Fumetto : un'arte sottovalutata

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FUMETTO: FUMETTO:

UN’ARTE UN’ARTESOTTOVALUTATA SOTTOVALUTATA

Mattia MattiaMarini Marini 5^D 5^D

anno annoscolastico scolastico2010/11 2010/11


INTRODUZIONE

Il fumetto, un’arte definita minore, sottovalutata, catalogata come infantile, forse per il ricordo delle favole illustrate a cui è legato, storie che ogni genitore legge al proprio figlio per addormentarlo la sera o per intrattenerlo durante il giorno. Questo approccio nei riguardi del fumetto è facilmente individuabile già nei titoli delle prime pubblicazioni, chiaramente indirizzate ai più piccoli e titolate “l’amico dei fanciulli” (1812), oppure “il Corriere dei Piccoli”. Non molti però comprendono che in alcuni casi, queste “storie illustrate” possono essere state un suggerimento, a narrazioni molto più vicine ad un romanzo d’autore che a una “futile storiella”. Quest’ultima affermazione, necessita però una migliore contestualizzazione dell’argomento in tutto il suo percorso storico.


STORIE PER RAGAZZI... LA NASCITA

Risulta abbastanza ovvio far risalire alle pitture preistoriche l’esigenza degli umani a narrare, attraverso l’uso di immagini, le proprie esperienze quotidiane o straordinarie (scene di caccia o quant’altro) riscontrabili oggi nei vari ritrovamenti archeologici. Con il passare del tempo, per alcune civiltà antiche come quella Egizia, lo strumento di comunicazione scritto più immediato risultò essere, la scrittura geroglifica, di fatto costituita da tante immagini correlate tra loro, al fine di comunicare le più svariate informazioni. Da non trascurare poi le iscrizioni per immagini delle civiltà pre-colombiane. La colonna traiana, quest’opera così ammirata e studiata da tutto il mondo, non potrebbe, per assurdo, essere considerata come un immenso fumetto di marmo? Tenendo in sospeso le infinite teorie che non porteranno mai ad un verdetto finale, appare abbastanza consolidato che la nascita del fumetto come lo conosciamo ora è da attribuirsi a Richard Felton Outcault e al suo personaggio “Yellow Kid” (un ragazzo rasato con delle enormi orecchie, due soli denti e un inseparabile camice giallo). Nel 1896, per combattere la crisi in cui il giornale stava cadendo, nel supplemento del “New York World”,

il fumetto venne pubblicato in questa nuova aggiunta del giornale. Sfortunatamente il bambino giallo ebbe una vita molto breve poiché solo dopo due anni il fumetto venne eliminato a causa delle feroci critiche innescatesi. Anche se di breve durata, questa prima esperienza innescherà un vero “boom” per questa nuova forma d’arte che in pochi anni invaderà l’intero globo.


STORIE PER RAGAZZI... IL PROBLEMA ITALIANO E LA NASCITA DEL FUMETTO DI PROPAGANDA

In Italia, lo sviluppo del fumetto avvenne intorno ai primi del ‘900, successivamente alla vicenda americana. Nella rivista “Il Novellino” venne prima pubblicata un immagine di Yellow Kid e successivamente le storie di “Foxy Grampa” di Schulz (in futuro famoso per la collana “Peanuts”) e di “Katzenjammer” (Bibì è Bobò) di Dirks. Il vero problema sorse probabilmente dal 1923, quando, sotto l’influenza del regime fascista venne pubblicato il “Il Balilla” che diede il via all’ormai conosciuto fumetto di propaganda.


... MA NON SOLO UNA NUOVA ERA

Alla fine della guerra, e durante gli anni successivi, per il fumetto si aprì un lungo momento di stasi, tale situazione mutò quindi velocemente verso gli anni sessanta soprattutto in America e In italia. Nel Nuovo Mondo nasce l’incredibile casa fumettistica Marvel, fondata da Martin Goodman, un universo di super eroi che, con il lancio di personaggi del calibro di Spiderman, Devil e i Fantastici quattro, surclassò gli ormai antichi Superman e Batman della DC Comics. In Italia invece compaiono le storie di Topolino (Mickey Mouse, pilastro della casa Walt Disney nata già nel 1923) e le prime storie azzardate di antieroi come “Diabolik”(targato Angela e Luciana Giussani) che daranno vita ad una nuova tipologia di storie non più basate sull’infinito stereotipo del bene che trionfa sul male. La nostra nazione però viene riconosciuta non solo per questa nuova tecnica di fumetto, ma per la scoperta di veri e propri artisti totalmente dedicati a questa nuova forma d’arte. Il primo fra tutti è Hugo Pratt che con la sua prima storia dedicata al personaggio di “Cortomaltese” (“Una ballata del mare salato”), assieme ad artisti del calibro di: Manara, Andrea Pazienza e Crepax, daranno il via, tra gli anni

Settanta e Ottanta, alla nascita delle “graphic novel”, ovvero di veri e propri romanzi d’autore che non vengono più venduti in edicola come dei normali fumetti ma in libreria come veri e propri romanzi.


... MA NON SOLO LA SATIRA

Un’altra grande rivoluzione avviene in questo periodo e continua tutt’ora, il fumetto appare come uno degli strumenti più adatti alla comunicazione satirica. Questa tipologia di fumetto oggi è molto sviluppata nell’ambito politico, per esempio il famoso autore Vauro concentra quasi tutta la sua attività principalmente in questo genere di fumetto. Famosissime sono le strisce di Bonvi (Sturmtruppen), nelle quali si ridicolizzava l’esercito tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale con ilari episodi ambientati nel periodo bellico. Sempre negli anni Sessanta in Italia compare anche la rivista “Linus” dove erano contenuti fumetti e strisce da tutto il mondo ma soprattutto dove era presente l’incredibile saga dei “Peanuts” di Schulz. Le irriverenti storie di Charlie Brown, del suo cane Snoopy e di tutti gli altri amici, con un’ironia e un linguaggio decisamente singolare, descrivevano sia la società dal punto di vista infantile e contemporaneamente esponevano una critica alla società. Questa particolare tipologia di fumetto che tuttora possiamo trovare in diverse riviste, ha incrementato l’interesse anche in un pubblico più adulto.


FUORI DA QUESTO PICCOLO MONDO DALLE EDICOLE ALLE MOSTRE

Con questa piccola introduzione abbiamo potuto vedere come quest’arte è passata da semplici favole per bambini a veri e a volte complessi racconti per ragazzi e adulti. Ciò nonostante il fumetto è sempre stato “segregato” nelle edicole e mai riconosciuto come vera e propria arte fino ai primi anni ‘60, quando l’artista di Pop Art “Roy Lichtenstein” non inserì nei suoi quadri, oltre a immagini del mondo pubblicitario, veri e propri ingrandimenti di vignette che porteranno il fumetto nel mondo delle mostre. Roy Lichtenstein comincia la sua cariera verso il 1940, ma è proprio nel “periodo delle pubblicità e dei fumetti” che assume su di se un grande successo, raggiungendo con il tempo il titolo di uno dei più grandi esponenti di Pop Art. Il massaggio che l’artista voleva mandare con le sue opere era una critica al mondo moderno che si stava banalizzando.


FUORI DA QUESTO PICCOLO MONDO UNA CONSIDERAZIONE LETTERARIA

Finalmente negli anni sessanta, l’arte fumettistica viene riconosciuta e assunta come una vera e propria forma d’arte con la A maiuscola. Grazie al saggio di Umberto Eco (semiologo di grande fama) e Roberto Giammarco (sociologo), nel saggio “Apocalittici e integrati” uno spazio intero è dedicatoo al fumetto nel quale si attribuiva a queste opera una proprietà di linguaggio degno di un romanzo e un’importanza artistica pari ad un’opera esposta ad una mostra.


L’EVOLUZIONE DELLA TECNICA DAL DISEGNO A CHINA ALLA COMPUTER GRAFICA

Naturalmente anche il fumetto come tutte le arti ha avuto una lenta e lunga evoluzione nella tecnica che, secondo la mia opinione, può essere riassunta in pochi semplici passaggi avvenuti nel tempo:


L’EVOLUZIONE DELLA TECNICA IL TRATTO CHINA

La china, o l’inchiostrazione in generale, è la tecnica più antica che il fumetto ha adottato e che attualmente si utilizza ancora. Nel fumetto bisogna assolutamente sintetizzare ogni figura e oggetto poiché la riproduzione troppo dettagliata richiederebbe un lasso di tempo eccessivo e in contrasto con i tempi necessari alla pubblicazione. Attualmente questa tecnica è utilizzata in fumetti del genere di Dylan Dog e nel fumetto Manga tipico del Giappone e consiste semplicemente nel contornare le bozze a matita e ricreare le ombre tramite campiture o tratteggi di diverso spessore.


L’EVOLUZIONE DELLA TECNICA L’ACQUERELLO

La colorazione ad acquerello è la tecnica che personalmente preferisco, poiché, tale procedura , nel suo piccolo ha la capacità di far diventare ogni vignetta un piccolo quadro costituito da macchie non perfettamente definite, contornate da una figura ripassata velocemente a china. L’acquerello ha la capacità di donare al racconto un effetto quasi magico. Questa tecnica è padroneggiata eccezionalmente da Hugo Pratt,da Manara e pochi altri autori poiché è una delle tecniche che se non la si padroneggia alla perfezione non da i risultati voluti.


L’EVOLUZIONE DELLA TECNICA IL RETINO

Il retino è uno strumento originariamente utilizzato nelle tavole grafiche di architettura prima dell’avvento del computer. Tale tecnica consiste nell’utilizzo di adesivi trasparenti o semitrasparenti su cui sono disegnati dei reticoli di puntini o tratteggi vari finalizzati all’ombreggiatura o al tratteggio di parti del disegno, senza nascondere il grafico sottostante. Attualmente è utilizzato solo nei fumetti Manga, ma, fino a poco tempo fa veniva utilizzato su gran parte dei fumetti di ogni genere.


L’EVOLUZIONE DELLA TECNICA TEMPERA O OLIO

Su questa tecnica non c’è molto da dire, utilizza lo stesso procedimento di un quadro creando delle vignette più simili alla realtà possibili. Sono poche le persone che la utilizzano ma tra i più famosi c’è il fumettista della Marvel “Alex Ross”


L’EVOLUZIONE DELLA TECNICA COMPUTER GRAFICA

A proposito di questa tecnica voglio esporre una mia opinione: la tecnica della computer grafica, ovvero dell’utilizzo di programmi grafici come Photoshop o Adobe Illustrator, ha permesso a molti fumettisti di creare effetti impossibili da ricreare manualmente e soprattutto ha permesso una velocizzazione notevole nel lavoro. Questa tecnica mostra però un’altra faccia della medaglia poiché il suo utilizzo ha permesso a molta più gente (anche non particolarmente dotata) di entrare in questo mondo. Tuttora quasi tutti i fumetti utilizzano la computer grafica.


IL FUMETTO E’ BELLO PERCHE’ E’ VARIO

Dalla sua nascita il fumetto ha avuto ha avuto moltissime varianti sia per tema che per tecnica, a me piace riassumerle principalmente per tecnica poiché l’analisi per tema porterebbe generare un lavoro potenzialmente infinito:


IL FUMETTO E’ BELLO PERCHE’ E’ VARIO MARVEL

Questo genere è probabilmente il più seguito al mondo poiché è il fumetto riguardante personaggi supereroi su cui ogni bambino e adolescente fantastica (chi non ha mai sognato di avere un super potere?). La Marvel è la casa più grande e specializzata di questo genere, in pochi anni ha surclassato la precedente DC Comics. I personaggi presenti in questo fumetto possiedono un fisico a dir poco esagerato e mandibole sempre più prorompenti (a superman sono stati aggiunti muscoli del collo che non sono presenti nel corpo umano per renderlo più possente)


IL FUMETTO E’ BELLO PERCHE’ E’ VARIO DISNEY

Chi non conosce i fumetti e soprattutto i cartoni di questa casa che ha segnato l’infanzia di ogni bambino e la vita di ogni adulto? La Disney è specializzata nella produzione di storie per bambini, inizialmente erano riproduzioni in cartoni di favole conosciute. La particolarità di questa tipologia consiste, come nella prima, principalmente nei personaggi che spesso consistono in animali resi “quasi umani” sia nell’aspetto che nelle abitudini con particolari posture e gestualità.


IL FUMETTO E’ BELLO PERCHE’ E’ VARIO MANGA

Per questo genere il discorso da fare è un po’ più lungo, poiché si tratta di una particolare arte orientale, originariamente giapponese, per stile struttura e metodo di lettura. Il manga nasce presumibilmente nel 1946 dopo la pubblicazione di “Kimba il leone bianco” che, come ammesso dallo stesso autore Osamu Tezuka (definito ormai in tutto il mondo come “il dio del manga”), è fortemente ispirato al lavoro Disney “Bambi” ma che si pensa abbia influenzato il capolavoro Disney “Il re leone”. Il manga attuale è un genere principalmente dedicato ad un pubblico adolescente. La particolarità più evidente, oltre allo stile di disegno molto semplificato è la particolare tecnica di lettura derivante dalla scrittura orientale, ovvero da destra verso sinistra che obbliga il lettore a cominciare il volume dalla fine fino ad arrivare alla pagina principale. Attualmente sono tra i fumetti più seguiti dai giovani, probabilmente anche per la frequente riproduzione in cartoni animati (Anime) spesso trasmessi nelle reti televisive più importanti.


IL FUMETTO E’ BELLO PERCHE’ E’ VARIO FUMETTO DI NARRAZIONE

Questa categoria è una delle più seguite anche da un pubblico adulto per i temi particolari che vi sono narrati: dai misteri del paranormale di Dylan Dog ai racconti fantastici di Hugo Pratt, fino ai fumetti erotici di Manara e Crepax. Questa categoria probabilmente è quella con la rappresentazione più verosimile e con le ambientazioni più studiate, ma soprattutto quella con lo sviluppo artistico più elevato sia dal punto di vista pittorico che da quello letterario.


IL FUMETTO E’ BELLO PERCHE’ E’ VARIO FUMETTO UMORISTICO

All’interno di questo gruppo possiamo comprendere molti generi ma i principali sono quelli di satira (Sturmtruppen, i Peanuts e molte vignette di satira politica) seguiti da i fumetti comici di tutto il mondo come per esempio Cattivik, Lupo Alberto, Rat Man e Calvin and Hobbes. Questo genere è forse quello con cui si indentifica di più il fumetto in generale, utilizzato sulle riviste e sui giornali.


TIRIAMO LE SOMME

Con questo commento non troppo lungo nel quale oltre ad un tentativo di contestualizzazione storica ho esposto le mie idee per smentire gli stereotipi su quest’arte definita spesso, da chi non la conosce a fondo, come infantile e non sufficientemente profonda. E’ spiacevole notare come il fumetto, sfortunatamente negli ultimi tempi, (ma forse anche in passato) stia pian piano degenerando e sfociando, come del resto per molte altre arti, nella banalità e nella produzione ossessiva basata solo sul mero guadagno di denaro.



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