Riscaldamento urbano n 34 dicembre 2008

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Dicembre 2008

Direttore Responsabile Alfredo Ghiroldi Comitato Tecnico Claudio Artioli Mauro Cozzini Aldo Fiamberti Ettore Filippini Alberto Ghidorzi Stefano Piva Redazione Ilaria Bottio (coordinamento) Nunzia Fontana (segreteria) Sede Legale Piazza Trento, 13 20135 Milano Direzione, Redazione, Amministrazione Piazza Trento, 13 - 20135 Milano Tel. 02 45412118-19 Fax 02 45412120 e-mail: segreteria.generale@airu.it segreteria.tecnica@airu.it sito web: www.airu.it Stampa Fabiano Group srl Reg. San Giovanni, 40 - 14053 Canelli (AT) Tel. 0141 827801 Fax 0141 8278301

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EDITORIALE

Il gas russo: seconda parte Luigi Franco Bottio Segretario Generale AIRU

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opo tre anni dal precedente grave shock, ecco puntualmente presentarsi, nel bel mezzo di un inverno molto freddo e nevoso, una nuova crisi “commerciale” fra Russia ed Ucraina con l’insorgere su tutto il continente di un rapido, angoscioso panico per le sorti degli approvvigionamenti internazionali di metano. Anche la nostra stampa si è molto interessata del caso con evidenti gravi preoccupazioni. Alcuni titoli: … L’Italia fa i conti sulle scorte … È una minaccia per l’Europea … a fine inverno il sistema nazionale potrebbe perdere colpi (Corriere della Sera) ; Gas, il duello Russia-Ucraina spaventa l’Europa (La Repubblica) ; Le nostre scorte già intaccate. Scaroni: ma non è emergenza (La Repubblica). Nel testo si precisa che questo è vero “sempre sperando che la disputa venga risolta in breve”; Mosca-Kiev: la guerra del gas gela d’Europa (La Stampa) ; Gas russo: arriva il grande freddo? (il blog di Economy). Tutti gli articolisti concordano sull’insipienza e sull’impotenza dell’Europa, sull’assurdità e la fragilità del sistema continentale, sull’urgenza di prendere drastiche decisioni. Nessuno, al solito, ha fatto notare che i più indifesi sono i cittadini, quasi sempre completamente dipendenti, senza pratiche alternative, dalle caldaie e dalle caldaiette strettamente funzionanti a solo combustibile gassoso. Limitandoci al settore civile, nessun sindaco, a nostra conoscenza, ha preso la parola per sottolineare che l’unico modo per salvare le nostre abitazioni dal sempre incombente freddo glaciale, dopo sessant’anni di aberrante politica strettamente “metano – dipendente”, consiste nell’attuare finalmente su scala nazionale una forte politica di programmazione locale delle fonti e dell’attuazione dei più che collaudati (anche in Italia, come ripetutamente dimostrato) sistemi energetici integrati che hanno nel teleriscaldamento, ossia nella distribuzione di energia termica tramite condotte interrate, il nucleo fondamentale. Pare impossibile: si continua a vagheggiare il nebbioso ed incerto futuribile rappresentato dal nucleare senza guardare, concretamente, a quello che si può fare subito, oltretutto con ottimi risultati sull’ambiente come l’esperienza di oltre 50 centri comprova. Neppure dal mondo accademico specializzato, tendenzialmente affascinato dai grandi scenari strategici, ci è giunta notizia di attenzione particolare a queste tematiche. È vero che anche un diffuso sistema di reti di riscaldamento urbano non potrà certamente risolvere al nocciolo la questione energetica, ma consideriamo più che doveroso pretendere che l’opinione pubblica prenda conoscenza delle potenzialità di quel grosso tassello del mosaico complessivo, che la coinvolge direttamente: i “S.E.I.”, appunto. La colpa è certamente anche nostra, che con troppa difficoltà riusciamo a diffondere (soprattutto presso le Istituzioni e gli Enti locali) questi concetti. Riteniamo peraltro doveroso denunciare l’inerzia di troppi politici, amministratori, operatori probabilmente, al solito, “in tutt’altre faccende affaccendati”. Forse, comunque, qualcosa comincia finalmente a muoversi. Lo sapremo – ci auguriamo – presto.

DIFFUSIONE • Aziende fornitrici di tecnologie del teleriscaldamento • Aziende che progettano, realizzano e gestiscono il teleriscaldamento • Professionisti e Società di ingegneria • Multiutility, Enti Locali • Enti, Università, Istituzioni e Organismi nazionali e comunitari COPIA OMAGGIO



Organismi dell’Airu PRESIDENTE Francesco GULLÌ Università Bocconi - Milano VICE PRESIDENTI Antonio BONOMO - A2A SpA Fausto FERRARESI - Gruppo HERA SpA, Bologna Giuseppe TIRANTI - Federutility, Roma CONSIGLIO Fiorenzo BASSI - AEM Gestioni Srl, Cremona Floriano CESCHI - AGSM Verona SpA Andrea CIVARDI - Siemens SpA, Milano Stefano CONSONNI - Politecnico di Milano Marco CORNALI - FIMET SpA, Brescia Aldo FIAMBERTI - AES Torino SpA Paolo GALLIANO - EGEA SpA, Alba Alberto GHIDORZI - TEA SpA, Mantova Giancarlo GIACHETTI - ENIA SpA, Parma Stefano PIVA - Università di Ferrara Massimo TIBERGA - A2A SpA REVISORI DEI CONTI Luigi ANDREOLI - Socio individuale Mauro COZZINI - Socio individuale Matteo LICITRA - Socio individuale Alfredo AMMAN - AMGA SpA, Legnano Carlo BOCCACCI - TECHNOSYSTEM SpA PROBIVIRI Lorenzo CASSITTO - Politecnico di Milano Fabio CIVIERI - Socio individuale Nereo GALLO - Socio individuale Giorgio ANELLI - LOGSTOR Italia SpA Barbara SCHOPF - Brandes SpA

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LUIGI FRANCO BOTTIO Segretario Generale AIRU

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Comitato di studio “Distribuzione del vettore termico” Presidente: Nicola DI GREGORIO POWER SOLUTIONS Srl Comitato di studio “Teleraffreddamento” Presidente: Franco RICCI - A2A SpA

Torino si candida a diventare la “regina” europea del teleriscaldamento LUIGI STIERI Quotidiano Energia

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Durata utile residua delle tubazioni preisolate Tubazioni di teleriscaldamento vecchie di trent’anni HEINZ-WERNER HOFFMANN Ist. Technologie und Innovationsmanager bei der MW Energie AG - Mannheim THOMOS GROGE Ist. Institubieiter vom Fernwärme-Forschungsinstitut - Hannover ALEXANDER RÖSE Ist. Inhaber des Ingenieurbüro Röse - Berlin

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Comitato di studio “Sottostazioni d’utenza e misura del calore. Linee guida e qualità” Presidente: Sonia BERTOCCI - AES TORINO SpA

Comitato di studio “Risorse rinnovabili” Presidente: Mauro COZZINI - Socio individuale

Il teleriscaldamento di Cogenpower SABRINA BIANCHI Cogenpower SpA

PAST PRESIDENTS Cesare TREBESCHI Evandro SACCHI Luciano SILVERI Paolo degli ESPINOSA Giovanni DEL TIN

Comitato di studio “Produzione del vettore termico nei Sistemi Energetici Integrati” Presidente: Lorenzo ZANIBONI - A2A SpA

Il successo del “modello Borgaro Torinese” LUIGI STIERI Quotidiano Energia

SEGRETARIO GENERALE Luigi Franco BOTTIO

COMITATI Comitato di studio “Tariffe di vendita dei vettori energetici. Marketing e Sviluppo commerciale” Presidente: Terenzio POETA - A2A SpA

Il gas russo: seconda parte

Il termovalorizzatore di Gerbido e la rete di teleriscaldamento torinese GIUSI DI BARTOLO FRANCESCO BENZI TRM SpA – Trattamento Rifiuti Metropolitani, Torino

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Il panorama energetico nel 2008 FRANCESCO GULLÌ Presidente AIRU

News


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Il successo del “modello Borgaro Torinese” LUIGI STIERI Quotidiano Energia

La rete di teleriscaldamento della cittadina piemontese è stata affidata ad un privato (Cogenpower), senza alcun finanziamento pubblico e con ampi benefici per la comunità locale. Un’esperienza che dovrebbe essere replicata in altre aree della provincia di Torino. A colloquio con il sindaco, l’ingegnere Vincenzo Barrea.

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l piano di sviluppo della rete di teleriscaldamento della provincia di Torino si arricchisce di un altro importante tassello: la nuova centrale di cogenerazione “Anaconda” di Borgaro Torinese, inaugurata a metà novembre dal gruppo piemontese Cogenpower. L’impianto, alimentato a gas naturale e dotato di un motore endotermico da 3 MW e da tre caldaie con una potenza termica pari a 20 MW, è asservito al teleriscaldamento e garantisce ora, attraverso una rete di 11 chilometri di tubi, la copertura del servizio ai 4.500 cittadini che vi hanno aderito (pari al 95% della popolazione asservibile, contro una media nazionale che si ferma al 35% durante il primo anno di attività di un impianto di teleriscaldamento), per una volumetria complessiva pari a 430.000 metri cubi. Dal punto di vista dell’automazione, è stato realizzato un sistema integrato per l’intero impianto centralerete che, attraverso 35 computer, permet-

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te di avere un controllo completo e istantaneo di tutti i componenti installati, grazie all’estensione della rete di fibra ottica stesa durante i lavori. Dopo dieci mesi di lavori per la posa delle tubature e l’avvio della centrale di cogenerazione, tuttavia, per Cogenpower è già tempo di guardare al futuro. Di qui a 5 anni, prevede la società piemontese, la volumetria allacciata raggiungerà gli 800.000 metri cubi, dunque quasi il doppio. Ciò attraverso l’estensione della rete che serve la centrale di cogenerazione “Anaconda”, sia a ovest di Borgaro Torinese, che verso Mappano. In cantiere c’è anche la realizzazione del teleraffrescamento mediante un progetto di espansione della capacità termica dell’impianto esistente fino a 30 MW (da affiancare alla costruzione sullo stesso sito del quartiere generale della società e di una biblioteca scientifica per i giovani del territorio).

Sorprendenti i benefici per la comunità locale: il risparmio annuale sulla bolletta delle utenze allacciate alla rete di teleriscaldamento sarà pari al 20%, per una cifra pari a circa 550.000 euro, mentre la riduzione dell’impatto ambientale è stimato in 1.423 tonnellate di CO2 all’anno evitate. Sul fronte della sicurezza, il sistema è esente da rischi di scoppi e incendi, in quanto legato alla distribuzione di acqua calda e non di combustibile. Ancora, l’opera ha creato un indotto alle aziende locali per oltre 5 milioni di euro, coinvolgendo oltre 100 occupati, mentre sono 20 le risorse interne all’azienda dedicate al progetto, con un’età media di 27 anni, tutte assunte con contratto a tempo indeterminato. Da non trascurare un altro aspetto che, anzi, appare forse il più importante: l’investimento per la realizzazione dell’opera è stato di circa 8 milioni di euro, interamente a carico della società. Ed è proprio questo


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il punto su chi si è soffermato il sindaco di Borgaro Torinese, l’ing. Vincenzo Barrea, commentando l’entrata in funzione della centrale di cogenerazione “Anaconda”, realizzata da Cogenpower. “Dalle tasche dei cittadini non è uscito neanche un euro”, ha dichiarato il primo cittadino della cittadina piemontese. “L’amministrazione comunale ha scelto di seguire una strada diversa (rispetto a quella tradizionalmente adottata nella provincia di Torino e in altre aree d’Italia, ndr) per garantire il servizio di teleriscaldamento alla comunità locale: abbiamo affidato i lavori ad un privato pensando che questa potesse essere la scelta migliore”. I risultati conseguiti sembrano confermare che la strategia adottata si è rivelata vincente: un anno per discutere il progetto, soltanto dieci mesi per la posa della rete di trasmissione del calore (dunque con disagi alquanto limitati – in termini temporali – per i cittadini). “Il tutto senza alcun esborso di denaro pubblico”.

La sfida del presidente e amministratore delegato di Cogenpower, Francesco Vallone, “è stata molto difficile”, ha aggiunto il primo cittadino di Borgaro Torinese, ma alla fine la collaborazione tra la società e l’amministrazione locale è risultata di gran lunga la migliore ipotizzabile. E i benefici per la comunità locale, ha precisato l’ing. Vincenzo Barrea, vanno ben oltre quelli sopraelencati. “A parità di sistemi di produzione di calore” (senza dunque contare gli impianti che impiegano rifiuti o altri tipi di combustibili non comparabili con il gas naturale), infatti, “le tariffe applicate per il servizio di teleriscaldamento sono le più basse dell’intera provincia di Torino”. Il sindaco, tuttavia, non si è limitato ad esprimere la sua soddisfazione per l’affidamento ad un privato dei lavori di realizzazione e di gestione delle infrastrutture energetiche. Il primo cittadino del più piccolo Comune della provincia ad essere coperto dal servizio di teleriscaldamento,

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infatti, ha esortato tutte le amministrazioni locali a seguire l’esempio di Borgaro Torinese. “La nostra esperienza dovrebbe essere valutata anche nel resto della provincia”, allo scopo di annullare i costi a carico delle casse comunali e, allo stesso tempo, di garantire il servizio ai cittadini, ha dichiarato Barrea. Un modello, dunque, che sarebbe utile “esportare” in altre realtà della provincia di Torino. Quanto ai piani di Cogenpower di espansione della rete di distribuzione di acqua calda (85 °C) di qui al 2013, fino a coprire una volumetria allacciata pari a 800.000 metri cubi, il sindaco si è detto assolutamente favorevole all’iniziativa. “L’amministrazione comunale condivide ampiamente il progetto di ampliamento della comunità asservibile al servizio di teleriscaldamento”, ha concluso Vincenzo Barrea. Naturalmente, sempre nell’ottica di “costo zero per la comunità locale”.

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Il teleriscaldamento di Cogenpower

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a rete di teleriscaldamento per la città di Borgaro Torinese nasce nel 2006 da un’idea dell’Amministratore delegato della Cogenpower spa, il dottor Francesco Vallone, il quale, credendo fortemente in questo progetto, decise di realizzarlo utilizzando investimenti privati. Si tratta, infatti, del primo impianto di teleriscaldamento totalmente privato realizzato in Italia. I tempi di realizzazione sono stati molto brevi: in dieci mesi è stato completato l’intero impianto.

ANACONDA Il cuore del teleriscaldamento è Anaconda, la centrale di cogenerazione inaugurata l’11 novembre scorso. L’impianto di cogenerazione è composto da un motore endotermico a ciclo otto, alimentato a gas metano, con potenza elettrica pari a 3,048 MWe e potenza termica complessiva pari a 3,016 MWt (1,482 MWt dal recupero calore blocco motore e 1,534 MWt dal circuito fumi), con rendimento complessivo pari a 84,2%. Per garantire il continuo e corretto approvvigionamento del combustibile è stata realizzata la rete di adduzione gas, lunga 2,5 km, che collega il punto di consegna Snam alla centrale. L’energia termica è inviata alle utenze sotto forma di acqua calda a 85°C, mentre tutta l’energia elettrica prodotta, eccetto la quantità consumata dagli ausiliari di centrale, è ceduta, tramite una connessione in MT a 15.000 V, alla rete di distribuzione elettrica. Al fine di soddisfare completamente il fabbisogno energetico di tutte le utenze sono state installate tre caldaie di backup con potenza termica di 5,6 MWt cadauna, capacità pari a 12.100 l ciascuna e rendimento, con modulo economizzatore, del 97%. La potenza termica complessiva della centrale, pari a circa 20 MWt, è stata sovrastimata per garantire la produzione del calore necessario anche in caso di fermi delle caldaie o del motore, per avaria o manutenzioni. Il fabbisogno netto, annuale, di calore degli utenti attualmente è di circa 14 GWht. La centrale è stata predisposta per una futura espansione fino ad una potenza di 30 MWt.

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LA RETE Dalla centrale parte la rete di tubazioni che, snodandosi per 11 km lungo due circuiti, uno di mandata e uno di ritorno, collega le 35 sottostazioni che forniscono calore a circa 4.500 cittadini, pari al 95% della popolazione asservibile di Borgaro Torinese. I tubi contengono 500.000 l di acqua calda, alla pressione di 8 bar, valore mantenuto costante da un sistema di pressurizzazione ad azoto. Le tubazioni sono state fornite dall’azienda francese Inpal, azienda specializzata nella fabbricazione di tubi preisolati per reti di teleriscaldamento. La tecnologia di isolamento delle tubazioni utilizzate in questo impianto, Polyuretub 130, riduce la dispersione di calore garantendo un mantenimento ottimale della temperatura dell’acqua

SABRINA BIANCHI Cogenpower SpA

calda in circolazione e, di conseguenza, un notevole risparmio energetico. LE SOTTOSTAZIONI Durante gli allacciamenti delle utenze alla rete è stata eseguita la riqualificazione delle centrali termiche delle singole sottostazioni, installando scambiatori di calore, in sostituzione alle vecchie caldaie. La realizzazione dell’impianto di teleriscaldamento ha permesso la dismissione di più di trentacinque caldaie accentrando la produzione di energia termica in un unico punto, abbattendo così l’emissione di gas inquinanti come gli ossidi di azoto e ossidi di zolfo. Inoltre, l’utilizzo della cogenerazione per la produzione di energia riduce la quantità di anidride carbonica immessa in aria di circa 1.500 tonnellate l’anno.


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CARONTE In parallelo alla posa delle tubazioni è stata stesa la fibra ottica, necessaria per gestire e controllare in remoto tutte le sottostazioni. Il sistema di teleriscaldamento è telegestito per mezzo di Caronte, software elaborato dai tecnici Cogenpower. Caronte è stato scritto in 5 differenti linguaggi: per l’interfaccia sono stati utilizzati i linguaggi di programmazione ASP, ASP.net e Java Script, mentre la struttura del software applicativo è stata elaborata utilizzando PARL e DELPHI. Il software è stato installato nei computer industriali posizionati in ogni sottostazione. La gestione dei dati, immagazzinati dai singoli computer, avviene tramite un sistema centrale accessibile ovunque via rete. Il costante monitoraggio delle sottostazioni garantisce il controllo preciso della curva climatica, quindi della temperatura, e degli apparati di regolazione, quali valvole e pompe. Questo sistema consente a Cogenpower di risolvere tempestivamente eventuali problemi e di esaudire in tempo reale le “richieste termiche” degli utenti del teleriscaldamento. Il progetto di teleriscaldamento rientra nelle iniziative di risparmio energetico promosse dallo Stato attraverso i Certificati Verdi. Questi incentivi economici hanno permesso a Cogenpower di applicare agli utenti uno sconto annuale del 20%.

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Torino si candida a diventare la “regina” europea del teleriscaldamento LUIGI STIERI Quotidiano Energia

Presto al via il piano di sviluppo dell’area metropolitana del capoluogo piemontese. A colloquio con l’assessore provinciale all’Ambiente, Dorino Piras

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ta per essere completato presso gli uffici dell’Assessorato Risorse idriche, Qualità dell'Aria e Inquinamento atmosferico, acustico ed elettromagnetico, Difesa del suolo della Provincia di Torino il “Piano di sviluppo del teleriscaldamento nell’area torinese”. I dati elaborati indicano in circa 81 milioni di metri cubi la volumetria potenzialmente allacciabile nell’intera provincia, di cui 62 milioni di metri cubi solo all’interno della città di Torino. Circa la metà del potenziale è già servito da reti esistenti, facendo del capoluogo piemontese la città più teleriscaldata d’Italia e della provincia uno dei territori che hanno sviluppato maggiormente questa tecnologia in Europa. Il bagaglio informativo acquisito rappresenta uno strumento estremamente potente a disposizione degli enti pubblici e degli operatori del settore, per la pianificazione energetica territoriale, le procedure autorizzative di impianti energetici o per la progettazione e l’affidamento di servizi pubblici locali. A fronte della notevole espansione delle reti di teleriscaldamento attualmente in corso a Torino e nei comuni limitrofi, nonché della realizzazione di nuovi impianti di cogenerazione e delle prescrizioni previste dalle relative pronunce di compatibilità ambientale, l’assessore provinciale all’Ambiente, Dorino Piras, ha deciso di avviare con i gestori delle reti di teleriscaldamento e delle centrali esistenti, o in progetto, nell’area metropolitana torinese un piano-processo condiviso e sostenibile di razionaliz-

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zazione delle reti. In altre parole, sarà predisposto un Piano regolatore di area metropolitana che riguarda il territorio della città di Torino e i comuni della prima e seconda cintura. “Avvertiamo la necessità di utilizzare nel modo più efficace possibile la capacità termica degli impianti di cogenerazione presenti e di costruire una rete quanto più interconnessa ed efficiente su ambito intercomunale, limitando il più possibile i punti di emissione dislocati nell’area metropolitana. È un percorso complesso, che deve trovare il punto di accordo di diversi operatori economici, di vincoli tecnici ed economici, di diversi impianti esistenti e in programma”, rende noto l’assessore sul proprio sito web. “Il problema della qualità dell’aria è evidente a tutti e sul versante del riscaldamento in questi ultimi anni si è fatto molto a Torino e nella prima cintura, con l’espansione delle reti di teleriscaldamento. L’idea è di completare il percorso e promuovere l’estensione del sistema anche in quelle aree in cui oggi la rete non arriva, ma in cui sono evidenti le potenzialità di espansione. Il teleriscaldamento non è però un’opzione ad inquinamento zero e sono numerosi i punti emissivi delle centrali di cogenerazione che sono al servizio delle reti. Future espansioni quindi non devono pregiudicare o aumentare le emissioni complessive. Il surplus di produzione, i problemi di qualità dell’aria, la congestione della rete e l’uso razionale dell’energia portano a porre un freno a nuove proposte e richieste di autorizzazione, a meno che sia evidente il miglioramento ambientale rispetto alla situazione di partenza. L’obiettivo che si ritiene auspicabile con il Piano Regolatore della Provincia è di raggiungere la massima estensione possibile delle reti di teleriscaldamento in Torino e comuni limitrofi, a condizioni tali da garantire che tale tecnologia costituisca un reale beneficio relativamente a consumi energetici e qualità dell’aria”.

Il riferimento va, in particolare: all’effettivo impiego di tutto il calore reso disponibile da impianti già esistenti o in progetto, da considerarsi prioritario rispetto alla realizzazione di nuove centrali; alla copertura di ulteriori quote di richiesta termica tramite caldaie di integrazione e riserva, evitando l’installazione di ulteriori impianti termoelettrici; alla realizzazione delle interconnessioni tra le reti di comuni confinanti per ottimizzare l’utilizzo e la distribuzione del calore e accrescere la sicurezza del sistema, riducendo al minimo la potenza degli impianti di produzione e delle caldaie di integrazione e riserva; alla valutazione di adozione di ulteriori soluzioni, (esempio il teleraffrescamento, la fornitura di utenze industriali o la riduzione dei carichi di punta mediante sistemi di accumulo e interventi tariffari), finalizzate a massimizzare l’impiego del calore prodotto in cogenerazione da impianti attivi tutto l’anno; alla valutazione di impiego ambientalmente vantaggioso di fonti rinnovabili, non solo in sostituzione di combustibili fossili, ma anche e soprattutto riguardo alle tecnologie più innovative, quali lo scambio geotermico a bassa temperatura, che può costituire un’interessante alternativa al teleriscaldamento, in particolare in caso di utenze medio piccole o non facilmente allacciabili alle reti. Ne abbiamo parlato con l’assessore provinciale Dorino Piras, responsabile per le Risorse idriche, la Qualità dell’Aria e l’Inquinamento atmosferico, acustico ed elettromagnetico, la Difesa del suolo. La provincia di Torino sta ultimando il piano di sviluppo e coordinamento della rete di teleriscaldamento. Quali sono le finalità di questo strumento di programmazione? Quali i tempi di approvazione e di validità? Il piano è finalizzato a definire un quadro conoscitivo dei sistemi di teleriscaldamento esistenti e previsti, fornire dati e metodi per la valutazione del potenziale di ulteriore espansione, realizzare uno strumento di gestione delle informazioni relative al teleriscaldamento dell’area metropolitana del capoluogo piemontese. Sarà ultimato di qui a un mese e avrà un’estensione temporale di 25 anni, con aggiornamenti intermedi previsti ogni 5 anni. Dopo il record detenuto da Torino a livello nazionale, dunque, anche l’area metropolitana del capoluogo piemontese si appresta ad entrare nella storia del sistema energetico europeo… Sì, al momento la città di Torino è la più teleriscaldata d’Italia. Dopo il primato italiano, il capoluogo piemontese punta ora ad essere leader anche in Europa. L’am-


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bizioso traguardo sarà possibile grazie alla dismissione della vecchia centrale di riscaldamento a gasolio delle Vallette e con la costruzione nell’area compresa tra il carcere, la tangenziale Nord e corso Regina Margherita, di un nuovo impianto di cogenerazione a ciclo combinato della potenza di 400 MW elettrici e 220 MW termici asservita al teleriscaldamento della zona nord-ovest della città (il cosiddetto progetto “Torino Nord” di Iride), che dovrebbe essere operativo a partire dalla stagione 2001-2012. Inoltre, il nuovo Piano di sviluppo del teleriscaldamento per l’area metropolitana di Torino, a cui ha partecipato anche Iride, sarà il primo a livello europeo ad interessare un’area così vasta. È stata inaugurata di recente da Cogenpower la centrale di cogenerazione asservita al servizio di teleriscaldamento di Borgaro Torinese. Come valuta il progetto nel suo complesso? La mia valutazione del progetto realizzato da Cogenpower a Borgaro Torinese è assolutamente positiva. In primo luogo, per gli standard ambientali e di efficienza della centrale di cogenerazione: chi ha realizzato l’impianto, infatti, si è posto da subito il problema del rispetto dei limiti imposti dall’amministrazione provinciale in tal senso (cosa che in genere non avviene). In secondo luogo, perché il progetto stesso è tutto italiano, il che è di buon auspicio per il futuro. L’impianto di Borgaro Torinese è

stato il primo ad essere realizzato senza fondi pubblici nella provincia di Torino. Ritiene che questa esperienza possa essere replicata in altre realtà della stessa provincia? Assolutamente sì. È auspicabile che il “modello Borgaro Torinese” venga replicato in altre realtà, sia dell’area metropolitana di Torino che dell’intera provincia. Del resto le amministrazioni locali difficilmente potranno farsi carico, in futuro, di ingenti spese per lo sviluppo del servizio di teleriscaldamento. I privati, dunque, dovranno necessariamente fare il loro ingresso in questo business. In tal senso, quale contributo agli investimenti privati può dare il nuovo piano? Il nuovo piano di sviluppo del teleriscaldamento per l’area metropolitana di Torino costituirà un grosso vantaggio per i privati in termini di pianificazione degli investimenti. Attraverso questo strumento di pianificazione, infatti, avremo la possibilità di indicare noi le aree di intervento (il che vuol dire meno lungaggini per le autorizzazioni e, in genere, per gli aspetti burocratici). In aggiunta, si eviterà che i nuovi progetti realizzati non siano collegabili tra di loro (o con quelli già esistenti) a causa dei limiti fisici della rete di distribuzione del calore. Ciò favorirà il dialogo tra operatori. Nella classifica di Legambiente sui “Comuni rinnovabili 2008” la provincia di Torino ha ben otto presenze se si considera il teleriscalda-

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mento alimentato da impianti che utilizzano fonti fossili o rifiuti, mentre ne ha solo due se si parla di centrali a biomasse. Esistono progetti in questo ambito? Sì, sono in progetto nuove centrali alimentate a biomasse asservite al teleriscaldamento. Quello delle biomasse è tuttavia un tema un po’ spinoso. In primo luogo perché questi impianti non sono sempre in grado di rispettare i rigidi limiti ambientali che noi imponiamo. In secondo luogo perché, normalmente, sorgono in aree rurali, difficilmente collegabili alle reti di distribuzione del calore esistenti. Ne consegue che le potenzialità termiche di questi impianti non sempre sono sfruttate al meglio. Il comune di Fossano (Cuneo) ha predisposto un “bonus teleriscaldamento” a favore dei meno abbienti. C’è in progetto una simile iniziativa a Torino o in altre realtà della provincia? Stiamo valutando assieme ad Iride un’iniziativa di questo genere, così come già avviene per l’acqua. Certo, l’area metropolitana di Torino ha un’estensione assolutamente non paragonabile (in termini di bacino di utenza) a quella di un comune di piccole dimensioni come Fossano o alcune località del Veneto dove si applica il bonus per il teleriscaldamento. Comunque, io ho avanzato una richiesta in tal senso ad Iride e dall’altra parte non ho trovato una chiusura. Al momento la discussione è in corso.

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Durata utile residua delle tubazioni preisolate Tubazioni di teleriscaldamento vecchie di trent’anni HEINZ-WERNER HOFFMANN 1 , THOMOS GROGE 2 , ALEXANDER RÖSE 3 1. Ist. Technologie und Innovationsmanager bei der MW Energie AG - Mannheim 2. Ist. Institubieiter vom Fernwärme-Forschungsinstitut - Hannover 3. Ist. Inhaber des Ingenieurbüro Röse - Berlin

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a MVV Energie AG, in collaborazione con Bayer AG, FFI - Fernwärme Forschungsinstitut in Hannover e.V. e lo Studio Tecnico Röse, ha sviluppato una metodica per lo studio della durata utile residua di tubazioni preisolate per reti teleriscaldamento interrate. Questa metodica si basa sulla determinazione della durata utile residua di reti con tubi di servizio di acciaio, isolamento termico a base di poliuretano e tubi di protezione esterna in polietilene in servizio da oltre 30 anni. Gli autori illustrano le esperienze acquisite durante lo studio dell’aspettativa di durata utile di queste tubazioni. Dal 1969 – dunque da oltre 30 anni – la MVV Energie AG ha in servizio nella sua rete di teleriscaldamento delle tubazioni preisolate di dimensione DN150/250. In questi tubi si distribuisce acqua surriscaldata con temperature che arrivano fino a 140 °C. In tutto questo periodo non sono emersi guasti e i tubi sono tenuti in esercizio senza limitazioni di utilizzo, nonostante sia stata ormai raggiunta la durata utile presunta di queste tubazioni secondo le attuali norme. Stante questo risultato ci si è posti la domanda su quale sia, ad oggi, la durata residua di queste tubazioni ed in generale quale sia la durata utile delle tubazioni preisolate, fattore che influenza la valutazione di fattibilità economica di una rete teleriscaldamento. La risposta a questa domanda consente di formulare valutazioni tecnico-economiche precise sulle previsioni di sostituzione della rete e valutazioni economiche corrette sulla fattibilità degli investimenti necessari per il mantenimento del servizio di distribuzione del calore. La MVV Energie AG ha pertanto eseguito, in collaborazione con Bayer AG, FFIFernwärme-Forschungsinstitut in Hannover e.V. e lo Studio Tecnico Röse (già Studio Tecnico Rumpel/Röse), degli esa-

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mi meccanico-termici sulle sue tubazioni DN150 in materiale ƒcomposito plastico vecchie di 30 anni per una previsione della durata utile residua1. SITUAZIONE DI PARTENZA I requisiti e le prove di qualità del sistema di tubazioni di teleriscaldamento composto da tubi di servizio di acciaio, isolamento termico a base di poliuretano e tubi di protezione esterna in polietilene sono fissate nelle Norme europee2, secondo le quali la durata utile di questo sistema di tubazioni con una temperatura continua di 120 °C deve essere almeno di 30 anni. Viene ipotizzato che, dopo questo periodo con questo carico termico, il sistema di tubazioni perda le proprietà meccaniche necessarie per resistere alle sollecitazioni statiche. La resistenza meccanica è verificata quando la resistenza alla sollecitazione di taglio in direzione assiale è non inferiore al valore τax = 0,12 MPa a temperatura ambiente ed al valore di 0,08 MPa a una temperatura di 140 °C nonché quando la resistenza alla sollecitazione di taglio in direzione tangenziale è almeno pari a τtan = 0,20 MPa a temperatura ambiente. Secondo la norma la tubazione deve soddisfare questi requisiti sia quando è nuova, sia dopo un periodo di invecchiamento. Per valutare le caratteristiche a lungo termine delle tubazioni si applica la legge di Arrhenius effettuando l’invecchiamento accelerato dei tubi preisolati, ottenuto riscaldando una sezione di tubo lunga almeno 3 metri a 160 °C per oltre 3.600 ore o, in alternativa, a 170 °C per 1.450 ore, in entrambi i casi lasciando la tubazione esposta alla temperatura ambiente. Quindi le caratteristiche meccaniche dei campioni invecchiati vengono verificate a temperatura ambiente e a 140 °C. Se sono rispettati i valori minimi della

norma, mediante estrapolazione secondo l’equazione di Arrhenius e con l’ipotesi di un’energia di attivazione del processo di invecchiamento di 150 kJ/(mol · K), si può stimare una durata utile attesa di 30 anni a una temperatura continua di esercizio di 120 °C. DURATA UTILE RESIDUA DI TUBI DI RIVESTIMENTO IN MATERIALE COMPOSITO PLASTICO VECCHI DI 30 ANNI A MANNHEIM Le tubazioni di teleriscaldamento vecchie di 30 anni esaminate sono costituite da tubi di servizio di acciaio, isolamento termico a base di poliuretano e tubi di protezione esterna in polietilene della misura DN150 (acciao) e DE 250 (polietilene). I tubi in acciaio hanno una sezione trasversale di 159 mm x 4,5 mm, con spessori della parete effettivi di 4,7-4,9 mm. I tubi di rivestimento in PE presentano un diametro esterno di 253 mm e uno spessore della parete medio di 3,9 mm. I campioni sono stati prelevati lungo una tratta di tubazione rettilinea di circa 85 m, sia nella zona centrale in cui la tubazione è bloccata dall’attrito, sia agli estremi in cui la tubazione può effettuare movimenti di dilatazione termica. Il rivestimento era mediamente di 1,31,7 m. La tubazione è stata sottoposta per brevi periodi a temperature di esercizio fino a 140 °C. Per la determinazione dell’anno di riferimento sono stati analizzati i dati di esercizio della rete dal 1979 al 1999 ed individuate la curva di distribuzione annuale della temperatura. Gli anni dopo la messa in esercizio dal 1969 fino al 1978 sono stati considerati equivalenti all’anno 1979. Dalle 30 singole distribuzioni annuali così individuate è stato determinato un valore medio della temperatura di riferimento per



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Temperatura della rete

°C 140 130 120 110 100 90 80 70 60 0

1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000 h 9.000 Tempo

Figura 1. Distribuzione della temperatura di riferimento di un «anno medio» (anno di riferimento)

un «anno medio» (Figura 1). Per la determinazione della durata utile residua è stato applicato in linea di principio il metodo di prova conforme alla Norma europea EN 253, tenendo conto delle distribuzioni di temperatura annuali e delle misurazioni della resistenza alla sollecitazione assiale di taglio sugli spezzoni di tubi prelevati dalla rete. Le prove effettuate hanno evidenziato che le proprietà meccaniche dei tubi sono ancora presenti dopo 30 anni: con uno spettro di 0,16–0,29 MPa e 0,23 MPa come valore medio, la resistenza alla sollecitazione di taglio in direzione assiale della tubazione misurata soddisfa chiaramente il valore prescritto normativo di ≥ 0,12 MPa, così come la proprietà di isolamento termico in quanto la conducibilità termica misurata è stata di λ50 = 0,028 W/(m · K) rispetto al valore massimo prescritto dalla norma di 0,033 W/(m · K).

Dopo 30 anni, anche le proprietà della schiuma poliuretanica rispondono ai requisiti della norma, ad eccezione dell’assorbimento di acqua, che tuttavia non ha alcuna influenza sull’idoneità all’uso. L’influenza della temperatura di esercizio sulle tubazioni preisolate si riscontra fra tubo di mandata e tubo di ritorno (Figura 2) e nelle misure individuali. Ad esempio, la resistenza media alla sollecitazione di taglio in direzione assiale nella mandata è di 0,19 MPa, mentre nel ritorno è di 0,26 MPa. Poiché i componenti preisolati della tubazione di ritorno praticamente sono invecchiati pochissimo, la durata utile di una rete si teleriscaldamento è determinata dalla durata utile residua dei tubi del lato mandata. Il buon valore residuo della resistenza alla sollecitazione di taglio in direzione assiale della tubazione di mandata (0,16 - 0,29 MPa) consente di ipotizzare e valutare una

Figura 2. Linea di ritorno (RL) e linea di mandata (VL) dopo 30 anni di servizio

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ulteriore vita residua della tubazione. Nelle prove di invecchiamento termico eseguite a 170 °C come prescritto dalla norma, ma con diversa durata di applicazione del carico termico, si è riscontrato che il poliuretano si è quasi sbriciolato durante il processo di raffreddamento con un rumore crepitante. Per questo motivo è stata condotta un’altra serie di prove di invecchiamento. È stato pertanto necessario limitare la temperatura di invecchiamento accelerato a 150 °C, per evitare che il processo di riscaldamento e raffreddamento comporti la distruzione del poliuretano delle tubazioni. Anche dopo una durata dell’invecchiamento di 900 ore, i requisiti meccanici della norma sono ancora soddisfatti. Con queste misurazioni è possibile calcolare, con l’ausilio della legge di decadimento di 1° ordine, sia la costante di velocità del processo di invecchiamento, sia l’aspettativa di durata utile fino al superamento per difetto della resistenza taglio minima. Risulta che, a una temperatura continua di 150 °C, la tubazione di mandata perderà la resistenza alla sollecitazione di taglio minima richiesta dalla norme dopo 2.600 ore. Questo risultato consente la determinazione della temperatura di esercizio continua ϑISO,30, che assieme all’energia di attivazione ipotizzata in precedenza definisce la posizione della curva di Arrhenius. Con il presupposto dell’anno di riferimento, per i carichi termici esistenti (30 anni di riferimento tenendo conto dell’invecchiamento artificiale successivo a 150 °C), la temperatura di esercizio continua equivalente della tubazione di mandata che porta a un’aspettativa di durata di 30 anni viene determinata iterativamente in ϑISO,30 = 113,5 °C. Con l’equazione di Arrhenius si ottiene inizialmente una valutazione dell’effetto pregiudizievole delle singole temperature e la conseguente aspettativa di durata per ciascuna temperatura. Queste aspettative di durata individuali vengono poste in relazione con il tempo effettivo e determinate per ottenere un’aspettativa di durata complessiva della rete di tubazioni preisolate esistente. Le misurazioni e i calcoli indicano un’aspettativa di durata utile complessiva di 68 anni, o un’aspettativa di durata utile residua di 38 anni con carichi termici valutati secondo l’anno medio di riferimento. L’aspettativa di durata utile residua deve essere considerata in funzione della linea di annualità futura. Una riduzione delle temperatura implica un prolungamento dell’aspettativa di durata.



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ESPERIENZE E RISULTATI FINORA OTTENUTI È chiaramente comprovato che la temperatura influenza in maniera determinante l’invecchiamento delle tubazioni preisolate. Pertanto l’aspettativa di durata utile residua dei tubi di ritorno è chiaramente superiore a quella dei tubi di mandata, quindi la durata utile di una rete realizzata con tubazioni preisolate è determinata dalla durata utile residua dei tubi di mandata. Inoltre l’idoneità all’uso dei tubi di rivestimento in materiale composito plastico è determinata dalla variazione in servizio dell’isolamento termico, in particolare nell’area di contatto fra l’acciaio e la schiuma poliuretanica, dove si generano le temperature più elevate. In questa zona la schiuma si infragilisce a partire da temperature >100 °C, il che si nota dalla colorazione scura che passa dal giallo al marrone, arrivando fino al nero (Figura 3). Questa variazione non comporta immediatamente un’anomalia funzionale della tubazione preisolata; le proprietà meccaniche della tubazione rimangono inalterate, oppure possono persino aumentare con una riduzione dell’elasticità e anche la caratteristiche di isolamento termico rimangono praticamente invariate. Durante il periodo di servizio possono formarsi dei depositi di calcare sul tubo di rivestimento esterno di polietilene che non hanno alcuna influenza sulla durata utile residua della tubazione preisolata, come evidenziano degli esami su tubi di rivestimento vecchi di 30 anni rispetto a materiali plastici nuovi. Non sono state inoltre rilevate delle variazioni geometriche.

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9 giorni

In questo caso è di particolare interesse rilevare che l’allargamento del tubo di rivestimento legato al processo di produzione è riscontrabile anche dopo 30 anni e indica l’idoneità all’uso della tubazione. Nel tubo esaminato, le proprietà della schiuma poliuretanica quali dimensione delle celle, densità e resistenza alla compressione sono praticamente intatte anche dopo un periodo di servizio di 30 anni, mentre le caratteristiche di assorbimento dell’acqua, secondo EN 253, non sono mai soddisfatte. Si riscontra che nel tempo aumenta la tendenza della schiuma ad assorbire acqua. Finora si può soltanto supporre una differenza d’invecchiamento fra la zona in cui la tubazione è bloccata e quella in cui la tubazione può scorrere per dilatazione termica (è disponibile un solo dato). Tendenzialmente la zona di scorrimento è quella maggiormente sollecitata. La fuoriuscita di gas cellulare influenza la durata utile delle tubazioni preisolate (es: tubazione di testa con chiusura non ermetica) e modifica sensibilmente la qualità della schiuma. Nel sistema di schiuma esaminato in questa sede, che è stato espanso ancora con R11, non si è osservata praticamente alcuna variazione, anche dopo 30 anni, sulla composizione del gas cellulare. Durante le fasi di preparazione dei dadi campione si è generato l’odore tipico. In che misura queste conoscenze possano essere valide anche per i giunti a bicchiere, è un aspetto che non è ancora stato chiarito. Come già 30 anni fa, anche oggi rimane

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Variazione di schiuma PUR con CO2 a 170°C

1 giorno

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Variazione di schiuma PUR con R11 a 170°C Figura 3. Schiuma PUR sottoposta a invecchiamento termico

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problematico indicare una procedura esatta e incontestata per un invecchiamento accelerato. Ancora oggi si parte da un’energia di attivazione costante per l’invecchiamento termico di tutte le schiume delle tubazioni preisolate, anche se i processi di produzione sono cambiati. Per la determinazione della durata utile residua di queste tubazioni si è riscontrato che un tubo invecchiato già in servizio non può più essere invecchiato a 170 °C secondo le prescrizioni normative. Già con il processo di riscaldo a temperatura di invecchiamento e un successivo processo di raffreddamento si osserva uno sbriciolamento della schiuma poliuretanica nella zona aderente alla tubazione di acciaio. Il movimento termico del tubo di servizio contro la schiuma poliuretanica infragilita è risultato avvertibile al raffreddamento. CRITERI PER LA DETERMINAZIONE DELLA DURATA UTILE RESIDUA La durata utile di una tubazione di teleriscaldamento interrata è determinata dalla durata della capacità di trasporto (trasporto di calore senza perdite idrauliche) e dalla sua idoneità all’uso (trasporto di calore senza elevate perdite di calore). Il parametro di qualità meccanico-tecnologico da analizzare per valutare la capacità di una tubazione è la sua resistenza alla sollecitazione assiale al taglio. In caso di distacco tra tubo di acciaio e schiuma poliuretanica aumentano fortemente gli spostamenti per dilatazione termica nelle zone di scorrimento. Di conseguenza si producono dei danneggiamenti a curve, derivazioni a T e giunti (muffole). Per i tubi di rivestimento più vecchi è dunque opportuno eseguire una verifica della condizione dei tubi e della durata utile residua prevedibile. Per limitare il dispendio, è opportuno limitare il prelievo di campioni alla sola tubazione di mandata, scegliendo una sezione di tubo nella zona di scorrimento. Se le condizioni della tubazione di mandata risultano buone e fanno presumere una notevole vita residua, per l’esecuzione delle prove d’invecchiamento termico è necessario prelevare almeno 4 sezioni tubolari aventi ciascuna una lunghezza minima di 3 metri. Il costipamento del terreno (grado di costipamento e densità Proctor) sotto una pavimentazione stradale non necessita di essere misurato, poiché in ogni caso il


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zione effettivamente necessaria alla tubazione posata è chiaramente inferiore ai valori prescritti dalle norme. In effetti al FFI nel corso delle prove finora eseguite delle forze di attrito di tubi preisolati interrati non sono mai state misurate sollecitazione assiale di taglio superiori a 0,03 MPa. Per la tubazione in esame DN150/250 con altezza di ricoprimento di 1,6 m, dal calcolo statico risulta necessaria una resistenza assiale al taglio di soli 0,016 MPa rispetto al valore della norma di 0,12 MPa a temperatura ambiente e di 0,08 MPa a 140 °C.

Figura 4. Prelievo di sezioni di tubi di rivestimento in materiale composito plastico da una tubazione di teleriscaldamento vecchia di 30 anni

costipamento necessario per la portata della strada è sufficiente per il corretto interramento dei tubi di rivestimento in materiale plastico. È tuttavia necessario prelevare un campione del terreno per determinare la granulometria e l’angolo di attrito. Valutazione dello stato esterno, misurazione della conduttività termica e verifica della resistenza alla compressione, oltre che della resistenza alla sollecitazione assiale di taglio della schiuma PUR, rappresentano degli elementi importanti per la valutazione della durata utile residua delle tubazioni preisolate. Per valutare le sollecitazioni termiche della sezione di tubazione esaminata devono essere disponibili le distribuzione annuali delle temperature di esercizio e possibilmente tutti i dati di esercizio della rete. Per la temperatura iniziale si suggerisce di scegliere dapprima una temperatura di invecchiamento di 160 °C. Nell’invecchiamento termico devono essere poste in atto delle misure per inibire la diffusione. La prova deve essere interrotta

dopo 250 ore, per ottenere un primo valore della resistenza assiale al taglio con post-invechiamento artificiale. Sulla base di questo si deciderà se proseguire l’invecchiamento con 160 °C, oppure (in presenza di valori relativamente insoddisfacenti) con 150 °C. Non è necessario tenere conto di altri fattori meccanici, poiché la resistenza alla sollecitazione assiale di taglio della tuba-

PROSPETTIVA Nell’esempio della tubazione di teleriscaldamento della MVV Energie AG si è evidenziato sia dal punto di vista economico riguardo alle previsione degli investimenti e ai tempi di ammortamento, sia dal punto di vista della sicurezza della fornitura, che una verifica della condizione dei vecchi tubi di teleriscaldamento e della loro durata utile residua prevedibile è molto utile. Le conoscenze finora acquisite indicano che il sistema di tubi di rivestimento in materiale composito plastico, con riferimento al suo invecchiamento in servizio, lascia prevedere una durata utile maggiore di quanto finora ipotizzato. Per poter convalidare queste conoscenze, allo stato attuale della tecnica sono necessari ulteriori studi nei quali vengano determinate, in un procedimento analogo, le aspettative di durata utile residua di tubazioni di rivestimento in materiale composito plastico invecchiate in servizio, che si differenzino possibilmente dalla tubazione esaminata in questa sede per la modalità di servizio e/o per le condizioni di posa. In particolare sono molto interessanti i risultati di una tubazione sollecitata da acqua di sottosuolo.

Bibliografia 1. Hoffmann H.-W; Grage Th.: Studi meccanico-termici su tubi di rivestimento in materiale composito plastico DN150 vecchi di 30 anni di Mannheim per la previsione della durata utile residua. Euroheat & Power, 11/2000 e 12/1999. 2. Tubazioni per teleriscaldamento - Sistemi bloccati di tubazioni preisolate per reti di acqua calda interrate direttamente - Assemblaggio di tubi di servizio di acciaio, isolamento termico a base di poliuretano e tubi di protezione esterna in polietilene. Serie di norme EN 253, EN 448, EN 488 ed EN 489 del CEN/TC 107, Bruxelles, edizioni Ottobre 1994 e bozze 2000. 3. Norma di lavoro AGFW FW401 per la posa di tubi di rivestimento in materiale plastico. 4. Jost W; Troe J.: Breve compendio di chimica fisica, 18 ª edizione, Steinkopff-Verlag 1973.

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Il termovalorizzatore di Gerbido e la rete di teleriscaldamento torinese GIUSI DI BARTOLO, FRANCESCO BENZI TRM SpA – Trattamento Rifiuti Metropolitani, Torino

L’

attività di progettazione, costruzione e gestione dell’impianto di termovalorizzazione sito a Torino in zona Gerbido è stata affidata alla società pubblica TRM S.p.A. allo scopo di smaltire i rifiuti urbani recuperando, allo stesso tempo, energia da essi. Quando l’impianto sarà ultimato, il calore generato dalla combustione del rifiuto verrà perciò impiegato per la produzione di energia elettrica, attraverso un ciclo termico a vapore, e in parte come energia termica di teleriscaldamento (TLR) per uso civile. In virtù del fatto che lo sviluppo della rete di teleriscaldamento è ancora in fase di definizione, la produzione di calore per questo servizio è, ad oggi, un’opportunità prevista. La possibilità di allacciare il termovalorizzatore alla rete di TLR di Torino, nonché alle altre reti dei Comuni contermini, è stata presa in considerazione nello studio di microlocalizzazione dell’impianto condotto dalla Provincia di Torino, poiché il passaggio al teleriscaldamento da parte di utenze non attualmente servite da tale servizio rappresenta uno tra i più significativi benefici ambientali correlati alla costruzione di un impianto di termovalorizzazione. Nei tavoli tecnici costituiti a partire dal 2006 per la predisposizione del Piano Rego-

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latore di TLR, l’impianto TRM è sempre stato considerato tra le centrali di cogenerazione disponibili. Ciò avviene anche presso il tavolo di lavoro che la Provincia di Torino e la Regione Piemonte hanno costituito e che si sta occupando dell’ampliamento della rete TLR nella zona del torinese ed a cui partecipano gli enti pubblici locali, la stessa TRM e società quali IRIDE, AES, ASM-SEI, ACEAELECTRABEL – già produttori di energia termica, o gestori di reti di teleriscaldamento sul territorio. Per tali motivi l’impianto TRM è progettato per essere predisposto al funzionamento cosiddetto “cogenerativo”, ovvero con produzione simultanea di elettricità e calore. In assetto solo elettrico l’impianto funziona con la sola produzione di energia elettrica. Il calore prodotto dalla combustione del rifiuto viene in gran parte raccolto da una caldaia a tubi d’acqua; il vapore così prodotto (circa 255.000 kg/h) passa in un ciclo termico tipo Rankine a 60 bar dove, attraverso una turbina di tipo a condensazione accoppiata ad un generatore, produce circa 64 MW di potenza elettrica. In assetto “cogenerativo”, una parte della portata totale di vapore (fino a 165.000 kg/h) viene spillata dalla turbina ed inviata alla centrale di teleriscaldamento, alla

pressione di 3 bar ed alla temperatura di 133 °C. Qualora la turbina dovesse essere fermata per guasto, o per manutenzione, il TLR può comunque funzionare, spillando un’equivalente portata di vapore dal collettore di alta pressione a monte della turbina. Poiché il vapore ad alta pressione si trova a 60 bar è necessario far passare la portata spillata attraverso una valvola di riduzione. Nel caso in cui il termovalorizzatore produca una quantità di vapore insufficiente, o nulla (a causa di guasti o manutenzioni), la produzione di parte del vapore necessaria al TLR è garantita da una caldaia ausiliaria. Essa è posta all’interno dell’edificio dove si trova la turbina e consta di una caldaia a tubi d’acqua alimentata a metano e dotata di un proprio ciclo termico, indipendente da quello della turbina; la caldaia è in grado di produrre una portata massima utile di vapore di 73.000 kg/h a 3 bar e 215 °C, che può integrare o sostituire il vapore principale verso la centrale di teleriscaldamento. Il collegamento tra l’edificio della turbina e quello della centrale di teleriscaldamento è realizzato attraverso due condotti interrati e coibentati; in uno passa il vapore diretto alla rete di TLR, nell’altro passa l’acqua


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calda di ritorno al ciclo termico alla temperatura di 85 °C circa. La centrale di teleriscaldamento è un complesso di scambiatori termici e pompe grazie a cui il vapore spillato dal ciclo termico cede calore all’ac-

qua del circuito esterno di teleriscaldamento; quest’ultimo è a sua volta costituito da una rete di tubazioni sotterranee coibentate, che trasportano acqua calda (temperature tipiche da 90 a 120 °C) attraverso il territorio cittadino dove si trovano le utenze da riscaldare. L’impianto di termovalorizzazione è progettato per cedere alla centrale di teleriscaldamento una potenza massima di circa 106 MW (50 MW se è in funzione la sola caldaia ausiliaria); la potenza termica utile che arriva alle utenze civili collegate alla rete è però inferiore, in quanto occorre mettere nel conto tutte le dispersioni termiche di rete. Approssimativamente il calore di TLR prodotto dall’impianto TRM è sufficiente a scaldare da 3 a 4 milioni di metri cubi di abitazioni civili per 1600 ore/anno. In assetto elettrico (64 MW elettrici lordi) è previsto che il rendimento dell’impianto sia circa del 27% (autoconsumi inclusi). In caso di assetto cogenerativo con erogazione di 106 MW termici per teleriscaldamento, la produzione di energia elettrica scende a soli 43 MW, poiché una parte di energia rimane sottoforma di calore; in tal caso il rendimento dell’impianto arriva a circa 68%. La centrale di teleriscaldamento e la rete esterna di distribuzione non sono comprese nel progetto di TRM e, qualora fossero realizzate, sarebbero comunque costruite e gestite da enti terzi a cui TRM si limiterebbe a cedere il proprio vapore tramite apposito contratto commerciale di fornitu-

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ra. In tale ipotesi, il calore prodotto dall’impianto potrebbe servire a riscaldare le utenze delle zone di Grugliasco e Beinasco. Tra i vari aspetti del progetto attualmente al vaglio vi è anche la possibilità di allacciare la rete di TLR collegata al termovalorizzatore a quella di Torino Sud, consentendo quindi alle due reti di integrarsi e sostenersi in caso di malfunzionamenti di una di esse. Tra le opere inerenti il teleriscaldamento ed incluse nell’impianto TRM, alcune saranno realizzate comunque, poiché interne al ciclo termico principale (lo spillamento di turbina, la valvola di riduzione del vapore, le tubazioni di collegamento con la centrale di teleriscaldamento); altre, come la palazzina della centrale di teleriscaldamento e la caldaia ausiliaria, verranno realizzate solo se saranno raggiunti tutti gli accordi necessari a garantire la fattibilità dell’allacciamento di TRM alla rete esterna di distribuzione. A CHE PUNTO SIAMO? I lavori per la costruzione del termovalorizzatore sono stati avviati l’11 novembre 2008; in circa tre anni di lavoro l’impianto sarà ultimato. Seguiranno quindi circa 12 mesi di esercizio provvisorio, al termine dei quali avrà inizio l’esercizio commerciale. L’IMPIANTO L’impianto di termovalorizzazione di Gerbido adotta una configurazione impiantistica che può essere considerata classi-

Figura 1. Lay-out dell’impianto

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Potenzialità

421.000 t/a, 3 linee gemelle e indipendenti.

Tecnologia adottata

Griglia mobile

Caldaia

Caldaia con canale convettivo orizzontale

Linea fumi

Doppia filtrazione (Filtro elettrostatico e Filtro a maniche) Reattore a secco con bicarbonato di sodio e carbone attivo Sistema catalitico per l’abbattimento degli ossidi di azoto

Turbina

Turbina a condensazione con spillamenti regolati (64 MW)

Ciclo Termodinamico

Temperatura vapore: 420°C Pressione vapore: 60 bar

Producibilità attesa

circa 350.000 MWhel/a in assetto solo elettrico circa 317.000 MWhel/a e 170.000 MWht/a in assetto cogenerativo

Sistema di condensazione

Condensazione a circuito d’acqua e torri di raffreddamento di tipo wet-dry

Sistemi di conferimento

Conferimento su gomma e predisposizione al conferimento via ferrovia

Tabella 1. Scheda impianto

Figura 2. Schema di principio

ca nel panorama degli impianti più moderni, ma è caratterizzata dalle migliori tecniche disponibili, intendendo con questo sia la dotazione impiantistica e i materiali impiegati, sia gli accorgimenti adottati nella definizione del lay-out. LA SOCIETÀ Nel mese di luglio 2002, i soggetti operanti nell’area di Pianificazione Sud-Est della Provincia di Torino decisero di far nascere una società per azioni, da loro interamente controllata, per la realizzazione e gestione degli impianti di loro competenza. Trattamento Rifiuti Metropolitani – TRM spa è nata il 24 dicembre del 2002, con il

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compito di occuparsi della progettazione, della realizzazione e della gestione degli impianti per il recupero, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti nell’Area Sud-Est della Provincia di Torino. L’affidamento della progettazione, realizzazione e gestione del termovalorizzatore a servizio della Zona Sud e degli impianti connessi è stato deliberato nel maggio 2005 dall’Ente preposto ai sensi della L.R. 24/02 e s.m.i. e dell’art. 113 c. 4 del D. Lgs. 267/00 e s.m.i. TRM è una società di capitali totalmente pubblica e partecipata statutariamente da Enti Pubblici. Tale fisionomia è coerente con i requisiti normativi di cui all’Art. 113

del Lgs. 267/00 e s.m.i. relativi all’affidamento diretto di servizi pubblici di rilevanza economica. La Società è statutariamente aperta all’ingresso dei comuni dell’intera Provincia di Torino; l’attuale assetto societario vede la partecipazione maggioritaria della Città di Torino (93,6%). Dalla sua nascita TRM ha fornito supporto tecnico alla Provincia di Torino per la localizzazione del termovalorizzatore, ha effettuato la progettazione dell’impianto, ha ottenuto le necessarie autorizzazioni, ha individuato, tramite gare pubbliche, il costruttore e il finanziatore dell’opera (www.trm.to.it).



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Il panorama energetico nel 2008 FRANCESCO GULLÌ Presidente AIRU

I Dalla relazione presentata dal presidente, Francesco Gullì, all’Assemblea dei Soci Airu, 4 dicembre 2008

l 2008 è stato senza alcun dubbio un anno di densi avvenimenti nel campo dell’energia e dell’ambiente, con ovvie e significative ricadute, dirette e indirette, sul settore del teleriscaldamento. Volendo schematizzare, l’insieme di questi eventi ha riguardato tre importanti aspetti: la dinamica del prezzo del petrolio (in particolare l’accresciuta volatilità); le novità in materia di politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici (con in testa il dibattito sui costi stessi della politica ambientale europea); i cambiamenti nella struttura, organizzazione e regolamentazione dei mercati energetici nazionali e sovranazionali compresa la

Figura 1. L’Italia e il Protocollo di Kyoto

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rinnovata attenzione alle prospettive di rilancio del nucleare. Sul fronte dei prezzi delle materie prime energetiche, il 2008 è stato un anno del tutto singolare, destinato per questo ad entrare nel novero di quegli anni che tratteggiano la storia del mercato energetico mondiale. In termini nominali il prezzo del petrolio ha raggiunto nell’estate del 2008 i 160 USD/bbl, per poi scendere nei successivi mesi a prezzi inferiori ai 40 USD/bbl. Questo significa che nel 2008 il prezzo del petrolio ha raggiunto in termini reali valori mai raggiunti in precedenza, finendo poi a


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quotazioni in linea con quelle della seconda metà degli anni ’80. Come dire che nello stesso anno si sono avuti contemporaneamente il terzo choc ed il secondo contro-choc petrolifero. Le determinanti di questo singolare fenomeno sono tutt’altro che facili da identificare, anche se una così elevata volatilità ha dato forza alle opinioni che attribuiscono alla componente speculativa un peso molto importante nella formazione del prezzo del petrolio. In altri termini, nello spingere in alto il prezzo del petrolio ha contato in modo significativo non solo la condizione reale del mercato (il mero gioco di domanda e offerta), ma anche la semplice componente di speculazione, vale a dire le semplici “scommesse” sull’innalzamento futuro del prezzo del petrolio e la conseguente domanda di derivati. Ciò non significa però che occorre del tutto trascurare altre importanti motivazioni, quali ad esempio la debolezza del dollaro rispetto all’euro e, in misura molto minore, il comportamento dei paesi produttori. Sul fronte ambientale, le novità non sono state meno importanti. Continua l’impegno delle istituzioni nella lotta ai cambiamenti climatici che si è recentemente concretizzato nella fissazione da parte dell’Unione Europea di obiettivi estremamente ambizioni da raggiungere entro il 2020. Si tratta del pacchetto di iniziative noto come “20-20-20”, che prevede la riduzione delle emissioni di gas-serra del 20% (rispetto ai livelli di emissione nel 1990), la riduzione dei consumi di energia del 20% ed un aumento del contributo delle fonti rinnovabili fino al raggiungimento di una quota del 20% del fabbisogno energetico. Questi obiettivi si inseriscono in un quadro che vede l’UE attualmente impegnata a soddi-

sfare gli obblighi fissati nel Protocollo di Kyoto. La situazione al riguardo è oggi abbastanza variegata, nel senso che la posizione dei diversi paesi europei rispetto ai rispettivi target di Kyoto è molto diversa. Alcuni paesi sono molto vicini all’obiettivo (Germania) o addirittura sono andati oltre (Francia e Regno unito). Altri invece, e fra questi Italia e Spagna, sono ancora molto lontani e si presuppone debbano fare uno sforzo ancora sostanziale per ottemperare agli obblighi presi (figura 1). Solo che, mentre si fa fatica per cercare di raggiungere questi target, altri e ben più ambiziosi obiettivi vengono fissati per essere soddisfatti in tempi relativamente brevi. Non stupisce allora che attorno all’agenda ambientale europea si crei una accesa dis-

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cussione sui relativi costi e che fra i principali critici della politica ambientale europea vi sia l’Italia, un paese che, per le sue caratteristiche, soffre particolarmente la corsa in avanti dell’Europa nella lotta ai cambiamenti climatici. La polemica, che si è sviluppata nella seconda metà dell’anno, si è incentrata sulle stime di impatto economico (i costi) del 20-20-20 sull’Europa nel suo complesso e sull’Italia in particolare. Per quanto riguarda l’Italia, i modelli utilizzati dall’Unione Europea propongono una forchetta di valori abbastanza ampia. I costi dell’implementazione del 20-20-20 nel nostro paese andrebbero da poco meno di 10 a poco più di 30 Gd. La Commissione europea considera plausibile la stima inferiore.

Figura 2. Prezzo dei certificati verdi

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IL RISCALDAMENTO URBANO

Figura 3. Incetivo per tonnellata di CO2 abbattuta

Il governo nazionale invece propende maggiormente per l’estremo superiore. In verità chi scrive considera alquanto sterile questa disputa sui valori di costo, per un motivo molto semplice. Le ipotesi sottostanti ai modelli di stima sono in qualche caso talmente irrealistiche (in primis l’assunzione di mercati energetici perfettamente concorrenziali) che una loro (legittima) rimozione può facilmente colmare il divario fra le due stime. Ciò non significa però che l’appunto del governo italiano sia stato o sia del tutto superfluo. Esso è utile sul piano politico se è in grado di far capire all’UE che la situazione energetica italiana è del tutto singolare nel panorama europeo. L’Italia, per le caratteristiche del suo sistema energetico, non può accollarsi agevolmente obiettivi troppo ambiziosi di riduzione delle emissioni di gas-serra, se non a costi sensibilmente superiori a quelli degli altri paesi. Il tema dei cambiamenti climatici introduce un altro importante argomento su cui è opportuno soffermarsi se si vuole riflettere su quanto avvenuto nel 2008 in campo energetico-ambientale. Si tratta del tema dello sviluppo delle fonti rinnovabili, di notevole interesse per il settore del teleriscaldamento. Anche relativamente a questo ambito il 2008 è stato un anno particolarmente significativo. L’evento più importante è stato l’entrata in vigore della legge … (finanziaria 2008) che ha apportato sostanziali modifiche e sviluppi nei meccanismi di sostegno alla crescita dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. La legge tocca molteplici aspetti fra i quali due meritano particolare attenzione: 1) la riforma del mercato dei certificati verdi; 2) introdu-

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zione di un meccanismo di incentivazione del tipo feed-in (riconoscimento di prezzi fissi incentivanti) per i piccoli impianti. La riforma del mercato dei certificati verdi prevede sostanziali e significative variazioni. Viene introdotta una sorta di differenziazione fra le diverse fonti e il periodo di erogazione dei certificati viene sostanzialmente allungato. Ma, soprattutto, viene sostanzialmente modificato il meccanismo di definizione del prezzo di riferimento del GSE e conseguentemente il meccanismo di definizione del prezzo di ritiro dei certificati nel caso in cui si verifichi eccesso di offerta. Non più un prezzo slegato da quello del mercato in quanto unicamente connesso al costo dell’energia CIP6, ma un prezzo correlato all’andamento storico del mercato (al prezzo medio dei certificati verdi nell’anno precedente). S tratta di un meccanismo che, come è ovvio, crea una maggiore percezione di rischio negli operatori che li porta inevitabilmente in periodi di eccesso di offerta ad una rincorsa verso il basso dei prezzi come quella che si è parzialmente verificata nel 2008 (figura 2). La riforma del mercato quindi sembrerebbe aver introdotto elementi di maggiore volatilità che rendono il sistema di scambio dei titoli più vicino al funzionamento di un mercato convenzionale ma che, come è naturale, creano maggiore incertezza negli operatori e, di converso, sulle prospettive di investimento. Per questi motivi, la riforma del mercato dei certificati verdi è presumibile possa avere un impatto duraturo sugli incentivi alle fonti rinnovabili unitamente al nuovo regime di feed-in previsto per i piccoli impianti che viene ad affiancare quello già esistente (il conto energia)

per il fotovoltaico. Nell’insieme, comunque, il livello degli incentivi rimane elevato se confrontato con altre opzioni utili ridurre le emissioni di CO2. In figura 3 è riportato il costo per tonnellata di CO2 abbattuta per alcune fonti rinnovabili e per il teleriscaldamento. Tale costo comprende solo la componente incentivo che, nel caso del teleriscaldamento, è commisurata (e ponderato per l’effettivo risparmio di CO2) all’incentivo già erogato per gli impianti di teleriscaldamento alimentati a biomassa. Come si vede chiaramente, il costo del teleriscaldamento è di gran lunga inferiore a quello corrispondente all’eolico e alla biomassa e soprattutto a quello del fotovoltaico (figura 3). Non si può concludere la panoramica sugli avvenimenti del 2008 senza almeno accennare a ciò che si è verificato e si sta verificando in materia di riorganizzazione dei mercati e di politiche a lungo termine di trasformazione dell’offerta energetica. Da questo punto di vista due aspetti vanno evidenziati: un certo rallentamento nei processi di aggregazione delle utility energetiche, o comunque una qualche forma di ripensamento sui benefici della concentrazione rispetto a quelli della specializzazione territoriale; l’intensificarsi del dibattito sull’opportunità di sviluppo del nucleare con l’avvio di alcune iniziative volte a preparare il terreno per la realizzazione di una capacità da fonte nucleare in grado di coprire in tempi ragionevoli il 25% dell’offerta elettrica in Italia. Si tratta, come è comprensibile, di una vera e propria svolta nella politica energetica italiana, espressione di una forte volontà politica in tal senso che deve però fare i conti con le reali possibilità di localizzazione degli insediamenti e con i tempi molto lunghi di attuazione necessari anche per rivitalizzare la struttura industriale ed istituzionale utile a supportare un programma vasto di sviluppo nucleare. In conclusione, non si rischia di esagerare se si dice che il 2008 è stato un anno di rara intensità quanto ad avvenimenti che hanno segnato la dinamica dei mercati energetici nazionali e internazionali, ingenerando la percezione di un forte dinamismo politico-normativo e di una accresciuta strutturale instabilità dei mercati. Un dinamismo e un’instabilità che hanno avuto e avranno ripercussioni anche sul settore del teleriscaldamento e, conseguentemente, sull’attività dell’AIRU che ha cercato di operare senza mai perdere di vista gli obiettivi dell’Associazione e gli interessi legittimi degli associati. Sempre nel rispetto delle condizioni di obiettività, di trasparenza e di coerenza tecnico-scientifica che sono il patrimonio più importante dell’Associazione.


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Euroheat & Power, 34° Congresso CLIMATE TALKS, CLIMATE ACTION DHC leading the way to Copenhagen 25-26 maggio 2009 Hilton Molino Stucky, Venezia

È iniziato il conto alla rovescia per l’evento più importante nel mondo del teleriscaldamento/raffrescamento e della cogenerazione! Abbiamo il piacere di invitarLa a partecipare al 34° Congresso biennale di Euroheat & Power che avrà luogo a Venezia dal 25 al 26 maggio 2009 con un programma di visite di studio addizionali il 27 maggio. Con relazioni e dibattiti a livello politico internazionale e nazionale, numerosi workshops con oltre 60 relatori ad alto profilo e una partecipazione prevista di oltre 350 specialisti, il 34° Congresso includerà anche una mostra merceologica internazionale, presentazioni tecniche, visite tecniche e un programma sociale di notevole interesse e raffinatezza presso il Teatro la Fenice. Questo Congresso è l’unica opportunità per incontrare vostri colleghi, discutere vostre idee e presentare vostri prodotti/servizi ad un vasto pubblico internazionale che si occupa di cogenerazione/teleriscaldamento. Tutto ciò che dovete fare è visitare il sito web sotto riportato e compilare il modulo di iscrizione. Vogliate tener presente che le iscrizioni alla mostra mercologica sono aperte; vi sono ancora disponibili stands e meeting points. Inoltre potete valorizzare la vostra azienda anche attraverso uno dei pacchetti di sponsorizzazione. Per informazioni aggiornate visite il sito del congresso o contattate il coordinatore Dusan Jakovljevic (+32 2 740 21 10). Il Congresso è organizzato con la cooperazione dell’Associazione Italiana Riscaldamento Urbano - AIRU, www.airu.it. Per informazioni sulla mostra merceologica vogliate contattare FIF Marketing at +45 7630 8038. Per il programma, il modulo di iscrizione, il modulo di prenotazione dell’Hotel, le informazioni sulla mostra merceologica, i pacchetti di sponsorizzazione, informazioni sugli sponsor ed un aggiornamento regolare consultate il sito sotto riportato. Registratevi ora per la mostra, le sponsorizzazioni, per il Congresso. Speciali offerte sono disponibili entro un tempo limitato.

www.ehpcongress.org Nel caso non possiate partecipare vi preghiamo di girare questo invito ai vostri colleghi.

SERATA DI GALA La Sala Grande è il cuore del Teatro La Fenice. La splendida cornice architettonica e le decorazioni pittoriche e in foglia d’oro ospiteranno un concerto di musiche d’epoca.

Le cinque Sale Apollinee, con le loro eleganti decorazioni caratterizzate da un’attitudine neoclassica, molto elegante, che ricorda gli arredamenti delle regge francesi, saranno cornice della cena di gala conseguente al concerto.


news news news news news Un mistero italiano: il non utilizzo delle pompe di calore geotermiche Non è una tecnologia nuova e nemmeno avanzatissima. Un buon impiantista termotecnico la padroneggia senza problemi. E non costa nemmeno tanto. A Milano, il 18 febbraio si cerca di “darle una spinta”

Sono quelle cose che non si spiegano razionalmente: agli italiani le pompe di calore geotermiche non sembrano piacere. Tant'è vero che è anche difficile trovare dei dati affidabili sulla diffusione di queste apparecchiature, che permettono di usare il terreno e a volte le acque sotterranee per estrarre calore o per disperderlo. Dalle poche cifre (di fonte francese, peraltro) risulta che il nostro Paese, con 7500 impianti installati (dimensione media 20 kW termici), se la gioca alla pari con il Belgio e la Repubblica Ceca e segue l'insospettabile Polonia. Molto più avanti in classifica ci sono Paesi come la Finlandia, con quasi 25.000 impianti, l'Austria, con più di 40.000, e poi a salire la Danimarca, la Francia, la Germania e il leader assoluto, la Svezia, con ben 230.000 impianti installati, che, grazie alle pompe di calore geotermiche, risparmia qualcosa come 2,5 GW termici l'anno di energia. Non parliamo degli Stati Uniti, dove le pompe di calore geotermiche hanno già superato da anni la soglia del milione di installazioni e crescono al ritmo di 50.000 l'anno. Eppure, i principi alla base delle pompe di calore geotermiche sono semplicissimi. Si tratta di un metodo per sfruttare l'energia solare. Il terreno, scaldato dal sole, ha la caratteristica, nello strato superficiale, di mantenere una temperatura stabile (dai 10 ai 16 gradi centigradi in dipendenza dalla località) durante tutto l'anno e indipendentemente dalla temperatura dell'aria. Il terreno può quindi essere utilizzato come una sorgente d energia termica, quando la temperatura dell'aria è più bassa, o come pozzo di calore, dove disperderlo quando il rapporto si inverte. Esistono diversi tipi di pompe di calore geotermiche, ma in tutti il funzionamento base prevede che nel terreno siano interrate, sotto il livello di congelamento (circa 30 centimetri, anche se per sicurezza si scende fino a un metro o poco più), delle tubazioni a circuito chiuso in cui viene fatta circolare acqua, o un liquido apposito. Il circuito si interfaccia con il sistema di riscaldamento e di raffrescamento (se c'è) attraverso uno scambiatore di calore e la circolazione del liquido al suo interno avviene tramite una pompa elettrica. L'efficienza ottenibile è considerevole e si misura con un numero, il COP, ossia il rapporto tra energia elettrica impiegata e energia estratta dalla pompa di calore. Le pompe di calore geotermiche attuali hanno un COP com-

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preso tra 3,1 e 4,9, ossia per ogni kW impiegato se ne estraggono da tre a cinque volte di più dal terreno. In media sono necessari tra 120 e 180 metri di tubature nel terreno per ogni 3,5 kW termici necessari e una casa unifamiliare richiede circa 10 kW. Per il potenziale di raffrescamento, quello che misura l'efficienza degli impianti di condizionamento, si usa invece l'EER, che si definisce come quantità di calore rimossa in BTU/ora per ogni watt utilizzato per far funzionare l'impianto. L'EER tipico di una pompa di calore geotermica varia tra 2,9 e 4,5. Di solito il dimensionamento del sistema viene effettuato al 70 per cento delle richieste di picco e si affianca un sistema ausiliario per le richieste di punta. In questo modo, la pompa di calore geotermica arriva a fornire anche il 95 per cento delle necessità di energia termica. Ciò consente di recuperare il costo aggiuntivo dell'impianto nell'arco di 5-10 anni, a fronte di una durata garantita dell'impianto di 25 anni per le componenti fuori dal terreno e di 50 o più anni per la parte interrata. Dal punto di vista degli incentivi, l'installazione di una pompa di calore geotermica dà diritto alla detrazione fiscale del 55 per cento del valore previsto dalla normativa sull'efficienza energetica degli edifici. Inoltre, in molte Regioni e Provincie vi sono incentivi specifici. Per esempio, in Toscana le pompe di calore geotermiche godono di un incentivo in conto capitale che arriva al 30 per cento dei costi ammissibili per un massimo di 50.000 euro. Insomma, ci sono la fattibilità, la tecnologia, la convenienza e gli incentivi. Cosa manca al fatto che anche in Italia le pompe di calore geotermiche contribuiscano al bilancio energetica di famiglie, aziende e del Paese? Forse solo una “spintarella”... Le Giornate della Microgenerazione, alla terza edizione i prossimi 18 e 19 febbraio a Milano, intendono contribuire a questa “spinta” trattando, in termini pratici e basandosi su casi concreti, delle pompe di calore geotermiche nella prima giornata, quella dedicata alla microgenerazione da fonti rinnovabili. Le Giornate della Microgenerazione, organizzate dal settimanale e-gazette.it e da Updating, in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano, si svolgeranno presso il Centro Congressi della Camera di Commercio in Via Meravigli 9/b. Per informazioni: www.microgenforum.it

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DICEMBRE 2008

IL RISCALDAMENTO URBANO

AIRU, che cos’è L’Associazione, senza scopi di lucro, ha le finalità di promuovere e divulgare l’applicazione e l’innovazione dell’impiantistica energetica territoriale, nel settore dei sistemi di riscaldamento urbano e derivati. Le suddette finalità sono parte di un impegno complessivo per fornire il massimo contributo del settore alla qualità ambientale ed energetica del sistema Italia e dei suoi centri urbani. In particolare l’Associazione è impegnata, attraverso accordi nazionali, regionali e locali con le istituzioni e gli operatori interessati, a fornire il massimo contributo agli impegni italiani sottoscritti nei trattati internazionali relativi ai settori di interesse, tra cui il Protocollo di Kyoto per la riduzione dei gas serra. L’AIRU, nata per la cogenerazione ed il teleriscaldamento (con particolare attenzione a quello alimentato da fonti rinnovabili ed assimilate), estende ora il proprio interesse ad altri settori, quali il teleraffrescamento, ed in generale a tutti i vettori energetici, secondo un disegno interdisciplinare.

AIRU, che cosa fa Stabilisce rapporti di collaborazione fra gli operatori dell’impiantistica energetica territoriale italiani e si tiene in collegamento con le analoghe associazioni estere. Promuove ed organizza studi e ricerche ponendo a confronto le diverse esperienze, in collaborazione con organismi di interessi convergenti. Fa conoscere i risultati scientifici e tecnici conseguiti in Italia e all’estero nel campo dell’impiantistica energetica territoriale per il riscaldamento urbano. Istituisce la formazione di commissioni ad hoc operanti in segmenti operativi di proprio interesse, per l’approfondimento di problemi specifici nonché l’organizzazione e la promozione di iniziative proprie di quel segmento operativo.

AIRU, chi sono i soci I soci di AIRU sono gestori di sistemi di teleriscaldamento, industriali che hanno fatto investimenti specifici nelle tecnologie proprie dei sistemi di Riscaldamento Urbano, associazioni, università, Comuni, persone fisiche. L’AIRU è associata ad Euroheat & Power.

AIRU, chi si può iscrivere Possono essere soci collettivi gli enti, le associazioni, le società, gli istituti universitari, le imprese, ecc. sia italiane che estere, che abbiano interesse a perseguire gli obiettivi statutari dell’Associazione. Possono essere soci individuali coloro che, in Italia o all’estero, si interessino di impiantistica energetica territoriale e abbiano superato i 18 anni di età, di cittadinanza sia italiana che straniera.

Nota per i lettori Al fine di instaurare un rapporto di sempre maggiore e concreta collaborazione, Vi invitiamo cortesemente a compilare, in stampatello, il seguente questionario e di inviarlo via fax (02 45412120) alla Segreteria AIRU: Cognome e Nome ......................................................................... Qualifica ........................................................................................................ Società (Ragione Sociale)...................................................................................................................................................................................... Indirizzo ................................................................................... CAP...................... CITTÀ .................................................................................... Tel. .................................... Fax ............................... E-mail .................................................... Internet ................................................................ Desidero ricevere informazioni per l’abbonamento a “IL RISCALDAMENTO URBANO” Desidero ricevere informazioni per l’eventuale pubblicazione nei prossimi numeri di articoli originali o comunicati stampa Desidero rivecere informazioni per eventuali inserimenti pubblicitari Desidero rivecere informazioni per l’iscrizione come Associato AIRU Suggerimenti: .......................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................. I dati forniti verranno trattati in modo lecito, secondo correttezza e in conformità alla Legge 675/96 sulla tutela della privacy; saranno inoltre registrati, organizzati e conservati in archivi e utilizzati per l’invio di proposte commerciali e promozionali e potranno essere rettificati o cancellati su richiesta degli interessati.

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