#18 riscaldamentoenergia ISSN:2038-2723
condizionamento ambienterefrigerazi en riscaldamentoambie am condizionamento
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enerambiente gia riscaldamen
La rivista PER i professionisti DEGLI IMPIANTI HVAC&R
ANNO 4 - FEBBRAIO 2013
FOCUS revisione UNI 10339 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE IMPIANTISTICA DEGLI ALBERGHI COME REDIGERE UN OPR MANUTENZIONE IGIENICA DEGLI IMPIANTI AERAULICI MONITORAGGIO DI IMPIANTI HVAC F-GAS, IL PARERE DI AICARR CASE STUDY CONIUGARE OSPITALITà CON SOSTENIBILITà TELERISCALDAMENTO PER IL CENTRO BENESSERE OPEN DATA PER TRE STRUTTURE INTEGRATE
RIQUALIFICAZIONE IMPIANTISTICA
NELLE STRUTTURE RICETTIVE
POSTE ITALIANE SPA – Posta target magazine - LO/CONV/020/2010.
EURO15
Organo Ufficiale AiCARR
refrigerazion
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L’AiCARR e la strategia energetica nazionale
La crisi strutturale che stiamo vivendo è la crisi della nostra società ed allora non è solo ecologica ed economica, ma anche (soprattutto) culturale. D’altra parte un Paese la cui quota di bilancio sugli investimenti è parecchio inferiore al 10%, un Paese che non ha una politica culturale (ma nemmeno industriale), un Paese che spende tutte le sue risorse per mandare avanti l’apparato burocratico è un Paese, come dice Joseph Tainter, non solo in declino, ma destinato al collasso. Il Cresme ha recentemente lanciato un allarme drammatico per il settore delle costruzioni (“il knock out del 2012”) e tutti i ranking economici e occupazionali dimostrano una realtà molto grave nella pur grave situazione internazionale. Non è un caso che un Paese in queste condizioni non abbia neppure una strategia energetica coerente con sviluppo e crescita. Proprio in un momento così critico una Associazione culturale deve assumere un ruolo rilevante. Occorre infatti non solo proporre, ma spiegare, convincere, dimostrare che il nostro settore è una vera risorsa per la nazione. Un settore in grado di attivare una transizione energetica di rottura con le logiche del passato e del presente e di confrontarsi con chi il sistema energetico oggi lo sta gestendo ed ha alzato le barricate. Serpeggia pericolosa infatti una corrente di pensiero che attraversa le forze politiche, che si manifesta in modo organico nei mezzi di comunicazione con l’obiettivo di influenzare l’opinione pubblica, basata sulla mistificazione e la manipolazione dei dati. E che va contrastata. In un recente editoriale sul Corriere della Sera, Alesina e Giavazzi hanno lanciato la loro invettiva contro il peso eccessivo sulle bollette degli incentivi destinati al sostegno delle energie rinnovabili, con argomentazioni così superficiali ed inesatte da alimentare sospetti di una difesa corporativa della casta. Non è vero infatti che l’Italia spenda 11 miliardi di euro all’anno per sostenere il fotovoltaico (si prevede un tetto massimo di spesa di 6,7 miliardi, dopo di che stop). Anche aggiungendo gli incentivi previsti per tutte le altre fonti rinnovabili si resta comunque sotto i 10 miliardi: cifra analoga a quella che si registra in Germania, e che andrebbe paragonata a quella destinata alle fonti fossili (il dato è tuttora ignoto: ma sono da conteggiare
i 0,5 miliardi di euro per il trasporto, i 1,5 miliardi per il CIP6, ecc). Probabilmente occorrerà rendere il sistema del sostegno più efficiente, magari inserendolo in un quadro strategico di medio periodo, ma già oggi su 320 TWh elettrici consumati in Italia nel 2012, quasi 100 provengono dal fotovoltaico (19), dall’eolico (13) dall’idroelettrico (43), dal geotermico(5), dalle biomasse (10), che rendono più vicini i traguardi europei. Obiettivi che, da soli, sarebbero sufficienti a giustificare un impegno convinto e continuativo da parte degli operatori economici e dei poteri pubblici. Nel 2011 l’Italia ha risparmiato 2.5 miliardi di euro sulle importazioni di gas e 18 milioni di tonnellate di CO2; grazie al peak shaving la bolletta energetica nazionale si è ridotta di 400 milioni di euro. Non considerando che il settore ha, in controtendenza, sviluppato forza occupazionale e capacità imprenditoriali. Cosi come in gran parte infondata è la storia della fuga verso imprese estere dei nostri incentivi. Anche qui si potrebbe fare meglio, ma l’alternativa alle rinnovabili sono il petrolio e il gas che importiamo quasi per intero dall’estero! E risultano confuse ed opache le affermazioni del recente studio di Nomisma Energia sui riflessi economici e ambientali del crescente impiego nel riscaldamento di biomasse termiche, affermazioni basate su dati inventati (cfr ad esempio il fattore medio delle emissioni di PM10 riportato dall’Agenzia tedesca per l’Ambiente). Questi segnali non vanno sottovalutati perché rilevanti nei confronti delle forze sociali, a cominciare da Confindustria, e anche perché nulla sembra cambiare sui benefici per il cittadino e sul dato incontestabile che il costo dell’energia elettrica in Italia per le piccole e medie imprese è più alto che nel resto d’Europa. Come agire quindi con una visione coerente e obiettiva in quei settori tuttora trascurati dell’efficienza energetica, delle rinnovabili termiche, dell’adeguamento della rete elettrica, della liberalizzazione del mercato del gas? L’Italia deve restare spettatrice della rivoluzione energetica in atto nel mondo o diventarne, come potrebbe, protagonista e farne un’arma contro il declino? La scelta non è più rinviabile e dipenderà molto anche da una decisa azione di Associazioni come la nostra. Livio De Santoli, Presidente Eletto AiCARR
IL MONDO DELL’ENERGIA È CAMBIATO. VIENI A SCOPRIRE COME.
Editoriale 1
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Novità prodotti 4 MONITORAGGIO Monitoraggio in continuo di impianti HVAC: il progetto iSERV cmb
Con lo scopo di dimostrare che un approccio al calcolo di benchmark su larga scala può contribuire alla riduzione dei consumi negli edifici del terziario, il progetto europeo iSERV cmb svilupperà una piattaforma di verifica basata sui dati di circa 1600 edifici di Jacopo Toniolo e Marco Masoero
carica in situ Proposta di revisione del Regolamento (CE) n. 842/2006 su taluni gas fluorurati ad effetto serra. Il Parere di AiCARR
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Periodico Organo ufficiale AiCARR Direttore responsabile ed editoriale Marco Zani Direttore scientifico Michele Vio Consulente scientifico Renato Lazzarin Consulente tecnico per il fascicolo Luca Piterà
La carica in situ di refrigerante farebbe aumentare i consumi e conseguentemente le immissioni in atmosfera. Proprio quanto il nuovo regolamento si propone di evitare di Michele Vio
Comitato scientifico Paolo Cervio, Sergio Croce, Francesca Romana d’Ambrosio Alfano, Renato Lazzarin, Luca Alberto Piterà, Mara Portoso, Michele Vio, Marco Zani
STRATEGIE DI ACCUMULO Teleriscaldamento per il centro benessere
Redazione Alessandro Giraudi, Silvia Martellosio, Marzia Nicolini, Erika Seghetti redazione@aicarrjournal.org
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Posizionamento di due scambiatori in serie e utilizzo di accumuli compatibili con un livello stabile di stratificazione. Fattibilità e convenienza dell’intervento dimostrata da un modello dinamico di Federico Pedranzini
RIQUALIFICARE CON IL VRF Hotel Milano Scala. Un perfetto binomio tra ospitalità e sostenibilità
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A pochi passi dalla Scala di Milano sorge un albergo totalmente eco-compatibile, frutto della ristrutturazione di una palazzina ottocentesca di Claudia Calabrese
PREMIARE L’EFFICIENZA L’Hotel più verde di Roma
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Istituito quest’anno da Federalberghi Roma, il premio “Green Hotel of the Year” prevede 18 criteri da rispettarsi in sette aree: risparmio idrico, efficienza energetica, gestione dei rifiuti, comunicazione, mobilità, acquisti verdi e pacchetti “green” a cura della Redazione
Art Director Marco Nigris Grafica e Impaginazione Fuori Orario - MN Hanno collaborato a questo numero Roberto Bellucci Sessa, Claudia Calabrese, Francesca R. d’Ambrosio Alfano, Gianluca Dho, Matthew R. Freije, Franco Innocenzi, Francesco Maiorino, Marco Masoero, Remo Massacesi Federico Pedranzini, Luca Alberto Piterà, Roberto Bellucci Sessa, Jacopo Toniolo, Michele Vio Pubblicità Quine Srl 20122 Milano – Via Santa Tecla, 4 – Italy Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 72016740 Traffico, Abbonamenti, Diffusione Rosaria Maiocchi Editore: Quine srl www.quine.it
LINEE GUIDA Criteri gestionali guida nella progettazione impiantistica nel settore alberghiero
Presidente Andrea Notarbartolo
Qualità dell’ambiente interna e ottimizzazione dei costi. Sono questi i parametri da tener d’occhio durante la progettazione di una struttura alberghiera di Roberto Bellucci Sessa
Direzione, Redazione e Amministrazione 20122 Milano – Via Santa Tecla, 4 – Italy Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 72016740 e-mail: redazione@aicarrjournal.org
ACCORDI CON LA COMMITTENZA Come redigere un OPR (Owner’s Project Requirements)
Servizio abbonamenti Quine srl, 20122 Milano – Via Santa Tecla, 4 – Italy Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 70057190 e-mail: abbonamenti@quine.it
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AiCARR Informa 62
L’OPR è un documento che permette alla committenza di indicare le proprie richieste e al progettista di verificare il grado di successo nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Per capire come va redatto prendiamo in esame il caso reale di un albergo in ristrutturazione di Remo Massacesi e Francesco Maiorino
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VENTILAZIONE Manutenzione igienica degli impianti aeraulici nelle strutture ricettive
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INCHIESTA PUBBLICA Il nuovo standard sulla legionella
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BUILDING INFORMATION MANAGEMENT Open data per un albergo in divenire
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NORMATIVA Impianti aeraulici per la climatizzazione, UNI 10339 presto in inchiesta pubblica
Per una corretta gestione dell’areazione negli alberghi, oltre al rispetto della vigente normativa, sono necessari una costante manutenzione igienica e un approccio progettuale più moderno di Franco Innocenzi
Proposto da ASHRAE lo standard 188P: analisi dei rischi e dei punti critici di controllo della legionella negli impianti idrici di Matthew R. Freije
Lettura grafica immediata e userfriendly per il controllo dei consumi energetici, degli accessi, e dei dispositivi di sicurezza per le tre strutture ricettive dell’Hotel Excelsior di Limone Piemonte di Gianluca Dho
Fra le novità inserite nella proposta di revisione assume un ruolo importante l’attenzione all’ambiente, che si traduce nel rispetto di determinati standard di qualità dell’aria e di comfort igrometrico di Francesca R. d’Ambrosio Alfano e Luca A. Piterà
Amministratore Delegato Marco Zani
Gli abbonamenti decorrono dal primo fascicolo raggiungibile.
Stampa CPZ spa - Costa di Mezzate -BG AiCARR journal è una testata di proprietà di AICARR – Associazione Italiana Condizionamento dell’Aria, Riscaldamento e Refrigerazione Via Melchiorre Gioia 168 – 20125 Milano Tel. +39 02 67479270 – Fax. +39 02 67479262 www.aicarr.org Posta target magazine - LO/CONV/020/2010. Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione n. 12191 Responsabilità Tutto il materiale pubblicato dalla rivista (articoli e loro traduzioni, nonché immagini e illustrazioni) non può essere riprodotto da terzi senza espressa autorizzazione dell’Editore. Manoscritti, testi, foto e altri materiali inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. Tutti i marchi sono registrati. INFORMATIVA AI SENSI DEL D.LEGS.196/2003 Si rende noto che i dati in nostro possesso liberamente ottenuti per poter effettuare i servizi relativi a spedizioni, abbonamenti e similari, sono utilizzati secondo quanto previsto dal D.Legs.196/2003. Titolare del trattamento è Quine srl, via Santa Tecla 4, 20122 Milano (info@quine.it). Si comunica inoltre che i dati personali sono contenuti presso la nostra sede in apposita banca dati di cui è responsabile Quine srl e cui è possibile rivolgersi per l’eventuale esercizio dei diritti previsti dal D.Legs 196/2003.
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Aderente
Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento C.S.S.T. Certificazione Stampa Specializzata Tecnica Per il periodo 01/01/2011 - 31/12/2012 Tiratura media n. 9.535 copie Diffusione media 9.451 copie Certificato CSST n. 2011-2252 del 27/02/2012 – Società di Revisione Metodo s.r.l.
Tiratura del presente numero: 10.000 copie
Novità Prodotti MAXIMO, IL SOFTWARE PER MONITORARE I CONSUMI IN CITTà Monitorare in tempo reale tutti i consumi di un comune: elettricità, gas, acqua, ma anche leasing e locazioni. È quanto promette Maximo, il nuovo software della IBM che – attraverso l’installazione di centraline nei differenti punti del tessuto urbano. ad esempio sui pali della luce – rileva tutti i dati, dando un quadro chiaro dei consumi, dei costi e degli eventuali problemi a cui ovviare.
Proiezione dei costi futuri «Questo nuovo software permette di poter avere un’amministrazione pubblica più efficiente e con costi che non vadano mai fuori controllo, attraverso il monitoraggio degli asset e proiezioni di costi futuri», spiega Francesco Pappalardo, direttore commerciale di IBM per soluzioni e progetti software.
Dati inviati agli operatori per eventuali interventi Recepiti in maniera istantanea, i dati vengono inviati a una centrale di controllo di sistema, dove sono visualizzati su un dashboard di gestione. In questo modo, e senza perdere tempo, in caso di guasti e segnalazioni vengono avvisati i diversi operatori, che possono intervenire direttamente nel punto comunicato, rendendo più rapida e efficiente la gestione dei problemi. www.ibm.com
REGOLATORI DI LUCE CON SCENARI PROGRAMMATI Per la gestione e il controllo della luce, Vimar presenta l’offerta Light Control, costituita da regolatori e lampade universali che consente di conciliare le esigenze di comfort con la riduzione dei consumi. Le funzioni RGB (brevettate), disponibili attraverso dispositivi dedicati, permettono inoltre di realizzare variazioni cromatiche e giochi di luce eleganti, adatti sia al residenziale che al terziario. • I regolatori universali controllano l’intensità luminosa e permettono di ridurre il consumo elettrico, prolungando la “vita” della sorgente. Sono compatibili con tutte le sorgenti luminose: lampadine incandescenti, a LED e fluorescenti compatte regolabili, alogene e strisce LED. Una tecnologia di regolazione adatta perciò ad inserirsi in qualunque tipo di impianto illuminotecnico. • La tecnologia LED, abbinata alla retrodiffusione sul pannello, permette un’illuminazione omogenea e con basso dispendio energetico. Inoltre, la lampada integra la funzione di illuminazione di emergenza: in assenza rete, si accende con una intensa luce bianca. • Sfiorando lo schermo touch screen, si avrà la possibilità di creare e controllare la gamma di scenari di luce programmati, per rendere unico ogni ambiente e prestare attenzione al risparmio energetico, agendo sull’accensione e disattivazione delle luci e sulla regolazione dell’intensità. www.vimar.it
TERMOSTATO WIRELESS CON DOPPIA SONDA Nel 2013 Seitron presenta il termostato wireless con schermo LCD New Wave. Caratterizzato da uno schermo LCD con retroilluminazione blu, il dispositivo consente di scegliere tra diverse opzioni di funzionamento: comfort. riduzione, off, antigelo e supercomfort. Il trasmettitore, inoltre, è configurabile tramite impostazione di parametri: offset, isteresi e setpoint minimo e massimo. Il termostato è stato inoltre studiato per garantire un impiego in tutti i tipi di impianto: da quelli classici – è dotato di una sonda interna per temperatura ambiente –, a quelli di ultima generazione – il trasmettitore è predisposto, infatti, con una sonda remota per temperatura a pavimento. Un prodotto versatile, quindi, adatto a ogni tipo di esigenza.
Cambio batterie Alimentato a batteria, il termostato LCD facilita anche la manutenzione. Grazie al vano posto nella sezione frontale, infatti, non è necessario rimuovere l’apparecchio per sostituire le batterie. www.seitron.it
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il freddo a noleggio 24 Ore Service
NUOVO ROOFTOP RAFFREDDATO AD ACQUA Due anni dopo la presentazione della terza generazione di rooftop raffreddati ad aria Baltic, Lennox lancia la versione Baltic WSHP raffreddata ad acqua, che soddisfa le esigenze dei siti dotati di circuito d’acqua.
Recupero di calore Il montaggio di circuiti d’acqua a temperatura controllata negli edifici rende possibile il recupero del calore generato da alcune apparecchiature di riscaldamento, condizionamento e raffreddamento mediante il trasferimento di energia e lo rende disponibile ad altre apparecchiature che devono ricevere calore dal circuito. La soluzione ideale consiste nel configurare il circuito d’acqua a temperatura controllata in modo da raggiungere l’equilibrio perfetto tra l’alimentazione di calore alla rete e la richiesta di calore dalla rete. L’unità BALTIC WSHP, disponibile su modelli di pompa di calore con capacità di raffreddamento da 45 a 90 kW, è stata progettata per soddisfare tali aspettative.
Sistema e-drive
Specialisti del freddo a noleggio per climatizzazione e raffreddamento di processo. Consulenze pre-installazione e forniture chiavi in mano. SETTORI DI APPLICAZIONE
PARCO MACCHINE
• alimentare • farmaceutico • petrolchimico • GDO • hotel/residence • ospedali
• gruppi frigoriferi (chiller) • pompe di calore • unità di trattamento aria • condizionatori roof top • condizionatori ad armadio • stazioni di pompaggio
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La versione è equipaggiata con il sistema eDrive, un ventilatore di mandata aria a trasmissione diretta e velocità variabile, che consente di ridurre notevolmente il consumo di energia correlato alla ventilazione e di variare il flusso di aria nei periodi in cui l’edificio è occupato e in base al carico energetico dello stesso, permettendo di ridurre, come riferisce l’azienda, quasi del 30% il consumo totale di energia per il riscaldamento, la ventilazione e il condizionamento. www.lennox.com
BRENTA RENT srl Arzergrande (PD) - ITALY - Via Dell'Industria, 17 +39 049 5800034 fax +39 049 9724623 +39 347 0555631 +39 347 0554982 www.brentarent.it brenta@brentarent.it
Novità Prodotti UN CONTATORE DI ENERGIA TERMICA FLESSIBILE E COMPATTO Contabilizzare con maggior precisione e affidabilità il consumo energetico di impianti di riscaldamento e raffreddamento, oltre a consentire la raccolta di dati sulle tendenze di consumo: CF-UltraMaxx V di Itron è il nuovo contatore di energia termica compatto, disponibile nelle versioni a capsula e in linea. La versione a capsula è modulare e può essere sostituita senza dover rimuovere il telaio del contatore dalle tubature.
Opzioni di comunicazione flessibili Il contatore fornisce informazioni particolareggiate sul funzionamento di impianti di riscaldamento e raffreddamento nel corso degli anni, compresi portata, volume, consumo e tariffe. Esso è stato progettato con opzioni di comunicazione flessibili ed è personalizzabile in base alle specifiche dei clienti e alle caratteristiche geografiche della zona dove il contatore viene installato. Il prodotto offre inoltre un calcolatore removibile che può essere fissato sul contatore in qualsiasi posizione offrendo in tal modo un livello elevato di leggibilità e un sistema di sigillatura per sensori brevettato che rende più sicura l’installazione dei sensori per gli ingegneri, bloccando automaticamente il sigillo cosicché il contatore è protetto da manomissioni a scopo di frode. www.itron.com
GRIGLIA FONOASSORBENTE PHONOAIR FLEX Per garantire una corretta ventilazione in linea con i limiti imposti dalla normativa sui gas 7129 (100 cm²) e, allo stesso tempo, limitare l’entrata negli ambienti di fastidiosi rumori dall’esterno, Nicoll presenta al mercato la nuova griglia di ventilazione fonoassorbente Phonoair flex. La griglia, che può essere installata in fori di ventilazione già esistenti di diametro compreso fra 080-140 mm, è certificata per un abbattimento acustico pari a 32 dB ed è dotata di rete anti-insetti ed anti-polvere in metallo e guarnizione isolante per prevenire eventuali sversamenti d’acqua all’interno. Il prodotto ha una forma brevettata e progettata per ottimizzare la resa acustica alle alte come alle basse frequenze sia nell’uso singolo che combinato di più griglie, nonché limitare l’entrata diretta dell’aria.
Resistente ai raggi Uv Il prodotto è realizzato in ABS resistente ai raggi UV e agli urti ed è disponibile nelle colorazioni bianca o ramata. L’installazione è facile in quanto il prodotto viene semplicemente sovrapposto al foro di ventilazione, adattato all’ambiente mediante bolla di livello e successivamente fissato al muro mediante tasselli e viti. www.nicoll.it
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LE SOLUZIONI REHAU DEDICATE AL DRENAGGIO Saranno presentate alla 9° edizione di Viatec a Bolzano (21-23 febbraio 2013) le più recenti soluzioni sviluppate da Rehau per la gestione sostenibile delle risorse idriche e per il drenaggio delle reti di comunicazione. Il focus per il 2013 è il sistema Raudril Rail, concepito per il drenaggio lungo i binari ferroviari e le gallerie e, in generale, per la predisposizione di terreni per l’edilizia. Raudril Rail PP e Raudril Rail PVC sono tubi a parete piena di forma circolare ad alto carico che, sopportando carichi sia statici che dinamici elevati, garantiscono alle rotaie una stabilità prolungata e prevengono i danni provocati da eventuale acqua proveniente dalle falde.
Raudril Rail PP Raudril Rail PP (foto) è un tubo di drenaggio a parete piena conforme alla norma DIN4262-1, tipo R3, che può essere posato direttamente nell’area di carico dei binari. A seconda dei requisiti statici, sono disponibili soluzioni SN8 o SN16.
Raudril Rail PVC Mentre Raudril Rail PVC è particolarmente adatti per l’uso nelle aree soggette a carichi dinamici (strade e aeroporti) e nelle costruzioni sotterranee (ad es. garage interrati). www.rehau.com
NOVITà PER IL RESIDENZIALE MONOFAMILIARE E IL SOCIAL HOUSING A Klimahouse 2013 (24-27 gennaio) Clivet ha presentato i nuovi prodotti di ELFOSystem GAIA, sistema in pompa di calore ad energia rinnovabile per il riscaldamento, raffreddamento, rinnovo e purificazione dell’aria e dell’acqua calda sanitaria delle moderne abitazioni singole. È stata anche esposta in anteprima ELFOSystem Housing, soluzione per appartamenti a basso consumo, quali ad esempio le nuove costruzioni dedicate al Social Housing.
Elfosystem Housing Dedicato al residenziale plurifamiliare con impianto decentralizzato, ELFOSystem Housing si basa su un’unica unità aeraulica in pompa di calore, ELFOPack, che da sola copre le esigenze di riscaldamento, raffreddamento, produzione di acqua calda sanitaria, ventilazione meccanica con recupero termodinamico e filtrazione elettronica, rivoluzionando il mercato delle soluzioni per il comfort degli impianti autonomi.
Elfopack Integrando tutte le funzionalità richieste ad un impianto in un’unità autonoma che utilizza i condotti della ventilazione meccanica controllata per il mantenimento del comfort degli ambienti, ELFOPack permette di ridurre i costi di investimento, quelli di gestione e semplifica l’installazione abbattendo i tempi di messa in opera in quanto non devono essere realizzate la centrale termica, le colonne di distribuzione e la posa dei moduli satelliti necessari per la contabilizzazione. Anche la progettazione risulta semplificata, offrendo ad architetti e progettisti l’opportunità di prevedere già in fase progettuale gli impianti per il comfort per una perfetta integrazione edificio-impianto. www.clivet.com
Igiene, ispezione e manutenzione degli impianti di climatizzazione Da AiCARR, la formazione “su misura” per responsabili e personale operativo Milano, a partire dal 4 marzo 2013
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orte di oltre 20 anni di esperienza nella formazione tecnica, AiCARR coglie in modo mirato le esigenze di aggiornamento professionale degli operatori di settore, con un occhio di riguardo anche a segmenti specialistici regolamentati da normative complesse. In quest’ottica, l’Associazione organizza, con la collaborazione di AIISA e AS.A.P.I.A., il corso di specializzazione e qualifica “Igiene, ispezione e manutenzione degli impianti di climatizzazione”, che offre ai tecnici addetti alla manutenzione degli impianti di climatizzazione e al personale di ASL e altre istituzioni con compiti di vigilanza e controllo tutte le competenze necessarie all’esercizio della loro attività. Questo ai sensi di quanto previsto dalle Linee Guida del Ministero della Salute per la definizione dei protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione, alla cui stesura AiCARR ha collaborato. Il programma del corso pone l’accento su applicazioni e problematiche tipiche delle strutture sanitarie, ma è comunque valido per qualunque contesto. Questa nuova proposta formativa, assolutamente inedita nel panorama del settore, ha già ottenuto un ottimo feedback dai partecipanti alla prima edizione, tenutasi a fine 2012, e viene perciò ripresentata in una nuova edizione primaverile.
La struttura del corso • Il percorso formativo per i Responsabili dell’igiene (Cat. A) si sviluppa su 56 ore complessive, distribuite nei due moduli MA01 e MA02 per un totale di 8 giornate di corso. • Il percorso formativo per Personale operativo (Cat. B) prevede invece la frequenza del solo modulo MA01 per un totale di 36 ore complessive distribuite in 5 giornate di corso. Entrambi i moduli si concludono con il test finale di verifica, compreso nella quota di iscrizione: in questo modo, AiCARR offre ai partecipanti un importante strumento per valutare il grado di preparazione raggiunto ed essere parte attiva durante le giornate di formazione.
Al superamento del test conclusivo del modulo MA01, i candidati riceveranno un attestato di frequenza e profitto per “Operatore di Categoria B formato ai sensi delle Linee guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione (Cap. 3 - Linee Guida)”. Coloro che proseguiranno il percorso, prendendo parte al modulo MA02 e superando il test finale, riceveranno l’attestato di frequenza e profitto per “Responsabile dell’igiene di Categoria A formato ai sensi delle Linee guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione (Cap. 3 Linee Guida)”.
Il calendario dell’edizione 2013 • Modulo MA01 (Formazione Cat. B - 1ª parte Formazione Cat. A): 4-5, 26-27-28 marzo 2013 • Modulo MA02 (2ª parte formazione Cat. A): 17-18-19 aprile 2013
I requisiti per la partecipazione Per frequentare il corso con profitto è necessaria una conoscenza di base dei sistemi di climatizzazione. Condizioni per l’ammissione al modulo MA01 sono in alternativa: • lo svolgimento di un test di autovalutazione • la partecipazione al corso AiCARR mod. SA01 “Impianti termici e di climatizzazione per le strutture sanitarie – Impianti di climatizzazione e architettura dei sistemi impiantistici” • la partecipazione ai corsi della Scuola di climatizzazione AiCARR - Percorso FONDAMENTI, modd. PS1F-PS2F-PS3F-PR1F-PR5F-PR6F-CE1F-CE2F-CE4F-RE1F.
Il test di autovalutazione AiCARR consiglia vivamente la partecipazione al test di autovalutazione: di semplice accesso, perché proposto online, e assolutamente gratuito, il test permette al candidato di verificare personalmente se le sue conoscenze di base gli permettono di seguire proficuamente le lezioni. Il giorno del test, all’ora indicata, l’utente riceve all’indirizzo mail fornito nel modulo di iscrizione il link al form online con le domande. Poche ore dopo lo svolgimento della prova, al medesimo indirizzo mail, il candidato riceve il risultato del test e può autonomamente valutare, in base all’esito, se procedere all’iscrizione al corso. Le date e gli orari dei test di autovalutazione vengono pubblicati sul sito prima di ogni edizione del corso. Per informazioni e iscrizioni: www.aicarr.org – Sezione Scuola
Monitoraggio
Monitoraggio in continuo di impianti HVAC: il progetto iSERV cmb N
ell’ambito del consumo energetico degli
edifici, accanto alla definizione di criteri prescrittivi a priori, rispetto al costruito, come ad esempio la certificazione energetica, parte della legislazione europea si sta concentrando sulle caratteristiche prestazionali degli impianti e degli edifici, misurate e a posteriori. La nuova direttiva ISO 50001 va in questa direzione ed anche il mercato si sta adeguando: i gestori di grandi parchi immobiliari richiedono un risultato operativo, difficilmente definibile con una simulazione a priori. In questo ambito l’ispezione obbligatoria degli impianti di riscaldamento e condizionamento è da anni al centro di numerosi progetti di ricerca, al fine di definire una modalità di ispezione per recepire quanto prescritto dalla normativa europea. Un approccio complementare è rappresentato dalla possibilità di verificare i consumi rispetto ad una scala di benchmark, in grado di definire un adeguato intervallo di riferimento per gli edifici esistenti. Qualora il consumo di un impianto HVAC di un edificio sia al di fuori di questo intervallo è verosimile che sia presente un malfunzionamento oppure un’inadeguata strategia di controllo. Su questa base si sviluppa il progetto iSERV cmb.
Con lo scopo di dimostrare che un approccio al calcolo di benchmark su larga scala può contribuire alla riduzione dei consumi negli edifici del terziario, il progetto europeo iSERV cmb svilupperà una piattaforma di verifica basata sui dati di circa 1600 edifici di Jacopo Toniolo e Marco Masoero *
La direttiva EPBD e l’ispezione obbligatoria degli impianti HVAC La direttiva EPBD è la pietra angolare riguardo all’efficienza energetica degli edifici in Europa. Nella precedente versione (Direttiva EC 91/2002) essa recitava, all’art. 9: Al fine di ridurre il consumo energetico e le emissioni di biossido di carbonio, gli Stati membri stabiliscono le misure necessarie affinché i sistemi di condizionamento d’aria la cui potenza nominale utile è superiore a 12 kW vengano periodicamente ispezionati. L’ispezione contempla una valutazione dell’efficienza del sistema di condizionamento d’aria e del suo dimensionamento rispetto al fabbisogno di condizionamento dell’edificio. Viene data alle utenze un’opportuna consulenza in merito ai possibili miglioramenti o alla sostituzione del sistema di condizionamento ovvero a soluzioni alternative.
Al 2007 nessuno stato membro aveva recepito tale articolo, per obbiettive difficoltà tecniche, nonché per la mancanza di dati sperimentali su larga scala relativi agli impianti di condizionamento. Anche per tale motivo, l’Agenzia esecutiva per la competitività e l’innovazione (EACI) ha finanziato, all’interno del bando Intelligent Energy Europe (IEE) il progetto HarmonAC (2007-2010). Il progetto HarmonAC
Tale progetto, ormai concluso, ha portato alla definizione di una metodologia di ispezione degli impianti HVAC, nonché ad una maggiore conoscenza dei consumi
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energetici legati al condizionamento [Knight e Masoero, 2011]. Le conclusioni più rilevanti riguardano in particolare i seguenti punti: • l’ispezione degli impianti HVAC, se fatta in maniera rigorosa, ha un costo notevole e necessita di figure professionali non ancora diffuse; • un’ispezione, per essere completa, avrebbe bisogno di dati di consumo e funzionamento storici; • un sistema di monitoraggio in continuo di tali dati ha le potenzialità di evidenziare malfunzionamenti ed inefficienze in modo paragonabile ad un’ispezione; • i sistemi di controllo e supervisione degli impianti attualmente installati generalmente non permettono il monitoraggio in modo attendibile. Un’altra conclusione sottesa cui è giunto il progetto è che difficilmente l’istituzione di ispezioni obbligatorie tout-court porterà al contenimento dei consumi energetici. Si rischierebbe infatti di far percepire l’ispezione come una tassa necessaria, senza mostrarne i benefici. Ciò porterebbe ad un mercato delle ispezioni simile a quanto già accade per la certificazione energetica: risultati discutibili e guerra dei prezzi. Tali conclusioni hanno influito sul recast della direttiva EPBD, ora divenuta la EC 31/2010, in merito all’ispezione degli impianti. Tale direttiva, all’art. 15, prevede che la frequenza dell’ispezione dei sistemi di condizionamento possa essere diminuita, qualora sia installato un sistema di monitoraggio e
The iSERV cmb projecT
Caso 1: ripristino dello schedule di un impianto
Il sistema considerato è a servizio di un edificio del XIX secolo, di circa 35.000 m³ climatizzati, situato nel centro di Torino. Nell’ambito di un appalto pluriennale di servizio energia, gli impianti dell’edificio (di climatizzazione, illuminazione e antincendio) sono stati completamente rifatti e asserviti a un BEMS (Building Energy management System) che sovrintende al loro funzionamento. Il sistema di climatizzazione è del tipo a pompa di calore reversibile aria-aria ad espansione diretta e portata variabile di refrigerante (VRF) con fluido di lavoro R410A. L’impianto è costituito da 16 unità esterne (evaporanti in riscaldamento, condensanti in raffrescamento) installate in aree a cielo libero. La potenza utile dell’impianto è pari a 600 kW in raffrescamento e 550 kW in raffreddamento. È inoltre presente un impianto di ventilazione ad aria primaria, costituito da tre UTA (portata totale 28.000 m³/h) alimentate da impianti dedicati (gruppo frigo aria-acqua e caldaie a condensazione). L’impianto considerato ha avuto qualche difetto di regolazione nei primi anni di funzionamento, che causava diverse lamentele da parte degli utenti. Per misurare il consumo dell’impianto HVAC e per verificarne il funzionamento sono stati installati due misuratori portatili nei quadri elettrici di due moto-condensanti: una a servizio dell’ala nord piano 3º ed una a servizio dell’ala nord piano 5º. L’idea di base è stata riprogrammare le unità del piano 3º, lasciando inalterate quelle del piano 5º, onde verificare il diverso funzionamento ed il risparmio energetico conseguente (Figura 1). Come si può verificare l’impianto a servizio del piano 5º risulta completamente privo di alcuna logica temporale di controllo: è acceso 7 giorni su 7, 24 ore a settimana. È chiaro che con queste condizioni di partenza è facile raggiungere risparmi energetici prossimi al 40%. In particolare la moto condensante 3 è stata programmata con un criterio orario, incluse le pause pranzo, e con uno spegnimento selettivo: dopo le 16:00 il sistema spegne tutte le unità interne, qualora gli utenti le riaccendano esse restano accese per una sola ora, per essere di nuovo spente automaticamente all’ora successiva e così via. Dai grafici si può notare come il consumo per il condizionamento sia legato maggiormente alle condizioni interne (carichi di apparecchiature e persone) che a quelle esterne. 24:00 22:00
MC3 Consumo Elettrico
20:00 18:00
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MC 5 Consumo elettrico
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Figura 1 – Carpet plot relativi ai consumi delle due moto condensanti MC3 e MC5 (rispettivamente piano 3º e 5º). La scala colore è in kWh e rappresenta l’assorbimento elettrico della moto-condensante esterna. Sul grafico della MC5 è chiaramente visibile come la settimana centrale di agosto comporti un consumo inferiore, non già perché le condizioni meteo siano state diverse dal resto del mese, quanto perché l’occupazione è senza dubbio rimasta molto scarsa. Ciò conferma che negli edifici caratterizzati da capacità termica elevata, con superfici vetrate poco estese, la quasi totalità del carico di condizionamento è dovuto ai carichi interni.
controllo elettronico. Tale articolo pone le basi per una serie di possibilità, in particolare quello di settare dei valori di benchmark per il consumo energetico degli impianti HVAC. Qualora il
EPBD Directive, in 2010 version, prescribes automatic monitoring of HVAC systems in the framework of mandatory inspections. Monitoring is essential to verify energy consumption of buildings and to ensure adequate efficiency of those systems. HarmonAC project’s results demonstrated that the most common cause of HVAC system inefficiency is the inadequate programming of systems control. In addition energy consumption verification protocol are lacking. Actually, while monitoring is developed, complete platform to analyze the data are lacking. The iSERV cmb project is developing a platform for verifying and benchmarking of energy consumption of buildings. Data will be collected on about 1600 buildings around Europe. The text describes some major issues in control and monitoring of HVAC systems and the iSERV project aims. Key words: monitoring, benchmark, energy efficiency
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consumo di un edificio rispetti tali valori si potrà posticipare l’ispezione. Ciò appare tanto più ragionevole se si considera che il monitoraggio permette di avere una diagnosi veritiera del funzionamento del sistema edificio impianto. L’energy manager o l’auditor in possesso di tali dati potrà verosimilmente ottimizzare i consumi dell’edificio e verificare che l’impianto funzioni, o meno, secondo quanto stabilito in sede di progetto.
Risultati delle ispezioni A testimonianza di quanto affermato si riportano alcuni esempi di verifiche su impianti HVAC che hanno riguardato principalmente il sistema di controllo.
Caso 2: verifica delle ipotesi progettuali di un impianto ad assorbimento
Caso 3: logica di controllo “automatica”
Il sistema considerato è a servizio di un palazzo di uffici di dieci piani. Il volume condizionato è pari a circa 6.000 m³. L’impianto è ad acqua, con fan-coil a due tubi, e non vi è alcun trattamento aria. L’acqua refrigerata è fornita da un gruppo a compressione di vapore a vite da 400 kW frigoriferi. Gli impianti sono stati oggetto di una profonda riqualificazione, con l’installazione di un sistema CHP (Combined Heat and Power) da 1 MW composto da un motore a pistoni alternativo a combustione interna alimentato a gas naturale. È stato inoltre affiancato un assorbitore (a bromuro di litio) affinché sfruttasse il calore prodotto dal sistema CHP durante l’estate. Lo studio di fattibilità fatto per verificare il ROI (Return of Investment) del gruppo frigo ad assorbimento ha dato risultati incoraggianti: circa 7 anni di tempo di ritorno a fronte di un risparmio annuo del 75% dell’energia consumata dal gruppo a compressione di vapore. Attraverso il monitoraggio del consumo elettrico dei due gruppi frigoriferi ed alla potenza frigorifera effettivamente resa disponibile alla rete acqua, è stato possibile calcolare l’efficienza stagionale del sistema, il dettaglio è visibile in Tabella 1. Il risultato porta a un risparmio normalizzato di circa il 25% su tutta la stagione estiva. Pur essendo un buon risultato è decisamente inferiore alle aspettative. Senza uno specifico monitoraggio disaggregato non si sarebbe potuta misurare l’efficienza, né capire la diminuzione corretta dei consumi legati all’impianto. Considerando che un gruppo frigo a compressione, in un edificio simile, è responsabile di circa il 10% dei consumi elettrici totali (Masoero et al., 2009), si sarebbe spiegata la differenza rispetto ai risultati attesi con la variabilità del clima o degli altri carichi elettrici. Tabella 1 – Confronto tra energia elettrica consumata ed energia frigorifera prodotta. Per un calcolo energetico rigoroso occorrerebbe considerare l’energia termica utilizzata dall’assorbitore: in questo caso non viene considerata poiché è energia che sarebbe stata dissipata con uno scambiatore acqua-aria.
L’edificio è composto da due corpi di fabbrica differenti, uno di muratura portante, costruito nel XIX secolo, unito ad una nuova parte, interamente realizzata nel 2006, con grandi superfici vetrate. L’impianto considerato è un impianto misto aria acqua con travi fredde attive a 4 tubi ed aria primaria; l’acqua refrigerata è fornita da due gruppi a vite a compressione di vapore condensati ad acqua (torri evaporative). Il sistema è comandato da un BEMS di ultima generazione che raccoglie anche le letture di alcuni misuratori elettrici (Figura 2) e di potenza termica. Durante l’ispezione si è riscontrato che i gruppi frigoriferi funzionavano anche in presenza di temperature esterne prossime a 0°C. Al fine di verificare nel dettaglio il funzionamento dei gruppi frigo, si è verificata l’opzione di usare il BEMS come sistema di monitoraggio, considerando che i misuratori erano già installati e che il software prevedeva l’archiviazione dei dati. Come si avrà modo di sviluppare più avanti, l’utilizzo del BEMS come sistema di monitoraggio non ha dato i risultati sperati: in questo caso si è rivelato più costoso adattare al monitoraggio un BEMS con protocollo proprietario che installare un sistema di rilevazioni dati dedicato. Il sistema di monitoraggio portatile, collegato ai gruppi frigoriferi, ha mostrato come essenzialmente il sistema di controllo li tenesse sempre operativi, accendendoli costantemente, a fronte di aperture delle valvole delle batterie fredde delle UTA del 5-10% e di temperature esterne al di sotto di 14°C. I dati disponibili verso la fine della stagione invernale hanno inoltre dimostrato come la logica di controllo, che in teoria doveva rispondere all’occupazione degli spazi in base ad un calendario predefinito (comfort nei giorni di occupazione, pre-comfort negli altri), prevedesse un condizionamento notevole anche quando l’edificio era completamente inutilizzato (Figura 3).
Figura 2 – Vista degli indicatori di consumo nel sistema BEMS
Figura 3 – Consumi dei gruppi frigoriferi. Le barre chiare rappresentano i fine settimana
Mese
Consumo elettrico MWh
Energia frigorifera prodotta MWh
Efficienza stagionale
Aug-07
17,8
60,41
3,4
Sep-07
12,1
33,31
2,8
Aug-08
26,0
104,8
4,0
Sep-08
9,7
39,4
4,0
Il ruolo del monitoraggio automatico Si è già dimostrato quanto il monitoraggio in continuo degli impianti sia utile ai fini dell’ispezione e dell’efficienza energetica. Un sistema di monitoraggio dei consumi e dei parametri di funzionamento principale di un impianto HVAC permette: • la verifica del funzionamento degli impianti secondo le condizioni di progetto; • l’ottimizzazione dei consumi, tenendo conto dell’effettivo utilizzo; • la corretta valutazione di interventi di riqualificazione.
Sebbene questi vantaggi siano palesi e ben documentati, ad oggi i sistemi di monitoraggio sono ancora poco diffusi; in particolare si nota una difformità tra quello che gli attuali BEMS potrebbero fare, considerando l’hardware ed il software installato per il controllo, e quello che effettivamente fanno in termini di monitoraggio. Racchiudere le due funzioni in un solo sistema (controllo e monitoraggio) sarebbe economicamente vantaggioso e permetterebbe l’interazione fra i due sistemi. Sebbene vi possano essere delle criticità nell’utilizzare lo stesso canale di
comunicazione per il controllo ed il monitoraggio, i potenziali benefici valgono lo sforzo per renderli entrambi affidabili. È possibile immaginare un sistema di controllo che, in base a dati di consumo in tempo reale, diminuisce il comfort in alcune zone dell’edificio per non oltrepassare un carico di picco pre-impostato. Allo stato attuale delle cose ciò appare fattibile, ma lungi dall’essere applicato.
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Sistemi BEMS e sistemi di monitoraggio
I sistemi di supervisione e controllo sono ottimizzati per queste due funzioni, che prevedono tipicamente un’intelligenza distribuita, in modo da continuare il loro lavoro qualora vi siano problemi di comunicazione con il server centrale. I protocolli utilizzati possono essere aperti (BACnet, modbus, etc…) o proprietari; oggi quasi tutti i produttori di componentistica HVAC hanno in opzione un modulo di comunicazione aperta. Le dinamiche del sistema sono molto veloci (nell’ordine dei secondi) e vengono dotate di un’opportuna isteresi per adeguarsi ai sistemi su cui operano (elettrovalvole, richieste di potenza al gruppo frigo, serrande UTA, etc…). I sistemi software che interagiscono con i PLC (Programmable Logic Controller), permettono la modifica dei parametri di controllo e la gestione di calendari, nonché la registrazione dei dati. Tuttavia lo storage dei dati non è concepito per essere di lungo periodo. I sistemi generalmente permettono una registrazione con frequenze di campionamento anche molto alte (5-10 secondi), utili per verificare specifici malfunzionamenti, ma assolutamente inadeguati per ottenere un bilancio energetico o un monitoraggio di lungo periodo. Per tale motivo, attualmente, si registra la presenza sul mercato di sistemi di monitoraggio “paralleli”, che sfruttano cioè altro hardware ed un’altra piattaforma software per gestire i dati di consumo registrati. Tali sistemi sono ottimizzati per il monitoraggio, garantiscono cioè un’adeguata affidabilità dei dati registrati e, qualora il dato non venga registrato, forniscono comunque una serie temporale continua (problema banale, ma fondamentale per l’analisi dei dati stessi). Si sente tuttavia la mancanza sul mercato di sistemi che oltre a registrare i dati e mostrarli in modo aggregato (cronologicamente o per centro di costo) forniscano delle analisi automatizzate sul funzionamento degli impianti, nonché dei confronti su basi di dati nazionali di consumo.
Il progetto iSERV cmb Il progetto iSERV cmb (continuous monitoring and benchmarking, 2011-2014), finanziato dal bando IEE 2010 ha come obiettivo la verifica di un protocollo prestazionale per il contenimento del consumo energetico degli edifici. Attraverso il monitoraggio in continuo, per due anni, su circa 1600 edifici del terziario in Europa, si calcoleranno dei benchmark prestazionali specifici per le attività considerate. Il progetto consiste nella creazione di una piattaforma in cloud computing sulla quale gli utenti finali caricano i dati dei loro edifici (con particolare attenzione ai componenti dell’impianto HVAC). La piattaforma viene aggiornata ogni mese con i dati di consumo registrati in automatico dai sistemi di monitoraggio degli utenti. I dati registrati sono relativi ai consumi
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disaggregati dei componenti l’impianto HVAC, nonché ai consumi disaggregati delle singole zone (illuminazione, pc, refrigerazione alimentare, etc…). La piattaforma restituisce i seguenti output agli utenti: • Aggregazione dei consumi in modo cronologico e per centro di costo • Analisi di potenziali ECO (Energy Efficiency Opportunities) relative al controllo e alla gestione oraria degli impianti • Benchmark dei consumi relativi all’impianto HVAC (ed eventualmente ai suoi sottocomponenti) • Reportistica automatica su due livelli di dettaglio, a seconda del destinatario. Numerose società, operanti nel settore elettrico o nel controllo degli impianti HVAC, stanno in questi anni sviluppando o commercializzando piattaforme simili. L’unicità della piattaforma iSERV è dettata dalla sua struttura completamente aperta (le analisi e gli algoritmi su cui si basa saranno di libero utilizzo alla fine del progetto) ed alla diffusione europea. Benchmark e consumo medio, l’approccio iSERV
La definizione di benchmark prevede una scala per cui si riesca a definire un valore corretto di consumo, su cui valutare tutti gli altri. Tale valore deve essere dunque normalizzato su una serie di parametri. In generale, i sistemi sopracitati solitamente si basano su una normalizzazione in funzione della superficie (o del volume) e su una regressione lineare, al fine di definire una media di consumo per il campione considerato. Tale approccio, sebbene ragionevole, non risponde in realtà alla definizione di benchmark. Il metodo in sviluppo per la piattaforma iSERV partirà da edifici selezionati, su cui sarà eseguita un’analisi automatica di verifica dei parametri relativi al controllo ed agli orari di funzionamento. Una volta corretti tali parametri, il sistema entrerà nel campione statistico su cui sarà calcolato il benchmark. Mentre, dunque, il confronto con il consumo medio terrà in considerazione tutti gli
edifici del database, il benchmark verrà calcolato solo su quegli edifici che hanno parametri di funzionamento corretti (segnatamente orari di funzionamento e temperatura degli ambienti). Una volta definiti gli edifici su cui calcolare il benchmark, verranno poi considerate le variabili su cui normalizzare tale benchmark, al fine di poterlo adattare ad edifici diversi in climi diversi. Nel caso del riscaldamento invernale il consumo di combustibile è in genere ben correlato con l’andamento della temperatura esterna media giornaliera, risultato che sta alla base del ben noto metodo dei gradi-giorno, utilizzabile per la previsione e l’analisi dei consumi termici di riscaldamento nonché per l’adeguamento dei corrispettivi in alcuni contratti di gestione calore. Nel caso del condizionamento estivo, invece, il fabbisogno di energia dipende da una pluralità di fattori – temperatura e contenuto igrometrico dell’aria esterna, radiazione solare, apporti endogeni dovuti a persone, apparecchiature e sistemi di illuminazione – il che non consente un’automatica estensione al caso estivo del metodo dei gradi-giorno. Numerosi studi (Chung et al., 2006; Chung e Hui, 2009; Sharp, 1998) hanno dimostrato che è possibile un approccio statistico al problema, scegliendo le variabili che più influiscono sul consumo, e scartando quelle autocorrelate, attraverso un’analisi di covarianza. Nonostante le numerose variabili considerate dai diversi autori (Figura 4), quelle che si sono dimostrate
Figura 4 – Elenco delle 32 variabili identificate da Sharp per la creazione di un sistema per la previsione dei consumi. Di tali variabili l’autore userà solo le seguenti: YRCON, RFGWI, ELCOOL, NGBTUSF, OPHVAC1, RFCNS3. Da Sharp 1996.
efficaci sono limitate (Sharp, 1996). La piattaforma iSERV effettuerà tale analisi; si immagina peraltro che le variabili sui cui il benchmark verrà normalizzato saranno: • Tipologia di attività • Superficie climatizzata • Orari di occupazione dell’edificio • Dati meteorologici • Carichi elettrici interni alle zone considerate Per alcune specifiche attività si considererà poi una variabile legata alla specificità dell’attività: numero occupanti in un call center, numero clienti in un supermercato, etc. Volutamente non si normalizzerà il calcolo del benchmark sul tipo o sull’età dell’involucro edilizio e degli impianti HVAC. Tale decisione nasce dalla finalità della piattaforma che si pone come metodo di controllo e verifica.
RICONOSCIMENTI
CONCLUSIONI Per quanto considerato si ritiene che nel prossimo futuro sempre più sistemi HVAC necessiteranno di sistemi di monitoraggio, più o meno legati ai sistemi di controllo, al fine di rendere effettivo il risparmio conseguibile attraverso soluzioni impiantistiche avanzate. Il progetto presentato ha la finalità di dimostrare che un approccio al calcolo di benchmark su larga scala, con variabili limitate, può avere successo al fine di ridurre i consumi negli edifici del terziario. Si sottolinea, inoltre, che tale approccio può essere applicato a tutti i consumi energetici, segnatamente quelli legati all’illuminazione, ai personal computer, alla gestione dei gruppi di continuità, etc. Un approccio di calcolo prestazionale diminuirebbe notevolmente le ispezioni richieste, prevedendole per quegli impianti che non raggiungono adeguate performance a causa di evidenti problemi di controllo o tecnici. Su scala europea ciò equivale a massimizzare l’effetto delle ispezioni con un esborso limitato per la collettività. n * Jacopo Toniolo, Marco Masoero, Dipartimento Energia, Politecnico di Torino
Questo lavoro è stato possibile grazie al finanziamento dell’Agenzia esecutiva per la competitività e l’innovazione che ha finanziato nel 2007 il progetto HarmonAC e nel 2010 il progetto iSERV cmb, ancora in corso. Un ringraziamento particolare al prof. Ian Knight, Reader professor presso la Cardiff University, Welsh School of Architecture, coordinatore di entrambi i progetti.
BIBLIOGRAFIA
• Chung W., Hui Y.V., Lam M.Y., “Benchmarking the Energy Efficiency of Commercial Buildings”, Applied energy, Vol. 83, No. 1, pp. 1-14, Elsevier 2006. • Chung W., Hui Y. V., “A Study of Energy Efficiency of Private Office Buildings in Hong Kong”, Energy and Buildings, Vol. 41, No. 6, pp. 696701, Elsevier 2009. • Knight I., Masoero M., “Inspection of air-conditioning systems. Results of the IEE HARMONAC project”. REHVA Journal, Istanbul, Vol. 48, n. 2, March 2011, pp. 40-46. • Masoero M., Silvi C., Toniolo J., “Ispezione ed energy auditing degli impianti di condizionamento dell’aria”. Atti III Congresso Nazionale AIGE. Parma, 4-5 giugno 2009, pp. 1-6 (su CD-ROM). • Masoero M., Silvi C., Toniolo J., “Assessing the energy performance of HVAC systems in the tertiary building sector by on-site monitoring”, IEECB 2010 Proceedings, Frankfurt, 12-16 April 2010. • Masoero M., Silvi C., Toniolo J., “Energy performance assessment of HVAC systems by inspection and monitoring”, Clima 2010 Proceedings, Antalya, Turkey, 9-12 May 2010. • Masoero M., Silvi C., Toniolo J., “Commissioning degli impianti a pompa di calore”. AICARR Journal, Milano, anno 2, Febbraio 2011, pp. 25-30. • Sharp T., “Energy Benchmarking in Commercial Office Buildings”, ACEEE, Vol. 32, No. 4, pp. 321-329, 1996. • Sharp T., “Benchmark Energy Use in Schools”, ACEEE, Vol. 25, No. 3, pp. 305-316, 1998. Direttive Europee • European Parliament. 2002. Directive 2002/91/UE of The European Parliament and of the Council of 16 December 2002 on the energy performance of buildings. Official Journal of the European Union. • European Parliament. 2010. Directive 2010/31/UE of The European Parliament and of the Council of 19 May 2010 on the energy performance of buildings. Official Journal of the European Union.
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Carica in situ
Proposta di revisione del Regolamento (CE) n. 842/2006 su taluni gas fluorurati ad effetto serra. Il Parere di AiCARR La carica in situ di refrigerante farebbe aumentare i consumi e conseguentemente le immissioni in atmosfera. Proprio quanto il nuovo regolamento si propone di evitare di Michele Vio
I
refrigeranti utilizzati nella climatizzazione sono sempre stati visti molto male dai più ferventi ambientalisti, perché penalizzati da un effetto serra molto importante: la perdita di 1 kg di refrigerante equivale a circa 2.000 kg di CO2 immessi in atmosfera. Da questo punto di vista la posizione sembra corretta: chiunque abbia a cuore il rispetto dell’ambiente dovrebbe fare in modo che non vengano più fabbricate né tanto meno utilizzate sostanze così inquinanti. Purtroppo tale visione non è completa, perché le emissioni di CO2 in atmosfera delle macchine frigorifere, comprese le pompe di calore, dipendono solo in minima parte dalle immissioni dirette, quelle dovute alle eventuali perdite di refrigerante verificatesi nel corso della loro vita. Ben più importanti sono le emissioni indirette, ovvero le emissioni dovute al consumo di combustibile (generalmente energia elettrica)
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necessario per il loro funzionamento. Su queste emissioni pesa moltissimo l’efficienza energetica della macchina.
“Le emissioni di CO2 delle macchine frigorifere non dipendono molto dalle immissioni dirette quanto da quelle indirette, ovvero dovute al consumo di combustibile”
Tanto per fare un esempio, una pompa di calore di potenza pari a 100 kW che lavori per 4.000 ore tra estate e inverno mediamente al 50% del proprio carico, con COP pari a 3,5 consuma circa 57.000 kWh elettrici cui corrisponde un’immissione in atmosfera di 28.500 kg di CO2: una perdita completa di refrigerante ogni 10 anni corrisponde a circa il 14% delle emissioni totali della macchina. Se l’efficienza diminuisse, le emissioni indirette di CO2 aumenterebbero di conseguenza e il peso delle perdite diminuirebbe. Bisogna tener presente che le emissioni di CO2 di una pompa di calore sono sempre nettamente
inferiori a quelle delle caldaie, malgrado l’utilizzo di gas serra e per questo motivo saranno sempre più strategiche nella rincorsa verso edifici a emissioni 0. Pertanto la riduzione di emissioni nocive per l’ambiente va ricercata utilizzando dei refrigeranti che siano prima di tutto in grado di assicurare la più elevata possibile efficienza energetica: se ciò si coniuga anche con basso potenziale di effetto serra tanto di guadagnato.
“Per ridurre le emissioni nocive è necessario utilizzare refrigeranti che garantiscano un’elevata efficienza energetica” Anche perché le perdite possono essere evitate o quanto meno molto limitate: negli ultimi 10 anni si sono fatti passi da gigante grazie alle precauzioni adottate dai costruttori (bassa carica di refrigerante, circuiti frigoriferi multipli, attenzione nelle saldature, nelle prese di pressione e nelle valvole di sicurezza, inserimento di rubinetti di intercettazione nei punti critici, ecc.) e alla maggiore consapevolezza di tutti i soggetti coinvolti. Si è passati dal 4% allo 0,25% di perdita all’anno sull’intera carica durante le fasi di manutenzione, il che significa avere pressappoco una perdita completa di refrigerante contenuto in una macchina ogni 500 macchine installate e funzionanti. Le perdite totali di refrigerante da un circuito frigorifero possono avvenire solamente per eventi eccezionali, perché i costruttori progettano le macchine pensando alla loro spedizione. Di conseguenza, il peso delle emissioni indirette dovute all’efficienza
energetica è molto superiore a quello delle emissioni dirette. Partendo da questo nuovo punto di vista, sicuramente più corretto, si può commentare il regolamento, fissando l’attenzione su due punti: le tempistiche del fase down e il divieto di spedire e installare macchine precaricate in fabbrica di refrigerante.
Le tempistiche del Fase Down Le tempistiche di dismissione dei refrigeranti tradizionali sono troppo ottimistiche. In questo momento i nuovi refrigeranti proposti al posto dei tradizionali Fgas sono ancora in fase di studio e ancora di più lo è tutta la componentistica ad essi associata (compressori, scambiatori di calore,
valvole, ecc.). Il passaggio effettuato negli anni 90 da R22 a R407C prima e R410A poi, ha richiesto un periodo di tempo molto lungo, circa 15 anni, prima che l’industria riuscisse a immettere sul mercato prodotti con efficienza paragonabile o superiore a quello delle macchine esistenti. È presumibile che siano necessari tempi analoghi, quando verrà individuato il refrigerante più adatto, e questi tempi non sono compatibili con quanto prospettato dalla Comunità Europea. Si rischia quindi di accelerare un processo con effetti del tutto negativi: una scarsa conoscenza del refrigerante significa efficienza energetica inferiore, maggiori consumi, maggiori emissioni di CO2 in atmosfera e un incremento dei costi per tutti. Utenti finali, ovvero cittadini europei, in primo luogo.
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“Ci vorranno diversi anni prima di individuare il refrigerante più adatto. E l’utilizzo di un refrigerante inadeguato si traduce in meno efficienza energetica e più consumi, emissioni e costi” Sarebbe auspicabile una tempistica più realistica, ragionata con l’industria della climatizzazione, che ha tutti gli interessi e la volontà ad innovare e lo sta facendo da decenni, come mostra l’incredibile sviluppo delle pompe di calore, peraltro senza sovvenzioni pubbliche. La ricerca ha bisogno di stabilità: prima viene quella dell’industria chimica per sviluppare nuovi refrigeranti, poi quella dei costruttori di componenti per adattare i propri prodotti e solo alla fine quella dei costruttori di macchine frigorifere, che possono cominciare a muoversi solamente in presenza di certezze. Il problema non è investire per fare ricerca, bensì rischiare di farlo basandosi su chimere: senza sapere quale sarà il sostituto migliore per i refrigeranti attuali, come può l’industria delle pompe di calore cominciare a pensare a nuovi prodotti?
Il divieto della precarica di refrigerante È inutile usare mezze parole: il divieto della precarica di refrigerante non ha alcun senso e rischia di ottenere l’esatto contrario di quanto si propone. Il nuovo regolamento vorrebbe che tutte le macchine frigorifere, sia quelle monoblocco che quelle in più sezioni, venissero spedite e installate sprovviste di carica. Lo scopo è quello di evitare perdite di refrigerante prima dell’avviamento. Scopo nobile, verrebbe da dire: purtroppo la realtà è completamente diversa. La carica di refrigerante è fondamentale per l’efficienza energetica in quanto influisce su uno dei parametri principali di funzionamento del circuito frigorifero: il sottoraffreddamento. Un sottoraffreddamento scarso penalizza l’efficienza della macchina e, in alcuni casi, penalizza il funzionamento dell’organo di laminazione (la valvola termostatica) con ulteriori effetti sull’efficienza energetica e possibili gravi danni all’integrità dei compressori. Di contro, un sottoraffreddamento troppo elevato aumenta la pressione di condensazione e diminuisce le prestazioni della
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macchina, in primo luogo in termini di efficienza energetica. Il sottoraffreddamento dipende dalla carica di refrigerante: una carica scarsa comporta un sottoraffreddamento altrettanto scarso, così come una carica eccessiva porta ad un sottoraffreddamento eccessivo. Un errore sulla carica di refrigerante può influire per oltre il 10% sull’efficienza energetica. Su certe macchine la differenza tra una carica ottimizzata ed una sbagliata è misurata in termini di grammi.
“La carica di refrigerante è fondamentale per l’efficienza energetica perché influisce sul meccanismo del sottoraffreddamento che se troppo elevato o troppo scarso penalizza le prestazioni della macchina” Per le pompe di calore le cose si complicano, perché la carica di refrigerante deve essere ottimizzata sul funzionamento estivo e su quello invernale. Se poi la macchina è anche provvista di sistemi di modulazione della potenza (inverter o quant’altro), la carica va riverificata in condizioni diverse da quelle nominali.
Come si interviene allora in fabbrica? Tutti i principali costruttori hanno delle sale collaudo poste a fine della linea di produzione, dove un operatore specializzato provvede alla carica ottimale del refrigerante mediante delle bilance di precisione, effettuando una serie di cicli di funzionamento, prima in inverno e poi in estate. Mediamente il ciclo di collaudo dura da una a tre ore, a seconda della complessità e della dimensione della macchina, e può essere effettuato solamente in una sala in grado di simulare tutte le condizioni di funzionamento possibili, quindi in grado di passare da funzionamento estivo a uno invernale in un attimo e di mantenere il carico desiderato per tutto il tempo necessario. La carica di refrigerante è un’operazione complessa e va fatta necessariamente con macchina in funzione, se si vuole essere certi di avere riempito completamente l’intero circuito. Fattore da non trascurare è la qualità degli
strumenti utilizzati, le cui letture sono evidenziate su uno schermo sul quale l’operatore può vedere contemporaneamente tutti i parametri di funzionamento della macchina. Ora, secondo il nuovo regolamento si vorrebbe che la macchina venisse spedita senza il refrigerante. Il costruttore, pertanto, dovrebbe prima eseguire tutto il ciclo di collaudo, poi scaricare la macchina dal refrigerante utilizzato, effettuare nuovamente il vuoto e precaricare i circuiti con azoto. Pur escludendo l’ipotesi che qualcuno potrebbe essere tentato di non effettuare più il collaudo, bisogna ricordarsi che il refrigerante utilizzato per il ciclo di test non può più essere riutilizzato per una nuova macchina, perché inquinato dall’olio dei compressori: se si facesse, si rischierebbe di sporcare internamente le superfici di scambio con un eccesso d’olio, compromettendo così, per tutto il resto della vita, l’efficienza della macchina in prova. Pertanto il refrigerante deve essere recuperato e spedito in un luogo dove possa essere rigenerato: è ovvio che questa procedura, oltre a generare comunque perdite in atmosfera durante le sue fasi, richiede una maggiore produzione di refrigerante (la quantità di refrigerante rigenerato è inferiore al 100%), con la conseguente spesa energetica e le conseguenti emissioni di CO2.
“Essere costretti a recuperare e spedire il refrigerante in un luogo dove possa essere rigenerato significa non solo generare perdite in atmosfera, ma anche doverne produrre di più”
A questo punto, la macchina arriva in cantiere e deve essere caricata e avviata da un tecnico frigorista che si presume esperto. Tuttavia, per quanto bravo sia il tecnico frigorista, di sicuro non può avere la stessa esperienza di chi opera in stabilimento, che è specializzato su quel particolare tipo di prodotto ed esegue test e cariche dalla mattina alla sera. Tanto per fare un esempio, è la stessa differenza che passa tra un medico generico e uno specialista: per quanto bravo sia il medico generico, migliore anche dello specialista, per definizione non può avere le stesse competenze in una materia ben precisa. In compenso sa fare molte più cose, esattamente come il frigorista che opera sul campo rispetto al collaudatore dello stabilimento. Già questo dovrebbe far pensare alla validità della procedura, ma c’è di più perché, anche se la carica la facesse lo stesso collaudatore dello stabilimento, i risultati non potrebbero essere ottimali.
Il problema non è solo l’attendibilità degli strumenti utilizzati, dalla bilancia di precisione a tutte le sonde poste in una sala collaudo: l’impossibilità di eseguire una carica ottimale dipende dal fatto che non si possono assolutamente simulare le condizioni di funzionamento desiderate. La macchina potrebbe essere avviata – o meglio, il tecnico frigorista potrebbe seguire la carica – durante una stagione intermedia, primavera o autunno, oppure potrebbe non esserci assolutamente carico sull’impianto. Nella migliore delle ipotesi si può pensare di ottimizzare la carica solamente in una stagione di funzionamento, ma non nell’intero arco dell’anno. A nulla serve ipotizzare che il costruttore dia già la carica corretta, sia perché la bilancia che può utilizzare il tecnico frigorista in loco non può essere precisa (non fosse altro perché quelle di grande precisione non sono facilmente trasportabili), sia perché il tempo di funzionamento della macchina in assenza di carico è troppo breve per completare l’operazione in modo corretto. Tutto questo si traduce in una perdita di efficienza della macchina dell’ordine di qualche punto percentuale, nella migliore delle ipotesi. La Tabella 1 mostra cosa accadrebbe con l’applicazione del nuovo regolamento su 100 pompe di calore da 100 kW ciascuna. Se si ipotizzasse, a causa del trasporto, una perdita totale
di refrigerante su un circuito, di una macchina su cento (valore nettamente superiore a quelli delle statistiche disponibili), il regolamento impedirebbe emissioni di CO2 pari a 20.000 kg. In compenso la movimentazione del refrigerante (su tutte le 100 macchine), sia in fabbrica durante la scarica (perdite ipotizzate pari a 1,5 per mille) sia in loco per la nuova carica (perdite del 2,5 per mille), farebbe sì che ben l’80% delle perdite evitate vengano annullate. In compenso, la perdita di efficienza, anche considerandola limitata solo al 2%, porterebbe ad un aumento di emissioni così ingente che il saldo finale sarebbe fortemente negativo (53.143 kg di CO2 in più all’anno), rendendo inutile e dannosa l’applicazione del regolamento.
Almeno l’utente finale ne avrebbe dei vantaggi? No, perché le varie cariche e scariche, la rigenerazione del refrigerante, l’intervento dei tecnici frigoristi in loco non farebbero altro che incrementare i costi della macchina. La perdita di efficienza, poi, farebbe aumentare i consumi, generando ulteriori costi durante l’utilizzo. Costi tutti a carico dell’utente finale, il cittadino europeo. Non crediamo sia necessario un ulteriore commento. n
Tabella1 – Effetti del nuovo regolamento proiettati su 100 pompe di calore di potenza pari a 100 kW (macchine con due circuiti frigoriferi) emissioni di CO2 evitate [kg] Carica di una PdC da 100 kW [kg]
20
Carica di un circuito di una PdC da 100 kW [kg]
10
Perdita di refrigerante in un circuito frigorifero ogni 100 macchine [kg]
10
emissioni di CO2 procurate [kg]
emissioni di CO2 procurate [kg]
20.000
Refrigerante movimentato in più in fabbrica [kg] Perdite dovute alla movimentazione del refrigerante in fabbrica (0,15% sul refrigerante di 100 macchine) [kg]
3
6.000
Perdite dovute alla movimentazione in loco (0,25% sul refrigerante di 100 macchine) [kg]
5
10.000
Consumo energia elettrica annuale per singola pompa di calore (4.000 ore, 50% del carico, COP = 3,5) [kWh] Consumo energia elettrica annuale per 100 pompe di calore [kWh] Emissioni di CO2 per anno per funzionamento 100 pompe di calore [kg CO2] Aumento emissioni CO2 per anno per perdita di efficienza (-2%) TOTALE TOTALE EMISSIONI IN PIÙ ALL’ANNO a causa del nuovo regolamento [kg di CO2]
57.143 20.000
16.000
57.143
53.143
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CASE STUDY Strategie di accumulo
Teleriscaldamento
per il centro benessere
Posizionamento di due scambiatori in serie e utilizzo di accumuli compatibili con un livello stabile di stratificazione. Fattibilità e convenienza dell’intervento dimostrata da un modello dinamico di Federico Pedranzini, Manuel Intini e Luigi Pietro Maria Colombo *
L’
interfacciamento di sistemi di utenza e sistemi di
generazione e fornitura termica ad alta efficienza quali il teleriscaldamento è un tema caratterizzato da criticità ben specifiche in caso di tipologie applicative non usuali. Il teleriscaldamento rappresenta peraltro una delle soluzioni più comuni all’interno delle aree urbane. In tali situazioni le regole di connessione derivano da esigenze generali di ottimizzazione e devono tener conto dei vincoli imposti dalle tipologie di utenza che risulteranno prevedibilmente collegate nel tempo. L’utenza di riferimento all’interno di aree urbane è di conseguenza rappresentata da edifici residenziali e commerciali e, in particolare, si deve tener conto della grande percentuale di edifici esistenti perlopiù dotati di sistemi impiantistici che risultano spesso obsoleti.
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#18
In tal senso si prevede in genere che la connessione alla rete urbana rappresenti un’opportunità per la sostituzione di sistemi autonomi di generazione (in genere caldaie a gas) le cui temperature tipiche di produzione assumono il ruolo di limite di minima temperatura di fornitura.
Salti termici caratteristici di una rete di teleriscaldamento Per quanto concerne le temperature di ritorno queste non sono in generale imposte dalla tipologia dei sistemi di utenza (fatte salve le esigenze legate al mantenimento delle prestazioni) ma bensì alla necessità di ridurre per quanto possibile le perdite sul ritorno e alla opportunità di ottimizzare i rendimenti dei sistemi di produzione, specie se si tratta di sistemi che prevedono la condensazione dei fumi: di fatto entrambi i criteri
vengono soddisfatti in presenza di temperature di ritorno quanto più basse possibile. D’altro canto la tipica utenza esistente risulta funzionare normalmente con limitati salti di temperatura (ΔT) tra mandata e ritorno (10÷20°C) e non garantiscono pertanto temperature di ritorno particolarmente basse. Ne segue che la temperatura di ritorno rappresenta un compromesso tra le esigenze dei differenti sistemi connessi. La rete di teleriscaldamento viene di conseguenza dimensionata per ogni area trasformando le esigenze previste in termini di potenza in esigenze in termini di portata tenendo
Y
conto di salti termici d’utenza standard. Una volta realizzata la rete, in caso di comparsa di un’utenza particolarmente gravosa, risulterà molto difficile incrementare localmente le portate; sarà tuttavia possibile incrementare i livelli di potenza termica disponibile ottimizzando le temperature di utilizzo delle utenze. Questo si traduce in sostanza nel mantenimento di elevate temperature di mandata e al contempo in una opportuna configurazione dei carichi atta a ridurre al massimo la temperatura di ritorno. Ciò è quanto è stato realizzato ed esaminato nel caso oggetto di studio. In caso di utenze complesse quali un centro benessere che offre servizi che prevedono la presenza di vasche d’acqua interne ed esterne, idromassaggi e giochi d’acqua aventi anche fini terapeutici, le criticità di allacciamento ad una rete di teleriscaldamento sono correlate ad una forte variabilità dei carichi istantanei nonché all’intensità dei carichi di picco. Nel caso in esame si è verificato che durante alcune fasce orarie il carico di punta eccede la massima potenza garantita dalla rete di teleriscaldamento in condizioni standard. Inoltre la composizione delle tipologie dei carichi termici non risulta omogenea e molti dei carichi non necessitano ad esempio di alimentazione ad alta temperatura: una parte importante può essere servita da circuiti in bassa temperatura. Questo è il caso di tutte le apparecchiature asservite al riscaldamento e mantenimento delle vasche idromassaggio interne ed esterne.
di vasche, piscinette, sale relax nonché una serie di servizi accessori (spogliatoi, docce, aree buffet, reception) necessari per l’operatività della struttura. Nel caso specifico l’intero interrato è stato completamente ristrutturato per ospitare la zona vasche e gli spazi per l’impiantistica, mentre i piani superiori sono dedicati alle zone sauna, massaggi e stanze per i trattamenti estetici. Attualmente non sono previste camere per il pernottamento di ospiti. L’intero edificio può di conseguenza essere suddiviso in due zone principali: la prima, fuoriterra, che può essere assimilata per tipologia alle aree pubbliche di una struttura alberghiera e la seconda, interrata, caratterizzata dalla presenza di attività correlate alla presenza di acqua. Deve essere inoltre registrata la presenza di
CARATTERIZZAZIONE DELL’UTENZA La memoria fa riferimento alla realizzazione di un centro benessere realizzato a Torino tramite ristrutturazione di un palazzo d’epoca. Il quartiere in cui sorge l’edificio risulta servito da teleriscaldamento urbano e lo studio si occupa delle modalità di allacciamento a tale rete. L’applicazione risulta quindi molto differente dalle tipiche situazioni riferite al residenziale e all’alberghiero. In particolare si rileva che la maggior parte dei servizi offerti alla clientela consiste nella disponibilità
presentato a
A spa connected on the urban heating network
Paper refers to the realization of a health center by the renovation of an historic building in Turin. The district is served by an urban heating network and the study deals with how to connect heat consumer and provider. The district where the building stands is served by a district heating network and the case is representative of a wide range of applications for which the traditional connection to such a network is difficult because of loads magnitude and profiles. Proper definition of loads at both high and low temperatures allows to consider two thermal ranges and a temperature difference at the primary substation much higher than usual through the positioning of two exchangers in series. In addition, a specific study on large stratification storages leads to optimize the volumes needed to meet peak demands and to exploit as much as possible the opportunity of costs reduction connected to different day/night different rates. Keywords: urban heating network, spa
vasche d’acqua calda esterne posizionate nel vasto giardino. I sistemi HVAC a servizio della zona fuori terra consistono in sistemi misti aria/acqua, con ventilconvettori a due tubi e scambio stagionale ed un impianto ad aria primaria integrato localmente tramite estrazioni. L’interrato e le vasche esterne sono serviti dagli impianti di riscaldamento, filtrazione rinnovo e trattamento dell’acqua, nonché da importanti sistemi a tutt’aria necessari per la deumidificazione e la diluizione e abbattimento del cloro e degli altri vapori provenienti dall’acqua trattata. Infine, alle utenze citate, si aggiungono i sistemi per la preparazione di consistenti volumi di acqua calda sanitaria necessaria per le docce di cui usufruiscono i clienti in uscita.
I profili di carico Come prevedibile, i profili dei carichi stimati in condizioni invernali risultano essere quelli maggiormente gravosi su base annua. Per quanto concerne le esigenze di raffrescamento estivo si sottolinea come l’intera zona fuori terra possa essere considerata e climatizzata al pari di una classica struttura alberghiera, mentre la parte interrata non richiede raffrescamento ed
Non risulta definita invece una temperatura minima di ritorno. • Una stima preliminare del carico termico invernale ha mostrato che la massima potenza fornita dal teleriscaldamento alle condizioni suddette non risulta adeguata né in termini di potenza di picco né in termini del complessivo ammontare di energia su base giornaliera.
i carichi latenti vengono abbattuti tramite l’immissione di considerevoli portate di aria esterna. Ai fini del calcolo delle richieste di prelievo dalla rete di teleriscaldamento in regime estivo è stata inoltre considerata la possibilità di recupero del calore di condensazione prodotto dai chiller. La valutazione preliminare necessaria per la fattibilità dell’allacciamento alla rete di teleriscaldamento ha tenuto inoltre conto dei seguenti aspetti: • All’atto di presa in carico dell’edificio lo stato di conservazione degli impianti esistenti era tale da rendere obbligatorio la completa sostituzione o comunque una pesante opera di risanamento, con importanti ricadute economiche relative ai costi di nuova installazione e di adeguamento alla normativa antincendio; • Il contratto di affitto dell’edificio era prospettato sulla base di un accordo della durata di otto anni, permettendo di conseguenza una valutazione degli investimenti su una corrispondente prospettiva temporale; • Le regole di allacciamento standard previste dalla società di teleriscaldamento prevedono un salto termico lato utenza minimo pari a 20°C (90-70°C in condizioni invernali).
L’analisi preliminare conduce quindi rapidamente alla conclusione che non esistono le condizioni per soddisfare l’utenza attraverso un allacciamento di tipo standard e che risulta necessaria l’installazione di un generatore di calore supplementare, con tutti i costi connessi. Tuttavia un esame più attento che tiene conto anche della possibilità di gestire l’architettura del sistema impiantistico fin dalle fasi preliminari del progetto, ha consentito di definire una serie di accorgimenti in grado di massimizzare la possibilità
Informazione pubblicitaria Con effetto dal 1° gennaio 2013, la BITZER SE di Sindelfingen acquisisce la storica azienda con sede in Germania Armaturenwerk Altenburg GmbH (AWA). L’acquisto è stato approvato dall’ufficio federale per la concorrenza (Bundeskartellamt) in data 20/12/2012. Jürgen Kleiner, Chief Procurement Officer, afferma: “Attraverso l’acquisizione del produttore di raccorderia per impianti frigoriferi leader in Europa ci assicuriamo l’approvvigionamento dei nostri stabilimenti produttivi in tutto il mondo e ampliamo la nostra gamma di prodotti. In futuro i nostri clienti potranno beneficiare di un’offerta completa da un solo fornitore, con la consueta qualità BITZER”. Fondata nel 1879, la AWA produce e distribuisce in tutto il mondo valvole, tubi di livello, adattatori a saldare, flange e raccordi per impianti frigoriferi e di climatizzazione. Con un totale di 200 dipendenti, l’azienda registra un fatturato pari a circa 23 milioni di euro. La quota di esportazioni verso Unione Europea, USA, Cina, Brasile e Russia si attesta sul 45%. Jürgen Kleiner sottolinea: “I consolidati marchi AWA, FAS e Hans Nobis verranno mantenuti in quanto sinonimo di massima qualità e affidabilità”.
Bitzer Se acquisisce Armaturenwerk Altenburg
I nuovi amministratori dell’affiliata BITZER saranno Diana Schubert e Günter Schuboth, da lungo tempo attivi in AWA. Jürgen Kleiner commenta: “Entrambi godono della nostra piena fiducia e garantiranno la continuità a livello sia interno che esterno”. L’attuale titolare Karl-Fritz
Jordan (67) si ritira invece dall’impresa per motivi personali. In dieci anni Jordan ha consolidato il successo dell’azienda, portando il fatturato da 3 milioni (2002) agli attuali 23 milioni di euro. Secondo Jordan la vendita di AWA a BITZER assicurerà alla società di Altenburg
un futuro ricco di prospettive. BITZER ha in programma di rinnovare ed espandere a breve la sede. A tale scopo è già stato acquisito dalla proprietà comunale un terreno adiacente. Jürgen Kleiner commenta: “Amplieremo la produzione e realizzeremo un centro logistico
Il gruppo BITZER è il maggiore produttore mondiale indipendente di compressori per fluidi refrigeranti. BITZER è rappresentato da una rete globale di società di distribuzione e stabilimenti per la produzione di compressori a pistoni, a vite e scroll. Nel 2011, grazie ai 2 966 dipendenti è stato raggiunto un fatturato pari a 632 milioni di euro. BITZER Kühlmaschinenbau GmbH Eschenbrünnlestraße 15 71065 Sindelfingen // Germany Tel. +49 (0)70 31 932-0 Fax +49 (0)70 31 932-147 bitzer@bitzer.de // www. bitzer.de
Figura 1 – Andamento del profilo dei carichi per dispersione e ventilazione durante un giorno tipico di Gennaio e della temperatura esterna
di prelievo di potenza termica dalla rete e di evitare l’installazione di un generatore integrativo. Tale analisi approfondita viene illustrata nel seguito.
Valutazione dei carichi termici
Figura 2 – Profilo dei carichi termici associati alla zona vasche/docce riferito ad un giorno tipo di Gennaio
Figura 3 – Profilo dei carichi complessivi (con indicazione del valore medio). La Figura riporta inoltre il valore di potenza media su base giornaliera del giorno tipo di Gennaio valutato al fine di indagare la possibilità di prelevare dal teleriscaldamento una sufficiente quantità di energia selle 24 ore modificando le condizioni standard di funzionamento dello scambio con il primario a pari portata di rete e lavorando su un salto termico incrementato
La valutazione quantitativa dei carichi termici e dei profili di carico è stata realizzata seguendo due differenti approcci. Per quanto concerne la valutazione dei carichi per dispersione e ventilazione è stato utilizzato un modello semplificato dell’involucro edilizio: informazioni relative alla tipologia delle strutture edilizie sono state estratte dalla documentazione prodotta durante le procedure necessarie per la stesura dei contratti d’affitto. Tali informazioni sono state verificate sul posto e ritenute affidabili ai fini del calcolo semplificato. Il calcolo è stato effettuato alle condizioni invernali e ha condotto alla definizione del profilo illustrato in Figura 1. Per quanto riguarda a il profilo dei carichi associati a impiantistica specifica (vasche interne ed esterne, docce, etc.) questo è stato stimato per analogia partendo dai dati ottenuti da una campagna di misura invernale effettuata precedentemente presso un centro affine per dimensioni e tipologia situato nella città di Milano e parametrizzati sulla base del numero di utenti. La Figura 2 mostra il profilo dei carichi (vasche e ACS) associato alla capienza prevista. La composizione dei due profili ottenuti precedentemente consente di stimare il fabbisogno espresso ora per ora in condizioni invernali, come mostrato in Figura 3. L’analisi dei carichi termici viene illustrata in Tabella 1: alle potenze vengono associati i due livelli termici caratteristici delle singole utenze e tale distinzione risulterà fondamentale nell’identificazione di una strategia di prelievo a salto termico aumentato. La somma dei carichi stimati valutati ora per ora porta ad un valore massimo contemporaneo di picco pari a 1112 kW e ad un valore medio pari a 763 kW. Il massimo prelievo disponibile in condizioni standard è strettamente vincolato al valore minimo garantito di portata che è stato dichiarato pari a 10 m³/h, con un salto termico sul primario: 120°C - 70°C = 50°C. Di conseguenza la potenza disponibile in tali condizioni è: .
.
Q = m cp ∆t = 480 kW
Tabella1 – Richieste di picco in condizioni invernali Circuito d’utenza Potenze di Picco [kW] Preparazione ACS
310
Riscaldamento vasche
415
Ventilconvettori
75
Scambiatori Unità di trattamento aria
235
Preriscaldamento acqua calda sanitaria
77
Potenza totale [kW] 725 (alta temperatura 85÷65°C)
387 (bassa temperatura 60÷35°C)
Tale valore risulta non solo inferiore al valore di picco, ma anche inferiore alla media stimata su base giornaliera.
Strategia di allacciamento alla rete di teleriscaldamento Come illustrato in precedenza, l’opportunità di allacciamento senza dover predisporre una centrale termica integrativa deriva dalla possibilità di
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scorporare dal fabbisogno totale quei carichi che possano funzionare ad un livello di temperatura inferiore a quello di normale utilizzo e che possano essere serviti da uno scambiatore aggiuntivo posto in serie a quello standard al fine di estendere verso il basso il salto termico visto dal primario. Ciò potrebbe estendere il salto totale disponibile, adottando la configurazione illustrata in Figura 4. Una volta soddisfatta l’esigenza relativa all’energia giornaliera, l’obiettivo legato alla disponibilità della potenza necessaria a sopperire ai carichi di picco verrà perseguito attraverso lo studio di un adeguato sistema di accumuli. In Figura 5 vengono rappresentati i carichi complessivi invernali, la potenza media richiesta e la potenza resa disponibile grazie all’adozione del doppi scambiatore su due livelli termici, i profili dei carichi vengono assimilati a profili sinusoidali.
Figura 4 – Configurazione a doppio scambiatore in serie. La definizione dei due livelli termici distinti consente di definire il corretto rapporto tra i carichi ad alta e a bassa temperatura. L’adozione di questa configurazione, pur mantenendo identici valori di portata di rete sul primario, permette di disporre di una potenza media pari a 928 kW, che non è ancora sufficiente a coprire la richiesta di picco (112 kW) ma che è sufficiente a soddisfare il fabbisogno stimato su base giornaliera risultando superiore al valore di richiesta medio (736 kW)
Strategia di dimensionamento degli accumuli Come illustrato in precedenza, la necessità di una adeguata capacità di accumulo deriva dalla volontà di evitare l’installazione di una centrale termica integrativa. Sussiste tuttavia una seconda importante ragione che rende la disponibilità di accumulo conveniente, ovvero la possibilità di trarre vantaggi economici dalla applicazione di una doppia tariffa bioraria che incentiva i prelievi notturni attraverso una scontistica del 50%. La definizione degli accumuli non può essere determinata semplicemente attraverso la quantificazione dell’energia stoccata in termini di aumento di temperatura di un’adeguata massa d’acqua. Considerando le precise condizioni di funzionamento imposte dallo schema funzionale adottato l’accumulo deve, infatti, essere in grado di assicurare alle utenze temperature di alimentazione costanti: ne segue la necessità di adottare un sistema di stoccaggio a stratificazione. I circuiti d’utenza in alta e bassa temperatura sono dimensionati tenendo conto di un ΔT rispettivamente di 20 e 15°C tra mandata e ritorno ed è rispettando queste specifiche che gli accumuli devono garantire la potenza necessaria a coprire lo scostamento tra la potenza fornita dalla rete e il valore richiesto durante il periodo di picco L’integrazione nel tempo del valore di tale scostamento fornisce la quota di energia che deve essere stoccata per ciascuna tipologia d’utenza. Deve essere inoltre verificato che l’accumulo possa essere completamente caricato durante la notte (ovvero nelle ore di carico ridotto) durante il periodo caratterizzato da tariffa conveniente. Dal punto di vista delle utenze l’energia accumulata consisterà pertanto nella disponibilità durante le ore di picco di una certa portata d’acqua a temperatura costante e pari a quella di progetto. Per motivi precauzionali e al fine di contemplare la possibilità di un ragionevole aumento della clientela in futuro, è stato deciso di stabilire
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Figura 5 – Profilo dei carichi semplificato e potenza media richiesta/disponibile
Tabella 2 – Specifiche degli accumuli e parametri operativi Dati di Progetto
Alta Temperatura
Bassa Temperatura
Temperature di utenza
85÷65°C
60÷35°C
Potenza resa disponibile dal teleriscaldamento
580 kW
348 kW
Richiesta di picco
725 kW
387 kW
Potenza da garantire nelle 10 ore del profilo diurno
145 kW
39 kW
1450 kWh
390 kWh
Volume minimo di accumulo
62,4 m³
22,6 m³
Volume accumulo di progetto
80 m³
25 m³
Energia termica da accumulare
85 °C
85 °C
65 °C
85 °C
65 °C
65°C
Figura 6 – Rappresentazione qualitativa del transitorio di scarica dell’accumulo stratificato in alta temperatura un requisito minimo di prestazione che fa riferimento alle due seguenti condizioni: 1. Profilo diurno della durata di 10 ore durante il quale l’accumulo deve essere in grado di soddisfare permanentemente il carico di punta. 2. Profilo notturno di durata complementare caratterizzato da un basso carico dovuto al mero mantenimento della temperatura delle vasche di mantenimento Tali situazioni di riferimento sono state definite sia per i circuiti in alta che per quelli in bassa temperatura. Le risultanze del calcolo condotto per la determinazione dei volumi di accumulo vengono riassunte in Tabella 2.
Gestione degli accumuli La necessità di alimentare gli scambiatori d’utenza con una portata stabile a temperatura costante rende di fatto obbligatorio disporre di stoccaggi d’acqua a stratificazione. Tale specifica comporta la necessità di rispettare una serie di modalità costruttive e di funzionamento atte a prevenire sostanzialmente i seguenti fenomeni: • miscelazione dell’acqua all’ingresso, con particolare riferimento all’ingresso della portata più fredda proveniente dal ritorno dalle utenze. • perdite termiche per trasmissione attraverso l’involucro, causa di riduzione della capacità di accumulo e di miscelazione interna al serbatoio dovuta al formarsi di flussi convettivi.
Particolare attenzione deve essere riservata alla costruzione delle vasche di accumulo e ai sistemi di immissione dell’acqua, sia in termini di posizionamento e configurazione geometrica sia in termini di massima velocità di immissione. Ovviamente si prevede uno schema di alimentazione e prelievo rispettoso delle condizioni di stratificazione che tenga conto delle temperature di alimentazione e di prelievo, come illustrato nello schema di Figura 6. La regolazione ai carichi parziali viene realizzata in modo tale da mantenere costante il salto termico visto dall’accumulo e riducendo le portate di prelievo. Il concetto di base è quello di connettere il serbatoio di accumulo allo scambiatore di carica (lato teleriscaldamento) e allo scambiatore di scarica (lato utenze) mantenendo entrambi in condizioni di lavoro a temperature fissate e stabili. Ipotizzando constanti le portate d’acqua di carica (lato sinistro dello schema) le portate di scarica (lato destro) risulteranno variabili a seconda dell’ora e del profilo delle utenze causando di fatto una variazione dello spessore dello strato di acqua ad alta temperatura durante il giorno. In Figura 6 è rappresentato l’andamento del transitorio di scarica previsto durante le ore del profilo diurno di punta. Al mutare profilo da diurno a notturno il serbatoio si ricarica con comportamento simmetrico rispetto al tempo. Un serbatoio ben progettato dovrebbe in definitiva rispettare almeno le seguenti specifiche [2]: • realizzazione a sviluppo verticale (definita da un buon rapporto tra altezza e massima dimensione trasversale) per permettere un buon livello di stratificazione; in ogni caso tale specifica deve essere accompagnata da un adeguato isolamento e fattibilità costruttiva); • bassa velocità di immissione e di estrazione al fine di ridurre al minimo la miscelazione; • immissioni ed estrazioni posizionate al punto più alto e al punto più basso.
Sebbene le indicazioni riportate possono essere fondamentali in termini di corretto comportamento degli accumuli, nelle applicazioni pratiche l’esistenza di vincoli architettonici o strutturali possono portare a soluzioni di compromesso cui segue una riduzione in termini di prestazione.
Modello matematico tempo-variante per i transitori di carica e prelievo É stata svolta un’analisi preliminare attraverso un modello dinamico di accumulo termico impostando le portate di immissione e di prelievo su base oraria, quantificando gli effetti conduttivi e convettivi e verificando che la soluzione progettuale qui proposta fosse in grado di garantire all’utenza una temperatura adeguata con un certo margine di sicurezza. Il comportamento termo-fluidodinamico è descritto nella sua interezza dalle equazioni di trasporto, ovvero le equazioni di conservazione della massa, del bilancio di quantità di moto e di energia. Le equazioni di trasporto in casi tridimensionali e non stazionari non si offrono a risoluzioni analitiche a causa della non linearità delle equazioni stesse. Attraverso codici di fluidodinamica computazionale è possibile ottenere dei risultati molto accurati, tuttavia la soluzione è molto sensibile al modello di turbolenza impiegato, specialmente laddove possono insorgere meccanismi di convezione indotti dai gradienti termici (convezione naturale). A ciò si aggiunge il costo computazionale elevato, che va quindi affrontato solo laddove sia strettamente necessaria un’accurata soluzione spaziale e temporale. Per la suddetta analisi si preferisce un approccio semplificato: si assume che i fenomeni di trasporto siano prevalenti nella sola direzione verticale così che ad ogni sezione trasversale si possa associare una temperatura media di sezione uniforme. Riducendo il problema ad un modello monodimensionale tempo-variante l’equazione di conservazione dell’energia può essere così semplificata: § k · ∂ρT § ∂ρT · +u¨ = ∇ ⋅ ¨ ∇T ¸ ¸ ¨ cp ¸ ∂t © ∂x ¹ © ¹
dove u è la velocità nella direzione verticale, ρ la densità del mezzo, T la temperatura, k la conduttività termica e cp il calore specifico. Nel caso specifico è stato trascurato il termine di energia potenziale associato ai campi di forze conservativi e l’eventuale contributo di resistenze passive (piccolo, date le basse velocità in gioco). Il dominio di calcolo che consiste un serbatoio a sezione rettangolare è stato discretizzato secondo un modello multinodo [3,4]. Il dominio è stato suddiviso in 20 volumi elementari perfettamente miscelati ognuno dei quali rappresenta per l’appunto un nodo. Il bilancio di energia è scritto in ogni nodo e ricondotto ad un sistema di equazioni algebriche lineari.
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Le immissioni e i prelievi (che avvengono sia dal lato della rete sia dal lato dell’utenza) vengono effettuati all’apice e sul fondo del serbatoio. Poiché le portate circolanti nella rete di teleriscaldamento e le portate destinate all’utenza sono sensibilmente diverse, per la conservazione della massa si instaurerà un flusso netto lungo la direzione verticale (dal fondo all’apice del serbatoio quando le portate dell’utenza sono maggiori e viceversa). Il bilancio di Energia in ogni nodo include i seguenti termini:
temperatura richiesta per il corretto funzionamento dei circuiti d’utenza, tanto da confermare che tale tipologia di soluzione può essere convenientemente implementata. n * Federico Pedranzini, Manuel Intini e Luigi Pietro Maria Colombo, Dipartimento di Energia, Politecnico di Milano
• conduzione tra i singoli nodi • perdite al mantello per l’imperfetto isolamento • trasporto avvettivo nella direzione verticale • immissioni e prelievi nel primo e nell’ultimo nodo
L’equazione di bilancio generale per il generico nodo j, discretizzato secondo l’algoritmo di Eulero implicito diventa: § T j +1 + T j −1 − 2T j · ∆T j = G c p (T j − T j −1) + λ S ¨ ρ V j cp ¸ − (UA ) j ,loss (T j − T amb ) ∆t ∆x © ¹ dove Tj é la temperatura nel nodo, ρ la densità, Vj il volume associato al nodo, λ la conduttività termica dell’acqua, Δx l’altezza del volume elementare j-esimo e (UA)j,loss il coefficiente globale di scambio termico con le pareti che quantifica le perdite al mantello. Ogni valore di temperatura è calcolato all’istante di tempo t+Δt. Il termine (UA)j,loss è stato opportunamente incrementato per tenere in conto anche il contributo di convezione naturale a ridosso della parete. Il dominio di calcolo è stato inizializzato con una temperatura uniforme pari a 65°e quindi sono stati applicati i carichi termici secondo i profili di prelievo diurno e notturno definiti precedentemente. I risultati delle simulazioni vengono riportati nelle Figure 7 e 8 e confermano che i transitori di carica sono molto brevi, infatti il serbatoio raggiunge una condizione di temperatura uniforme Figura 7 – Transitorio di carica notturna dell’accumulo pari ad 85°C alle ore 06:00 del mattino. Nelle ore di prelievo più intenso (17:00-18:00) la temperatura dell’acqua nei nodi all’apice del serbatoio non scende mai al di sotto degli 85°C, pertanto l’utenza è sempre servita ad un livello di temperatura adeguato.
CONCLUSIONI L’allacciamento ad una rete di teleriscaldamento di una utenza complessa quale quella presentata nel presente lavoro richiede una analisi critica fin dalle fasi iniziali della progettazione, delle condizioni operative e delle strategie di regolazione. L’idea alla base della fattibilità di quanto proposto consiste nell’utilizzo di accumuli sufficienti compatibili con un livello stabile di stratificazione. L’assenza di risultati sperimentali ha condotto alla necessità di sviluppare un semplice (ma non convenzionale) modello dinamico atto alla valutazione dei transitori di carica e di scarica degli accumuli. I risultati delle simulazioni numeriche illustrano come l’effetto della miscelazione e dei flussi verticali non vanno ad intaccare i livelli minimi di
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Figura 8 – Transitorio di scarica dell’accumulo nel regime diurno
Bibliografia
[1] Frank P. Incropera, David P. DeWitt “Fundamentals of Heat and Mass Transfer” [2] Mi-Soo Shin a, Hey-Suk Kim a, Dong-Soon Jang, Sang-Nam Lee, Young-Soo Lee, Hyung-Gi Yoon “Numerical and experimental study on the design of a stratified thermal storage system” Department of Environmental Engineering, National University of Chungnam, Korea [3] Duffie, Beckman “Solar engineering of thermal process” [4] Kleinbach, E.M., Beckman, W.A. Klein “Performance study of one-dimensional models for stratified thermal storage tanks” 1993f
Ambiente: per chi opera su apparecchiature contenenti “f-gas” è obbligatoria la certificazione AiCARR e ICMQ: al via formazione e certificazione per gli operatori del settore
L
e emissioni di gas fluorurati a effetto serra (f- gas) sono aumentate del 60% dal 1990 ad oggi producendo un grave danno all’ambiente. Per questo l’Unione Europea ha proposto di ridurne di due terzi l’utilizzo entro il 2030. Per contribuire a raggiungere questo obiettivo è stata approvata una serie di regolamenti che stabilisce alcuni requisiti specifici che gli impianti devono rispettare oltre ad una disciplina sulla certificazione degli addetti che operano sulle apparecchiature f-gas. Le nuove norme sono state recepite in Italia con il Dpr n. 43 del 27 gennaio 2012. La certificazione è obbligatoria e deve essere conseguita entro sei mesi dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del Registro nazionale delle persone e imprese certificate. “Il Dpr ha dettato tempi molto stretti per ottenere la certificazione e questo, associato al fatto che ad oggi gli organismi di certificazione designati dal Ministero non sono molti, può causare disagi e lunghe liste d’attesa per poter sostenere l’esame di certificazione, con il rischio di non poter svolgere l’attività”, ha dichiarato Giuseppe Mangiagalli, Responsabile certificazione del personale di ICMQ, “Per venire incontro a questa esigenza, ICMQ e AiCARR hanno già pianificato sessioni d’esame su tutto il territorio nazionale”. ICMQ è organismo accreditato da Accredia ed è designato dal ministero dell’Ambiente per effettuare la certificazione degli addetti e delle imprese. ICMQ rilascerà le certificazioni in seguito ad un esame obbligatorio che svolgerà AiCARR (Associazione italiana Condizionamento dell’aria, Riscaldamento e Refrigerazione) in qualità di organo di valutazione. In preparazione all’esame, AiCARR organizza anche un corso propedeutico teorico-pratico, snello e completo, che si avvale dell’esperienza ultraventennale dell’Associazione nella formazione tecnica di settore. “Il corso - illustra Luca A. Piterà, Segretario tecnico AiCARR - non è obbligatorio, in quanto non previsto dal Dpr 43 per sostenere l’esame, ma risulta molto utile, non solo per approfondire aspetti legati ai quesiti teorici e alla prova pratica ma anche come momento di alta formazione al fine di incrementare la professionalità e la competitività sul mercato di chi opera con gli f-gas. Nel corso di due giornate, docenti AiCARR, esperti sull’utilizzo dei gas refrigeranti e sulla normativa di riferimento, condurranno i partecipanti attraverso un programma che spazierà dalla conoscenza della legislazione alle procedure di messa in funzione degli impianti nel rispetto delle nuove norme”. L’ esame consisterà in una prova teorica e una pratica, così come richiesto dal Regolamento n. 303/2008 della Commissione Europea che individua anche i requisiti minimi relativi alle competenze e conoscenze che devono essere esaminate. Fino alla pubblicazione del Registro, ICMQ rilascerà agli installatori che supereranno l’esame un certificato temporaneo. In seguito all’istituzione del Registro ogni operatore certificato sarà tenuto ad iscriversi e dovrà comunicare il numero di iscrizione a ICMQ, che rilascerà a quel punto un certificato definitivo e valido a tutti gli effetti di legge. Dovranno certificarsi tutti coloro che lavorano su apparecchiature contenenti f-gas, in
particolare: negli impianti fissi di refrigerazione, di condizionamento d’aria e pompe di calore; negli impianti fissi di protezione antincendio ed estintori; nell’ambito dei quadri e apparecchi di manovra (commutatori) di alta tensione e delle apparecchiature contenenti solventi. Questi operatori in Italia sono circa 16.000, impiegati in circa 6000 aziende. Sia addetti che imprese dovranno adeguarsi alla normativa e certificarsi, pena l’impossibilità di proseguire l’attività. Ogni persona e impresa che opera su apparecchiature che contengono gas fluorurati dovrà iscriversi telematicamente al Registro nazionale f-gas nell’apposita sezione (www.fgas.it), entro 60 giorni dalla sua istituzione, in modo da richiedere il certificato provvisorio che avrà durata massima di sei mesi dalla pubblicazione del medesimo Registro. In questo lasso di tempo si dovrà ottenere il certificato definitivo. Quest’ultimo ha una durata di dieci anni per le persone e di cinque per le imprese. Alla scadenza dovrà essere avviato un nuovo iter di certificazione. “All’attività di certificazione del personale che ICMQ ha già attivato da diversi anni, si aggiunge oggi anche la certificazione degli addetti che operano su apparecchiature contenenti gas fluorurati ad effetto serra, avvalendosi di AiCARR quale Organismo di valutazione qualificato ed autorevole, nonché delle stesse imprese attraverso propri ispettori qualificati” ha ripreso Mangiagalli. “L’adeguamento alle nuove norme non è soltanto un obbligo – ha aggiunto - ma anche una grande opportunità per le imprese di innovarsi sia dal punto di vista del miglioramento del servizio che dal punto di vista etico e di salvaguardia dell’ambiente”.
Il calendario di corsi ed esami Agrate (Mi) Corsi 2 7 e 28 febbraio – 20 e 21 marzo – 17 e 18 aprile – 8 e 9 maggio – 5 e 6 giugno Esami 1 marzo – 22 marzo – 19 aprile – 10 maggio – 7 giugno
Barlassina (Mb) Corsi 27 e 28 marzo – 10 e 11 aprile – 22 e 23 maggio – 12 e 13 giugno Esami 29 marzo – 12 aprile – 24 maggio – 14 giugno
Matera Corsi 26 e 27 febbraio – 19 e 20 marzo – 17 e 18 aprile – 22 e 23 maggio Esami 28 febbraio – 21 marzo – 19 aprile – 24 maggio
Balconi di Pescantina (Vr) Corsi 6 e 7 marzo – 15 e 16 maggio – 19 e 20 giugno Esami 8 marzo – 17 maggio – 21 giugno
Ulteriori sedi e date saranno pubblicate a breve sul sito AiCARR. Per le iscrizioni a corso + esame o solo esame: www.aicarr.org – Sezione Scuola
CASE STUDY Riqualificare con il VRF
Hotel Milano Scala.
Un perfetto binomio tra ospitalità e sostenibilità A pochi passa dalla Scala di Milano sorge un albergo totalmente ecocompatibile, frutto della ristrutturazione di una palazzina ottocentesca
di Claudia Calabrese*
L’
Hotel Milano Scala è un boutique hotel inaugurato nella primavera del 2010, ricavato da un palazzo di fine Ottocento totalmente ristrutturato, situato nel cuore di Milano. Nasce da un progetto di sviluppo dell’eco-sostenibilità, per cui l’albergo dispone di tutti i comfort propri di una residenza di lusso, ottenuti però senza generare emissioni inquinanti nell’ambiente circostante. Sia il nome che l’intero concept dell’interior design, attraverso gli arredi, le fotografie e la
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stessa denominazione degli ambienti, ruotano intorno al tema della “cultura musicale”.
La struttura dell’hotel Le 62 camere sono distribuite su 7 piani: 23 si affacciano sulla centralissima Via dell’Orso, mentre le restanti sulla corte interna del palazzo che conserva l’originario impianto delle vecchie case di ringhiera della città meneghina. Le 4 Suite e le 10 Junior Suite, utilizzano i nomi di opere liriche
e sono state arricchite utilizzando foto e oggetti di scena; alcune di esse dispongono di stanza da letto e secondo bagno posti su di un soppalco. Al piano terra si trovano la reception, il lounge bar, il ristorante ed un salotto con libreria tematica multimediale con soffitto in cristallo, il quale ha la vista su un giardino
Y
BOX A
I SISTEMI VRF A RECUPERO DI CALORE A 2 TUBI (Compo multi VRF serie r2/wr2)
a tutti terminali che lavorano in raffreddamento. Il sistema quindi, consente la In caso di presenza di carichi contemporanei di segno opposto, i sistemi VRF sono produzione dell’energia termica in maniera gratuita permettendo così un signiin grado di trasferire calore direttamente dagli ambienti da climatizzare a quelli ficativo risparmio energetico. da riscaldare. Vi sono due tipologie differenti di sistemi: i sistemi a recupero totale a 2 tubi, filosofia adottata da Mitsubishi Electric Climatizzazione Figura A1 – Produzione contemporanea di caldo e di freddo da ed i sistemi a recupero totale a 3 tubi, approccio scelto da altri costrutsistema VRF a recupero a 2 tubi con prevalenza carico freddo tori. La figura A1 mostra un sistema a recupero totale a due tubi, nel caso il carico in raffreddamento sia superiore a quello di riscaldamento. Il refrigerante surriscaldato ad alta pressione in uscita dal compressore viene inviato al condensatore, dove condensa solo parzialmente. Il refrigerante in uscita dal condensatore si trova nello stato misto di vapore-liquido ad alta pressione e viene inviato al distributore, che contiene un separatore di liquido, delle valvole deviatrici (una per singolo terminale) e due valvole a solenoide (in figura viene mostrata una sola). All’interno del separatore di liquido, il refrigerante si separa. La parte allo stato vapore si trova nella zona superiore e viene inviata a tutti i terminali che stanno lavorando in riscaldamento: il vapore viene così condensato nei terminali e trasformato in liquido che si congiunge con la frazione di refrigerante prelevato, sempre allo stato liquido, nella parte bassa del separatore, per essere poi inviato
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moduli idronici Ecodan-VRF HWS per la produzione di acqua calda sanitaria. Per ottimizzare la distribuzione frigorifera, sfruttando la modularità dei sistemi, i moduli idronici Ecodan-VRF HWS sono stati installati allo stesso piano delle unità interne appartenenti al medesimo sistema, mentre i due serbatoi di accumulo da 2.000 litri ciascuno sono stati installati al piano 3º interrato. Sempre al piano 3º interrato, è presente la sala di controllo e gestione dell’impianto che permette di disporre in tempo reale di tutte le informazioni di interesse.
I plus dell’impianto
Stazione di pompaggio verticale sempre verde. All’ottavo piano si ha la sorpresa di una suggestiva terrazza affacciata sui tetti del centro storico, con una vista che spazia dalle Alpi Lombarde al nuovo skyline di Milano. Scendendo al primo piano interrato ci sono 3 sale meeting rispettivamente di 80 m², 37 m² e 28 m², che all’occorrenza possono anche essere unite in un unico ambiente, una piccola palestra e un garage sotterraneo; ai piani inferiori sono presenti i vani tecnici della centrale termofrigorifera.
Gli impianti L’hotel Milano Scala è interamente realizzato con tecnologia Mitsubishi Electric Climatizzazione abbinando al sistema VRF “misto” (Box B) le unità di trattamento dell’aria primaria ad espansione diretta (Box D), il tutto monitorato e gestito attraverso centralizzatori di ultima generazione (Box E), che si integrano nel sistema di “Building Management System” attraverso delle apposite interfacce con protocollo di comunicazione LonWorks. La potenza frigorifera totale installata è pari a 532 kW.
Climatizzazione La climatizzazione degli ambienti è assolta attraverso l’utilizzo di un sistema a recupero di calore a 2 tubi denominato Compo Multi VRF serie WR2 (Box A) dotato di unità interne ad espansione diretta in grado di raffrescare e riscaldare simultaneamente gli ambienti, in funzione delle richieste provenienti dall’impianto. La scelta della soluzione con recupero di calore a 2 tubi, consente di installare 1/3 in meno delle tubazioni frigorifere rispetto ai sistemi analoghi di altri costruttori, guadagnando in termini di rapidità di costruzione dell’impianto e di invasività a livello architettonico.
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Vano unità motocondensanti
Produzione di acqua calda e rinnovo aria La produzione di acqua calda a media temperatura per l’alimentazione del sistema radiante a pavimento, a servizio del piano terra, è realizzata mediante i moduli idronici denominati Ecodan-VRF ATW (Box C), mentre la produzione di acqua calda ad alta temperatura per usi sanitari è assolta dai moduli denominati Ecodan-VRF HWS (Box C). Il rinnovo dell’aria nelle camere, nelle zone comuni e nelle sale meeting viene garantito da unità di trattamento ad espansione diretta (Box D) dotate un recuperatore entalpico, denominate FAU2 (Fresh Air Unit).
I 3 vani tecnici Al piano 4º interrato, a circa 20 metri sotto il livello stradale, sono ubicati 3 vani tecnici che racchiudono: 1. le macchine dedicate al trattamento dell’aria. Sono presenti nº3 FAU2 da 5000 m³/h ed nº1 FAU2 da 10.000 m³/h per un totale di 25.000 m³/h di aria; 2. la stazione di pompaggio che preleva l’acqua di falda utilizzata per la evaporazione/condensazione delle unità esterne per un totale di 105 m³/h; al fine di ottimizzare i consumi e mantenere pulito lo scambiatore all’interno della motocondensante è presente uno scambiatore intermedio a piastre; 3. nº17 unità motocondensanti ad acqua, di cui nº12 del tipo a recupero di calore a 2 tubi (WR2), per il trattamento dei locali e la produzione di acqua calda sanitaria e nº5 del tipo a pompa di calore (WY) a servizio delle unità di trattamento dell’aria primaria. Ai sistemi a recupero di calore sono collegate nº90 unità interne di differente tipologia e nº10
L’impianto, nella sua globalità, raggiunge valori di prestazione molto elevati grazie all’elevata efficienza intrinseca dei generatori di energia termofrigorifera, al recupero di calore effettuato tra le unità interne dedicate alla climatizzazione ed i produttori dell’acqua calda sanitaria, il quale consente in alcuni periodi dell’anno di produrla in maniera totalmente gratuita. Alle performance specifiche dei generatori va aggiunto un altro plus: l’utilizzo dell’acqua di falda per la condensazione/evaporazione di tutte le unità motocondensanti del sistema. Tale opportunità, ha permesso di utilizzare una fonte di scambio disponibile a temperatura pressoché costante durante tutto l’anno e caratterizzata da valori di temperatura più elevati rispetto ai valori caratteristici dell’aria esterna, in regime invernale, in un clima continentale come quello della città di Milano. In tal modo, i COP dei generatori sono ulteriormente aumentati ed inoltre si sono evitate le penalizzazioni legate ai fisiologici cicli di sbrinamento, necessari a queste latitudini nel caso di unità condensate ad aria, permettendo così un COP del sistema particolarmente elevato. In parallelo a questi aspetti energetici va posto l’accento sull’importanza di tale soluzione dal punto di vista acustico: questo impianto è ad impatto acustico zero. Ciò, pur essendo importante in senso assoluto, diventa un “must” quando, come in questo caso, si opera in un contesto altamente critico, quale il centro storico di una città, caratterizzato
I SISTEMI VRF “MISTI”
Figura B1 – Sistema VRF Misto (sistema dotato di terminali ad aria e di moduli idronici a media e alta temperatura) I sistemi VRF “misti” abbinano dei generatori di acqua “climatizzata” (calda in inverno e refrigerata in estate) ai classici terminali ad espansione diretta. Il funzionamento avviene in parallelo, nel senso che è possibile produrre acqua, refrigerata o calda a media temperatura (Ecodan-VRF ATW), da inviare ad opportuni terminali d’impianto, come ad esempio i sistemi radianti, e contemporaneamente climatizzare un locale (riscaldarlo o raffreddarlo) tramite l’unità interna ad aria. Inoltre è possibile in ogni stagione produrre acqua calda a temperatura elevata (Ecodan-VRF HWS) sia per gli usi sanitari, sia per alimentare dei radiatori tradizionali nei periodi più freddi dell’anno. Un altro vantaggio notevole è quello di superare i limiti connessi al contenuto di refrigerante ed alla norma UNI EN 378, che si applica solamente ai locali abitati climatizzati da terminali collegati direttamente alle tubazioni di refrigerante. Quindi, il sistema VRF Misto permette massima flessibilità da ogni punto di vista. BOX B
BOX C
PRODUZIONE DI ACQUA CALDA A MEDIA TEMPERATURA E REFRIGERATA (Ecodan-VRF ATW) ED AD ALTA TEMPERATURA (Ecodan-VRF HWS) Nei sistemi VRF Misti è possibile produrre in inverno sia acqua calda a media temperatura, sia acqua calda ad alta temperatura. La produzione di acqua calda a media temperatura in inverno e refrigerata in estate avviene mediante scambiatori refrigerante-acqua posti in parallelo alle unità interne ad aria, così come mostrato in Figura C1. Per produrre in modo efficiente acqua calda ad alta temperatura, si utilizzano sistemi VRF a doppio stadio “separato”, come mostrato in Figura C2. La soluzione va bene sia per la produzione di acqua calda sanitaria, sia per la produzione di acqua ad alta temperatura per alimentare i radiatori. Il primo stadio è formato da un circuito VRF a recupero di calore, funzionante a R410A e dedicato alla climatizzazione degli ambienti. Su questo primo stadio si innesta il secondo stadio, ovvero il modulo di produzione dell’acqua calda ad alta temperatura, formato da una pompa di calore con refrigerante R134a il cui condensatore è uno scambiatore refrigerante-acqua, come quello di una pompa di calore per impianti idronici, mentre l’evaporatore è uno scambiatore refrigerante R134a – refrigerante R410A. Quindi, l’evaporatore del secondo stadio è anche uno dei condensatori del primo stadio. L’utilizzo del refrigerante R134a permette di produrre acqua calda ad alta temperatura (fino a 70°C). I sistemi VRF a doppio stadio “separato” producono acqua calda ad alta temperatura in autonomia rispetto al resto dell’impianto. In questo modo la produzione di energia termica per i terminali Figura C1 – Produzione di acqua calda a media temperatura (Ecodan-VRF ATW)
di climatizzazione avviene a temperatura di condensazione bassa, in quanto inseriti nel primo stadio, mentre l’aumento del livello termico si ha solo quanto serve e solo laddove serve grazie al secondo stadio formato dal modulo di produzione dell’acqua calda. L’efficienza è, quindi, tanto più alta quanto maggiore è l’energia richiesta dai terminali di climatizzazione rispetto a quella prodotta ad alta temperatura. Di fatto, si Vano acqua calda sanitaria effettua un recupero di calore creando un circuito in serie: si sfrutta l’alta temperatura del calore condensazione del primo stadio, altrimenti dissipato nell’aria esterna, per far evaporare a temperatura elevata la pompa di calore a R134a dedicata. Figura C2 – Produzione di acqua calda ad alta temperatura (Ecodan-VRF HWS)
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UNITà DI TRATTAMENTO DELL’ARIA PRIMARIA AD ESPANSIONE DIRETTA (FAU) Il rinnovo dell’aria è garantito mediante le unità di trattamento aria denominate FAU (Fresh Air Unit). Queste UTA, sono costituite da una batteria ad espansione diretta a portata di refrigerante variabile collegata ad una unità esterna motocondensante dedicata che può essere condensata sia ad aria che ad acqua. A monte della batteria è posto un scambiatore di calore “aria-aria” recuperativo di tipo entalpico. Il funzionamento si basa sul principio della
regolazione a punto di comfort, grazie alla quale si è in grado di “inseguire” costantemente ed accuratamente la temperatura dell’ambiente interno, dato che la loro regolazione si basa sulla temperatura di ripresa; grazie a questo principio viene immessa in ambiente aria a temperatura variabile in modo da concorrere a soddisfare i carichi interni, neutralizzando contestualmente anche l’aria esterna.
Figura D2 – Schema di funzionamento delle unità di trattamento dell’aria ad espansione diretta
Unità trattamento aria primaria (FAU) Figura D1 – Unità di trattamento dell’aria collegata ad unità motocondensante ad acqua (FAU)
BOX D da limiti di emissione sonora, assoluti e differenziali, particolarmente stringenti soprattutto in regime notturno. Oltre alle valenze di tipo prestazionale “energetico/acustico” appena esposte, esiste anche un ulteriore plus di tipo commerciale: l’utilizzo dell’acqua di falda ha permesso di realizzare i vani tecnici ai piani interrati, liberando così il terrazzo dell’edificio che viene utilizzato, da primavera ad autunno, per l’organizzazione di eventi,
banchetti, ecc, fornendo in tal modo un servizio in più alla ricercata clientela dell’hotel. Questa soluzione impiantistica, conti alla mano, permette un risparmio energetico di circa il 45% rispetto ad un sistema tradizionale, l’assenza di emissioni di CO2 in loco e la loro riduzione all’origine, stimabile in circa 417 tonnellate all’anno. L’Hotel Milano Scala, è il primo hotel a emissioni zero di Milano che grazie alla sua filosofia “green” a tutto tondo, è stato
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* Claudia Calabrese , Consulente per le Relazioni Istituzionali di Mitsubishi Electric Climatizzazione
BOX E
GESTIONE E SUPERVISIONE (AG-150A)
I centralizzatori AG-150A Web server permettono di controllare ogni singola unità interna in modo indipendente o collettivo in tutte le sue funzioni. Dispongono di un ampio display da 9" a colori ad alta risoluzione di tipo touch-screen, e di un software Web server integrato che permette la gestione da parte di un qualsiasi computer per mezzo del browser Internet Explorer, senza necessità di software aggiuntivo dedicato. Permettono inoltre il caricamento delle planimetrie grafiche dei locali e il posizionamento delle corrispondenti icone delle unità interne. Sono dotati sia di porta USB per scaricare dati, che di porta ethernet standard Ethernet RJ45, per il collegamento a reti informatiche private o aziendali esistenti. È anche possibile gestirli direttamente via Internet mediante linea di tipo ADSL a banda larga. Tramite loro è possibile controllare in modo indipendente o interbloccato le funzioni principali dei sistemi di recupero e delle unità di trattamento dell’aria. Dispongono dell’archivio storico degli eventi relativi
riconosciuto come il primo Urban Oasis Hotel italiano dall’Organizzazione ECO-LUXURY Hotels. n
alle anomalie delle unità, comprensivi delle seguenti informazioni: data e ora anomalia, indirizzo dell’unità in anomalia, codice dell’anomalia, indirizzo del dispositivo che ha rilevato l’anomalia, il tutto per un’efficace e tempestiva diagnostica del sistema. Nel caso di destinazioni d’uso quali, il residenziale centralizzato ed il terziario multi-tenant, grazie alla funzione «CHARGE», il sistema permette la contabilizzazione e la ripartizione energetica dei consumi. Sala gestione e controllo
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GOVERNO TECNICO
C’è solo un ingegnere nella squadra
Newsletter
Nr.01 – MERCOLEDÌ 18 GENNAIO 2012
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e vicende di Fukushima sono arrivate inattese e violente. Esse ci insegnano che non conosciamo ancora a sufficienza la nostra Terra, ed i metodi migliori per soddisfare le nostre attuali esigenze. In questa nota riassumiamo le fonti di energia necessarie al nostro progresso civile. Si ribadisce la necessità di sviluppare nuove indagini e di aprire nuovi laboratori. Si sottolinea l’importanza delle Università, nel loro ampio significato di deposito di conoscenza, di luogo di indagine attiva su quanto ancora non conosciamo, e di deposito della cultura raggiunta, da trasmettere alle nuove
La decisione desta meraviglia e rammarico e richiama all’impegno
Perché la trattativa privata non piace all’Antitrust
dott. ing Franco Ligonzo
Sia chiaro: la mia meraviglia non è per nulla una critica alla scelta dei ministri fatta dal Premier, Prof. Mario Monti, ma è la reazione al fatto che nel suo cosiddetto “governo tecnico” c’è un solo ingegnere. Certamente quest’unico ingegnere è persona ben nota: il Prof. Ing. Fran-
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segue a pag. 3 e 4
GUIDA AI PRODOTTI PER LEED
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Infrastrutture e project
GIUSEPPE LANZAVECCHIA
2
La crisi finanziaria e quella culturale
N
dott. ing. Carlo Valtolina
Caro Collega, nessuno, meglio di noi tecnici, conosce il valore essenziale dell'aggiornamento conticesco Profumo, infatti, è stanuo, oltre quello della culto a lungo rettore del Politura e, per 60 anni, il notecnico di Torino e da qualstro Giornale ha cercato che mese era passato alla Vietare gli affidamenti di soddisfare queste esigen-in house presidenza del CNR. E il ze, dandosi una mission— ministero dell’Istruzione, del- appalti >pag.4 negli “cogliere e interpretare lo l’Università e della Ricerca, spirito del tempo” (n.13 che gli è stato affidato, sapdel 15/7/09) e seguendo piamo essere di grandissimo una linea editoriale che io peso in un’economia della stesso nel settembre 2010 conoscenza. Meraviglia, pe(n.14 del 1/9/2010) avevo rò, che non siano stati scelti riassunta in sei punti: altri ingegneri-architetti-geon “no” alla banalizzazione segue a pag. 5 dei problemi complessi; “si” al dare spazio alle diverse analisi, purché complete, motivate e documentate; ENERGIA NUCLEARE ANNO ACCADEMICO/1 n “no” alle soluzioni semplicistiche; “si” al sostenere POLITECNICO soluzioni che, pur semplici, DI MILANO: tengano conto l’esecutivo della comPer attirare i privati punta su project Crescita plessità di partenza e an— >pag.6 financing eche incentivi fiscali degli effetti di medio e sostenibilità periodo; dott. ing. Alessandro clerici n “no” all’intolleranza ina pag. 8 tellettuale; “si” alla discusPresidente Cni sione rispettosa delle idee Costo del lavoro, disciplina sulle varianti, altrui; ANNO ACCADEMICO/2 soglie per i servizi di progettazione e n “no” al bla-bla-bla fine a sé stesso; “si” al dare spaUNIVERSITÀ consultazione preliminare modificano Zambrano zio contrario all’ingresalle idee portatrici di DEL SALENTO: valore aggiunto; alcuni aspetti del Codice dei so dei soci di capitale negli studi Conoscienza n “no” a una linea editoContratti — >pag.5 — >pag.13 professionaliriale asservita a interessi di e sapere parte; “si” a un’informazione plurale e indipendente; a pag. 8 n “no” ad accettare che il comportamento eticamenCalo del 43% degli importi a gara rispetto te corretto messi finisca là dove RICHIAMO3 quello “penalallo stesso periodo delcomincia 2010. Il crollo mente rilevante”; “si” adcoinvolge anTITOLO DEL accettare un limite etico che e soprattutto le aggiudicazioni — >pag.8 RICHIAMO: tanto più stringente quanto
La Manovra Salva Italia cambia i lavori 1 pubblici
LAVORO E OCCUPAZIONE
el 1996 ho pubblicato un libro (1) che esaminava per diversi paesi industrializzati l’evoluzione – dal 1960 al 1995 – di economia, occupazione, forza lavoro; demografia per sesso, fasce d’età, fertilità, mortalità, durata della vita, processi migratori; società (come l’ingresso delle donne sul mercato del lavoro); necessità di una continua crescita economica in tutto il mondo in un contesto di globalizzazione crescente, e quin-
NOVITÀ NEL SOLCO DELLA TRADIZIONE
di di competizione sempre più diretta tra le diverse aree geopolitiche. L’evoluzione richiedeva cambiamenti strutturali di lavoro e occupazione: aumento dell’età lavorativa (fino a 65–70 anni) dovuto alla maggior durata della vita; scomparsa di tante attività del passato e comparsa di altre del tutto nuove; riduzione del lavoro dipendente a favore di quello autonomo; attività sempre più sofisticate e prepasegue a pag. 7
financing: matrimonio felice? La situazione mondiale dopo Fukushima Modello tedesco per le tariffe
RAPPoRto CNI suI bANdI dI PRogettAzIoNe
a pag. 8
a pag. 6
Le Rinnovabili sono la causa degli aumenti della bolletta elettrica
segue a pag. 5
Andamento del prezzo del petrolio e dei prezzi dell'energia elettrica e
bANdI NoVItÀ NoRMAtIVe IMMobILIARe eNeRgIA e RetI PRoFessIoNI IMPIANtI FoCus teCNoLogICo teRRItoRIo e AMbIeNte MAteRIALI PeRsoNAggI
del gas per un consumatore domestico tipo Numeri indici: gen 2007 = 100
260 250 240 230 220 210 200 190 180 170 160 150 140 130 120 110 100 90
Jul-11
Jul-10
Oct-11
Jan-12
Jul-09
Oct-10
Apr-11
Jan-11
Jul-08
Apr-10
Oct-09
Jan-10
Jul-07
Apr-09
Oct-08
Oct-07
Apr-08
Apr-07
Jan-09
70
NEWSLETTER – Nr.01 — Pag.1
Jan-08
80 Jan-07
Lo dice l’AEEG, lo confermano studi indipendenti eppure non tutti sono d’accordo sui numeri. Le cause per cui il prezzo dell’energia cresce di più di quello del petrolio — >pag.7
Brent ($/b) Brent (€/b) Prezzo energia elettrica (consumatore domestico tipo) Prezzo gas (consumatore domestico tipo)
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Istituito quest’anno da Federalberghi Roma, il premio “Green Hotel of the Year” prevede 18 criteri da rispettarsi in sette aree: risparmio idrico, efficienza energetica, gestione dei rifiuti, comunicazione, mobilità, acquisti verdi e pacchetti “green” a cura della Redazione
P
romuovere i criteri di sostenibilità ambientale all’in-
terno del settore di ricezione turistica coniugando la lotta agli sprechi con una gestione alberghiera orientata alla responsabilità. Sono questi gli aspetti presi in considerazione dal premio “Green Hotel of the Year”, istituito quest’anno da Federalberghi Roma anche per rispondere alla crescente sensibilità alle tematiche ambientale dimostrata dagli stessi clienti. Il premio è rivolto esclusivamente agli alberghi associati a Federalberghi Roma che abbiano intrapreso alcune iniziative/azioni volte a ridurre il proprio impatto sull’ambiente adottando una politica ambientale, coinvolgente tutti gli attori
32
#18
interessati (tra cui la proprietà dell’albergo, il management, i dipendenti, i fornitori, ma anche i clienti/ospiti) e ispirata ai principi di sostenibilità. E che abbia consentito un graduale miglioramento delle prestazioni energetiche ed ambientali di risorse come l’energia elettrica, il gas, l’acqua e la progressiva riduzione dei rifiuti, attraverso l’attuazione di buone pratiche ambientali.
Criteri adottati Sono stati individuati 18 requisiti da soddisfare per l’ottenimento del premio, riguardanti sette aree specifiche: 1. Contenimento dei consumi di acqua potabile • Controllo settimanale/mensile dei consumi e manutenzione periodica dell’impianto idrico • Uso di rubinetti e docce a flusso ridotto nei bagni delle camere degli ospiti • Uso di water con doppio scarico o con ridotto consumo idrico
• Servizio di cambio asciugamani e di biancheria da letto su richiesta dell’ospite 2. Efficienza e risparmio energetico • Utilizzo di lampade a basso consumo energetico • Manutenzione e verifica periodica degli impianti di riscaldamento/climatizzazione • Uso di termostati per le caldaie • Effettuazione di audit energetico in albergo 3. Gestione e riduzione dei rifiuti • Effettuazione di raccolta differenziata • Riduzione nell’utilizzo di imballaggi e monodosi • Abolizione dell’uso di posate, piatti e bicchieri “usa e getta” in plastica 4. Comunicazione ed educazione ambientale rivolta a clienti e dipendenti • Formazione del personale sulla tutela ambientale e la lotta agli sprechi in albergo • Informazione all’ospite/cliente riguardo le politiche e le azioni ambientali intraprese dall’albergo 5. Trasporti e mobilità sostenibile • Informazione sulla possibilità di utilizzo di mezzi pubblici • Politiche per la diminuzione dell’utilizzo di mezzi personali dei dipendenti 6. Acquisti verdi con criteri ambientali e di efficienza energetica • Uso di prodotti certificati Ecolabel o biodegradabili (saponi, detersivi, carta, penne bio…) • Uso di prodotti e alimenti tipici, locali, di stagione e biologici a km zero 7. Pacchetto turistico “Green” • Ideazione di un pacchetto turistico green quotato
Candidature La candidatura è avvenuta, per ogni singolo albergo, attraverso la compilazione di una scheda di adesione fornita dall’Associazione contenente 19 campi: 1 inerente i dati generali dell’albergo e 18 per ogni singolo criterio da rispettare, per cui è stata richiesta documentazione a supporto.
Luca Andriola, docente universitario e consulente di Federalberghi Roma sulle tematiche ambientali e di spending review delle utilities tra cui l’energia, il gas e l’acqua. Ha curato l'ideazione tecnica del “Premio Green Hotel of the Year". Per maggiori informazioni: luca. andriola@studioandriola.it
Premiazione e vincitori Il premio è stato assegnato in occasione della decima edizione dell’Albergatore Day di Federalberghi Roma, manifestazione svoltasi lo scorso 29 Gennaio 2013 al Parco dei Principi Grand Hotel & Spa della capitale. L’Hotel Britannia e l’Albergo Cesàri si sono aggiudicati ex æquo il primo premio, mentre altre strutture hanno ricevuto una menzione speciale per il rispetto di alcune buone pratiche di sostenibilità. n
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Linee guida
Criteri gestionali guida nella progettazione impiantistica nel settore alberghiero Qualità dell’ambiente interno e ottimizzazione dei costi. Sono questi i parametri da tener d’occhio durante la progettazione di una struttura alberghiera di Roberto Bellucci Sessa*
I
criteri di scelta da adottare nella
progettazione di un albergo possono essere molteplici e variano a seconda della dimensione, della categoria, della stagionalità, del tasso di occupazione, del profilo dei committenti e altri fattori.
34
#18
Pertanto, voler definire una serie di criteri standard di progetto è certamente un esercizio che facilmente può scivolare nel generalismo e nella banalizzazione del problema. Tuttavia, stabilita la forte segmentazione del settore e
quindi la variabilità delle domanda di progetto, può essere di un certo interesse per il mondo della progettazione inquadrare alcuni principi guida nella definizione
Caratterizzazione del settore Prima di entrare nelle tematiche tecniche si ritiene utile fare un breve cenno alla caratterizzazione del settore alberghiero in Italia in termini di capacità ricettive e dimensione, suddivise per categoria, nonché dei parametri dimensionali ed energetici specifici di un albergo tipo (ENEA, Caratterizzazione Energetica del Settore Alberghiero in Italia anno 2009).
Criteri generali guida I criteri generali guida si possono idealmente suddividere in due grandi tematiche. La prima è finalizzata alla qualità dell’ambiente interno orientata o percepita dagli utenti; ossia qualità dell’aria, comfort termico e acustico. La seconda invece punta ad ottimizzare i costi di gestione; di questa “categoria” fanno parte l’efficienza energetica, la facilità di manutenzione, l’affidabilità dei componenti, la flessibilità operativa, la rapidità di installazione, la minimizzazione degli spazi occupati, la velocità di messa a regime e i costi di investimento iniziale. Le condizioni di comfort termoigrometrico, acustico e di qualità dell’aria sono da sempre oggetto di studio, di standard normativi, alcune volte con carattere di cogenza governativa, o di standard propri di grandi catene alberghiere. La tematica è spesso articolata e complessa da trattare, però i requisiti tecnici sono chiari ed inequivocabili (AICARR Journal Settembre 2011, La qualità dell’ambiente interno nelle strutture alberghiere – F. R. d’Ambrosio
Capacità recettiva degli alberghi in termini di posti letto suddivisa in categoria
Dimensione media degli alberghi espressa in termini di numero di stanze suddivise per categorie 100 90
2%6%
80
14%
27%
Numero stanze
del quadro esigenziale da porre a base dell’attività.
70 60 50 40 30 20
51%
10 0
1 stella 4 stelle
2 stelle 5 stelle
1 stella 4 stelle
3 stelle
2 stelle 5 stelle
3 stelle
GRANDEZZA E CATEGORIA. Le figure mostrano come la grandezza media varia notevolmente in funzione della categoria e come gli alberghi abbiano taglie molto variabili; per esempio gli alberghi a 4 stelle (valore medio 65 stanze) sono distribuiti lungo un ampio intervallo: 15÷180 stanze. PARAMENTRI SPECIFICI PER ALBERGHI A 3/4 STELLE. Risulta evidente l’importanza che rivestono gli impianti di riscaldamento e di condizionamento nella struttura dei costi gestionali (energetici e manutentivi), che nel loro complesso incidono tra il 5% e il 10% sul bilancio economico dell’albergo
Parametri dimensionali ed energetici albergo campione Numero di letto
1,8
[1/camera]
Superficie media camera
20
[m2]
Superfici aree conferenze
1÷7
[m2/camera]
3
[m2/camera]
Superfici servizi
3÷11
[m2/camera]
Superfici aree comuni
2÷6
[m2/camera]
Superfici condizionate
30÷45
[m2/camera]
Energia per riscaldamento (Nord)
3÷3,5
[MWh/camera]
Energia per riscaldamento (Centro-Sud)
2÷2,5
[MWh/camera]
3,8÷4,4
[MWh/camera]
Energia elettrica
5÷11
[MWh/camera]
Energia per raffreddamento (Nord)
1÷2,5
[MWh/camera]
Energia per raffreddamento (Centro-Sud)
1÷3,5
[MWh/camera]
Superfici ristorante
Acqua calda sanitaria
Alfano e E. Ianniello). Oltre però al benessere ed alla sicurezza degli utenti, agli impianti è riferibile una componente significativa del costo di
Management criteria guide in the plant design for the hotel industry
The selection criteria to be adopted in the planning of a hotel can be multiple, depending on the size, category, seasonality, employment rate, the profile of customers and other factors. However, after having established the strong segmentation of the sector and therefore the variability of the project demand, it may be of some interest to the world of design framing some guiding principles in defining the framework of needs to be placed at the base of their activities. Keywords: hotel industry, plant design, indoor environmental, cost optimization
gestione. In particolare, la climatizzazione ambientale e il riscaldamento dell’acqua sanitaria di un albergo rappresentano una componente importante della spesa energetica, ma anche una fonte di possibile inefficienza (spreco) energetica ed economica. Non bisogna trascurare che, in un periodo di crisi economica che rende i mercati ancora più competitivi, un risparmio gestionale offre l’opportunità di adottare prezzi delle camere più contenuti a parità di servizio reso. Pertanto, nel seguito si analizzano i principali criteri gestionali che, al contrario di quelli relativi al benessere e sicurezza, sono spesso meno definibili in maniera rigorosa e si prestano maggiormente ad una trattazione più qualitativa.
#18
35
Efficienza energetica in regime estivo Come ben sanno gli operatori del settore, il tema dell’efficienza energetica in regime invernale è oggetto di svariate norme e regole tecniche, mentre, meno affrontato è il tema sull’efficienza energetica in regime estivo che, evidentemente, non coinvolge solo gli impianti di produzione; esso va affrontato attraverso soluzioni basate su logiche di sistema, dove tutti i componenti dell’impianto sono progettati per sfruttare al meglio le risorse disponibili, privilegiando, quando possibile, recuperi energetici sull’aria, free-cooling, utilizzo di gruppi frigo preferibilmente condensati attraverso acqua di falda o scambio con il terreno, a recupero o polivalenti. Tema importante per la sua incidenza sui consumi totali è certamente la produzione dell’acqua calda sanitaria, il cui consumo si abbatte significativamente con l’utilizzo dei pannelli solari e con il calore di recupero dai gruppi frigo. Ci sono infine interessanti applicazioni in campo alberghiero dello sfruttamento dell’energia in trigenerazione.
Flessibilità operativa e per ampliamenti
Costi di investimento iniziale
La flessibilità operativa è rappresentata dall’impiego di impianti autonomi per il trattamento degli ambienti con funzionamento continuo, o ambienti con utilizzo saltuario, e dalla modulazione/regolazione in funzione dell’occupazione. La flessibilità per gli ampliamenti futuri rappresenta invece la condizione ottimale senza dover affrontare oneri aggiuntivi eccessivi nel caso di ristrutturazione o estensione volumetrica.
L’albergo è un’attività commerciale ed è quindi logico che si effettui il controllo sui costi di investimento iniziali. Non ci si deve però limitare a questa valutazione, ma bisogna operare un trade-off tra costi di investimento e costi gestionali nel corso degli anni che possono essere decisamente ridotti in virtù di una corretta strategia sull’efficientamento energetico. Con riferimento ai sopraccitati criteri guida può risultare d’aiuto per il progettista impostare un sistema di misurazione dei parametri di scelta dell’impianto, che alcuni autori hanno proposto per confrontare le tipologie impiantistiche più adeguate per le camere.
Rapidità di installazione La velocità di installazione è un requisito importante, soprattutto nel caso di installazione di impianti in alberghi già in attività. È fondamentale limitare il tempo di chiusura di un’intera struttura o di una singola zona.
Facilità di manutenzione/ Affidabilità dei componenti
Minimizzazione degli spazi occupati dall’impianto
La manutenzione, generalmente, è un aspetto tenuto in scarsa considerazione nella progettazione degli alberghi. Viceversa per la “corretta vita” dell’albergo diventa fondamentale progettare impianti semplici da gestire, prevedere spazi impiantistici adeguati e di facile accessibilità (cavedi e locali di piano), per poter intervenire agevolmente in caso di guasto, e prevedere componenti affidabili. Peraltro, come ben noto, è la somma di questi due elementi (manutenibilità ed affidabilità) che concorre alla maggiore disponibilità dell’impianto: MTBF/ MTBF+MTTR (MTBF = Mean Time Between Failure; MTTR = Mean Time To Repair).
Importante è ridurre gli spazi occupati dall’impianto a scapito di superfici che possano essere messe a reddito. Tale requisito deve essere ottimizzato con il problema di garantire i giusti spazi per la manutenzione.
Velocità di messa a regime La velocità di messa a regime è un elemento fondamentale per ridurre il consumo energetico, perché consente di disattivare la climatizzazione quando il cliente è assente dalla stanza e di riattivarla appena rientra.
VOTI AI SISTEMI IMPIANTISTICI NEGLI ALBERGHI
Tabella riepilogativa (voti progressivi da 1 – molto scarso – a 5 – ottimo) Sistemi con terminale in ambiente
Sistemi radianti
Fan-coil
VRF
Pavimento
Soffitto
VAV a tutta aria esterna
Qualità dell’aria
2
2
4
4
5
Comfort termico
3
3
5
5
4
Velocità messa regime
5
5
1
4
5
Regolazione C-F *
5 – consentita
5 – consentita 1 – non consentita 4 – consentita
Comfort acustico
2
2
5
5
3
Spazi occupati
3
3
4
5
3
Semplicità manutenzione
2
2
5
5
4
Velocità installazione
4
5
1
3
3
Investimento iniziale
5
4
3
3
1
Flessibilità ampliamento
5
5
2
4
3
Sfruttamento free-cooling
1
1
1
3
5
Voto medio
3,4
3,4
2,9
4,1
3,7
* si riferisce alla possibilità di riscaldare alcune stanze e raffreddarne altre contemporaneamente Fonte tabella: Convegno AICARR, 2003 L’impiantistica alberghiera-Parametri di scelta di un impianto di condizionamento (M. Vio, D. Danieli)
36
Sistemi ad aria
#18
5 – consentita
Conclusioni Le caratteristiche e quindi le relative esigenze degli alberghi sono molto variabili e si contraddistinguono a seconda della categoria di appartenenza, del modo di utilizzo (vacanze o business), della stagionalità e del profilo della proprietà (gli standard delle grandi catene alberghiere o le esigenze di piccoli proprietari). Da un lato esistono le esigenze ed i requisiti di benessere e sicurezza da dover assicurare alla clientela, dall’altro le esigenze di minimizzare i costi gestionali a parità di servizio erogato. Queste ultime, oltremodo importanti perché incidono sulla sostenibilità economica dell’attività, sono spesso meno considerate nella fase di progettazione, determinando alcune volte errori di impostazione difficilmente rimediabili dopo la loro realizzazione. È per questo che può risultare utile in fase di studio di fattibilità un confronto misurabile tra le diverse alternative progettuali, con riferimento ai principali parametri di guida gestionali. n * Roberto Bellucci Sessa, ITACA SpA. servizi d’ingegneria
ISSN: 2038-0895
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N. 38 · Anno VII · settembre 2012
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4o Novembre 2012
41 Gennaio 2013
42 Marzo 2013
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44 Settembre 2013
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Accordi con la committenza
Come redigere un OPR
(Owner’s Project Requirements) L’OPR è un documento che permette alla committenza di indicare le proprie richieste e al progettista di verificare il grado di successo nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Per capire come va redatto prendiamo in esame il caso reale di un albergo in ristrutturazione
L’
OPR (Owner’s Project Requirements) è un documento redatto dal proprietario di un immobile in costruzione o ristrutturazione, in cui vengono indicate, secondo quanto previsto dalle Linee Guida ASHRAE, le richieste prestazionali e funzionali e le aspettative d’uso dell’edificio. Si tratta di un documento dinamico che accompagna sia la fase di progettazione sia quella di costruzione e come tale è soggetto a modifiche in relazione allo stato di avanzamento del processo e diventa una sorta di registro con cui il Committente, e le altre parti coinvolte nel processo, possono giudicare il grado di successo nel raggiungimento degli obiettivi prefissati.
38
#18
di Remo Massacesi e Francesco Maiorino*
Requisiti ed obiettivi L’OPR deve esplicitare i seguenti requisiti ed obbiettivi applicabili al progetto: • Requisiti del proprietario e dell’utilizzatore: descrivere lo scopo primario, il programma, la destinazione d’uso del progetto proposto (ad esempio, ufficio con data center) e una storia pertinente del progetto. Specificare eventuali obiettivi generali relativi alle esigenze di programma, di espansione futura, di flessibilità, qualità
dei materiali e costi operativi e di costruzione. • Obiettivi ambientali e di sostenibilità: descrivere eventuali obiettivi ambientali e di sostenibilità • Obiettivi di efficienza energetica: descrivere gli obiettivi di efficienza energetica del progetto, che possono rispondere al Regolamento locale o agli standard Ashrae o
Caratteristiche del BOD (Basis of Design)
• Descrizioni degli impianti • riscaldamento, ventilazione, sistemi di aria condizionata (HVAC meccanico e passivo) e sistemi di controllo • sistemi di illuminazione interna e sistemi di regolazione • impianti domestici di acqua calda • eventuali sistemi di energia rinnovabile (solare, eolica, ecc) • Principali scelte progettuali • Standard presi come riferimento per la progettazione Per quanto riguarda i sistemi impiantistici, il progettista deve specificare:
• ragioni per cui il sistema selezionato è migliore rispetto alle alternative (prendendo in esame ad esempio: comfort, efficienza, affidabilità, flessibilità, semplicità, costo, vincoli del sito, disponibilità di manutenzione, acustica) • scelte progettuali 1.3 Criteri di progettazione • metodo di calcolo del carico / software • condizioni interne, in inverno e d’estate • condizioni interne • codici, linee guida, regolamenti applicabili 1.4 Sequenze operazionali • schede operative, valori di setpoint
1. Sistemi HVAC: 1.1 Descrizione del/i sistema/i: • tipo di sistema, ubicazione, tipo di controllo, caratteristiche di efficienza, caratteristiche della qualità dell’aria interna, strategie per la riduzione del rumore • descrizione delle modalità con cui il sistema può soddisfare i requisiti espressi dalla committenza 1.2 Motivi della scelta del sistema:
2. Sistema di illuminazione interna 2.1 Descrizione del/i sistema/i • tipo di apparecchiatura • descrizione dei sistemi di controllo selezionati 2.2 Motivi della scelta del sistema: • ragioni per cui il sistema selezionato è migliore rispetto alle alternative (prendendo in esame, ad esempio, comfort, efficienza, affidabilità, flessibilità, semplicità,
Il documento Bod deve specificare:
alla certificazione di sostenibilità ambientale. Descrivere eventuali obiettivi o requisiti in merito a: localizzazione, paesaggio, facciate, superfici trasparenti, caratteristiche di tetto e facciata che possono incidere sul consumo energetico • Requisiti di qualità ambientale interna: considerando applicabilità ed appropriatezza, descrivere, per ciascun programma/area di utilizzo, la destinazione d’uso, le previsioni occupazionali, i requisiti spaziali (compresi illuminazione, temperatura operativa, umidità, acustica, qualità dell’aria, ventilazione e criteri di filtraggio), particolari desideri in merito all’usabilità dei sistemi di controllo o a un determinato tipo di illuminazione. • Aspettative per attrezzature
e sistemi: considerando applicabilità ed appropriatezza, descrivere il livello desiderato di qualità, affidabilità, tipologia, automazione, flessibilità e manutenzione per ciascuno dei sistemi commissionati. Specificare, se noti, precisi obiettivi di efficienza, tecnologie desiderate, o preferenza in merito ai produttori di sistemi di costruzione • Requisiti degli occupanti dell’edificio e del personale addetto alla gestione degli impianti: descrivere in che modo l’impianto sarà gestito e da chi. Descrivere il livello desiderato di formazione e di orientamento necessario per gli occupanti dell’edificio per comprendere e utilizzare i sistemi di costruzione.
Il documento dei progettisti Per esprimere il grado di fattibilità delle richieste avanzate dalla committenza, i progettisti devono compilare un documento, chiamato BOD (Basis of Design), che deve riassumere le scelte
Tre modi per stilare un OPR
Esistono principalmente tre modi per sviluppare i requisiti di un Opr: • Indagine • Intervista • Workshop L’indagine è impersonale e può non rappresentare tutte le richieste/esigenze, ma può essere un buon modo per introdurre lo sviluppo del documento. L’intervista è limitativa, perché si riduce al pensiero di pochi partecipanti, ma può essere l’occasione per coinvolgere coloro che non hanno mai assistito allo sviluppo del documento. Il workshop offre una situazione dinamica, che coinvolge un elevato numero di
costo, integrazione con luce solare) • scelte progettuali 2.3 Criteri di progettazione • codici, linee guida, regolamenti applicabili • calcolo delle condizioni dell’illuminazione 3. Sistema di acqua calda sanitaria 3.1 Descrizione del/i sistema/i • tipo di impianto, ubicazione, sistema di controllo, caratteristiche di efficienza, benefici ambientali • descrizione delle modalità con cui il sistema può rispettare le esigenze della committenza 3.2 Motivi della scelta del sistema: • ragioni per cui il sistema selezionato è migliore rispetto alle alternative (prendendo in esame: efficienza, affidabilità, costrizioni spaziali, costo, pratiche manutentive) • scelte progettuali 3.3 Criteri di progettazione • temperatura/e del sistema di distribuzione dell’acqua • temperatura/e del sistema di stoccaggio dell’acqua • codici, linee guida, regolamenti applicabili
progettuali che si vogliono intraprendere (compresa una descrizione dei sistemi impiantistici) e i criteri che verranno adottati per venire incontro alle esigenze del proprietario. La Commissioning Authority ha l’onere di confrontare i contenuti del BOD con quelli dell’OPR e di riesaminare o rivedere eventuali discordanze del progetto condividendo la soluzione adottata con il Committente.
Come può l’OPR migliorare progettazione e costruzione? L’Opr è uno strumento utile al proprietario per stabilire alcuni standard qualitativi progettuali e serve da base per valutare se la progettazione e la costruzione è stata completata. Non essendo un documento statico, l’Opr può evolvere di pari passo alla progettazione, includendo anche le opinioni di architetti e ingegneri. La Commissioning Authority, oltre a verificare la congruenza fra il progetto e le richieste della committenza, offre un servizio di assistenza alla stesura del documento.
partecipanti chiamati a offrire un contributo. L’interazione consente lo sviluppo di nuove idee che altrimenti non avrebbero luogo per essere esposte. Il laboratorio dovrebbe strutturarsi in due fasi: • una preliminare atta a stimolare idee e pensieri • una successiva per l’espressione di ulteriori riflessioni Il workshop dovrebbe essere aperto alla partecipazione di: • proprietario • futuri occupanti dell’edificio • architetto/ingegnere • personale addetto alla gestione e manutenzione degli impianti
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Il processo di commissioning Per comprendere come e attraverso quali fasi la Commissioning Authority utilizza l’Opr, ci rifacciamo al seguente schema riassuntivo: Pre-design Phase • Selezionare una CxA (Commissioning Authority) • Revisionare l’OPR • Preparare un piano Cx (Commissioning Plan) con obbiettivi di budget • Preparare un piano Cx con obiettivi di progettazione Design Phase • Revisione del Bod
Caso studio reale
Viene di seguito illustrato un caso reale in cui il complesso in oggetto, da ristrutturare, è destinato ad albergo ed è caratterizzato da: • Piano secondo interrato: spogliatoi, lavanderia, locale rifiuti, locali tecnici; • Piano primo interrato: sale conferenze, locali adibiti a cucina (preparazione, cottura, lavaggio e deposito); • Piano terra: hall, lounge; • Piano ammezzato: ristorante, bar/caffetteria; • Piani 1º, 2º, 3º, 4º, 5º, 6º, 7º, 8º e 9º: camere; • Piano 10º: fitness; • Piano copertura: locali tecnici.
Requisiti della committenza L’obbiettivo del committente è quello di avere un’opera che raggiunga obbiettivi in termini di budget, classe energetica desiderata e tempistica. La committenza deve ipotizzare delle tempistiche inerenti: avvio della progettazione preliminare, conclusione della progettazione esecutiva, avvio della costruzione/ristrutturazione, riconsegna dell’edificio. L’OPR può inoltre fissare la data prevista per l’inaugurazione del complesso, evidenziando che non saranno tollerati ritardi di nessuna natura. Per quanto concerne il caso in esame, la Committenza ha evidenziato interesse nei confronti della Normativa NZEB – Edificio ad Energia Quasi Zero coerentemente con la Direttiva Europea 2010-31 – UE finalizzata a: • Ridurre il riscaldamento, il raffrescamento ed i carichi di illuminazione attraverso una progettazione olistica adattata al clima e finalizzata alla realizzazione di un involucro edilizio ad altissima prestazione; • Utilizzare fonti energetiche rinnovabili o ad alta efficienza tali da minimizzare il consumo da fonte non rinnovabile e la produzione di CO2; • Selezionare sistemi di climatizzazione (HVAC) e di illuminazione efficienti e che siano in grado di gestire correttamente condizioni di carico parziale e soddisfare i requisiti di interfacciamento con il sistema energetico locale mediante l’utilizzo di
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• Perfezionamento della portata del lavoro prevista dal Cx • Eseguire un esame del progetto • Preparare un Piano di costruzione • Preparare specifiche per la fase di commissiong Construction Phase • Partecipare alla conferenza sulla fase pre-costruttiva • Aggiornare il piano Cx • Rivedere la documentazione richiesta • Rivedere i sistemi di testing • Curare la formazione del personale addetto alla gestione degli impiantistiche
• Condurre test sulle prestazioni funzionali • Preparare una relazione finale e manuali dei sistemi Post-occupancy Phase • Eseguire una valutazione post-occupazionale • Eseguire test fuori stagione • Documentare eventuali problemi di garanzia • Revisionare /coordinare la messa in servizio
sistemi integrati di produzione e distribuzione di energia termica ed elettrica (cogenerazione, celle a combustibile, accumuli termici, etc.) per la riduzione dei picchi e l’ottimizzazione economico-tariffaria; • Ottimizzare sia le prestazioni energetiche utilizzando programmi di modellazione energetica per il tramite di simulazioni dinamiche sia le strategie di controllo del sistema mediante l’impiego di appositi sensori per controllare i carichi sulla base del profilo di occupazione e delle disponibilità di risorse naturali. Avendo preliminarmente ipotizzato, sulla scorta di una ottimizzazione dei fabbisogni ottenibili per il tramite di elevate prestazioni dell’involucro, di puntare sulle seguenti tecnologie: • Gruppi polivalenti ad aria per la produzione contemporanea di fluidi caldi e freddi • Pompa di calore dedicata alla produzione di acqua calda sanitaria • Accumulo termico • Centrali di trattamento aria dotate di recupero del tipo termodinamico ad elevato rendimento Saranno analizzate le seguenti opzioni: • Solare termico • Solare fotovoltaico • Cogenerazione nell’ottica dei seguenti vincoli:
• Spazi tecnici • Emissioni • Modalità di costruzione dell’edificio • Impatto acustico • Complessità di installazione e funzionamento • Corrispondenza tra carichi termici ed elettrici • Condizioni climatiche locali esterne • IAQ ambienti interni • Classe energetica A • Extra costo nei confronti di soluzioni “tradizionali” • Prezzi dell’energia elettrica e degli altri combustibili Sulla scorta dell’analisi di fattibilità, gli eventuali adeguamenti impiantistici saranno recepiti in fase di progettazione definitiva.
IDENTIFICAZIONE Sale convegni Ristorante Bar Cucina
Impianti meccanici Nella struttura in oggetto, risulta disponibile la fornitura di energia elettrica, energia termica (teleriscaldamento durante l’intero anno) e acqua per usi potabili. Da un punto di vista gestionale, i profili di utilizzo delle varie utenze sono da ritenersi
TIPOLOGIA IMPIANTISTICA Impianti a tutt'aria
Soluzione proposta: soffitti radianti e aria primaria Soluzione alternativa: condizionatori Soluzione proposta:soffitti radianti e aria primaria Camere Soluzione alternativa: ventilconvettori e aria primaria Servizi igienici Termoarredo ed estrazione aria Soluzione proposta:soffitti radianti e aria primaria Area fitness Soluzione alternativa: impianto a tutt'aria Tabella 1 – Soluzioni impiantistiche meccaniche selezionate Hall
Caratteristiche termofisiche degli edifici e utilizzo degli ambienti
indipendenti. La Committenza, nel corso della progettazione, ha evidenziato l’eventuale necessità di contabilizzare i vettori energetici (energia elettrica, termica, frigorifera ed acqua potabile), per ipotetiche utenze tra di loro gestionalmente scorporabili. Entrando nel dettaglio delle soluzioni impiantistiche meccaniche selezionate, si riporta alla Tabella 1.
Per ciò che concerne le caratteristiche termo fisiche dell’involucro, queste dovranno essere compatibili con il livello di certificazione energetica previsto e dovranno raggiungere un determinato livello prestazionale, con interventi da ripartirsi su strutture opache verticali, strutture opache (coperture), strutture opache (pavimenti), involucro trasparente, fattore solare, protezione da irraggiamento.
Occupazione
IDENTIFICAZIONE
persone Hall Sale convegni Ristorante Bar Camere Servizi igienici Area fitness
pers/m2 0,2 0,6 0,6 0,3
Apporto delle persone Wsens Wlat 65 70 65 45 70 95 65 70 65 70
Illuminazione W/m2 15 20 30 20
2
W
150 0,2
10
200
300
I singoli ambienti/zone climatizzati risultano invece caratterizzati dai parametri di uso e di carico endogeno prodotto, esemplificati in Tabella 2.
Condizioni termoigrometriche interne Sottolineando che, secondo quanto richiesto dalla Normativa vigente (UNI 10339) la percentuale massima di persone insoddisfatte non deve superare il 10% equivalente ad una Classe di Benessere B secondo UNI EN ISO 7730, le condizioni termoigrometriche interne suggerite per l’edificio in oggetto sono riassunte in Tabella 3.
Ventilazione e filtrazione Considerando un livello di qualità dell’aria interna media (Livello IDA2) ed una qualità dell’aria esterna moderata (livello ODA2), sono stati estrapolati dalla Norma UNI EN 13779 i seguenti valori da rispettarsi (Tabella 4).
Tabella 2 – Parametri di uso e di carico endogeno prodotto nei singoli ambienti Umidificazione dell’aria
Temperature operative ed umidità relative IDENTIFICAZIONE Hall Sale convegni Ristorante Bar Camere Servizi igienici Area fitness Cucina
INVERNO
ESTATE
To (°C)
U.R. (%)
To (°C)
U.R. (%)
20
40
26
55
21 22 19 20
40 NC NC NC
26 NC 22-26 28
55 NC 60 NC
Tollerenza: Temperatura ± 1°C, Umidità relativa ± 10% Tabella 3 – Condizioni termoigrometriche interne suggerite
VENTILAZIONE, FILTRAZIONE E PRESSIONE IDENTIFICAZIONE Ventilazione Filtrazione m3/(h·persona) (classe) Hall Sale convegni Ristorante Bar Camere Area fitness Servizi igienici Camere Servizi igienici a supporto dell'hotel
40 30 45 40 120 50-60
+ + +
100
-
8 vol/h
-
NB: il valore di portata d'aria esterna riferito alle camere è indipendente dal numero di persone Tollerenza portata ± 10% Tabella 4 – Valori di ventilazione e filtrazione da rispettarsi stando alla Norma UNI EN 13779 Nota: Pressione positiva (+) ovvero depressione (-) nei confronti dei locali limitrofi sono intese, salvo dove diversamente indicato, caratterizzati da 0,2 ÷ 0,3 Vol/ambiente-ora
Velocità dell’aria
Per l’ottenimento della Classe B richiesta, la scelta dei sistemi di distribuzione dell’aria dovrà essere fatta tenendo presente quanto prescritto dalla UNI EN ISO 7730 in merito al rischio di correnti d’aria (DR<20) e dalla UNI 10339 per ciò che concerne la velocità residua dell’aria nelle zone occupate. Quest’ultima, secondo la normativa, dovrà essere inferiore a 0,15 m/s nel periodo di riscaldamento e 0,2 m/s nel periodo di raffrescamento.
Acustica
Pressione + +
F6+F8
Al fine di contenere i consumi energetici nel periodo invernale saranno previsti umidificatori adiabatici ad acqua atomizzata ad alta pressione, completi di separatore di gocce tali da assicurare la protezione delle batterie e di tutta la componentistica a valle del sistema di umidificazione dall’attacco corrosivo di acqua demineralizzata.
Fatto salvo eventuali prescrizioni supplementari da parte del Tecnico Acustico si riportano nella tabella sottostante i principali parametri di riferimento per le relative utenze così come suggerito dalla UNI EN 15251.
LIVELLO DI PRESSIONE SONORA (dB(A) Intervallo Valore Hall 35 - 45 40 Sale convegni 30 - 40 35 Ristorante 35 - 50 45 Bar 35 - 50 40 Camere (giorno) 30 - 40 35 Camere (notte) 25 - 35 30 Servizi igienici 40 - 50 45 Area fitness 35 - 50 45 Cucina 40 - 60 55 Tabella 5 – Parametri di riferimento per le relative utenze, stando alla Norma UNI EN 15251 IDENTIFICAZIONE
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Fluidi termovettori Coerentemente con l’impiego di terminali previsti (condizionatori e sistemi radianti), i fluidi termovettori da utilizzarsi per la climatizzazione saranno i seguenti: • acqua calda: 45 - 40°C; • acqua refrigerata per centrali trattamento aria e ventilconvettori: 7 - 12°C; • acqua refrigerata per soffitti radianti: 16 - 18°C;
Fonti energetiche Per ciò che concerne l’approvvigionamento energetico, si suggerisce l’utilizzo in cascata delle seguenti fonti: • Pompe di calore del tipo multifunzione per HVAC; • Pompa di calore dedicata alla produzione di acqua calda sanitaria (ACS); • Caldaia a condensazione quale emergenza all’impianto di riscaldamento e produzione ACS previsto; • Pannelli fotovoltaici finalizzato al rispetto della Direttiva RES (potenza installata minima, in kW, pari ad 1/80 della superficie in pianta dell’edificio)
Leggi e decreti
• Eventuale cogenerazione in relazione alle risultanze dello studio di prefattibilità tecnico-economico derivante dall’applicazione della Normativa Europea NZEB.
Impianti idrosanitari e di scarico Mentre l’ubicazione e la tipologia degli apparecchi sanitari previsti saranno identificati negli elaborati grafici di progetto, le caratteristiche tipologiche e dimensionali degli apparecchi saranno definite in collaborazione con i progettisti architettonici dell’intervento e dovranno rispettare eventuali richieste fornite dalla Committenza. Nel caso in oggetto si è fatta esplicita richiesta di rubinetteria corredata di aeratori per riduzione della portata erogata e cassette di risciacquo corredate di doppio pulsante (3/6 l). L’acqua calda sanitaria sarà prodotta centralmente e saranno previsti trattamenti termici e/o chimici per la prevenzione contro la legionellosi.
Impianti di estinzione incendi
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Impianti meccanici, leggi e norme di riferimento Gli impianti saranno realizzati in ogni loro parte e nel loro insieme in conformità alle leggi, norme, pre scrizioni, regolamentazioni e raccomandazioni emanate dagli enti, agenti in campo nazionale e locale, preposti per legge al controllo ed alla sorveglianza della regolarità della loro esecuzione. Nel box è riportato un elenco, indicativo e non esaustivo, delle principali norme da osservare. n * Remo Massacesi e Francesco Maiorino, Studio Ing. Remo Massacesi S.r.l.
Il dimensionamento idraulico delle reti e dei
• Legge 9 gennaio 1991 n. 9. Norme per l’attuazione del nuovo Piano energetico nazionale: in materia di uso razionale dell’energia di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia e smi. • Legge 9 gennaio 1991 n. 10. Norme per l’attuazione del nuovo Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia. • DPCM 1 marzo 1991. Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno. • DPR 26 agosto 1993 n. 412. Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del mantenimento dei consumi di energia, in attuazione dell’art. 4, comma 4, della Legge 9 gennaio 1991, n. 10. • Direttiva 97/23/CE PED. Direttiva 97/23/CE PED sugli apparecchi in pressione Recepita in Italia con D. Lgs. 25/02/2000 n°93. • Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192. Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia. • Decreto Legislativo 29 dicembre 2006, n. 311. Disposizioni correttive ed integrative al D.Lgs. 19 agosto 2005, n° 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell’edilizia. • D. Lgs. 37/2008. Regolamento concernente l’attuazione dell’art. 11-quaterdecies, comma 13, lettera a), della L. 248 del 02/12/2005, recante il riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici (ex L. 46/1990 – in vigore dal 27/03/2008). • D. Lgs. 81/2008. Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n° 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. • DPR 2 aprile 2009 n. 59. Regolamento di attuazione dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia. • D. Lgs. 3 marzo 2011, n. 28 Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE. • Legge Regione Lombardia 2/05/2007, n. 13 Disposizioni in materia di rendimento energetico nell’edilizia
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terminali sarà effettuato in funzione dei contenuti della pratica di prevenzione incendi approvata dai VVFF.
Norme UNI
• UNI EN 378-1/2012. Impianti di refrigerazione e pompe di calore. Requisiti di sicurezza ed ambientali. Requisiti di base, definizioni, classificazione e criteri di selezione. • UNI EN 378-2/2012. Impianti di refrigerazione e pompe di calore. Requisiti di sicurezza ed ambientali. Progettazione, costruzione, prove, marcatura e documentazione. • UNI EN 378-3/2012. Impianti di refrigerazione e pompe di calore. Requisiti di sicurezza ed ambientali. Installazione in sito e protezione delle persone. • UNI EN 378-4/2012. Impianti di refrigerazione e pompe di calore. Requisiti di sicurezza ed ambientali. Esercizio, manutenzione, riparazione e riutilizzo. • UNI 8199/1998. Acustica. Collaudo acustico degli impianti di climatizzazione e ventilazione. Linee guida contrattuali e modalità di misurazione. • UNI 9182/2012. Edilizia. Impianti di alimentazione e distribuzione d’acqua fredda e calda – Criteri di progettazione, collaudo e gestione. • UNI EN 806-1/2008. Edilizia. Specifiche relative agli impianti all’interno di edifici per il convogliamento di acque destinate al consumo umano – Parte 1: Generalità. • UNI EN 806-2/2008. Edilizia. Specifiche relative agli impianti all’interno di edifici per il convogliamento di acque destinate al consumo umano – Parte 2: Progettazione. • UNI EN 806-3/2008. Edilizia. Specifiche relative agli impianti all’interno di edifici per il convogliamento di acque destinate al consumo umano – Parte 3: Dimensionamento delle tubazioni – Metodo semplificato. • UNI EN 12056-1/2001. Sistemi di scarico funzionanti a gravità all’interno di edifici. Requisiti generali e prestazioni. • UNI EN 12056-5/2001. Sistemi di scarico funzionanti a gravità all’interno di edifici. Installazione e prove, istruzioni per l’esercizio, la manutenzione e l’uso. • UNI EN 12056-3/2001. Sistemi di scarico funzionanti a gravità all’interno degli edifici. Sistemi per l’evacuazione delle acque meteoriche, progettazione e calcolo. • UNI 10339/1995 – Impianti aeraulici al fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole per la richiesta d’offerta, l’offerta, l’ordine e la fornitura. • UNI EN 13779/2008 – Ventilazione degli edifici non residenziali. Requisiti di prestazione per i sistemi di ventilazione e di climatizzazione. • UNI EN 12845:2005. Installazioni fisse antincendio – Sistemi automatici a sprinkler – Progettazione, installazione e manutenzione. • UNI EN 15251. Criteri per la progettazione dell’ambiente interno e per la valutazione della prestazione energetica degli edifici, in relazione alla qualità dell’aria interna, all’ambiente termico, all’illuminazione e all’acustica.
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Ventilazione
Manutenzione igienica degli impianti aeraulici nelle strutture ricettive Per una corretta gestione dell’areazione negli alberghi, oltre al rispetto della vigente normativa, sono necessari una costante manutenzione igienica e un approccio progettuale più moderno di Franco Innocenzi*
L’
albergo è molto più che un semplice edificio. È
un vero e proprio “sistema” articolato ed in continua evoluzione, un’azienda complessa, con una pluralità di attività che esulano dal core-business, che è l’offerta di ospitalità, ma che con esso sono in connessione tanto stretta da determinarne la qualità complessiva.
L’importanza della qualità dell’aria Nel sistema-albergo, inteso come struttura organica costituita da una serie di elementi, compresi quelli architettonici e impiantistici, la qualità dell’aria è uno dei fattori a cui porre maggiore attenzione, attraverso un’azione di costante monitoraggio. Diverse sono le soluzioni finora elaborate per progettare e gestire la qualità dell’aria e a tale proposito
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è necessario avere chiari, fin da subito, i vincoli ed il contesto in cui si opera e ci si deve muovere. È evidente infatti che, in un ambiente confinato e climatizzato come l’albergo, la qualità dell’aria non è un elemento da dare per scontato, anche perché è responsabile della salute e della sicurezza sia degli ospiti che del personale alberghiero. In un ambiente climatizzato, infatti, la pulizia e la bonifica degli interi circuiti aeraulici sono il miglior mezzo di prevenzione per la salute delle persone che frequentano questo “habitat“. È il caso di sottolineare quanto ormai rilevato da tutta la cultura tecnica internazionale del settore e cioè che gli operatori in un ambiente sano riescano a lavorare meglio, riducendo le assenze e migliorando la qualità di vita.
Inoltre, il mantenimento di condizioni igieniche accettabili dei circuiti aeraulici, contribuisce a mantenere ridotti livelli di rischio di contrarre infezioni da parte degli ospiti. Teniamo presente, infatti, che gli alberghi sono sempre più il crocevia di viaggiatori provenienti da diversi paesi e con abitudini igieniche differenti. Ma questo è solo l’inizio: la completa integrazione tra edificio, strutture, impianti, tecnologie e attività svolte impone, fra l’altro, una continua evoluzione dei riferimenti normativi e dei modelli e, di
Fonti normative e organi di controllo
Le leggi in questo campo non mancano: il pericolo della diffusione di agenti patogeni di vario tipo è espressamente tenuto sotto controllo da varie fonti normative. Il documento (n. 2636 del 5 ottobre 2006) della Conferenza Stato Regioni dal titolo “Schema di linee guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione” fa chiarezza nel mondo dell’ispezione, manutenzione e bonifica degli impianti aeraulici e di climatizzazione. Inoltre, il Decreto Legislativo n. 81/2008 (Testo Unico Sicurezza) nel Titolo II all’art. 63 afferma testualmente: “Il datore di lavoro provvede affinchè (Comma C) i luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi vengano sottoposti a regolare manutenzione tecnica e vengano eliminati, quanto più rapidamente possibile, i difetti rilevati che possano pregiudicare la sicurezza e la salute dei lavoratori” e al “(Comma D) i luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi vengano sottoposti a regolare pulitura, onde assicurare condizioni igieniche adeguate”. Sempre il DL 81/08 all’Allegato IV (1.9.1.4) espressamente recita: “gli stessi impianti devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori” e al successivo (1.9.1.5) “Qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all’inquinamento dell’aria respirata deve essere eliminato rapidamente”. Oltre a questi atti prodotti dalla legislazione nazionale, esistono svariate leggi regionali, aventi come oggetto non soltanto gli impianti ad aria ma anche il problema della legionella:
pari passo, degli ambienti connessi. I nuovi modelli (attività, strutture, ecc.) permettono al personale di operare nelle migliori condizioni di esercizio della propria professionalità, a diretto vantaggio degli ospiti e della produttività operativa. Il personale sviluppa sempre più, in termini di efficacia delle prestazioni, un continuo affinamento dell’antico mestiere di ospitare, nel prendersi cura delle esigenze di benessere delle persone e dell’ambiente.
Ispezioni tecniche, un concreto supporto se svolte correttamente In questo scenario le ispezioni tecniche possono aiutare a sostanziare il corretto funzionamento e l’efficacia degli interventi di manutenzione igienica sugli
• Legge Regionale Liguria n. 24 del 2 luglio 2002 (Disciplina per la costruzione, installazione, manutenzione e pulizia degli impianti aeraulici) e il suo successivo Regolamento • Determinazione Regione Piemonte n.109 del 4 marzo 2008 (Raccomandazioni per la sorveglianza, la prevenzione ed il controllo delle polmoniti da legionella) • Deliberazione della Giunta Regionale Emilia Romagna n. 1115 del 21 luglio 2008 (Linee guida per la sorveglianza e il controllo della legionellosi) • Legge Regionale Puglia n. 45 del 23 dicembre 2008 (Norme in materia sanitaria) • Decreto Regione Lombardia n. 1751 del 24 febbraio 2009 (Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi) • Legge Regionale Molise n. 15 del 13 luglio 2011 (Norme per la prevenzione della diffusione delle malattie infettive) La vigilanza sul rispetto delle normative è di competenza degli Ispettori delle Aziende Sanitarie Locali, con il servizio SPRESAL, che la esercitano secondo la procedura prevista dagli articoli 20 e 21 del Decreto Legislativo 19-12-1994 n. 758. Le fonti normative vigenti che regolano la materia e le possibili conseguenze derivanti dalla loro trasgressione aprono, indubbiamente, inediti scenari di sviluppo per la creazione di figure tecniche dotate di specifici profili professionali. Questo perché soltanto un circuito di condotte perfettamente pulito, attraverso interventi mirati eseguiti da esperti professionisti ed imprese qualificate in possesso di apparecchiature tecnologicamente avanzate, possono garantire l’eliminazione di contaminanti fisici, chimici e biologici.
impianti aeraulici in ambito alberghiero; per contro le indagini, oltre che rappresentare un costo aggiuntivo rispetto alla normale conduzione degli impianti, sono spesso complicate dall’incertezza dei riferimenti e dei parametri da adottare per la valutazione dei risultati e da una conoscenza poco approfondita dei problemi. Per fare un esempio: spesso si tende ad attribuire erroneamente al circuito aeraulico la responsabilità della generazione del batterio della legionella e, di conseguenza, gli operatori dedicano solo a quell’aspetto la loro attenzione nell’approccio manutentivo. È indubbio, tuttavia, che il miglior modo di tenere sotto controllo il ruolo che svolge un sistema aeraulico è quello di indagare i suoi parametri, con una verifica periodica riferita alla sua integrità strutturale (stato di conservazione dei suoi componenti come l’unità di trattamento dell’aria, il circuito di condotte, l’isolamento termico, i componenti di linea intermedi ed i terminali di diffusione e ripresa dell’aria), così come la sua capacità funzionale (verifica dei parametri di temperatura
Hygienic handling of hotel’s aeraulic system
The hotel is more than just a building. It’s a complex structure consisting of a series of elements, including architecture and plant design, which help to define the overall quality. The ventilation system is a key element to be taken into account, because the air quality has a profound impact on the wellness of guests and staff. In order to achieve a proper operation of the air flow system, it’s important to respect the current regolations, to carry out a constant hygienic handling and to develop a more modern design approach. Keywords: ventilation system, hygienic handling
e di umidità relativa e, in alcuni casi, del livello di filtrazione dell’aria) e, infine, analizzando se nel tempo il sistema ha subito cambiamenti in merito al livello di contaminazione biologica (analisi in punti critici del livello di carica batterica, micetica o di altre specie che una corretta ispezione tecnica può aver fatto supporre di cercare).
Norme tecniche e armonizzazione Le fonti normative (si veda il box) ci dicono cosa dobbiamo fare per essere conformi alla legislazione nazionale vigente, ma esistono anche le norme tecniche che specificano quali siano le pratiche di “buona regola dell’arte” da seguire. Le norme tecniche sono di provenienza europea e di provenienza nazionale e dovrebbero essere, contemporaneamente, coerenti tra loro e conformi a quanto dispongono le fonti normative nazionali. Ma così non è. Le norme di provenienza europea nel settore della manutenzione igienica sono sostanzialmente due. La UNI EN 12097, riferita al dimensionamento e posizionamento dei varchi di accesso ai circuiti aeraulici (portine d’ispezione), e la UNI EN 15780 del 2011 che invece si occupa compiutamente della pulizia dei sistemi di ventilazione e analizza come valutare la necessità della pulizia (visualizzazione, misure), definisce le classi di qualità della pulizia (bassa, media, alta in base alla tipologia di edificio servito) e quali siano gli intervalli di tempo tra ispezioni successive. Nel contempo, la UNI in Italia si occupa di normare le attività di manutenzione generale, con il risultato che nel 2011 è stata emanata la
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Figura1 – Condotto aeraulico, prima e dopo la pulizia
Figura 2 – Batteria di scambio termico, prima e dopo la pulizia
UNI 11420 dove sono previste tre figure di operatori coinvolti nella manutenzione igienica, contro le due figure previste in tutte le altre norme e provvedimenti legislativi. Allo stesso tempo, le leggi regionali presenti in Italia espongono valori limite diversi tra loro e diversi anche dalle norme tecniche europee. È indispensabile porre rimedio a questo problema, soprattutto ai fini della formazione tecnica degli operatori, per realizzare un salto di qualità significativo nell’esecuzione degli interventi di manutenzione igienica.
Piano di Manutenzione e Progetto di Bonifica Il Piano di Manutenzione è ormai un documento ufficiale di progetto, che accompagna la consegna della documentazione finale alla Committenza. Oltre al piano, anche la predisposizione del Libretto di Impianto, che accompagnerà lo stesso durante tutta la sua vita operativa, è un fatto ormai consolidato. Questi documenti sono frutto della fase di progettazione e dei comportamenti dell’impianto nel tempo così come “presunti” dal Progettista. Ogni impianto, tuttavia, è soggetto ad una sua vita operativa, condizionata da ciò che effettivamente accade nei locali serviti, dallo svolgimento di una corretta manutenzione ordinaria e dalle sue modalità di funzionamento; a questo bisogna
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aggiungere che nel corso della vita dell’impianto molte sono le figure con le quali esso viene a contatto (RSPP, manutentore, conduttore, Progettista di interventi di modifica, ecc.). In caso di attività finalizzate alla manutenzione igienica bisogna operare seguendo un Progetto di Bonifica condiviso da tutte le figure professionali preposte, siano esse interne che esterne. Il Progetto di Bonifica deve essere redatto al momento in cui si rende necessario e deve tenere conto soprattutto della sua storia, oltre che dei parametri di progetto. Un corretto Progetto di Bonifica analizza tutta la vita dell’edificio nel quale l’impianto è inserito, selezionando modalità di intervento, tempistiche, zone di delimitazione e tutti gli altri parametri che consentano l’effettuazione dell’intervento in piena sicurezza, sia per chi opera che per chi abiterà di nuovo gli ambienti sottoposti ad intervento.
Cross contamination, un pericolo concreto Naturalmente, durante il processo di bonifica, l’impianto deve essere mantenuto in stato di fermo e tutti i terminali di diffusione e ripresa dell’aria devono essere sigillati, per evitare possibili contaminazioni tra ciò che è presente all’interno delle condotte di trasporto dell’aria e l’ambiente indoor nel quale si effettua l’intervento.
La contaminazione trasversale (cross contamination) è un pericolo reale, sempre presente, ma soprattutto se i lavori sono eseguiti da personale non istruito e qualificato. A partire dalle cose apparentemente più banali: è opportuno e necessario, ad esempio, non solo delimitare l’area di lavoro con opportuna segnaletica ma anche “isolare” la zona operativa dal resto dell’ambiente per evitare di contaminarlo impropriamente. Le procedure americane (NADCA ACR 2006) prevedono l’utilizzo di ben quattro livelli di contenimento, sempre più accurati e approfonditi in funzione del tipo di contaminazione che una corretta Ispezione Tecnica dell’impianto aeraulico ha segnalato. Le corrette procedure, poi, prevedono che la pulizia dell’impianto aeraulico sia condotta in modo da seguire il flusso dell’aria, e quindi a partire dalla bocchetta di presa aria esterna, passando dall’unità di trattamento aria fino all’ultima bocchetta di immissione dell’aria. Le unità di trattamento dell’aria
Per questo è importante, anche in questo settore, l’approccio corretto alla comprensione del problema e alla esplicazione dell’attività, approccio che sicuramente merita più attenzione rispetto alla scelta della tecnologia utilizzata.
Manutenzione igienica e approccio progettuale più moderno
Figura 3 – Elettrospazzola. Comandata da un operatore specializzato, durante la roteazione l’elettrospazzola solleva e tiene in sospensione tutto ciò che si trova all’interno dei canali d’aria devono essere ispezionate e pulite in ogni loro parte, evitando di danneggiare i singoli componenti.
Modalità operative e tecnologia Nell’ambito delle procedure, inoltre, è fondamentale l’utilizzo di una tecnica di rimozione dei contaminanti che deve essere comunque meccanica. La tecnologia
Il ruolo di AIISA
riveste un ruolo importante, ma la conoscenza e la cultura specifiche sono sicuramente fondamentali e basilari. Si può scegliere di utilizzare un tipo di tecnologia o un altro (ad esempio la spazzolatura o l’aria compressa o l’aspirazione diretta delle superfici) ma la cosa importante è che si sappia sempre qual è il modo migliore per operare con tutte le precauzioni per la sicurezza degli operatori e, soprattutto degli occupanti gli spazi confinanti.
L’Associazione Italiana degli Igienisti dei Sistemi Aeraulici rappresenta, in questo caso, una vera garanzia: i soci ordinari, più di settanta aziende presenti su tutto il territorio nazionale, si impegnano infatti ad eseguire le loro prestazioni professionali in accordo a quanto raccomandato dagli standards internazionali più accreditati, quelli della NADCA statunitense (National Air Ducts Cleaning Association), promuovendo corsi e certificazioni specifiche per il personale operativo. Le procedure NADCA sono usate da oltre vent’anni e citate in Italia da tutti i riferimenti normativi attuali. Lo sono anche in un documento che il Ministero del Lavoro è in procinto di emanare (oggetto, fra l’altro, di una recente circolare di Federalberghi). Il documento mira proprio alla valutazione dei requisiti igienici degli impianti di trattamento dell’aria in applicazione di quanto previsto dal citato Testo Unico sulla sicurezza che obbliga il datore di lavoro alla regolare manutenzione e pulitura degli impianti aeraulici. L’AIISA richiede a tutti i propri associati di emettere alla fine dello svolgimento dell’intervento di bonifica di un impianto aeraulico una “Dichiarazione di Ottemperanza” con la quale viene richiesto al Cliente dell’azienda che effettua l’intervento di confermare che la stessa ha proceduto secondo principi conformi a quanto richiesto dalle norme tecniche. Accanto alla firma del Cliente, deve essere apposta anche la firma dell’Operatore Professionale (ASCS), ad ulteriore conferma di quanto dichiarato.
Alla luce dell’importanza che viene sempre più assegnata alla manutenzione igienica nella conservazione nel tempo delle capacità di tutti i sistemi impiantistici in ambiti complessi e integrati come sono quelli delle strutture ricettive, occorre rivedere i parametri di progettazione impiantistica, assegnando a tutte le problematiche il giusto grado di importanza. I grandi impianti a servizio di tutta una struttura si rivelano inadeguati laddove bisogna intervenire con impianto spento, per evitare che tutta la struttura ricettiva resti ferma a causa della manutenzione: immaginiamo un grande albergo a più piani con un solo impianto di aria primaria, oppure un impianto a tutt’aria a servizio di più di una sala conferenze, con la conseguenza di fermare tutto in caso di manutenzione. Allo stesso modo, non è più pensabile di continuare a relegare i locali tecnici in ambiti angusti, senza i minimi requisiti per attuare una manutenzione accettabile. Infatti, spesso i locali sono difficilmente raggiungibili anche per i manutentori. Infine, la norma UNI EN 12097 è ormai operativa da alcuni anni, ma la realtà quotidiana ci mostra che i varchi d’accesso nei circuiti aeraulici non sono presi in considerazione e continuano ad essere attività delle aziende che attuano la bonifica piuttosto che, come vorrebbe la norma, attività collegata alla prima installazione degli impianti. L’assenza di accorgimenti come quelli sopra descritti viene giustificata sempre con la necessità di contenere i costi di installazione, che, alla fine, si traduce inevitabilmente in aumento dei costi di manutenzione. Al contrario, i Progettisti e gli Installatori di impianti accorti sanno, grazie a riviste specializzate, a convegni, a corsi di formazione che una batteria di scambio termico mantenuta in buono stato di pulizia può produrre un risparmio di energia primaria anche pari al 40% del consumo totale sull’unità di tempo e che tale approccio è assolutamente in linea con tutte le norme tecniche sul risparmio energetico che si stanno emanando. n * Franco Innocenzi, Componente CTI GL 501 – Impianti di raffrescamento: ventilazione e condizionamento SG 7 Interfaccia nazionale con TC 156 WG 3; Vice Presidente A.I.I.S.A (Associazione Italiana Igienisti Sistemi Aeraulici); Consigliere As.A.P.I.A. (Associazione Nazionale aziende produttrici di Condotte e Componenti per Impianti Aeraulici)
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Inchiesta pubblica
Il nuovo standard sulla legionella Proposto da ASHRAE lo Standard 188P: analisi dei rischi e dei punti critici di controllo della legionella negli impianti idrici
di Matthew R. Freije*
A
causa della “malattia del legionario”, che può
essere fatale nel 5%-30% dei casi (fonte: Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta), ogni anno negli Stati Uniti vengono ricoverate negli ospedali dalle 8.000 alle 18.000 persone. Il colpevole è la legionella, batterio spesso presente negli impianti idrici che può causare anche una patologia meno grave chiamata febbre di Pontiac. Per prevenire la legionellosi associata agli impianti idrici negli edifici, ANSI/ASHRAE hanno proposto lo Standard 188P, Prevention of Legionellosis Associated with Building Water Systems, che prescrive un’analisi dei rischi e dei punti critici di controllo (HACCP) della legionella per ospedali, case di cura, uffici, condomini, alberghi e altri edifici con 10 o più piani (n.d.r. questa è una suddivisione tipica statunitense che non preclude comunque il coinvolgimento di edifici più bassi). L’analisi va altresì prevista ove c’è produzione di acqua calda sanitaria centralizzata, o una fornitura di acqua in ingresso all’edificio con una concentrazione di cloro inferiore a 0,5 ppm. Lo Standard, che avrebbe dovuto uscire entro la fine del 2012, ora metà 2013, farà riferimento alle metodologie HACCP anche nella manutenzione
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delle torri di raffreddamento, delle vasche idromassaggio, delle fontane ornamentali, dei nebulizzatori, dei lavatori aria e degli umidificatori. La responsabilità per il rispetto della nuova norma ASHRAE ricadrà soprattutto sui proprietari di immobili e sugli operatori, ma influirà anche su architetti, ingegneri, imprenditori e imprese di trattamento delle acque. Lo Standard 188 è il primo standard ANSI/ASHRAE che si occupa di questo argomento ed è anche il primo a ricevere ampi consensi e supporti da parte di agenzie governative, esperti e gruppi industriali.
Cos’è un Water Plan HACCP? Usato per anni nel settore alimentare, il processo HACCP dal 2007 è stato proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nella gestione di impianti idrici negli edifici per il controllo del batterio della legionella. Lo sviluppo e l’attuazione di un Water Plan HACCP per la legionella incomincia dall’individuazione dei punti e delle fasi di processo di tutti i sistemi idrici degli edifici. Successivamente, vengono istituite misure di controllo nei punti di più facile accesso e verificate le performance. Da questa analisi sarà possibile
capire se il progetto impostato è efficace nella prevenzione della legionellosi. Lo standard 188 richiede che l’HACCP Water Plan per la legionella includa un elenco di tutti i sistemi idrici e almeno due diagrammi di flusso, uno per l’acqua potabile (interno) e uno per quella non potabile (utility). Per i sistemi che potenzialmente possono ospitare e trasmettere i batteri della legionella, le misure di controllo devono essere descritte nei punti critici di controllo. A titolo di esempio, si consideri un hotel di quattro torri di 15 piani, due piscine, quattro vasche idromassaggio, tre giochi d’acqua, un impianto di raffreddamento ad acqua (quattro sezioni della torre di raffreddamento e quattro refrigeratori), la protezione antincendio, il riscaldamento dell’acqua e i sistemi di irrigazione. Ipotizzando che tutti e quattro gli edifici siano situati sullo stesso
BIBLIOGRAFIA
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Standard 188 e legionellosi Dato che è quasi certo che un impianto d’acqua contaminata sia la causa scatenante la legionellosi, molto spesso quando qualcuno contrae la malattia vengono attivate azioni legali. Supponendo che lo Standard 188 induca all’aumento dell’attuazione di misure di prevenzione della legionella, questo ridurrebbe di conseguenza anche il numero di azioni legali. La letteratura scientifica è piena di segnalazioni di ragionevoli misure di controllo e le tecnologie di disinfezione hanno permesso di ridurre la positività e le concentrazioni di legionella negli impianti idrici; di conseguenza, sarà possibile prevenire nuovi casi di legionellosi associata a questi impianti. Consideriamo ora le vasche idromassaggio: gli ispettori sanitari hanno trovato idromassaggi connessi a legionellosi che erano collegati a una cattiva manutenzione. Questo ha portato allo sviluppo di linee guida per la manutenzione dei centri benessere. La Health Protection Agency di Londra ha riferito nel 2006 che ogni idromassaggio che è stato verificato per una legionellosi non era manutenuto in base alle sue linee guida. La Linea Guida ASHRAE 12-2000, redatta per minimizzare il rischio di legionellosi negli impianti degli edifici, stabilisce che, nelle indagini svolte nei centri benessere, la legionella è stata trovata solo quando i livelli di disinfettante non sono stati adeguatamente mantenuti. Pertanto, il rispetto dei requisiti dello standard 188 potrebbe avere un profondo effetto sulla riduzione di questa malattia.
Standard 188: risparmio economico Se attuato correttamente, lo standard 188 può essere anche redditizio. Il Centro per
Controllo delle Malattie e la Prevenzione (CDC) americano riporta che negli Stati Uniti la legionella è la prima causa di focolai di malattie veicolate dall’acqua ed è anche la più costosa. Il costo medio di un ricovero ospedaliero associato alla legionellosi (dati Medicare 2007) si aggira infatti attorno agli 86.014 dollari. Secondo il CDC, i costi diretti per la malattia vanno da 101 a 321 milioni dollari ogni anno. Inoltre, l’aggiunta dei costi indiretti per il lavoro dipendente perso, in termini di tempo e produttività, porta il totale stimato a più di 1 miliardo di dollari l’anno. Il contenzioso può vertere su un altro costo associato alla legionellosi. Le perdite economiche inoltre possono essere causate dall’eccessiva attenzione dei media, a volte rovinosa, che spesso ha portato alla chiusura permanente di alcuni alberghi a seguito della scoperta di un focolaio. Per i proprietari di edifici applicare le norme significa avviare un Water Plan HACCP della legionella, attuare delle misure di controllo del piano e convalidare l’efficacia della prevenzione della legionellosi. Il costo per ottenere un piano HACCP dipende in parte dal fatto che il proprietario dell’edificio raccolga alcuni dei dati dell’impianto idrico in maniera autonoma oppure affidi il lavoro di raccolta a un fornitore esterno. Ma, in ogni caso, il costo non sarà eccessivo. Inoltre, lo sviluppo del piano HACCP sarà una spesa una tantum, oltre ad alcuni costi per l’aggiornamento periodico. Le implementazioni del piano di controllo possono incrementare i costi previsti per la manutenzione di alcuni edifici; tuttavia, questi costi sono necessari per mettere in essere le misure che avrebbero dovuto essere fatte in ogni caso precedentemente. È irragionevole biasimare lo Standard per l’aumento dei costi associati all’implementazione del piano di manutenzione. La convalida del fatto che il piano HACCP sia effettivamente preventivo per la legionellosi non deve essere costosa. Sebbene le analisi periodiche di test per legionella potrebbe essere un metodo di convalida appropriato per alcuni impianti, lo Standard 188 non lo richiede. Al netto dei costi di manutenzione che si sarebbero comunque dovuti sopportare, quanto costerà lo standard 188? E quanto sarà il risparmio in cure mediche o altro? Per rispondere a queste domande bisognerà aspettare 5-10 anni, quando potrebbero essere disponibili dati più precisi. n * Matthew R. Freije, Member ASHRAE La traduzione del testo di Matthew R. Freije, Member ASHRAE, pubblicato su ASHRAE Journal di Maggio 2012, è stata curata da Sergio La Mura, esperto Aicarr/ASHRAE di prevenzione Legionella, unico membro europeo di questa commissione che ha in redazione lo Standard 188. Attualmente lo standard 188 è nella terza inchiesta pubblica per lettura e commenti fino a Marzo 2013 ed è disponibile direttamente dal sito ASHRAE.
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CASE HistorY Building Information Management
Open data
per un albergo
in divenire Lettura grafica immediata e userfriendly per il controllo dei consumi energetici, degli accessi, e dei dispositivi di sicurezza per le tre strutture ricettive dell’Hotel Excelsior di Limone Piemonte
L’
Hotel Excelsior si trova a Limone Piemonte, località turistica a pochissimi km dal confine con la Francia. Più che una struttura alberghiera è un vero e proprio comprensorio costituito da più strutture collegate in un unico sistema, con un estensione che lo rende più simile a un quartiere di Limone che ad una struttura ricettiva tout court. È soprattutto per questo motivo, aggiunto al fatto che l’Hotel resta una struttura a direzione totalmente familiare, che risulta difficile tenere sotto controllo tutte le tecnologie presenti.
Utilizzo della tecnologia KNX Per permettere ai titolari di gestire comodamente gli impianti è venuta in soccorso la tecnologia KNX. I fattori determinanti per la scelta di questa tecnologia sono stati principalmente:
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di Gianluca Dho*
• La grande disponibilità di prodotti presenti sul mercato di tanti costruttori diversi così da creare un catalogo in grado di coprire tutte le esigenze dei clienti • La garanzia di compatibilità e affidabilità di prodotti certificati e dotati del marchio knx • La linearità e semplicità nella gestione dell’architettura del sistema e del cablaggio • La capacità di gestire funzioni di tipo differente nell’ambito dell’hotel e della building automation • La possibilità di reperire sul mercato gateways verso altri sistemi e altri standard
Sulla base di questi precisi obiettivi, lo studio tecnico Staff Progetti, che si è occupato della progettazione del sistema, ha optato per la scelta del sistema KNX anziché di un sistema alberghiero proprietario in quanto la complessità della struttura e la necessità di flessibilità nella realizzazione e nella gestione del sistema si sono dimostrate decisamente superiori a quelle tipiche di automazione di camera. Tutta l’integrazione
Y Vista ingresso Hotel Excelsior
area rappresenta un blocco fondamentale della struttura ed è stata concepita per poter essere tagliata e trasformarsi in un impianto KNX indipendente in caso di necessità. Le aree oggi presenti sull’impianto sono tre: • Hotel Excelsior • Villa Maria Teresa • Chalets Mignon Ogni area è a sua volta suddivisa in più linee che rappresentano i piani o gli alloggi di ogni area o, come nel caso dell’Hotel Excelsior, i principali elementi del sottosistema (SPA, zona relax, zona conferenze ecc.).
Illuminazione Vista Parziale Villa Maria Teresa
Tutte le luci presenti sull’impianto nelle varie aree sono state realizzate mediante la tecnologia KNX. Negli ambienti comuni sono state utilizzate funzioni per l’efficienza energetica come la rilevazione di presenza e il controllo della luminosità ambientale, mentre la hall e le sale conferenze sono state dotate di dimmer digitali con reattori elettronici 1-10V o DALI attraverso gateway KNX DALI.
Termoregolazione Vista singola Chalets Mignon
tecnologica e la gestione software del sistema sono state affidate a BIG srl.
Compatibilità dei sistemi in una struttura in evoluzione Partendo dell’architettura iniziale, la struttura cresce e cambia di anno in anno seguendo le nuove esigenze e le nuove disponibilità di prodotti per mantenere l’impianto sempre più energeticamente efficiente. Da sette anni l’impianto si evolve ed è stato molto interessante notare nel tempo come i prodotti della prima generazione siano totalmente compatibili con gli ultimi installati. La flessibilità è tale che se le esigenze
Termostati ABB Triton
cambiano o cambia la modalità di gestione del sistema non sono necessarie modifiche sostanziali al sistema di building automation per poter adattare l’impianto alle nuove esigenze. Spesso nelle grandi strutture manca un filo conduttore e si operano scelte settoriali sulla tecnologia, con il risultato di “affogare” l’operatore, affidandogli decine di tecnologie e prodotti su cui lavorare. È necessario riuscire a fare in modo che la scelta sia ponderata e sia possibile dare al cliente un unico sistema con cui gestire la sua struttura. Quando questo non si realizza si verifica quello che spesso succede in impianti di questo tipo: cioè che la tecnologia viene considerata difficile e poco comprensibile e pratica.
Anche la termoregolazione è basata sul sistema KNX e la scelta dei termostati, vagliata dai vari costruttori, è avvenuta sulla base di parametri di efficienza energetica e di estetica dell’ambiente; ogni dettaglio è stato curato per garantire anche la semplicità d’uso e di gestione da parte del cliente. All’interno dell’hotel sono stati utilizzati termostati KNX a cui sono state inibite le funzioni di comando. In questo modo i passanti non hanno la possibilità di agire sul sistema a meno che non sia espressamente abilitata questa funzione attraverso il software di supervisione. A Villa Teresa la scelta del controllo di termoregolazione è ricaduta sui dispositivi Triton che, prodotti dalla ABB, sono molto potenti, versatili e
Un impianto con 680 dispositivi L’impianto realizzato conta ad oggi circa 680 dispositivi KNX distribuiti su un totale di 27 linee. Le linee a loro volta sono suddivise in aree, ogni
Saletta Hotel Excelsior
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Configurazione dali gateway
Schema di collegamento Dali Gateway. L’utilizzo del DALI per la gestione dell’illuminazione risulta conveniente sia sotto il punto di vista economico che sotto quello della praticità in quanto con un unico dispositivo è possibile controllarne fino a 64 e attraverso le caratteristiche del protocollo è possibile dimmerare tutti i punti luce e gestire al meglio la diagnostica di lampade e reattori. Il sistema DALI gestisce però esclusivamente l’illuminazione, mentre l’utilizzo di un sistema integrato KNX-DALI raccoglie il meglio di entrambe le tecnologie e rappresenta un’ottima scelta per il controllo della luce su impianti di building automation
in grado di gestire contemporaneamente le funzionalità di: • Controllo dell’illuminazione programmabile via software • Controllo della termoregolazione • Ricevitore IR per poter controllare l’impianto attraverso un telecomando Questi dispositivi però non erano adatti agli Chalets Mignon, caratterizzati da una combinazione di pietra, vetro e legno. È proprio per non incidere sulle scelte architettoniche effettuate che si è scelto di utilizzare, in queste strutture, termostati KNX Vimar, dispositivi meno invasivi dal punto di vista estetico.
Controllo accessi e tariffazione Una delle costituenti fondamentali del progetto è il sistema di controllo accessi KNX compatibile. In ogni ambiente sono stati disposti un lettore di transponder e una tasca portabadge. Tutte le utenze (come ad esempio le prese della cucina o di altri locali) sono controllate tramite la tasca portabadge e possono essere abilitate o meno dall’albergatore, in base al profilo tariffario scelto dal proprio cliente. In questo modo l’albergatore può fornire optional tecnologici che possono essere velocemente abilitati o disabilitati in base al profilo prescelto per la tessera. Tutte le aree comuni sono controllate attraverso lo stesso sistema di controllo accessi KNX e gli utenti possono avere profili personalizzati per l’accesso alla SPA, alla piscina o ai garage. Per rendere efficiente il sistema di controllo accessi è
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Attraverso il DALI i circuiti possono essere considerati virtuali e non è necessario ricablare il sistema quando si desidera effettuare una riprogrammazione, ma è sufficiente una riconfigurazione del sistema via software senza alcun intervento manuale
Lettori a transponder ABB
o ad una cabina di trattamento può essere associato ad una tariffa e può avvenire in modalità prepagata o carta di credito. Modalità che spesso vengono destinate ai villaggi turistici per evitare il circolo di moneta cartacea all’interno della struttura.
Sicurezza
stato utile lavorare in modo approfondito e curato sulle strategie di accesso per garantire all’albergatore velocità e semplicità nella gestione del sistema, come semplificato in Tabella 1. Molto importante è stato inoltre l’utilizzo di lettori POS dotati di moneta elettronica in alcuni ambienti particolari, attraverso cui è possibile associare un costo ad un accesso in un’area della struttura. Per questo motivo l’accesso alla SPA
La tecnologia può spesso aiutare a rendere più affascinante l’atmosfera della struttura. Motivo per cui nell’Hotel è stato scelto di installare caminetti elettrici a gas, che possono essere accesi a discrezione del cliente o in modo automatico quando si inserisce la tessera all’interno della tasca portabadge. A mezzanotte il dispositivo si spegne per una questione di sicurezza e di contenimento dei consumi.
White list
Permette di definire chi è abilitato ad accedere ad un determinato punto di accesso
Accesso al lettore esterno delle camere
Black list
Permette di definire chi non è abilitato ad accedere ad un determinato punto di accesso
Accesso alle aree comuni abilitato per tutti i clienti
No tag
Non effettua il controllo accessi ma abilita tutti i clienti di una struttura
Tasche portabadge
al supervisore chi è abilitato ad accedere Centralizzata Chiede presso un punto d’accesso in un determinato istante Tabella 1 – Strategie di accesso
Punti di accesso con caratteristiche non standard
Centrali termiche
Le village spa
Sistemi di sicurezza e supervisione
Molto importanti le centrali termiche che, date le basse temperature di Limone Piemonte e le esigenze climatiche critiche della SPA, hanno richiesto prodotti di particolare qualità, con la possibilità di far dialogare le centrali termiche tra di loro e con le varie unità in campo attraverso il protocollo KNX. Sia l’UTA che il riscaldamento sono stati gestiti tramite i dispositivi
Contabilizzazione energetica Poiché avviene spesso che le unità abitative vengano prenotate per lunghi periodi di tempo, diventa importante gestire il problema della contabilizzazione energetica.
Se vengono rilevate fughe di gas in automatico il sistema chiude l’elettrovalvola del gas e allo stesso modo sono gestiti gli allarmi incendio e le fughe d’acqua
Principio di funzionamento dei contatori ABB Delta Meter I contatori di energia elettrica scelti sono i Delta Meter ABB che, dotati di interfaccia KNX, sono in grado di inviare in tempo reale al sistema di supervisione le informazioni relative ai consumi: Potenza istantanea, Energia, Potenza sulle singole fasi, Tensioni di fase, Correnti di fase, cos fi, Frequenza, ecc.
Homepage supervisione BIG Studio. Tutti gli allarmi tecnici sono stati riportati sul sistema di supervisione e possono essere gestiti per ottimizzare i processi di manutenzione da parte del personale. Sia gli allarmi elettrici che quelli termici sono presenti sul sistema ed ogni quadro è stato riportato in supervisione per poter visualizzare in ogni istante lo stato del sistema (stati di marcia, anomalie, notifiche ecc). Anche i tiranti bagno sono stati ovviamente riportati in supervisione, perché sarebbe stato impossibile gestire in modo tradizionale tutti i contatti provenienti dai vari allarmi presenti; il sistema KNX permette di gestire tutto questo in modo ottimale attraverso un unico cavo. I dati vengono poi trasmessi via LAN attraverso dei gateway IP/KNX e il software di supervisione BIG Studio e possono essere pertanto controllati in qualsiasi punto della struttura o anche da remoto
Interfacciamento dei contatori m-bus Per quanto riguarda i contatori termici sono stati implementati i contatori del gas, di calore, di acqua calda e fredda attraverso il protocollo mbus o – dove non è stato possibile – attraverso adattatori ad impulsi KNX. Si è poi provveduto ad effettuare la conversione tra i contatori mbus e il sistema KNX dove necessario.
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Vista la dimensione dell’impianto anche le aree comuni sono state contabilizzate allo stesso modo per poter sempre tenere sotto controllo i costi e garantire l’efficienza energetica in tutti i modi possibili. Il compito di tenere sotto controllo tutta questa dotazione tecnologica è stato affidato al software di supervisione BIG Studio da cui la proprietà può al tempo stesso monitorare tutti i costi energetici, controllare gli impianti a piacere da un unico punto e gestire anche il sistema di controllo accessi. Tutto questo è stato realizzato tramite l’interfacciamento con le dll falcon e un’interfaccia KNX IP
Supervisione appartamento Villa Teresa
Storico consumi elettrici
Supervisione anomalie centrale termica. All’interno della struttura sono presenti vari client di BIG Studio in grado di controllare sottoinsiemi del complesso, sia suddivisi per zona che per profili di utente. La proprietà invece ha il pieno controllo su tutta la dotazione impiantistica della struttura
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Synco della Siemens, controllori KNX specificamente dedicati alla termoregolazione. Nella SPA sono state gestite con particolare attenzione le dotazioni impiantistiche della struttura: piscina, luci cambiacolore nelle cabine, fontane, resistenze riscaldanti, cascate di ghiaccio, saune, bagnoturco, acquaveda, ecc. Tutti i centri di costo energetico sono stati predisposti con i relativi contatori. La ripartizione dei costi è affidata al software BIG Bill, in grado di creare automaticamente le note spese per i clienti andando a prendere i dati dai relativi contatori in campo.
Conclusioni Questo impianto è la dimostrazione di come, affrontando la tecnologia con una buona progettazione iniziale, è possibile considerare tutte le criticità in gioco e ottenere dei risultati soddisfacenti. n * Ing. Gianluca Dho, B.I.G. – Building Intelligence Group s.r.l.
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Normativa
Impianti aeraulici per la climatizzazione, UNI 10339 presto in inchiesta pubblica Fra le novità inserite nella proposta di revisione assume un ruolo importante l’attenzione all’ambiente che si traduce nel rispetto di determinati standard di qualità dell’aria e di comfort igrometrico di Francesca R. d’Ambrosio Alfano, Luca A. Piterà*
L
a proposta di revisione della norma UNI 10339
è finalmente una realtà. Dopo un lungo percorso che ha visto impegnato un gruppo di lavoro AiCARR-CTI coordinato dal Prof. Cesare Maria Joppolo, la proposta sta per andare in inchiesta pubblica UNI. Questa notizia era attesa da molto tempo dagli addetti ai lavori, se non altro perché la 10339 è la norma di riferimento a livello nazionale per la progettazione degli impianti aeraulici per la climatizzazione dell’aria e la versione attualmente
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vigente, che risale al 1995 [1], non tiene conto di una serie di prescrizioni previste dalle norme pubblicate negli ultimi anni nell’ambito del mandato M343 relativo all’applicazione della EPBD. La proposta presenta una serie di novità, legate soprattutto al fatto che viene posta grande attenzione agli aspetti della qualità ambientale, nel senso che l’impianto deve garantire una determinata classe di qualità dell’aria e di comfort termoigrometrico. Ormai da anni la qualità dell’aria e il comfort termoigrometrico vengono
classificati in funzione delle aspettative medie delle persone esposte agli ambienti, come mostrato in Tabella 1; la norma UNI EN 15251 prevede 4 classi: passando dalla prima all’ultima ovviamente si riducono le aspettative delle persone e quindi le prestazioni richieste all’impianto. Questo nuovo approccio è da una parte scontato, dall’altra rivoluzionario. Scontato
Classe
perché è normale che un impianto per la climatizzazione debba avere come fine il soddisfacimento delle condizioni di comfort per l’utente, rivoluzionario perché sancisce in maniera incontrovertibile che deve esserci sinergia tra la progettazione dell’impianto, quella dell’involucro e la qualità dell’ambiente interno, il tutto ovviamente nel rispetto del risparmio energetico.
Descrizione
I
Elevato livello di aspettativa. Raccomandato per ambienti occupati da persone particolarmente sensibili e fragili e con necessità particolari, quali diversamente abili, ammalati, bambini molto piccoli e anziani
II
Livello normale di aspettativa. Raccomandato per nuovi edifici o ristrutturazioni
III
Livello di aspettativa accettabile, normale. Raccomandato per edifici esistenti
Valori al di fuori dei criteri stabiliti per la categorie definite sopra. Nel corso dell’anno, questa categoria può essere ritenuta accettabile solo per periodi di tempo limitati Tabella 1 – Descrizione delle classi indicate in Tabella IV e in Tabella V. Da [2] IV
Benessere Corrispondenza termoigrometrico Classe di globale1 con la qualità dell’ambiente UNI EN ISO 7730 [4] termico PPD [%]
Disagio termico locale Voto Medio Previsto PMV
Asimmetria della Rischio da corrente Differenza verticale Pavimenti freddi o caldi temperatura radiante di temperatura d’aria, DR PD [%] PD [%] PD [%] [%]
Elevata
A
<6
-0,2 < PMV < +0,2
< 10
<3
< 10
<5
Media
B
< 10
-0,5 < PMV < +0,5
< 20
<5
< 10
<5
Bassa
C
< 15
-0,7 < PMV < +0,7
< 30
< 10
< 15
< 10
1 tale classificazione è ripresa dalla UNI EN 15251 [2], che introduce una quarta classe (PMV< -0,7 o PMV > +0,7) nella quale rientrano gli ambienti che possono essere occupati solo per brevi periodi dell’anno. Come risulta dalla Tabella 1, nella [2] le classi sono indicate con numeri romani Tabella 2 – Classificazione della qualità dell’ambiente termico
La proposta di revisione, i contenuti La proposta di revisione fornisce innanzitutto una classificazione degli impianti in funzione del tipo di trattamento subito dall’aria immessa. Prosegue con una sintesi dei concetti base del comfort termoigrometrico e della qualità
dell’aria, passa poi a descrivere i metodi prescrittivo e prestazionale per il conseguimento delle condizioni di comfort termoigrometrico e quelli per l’ottenimento di una adeguata qualità dell’aria interna.
Classe di qualità dell’aria interna
Corrispondenza UNI EN 13779:2008
Differenza di concentrazione di CO2 tra aria interna e aria esterna [ppm]
Elevata
IDA 1
≤ 400
Media
IDA 2
400 - 600
Bassa
IDA 3
601 - 1000
IDA 4 > 1000 Tabella 3 – Classi di qualità dell’aria interna, corrispondenza con quelle previste dalla UNI EN 13779 e esempio di classificazione sulla base del valore della differenza di concentrazione di CO2 tra aria interna e aria esterna Classe di qualità dell’aria esterna
Descrizione
Elevata
Qualità dell’aria esterna nelle zone di applicazione dei Piani di Mantenimento da parte delle Regioni e delle Provincie Autonome che hanno provveduto alla zonizzazione del territorio in base alla legislazione vigente, oppure aria in cui non si superano mai i limiti di concentrazione dei contaminanti indicati dalla O.M.S. come riferimento e/o qualunque altro limite stabilito dai vigenti provvedimenti legislativi sulla qualità dell’aria.
Media
Qualità dell’aria esterna nelle zone di applicazione dei Piani di Risanamento da parte delle Regioni e delle Provincie autonome che hanno provveduto alla zonizzazione del territorio in base alla legislazione vigente oppure aria dove uno o più contaminanti supera i limiti di concentrazione dei contaminanti indicati dalla O.M.S. come riferimento e/o qualunque altro limite stabilito dai vigenti provvedimenti legislativi sulla qualità dell’aria entro il 150% del valore massimo ammesso.
Bassa
Qualità dell’aria esterna nelle zone di applicazione dei Piani di Azione da parte delle Regioni e delle Provincie autonome che hanno provveduto alla zonizzazione del territorio in base alla legislazione vigente oppure aria in cui la concentrazione di uno o più contaminanti supera i limiti indicati dalla O.M.S. come riferimento e/o qualunque altro limite stabilito dai vigenti provvedimenti legislativi sulla qualità dell’aria oltre il 150% del valore massimo ammesso.
Tabella 4 – Descrizione delle classi di qualità dell’aria esterna in riferimento ai Piani di Mantenimento previsti dalla legislazione vigente
Quindi riporta le prescrizioni relative ai sistemi e ai componenti aeraulici e infine presenta le procedure relative alla richiesta d’offerta, all’offerta e alla fornitura degli impianti. La proposta è poi corredata di una serie di appendici informative di supporto al testo, una per tutte quella in cui sono riportati i valori dei parametri termoigrometrici esterni estivi di progetto.
La proposta di revisione, le novità Le classi di qualità
Come accennato, la proposta costituisce l’implementazione e la contestualizzazione a livello nazionale delle norme UNI EN 15251 [2] e UNI EN 13779 [3], nel senso che prescrive che gli impianti devono essere progettati in modo da rispettare le classi di qualità dell’aria e di comfort termoigrometrico desiderate, secondo quanto previsto dalle due norme citate [2,3]. A questo proposito, va sottolineato che mentre per il comfort termico le classi sono individuabili mediante quantità misurabili e univocamente definite, gli indici di comfort globale e discomfort locale riportati in Tabella 2, per la qualità dell’aria riferita alle diverse tipologie di aria di cui tener conto nella progettazione, la determinazione della classe viene fatta sulla base di parametri quantificabili, ma non univocamente definiti. Infatti, per quanto riguarda l’aria interna, la proposta prevede che la classificazione possa essere fatta sulla base della differenza di concentrazione di CO2 tra interno ed esterno, come riportato in Tabella 3, o della concentrazione di un altro inquinante scelto tra quelli per i quali esistono valori limite definiti dalla legislazione vigente. Per la qualità dell’aria
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Normativa
esterna la proposta prescrive di ricorrere alle mappe del territorio che riportano la suddivisione in zone a elevata, media e bassa qualità dell’aria, come descritto in Tabella 4, o, in mancanza di una zonizzazione del territorio, facendo riferimento a banche dati che riportano i valori attuali e storici delle concentrazioni di contaminanti misurate dalle stazioni di rilevamento della qualità dell’aria o anche tenendo conto del livello di urbanizzazione e di inquinamento della zona in cui l’edificio è localizzato. Per la qualità dell’aria estratta la classificazione è riferita alle condizioni a monte di qualsiasi trattamento e per quella dell’aria espulsa alle condizioni a valle di qualsiasi trattamento eventualmente previsto, come riportato in Tabella 5; nel caso in cui l’aria estratta sia il risultato della miscelazione di portate di aria estratta caratterizzate da diversa classe di qualità, il flusso complessivo viene classificato come quello di qualità inferiore. Infine, come mostrato in Tabella 6, l’aria immessa viene classificata esclusivamente sulla base della sua provenienza. A questo proposito, va sottolineato che, proprio nel rispetto delle esigenze di qualità dell’aria interna, gli impianti di ventilazione a semplice flusso in estrazione che non provvedono alla filtrazione non rientrano nel campo di applicazione di questa proposta, anche se possono svolgere una positiva funzione di diluizione dei contaminanti prodotti negli ambienti interni. In definitiva, quindi, fissata la classe di qualità dell’aria e quella di qualità termoigrometrica da ottenere, per esempio sulla base della richiesta della committenza, l’impianto dovrà avere caratteristiche e assicurare prestazioni tali da garantire le classi desiderate. Già questa è una novità che può essere considerata rivoluzionaria nella prassi progettuale. È evidente che il rispetto delle prescrizioni contenute nella proposta non può garantire l’assenza di rischi per la salute, se non altro perché ci sono fattori personali che non sono controllabili, quali lo stato di salute delle persone esposte, e perché le condizioni dell’aria esterna utilizzata per la ventilazione possono influenzare fortemente quelle dell’aria interna. La temperatura operativa
Altra novità essenziale è l’introduzione della temperatura operativa come parametro di progettazione, in sostituzione della temperatura dell’aria. Il motivo di questa scelta risiede nel fatto che la sensazione termica delle persone è legata non solo alla temperatura dell’aria, ma anche a quella delle superfici che le circondano, e quindi all’involucro. E in quest’ottica va inquadrata la sinergia tra la progettazione dell’impianto, quella dell’involucro e la qualità dell’ambiente interno.
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Classe di qualità Corrispondenza con la dell’aria estratta UNI EN 13779 o espulsa Elevata
Media
Bassa
Descrizione
EHA 1 ETA 1
Aria di elevata qualità in quanto proveniente da locali nei quali si utilizzano materiali di costruzione, di finitura e di arredo, caratterizzati da tassi di emissione molto bassi.
EHA 2 ETA 2
Aria di media qualità in quanto proveniente da locali nei quali si utilizzano materiali di costruzione, di finitura e di arredo, caratterizzati da tassi di emissione bassi come definiti nella norma UNI EN 15251 e nei quali le persone emettono contaminanti prodotti esclusivamente dalle funzioni metaboliche.
EHA 3 ETA 3
Aria proveniente da locali nei quali si utilizzano materiali di costruzione, di finitura e di arredo, caratterizzati da tassi di emissione maggiori rispetto a quelli definiti nella norma UNI EN 15251e nei quali sono presenti attività e processi che comportano emissioni aggiuntive rispetto a quelle derivanti dalle funzioni metaboliche.
Aria di qualità molto bassa in quanto contenente contaminanti in concentrazioni più elevate di quelle ammesse dalle normative vigenti relative EHA 4 Molto bassa alla qualità dell’aria interna e, in assenza di tali ETA 4 normative, di quelle ammesse dalle normative vigenti per la qualità dell’aria esterna. Tabella 5 – Classificazione della qualità dell’aria estratta, ETA, o espulsa, EHA, corrispondenza con quella della 13779 e descrizione delle classi. Le classi dell’aria estratta sono riferite alle condizioni a monte di qualsiasi trattamento, quelle dell’aria espulsa sono riferite alle condizioni a valle di qualsiasi trattamento eventualmente previsto Classe di qualità dell’aria immessa
Descrizione
SUP 1
Aria immessa contenente solo aria esterna
SUP 2
Aria immessa contenente aria esterna e aria ricircolata
Tabella 6 – Classificazione dell’aria immessa D’altra parte, il sempre più diffuso uso di involucri trasparenti ha determinato una sempre maggiore influenza della temperatura media radiante sulle condizioni di comfort termoigrometrico. La proposta prescrive che la temperatura operativa venga correttamente calcolata con l’equazione: ta · hc + tr · hr to = —————— hr + hc
[1]
dove hr coefficiente di scambio termico radiativo; hc coefficiente di scambio termico convettivo; tr temperatura media radiante; ta temperatura dell’aria; e non come media aritmetica della temperatura dell’aria e della temperatura media radiante, in quanto in questo modo si darebbe la stessa importanza al contributo radiante e a quello convettivo, il che non è corretto e comporta errori notevoli nella valutazione dell’indice di comfort, come ampiamente dimostrato in letteratura. L’efficienza di ventilazione
L’ottenimento delle condizioni di qualità dell’aria desiderate dipende non solo dalla portata di aria esterna immessa, ma anche dalle caratteristiche del sistema di diffusione dell’aria adottato, in relazione alla conformazione dei
locali e alle sorgenti di contaminazione presenti. Per quantificare la capacità di asportazione dei contaminanti da parte dei diversi sistemi di diffusione dell’aria, la proposta di revisione introduce il concetto di efficienza convenzionale di ventilazione, che tiene conto del tipo di sistema utilizzato e degli obiettivi di qualità dell’aria e/o di benessere termico che si intende raggiungere. La proposta definisce l’efficienza di ventilazione nominale, che è quella di riferimento fissata pari a 0,8, e l’efficienza di ventilazione convenzionale, che tiene conto della differenza tra la situazione ideale, di perfetta miscelazione, e quella reale, ottenibile con sistemi di diffusione dell’aria a miscelazione o a dislocamento. In particolare, l’efficienza convenzionale di ventilazione è definita come rapporto fra la portata di aria idealmente necessaria per ottenere il voluto livello di qualità dell’aria nell’ipotesi di perfetta miscelazione e la
portata occorrente nelle applicazioni reali dei sistemi di diffusione impiegati (a miscelazione oppure a dislocamento). Il discomfort locale
Altra novità riguarda la verifica di assenza di discomfort termico locale, dovuto a elevata differenza verticale di temperatura, presenza di pavimenti caldi o freddi, asimmetri della temperatura media radiante, rischio di corrente d’aria.
Metodo prescrittivo e prestazionale per l’ottenimento del comfort termoigrometrico La proposta di revisione propone due diversi metodi, quello prestazionale, basato sul rispetto delle norme UNI EN ISO 7730 e UNI EN
Destinazione d’uso Residenze: spazio giorno Attività sedentaria - 1,2 met Uffici, Sale conferenza, Auditorium, Bar, Ristoranti, Aule scolastiche Attività sedentaria - 1,2 met Asili, Scuole materne Attività in piedi/seduto - 1,4 met Negozi Attività in piedi - 1,6 met
1525, e quello prescrittivo, basato sul rispetto di valori limite della temperatura operativa, dell’umidità relativa e della velocità dell’aria. Per quanto riguarda il metodo prestazionale, la norma UNI EN ISO 7730, impropriamente conosciuta anche come la norma del PMV, è ben nota; meno nota è la norma UNI EN 15251, che rientra nel pacchetto di norme applicative dell’EPBD e che fornisce tra l’altro i valori di temperatura operativa da utilizzare nel progetto degli impianti HVAC, come nell’esempio riportato in Tabella 7. Per quanto riguarda invece il metodo prescrittivo, in Tabella 8 sono riportati alcuni esempi di valori di temperatura operativa previsti per la stagione estiva e per quella invernale per alcune destinazioni d’uso. È ovvio che il conseguimento delle condizioni di benessere termoigrometrico dipende fortemente dalle scelte relative ai componenti edilizi e a quelli dell’impianto di climatizzazione. La proposta di revisione prescrive che le scelte progettuali relative a tali componenti siano condivise dai progettisti e che eventuali modifiche
Classe
to, invernale, minima
to,estiva, massima
I
21,0
25,5
II
20,0
26,0
III
18,0
27,0
I
21,0
25,5
II
20,0
26,0
III
19,0
27,0
I
19,0
24,5
II
17,5
25,5
III
16,5
26,0
I
17,5
24,0
II
16,0
25,0
III
15,0
26,0
Tabella 7 – Esempi di valori di progetto della temperatura operativa in ambiente omogeneo (ta = tr = to) per UR = 40% nella stagione invernale e per UR = 60% in quella estiva secondo la norma UNI EN ISO 15251 [2]
in corso di progettazione e/o di realizzazione dell’edificio siano sottoposte all’approvazione del progettista dell’impianto HVAC. La proposta prevede anche che si ponga molta attenzione a situazioni particolari, quali quelle in cui prevalgono i transitori termici, si pensi ai locali in cui le persone si trattengono per non più di 15 minuti, o quelle in cui le persone esposte all’ambiente abbiano requisiti speciali, quali i bambini.
Metodo prescrittivo e prestazionale per l’ottenimento della qualità dell’aria interna La qualità dell’aria interna desiderata si ottiene controllando la concentrazione dei contaminanti di origine interna ed esterna e i valori di umidità relativa negli ambienti occupati, che richiedono la diluizione dell’aria e l’utilizzo di idonei sistemi di filtrazione. La proposta di revisione prevede la scelta tra due metodi, quello prescrittivo e quello prestazionale, che è lasciata all’accordo tra committente e progettista. Il metodo prestazionale può essere scelto ogni qualvolta le condizioni di contaminazione siano tali da non poter adottare i valori di portata esterna e la tipologia e le prestazioni del sistema di filtrazione utilizzati come riferimento nel metodo prescrittivo e quando il funzionamento dell’impianto sia regolato da sistemi di valutazione della qualità dell’aria interna. Il metodo prescrittivo, in linea con quanto previsto dalla normativa europea [2] e statunitense [5], parte dal presupposto che il carico inquinante sia dovuto alle persone e all’edificio, per cui considera che la portata di aria esterna è somma di due contributi: in questo modo, anche in assenza di persone è comunque garantita una portata minima di aria esterna atta a controllare la contaminazione prodotta dalle superfici. Il
Classe di qualità dell’ambiente termico
Temperatura operativa minima di progetto invernale [°C]
Temperatura operativa massima di progetto estiva [°C]
Temperatura operativa minima di progetto invernale [°C]
Temperatura operativa massima di progetto estiva [°C]
Temperatura operativa minima di progetto invernale [°C]
Temperatura operativa massima di progetto estiva [°C]
1,2 met – attività sedentaria, seduti (p.e. ufficio, abitazione, scuola, laboratorio)
Classe Elevata
21
25,5
20
26
19
27
1,4 met – attività sedentaria, in piedi (p.e. scuole materne)
Classe Media
19
24,5
18
25,5
17
26
1,6 met – in piedi, attività leggera (p.e. centri commerciali, grandi magazzini)
Classe Bassa
18
24
17
25
16
26
Metabolismo energetico
Nota: Nel fissare le condizioni per il dimensionamento degli apparati si assume che la resistenza termica dinamica dell’abbigliamento sia pari in regime invernale a 0,155 m²K/W ovvero a 1 clo e in regime estivo a 0,078 m²K/W ovvero 0,5 clo); gli occupanti devono trovarsi in equilibrio termico con l’ambiente (ovvero devono essere esposti all’ambiente in questione per un periodo di permanenza maggiore di 15 min). Tabella 8 – Temperatura operativa di progetto ai fini del dimensionamento dell’impianto
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Normativa L’inchiesta pubblica
La proposta di revisione sarà inviata in UNI e a valle di un processo di verifica formale sarà messa in inchiesta pubblica, che rappresenta la fase cruciale del processo di normazione, in quanto è il momento in cui tutti gli addetti del settore possono leggere la proposta di norma e formulare quesiti, presentare osservazioni, proporre modifiche. La proposta è stata elaborata da un gruppo di esperti, che hanno lavorato a lungo per giungere a un documento che a loro giudizio rappresenta uno strumento estremamente utile per progettare nel rispetto delle esigenze di risparmio energetico dettate dalla legislazione vigente e delle più recenti normative sul
calcolo della portata di ventilazione è basato sulla cosiddetta formula binomia: Qv,o,n = n ∙ qv,o,p + A ∙ qv,o,s [2] dove Qv,o,n portata volumica di aria esterna nominale, in 10¯³ m³ s¯; n affollamento di riferimento, ovvero numero di persone previste a progetto o calcolate mediante l’indice di affollamento per unità di superficie, ns in m¯; qv,o,p portata volumica di aria esterna minima per persona, in 10¯³ m³ s¯ persona¯; A area della superficie del locale in pianta, in m¯; qv,o,s portata volumica di aria esterna minima per unità di superficie, in m³ s¯ m¯. i valori di qv,o,p e di qv,o,p sono tabellati. Ovviamente il valore di portata così calcolato deve essere corretto tenendo conto dell’efficienza convenzionale di ventilazione. Nel caso di impianti misti, a tale correzione va aggiunta quella relativa all’interazione tra i sistemi di diffusione dell’aria primaria e i terminali d’ambiente, per esempio ventilconvettori e pannelli radianti, e quella dovuta alle variazioni di densità legate alla quota della località. In definitiva si ottiene come mostrato dall’equazione: εV,n Qv,o = Qv,o,n · —— · C1 · C2 [3] εV,c dove Qv,o portata volumica minima di aria esterna di progetto che tiene conto della distribuzione dell’aria in ambiente, in 10¯³ m³ s¯; Qv,o,n portata volumica nominale di aria esterna calcolata con la [2], in ¯³ m³ s¯; εV,n efficienza nominale di ventilazione, pari a 0,8, adim.; εV,c efficienza convenzionale di ventilazione, adim.; C1 coefficiente correttivo per l’effetto della presenza di impianti misti, = 1 per impianti a tutt’aria, adim.; C2 coefficiente correttivo per l‘effetto dell’altitudine della località, adim. La proposta dedica poi ampio spazio alla definizione del sistema di filtrazione dell’aria da
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risparmio energetico e la qualità ambientale. Perché questo obiettivo sia raggiunto in pieno è però auspicata la collaborazione di tutti gli operatori del settore, che quotidianamente si devono confrontare con la realtà della progettazione. In questo senso, l’inchiesta pubblica è cruciale, in quanto permette a tutti di esprimere la propria opinione, nell’obiettivo comune di avere una norma che sia chiara, utile e applicabile. Benvenuti quindi tutti i commenti, che potranno essere inviati direttamente a UNI, tramite il sito, o a AiCARR che provvederà a smistarli. Tutti gli interessati troveranno informazioni aggiornate sull’inchiesta pubblica sul sito dell’Associazione, sull’AiCARR Journal e sulla newsletter.
adottare in funzione della classe di qualità dell’aria interna desiderata, quella dell’aria esterna e della destinazione d’uso degli ambienti serviti dall’impianto. Il metodo prestazionale, pur essendo applicabile nella maggioranza degli ambienti confinati, è riservato soprattutto al dimensionamento degli impianti di ventilazione negli ambienti con esigenze particolari dal punto di vista del comfort e del contenimento del rischio per la salute rappresentato dalla presenza di inquinanti nell’aria. La scelta dell’approccio prestazionale consente di mantenere il livello della concentrazione degli inquinanti indoor, percepibili e non, al di sotto dei valori raccomandati resi disponibili dalla comunità scientifica oppure indicati in linee guida pubblicate da un ente riconosciuto, al fine di minimizzare i danni indotti alla salute degli occupanti. L’uso di questo metodo non esclude l’adozione di tutti gli interventi possibili di prevenzione verso l’inquinamento indoor e deve essere concepito come completamento e verifica di una serie di azioni, volte alla riduzione complessiva delle sostanze indesiderate sospese nell’aeriforme degli ambienti confinati. In Figura 1 è mostrato il diagramma di flusso della procedura prevista per il metodo prestazionale. Dalla figura risulta evidente che si può procedere in diversi modi. Il metodo del bilancio di massa si adotta nei casi di sistema a portata d’aria costante o di sistema a portata variabile in base a condizioni termiche e richiede di: 1 individuare i singoli contaminanti di riferimento;
BIBLIOGRAFIA
2 determinare i tassi di emissione delle sorgenti per ciascuno dei contaminanti di riferimento; 3 determinare le concentrazioni dei ciascuno dei contaminati di riferimento nell’aria esterna utilizzata ai fini della diluizione; 4 individuare i sistemi di filtrazione da adottare e le relative efficienze di filtrazione per i singoli contaminanti di riferimento; 5 individuare le concentrazioni massime ammissibili per ciascuno dei contaminanti di riferimento; 6 calcolare le portate di aria necessarie per rispettare i limiti di concentrazione per ciascuno dei contaminanti di riferimento. In alternativa al metodo del bilancio di massa, qualora l’ambiente da trattare avesse caratteristiche sovrapponibili a quelle di altri ambienti in cui è presente un impianto che garantisce la capacità di mantenere le concentrazioni dei contaminanti interni al di sotto dei limiti prescritti ai sensi della legislazione vigente, si può procedere per analogia, secondo i passi riportati in Figura 1. Ultima alternativa è quella del metodo prestazionale per sistemi a portata d’aria variabile in base alla qualità dell’aria interna, anch’esso schematizzato in Figura 1. n
[1] UNI. 1995. Impianti aeraulici a fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole per la richiesta d’offerta, l’offerta, l’ordine e la fornitura. Norma UNI 10339. Milano: Ente Nazionale Italiano di Unificazione. [2] UNI. 2008. Criteri per la progettazione dell’ambiente interno e per la valutazione della prestazione energetica degli edifici, in relazione alla qualità dell’aria interna, all’ambiente termico, all’illuminazione e all’acustica. UNI EN 15251. Milano: Ente Nazionale Italiano di Unificazione. [3] UNI. 2008. Ventilazione degli edifici non residenziali – Requisiti di prestazione per i sistemi di ventilazione e di climatizzazione. UNI EN 13779. Milano: Ente Nazionale Italiano di Unificazione. [4] UNI. 2006. Ergonomia degli ambienti termici – Determinazione analitica e interpretazione del benessere termico mediante il calcolo degli indici PMV e PPD e dei criteri di benessere termico locale. Norma UNI EN ISO 7730. Milano: Ente Nazionale di Unificazione Italiana. [5] Ashrae. 2010. Ventilation for acceptable Indoor Air Quality. ASHRAE Standard 62.1. Atlanta: American Society of Heating, Refrigerating, and Air-Conditioning Engineers, Inc.
Figura 1 – Diagramma di flusso per l’applicazione della procedura di controllo della concentrazione dei contaminanti interni
INIZIO METODO PRESTAZIONALE
Ricorrono le condizioni per l'applicazione del
Metodo Prescrittivo
metodo prestazionale?
SI
Scegliere tra sistema di ventilazione:
A portata variabile in base alla qualità dell'aria interna
ogni altro sistema (a portata costante e/o a portata variabile in base a condizioni termiche)
Individuare contaminante di dimensionamento, sorgente variabile e tipologia di sensore da utilizzare ai fini della regolazione di portata.
Scelta del metodo per determinare le portate di progetto
Determinare le portate massime di progetto mediante il metodo del bilancio di massa applicato al contaminante di dimensionamento
Metodo del bilancio di massa applicato ai singoli contaminanti di riferimento
Metodo per analogia
Determinare i tassi di emissione delle sorgenti per il contaminante di dimensionamento.
Individuare i singoli contaminanti di riferimento
Individuare casi simili aventi verificato livello di IAQ
Individuare la concentrazione massima ammissibile per il contaminante di dimensionamento.
Determinare i tassi di emissione delle sorgenti per ciascuno dei contaminanti di riferimento.
Il caso individuato è sovrapponibile
NO
SI Individuare i sistemi di filtrazione adottabili e le relative efficienze per il contaminante di dimensionamento.
Determinare le concentrazioni dei ciascuno dei contaminati di riferimento nell’aria esterna utilizzata ai fini della diluizione
Calcolare le portate di aria (esterna, ricircolata e di trasferimento) necessarie per rispettare i limiti di concentrazione per il contaminante di dimensionamento (riferite alle condizioni ritenute più critiche).
Individuare i sistemi di filtrazione adottabili e le relative efficienze per ciascuno dei contaminanti di riferimento
Definire la relazione di regolazione automatica tra i segnali dei sensori e le riduzioni delle portate.
Individuare le concentrazioni massime ammissibili per ciascuno dei contaminanti di riferimento
Verifica del rispetto in ogni condizione di funzionamento della portata minima di aria esterna ai fini della qualità dell'aria
Calcolare le portate di aria necessarie per rispettare i limiti di concentrazione per ciascuno dei contaminanti di riferimento.
Calcolo della portate d' aria sulla base del criterio di analogia.
Confrontare le portate calcolate per i singoli contaminanti di riferimento e individuare il contaminante di dimensionamento e le portate di aria (esterna, ricircolata e di trasferimento) da adottare.
Verifica del rispetto in ogni condizione di funzionamento della portata minima di aria esterna ai fini della qualità dell'aria sia nel caso di impianto a portata costante sia nel caso di impianto a portata variabile in base alle condizioni termiche.
Correzione delle portate di aria in base al valore dell’efficienza convenzionale di ventilazione
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AiCARR informa
a cura di Lucia Kern
In anteprima
Il 49º Convegno internazionale AiCARR “Edifici di valore storico: progettare la riqualificazione. Una panoramica, dalle performance energetiche alla qualità dell’aria interna” Roma, 26-27-28 febbraio 2014 AiCARR, in collaborazione con ASHRAE, organizza a Roma nel febbraio 2014 il Convegno Internazionale dal titolo “Edifici di valore storico: progettare la riqualificazione. Una panoramica, dalle performance energetiche alla qualità dell’aria interna”. La riduzione dei consumi di energia negli edifici esistenti è un obiettivo importante per tutti i Paesi impegnati nell’utilizzo razionale delle risorse e nella riduzione delle emissioni di CO2. Gli interventi di riqualificazione sugli edifici esistenti, e in particolare in quelli di valore storico o che ospitano beni di carattere storico-artistico, devono essere attentamente progettati e definiti, sia per l’esistenza di vincoli architettonici e storici, sia in relazione alle esigenze di utilizzo e agli aspetti operativi, di manutenzione ed economici. La performance energetica degli edifici dovrebbe essere definita sulla base di metodologie che tengano conto, oltre che delle caratteristiche termiche, di altri fattori che giocano un ruolo sempre più determinante, quali gli impianti di riscaldamento e condizionamento, l’utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili, la presenza di elementi di riscaldamento e raffreddamento passivi, la
schermatura, la qualità dell’aria interna, un’adeguata illuminazione naturale e un soddisfacente livello di silenziosità interna. Il Convegno analizzerà le principali tecnologie impiantistiche e di apparecchiature oggi disponibili al fine di migliorare il rendimento energetico, la qualità ambientale e la sostenibilità degli edifici esistenti. Topics 1. Patrimonio culturale e edifici storici: conservazione, microclima e sostenibilità 2. Sistemi di climatizzazione: possibili migliorie delle prestazioni 3. Materiali e tecniche per il risanamento dell’involucro edilizio 4. Sistema edificio impianto: valutazione energetica 5. Funzionamento, gestione e manutenzione di impianti di climatizzazione 6. Miglioramenti per l’acustica e l’illuminazione naturale 7. Normativa tecnica 8. Microclima interno: progettazione, misure e monitoraggio 9. Casi di studio
Il 30 maggio, appuntamento con la 30ª edizione del Convegno di Padova Dopo la grande affluenza di partecipanti dell’edizione 2012, torna il prossimo 30 maggio a Villa Ottoboni il Convegno di Padova, dal titolo “Innovazione e tendenze nella tecnologia e nelle applicazioni delle pompe di calore”. L’edizione 2013 focalizzerà dunque l’attenzione su un tema che coinvolge i molteplici aspetti della progettazione, realizzazione e gestione di un impianto di climatizzazione e che riguarda tutti i componenti di impianto, con un’attenzione speciale sia al funzionamento ai carichi parziali che alla gestione degli ausiliari per aumentare l’efficienza energetica e migliorare le prestazioni in condizioni sia di riscaldamento che di raffrescamento. L’obiettivo è garantire le condizioni di benessere indoor con un impiego di potenza e di energia inferiori al passato, nell’ottica della sostenibilità ambientale. Sono oltre 20 le proposte di relazioni libere sottoposte al Comitato scientifico
del Convegno, che si andranno ad affiancare alle quattro relazioni a invito già affidate a qualificati esperti del settore: • “Evoluzione normativa e legislativa sulle pompe di calore”, Paolo Baggio, Università di Trento • “Applicazioni delle pompe di calore nel settore del terziario avanzato”, Matteo Bo, Prodim Srl, Torino • “Sviluppi nelle tecnologie ad assorbimento e adsorbimento”, Giovanni Antonio Longo, Università di Padova • “Stato dell’arte nella progettazione e costruzione delle pompe di calore a compressione”, Luca Stefanutti, libero professionista Il Convegno sarà introdotto dal Presidente AiCARR Michele Vio, che presenterà anche la relazione dal titolo “La pompa di calore nel retrofit di edifici esistenti con impianti a radiatori: opportunità e sviluppi tecnologici”.
Convegno
“Efficienza energetica nel settore pubblico. Una road map verso la sostenibilità economica” AiCARR vi dà appuntamento a Catania il 15 marzo prossimo nel pomeriggio con il Convegno sul tema “Efficienza energetica nel settore pubblico. Una road map verso la sostenibilità economica”. In un momento in cui la sostenibilità economica e ambientale del panorama edilizio è ormai una necessità irrevocabile, AiCARR guarda al settore pubblico, suggerendo un percorso graduale mirato all’obiettivo. Il Convegno si sviluppa intorno a questo nucleo centrale, entrando nel merito delle tecnologie oggi disponibili per interventi razionali sul sistema edificio-impianto: in seguito all’esecuzione di una corretta diagnosi e di un’indispensabile certificazione energetica, la regolazione climatica, un adeguato
isolamento termico, l’installazione di caldaie a condensazione e pannelli solari termici, l’utilizzo della geotermia, rappresentano alcuni dei passaggi che possono condurre alla sostenibilità economico-ambientale degli edifici pubblici. Interverranno al Convegno: il Presidente Michele Vio, che illustrerà i suggerimenti di AiCARR per il risparmio energetico nella strutture pubbliche, il Presidente eletto Livio de Santoli, che presenterà una relazione dedicata al potenziale di sviluppo dell’industria italiana sull’efficienza energetica, e il Prof. Giuliano Cammarata, dell’Università di Catania, che parlerà di certificazione energetica negli edifici pubblici.
Proseguono a marzo i corsi “in pillole” sulla Specifica tecnica UNI/TS 11300 Parte 4
Anche a marzo sono in programma nuove sedi e nuove date per i corsi “in pillole” sulla Specifica UNI/TS 11300 parte 4 “Utilizzo di energie rinnovabili e di altri metodi di generazione per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria”. Il corso, della durata di 8 ore, è pensato per aggiornare in modo snello ed esauriente i progettisti del settore climatizzazione, i tecnici di aziende, i tecnici addetti alla verifica, manutenzione e controllo del funzionamento degli impianti, i tecnici di enti locali e tutte quelle figure professionali
che, pur non specializzate nell’ambito della progettazione di impianti di climatizzazione, hanno l’esigenza di sapere come determinare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e tradizionali. Ricordiamo che, al momento dell’iscrizione online, è possibile prenotare una copia della Specifica tecnica a un prezzo particolarmente vantaggioso. Per il calendario aggiornato, vi invitiamo a consultare il sito.
I prossimi moduli del Percorso Fondamenti
Prosegue a febbraio e marzo il calendario degli appuntamenti con il Percorso Fondamenti della Scuola di Climatizzazione di Milano. Selezionati accuratamente dagli esperti di AiCARR Formazione e affidati come sempre a qualificati professionisti e accademici di settore, questi corsi, lo ricordiamo, affrontano temi di base
indispensabili per chi si affaccia al mondo della climatizzazione ma si rivelano particolarmente utili anche per tutti coloro che sentono l’esigenza di migliorare le proprie conoscenze al fine di perfezionare la propria professionalità. I moduli del percorso Fondamenti si contraddistinguono anche per il prezzo contenuto, studiato su misura per i più giovani.
Il calendario dei prossimi corsi DATA
MODULO
COD.
Martedì Impianti di climatizzazione: tipologie e criteri di scelta progettuale. Si introduce il concetto di sistema edificio-impianto, evidenziando i compiti di un impianto di climatizzazione, 19 febbraio presentando le principali tipologie impiantistiche e definendo i criteri di scelta delle soluzioni adottabili, con riferimenti a esempi applicativi.
PR1F
Mercoledì Progettazione di impianti di climatizzazione a tutt’aria: fondamenti. Si forniscono le competenze necessarie per scegliere e dimensionare l’impianto ad aria più adeguato al caso 20 febbraio trattato, implementando la logica di regolazione ottimale e sfruttando i sistemi più adatti per il risparmio energetico (recupero di calore e raffreddamento gratuito diretto e indiretto ) tramite adeguati software di progettazione.
PR3F
Giovedì Progettazione di impianti di climatizzazione a tutt’aria: dimensionamento. Si scelgono e dimensionano il sistema di trattamento aria, le reti aerauliche, i terminali ad aria, le 21 febbraio modalità di regolazione che garantiscono i migliori risultati nelle differenti varianti applicative. Si evidenziano inoltre le specificità delle applicazioni degli impianti di climatizzazione a tutt’aria in ambito ospedaliero.
PR7F
Martedì Progettazione di impianti di riscaldamento ad acqua: fondamenti. Si analizzano le caratteristiche dei differenti componenti degli impianti di riscaldamento (caldaie, bruciatori, 26 febbraio terminali…) , dei principali sistemi di distribuzione del fluido termovettore e della strumentazione di controllo e sicurezza. Si introduce la metodologia per il dimensionamento dell’impianto tramite esempi.
PR2F
Mercoledì Progettazione di impianti di climatizzazione misti aria/acqua: fondamenti. Si forniscono le competenze fondamentali relative alle caratteristiche, peculiarità e campi di applicazione PR4F 27 febbraio degli impianti misti aria-acqua, le caratteristiche e trasformazioni dell’aria primaria e dell’aria secondaria e le caratteristiche, temperature di funzionamento e criteri di scelta dei terminali ambiente. Giovedì Progettazione di impianti di climatizzazione misti aria/acqua: dimensionamento. Si determinano i compiti della parte aria e della parte acqua. Si prosegue con la scelta e il PR8F 28 febbraio dimensionamento del sistema di trattamento aria e delle reti aerauliche, dei terminali ambiente e delle reti idroniche, determinando infine le modalità di regolazione che garantiscono i migliori risultati nelle differenti varianti applicative. Mercoledì 6 marzo
Diffusione dell’aria in ambiente interno. Si presentano i più importanti parametri relativi alla diffusione dell’aria negli ambienti, definendo le principali caratteristiche e peculiarità dei vari tipi PR5F di apparecchi di diffusione.
Giovedì 7 marzo
Unità di trattamento aria. Si illustrano gli aspetti funzionali, dimensionali e costruttivi dei componenti dei una unità di trattamento aria, descrivendo i trattamenti subiti dall’aria umida al suo interno, chiarendo le logiche di regolazione ed evidenziandone le specificità in relazione ai diversi sistemi impiantistici in cui è collocata.
PR6F
Martedì 12 marzo
Centrali termiche. Si affrontano i fondamenti della combustione e vengono analizzati i componenti di centrale (bruciatori, generatori di calore, ecc., compresi camini e canne fumarie collettive). Vengono esposte le norme di sicurezza e prevenzione incendi per le centrali, per i recipienti in pressione e per impianti a combustibile gassoso.
CE1F
Mercoledì 13 marzo
Centrali e impianti idrici – trattamento acqua. Si affronta il tema della definizione delle prestazioni e del dimensionamento degli impianti idrico-sanitari, di pressurizzazione, stoccaggio, preparazione, distribuzione e scarico dell’acqua. Vengono inoltre analizzati gli impianti di trattamento dell’acqua per sistemi di raffreddamento, gli impianti termici, e quelli preparatori di acqua calda.
CE2F
Martedì 14 marzo
Macchine frigorifere e pompe di calore: fondamenti. Vengono illustrati i principi fisici, i componenti della macchina e la loro influenza sul suo funzionamento, e come calcolare le prestazioni termodinamiche con il diagramma di stato del fluido operativo. Viene spiegato come eseguire valutazioni sulle prestazioni stagionali delle macchine che utilizzano come sorgente o pozzo l’aria esterna.
CE3F
Mercoledì 20 marzo
Centrali frigorifere. Si affronta il tema della progettazione delle centrali frigorifere, con particolare attenzione alle logiche di regolazione, al contenuto d’acqua dell’impianto (accumuli), ai problemi CE4F di installazione (spazi di rispetto) e ai problemi acustici, descrivendo le circuitazioni idrauliche più adatte anche nel caso di più macchine installate in parallelo.
Giovedì 21 marzo
Regolazione automatica: fondamenti e applicazioni. Si introducono i fondamenti della regolazione automatica degli impianti di climatizzazione, con particolare attenzione al dimensionamento delle valvole di regolazione. Si analizzano applicazioni tipiche delle regolazione automatica di tali impianti, evidenziando il risparmio energetico ottenibile.
RE1F
Lunedì 25 marzo
Il progetto: procedure, documenti e legislazione. Si forniscono le basi per una metodica di progettazione che consenta un percorso virtuoso finalizzato, nel rispetto delle esigenze del committente e con una precisa definizione dell’appalto e nei tempi e con i costi previsti, alla soddisfazione comune degli attori: committente, team di progettazione e appaltatore.
NO1F
Il calendario potrebbe subire variazioni. Per le date aggiornate, raccomandiamo di consultare sempre la Sezione Scuola/Prossimi corsi del sito www.aicarr.org.
Software di calcolo, il nuovo servizio in esclusiva per i Soci
AiCARR ricorda che coloro che sono in regola con la quota associativa per l’anno 2013 possono usufruire immediatamente e gratuitamente del servizio messo a loro disposizione sul sito, nell’area “Normativa – Tool”. Si tratta dei tool di ausilio alla progettazione, strumenti di calcolo pratici e utilissimi, creati dai progettisti per i progettisti e per questo affidabili e preziosi per la pratica quotidiana. Gli strumenti di calcolo scaricabili, ognuno corredato da un breve manuale che accompagna l’utente nell’utilizzo del tool, coprono diversi ambiti della progettazione e sono destinati a moltiplicarsi nel tempo, anche grazie al contributo dei Soci che vorranno condividere i loro metodi di calcolo con i colleghi.
Questa novità, che AiCARR ha sviluppato per supportare i Soci nella loro professione, si va naturalmente ad affiancare a tutti gli altri vantaggi riservati agli Associati: dall’accesso in esclusiva alla sezione Normativa sul sito, costantemente aggiornata, all’ingresso gratuito ai Convegni e Seminari AiCARR, alle quote speciali per la partecipazione alle attività di formazione. La quota associativa può essere rinnovata attraverso carta di credito (pagamento on-line), bonifico bancario oppure, semplicemente e senza alcuna spesa accessoria, tramite il bollettino MAV ricevuto per posta.
Scomparso J.G. Mast, uno dei “padri” del dizionario REHVA È scomparso lo scorso 14 dicembre J.G. (Koos) Mast, Honorary Fellow di REHVA e Chair di REHVA Region One Group dal 2007 al 2011. Fra le sue attività all’interno della Federazione segnaliamo in particolare la collaborazione alla redazione del Dizionario REHVA, l’imponente glossario tecnico, realizzato in 15 lingue con oltre 12 mila termini.
AiCARR e REHVA lo ricordano come una persona attivissima e sempre impegnata a favorire e sviluppare la comunicazione fra i professionisti HVAC di tutta Europa. L’azienda di consulenza di J. G. Mast, la Smits van Burgst – The Netherlands è stata il primo sostenitore olandese di REHVA.
Le soluzioni di oggi per i progetti di domani…
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Fascicolo
DOSSIER MONOGRAFICO
FOCUS TECNOLOGICO
#17
Centrali frigorifere
Freecooling
#18 Riqualificazione degli impianti
nelle strutture alberghiere
Norma UNI 10339
#19
Le gare di appalto nel settore impiantistico
Ventilazione
#20
Il progetto degli impianti e il Sistemi passivi comfort
Decreto attuativo della Direttiva #21 2010/31: quali obblighi per il progettista
#13
#23
L’integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici
Manutenzione
Pompe di calore
ambiente
Organo Ufficiale AiCARR
Organo Ufficiale AiCARR
POMPE DI CALORE
refrigerazione
CASE STUDIES
La rivista PEr i ProfEssionisti DEGLi iMPianti HvaC&r
ANNO 3 - OTTObre 2012
POMPE DI CALORE, COME DIMENSIONARLE ACCUMULO AD IDROGENO, QUALI VANTAGGI? CLIMATIZZAZIONE SATELLITARE E PRESTAZIONI ENERGETICHE RADIANTE NEI CAPANNONI CASE STUDY RISCALDAMENTO CON RECUPERO DEL CALORE DI CONDENSAZIONE BARRIERE D’ARIA, QUANDO NON FUNZIONANO?
DOSSIER COMMISSIONING
STRUMENTI DA USARE MONITORAGGIO MESSA A PUNTO DEL SISTEMA TARATURA DEGLI IMPIANTI AD ARIA PROTEZIONE ANTISISMICA DEGLI IMPIANTI VETRI ED EFFICIENZA ENERGETICA OTTIMIZZAZIONE DEI SISTEMI FRIGORIFERI POSTE ITALIANE SPA – POSTA TArgET mAgAzINE - LO/CONV/020/2010.
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IMPIANTI DI RISCALDAMENTO RECUPERO DI CALORE
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EUrO15
La rivista PEr i ProfEssionisti DEGLi iMPianti HvaC&r
POMPA DI CALORE ARIA-ACQUA DI PICCOLA TAGLIA MONITORAGGIO DI IMPIANTI PILOTA IN CENTRI COMMERCIALI POMPA DI CALORE AD R744 POLIVALENTE SORGENTI TERMICHE TERRA O ARIA? RETROFIT CON POMPA DI CALORE GEOTERMIA, PRESTAZIONI E COSTI VENTILARE CON UTA A RECUPERO TERMODINAMICO CLIMATIZZAZIONE CENTRALIZZATA IN CONDOMINIO
PrEsTAZIONI dEGLI IMPIANTI dI VENTILAZIONE sIsTEMI VAV E sIsTEMI ON dEMANd MANuTENZIONE E rIquALIfIcAZIONE ENErGETIcA EVAcuAZIONE dI fuMO E cALOrE sMOkE MANAGEMENT, EsEMPI APPLIcATIVI sTrATEGIE PEr LA rEGOLAZIONE
ambiente
refrigerazione
ANNO 3 - settembre 2012
EUrO15
EUrO15
EUrO15
MISURE DIAgNOSI COLLAUDI
condizionamento
ambiente
refrigerazione
ANNO 3 - GIuGno 2012
La rivista PEr i ProfEssionisti DEGLi iMPianti HvaC&r
riscaldamentoenergia ISSN:2038-2723
condizionamento
ambienterefrigerazione ener tegia riscaldamentoambien condizionamento ambiente uomo energia riscaldamento
condizionamento
ambiente
refrigerazione
#16
riscaldamentoenergia ISSN:2038-2723
condizionamento
ambienterefrigerazione ener tegia riscaldamentoambien condizionamento ambiente uomo energia riscaldamento
condizionamento
ANNO 3 - marzO-aPrILE 2012
Impianti di riscaldamento
#15
riscaldamentoenergia ISSN:2038-2723
condizionamento
ambienterefrigerazione ener tegia riscaldamentoambien condizionamento ambiente uomo energia riscaldamento
condizionamento
Organo Ufficiale AiCARR
Pompe di calore
#14
riscaldamentoenergia ISSN:2038-2723
condizionamento
VENTILAZIONE E SmOKE MANAGEMENT
Freddo e caldo nell’industria
Misure, diagnosi e collaudi
ambienterefrigerazione ener tegia riscaldamentoambien condizionamento ambiente uomo energia riscaldamento La rivista PEr i ProfEssionisti DEGLi iMPianti HvaC&r
#22
Organo Ufficiale AiCARR
Ventilazione e smoke management
Filtrazione
A . P S. 1 2 0 3 _ S - C S V-I Q _ I T //
CSV
FUNZIONAMENTO EFFICIENTE. RAFFREDDAMENTO INTELLIGENTE.
Condizionamento, raffreddamento di centri di calcolo, pompe di calore o processi di refrigerazione industriale: ciò che serve è la massima effi cienza e la migliore precisione ed affi dabilità. Tutto questo è esattamente quello che fa il nuovo rivoluzionario ed intelligente compressore a vite compatto CSV. Con inverter di frequenza integrato, garantisce un controllo ottimale con contemporaneo monitoraggio dei limiti di applicazione. Defi nisce inoltre nuovi riferimenti in termini di effi cienza a carico parziale e di efficienza stagionale. Maggiori informazioni su www.intelligent-compressors.com