Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB/CN - Anno X - n. 10•2012 - novembre 2012 - Contiene i.P.
N. 10 • 2012
Nei boschi son tornate le castagne
La beffa dei fabbricati rurali
Convegno “Latte: mercato, prezzo, costi”
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2 L’Agricoltore cuneese N. 10 • NOVEMBRE 2012
Poste ItalIane s.P.a. - sPed. In a.P. d.l. 353/2003 (conv. In l. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, dcB/cn - anno X - n. 10•2012 - novemBre 2012 - contIene I.P.
Sommario
N. 10 • 2012
Nei boschi son tornate le castagne
La beffa dei fabbricati rurali
Convegno “Latte: mercato, prezzo, costi”
Cambiano le regole sui contratti di vendita dei prodotti agroalimentari Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo
L’Agricoltore cuneese Testata mensile dell’Unione Provinciale Agricoltori di Cuneo Rivista fondata nel 1946 Direttore responsabile: Paolo Ragazzo Redazione e realizzazione grafica: Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171/601962 Fax 0171/436301 E-mail: upa@autorivari.com Direzione e amministrazione: Unione Provinciale Agricoltori C.so IV Novembre, 8 12100 - Cuneo Tel. 0171/692143 Fax 0171/698629 cuneo@confagricoltura.it Pubblicità: Tec Pubblicità e Grafica Via dei Fontanili, 1 - Fossano Tel. 0172/695897 Fax 0172/695898 adv@tec-artigrafiche.it Stampa: Tipolitografia Subalpina C.so Gramsci, 18/c - Cuneo Tel. e Fax 0171/692077 Info@tipografiasubalpina.it Chiuso in redazione il 25/10/2012 Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/CN Iscrizione al Tribunale di Cuneo 6/3/1975 al n. 36
I
l cosiddetto articolo 62 del decreto legge 24 gennaio 2012, entrato in vigore lo scorso 24 ottobre, contiene molti aspetti positivi per il settore. Alcuni ritenuti impensabili fino a poco tempo fa. Che tutti i contratti debbano essere obbligatoriamente stipulati in forma scritta e contenere la durata, la quantità e le caratteristiche del prodotto venduto, il prezzo e le modalità di consegna e di pagamento rappresentano importanti garanzie per le aziende agricole. Ma non siamo che all’inizio e molte cose si possono e si devono migliorare. La norma in questione rappresenta infatti un punto di partenza importante per realizzare rapporti di filiera più equilibrati, ma attenzione a non imbrigliare il mercato con regole troppo rigorose e aumentare esponenzialmente il carico burocratico a carico delle imprese agricole. Occorre pianificare al meglio, infat-
ti, gli aspetti applicativi della norma concertandoli tra le parti per non mettere in difficoltà sia gli agricoltori sia i potenziali acquirenti delle loro produzioni. Come ben ricordava il nostro presidente nazionale Mario Guidi l'articolo 62 della legge sulle liberalizzazioni è “un provvedimento utile per gli agricoltori ma rischia di creare problemi ad alcuni comparti importanti come, ad esempio, la zootecnia”. Questo perché non ha tenuto conto delle dinamiche di specifici mercati, soprattutto nelle contrattazioni internazionali e si rischia di far crollare la competitività delle nostre aziende, perchè saranno preferiti fornitori di altri Paesi che operano con condizioni più flessibili.
SOMMARIO In primo piano Latte: un convegno per fare chiarezza Che cos’è il CLAL Nuovo orario a Fossano legge di stabilità Cambia il regime fiscale su società di capitale Fabbricati rurali Oltre il costo la beffa politica agricola comune Nuova Pac, no ai tagli all’agricoltura Il commento dell’Anga Cuneo L’intervista Dardanello: “L’agricoltura sta cambiando“ agricoltura in cifre In dieci anni meno aziende ma più grandi Due anni di rilevazioni e analisi cerealicoltura Mais: buone rese nonostante tutto 12 I migliori d’Italia 12 “Annata buone anche se siccitosa“ castanicoltura Nei boschi son tornate le castagne “I problemi restano molti“ Buoni i prezzi sul mercato vitivinicoltura Vendemmia da “otto“ in pagella corilicoltura Male dello stacco, come comportarsi
zootecnia 4 5 5 6 7 8 8 9 10 10
13 14 14 15 16 17
Benessere suini: dal 1° gennaio nuove regole
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Quote latte: riserva regionale sbloccata
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I prezzi del mese Suini in risalita, leggero calo per il mais
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frutticoltura Dubbi sull’accordo tra Ue e Marocco
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AGRICOLTURA e DINTORNI Novità pulizia alvei
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Al Miac torna “Sapori della carne“
21
Porta in tavola il porro di Cervere
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Agrofarmaci: aumentano gli obblighi
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CONFAGRICOLTURA NEWS Rinnovato il direttivo
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Giovani agricoltori crescono
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Allievi in visita nell’Albese
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Offerta per soci sciatori
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Le nostre aziende L’Ai ‘d Caraj per tornare alle origini
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Confagricoltura alla Festa dell’Aglio
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Il tecnico in frutteto Annata in altalena per l’ortofrutta
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il mercatino dell’agricoltore
L’Agricoltore cuneese N. 10 • NOVEMBRE 2012
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In primo piano
Latte: un convegno per fare chiarezza
Massimino, presidente di Confagricoltura Cuneo, i lavori entreranno nel vivo con i contributi di Angelo Rossi, consigliere delegato del Clal, società di consulenza di Modena esperta nazionale nell’analisi del mercato lattiero caseario, Pierangelo Cumino, presidente regionale della Sezione Latte di Confagricoltura e Claudio Sacchetto, assessore regionale all’Agricoltura. Le conclusioni saranno affidate a Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo. Modererà l’incontro Ercole
Appuntamento sabato 3 novembre a fossano (sala brut e bon) con "Latte: mercato, prezzo, costi". tra i relatori ci sarà angelo rossi, esperto del clal di Paolo Ragazzo
N
el cuore del “sistema latte” per comprendere meglio i meccanismi che lo governano e trovare indicazioni e alternative valide per uscire da una situazione che da tempo vede l’agricoltura sfavorita nel rapporto con le aziende di trasformazione. Questo è lo spirito con cui la Confagricoltura di Cuneo, in collaborazione con la Confagricoltura di Torino, organizza per sabato 3 novembre, alle 9,30 presso la Sala Brut e Bon, in piazza Foro Boario a Fossano, il convegno dal titolo: “Latte: mercato, prezzo e costi”. Dopo i saluti e l’introduzione di Oreste
Numero complessivo vacche da latte in provincia di Cuneo Fonte Bollettino Controlli della Produttività del latte AIA
50000
49.644
47,9%
48000
Provincia di Cuneo
47.594 46000
46.708 45.789
52,1%
Resto del Piemonte
46.367
44000
N° vacche da latte in Piemonte nel 2011
42000 40000
2007
2008
2009
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103.548
Media kg di latte prodotti all’anno da ogni vacca da latte Fonte Bollettino Controlli della Produttività del latte AIA
P R O V I N C I A
D I
C U N E O
9500
9.214
9.283
9.267
9.256
PIEMONTE
9.357
9200
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8.424
8600
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Zuccaro, direttore di Confagricoltura Torino. “Il comparto del latte è trainante per l’economia agricola del nostro territorio - spiega Oreste Massimino -. La questione del prezzo, unita ai forti aumenti delle materie prime, dei carburanti e dell’energia oggi rendono sempre più difficile un’attività d’impresa che remuneri in modo adeguato gli sforzi e gli investimenti. Proprio per fare chiarezza sul momento attraversato dal comparto e per spiegare meglio le regole che lo governano, la Confagricoltura ha organizzato un convegno nel quale, grazie all’aiuto di importanti esperti del settore, verrà fatto il punto sui problemi più attuali, a cominciare dalla questione legata al prezzo”. Il periodo non è dei più favorevoli con la trattativa ancora ferma al palo dopo che il 5 ottobre scorso la riunione della commissione paritetica per la definizione del prezzo regionale del latte, programmata in Regione, è saltata per la mancata presenza della parte industriale. "Siamo in una situazione non certo favorevole per i produttori - spiega Pierangelo Cumino -; per quanto riguarda il latte spot abbiamo buone quotazioni, mentre la remunerazione del latte alla stalla non è per nulla soddisfacente”. Gli fa eco Giampiero Degiovanni, presidente della sezione Latte di Confagricoltura Cuneo: “Nonostante ci sia un leggero calo dei consumi accompagnato da un aumento considerevole dei costi di produzione, cereali in primis - dice -, il mercato non sarebbe poi così negativo, se ci si attenesse al prezzo stabilito dal metodo indicizzato. Peccato che nessun caseificio sia disposto a riconoscere quel prezzo a noi allevatori”.
Nuovo orario a Fossano Il convegno è rivolto in particolare agli imprenditori agricoli e rientra nelle iniziative sindacali promosse dall’ufficio Confagricoltura di Fossano (via Marconi, 112) che viste anche le crescenti richieste delle aziende ha così esteso l’orario di apertura al pubblico: lunedì e mercoledì, dalle 8 alle 12,30, con reperibilità continua al 338-6533749 nei restanti giorni della settimana.
c os ' è i l c l a l
On line una miniera di dati utili al comparto lattiero caseario “Anche il mercato del latte, dei formaggi e dei derivati è ormai globale. Il venerdì di prima mattina, ad esempio, al CLAL abbiamo già i dati sul latte in polvere neozelandese. A cosa serve? Se sale quella quotazione, sale anche il latte sfuso tedesco. Dunque noi forniamo informazioni in anticipo e aiutiamo le aziende a programmare la loro attività”. Così Angelo Rossi spiega con autentica passione uno dei motivi per cui il CLAL in 13 anni di vita è riuscito a diventare un punto di riferimento fondamentale per chi opera nel comparto. Mantovano, 73 anni, dopo una vita professionale come dirigente nel settore lattiero caseario, a 60 anni Rossi ha scelto di ritornare nel mondo agricolo proponendo un sito web per l'informazione rivolta ai produttori e non solo. È fondatore e consigliere delegato presso il CLAL, dopo aver svolto in precedenza i ruoli di dirigente presso Granarolo e di amministratore delegato e direttore generale di Dilat Spa. Il sito www.clal.it è una vera e propria miniera di informazioni: si trovano tutti i prezzi aggiornati (dal latte in polvere neozelandese alla soia americana), i numeri import-export delle esportazioni di decine di prodotti, previsioni annuali sull’andamento delle quotazioni e perfino una sorta di palla di vetro elettronica che, inseriti i costi dei fattori produttivi, predice a quanto si venderà. Dietro al sito, aggiornato in tempo reale, c’è il lavoro di uno staff composto da sette persone. “Aiutiamo le aziende non solo pubblicando dati grezzi, ma rielaborandoli - spiega Angelo Rossi -. Mettiamo insieme, ad esempio, quotazioni (anche di prodotti diversi) e andamento dei flussi commerciali, riuscendo a fornire previsioni attendibili sui prezzi per un periodo di sei-dodici mesi. Anche partendo da numeri che per un profano potrebbero sembrare insignificanti: per dire quanto costerà il Grana tra un anno serve sapere come sta andando il petrolio nei Paesi in via di sviluppo, perché se l’oro nero sale, allora aumenta il potere d’acquisto dei Paesi importatori di latte e con esso il suo prezzo”. Il Clal è sostenuto da aziende, industrie, operatori della grande distribuzione e associazioni di categoria. Catalizza gli interessi di visitatori da 189 Paesi, è visitato ogni anno da quasi mezzo milione di utenti e ha una doppia versione italiano/inglese. Numero complessivo vacche da latte in provincia di Cuneo
Bollettinolatte Controlli della Produttività del importante latte AIA La situazione del Fonte comparto vede, in- “È mantenere un quadro di 50000 fatti, da un lato il mercato tonico, con la relazioni costruttivo che consenta ad alle49.644 domanda sostenuta e il prezzo del latte vatori e industriali di poter programmare 48000 47,9% piani produttivi spot in aumento. Segnali positivi arrivano con serenità investimenti, Provincia di Cuneo 52,1% anche dai mercati internazionali, sui quali in grado 47.594 e commerciali di ampio respiro, Resto del Piemonte alcuni indicatori fanno segnare un incredi assicurare un futuro sereno a tutto il 46000 46.708 mento dei prezzi. Per contro,46.367 negli ultimi comparto - sottolinea Ercole Zuccaro 45.789 mesi i costi di produzione sono sensibil-. L’auspicio è che, superato l’attuale 44000 mente cresciuti per l’aumento del prezzo momento di tensioni, le parti sappiano vacche da latte dei cereali, della soia e dell’energia. L'ac- tornare al tavoloN° delle trattative annuali in Piemonte nel 2011 cordo che prevedeva l'indicizzazione del con spirito positivo per riportare speranza 42000 prezzo, scaduto il 31 marzo, non è più e fiducia non solo al comparto lattiero stato rinnovato e così le aziende agricole caseario, ma a tutto il settore agricolo 40000 del comparto pianure piemontesi”. 2007 vivono 2008nell’incertezza. 2009 2010 delle2011
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Media kg di latte prodotti all’anno da ogni vacca da latte Fonte Bollettino Controlli della Produttività del latte AIA
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Legge di stabilità
Cambia il regime fiscale per le società di capitale levata di scudi dI confagricoltura contro la proposta del governo. Massimino: "La penalizzazione delle società non fa bene alla crescita del settore"
Dal 1° gennaio le società in agricoltura non potranno più calcolare il reddito su base catastale
"I
l governo costringe il settore agricolo al nanismo”. È una levata di scudi quella di Confagricoltura contro la Legge di Stabilità recentemente approvata dal Governo. L’organizzazione stigmatizza la norma contenuta nella legge che, dall’1 gennaio 2013, esclude per le società in agricoltura (ad eccezione delle società semplici) la possibilità di determinare il reddito su base catastale piuttosto che a bilancio. “È una disposizione assolutamente in controtendenza - aggiunge Confagricoltura -. In un momento in cui si vanno a definire norme che devono essere un volano per la crescita, per l’agricoltura, invece, si vara una disposizione che, di fatto, punisce il processo di modernizzazione e frena la nascita di nuove imprese, in chiaro contrasto con i principi
della libera iniziativa economica. Se la norma dovesse entrare in vigore, tra l’altro - conclude l’organizzazione degli imprenditori agricoli - le società in essere si troverebbero costrette a dover modificare il proprio ordinamento giuridico in tempi estremamente ristretti”. “Per le aziende agricole della provincia di Cuneo questa nuova manovra è insostenibile, con costi legati alla tassazione decisamente troppo elevati attacca il presidente di Confagricoltura Cuneo, Oreste Massimino -. Abbiamo sempre ritenuto importante non legare la tassazione alla forma di organizzazione giuridica dell’attività economica osserva Massimino -. La penalizzazione delle società non fa bene alla crescita del settore e rende più difficili moderne forme di aggregazione, in cui il capitale ha un ruolo rilevante, attraverso le quali
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si potrebbero superare gli attuali ritardi strutturali della nostra agricoltura”. “Non c’è niente di peggio che andare a modificare una legge di un passato troppo recente - aggiunge il direttore Roberto Abellonio -. Questo dopo che lo Stato solo pochi anni fa, aveva dato la possibilità alle società a responsabilità limitata, in accomandita semplice e in nome collettivo di scegliere il regime fiscale e di optare per la fiscalizzazione agricola”. Non solo. Una nuova scure si sta per abbattere sugli agricoltori. Per il 2012, 2013 e 2014 è previsto che, ai fini delle imposte dirette, il reddito dominicale ed agrario sia rivalutato del 15% ma con uno sconto che porta al 5% il maggior onere per i terreni, anche non coltivati, posseduti e condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionisti (Iap) iscritti nella previdenza agricola. “Tale incremento va applicato sull’importo risultante dalla rivalutazione - precisa Adriano Rosso, direttore Confagricoltura zona di Cuneo -, che è pari all’80% per il reddito dominicale e al 70% per il reddito agrario”. Inoltre per le società di persone e le srl che assumono la qualifica di società agricole è eliminata la possibilità di optare per la determinazione del reddito con le modalità fondiarie e non è più consentito optare per la determinazione del reddito per le attività agricole connesse applicando ai ricavi il coefficiente di redditività del 15-25%. Le opzioni già esercitate divengono inefficaci con effetto dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2012 (in generale, dal 2013). Sempre in riferimento alla Legge di Stabilità, Confagricoltura si rammarica, inoltre, per l’aumento dell’iva, che deprimerà ancor più i consumi e genererà problemi in modo particolare al settore agroalimentare dove si assiste, per la prima volta, ad una riduzione dei consumi di oltre il 6%. E non manca uno stoccatina anche per l’ulteriore esclusione delle rappresentanze del mondo agricolo dal tavolo di confronto tra governo e forze sociali. "Non è la prima volta - sostiene l’associazione - che le organizzazioni agricole non fanno parte della concertazione avviata dal governo Monti. Tranne rare eccezioni, l’agricoltura è rimasta sempre fuori”.
Fabbricati rurali
Operazione necessaria anche per immobili di scarso valore
Fabbricati rurali: oltre il costo la beffa Malgrado le azioni di confagricoltura bisogna procedere all'accatastamento entro il 30 novembre prossimo
“M
algrado le forti pressioni esercitate dalla Confagricoltura sia a livello centrale che locale, ad oggi non si intravvedono segnali circa una possibile proroga del termine ultimo per l’accatastamento dei fabbricati rurali, previsto il 30 novembre prossimo”. Usa parole di rammarico la Confagricoltura di Cuneo, per commentare l’avvicinarsi
della scadenza per le aziende agricole. “Siamo di fronte all’ennesima incombenza che va a pesare sulle spalle del settore - prosegue l'associazione agricola provinciale -, un costo che tra l’altro servirà per pagare il saldo dell’Imu, andando a completare così un quadro che sa di beffa per l’agricoltura”. È utile ricordare, infatti, che con la manovra “Salva Italia” è stato introdotto l’obbligo di iscrivere tutti i fabbricati rurali al catasto edilizio urbano entro il 30 novembre 2012, per poter espletare il pagamento dell’Imu entro il 17 dicembre. Si tratta dei fabbricati presenti fino ad oggi nel catasto terreni con la dicitura “FR” (fabbricati rurali), ma anche di edifici mai inseriti in mappa, che ora devono essere accatastati previa verifica della regolarità sul piano edilizio. Detto questo l’associazione agricola precisa che l’accatastamento deve essere effettuato da un tecnico, che dovrà verificare anzitutto la correttezza dell'inserimento in mappa e quindi iscrivere il fabbricato al catasto edilizio urbano con la procedura DOCFA. Le abitazioni vanno normalmente iscritte nella categoria A (A/2 abitazioni di tipo civile, A/3 abitazioni di tipo economico, A/6 abitazioni di tipo rurale, ecc..). Gli edifici strumentali (magazzini, ricoveri attrezzi, stalle, concimaie, serre fisse, ecc...) e gli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili (impianti fotovoltaici e per la produzione di biogas) vanno iscritti nella categoria D/10 (Fabbricati per funzioni produttive connesse all’attività agricola). Considerato l’avvicinarsi della scadenza la Confagricoltura di Cuneo invita tutte le aziende interessate dall’obbligo di incaricare quanto prima un tecnico di fiducia, affinché proceda all’accatastamento.
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L’Agricoltore cuneese N. 10 • NOVEMBRE 2012
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Politica Agricola Comune
Nuova Pac, no ai tagli all'agricoltura confagricoltura interviene DOPO I RECENTI INCONTRI IN VISTA DELL'importante riforma COMUNITARIA: "OCCORRE PROMUOVERE LA PRODUTTIVITà" di Gilberto Manfrin
Molte le richieste avanzate alla Ue per la nuova Pac
"U
na politica agricola comunitaria nel ‘post 2013’ per la sostenibilità economica e ambientale che dia sicurezza agli agricoltori e promuova la produttività”. È questa la visione sulla riforma della nuova Pac che la Confagricoltura, tramite il suo presidente Mario Guidi ha espresso a Budapest nel corso del congresso degli agricoltori europei. Una presa di posizione ribadita anche nei giorni scorsi al termine del vertice tra i ministri delle Politiche agricole Mario Catania e i ministri dell'Agricoltura di Francia, Stéphane Le Foll, e Spagna, Miguel Arias Cañete. “Abbiamo di fronte tante sfide - ha proseguito Guidi - per gli agricoltori, ma anche per tutta la collettività. Dal cambiamento climatico all’aumento di produttività che deve farci migliorare il tasso di auto approvvigionamento; dalla tutela dell’ecosistema al giusto equilibrio dei mercati; sino alla promozione della ricerca e di forme assicurative agevolate che accrescano la fiducia degli agricoltori. Sono questi i temi sui quali dobbiamo confrontarci quando approveremo la prossima riforma e il quadro finanziario pluriennale che stabilirà le risorse per la politica agricola dell’Ue”. “Si tratta di due negoziati molto importanti per le imprese agricole europee, dal momento che la Pac è praticamente l’unica politica di settore e sta entrando
nella fase decisiva con il chiaro rischio per l’Italia di perdere importanti risorse, aggravando la sua posizione di contribuente netto al bilancio comunitario del nostro Paese. È una situazione che la nostra nazione non può permettersi”. Ha commentato il presidente di Confagricoltura Cuneo, Oreste Massimino. Soddisfazione anche per il vertice ItaliaFrancia-Spagna, dove Confagricoltura ha sottolineato che per mantenere in Europa una politica agricola forte è necessario un budget adeguato: “Il mantenimento dei trasferimenti in valore corrente non è sufficiente, perché comporta un taglio in termini reali della spesa - ha fatto notare l’organizzazione agricola -. L'agricoltura non può essere l'unica rubrica che subisce tagli". Apprezzabile per Confagricoltura il tentativo di recuperare posizioni sul fronte della redistribuzione delle risorse per i pagamenti diretti a favore dei Paesi con importi medi ad ettaro più bassi. In linea con la posizione dell'Organizzazione agricola l'orientamento dei tre ministri sul greening, che deve essere semplificato, anche in considerazione
della specificità delle colture arboree. Così come è condivisibile l'intenzione di spostare in avanti l'unificazione dei pagamenti a salvaguardia dei diritti storici. Sui diritti di impianto dei vigneti, infine, Confagricoltura ribadisce la necessità di ottenere una proroga del sistema, anche se con alcune modifiche, come si sta effettivamente negoziando. “Abbiamo già presentato al Governo ed agli europarlamentari le nostre proposte e confidiamo che i nostri orientamenti siano recepiti e, soprattutto, che ci sia un quadro finanziario adeguato per il futuro della politica agricola comune” - ha aggiunto il presidente di Confagricoltura Cuneo, Oreste Massimino. Parole in linea con quelle del commissario Ciolos, che ha parlato di una Pac basata su tre pilastri: competitività, crescita e sostenibilità. Un indirizzo su cui la Confagricoltura si dichiara in linea di principio d’accordo, lanciando tuttavia l’appello “per un impegno politico a cui tutti sono chiamati se si vuole davvero arrivare ad un sistema agricolo europeo capace di produrre in maniera sufficiente, innovativa e sostenibile.
g io v a n i a g ri c o l t ori
Ingaramo: "Più tutela alle nuove attività" "Siamo nel pieno del negoziato sulla riforma della Pac e come giovani di Confagricoltura abbiamo molte attese, in particolare per una futura politica agricola incentrata sulla competitività delle imprese, indirizzata verso lo sviluppo e il mercato, con particolare riguardo ai giovani”. Andrea Ingaramo, presidente dell’Anga Cuneo, sottolinea quelle che sono le richieste dei giovani imprenditori per un reale rilancio del settore agricolo. La nuova Pac, in particolare in Italia, dovrebbe dare maggiore attenzione ai giovani. “Oggi, le aziende agricole condotte dai giovani sono troppo poche, solo il 3% del totale, ma sono quelle più sensibili alle tematiche sociali e ambientali. Bisogna tutelare di più le nuove attività imprenditoriali, aumentando il plafond del 2% riservato loro. Abbiamo urgente bisogno di una politica agricola degna di tale nome, che sappia dare impulso allo sviluppo del settore, senza i fraintendimenti di rigide misure ambientali di cui non c’è necessità – ha fatto presente Ingaramo, che poi conclude: “Ci aspettiamo che si punti ad una maggior tutela di tutte le colture mediterranee, non solo per i cereali. In particolare non vanno dimenticati interventi migliorativi per il settore dell’ortofrutta e della zootecnia”.
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L'intervista
“L'agricoltura sta cambiando” problemi e opportunità del settore primario nel colloquio con Ferruccio Dardanello, presidente della camera di commercio di cuneo di Paolo Ragazzo
Q
uale miglior rappresentante dell’economia della Granda se non Ferruccio Dardanello, presidente della Camera di Commercio di Cuneo, nonché presidente di Unioncamere Piemonte e Unioncamere nazionale, conosce meglio di altri l’attuale momento vissuto dall’agricoltura provinciale? Proprio a lui abbiamo rivolto alcune domande. Presidente Dardanello, da tempo gli agricoltori lamentano uno scarso interesse da parte della politica. Anche di recente, la legge di stabilità non offre le risposte tanto attese. Lei che idea si è fatto sul delicato momento attraversato dal comparto primario italiano? "L'insoddisfacente attenzione nei confronti dell'agricoltura da parte dei politici è endemica. Altre categorie hanno avuto, in passato, più chance di vedere accolte le loro istanze. Di certo, in questo esordio di terzo millennio, la crisi non ha risparmiato chi lavora la terra, ha costretto al confronto con bilanci sempre più problematici e alla ricerca di soluzioni alternative, ma non sembra aver fatto troppe vittime nel mondo rurale. Si è registrata, invece, una modifica di rilievo del quadro generale del comparto, frutto del ricambio generazionale e della individuazione di nuovi percorsi operativi. Secondo dati recentissimi, resi noti dalle organizzazioni professionali di categoria, in Italia operano 62.000 imprese guidate da under 30, con un incremento, nel secondo semestre 2012, del 4,2%. Non solo, ma il 32% delle nuove leve è costituito da laureati. Gente che si è preparata, che ha programmato il ritorno alla terra. Una risorsa irrinunciabile per rinnovare il comparto e rilanciarlo alla luce di progettazioni coraggiose. Quattro gli obiettivi prioritari: la qualità, la valorizzazione di prodotti legati al territorio, la
diversificazione dell'offerta e la ricerca di nuovi rapporti con il consumatore. La richiesta sempre più pressante di garanzie sulla salubrità del cibo, la riscoperta di voci ineguagliabili della tradizione produttiva contadina, insieme all'impegno nel produrre anche semilavorati, partendo dalle risorse aziendali, la creazione di una miriade di punti per la vendita diretta, a completamento delle tradizionali sedi mercatali, stanno consolidando il cambiamento e, pur senza mirabolanti exploit, stanno fornendo risultati incoraggianti. La strada è individuata. Si tratta ora di percorrerla col supporto di enti come la Camera di commercio". Secondo Lei, quali sono le specifiche potenzialità che l'agricoltura cuneese può mettere in campo per uscire dalla crisi, rispetto ad altri territori del Paese? Quali i punti deboli? "Le potenzialità dell'agricoltura cuneese sono straordinarie e hanno radici nella varietà del territorio e nella conseguente vocazionalità per colture molto diversificate, mantenute nel tempo e potenziate in un'ottica di riscoperta del prodotto di nicchia. Si spazia dalla filiera del latte a quella della carne, dalle voci della frutticoltura all'orticoltura, dai vini ai funghi, alle castagne, al tartufo. Molte di queste voci hanno già ottenuto o imboccato la via per l'ottenimento della tutela a livello nazionale o europeo, concordando e applicando disciplinari severi, lottando per avere un marchio che consenta la loro individuazione in un contesto molto articolato, lavorando per migliorare la propria immagine. Il potenziamento della presenza sul mercato è passata attraverso campagne e progetti che hanno accostato il Cuneese alle terre al di là delle Alpi. I punti deboli dell'agricoltura della Granda son legati alla frammentazione della proprietà terriera, allo spopolamento delle aree marginali e al ruolo della pubblicità, meno incisivo che altrove non per cattiva volontà o per ignoranza delle regole del marketing, ma per l'esiguità di fondi. Difficile sostenere la concorrenza di aree come il Trentino Alto Adige, promotore di battage promozionali ben noti". Come il sistema camerale piemonte-
se e quello cuneese stanno venendo incontro alle esigenze del settore? "È sempre stata la Camera di commercio, con l'appoggio delle organizzazioni di categoria, a impostare le pratiche di richiesta di tutela che hanno interessato e stanno ancora interessando decine di voci della nostra agricoltura. La raccolta di elementi, da quelli storici alle caratteristiche di tipicità, alle aree interessate alla produzione, alla stesura delle regole di garanzia, agli incontri tra produttori, si sono sempre svolti in ambiente camerale. Molto si è fatto per accrescere la visibilità di alcune voci del mondo orticolo o frutticolo. Si è trattato di un lavoro non circoscritto ai confini locali o nazionali, ma ponderato in un'ottica transfrontaliera alla ricerca di diversità e somiglianze, di sintonie e problematiche comuni. A questo si è affiancato lo stimolo a “fare rete”, mettendo in luce gli elementi aggreganti, cercando insieme soluzioni, lavorando all'unisono per l'immagine del prodotto e potenziando, in tal modo, la presenza dello stesso sul mercato. Da sottolineare anche il ruolo camerale di supporto ai confidi, strumento finanziario in grado di offrire alle imprese un aiuto in momenti difficili come l'attuale per ottenere finanziamenti da un sistema creditizio che appare troppo garantista. Il supporto dell'ente camerale per la creazione di un fondo di garanzia che tuteli, alle spalle, gli imprenditori, accresce le potenzialità di ottenere mutui e far fronte ai necessari lavori di ammodernamento aziendale. Altro aiuto concreto è il neo nato fondo rotativo sbloccacrediti per le piccole e medie aziende che vantano crediti certificati nei confronti della Pa".
Ferruccio Dardanello, presidente della Camera di Commercio di Cuneo
L’Agricoltore cuneese N. 10 • NOVEMBRE 2012
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Agricoltura in cifre
In dieci anni meno aziende ma più grandi
Dimensioni dell'azienda Piccola Media Medio-grande Grande
è quanto emerge dal censimento generale dell'agricoltura in piemonte 2000-2010 di Ilaria Blangetti
D
iminuiscono le aziende, ma aumentano le dimensioni. É questo uno dei dati più interessanti che emerge dal sesto Censimento generale dell’agricoltura a seguito della intensa attività portata a termine dall’Ufficio regionale di censimento in stretta collaborazione con l’Istat e il sistema regionale delle autonomie. Dai dati raccolti, infatti, emerge un’importante diminuzione del numero di aziende che passano dalle 107 mila del 2000 alle 67 mila del 2010. La superficie agricola utilizzata (Sau) è andata incontro ad una riduzione molto limitata rispetto all’andamento delle altre regioni del Centro-Nord (- 5%). Meno aziende, quindi, ma stessi terreni coltivati:
u n l u n g o p e r c orso
I risultati definitivi dopo oltre due anni di rilevazioni e analisi La rilevazione dei questionari presso le aziende agricole è terminata nel febbraio 2011, in seguito sono stati presentati i risultati provvisori. Ora i dati definitivi del sesto Censimento generale, grazie all’opera dell’Ufficio regionale di censimento in collaborazione con l’Istat e il sistema regionale delle autonomie, sono disponibili. I dati provvisori hanno rappresentato il frutto di un primo esame del materiale raccolto mediante i questionari, limitatamente alle informazioni più importanti (ossia le “variabili primarie”). Nel periodo di tempo intercorso tra quella prima presentazione e la successiva, l’Istat ha compiuto una lunga serie di ulteriori elaborazioni sui dati utili per fornire un quadro definitivo e più completo sul panorama agricolo piemontese. L’ultimo tassello di un percorso iniziato oltre due anni fa è stato rappresentato dall’attività necessaria per poter confrontare i dati attuali con quelli dei Censimenti precedenti. Nel 2010, infatti, a seguito di quanto previsto dal regolamento (CE) n. 1166/2008, le informazioni sono state rilevate con criteri differenti rispetto al passato. Per poter condurre un confronto attendibile in grado di rivelare gli effettivi cambiamenti del comparto agricolo nell’ultimo decennio, è stata pertanto necessaria una precisa azione di armonizzazione dei dati raccolti dal nuovo e dai precedenti censimenti. I dati dei censimenti dell’agricoltura relativi al Piemonte sono reperibili sul sito della Regione, all’indirizzo: www.regione.piemonte.it/agri/area_ statistica/6censimento/index.htm.
10 L’Agricoltore cuneese N. 10 • NOVEMBRE 2012
questo dimostra che le aziende agricole in Piemonte hanno aumentato considerevolmente le loro dimensioni. La Sau media per ogni azienda in Piemonte è pari a 15 ettari, valore tra i più alti fra le regioni italiane. Negli ultimi anni le aziende agricole sono andate incontro ad un’evidente specializzazione della loro attività, sia per quanto concerne le coltivazioni che l’allevamento. Tale tendenza rappresenta indubbiamente un dato positivo sotto l’aspetto economico, poiché generalmente migliora la competitività delle aziende. Altra tendenza positiva riscontrata in Piemonte è l’accorpamento aziendale che comporta risparmi in termini di costi di trasporto e di volume di lavoro. Dal censimento è emerso come il 90% della Sau è a conduzione diretta ed è inoltre risultato evidente come le imprese agricole che negli anni si ingrandiscono non acquistino più terra ma preferiscono stipulare contratti d’affitto. Dall’esame dei questionari emerge, inoltre, una generale concentrazione delle coltivazioni presso le aziende di grandi dimensioni. Per quanto concerne l’attività degli allevatori professionali,
numeri indici (1961=100)
pur registrando un valore di Uba (Unità di bestiame adulto) quasi invariato dal 2000 ad oggi, è percepibile una forte tendenza alla concentrazione dei capi nelle aziende di maggiori dimensioni. Gli allevamenti di bovini e suini sono concentrati principalmente nella provincia di Cuneo. Per quanto riguarda il personale bisogna sottolineare che l’apporto della manodopera femminile al lavoro agricolo è diminuito rispetto al 2010, sia nell’ordine delle persone coinvolte che in quello delle giornate di lavoro impegnate. Dato in controtendenza al confronto con le altre Regioni, seppur lievemente, è quello inerente l’insediamento dei giovani in agricoltura. Probabile conseguenza di tale fattore è la variazione, positiva, del titolo di studio posseduto dai capi azienda: se
Evoluzione della superficie a vite secondo i censimenti generali dell'agricoltura Istat
1° (1961)
2° (1970)
40
20
0
Alessandria
40% 30% 20% 10% 0%
AFFITTO
6° (2010)
60
50%
PROPRIETÀ
5° (2000)
80
2000 2010
60%
4° (1990)
100
Titolo di possesso dei terreni distribuzione % della SAU
70%
3° (1982)
120
USO GRATUITO
Asti
Cuneo
altre Province
totale Piemonte
nel 2000 prevaleva la licenza elementare, attualmente si impone il titolo di media inferiore. Per quanto concerne la presenza straniera nei campi, il numero di conduttori di aziende agricole non Italiani (Ue o extra Ue) è esiguo, ma vanno registrati titolari di imprese anche di grandi dimensioni. Diverso il discorso per la manodopera extrafamiliare, dove il peso degli stranieri è considerevole. “I dati dimostrano come il comparto rurale rappresenti un settore in continua evoluzione - commenta l’assessore regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto -. Desta particolare interesse il dato relativo alla forte diminuzione del numero di aziende, ma se raffrontato a una delle diminuzioni della superficie agricola utilizzata meno incisive di tutta Italia, allora abbiamo la conferma che l’agricoltura piemontese è pronta ad affrontare le nuove sfide della modernità”.
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L’Agricoltore cuneese N. 10 • NOVEMBRE 2012
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Cerealicoltura
Granoturco: nel Cuneese è andata meglio rispetto al resto d'Italia
Mais: buone rese, nonostante tutto
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I migliori d'Italia
di Ilaria Blangetti
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ampagna del mais è ormai agli sgoccioli e i produttori della Granda si dicono soddisfatti. Ottima qualità e buone rese hanno contraddistinto il buon esito del raccolto, grazie ad un clima favorevole che ha permesso una corretta maturazione. “La campagna di raccolta è stata soddisfacente - commenta Davide Risso, tecnico Confagricoltura zone di Savigliano e Saluzzo -. Rese e qualità sono ottimi sia per quanto riguarda la granella che il
trinciato. Solo in alcuni casi ci sono state problematiche legate a rese scarse nei luoghi in cui si è patita di più la siccità e non si era attrezzati per una corretta irrigazione”. Un buon prodotto anche grazie agli interventi effettuati per contrastare la Diabrotica, l’insetto le cui larve attaccano le radici della pianta. “Molti coltivatori hanno trattato evitando problemi di questo tipo - conclude Risso -, anche per questo è andata bene”. “E’ stata una buona campagna - conferma Floriano Luciano,
Prezzi del mais da ottobre 2011 a ottobre 2012 (€/ton)
262
270 230
240 210
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190
182
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12 L’Agricoltore cuneese N. 10 • NOVEMBRE 2012
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Fonte: Ufficio prezzi della Camera di Commercio di Cuneo
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un’opportunità”.
L'ESTATE TORRIDA HA COMPROMESSO IL RACCOLTO IN ALCUNE ZONE, MA LA MAGGIOR PARTE DEI CEREALICOTORI è SODDISFATTA. in calo i danni DA DIABROTICA
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"A livello mondiale è un’annata da dimenticare ma noi possiamo ritenerci fortunati". A delineare il ritratto di una stagione difficile per il granoturco è Carlo Ferrero, direttore operativo del Capac. “Rispetto al resto d’Italia e d’Europa la campagna di raccolta del mais è andata bene - continua -. A livello assoluto, però, guardando anche le annate passate, non possiamo essere così soddisfatti. Ci sono state rese inferiori rispetto al 2011 anche del 10%. Il caldo secco di luglio e agosto ha provocato evidenti scompensi, andando ad aggravare una campagna che di fatto era già partita male con problemi di semine tardive. Certo è andata decisamente meglio rispetto a ciò che è avvenuto a 150 km da noi e nel resto d’Italia: a livello nazionale, infatti, ci sono forti problemi legati alla presenza di aflatossine, l’emerge degrada da est verso ovest. Le zone più colpite sono Rovigo, Ferrara, il Veneto e la Lombardia”. “Il nostro mais presenta bene, ci sono dei problemi di aflatossine ma sono decisamente gestibili, mentre sono drammatici in buona parte d’Europa. Temperature migliori e un buon sistema irriguo hanno limitato lo stress. C’è grande bisogno di prodotto sano: può essere
responsabile dell'ufficio Confagricoltura di Fossano -. Siamo ormai all’80% della raccolta e possiamo dire di essere soddisfatti”. “L’andamento climatico è stato perfetto per il mais - continua -, certo un po’ di siccità ha costretto ad irrigare aumentando i costi di produzione, ma il caldo è stato comunque un bene per la qualità del prodotto”. In alcune aree, però, siccità ed eccessivo caldo hanno causato alcune problematiche. “Rispetto allo scorso anno le rese sono state generalmente inferiori, soprattutto nella zona al confine con la provincia di Torino - commenta Davide Cravero, presidente Sezione Cereali e semi oleosi di Confagricoltura Cuneo -, anche di 5 o 6 quintali in meno a giornata. In alcuni casi la siccità e l’impossibilità di irrigare hanno dato vita ad un prodotto di qualità non ottimale con un peso specifico più basso rispetto al 2011, con picchi massimi intorno a 72-73 kg/hl mentre lo scorso anno si era arrivati anche 78 kg/hl. Non ci sono stati particolari problemi legati alla Diabrotica - conclude Cravero - anche se, effettivamente, dove si è trattato sia qualità che rese si sono dimostrate migliori”.
l a p aro l a ai p ro d u t t ori
"Annata buona anche se siccitosa" Buona qualità e rese soddisfacenti sono gli elementi che contraddistinguono la campagna del mais ormai al termine. Nonostante un'estate torrida contraddistinta da piogge praticamente assenti, i produttori sono riusciti ad irrigare ed ora, a campagna ormai al termine, si dicono soddisfatti. “L’estate appena passata è stata siccitosa, è vero, ma nella mia zona abbiamo avuto la possibilità di irrigare con regolarità ed è andata bene - commenta Pierdino Olivero, titolare di un’azienda agricola a Racconigi -. Come già avevamo fatto l’estate scorsa abbiamo trattato e non ci sono stati problemi da Diabrotica, inoltre, quest’anno, non ci sono stati episodi di grandine che potevano compromettere il raccolto”. Le rese sono buone e le prospettive di prezzo sembrano soddisfacenti. “La qualità è buona, forse in alcune aree il mais può avere sofferto da stress idrico o siccità aumentando il livello di aflatossine, ma non è questo il caso”. “L’annata è stata buona nonostante la siccità: dove si è potuto irrigare la qualità del prodotto è ottima - dice Giuseppe Martini, titolare di un’azienda di Cavallermaggiore -. Mentre ci sono stati problemi legati alla presenza di aflattossine in altre regioni del Nord Italia come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Sui terreni irrigui le rese sono state molto buone, nel Saviglianese siamo arrivati anche a 70 quintali per giornata. La necessità di irrigare ha aumentato i costi di produzione ma le prospettive di prezzo sembrano buone”.
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Castanicoltura
Nei boschi sono tornate le castagne dopo un 2011 negativo, la produzione è in rialzo. migliora anche la qualità, ma il settore necessita ANCORA DI aiuti di Gilberto Manfrin
L ' E S PE R T O
"I problemi restanto molti" Un parere più tecnico sulla situazione delle castanicoltura lo fornisce Patrizio Michelis, esperto di settore, che per tanti anni ha seguito le problematiche legate al castagno per la Comunità montana Alto Tanaro, Cebano e Monregalese. L’invito, è quello di non abbassare la guardia: “Quest’anno la raccolta dal punto di vista della quantità è buona rispetto all’anno scorso e le castagne hanno una pezzatura decisamente migliore. Il Torymus sinensis, l’insetto parassitoide appartenente all'ordine degli imenotteri, utile nel controllo biologico del cinipide, sta dando gli effetti sperati. Ma non c’è solo il problema del cinipide. Il cancro corticale continua a fare danni e la siccità galoppante di questi ultimi mesi ha fatto il resto. Non ha fatto bene nemmeno l’acqua caduta nei primi mesi di settembre, perchè ne è scesa troppa in pochissimo tempo”. E c’è anche un fungo a minare la sopravvivenza dei frutti: “Il mal dell’inchiostro sta facendo dei danni notevoli: le castagne al tatto e alla vista sembrano belle ma poi al loro interno si sviluppa la Phomopsis, una micosi che colpisce il frutto rendendolo nero e facendolo cadere a terra. Pare non ci siano mezzi per contrastarla. Inoltre sono anche in aumento parassiti minori come il balanino, il cosiddetto verme della castagna”. Un quadro non proprio rassicurante cui si sommano anche lunghi periodi di abbandono delle piante: “Sta venendo meno la pratica agronomica da parte di chi conduce i terreni - aggiunge Michelis -. Con decespugliatori e soffiatori ci si preoccupa più di asportare che di apportare sostanza organica. C’è anche il problema grosso dei boschi cedui abbandonati, dove le malattie si sviluppano. Ecco perché occorrono al più presto nuovi impianti, che vadano a sostituire le piante vecchie”. I problemi del castagno, insomma, non sono risolti: “Stiamo pagando anni di abbandono che si ripercuoteranno sulla produzione ancora per molto tempo. Quest’anno è andata meglio, ma servono nuovi investimenti per rilanciare un settore che ha ancora tanto da dare”.
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L'aumento delle castagne ha fatto tornare il sorriso sul volto dei produttori
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opo alcuni anni segnati da continue difficoltà, l’autunno appena iniziato torna a fare sorridere i castanicoltori. In base ai rilevamenti effettuati dai tecnici di Confagricoltura Cuneo sul territorio, si segnala una raccolta di castagne con il segno ‘+’ rispetto allo scorso anno, che era stato contraddistinto da una vera e propria penuria di frutti. Le prospettive, insomma, sono incoraggianti, a partire dalle vallate Monregalesi. “Alla luce dei sopralluoghi effettuati possiamo dire che la produzione è in aumento - dice Walter Roattino, direttore di Confagricoltura zona di Mondovì - e, seppur non sia ancora del tutto soddisfacente e lontana dai livelli di qualche anno fa, fa registrare quantità di prodotto in rialzo anche del 20-30% rispetto all'anno scorso”. Anche la qualità è migliore di quella delle ultime annate. “Abbiamo un prodotto più sano - continua Roattino - e finalmente anche il cinipide sembra rallentare la sua azione di disturbo”. “Ci sono stati molti ricci che hanno prodotto un ottimo frutto aggiunge Cristiano Gallio, tecnico della zona di Mondovì -. E di castagne ne avremmo avute molte di più se non ci fosse stata la siccità di luglio e agosto che ha impedito ai ricci di svilupparsi. Se avesse piovuto anche solo un po’ in estate avremmo avuto un’ottima produzione. Non piovendo, i ricci nelle zone meno umide non si sono nemmeno formati”. Come spesso accade in questa prima fase della raccolta i prezzi si attestano su buoni livelli, ma è ancora troppo presto per tracciare dei bilanci. “Ci auguriamo che le attuali quotazioni non subiscano i ribassi eccessivi che hanno caratterizzato le ultime campagne - conclude Roattino -; questo per non deprimere ulteriormente un comparto che in questi anni ha già pagato a caro prezzo la crisi e nonostante tutto conta ancora numerosi addetti nella nostra provincia”. Pareri tutto sommato confortanti arrivano anche dalle vallate del Cuneese, storicamente molto ricche di castagne in passato: “Nelle valli Stura, Gesso e Vermenagna - commenta Adriano Rosso, direttore di Confagricoltura zona di Cuneo - si stanno raccogliendo prodotti di qualità molto elevata. Positivi i riscontri che giungono dai nuovi impianti nelle zone pedemontane”.
I P R O DUTT O R I
Buoni anche i prezzi sul mercato
Un tempo florido ramo dell’economia rurale del territorio, ora la castanicoltura in provincia di Cuneo deve fare i conti, infatti, con numerosi fattori: dalla diminuita vitalità dei castagneti esistenti, all’aumento delle superfici a boschi cedui invecchiati e colpiti da parassiti, dall’anzianità degli addetti alla virulenza dei parassiti, ma non solo. “Come per tutte le altre varietà frutticole anche per le castagne c’è bisogno, dove è possibile, di una razionalizzazione degli impianti anche con la messa a dimora di nuove varietà - dichiara Roberto Abellonio, direttore provinciale di Confagricoltura -. Occorre inoltre investire in tecnologia, come già avviene in altre zone di Italia e nel resto del mondo, dove l’utilizzo di tecniche meccanizzate, favorito anche da terreni meno impervi dei nostri, ha aiutato di molto i produttori”.
Torna il sorriso anche sul volto dei produttori: “Abbiamo raccolto qualcosa in più rispetto al 2011 - dice Sandro Ansaldi di Torre Mondovì -. Le castagne appaiono anche più sane dell’autunno scorso quando erano per lo più malate. La quantità è sempre bassa a causa della siccità, però è andata meglio in confronto agli anni precedenti. Stimo un raccolto di 10 quintali rispetto ai 4-5 del 2011”. “Grosse differenze rispetto all’anno scorso non ne abbiamo notate - afferma invece Matteo Valesano, in possesso di 20 giornate di castagni a Pamparato -. Per quel che riguarda il cinipide la situazione pare sotto controllo. Ciò che ha disturbato maggiormente il raccolto quest’anno è stata la forte siccità, che ha influenzato quindi la quantità. La scorsa campagna ho raccolto 30 quintali di castagne: quest’anno sarei contento di arrivare ai risultati dello scorso anno". Altro problema i cinghiali e i caprioli: “In molti casi il prodotto va perso perché viene mangiato o sbucciato”. Castagne più belle, ma dalla quantità stabile anche per Gianluigi Bruzzone, 40 giornate di terreno a Torre Mondovì: “Ci sono stati tanti ricci, ma purtroppo non sono maturati rimanendo molto piccoli. Le malattie e la siccità mi hanno permesso di raccogliere solo pochi quintali di frutto. E pensare che solo pochi anni fa raccoglievo 40-50 quintali”. Poi c’è chi, nonostante la scarsa quantità, è comunque contento per i buoni prezzi strappati sul mercato: “Da un po’ di anni il prodotto scarseggia, ma quest’anno devo dire che è di ottima qualità - afferma Ivano Girodengo da Moiola -. Sul mercato ho venduto il prodotto anche a 3 euro al chilo, il massimo storico. Sarà perché i frutti sono sani, sarà per la scarsità di prodotto in altre regioni italiane, ma c’è molta richiesta dalle nostre parti. Quest’anno si è anche attenuato il problema del cinipide che aveva caratterizzato in negativo le raccolte negli anni passati”. “La raccolta è andata molto bene - conclude Mario Viano, dell’azienda Viano Franco di Valgrana -. Sembrava che quest’estate la siccità dovesse rovinare il raccolto, ma la produzione è stata ottima con frutti sanissimi. E anche il mercato ha risposto bene soddisfacendo le nostre attese”.
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Vitivinicoltura
Vendemmia da "otto" in pagella PARERI CONCORDI DI TECNICI E PRODUTTORI: LA QUALITà PREMIANTE HA SOPPERITO AD UN GENERALE CALO DEI QUANTITATIVI di Gilbarto Manfrin
C
on la raccolta degli ultimi Nebbioli si è conclusa la vendemmia 2012 che, come da previsione, ha confermato il calo produttivo generalizzato, riscattato però da un soddisfacente livello qualitativo. Un’annata caratterizzata dal caldo afoso e dalla siccità estiva, solo in parte mitigati dalle piogge di settembre. “Le ultime uve sono arrivate in cantina sane e con un’ottima qualità, soprattutto le Barbera e i Nebbioli stessi - conferma Alessandro Bottallo, tecnico della Confagricoltura zona di Alba -. Inoltre, le fermentazioni si sono svolte regolarmente e senza intoppi. Il livello quantitativo, invece, varia da zona a zona, a volte anche con pareri discordanti. In linea di massima le uve a maturazione precoce hanno subito un calo di produzione medio del 10-15%. Le uve rosse più tardive, invece, hanno beneficiato maggiormente delle piogge di inizio settembre, con un calo intorno al 5% per Barbera e Nebbiolo”. Cali di quantitativo confermati anche nei territori di Barolo e Barbaresco, in misura pari al 10% rispetto all’anno passato, un deficit compensato però da una qualità a tratti eccellente. Conferme di una vendemmia più qualitativa che quantitativa giungono anche dal Monregalese: “Più qualità che quantità - taglia corto Walter Roattino, direttore della Confagricoltura zona di Mondovì -. Ci sono state scelte vendemmiali diverse, dovute a una nuova mentalità dei nostri produttori che hanno preferito avere meno uva, ma meglio disposta, con diradamenti più fitti che hanno permesso una migliore esposizione al sole”. “Soprattutto per quanto concerne il Dolcetto abbiamo avuto ottime gradazioni - dice ancora Cristiano Gallio, tecnico Confagricoltura zona di Mondovì -. Speriamo che tale qualità sia riconosciuta dal mercato anche perché quest’anno è tutto aumentato, in particolare il gasolio”. “Il bilancio non può che essere positivo - ammette Mario Viazzi, direttore Confagricoltura zona di Alba -. Confermo l’ottimismo iniziale vista l’ottima qualità e una quantità che seppur ridotta è stata soddisfacente. La riduzione non è stata uniforme, calcolabile in un 5-10% a seconda delle varietà. Sui prezzi si registra una ventata di ottimismo portata proprio dalla qualità delle uve”. Conclusione affidata ai presidenti delle sezioni Vini Rossi e Bianchi di Confagricoltura Cuneo. Gianluca Demaria: “I risultati sono positivi: sui Dolcetti abbiamo avuto gradazioni inferiori rispetto all’anno scorso ma profumi eccelsi e buon colore. Bene la Barbera e pure i Nebbioli. Fattore comune è stata una quantità generale inferiore, che segue la tendenza nazionale. Sicuramente il mercato non è facile, ma avendo prodotti buoni lo affrontiamo, soprattutto quello estero, con aspettative elevate”. Renato Negro: “È stata una buona vendemmia in particolare nelle zone un po’ più fresche. Menzione speciale per i Moscati, davvero ottimi. Problemi di siccità nelle zone più esposte, ma la qualità è premiante”.
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GUARENE
DOGLIANi
"Provvidenziale la pioggia"
"Grande annata con uva eccelsa"
Quella del 2012 sarà ricordata come una delle migliori degli ultimi anni. “Provvidenziale la pioggia caduta a inizio settembre, che ha dato quel qualcosa in più, sotto l’aspetto qualitativo, agli acini. I vini che arriveranno si prospettano di ottima qualità, soprattutto i Nebbioli - dice Giuseppino Anfossi, dell’azienda Ghiomo di Guarene -. La quantità è stata più bassa con grandi difformità di maturazioni tra Langa e Roero. La Barbera ha avuto una produzione sotto le aspettative, ma di buona qualità”. VOTO 8
"È stata una vendemmia con uve di qualità buona, anche se la grandine caduta nel mese di luglio ha un po’ penalizzato il raccolto a livello quantitativo - sostiene Vincenzo Pecchenino, dell’azienda agricola Valdibà di Dogliani -. Resta una buona annata, contraddistinta da una maggior qualità rispetto alla quantità. Non c’è stato bisogno di ricorrere al diradamento dei grappoli, che in alcuni casi hanno fornito uve dalla qualità eccelsa. VOTO 8,5
CANALE
BARBARESCO
"Il mercato ci premierà"
"Elevati tassi alcolemici"
“La pioggia di inizio settembre ha aiutato molto le uve - aggiunge Va l e r i o Fa l l e t t i , titolare dell’azienda agricola Malabaila di Canale che produce Arneis, Favorita, Barbere e Nebbioli -, migliorando il quadro aromatico e di acidità. La maturazione si è ripresa bene dopo un’estate afosa. I bianchi risultano ben strutturati con gradazione alcolica giusta e i rossi che hanno avuto il tempo di maturare bene appaiono di ottime gradazioni. Un’annata in generale scarsa per quantità, ma che potrebbe veder premiata la qualità anche dal mercato”. VOTO: 8
Soddisfazione presso le Tenute Cisa Asinari Marchesi di Gresy, con un’ampia produzione che va dallo Chardonnay al Sauvignon per i bianchi, passando per Dolcetto, Barbera, Nebbiolo e Barbaresco tra i vini rossi. “Molto bene i Dolcetti - afferma l’enologo Matteo Sasso -, un po’ meno concentrati ma di ottima gradazione ed aromaticità elevata. La Barbera ha manifestato alto tasso alcolico. I Nebbioli hanno visto un calo a livello produttivo ma il prodotto presenta un buon livello di maturità fenolica. Molto bene anche il Barbaresco sui 14°. VOTO: 7/8
CAST. TINELLA
LA MORRA
"Un moscato di ottimi aromi"
"Resa inferiore, ma buona qualità"
“È stata una vendemmia in linea con quella dello scorso autunno – dice Matteo Soria, dell’omonima azienda agricola di Castiglione Tinella che produce Moscato -. Come aromi siamo sui livelli elevati dello scorso anno; in generale, a livello qualitativo, il vino si presenta un po’ più ‘grasso’ della passata annata”. VOTO 8
“La resa è stata inferiore alle aspettative – fa notare Giovanni Cordero di Montezemolo, titolare dell'azienda agricola Monfalletto di La Morra, che produce Barolo, Dolcetto, Barbera, Arneis e Chardonnay -. In compenso, la qualità delle uve è stata molto buona, in linea con le ultime annate. Il bilancio è nel complesso positivo”. VOTO 8,5
INSERTO TECNICO
L’Agricoltore cuneese N. 10 • 2012 FEASR
Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111.1 sottoazione B Informazione nel settore agricolo
Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l'Europa investe nelle zone rurali
etichettatura vino: le novità
I
l decreto del 13 agosto 2012 abroga numerose vecchie norme e ricodifica le specificità nazionali sull’etichettatura e la presentazione dei vini che, il regolamento CE 607/2009, ha lasciato all’autonomia degli Stati membri. ETICHETTATURA DEI VINI: 1) I termini riferiti all’imbottigliatore che fanno riferimento alla sua attività agricola sono ammessi anche per i vini senza Dop e Igp (es. “Imbottigliato dall’azienda agricola…; imbottigliato dal viticoltore….; imbottigliato all’origine da….;) e altre indicazioni similari riferite all’imprenditore agricolo. 2) Rispetto all’area di produzione di una Dop, sia l’area geografica più ristretta (sottozone, vigna) sia l’area geografica più ampia (regione) vanno utilizzate se previsto dal disciplinare. 3) Vengono riformate le vecchie norme circa i
materiali e i colori dei recipienti e dei tappi: • Fino a 6 litri, i Doc e Docg, continuano a dover usare il vetro ma senza vincoli colorimetrici. • Da 2 a 6, con l’esclusione di tutti i Docg e dei Dco con nome di sottozona, menzione geografica aggiuntiva, vigna o menzione tradizionale (superiore, riserva), ma con l’inclusione del novello, viene ammesso ogni materiale adatto agli usi alimentari, se il disciplinare lo prevede. • Da 6 a 60 litri (solo Doc) viene ammesso ogni materiale adatto agli usi alimentari se il disciplinare non contiene misure più restrittive. • Il tappo per gli spumanti (VS, VSQ, VSQ del tipo aromatico, Dco, Docg e Igp) deve essere a fungo, in sugero o altre sostanze, con fermaglio e lamina (fino a 0,2 l qualsiasi chiusura) • Il tappo per i vini Docg con nome di sottozona, menzione geografica aggiuntiva, vigna o
menzione tradizionale (superiore, riserva, ecc) deve essere in sughero o altre sostanze tradizionali (vetro legno ceramica) raso bocca o a T. • Il tappo per i Docg non descritti sopra e per tutti i Doc, può essere di qualunque genere ammesso per gli alimenti (A vite, tappo a corona, silicone). I disciplinari possono tuttavia stabilire norme più restrittive. 4) L’etichettatura dei serbatoi di cantina e delle partite costituite da contenitori inferiori ai 10 Hl (barrique o anche bancali di bottiglie in fase di affinamento o confezionamento) è costituita da un “cartello fissato in modo che non sia possibile la rimozione accidentale e che risulti ben visibile e leggibile”. Deve riportare i seguenti elementi: categoria del vino (Vino, VS, VSQ, ); denominazione; termini riferiti a sottozona; provenienza (prodotto in Italia) obbligatoria; colore; eventuali metodi di produzione (invecchiato in botte, affinato in legno); annata; termini delle menzioni tradizionali (riserva, vendemmia tardiva, vivace, ect..). Per le Doc e Docg serve il riferimento alla certificazione rilasciata nell’ambito del Piano dei Controlli.
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I
SCADENZIARIO FISCALE - PAGHE NOVEMBRE/dicembre 2012 luneDì 05 novembRE Termine ultimo per la comunicazione delle ore lavorate dai dipendenti nel mese di ottobre all’Ufficio Paghe. Termine ultimo per la consegna delle fatture per aziende in contabilità mensile.
venerDì 16 novembre CONTRIBUENTI IVA MENSILI - Liquidazione e versamento IVA relativa al mese precedente. CONTRIBUENTI IVA TRIMESTRALI Liquidazione e versamento IVA relativa al 3° trimestre 2012. SOSTITUTI D’IMPOSTA RITENUTE ALLA FONTE - Versamento ritenute alla fonte su redditi di lavoro autonomo e compensi per l'esercizio di arti e professioni, versamento ritenute alla fonte su reddito da lavoro dipendente e versamento contributi INPS Dm10. COLTIVATORI DIRETTI: Versamento 3° rata Contributi Agricoli lavoratori autonomi 2012.
lunedì 26 novemBRE DATORI DI LAVORO AGRICOLO - Versamento contributi ENPAIA impiegati agricoli.
venerdì 30 novemBRE Presentazione elenchi paesi black list.
mercoledì 5 dicembre Termine ultimo per la comunicazione delle ore lavorate dai dipendenti nel mese di ottobre all’Ufficio Paghe. Termine ultimo per la consegna delle fatture per aziende in contabilità mensile.
LE DOMANDE VANNO FIRMATE IN ORIGINALE L’organismo pagatore AGEA, con nota dello scorso 15 ottobre destinata ai Caa di Coordinamento, ha affrontato la questione relativa alla legittimità della domanda di aiuto priva di sottoscrizione. Su tale questione il Consiglio di Stato ha precisato che “la domanda priva di sottoscrizione, sia del produttore che del legale rappresentante, è da ritenersi inesistente ai fini della richiesta di contributi comunitari e dell’assunzione degli impegni propedeutici all’erogazione”. Poiché la sottoscrizione della domanda è ritenuta un requisito imprescindibile e un elemento essenziale ai fini dell’erogazione dell’aiuto, l’assenza della firma del produttore o del rappresentante legale dell’azienda sulla richiesta di aiuto determina: l’inesistenza della richiesta del premio comunitario; l’inesistenza dell’assunzione degli impegni cui è subordinata l’erogazione del premio; la violazione della normativa comunitaria e nazionale che impone la sottoscrizione della domanda. Pertanto il Caa di Confagricoltura Cuneo invita le aziende che non avessero ancora provveduto a presentarsi in ufficio per firmare in originale le domande e a proseguire per le domande future con tale adempimento obbligatorio.
PROVE TERRA IMPIANTI ELETTRICI Rivolgendosi agli uffici di zona di Confagricoltura Cuneo è possibile prenotarsi per le prove terra agli impianti elettrici aziendali che saranno eseguiti dallo Studio Quality di Borgo San Dalmazzo ad un costo convenzionato, riservato agli associati dell’organizzazione agricola.
Parto delle "autonome"
L’
indennità per le lavoratrici autonome spetta per i due mesi precedenti la data del parto e per i tre mesi successivi, sia in caso di parto prematuro che in caso di parto successivo alla data presunta. Il periodo “post-partum” inizia con il giorno successivo a quello del parto e segue il calendario civile. L’Inps ha chiarito che nell’ipotesi in cui data presunta e data effettiva coincidano, il periodo complessivo “ordinario” di congedo di maternità sarà pari a 5 mesi e un giorno. Le lavoratrici autonome devono inoltrare la domanda presso un patronato corredata dal certificato di assistenza al parto o da certificazione o autocertificazione contenente tutti i dati necessari per l’individuazione del rapporto di parentela madre/figlio. La domanda diventa opportuna solo dopo l’evento e deve essere comunque presentata nel termine di prescrizione di un anno decorrente dal giorno successivo all’ultimo giorno indennizzabile (tre mesi dopo il parto). Il termine di prescrizione può essere interrotto dalla lavoratrice attraverso qualsiasi atto scritto rivolto ad ottenere la prestazione, compresa la presentazione di copia delle ricevute di versamento contributivo (mod.F24). Per maggiori informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.
incentivi per donne e giovani
È
stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (n. 243 del 17.10.2012) il decreto Min. Lav. 05.10.2012, con cui viene data attuazione dell’articolo 24 comma 27 del DL Salva Italia (DL n. 201/2011). Il decreto, con l’evidente fine di incentivare l’occupazione giovanile e delle donne, propone alcuni interessanti incentivi ai datori di lavoro che decidono di stabilizzare i rapporti di lavoro con i propri dipendenti o decidono di assumerne di nuovi. Nel caso di stabilizzazione di un rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, i datori di lavoro avranno diritto ad un incentivo pari a 12.000 euro, mentre nel caso di assunzione a tempo determinato, l’incentivo può ammontare a seconda della durata del rapporto dai 3.000 a 6.000 euro. Sarà l’INPS a corrispondere gli incentivi sulla base: dell’ordine cronologico delle domande; delle risorse disponibili; secondo modalità rese note con circolare n. 122 del 17 ottobre. Sui prossimi numeri de L’Agricoltore cuneese si entrerà nel dettaglio delle misure previste.
II INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 10 • NOVEMbre 2012
vendita dei prodotti agricoli e alimentari - art. 62 NORMATIVA E PRASSI Art. 62 del Dl 24 gennaio 2012 n. 1 convertito dalla L. 24 marzo 2012 n. 27 DEFINIZIONI Prodotti agricoli Prodotti elencati nell’allegato I all’art. 38 c. 3 trattati sul funzionamento dell’Unione Europea (in pratica ogni prodotto proveniente da un’azienda agricola, anche i prodotti lavorati quali carni e vini) Prodotti alimentari Qualsiasi prodotto destinato ad essere ingerito dall’essere umano (art.2 Reg. Cee 178/2002) Prodotti deteriorabili • Prodotti agricoli, ittici e alimentari preconfezionati che riportano una data di scadenza non superiore a 60 giorni • Prodotti agricoli, ittici e alimentari sfusi, comprese erbe e piante aromatiche (anche se in involucri protettivi o refrigerati) non sottoposti a trattamenti atti a prolungare la durabilità degli stessi per un periodo superiore a 60gg • Prodotti a base di carne con particolari caratteristiche fisico-chimiche • Tutti i tipi di latte ECCEZIONI: La normativa non si applica: • Vendita diretta al consumatore finale • Conferimenti a cooperative (se la cooperativa vende ai soci si applica la norma) • Conferimenti alle organizzazioni di produttori • Vendite con pagamento alla consegna CONTENUTI OBBLIGATORI DEL CONTRATTO Durata, quantità, caratteristiche del prodotto venduto, prezzo, modalità di consegna, modalità di pagamento DISPOSIZIONI NORMATIVE Art. 62 Disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari 1. I contratti che hanno ad oggetto la cessione dei prodotti agricoli e alimentari, ad eccezione di quelli conclusi con il consumatore finale, sono stipulati obbligatoriamente in forma scritta e indicano a pena di nullità la durata, le quantità e le caratteristiche del prodotto venduto, il prezzo, le modalità di consegna e di pagamento. I contratti devono essere informati a principi di trasparenza, correttezza, proporzionalità e reciproca corrispettività delle prestazioni, con riferimento ai beni forniti. La nullità del contratto può anche essere rilevata d’ufficio dal giudice. 2. Nelle relazioni commerciali tra operatori economici, ivi compresi i contratti che hanno ad oggetto la cessione dei beni di cui al comma 1, è vietato: a) imporre direttamente o indirettamente condizioni di acquisto, di vendita o altre condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose, nonché condizioni extracontrattuali e retroattive; b) applicare condizioni oggettivamente diverse per prestazioni equivalenti; c) subordinare la conclusione, l’esecuzione dei contratti e la continuità e regolarità delle medesime relazioni commerciali alla esecuzione di prestazioni da parte dei contraenti che, per loro natura e secondo gli usi commerciali, non abbiano alcuna connessione con l’oggetto degli uni e delle altre; d) conseguire indebite prestazioni unilaterali, non giustificate dalla
IMPORTANTE: Dal 24 OTTOBRE 2012 non sono più ammessi accordi o ordini verbali. I termini di pagamento non possono superare: • 30 gg. Dal ricevimento della fattura per i prodotti deperibili • 60 gg. Dal ricevimento della fattura per i prodotti non deperibili Se si cedono prodotti occorre fare due fatture separate. FORMA CONTRATTO: solo scritta In alternativa. Per “forma scritta” si intende qualsiasi forma di comunicazione scritta che può essere trasmessa per via elettronica, a mezzo telefax, anche priva di sottoscrizione, l’importante che manifesti la volontà delle parti di addivenire alla cessione dei prodotti. I documenti ritenuti idonei sono: a) il documento di trasporto (DDT), la bolla di consegna o la fattura; b) l’ordine di acquisto con il quale l’acquirente commissiona la consegna del prodotto. L’importante che i documenti riportati alle sopra citate lettere a) e b) contengano gli elementi essenziali ossia quelli riportati al paragrafo precedente. Per fare un esempio il documento di trasporto (DDT) che normalmente viene emesso quando si consegna un prodotto venduto, oltre a riportare la quantità e le caratteristiche del prodotto ceduto, dati da sempre esposti, dovrà essere completato anche con la durata del contratto, il prezzo e le modalità di pagamento. E' possibile integrare i seguenti documenti con i dati obbligatori previsti dal contratto (durata, quantità, caratteristiche del prodotto venduto, prezzo, modalità di consegna e modalità di pagamento) • Integrazione DDT o fattura
natura o dal contenuto delle relazioni commerciali; e) adottare ogni ulteriore condotta commerciale sleale che risulti tale anche tenendo conto del complesso delle relazioni commerciali che caratterizzano le condizioni di approvvigionamento. 3. Per i contratti di cui al comma 1, il pagamento del corrispettivo deve essere effettuato per le merci deteriorabili entro il termine legale di trenta giorni dalla consegna o dal ritiro dei prodotti medesimi o delle relative fatture ed entro il termine di sessanta giorni per tutte le altre merci. Gli interessi decorrono automaticamente dal giorno successivo alla scadenza del termine. In questi casi il saggio degli interessi é maggiorato di ulteriori due punti percentuali ed é inderogabile. 4. Per «prodotti alimentari deteriorabili» si intendono i prodotti che rientrano in una delle seguenti categorie: a) prodotti agricoli, ittici e alimentari preconfezionati che riportano una data di scadenza o un termine minimo di conservazione non superiore a sessanta giorni; b) prodotti agricoli, ittici e alimentari sfusi, comprese erbe e piante aromatiche, anche se posti in involucro protettivo o refrigerati, non sottoposti a trattamenti atti a prolungare la durabilità degli stessi per un periodo superiore a sessanta giorni; c) prodotti a base di carne che presentino le seguenti caratteristiche fisico-chimiche: AW superiore a 0,95 e PH superiore a 5,2 oppure AW superiore a 0,91 oppure PH uguale o superiore a 4,5; d) tutti i tipi di latte. 5. Salvo che il fatto costituisca reato, il contraente, ad eccezione del
• Trasmissione via posta elettronica o fax • Ordini di acquisto • Scambi di corrispondenza In caso di documenti alternativi al contratto non è necessaria la sottoscrizione. IMPORTANTE: in caso di documenti alternativi al contratto riportare la dicitura: “Assolve gli obblighi di cui all’art.62 comma 1 del Dl 24/01/2012 n.1 convertito dalla L. 24/03/2012 n. 27” SANZIONI E INTERESSI Interessi: per i pagamenti oltre i termini stabiliti dalla norma dovranno essere corrisposti gli interessi legali di mora. Sanzioni • Mancata redazione contratto e/o dei contenuti sanzione amministrativa da 516 a 20.000 euro. • Violazione delle norme sulle corrette pratiche commerciali sanzione amministrativa da 516 a 2.000 euro. • Pagamento oltre i termini: sanzione amministrativa da 500 a 500.000 euro. Se il produttore è inadempiente a tutti o parte dei suoi obblighi l’acquirente può sospendere il pagamento. ESCLUSIONI Sono escluse dagli obblighi previsti dall’art. 62: • Le cessioni verso i consumatori finali • Le vendite in cui il prodotto viene consegnato all’estero, indipendentemente dalla nazionalità degli operatori coinvolti DECORRENZA Il decreto prevede che gli adempimenti di cui al co. 1 dell’art. 62 si applica a tutti i contratti - a tutte le cessioni di prodotti agricoli tenendo conto delle eccezioni ed esclusioni di cui sopra - a decorrere dal 24 ottobre 2012.
consumatore finale, che contravviene agli obblighi di cui al comma 1 è sottoposto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 516,00 a euro 20.000,00. L’entità della sanzione è determinata facendo riferimento al valore dei beni oggetto di cessione. 6. Salvo che il fatto costituisca reato, il contraente, ad eccezione del consumatore finale, che contravviene agli obblighi di cui al comma 2 è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 516,00 a euro 3.000,00. La misura della sanzione è determinata facendo riferimento al beneficio ricevuto dal soggetto che non ha rispettato i divieti di cui al comma 2. 7. Salvo che il fatto costituisca reato, il mancato rispetto, da parte del debitore, dei termini di pagamento stabiliti al comma 3 è punito con sanzione amministrativa pecuniaria da 500 euro a euro 500.000. L’entità della sanzione viene determinata in ragione del fatturato dell’azienda, della ricorrenza e della misura dei ritardi. 8. L’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato è incaricata della vigilanza sull’applicazione delle presenti disposizioni e all’irrogazione delle sanzioni ivi previste, ai sensi della legge 24 novembre 1981, n. 689. A tal fine, l’Autorità può avvalersi del supporto operativo della Guardia di Finanza, fermo restando quanto previsto in ordine ai poteri di accertamento degli ufficiali e degli agenti di polizia giudiziaria dall’articolo 13 della predetta legge 24 novembre 1981, n. 689. All’accertamento delle violazioni delle disposizioni di cui ai commi 1, 2 e 3 del presente articolo l’Autorità provvede d’ufficio o su segnalazione di qualunque soggetto interessato. Le attività di cui al presente
comma sono svolte con le risorse umane, finanziarie e strumentali già disponibili a legislazione vigente. 9. Gli introiti derivanti dall’irrogazione delle sanzioni di cui ai commi 5, 6 e 7 sono versate all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnati e ripartiti con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze e iscritti nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, al Fondo derivante dalle sanzioni amministrative irrogate dall’Autorità Garante Concorrenza e Mercato da destinare a vantaggio dei consumatori per finanziare iniziative di informazione in materia alimentare a vantaggio dei consumatori e per finanziare attività di ricerca, studio e analisi in materia alimentare nell’ambito dell’Osservatorio unico delle Attività produttive, nonché nello stato di previsione del Ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali per il finanziamento di iniziative in materia agroalimentare. 10. Sono fatte salve le azioni in giudizio per il risarcimento del danno derivante dalle violazioni della presente disposizione, anche ove promosse dalle associazioni dei consumatori aderenti al CNCU e delle categorie imprenditoriali presenti nel Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro. Le stesse associazioni sono altresì legittimate ad agire, a tutela degli interessi collettivi, richiedendo l’inibitoria ai comportamenti in violazione della presente disposizione ai sensi degli articoli 669-bis e seguenti del codice di procedura civile. 11. Sono abrogati i commi 3 e 4 dell’art 4 del decreto legislativo 9 ottobre 2002, n. 231 e il decreto del Ministro delle attività produttive del 13 maggio 2003.
INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 10 • NOVEMbre 2012
III
IM ILE FA CS
CONTRATTO DI CESSIONE PRODOTTI AGRICOLI AI SENSI DELL’ ARTICOLO 62 DEL D.L. N. 1/2012 (redigere in duplice copia)
Tra le parti 1) Cognome..., nome... o denominazione... , nato a... , il... , residente in..., via..., codice fiscale... , titolare/legale rappresentante/socio dell’ impresa posta in... ,Via... , p.iva... parte venditrice 2) Cognome..., nome... o denominazione... , nato a... , il... , residente in..., via..., codice fiscale... , titolare/legale rappresentante/socio dell’ impresa posta in... ,Via... , p.iva... ACQUIRENTE
SI STIPULA QUANTO SEGUE 1) La presente scrittura disciplina il rapporto contrattuale di cessione di prodotti di cui all’ articolo 62 del d.l. n. 1/2012, convertito con modificazioni nella legge n. 27/2012. 2) il fornitore cede all’acquirente i seguenti prodotti: tipologia del prodotto 3: caratteristiche del prodotto: Quantità: Prezzo: 3) La merce verrà consegnata a mezzo (vettore, consegna a mano) 4) Il pagamento del prezzo dovrà essere effettuato entro 30/601 giorni dall’ultimo giorno del mese di ricevimento della fattura2, con le seguenti modalità:
(indicare il mezzo di pagamento)
5) In caso di violazione dei termini di pagamento sono dovuti al fornitore gli interessi di mora previsti dall’art. 62 comma 3. 6) Il presente contratto avrà la durata fino al
(consegna della merce).
7) Per quanto non previsto dalla presente scrittura, le parti rinviano alle disposizioni del codice civile e dell’ articolo 62 del d.l. n. 1/2012, come modificato dalla legge di conversione n. 27/2012. LUOGO
DATA
Parte venditrice
Acquirente
Ai sensi degli articoli 1341 e 1342 del codice civile, si approvano espressamente le clausole 3), 4), 5) e 6). Parte venditrice
Acquirente
1) Sono considerati prodotti deteriorabili per i quali è previsto il termine di 30 giorni: a) prodotti agricoli, ittici e alimentari preconfezionati che riportano una data di scadenza o un termine minimo di conservazione non superiore a sessanta giorni b) prodotti agricoli ittici, ittici e alimentari sfusi, comprese erbe e piante aromatiche, anche se posti in un involucro protettivo o refrigerati, non sottoposti a trattamenti atti a prolungare la durabilità degli stessi per un periodo superiore a sessanta giorni; c) prodotti a base di carne che presentino le seguenti caratteristiche: aW superiore a 0,95 e pH superiore a 5,2 oppure aW superiore a 0,91 oppure pH uguale o superiore a 4,5 d) tutti i tipi di latte Tutti i prodotti non compresi nel suddetto elenco devono essere pagati a 60 giorni 2) Nel caso in cui non sia possibile stabilire con certezza la data di ricevimento della fattura i termini decorrono dalla data di consegna dei prodotti. 3) In caso di vendita di frutta e verdura sfuse, al fine di evitare contestazioni, è bene indicare i prodotti non sono stati sottoposti a trattamenti atti a prolungare la durabilità degli stessi per un periodo superiore a 60 giorni.
IV
INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 10 • NOVEMBre 2012
Corilicoltura
Male dello stacco, come comportarsi
Fruttificazioni tipiche del fungo
L
a stagione autunnale appena iniziata mette a nudo alcune problematiche che si riscontrano ordinariamente nei corileti del territorio cuneese. Negli ultimi anni è sempre più frequente imbattersi in appezzamenti interessati o gravemente colpiti dal mal dello stacco. Ma che cos’è realmente? È un fungo sferossidale il cui agente è la Cytospora corylicola sacc. Si presenta soprattutto sui noccioleti molto vecchi, debilitati, per eccessiva fittezza degli impianti, può colpire tutte le parti della pianta tronco, branche e polloni. Il fungo penetra attraverso lesioni e provoca una profonda necrosi partendo dalla corteccia fino ad estendersi al legno con la successiva comparsa in condizioni di umidità favorevoli, delle caratteristiche macchie irregolari di colore bruno - rossastro che alla vista sembrano delle piccole goccioline o in condizioni particolarmente favorevoli assumono la forma di lunghi cirri vitreo-gelatinosi che rappresentano i conidi del fungo, provocando il disseccamento della parte distale dei rami. Le piante interessate dal fungo presentano sviluppo stentato e nei tessuti insediati dal fungo in stato di necrosi si originano zone poco resistenti alle azioni meccaniche del vento e della neve che si spezzano con estrema facilità nel caratteristico modo a “sedia”, dando origine al nome: mal dello stacco.
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Caratteristica rottura su ramo di nocciolo
Le manifestazioni tipiche erano fino a qualche anno fa relegate solo nei noccioleti cosiddetti marginali perché trascurati ed eccessivamente fitti, in realtà oggi è sempre più frequente riscontrare le manifestazioni tipiche del fitomicete anche in noccioleti gestiti in modo razionale. Senza creare nessun allarmismo, il fungo è in lenta e progressiva espansione, pertanto è necessario in maniera assidua e razionale intervenire agronomicamente per contrastare l’azione dilagante del fungo seguendo alcune regole semplici, ma efficaci: 1. mantenere le piante in buone condizioni vegetative; 2. asportare con la potatura invernale tutti i rami e polloni infetti; 3. adottare concimazioni equilibrate ricorrendo, dove possibile, all’utilizzo della sostanza organica; 4. utilizzare ammendanti a base di zolfo nei terreni particolarmente calcarei e con ph elevato per permettere un più regolare assorbimento degli elementi minerali; 5. disinfettare e proteggere in maniera idonea i grossi tagli di potatura con mastici cicatrizzanti medicati e le evidenti ferite causate da eventi meteorici avversi; 6. effettuare adeguati trattamenti sul bruno con sali rameici; 7. evitare di accatastare il legno di risulta della potatura di piante infette nelle immediate vicinanze dei corileti, per contrastare efficacemente la diffusione del fungo in condizioni particolarmente favorevoli; 8. come ultima "ratio" adottare la soluzione drastica, ma necessaria di sostituire i vecchi impianti molto debilitati, poiché da prove fatte risulta che anche i giovani polloni allevati con tanta cura, in corileti particolarmente compromessi hanno vita breve, e tendono nel breve periodo ad essere colonizzati dal fungo; 9. acquistare materiale di propagazione sicuro e certificato in ottemperanza alle normative fitosanitarie vigenti. I tecnici di Confagricoltura Cuneo sono a disposizione per verificare le situazioni a rischio e impostare un piano di difesa corretto. Per informazioni: Antonio Marino (Tel. 345-2296270)
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L’Agricoltore cuneese N. 10 • NOVEMBRE 2012
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Zootecnia
Benessere suini: dal 1° gennaio via alle nuove norme NELLA PRIMA FASE I CONTROLLI RIGUARDERANNO IL RISPETTO DELLE REGOLE SULLO STATO DI SALUTE DELLE SCROFE, SUCCESSIVAMENTE LE PAVIMENTAZIONI di Gilberto Manfrin
D
al 1° gennaio 2013 entra in vigore la nuova normativa del benessere animale per gli allevamenti suinicoli. In una prima fase i controlli riguarderanno il rispetto delle norme sul benessere delle scrofe, poi verranno avviati i controlli relativi ai requisiti sulla pavimentazione degli allevamenti. Dovranno essere tenuti sin da subito in considerazione, ai fini della scadenza del nuovo anno, le seguenti regole: le superfici libere totali a disposizione di ciascuna scrofetta dopo la fecondazione e di ciascuna scrofa qualora le scrofette
e/o scrofe siano allevate in gruppi devono essere rispettivamente di almeno 1,64 mq e 2,25 mq; se i suini in questione sono allevati in gruppi di meno di sei animali, le superfici libere disponibili devono essere aumentate del 10%. Se sono in gruppi di 40 o più animali, le superfici libere disponibili possono essere diminuite del 10%. Le scrofe e le scrofette sono allevate in gruppo nel periodo compreso tra quattro settimane dopo la fecondazione e una settimana prima della data prevista per il parto. I lati del recinto dove viene allevato
Uno dei tanti allevamenti di suini della Granda
il gruppo dovranno avere una lunghezza superiore a 2,8 metri. Se sono allevati meno di sei animali, i lati del recinto dove viene allevato il gruppo devono avere una lunghezza superiore a 2,4 metri. In merito alle pavimentazioni, per le scrofette dopo la fecondazione e le scrofe gravide una parte della superficie pari ad almeno 0,95 mq per scrofetta e ad almeno 1,3 mq per scrofa, dev’essere costituita da pavimento pieno continuo riservato per non oltre il 15% alle aperture di scarico. Si ricorda infine che nessun lattonzolo dev’essere staccato dalla scrofa prima che abbia raggiunto un’età di 28 giorni. Tutti gli animali, infine, a partire dalla seconda settimana di età, devono avere libero accesso a fonti di abbeveraggio. Per informazioni contattare gli uffici di Confagricoltura Cuneo.
Quote latte: riserva regionale sbloccata Dopo tre anni di mancata assegnazione, adesso le aziende potranno fare richiesta presentando le domande entro il 30 novembre Vacche frisone in un allevamento cuneese
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inalmente una buona notizia per i produttori di latte cuneesi. Dopo tre anni di mancata assegnazione della riserva regionale di quote latte, a causa degli esigui quantitativi disponibili, la Provincia di Cuneo in accordo con le associazioni di categoria agricole, ha deciso di procedere con l’assegnazione per la campagna in corso. Questo anche in considerazione del fatto che dal 2015, per quanto conosciuto, si dovrebbe abbandonare l’attuale sistema a livello comunitario. Gli interessati dovranno presentare la propria istanza in Provincia entro il 30 novembre. I quantitativi assegnabili, in quintali, sono i seguenti: 11.532,37 per quota conse-
di Paolo Ragazzo
gna pianura, 605,32 per quota consegna montagna, 914,11 per vendite dirette pianura, 160,18 per vendite dirette montagna. Detto questo, differenti sono anche i criteri utilizzati per stabilire i livelli di priorità per l’assegnazione. Per effetto di delibera regionale, la quota consegna pianura andrà per l’80% (9.925,9 quintali) ai titolari di quota B tagliata e il restante 20% a tutti gli altri, che devono però aver prodotto l’85% della propria quota e non devono averla superata del 20% nelle tre campagne precedenti. Le aziende, inoltre, devono risultare in regola con i versamenti dei prelievi supplementari. Le quote consegna montagna, invece,
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verranno assegnate ad aziende che possiedono i seguenti requisiti: devono essere già titolari di quota ed essere condotte da giovani under 40 che abbiano prodotto almeno l’85% della propria quota. Uguali condizioni sono previste per rilasciare le quote vendite dirette, sia in pianura che in montagna, con la possibilità peraltro di assegnare quote a nuovi imprenditori senza limiti di età, nel caso in cui le domande non fossero in numero sufficiente. Ulteriori priorità, infine, sono in corso di valutazione e verranno comunicate dagli uffici di Confagricoltura non appena saranno definite con precisione Chi fosse interessato può rivolgersi agli uffici di Confagricoltura sul territorio.
Prezzi
Segnali di ripresa per i suini. Mais in lieve calo
to a 246 euro a tonnellata (62 euro in più, comunque, rispetto a ottobre 2011) dopo aver toccato quota 262 euro/t nel mese di settembre. Prezzi molto elevati che avevano contraddistinto il finire dell’estate complice la mancanza di prodotto a livello globale dovuta dalla devastante siccità che ha colpito il “granaio del pianeta”, gli Stati Uniti, e non solo. Ulteriore rialzo per il fieno maggengo, da 120 a 130 euro a tonnellata, e per il fagiolo Cuneo Igp Billò (+ 9,52%).
stabili i bovini, mentre le carni bianche fanno registrare una leggera risalita. i cereali restano su quotazioni superiori al 2011 di Ilaria Blangetti
B
uon momento per il comparto suino. Non presenta variazioni solo la quotazione dei suini da allevamento da 15 kg, ferma a 1,940 euro al kg, mentre gli altri capi da allevamento presi in considerazione registrano, infatti, quotazioni in salita: più dell’1% per i maiali da 100 kg, + 5,57%, invece, per quelli da 15 kg. Salgano anche i capi da macello: + 2% per i suini da 156 kg (da 1,745 a 1,748) e + 2,13% per quelli da 115 kg (da 1,645 a 1,680). Stabili anche le quotazioni dei bovini. Il vitello della coscia è fermo a 5,61 euro/kg mentre il vitellone della coscia (da 500 a 600 kg) si attesta, ormai da mesi, a 3,15 euro/kg. Per quanto riguarda i bovini da allevamento non ci sono cambiamenti sulla quotazione del vitello della coscia fino a 40 giorni (750 euro a capo). Piccoli segnali di ripresa per le carni bianche. Dopo un’estate altalenante, si registrano aumenti di prezzo che possono far ben sperare. Il coniglio guadagna il + 19,3%, passando da 1,81 a 2,16 euro al chilogrammo. Quotazioni in rialzo, anche se più contenute, per i polli da allevamento a terra che continuano il trend positivo portandosi a 1,28 euro/kg (+ 2,4%). Stesso andamento anche per le galline da allevamento in batteria (taglia media) che vengono prezzate 0,56 euro/kg rispetto allo 0,43 di settembre registrando addirittura un + 30%. Nulla di nuovo, invece, nelle quotazioni di agnello da latte e capretto. I cereali, invece, dopo una tarda primavera con il segno meno e una lievitazione importante delle quotazioni durante il periodo estivo, fino a settembre, ora si riportano su livelli meno insoliti. Il frumento guadagna l’1,16% mentre il granoturco subisce un calo fisiologico dettato dal periodo di fine raccolta che riporta il prodot-
I L B O R S I N O d i c ar n i e c e r e a l i
Andamento delle quotazioni a settembre e ottobre 2012 Fonte: Camera di commercio di Cuneo (Ufficio prezzi)
Sett. 2012
Ott. 2012
SUINI Da allevamento
Euro/kg
Kg 15
3,410
3,600
Kg 50
1,940
1,940
Kg 100
1,680
1,700
Da macello
Euro/kg
Kg 115
1,645
1,680
Kg 156
1,745
1,780
BOVINI Da macello
Euro/kg
Vitello della coscia
5,61
5,61
Vitellone della coscia (da 500 a 600 kg)
3,15
3,15
Da allevamento
Euro/capo
Vitello della coscia (fino a 40 gg)
750
750 Euro/kg
Agnello da latte
3,15
3,15
Capretto
4,55
4,55
Galline da allevamento in batteria
0,43
0,56
Polli
1,25
1,28
Conigli da macello
1,81
2,16
CEREALI
Euro/t
Frumento naz. (p.sp 73/75)
257
260
Granoturco naz.
262
246
Fieno maggengo
120
130
Fagiolo Cuneo Billò
420
460
L’Agricoltore cuneese N. 10 • NOVEMBRE 2012
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Frutticoltura
Dubbi sull'accordo tra Ue e Marocco La confagricoltura di Cuneo rimarca ancora La possibile concorrenza sleale sulla frutta dopo l'intesa in vigore dall'inizio di ottobre di Paolo Ragazzo
Le pesche cuneesi potrebbero subire contraccolpi
"A
d inizio ottobre è entrato in vigore il nuovo accordo di liberalizzazione degli scambi tra l'UE e il Marocco, fortemente punitivo per le nostre produzioni”. Lo ricorda la Confagricoltura di Cuneo, rimarcando come l’accordo preveda misure di liberalizzazione reciproche per i prodotti
agricoli ben più favorevoli al Marocco che all’Europa, che comporteranno un aumento delle importazioni di ortofrutta e altri prodotti mediterranei a causa della diminuzione dei dazi doganali. Il presidente della Sezione Ortofrutticola di Confagricoltura Cuneo, Alberto Giordano ha espresso tutte le sue perplessità
in merito a questo accordo: “È evidente che questa intesa così com’è stata approvata risulta ben più favorevole al Marocco che ai Paesi europei, in particolare per l’ortofrutta - ha sottolineato - e, all’interno dell’Europa, è più vantaggiosa per le produzioni dei Paesi continentali che per quelle dei Paesi mediterranei. Potremmo ritrovarci sul mercato prodotti che non rispettano i nostri rigorosi sistemi di controllo e non sono chiamati a sottostare alla nostre regole, dando origine così a forme di concorrenza che penalizzeranno anche le aziende cuneesi”. Confagricoltura, pur non avendo pregiudizi nei confronti di negoziati avviati dall’Unione Europea, ha manifestato da subito le sue perplessità circa questa intesa, ritenendo che per tutelare le produzioni italiana sia “indispensabile operare in una logica di reciprocità delle norme e di ravvicinamento dei requisiti di qualità, senza i quali l’apertura dei mercati genera squilibri, anziché sviluppo. Qualsiasi apertura delle frontiere agricole, deve fondarsi su regole condivise che tutelino gli interessi del sistema agricolo”. “Abbiamo capacità di leadership sui mercati, a patto che non si tengano posizioni rinunciatarie - ha detto il presidente nazionale Mario Guidi -. Il nostro sistema va sostenuto, tutelato, liberato dal giogo della burocrazia e inserito in una più estesa e solida rete di aggregazioni e non colpito da accordi penalizzanti”.
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Agricoltura & Dintorni
Novità pulizia alvei MENO BUROCRAZIA PER IL TAGLIO DELLA vEGETAZIONE
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isposizioni chiare per disciplinare il taglio della vegetazione in alveo: la circolare passata in giunta regionale si pone l’obiettivo di specificare in modo definitivo le tipologie d’intervento nelle aree di pertinenza dei corpi idrici, consentendo agli addetti del settore di condurre un’attività efficace priva di pesanti aggravi amministrativi, specie per le operazioni più comuni. La corretta gestione selvicolturale della vegetazione presente sulle sponde dei corsi d’acqua o sulle isole fluviali rappresenta un valido strumento di manutenzione ordinaria e consolidamento statico dell’alveo, generando conseguentemente una efficace opera di prevenzione nei confronti delle esondazioni in caso di ingrossamento improvviso della portata di acqua. La circolare predispone la possibilità di procedere all’intervento selvicolturale, senza richiesta di autorizzazione (anche in aree sottoposte a vincolo paesaggistico) all’interno dell’alveo inciso entro una fascia di 10 metri dal ciglio di sponda, al di fuori dell’alveo inciso entro una fascia di 10 metri dal ciglio di sponda, oltre i 10 metri dal ciglio di sponda. Tali interventi sono soggetti esclusivamente alla comunicazione semplice. Gli uffici di Confagricoltura sono a disposizione per fornire ulteriori informazioni.
mos t ra n a z io n a l e
Al Miac torna "Sapori della carne" La carne di qualità è protagonista, dal 9 all’11 novembre, della 33^ Mostra nazionale dei bovini di razza piemontese che si svolgerà all’area Miac in frazione Ronchi di Cuneo. I migliori allevatori italiani della famosa razza da carne faranno sfilare i propri capi per la conquista dei titoli di campioni nazionali. Torna, inoltre, “Sapori della carne – Il trionfo del Fassone”: il padiglione gastronomico dedicato alla carne bovina e non solo, con servizio ristorante self-service no stop dal sabato mattina alla domenica sera. Ci saranno banchi macelleria con carne certificata Coalvi. Precederà l’iniziativa, giovedì 8 novembre al Castello di Carrù, il convegno organizzato da Banca Alpi Marittime e Coalvi dal titolo: “Carne di qualità e ristorazione. Come comunicare al cliente l’origine e la qualità della carne di razza Piemontese”.
Porta in tavola il porro di Cervere dal 9 al 25 novembre ritorna la fiera: produttori soddisfatti e vendite in crescita
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al 9 al 25 di novembre torna l’ormai tradizionale appuntamento con la Fiera del porro di Cervere. Giunta alla 33^ edizione, la rassegna celebra il celebre ortaggio autunnale dai mille usi in cucina. Il porro di Cervere è speciale perché grazie a particolari condizioni del terreno e ad un microclima favorevole acquista un sapore dolce, gradevole al palato ed è più digeribile. Serate gastronomiche, visite guidate alla scoperta della Valle del porro di Cervere, mostre-mercati, serate musicali e convegni sono gli ingredienti dell’edizione 2012 della fiera, che aprirà ufficialmente venerdì 9 novembre con una serata dedicata ai giovani e
a g ro f arma c i
Cala l'impiego, aumentano gli obblighi I dati Istat sull’agricoltura italiana testimoniano un calo della quantità di fitosanitari utilizzati in agricoltura del 3,6% tra il 2001 e il 2011. Riscontri incoraggianti arrivano dal Piemonte, dove le ricerche condotte dall'Ipla dimostrano l’ottima qualità dei prodotti della terra: tra il 2003 e il 2010 sono stati analizzati 5.000 campioni constatando che i prodotti con una quantità di residui chimici non idonei corrispondono, negli anni più vicini a noi, a meno dello 0,5%. "Metodi e normative attraverso i quali gli organi competenti affrontano la partita legata all’impiego sostenibile dei fitofarmaci sono paradossali - dice l’assessore regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto -. Da un lato l’inserimento di nuovi vincoli stringenti attraverso il decreto legislativo 14 agosto 2012 n. 150 (vedi L'Agricoltore cuneese di ottobre) che va ad attuare la direttiva 2009/128/Cee, dall’altra la limpida realtà dei fatti delineata dai dati, cifre che denotano un utilizzo responsabile e in costante riduzione degli agrofarmaci in agricoltura”.
L'eccellenza del porro di Cervere
si concluderà domenica 25 con un’intera giornata dedicata al porro, dalla buona cucina, al divertimento, all’approfondimento. “Oggi il Consorzio per la tutela e la valorizzazione del porro di Cervere conta 38 soci che producono su 45 differenti appezzamenti di terreno - commenta Giorgio Bergesio, presidente del Consorzio -: si tratta di un importante supporto per le economia famigliari. A metà ottobre registravamo già un +15% nella vendita del nostro porro alla grande distribuzione, con un trend in continua crescita. Il punto di forza è la qualità, perché è un prodotto distribuito fresco in giornata, sano e coltivato con cura. Possiamo dire con soddisfazione che oggi il consumatore conosce il nostro marchio e vuole portare in tavola proprio il porro di Cervere”. Per informazioni e il programma della fiera: www.porro-cervere.cn.it.
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21
Confagricoltura News
O. Massimino
E. Allasia
E. Paoletto
I. Moschetti
Rinnovato il direttivo Vicepresidenti: Allasia e paoletto. Nel comitato di presidenza: Moschetti, serafino, chionetti e brugiafreddo
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iovedì 4 ottobre il Consiglio direttivo di Confagricoltura Cuneo, riunitosi in assemblea, ha proceduto a nominare all’unanimità i vice presidenti dell’associazione e i componenti del Comitato di presidenza per il triennio 2012-2015. A fianco del presidente Oreste Massimino, eletto durante l’assemblea del 13 luglio scorso a Entracque, sono stati nominati vice presidenti Enrico Allasia di Cavallermaggiore (vicario) ed Erio Paoletto di Tarantasca. Completano il Comitato di presidenza Isabella Moschetti di Caraglio, Allerino Serafino di Castagnito, Massimo Chionetti di Murazzano e Alberto Brugiafreddo di Racconigi. Durante l’assise si è deciso, inoltre, di non sostituire in
A. Serafino
M. Chionetti
A. Brugiafreddo
Consiglio il posto rimasto improvvisamente vuoto dopo la recente scomparsa del consigliere ed ex presidente Roberto Arione. “In totale accordo con vice presidenti e consiglieri, si lavorerà in assoluta continuità con quanto realizzato in questi anni per la crescita dell’organizzazione e per una sua effettiva legittimazione nei confronti degli associati - ha dichiarato il presidente Oreste Massimino -. Proprio nell’ottica di proseguire lungo il percorso già intrapreso, tutto il Consiglio si impegnerà per condurre una politica di difesa degli interessi degli imprenditori agricoli del nostro territorio: gente seria che fa dell’agricoltura la propria fonte di reddito e merita di essere rispettata e tutelata. Anche per questo motivo intendiamo dare maggiore visibilità all’organizzazione intervenendo attivamente, nelle sedi opportune, sulle tematiche più cruciali e importanti per lo sviluppo del settore”. Anche il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio, ha manifestato “la volontà di proseguire nello spirito di massima collaborazione e partecipazione che ha da sempre contraddistinto la vita dell’associazione con la certezza che la vivacità del dibattito interno all’organizzazione è elemento indispensabile per la crescita dell’associazione anche sul territorio”.
Giovani agricoltori crescono Foto di gruppo per gli studenti che hanno preso parte alla visita in azienda
U
na ventina di studenti della classe prima dell’Ita Umberto I di Alba, sezione associata di Verzuolo, hanno fatto visita nella mattinata di giovedì 18 ottobre, all’azienda agricola di Davide Cravero a Sommariva Bosco. Ai ragazzi, accompagnati nella loro visita dai professori Annamaria Garnero, Vincenzo Angaramo e Maria Paola Persico e dagli operatori aziendali, è stata spiegata come avviene l’alimentazione dei bovini da carne, la loro gestione dall’arrivo in azienda, alla quarantena, all’in-
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studenti dell'ita umberto i di alba in visita nell'azienda agricola di davide cravero a sommariva bosco grasso fino alla partenza. Si è parlato della coltivazione del mais e del frumento e della lavorazione del terreno insieme ai tecnici specializzati che seguono le lavorazioni per la parte agraria. “Questi ragazzi mi hanno sorpreso - afferma Davide Cravero, titolare dell’azienda e vice-presidente dell’Anga Cuneo -. Sono stati molto attenti alle spiegazioni e hanno fatto domande puntuali e pertinenti ai nostri tecnici, dimostrando una preparazione lodevole”.
Allievi in visita nell'Albese STUDENTI DELL'ISTITUTO AGRARIO DI LOMBRIASCO OSPITI DELL'AZIENDA "SORDO GIOVANNI"
Studenti della Scuola agraria di Lombriasco a Castiglione Falletto
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unedì 8 ottobre la classe V Agraria della Scuola agraria salesiana ha fatto visita all’azienda agricola “Sordo Giovanni” di Castiglione Falletto. “E’ stato un pomeriggio interessante durante il quale abbiamo fatto vedere ai ragazzi come si conduce una realtà come la nostra - commenta Giorgio Sordo, titolare dell’azienda agricola -. La nostra è un’azienda vitivinicola, quindi i giovani studenti hanno potuto monitorare le nostre tecniche di vinificazione”. L’azienda di Castiglione Falletto, nel cuore della zona di produzione del Barolo, attualmente gestita da Giorgio Sordo, produce vino da oltre tre generazioni. Oggi l’azienda ha una superficie totale di 52 ettari, di cui 40 vitati ed è dotata di impianti moderni per la vinificazione e per lo stoccaggio. Inoltre una cantina di invecchiamento arredata con botti di Rovere di diversa capacità consente una perfetta maturazione ed evoluzione dei vini. L’istituto tecnico agrario di Lombriasco, Comune al confine tra le province di Torino e Cuneo, è dal 1937 una scuola di eccellenza nella formazione dei periti agrari. Dotato di vari laboratori didattici permette ai ragazzi di sperimentare quanto appreso a livello teorico grazie all’attività in laboratorio. Inoltre fa parte integrante dell’istituto un’azienda agricola di allevamento avicolo e bovino, con terreni a produzione cerealicola. L'elemento trainante della scuola è proprio il settore avicolo, sempre più specializzato nello svezzamento dei pulcini delle razze più adatte al mercato rurale con la vendita diretta di alcune razze. Nel percorso di studio sono previste visite in Italia e all’estero di frutteti, vigneti, cantine, oleifici, prosciuttifici, birrifici, aziende zootecniche, fiere agricole, laboratori della Cciaa e scuole di specializzazione. L’offerta formativa dell’istituto di Lombriasco è molto ampia: corsi per il conseguimento della patente europea di informatica (ECDL), certificazioni riguardanti la lingua inglese, partecipazione a concorsi con valenza formativa e didattica, incontri con esperti del settore agricolo, uscite didattiche, possibilità di convitto in sede e laboratori manuali. Le scuole salesiane di Lombriasco offrono formazione anche attraverso l’Istituto tecnico per geometri, il liceo scientifico e la scuola secondaria di primo grado.
p e n sio n a t i
Incontro regionale a Chieri Sabato 15 dicembre si terrà l’annuale incontro regionale dei pensionati di Confagricoltura. La sede scelta per l’incontro, organizzato quest’anno dal sindacato provinciale pensionati di Torino, è il ristorante “Cascina Speranza” di Riva presso Chieri. Il momento conviviale sarà preceduto dalla santa messa celebrata ai Becchi di Castelnuovo Don Bosco. Sono disponibili circa 50 posti per la delegazione cuneese, le prenotazioni vanno effettuate entro martedì 20 novembre chiamando Graziella Bechis, vicepresidente del sindacato provinciale pensionati di Confagricoltura, al numero di telefono 339/3460494.
Offerta per i soci sciatori tariffe convenzionate alla riserva bianca. è necessario accreditarsi entro il 1° dicembre
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i avvicina il rinnovo annuale delle tessere associative a Confagricoltura Cuneo e quest’anno tutti gli associati potranno usufruire di una speciale convenzione che Confagricoltura Cuneo ha stipulato con la Riserva Bianca di Limone Piemonte per la stagione ormai alle porte. Grazie all’iniziativa, infatti, si potrà sciare sulle piste della "Riserva Bianca" a prezzi davvero convenienti: 28 euro il giornaliero nelle giornate di sabato, domenica e nei festivi (la tariffa al pubblico è di 33 euro); 23 euro il giornaliero dal lunedì al venerdì (la tariffa al pubblico è di 33 euro). La convenzione non è valida nel periodo dal 24 dicembre 2012 al 6 gennaio 2013. Per poter usufruire delle speciali tariffe convenzione è necessario accreditarsi entro il 1° dicembre 2012 presso la segreteria di Confagricoltura. La tessera personale “Club Card Riserva Bianca” potrà essere ritirata su deposito cauzionale di 5 euro che verrà restituito a fine stagione.
a u g u ri
Edoardo Lusso ha spento 100 candeline Il rtagionier Edoardo Lusso nei giorni scorsi ha compiuto 100 anni. Il Fiduciario della Zona di Alba dell’Unione Provinciale Agricoltori fino al 1981, ha ricevuto la visita del direttore della zona di Alba Mario Viazzi, che a nome di Confagricoltura ha portato a Lusso il saluto e gli auguri della Presidenza, della Direzione, dei Dipendenti e dei Soci dell’organizzazione.
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Le nostre aziende
Dalla semina (Foto di Emiliano Sciandra) alla raccolta. Il ciclo di vita dell'aglio è seguito scrupolosamente passo dopo passo
L'Aj 'd Caraj per tornare alle origini Adriano pellegrino, della Fattoria delle Rose a Caraglio, coltiva il celebre bulbo profumato che l'ha convinto a investire in agricoltura di Paolo Ragazzo
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e serate d’autunno in provincia di Cuneo iniziano a profumare di bagna cauda, il piatto “cult” della cucina piemontese, sdoganato ormai in tutta Italia. Ma quando intingiamo le nostre verdure nel tradizionale “fojòt” è d’obbligo ricordarsi che il sapore inconfondibile di questa pietanza è dovuto anzitutto alla qualità del suo prodotto principe: l’aglio. Proprio in provincia di Cuneo nasce la varietà più famosa di tutto il Piemonte, quella di Caraglio. In dialetto locale l’Aj ‘d Caraj, per dirlo in rima, facile da memorizzare. Per il paese all’imbocco della Valle Grana questo prodotto rappresenta sempre più non solo il simbolo di una tradizione da difendere, ma soprattutto una fonte di economia a vantaggio delle tante aziende che lo coltivano e lo vendono al di fuori dei confini provinciali e regionali. Come nel caso dell’azienda agricola Fattoria delle Rose, condotta da Adriano Pellegrino in via Rittanolo, che ogni giorno lavora nella convinzione di far
crescere e maturare sempre di più quella che per lui è una vera e propria passione. “Io sono nato agricoltore - ci dice - poi per varie vicissitudini mi sono allontanato dal settore, lavorando come artigiano, ma ora sono tornato all’agricoltura perché spinto anzitutto dall’amore per la terra e dalla voglia di tornare alle origini”. Ma perché proprio l’aglio e non qualche
altro prodotto? “Per noi caragliesi l’aglio, specie negli ultimi anni sta rappresentando una piacevole sorpresa, tanto che in poco tempo la sua fama si è estesa in tutta la regione ma non solo”. Merito anche del lavoro svolto dal “Consorzio per la valorizzazione, promozione e tutela dell'Aj ‘d Caraj” che partendo con appena sette soci nel luglio 2008 ora conta numerosi iscritti e produttori. Esiste anche un apposito disciplinare che regolamenta in modo rigoroso tutta la produzione del profumato bulbo, dalle modalità di selezione dei semi, alla gestione della coltura, che “deve avere obbligatoriamente una rotazione quadriennale”. Non è ammesso l’impiego di fertilizzanti chimici, ma solo letame organico maturo. La semina avviene in ottobre in terreni preferibilmente compatti che favoriscono un buon drenaggio dell’acqua lasciando il prodotto al riparo dall’umidità. E a Caraglio, da questo pun-
Adriano Pellegrino, della Fattoria delle Rose, con Adriano Rosso, di Confagricoltura Cuneo
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to di vista, le caratteristiche sono ottimali per ottenere un aglio dolce e delicato nel sapore, oltre che altamente digeribile. Le operazioni di raccolta avvengono invece a fine giugno, dopo di che il prodotto viene essiccato, selezionato in base al calibro e confezionato nelle tipiche trecce o lavorato senza foglie e radici. Sul bilancio finale della campagna anche per l’aglio pesa ovviamente l’andamento climatico: più ha goduto di giornate secche e soleggiate, più alte sono le probabilità di avere un prodotto sano e di qualità. “Il clima arido di questa estate - spiega infatti Pellegrino - ha favorito la buona riuscita della raccolta, garantendo anche dei buoni riscontri sul mercato”. Per il prossimo futuro la Fattoria delle Rose sta sperimentando nuove strade: una su tutte quella dei cereali. “Già coltivo il barbarià, una miscela di grano e segale da cui si ottiene ottima farina per dolci, pane e pasta fatta in casa, che vendo a negozi e privati, ma ho già in programma di coltivare farro e mais”. La motivazione: “L’agricoltura rappresenta il futuro dell’economia, meglio farsi trovare preparati e proporre prodotti di qualità”.
A p p u n t am e n t o
Confagricoltura alla Festa dell'Aglio Anche quest’anno la Confagricoltura di Cuneo con i suoi produttori sarà protagonista alla Festa dell’Aglio di Caraglio che si svolgerà per le vie del centro cittadino sabato 17 e domenica 18 novembre, organizzata da Insieme per Caraglio e dal Consorzio per la valorizzazione, promozione e tutela dell'Aj ‘d Caraj.“Da anni crediamo in questo appuntamento - ha dichiarato il direttore della Confagricoltura, zona di Cuneo, Adriano Rosso - che mette in vetrina i prodotti tipici dell’enogastronomia delle nostre vallate, portando così in primo piano un territorio ricco di tradizioni agricole”. Alle 17 del sabato la rassegna entra nel vivo con un incontro tecnico dedicato ai numerosi utilizzi e impieghi dell’aglio in cucina e non solo, oltre ad approfondimenti sulle tecniche di trasformazione. Il momento si concluderà con una degustazione di prodotti a base di aglio. In serata, alle 20, presso la Sala Colonne del Filatoio cena a base di bagna cauda. Il giorno successivo avrà luogo la fiera con stand e bancarelle di prodotti tipici della zona che animeranno via Roma e piazza Don Ramazzina, punto di ritrovo quest’ultimo per le aziende produttrici di aglio aderenti al Consorzio. Nel pomeriggio, alle 17, si svolgerà la cerimonia di investitura dei nuovi soci della Confraternita dell’Aglio. Per informazioni: Insieme per Caraglio (0171/619816).
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Il tecnico in frutteto
Annata in "altalena" per l'ortofrutta della Granda
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on il mese di ottobre si sono concluse le raccolte di tutte le colture. L’annata agraria che si sta concludendo è stata caratterizzata da un andamento climatico con due importanti momenti: 1 - mese di gennaio/febbraio: temperature minime estremamente basse, con minime al di sotto dei -20°C che hanno causato la perdita di molti raccolti. Tra le colture più compromesse ricordiamo l’actinidia; infatti il raccolto di kiwi piemontese risulta per molti areali particolarmente scarso o addirittura completamente assente. 2 - Estate con andamento caldo soprattutto nella seconda parte della stagione. Il mese di agosto è stato caratterizzato da picchi di temperatura molto alti e assenza di precipitazioni che hanno causato notevoli problemi nella gestione dell’ irrigazione. Questo andamento si è attenuato ad inizio settembre a seguito di una pioggia di entità intorno ai 60-70mm, che, purtroppo, ha causato il fenomeno del cracking (spaccatura) sulla frutta in maturazione, in particolare, mele gala e susine Santa Clara. Inoltre il caldo, a tratti estremo, ha causato notevoli problemi nella difesa dagli insetti fitofagi che hanno causato, in certi casi, danni più o meno gravi alle colture. Di seguito il punto per i diversi comparti produttivi.
climaticamente il 2012 è stato contraddistinto da inverno Rigido ed estate calda e secca. Diversi i problemi fitosanitari dei comparti
Orticole
Si è ormai giunti a termine della stagione: conclusa la trebbiatura del fagiolo, fine raccolta delle varietà rifiorenti di fragola, semina degli spinaci, raccolta del cavolfiore. Annata abbastanza buona in generale (salvo casi particolari), si segnalano alcune problematiche che si sono verificate negli ultimi periodi o nel corso dell’anno: • batteriosi, peronospora e marciumi su pomodoro, a causa degli elevati livelli d’umidità, delle piogge e cambio termico registrato agli inizi di settembre e dei danni provocati alle coperture delle serre dalle frequenti grandinate di quest’estate;
Castagno
Parziale miglioramento vegetativo e incremento produttivo del castagno nostrano: minore presenza di galle indotte dal cinipide, raggiunta del 40-50% di una produzione normale degli anni ante-cinipide. Pare si
• oidio su zucchino; • forte attacco negli ultimi 20 giorni di afidi su peperone e ricomparsa nel corso della stagione della virosi segnalata lo scorso anno: ampliamento dell’areale interessato (da Carmagnola alle località del Torinese site in prossimità della fascia pedemontana); • piralide su fagiolo • problemi di marciumi radicali sulle fragole e tanta Drosophyla suzukii in seguito all’abbassamento delle temperature nell’ultimo mese, anche su lampone rifiorente; • forte attacco di elateridi su patata il mese scorso.
stia raggiungendo l’equilibrio fitofago-parassitoide (Torymus sinensis) impiegato nella lotta biologica. D’altra parte, aggravio del “mal dell’inchiostro”, presenza di marciume dei frutti e attacchi di cancro corticale.
Frutticole
Le specie frutticole presenti nella provincia di Cuneo sono state caratterizzate in genere da rese produttive inferiori rispetto allo scorso anno, ma sicuramente di qualità organolettica e gustativa decisamente superiori rispetto al passato. Ecco le principali problematiche fitosanitarie riscontrate durante l’anno per le Pomacee e le Drupacee:
Pomacee (Melo- Pero)
Tipico attacco di Carpocapsa (Fonte: Creso)
Annata positiva per quanto riguarda la difesa dalle malattie fungine. Decisamente più critica la difesa dagli insetti dannosi. Le maggiori problematiche si sono riscontrate con attacchi importanti di Psilla del pero e, in generale, con i carpofagi. Nello specifico il carpofago più problematico risulta essere la Carpocapsa del melo che ha avuto un‘esplosione di popolazione nella seconda parte dell’estate causando, in alcuni casi, notevoli danni. Meno problematica
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è stata la gestione della difesa da Cidia molesta e Piralide del mais. Nell’ultima fase della stagione da segnalare la comparsa di alcuni funghi particolari che hanno creato qualche problema in alcuni frutteti e nelle successive fasi di conservazione come ad esempio la Ramularia eucalypti e l’Alternaria spp. Dove si presentassero situazioni del genere è bene procedere all'applicazione di urea fogliare e poi di Sali di rame al fine di creare una prima disinfezione dell’appezzamento.
Drupacee
Da segnalare in primo luogo su susino la notevole presenza di giallumi causati da fitoplasmi. Per questa patologia non esistono interventi chimici atti a controllarne lo sviluppo, infatti la modesta presenza dell’unico vettore noto, Cacopsylla pruni, riduce la possibilità del contenimento attraverso il controllo del vettore. L’unica possibile misura è l’identificazione dei soggetti colpiti con il conseguente loro immediato estirpo. A tale proposito si ricorda che è importante il totale estirpo in quanto, data la sistemicità del patogeno, anche i ricacci di piante colpite, per quanto basso sia il punto di taglio, risultano irrimediabilmente infetti. In questo periodo è importante eseguire attente osservazioni in campo in modo, che, nel caso si constati di sintomi si proceda all’estirpo della pianta infetta (Creso 2012). Altra problematica la notevole moria di piante di albicocco a causa dello Pseudomonas syringea. Fondamentale nel periodo autunnale l’applicazione di Sali di rame a cadenza all’ incirca mensile. Da segnalare inoltre la sempre maggior presenza di Monilia fructicola su pesco che in alcuni casi ha generato notevoli danni in fase di raccolta. La Monilinia fructicola presenta sintomi simili a quelli della Monilinia fructigena e della Monilinia laxa; come queste, può colpire fiori, germogli, drupe e pomi delle piante da frutta a nocciolo e a granelli. I tre tipi di Monilinia non possono essere distinti a occhio nudo; possono invece essere identificati inequivocabilmente grazie all’amplificazione mediante PCR (Frey et al. 2002). La lotta chimica contro i tre tipi di Monilinia avviene con i medesimi preparati e secondo il medesimo piano di nebulizzazione (Rüegg et al. 1996). La Monilinia fructicola è più aggressiva rispetto ai due tipi indigeni: si sviluppa a temperature inferiori e può pertanto infettare ancor prima germogli e fiori. Nelle regioni da cui proviene, il sistema di riproduzione della Monilinia fructicola non è solo vegetativo, ma anche sessuato. Ciò significa che questa muffa riesce ad adattarsi più velocemente all’ambiente e diventare resistente ai fungicidi (Lichou et al. 2002). A cura del Servizio Tecnico Provinciale ConfagricolturaCuneo In collaborazione con
Esempi di frutti danneggiati dalla Monilia fructicola (Fonte: Creso)
Vite
L’annata è stata caratterizzata da due momenti particolari. Le prime vendemmie effettuate prima dell’evento piovoso di inizio agosto hanno risentito di scarse rese produttive in quanto si arrivava da un periodo di forte siccità. Invece la parte importante della vendemmia che è iniziata dopo le piogge ha evidenziato un ottimo miglioramento sia quantitativo sia qualitativo. Ottima annata per le uve rosse, che, ad eccezione di alcuni areali colpiti dalla grandine, sono di eccellente sanità fitosanitaria. Di seguito alcune problematiche fitosanitarie riscontrate durante la stagione: - Oidio: grande difficoltà di contenimento
Nocciolo
L’annata è stata caratterizzata da un generalizzato calo di produzione. Le problematiche maggiori si sono avute nei fondovalle in quanto hanno risentito del freddo invernale. Nelle zone più alte la situazione produttiva è stata decisamente migliore con rese produttive in certe appezzamenti anche migliore
nei mesi giugno-luglio, specialmente su moscato che risulta essere la varietà più sensibile. - Peronospora: si sono avuti nel Roero attacchi da infezioni primarie primaverile. - Flavescenza: tendenza alla recrudescenza della malattia. I tecnici di Confagricoltura Cuneo sono impegnati in prima linea per il monitoraggio del vettore (progetti di Cossano e dei paesi limitrofi e di Dogliani) con monitoraggio su 19 vigneti e successivamente nella pubblicazione degli avvisi tecnici di allertamento per i dovuti interventi fitosanitari. Una delle zone particolarmente colpite al momento risulta essere l’areale adiacente al Canellese.
dell’anno scorso questo soprattutto grazie alla corretta gestione agronomica in particolare della potatura. Le maggiori problematiche fitosanitarie sono state la presenza di cimiciato, alcuni problemi con attacchi di cocciniglia ad inizio stagione e la scarsa efficacia della spollonatura chimica.
Per info: Maurizio Ribotta, tel . 342-1422203, e-mail: salu.frutta@confagricolturacuneo.it L’Agricoltore cuneese N. 10 • NOVEMBRE 2012
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