di difesa” organizzato da Confagricoltura, zona di Cuneo, in collaborazione con l’azienda Bayer. Obiettivo del pomeriggio, rivolto alle aziende del settore, è illustrare le evoluzioni nei processi di gestione di un impianto cerealicolo e, in particolare, le strategie di lotta e di difesa previste dal catalogo Bayer 2017. Al termine dell’incontro seguirà un momento conviviale per tutti i partecipanti. Per informazioni telefonare al numero 0171/692143.

IN QUESTO NUMERO

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Costituzione fondato sul lavoro, ma nei fatti incapace di procedere senza una burocrazia assurda e asfittica che non favorisce il lavoro, bensì lo svilisce. Prova ne sono, in agricoltura, i tanti corsi di formazione, le autorizzazioni e i permessi di ogni genere a cui gli associati sono chiamati ad adempiere. Su ogni fronte Confagricoltura si muove con impegno e tempestività chiedendo ai

L'Asti secco ha un futuro frizzante

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'Oltre il biologico' in fiera a Savigliano

4 Inizio 2017 positivo per Asti e Moscato

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Bio, settore in netta crescita

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Paolo Parisini: "Il biologico non è una nicchia"

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Stampa:

Frutta bio, alcuni consigli per partire

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PIANO DI SVILUPPO RURALE

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IN PRIMO PIANO

Psr Piemonte: Regione bocciata

CORILICOLTURA Nocciole, in attesa del Tar

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IL TECNICO IN VIGNETO

9 Atomizzatori, ultima chiamata

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CONFAGRICOLTURA NEWS

Chiuso in redazione il

IL CASO

06/03/2017

Agea taglia i titoli spettanti

10 Giornata sugli sci con Confagricoltura

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Avviata una consultazione sulla nuova Pac

10 Vicinanza ad Adriano Rosso

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Poste Italiane S.p.a.

NUOVE PROGETTUALITÀ

Spedizione in abbonamento

Agronetwork, più dialogo tra le filiere

postale - D.L. 353/2003

DANNI DA MALTEMPO

(conv. in L. 27/02/2004 n° 46)

Alluvione, i fondi non sono sufficienti

art. 1, comma 1, NO-CN

VITIVINICOLTURA

Iscrizione al Tribunale

Primi dati positivi sulla vendemmia

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Al fianco delle imprese familiari

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LE NOSTRE AZIENDE Sua 'maestà' il Barolo nasce dalla tradizione

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FIERA DELLA MECCANIZZAZIONE 15 Savigliano vetrina della meccanizzazione

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di Cuneo 17/12/1948 al n. 36

L’Agricoltore cuneese N. 02 • MARZO 2017

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In primo piano 70.000

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N. Operatori Superficie agricola utilizzata (SAU)

Enrico ALLASIA

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Presidente di Confagricoltura Cuneo

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Il numero di aziende biologiche in Italia e la superficie coltivata (migliaia di ettari) [Fonte: Sinab - Sistema di informazione nazionale sull'agricoltura biologica]

'Oltre il biologico' in fiera a Savigliano GIOVEDÌ 16 MARZO, DALLE 14,30, CONVEGNO DI CONFAGRICOLTURA CUNEO SULL'AGRICOLTURA DI DOMANI di Paolo Ragazzo

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a Confagricoltura di Cuneo anche quest’anno sarà protagonista alla Fiera della Meccanizzazione di Savigliano. Giovedì 16 marzo, infatti, a partire dalle 14,30 presso il padiglione eventi all’interno dell’area fieristica avrà luogo il convegno dal titolo “Oltre il biologico. Opportunità e mercati per l’agricoltura di domani”, organizzato da Confagricoltura e rivolto ad aziende e addetti del settore con l’obiettivo di analizzare insieme come evolverà l’agricoltura del futuro sempre più chiamata a confrontarsi con una priorità chiamata sostenibilità ambientale. Come sarà l’agricoltura del domani? Si parlerà ancora di sistemi biologico e convenzionale/integrato? Quali sono le opportunità e le prospettive dei mercati? A queste e ad altre domande proveranno a rispondere gli esperti e gli imprenditori agricoli che si alterneranno durante l’evento. “L’agricoltore è il custode del territorio in cui opera, ha tutto l’interesse a tutelarlo e a valorizzarlo per far sì che la propria attività imprenditoriale migliori sempre di più in termini qualitativi e quantitativi, riducendo al minimo l’impatto ambientale – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo –. Le strade percorribili affinché questo accada oggi sono innumerevoli e nel corso del tradizionale

nostro appuntamento alla Fiera della Meccanizzazione cercheremo di fornire alcune utili indicazioni per capire quali scenari si intravvedono all’orizzonte. Un focus specifico, inoltre, sarà riservato al mondo del biologico, che negli ultimi anni in Italia è stato protagonista di un incredibile sviluppo, arrivando ad essere un’importante opportunità economica per il comparto agricolo. L’evoluzione dell’agricoltura biologica, tuttavia, è andata di pari passo con lo sviluppo di quella convenzionale, non contrapponendosi ad essa, ma evolvendo insieme”.

numeri del biologico in Italia e nel mondo, mentre Paolo Parisini, presidente della FNP agricoltura biologica, delineerà il quadro di opportunità e costi in cui si muove questo tipo di agricoltura. A seguire, prenderà la parola Paolo Lambertini, Field Crop Expert di Syngenta, che analizzerà quali sono le nuove frontiere della difesa fitoiatrica. Sarà la volta, poi, di tre testimonianze aziendali che hanno concentrato la loro attenzione sullo sviluppo delle produzioni biologiche in maniera innovativa: la cuneese “Monfalletto” di Alberto Cordero di Montezemolo (filiera vitivinicola), la lodigiana “Brambilla Fratelli” (filiera latte) e la reggiana “Il Grifo” (filiera zootecnica). Prima delle conclusioni, affidate al direttore di Confagricoltura Roberto Abellonio, ci sarà l’atteso intervento del vice ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Andrea Olivero. Per informazioni contattare la segreteria organizzativa dell’evento al numero 0171/692143 o via e-mail all’indirizzo provinciale@confagricuneo.it.

GIOVEDÌ IL PROGRAMMA Dopo i saluti istituzionali del presidente Enrico MARZO 2017 Allasia, si entrarà Conv subito nel vivo dei eg lavori grazie agli interventi di due Come sarà l’ag esperti nazionali di d PER ancor el futuro? ricoltura a di s S L’AG e con istem i parlerà Confagricoltura: venzio i biolo RICO Prog A que nale/i gico s n ta te Luigi Tozzi, r g d LTUR e imp r o amm rendit manda es ato? 14.30 a A DI p o er ri a dar dell’area QualiEnric • APERTU e una proveran ti R o DOM l’obie no Allas A LAVO rispo tt ia (Pre RI E I NUM le pro ivo di an sta con ANI tà e Sicurezza SALU siden E a te s R T li pett I Confa Luig I DELL zz mond gricolt ISTITUZ i Toz ’AGR o agr ive futur are IO u ra N IC z alimentare, ed Cune ico i (Qua ALI OLTU dei c o) lità e AGRIC ambia lo, alla lu el sicure RA BIOL ce me zza a OGIC ec Paol OLTURA limen che illustrerà A IN o Pa BIOL attrav onomici c nti sociota re IT - Con risin OGICA ersan h fagric ALIA E N i (Presi : LE N do il e stanno oltura EL M dente OPPORT U ai presenti i comp ) OND UNIT Federa Pao OVE FRO arto O

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IL SISTEMA DI INFORMAZIONE NAZIONALE SULL'AGRICOLTURA BIOLOGICA EVIDENZIA LA VIVACITÀ DEL COMPARTO PIEMONTESE di Monica Arnaudo

OPERATORI BIO IN PIEMONTE

Fonte: Sinab

Totale 2015 Totale 2014 Var %

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ono i numeri diffusi dal Sinab (Sistema di informazione nazionale sull'agricoltura biologica), progetto voluto dal Mipaaf, che testimoniano la struttura del comparto biologico italiano, in crescita sia sul mercato interno che internazionale: 59.959 operatori agricoli, 1.492.579 ettari di superficie coltivata, corrispondente a circa il 12% della Sau nazionale (dati più recenti, aggiornati al 31/12/2015). A partire dagli anni ’90 l’agricoltura biologica si è sviluppata registrando un trend positivo che si è mantenuto costante negli anni, tranne un piccolo calo intorno al 20042005. I comparti più dinamici si rivelano i derivati dei cereali e gli ortaggi freschi e trasformati, ma una fetta importante del mercato la sta guadagnando anche la zootecnia. Secondo lo studo "Bio in cifre" elaborato dal Siab (con dati aggiornati al 31 dicembre 2015), il settore si sta sviluppando in maniera diversificata e irregolare a

2.308 2.120 +8,9 seconda delle colture e degli allevamenti. Esaminando i dati delle superfici investite a biologico, si evidenzia una netta prevalenza di quelle destinata a foraggere (281.907 ettari, + 9,9% rispetto al 2014), ma negli ultimi anni sono aumentate anche le aree bio dedicate a pascoli (257.263 ettari, +13,6%) e cereali (82.260 ettari, +10,9%), stazionaria la frutta (23.630 ettari, +1,8%). Per quanto riguarda la zootecnia i dati evidenziano, rispetto allo scorso anno, un aumento consistente in particolare per i bovini (+19,6%) e pollame (+18,2%), buono l'incremento anche per equini (+10,6%) e caprini (+8,8%). La situazione però cambia notevolmente a seconda dei territori. La regione a maggior vocazione biologica è la Sicilia con 345.071 ettari coltivati, seguita dalla Puglia (180.918 ha) e dalla Calabria (170.290). COSÌ IN PIEMONTE Il Piemonte, dove le aziende bio sono il 3% del totale, si trova al 10° posto della classifica con 34.136 ettari coltivati contro i 31.656 del 2014 (incremento del 9,63%), per un totale di 2.308 operatori impegnati. A farla da padrone

SUPERFICI e COLTURE BIO IN PIEMONTE (ha)

34.136,3 31.655,9 +9,63

Totale 2015 Totale 2014 Var % nella nostra regione sono i cereali (8.471 ha) e le colture foragggere (4.117 ha). AZIENDE PIÙ GIOVANI Facendo un confronto tra le aziende biologiche e quelle tradizionali in Italia, si nota come le prime siano caratterizzate da conduttori più giovani (il 22,3% ha meno di 40 anni) e con un livello di istruzione superiore. Notevoli differenze anche nell’utilizzo dell’informatizzazione (uso del computer, sito internet, e-commerce) con percentuali più alte nelle imprese bio che, nello stesso tempo hanno anche la tendenza a differenziare maggiormente i canali di vendita (diretta in

Fonte: Sinab

Bio, settore in netta crescita

azienda e fuori) e introdurre attività connesse, come agriturismi e fattorie didattiche. Analizzando i consumi, l'Ismea ha stimato un giro d'affari interno superiore ai 2 miliardi di euro. Ma è importante anche il volume delle esportazioni. Ben il 74% delle aziende bio è presente sul mercato internazionale da oltre 5 anni, infatti oggi l’Italia è il primo esportatore mondiale di produzioni biologiche, davanti a Olanda, Spagna e Stati Uniti, con un fatturato che si aggira sul 1,6 miliardi di euro. Un comparto importante quindi, e in grande crescita, che può rappresentare un’opportunità di sviluppo per l’attività agricola.

6,3% 24,9% 16,7%

4,1% 20,1%

12,1% 5,9% 5,7% 4,1%

Cereali Colture industriali Colture foraggere Frutta Frutta in guscio

Vite Prati e pascoli Pascolo magro Altro

Le percentuali di superfici e colture bio in Piemonte (Fonte: Sinab)

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In primo piano

"Il biologico non è una nicchia" PAOLO PARISINI SOTTOLINEA COME AL SETTORE SERVANO GRANDI PROFESSIONALITÀ E INVESTIMENTI IN RICERCA di Paolo Ragazzo

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onfagricoltura rappresenta 480 mila ettari coltivati a biologico in Italia, il 15% del totale delle aziende, la cui superficie media è di circa 50 ettari a fronte di una media nazionale di 33. Un’agricoltura biologica imprenditoriale, dinamica, vocata all’export ed all’innovazione. Come spiega Paolo Parisini, presidente della Federazione Nazionale Agricoltura Biologica di Confagricoltura.

fare agricoltura biologica, un metodo che non è in contrasto con il convenzionale, gli va a fianco, ma è molto più difficile. È insito in questo nuovo concetto di agricoltura la necessità di avere competenze e conoscenze: dobbiamo sfatare che il biologico è un’agricoltura di nicchia e di piccole superfici. Urge, infine, investire in ricerca specie nei settori sementiero e zootecnico”.

Presidente Parisini, cosa serve oggi per sostenere la grande vivacità del comparto italiano? “Occorrono anzitutto grandi professionalità e l’impegno da parte delle istituzioni per dare sviluppo alla ricerca, a debellare la burocrazia che uccide chi vuole intraprendere, ancora di più nel settore biologico. Ci sono infatti normative e organismi di controllo che caricano le aziende di un’infinità di controlli, più ancora che nell’agricoltura convenzionale. Servono poi grandi professionalità per

La provincia di Cuneo, è la più agricola del Piemonte con una qualità riconosciuta da ben 35 produzioni enogastronomiche Dop e Igp. In questo contesto, come possono dialogare i diversi modi di fare agricoltura? “Sono modi e mondi diversi, ma che dialogheranno sempre di più. Il biologico è un aiuto fondamentale al mantenimento dei vostri prodotti Igp e Dop, proprio perché uno dei suoi principi è il forte legame con il territorio. La qualità è garantita dal fatto che mentre l’agricoltura convenzionale è più vocata alla quantità, il bio tutela la biodiversità e questo può essere molto utile per valorizzare i prodotti tipici”.

Paolo Parisini, presidente FNP biologico

Neppure un anno fa è stato approvato il Piano strategico nazionale per l’agricoltura biologica. Un lavoro importante per dotare il settore di strategie di lungo periodo. È sufficiente? “Quando 25-30 anni fa nacque l’agricoltura biologica vennero dettate norme che oggi sono obsolete e superate. Il Piano è stato concepito volutamente superficiale su alcuni aspetti, perché dal Piemonte alla Sicilia ci sono diversità molto grandi da armonizzare. Uno dei settori più critici, ad esempio, è quello delle sementi dove abbiamo bisogno di regolamentazione per fare degli agricoltori i custodi di determinate varietà specifiche dei territori. In questi giorni come Confagricoltura stiamo lavorando a una bozza di legge che

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rappresenterà un pilastro per l’agricoltura bio. Se fino a ieri il lavoro dell’agricoltore terminava quando aveva il raccolto in campo o in stalla, oggi non è più così. È appena a metà dell’opera, perché deve valorizzare al massimo la produzione, entrando sia in nella trasformazione che nella commercializzazione. Anche nel biologico, dunque, occorre fare rete e puntare a creare distretti di produzione biologica che permettano di dare un marchio, una visione profonda di quello che è il valore di chi fa questo tipo di agricoltura, che dà una minor produzione, ma di maggior qualità. Ed è molto attenta al benessere animale e al mantenimento dell’ambiente”. Intanto a Bruxelles, la discussione sulle nuove regole di produzione e controllo per l’agricoltura biologica è ferma. Perché è così importante arrivare a un accordo tra Stati? “L’Europa è grande e diversificata e le necessità sono diverse tra i Paesi. Auspichiamo regole uniformi per ciascuno Stato membro, per evitare l’arrivo in Italia di prodotti non conformi dall’estero. Questo problema è generalizzato su tutto il comparto, ma colpisce di più il vino e la zootecnia. Sul vino per come è posizionata l’Italia possiamo continuare a fare produzioni che i nordici si sognano, mentre per la zootecnia nessun altro Paese ha prodotti tipici di origine animale come noi. Se vogliamo tutelare queste produzioni servono linee guida comuni che tengano conto di colture e culture. Alcuni controlli, ad esempio, vanno fatti in maniera più mirata”. Il settore è stato anche al centro di casi poco chiari, con il rischio di gettare ombre sull’intero comparto. Come ci si difende dalla solita tentazione di “fare di tutta l’erba un fascio”? “Ci sono anche nella filiera bio alcuni comportamenti scorretti, ma non bisogna generalizzare anche perché i controlli in questo settore sono più intensi che altrove e hanno dato percentuali di infrazioni minori rispetto ad altri settori. Si tenga poi presente che la frode normalmente non la fa l’agricoltore, che non ha alcun interesse a comportarsi male. Occorre quindi comunicare meglio e di più ciò che già si fa”.


Un nuovo impianto biologico nella pianura saviglianese

Frutta bio, alcuni consigli per partire IL SERVIZIO TECNICO DI CONFAGRICOLTURA CUNEO È A DISPOSIZIONE PER PIANIFICARE E VALUTARE LE SCELTE

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andamento altalenante dei mercati convenzionali degli ultimi anni ha portato a un interesse sempre più marcato per la filiera biologica soprattutto nel settore frutticolo in provincia di Cuneo. “Iniziare una produzione biologica nel comparto della frutta non è una cosa semplice: ci sono molte accortezze da tenere presente prima di buttarsi dentro questo mondo. Si tratta di valorizzarne la filiera naturale di produzione a discapito in parte dell'aspetto estetico del prodotto – spiega Nicolas Anghilante, tecnico di Confagricoltura Cuneo -. Produrre biologico esclusivamente pensando a una forma diversa di businees è errato, bisogna essere convinti e altamente preparati. Per il momento, molto del biologico, parlo principalemente di melo, pero e pesco è destinato alla trasformazione industriale (succhi, puree, baby food) e non per il consumo fresco”.

togeni e fitofagi; IRRIGAZIONI CONTROLLATE: al fine di garantire il giusto apporto di acqua durante l'annata senza eccedere creando umidità inutile all'interno dell'appezzamento che come ben sappiamo è il principale vettore di infezioni fungnee; POTATURA: inoltre una buona ed energica potatura renderà molto più semplice l'interazione dei prodotti con la superficie vegetale; essendo i prodotti bio meno risolutivi, chiaramente, dei prodotti convenzionali. I tecnici ricordano, inoltre, che una delle principali avversità per quanto riguarda le pomacee biologiche è l'afide lanigero che sta creando notevoli problemi in qua-

si tutti gli appezzamenti in provincia di Cuneo contro il quale si stanno facendo prove contenitive al fine di garantire la produzione finale. “Per quanto possa sembrare strano la lotta contro la ticchiolatura non rappresenta un grosso problema in quanto con l'utilizzo di Polisolfuro di calcio sotto pioggia e zolfo in copertura si riescono a contrastare le varie infezioni sia primarie che secondarie abbastanza facilmente – aggiunge Anghilante -. Chiaramente sarà opportuno monitorare giornalmente i mm di pioggia caduti tramite un pluviometro posizionato nei pressi degli appezzamenti. Il polisolfuro però crea molti problemi in fase di distribuzione, sarà di fondamentale importanza mantenere la miscela in agitazione fino alla fine del trattamento al fine di evitare spiacevoli intasamenti di filtri, ugelli e in alcuni casi delle pompe delle botti di irrorazione”. PROVE SPERIMENTALI BIO Il servizio di assistenza tecnica di Confagricoltura Cuneo in questo ambito sta effettuando prove per il contenimento delle principali avversità di melo, pero e pesco. Attualmente sono in sperimentazione circa 4 ha di pesco biologico per consumo fresco sul quale nei prossimi anni sarà possibile valutarne la sostenibilità e alcune prove con prodotti a base di olii essenziali di arancio per il contenimento del lanigero. Chiunque fosse interessato a un incontro per pianificare ed eventualmente valutare una filiera di produzione biologica può contattare il referente tecnico Nicolas Anghilante (Cell. 342/1422203 anghilante@confagricuneo.it)

Un pereto bio in pieno sviluppo

QUALCHE UTILE ACCORGIMENTO Un'azienda può inserirsi nel regime biologico per il prodotto fresco. In questo contesto si ricorda l'importanza della progettazione di impianto: SESTI LARGHI: garantiranno una maggior circolazione di aria e la penetrazione della luce che sfavoriranno l'instaurarsi di spiacevoli paL’Agricoltore cuneese N. 02 • MARZO 2017

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Piano di Sviluppo Rurale

Psr Piemonte: Regione bocciata PER CONFAGRICOLTURA LO STRUMENTO CONTINUA A NON RISPONDERE ALLE NECESSITÀ DEL MONDO AGRICOLO di Gilberto Manfrin

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a sensazione che hanno gli agricoltori cuneesi e piemontesi sul Psr è quella di avere a che fare con uno strumento inadeguato e che in qualsiasi modo si intervenga, non si riesca a rispondere alle loro esigenze. RISORSE INADEGUATE L’ennesima dimostrazione la si è avuta anche di recente. La Regione ha infatti aperto il bando 2017 per l’insediamento dei giovani agricoltori, ma le risorse a disposizione serviranno a concedere sì e no un contributo una tantum soltanto a un centinaio di nuove imprese in tutto il Piemonte. Una miseria. “Complessivamente, il Psr mette a disposizione circa 1,1 miliardi di euro – ricorda Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo -. Le risorse, dunque, ci sono, ma la Regione non è in grado di utilizzarle, sostenendo che il sistema è rigido e che ‘Bruxelles non ci lascia fare quello che vogliamo’. Noi, invece, riteniamo che con una buona capacità negoziale si possa ottenere di più. Confagricoltura ha suggerito una serie di interventi, pressoché inascoltati. Non si tratta soltanto degli aiuti per i giovani agricoltori, ma anche per i miglioramenti aziendali riferiti agli imprenditori di ogni ordine d’età”. “Se può anche essere una buona notizia il fatto che abbiano aperto i nuovi bandi per l’insediamento dei giovani (le domande chiuderanno il prossimo 31 maggio, vedi i dettagli nell’inserto tecnico a pagina I) - la cattiva notizia è che sono a disposizione soltanto 4 milioni di euro. In pratica, si potranno finanziare non più di 100 domande, non per la provincia di Cuneo, ma per tutto il territorio piemontese – chiosa Marco Bruna, direttore di Confagricoltura Cuneo zona Saluzzo e Savigliano -. Per contrastare il declino serve altro”. SPERANZE DELUSE Il conto è presto fatto: in Piemonte al 31 dicembre 2016 erano attive 54.522 azien-

de agricole, in calo dello 0,41% rispetto all’anno precedente. Nel 2016 si sono presentate molte domande per l’insediamento dei giovani agricoltori - ‘costretti’ ad aprire la partita iva prima di presentare la richiesta di contributo alla Regione - e ciò ha favorito un gran numero di nuove iscrizioni al registro delle ditte tenuto dalla Camera di Commercio. Se calcoliamo che la vita media di un’impresa è di circa 45 anni (tanti ne occorreranno, tra poco tempo, perché un lavoratore autonomo maturi il diritto alla pensione), ecco che per sostenere il turn-over occorrerebbero circa 1.200 nuove iscrizioni all’anno. Tra il 2015 e il 2016 le aziende condotte da giovani sotto i 35 anni sono passate da 3.044 a 3.770, con un aumento del 23,8%. L’incremento, come abbiamo detto, è stato sostenuto dal desiderio dei giovani di vedersi finanziato il primo insediamento, ragione che ha spinto molti giovani ad aprire una partita Iva agricola. Molte speranze sono però andate deluse, tant’è che il nuovo bando emanato giovedì 23 febbraio offre la precedenza, con l’attribuzione di una priorità, ai giovani che hanno presentato domanda lo scorso anno e che non hanno ottenuto il finanziamento per carenza di risorse. “In pratica la Regione Piemonte adesso cerca di ‘metterci una pezza’ – sottolinea Confagricoltura Cuneo - perché i giovani che non hanno ottenuto finanziamenti sul bando dell’anno 2016, qualora decorrano 12 mesi dalla data di apertura della partita Iva, non potranno più presentare richiesta per l’ottenimento di contributi, in quanto verrebbero considerati già insediati”. NO A NUOVI BANDI Al di là di tutto va rimarcato lo scarso ascolto che la Regione continua a riservare alle richieste del mondo agricolo: Confagricoltura in una recente lettera inviata all’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, aveva sottolineato

ancora una volta la propria contrarietà e il proprio malumore per le decisioni che l’amministrazione regionale continua ad assumere in merito all’attuazione del Piano di sviluppo rurale, in particolare per quel che riguarda proprio le misure relative ai giovani imprenditori agricoli. Si era chiesto di non aprire nuovi bandi, ma di favorire lo scorrimento delle graduatorie: è avvenuto l’esatto opposto. Nella lettera all’assessore, l’organizzazione agricola aveva ribadito il proprio dissenso in ordine all’annunciata (e prossima) decisione di aprire un nuovo bando dell’operazione 4.1.1 finalizzato a favorire, con un punteggio di priorità, l’accesso ai contributi comunitari per gli investimenti da parte di quei giovani agricoltori che nell’attuale bando dell’operazione 4.1.2, loro riservato, risultano in posizione non finanziabile. In molti casi i lavori sono in corso o sono già stati realizzati perché le imprese non possono aspettare i tempi della burocrazia. I giovani che hanno agito senza perdere tempo saranno costretti a presentare nuovamente le domande quando verranno aperti i prossimi bandi, ma non potranno, almeno così pare, vedersi finanziati gli investimenti che sono già stati realizzati. ULTERIORE BUROCRAZIA “Un gravissimo danno – commenta Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Cuneo -. Probabilmente, partendo per tempo, ricercando le risorse - che ci sono si sarebbe potuto ottenere uno scorrimento delle graduatorie, consentendo a tutti i giovani che hanno realizzato investimenti finanziabili di ottenere il contributo. Le istruttorie relative alle domande presentate l’anno scorso non sono ancora completate, ma la Regione apre nuovi bandi, aggiungendo complicazioni a un sistema che è già in forte difficoltà. Dovrà modificare gli applicativi informatici rispetto ai bandi precedenti, per cui si potrebbero registrare, con ogni probabilità, ulteriori ostacoli burocratici. Siamo di fronte ad un dato di fatto: il Psr, com’è evidente, da solo non riesce a sostenere il ricambio generazionale e a incentivare il rinnovamento delle imprese. Il ruolo del sindacato degli agricoltori diventa perciò sempre più fondamentale per favorire l’aggregazione delle imprese, per dare voce agli imprenditori, per formulare proposte, per esercitare un’azione di stimolo, controllo e, se serve, di denuncia, nei confronti della Pubblica amministrazione”.

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Il caso

Agea taglia i titoli spettanti CONFAGRICOLTURA: "ENNESIMA MANNAIA DI UN'AMMINISTRAZIONE PUBBLICA CHE NON DÀ CERTEZZE AGLI AGRICOLTORI" di Gilberto Manfrin

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l 1° aprile 2016, quasi un anno fa, Agea (Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura) aveva comunicato il portafoglio dei titoli definitivi 2015-2020. Dopo due anni dall’approvazione della nuova Pac, gli imprenditori agricoli finalmente potevano conoscere il numero e il valore dei loro titoli. Non era così. L’ennesima mannaia di una Pubblica amministrazione incapace di dare certezze al mondo agricolo si è abbattuta nei giorni scorsi sugli agricoltori, molti dei quali hanno già iniziato, se non concluso, degli investimenti. Ma cosa è accaduto? MANCANO LE RISORSE Purtroppo Agea si è accorta che non ci sono le risorse per l’assegnazione titoli da Riserva 2016 per ‘giovani e nuove aziende’, considerate categorie prioritarie, e manca la copertura per i titoli assegnati nel 2015. Per porvi rimedio, è previsto il taglio cautelativo del valore dei titoli di un 7% per tutte le aziende e di circa il 27% per le aziende che hanno ricevuto titoli da Riserva per la zona montana (fattispecie C2). “C’è il serio rischio di creare un disastro totale – afferma senza mezzi termini Gualtiero Dalmasso, responsabile del Caa provinciale di Confagricoltura Cuneo -. La situazione impone ai nostri agricoltori di restituire soldi già percepiti. Arpea (l’ente pagatore regionale) ha già riallineato i titoli ai nuovi valori: quelli da riserva, che fino a pochi giorni fa valevano 228,76 euro, ora valgono 170,19 euro. Ciò vuol dire che il pagato 2016 delle aziende calerà”. Un esempio? Un’azienda che aveva percepito 30mila euro di contributo (greening compreso), ora avrà 22.300 euro, restituendo circa 8mila euro. Alle imprese non sarà richiesto di rendere i soldi, ma al primo pagamento a loro favore verranno trattenuti, con tutta probabilità, quelli delle campagne 2015 e 2016 mentre le aziende che devono ancora ricevere il contributo, in fase di pagamento saranno già allineate ai nuovi valori. E dire che i titoli avrebbero dovuto essere consolidati”. COMPORTAMENTO DISCUTIBILE “Ancora una volta il mancato dialogo e il confronto che da sempre richiediamo alla Pubblica amministrazione si ritorce contro gli imprenditori agricoli – commenta Confagricoltura Cuneo -. Riteniamo che il comportamento di Agea sia quanto meno discutibile. A due anni di distanza dall’applicazione della nuova Pac e ad un anno dall’assegnazione dei titoli definitivi non si può dire alle aziende che devono restituire i soldi perché considerati come pagamenti in eccesso per sanare situazioni di errore di calcolo dell’Amministrazione pubblica. Molte aziende, giustamente convinte del loro portafoglio titoli, hanno ormai intrapreso investimenti. Chi va a dirglielo, adesso, che dovranno restituire parte consistente del percepito?”.

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RIAPERTE LE DOMANDE 2015! Ma al peggio non c’è mai fine: paradosso del paradosso, con una circolare dello scorso 10 febbraio, Agea ha inoltre riaperto i termini per le domande ‘Riserva Nazionale 2015’ (avete capito bene 2015, non è un errore) per le fattispecie C2 (zona montana) e D (svantaggi specifici) ed Arpea ha comunicato anche per il Piemonte la riapertura dei termini, con scadenza domande avvenuta lo scorso 7 marzo. “Se è pur vero che il tutto potrebbe, con molti dubbi, risolvere qualche piccola dimenticanza del 2015 a nostro favore – prosegue Dalmasso -, dal nostro punto di vista è inammissibile, sia tecnicamente che giuridicamente, che si riaprano i termini di domande scadute ormai da due anni”. NUOVI RICONTEGGI IN VISTA La circolare Agea parla di un fermo cautelativo. Ciò significa che l’organismo pagatore si riserverà di fare nuovamente i conti e che le percentuali di decurtazione potrebbero abbassarsi. Si spera, dunque, in un ridimensionamento degli importi da restituire che, alla luce delle ultime notizie, dovrebbero attestarsi su un 3% circa per tutte le aziende ed un 17% circa per i fruitori della Riserva fattispecie C2-zona montana. La notizia peggiore è, però, che non sarà una restituzione o pagamento al ribasso una-tantum, ma il valore dei titoli varrà per l’intera programmazione 2015/2020.

POST 2020

Avviata una consultazione pubblica sulla nuova Pac La Commissione europea ha iniziato una fase di ammodernamento e semplificazione della politica agricola comune (PAC) avviando una consultazione pubblica che durerà fino al prossimo 2 maggio. I contributi ricevuti la aiuteranno a definire le future priorità della politica agricola. Una politica agricola comune più moderna e semplificata consentirà di rispondere alle sfide principali che l'agricoltura e le zone rurali si trovano ad affrontare, contribuendo nel contempo a conseguire le priorità strategiche della Commissione (in particolare crescita e occupazione), nonché allo sviluppo sostenibile e a un bilancio incentrato sui risultati, sulla semplificazione e sulla sussidiarietà. La consultazione pubblica consentirà agli agricoltori, ai cittadini, alle organizzazioni e alle altre parti interessate di esprimersi sul futuro della politica agricola comune. La Commissione si avvarrà dei contributi forniti dalla consultazione per redigere una comunicazione, prevista per la fine del 2017, contenente un bilancio dell'attuale funzionamento della politica agricola comune e possibili opzioni politiche per il futuro fondate su prove affidabili. I risultati della consultazione pubblica saranno pubblicati online e presentati dal Commissario Hogan nell'ambito di una conferenza prevista a Bruxelles nel luglio 2017. È possibile rispondere alla consultazione pubblica sul futuro della Pac al link https://ec.europa.eu/agriculture/consultations/capmodernising/2017_it .



Nuove progettualità

Agronetwork, più dialogo tra le filiere L'ASSOCIAZIONE FONDATA DA CONFAGRICOLTURA, NOMISMA E LUISS MIRA A PROGETTI PER INTEGRARE PRODUZIONE AGRICOLA, TRASFORMAZIONE E DISTRIBUZIONE di Ilaria Blangetti

Guido FOLONARI

i diversi attori delle filiere senza fare gli interessi dei consumatori”.

PRODURRE NON BASTA PIÙ La nuova associazione, infatti, opererà per la valorizzazione del sistema agroalimentare in una logica di integrazione tra prona nuova associazione per consoliduzione, trasformazione industriale, ricerca dare i rapporti tra agricoltura, indu- e nuovi modelli di business sposando il stria e distribuzione, per guardare profondo cambiamento avviato dagli oral futuro con rinnovato ottimismo. Su que- gani direttivi della Confagricoltura, che si ste basi si fonda Agronetwork, la neonata sono aperti al mondo della trasformazione, ovvero al sistema agroindustriale. Perché associazione fondata da Confagricoltura insieme a Nomisma e Luiss. Un vero e produrre ‘solamente’, oggi non basta più: proprio incubatore di idee, un luogo per per stare sul mercato e guardare all’exdialogare, pensare, sperimentare e trovare port, e perché i rapporti di filiera si fanno insieme soluzioni condivise e vincenti. L’as- sempre più stretti. semblea generale, che si è svolta a Roma a “I mercati sia del fresco che del conservainizio febbraio, ha eletto all’unanimità alla to sono cambiati in profondità – conferma presidenza Luisa Todini, alla vicepresiden–: globalizzazione, dimensioni di impresa, modelli distributivi, gusti dei consumatori, za Guido Folonari, Matteo Caroli e Denis innovazione organizzativa, processi e Pantini, alla segreteria generale Daniele Rossi. Il vicepresidente Guido Folonari, prodotti, impongono alle aziende nostre socio della Confagricoltura di Cuneo, associate un salto qualitativo ed una nuova visione progettuale. Dobbiamo ricercare commenta così le finalità della nuova asciò che ci può unire e potenziare, insieme sociazione. “L’obiettivo – commenta – è all’industria grande media e perfino piccofar dialogare la produzione agricola con la trasformazione alimentare, con la distri- la se dinamica e innovativa”. buzione, su progetti concreti ed innovativi, Unire gli interessi è quindi la chiave per cercando di superare ove possibile le logiessere vincenti? “Non è detto – risponde tmc bozza1:Layout 1 indeboliscono 24-11-2008 spesso 16:59 Pagina 1 -. Gli interessi possono anche esche conflittuali che Folonari Vicepresidente di Agronetwork

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sere diversi. É il mercato, la nicchia, il tipo di innovazione, il progetto che ci condurrà a collaborare in una situazione ‘win win’ a fianco del nostro consumatore”. CINQUE AREE DI ATTIVITÀ Intanto Agronetwork è già al lavoro con un programma che prevede 5 aree di attività: internazionalizzazione, ricerca e innovazione, l’autentico italiano, turismo e territorio, finanza e nuova strumentazione. “Questo primo anno ci concentreremo sui percorsi di innovazione e sulla promozione dei territori – spiega Folonari -. Vorremmo realizzare delle iniziative concrete, un nuovo ‘think tank’ per i progetti agro industriali del futuro”. “Agronetwork – ha commentato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi – nasce dalla consapevolezza della strategicità del settore agroalimentare per la ripresa economica del nostro Paese, con 200 miliardi di euro di fatturato, 35 miliardi di export e quasi 8 miliardi spesi in innovazione; ma dalla altrettanta consapevolezza della necessità di operare in una logica di filiera al servizio delle imprese”. CHI POTRÀ FARNE PARTE Potranno far parte di questa associazione le imprese della produzione agro alimentare, iscritte e non iscritte a Confagricoltura, e/o appartenenti anche ad altri sistemi associativi, le imprese fornitrici e clienti del sistema agroalimentare del Paese, gli enti di ricerca, della certificazione, del credito ed dell’assicurazione, della formazione e del trasferimento tecnologico, sia pubblici sia privati, attivi nel sistema agroalimentare, le associazioni di categoria e di prodotto e altre organizzazioni ed aggregazioni interessate al sistema agroalimentare del Paese.


Danni da maltempo

Alluvione, i fondi non sono sufficienti IN PROVINCIA DI CUNEO DANNI ALLE STRUTTURE AZIENDALI E ALLE INFRASTRUTTURE PER OLTRE 22 MILIONI DI EURO

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ono stati quantificati i danni dell’alluvione che ha colpito il Piemonte e molte zone della provincia Granda tra il 21 e il 26 novembre 2016. L’esondazione di Po, Tanaro, Bormida e dei corsi d’acqua secondari hanno prodotto danni eccezionali alle aree agricole, alle strutture aziendali e alle infrastrutture per un totale di 47,156 milioni di euro, di questi 22,696 milioni riguardano la provincia di Cuneo (in particolare 12,671 per le infrastrutture, 10,025 per le strutture). Colpite moltissime zone, dal Saluzzese alla val Bormida, passando per Monregalese e val Tanaro. Ora, con questa delibera la Giunta regionale, oltre alla quantificazione dei danni, ha chiesto al ministero delle Politiche agricole la dichiarazione di

eccezionalità dell’evento e l’inclusione dell’ammontare del danno nel calcolo ai fini del prelievo dal Fondo di solidarietà nazionale. “Un buon segnale per le aziende, è stato fatto un gran lavoro, ma temiamo che i fondi non siano sufficienti dato che in molti casi i danni sono agli impianti – commentano dagli uffici di Confagricoltura Cuneo – e porteranno ad un mancato guadagno per anni”. Tante aziende, infatti, durante quelle infinite giornate, hanno subito danni importanti: è il caso anche dell’azienda florovivaistica di Anna Maria Cavallero a Cortemilia. “Ho subito danni che ammontano almeno a decine di migliaia di euro, senza contare il mancato guadagno di questi mesi in cui sono

costretta a rimanere chiusa per ripristinare parte delle strutture e far ripartire il ciclo produttivo di piante e fiori – commenta con profonda tristezza –. Prima di investire però devo sapere quali misure saranno prese per sistemare gli argini, non posso ‘buttare via’ dei soldi senza avere delle garanzie. Ho messo l’anima in questa azienda, non sarà facile ripartire tra un anno in tempo di crisi ma aspettare di più potrebbe significare chiudere definitivamente”. Confagricoltura Cuneo ha poi sottolineato come sarebbe necessario superare la Legge 102 che prevede risarcimenti alle aziende solo se hanno subito danni superiori al 30% della Produzione Lorda Vendibile ordinaria. Una volta pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto ministeriale, le aziende agricole che hanno subito danni infrastrutturali o strutturali dovranno presentare domanda per il risarcimento entro 45 giorni. Appena la macchina amministrativa quindi sarà partita, si invitano le aziende interessate a contattare gli uffici della Confagricoltura per ricevere un aiuto nella compilazione delle domande.

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INSERTO TECNICO

U N I O N E

P R O V I N C I A L E

A G R I C O L T O R I

N. 03 • 2017

NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE E APPROFONDIMENTI SU WWW.CONFAGRICOLTURACUNEO.IT O SU WWW.FACEBOOK.COM/CONFAGRICOLTURACUNEO

PSR - INSEDIAMENTO GIOVANI 2017: APERTE LE DOMANDE

Operazioni sarà oggetto di uno specifico bando “Programma integrato” (cosiddetto pacchetto giovani) previsto dalla stessa DGR n. 16-4684 del 20.02.2017 e che verrà messo in attuazione prossimamente. Per informazioni rivolgersi agli uffici della Confagricoltura di Cuneo (anche se l'Unione si chiede a cosa serva fare le domande stante la situazione descritta a pagina 9).

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ome detto e commentato nell'articolo a pagina 9 di questo giornale la Regione Piemonte, con la Determinazione Dirigenziale numero 169 del 23 febbraio 2017, ha approvato il bando per l’operazione 6.1.1 Premio di insediamento giovani.

TEMPISTICHE E SCADENZE Le domande per l’adesione al bando possono essere presentate fino al prossimo 31 maggio.

BONUS AGRICOLTORI: ESONERO CONTRIBUTI PER GLI 'UNDER 40'

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RISORSE DISPONIBILI Le risorse assegnate al bando ammontano a 4 milioni di euro.

l Bonus agricoltori 2017 è il nuovo beneficio previsto dalla Legge di Bilancio: riguarda i coltivatori diretti e IAP (imprenditori agricoli professionali) under 40, ha durata quinquennale e prevede l’esonero dal pagamento dei contributi previdenziali obbligatori Inps nel settore agricoltura.

BENEFICIARI Al bando possono partecipare i seguenti soggetti: 1 - giovani che richiedono esclusivamente il sostegno della Operazione 6.1.1 “premio per l'insediamento di giovani agricoltori “ e che non intendono presentare domanda di sostengo ai sensi della Operazione 4.1.2; 2 - giovani che hanno presentato domanda di adesione al bando di dicembre 2015 della Operazione 4.1.2 (bando emanato con DD 885 del 22.12.2015) e al bando 2016 della Operazione 6.1.1 (bando emanato con DD 210 del 5.04.2016), relativamente al caso in cui tale domanda della Operazione 6.1.1 - bando 2016 non abbia ottenuto un punteggio di priorità sufficiente per accedere alla disponibilità di risorse assegnate al citato bando 2016, mentre le risorse disponibili sul bando di dicembre 2015 consentono l’ammissione al finanziamento della domanda di Operazione 4.1.2. In tale caso la domanda della Operazione 6.1.1 presentata ai sensi del presente bando 2017 (che deve necessariamente prevedere gli stessi investimenti / spese già indicati nella precedente domanda presentata ai sensi del bando 2016 della Operazione 6.1.1), se finanziabile, ricostituisce in abbinamento con la domanda della Operazione 4.1.2 presentata ai sensi del bando di dicembre 2015 l’originario “progetto integrato” (con diritto al relativo punteggio di priorità).

COME FUNZIONA IL BONUS Ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali con età inferiore a 40 anni che si iscrivono all’apposita gestione INPS nel 2017 è riconosciuto lo sgravio dei contributi pensionistici al 100% per i primi 3 anni, al 66% per il quarto anno e al 50% per il quinto. Lo sgravio spetta anche ai CD e IAP con meno di 40 anni iscritti all’INPS nel 2016 se operanti in territori montani o svantaggiati. L’iscrizione alla gestione previdenziale deve avvenire nel periodo compreso tra il primo gennaio e il 31 dicembre 2017. Deve trattarsi di una nuova iscrizione, ossia riguardante soggetti che in precedenza non sono stati iscritti a tale gestione previdenziale. L’esonero riguarda solo i contributi per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti (IVS), ossia quelli che vanno a finanziare i trattamenti pensionistici del coltivatore diretto o dello IAP. Devono dunque essere corrisposti gli altri contributi dovuti dagli interessati, quali quelli relativi alla maternità e quelli antinfortunistici (questi ultimi limitatamente ai coltivatori diretti perché gli IAP non sono soggetti all’assicurazione INAIL). L’agevolazione verrà attribuita nel limite massimo delle norme europee sul 'de minimis' (per il settore agricolo: 15.000 euro in tre finanziarie).

NON SONO PREVISTE DOMANDE CONGIUNTE Il bando non prevede la possibilità di presentare domanda di adesione congiunta sia alla Operazione 6.1.1 “Premio per l'insediamento di giovani agricoltori “che alla Operazione 4.1.2 “Miglioramento del rendimento globale e della sostenibilità delle aziende agricole dei giovani agricoltori”. La presentazione congiunta della domanda di adesione a entrambe le

ESCLUSIONI E CUMULABILITÀ Sono esclusi dall’intervento agevolativo i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali che risultino già iscritti, nell’anno 2016, nella previdenza agricola. Viene inoltre esclusa la cumulabilità dell’intervento con altre riduzioni ed esenzioni contributive. Per informazioni rivolgersi agli uffici della Confagricoltura di Cuneo. INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 02 • MARZO 2017

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BANDO ASSEGNAZIONE IDONEITÀ ALLE SUPERFICI VITATE

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on D.D. 181 del 28/02/2017 la Regione ha emanato il bando per l’assegnazione dell’idoneità alle superfici vitate ai fini della rivendicazione delle D.O. Barolo, Barbaresco, Dogliani e Langhe Arneis.

BENEFICIARI Aziende che conducono superfici vitate e/o detengono autorizzazioni all’impianto e reimpianto di vigneti. PRESENTAZIONE DOMANDA La domanda va presentata tramite il servizio on-line del SIAP (sistemapiemonte) attraverso l’assistenza del CAA entro il 31 marzo 2017. INTERVENTI AMMISSIBILI Sulla base del programma triennale 2017-2018-2019, presentato dal Consorzio di Tutela, le denominazioni e le superfici sono le seguenti: BAROLO DOCG Sup. massima annua iscrivibile per denominazione: 20 ettari Sup. massima annua iscrivibile per azienda: 0.4 ettari BARBARESCO DOCG Sup. massima annua iscrivibile per denominazione: 7 ettari Sup. massima annua iscrivibile per azienda: 0.4 ettari LANGHE DOC ARNEIS Sup. massima annua iscrivibile per denominazione:10 ettari Sup. massima annua iscrivibile per azienda: 0.5 ettari DOGLIANI Sup. massima annua iscrivibile per denominazione: 20 ettari Sup. massima annua iscrivibile per azienda: 1.0 ettari

Gli interventi ammissibili sono: 1) Nuovo impianto (autorizzazione posseduta alla presentazione della domanda); 2) reimpianto (escluso il sovrainnesto); 3) Variazione di idoneità. PUNTEGGI E REQUISITI DI PRIORITÀ A) Azienda con attività prevalente CD o IAP: 4 punti. B) Azienda di cui alla lettera A in cui l’età del legale rappresentante sia compresa tra i 18 anni e 40 anni da compiere al momento della presentazione della domanda: 1 punto. C) Domande non assegnatarie, benché presentate correttamente negli anni precedenti (1 punto Per anno): 1 punto. D) Aziende che imbottigliano oltre il 50% della Produzione di Barolo Docg e Barbaresco DOCG: 2 punti. Nel caso del punto D la produzione sarà calcolata sulla base della produzione media delle ultime 3 denunce di produzione convertite in ettolitri (2014-2015-2016). L’imbottigliato sarà dato dalla media dell’imbottigliato degli ultimi 3 anni solari per il 2014-2015-2016. Se l’imbottigliato sarà superiore o uguale al 50% l’azienda avrà diritto ai 2 punti. Le aziende che hanno presentato domanda nel bando precedente ed hanno ricevuto l’assegnazione della superficie verranno riconosciuti in fase istruttoria “zero punti” indipendentemente dal possesso degli altri requisiti in tabella. Le aziende che hanno presentato domanda e ricevuto l’assegnazione della superficie nel presente bando non potranno ripresentare la domanda per i due bandi successivi. ITER DI ISCRIZIONE Per la variazione di idoneità non sarà necessario presentare la dichiarazione, in quanto verrà aggiornata direttamente su schedario successivamente alla data fissata per la richiesta della rinuncia o della revoca. Per la tipologia Reimpianto nel caso in cui la riconversione derivi da un vigneto esistente entro il 31/07/2018 dovrà essere effettuata l’estirpazione del vigneto e il reimpianto dovrà essere effettuato entro il 31/07/2019. Per la tipologia Nuovo impianto, l’impianto della superficie oggetto di assegnazione dovrà essere effettuato entro il 31/07/2019. In caso di mancato rispetto dei tempi l’assegnazione verrà revocata. ti

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BIOMASSE E BIOGAS: IN VIGORE IL DECRETO SUI SOTTOPRODOTTI

È

stato pubblicato mercoledì 15 febbraio scorso in Gazzetta Ufficiale n. 38 il Decreto 13 ottobre 2016, n. 264 del Ministero dell'Ambiente "Regolamento recante criteri indicativi per agevolare la dimostrazione della sussistenza dei requisiti per la qualifica dei residui di produzione come sottoprodotti e non come rifiuti", entrato in vigore il 2 marzo. Si tratta di un provvedimento molto atteso dai produttori di energia da biomasse e biogas in quanto finalizzato a favorire ed agevolare l'utilizzo, come sottoprodotti, di residui che derivano da un processo di produzione e che rispettano specifici criteri. In particolare, il decreto definisce alcune modalità con le quali il detentore del residuo di produzione può dimostrare che sono soddisfatte le condizioni generali previste per i sottoprodotti stabilite all'articolo 184-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e dunque l'esclusione dalla normativa sui rifiuti. GLI ELEMENTI PIÙ RILEVANTI 1 - si applica ai residui utilizzabili nei diversi settori produttivi (energia, chimica verde, ecc.), dei quali deve essere dimostrata la classificazione come sottoprodotto ai sensi dell'art. 184 bis del D.Lgs. 152/06; 2 - non si applica ai residui di produzione già esclusi dal regime dei rifiuti ai sensi dell'articolo 185 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; 3 - fornisce ulteriori criteri affinché, i detentori e/o utilizzatori di un residuo, possano dimostrare il possesso dei requisiti "certezza dell'utilizzo" e "normale pratica industriale" previsti dall'art. 184 bis del d.lgs. 152/06

per la classificazione di tali matrici in sottoprodotti; 4 - la certezza dell'utilizzo deve essere dimostrata dal momento della produzione del residuo, fino al momento dell'impiego dello stesso. A tale fine il produttore e il detentore sono tenuti ad assicurare l'organizzazione di un sistema di gestione, che include le fasi di deposito e trasporto. La certezza dell'utilizzo è dimostrata dall'analisi delle modalità organizzative del ciclo di produzione, delle caratteristiche o della documentazione relative alle attività dalle quali originano i materiali impiegati ed al processo di destinazione, valutando, in particolare, la congruità tra la tipologia, la quantità e la qualità dei residui da impiegare e l'utilizzo previsto per gli stessi; 5 - non costituiscono normale pratica industriale i processi e le operazioni necessari per rendere le caratteristiche ambientali del residuo idonee a soddisfare, per l'utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell'ambiente e a non portare a impatti complessivi negativi sull'ambiente, salvo il caso in cui siano effettuate nel medesimo ciclo produttivo; 6 - per le biomasse residuali destinate all’impiego per la produzione di energia mediante combustione o biogas (elenco ripreso dal DM 06.07.12), sono elencate le operazioni e le attività che possono costituire normali pratiche industriali; 7 - sono definite le disposizioni operative per la gestione dei sottoprodotti in termini di deposito, movimentazione, cessione a terzi, controlli e ispezioni; 8 - è prevista una scheda tecnica e dichiarazione di conformità contenenti le informazioni necessarie a consentire la verifica delle caratteristiche del residuo e la conformità dello stesso rispetto al processo di destinazione e all'impiego previsto; 9 - è prevista l'istituzione da parte delle Camere di commercio di un apposito elenco pubblico, in cui si iscrivono, senza alcun onere, i produttori e gli utilizzatori di sottoprodotti al fine di favorire lo scambio e la cessione dei sottoprodotti.

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III


PATRONATO LAVORATORI PRECOCI: NUOVE MISURE PER LA PENSIONE ANTICIPATA

L

a nuova Legge di Bilancio 2017, pubblicata a fine dicembre e in vigore dal 1° gennaio 2017, ha introdotto importanti disposizioni in materia pensionistica. Tra le novità più rilevanti alcune misure rivolte ai Lavoratori precoci. REQUISITI RICHIESTI A favore di quanti sono riconosciuti precoci dal 1° maggio 2017 per la pensione anticipata sono sufficienti 41 anni di contributi più la speranza di vita, anziché gli attuali 42 anni e 10 mesi per uomini e 41 e 10 mesi per donne. Sono considerati precoci i lavoratori (esclusi quelli con contribuzione dal 1° gennaio 1996) con almeno un anno di contribuzione effettiva prima del compimento dei 19 anni di età e che rientrano in una delle seguenti condizioni: • in stato di disoccupazione dopo aver concluso il periodo di sostegno al reddito in caso di cessazione del rapporto di lavoro, anche per licenziamento collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale; • assistono al momento della richiesta e da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado conviventi con handicap in

situazione grave; presentano una riduzione della capacità lavorativa, superiore o uguale al 74%; • lavoratori dipendenti che svolgono una professione considerata usurante e che svolgono al momento del pensionamento da almeno 6 anni in via continuativa attività lavorative per le quali è richiesto un impegno tale da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso il loro svolgimento ovvero appartengono alle categorie dei lavoratori di cui all’art. 1, commi da 1 a 3 del decreto legislativo n. 67 del 21 aprile 2011 (lavorazioni particolarmente faticose). Per i dipendenti pubblici che rientrano tra i precoci, il TFR/TFS decorrere dal raggiungimento del requisito anagrafico previsto per il pensionamento di vecchiaia. Il trattamento riconosciuto in quanto precoci non è cumulabile con redditi di lavoro, subordinato o autonomo, per un periodo di tempo corrispondente alla differenza tra il requisito ordinario (di anzianità contributiva a prescindere dall’età anagrafica) e l’anzianità contributiva posseduta al momento del pensionamento. Il beneficio a favore dei precoci è cumulabile con la maggiorazione prevista dall’art. 80, comma 3, L. 388/2000. Per maggiori informazioni rivolgersi al patronato Enapa di Confagricoltura Cuneo. •

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Vitivinicoltura

Primi dati positivi sulla vendemmia L'ASSOCIAZIONE VIGNAIOLI PIEMONTESI HA RESO NOTI I DATI DEL LAVORO SVOLTO IN CANTINA NEL 2016. UN TERZO DEI 64MILA OCCUPATI NEL SETTORE È DONNA

Gianluca DEMARIA Presidente sezione Vini rossi di Confagricoltura Cuneo

U

na produzione totale di vino che a livello regionale è stata di 2,5 milioni di ettolitri, pari ad un +3,3% sul 2015. Facendo un paragone, le cifre a livello nazionale si attestano su una produzione di 51,5 milioni di ettolitri (+2% sul 2015). Ancora: le aziende vitivinicole piemontesi sono 18mila su 67mila totali, mentre gli ettari vitati sono circa 43.500. Di grande rilievo i dati sull’export, che si attesta attorno al miliardo di euro su un

export agroalimentare complessivo di 4,5 miliardi di euro. Sono numeri specchio di un’altra annata qualitativamente eccellente e che descrivono un comparto in salute, quelli forniti dall'associazione Vignaioli piemontesi nei giorni scorsi in occasione della pubblicazione dei dati di 'Anteprima Vendemmia 2016'. “Una vendemmia da '10' in pagella - commenta Gianluca Demaria, presidente della sezione Vini rossi di Confagricoltura Cuneo -. Quantità in aumento rispetto al 2015 e qualità eccellente, favorita da un periodo vendemmiale con giornate calde, piogge sporadiche e favorevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte. Il risultato è stato quello di un'uva sanissima con bucce resistenti e tannini maturi, vini con gran-

de equilibrio ed eleganza e con premesse di lunghi invecchiamenti e longevità”. Dalle analisi e valutazioni svolte, tutti i vitigni sono collocati nella vetta della classifica, ovvero le 5 stelle dell’eccellenza a Arneis, Barbera, Brachetto, Nebbiolo e Ruché. Gli altri vitigni stanno nella sfera dell’ottimo, con 4 stelle. Il comparto vitivinicolo rappresenta la punta avanzata dell’agricoltura piemontese che si dimostra una realtà solida e vitale; un settore caratterizzato da fenomeni di rinnovamento, innovazione e di ricambio generazionale, soprattutto con l’inserimento di migliaia di giovani agricoltori e una crescita della componente femminile (sono 22mila le aziende agricole condotte da donne); un terzo dei 64mila occupati in agricoltura sono donne.

2,5 milioni hl di vino prodotti in Piemonte nel 2016

+3,3%

sul 2015

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Vitivinicoltura

L'Asti secco ha un futuro frizzante LA COMMISSIONE TECNICA DEL MINISTERO DELL’AGRICOLTURA HA APPROVATO IL DISCIPLINARE DELLA NUOVA DOC. SI ATTENDE IL VIA LIBERA DEL COMITATO NAZIONALE VINI di Gilberto Manfrin

V

ia libera dalla commissione tecnica del ministero dell’Agricoltura al disciplinare della nuova Doc Asti tipologia ‘secco’. Un primo importante passo frutto di un lavoro di squadra che ha visto impegnati la Regione Piemonte, le rappresentanze agricole, il Consorzio dell’Asti, i produttori e i trasformatori per difendere e ampliare gli spazi che l’Asti può avere sui mercati nazionali e internazionali. La Regione Piemonte aveva scritto anche al ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina per chiedere che ‘potesse proseguire celermente l’iter istruttorio ministeriale’ della modifica del disciplinare della Docg

Asti presentata dalla Regione Piemonte lo scorso primo dicembre, in modo da comprendere la versione secca dell’Asti, in vista delle prossime strategie commerciali della filiera piemontese del Moscato. “La richiesta del Consorzio di tutela dell’Asti, sostenuta dalla Regione Piemonte – si legge nella lettera - rientra appieno nelle possibilità offerte dalla normativa vigente e rappresenta la volontà dei produttori piemontesi di diversificare la propria offerta, valorizzando un vitigno e una vinificazione tradizionali, per incontrare i gusti del consumatore e assicurare una adeguata redditività ai territori di origine”.

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Secondo stime fornite dall'associazione Comuni del Moscato, l'Asti secco potrà ambire a 25/30 milioni di bottiglie, mentre ad esempio l'intero sistema Prosecco viaggia oltre i 500 milioni di bottiglie l'anno. Per Confagricoltura Cuneo sarebbe già un buon risultato si arrivasse a produrre 10 milioni di bottiglie di Asti secco per incominciare. “Dopo il sì della commissione tecnica dei


Inizio 2017 positivo per Asti e Moscato TRA NATALE E AVVIO D'ANNO IN ITALIA SONO AUMENTATE LE VENDITE, FATTO CHE NON AVVENIVA DA MOLTO TEMPO. CONFAGRICOLTURA CUNEO: "IL TREND SEMBRA CAMBIATO"

“I

Renato NEGRO Presidente sezione Vini bianchi di Confagricoltura Cuneo

giorni scorsi, è già stato convocato il Comitato Nazionale Vini per il 10 marzo (a giornale già in stampa, ndr), dal quale ci si aspetta il parere favorevole; dovranno poi passare ancora i 60 giorni della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto ministeriale che modifica il disciplinare dell’Asti e se non ci saranno ostacoli dal 10 maggio si lavorerà per definire il mercato e le linee promozionali del nuovo prodotto. Nel frattempo l’Asti Secco sarà già presentato alle principali fiere primaverili del settore, ma il percorso è ancora lungo”, ha commentato il presidente della sezione Vini bianchi di Confagricoltura Cuneo, Renato Negro.

numeri del 2016 purtroppo non sono ancora sui livelli di qualche anno fa, ma ci auguriamo che tra qualche mese potremmo recuperare terreno sui mercati garantendo un giusto reddito ai produttori”. Commentava così il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio, due mesi fa, i dati diffusi dal Consorzio per la tutela dell’Asti docg sull’andamento 2016 di Asti e Moscato d’Asti. L’anno nuovo sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo) essere iniziato però sotto gli auspici sperati. “Nel corso di un incontro del Tavolo di filiera dell’Asti svoltosi a metà febbraio sono stati forniti alcuni dati che vedono un piccolo aumento nelle vendite, con crescite importanti soprattutto in Gran Bretagna e qualche diminuzione in Italia e Germania”. È in particolare nella settimana tra Natale e inizio 2017 che sono aumentate in Italia le vendite dell’Asti, fatto che non avveniva da diversi anni: “Non si può affermare che sia una diretta conseguenza della campagna promozionale promossa a fine dicembre – prosegue Abellonio -, ma il trend sembra cambiato, come confermato dal positivo andamento vendite del mese di gennaio che rappresenta solitamente la cartina di tornasole per le vendite dell’anno. Alcune stime, con

il trend attuale, porterebbero ad una riduzione delle scorte pre-vendemmia di 50-60 mila Hl”. La pubblicità, insomma, potrebbe aver incentivato il consumo: il Consorzio dell’Asti Docg è stato on-air dal 15 al 31 dicembre 2016 con una campagna pubblicitaria creata da Armando Testa e pianificata da Media Italia su tv, internet e tramite affissioni. In tv sono stati trasmessi 967 spot da 10” sui principali canali generalisti e tematici. Lo spot ha raggiunto sul target Responsabile Acquisti circa 120 milioni di contatti in tv e circa 2 milioni su internet. La campagna affissione ha coperto il territorio del Consorzio oltre all’aeroporto di Torino Caselle. Sulla gestione del fondo pubblicità e sulle future iniziative il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio, afferma: “Si sta effettuando uno studio di posizionamento del prodotto. È un passaggio quasi obbligato per poi definire quale attività di marketing andare a concretizzare. Un lavoro che riguarderà tout court la denominazione Asti nelle sue tipologie Moscato d’Asti e Asti spumante, in tutte le versioni. Tra le iniziative per il 2017 sono stati confermati da parte del Consorzio anche programmi di valorizzazione all’estero, soprattutto negli Stati Uniti”.

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Corilicoltura

Una prima buona notizia: l'Olanda ha rinunciato a produrre la "Tonda gentile delle Langhe"

Nocciole, in attesa del Tar IL 4 APRILE LA 1A UDIENZA DEL RICORSO PRESENTATO ANCHE DA CONFAGRICOLTURA GAVUZZO: "SERVE COMPATTEZZA POLITICA" di Erica Giraudo

Aldo GAVUZZO Presidente sezione Frutta in Guscio di Confagricoltura Cuneo

D

opo l'intervento del ministro all'Agricoltura Maurizio Martina, l’Olanda ha rinunciato a chiamare le sue nocciole “Tonda gentile delle Langhe”, mentre in Italia è slittata al 4 aprile la prima udienza del ricorso al Tar presentato da Confagricoltura insieme a 100 Comuni di Alta Langa, Langa del Barolo, Roero e Astigiano, oltre che dal Consorzio Nocciola Piemonte Igp, Unaproa e altre associazioni di categoria. Al centro, il paradosso che si è creato nel momento in cui il Ministero delle Politiche agricole ha inserito, nel registro nazionale delle piante da frutto, la nocciola delle Langhe che, di fatto, ora si può coltivare ovunque in Italia, mentre nelle Langhe la dicitura non si può usare perché il disciplinare della Nocciola Piemonte Igp prevede l’uso della dicitura “Tonda Gentile Trilobata”. Intanto il Governo di Amsterdam ha avviato la procedura per

la cancellazione dell’espressione dal proprio registro varietale nazionale. Anche la Romania, in assenza di un registro unico europeo, aveva inserito il nome “Langhe” nell’elenco delle sue specie varietali. “La decisione dell’Olanda è importante perché dà un segnale forte su quella che è la posizione dell’intera Europa – spiega Aldo Gavuzzo, presidente della sezione corilicola di Confagricoltura Cuneo -. In Italia, invece, la situazione è rimasta quella che era. Noi italiani, e piemontesi in modo particolare, dobbiamo continuare a portare avanti la nostra battaglia. L’errore è stato fatto quando è stato registrato il marchio ‘Trilobata’. Ora non possiamo più indietro per cambiarlo e chiamarla ‘delle Langhe’. Ma a questo punto, è indispensabile che neanche le altre località, italiane ed estere, possano utilizzare questa dicitura. Sennò il rischio è che ci taglino fuori, penalizzando un settore in salute e vitale per l’economia provinciale e tutti i produttori che, in questi anni, hanno investito tempo e risorse per la sua valorizzazione. È fondamentale che tutte le parti politiche facciano la propria parte in modo compatto per risolvere un problema la cui soluzione è nell’interesse di tutti”. Gli olandesi, quindi, non chiameranno le loro nocciole “Tonda gentile delle Langhe”, ma è importante che anche in Italia il Tar del Lazio arrivi a stabilire quello che il Governo sembra non voler cambiare. Se così non fosse, un agricoltore che ad esempio ha comprato e innestato in Puglia una piantina “Tonda gentile delle Langhe” potrà venderle come nocciole delle Langhe. Ma un agricoltore delle Langhe, che produce nocciole Igp, no. “Si tratta di una vera truffa al consumatore – tuonano diversi addetti ai lavori e politici europei -, speriamo che il processo, in corso nella capitale (la prima udienza avrebbe dovuto svolgersi il 21 febbraio, ndr), dia esito positivo. Altrimenti il rischio è che, per le Langhe, tutta questa vicenda si trasformi, oltre che in un inquantificabile danno economico, anche in una vera e propria beffa”.

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Tecnico in frutteto

Atomizzatori, ultima chiamata CHI NON HA ANCORA EFFETTUATO LE TARATURE PUÒ RIVOLGERSI AI TECNICI DI CONFAGRICOLTURA

I

l termine del 26 novembre 2016 per la taratura delle macchine irroratrici (atomizzatori) è abbondantemente superato, ma la Regione Piemonte ha concesso a tutti coloro che non si sono ancora messi in regola, ma che avevano già effettuato la prenotazione entro la data di scadenza, la possibilità di procedere quanto prima ed entro l’utilizzo della macchina. Tutte le attrezzature per la distribuzione dei prodotti fitosanitari, anche in settori non agricoli, impiegate da utilizzatori professionali devono essere sottoposte almeno una volta al controllo funzionale presso un centro prova autorizzato. Il controllo funzionale consiste in una serie di verifiche eseguite per mezzo di una specifica attrezzatura e secondo un apposito

protocollo di prova, per valutare la corretta funzionalità dei componenti di una macchina irroratrice in uso, così come prevede il PAN (Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari). I tecnici di Confagricoltura Cuneo, che garantiscono il servizio di controllo e regolazione delle irroratrici, invitano le aziende a verificare la presenza di alcuni requisiti sui macchinari prima del controllo funzionale. 1 Deve essere presente una scala di lettura per il serbatoio principale funzionante, visibile dal posto di guida e/o dalla postazione di riempimento, con intervallo di lettura di max 50 litri per serbatoi inferiori a 1.000 litri e intervallo di lettura di max 100 litri per serbatoi superiori a 1.000 litri. 2 Deve esserci una griglia di protezione del gruppo ventola esterna ed interna.

3 Non devono verificarsi perdite né dal serbatoio né dalle tubazioni. 4 I filtri devono poter essere isolati dall’intero sistema, in modo che si possa operare nella pulizia o nella sostituzione a serbatoio pieno. 5 È obbligatoria la presenza di antigoccia e di ugelli puliti e funzionanti. 6 Il manometro deve essere di diametro minimo di 63 mm se a portata di mano e di 100 mm se non raggiungibile dall’operatore. L’intervallo di lettura della scala graduata deve essere al massimo di 1 bar per attrezzature che operano con pressioni superiori a 5 bar, mentre per quelle che operano a pressioni inferiori a 5 bar l’intervallo di lettura scende a 0,2 bar. 7 Deve essere presente obbligatoriamente il filtro a cestello. 8 Il cardano deve essere adeguatamente protetto. 9 L’attrezzatura al momento del controllo deve essere possibilmente pulita e con 50 – 100 lt di acqua pulita al suo interno. È consigliato contattare i tecnici di Confagricoltura Cuneo per accordarsi su data e orario della taratura.

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Confagricoltura news

Il divertimento sulle nevi della Riserva Bianca di Limone e la pausa ristoratrice a "L'Ange Blanc"

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nche quest'anno la giornata bianca organizzata da Confagricoltura Cuneo ha colto nel segno. Venerdì 17 febbraio, infatti, sulle piste del comprensorio Riserva Bianca di Limone Piemonte una quarantina tra soci e collaboratori non hanno voluto mancare alla dodicesima edizione del tradizionale appuntamento invernale proposto dall'associazione agricola. Dopo una giornata passata a sciare o fare snowboard sulle piste coperte di neve fresca, la comitiva si è trasferita al ristorante “L’Ange Blanc” a Limonetto per la cena a base di polenta e salsiccia. "Siamo felici che anche quest'anno l'iniziativa sia stata accolta con entusiasmo dai nostri soci - commenta Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo -. Ben vengano giornate come questa che, oltre a farci trascorrere qualche ora in amicizia e sport, rafforzano lo spirito associativo. Un doveroso ringraziamento va anche agli sponsor privati che hanno dato il loro contributo sostenendoci nell'organizzazione".

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Il presidente, il direttore e tutta la struttura di Confagricoltura Cuneo si stringono attorno ad Adriano Rosso, direttore della Confagircoltura zona di Cuneo, per l'improvvisa scomparsa del papà Francesco, storico allevatore di Caraglio. Ad Adriano e alla sua famiglia vanno le più sentite condoglianze anche da parte della redazione de L'Agricoltore cuneese.

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Al fianco delle imprese familiari

Per tutte le informazioni sull’attività della sezione “Impresa agricola familiare” di Confagricoltura Cuneo o per dare suggerimenti rivolgersi agli uffici dell’organizzazione agricola.

ATTIVA IN CONFAGRICOLTURA CUNEO UNA SEZIONE SPECIFICA CHE FAVORISCE LO SVILUPPO DELLE PICCOLE E MEDIE REALTÀ AGRICOLE LEGATE A UN NUCLEO FAMILIARE di Erica Giraudo

Graziano GIACOSA Presidente Impresa agricola familiare di Confagricoltura Cuneo

L’

80% delle imprese agricole italiane è a conduzione familiare, dato che, verosimilmente, in provincia di Cuneo sale ancora di qualche punto percentuale. In Granda, infatti, la maggior parte delle aziende agricole è, storicamente, affidata all’imprenditore che, con la sua famiglia, si occupa di coltivare i terreni agricoli e di allevare animali da reddito. Confagricoltura Cuneo ha, al suo interno, un’apposita sezione dedicata alle imprese familiari, affidata al presidente Graziano Giacosa, che la rappresenta anche nelle sedi nazionali. “A metà febbraio – dice Giacosa -, a Milano si è svolto un incontro sindacale di carattere formativo. Il seminario, che è durato due giorni, ha coinvolto i livelli nazionali e territoriali ed era rivolto alle imprese a conduzione familiare. Al centro, il tema della comunicazione e della gestione delle relazioni in ambito sindacale, nonché l'approfondimento del modello organizzativo a rete, che caratterizza la nostra associazio-

ne, per una visione imprenditoriale e strategica puntata alla crescita e allo sviluppo dell'impresa”. A TUTELA DELLO SVILUPPO DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE La sezione cuneese fa parte della Federazione italiana impresa agricola familiare (F.I.I.A.F.), interna a Confagricoltura, che, senza scopo di lucro, rappresenta e tutela le piccole e medie aziende condotte dall’imprenditore e della sua famiglia. L'attività della F.I.I.A.F. è diretta anche alla tutela di tutti gli addetti che con il lavoro e l'impegno contribuiscono alla conduzione aziendale. “Gli obiettivi – aggiunge ancora Giacosa – sono quelli di: favorire lo sviluppo tecnico ed economico, incentivare la modernizzazione e la competitività dell’impresa agricola familiare per consentirle di crescere. In modo particolare, cerchiamo di favorire la cooperazione tra le diverse realtà, anche attraverso

la ricerca, l’organizzazione del commercio, la trasformazione e la conservazione dei prodotti agricoli, il credito agrario, le mutue di assicurazione, la proprietaria fondiaria, le reti d’impresa, l’agriturismo, etc. Inoltre lavoriamo per promuovere il miglioramento delle condizioni sociali ed economiche di tutti i protagonisti delle impresa familiare, tutelando i loro bisogni ed interessi previdenziali e socio-assistenziali, tramite il patronato Enapa, e assicurando l’assistenza fiscale per il conseguimento delle prestazioni integrative attraverso il Caf di Confagricoltura”. OLTRE 150 MILA IMPRESE La Federazione italiana impresa agricola familiare, guidata a livello nazionale dal presidente Roberto Poggioni, riunisce oltre 151.000 imprese italiane associate a Confagricoltura. L’88% utilizza internet per le proprie attività e sistemi informatici nella gestione aziendale. La stragrande maggioranza dimostra, in base a recenti ricerche dell’organizzazione agricola, la voglia dì innovare e di svilupparsi e, per quanto riguarda soprattutto i più giovani (imprenditori o membri della famiglia) di formarsi per essere sempre più competitivi.

La percentuale delle imprese agricole italiane a conduzione familiare

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Le nostre aziende

Le grandi botti in Rovere di Slavonia per l'invecchiamento dei vini

Sua 'maestà' il Barolo nasce dalla tradizione CON LA PRESENTAZIONE DI 8 CRUS ANNATA 2013, L'AZIENDA GIOVANNI SORDO DI CASTIGLIONE FALLETTO SI CONFERMA AL TOP di Paolo Ragazzo

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ento anni di Barolo è il motto che ben riassume fin qui il percorso dell’azienda Giovanni Sordo, ottenuto su terreni generosi e con grandi vini, ma va sottolineata in modo particolare la grandezza delle persone che hanno indirizzato e realizzato questo sviluppo”. È il messaggio che Roberto Abellonio, direttore della Confagricoltura Cuneo, ha voluto lasciare alla famiglia guidata oggi da Giorgio Sordo e alla platea dei tanti esperti e operatori dell’informazione che mercoledì 1° marzo hanno affollato la cantina dell’azienda

agricola Sordo a Castiglione Falletto per la presentazione, in anteprima, degli 8 Crus di Barolo dell’annata 2013. Eccoli i ‘fantastici otto’: il ‘Gabutti’ di Serralunga d'Alba, il ‘Perno’ di Monforte d'Alba, il ‘Ravera’ di Novello, il ‘Monvigliero’ di Verduno e, nella zona di Castiglione Falletto, il ‘Parussi’, il ‘Rocche di Castiglione’, il ‘Villero’ e il ‘Monprivato’. DAI SORÌ DELLE LANGHE AL MONDO L’azienda, a conduzione famigliare, coltiva le vigne e produce vino da oltre tre generazioni. Fu fondata nei primi del

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‘900 dal nonno Giuseppe con un ettaro e mezzo di terreno, ma la svolta giunse con il padre Giovanni che, insieme alla moglie Maria, memoria storica dell’azienda, acquisì numerosi vigneti, ricercandoli tra i migliori della zona del Barolo: i cosiddetti “Sorì”’. Così oggi l’azienda conta una superficie totale di 53 ettari distribuiti in nove Comuni, quasi tutti nell’area di produzione del Barolo: Castiglione Falletto, Serralunga d'Alba, Monforte d'Alba, Barolo, Novello, La Morra, Verduno, Grinzane Cavour e Vezza d’Alba. La forte impronta familiare e il

rigoroso rispetto della tradizione è ben spiegato da Giorgio Sordo: “Mio nonno, prima, e mio papà, poi, hanno creato le basi fondanti per fare dell’azienda Sordo la realtà che è tutt’ora – dice –. I nostri segreti si chiamano passione per la qualità e investimenti continui in azienda e in cantina. Così siamo arrivati oggi a esportare oltre l’85% delle nostre bottiglie in tutto il mondo (principalmente Usa, Australia, Cina, Giappone, Russia, Germania e Nord Europa)”. La strada, tuttavia, non è sempre stata semplice, anzi. La scelta di scommettere sulla tradizione ci ha fatti soffrire non poco quando la moda suggeriva di invecchiare il vino in barrique. Noi abbiamo continuato con le botti grandi in legno confidando nella forza della tipicità. E alla lunga siamo stati premiati”. Alla richiesta di dirci qual è lo stato di salute del Barolo, Giorgio Sordo sorride e dice: “Personalmente ritengo che sia il vino migliore e se


Il tunnel che collega la cantina alla sala imbottigliamento e lo showroom

qualche anno fa era un po’ in sofferenza rispetto all’Amarone e al Brunello, ad esempio, oggi invece anche a livello di immagine sta recuperando il posto che gli spetta”. Il riconoscimento Unesco vi sta aiutando? “Inizialmente temevo che potesse portare tanti vincoli e limitazioni, ma mi sono dovuto ricredere vedendo il forte afflusso di turisti stranieri che ancora di più sono giunti sulle nostre colline negli ultimi anni. Gente amante delle bellezze paesaggistiche e delle nostre tipicità”.

INVESTIMENTI CONTINUI E CURA IN VIGNETO I grandi investimenti effettuati negli anni dalla famiglia Sordo si riflettono nell’imponente cantina d’invecchiamento, arredata con più di cento grandi botti in Rovere di Slavonia, per consentire una perfetta maturazione ed evoluzione dei vini, nella moderna sala degustazione da 120 posti che si affaccia su un panorama mozzafiato come l’enoteca e lo showroom. In totale l’azienda produce 350mila bottiglie l’anno, principalmente di ‘sua maestà’ Ba-

rolo (70%): i terreni di questa zona, infatti, composti da marne calcaree compatte, molto profonde e ricche di microelementi che, con la complicità del microclima tipico delle colline delle Langhe, sono l’ambiente ideale per la coltivazione del Nebbiolo. Ma dai vigneti Sordo prendono forma anche: Barbera d’Alba, Barbaresco, Dolcetto d’Alba, Nebbiolo d'Alba, Vioniè, Verduno Pelaverga, Langhe Chardonnay, Roero Arneis, Brut Rosè metodo classico e Alta Langa, solo per citarne alcuni. Ciò che si ottiene in cantina è sempre frutto di abili operazioni in vigneto, dove l’attenzione e il rispetto dell’ambiente sono massimi: l’inerbimento negli interfilari è controllato con graminacee e altre specie vege-

Affascinante, seducente, bionda, bellissimi occhi azzurri, fisico snello, 31enne, nubile, buon impiego, volontaria guardia forestale, cerca uomo serio, per matrimonio, convivenza. No stranieri, grazie.

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Sopra: la degustazione dei fantastici 8 Crus di Barolo annata 2013 Sotto: Roberto Abellonio con Giorgio Sordo

Bella presenza, coltivatrice diretta, 36enne, mai sposata, incontrerebbe uomo perbene, semplice, anche separato, con figli, per formare famiglia. No perditempo, no fumatori.

v 333 4246537 Insegna Inglese, alle Elementari, fantastica 41enne, bruna, occhi scuri, fisico armonioso, volontaria CRI, sani principi morali, crede nella famiglia, è alla ricerca di un uomo fedele, onesto, di cui innamorarsi.

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tali, che consolidano il terreno e ne aumentano la sostanza organica, eliminando l’uso della chimica e dei diserbanti; le viti sono trattate con zolfo e prodotti rameici e, solo in casi di gravi necessità, con altri presidi sanitari indicati da agronomi di fiducia. Grazie a un fitodepuratore di ultima generazione, infine, le acque reflue vengono restituite al terreno prive di sostanze inquinanti. E con questi risultati, il futuro della cantina con più menzioni geografiche dell’area del Barolo sarà con ogni probabilità ancora un ‘affare’ di famiglia, grazie a Paola, la figlia di Giorgio, che sta terminando gli studi all’Enologica di Alba, ma è già proiettata in una tradizione che si tramanda da oltre un secolo.

Imprenditrice settore vini, ottima presenza, bruna, occhi verdi, fisico slanciato, 46enne, divorziata senza figli. Sarebbe lieta di incontrare un signore semplice, corretto, con cui condividere il futuro, vive sola, e sarebbe disponibile anche a trasferirsi.

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Piemontese, bella donna, le piace cucinare, alleva piccoli animali da cortile, 51enne, vedova, conoscerebbe brav’uomo, cui volere bene. Non importa nè l’eta, nè l’aspetto, ma la buona educazione.

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Signora dolce, pensionata, automunita, 60enne, giovanile, ex infermiera, italiana, libera da impegni familiari, sarebbe disponibile anche a trasferirsi, se incontrasse uomo sincero, per farsi buona compagnia.

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MATRIMONIALI AMICIZIE

& a cura di Anna & Anna - Carmagnola - tel. 011 9626940

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da 50 anni

arti grafiche tipi da stampa

1967-2017


Fiera della Meccanizzazione

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uattro giorni dedicati alla tecnologia in agricoltura. Savigliano ospita, dal 16 al 19 marzo, la 36° Fiera Nazionale della Meccanizzazione Agricola nell’area fieristica di Borgo Marene, su una superficie che si estende per oltre 48 mila metri quadri. Attesi circa 350 espositori di attrezzature e macchinari agricoli per la pianura, la collina, la montagna e il giardinaggio. Anche quest’anno, ormai per la settima volta consecutiva, verranno proposti gli incontri “Business TO Business”. Durante la giornata di mercoledì 15 marzo, operatori esteri provenienti da Francia, Iran e Tunisia incontreranno presso la Crusà Neira di Savigliano alcuni costruttori del Piemonte, in particolare della provincia di Cuneo. L’iniziativa è organizzata nell’ambito del Progetto Piemonte Food Excellence che Ceipiemonte gestisce su incarico di Regione Piemonte, cofinanziato con il Fondo di Sviluppo e Coesione, ed è realizzata in collaborazione con il Centro Estero Alpi del Mare – Azienda Speciale della Camera di Commercio di Cuneo. La Fiera, inoltre, è come sempre occasione di approfondimento sulle tematiche di maggiore interesse per il pubblico e sulle più recenti novità del settore: dalla situazione dell’export di macchine agricole al tema dell’agricoltura e del cibo sostenibile (vedi convegno di Confagricoltura Cuneo a pagina 4); dall’analisi delle prospettive future del mondo agricolo, alla luce dei cambiamenti socioeconomici che stanno attraversando

Savigliano vetrina della meccanizzazione DAL 16 AL 19 MARZO RITORNA LA FIERA NAZIONALE. OLTRE 350 ESPOSITORI SU 48MILA METRI QUADRATI Ilaria Blangetti

il comparto, al dibattito sull’uso sostenibile degli agrofarmaci. E ancora dallo studio della nuova normativa in merito all’etichettatura per latte e formaggi per arrivare a una presentazione della realtà Veronafiere Spa e alle evoluzioni del design nella meccanizzazione agricola. Ecco quindi un assaggio delle tematiche che verranno trattate nello spazio Agrimedia dedicato a incontri, eventi formativi e convegni di settore. Innovazione e applicazione della ricerca sono valori di primo piano per la Fiera della Meccanizzazione Agricola, che conferma, infatti, il “Concorso novità tecniche”, iniziativa indetta e seguita direttamente dal Cnr – Imamoter, dall’Ente Manifesta-

zioni di Savigliano e dalle organizzazioni A.R.PRO.M.A, Unacma e FederUnacoma allo scopo di valorizzare la realizzazione da parte di costruttori italiani di macchine o componenti che presentino perfezionamenti idonei ad assicurare un progresso tecnico nell’ambito della meccanizzazione agricola, con particolare attenzione alle ricadute sull’ambiente. L’edizione 2017 della Fiera vede anche l’introduzione di un nuovo Premio, novità assoluta di quest’anno, dedicato all’Imprenditore dell’Anno. L’ingresso in fiera è libero e gratuito. Domenica, verrà messo a disposizione dei visitatori un servizio gratuito di navetta per raggiungere l’area. Trivelle_Miniescavatori_2_1-3

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Informazione pubblicitaria

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l silomais negli ultimi anni ha rappresentato l’alimento principale per la zootecnia bovina soprattutto nelle aree ad alta intensificazione produttiva. Gli obiettivi principali alla base delle scelte gestionali da parte dell’allevatore sono la produttività per unità di superficie, in termini di energia netta, e in alcuni casi la digeribilità della fibra e il contenuto in amido. Poca attenzione sinora è stata posta alla propensione all’insilamento delle diverse varietà di mais ponendo come concetto che la riuscita qualitativa del processo di insilamento. Inoltre non si è mai approfondita concretamente l’importanza delle perdite di conservazione e diminuzione di nutrienti a causa di processi di respirazione e fermentazione connessi con l’insilamento. La mancanza di oggettive indicazioni in merito alla propensione all’insilamento e alle perdite di conservazione sono da attribuire alla difficoltà di condurre studi adeguati per l’elevata numerosità di campioni da analizzare e dovuti ai molteplici fattori che possono influire la riuscita dell’insilamento. In tempi recenti un grande aiuto per superare queste difficoltà è derivato dalla disponibilità di uno strumento denominato Polispec NIR e caratterizzato da una stabilità strumentale e dalla massimizzazione della qualità delle informazioni spettrali raccolte grazie all’impiego di un PDA (PhotoDiodeAssay) che permettono di ridurre le oscillazioni di lettura dovute alla morfologia del campione o all’ambiente. Detto strumento, dotato di opportune curve di calibrazione è stato utilizzato in un’estesa sperimentazione condotta in collaborazione con KWS Italia, per valutare la propensione all’insilamento di diverse cultivar di mais (29 varietà) e considerando gli effetti : precoce vs tardivo, l’epoca di raccolta (più o meno 5 giorni dalla maturazione cerosa) e le condizioni pedoclimatiche di coltivazione (poco, mediamente, molto stressanti). Le procedure operative prevedevano il

Il silomais: quali prospettive future NEGLI ULTIMI ANNI HA RAPPRESENTATO L'ALIMENTO PRINCIPALE PER LA ZOOTECNIA BOVINA A cura del professore Igino Andrighetto

controllo delle caratteristiche chimiche del trinciato di mais direttamente in campo utilizzando lo strumento Polispec NIR, l’insilamento in minisilo di laboratorio, la verifica del peso ante e post insilamento. Da prime e preliminari considerazioni, si è potuto rilevare che la precocità delle cultivars di mais ha un effetto positivo sulla qualità dell’insilato, come pure l’epoca non tardiva di taglio indicando così la possibilità di conseguire migliori risultati con cultivar precoci e con epoche di taglio non eccessivamente avanzate. Dal successivo studio si è evidenziata un’importante influenza del tenore di umidità della pianta alla raccolta, poiché con l’innalzamento della sostanza secca si è ridotta la qualità degli insilati. Parimenti elevati livelli di NDF sembrano influenzare negativamente la riuscita dell’insilato, mentre effetti positivi si possono riscontrare con l’aumentare del tenore di zuccheri e di ADF. Analizzando i fattori che condizionano la perdita di sostanza secca durante la conservazione è stata riscontrata una correlazione tendenzialmente significativa con i tipi di varietà, indicando che passando da cultivar precoci a tardive aumentano le perdite, mentre l’avanzamento dello stadio di maturazione sembra ridurre tale parametro. Per quanto concerne le caratteristiche chimiche del trinciato è stato rilevato che le Lo strumento Polispec in funzione in campo

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Un sacchetto di minisilo

perdite di sostanza secca aumentano con la riduzione della sostanza secca della pianta come logica conseguenza delle diverse intensità con le quali avvengono i processi respiratori e fermentativi a seconda della concentrazione di acqua presente. Effetti positivi nel contenere le perdite sono stati rilevati con l’aumentare del tenore di ADF e amido, mentre sono risultati negativi quelli collegati con la percentuale di NDF. Queste evidenze quindi mettono in risalto gli effetti contrastanti della presenza di umidità nella pianta poiché se da un lato favorisce la qualità dell’insilato dall’altro può aumentare la perdita di sostanza secca. Dall’analisi poi delle caratteristiche e delle perdite di sostanza secca è stato possibile verificare la propensione all’insilamento delle diverse varietà. È emerso che vi sono cultivar che forniscono buoni risultati anche se raccolte indifferentemente tra i meno e più 5 giorni dalla maturazione cerosa e che si adattano bene anche in ambienti stressanti; altre invece che devono essere coltivate in condizioni favorevoli e tagliate prima della maturazione cerosa. Dall’insieme di queste informazioni è stato possibile poi costruire un grafico guida che partendo dalle caratteristiche chimiche del trinciato fresco consente di predire la riuscita qualitativa del processo di insilamento e la relative perdite di conservazione.


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