POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XIV - N. 08•2016 - NOVEMBRE 2016 - CONTIENE I.P.
N. 08 • 2016 U N I O N E
P R O V I N C I A L E
"Adesso siamo tutti caporali!"
A G R I C O L T O R I
Suinicoltura, la ripresa è già finita
Latte, l'etichetta è solo un primo passo
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Sommario
E se abolire l'Irpef fosse un boomerang? Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo
L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946 Direttore responsabile: Paolo Ragazzo Redazione e grafica: Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171/601962
“M
eno tasse per il settore agricolo”, è quanto continua a promettere il premier Matteo Renzi, dopo le sforbiciate a IMU e IRAP, con l’abolizione dell’Irpef sui redditi dei terreni agricoli, inserita nella Legge di Stabilità 2017. A prima vista una buona notizia, ma siamo sicuri che non apra a nuove forme di tassazione per il settore? Questo provvedimento suscita, infatti, alcune perplessità: il reddito agrario ha sempre rappresentato la voce di riferimento per la tassazione delle attività agricole che avviene oggi con l’utilizzo delle rendite catastali, a prescindere dal reddito di bilancio. Come ha scritto l’esperto di fiscalità in agricoltura Gian Paolo Tosoni su Il Sole24Ore, “eliminando l’Irpef sul reddito agrario viene meno la struttura portante di un regime fiscale semplice, non oneroso, che può garantire certezza al fisco e all’impresa agricola che può con estrema facilità prevedere il proprio carico tributario”. Ora l’esenzione Irpef dei redditi dei terreni potrebbe aprire il varco a una tassazione ordinaria “a bilancio” anche per le imprese agricole. Per gli allevatori, ad esempio, il reddito agrario rappresenta il parametro da confrontare con il numero degli animali allevati: se viene a mancare il reddito imponibile Irpef, c'è il rischio di dover tassare ordinariamente tutti i capi allevati. Promettere meno tasse, dunque, è facile (lo hanno fatto in molti in questi anni), ma serve maggior chiarezza e riflessione su una misura che per le implicazioni fiscali che comporta, rischia di trasformarsi in un boomerang per le aziende agricole.
E-mail: upa@autorivari.com Società editrice: Tipolitografia Subalpina snc C.so Gramsci, 18/c - Cuneo Tel. e Fax 0171/692077 Info@tipografiasubalpina.it
IN QUESTO NUMERO MANIFESTAZIONE A TORINO
LATTE
L'orgoglio agricolo è sceso in piazza
4 Etichettatura primo passo per ripartire
"Con l'attuale Psr siamo senza futuro"
6
Pubblicità: Tec Pubblicità e Grafica
C'è chi attende i contributi del 2015
ZOOTECNIA Suini, ripresa già finita
ASSICURAZIONI
Raccolta castagne, più qualità che resa
16
Kiwi segnato dallo 'stress' delle piante
16
POLITICA AGRICOLA COMUNE
Tel. 0172/695897
Saldo Pac 2015, chi l'ha visto?
9 GIURISPRUDENZA
Occorre più semplificazione
9
Stampa: Tipolitografia Subalpina snc
Contratti di affitto, non vale la deroga art. 45 senza l'assistenza delle organizzazioni
LAVORO IN AGRICOLTURA 10
Chiuso in redazione il
"Ora siamo tutti caporali!"
11 CONFAGRICOLTURA NEWS
09/11/2016
L'INTERVISTA
Poste Italiane S.p.a.
12
VITIVINICOLTURA
postale - D.L. 353/2003
Per il Copa Cogeca minor produzione in Europa 13
art. 1, comma 1, NO-CN Iscrizione al Tribunale
Art. 45 legge 203/82: stabiliti i valori delle uve INSERTO TECNICO
Guida al referendum
19
Terremoto, Cuneo stanzia i primi fondi
20
Allevatori avicoli a lezione a Cuneo
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LE NOSTRE AZIENDE
Spedizione in abbonamento (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)
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APPUNTAMENTO ELETTORALE
La politica ha 'rovinato' pure i voucher
Piero Ballario: “Avremo vini di ottimo livello”
15
FRUTTICOLTURA 8
Via dei Fontanili, 1 - Fossano adv@tec-artigrafiche.it
14
In valle Grana sale la febbre da 'oro rosso'
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IL TECNICO IN FRUTTETO
13 Atomizzatori: tutti i requisiti necessari
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I-IV IL MERCATINO DELL'AGRICOLTORE
di Cuneo 17/12/1948 al n. 36
L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2016
3
Manifestazione
L'orgoglio agricolo è sceso in piazza CONFAGRICOLTURA PIEMONTE HA MANIFESTATO A TORINO DAVANTI ALLA REGIONE PER UN PSR CHE TAGLIA FUORI DAI FONDI TROPPE AZIENDE. IN 300 DAL CUNEESE di Paolo Ragazzo
“F
inché c’è (questo) Psr non c’è speranza”, “Psr: Pochi Soldi Ragazzi”, “Nuovo film sul Psr: Gioventù bruciata” e ancora “Il Psr aiuta la green economy, infatti siamo al verde”, fino all’auspicio per le Feste: “Caro Babbo Natale ci porti un Psr nuovo? Questo non funziona”. Sono solo alcuni degli slogan dei cartelli che venerdì 4 novembre hanno animato in modo composto, ma determinato la manifestazione indetta da Confagricoltura Piemonte di fronte all’assessorato regionale all’Agricoltura. Messaggi diretti ed espliciti per far arrivare dentro il “palazzo” la voce dei tanti che nel nuovo Piano di Sviluppo Rurale avevano riposto molta fiducia e si trovano oggi con un pugno di mosche in mano o poco più. I problemi sono molti e diversificati, ma, volendo riassumere, per Confagricoltura sono troppe le aziende tagliate fuori dai finanziamenti, frenando così la crescita del settore primario. Nonostante una dotazione finanziaria del Psr piemontese di oltre 1 miliardo e 90 milioni di euro, mancano le risorse soprattutto per i giovani e l’agroambiente.
Le cifre parlano chiaro: su 4.490 domande presentate (cioè che avevano i requisiti previsti, pur in presenza di criteri estremamente penalizzanti) la Regione ne esclude ad oggi 1.956. Il 43,6% di chi ha fatto domanda non ha ottenuto i finanziamenti. Ecco quindi che, dopo settimane di sollecitazioni e richieste inascoltate, Confagricoltura ha deciso di portare in piazza l’orgoglio agricolo delle sue aziende. Quasi 600 quelle presenti al presidio in corso Stati Uniti, la metà delle quali provenienti dalla provincia di Cuneo. “La partecipazione di tanti agricoltori alla manifestazione è stata la dimostrazione che il Piano di Sviluppo Rurale non sta dando risposte adeguate alle imprese agricole cuneesi e piemontesi – ha commentato il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia -. La nostra è stata una protesta, ma legata a proposte concrete per costruire un percorso condiviso; ad oggi, tuttavia, nonostante le rassicurazioni dell’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, non ci sentiamo ancora soddisfatti, per cui
continueremo a essere vigili e attenti per rimarcare le cose che non condividiamo. Questo Psr era nato con l’obiettivo di riportare l’agricoltura al centro dell’economia piemontese, ma i fatti lasciano a desiderare. La nostra protesta quindi andrà avanti e ci auguriamo che, visto anche il particolare momento politico, la Regione possa venire incontro alle esigenze espresse dagli agricoltori”. I NUMERI DEL ‘FLOP’ DEL PSR Una protesta annunciata, che la manovra in extremis dell’assessore non è riuscita ad evitare, il giorno prima, con l’annuncio di alcune novità. Il Programma di Sviluppo Rurale del Piemonte, così come attuato, non permette la crescita del settore, poiché impedisce a gran parte delle aziende di fare investimenti nel campo agroambientale e ai giovani di avviare un’impresa agricola. La dotazione finanziaria di oltre 1 miliardo di euro destinati al Piemonte per il periodo 20142020 potrebbe essere un ottimo volano di sviluppo per diversi comparti agricoli, se fossero distribuiti con una pianificazione concreta e lungimirante. Invece oltre il 54% dei giovani agricoltori aventi i requisiti viene escluso dalla graduatoria della misura dedicata ai miglioramenti aziendali in pianura; in montagna rimane fuori quasi il 60% dei giovani aventi diritto. Per le misure agroambientali, ovvero quelle dedicate a migliori tecniche di lavorazioni, più rispettose dell’ambiente, la percentuale degli esclusi per le nuove domande 2015 supera il 70%. Nella tabella a fianco il dettaglio dei numeri dice più di molte parole.
Sventolio di bandiere e cartelli a Torino con l'intervento del presidente nazionale di Confagricoltura Mario Guidi
4 L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2016
“CON QUESTA REGIONE PARLIAMO DUE LINGUE DIVERSE” Sul palco allestito in corso Stati Uniti si sono così alternati i dirigenti di Confagricoltura delle varie province, tra cui il presidente di Cuneo, Enrico Allasia, il presidente regionale Gian Paolo Coscia, il presidente dei giovani agricoltori del Piemonte Giovanni Chiò. “Apprezziamo i primi segnali di apertura della Regione, ma non siamo contenti – ha ribadito il presidente Allasia dal palco – le nostre aziende distano meno di mezz’ora dall’assessorato eppure ci sentiamo distanti 1000 km, sembra che parliamo due lingue diverse. Le nostre imprese producono, creano occupazione e si confrontano con il mercato, ma con questo Psr sono danneggiate su diversi fronti. Un miliardo di euro è una cifra importantissima, ma va distribuita in modo corretto. Non abbiamo bisogno di altra burocrazia, ma di risorse e concretezza. Due anni fa, quando la programmazione è partita, avevamo indicato obiettivi che sono rimasti non considerati in questo Piano. È ora di passare ai fatti”. Così il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio: “La nostra non è una protesta contro le persone, ma contro questa politica da cui pretendiamo soluzioni ai nostri problemi – spiega -. Qualcuno, prima della manifestazione, ci ha suggerito di non alzare i toni, ma chi pensa di far tacere i corpi intermedi si sbaglia. Noi cerchiamo il dialogo ogni giorno, sia chiaro, ma bisogna essere in due per dialogare. E a chi si vanta di aver concordato con l’assessore modifiche al Psr ricordo che queste cose si decidono nelle sedi competenti, non in incontri privati
Molti gli slogan che hanno accompagnato la protesta di piazza
“LA NOSTRA UNICA PAURA È DI TRADIRE GLI ASSOCIATI” A Torino a fianco degli agricoltori c’era anche il presidente nazionale Mario Guidi: “Non siamo gente da piazza, preferiamo stare a lavorare, ma se siamo qui significa che si è oltrepassato un limite e le istituzioni devono ascoltarci – ha iniziato -; qualcuno ha detto che facciamo male a manifestare, noi però l’unica paura che abbiamo è di tradire i nostri associati.
Quindi siamo qui proprio per difendere le nostre imprese, com'è giusto che faccia un sindacato”. Poi facendo riferimento al Psr ha detto: “Lascerei una parte piccola della misura sulla consulenza per i dirigenti della Regione, così vengono a fare formazione nelle nostre aziende e possono vedere se riescono a lavorare con le loro regole e la loro burocrazia. Le istituzioni locali non devono nascondersi dietro decisioni europee, le vorremo sentire al nostro fianco. Sono
PSR PIEMONTE: NUMERI CHE PARLANO DOMANDE DOMANDE PRESENTATE IN GRADUATORIA
BANDI
DOMANDE ESCLUSE
Misura 6.1.1 Insediamento giovani pianura
866
626
27,7%
Misura 6.1.1 Insediamento giovani montagna
378
255
32,5%
Misura 4.1.2 Miglioramenti aziendali giovani pianura
867
396
54,3%
1649
852
48,3%
Misura 4.1.2 Miglioramenti aziendali giovani montagna
339
140
58,7%
Misura 4.1.1 Miglioramenti aziendali montagna
391
257
34,2%
2517
610
75,8%
Misura 10.1.3 Produzione conservativa
-
-
71,7%
Misura 10.1.9 Gestione sostenibile dei pascoli
-
-
60,2%
Misura 4.1.1 Miglioramenti aziendali pianura
Misura 10.1.1 Produzione integrata
(Dati aggiornati al 2/11/2016)
L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2016
5
Manifestazione qui per dare un significato nazionale a questa manifestazione e raccontare la storia vera dell’agricoltura quella che crea Pil e occupazione – ha concluso –. La politica smetta di essere distante e recuperi l’umiltà di scendere tra la gente”. CONFAGRICOLTURA DALL’ASSESSORE FERRERO Al termine del presidio una delegazione ristretta di Confagricoltura è stata ricevuta negli uffici dall’assessore Giorgio Ferrero, al quale sono stati chiesti alcuni impegni (vedi tabella nella pagina a fianco). L’assessore Ferrero ha ribadito le posizioni della Regione su questi argomenti, condividendo l’intenzione di migliorare questo Psr, ma evidenziando al contempo la difficoltà di agire con le risorse disponibili. "Sono impegni generici che non ci soddisfano - ha affermato il presidente regionale Gian Paolo Coscia - perché confermano la scarsa determinazione dell’assessorato a ricercare soluzioni positive. Continueremo la nostra battaglia per far sì che tutti i richiedenti possano realizzare gli investimenti programmati".
"Con l'attuale Psr siamo senza futuro" DECINE DI GIOVANI AGRICOLTORI PROVENIENTI DA TUTTA LA PROVINCIA IN PROTESTA: "CI HANNO ILLUSI, MA ORA MOLTI DI NOI DOVRANNO RIDIMENSIONARE L'AZIENDA" di Gilberto Manfrin
N
e sono saliti a decine di agricoltori sui pullman che dal Cuneese, dal Saluzzese, dall’Albese, dal Monregalese e dal Saviglianese li hanno condotti sotto il palazzo dell’assessorato regionale a manifestare. Arrabbiati, scontenti, chi con ancora la speranza di poter rimettere le mani su quei finanziamenti che oggi
STEFANO Villafalletto
6 L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2016
STEFANO Mondovì
sembrano così lontani. Tra questi moltissimi giovani, i più delusi, forse, per un Piano di Sviluppo Rurale che ha illuso sotto ogni punto di vista, ma non tolto la speranza di poter, un giorno, avere ciò che giustamente pretendono. La sveglia all’alba per loro non è stata un problema: è quotidianità. “Per poter essere a Torino ho lavorato fino alle
MATTEO
Cossano Belbo
FILIPPO Saluzzo
SIMONA
Cravanzana
Il numeroso gruppo di Confagricoltura Cuneo che ha preso parte alla manifestazione di Torino
23 del giorno prima - ci dice in pullman Stefano, allevatore di Villafalletto -. Ho fatto domanda per la misura 4.1.2 ottenendo 22 punti, uno in meno del necessario per essere in graduatoria, escluso nonostante i 33 milioni di euro di ‘aggiunta’ stanziati dalla Regione. Volevo realizzare una stalla per ingrasso con le migliorie che oggi giorno richiede il benessere animale, ma per un punto sono escluso. Non solo: per provare a entrare mi sono dovuto anche sobbarcare ulteriori costi burocratici. Mi costringeranno a ridimensionare”. Filippo, frutticoltore di Saluzzo, racconta tutta la sua amarezza: "Siamo scesi in piazza per protestare perché non condividiamo nel modo più assoluto le decisioni intraprese dall’assessorato. Ad oggi tante parole ma pochi fatti. Tutti gli investimenti per il settore agricolo piemontese sono attualmente bloccati a causa della cattiva gestione dei fondi europei". Stefano di Mondovì ha presentato domanda per il bando insediamento giovani e miglioramento aziendale: “Come punteggio ho rispettivamente ottenuto 21 e 16 punti, ma sono in fondo alla graduatoria. Ho aperto un’azienda per la produzione di frutta biologica e succhi di frutta. Solo il laboratorio, con le annesse attrezzature, costa 35-40 mila euro, senza contare gli impianti di frutta. Una spesa che da soli è difficile da affrontare. Non ho tante speranze di poter rientrare. Mi è stato detto che verrà aperto
un nuovo bando a gennaio, ma già solo per partecipare all’attuale ho dovuto sobbarcarmi spese molto elevate necessarie ad aprire l’azienda”. Matteo di Cossano Belbo, guida un’azienda viticola e corilicola. Ha avuto accesso alla graduatoria per l’insediamento giovani, ma sa che non basterà: “Sono riuscito a rientrare in graduatoria, ma non sono così sicuro di farcela avendo ottenuto 17 punti sui 16 richiesti, mentre per quanto riguarda il miglioramento sono fuori con soli 20 punti anziché i 23 minimi necessari. Il mio problema è che ho già acquistato e fatturato vari macchinari per un valore di 50-60mila euro che contavo di recuperare, ma forse è meglio se mi metto l’animo in pace”. Avvolta nella bandiera di Confagricoltura, più delusa che arrabbiata, è Simona di Cravanzana: "È stato aperto un bando, nella fattispecie il 6.1.1 per cui abbiamo anche sostenuto investimenti ingenti per prendervi parte, affrontando atti notarili e mille altri balzelli con la prospettive di prendere gli incentivi. Invece siamo rimasti tutti con un pugno di mosche in mano. Io ho i requisiti, ma non i punti in graduatoria. Oltretutto, in quanto donna, potevo contare anche sul punto in più previsto per l’imprenditoria giovanile femminile, ma non ho ottenuto nulla. Avevo previsto di comprare dei macchinari e di portare così avanti l’azienda che fu di mio nonno prima e di mio padre poi, così che fine farà?”.
LE RICHIESTE DI CONFAGRICOLTURA
1
Negoziare con Bruxelles la riallocazione delle risorse del Psr per far accedere a finanziamento tutte le domande di insediamento giovani (6.1.1) e miglioramento aziendale (4.1.1) presentate
2
Ulteriore scorrimento delle graduatorie della misura 4.1.1 sul miglioramento aziendale
3
Aumentare la dotazione finanziaria per le misure agroambientali
4
Linee guida chiare e univoche per tutte le province nella presa in carico e gestione delle domande
5
Maggior collaborazione con gli imprenditori agricoli nella richiesta di documentazione integrativa, usando l'istanza di rigetto solo in casi particolari
6
Una reale e più costruttiva concertazione con tutte le associazioni agricole
Il presidente nazionale Mario Guidi con Roberto Abellonio, Enrico Allasia e un gruppo di manifestanti di Confagricoltura Cuneo
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Assicurazioni
Evidenti danni da grandine su un campo di fagioli
C'è chi attende i contributi del 2015 EROGATI GLI AIUTI 2016 DELL'OCM VINO, MA È UNA MAGRA CONSOLAZIONE: PER CONFAGRICOLTURA CUNEO IL SISTEMA ASSICURATIVO È TUTTO DA RIVEDERE di Gilberto Manfrin
“A
spetto ancora il rimborso dei danni causati da una tempesta avvenuta nel 2015. Una cosa è certa: io quest’anno l’assicurazione non la faccio, non ne vale la pena”. È solo uno degli sfoghi dei tanti agricoltori che devono ancora percepire i contributi relativi alla scorsa annualità. “La cosa certa è che i soldi non giungeranno nelle casse degli imprenditori agricoli prima di marzo 2017 - spiega Gualtiero Dalmasso, responsabile del Caa di Confagricoltura Cuneo -. A distanza di ormai quasi due anni, abbiamo ancora alcuni Piani assicurativi individuali del 2015 da inviare in quanto ci sono problemi relativi alla trasmissione dati, gli stessi che esistono da sempre. Se è vero
che siamo riusciti a chiudere e predisporre la maggior parte dei Pai 2015, sebbene dopo innumerevoli peripezie informatiche, ne sono ancora rimasti da allestire. Il motivo? Arpea e Agea non si sono ancora accordate su come trasferire, per esempio, i dati di superfici catastali la conduzione delle quali è cessata lo scorso anno. DATA ULTIMA 31 DICEMBRE La data ultima per poter presentare anche questi ultimi Piani assicurativi individuali rimasti esclusi è comunque il 31 dicembre 2016. “Tempo ne abbiamo ancora – aggiunge Dalmasso – anche perché il pagamento non avverrà prima di quella data. Speriamo di poter risolvere anche queste
MIRETTIVIVAI
ultime problematiche, che, tengo a sottolineare, non dipendono dai funzionari di Confagricoltura, ma solo da errate comunicazioni di dati tra sistemi informatici che non dialogano correttamente tra loro”. Insomma, il solito intoppo burocratico. Ma occorre ricordare che stiamo parlando di assicurazioni relative al 2015, con gli agricoltori chiamati a pagare lo scorso 30 settembre il saldo di queste e che non vedranno i contributi fino al mese di marzo del prossimo anno. ASSICURAZIONI 2016 In un mare denso di incertezze, una bella notizia arriva se non altro dal fronte assicurazioni 2016. Negli scorsi giorni Arpea ha provveduto ad erogare almeno i contributi 2016 relativi all’Ocm Vino. “Una piccola boccata d’ossigeno per i viticoltori, ma per quanto riguarda le altre produzioni vegetali occorre predisporre una domanda di richiesta contributo che al momento – precisa ancora Dalmasso non è nemmeno in linea e che quindi non siamo in grado di fare”. E IN VISTA DEL 2017? Intanto si avvicina il 2017: “Io mi auguro solo che il sistema venga completamente rivisto nella sua totalità – conclude Dalmasso -. Il sistema dei contributi assicurativi dev’essere affidato ad un singolo soggetto: non è possibile che la Regione Piemonte debba gestire la composizione del fascicolo aziendale e Agea la parte relativa alla Domanda con continui trasferimenti di dati da un organismo all’altro. Posto che la soluzione ad ogni male sarebbe cancellare l’obbligo del Pai, bisognerebbe ricondurre il tutto ad un unico gestore cosiccome fanno altri organismi pagatori regionali”.
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Saldo Pac 2015 chi l'ha visto? GLI ACCONTI RELATIVI ALLA CAMPAGNA 2016 SARANNO LIQUIDATI DA ARPEA ENTRO IL PROSSIMO 30 NOVEMBRE
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scostamenti tra il dichiarato e l’accertato da refresh su cui Arpea stessa sta cercando di trovare una soluzione. Nell’attesa, ecco (forse) un ‘buona notizia’: gli acconti della campagna 2016 dovranno essere tassativamente liquidati da Arpea entro il prossimo 30 novembre. Tuttavia, al momento non si sa quale sarà la data precisa di erogazione dei fondi. Slittamenti in vista? ‘A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca’ diceva qualcuno.
on bastassero già i problemi con Psr e assicurazioni, a pesare sempre di più sui bilanci delle imprese agricole sono anche i ritardi delle erogazioni realtive alla Pac. Continuano a mancare all’appello numerosi pagamenti a saldo della domanda unica 2015, a causa di problemi di interscambio dati tra Arpea e Agea (si badi che l’esercizio finanziario si è chiuso il 15 ottobre scorso). Ironico il commento di Confagricoltura Cuneo: “Della serie: se gli agricoltori tardano di un giorno a presentare le domande scattano le sanzioni, mentre chi deve erogare i contributi si prende tutto il tempo ANNI che serve e anche un po’ di più. Attendiamo ancora che Arpea sblocchi la prima tranche di pagamento per tutti”. Nel frattempo sono insorte nuove problematiche sulle modalità utilizzate per gli
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Occorre più semplificazione
LA SCELTA VINCENTE, DAL 1936 LA SCELTA VINCENTE, DAL 1936 LA SCELTA VINCENTE, DAL 1936
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N O R M AT I VA PA C
Nelle ultime settimane la Commissione europea, tra le varie iniziative di semplificazione della normativa sulla Pac, ha predisposto anche una proposta di regolamento che dovrebbe razionalizzare le modalità di applicazione dei requisiti di “inverdimento”. Tra le proposte di modifica si segnalano - oltre ad alcuni miglioramenti, oggettivamente limitati - quelle particolarmente negative concernenti il divieto di utilizzo di agrofarmaci nelle aree a focus ecologico e l’allungamento del periodo di divieto di coltivazione nelle aree a riposo. Questi ulteriori oneri, insieme alla non risoluzione di alcune questioni già sollevate inerenti l'applicazione del greening, costituiscono un pesante aggravio per le aziende in vista della prossima campagna. Confagricoltura è intervenuta presso il ministero per contestare queste ANNI novità negative che complicano, anziché semplificare, la gestione aziendale, evidenziando come sia inopportuno che le novità in materia di inverdimento partano già dalla campagna di domanda unica 2017.
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NUOVI ADEMPIMENTI PER L'UTILIZZO DEI VOUCHER COMMITTENTI IMPRENDITORI AGRICOLI
COMMITTENTI IMPRENDITORI NON AGRICOLI
Acquisto ed attivazione del voucher mediante la procedura telematica Inps che potrà riferirsi ad un periodo di tempo fino ai 30 giorni successivi l’attivazione Invio mediante posta elettronica, all’indirizzo e-mail Voucher.Cuneo@ispettorato.gov.it, almeno 60 minuti antecedenti l’inizio della prestazione della comunicazione contenente: Dati anagrafici o codice fiscale del lavoratore
Dati anagrafici e codice fiscale del lavoratore
Luogo nel quale avverrà la prestazione
Luogo nel quale avverrà la prestazione
Durata della prestazione con riferimento ad un arco temporale non superiore a 3 giorni
Ogni singola giornata della prestazione L’ora di inizio e di fine della prestazione
La comunicazione dovrà riguardare ogni singolo lavoratore, pertanto dovrà essere effettuata una mail per ogni lavoratore a voucher Le mail dovranno riportare in oggetto codice fiscale e ragione sociale del committente Le mail non dovranno contenere allegati Eventuali modifiche e/o integrazioni dovranno essere trasmesse sempre a mezzo mail non oltre i 60 minuti prima delle attività di cui si riferiscono Conservare copia delle e-mail trasmesse
La politica ha 'rovinato' pure i voucher "ASSURDO L'OBBLIGO DI COMUNICAZIONE UN'ORA PRIMA DELLA PRESTAZIONE". LIMITE A 2MILA EURO PER LAVORATORE
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oucher in agricoltura: siamo al capolinea? Viene da chiederselo dopo le modifiche previste dal D. lgs 24 settembre 2016 n. 185, correttivo del Jobs Act, che irrigidiscono l’uso dei buoni lavoro nel settore primario.“Oltre ai limiti già presenti per l'impiego di questo strumento nel nostro settore, la recente normativa prevede ora un nuovo pesante adempimento a carico delle aziende: l'obbligo di comunicazione via mail all'Ispettorato del Lavoro un'ora prima della prestazione - sottolinea Robero Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo -. Siamo all'assurdo, anche considerando che la mancata o errata trasmissione
della mail farà scattare una sanzione fino a 2.400 euro per lavoratore. Questa disciplina è inapplicabile: è troppo facile incorrere in mancanze formali che generano pesanti sanzioni per le aziende. I voucher hanno dimostrato essere fin qui un notevole supporto nella lotta contro il lavoro nero in agricoltura, anche se solo il 4% dei buoni venduti è stato impiegato nel settore primario". UNO STRUMENTO VINCOLATO GIÀ IN PRECEDENZA A differenza di altri settori produttivi, i voucher potevano già essere utilizzati in agricoltura solo per prestazioni relative ad attività stagionali, peculiari
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del settore, e svolte da pensionati e studenti fino a 25 anni. Ma il Governo ha deciso di imprimere una stretta all’utilizzo. L’Ispettorato Nazionale del Lavoro, con la circolare n. 1/2016 del 17 ottobre 2016, ha diramato inoltre ulteriori specifiche e chiarimenti. Si tratta di adempimenti a cui i committenti imprenditori agricoli e non agricoli o professionisti che utilizzano voucher dovranno attenersi in maniera rigorosa e che riguardano in particolar modo modalità e obblighi di comunicazione con l’Ispettorato del Lavoro. Nella tabella sopra sono riassunti i principali obblighi. SANZIONI DA 400 A 2.400 EURO PER OGNI OMESSA COMUNICAZIONE Oltre alle nuove modalità di comunicazione il Decreto ha stabilito che la violazione degli obblighi imposti dalla normativa comporta l’applicazione della sanzione da 400 a 2.400 euro per ogni lavoratore per cui sia stata omessa la comunicazione. Tale sanzione, inoltre, non è diffidabile.
LIMITE DEI 2.000 € PER LAVORATORE La nuova normativa ha stabilito l’applicazione al settore agricolo del limite dei 2mila euro per ciascun lavoratore, anziché i 7mila precedenti. Tale vincolo è particolarmente penalizzante per le imprese del settore, che già dovevano sottostare a limiti nell’utilizzo di questo strumento, ricordati prima. IL 'BOOM' DEI VOUCHER NON RIGUARDA IL SETTORE PRIMARIO Questo mentre i dati diffusi dell’Inps, confermano che non è certo l’agricoltura il settore nel quale si è registrata un’esplosione del numero dei voucher, nonostante sia stato quello dove, nel 2008, è partita la sperimentazione. Anzi l’agricoltura è uno dei settori produttivi dove i buoni lavoro sono meno utilizzati: solo il 4,3% dei voucher venduti, dal 2008 al primo semestre 2016, infatti, sono stati impiegati in agricoltura. Se poi si guarda all’ultimo anno disponibile (2015), la percentuale scende all’1,8% del totale.
Lavoro in agricoltura
"Siamo tutti caporali!" CONFAGRICOLTURA CRITICA LA LEGGE CHE PENALIZZA TUTTI GLI AGRICOLTORI di Paolo Ragazzo
“A
desso siamo tutti caporali!”, è il provocatorio slogan con cui Confagricoltura Cuneo saluta con polemica ironia la nuova legge sul caporalato. Martedì 18 ottobre, infatti, la Camera ha approvato definitivamente il disegno di legge per il contrasto ai fenomeni del lavoro nero e dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e il riallineamento retributivo nel settore agricolo. Non è certo l’intento perseguito dal provvedimento a lasciare perplessi, quanto la decisione di affrontare fenomeni così complessi senza fare le adeguate distinzioni e penalizzando tutti gli agricoltori onesti. “Come spesso accade nel nostro Paese – dichiara Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo –, anche in questo caso
RIFORMULATO L'ART. 603 BIS DEL CODICE PENALE RIFORMULAZIONE DEL REATO DI INTERMEDIAZIONE ILLECITA E SFRUTTAMENTO DEL LAVORO Il reato di sfruttamento del lavoro può sussistere indipendente dall'intermediazione illecita Può incorrere nel reato anche il datore di lavoro che non ricorra ad intermediari illeciti (caporali) per reclutare i lavoratori LO SFRUTTAMENTO DEL LAVORO SUSSISTE IN CASO DI: Reiterata corresponsione di retribuzione palesemente difforme dai contratti collettivi Reiterata violazione della normativa relativa all'orario di lavoro Violazione delle norme in materia di sicurezza e igiene sul lavoro Sottoposizione del lavoratore a condizioni di lavoro, metodi di sorveglianza o situazioni alloggiative degradanti INASPRIMENTO DELLE SANZIONI Reclusione da 1 a 6 anni (fino a 9 in caso di aggravanti) Arresto obbligatorio in flagranza Confisca obbligatoria dei beni che servirono o furono destinati a commettere il reato Controllo giudiziario dell'azienda
per punire i pochi che si comportano in maniera scorretta si è deciso di colpire indiscriminatamente un’intera categoria imprenditoriale, con inasprimenti delle sanzioni penali e ulteriore burocrazia che inevitabilmente aumenterà ancora i costi a carico delle aziende. Ci rammarichiamo, inoltre, di essere stati i soli, nel settore, ad essersi battuti contro alcune criticità e storture della norma, scrivendo anche una nota di approfondimento a tutti i parlamentari e consiglieri regionali cuneesi”. RIFORMULATO IL REATO DI INTERMEDIAZIONE ILLECITA E SFRUTTAMENTO DEL LAVORO In particolare, l’articolo 1 della legge va a modificare la formulazione dell’articolo 603-bis del codice penale concernente il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Sono trattati con lo stesso rigore punitivo chi, con violenza e minaccia, sfrutta i lavoratori e li sottopone a trattamenti degradanti e i datori di lavoro che assumono e assicurano regolarmente i propri dipendenti e occasionalmente possono incorrere in violazioni lievi e anche solo meramente formali della normativa legale e contrattuale. “Nonostante le molte nostre opposizioni, si è persa l’occasione di migliorare un provvedimento pur condivisibile nelle finalità – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo -; le nostre preoccupazioni, pertanto, rimangono e sono state espresse anche da diversi parlamentari durante la discussione in Aula attraverso la presentazione di specifici Ordini del giorno finalizzati a orientare l’applicazione concreta della norma penale a quelli che sono gli obiettivi prefissati, ovvero punire situazioni oggettive di reale sfruttamento del lavoratore”. Nella parte in cui si individuano gli indici di sfruttamento del lavoro, infatti, il testo licenziato dalla Camera non ha operato la dovuta distinzione tra reati gravi/gravissimi e violazioni, anche solo meramente formali, della legislazione e sul lavoro e della contrattazione collettiva. Ciò determinerà una totale discrezionalità da parte di chi è deputato all’applicazione della legge, in primis gli ispettori del lavoro e a un secondo livello la stessa magistratura, considerata la mole importante di contenzioso che presumibilmente si andrà a produrre. PENE TROPPO SEVERE PER ERRORI LIEVI E FORMALI “La principale novità della riforma sta nel fatto che, mentre prima la sanzione penale era diretta a colpire solo gli intermediari, ora essa colpisce anche qualsiasi datore di lavoro che, nella gestione dei rapporti con i propri dipendenti, non rispetti le disposizioni di legge o dei contratti collettivi - riprende Allasia -. Prevedere la reclusione, la confisca dei beni e il controllo giudiziario dell’azienda per chi incorre accidentalmente in errori anche lievi, riguardanti l’orario di lavoro, non è concepibile”. Restano ferme le preoccupazioni in merito alla nuova formulazione dell’articolo 603-bis del codice penale, anche se con diversi ordini del giorno la Camera dei Deputati ha impegnato il Governo a monitorare l’applicazione della disposizione e ad apportare eventuali modifiche con particolare riferimento agli indicatori di sfruttamento. "NOI CI SIAMO OPPOSTI A QUESTA LEGGE " “Questa legge non facilita affatto la ripresa economica delle nostre aziende, né le assunzioni nel settore e mette ancora di più in crisi il rapporto fiduciario tra imprese e istituzioni – conclude Abellonio -; noi ci siamo opposti a quanto è stato approvato, mentre alcune organizzazioni del settore ne hanno condiviso ogni aspetto”. L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2016
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L'intervista
“Avremo vini di ottimo livello” L'ENOLOGO PIERO BALLARIO RACCONTA LA VENDEMMIA 2016 CARATTERIZZATA DA UVE DI QUALITÀ ECCELSA di Ilaria Blangetti
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ome può essere giudicata l’annata 2016 tra i vigneti cuneesi? Abbiamo fatto il punto con l’enologo Piero Ballario per tracciare un primo bilancio di questa vendemmia. Si dice che il 2016 sarà un’annata da ricordare, è davvero così? “Beh direi proprio di sì, per qualità soprattutto, ma anche per una produzione generosa. Direi che tutte le varietà hanno risposto bene: con contenuti zuccherini importanti e un buon livello acido. Solo il Dolcetto e il Nebbiolo, in alcuni vigneti particolarmente ben esposti e soleggiati, hanno manifestato un contenuto in acido malico al di sotto della media, dovuto, soprattutto, alle alte temperature pomeridiane riscontrate a livello dell’acino. Questo, però, non ha compromesso la qualità del vino finito che in linea di massima è stato di ottimi livelli e con espressioni olfattive molto importanti e gradevoli”. Quali fattori hanno permesso di ottenere una così alta qualità delle uve? Ci sono state differenze sostanziali tra varietà bianche e rosse? “A parte le poche piogge cadute a tardo inverno e primavera, l’estate è stata particolarmente asciutta con qualche temporale, purtroppo violento in alcune zone (grandinate in aree circoscritte del Barolo), a fine luglio/inizio agosto che hanno rinfrescato e favorito le escursioni termiche tra giorno
e notte. Grazie a questo clima la pianta ha vegetato bene e gli attacchi parassitari fungini sono stati molto contenuti. In seguito il tempo soleggiato, asciutto e relativamente fresco di notte ha favorito la completa maturazione dell’uva. Infine, una corretta gestione del vigneto e un diradamento dell’uva sulla pianta hanno completato l’opera. Il livello qualitativo è stato alto sia per le varietà bianche che rosse, se vogliamo, l’importante concentrazione zuccherina e il conseguente importante contenuto alcolico dei vini hanno penalizzato un po’ i bianchi che si esprimono, olfattivamente, meglio con livelli alcolici più contenuti”. Anche quest’anno il Nebbiolo pare riservare parecchie soddisfazioni ai produttori. Cosa sta facendo la fortuna di questo vitigno? “Sia nella Langa che nel Roero il Nebbiolo ha prodotto un’uva spettacolare, nel senso vero della parola. Cioè che era uno spettacolo osservarla: con gli acini turgidi piccoli e pruinosi (ricchi di pruina), sembravano vellutati. Di seguito ci sono state fermentazioni regolari e complete con una buona intensità colorante e una ricchezza tannica che non può che farci sperare bene per il futuro vino. È un vitigno veramente nobile, perché, se trattato bene, dà origine ad un’uva in grado di dare vini di grande bevibilità: nel senso non della facilità di beva, ma della piacevolezza. Può dare origine a
vini giovani, freschi e fruttati, come alcuni Langhe Nebbiolo, oppure, a grandi vini rossi come il Roero, Barbaresco e Barolo. In più permette di avere prodotti originali: da una stessa zona è sufficiente che cambi un po’ l’esposizione, oppure, il terreno e in cantina avremo vini con sfumature diverse. Mi permetta anche, però, di sottolineare che questa è anche la vendemmia del Barbera: vitigno che in queste annate soleggiate e asciutte dà il meglio di se producendo vini corposi, caldi, colorati e longevi”. Tutti promossi, o ci sono anche dei ‘rimandati' in questa vendemmia? “Sostanzialmente: tutti promossi. Purtroppo i vigneti grandinati hanno dovuto subire un forte calo di quantità e anche di qualità, ma per fortuna, almeno nel Cuneese, la superfice colpita è stata abbastanza contenuta”. In ultimo, quali prospettive vede per il comparto vino in provincia di Cuneo? “Le prospettive future continueranno certamente a essere positive purché si continui a lavorare con professionalità e competenza come si fa oggi sia in cantina che sul mercato, soprattutto estero”.
Piero Ballario, enologo
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ercoledì 19 ottobre si è riunita la Commissione di cui all’art. 5 dell’accordo collettivo sui contratti agrari della provincia di Cuneo (legge 203/82), per determinare i valori delle uve per ogni singola Denominazione, in modo che possa trovare applicazione il calcolo del canone d’affitto annuale dei vigneti secondo i parametri di percentuale convenuti nei singoli contratti. Dopo l’approfondita analisi circa l’andamento dell’annata agraria, della vendemmia e del mercato delle uve, la commissione nominata dalle Organizzazioni di Categoria, Confagricoltura, Coldiretti e Cia, che hanno sottoscritto l’accordo collettivo, ha espresso i valori. “I prezzi definiti dalla Commissione riflettono il buon andamento complessivo dell’annata, sotto tutti i punti di vista. La qualità delle uve, ottimale su tutti i vitigni, ha determinato valori generalmente in crescita, specie per alcuni rossi (Nebbiolo, Barolo e Barbaresco e Barbera) e alcune varietà di bianco – commenta Mario Viazzi, direttore di Confagricoltura zona di Alba -. Sono prezzi che, da un lato, dimostrano una notevole vivacità del settore e, dall’altro, riflettono la sempre maggior cura e attenzione che viene posta dai viticoltori cuneesi a tutte le operazioni in vigneto. Questi valori, tutti gli anni, sono definiti da un’apposita Commissione composta da rappresentanti delle organizzazioni firmatarie, che in modo molto oggettivo e prudente definiscono i prezzi sulla base del valore reale di mercato delle uve. La tabella riportante i valori, inoltre, non essendoci più altri strumenti ufficiali per stabilire le quotazioni delle uve (un tempo i mercuriali della Cciaa), è molto attesa dagli addetti ai lavori, e viene utilizzata anche come riferimento dagli operatori, ai fini del pagamento delle uve ai fornitori”.
Art. 45 legge 203/82 stabiliti i valori indicativi delle uve CAMPAGNA VENDEMMIALE 2016 VALORI INDICATIVI (in €/Kg) ACCORDO COLLETTIVO ART. 45 LEGGE 203/82 DA
UVA DESTINATA ALLA DOCG 4,20 Nebbiolo per vino “BAROLO” Nebbiolo per vino “BAROLO” con menzione aggiuntiva 4,60 Nebbiolo per vino “BARBARESCO” 2,20 Nebbiolo per vino “BARBARESCO” con menzione aggiuntiva 2,40 Dolcetto per vino “DOGLIANI” e “DOGLIANI superiore” 0,90 Dolcetto per vino “DOLCETTO DI DIANO D’ALBA” 0,90 Nebbiolo per vino “ROERO” 1,50 Arneis per vino “ROERO ARNEIS” 0,90 Pinot e Chardonnay per vino "ALTA LANGA" Moscato per vino “ASTI” e “MOSCATO D’ASTI”
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Valore Medio
4,60 4,90 2,40 2,60 1,30 1,20 2,00 1,20
4,40 4,75 2,30 2,50 1,10 1,05 1,75 1,05
ACCORDO INTERPROFESSIONALE
1,11 €/Kg
ACCORDO INTERPROFESSIONALE
1,065 €/Kg
UVA DESTINATA ALLA DOC Barbera per vino “BARBERA D’ALBA” 1,00 Barbera per vino “BARBERA D’ALBA superiore o selezionata” 1,40 Dolcetto per vino “DOLCETTO D’ALBA” 0,90 Nebbiolo per vino “NEBBIOLO D’ALBA” 1,50 Nebbiolo per vino “LANGHE NEBBIOLO” 1,40 Arneis per vino “LANGHE ARNEIS” 0,90 Freisa per vino “LANGHE FREISA” 0,90 Favorita per vino “LANGHE FAVORITA” 0,90 Chardonnay per vino “LANGHE CHARDONNAY” 0,90 Pelaverga per vino “VERDUNO PELAVERGA” 0,95 Pelaverga per vino “COLLINE SALUZZESI PELAVERGA” 0,95
1,40 1,60 1,20 1,90 1,80 1,10 1,10 1,10 1,10 1,15 1,15
1,20 1,50 1,05 1,70 1,60 1,00 1,00 1,00 1,00 1,05 1,05
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Stime del Copa Cogeca indicano una minor produzione Stime del Copa Cogeca, Comitato delle Organizzazioni e delle Cooperative agricole europee, rivelano una produzione di vino in calo rispetto al 2015 a causa di condizioni climatiche avverse. La qualità è buona, secondo il presidente del gruppo di lavoro "Vino" del Copa Cogeca, Thierry Coste (ospite di un convegno di Confagricoltura Cuneo a Grinzane nel marzo 2015). L'Italia resta il produttore maggiore, con 50,3 milioni di ettolitri, rispetto ai 51,5 milioni di ettolitri del 2015, di buona qualità. Le esportazioni italiane
sono impennate nel 2016. In Francia, la produzione dovrebbe diminuire del 12%, raggiungendo circa 42 milioni di ettolitri, con qualità alta ed esportazioni stabili. In Spagna si prevedono circa 41,5 milioni di ettolitri, rispetto ai 42,21 milioni di ettolitri del 2015, ma con esportazioni da record. In Germania è previsto un totale di 8,55 milioni di ettolitri rispetto agli 8,87 milioni di ettolitri dello scorso anno. La produzione del Portogallo dovrebbe altresì diminuire del 20% quest'anno, raggiungendo i 5,6 milioni di ettolitri.
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Latte
Etichettatura primo passo per ripartire L’UE HA DATO L'OK AL DECRETO CHE INTRODUCE L’OBBLIGO DELL’ETICHETTA DI ORIGINE PER IL LATTE E I SUOI DERIVATI. DEGIOVANNI: "SIA ESTESA A TUTTI GLI ALTRI STATI MEMBRI"
Latte di Cuneo: potremmo presto leggere così sulle etichette delle bottiglie di latte
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itost che gnente, le méj pitost”. Tradotto: “Piuttosto che niente, è meglio piuttosto”. Dice così un vecchio adagio piemontese. E mai come stavolta il detto sembra azzeccato per raccontare quanto avvenuto alcune settimane fa a Bruxelles, con l’Ue che ha dato il via libera al decreto che introduce (per ora) in Italia, come in Francia, l’obbligatorietà dell’etichetta di origine per latte, yogurt, formaggi e latticini (secondo alcuni dati quasi l'80%
di latte e derivati risulta oggi di provenienza estera). Sono infatti scaduti, senza che arrivasse alcuna obiezione da parte dell’Unione europea, i termini per rispondere agli Stati membri che intendono adottare una nuova normativa in materia di informazione sugli alimenti. Il silenzio-assenso da parte dell’Europa ha come effetto che dal 1° gennaio 2017 sarà obbligatorio indicare con chiarezza al consumatore la provenienza delle materie prime di molti prodotti come latte, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini. Sono esclusi i prodotti Dop e Igp, che hanno già disciplinari relativi anche all’origine e il latte fresco già tracciato. CONFAGRICOLTURA: "ERA ORA!" Una decisione che accoglie in pieno quanto più volte chiesto a gran voce dalla Confagricoltura Cuneo stessa che nel corso del convegno “Latte, i conti non tornano.
Prezzo, l'industria dialoga poco INCONTRO INTERLOCUTORIO IN REGIONE. TIMIDA APERTURA SULLA REVISIONE DELLA TABELLA QUALITÀ
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i è tenuto, agli inizi di ottobre, in Regione, il Tavolo Latte con i rappresentanti degli industriali presieduto dall’assessore all’agricoltura Giorgio Ferrero. La parte agricola, rappresentata dal presidente della sezione Latte Piemonte Pierangelo Cumino, dai consiglieri Cristina Donalisio e Tommaso Visca, dal direttore di Confagricoltura Torino, Ercole Zuccaro e dal presidente della sezione Latte di Confagricoltura Cuneo, Giampiero Degiovanni, ha chiesto di poter sviluppare un confronto su una ‘tabella qualità’ più omogenea che costituisca la base di riferimento per tutti i caseifici e sulla quale dovranno innestarsi i parametri migliorativi delle singole realtà, secondo le specifiche esigenze e su un sistema di definizione dei
prezzi che tenga conto dell’andamento del mercato dei prodotti lattiero caseari, tra l’altro in netto rialzo, nonché dei costi di produzione sostenuti dagli allevatori. Commenta Confagricoltura: “Abbiamo notato scarsa disponibilità da parte dell’industria a sviluppare un confronto in tempi rapidi; ciononostante siamo riusciti a ottenere una timida apertura al dialogo sulla revisione della tabella qualità, affinché non ci siano troppe differenze da caseificio a caseificio. È un segnale importante – conclude Confagricoltura – ma che non ci soddisfa. Per questo attendiamo di vedere la parte industriale alla prova dei fatti nel corso delle prossime riunioni che verranno calendarizzate e convocate dall’assessorato regionale”.
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Proposte per fronteggiare l’emergenza” svoltosi lo scorso mese di aprile a Cavallermaggiore, aveva proprio messo in risalto in una serie di proposte atte a rilanciare il comparto, come fosse necessario ‘rendere obbligatorio a livello comunitario l’indicazione di origine della materia prima per i prodotti lattiero caseari, per valorizzare i prodotti trasformati identificando quelli che utilizzano latte nazionale’. ETICHETTATURA PER TUTTI Una svolta storica? “Forse è presto per dirlo – commenta Giampiero Degiovanni, presidente della sezione Lattiero casearia di Confagricoltura Cuneo -. È proprio quel ‘a livello comunitario’ che ancora manca, ma piuttosto che nulla… Ciò che l’Italia voleva ottenere è stato raggiunto, ma non devono crearsi situazioni di difformità con gli altri Stati membri, altrimenti questo importante traguardo rischia di restare fine a se stesso. Dal momento che siamo nell’Ue, è giusto che tutti gli Stati che ne fanno parte pretendano l’etichettatura obbligatoria. Il latte è bianco per tutti – prosegue ironicamente Degiovanni -, come dire che è troppo facile da imitare. Bisogna vedere fino a che punto questo risultato, che farà sorridere magari il consumatore, può servire soprattutto a noi allevatori. Oggi, comunque, la Commissione europea ci dice che si può procedere con l’etichettatura: è un risultato importante che dà garanzie ai consumatori che vogliono il prodotto italiano e finalmente avranno la possibilità di capire per ogni prodotto caseario qual è l’origine del latte, qual è il Paese in cui è stato trasformato e condizionato il prodotto”. Quanto deciso a Bruxelles non deve però distogliere l’attenzione anche sul prezzo del latte italiano alla stalla (vedi articolo a lato): “Ci sono ora tutte le condizioni per alzare il prezzo pagato agli allevatori e chiedere l’immediata apertura del confronto con l’industria, per tenere conto della nuova situazione di mercato, che sta migliorando”. Nella pagina a fianco il decreto spiegato nei suoi dettagli.
INSERTO TECNICO
U N I O N E
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N. 10 • 2016
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LATTE: ECCO COSA PREVEDE IL DECRETO SULLA ETICHETTATURA
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opo la Francia, arriva anche in Italia l’etichettatura d’origine per latte e latticini. Il provvedimento, che è stato presentato alla Conferenza Stato Regioni del 19 ottobre, fornisce esclusivamente per l’Italia le indicazioni per indicare l’origine della materia prima prevista del Reg.UE 1169/11. La Commissione, come già fatto per la Francia, ha accettato di accogliere un provvedimento nazionale temporaneo, in attesa della pubblicazione dell’atto esecutivo. AMBITO DI APPLICAZIONE Il provvedimento italiano si applica a tutto il latte animale e ai prodotti lattiero caseari che lo contengono, nonché alle fasi della sua trasformazione o condizionamento, purché i prodotti siano preimballati. Restano esclusi il latte fresco, i prodotti DOP IGP ed STG, per i quali rimane in vigore la normativa vigente. Altresì NON si applica ai prodotti provenienti da altri Stati Membri o extra UE. Ricordiamo che per alimenti preimballati si intendono (art. 2 del regolamento UE 1169/11) tutti i prodotti che sono imballati, avvolti interamente o in parte dall'imballaggio (anche carta o altro involucro protettivo), in modo tale che il contenuto non possa essere alterato senza aprire o cambiare l’imballaggio. Nell’allegato 1 del decreto interministeriale sono elencati i prodotti lattiero caseari per cui è prevista l’applicazione del provvedimento italiano. MODALITÀ DI INDICAZIONE DELL’ORIGINE DEL LATTE E DELLE SUE LAVORAZIONI Le indicazioni devono essere fornite in modo leggibile e visibile e non possono essere nascoste, oscurate, limitate o separate da altre indicazioni scritte o grafiche o da altri elementi suscettibili di interferire. Tuttavia non è chiaro se possano essere semplicemente riportate nella lista degli ingredienti, come avviene per altri prodotti, o occorre prevedere un asterisco sulla parte principale della confezione che rimanda poi ad altra parte. Le diciture da utilizzare e da riportare sono le seguenti. Latte e latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero caseari: “Paese di mungitura: XXX”; ovvero il paese in cui è stata fatta la mungitura; “Paese di condizionamento o di trasformazione: XXX”; ovvero il Paese in cui è stato fatto il condizionamento o la trasformazione. Nel caso la mungitura, il condizionamento o la trasformazione siano fatte tutte nello stesso Paese si può riportare la seguente dicitura: “Origine del latte: XXX”; ovvero il paese dove sono state svolte tutte
le fasi del processo. Miscele di latte provenienti da più Paesi: Nel caso si utilizzi latte proveniente da altri Paesi UE o Extra UE si devono utilizzare le seguenti diciture: “Miscela di latte di Paesi UE/Non UE”; per le operazioni di mungitura; “Latte condizionato o trasformato in Paesi UE/Non UE”: per le operazioni di condizionamento o trasformazione. SANZIONI In caso di vendita del prodotto con etichette non conformi al Decreto, si applicano le sanzioni previste dall’art. 4 comma 10 della legge n. 4 del 3 febbraio 2011: ovvero la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.600 a 9.500 euro. DEROGHE I prodotti elencati nell’allegato 1 del decreto interministeriale che sono stati portati a stagionatura, immessi sul mercato o etichettati prima dell’entrata in vigore del provvedimento, possono essere commercializzati fino ad esaurimento scorte e comunque entro 180 giorni dall’entrata in vigore del decreto. LIMITI TEMPORALI DEL DECRETO Il provvedimento è valido fino al 31 marzo 2019, in via sperimentale. Non è chiaro dal testo quali possano essere le motivazioni per il quale il provvedimento possa essere reiterato o abrogato. Il provvedimento decade immediatamente qualora la Commissione UE pubblicasse l’atto esecutivo previsto dall’articolo 26 comma 8 del Regolamento 1169/11.
AVVIATI I CONTROLLI SULLA PEC (POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA)
Il Registro Imprese ha inizaito i controlli per verificare che gli iscritti siano tutti dotati di un indirizzo di Posta elettronica certificata (Pec) valido e attivo. Il Registro Imprese ha avviato la prima fase dell'attività cancellando gli indrizzi inattivi, revocati e non univoci, ovvero non riferibili ad un'unica impresa o riferibili ad un professionista anziché ad un'impresa. Ogni impresa deve infatti possedere un indrizzo riconducibile a se stessa in modo specifico e univoco. In caso di indirizzo utilizzato da più imprese, è compito della Camera di Commercio intimare all'impresa interessata di sostituire l'indirizzo Pec registrato, ma non esclusivo, con un altro indirizzo. In caso di inadempienza sono previste sanzioni da 103 a 1.032 euro. Per ulteriori informazioni rivolgersi agli uffici della Confagricoltura di Cuneo.
INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2016
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NITRATI: MODIFICATO IL CALENDARIO DEGLI SPANDIMENTI
A
ccogliendo le richieste avanzate dal mondo agricolo di una maggiore flessibilità dei calendari in funzione dell'andamento metereologico autunnale e recependo le novità introdotte a maggio dal nuovo Decreto Effluenti, da quest'anno cambia la modalità di gestione del calendario invernale degli spandimenti nelle Zone Vulnerabili ai Nitrati. NOVITÀ Per gli effluenti zootecnici distribuiti sul suolo dotato di copertura vegetale o residui colturali, vigeva fino allo scorso anno una sospensione fissa per 90 giorni (periodo dal 15 novembre al 15 febbraio). Da quest'anno la sospensione fissa dura solo 60 giorni, dal 1° dicembre al 31 gennaio compresi; gli ulteriori 30 giorni di sospensione sono definiti dalla regione Piemonte a partire da novembre con un bollettino, pubblicato sul sito web regionale, che blocca o dà il via allo spandimenti per i giorni successivi. Ci sarà un bollettino per ciascuna grande superficie designata come Zona Vulnerabile (ad esempio Cuneese), per permettere una buona rispondenza alle condizioni metereologiche. MODALITÀ DI GESTIONE Il bollettino sarà redatto dal Settore Fitosanitario regionale in collaborazione con DiSaFa dell'Università di Torino e Ipla, a partire dal 15 novembre. Resteranno gestiti con il consueto calendario gli spandimenti invernali di effluenti zootecnici distribuiti su suolo nudo, digestati, letami e compost distribuiti in Zone Vulnerabili ai Nitrati, nonchè le distribuzioni fuori Zona.
OBBLIGHI PER LA RISTRUTTURAZIONE E RICONVERSIONE DEI VIGNETI
Con il Decreto 3730 del 23/10/2015 si dispone che a partire dalla campagna 2011/2012, per i pagamenti effettuati dall’esercizio finanziario 2012 e successivi, i beneficiari che hanno percepito pagamenti anticipati alla data del 15 ottobre e non hanno ancora presentato domanda di saldo o richiesta di collaudo delle opere, dovranno entro il 30 novembre comunicare all’Organismo pagatore (nel caso del Piemonte all'Agea), l’importo delle spese sostenute fino al 15 ottobre e l’ammontare degli importi degli anticipi non ancora utilizzati. Si precisa inoltre che in caso di mancato adempimento del predetto obbligo di trasmissione della rendicontazione degli anticipi (dove prevista) sarà applicata una penale pari all’1% del valore dell’anticipo percepito. Per ulteriori informazioni rivolgersi agli uffici della Confagricoltura di Cuneo.
DICHIARAZIONE DI PRODUZIONE E VENDEMMIA: IMPORTANTI NOVITÀ
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seguito della circolare AGEA del 28/10/2016 la Regione Piemonte ha emanato la D.M. 1014 nella quale vengono ridefinite le istruzioni operative utili ai fine della compilazione e trasmissione delle dichiarazioni di vendemmia e produzione per la campagna vitivinicola in corso 2016/2017. NOVITÀ Due le principali novità. La prima riguarda la fissazione di un’unica scadenza prevista per il 15 dicembre, che unifica cosi le precedenti scadenze rispettivamente 15 novembre per le dichiarazioni di vendemmia e 15 dicembre per quelle di produzione. La seconda novità riguarda invece la possibilità di effettuare rettifiche anche post scadenza come già avveniva negli anni precedenti, tutto il resto rimane invariato come da D.M. 828 del 29 settembre. SOGGETTI INTERESSATI Ecco l'elenco dei soggetti obbligati a presentare la dichiarazione di vendemmia: • aziende con superficie vitata maggiore di 0,1 ettari; • produttori di uva da vino che effettuano la raccolta e successivamente la cessione totale dell’uva prodotta; che effettuano la raccolta e la vinificazione; che effettuano la raccolta la cessione parziale e la vinificazione; che effettuano la raccolta e la vinificazione con aggiunta di uve e/o mosti acquistati; • soggetti che effettuano l’intermediazione; • associazioni e cantina cooperative, relativamente alle uve raccolte dai soci o per eventuali vigneti condotti direttamente dalla stessa cantina; Soggetti obbligati a presentare la dichiarazione di produzione: • produttori di uva da vino che effettuano la raccolta e la vinificazione con uve proprie o con acquisto di uve e/o mosti; • produttori di vino che effettuano la vinificazione esclusivamente di uve e/o mosti acquistati; • associazioni e le cantine cooperative. ESONERATI • i produttori che mediante vinificazione nei loro impianti ottengono un quantitativo inferiore a 10 hl, che non è stato e non sarà commercializzato sotto qualsiasi forma. Per ulteriori informazioni rivolgersi agli uffici della Confagricoltura di Cuneo.
Geocap S.r.l. Via del Chiosso 27 Caramagna Piemonte (CN) Tel. 0172 810283 info@geocap.it • www.geoagri.com
II INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2016
CACCIA: GLI A.T.C. E I C.A. IN PIEMONTE PASSANO DA 38 A 22
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a Giunta regionale, ha approvato tre Delibere GR che attuano una razionalizzazione degli attuali 38 ATC e CA piemontesi, riducendone i comitati di gestione a 22; definiscono una riorganizzazione gestionale interna dei comitati di gestione, dimezzano il numero dei partecipanti, rinnovano i criteri alla base della nomina degli stessi. DRG 1 Art. 38 l.r. n. 26 del 22 dicembre 2015 “Razionalizzazione dei Comitati di gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) e dei Comprensori Alpini (CA)” In applicazione all’articolo 38 della L.r. n. 26 del 22 dicembre 2015, in occasione del rinnovo dei Comitati di Gestione (CdG), si interviene con una razionalizzazione degli attuali 38 CdG mantenendo i principi caratterizzanti la loro costituzione: 1 - Si riuniscono gestionalmente i CdG lasciando immutati per i cacciatori gli ambiti in cui ad oggi si pratica la caccia. 2 - Non si spostano i confini delle attuali cosiddette “aree omogenee” - definite nel 1995 a seguito di studi universitari, approvate da ISPRA e Ministero 3 - Il numero dei CdG in Piemonte scende da 38 a 22. 4 - I nuovi Comitati di Gestione prenderanno avvio al più tardi al 1° febbraio 2017 5 - Rimangono invariati tutti gli adempimenti dei singoli ATC - CA previsti dalle disposizioni attuative regionali relativi, ad esempio, all’ammissione dei cacciatori, al rilascio del tesserino venatorio, all’accertamento ed al risarcimento dei danni alla produzione agricola, al prelievo selettivo degli ungulati, all’organizzazione del territorio ai fini del prelievo del cinghiale, alla predisposizione delle proposte dei piani di prelievo numerici previsti dal calendario venatorio e all’anticipo del prelievo a determinate specie, ecc. Ecco la nuova organizzazione proposta per la provincia di Cuneo: Comitato di gestione dell’Ambito territoriale di caccia CN 1 Comitato di gestione degli Ambiti territoriali di caccia CN 2 e CN 3 Comitato di gestione degli Ambiti territoriali di caccia CN 4 e CN 5 Comitato di gestione dei Comprensori alpini CN 1 e CN 2 Comitato di gestione del Comprensorio alpino CN 3 Comitato di gestione dei Comprensori alpini CN 4 e CN 5 Comitato di gestione dei Comprensori alpini CN 6 e CN 7 DGR 2 – Modifica criteri per ATC e CA e modifica Statuto Le principali novità riguardano introdotte da questa DGR sono: - riduzione dei componenti del Comitato di Gestione (da 20 a 10) e dunque in totale da 760 a 380. - introduzione di nuovi criteri di controllo della Regione sull’amministrazione degli ATC e dei CA; - limite dei due mandati per il Presidente del Comitato di gestione, al fine di favorire il ricambio alla guida di tali istituti;
- l’introduzione dell’applicabilità, per tali organismi dei principi di economicità, pubblicità, correttezza, libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione per l’acquisizione di consulenze, lavori servizi e forniture; - l’introduzione del controllo amministrativo-contabile affidato ad un Collegio unico dei Revisori dei Conti nominato dalla Regione; - l’applicazione agli organismi di gestione degli ATC e CA dei principi espressi dal d.lgs 33/2013 (Decreto trasparenza”) e s.m.i. in relazione alle finalità pubbliche perseguite; - l’introduzione del principio - già inserito nel disegno di legge regionale n. 182 - presentato dalla Giunta regionale, secondo il quale “per garantire il rispetto delle disposizioni della l. 157/1992 e mantenere il voluto equilibrio di rappresentanza, i componenti di cui al comma 6 dell’articolo 11 non devono esercitare attività ricadenti in altre categorie.”; -la presenza degli Uditori appartenenti alle associazioni o enti non nominati ma presenti sul territorio, applicato a tutte le componenti del Comitato di gestione (agricoltori, cacciatori, ambientalisti, rappresentanti degli enti pubblici) DGR 3 – Rappresentanza delle Associazioni o Organizzazioni nei CdG di ATC e CA La presente DGR elimina le attuali fasce percentuali previste nei criteri per le associazioni venatorie e introduce per tutte tre le categorie (venatorie, agricole, ambientaliste) un unico principio: la rappresentanza di tali associazioni e organizzazioni è effettuata assegnando un rappresentante a testa alle associazioni o organizzazioni con il maggior numero di iscritti. Solo nel caso in cui fosse presente fra queste un’associazione o organizzazione la cui percentuale di iscritti raggiunge o supera il 68% (quindi maggiore di due terzi), a questa spettano 2 rappresentanti.
NOVITÀ MOVIMENTAZIONE ANIMALI
Il Ministero della Salute autorizza l’utilizzo dei modelli IV per la movimentazione degli animali, fino ad esaurimento scorte, entro il 31 dicembre 2016, purché debitamente integrati con le informazioni aggiuntive richieste dal nuovo modello informatizzato. È possibile utilizzare ancora il modello cartaceo in alcuni specifici casi. Per le specie bovina, ovicaprini e bufalina nelle aziende site: • in zone con mancanza di copertura di rete, indicate da Regioni e Province autonome • in Regioni che, essendo dotate di un proprio sistema informativo regionale, non hanno ancora completato le procedure informatiche; • in zone indenni da Tubercolosi, Brucellosi e Leucosi Bovina Enzootica (fino al 24 giugno 2017). Per tutte le altre specie, fino al 2 settembre 2017 per tutte le aziende e, successivamente a tale data, solo per le aziende site: • in zone con mancanza di copertura di rete, indicate da Regioni e Province autonome; • in Regioni che, essendo dotate di un proprio sistema informativo regionale, non hanno ancora completato le procedure informatiche.
TECNOLOGIE IN VITICOLTURA
AT T O R N O A L N O S T R O PA L O I M I G L I O R I V I G N E T I • Pali in acciaio zincato a caldo ad immersione • Pali in cemento precompresso • Canne in PVC antigelive • Pali in cemento vibrato
• Pali in legno trattato • Filo INOX e tripla zincatura • Pali in castagno • Tracciamento e realizzazione vigneto • Tutori per barbatelle • Fornitura materiale per “Metodo Grimaldi” • Filo CRAPAL OPTIMUM e CRAPAL 2
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INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2016
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PATRONATO REVERSIBILITÀ: ILLEGITTIMA LA NORMA SUI TAGLI AI CONIUGI SUPERSTITI
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on la sentenza 174/2016 la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 18, comma 5, D.L. 98/2011, convertito in L. 111/2011, art. 1, comma 1, che prevedeva una graduale riduzione della pensione di reversibilità in caso di matrimonio tra un soggetto con più di 70 anni che fosse durato meno di 10 anni e con differenza di età tra i coniugi superiore ai 20 anni. L'Inps, prendendo atto dell'illegittimità costituzionale della norma, con la circolare n. 178 del 21 settembre ha fornito alcuni chiarimenti in merito alle modalità di riconoscimento a favore del coniuge superstite del 60% della pensione già liquidata o che sarebbe spettata all'assicurato. NEL DETTAGLIO • I trattamenti pensionistici ai superstiti già liquidati sulla base delle norme dichiarate inscostituzionali sono ricostituiti d'ufficio dal primo giorno del mese successivo alla morte del dante causa. In assenza di alcuna ricostituzione d'ufficio perché la domanda presentata a suo tempo risultasse eliminata, è opportuno far presentare una nuova domanda. • I relativi ratei arretrati sono erogati dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso del dante causa, salvo che non sia intervenuta sentenza passata in giudicato. In tal caso, i ratei arretrati sono erogati dal primo giorno del mese successivo al passaggio in giudicato della sentenza. • I ricorsi amministrativi così come le controversie pendenti in materia devono essere riesaminati/ cessati sulla base dei criteri esposti sopra. Per ulteriori informazioni rivolgersi agli uffici Enapa di Confagricoltura Cuneo.
IV INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2016
ENTRO DICEMBRE VA PRESENTATA LA DOMANDA DI RICOSTITUZIONE PER LA RIVALUTAZIONE DELLA PENSIONE Considerando che è stata sollevata questione di incostituzionalità sul D.L. n. 65/2015 che ha previsto il riconoscimento della perequazione automatica 2012 e 2013 in misura parziale solo per i trattamenti pensionistici di importo da tre e cinque volte il trattamento minimo, escludendo le pensioni di importo superiore a sei volte, tutti i pensionati a cui non è stata riconosciuta alcuna rivalutazione, potranno, entro dicembre 2016 presentare alla sede Inps competente, la domanda di ricostituzione documentale della pensione ai soli fini di interrompere i termini di prescrizione quinquiennale. Per ulteriori informazioni rivolgersi agli uffici Enapa della Confagricoltura Cuneo di Cuneo.
Zootecnia
La suinicoltura cuneese è quasi tutta vocata all'ingrasso di capi pesanti
Suini, ripresa già finita DOPO MESI DI RIALZO DEI PREZZI, A OTTOBRE LA SITUAZIONE È PEGGIORATA. MANCA UNA STRATEGIA NAZIONALE di Monica Arnaudo
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opo anni di sofferenza, quest’anno il settore suinicolo sembrava finalmente dare segnali di ripresa, ma dopo quattro mesi consecutivi in cui i prezzi alla produzione avevano fatto registrare un trend in crescita, ad ottobre la situazione sembra nuovamente peggiorata. Da giugno, infatti, i prezzi dei suini pesanti da macello avevano fatto segnare percentuali di rialzo più che positive (+5,4% rispetto a settembre 2015), così come quelli da allevamento (+18,7%). Buone notizie arrivavano anche sul fronte dei costi di produzione, con prezzi delle materie prime fondamentali per l’alimentazione dei suini, in particolare mais e soia, in netta flessione. Poi la situazione è tornata critica. LA SITUAZIONE IN PROVINCIA DI CUNEO In provincia di Cuneo, dove la filiera produttiva è quasi totalmente dedicata all’ingrasso di capi pesanti destinati alla produzione di Prosciutto crudo di qualità, la consistenza degli allevamenti nel 2015 (dati più recenti) ha registrato complessivamente 877.422 capi (+1,38% rispetto al 2014). “C’è stato qualche timido segnale di ripresa, con quattro mesi di prezzi medio-alti, ma da ottobre la situazione sembra nuovamente peggiorare – commenta Roberto Barge, presidente della sezione Suinicola di Confagricoltura Cuneo -. Ad incidere maggiormente è stata la scadenza del contratto della Germania con la Cina, che si è chiuso al 30 di settembre; le esportazioni, che prima erano aumentate, si sono bloccate e di conseguenza i prezzi della carne in tutta Europa sono calati nuovamente. Gli stessi prezzi, che nei mesi scorsi erano arrivati a toccare picchi di 1,70 euro al chilo, adesso stanno già scendendo, magari non più ai livelli di maggio, ma credo che per la fine dell’anno sfioreranno l’1,50, ancora troppo bassi per poter parlare di ripresa del settore. Anche i prezzi alla produzione sono scesi, ma non hanno fatto la differenza. Confidiamo nello sblocco dell’embargo russo, solo riaprendo questo mercato i prezzi potrebbero tornare ad aumentare dando una boccata di ossigeno e prospettive di ripresa agli allevatori”.
SERVE UNA VERA STRATEGIA NAZIONALE DI RILANCIO E VALORIZZAZIONE Secondo il Centro Studi di Confagricoltura il valore della produzione nazionale del settore suinicolo nel 2015 si assestava sui 2,8 miliardi di euro, il 5% del totale della produzione agricola complessiva ed il 17% circa delle produzioni zootecniche. Numeri importanti che però, causa la crisi del settore, negli ultimi tre anni hanno registrato un calo di quasi il 9%. A diminuire sono stati anche gli allevamenti suinicoli, passati dagli oltre 50 mila nel 2007 a 36 mila nel 2016, con una conseguente riduzione del numero dei capi del 5%. “Dopo pochi mesi favorevoli, è già iniziata una nuova fase di discesa dei prezzi – sottolinea Giovanna Parmigiani, presidente della Federazione nazionale di prodotto Carni suine di Confagricoltura -. Purtroppo siamo sempre troppo in balia di fattori congiunturali, perché non esiste una vera strategia nel nostro Paese. Abbiamo ridotto drasticamente le scrofe passando dai 750mila di qualche anno fa alle 570 mila di oggi, ma questo non serve, è fondamentale darsi una strategia di rilancio e di valorizzazione dei nostri prodotti. Ormai il Prosciutto crudo di Parma e San Daniele non sono più in grado di reggere da soli la valorizzazione del maiale italiano che è allevato più a lungo, con disciplinari di produzioni stringenti, rispettando le norme di benessere e quelle sanitarie e ambientali”. La ripresa però deve passare obbligatoriamente dalla valorizzazione delle qualità delle produzioni italiane. “Dobbiamo riuscire a trasmettere al consumatore quello che i nostri allevatori fanno da anni – ribadisce la presidente -. Per questo stiamo creando un Consorzio di allevatori che certifichi il nato e allevato in Italia per poter garantire il prodotto al consumatore, ma è necessaria anche una forte campagna di immagine per riuscire a controbattere le campagne propagandistiche delle televisioni contro l’allevamento intensivo, spesso basate su informazioni false o comunque fuorvianti. Noi allevatori non siamo abituati a raccontarci e a lodarci per quello che facciamo, dobbiamo imparare a farlo”. Nel lungo periodo fondamentale potrà essere la riapertura del mercato con la Cina. “Il 27 settembre scorso, a conclusione delle lunghe negoziazioni tra Italia e Cina, l’ambasciata Italiana in Cina ha ottenuto il riconoscimento della macroarea del nord come indenne da vescicolare – conclude -. Questa decisione può rappresentare un passaggio fondamentale nel nostro settore per l’apertura del mercato cinese alle carni suine fresche e prodotti a breve stagionatura, speriamo che questo ci possa aiutare ad aumentare le esportazioni anche dei tagli minori che in Italia non trovano sbocco e che comunque in Cina hanno un grosso mercato”.
50.000 36.000
2007 2016 [Fonte: Centro Studi Confagricoltura]
Gli allevamenti suinicoli in Italia
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Frutticoltura
Castagne, raccolta di buona qualità PER CONFAGRICOLTURA CUNEO OCCORRE CONTINUARE A RINNOVARE GLI IMPIANTI E A POTENZIARE LA FILIERA
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verso la messa a dimora di nuove varietà e maggiori investimenti in tecnologia. La richiesta di frutta in guscio è attualmente positiva, ecco che occorre quindi essere pronti sotto tutti punti di vista per sapere cogliere le opportunità che i mercati possono offrire”. “Per poter garantire un nuovo sviluppo alla castanicoltura cuneese servono impianti più gestibili dal punto di vista agronomico, andando a intervenire, ad esempio, sulla nutrizione del suolo – conclude Simone Monge, tecnico di Confagricoltura Cuneo -. È indispensabile continuare a introdurre nuovi metodi di impianto, per garantire una base produttiva meno suscettibile alle variabili climatiche, e migliorare la genetica delle produzioni autoctone. Servono, infine, interventi sull’intera filiera, che è da potenziare e rivedere in alcuni suoi passaggi”.
uantità in leggero calo, a causa del clima siccitoso estivo ma buona qualità per le castagne cuneesi. La raccolta del frutto principe dell’autunno è ormai conclusa sia nei boschi delle vallate che nei numerosi nuovi impianti a frutteto che sono sorti ultimamente e come ogni anno ha dato segnali variabili a seconda delle zone. “Due i fattori che hanno fatto da comune denominatore a questa raccolta – spiegano i tecnici di Confagricoltura Cuneo - la positiva riduzione dei danni provocati dal Cinipide e una pezzatura leggermente inferiore rispetto allo scorso anno, proprio per via della mancanza di precipitazioni nella fase di fioritura”. Raccolta a parte, il settore in provincia di Cuneo si dimostra in evoluzione, alle prese con un’importante opera di ristrutturazione con numerosi nuovi impianti più gestibili dal punto di vista agronomico. Per quanto riguarda gli impianti ‘ibridi’ euro-giapponesi, abbiamo rese in calo anche del 30% ma una qualità eccellente,
accompagnati da quotazioni di partenza favorevoli per i produttori – spiega Adriano Rosso, direttore Confagricoltura zona di Cuneo -. Anche nelle castagne ‘nostrane’ riscontriamo una buona qualità, ma se analizziamo l’aspetto quantitativo abbiamo una situazione con cali diffusi. Questo è dovuto principalmente alla poca pioggia caduta quest’estate e nel mese di settembre. Per garantire un futuro migliore a questa coltura tipica del nostro territorio, tuttavia, è di fondamentale importanza riprendere a gestire con maggior attenzione e cura l’intero ciclo vegetativo delle piante e proseguire con nuovi innesti per cercare di rinnovare gli impianti”. “Il prodotto è sano e di qualità, anche se la caduta a terra dei ricci è stata rallentata a causa del clima secco e asciutto – aggiunge Valter Roattino, direttore Confagricoltura zona di Mondovì -. Occorre ancora tempo per dichiararsi fuori dalla crisi, ma serve continuare nell’opera di razionalizzazione degli impianti attra-
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Kiwi segnato dallo 'stress' delle piante
eppure il tempo di riprendersi dagli effetti devastanti della batteriosi, che i produttori cuneesi di kiwi si ritrovano a fare i conti con un altro problema non certo di poco conto, come conferma Alberto Giordano, presidente della sezione ortofrutticola di Confagricoltura Cuneo: “Per quanto riguarda la batteriosi la situazione è abbastanza stazionaria – dice -, ma ad agosto è uscita un’altra criticità, non ancora ben identificata: il cosiddetto “stress della pianta” o “collasso”. Sembra si tratti di un fungo patogeno che attacca le radici, ma ad oggi una causa specifica non è ancora stata trovata. La pianta inizia a deperire, appassisce, lascia cadere i frutti e arriva quasi a seccare. In media, negli appezzamenti, sta colpendo circa il 10-20% delle piante. Il centro Agrion ha iniziato una ricerca per capirne l’origine e Confagricoltura Cuneo ha predisposto un questionario per monitorare la situazione, ma al momento non si conosce ancora molto. Di certo si sa che
La castanicoltura di fronte al cambiamento
LA RACCOLTA PRESENTA PRODOTTI DI QUALITÀ, MA RESE IN CALO. PREOCCUPA LA NUOVA CRITICITÀ di Monica Arnaudo
è un sintomo non legato alla batteriosi, perché anche le piante colpite avevano vegetato bene fino a luglio e poi da agosto hanno cominciato ad andare in crisi”. Detto questo, la raccolta kiwi, partita con qualche giorno di ritardo, è nella sua fase conclusiva e si registra un calo di produzione, a macchia di leopardo, in provincia di Cuneo di circa il 20% rispetto alla scorsa annata. “La qualità dei frutti è elevata e le prospettive di mercato sono positive per via anche della mancanza di prodotto
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nelle aree vocate del Sud Italia – sottolinea Marco Bruna, direttore della Confagricoltura zona di Saluzzo e Savigliano -, ma la minor produzione a causa anche dell’insorgere del collassamento delle piante rappresenta un nuovo duro colpo inferto a un comparto che ancora si deve riprendere del tutto dalla batteriosi. Si registra, infatti, un interesse moderato per il rilancio di questa coltura, nonostante la scorsa annata ad esempio sia stata molto positiva”.
Giurisprudenza
Contratti di affitto,
non vale la deroga art. 45 senza l'assistenza delle organizzazioni più rappresentative
LO HA STABILITO NUOVAMENTE UNA RECENTE SENTENZA
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on una sentenza del 27 settembre scorso il Tribunale di Mantova, ha fatto ancora una volta chiarezza sui contratti di affitto in deroga, stabilendo che la legittimazione all’assistenza derogatoria e alla stipula degli accordi ex art. 45 L.203/82 in materia di affitto di fondi rustici compete anzitutto solo alle organizzazioni professionali agricole, in possesso dei requisiti di maggiore rappresentatività a livello nazionale (Confagricoltura, Coldiretti e Cia), e quindi non ad altri soggetti (per esempio professionisti e ordini professionali). Spetta, inoltre, solo a quelle organizzazioni in cui la maggiore rappresentatività sia comprovabile riguardo alla categoria degli
imprenditori agricoli (quindi non sono rilevanti i dati sulla rappresentatività di altre categorie di imprenditori eventualmente associati, etc.) e solo a quelle organizzazioni in cui sono riscontrabili tutti gli indici di maggiore rappresentatività (a cominciare dalla presenza sul territorio nazionale e l’alto numero degli iscritti imprenditori agricoli) prima individuati. Non occorre, invece, che ricorrano altri fattori come, ad esempio, partecipazione a tavoli presso il Ministero delle Politiche agricole o la chiamata in sede di riunioni o altri incontri istituzionali. “Per tutti questi motivi è fondamentale quindi che i contratti d’affitto in deroga vengano sottoscritti con l’assistenza di
Importante quanto stabilito dal Tribunale di Mantova
un’organizzazione rappresentativa, qual è Confagricoltura – sottolinea Adriano Rosso, direttore zona di Cuneo dell’Unione agricoltori -. Ancora una volta, infatti, l’orientamento giurisprudenziale ha riconosciuto la fondamentale importanza delle associazioni maggiormente rappresentative coordinate a livello a livello nazionale”. La Confagricoltura di Cuneo pertanto richiama l’attenzione dei propri associati, sia nella veste di affittuari che in quella di proprietari che affittano, a non firmare contratti di affitto quando la controparte non è assistita da un’organizzazione non legittimata.
S e m p li c e m e n t e a f f id a b il i
www.supertino.com L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2016
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Appuntamento elettorale
Guida al referendum IL 4 DICEMBRE SI VOTA. UN PICCOLO VADEMECUM SUI PUNTI PIÙ DIBATTUTI di Ilaria Blangetti
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l 4 dicembre ci sarà il referendum costituzionale per approvare o respingere la riforma della costituzione che porta il nome della ministra Maria Elena Boschi, promotrice insieme al Governo Renzi. Il referendum costituzionale è previsto dall’articolo 138 della Costituzione e dev’essere indetto entro tre mesi dall’approvazione da parte del Parlamento delle leggi di revisione costituzionale (non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei componenti). Per essere valido non occorre raggiungere il quorum. I PRINCIPALI PUNTI DELLA RIFORMA 1) SENATO La riforma vuole superare il bicameralismo perfetto: attualmente tutte le leggi, anche quelle ordinarie, devono essere approvate da entrambe le Camere. Così come la fiducia al Governo dev’essere data da tutti e due i rami del Parlamento. Con la riforma la Camera dei Deputati diventa l’unico organo eletto dai cittadini a suffragio universale diretto e l’unica assemblea che dovrà approvare le leggi ordinarie e di bilancio e accordare la fiducia al Governo. Il Senato diventa il Senato delle Re-
gioni, un organo rappresentativo delle autonomie regionali, composto in totale da 100 senatori (315 sono quelli attuali) che non saranno eletti direttamente dai cittadini. 95 saranno scelti dai consigli regionali che nomineranno con metodo proporzionale 21 sindaci e 74 consiglieri regionali. A loro si aggiungono 5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica in carica per 5 anni. Non ci saranno più quindi i senatori a vita, carica che rimane solo per quelli attuali. I senatori percepiranno lo stipendio da amministratori, non saranno pagati dal Senato. La funzione principale del Senato sarà quella di fare da raccordo tra Stato ed enti locali. Il Senato potrà esprimere pareri sui progetti di legge approvati dalla Camera e proporre modifiche, ma la Camera potrà anche non accogliere gli emendamenti. I senatori continueranno a partecipare all’elezione del Presidente della Repubblica, dei componenti del consiglio superiore della Magistratura e dei giudici della Corte Costituzionale. All’elezione del Presidente della Repubblica non parteciperanno più i delegati regionali, ma solo le Camere in seduta comune. Sarà necessaria la maggioranza dei due terzi dei componenti fino al quarto scrutinio, poi ba-
LE RAGIONI DEL 'NO' SENATO. Troppo potere all’Esecutivo, rischio di una forza politica che possa legiferare tranquillamente anche con una bassa maggioranza (dubbi derivanti dall’Italicum, la nuova legge elettorale). La “complicazione” dell’art. 70 che stabilisce la competenza legislativa del Parlamento secondo alcuni rischia di creare conflitti di competenze e lungaggini nell’approvazione delle leggi. TITOLO V. I sostenitori del no temono un accentramento del potere. La riforma indebolisce le autonomie locali, mentre le Regioni a statuto speciale mantengono i loro privilegi. INIZIATIVA POPOLARE. Le critiche riguardano la limitazione di una delle forme di esercizio diretto della sovranità da parte dei cittadini aumentando il numero di firme necessarie COSTI DELLA POLITICA. I sostenitori del no dicono che la riforma non muta sostanzialemente i costi contando che nel 2015 il Senato ha gravato sul bilancio complessivo dello Stato per una percentuale dello 0,064%, con un rapporto di 1:1.568.
steranno i tre quinti. Solo dal settimo basterà la maggioranza dei tre quinti. 2) CNEL La riforma prevede l'abolizione del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro. Organo ausiliario aveva una funzione consultiva per le leggi sull'economia e sul lavoro, oltre che di iniziativa legislativa su determinate materie. 3) TITOLO V DELLA COSTITUZIONE Con la riforma, alcune materie tornano competenza esclusiva dello Stato. Inserisce dei paletti all’autonomia fiscale degli enti locali, stabilisce un tetto agli stipendi dei consiglieri regionali. 4) INIZIATIVA POPOLARE Il quorum che rende valido il risultato di un referendum abrogativo resta del 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto, ma se i cittadini che propongono la consultazione sono 800mila, invece che 500mila, il quorum sarà ridotto: basterà che vada a votare il 50 per cento più uno dei votanti alle ultime elezioni politiche. Per proporre una legge d’iniziativa popolare non saranno più sufficienti 50mila firme, ma ne serviranno 150mila.
LE RAGIONI DEL
'SÌ'
SENATO. Riduzione del numero dei parlamentari, eliminazione della cosiddetta “navetta”, ossia il meccanismo di passaggio della stessa legge tra Camera e Sanato che può avvenire anche più di una volta finché le due Camere non approvano il medesimo testo. Eventuali lungaggini dovute a conflitti legislativi non sarebbero comunque paragonabili alla lentezza del bicameralismo perfetto. TITOLO V. I sostenitori del sì dicono che la riforma chiarirà e semplificherà il rapporto tra Stato e Regioni con l’eliminazione delle cosiddette “competenze concorrenti”. INIZIATIVA POPOLARE. I sostenitori del sì parlano di democrazia autenticamente partecipativa perché il Parlamento avrà l’obbligo di discutere e deliberare sui disegni di legge di iniziativa popolare. COSTI DELLA POLITICA. Ridotto il numero dei parlamentari; il Cnel verrà abolito con i suoi 65 membri; i consiglieri regionali non potranno percepire un’indennità più alta di quella del sindaco del capoluogo di regione; le province saranno eliminate dalla Costituzione.
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Confagricoltura news
Terremoto, Cuneo stanzia i primi fondi CONFAGRICOLTURA DEVOLVE TRE MILA EURO PER LE AZIENDE DANNEGGIATE. SARÀ DONATA UNA ROULOTTE di Enzio Isaia
Ciò che resta della basilica di S. Benedetto a Norcia
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l terribile terremoto che a più riprese ha devastato il centro Italia, ha provocato danni numerosi e ingenti all’agricoltura di Marche e Umbria, in particolare. Migliaia infatti sono le aziende compromesse; colpiti soprattutto gli allevamenti dove le strutture per ricoverare gli animali sono crollate, tutte o in parte. “Il centro studi di Confagricoltura stima 150mila ettari di coltivazioni danneggiate
e 100mila capi (soprattutto bovini e ovicaprini) coinvolti dal sisma – spiega Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo -. Il nostro Consiglio direttivo aveva già deliberato uno stanziamento di 3mila euro a favore di aziende agricole o edifici di pubblica utilità colpiti dal sisma del 24 agosto scorso, ma dopo le scosse di fine ottobre le esigenze sono mutate e aumentate. Per questo abbiamo deciso di donare una roulotte all'azienda agrituristica "La Valle del Sambuco" di Gennaro Nobili a Norcia che già sta ospitando diversi terremotati nella sua struttura. Andremo direttamente sul posto a consegnarla e nel fratempo promuoviamo un'ulteriore raccolta fondi per l'acquisto di alimentazione per il bestiame”. Continua, infine, anche la raccolta delle
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a Confagricoltura di Cuneo ha stipulato una convenzione con le Edizioni "L'Informatore Agrario” S.r.l. per gli abbonamenti, a cifre scontate, alle seguenti riviste del gruppo: "L'Informatore Agrario", "Vita in Campagna” rivista singola o con eventuali relativi allegati, "Macchine Agricole Domani - MAD" (vedi inserzione a lato). L’interessato, associato o familiare, si può abbonare richiedendo la cartolina presso tutti gli uffici di zona della Confagricoltura Cuneo. Dopo aver compilato la sezione relativa ai dati personali e al tipo di abbonamento da attivare, l’associato potrà spedire senza spese aggiuntive la cartolina direttamente all'Editore. Riceverà quindi all'indirizzo indicato un bollettino postale per il versamento della quota. Da quel momento l’abbonamento sarà attivo. Per informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.
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donazioni da parte di Confagricoltura attraverso la propria Onlus “Senior – L’età della saggezza” per venire incontro alle esigenze degli agricoltori delle aree colpite dal terremoto e sostenerli. Per alimentare il canale di solidarietà, Confagricoltura invita gli associati, i dipendenti e coloro che hanno usufruito dei servizi alla persona (CAF, Patronato e mutua Fima) a contribuire agli aiuti, facendo confluire le donazioni sul conto ONLUS “Senior – l’Età della Saggezza”, Monte dei Paschi di Siena, IBAN: IT 79 Q 01030 03241 000063126678, ricordando di inserire la causale: AIUTI PRO TERREMOTATI CENTRO ITALIA 2016. Le donazioni effettuate dalle persone giuridiche e/o fisiche potranno essere portate, in deduzione/detrazione nella prossima dichiarazione dei redditi.
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Il pubblico di partecipanti al corso in Confagricoltura a Cuneo
Allevatori avicoli a lezione a Cuneo DAL PIEMONTE, MA ANCHE DALLA LOMBARDIA PER PARTECIPARE AL CORSO DI CONFAGRICOLTURA PER L'AUTORIZZAZIONE AD ALLEVARE DI POLLI DA CARNE
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enerdì 21 ottobre a Cuneo decine di allevatori avicoli provenienti non solo dalla Granda, ma anche dalle province piemontesi di Novara, Torino, Vercelli e dalla Lombardia, hanno partecipato al corso per ottenere il certificato necessario per allevare polli da carne organizzato da Confagricoltura. L’autorizzazione, prevista dal Decreto legge 181 del 12 aprile 2013, è obbligatoria per tutti gli allevatori di polli da carne, mentre sono tenuti a frequentare un corso di formazione soltanto coloro che hanno avviato l’attività dopo il 30 giugno 2010. “L’alta affluenza di imprenditori avicoli, giunti a Cuneo anche da lontano per partecipare al corso per il rilascio del ‘patentino’ necessario per l’allevamento, testimonia
come l’argomento trattato sia di particolare interesse per gli operatori del settore – ha dichiarato Oreste Massimino, presidente della sezione avicola di Confagricoltura Cuneo e della Federazione nazionale di prodotto -. Nel 2013 la nostra associazione è stata la prima in Italia ad organizzare un momento formativo di questo tipo, e continua a proporne perché gli operatori del comparto avicolo possano essere sempre aggiornati, anche considerata la vitalità imprenditoriale del settore alle prese con un’evoluzone importante nelle tecniche di allevamento. Desidero ringraziare i veterinari dell’Asl CN1 che sono intervenuti e con cui gli allevatori hanno potuto confrontarsi per chiarire dubbi e perplessità”. Andrea Dadone, veterinario dell’Asl
CN1 - Area C e docente accreditato dal ministero, ha messo in luce il buon grado di preparazione dei presenti: “Quella avicola è una filiera dove ognuno è ricettivo e ben consapevole del proprio ruolo nel garantire carni di qualità sempre più elevata e prodotte in ambienti molto controllati” , ha detto Dadone. Il corso ha trattato gli aspetti principali della normativa del ‘benessere animale’ e la biosicurezza, ma anche i concetti più importanti di anatomia e fisiologia degli animali, approfonditi da Moshe David, anche lui veternario Asl CN1: “Ben vengano momenti come quello organizzato da Confagricoltura a Cuneo – ha sottolineato –; un’adeguata formazione e una corretta informazione sono alla base di processi produttivi che, come nel caso degli allevamenti di polli, devono prestare la massima attenzione agli aspetti inerenti la salubrità del prodotto che arriva sulle tavole dei consumatori”. Al termine delle ore di aggiornamento, i presenti hanno svolto la prova di valutazione finale, ottenendo così l’abilitazione all’allevamento rilasciata dall’Asl. Tale certificato ha valore su tutto il territorio italiano ed il nominativo di chi ha superato il corso è stato inserito in un elenco nazionale.
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Una fase della raccolta manuale dello zafferano nell'azienda di Massimo Morre a Caraglio
In valle Grana sale la febbre da 'oro rosso' A CARAGLIO, OLTRE AL CELEBRE AGLIO, MASSIMO MORRE COLTIVA ZAFFERANO E QUEST'ANNO HA MESSO A DIMORA 25MILA BULBI di Paolo Ragazzo
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l ricco paniere di tipicità della piccola valle Grana si arricchisce di un bulbo dal fiore tanto elegante nel suo aspetto viola acceso quanto prezioso negli stigmi rosso vivo che ne arricchiscono l’interno: lo zafferano. Una reale possibilità economica che sta conquistando un po’ tutti in questa zona della provincia di Cuneo, rinomata già per numerosi altri prodotti agricoli. Siamo andati così a scoprire come si coltiva visitando l’azienda di Massimo Morre a Caraglio. DAL RECUPERO DI UNA TRADIZIONE DAL SAPORE ANTICO… “Ho iniziato un paio di anni di fa insieme a mia sorella Maria Grazia mettendo a dimora 1.500 bulbi – racconta – e abbiamo notato da subito un vivace interesse per lo zafferano coltivato in maniera tradizionale e a regola d’ar-
te”. Un’attenzione concreta che è figlia di questa terra. Documenti del 1400 riportano, infatti, come lo zafferano cuneese era coltivato già allora sulle colline del Marchesato di Saluzzo, che comprendeva a quei tempi anche la valle Grana. Nel 1800, poi, sono diversi i testi che definiscono lo zafferano caragliese una coltura “meravigliosa” non ad uso alimentare, bensì come colorante naturale per le tintorie del Biellese o per commercianti lombardi pronti a pagare in oro un grammo della pregiata spezia. Si arriva quindi al 1870 quando alla prima “Esposizione agraria, industriale e artistica della provincia di Cuneo” un cittadino caragliese, Antonio Delpuy, propone proprio lo zafferano. Ora, dal 2005, grazie alla curiosità e al lavoro di un gruppo di volenterosi cittadini caragliesi la coltura è tornata a far parlare di sé.
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…AD INVESTIMENTI CONCRETI “Ci abbiamo creduto anche noi e abbiamo così affiancato lo zafferano alla coltivazione dell’aglio bianco e dell’aglio
storico di Caraglio di cui siamo ormai assidui produttori – riprende Morre -. Riuscendo ad ottimizzare le strutture e i macchinari già presenti in azienda, quest’anno ho deciso di piantare 25mila nuovi bulbi in un appezzamento di 2mila metri quadrati. È stato un investimento importante, ma credo fortemente che potrà dare presto i suoi frutti, con una produzione attesa di circa 2 etti e mezzo”. Se può sembrare poco, occorre considerare che per fare un grammo di zafferano occorrono circa 180 fiori.
Da sinistra: i fiori di zafferano in campo, Fabrizio Bima (Confagricoltura Cuneo) con
Le nostre aziende
IN VALLE GRANA È ‘ZAFFERANO MANIA’ Una delle cartine di tornasole
certamente più indicative dell’interesse nei confronti della zafferano è il numero di soci aderenti al Consorzio di promozione, tutela e valorizzazione del ‘Söfran – Zafferano di Caraglio e della Valle Grana’, nato nel 2015, che in poco più di un anno e mezzo è passato dai 6 fondatori agli oltre 40 aderenti attuali. Segno di un positivo ‘contagio’ che si è allargato all’intera valle. Lo sviluppo è testimoniato anche dal numero di bulbi che dieci anni fa era di appena 100 piante, diventate 10mila a fine 2014, 32mila nel 2015 e adesso può contare su più di 100mila bulbi coltivati in piccoli e medi appezzamenti. IL 'SOGNO' DI PRESENTARSI UNITI “Provengo da un’altra professione e, anche a causa della crisi, sto cercando nuove opportunità di riscatto nel settore agricolo – confessa Massimo Morre -. Credo molto nel recupero, prima, e nello sviluppo, poi, delle tradizioni del territorio, proprio come stiamo facendo qui con aglio e zafferano. La gente apprezza produzioni
l'imprenditore Massimo Morre e, infine, un vasetto di Söfran di Caraglio
Una profumata 'cascata' di aglio di Caraglio messo ad essiccare
particolari e di qualità. Ciò che purtroppo ancora blocca anche l’agricoltura italiana è la massiccia presenza di burocrazia che ci fa spendere tempo prezioso dietro ad adempimenti e nella compilazione di moduli e carte”. Morre ha ancora tante idee allo studio e, soprattutto, un ‘sogno proibito’: “Ho già in mente alcuni preparati a base di zafferano che Sei associato a Confagricoltura e vuoi far conoscere la tua azienda? Telefona ai tel. 0171 692143/601962 o scrivi una email all'indirizzo upa@ autorivari.com, specificando il comparto in cui operi (viticoltura, frutticoltura, zootecnia...)
intendo realizzare e testare in collaborazione con l’azienda Ostal di Valgrana, ma allargando lo sguardo mi piacerebbe che le molte eccellenze della valle, scoperte e valorizzate grazie all’intraprendenza di tante persone, potessero presentarsi insieme per promuovere un modo nuovo di fare economia e di valorizzare una valle intera”. Una proposta non nuova, ma sempre attuale nell’Italia dei mille campanili.
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Massimo Morre, in fase di conversione al biologico, ha interrato i bulbi di Crocus Sativus a inizio agosto e fino a ottobre l’unica impegnativa operazione è stata quella di liberare (a mano) il terreno dalle piante infestanti. Ma da metà ottobre, con i primi freddi, la raccolta (anche questa rigorosamente manuale) è entrata nel vivo. “Una volta raccolti i fiori in campo, entro la sera dello stesso giorno li apro, prendo gli stigmi e li faccio seccare con un essiccatore per un’ora e mezza circa – spiega l’imprenditore caragliese -. Il prodotto è pronto così per essere confezionato in piccoli barattoli di vetro, che contengono la dose di zafferano per un risotto per 4 persone”. Ma come viene venduto? “Noi, per il momento, lo proponiamo abbinato all’aglio nell’ambito di sagre e fiere sul territorio, ma c’è una richiesta sempre crescente anche da parte di negozi, ristoratori e grossisti”.
e-mail: allemano-fossano@libero.it
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I NOSTRI
UFFICI
Sede provinciale: Via Bruno Caccia, 4-6-8 - 12100 Cuneo Tel. 0171.692143 - Fax 0171.698629 - provinciale@confagricoltura.it ORARIO: 8,00 / 12,30 - 14,30 / 17,30 (giovedì, venerdì e sabato pom. chiuso) PATRONATO ENAPA Il Patronato Enapa di Confagricoltura Cuneo è presente in tutti gli uffici di zona.
ZONA DI CUNEO
Cuneo
Via Caccia, 4-6-8 Tel. 0171.692143 - Fax 0171.698629 cuneo@confagricoltura.it
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Via IV Novembre, 20 - (c/o Geom. Garbarino) Tel. 0171.918182
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Caraglio
Piazza Martiri della Libertà, 29
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Via Vittorio Veneto, 21 - (c/o sala Municipio)
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Via Cavour ,19 - (davanti al Municipio)
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Alba Bra Cherasco Canale S. Stefano B. Cortemilia
Via dell’Acquedotto, 2 Tel. 0173.281929 - Fax 0173.280979 alba@confagricuneo.it
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Corso V. Emanuele II, 121 - (c/o Milano Assicurazioni) Tel. 0172.425477 - Fax 0172.44167
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Via Garibaldi, 25 (c/o Pratiche Auto) Tel. 0172.489764
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Piazza Trento e Trieste, 74 Tel. 0173.970180
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Via Roma, 38/F Tel. 0141.840782 Fax 0141.840174
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Corso Statuto, 28 Tel. e Fax 0174.42071 mondovi@confagricuneo.it
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Piazza Confraternita, 5
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P.zza Capuccini, 1 - 1° piano (sopra Consorzio Agr.) Tel. 0174.282038
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Via Torino, 40 Tel. 0175.217120 - Fax 0175.248784 saluzzo@confagricuneo.it
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Via San Giovanni, 8 - (c/o Centro Anziani)
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www.confagricolturacuneo.it 24 L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2016
Il tecnico in frutteto
Atomizzatori: tutti i requisiti necessari ENTRO IL 26 NOVEMBRE È OBBLIGATORIO IL CONTROLLO FUNZIONALE. TECNICI CONFAGRICOLTURA A DISPOSIZIONE 1 Deve essere presente una scala di lettura per il serbatoio principale funzionante, visibile dalla postazione di riempimento, con intervallo di lettura di max 50 litri per serbatoi inferiori a 1.000 litri e intervallo di lettura di max 100 litri per serbatoi superiori a 1.000 litri.
7 Deve essere presente obbligatoriamente il filtro a cestello.
2 Deve esserci una griglia di protezione del gruppo ventola esterna ed interna. 3 Non devono verificarsi perdite né dal serbatoio né dalle tubazioni. 4 I filtri devono poter essere isolati dall’intero sistema, in modo che si possa operare nella pulizia o nella sostituzione a serbatoio pieno. 5 È obbligatoria la presenza di antigoccia e di ugelli puliti e funzionanti.
8 Il cardano deve essere adeguatamente protetto. Confagricoltura invita a contattare preventivamente gli uffici per ricevere ulteriori informazioni e accordarsi sull’orario della taratura, onde evitare lunghe attese.
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utte le attrezzature per la distribuzione dei prodotti fitosanitari, anche in settori non agricoli, impiegate da utilizzatori professionali devono essere sottoposte almeno una volta al controllo funzionale entro il prossimo 26 novembre presso un centro prova autorizzato. Dopo tale data, potranno essere impiegati solo i mezzi a uso professionale che abbiano superato i test di verifica e anche chi si avvale di terzisti dovrà preoccuparsi di richiedere la specifica certificazione che attesta il superamento del controllo. Il controllo funzionale consiste in una serie di verifiche eseguite per mezzo di una specifica attrezzatura e secondo un apposito protocollo di prova, per valutare la corretta funzionalità dei componenti di una macchina irroratrice in uso, così come prevede il PAN (Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari), nel quale sono definite, tra le altre cose, le modalità di esecuzione dei controlli funzionali, le caratteristiche delle attrezzature da impiegare, i protocolli di prova da seguire e i relativi limiti di accessibilità. I tecnici di Confagricoltura Cuneo garantiscono il servizio di controllo e regolazione delle irroratrici in maniera puntuale ed efficiente. Per ottimizzare il lavoro degli operatori invitiamo le aziende a verificare la presenza di alcuni requisiti sui macchinari prima del momento del controllo funzionale.
6 Il manometro deve essere di diametro minimo di 63 mm se a portata di mano 3 di 100 mm se non raggiungibile dall’operatore. L’intervallo di lettura della scala graduata deve essere al massimo di 1 bar, mentre per le macchine che operano a pressioni inferiori a 5 bar l’intervallo di lettura scende a 0,2 bar.
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L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2016
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Il mercatino dell’agricoltore
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