Riscaldamento urbano n.42 dicembre 2010

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GRUPPO ITALIA ENERGIA srl - Via Piave 7 - 00187 Roma (RM) - Anno XXV - Dicembre 2010 - N. 42 - In caso di mancato recapito inviare a Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi



Dicembre 2010

EDITORIALE Direttore Responsabile Alfredo Ghiroldi Comitato Tecnico Claudio Artioli Mauro Cozzini Aldo Fiamberti Ettore Filippini Alberto Ghidorzi Stefano Piva Coordinamento editoriale Ilaria Bottio (coordinamento) Nunzia Fontana (segreteria) Sede Legale Piazza Trento, 13 20135 Milano Direzione, Redazione, Amministrazione Piazza Trento, 13 – 20135 Milano Tel. 02 45412118-19 Fax 02 45412120 e-mail: segreteria.generale@airu.it segreteria.tecnica@airu.it sito web: www.airu.it

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Luigi Franco Bottio Segretario Generale AIRU

C

ome ben noto è entrato in vigore, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il D.P.R. 7 settembre 2010 n. 168 “Regolamento in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica, a norma dell’art. 23-bis …”. L’analisi del corposo provvedimento evidenzia almeno tre ordini di considerazioni che, in sintesi, si possono così sintetizzare: viviamo tuttora in un limbo normativo che si presta a mille interpretazioni, più o meno forzate, con serie ripercussioni sugli operatori, che da sempre auspicano una sufficiente “certezza di diritto” su cui basare le iniziative industriali; la disciplina giuridica sul calore, di cui il teleriscaldamento rappresenta il tassello più importante, in Italia non è ancora stata “declinata”; Parlamento e Governo non hanno ancora recepito le politiche comunitarie che allineano l’energia termica a quella elettrica in vista degli ambiziosi obiettivi sintetizzati come “20+20+20”… Il presidente dell’AIRU si è occupato della materia nella sua relazione introduttiva all’Assemblea dei soci del 14 dicembre u.s. confermando l’impegno strategico a redigere “linee guida” per una disciplina giuridica specifica da presentare ai soggetti decisionali a livello centrale e periferico. La strada è già stata intrapresa e sarà percorsa con tutta sollecitudine, seguendo il nostro classico modello di oggettiva serietà scientifica sostenuta da seria documentazione. In parallelo ha comunicato che è in fase di elaborazione, da parte del Comitato “Prezzi di vendita dei vettori energetici. Marketing e sviluppo commerciale”, il progetto di un “codice di condotta commerciale” al quale tutti i gestori potranno adeguarsi. L’obiettivo è quello di garantire al cittadino-cliente, al di là degli impegni contrattuali, comportamenti trasparenti ed affidabili. In altre parole: ribadire e dimostrare con i fatti la serietà delle nostre proposte e la collaudata capacità di gestirle. Trattasi di scelte strategiche assai importanti, che impegneranno notevolmente gli organi associativi per buona parte del 2011. Si avrà quindi occasione di ritornare sull’argomento anche all’interno de “Il Riscaldamento Urbano” con tempestività e completezza. Il presente numero è - praticamente - di tipo monografico. Si è infatti ritenuto opportuno fare il punto su un tema di particolare interesse ed attualità: “La qualità nelle reti di teleriscaldamento: revisione specifiche tecniche dei materiali preisolati”. Se, come riteniamo, la scelta riuscirà gradita, avremo certamente occasione di pubblicare altri fascicoli analoghi sui tanti temi che interessano gli operatore del riscaldamento urbano.

DIFFUSIONE

Copyright il riscaldamento urbano Foto cover: Faro ghiacciato a Cleveland Harbor - Ohio La Direzione non è responsabile dei testi redazionali, delle opinioni espresse dagli Autori, né dei messaggi pubblicitari pubblicati in conformità alle richieste dell’inserzionista e declina, pertanto, ogni responsabilità per eventuali omissioni ed errori contenuti in questa edizione. Tutela della privacy: la rivista viene inviata in abbonamento. È fatto salvo il diritto dell’interessato di chiedere gratuitamente la cancellazione o la rettifica dei dati ai sensi della legge 675/96.

• Aziende fornitrici di tecnologie del teleriscaldamento • Aziende che progettano, realizzano e gestiscono il teleriscaldamento • Professionisti e Società di ingegneria • Multiutility, Enti Locali • Enti, Università, Istituzioni e Organismi nazionali e comunitari COPIA OMAGGIO



Organismi Airu PRESIDENTE Fausto FERRARESI Gruppo Hera SpA

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VICE PRESIDENTI Andrea PASQUALI – Federutility Andrea PONTA – Iren Energia SpA Lorenzo ZANIBONI – A2A SpA CONSIGLIO Alfredo AMMAN – AMGA SpA Legnano Giorgio ANELLI – LOGSTOR Italia Srl Milano Fiorenzo BASSI – AEM Gestioni Srl Cremona Renzo CAPRA – Socio individuale Brescia Davide CATTANEO – ALFA LAVAL SpA Monza Davide DE BATTISTI – AIMAG SpA Mirandola Pier Giorgio FRAND GENISOT – Siemens SpA Milano Paolo GALLIANO – EGEA SpA Alba Alberto GHIDORZI – Socio individuale Mantova Andrea PONTA – Iren Energia SpA Enrico RAFFAGNATO – TEA SpA Mantova

Sostenibilità ed efficienza in un contesto urbano: il teleriscaldamento Intervista di Emanuele Martinelli a Daniela Gasparini, sindaco di Cinisello Balsamo

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La qualità nelle reti di teleriscaldamento Giorgio Anelli, Paolo Bonalumi Logstor Italia

GIUNTA Fausto FERRARESI - Gruppo Hera SpA Giorgio ANELLI - LOGSTOR Italia Srl Milano Paolo GALLIANO - EGEA SpA Alba Andrea PONTA - Iren Energia SpA Andrea PASQUALI - Federutility Enrico RAFFAGNATO - TEA SpA Mantova Lorenzo ZANIBONI - A2A SpA

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TRM presenta il cantiere del termovalorizzatore di Torino Gerbido

REVISORI DEI CONTI Luigi ANDREOLI - Socio individuale Mauro COZZINI - Socio individuale Matteo LICITRA - Socio individuale Stefano CONSONNI - Socio individuale Stefano PIVA - Socio individuale

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Da Udine una risposta concreta alle sfide ambientali della collettività

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Innovazione ambientale ed energetica nei regolamenti edilizi, crescono i Comuni virtuosi

PROBIVIRI Lorenzo CASSITTO - Politecnico di Milano Fabio CIVIERI - Socio individuale Nereo GALLO - Socio individuale Tranquillo MAGNELLI - Socio individuale Angelo MOLTENI - Klinger SpA SEGRETARIO GENERALE Luigi Franco BOTTIO SEGRETARIO TECNICO Ilaria BOTTIO SEGRETERIA Nunzia FONTANA PAST PRESIDENTS Cesare TREBESCHI Evandro SACCHI Luciano SILVERI Paolo degli ESPINOSA Giovanni DEL TIN Francesco GULLÌ COMITATI Comitato di studio “Tariffe di vendita dei vettori energetici. Marketing e Sviluppo commerciale” Presidente: Terenzio POETA - A2A SpA Comitato di studio “Sottostazioni d’utenza e misura del calore. Linee guida e qualità” Presidente: Sonia BERTOCCI – AES Torino SpA Comitato di studio “Risorse territoriali” Presidente: Franco BUSCAROLI - Gruppo HERA SpA Comitato di studio “Distribuzione del vettore termico” Presidente: Nicola DI GREGORIO POWER SOLUTIONS Srl

Il punto di Legambiente e Cresme nel terzo Rapporto ONRE

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News Emerson espande la sua offerta nelle soluzioni di energy management per incrementare l’efficienza nella conversione delle biomasse in energia MULTICAL 402, il nuovo contatore di energia termica compatto per utenze residenziali e commerciali


IL RISCALDAMENTO URBANO

DICEMBRE 2010

Sostenibilità ed efficienza in un contesto urbano: il teleriscaldamento Intervista di Emanuele Martinelli a Daniela Gasparini, sindaco di Cinisello Balsamo

Sindaco Gasparini, perché la scelta di investire su un impianto di teleriscaldamento sul territorio di Cinisello? Quali prerogative hanno convinto l’amministrazione a sostenere il progetto? Il teleriscaldamento è uno degli interventi previsti nel nostro Piano Energetico comunale. Il Piano mette in campo nuove e diverse soluzioni per migliorare l’efficienza energetica e diminuire le emissioni atmosferiche, anche alla luce dei dettami dell’Unione Europea e nel rispetto del patto dei sindaci per il clima. È però opportuno precisare che il Comune di Cinisello Balsamo sta sperimentando il teleriscaldamento grazie alla presenza di una centrale di cogenerazione realizzata ad opera di una società privata, la Smec, con la quale è stata siglata una convenzione per la concessione d’uso del sottosuolo pubblico. La centrale, che si estende su un’area di circa 2.700 metri quadrati nella zona industriale della città, permetterà un notevole risparmio di combustibile, in quanto utilizza per la produzione di energia termica parte del calore derivato dal processo di generazione di energia elettrica. Quale area di Cinisello coprirà il servizio e quante abitazioni e famiglie sono interessate all’operazione? La rete di teleriscaldamento collegata all’impianto ha un’estensione di 12 km e copre la parte nord-est e sud-ovest della città. Coprirà 62 edifici privati, per un totale di 3111 famiglie. Avete stimato un risparmio economico per le famiglie, oppure l’impianto ha una valenza unicamente in termini di sicurezza e di minor impatto ambientale? È un intervento che porta ad un risparmio energetico e quindi economico per gli utenti, ma soprattutto contribuisce ad una

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dimunuzione delle emissioni atmosferiche prodotte dalle singole caldaie. L’impianto è dotato di un sistema di controllo e monitoraggio in continuo delle emissioni in atmosfera. I dati sono decisamente confortanti. Con i 30 condomìni attualmente allacciati al teleriscaldamento, in 6 mesi di esercizio si è calcolata una riduzione di emissioni inquinanti pari a 3.000 kg di ossidi di zolfo (SO2), 53 kg di polveri sottili, 1.500 di ossidi di azoto (NOx), 400 kg di monossido di carbonio (CO) e 1.400.000 kg di anidride carbonica (CO2). Prevede di sviluppare il teleriscaldamento in altre aree del suo comune? C’è l’impegno ad estendere il servizio nella zona a sud della città, ai confini con Sesto San Giovanni, anche per andare incontro alla richiesta dei residenti che vengono ancora serviti da caldaie a gasolio. Occorre considerare che il teleriscaldamento comporta lavori infrastrutturali non indifferenti e che spesso creano disagio alla cittadinanza. È preferibile pertanto ragionare rispetto ad un teleriscaldamento di quartiere con impianti di piccola cogenerazione, possibilmente coinvolgendo una o più utenze commerciali o industriali limitrofe.

Si tratta di un intervento isolato, o l’impianto di teleriscaldamento fa parte di un piano organico orientato a efficienza e risparmio energetico? Il Comune di Cinisello Balsamo da tempo ha adottato politiche non occasionali: da 15 anni vengono effettuati controlli biennali sulle caldaie, come previsto per legge; è stato inoltre redatto un piano energetico che rappresenta lo stato dell’arte sui consumi energetici e termici con la proposta di alcune misure di contenimento; sono stati infine pubblicati periodicamente dei report sullo stato dell’ambiente per individuare sempre nuove e più efficaci soluzioni.

I numeri dell’impianto di teleriscaldamento di Cinisello Balsamo 12 km della rete di teleriscaldamento 2 motori a metano di 2400 kW di potenza ciascuno 4 caldaie a metano in grado di erogare 7800 kW termici ciascuna I benefici per l’ambiente - 24% combustibile - 99% ossidi di zolfo - 49% polveri - 28% ossido di azoto - 27% anidride carbonica


IL RISCALDAMENTO URBANO

DICEMBRE 2010

Fronte dell’impianto di cogenerazione di Cinisello Balsamo (rendering)

Vista dall’alto dell’impianto di cogenerazione di Cinisello Balsamo (rendering)

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DICEMBRE 2010

IL RISCALDAMENTO URBANO

La qualità nelle reti di teleriscaldamento Revisione specifiche tecniche dei materiali preisolati GIORGIO ANELLI PAOLO BONALUMI Logstor Italia

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egli ultimi dieci anni, l’evoluzione delle tecnologie produttive e l’esperienza progettuale maturata con le prime generazioni delle reti di teleriscaldamento ha portato significative modiche alle specifiche di produzione dei componenti preisolati. Vi sono state ben tre revisioni delle norme EN 253-448-488-489 (datate 2003-20062009), l’introduzione di una norma sul sistema di localizzazione avarie (EN 14419), ma, soprattutto, nel 2003 è entrata in vigore la norma EN 13941 (Progettazione ed installazione di sistemi di tubazioni preisolate per impianti di teleriscaldamento), che ha cambiato in gran parte l’approccio progettuale e realizzativo utilizzato sino a quel momento. Le sostanziali modifiche introdotte da EN 13941 hanno necessariamente avuto un impatto sulle norme relative alla produzione dei materiali. L’approccio utilizzato per questa revisione delle specifiche di fornitura è il seguente: per ogni aspetto importante sono stati esplicitati, in forma tabellare, i criteri richiesti dalla normativa vigente, allo scopo di facilitare l’elaborazione di capitolati di acquisto dei

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materiali anche da parte di coloro che non hanno una conoscenza specifica del settore. In campo azzurro abbiamo evidenziato le principali modifiche introdotte dalle recenti revisioni delle norme. Solo per i pochi punti in cui le norme non indicano ancora la caratteristica da seguire è stata riportata la soluzione che era già stata consigliata dal comitato AIRU nella redazione della Linea Guida n.1 (novembre 1998). Riassumendo, questa nuova edizione fa esclusivo riferimento alle seguenti normative: EN 253:2009 Tubazioni preisolate per teleriscaldamento EN 448:2009 Pezzi speciali preisolati per teleriscaldamento EN 488:2003 Valvole preisolate per teleriscaldamento EN 489:2009 Giunzioni per tubazioni preisolate per teleriscaldamento EN 14419:2009 Sistemi di monitoraggio per tubazioni preisolate per teleriscaldamento

EN 13941:2003 Progettazione ed installazione di sistemi di tubazioni preisolate per impianti di teleriscaldamento. Inoltre è importante segnalare il notevole sforzo da parte di EuroHeat&Power (EHP), l’associazione europea che raccoglie tutti i principali operatori nel settore teleriscaldamento, tra cui la stessa AIRU. Sono state elaborate procedure per la verifica della rispondenza della produzione del fornitore a quanto previsto dalle norme sopra citate. Alla fine del procedimento di controllo, effettuato da un laboratorio esterno riconosciuto da EHP, se il produttore ha superato tutti i test previsti viene emesso un certificato a firma EHP (relativo al singolo stabilimento ed alla singola linea produttiva), che rappresenta a tutti gli effetti un marchio di controllo qualità. I certificati emessi da EHP prevedono durata triennale ed un test di controllo con cadenza per lo meno annuale. Sono resi pubblici e la lista aggiornata è reperibile sul sito dell’associazione (www.euroheat.org).


IL RISCALDAMENTO URBANO

DICEMBRE 2010

TUBAZIONI COMPONENTE

CARATTERISTICHE

SPECIFICA

FONTE

Tipo di acciaio

P235GH EN 253 (in alternativa al P235GH e fino a DN300 sono ammessi solo il (par 4.2.1) P235TR1 o P235TR2)

Limite di snervamento

235 MPa Nota: Non sono più ammessi acciai con valori di snervamento più elevati (es: Fe510) in quanto hanno un peggiore comportamento per la resistenza a fatica (principale causa delle rotture nelle reti di teleriscaldamento)

• Saldato spiroidalmente - Fattore V=1 (Processo SAW – arco sommerso)

EN 10217-1 EN 10217-2 EN 253 (par 4.2.1)

• Senza saldatura1 Certificazione di collaudo

Certificato 3.1 secondo EN 10204

Stato superficie (prima della pulitura)

Grado di ruggine: A, B o C

EN 253 (par 4.2.4)

Pulitura esterna tubazione prima della schiumatura

È prescritta la pulizia della superficie esterna (prima della schiumatura) da sporco-grasso-olio-umidità-residui vari

EN 253 (par 4.2.4)

Dimensioni Tubo di servizio

Tolleranza sul diametro esterno (all’estremità)

Tolleranza sullo spessore (all’estremità)

EN 10217-5 EN 10216-2

EN 253 (par 4.2.1)

Spessore min. T mm 15 2,0 20 2,0 25 2,3 32 2,6 40 2,6 50 2,9 65 2,9 80 3,2 100 3,6 125 3,6 150 4,0 200 4,5 250 5,0 300 5,6 350 5,6 400 6,3 450 6,3 500 6,3 600 7,1 700 8,0 800 8,8 900 10,0 1000 11,0 1200 12,5 Tubo saldato Tubo senza saldatura ± 0,3mm ± 0,4mm dest≤48,3 dest≤114,3 ±0,5%dest ±0,5%dest 114,3<dest≤219,1 48,3<dest≤168,3 9 ± 1mm 168,3<dest≤323, 219,1<dest≤711 ±0,6%dest dest>323,9 ± 1,6mm Tubo saldato Tubo senza saldatura T T ±ΔT +ΔT -ΔT mm mm mm mm mm 2 0,3 2 0,3 0,2 2,3 0,3 2,3 0,4 0,2 2,6 0,3 2,6 0,4 0,3 2,9 0,3 2,9 0,4 0,3 3,2 0,3 3,2 0,4 0,4 3,6 0,4 3,6 0,5 0,5 4 0,5 4 0,5 0,5 4,5 0,5 4,5 0,6 0,6 5 0,5 5 1 0,6 5,6 0,5 5,6 1,1 0,7 6,3 0,5 6,3 1,3 0,9 7,1 0,5 7,1 1,4 1,1 8 0,5 8 1,4 1,1 8,8 0,5 8,8 1,4 1,1 10 0,5 10 1,4 1,1 11 0,5 11 1,4 1,1 12,5 0,5 12,5 1,4 1,1 DN

EN 10217

EN 13941

• Saldato longitudinalmente - Fattore V=1 (Processo ERW – alta frequenza) Costruzione del tubo

MODALITA’ DI MISURA/NORMA

dest mm 21,3 26,9 33,7 42,4 48,3 60,3 76,1 88,9 114,3 139,7 168,3 219,1 273,0 323,9 355,6 406,4 457,0 508,0 610,0 711,0 813,0 914,0 1016,0 1219,0

EN 10204 ISO 8501-1

EN 253 EN 10220 (par. 4.2 tabella 2)

EN 253 (par. 4.2 tabella 3)

EN 253 (par. 4.2 tabella 4)

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La pratica realizzativa in tutta Europa, Italia compresa, è totalmente orientata ai tubi saldati perché perfettamente adeguati all’uso specifico. L’eventuale scelta per tubi senza saldatura deve tener conto di aumenti di prezzo, allungamento dei tempi di consegna e lunghezze non standardizzate sul mercato italiano.

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DICEMBRE 2010

COMPONENTE

IL RISCALDAMENTO URBANO

CARATTERISTICHE

SPECIFICA

FONTE

Composizione materie prime

• Isocianato e poliolio - agente schiumogeno a base di ciclopentano (esclusi CFC/HCFC/CO2)

AIRU

Controllo qualità: modalità produttive/materie prime

• Il produttore deve controllare e registrare costantemente i parametri e le materie prime utilizzati: la tipologia di schiuma PUR prodotta deve avere le stesse caratteristiche di quella utilizzata per il test di invecchiamento (par.5.4.3).

EN 253 (par. 4.4.1)

Schiuma isolante Vuoti/bolle d’aria

• L’area complessiva dei vuoti/bolle d’aria (misurata in cinque sezioni diverse in ogni singola barra) non deve superare il 5% della sezione complessiva della schiuma poliuretanica.

MODALITA’ DI MISURA/NORMA

EN 253

EN 253 - p. 5.3.2

EN 253

ISO 844

• La singola bolla non deve ridurre a meno di un terzo lo spessore dello strato di schiuma PUR.

Tubo in polietilene

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Resistenza a compressione

• Con deformazione = 10%: ≥ 0.3 MPa

Materiale/caratteristiche

• Polietilene estruso ad alta densità (PEHD) con additivi (Nerofumo, antiossidanti, stabilizzatori alle radiazioni UV) – il materiale deve essere classificabile come PE 80 o superiore

Modalità produttiva

• Tubo prodotto separatamente oppure estruso direttamente sull’isolamento in PUR

Percentuale nerofumo

• In massa pari al 2,5% (±0,5%)

Melt Flow Rate (indice di rammollimento)

• 0,2 ≤ MFR ≤ 1,4 (in g/10min) • Materiali di produzione diversa sono saldabili se la differenza di MFR è ≤ 0,5 (g/10min)

EN 253 (par. 4.3.1.2)

ISO 1133 cond. T (5kg/190°C)

Stabilità termica

• Il tempo d’induzione all’ossidazione (OIT) a 210°C deve essere pari ad almeno 20 minuti

EN 253 (par. 4.3.1.3)

EN 728

Uso di materiale riciclato

• Ammesso solamente se materiale non degradato e proveniente da risulta di produzione degli stessi impianti

EN 253

Dimensioni del tubo

EN 253 (par. 4.3.1.1) ISO 6964

Ø esterno D (mm)

Spessore minimo s (mm)

75 90 110 125 140 160 180 200 225 250 280 315 355 400 450 500 560 630 710 800 900 1000 1100 1200 1400

3,0 3,0 3,0 3,0 3,0 3,0 3,0 3,2 3,4 3,6 3,9 4,1 4,5 4,8 5,2 5,6 6,0 6,6 7,2 7,9 8,7 9,4 10,2 11,0 12,5

EN 253 (tabella 5)

EN ISO 3126

Deformazione termica

• La lunghezza in ogni punto non deve subire una variazione > 3%. Dopo il test la tubazione non deve presentare alcun danneggiamento (tagli-cavità-cricche)

EN 253 (par. 4.2.3.5)

EN ISO 2505

Resistenza a trazione in presenza di tagli/cricche

• Tempo di rottura di provino sottoposto a trazione pari a 4 MPa a 80°C ≥ 300 h

EN 253

EN 253 - p. 5.2. 4

Superficie esterna/interna

• Pulita ed esente da incisioni/difetti che possano ridurre la funzionalità. In caso di trattamenti della superficie interna per aumentare il grado di adesione con la schiuma PUR, questi devono essere tali da rispettare le proprietà per il tubo in HDPE definite da EN 253

EN 253 (par. 4.3.2.3)

EN 253 – par 5.2.1

EN 253

EN 253 - p. 5.2.2

Estremità dei tubi

• Taglio netto, perpendicolare all’asse del tubo, con scostamenti ≤ 2.5°

Allungamento a rottura

• ≥ 350 % (test obbligatorio solamente in caso produzione con riutilizzo di materia prima)


IL RISCALDAMENTO URBANO

COMPONENTE

DICEMBRE 2010

CARATTERISTICHE

SPECIFICA

FONTE

Estremità dei tubi

• Entrambe le estremità devono avere una lunghezza libera dall’isolamento 􀀂 150 mm • Le estremità del tubo di acciaio devono essere preparate per la saldatura di testa (EN ISO 9692-1) - cianfrinate per spessori ≥ 3 mm

EN 253

Lunghezza delle barre

• 6m, 12m. Lunghezze superiori richiedono trasporti speciali

AIRU

D esterno nominale mm

Dimensioni minime-massime

Tubo assiemato

Durata tubi

Disassamento tra tubo di acciaio e tubo di polietilene

Resistenza al taglio (prima e dopo invecchiamento)

D esterno minimo mm

D esterno massimo mm

Spessore minimo mm

75 75 90 90 110 110 125 125 140 140 160 160 180 180 200 200 225 225 250 250 280 280 315 315 355 355 400 400 450 450 500 500 560 560 630 630 710 710 800 800 900 900 1000 1000 1100 1100 1200 1200 1400 1400 T esercizio (°C)

79 3,0 95 3,0 116 3,0 132 3,0 147 3,0 168 3,0 189 3,0 206 3,2 232 3,4 258 3,6 289 3,9 325 4,1 366 4,5 412 4,8 464 5,2 515 5,6 577 6,0 649 6,6 732 7,2 824 7,9 927 8,7 1030 9,4 1133 10,2 1236 11,0 1442 12,5 Durata (anni)

≤115 115 120 >120

≥ 50 50 ≥ 30 Da calcolare secondo test CCOT (obbligatorio)

Ø esterno D (mm)

Disassamento (mm)

75-160 180-400 450-630 710-800 900-1400

3,0 5,0 8,0 10,0 14,0

Temperatura (°C) 23±2 140±2

MODALITA’ DI MISURA/NORMA

τ assiale (MPa) ≥ 0.12 ≥ 0.08

τ tangenziale (MPa)

EN 253 (tabella 6)

EN 253 (par. 4.5.5.1)

EN 253 (par. 4.5.5.4)

EN 253 (par. 4.5.5.2)

EN 253 - p. 5.4.1; p.5.4.2; p. 5.4.3

Conducibilità termica

• Prima dell’invecchiamento: ≤ 0.029 W/mK Nel report del test di calcolo devono anche essere indicati: densità della schiuma e composizione del gas schiumogeno contenuto nelle celle

EN 253 (par. 4.5.6)

EN ISO 8497 EN 253 Allegato F

Temperatura massima continua d’esercizio (CCOT)

• Per applicazioni in impianti con temperature superiori a 120°C, è obbligatorio sottoporre le tubazioni al test di calcolo della temperatura massima continua d’esercizio (CCOT)

EN 253 (par. 4.5.5.1)

EN 253 Allegato C

Resistenza all’urto

• Non deve presentare segni di rotture a seguito di prove secondo ISO 3127

EN 253 (par. 4.5.8)

ISO 3127

Danneggiamenti in fase di trasporto/stoccaggio

In caso di danneggiamenti delle tubazioni durante il trasporto e/o lo stoccaggio, sono ammissibili: • Schiacciamento schiuma: max 15% dello spessore dell’isolamento • Tagli in tubo di polietilene: max 10% dello spessore del tubo in polietilene. Max 1mm per i tubi con spessore maggiore di 10mm

EN 253 (par. 4.5.10)

≥ 0.20

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DICEMBRE 2010

IL RISCALDAMENTO URBANO

CURVE, DERIVAZIONI (TEE), RIDUZIONI, ANCORAGGI DEFINIZIONI 3.1

CURVA 90° PIEGATA

3.2

CURVA 90° SALDATA

3.3

ANGOLO DI PIEGATURA

3.4

TEE FORGIATO

3.5

TEE CON COLLARE A SALDARE

3.6/1 TEE SALDATO CON COLLARE ESTRUSO 3.6/2 TEE SALDATO DIRETTAMENTE

COMPONENTE

CARATTERISTICHE

SPECIFICA

FONTE

Materiale

• P235GH (come per le tubazioni)

EN 448

Dimensioni

• Diametro secondo EN 253 – tabella 2 • Spessori calcolati con i seguenti criteri: - Valore minimo secondo EN 253 – tabella 2 - Pressione d’esercizio min. PN 16 - Componente in grado di sopportare gli sforzi durante la vita d’esercizio dell’impianto

EN 448 EN 13941

Curve saldate

• Dimensioni secondo EN 10253-2 - raggio di curvatura ≥ 1,5 volte il diametro

EN 448

• Spessore del tubo dopo la piegatura deve essere ≥ 85% dello spessore nominale (vedi EN 253 - tabella 1)

EN 448

• Ovalizzazione della curva: ≤ 6 %

EN 448

• Irregolarità di curvatura: non sono ammesse pieghe; le ondulazioni solo se di altezza ≤ 25 % dello spessore nominale

EN 448

• Tolleranza sull’angolo di curvatura: entro i limiti seguenti: Δ ∝ = ± 2.0° DN ≤ 200 DN > 200 Δ ∝ = ± 1.0°

EN 448

TEE forgiati

• Spessori secondo EN 10253-2. Gli spessori T e T1 devono essere ≥ di quelli dei tubi.

EN 448

TEE con collare a saldare

• Lo spessore del collare non deve essere inferiore allo spessore del tubo principale e del tubo derivato

EN 448

TEE saldati

• Con collare estruso dal tubo principale o direttamente al tubo principale

EN 448

Tubo derivato

• Deve essere perpendicolare all’asse del tubo principale con tolleranza ± 2.0°

EN 448

Compensatori monouso

• Devono rispettare i criteri definiti da EN 13941

EN 448

Riduzioni

• Costruzione secondo EN 10253-2. Gli spessori T e T1 devono essere ≥ di quelli dei tubi diritti.

EN 448

Ancoraggi

• In produzione deve essere indicato lo sforzo assiale massimo che sono in grado di sopportare

EN 448

• Il/I metodo/i di saldatura sono scelti dal produttore in accordo ad EN ISO 15607. È comunque preferibile usare metodi ad arco con elettrodi rivestiti o con protezione di gas inerte. • Per spessori ≥ 5,6mm è necessario prevedere più passate

EN 448

• Preparazione delle estremità a saldare - Per saldature di testa di pari spessore: in accordo con EN ISO 9692-1 tabella 1. - Per saldature di testa con spessori diversi: in accordo alla tabella 3 ed alla figura 2 di EN 448 (par. 4.1.9.3) - Per Tee saldati direttamente (set-on): in accordo alla figura 3 di EN 448 (par. 4.1.9.3)

EN 448

Curve piegate

Parti in acciaio

Saldature

12

MODALITA’ DI MISURA/NORMA

Calcolata secondo la formula in EN 448 - p. 4.1.3.2

• Controllo delle saldature Controllo visivo: la qualità deve essere conforme a EN-ISO 5817, livello B

EN 448 - p. 5.3.1

Controllo della tenuta: rispetto dei criteri definiti da EN 448 par. 5.3.2-5.3.3

EN 448 - p. 5.3.2/3

Controlli non distruttivi: - Radiografici: in accordo ad EN 1435 livello B con grado di accettabilità liv.1 norma EN 12517-1 - Liquidi penetranti: in accordo ad EN571-1 con accettabilità secondo norma EN 1289 - Magnetoscopici: in accordo ad EN 1290 con accettabilità secondo norma EN 1291

EN 448

• Qualifiche saldatori: in accordo ad EN 287-1 ed EN 1418

EN 448

EN 448 - p. 5.3.4


IL RISCALDAMENTO URBANO

DICEMBRE 2010

MODALITA’ DI MISURA/NORMA

COMPONENTE

CARATTERISTICHE

SPECIFICA

FONTE

Parti in acciaio

Superfici

• Prima della schiumatura, le superfici devono essere preparate come definito da EN 253

EN 448

Tubo in polietilene

Caratteristiche costruttive/dimensioni

• In accordo ad EN 253 paragrafo 4.3 EN 448 vedi

EN 253

Tutte le caratteristiche e prove

• In accordo a quanto prescritto da EN 253 paragrafi 4.4, 4.5.5 e 4.5.6

EN 448

vedi EN 253

Prove e campioni

• Secondo quanto prescritto da EN 253 par. 5.2

EN 448

vedi EN 253

Costruzione

• Isolamento in fabbrica o in cantiere se fornite adeguate garanzie di qualità

AIRU

Estremità

• Entrambe le estremità debbono avere una lunghezza libera dall’isolamento ≥ 150 mm e devono essere preparate per saldatura di testa secondo EN ISO 9692-1

EN 448

Disassamento tra tubo di acciaio e di polietilene

• Valori pari a quelli delle tubazioni diritte (vedi EN 448 - tabella 2)

EN 448

EN 448 - p. 5.5.1

Angolo tra asse del tubo di acciaio e di polietilene

• L’angolo fra l’asse del tubo d’acciaio misurato alle estremità e quello del tubo PE misurato a 100 mm dall’estremità deve essere ≤ 2°

EN 448

EN 448 - p. 5.5.1

Angoli e lunghezze dei segmenti di tubo di PEHD

• Angolo fra due tratti adiacenti in una curva ≤ 45° • La lunghezza minima dei segmenti di tubo all’estremità deve essere ≥ 200 mm

EN 448

• Variazione di MFR deve essere ≤ 0.5 g/10’ rispetto al valore calcolato secondo EN 253

EN 448

EN 253 -p. 4.2.1.2

• Esame visivo: da eseguire sull’intera porzione di saldature sul rivestimento esterno e secondo i criteri definiti da EN 448 par. 4.4.3.3

EN 448

EN 448 p. 5.6.2

• Prova di tenuta: non si deve vedere alcuna fuoriuscita di schiuma dalle saldature. In caso contrario tutto l’isolamento in PEHD va rifatto ed il processo produttivo messo sotto esame.

EN 448

EN 448 -p. 5.5.3

Tenuta stagna dopo la schiumatura

• Dopo la schiumatura, in ogni punto deve essere ≤2% del valore iniziale

EN 448

EN 448 -p. 5.5.4

Aumento di diametro del tubo in polietilene

• In ogni punto lo spessore dell’isolamento deve essere ≥ 50% del suo valore nominale e comunque mai inferiore a 15 mm

EN 448

EN 448 -p. 5.5.5

Spessore minimo d’isolamento nelle curve

• Minimo 50% dello spessore nominale e comunque sempre > 15mm

EN 448

Schiuma isolante

Saldatura tra tubi di PEHD

Pezzo assiemato

• Le misure indicate nella figura sottostante devono avere le seguenti tolleranze DN H (mm) ≤300 ± 10 > 300 ± 25

Tolleranze dimensionali

Marcatura

L (mm) ± 20 ± 50

EN 448

• Sul tubo PEHD va indicato: - DN tubo e tipo d’acciaio - Angolo di curvatura (dove applicabile) - Sigla del produttore - EN 448 - anno e settimana di schiumatura

EN 448

13


DICEMBRE 2010

IL RISCALDAMENTO URBANO

VALVOLE PRECOIBENTATE COMPONENTE

CARATTERISTICHE

SPECIFICA

FONTE

Tipo di valvola

Otturatore: • A sfera. • A farfalla. • Tipo d’acciaio: inox AISI 304, SS 14-2333 o equivalente. Passaggio: • A portata ridotta (piena portata solo se la pur limitata caduta di pressione diviene inaccettabile).

AIRU

• Corpo valvola: saldato (non sono ammesse connessioni filettate o flangiate).

EN 488

• Tipo d’acciaio: - Corpi forgiati: ASTM A 105 o equival. - Corpi da tubo: ST 37 o equival. - Corpi fusi: ASTM A 216 WCB, SS 14-1330 od equival. • Stelo: in acciaio inox AISI 303, SS 14-2324 od equivalente, con collare per evitarne fuoriuscita dovuta alla pressione. • Sedi di tenuta: in PTFE caricato con grafite, vetro o fibra di carbonio e con un sistema elastico che ne garantisca l’aderenza alla sfera. • Tenuta idraulica sullo stelo: Ottenuta tramite 2 elementi in VITON o EDPM o PTFE caricato con grafite o fibre di vetro. Non deve richiedere manutenzione.

AIRU

Particolari costruttivi valvola (valvola a sfera)

Particolari costruttivi valvola (valvola a farfalla)

• Tipo: bidirezionale a tripla eccentricità, adatta a montaggio in qualsiasi posizione. • Corpo valvola: unico, ricavato per fusione in acciaio ASTM A 216 WCB o equivalenti. • Otturatore: A lente in acciaio fuso ASTM A 216 WCB o equivalenti. • Albero: In acciaio inox AISI 420 o equival. Esecuzione in unico pezzo (passante) con cuscinetti di supporto autolubrificanti. Dispositivo reggi spinta bi-direzionale montato nella parte inferiore della valvola. AIRU • Tenuta lente: ad anello, di tipo elastico lamellare, in acciaio inox AISI 316 fissato alla lente mediante flangia di serraggio e viti incassate. • Sede di tenuta: sul corpo, con riporto in acciaio inox AISI 316 di conformazione adeguata (autopulente e antiusura) e con funzione di fermo dell’otturatore. • Tenuta albero: tramite premistoppa con anelli in PTFE rinforzato con fibre di vetro o in grafite o in FPM con sistema autoregistrabile di recupero dei giochi. • Perdite di carico: da precisare in offerta in forma grafica o numerica (KVS in m3/h di portata per Δ P di 1 bar)

Particolari costruttivi valvola (valvola a farfalla)

• Verniciatura: con bronzo d’alluminio su superfici sabbiate con grado 2 1/2 SIS 05 5900- 1967 o equivalenti.

Parti in acciaio

AIRU

• Manovrabilità: - Si deve poter azionare da fuori isolamento - Chiusura della valvola in senso orario.

Particolari costruttivi valvola (valvola a sfera/farfalla)

• Azionamento: - Con chiave a T per: a) valvole a sfera DN < 200 b) valvole a farfalla per DN < 100 - Con riduttore o azionamento elettrico per DN superiori - Chiave per collegamento ad attuatore: 60,70,90 mm

EN 488

• Dispositivo di stop: tutte le valvole devono essere munite di un dispositivo di stop sostituibile senza rimuovere l’isolamento.

14

• Indicazione di chiusura/apertura: deve essere marcata e ben visibile a isolamento completato.

EN 488

Pressione di funzionamento

• Deve essere progettata per funzionamento in reti a PN 16 o PN 25. • Deve resistere a test di pressione 1.5 volte la PN in posizione aperta o chiusa. • Deve essere indicata la pressione di progetto ad isolamento completato.

EN 488

Temperatura di funzionamento

• Temper. max come per i tubi (EN 253). • Temper. min 10 °C.

Tubo in acciaio

• Secondo quanto specificato in EN 253.

Estremità a saldare

• In accordo a quanto prescritto da EN 253. • Estremità pulite per 100 mm (se verniciata)

EN 488

MODALITA’ DI MISURA/NORMA


IL RISCALDAMENTO URBANO

COMPONENTE

DICEMBRE 2010

CARATTERISTICHE

SPECIFICA

FONTE

Resistenza a flessione e sforzi assiali

• Evitare l’installazione delle valvole in punti dove vi sono momenti flettenti significativi. • Le valvole devono resistere ai seguenti sforzi assiali massimi: - compressione: 144 N/mm2 - trazione: 163 N/mm2

EN 488

MODALITA’ DI MISURA/NORMA

• Resistenza agli sforzi minimi sopra indicati con fluido a 140 °C e pressione interna pari a quella nominale. • Tenuta di stelo e corpo valvola. • Tenuta del seggio corrispondente al grado di tenuta A o B (tabella 5 - ISO 5208).

Parti in acciaio Prove di tipo

• Test da effettuare sul 100% delle valvole.

EN 488 - p. 5.3.1 EN 488

• Lo sforzo di manovra deve rimanere entro i limiti indicati dal costruttore • I risultati delle prove devono essere registrati • In caso di valvole di vari diametri, le prove possono essere eseguite su di un diametro ‘medio’ se il tipo di costruzione è lo stesso per tutti i diametri. Collegamento tra valvola

Saldatura

• Va eseguita secondo precisato in EN 448 p.

EN 488

EN 488 - p.5.3.3

Involucro in polietilene

Caratteristiche generali e particolari

• Come precisato da EN 448 - p. 4.3

EN 488

EN 488 - p.5.4

Isolamento

Composizione

• Schiuma in poliuretano con caratteristiche definite in EN 448 p. 4.4

EN 488

EN 488 - p.5.5

Estremità

• Estremità della valvola e dell’involucro in polietilene secondo quanto prescritto da EN 448 p.4.4.1. • Estremità dello stelo: isolamento protetto con un water stop. La parte esterna deve resistere alla corrosione.

EN 488

EN 488 - p. 5.5.2

Saldatura del polietilene

• Come precisato da EN 448 p. 4.4.3. • Tenuta stagna dopo la schiumatura come precisato da EN 448 p. 4.4.4.

EN 488

EN 488 - p. 5.5.3

Aumento di diametro dell’involucro

• Dopo schiumatura, l’aumento di diametro deve essere come prescritto da EN 448 p. 4.4.5.

EN 488

EN 488 - p. 5.5.4

Spessore minimo di isolamento

• Come precisato da EN 448 - p. 4.4.6

EN 488

EN 488 - p. 5.5.5

Tolleranze dimensionali

• Lunghezza tra le due estremità: ± 10 mm • Altezza stelo dall’asse del tubo: ± 5 mm

Valvola assiemata

• Sul tubo PEHD va indicato: - Tipo di polietilene - MFR del polietilene - Diametro e spessore del tubo PEHD - data di fabbricazione - Sigla del produttore Marcatura

• Sulla valvola isolata va indicato: - Pressione nominale - Diametro e spessore delle estremità - Tipo di acciaio delle estremità - Sigla del produttore della valvola nuda - Sigla del produttore della valvola isolata - EN 488 - Anno e settimana di schiumatura - Anno e mese di produzione della valvola

EN 488

RIPRISTINO DELL’ISOLAMENTO (GIUNTI) COMPONENTE

CARATTERISTICHE

SPECIFICA

FONTE

Funzionalità

• Caratteristiche da garantire: - Tenuta all’acqua. - Resistenza agli sforzi assiali dovuti agli spostamenti dei tubi nel terreno. - Resistenza agli sforzi radiali ed ai momenti flettenti. - Resistenza alla temperatura ed alle sue variazioni.

EN 489

Costruzione

• Ogni fase di realizzazione deve seguire le istruzioni del fornitore in modo da assicurare l’equivalenza con il campione di prova.

EN 489

Giunto completo

MODALITA’ DI MISURA/NORMA

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DICEMBRE 2010

COMPONENTE

Giunto completo

Prove di tipo

MODALITA’ DI MISURA/NORMA

CARATTERISTICHE

SPECIFICA

FONTE

Competenza del personale

• I saldatori del tubo di acciaio devono avere la qualificazione secondo EN 287 p.1. • Chi esegue l’isolamento deve ricevere precise e complete istruzioni dal fornitore e seguirle scrupolosamente.

EN 489

Durata

• Durata e temperature ammissibili pari a quelle delle tubazioni

EN 489

Saldatura dei tubi d’acciaio

• Devono essere a tenuta d’acqua e avere caratteristiche meccaniche uguali ai tubi.

EN 489

EN 489 - p. A6

Schiuma isolante

• Deve riempire il giunto completamente. • La densità della schiuma deve essere almeno pari a quella delle tubazioni • Le altre caratteristiche devono essere le stesse dell’isolamento delle tubazioni.

EN 489

EN 489 - EN 253

Involucro esterno

• Deve essere stagno all’acqua dopo la prova con sabbia

EN 489

EN 489 - p. 5.1.5

Prova di resistenza alle sollecitazioni del terreno

• Non si deve riscontrare alcuna presenza di acqua all’interno del giunto dopo la prova con sabbia In caso di muffola con cosiddetta doppia tenuta, entrambe devono superare singolarmente la prova di tipo

EN 489

EN 489 - p. 5.1

Test della schiuma

• Come descritto per i tubi

EN 489

EN 253 - p. 4.3, 4.4

• Ogni muffola deve poter essere testata in cantiere prima della schiumatura, tramite prova pressione ad aria/gas inerte a 0,2bar

EN 489 (par. 4.1.7) EN 13941 (par. 8.7)

• Per garantire la qualità e la durata è obbligatorio fornire almeno le seguenti istruzioni: - Procedura per avere un posto di lavoro ottimale in cantiere. - Procedura per pulire e asciugare le superfici di tubo d’acciaio, schiuma isolante, tubo PE, involucro del giunto. - Procedura di collegamento dei conduttori del sistema d’allarme e verificarne il funzionamento durante il montaggio. - Procedura per la saldatura dell’acciaio. - Procedura per il montaggio dell’involucro esterno. - Procedura per la schiumatura con la richiesta di avere una temperatura delle superfici tra 15 °C e 45°C, una temperatura dei componenti della schiuma fra 15 °C e 25 °C e un efficace sfiato per lo riempimento totale del giunto.

EN 489

EN 489 - All. A

MODALITA’ DI MISURA/NORMA

Collaudo in campo Prova pressione muffola

Istruzioni di montaggio

IL RISCALDAMENTO URBANO

Istruzioni da fornire con il materiale

SISTEMA DI LOCALIZZAZIONE AVARIE COMPONENTE

Sistema completo

CARATTERISTICHE

SPECIFICA

FONTE

Funzionalità

• Il sistema deve essere in grado di rilevare e localizzare: - Uno o più punti con presenza contemporanea d’umidità nell’isolamento - Uno o più punti con presenza contemporanea di anomalie di tipo elettrico (es: interruzione del circuito oppure contatto tra filo d’allarme e tubo di servizio)

EN 14419

Costituzione

• Uno o più fili nudi o isolati in materiale conduttore, installati separatamente all’interno dell’isolamento oppure intrecciati tra di loro. • Il sistema utilizzato deve essere uniforme lungo tutta la rete preisolata (tubazione e pezzi speciali) Ad esempio non è ammesso dalla norma EN 14419 fornire, per lo stesso sistema, tubazioni con conduttori non isolati e pezzi speciali con conduttori isolati (o viceversa).

EN 14419

• I conduttori devono essere installati nell’isolamento su opportuni distanziali, in modo tale da evitare che vi sia contatto elettrico con il tubo di servizio e/o tra di loro

EN 14419

• Ad eccezione delle derivazioni, non sono ammesse connessioni dei conduttori all’interno dell’isolamento in tubazioni e pezzi preisolati

EN 14419

• In caso di fili in rame non isolati, deve essere mantenuta equidistanza tra tubo di acciaio e conduttori e tra i due conduttori. Gli scostamenti devono essere ≤ 10%

AIRU

Conduttori nelle tubazioni

Installazione (in fase di produzione)

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IL RISCALDAMENTO URBANO

COMPONENTE

CARATTERISTICHE

DICEMBRE 2010

SPECIFICA

FONTE

MODALITA’ DI MISURA/NORMA

EN 14419

EN 14419 All. D

• In fase di produzione devono essere effettuate: Test in produzione

- Prova di continuità (loop test) - Prova della resistenza d’isolamento (tra conduttore e tubo di servizio)

Conduttori nelle tubazioni

EN 14419 All. E

• In fase d’installazione della linea devono essere effettuate, per ogni giunzione: Test in fase di posa

- Prova di continuità (loop test)

EN 14419

- Prova della resistenza d’isolamento (tra conduttore e tubo di servizio)

Accessori di collegamento

EN 14419 All. H

Funzionalità

• La centralina può indicare semplicemente che si è verificato un guasto nel circuito relativo o fornire direttamente la posizione. • In fase di gara/richiesta di offerta è necessario precisare con AIRU chiarezza la funzionalità richiesta. • Rispetto della normativa europea EMC sui disturbi elettromagnetici.

Installazione

• In locale chiuso o all’aperto; in tal caso in contenitore con protezione almeno IP44

AIRU

Costituzione

• Morsetti di collegamento, di ingresso o di uscita nelle tubazioni e cavi di collegamento devono essere adatti all’installazione nel terreno e tali da non causare infiltrazioni di umidità all’interno dell’isolamento

EN 14419

Centraline

EN 14419 All. G

PROVE E COLLAUDI Collaudi in corso di fabbricazione Il fornitore è tenuto ad eseguire, a sua completa cura e spese, tutte le prove ed i collaudi necessari per accertare la completa corrispondenza della fornitura alle prescrizioni della specifica e delle Norme EN in essa citate. Le apparecchiature di misura usate per le prove devono essere corredate dai relativi certificati di taratura. I risultati di dette prove saranno riportati in certificati secondo quanto previsto nel Piano Controllo Qualità del fornitore. I certificati saranno disponibili per un controllo da parte del committente; in essi deve essere possibile associare le misure ai componenti interessati. Il Committente si riserva la facoltà di presenziare alle prove in corso di fabbricazione senza che questo provochi alcun onere supplementare.

Collaudi di accettazione In fabbrica Il committente si riserva il diritto di effettuare un’ispezione visiva con controlli dimensionali sul materiale oggetto della fornitura e sui certificati di collaudo, prima che questo venga spedito. Per questo il fornitore dovrà comunicare per iscritto al committente la data di inizio dei collaudi di accettazione. In caso di rinuncia scritta del committente a partecipare al collaudo, il fornitore potrà effettuare la spedizione senza essere per questo sollevato dalla sua responsabilità per quanto riguarda la rispondenza del materiale alle specifiche.

In opera 1. Collaudo delle tubazioni di servizio La rete deve essere sottoposta a prova idraulica ad una pressione 1,5 volte quella nominale. La prova avrà una durata di 24 ore durante le quali dovrà essere registrata la pressione e la temperatura. Si dovrà tener conto delle variazioni di pressione dovute alle variazioni di temperatura 2. Collaudo del sistema d’allarme Oltre alle misurazioni di isolamento e continuità metallica che vanno effettuate durante l’esecuzione di ogni giunto, ultimata la realizzazione dell’anello di controllo relativo a ogni centralina, si dovrà procedere al controllo finale di funzionalità ed isolamento che non dovrà mai risultare inferiore a 5 Mohm.

Collaudi tecnologici Il committente si riserva la facoltà di richiedere l’esecuzione dei seguenti collaudi da effettuarsi a cura di primario istituto internazionale: Acciaio: composizione, caratteristiche di resistenza; Guaina di polietilene: densità, allungamento a rottura; Schiuma poliuretanica: densità, struttura cellulare, resistenza a compressione, assorbimento di acqua; Tubi assiemati, pezzi speciali resistenza a sforzo assiale e tangenziale, conducibilità termica, resistenza all’urto; Giunti, prove di tipodette prove saranno eseguite secondo quanto prescritto dalle norme EN.

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DICEMBRE 2010

IL RISCALDAMENTO URBANO

TRM presenta il cantiere del termovalorizzatore di Torino Gerbido Un impianto di nuova generazione e compatibile con l’ambiente, autorizzato per lo smaltimento di 421mila tonnellate di rifiuti all’anno. Produrrà elettricità per 175.000 famiglie e riscaldamento per 17.000 abitazioni

S

ono 931 i giorni di lavori previsti per il completamento della costruzione del termovalorizzatore di Torino Gerbido: si è iniziato dal corpo principale, incluse le tre linee di forni e caldaie e di trattamenti fumi (termine previsto: febbraio 2012), in contemporanea si sta costruendo l’edificio polifunzionale (luglio 2010 - dicembre 2011) e successivamente verrà eretta la palazzina per il personale (giugno 2011 - agosto 2012). A gennaio 2013, terminata la costruzione, l’impianto entrerà in esercizio provvisorio

18

per tutto l’anno e poi passerà alla fase di esercizio commerciale a seguito dei test di verifica del corretto funzionamento. La progettazione è stata realizzata, a partire dal settembre 2005, da TRM Trattamento Rifiuti Metropolitani spa - società che progetta, realizza e gestisce impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti in provincia di Torino - ottenendo a fine 2006 il giudizio positivo di compatibilità ambientale (VIA), l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e il parere positivo del

Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Il 6 dicembre scorso si è compiuta la tappa intermedia dei 300 giorni che corrisponde all’inizio del montaggio della struttura di sostegno della prima caldaia. L’intero programma dei lavori era stato illustrato lo scorso luglio alla cerimonia di presentazione del termovalorizzatore di Torino, presso il cantiere di Via Gorini, alla presenza, tra gli altri, del presidente della Provincia Antonio Saitta e del Presidente dell’ATO-R Paolo Foietta. I vertici di TRM


IL RISCALDAMENTO URBANO

hanno presentato l’opera insieme ai costruttori e ai finanziatori. Il presidente di TRM Giuseppe Marsaglia ha sottolineato che “come tutte le opere di una certa complessità, abbiamo dovuto superare alcune difficoltà raggiungendo questo importante risultato anche grazie al contributo di tutti coloro che hanno creduto nella necessità e nella serietà di questo progetto”. Un riconoscimento particolare è andato al Comitato Locale di Controllo e ai tecnici della Provincia di Torino il cui contributo ha “migliorato il progetto poiché l’interlocuzione ha perfezionato le caratteristiche tecniche dell’impianto e ne ha reso più agevole l’accettabilità da parte della comunità locale”. “Il termovalorizzatore di Gerbido è stato progettato secondo le più moderne tecnologie che ne garantiscono la sostenibilità ambientale” ha evidenziato l’amministratore delegato di TRM Bruno Torresin. “Grazie a questo impianto sarà possibile chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti poiché ciò che residua dalla raccolta differenziata non sarà più conferito in discarica, ma termovalorizzato recuperando l’energia contenuta nei rifiuti stessi.” L’a.d. ha poi proseguito sottolineando che “particolare attenzione, nel corso della progettazione, è stata dedicata alla minimizzazione dell’impatto ambientale dell’impianto; inoltre, per la fase di costruzione, sono state adottate le misure che tutelano la sicurezza di tutti coloro che operano all’interno del cantiere”. Il termovalorizzatore di Torino Gerbido, che nasce da un nuovo concetto di utilizzo, è stato concepito per generare un doppio valore: essere utile alla collettività, generando energia dai rifiuti senza impattare negativamente sul territorio perché ambientalmente compatibile ed entrare nel cuore della comunità aprendosi alle visite con un percorso visitatori completo, che include anche la cima del camino da cui si gode una visuale inedita a 120 mt da terra. L’opera sarà anche dotata di un centro multifunzionale per ospitare mostre, iniziative e manifestazioni. Progettato su tre linee, l’impianto - che si svilupperà su un’area di circa 100.000 m² si avvale di tecnologie di nuova generazione che assicurano il controllo costante della combustione e del ciclo termico, la sorveglianza del processo di raffreddamento dei fumi per il recupero energetico e l’abbattimento delle sostanze inquinanti con monitoraggio ridondato delle emissioni. Il termovalorizzatore è autorizzato per smaltire ogni anno fino a 421.000 tonnellate di rifiuti residui dalla raccolta differenziata (rifiuti che attualmente sono conferiti in discarica), come previsto dal sistema integrato di gestione dei rifiuti della Provincia di Torino basato sullo sviluppo della raccolta differenziata almeno del 50%, in linea con la normativa europea (Direttiva Parlamento Europeo

e Consiglio dell’Unione Europea 19 Novembre 2008 n. 98). A differenza dei vecchi inceneritori, i termovalorizzatori di nuova generazione sono in grado di ricavare energia elettrica e calore per il teleriscaldamento dalla combustione dei rifiuti. Il vapore prodotto nelle caldaie, grazie al calore dei fumi generato dalla combustione dei rifiuti, alimenta una turbina collegata ad un generatore che produce energia elettrica da immettere nella rete. Parte del vapore viene prelevato dalla turbina per essere utilizzato come fonte di calore per l’acqua del teleriscaldamento delle abitazioni. Ogni anno il termovalorizzatore di Torino Gerbido potrà: fornire energia elettrica per 175.000 famiglie di 3 persone (350.000 MWh/anno)* riscaldare 17.000 abitazioni da 100mq (170.000 MWh/anno)* permettere il risparmio di oltre 70.000 tonnellate di combustibile tradizionale*

* Stime da progetto Innovativo il sistema di finanziamento, realizzato per la prima volta in Italia per un’infrastruttura, in project finance. Progettazione, costruzione ed esercizio provvisorio richiedono un impegno finanziario complessivo da parte di TRM stimato in 503 milioni di euro. Tale fabbisogno sarà soddisfatto tramite risorse messe a disposizione dai soci per 90 milioni di euro e un finanziamento bancario da 413 milioni in project finance, in modo da non gravare eccessivamente sui bilanci dei soci e coprire il prestito con la vendita dell’energia prodotta, della tariffa di smaltimento e dei certificati verdi attribuiti per la quota di rifiuti biodegradabili. Due le linee di credito previste: una “Linea Base” di 375 milioni per sostenere costi di investimento, di avviamento e oneri finanziari in fase di costruzione ed esercizio provvisorio; una “Linea IVA” di 38

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milioni per finanziare l’IVA durate il medesimo arco temporale.

LO STILE ARCHITETTONICO Pensando al termovalorizzatore come ad una struttura integrata nel territorio e a servizio dei cittadini, TRM ha scelto di dedicare una cura particolare agli aspetti estetici dell’impianto e alla riqualificazione dell’area. Il linguaggio architettonico utilizzato è quello della purezza geometrica e lineare delle forme; la qualità architettonica sottolinea inoltre l’elevato contenuto tecnologico dell’impianto, nel massimo rispetto per la natura circostante. Sull’asse principale sono allineati il corpo dell’impianto, il camino e la palazzina polifunzionale, in modo da creare un punto di vista privilegiato per chi accede al termovalorizzatore. La palazzina polifunzionale, destinata anche all’accoglienza dei visitatori, si sviluppa su pianta rettangolare e presenta una facciata a vetri che dà luce al giardino d’inverno interno. Il corpo principale, composto da volumi di diverse dimensioni e destinati alle varie parti del processo, si presenta come un grande parallelepipedo incorniciato sui due lati lunghi da pareti verticali di colore chiaro che metaforicamente si pongono a protezione del cuore dell’impianto. Le finestrature consentono un’illuminazione naturale all’interno del corpo che accoglie le griglie di combustione e il trattamento dei fumi. La facciata dell’impianto è costituita da una grande vetrata inclinata, su cui scorre un velo d’acqua a cascata. La vetrata abbraccia il camino del termovalorizzatore, alto 120 metri, la cui forma regolare e geometrica ne evidenzia la dignità architettonica. La sommità del camino ospita una terrazza panoramica servita da un ascensore trasparente, che permette ai visitatori di ammirare lo skyline urbano torinese e spaziare con lo sguardo fino al Monviso da una posizione inedita.

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Da Udine una risposta concreta alle sfide ambientali della collettività La realizzazione della grande centrale tecnologica dell’Ospedale di Udine e della rete di teleriscaldamento: esempio virtuoso di collaborazione pubblico-privato finalizzato al risparmio energetico e alla tutela ambientale. Il progetto richiederà due anni di lavori, investimenti per circa 97 milioni di euro e comporterà una riduzione dell’11% dei consumi di energia e del 32% di emissioni di CO2.

È

stato presentato pubblicamente il progetto per la costruzione e gestione della grande centrale tecnologica che sarà realizzata per l’azienda ospedaliero-universitaria S. Maria della Misericordia di Udine. Si tratta di un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato che realizza una perfetta integrazione tra il ruolo di governo e controllo del pubblico e il ruolo imprenditoriale e professionale del privato per la realizzazione di un progetto di sistema che ottenga efficienza energetica a vantaggio sia dell’ospedale, che della città. Un’operazione che permetterà di offrire una soluzione alle necessità energetiche ed ambientali dell’ospedale, così come di comfort per lo staff e i pazienti, e anche di allargare i suoi benefici ad altri soggetti, privati e pubblici, diventando una vera risposta di sistema alle sfide di risparmio energetico e di tutela ambientale di tutta la collettività. Infatti, grazie alle soluzioni tecnologiche adottate per soddisfare il fabbisogno termico ed elettrico dell’ospedale e alla rete di teleriscaldamento che verrà realizzata, l’inter-

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vento permetterà di ottenere una riduzione dell’11% di consumi di energia con il conseguente calo del 32% di emissioni di CO2 in atmosfera (l’impianto di cogenerazione alimentato da fonti rinnovabili consentirà una riduzione annua di 16.400 tonnellate di anidride carbonica). Il progetto è stato presentato nel corso del Convegno “Le sfide energetiche della Sanità in Friuli Venezia Giulia. L’esempio di Udine”, tenutosi lo scorso ottobre presso l’Auditorium Regionale di Udine. Il convegno è stato organizzato per presentare alla cittadinanza i dettagli del progetto della centrale tecnologica dell’ospedale, un progetto unico in Italia nella sanità pubblica e che consente alla città di compiere un importante passo in avanti verso una migliore gestione dell’energia finalizzata al risparmio energetico, economico e alla tutela ambientale. Nel proprio intervento di saluto ai partecipanti, il presidente della Provincia, Pietro Fontanini, ha ricordato che “Le politiche energetiche rappresentano la base sulla quale impostare lo sviluppo futuro della no-

stra società. Applicate trasversalmente a tutti i settori consentono, infatti, di dare risposte all’intera collettività. Basta rendersi conto delle economie e della riduzione di emissioni inquinanti garantite dalla futura centrale di teleriscaldamento presentata oggi per capire che il domani si costruisce da qui. Un esempio virtuoso da replicare e non solo nelle strutture sanitarie. La Provincia di Udine - ha dichiarato Fontanini - sta facendo e farà la sua parte per quanto le competenze (e le risorse) consentono. Tra i fattori che fanno ben sperare, il crescente interesse e la disponibilità ad investire proprio su progetti correlati all’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili. Due milioni di euro di incentivi “sperimentali” erogati dalla Provincia di Udine tra il 2009 e il 2010 hanno generato un movimento economico pari a oltre 17 milioni di euro. È un buon inizio”. Anche dalle parole del sindaco di Udine, Furio Honsell, emerge che la centrale tecnologica dell’ospedale “è un progetto fondamentale per migliorare l’efficienza energetica della città. Proprio per questo -


ha sottolineato Honsell - mi sono impegnato per farlo decollare, prima come rettore, collaborando all’iter progettuale, poi come sindaco. Ora speriamo che possa vedere la luce al più presto anche sul piano tecnico”. L’importante progetto di Udine nasce da un’idea dell’università; è stato possibile attuarlo grazie all’accordo di programma stipulato nel 2006 tra il Comune di Udine, l’azienda ospedaliera e l’università stessa, dove sono stati definiti gli obiettivi di interesse collettivo come il risparmio energetico, la promozione della salute, la diminuzione dei costi dei servizi dell’energia termica ed elettrica per le utenze pubbliche e private e la riduzione dell’impatto ambientale. A questo proposito, Cristiana Compagno, rettore dell’Università degli Studi di Udine, ha sottolineato che “in questo progetto è evidente il valore delle azioni di sistema, che assumono ancor più potenza innovativa grazie alla presenza dell’università, che è stata protagonista fondamentale sin dall’avvio di questo grande progetto scientifico e tecnologico”. Il convegno sul progetto per l’ospedale di Udine è stata un’occasione per allargare lo sguardo alle esigenze del sistema ospedaliero regionale: necessità di nuovi investimenti e criticità economiche nei costi di gestione. Il peso dell’energia sulla spesa sanitaria regionale, che può sembrare trascurabile sulla globalità della spesa, è rilevante come valore assoluto, cresce in modo significativo e incide notevolmente sull’ammontare delle spese variabili, quelle cioè sulle quali si può più direttamente intervenire. “Infatti - ha sottolineato il professor Gioacchino Nardin, ordinario di impianti industriali, delegato all’energia dell’Università degli Studi di Udine - per quanto riguarda la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia la spesa sanitaria è intorno ai 2,3 miliardi di euro e l’energia pesa per 25-30 milioni, in crescita, con un incremento medio annuo del 8,3%. Inoltre - ha proseguito Nardin - la sanità ha un peso importante sulla totalità dei consumi energetici: ad esempio ad Udine l’ospedale è responsabile del 3%o dell’energia complessiva utilizzata dalla città, compresa la mobilità”. Come ha fatto notare l’assessore regionale alla salute, integrazione sociosanitaria e politiche sociali, Vladimir Kosic “la sanità è un sistema energivoro e, come tale, può giocare un ruolo importante anche nella salvaguardia dell’ambiente. Quello che si sta realizzando ad Udine è un bell’esempio di ammodernamento del sistema, di controllo dei costi energetici e del contributo che anche la sanità può dare al miglioramento dell’ambiente”. In questo senso, quanto si sta realizzando per l’ospedale di Udine indica una modalità nuova di pensare all’energia in ambito sanitario e cioè non solo dal punto di vista di con-

tinuità del servizio, ma anche di efficienza energetica e di affidabilità. Il professor Nardin ha evidenziato altre opportunità presenti in Regione, dove l’intervento di riqualificazione energetica dell’ospedale potrebbe essere valutato in relazione alle esigenze del territorio, come ad esempio Pordenone, Gorizia, Tolmezzo e San Daniele. Come è noto il progetto prevede che, nell’ambito dell’appalto per la concessione di costruzione e gestione di una centrale tecnologica, di un impianto di cogenerazione e di un centro servizi e laboratori per il fabbisogno termico ed elettrico dell’azienda ospedaliero universitaria di Udine, sia realizzata anche un’importante rete di teleriscaldamento che fornirà calore a 39 grandi utenze, in modo da poter eliminare le caldaie di ben 17 istituti scolastici e 16 condomini, ottenendo una forte riduzione delle emissioni in atmosfera dei principali inquinanti (monossido di carbonio, ossido di azoto, polveri sottili e biossido di zolfo) e dunque un miglioramento dell’aria cittadina. Completa l’offerta un moderno Centro Servizi e Laboratori, dotato di un sistema di schermature multiple, sul quale verrà installato un impianto di pannelli fotovoltaici. L’investimento complessivo per la realizzazione di queste opere sarà di circa 97 milioni di euro. I lavori dureranno circa due anni e nei mesi scorsi è partita la realizzazione delle opere preliminari. Commentando il progetto, il direttore generale dell’azienda ospedaliera, Carlo Favaretti, ha ricordato che “il nuovo ospedale, per la presenza di impianti molto sofisticati, ha la necessità di un elevato approvvigionamento energetico. Pertanto l’attivazione della nuova centrale tecnologica è assolutamente necessaria per disporre di impianti di produzione di energia adeguati ai fabbisogni e rispettosi della tutela dell’ambiente. Inoltre una piastra laboratori unitaria metterà insieme strutture oggi disperse nei vari padiglioni dell’ospedale con la logica delle linee di produzione e non dell’organizzazione dei diversi servizi. È una risposta moderna, che consentirà un’economia di scala e un’utilizzazione razionale di tecnologie sanitarie di laboratorio al servizio non solo dell’ospedale di Udine, ma dell’area vasta udinese e, per alcune problematiche, del bacino di utenza regionale. Tale unità,

oltre a favorire l’aspetto assistenziale e la sicurezza dei pazienti e dei lavoratori, implementerà la didattica e la ricerca”. La centrale tecnologica, pur essendo progettata nel pieno rispetto dei parametri di gara, è dotata di una potenza termica superiore del 75% rispetto a quanto previsto dal bando. Ciò ha consentito di triplicare la potenza immessa nella rete di teleriscaldamento che è stata allungata da 3,6 a 13,1 km, raggiungendo un numero di utenze 8 volte superiore a quanto previsto inizialmente. Unico caso in Italia in cui la rete di teleriscaldamento è alimentata dalla centrale di un ospedale, i vantaggi per i cittadini saranno numerosi. A livello energetico e di tutela per l’ambiente il teleriscaldamento, infatti, consente di avere impianti di generazione centralizzati con migliore tecnologia di combustione e trattamento fumi, oltre che oggetto di manutenzione sistematica, con maggiore efficacia dei controlli rispetto a tanti piccoli impianti. Permette poi di eliminare gli impianti di generazione locale a fonti energetiche ad elevato impatto ambientale (gasolio, ecc.) e spesso caratterizzati da obsolescenza, scarsa efficienza ed emissioni specifiche maggiori, perché soggetti a prescrizioni meno restrittive. La rete di teleriscaldamento - che comporterà un sensibile risparmio sulle tariffe sia per le utenze pubbliche, che per quelle private - potrà essere successivamente ampliata ad altre zone della città sfruttando il 20% di potenzialità residua della centrale. Il progetto per Udine, intervento che si inscrive nell’ambito del patto dei sindaci per raggiungere e superare gli obiettivi comunitari 20-20-20 (avere entro il 2020 il 20% di fonti rinnovabili, 20% di risparmio energetico e 20% riduzione CO2) è certamente un esempio per la Regione e costituirà un tassello importante dell’impegno ambientale nazionale. Alessandro Colautti, presidente IV Commissione del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, ha affermato che “se un’operazione analoga fosse progettata e realizzata anche negli altri grandi ospedali della Regione (come ad esempio Pordenone) potrebbe portare ad un risparmio energetico di 20.000 tep (tonnellate equivalenti di petrolio) all’anno e una riduzione di emissione di CO2 di 50.000 tonnellate annue”.

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Innovazione ambientale ed energetica nei regolamenti edilizi, crescono i Comuni virtuosi Il punto di Legambiente e Cresme nel terzo Rapporto ONRE

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regolamenti edilizi comunali si stanno dimostrando un’ottima chiave per raccontare il cambiamento in corso in Italia nel modo di progettare e costruire. Sono infatti in crescita sia il numero di Comuni che ha messo mano ai propri strumenti di governo degli interventi edilizi per introdurre nuovi criteri e obiettivi energetico-ambientali, sia il campo dei temi di interesse, rendendo i regolamenti sempre utili per capire i processi in corso. L’Osservatorio ONRE, promosso da Cresme e Legambiente, era partito proprio dall’idea che questi strumenti comunali rappresentino oggi sempre più uno snodo fondamentale del processo edilizio, perché

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qui si incrociano le competenze in materia di urbanistica, edilizia ed energia di Stato, Regioni e Comuni. E che raccontare quanto succede nei diversi territori sia fondamentale per capire la dimensione e i limiti di questo processo. Ebbene, sono 705 i Comuni che, nell’analisi del terzo Rapporto ONRE, hanno modificato i propri regolamenti edilizi per introdurre obiettivi di sostenibilità e l’80% di questi lo ha fatto negli ultimi tre anni. La prima constatazione riguarda il fatto che questo processo accomuna grandi città e piccoli centri e che non stiamo parlando di un’area marginale del Paese, ma di Comuni in cui, com-

plessivamente, abitano quasi 19 milioni di persone. I 705 Comuni individuati (erano 557 nell’edizione 2009) rappresentano quasi il 9% del totale. La loro popolazione è pari, però, al 31% di quella nazionale e la rilevanza dei regolamenti analizzati cresce ulteriormente se si considera il numero degli edifici interessati. Sono infatti 300.000 le abitazioni della nuova edilizia residenziale realizzate dal 2000 ad oggi, con criteri obbligati o promossi dai provvedimenti esaminati. Tra i Comuni migliori, il rapporto di Legambiente e Cresme indica Collegno (TO), le amministrazioni dell’Empolese-Val d’Elsa e Salerno come quelli che - per il Nord, il Cen-


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tro e il Sud - hanno approvato un regolamento edilizio completo, che affronta i diversi aspetti legati alla sostenibilità. Nell’insieme sono dislocati in tutte le aree del Paese, con una maggiore concentrazione nelle regioni del centro-nord, in particolare Toscana, Emilia Romagna e Lombardia. Con il Rapporto 2010 si vuole comprendere in che modo i regolamenti in questi anni si sono occupati delle prestazioni energetiche degli edifici, se hanno proposto criteri per indirizzare i progetti, cosa prevedono in termini di esposizioni da privilegiare. Anche con riferimento alle rinnovabili, capire in che modo i regolamenti siano intervenuti rispetto al ruolo che il solare termico o fotovoltaico, le biomasse o la geotermia debbano svolgere nel soddisfare i fabbisogni termici e elettrici diventa un tema significativo. Ma non ci si deve fermare all’energia, perché i regolamenti oggi guardano alla sostenibilità promuovendo diversi interventi e, tra questi, un ruolo importante assume il tema del risparmio, recupero e riciclo dell’acqua. Sono molti i regolamenti che hanno fissato regole prescrittive per l’uso di sistemi di risparmio idrico, per una gestione separata delle acque meteoriche, grigie e nere, in modo da favorire il loro recupero per gli usi compatibili. Ma, oltre che dal territorio, occorre valutare anche la spinta all’innovazione che l’Unione Europea sta imprimendo da ormai dieci anni al settore delle costruzioni. Non vi è infatti dubbio che a partire dalla direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia si sia messo in moto un processo sempre più articolato e approfondito, nel quale si sono stratificati provvedimenti statali e regionali, provinciali e comunali. Ed oggi diventa ancora più importante ragionare sui nuovi obiettivi previsti dalla recente direttiva 31/2010, perché tracciano i contorni di un’accelerazione ancora più forte nella transizione verso uno scenario nel quale il peso dei consumi energetici legati al settore delle costruzioni si dovrà ridurre significativamente, grazie a un rapido miglioramento degli standard e ad una fortissima integrazione delle fonti rinnovabili. Le date sono precisamente individuate: dal 1° gennaio 2019 tutti i nuovi edifici pubblici costruiti in Paesi dell’Unione Europea, e dal 1° gennaio 2021 tutti quelli nuovi privati, dovranno essere “neutrali” da un punto di vista energetico, ossia garantire prestazioni di rendimento dell’involucro tali da non aver bisogno di apporti per il riscaldamento e il raffrescamento, oppure soddisfarli attraverso l’apporto di fonti rinnovabili. Il Rapporto 2010 si apre con un’analisi dei provvedimenti nazionali e regionali; le tabelle e le cartine presentate mostrano una realtà a macchia di leopardo nelle Regioni, in particolare rispetto all’esistenza di un riferimento normativo e nelle indicazioni che riguardano le prestazioni energetiche degli

edifici e lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Rilevano situazioni in cui sono evidenti le contraddizioni nelle indicazioni che riguardano, ad esempio, la certificazione energetica degli edifici e rispetto a chi può operare, su chi e come debba controllare. Urge dunque fare chiarezza rispetto ad un quadro così articolato e complesso; è infatti ancora diffuso un certo scetticismo ed ha gioco facile chi può sostenere di trovarsi di fronte a un film già visto con la legge n. 10/1991, i cui precisi obiettivi energetici sono rimasti sulla carta per la mancata approvazione dei decreti attuativi e per la mancanza di controlli da parte degli enti locali. Per questo occorre avere un quadro di riferimento nazionale coerente e chiarezza sui meccanismi di verifica che si vogliono adottare e migliorare progressivamente fino al 2020. È in questo ambito che andrebbe collocata la discussione sulle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica, dal 55%

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per gli interventi di risparmio energetico fino agli incentivi per l’efficienza energetica (i certificati bianchi), senza dimenticare il 36% per gli interventi di ristrutturazione edilizia. Se è condivisa l’idea di una revisione degli incentivi, occorre anche offrire certezze per il futuro, nonché verificare i risultati possibili in termini di riduzione di CO2 attraverso gli interventi previsti. In particolare sono due i campi su cui lavorare nei prossimi anni per offrire una prospettiva complessiva al settore delle costruzioni. Il primo interessa gli interventi - dalle tecnologie di risparmio energetico agli impianti da fonti rinnovabili, alle reti di teleriscaldamento, per citarne i più noti - dove è evidente l’esigenza di premiare le soluzioni più efficaci, arrivando a differenziare la premialità in funzione dei risultati raggiunti in termini di riduzione dei consumi energetici. Il secondo riguarda gli interventi di riqualificazione complessiva di alloggi e edifici, una prospettiva che occorre

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assolutamente spingere con incentivi efficaci e legare al tema della certificazione energetica attraverso un meccanismo che incentivi gli interventi che realizzano almeno uno scatto di classe di appartenenza (ad esempio passando dalla E alla C, dalla D alla B, o alla C e per chi raggiunge la A). Sarà importante guardare ai regolamenti edilizi comunali per capire come superare i problemi ancora aperti e la paura del cambiamento. Occorrerà però da parte degli enti locali e delle Regioni un’attenta comunicazione degli obiettivi che ci si propone, in modo da costruire un confronto trasparente con gli operatori ed avviare un continuo monitoraggio dei risultati per apporre correzioni e pubblicizzare i risultati prodotti in termini di comfort delle abitazioni.

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per la produzione di acqua calda sanitaria e fotovoltaico per quella di energia elettrica). Di questi sono 247 quelli in cui è stato introdotto nel R.E. l’obbligo di installazione di 1 kW di fotovoltaico per unità abitativa, mentre per 106 Comuni vige l’obbligo di 0,2 kW di fotovoltaico per unità. I Comuni con l’obbligo di installazione del solare termico sono 357. Gli obblighi per entrambe le tecnologie sono presenti in 449 Comuni italiani.

Efficienza energetica in edilizia: sono 293 le amministrazioni locali che prevedono la promozione o l’obbligo di allacciamento ad una rete di teleriscaldamento, l’uso di pompe di calore, o il collegamento a impianti di cogenerazione per il riscaldamento e la climatizzazione estiva delle case.

I PARAMETRI DEL RAPPORTO Isolamento termico: è tra i punti fondamentali da affrontare per il contenimento dei consumi energetici delle abitazioni ed è l’unico parametro affrontato in almeno un Comune per Regione. Sui 705 Comuni individuati, sono 506 quelli che prevedono obblighi e/o incentivi sull’isolamento termico degli edifici ma anche il ricorso a tetti verdi e a serramenti ad alta efficienza. Utilizzo fonti rinnovabili: sono 531 i Comuni con un regolamento edilizio che prevede l’obbligo, la promozione, o incentivi per l’uso di energie rinnovabili (solare termico

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Orientamento e schermatura degli edifici: sono 353 i Comuni che nei loro regolamenti affrontano il tema dell’orientamento e/o ombreggiatura delle superfici vetrate. In 8 vi è un esplicito divieto di costruire edifici o singole abitazioni con un unico affaccio verso nord. Materiali da costruzione locali e riciclabili: 326 i Comuni i cui regolamenti edilizi prendono in considerazione l’origine dei materiali e l’energia impiegata per la loro produzione. In 273 viene promosso l’uso di materiali di provenienza locale, naturali e riciclabili o con un lungo ciclo di vita.

Risparmio idrico e recupero acque meteoriche: sono 391 i Comuni che impongono il risparmio delle risorse idriche (attraverso riduttori di flusso e altre tecnologie) e il recupero delle acque meteoriche per gli usi compatibili. In altri 51 Comuni il requisito è, invece, volontario. Isolamento acustico: 150 Comuni hanno deciso di affrontare l’argomento de corretto isolamento acustico negli edifici. Di questi, 77 prevedono un limite preciso alle emissioni acustiche da rispettare, 43 prevedono incentivi qualora si raggiungano livelli di isolamento acustico particolarmente elevati. Permeabilità dei suoli ed effetto isola di calore: sono 171 i Comuni che trattano la permeabilità dei suoli nei loro regolamenti edilizi, punto fondamentale per impedire l’incremento delle temperature nella aree urbane noto come effetto “isola di calore” - e, di conseguenza, per evitare un sempre crescente bisogno di impianti di climatizzazione nei mesi estivi. In particolare, il Comune di Bolzano ha introdotto, dal 2004, un indice di certificazione della qualità dell’intervento edilizio rispetto alla permeabilità del suolo e del verde (il R.I.E. Riduzione dell’impatto edilizio). La certificazione è obbligatoria per tutti gli interventi edilizi, sia residenziali, sia produttivi. Il rapporto è disponibile sul sito www.legambiente.it



news news news news news Emerson espande la sua offerta nelle soluzioni di energy management per incrementare l’efficienza nella conversione delle biomasse in energia La nuova offerta consente di aumentare l’energia prodotta e ridurre le emissioni gassose Emerson Process Management, business di Emerson, ha esteso il suo portafoglio di tecnologia e servizi dedicati all’energy management con soluzioni dedicate alle aziende municipalizzate per convertire rifiuti e biomasse in energia rinnovabile, con maggiore efficienza ed affidabilità, riducendo al tempo stesso le emissioni di anidride carbonica. La tecnologia di automazione e controllo di Emerson è in grado di supportare i clienti a convertire le biomasse ed i rifiuti (qualunque sia la loro origine) in energia, rispettando gli elevati standard imposti dalle agenzie governative in materia di energia rinnovabile. Si tratta di un ambito sempre più importante. Negli Stati Uniti, ad esempio, si tratta di circa il 30% dell’energia nazionale e del 27% del totale delle emissioni di CO2. Steve Sonnenberg, presidente di Emerson Process Management, ha dichiarato: “Il settore della conversione di biomasse in energia è, nel campo del Power, quello con il maggiore tasso di crescita. I nostri clienti, per poter raggiungere i sempre più elevati obiettivi in materia di costo di produzione e di regolamenti ambientali, hanno necessità di ammodernare impianti molto datati per realizzare una produzione maggiormente pulita ed economicamente redditizia: si tratta di raggiungere un doppio obiettivo, ambientale ed economico”. Le nuove tecnologie di ottimizzazione della combustione di Emerson utilizzano algoritmi quali il Model Predictive Control (MPC) per determinare il potere calorifico delle biomasse e del combustibile da rifiuto. Grazie a questa ca-

pacità, la combustione può essere ottimizzata riducendo i costi di produzione e le emissioni al tempo stesso. Questa funzione consente di ottenere una maggiore compatibilità ambientale e maggiori profitti. Sonnenberg ha continuato: “Con questa tecnologia, molti dei nostri clienti sono in grado di incrementare la disponibilità del loro impianto fino al 95%”. Seattle Steam, un impianto di teleriscaldamento che fornisce calore sotto forma di vapore a 200 tra costruzioni ed ospedali a Downtown, il distretto commerciale di Seattle (USA), ha utilizzato la soluzione di automazione della combustione di Emerson quando ha deciso di utilizzare un processo a basso costo per ottenere energia dai rifiuti urbani. Stan Gent, presidente e chief executive officier di Seattle Steam ha dichiarato: “Da quando abbiamo introdotto le biomasse al posto del gas naturale abbiamo ridotto le nostre emissioni di CO2 del 60%. Ora vogliamo aggiornare il sistema di controllo di tutte le nostre produzioni in modo da realizzare una ancora maggiore efficienza.” Le soluzioni dedicate all’energia di Emerson includono le tecnologie di ottimizzazione per biomasse e combustibile da rifiuto, che consentono di ottimizzare i processi in tempo reale sulla base dei cambiamenti in qualità e disponibilità delle fonti energetiche alternative, delle variazioni dei costi del combustibile tradizionale e di quello alternativo, delle emissioni e dei vincoli di processo. Emerson è in grado di provvedere un monitoraggio ed un controllo della produzione energetica che identifica le opportunità di incremento di efficienza e permette di gestire l’impianto sulla base di indicazioni in tempo reale. Emerson permette inoltre di realizzare ulteriori vantaggi grazie alla tecnologia di misura wireless, che viene a far parte del suo programma di management degli impianti Power consentendo di ridurre i costi di installazione delle apparecchiature di campo dedicate al monitoraggio e permette di incrementare il numero dei punti di misura. Il costo di installazione si aggira infatti attorno ad un terzo del costo del tradizionale cablato. Le biomasse oggi forniscono oltre il 3% del totale dell’energia consumata negli Stati Uniti e gli studi governativi¹ prevedono un incremento delle biomasse fino al 15% del totale entro il 2030.

¹ “Biomass as Feedstock for a Bioenergy and Bioproducts Industry: The Technical Feasibility of a Billion-Ton Annual Supply” (U.S. Department of Energy Oak Ridge National Laboratory’s Environmental Science Division, the U.S. Department of Agriculture (USDA) Forest Service, and USDA Agricultural Research Service)

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news news news news news MULTICAL 402, il nuovo contatore di energia termica compatto per utenze residenziali e commerciali Kamstrup, leader mondiale nella produzione di contatori di energia termica ad ultrasuoni e nei sistemi di misura dei consumi, presenta MULTICAL 402, erede di MULTICAL 401, un contatore di energia termica che per lungo tempo è stato il più popolare nel mercato delle applicazioni domestiche e commerciali. 3-in-uno MULTICAL 402 è un contatore “3-in-uno”, utilizzato per la misura dell’energia di riscaldamento, di raffreddamento e di riscaldamento e raffreddamento combinato in tutti gli impianti con acqua quale fluido vettore. È un contatore di energia compatto, con il misuratore di portata integrato nella gamma da qp 0,6 m3/h a qp 15 m3/h e progettato per una massima funzionalità ed utilizzazione. Il display visualizza chiaramente la potenza, l’energia totalizzata attuale e quella totalizzata alla data di fine stagione. Due uscite impulsive di energia e volume consentono una facile integrazione con diversi sistemi di building management. Batteria a lunga durata MULTICAL 402 è facile da installare ed esente da usure. Il misuratore di portata è di tipo ad ultrasuoni senza parti in movimento e, grazie alla nuova tecnologia, l’alimentazione a batteria garantisce un esercizio continuo per 16 anni. Il basso prezzo, associato all’estrema precisione ed alla lunga vita dell’apparecchiatura, rende MULTICAL 402 un buon investimento. Lettura wireless dei dati Il nuovo contatore di energia comprende pure estese funzioni per la lettura dei dati. Oltre al sistema M-Bus via cavo può venir letto via M-Bus wireless, una comunicazione radio one-way con protocollo aperto. Per questo scopo Kamstrup fornisce il lettore M-Bus Wireless, un’unità di lettura portatile che raccoglie automaticamente i dati del contatore quando si trova in prossimità del MULTICAL 402. MULTICAL 402 può essere letto in modalità wireless da altre unità portatili, quali lettore USB e MULTITERM Pro. Oltre a ciò, può essere facilmente integrato in sistemi di lettura radio avanzati nei quali i dati sono automaticamente trasferiti al sistema centrale di gestione dell’amministratore della rete.

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Basso impatto ambientale MULTICAL 402 è il primo prodotto Kamstrup provvisto di Carbon Footprint, che esprime l’emissione totale causata da un prodotto nel corso di tutta la sua vita. L’impatto ambientale del contatore, dalla produzione alla fine del suo utilizzo, è stato analizzato unitamente al basso consumo energetico. Per informazioni: A. FELICINOVICH S.r.l. – Distributore Esclusivo per l’Italia Via Ugo La Malfa 16 20066 Melzo (MI) tel 02 95736081 - fax 02 9551817 felicinovich@tiscali.it oppure visitare il sito: www.kamstrup.com

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AIRU, che cos’è. L’Associazione, senza scopi di lucro, ha le finalità di promuovere e divulgare l’applicazione e l’innovazione dell’impiantistica energetica Territoriale, nel settore dei sistemi di riscaldamento urbano e derivati. Le suddette finalità sono parte di un impegno complessivo per fornire il massimo contributo del settore alla qualità ambientale ed energetica del sistema Italia e dei suoi centri urbani. In particolare l’Associazione è impegnata, attraverso accordi nazionali, regionali e locali con le istituzioni e gli operatori interessati, a fornire il massimo contributo agli impegni italiani sottoscritti nei trattati internazionali relativi ai settori di interesse, tra cui il Protocollo di Kyoto per la riduzione dei gas serra. L’AIRU, nata per la cogenerazione ed il teleriscaldamento (con particolare attenzione a quello alimentato da fonti rinnovabili ed assimilate), estende ora il proprio interesse ad altri settori, quali il teleraffrescamento, ed in generale a tutti i vettori energetici, secondo un disegno interdisciplinare.

AIRU, che cosa fa. Stabilisce rapporti di collaborazione fra gli operatori dell’impiantistica energetica territoriale italiani e si tiene in collegamento con le analoghe associazioni estere. Promuove ed organizza studi e ricerche ponendo a confronto le diverse esperienze, in collaborazione con organismi di interessi convergenti. Fa conoscere i risultati scientifici e tecnici conseguiti in Italia e all’estero nel campo dell’impiantistica energetica territoriale per il riscaldamento urbano. Istituisce la formazione di commissioni ad hoc operanti in segmenti operativi di proprio interesse, per l’approfondimento di problemi specifici nonché l’organizzazione e la promozione di iniziative proprie di quel segmento operativo.

AIRU, chi sono i soci. I soci di AIRU sono gestori di sistemi di teleriscaldamento, industriali che hanno fatto investimenti specifici nelle tecnologie proprie dei sistemi di Riscaldamento Urbano, associazioni, università, Comuni, persone fisiche. L’AIRU è associata ad Euroheat & Power.

AIRU, chi si può iscrivere. Possono essere soci collettivi gli enti, le associazioni, le società, gli istituti universitari, le imprese, ecc. sia italiane che estere, che abbiano interesse a perseguire gli obiettivi statutari dell’Associazione. Possono essere soci individuali coloro che, in Italia o all’estero, si interessino di impiantistica energetica territoriale e abbiano superato i 18 anni di età, di cittadinanza sia italiana che straniera.

Nota per i lettori Al fine di instaurare un rapporto di sempre maggiore e concreta collaborazione, Vi invitiamo cortesemente a compilare, in stampatello, il seguente questionario e di inviarlo via fax (02 45412120) alla Segreteria AIRU: Cognome e Nome .................................................................................................. Qualifica ................................................................................ Società (Ragione Sociale)....................................................................................................................................................................................... Indirizzo ................................................................................... CAP...................... CITTÀ ..................................................................................... Tel. .................................... Fax ............................... E-mail .................................................... Internet ................................................................ Desidero ricevere informazioni per l’abbonamento al trimestrale “IL RISCALDAMENTO URBANO” Desidero ricevere informazioni per l’eventuale pubblicazione nei prossimi numeri di articoli originali o comunicati stampa Desidero rivecere informazioni per eventuali inserimenti pubblicitari Desidero rivecere informazioni per l’iscrizione come Associato AIRU Suggerimenti: ............................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................... I dati forniti verranno trattati in modo lecito, secondo correttezza e in conformità alla Legge 675/96 sulla tutela della privacy; saranno inoltre registrati, organizzati e conservati in archivi e utilizzati per l’invio di proposte commerciali e promozionali e potranno essere rettificati o cancellati su richiesta degli interessati.



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Il teleraf freddamento è al momento la via migliore per ridurre le emissione di CO2 e combattere il riscaldamento globale

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