Riscaldamento urbano n 43 44 maggio giugno 2011

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EDITORIALE Maggio/Giugno 2011

Luigi Franco Bottio Segretario generale AIRU

Direttore Responsabile Alfredo Ghiroldi Comitato Tecnico Claudio Artioli Mauro Cozzini Aldo Fiamberti Ettore Filippini Alberto Ghidorzi Stefano Piva Coordinamento editoriale Ilaria Bottio (coordinamento) Nunzia Fontana (segreteria) Sede Legale Piazza Trento, 13 20135 Milano Direzione, Redazione, Amministrazione Piazza Trento, 13 – 20135 Milano Tel. 02 45412118-19 Fax 02 45412120 e-mail: segreteria.generale@airu.it segreteria.tecnica@airu.it sito web: www.airu.it Gestione Editoriale Artenergy Publishing Via Antonio Gramsci, 57 20032 Cormano (Milano) Tel. 02 66306866 - Fax 02 66305510 Progetto Grafico Nadia Mirialdo Stampa Fabiano Group srl Reg. San Giovanni, 40 – 14053 Canelli (AT) Tel. 0141 827801 Fax 0141 827830

Autorizzazione del tribunale di Milano n. 521 del 23/6/89 Copyright il riscaldamento urbano

N

on c’è dubbio. L’innovazione normativa degli ultimi mesi che maggiormente interessa anche al teleriscaldamento è la pubblicazione sulla G.U. del 12 ottobre u.s. del DPR 7 settembre 2010 n. 168 che regolamenta il “famoso” art. 23 bis della legge 133(08. Se n’è parlato poco sulla stampa ma è facile prevedere che avrà riflessi importanti sull’attuale quadro giuridico di riferimento, e non solo nel nostro settore. Alludiamo, in particolare, all’art. 2 tutto imperniato sul concetto che il servizio pubblico va affidato tramite le procedure dei “diritti di esclusiva” nei soli casi in cui “in base ad una analisi di mercato, la libera iniziativa economica privata non risultati idonea …”. Ad una attenta lettura il testo si presenta particolarmente calzante al riscaldamento urbano caratterizzato, a differenza degli altri principali sistemi energetici, da una specifica tipicità locale e da una intrinseca capacità di utilizzare sinergicamente e con forte ordinamento le diverse risorse presenti nel territorio. Non – quindi - abito “pret-a-porter” valido per tutto il Paese ma soluzione “ad personam” nelle mille diverse situazioni di cui è costellata l’Italia. [I“Sistemi Energetici Integrati”, appunto] L’AIRU si è subito attivata e già il 18 novembre 2010 ha organizzato un incontro fra i Soci nel quale il prof. Giuseppe Caia, dell’Università di Bologna, ha svolto un’ampia panoramica sul nuovo provvedimento rilevando: forti stimoli innovativi che potrebbe apportare anche al nostro lavoro. Non è certo questa la sede per entrare nel merito. Ci militiamo solo a segnalare che abbiamo successivamente approfondito – anche con lo stesso giurista – ed abbiamo già discusso in Giunta e presentato preliminarmente in Consiglio un piano di azioni e di eventi, fra di loro concatenanti, con l’obiettivo di fornire agli operatori (e, ancora prima, agli amministratori) strumenti conoscitivi ed indicativa propositive utili per sfruttare al meglio (e con approccio strategico) le notevoli opportunità offerte dei nuovi indirizzi legislativi. Il prossimo numero de “Il Riscaldamento Urbano” sarà probabilmente imperniato su questo tema. Avremo così modo di aprire un primo fondamentale dialogo con impiantisti, progettisti, gestori e – ci auguriamo – con il mondo delle energie rinnovabili. Si tratta di una nuova sfida, e non da poco. Abbiamo comunque – sicuramente – le forse, le basi scientifiche e professionali, le esperienze idonee per affrontare anche questa complessa materia apportando – fra l’altro – significativi contributi alla maturazione collettiva della “cultura dell’energia e dell’ambiente”.

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DIFFUSIONE La Direzione non è responsabile dei testi redazionali, delle opinioni espresse dagli Autori, né dei messaggi pubblicitari pubblicati in conformità alle richieste dell’inserzionista e declina, pertanto, ogni responsabilità per eventuali omissioni ed errori contenuti in questa edizione. Tutela della privacy: la rivista viene inviata in abbonamento. È fatto salvo il diritto dell’interessato di chiedere gratuitamente la cancellazione o la rettifica dei dati ai sensi della legge 675/96.

• Aziende fornitrici di tecnologie del teleriscaldamento • Aziende che progettano, realizzano e gestiscono il teleriscaldamento • Professionisti e Società di ingegneria • Multiutility, Enti Locali • Enti, Università, Istituzioni e Organismi nazionali e comunitari COPIA OMAGGIO



Organismi Airu PRESIDENTE Fausto FERRARESI Gruppo Hera SpA VICE PRESIDENTI Andrea PASQUALI – Federutility Andrea PONTA – Iride Energia SpA Lorenzo ZANIBONI – A2A SpA CONSIGLIO Alfredo AMMAN – AMGA SpA Legnano Giorgio ANELLI – LOGSTOR Italia Srl Milano Fiorenzo BASSI – AEM Gestioni Srl Cremona Renzo CAPRA – Socio individuale Brescia Davide CATTANEO – ALFA LAVAL SpA Monza Davide DE BATTISTI – AIMAG SpA Mirandola Pier Giorgio FRAND GENISOT – Siemens SpA Milano Paolo GALLIANO – EGEA SpA Alba Alberto GHIDORZI – Socio individuale Mantova Carlo PASINI – ENIA SpA Parma Enrico RAFFAGNATO – TEA SpA Mantova GIUNTA Fausto FERRARESI - Gruppo Hera SpA Giorgio ANELLI - LOGOSTOR Italia Srl Milano Paolo GALLIANO - EGEA SpA Alba Andrea PONTA - Iride Energia SpA Andrea PASQUALI - Federutility Enrico RAFFAGNATO - TEA SpA Mantova Lorenzo ZANIBONI - A2A SpA REVISORI DEI CONTI Luigi ANDREOLI - Socio individuale Mauro COZZINI - Socio individuale Matteo LICITRA - Socio individuale Stefano CONSONNI - Socio individuale Stefano PIVA - Socio individuale PROBIVIRI Lorenzo CASSITTO - Politecnico di Milano Fabio CIVIERI - Socio individuale Nereo GALLO - Socio individuale Tranquillo MAGNELLI - Socio individuale Angelo MOLTENI - Klinger SpA SEGRETARIO GENERALE Luigi Franco BOTTIO SEGRETARIO TECNICO Ilaria BOTTIO

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Il dimensionamento idraulico delle reti di teleriscaldamento MARCELLO BONDESAN Ingegnere

Svolta energetica per la 12 città di Busto Arsizio AGESP Energia S.r.l. inaugura la centrale di cogenerazione della rete di teleriscaldamento della linea 1 16 Aspetti energetici nella

pianificazione urbana milanese PAOLA ROTTOLA Architetto

16 Va in scena in autunno la nuova energia ZeroEmission Rome e EnerSolar+

22 I Sistemi Energetici

Integrati ed il Solare termico FRANCO BUSCAROLI

SEGRETERIA Nunzia FONTANA PAST PRESIDENTS Cesare TREBESCHI Evandro SACCHI Luciano SILVERI Paolo degli ESPINOSA Giovanni DEL TIN Francesco GULLÌ COMITATI Comitato di studio “Tariffe di vendita dei vettori energetici. Marketing e Sviluppo commerciale” Presidente: Terenzio POETA - A2A SpA Comitato di studio “Sottostazioni d’utenza e misura del calore. Linee guida e qualità” Presidente: Sonia BERTOCCI – AES Torino SpA Comitato di studio “Risorse territoriali” Presidente: Franco BUSCAROLI - Gruppo HERA SpA Comitato di studio “Distribuzione del vettore termico” Presidente: Nicola DI GREGORIO POWER SOLUTIONS Srl

24 Redditività delle reti,

chiave per il successo del teleriscaldamento Potenzialità di un sistema di segnalazione umidità moderno FRITZ KAMKALOW, HEIKO KÜHN - Brandes GmbH

28 Teleriscaldamento da solare termico: esempi applicativi e fattibilità economica 30 Nuovo piano casa:

bene la direzione per FINCO, ma rimangono forti dubbi su importanti aspetti del DL


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IL RISCALDAMENTO URBANO

Il dimensionamento idraulico delle reti di teleriscaldamento MARCELLO BONDESAN Ingegnere

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l teleriscaldamento è un sistema di riscaldamento per distretti urbani che, attraverso una rete di condutture, trasporta il calore, generato da una sola grande centrale di produzione, alle singole strutture abitative. Il trasporto del calore avviene attraverso un fluido termovettore (acqua calda, surriscaldata, vapore o liquidi diatermici) che viene distribuito attraverso una rete di condotte verso le utenze finali collegate. Nei pressi dei singoli edifici la rete di tubazioni principale (primaria) incontra quella degli impianti delle singole utenze (secondaria). Qui avviene lo scambio di calore attraverso le sottocentrali installate presso i diversi edifici. Il calore viene trasferito nell’acqua delle tubazioni secondarie e può essere utilizzato per riscaldare gli ambienti o per produrre acqua calda sanitaria. Infine il fluido termovettore, che ha ormai ceduto il suo calore, torna verso la centrale di produzione per essere nuovamente riscaldato e ridistribuito. Nell’ambito dello sviluppo di un sistema di teleriscaldamento è essenziale una corretta pianificazione in quanto è necessario: determinare il perimetro dell’iniziativa valutare i consumi delle varie utenze, durante l’evoluzione del comparto urbano e a regime determinare la soluzione tecnica ottimale ad un problema che, per sua natura, presenta una molteplicità di soluzioni possibili e tecnicamente equivalenti determinare la convenienza economica a sviluppare l’iniziativa In questo contesto, l’opportunità di realizzare un’iniziativa di teleriscaldamento porta a dover considerare una serie di vincoli: per poter dare luogo ad una infrastruttura che garantisca i necessari ritorni economici per il realizzatore e nel contempo fornisca elementi ambientali apprezzabili, la valutazione se dotare o meno una nuova urbanizzazione di un sistema di questo genere deve essere frutto di una valutazione che deve trovare spazio già in fase di redazione degli elementi fondamentali di pianificazione urbanistica (Piano Operativo Comunale – Piano Strutturale Comunale).

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CARATTERIZZAZIONE DELLE UTENZE E PERIMETRAZIONE DELL’INIZIATIVA La perimetrazione delle utenze e la caratterizzazione delle utenze rappresenta il primo passo per definire il fabbisogno energetico della rete, sia in termini di potenza di punta che in termini di consumo annuo. Per quanto riguarda le nuove urbanizzazioni, dovrà essere tenuta in considerazione la prestazione energetica degli edifici che ci si propone di allacciare, ovvero il fabbisogno energetico (espresso in kWh/mq*anno) necessario per mantenere l’edificio alla temperatura di progetto (20°C) durante il periodo di utilizzo degli impianti di riscaldamento ambienti.A questo andrà poi aggiunto il fabbisogno di calore per la produzione dell’acqua calda ad uso sanitario, necessario per tutta la durata dell’anno. Per quanto riguarda la conversione al teleriscaldamento di edifici già esistenti, è spesso più agevole accedere ai dati consuntivi di consumo dei combustibili precedentemente utilizzati (gasolio, metano, etc...).

CRITERI DI DIMENSIONAMENTO E DI SCELTA La potenza installata complessiva deve essere uguale al fabbisogno dell’utenza alla punta del carico, aumentata di una riserva. È opportuno suddividere la potenza complessiva su più taglie di potenza inferiore alla massima richiesta; in questo modo, per tutto il periodo di funzionamento, le caldaie lavoreranno ai massimi valori di potenza, dove i rendimenti sono i più alti. La centrale definitiva può essere, in alcuni casi, anticipata da una centrale provvisoria destinata ad alimentare la prima frazione di urbanizzazione durante la sua costruzione. L’adozione di un impianto di questo tipo è di solito transitorio: può essere collocato più vicino alle utenze e potrà garantire future funzioni di integrazione e soccorso. In particolare:

si adotta nei primi anni di esercizio della rete, quando essa è in fase di sviluppo e si stanno acquisendo clienti, posticipando gli investi più rilevanti, spesso collegati alla costruzione di un complesso impianto cogenerativo;


IL RISCALDAMENTO URBANO

una volta che il sistema più conveniente della produzione combinata (cogenerazione) è a regime, l’impianto più semplice e periferico integra la produzione di energia termica e copre le punte invernali e le code a fine stagione termica (quando la richiesta di calore è al di sotto dei carichi di base coperti dai grossi gruppi il cui avviamento porterebbe a condizioni di esercizio non economiche).

RETE PRIMARIA E RETE SECONDARIA La rete primaria di tubazioni è quella che parte dalla centrale di produzione calore e si distribuisce lungo tutto la superficie urbana servita, arrivando fino alla base degli edifici, dove è collocata la sottocentrale di scambio calore. La rete secondaria è quella che parte dalla sottocentrale di scambio e che distribuisce il calore agli impianti di riscaldamento dei singoli utenti. In teoria la centrale dovrebbe essere posizionata nel baricentro delle grandi utenze, cioè nel punto dove è minima la distanza della centrale dalle grandi utenze. La centrale dovrebbe alimentare le sottocentrali in base a carichi decrescenti: alimentare dapprima le grosse utenze e poi, man mano che ci si allontana dalla centrale, le utenze minori. A livello di architettura le reti di teleriscaldamento sono riconducibili a tre tipi: Rete ramificata: presenta il vantaggio della grande semplicità (raggiunge i singoli utenti con il minor percorso, dunque con i costi minimi), ma presenta lo svantaggio di perdite di carico più elevate e quindi maggiori diametri delle condotte; in particolare devono essere previste da subito le tubazioni principali con il diametro massimo e ciò porta a maggiori costi iniziali. Vi è anche una minore affidabilità e minori garanzie di continuità del servizio rispetto alle altre soluzioni, in quanto non vi sono possibilità di alimentazione alternativa alle utenze. Rete ad anello: rispetto alla rete ramificata dà la possibilità di alimentare le maggiori utenze da due linee indipendenti. In particolare, questo requisito è essenziale soprattutto in presenza di grosse utenze sensibili quali ospedali, stazioni ferroviarie, aeroporti. Dà inoltre la possibilità di estendere il servizio ad utenze future non previste inizialmente e di poter meglio gestire eventuali interruzioni. Per contro, presenta maggiori costi. Rete a maglia: rispetto alla rete ramificata dà la possibilità di alimentare tutte le utenze da più linee indipendenti e con-

ferendo una affidabilità elevatissima. Consente grande versatilità in relazione alla estensione del servizio a utenze future e dà ottime possibilità di gestione delle interruzioni di servizio ma presenta costi molto elevati. I REGIMI TERMICI Il fluido termovettore scorre attraverso le condutture della rete di teleriscaldamento e distribuisce il calore agli edifici; vi sono diversi tipi di fluidi termovettori: acqua calda (80-90°C), acqua surriscaldata (120°C), vapore e liquidi diatermici. Ogni scelta porta con sé dei vantaggi e degli svantaggi: Il regime termico a 120°C consente la trasmissione di potenze più elevate a parità di energia consumata per i pompaggi, consente il funzionamento di gruppi assorbitori con rese più elevate, ma per contro è più aggressiva per la rete. Il regime termico a 90°C è meno aggressivo per la rete (richiede meno oneri di manutenzione, e presenta minori perdite termiche di rete).

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SOTTOCENTRALI DI SCAMBIO Usualmente la trasmissione del calore avviene nella sottocentrale di scambio, ove uno scambiatore di calore, sostituendo la caldaia presso le utenze finali, raccoglie il calore trasportato dal fluido termovettore e lo distribuisce nell’impianto interno di riscaldamento degli ambienti. Generalmente si prevede una sottocentrale per edificio, ma può essere ammessa anche una sottocentrale a servizio di più involucri edilizi, spesso quanto si tratta di costruzioni di dimensioni modeste (villette a schiera, etc.). Gli scambiatori utilizzati per i moduli termici sono per lo più del tipo a piastre a flusso incrociato. Altri componenti delle sottocentrali di scambio sono gli attuatori, che ne consentono la regolazione, il sistema di telecontrollo (che ne consente il pilotaggio da remoto) e i contabilizzatori del calore, che consentono la gestione della transazione commerciale nei confronti dell’utente.

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LE TECNOLOGIE PER LA PRODUZIONE DEL CALORE Le più comuni tecnologie per la produzione di calore sono: Caldaie Motori endotermici alternativi Microturbine / turbogas Cicli combinati

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PRODUZIONE COMBINATA 50

ENERGIA PRIMARIA 100

IMPIANTO COMBINATO

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ENERGIA TERMICA PERDITE

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Esistono varie classificazioni delle caldaie, in base a differenti parametri: in base al materiale: ghisa, acciaio, acciaio speciale (per i tipi a condensazione e a bassa temperatura) in base alla pressione di funzionamento lato camera di combustione: a pressione atmosferica o pressurizzate in base al combustibile impiegato: solido, liquido, gassoso, policombustibili Generalmente per piccola e media potenzialità (<500kW) vengono utilizzate caldaie in ghisa, assemblabili presso il cliente perché costituite da moduli. Per medie e grandi impianti vengono invece utilizzate caldaie in acciaio, più adatte a resistere a pressioni e temperature elevate, necessarie per erogare grandi potenze. Nelle caldaie a bassa pressione la combustione avviene ad una pressione leggermente inferiore a quella atmosferica. L’evacuazione dei prodotti di combustione avviene per tiraggio naturale attraverso il camino al quale è collegata la caldaia. Conseguentemente la velocità dei fumi non può essere elevata e pertanto lo

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IMPIANTO CONVENZIONALE

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ENERGIA PRIMARIA 139 59

IMPIANTO CONVENZIONALE

scambio termico con il fluido termovettore (ad esempio l’acqua) sarà limitato e, quindi, saranno limitati i valori di carico termico specifico ottenibili in queste caldaie (tipicamente dai 12 ai 15 kW/m2). Nelle caldaie a alta pressione (dette anche pressurizzate) il bruciatore è dotato di un ventilatore che forza l’aria in camera di combustione (opportunamente miscelata con il combustibile) creando al suo interno una sovrapressione, rispetto a quella atmosferica, variabile da 200 a 1500 Pa. In tal modo la velocità dei fumi che ne risulta è molto più alta di quella che si ottiene nelle caldaie a bassa pressione; dunque lo scambio termico è molto più alto e i carichi termici specifici che si riesce ad ottenere sono più alti (30-50 kW/m2). Dato che la capacità di evacuazione non dipende più dalle condizioni esterne (temperatura ambiente), in queste macchine lo sviluppo della combustione risulta più stabile nel tempo con minori problemi di regolazione. Una caldaia pressurizzata risulta più rumorosa a causa del rumore prodotto dal ventilatore. Per tale motivo è opportuno installare sistemi insonorizzanti sui bruciatori, silenziatori sui camini, ecc…

ENERGIA ELETTRICA

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La produzione di calore mediante caldaie è il sistema più tradizionale, ma utilizzando una produzione solo incentrata sulle caldaie spesso non si ottiene l’assetto produttivo più redditizio per il sistema pur essendo indubbiamente però il metodo più semplice ed affidabile. In ogni caso è indispensabile che, qualunque sia l’assetto produttivo, vi sia comunque una potenza di caldaie installata sufficiente per coprire l’intero fabbisogno. PRODUZIONE DEL CALORE A MEZZO CALDAIA È l’apparecchiatura più semplice per convertire l’energia chimica del combustibile in energia termica. La camera di combustione è la zona della caldaia dove la fiamma generata dal bruciatore si sviluppa e progredisce cedendo calore al fluido termovettore per mezzo di due dei tre meccanismi fondamentali di trasporto del calore: l’irraggiamento (nella prima zona, dove sono presenti zone ad elevatissima temperatura) la convezione (ad opera dei fumi caldi)

PRODUZIONE SEPARATA

PERDITE ENERGIA TERMICA PERDITE


IL RISCALDAMENTO URBANO

LA PRODUZIONE COMBINATA DI ENERGIA ELETTRICA E CALORE: COGENERAZIONE Come detto precedentemente, l’assetto produttivo costituito da sole caldaie (pur garantendo grande affidabilità) non è certamente il più economico. Riprendendo la definizione della delibera AEEG 42/02, la cogenerazione è un sistema integrato che converte l’energia primaria di una qualsivoglia fonte d’energia in una produzione congiunta di energia elettrica e di energia termica (calore), entrambe considerate effetti utili, conseguendo, in generale, un risparmio di energia primaria ed un beneficio ambientale rispetto alla produzione separata delle stesse quantità di energia elettrica e termica. L’energia elettrica che normalmente si utilizza è fornita da impianti del parco italiano. Per produrre questa energia elettrica (effetto utile) si usano macchine che producono elettricità dissipando, come calore inutilizzabile (effetto non utile), circa il 59% dell’energia primaria introdotta. In un impianto di cogenerazione si produce energia elettrica (effetto utile) e calore che si riutilizza (effetto utile), ad esempio per scaldare dell’acqua o produrre del vapore. Parte dell’energia primaria è comunque persa in quanto l’impianto di cogenerazione ha un rendimento di trasformazione da energia primaria a energia elettrica e termica (effetti utili) intorno all’80%. Pertanto, al fine di sfruttare al meglio un sistema di cogenerazione è necessario inserirlo in un contesto in cui si sia possibile utilizzare sia l’energia elettrica che l’energia termica prodotte ed è questo il vantaggio derivante dalla immissione in rete di teleriscaldamento. Normalmente si progetta il sistema in modo tale da limitare il più possibile le dissipazioni di energia termica. Eventuali eccedenze di energia elettrica possono facilmente essere reimmesse in rete pubblica. Pertanto il cogeneratore è una macchina che normalmente è dimensionata per coprire lo “zoccolo termico”. La taglia si determina in base al grafico dei consumi mensili e medi giornalieri dell’utenza a cui cedere calore. La convenienza generalmente si ha per un funzionamento annuo di almeno 3.500 h. Le macchine utilizzabili per produrre in assetto cogenerativo sono generalmente scelte in ragione della taglia: Piccola taglia (<200 KW elettrici): Motori endotermici alternativi, microturbine Media taglia (fino a 5 – 8 MW elettrici): Motori a combustione interna Grande taglia (oltre 10 MW elettrici): Turbogas, Turbine a vapore

I motori endotermici alternativi sono generalmente di derivazione automobilistica per le taglie più piccole, e di derivazione navale per le taglie maggiori, arrivando fino a potenze di 4 MW su singolo gruppo. I gruppi turbogas sono generalmente di derivazione aeronautica e coprono le potenze comprese tra 8 e 30 MW. Fanno eccezione le microturbine (max. 200 kW elettrici) che per le loro caratteristiche si prestano bene per le applicazioni di microcogenerazione nel settore commerciale (alberghi, piccoli ospedali, centri sportivi) o nella piccola industria. Gli impianti equipaggiati con turbina a vapore sono quelli che garantiscono i rendimenti più elevati, ma al tempo stesso presentano le maggiori criticità di collocazione: trattasi a tutti gli effetti di impianti industriali di grande complessità che sovente sono mal tollerati in contesti urbani. ANALISI ECONOMICA I dati caratteristici delle utenze con le previsioni di calore venduto, la lunghezza della rete di distribuzione e la potenzialità degli impianti consentono di calcolare il bilancio energetico (ed economico) di ogni soluzione ipotizzata in ragione di: Costi e ricavi di esercizio: Ricave derivanti dalla vendita del calore ai clienti Ricavi derivanti dalla vendite dell’energia elettrica prodotta (se vi è un assetto cogenerativo) costi di approvvigionamento del combustibile costi di conduzione reti e impianti costi di manutenzione ordinaria (ricambistica e materiali consumabili) e straordinaria (grandi revisioni) Investimenti: costo di realizzazione della rete e delle sottocentrali di scambio costo di costruzione degli impianti (caldaie e cogeneratori)

Tutti gli elementi tecnici visti finora, tradotti in costi di investimento e ricavi di vendita, sono riassumibili in indicatori economici che permettono di determinare la redditività dell’intervento. I principali sono: il valore attuale netto (VAN) il tempo di recupero attualizzato il tasso interno di rendimento (TIR) Il valore attuale (VA) è il valore ad oggi dei flussi di cassa (C) futuri generati dall’investimento; Il fattore di sconto (FS) è il valore attuale di una unità monetaria pagata nel futuro; Il tasso di sconto (r) è tasso di interesse usato per calcolare il valore attuale di un flusso di cassa futuro;

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Il costo del capitale è il tasso minimo di rendimento degli investimenti per ripagare sia le fonti di debito che remunerare il capitale degli azionisti

Per valutare un’attività che genera flussi di cassa ogni anno i valori attuali possono essere sommati:

Il valore attuale netto (VAN) è il valore attuale al netto dell’investimento iniziale

Differenti strategie aziendali possono fare privilegiare un investimento o un altro a seconda di quale indicatore si decide di considerare: se si privilegia l’uso dell’indice del valore attuale netto, l’iniziativa è fattibile se il valore attuale netto è positivo. Il tempo di ritorno (tr) rappresenta invece il numero di anni tali per cui la somma dei corrispondenti flussi di cassa attualizzati e l’investimento iniziale si eguagliano. Se si privilegia la strategia di valutare i tempi di ritorno, il progetto deve essere accettato se l’investimento iniziale è recuperabile entro un periodo di tempo prefissato (cut-off period). Non esiste nessun metodo razionale per selezionare il cut-off period ottimale e, con questo criterio, si tende a rifiutare progetti con lunghi tempi di ritorno, privilegiando progetti di breve durata anche se meno redditizi nel complesso. Il tasso interno di rendimento (TIR) è invece il tasso di sconto che azzera il valore attuale netto

il progetto ha un rendimento accettabile se il tasso interno di rendimento è maggiore del costo del capitale. DIMENSIONAMENTO IDRAULICO Per il dimensionamento di massima delle tubazioni occorre conoscere i seguenti elementi: Potenza termica richiesta dall’utenza Salto termico di progetto della rete di teleriscaldamento In base a questi parametri si individua il diametro della tubazione che è in grado di assicurare la potenza termica richiesta, in

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IL RISCALDAMENTO URBANO

Tabella 1 - Prestazioni delle classi di diametri commerciali mediante la formula di Darcy

relazione al salto termico della rete. Per evitare un esercizio di rete eccessivamente oneroso, le perdite di carico non dovranno superare il valore di 0,02 m.c.a. per metro di condotta. Generalmente le velocità ottimali per il dimensionamento delle condotte variano da 1 a 1,5 m/s. Con l’aumento del diametro la velocità influisce in misura minore sulle perdite di carico unitarie e quindi le velocità nelle condotte di diametro superiore al DN 150 potranno essere tollerate anche se presentano valori superiori a 1,5 m/s. Il sovradimensionamento delle condotte porta a basse velocità di esercizio (< 0,5 m/s) e quindi maggiori dispersioni termiche con calo di temperatura al punto di consegna e maggiori possibilità di corrosione dovute alla minore efficacia dei prodotti addizionati all’acqua. Il sottodimensionamento della rete rispetto alle potenze richieste, potrà richiedere un aumento della pressione del pompaggio, un conseguente aumento delle velocità con maggiore usura dei componenti della rete. Sulla base di quanto esposto le velocità del fluido saranno prossime ai seguenti valori di riferimento, variabili in base al diametro.

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Esempio Potenza termica richiesta (Q) = 500.000 kcal/h Salto termico della rete TLR (dt) = 20°C Si consulta la Tabella 1 per il dimensionamento di massima della tubazione scegliendo un DN 100, in quanto la tubazione riesce garantire la fornitura della potenza richiesta. Potenza termica richiesta (Q) = 500.000 kcal/h Salto termico della rete (dt) = 20°C Si calcola portata d’acqua (V) necessaria a soddisfare la fornitura richiesta:

Si inseriscono nella tabella di calcolo i seguenti valori: diametro esterno tubazione (De); spessore tubazione (s); portata calcolata relativa alla potenza richiesta (mc/h) DN

De s (mm) (mm)

100 114,3

Di (m)

Area (mq)

3,6 0,1071 0,00090

Portata Portata Velocità (mc/s) (mc/h) (m/s) 0,007

dato che la velocità dell’acqua è inferiore a 1 m/s la tubazione è verificata.

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0,77


Salone sull’Energia Geotermica III EDIZIONE Dal 28 al 30 Settembre 2011, presso Ferrara Fiere Congressi, si tiene il terzo evento sull’energia geotermica che prevede percorsi congressuali e formativi di alto livello. GeoThermExpo www.geothermexpo.com è il primo evento in Italia, interamente dedicata ai sistemi, alle tecnologie, alle attrezzature ed ai servizi per l'energia geotermica, con un focus sulla media e bassa energia. L'obbiettivo principale è l'identificazione del mercato allo stato attuale, dei punti di forza e debolezza, ma soprattutto dei possibili sviluppi futuri, sia diretti che indiretti, della risorsa. La risorsa geotermica può diventare infatti un elemento chiave in Italia, in un momento storico legato fortemente ai temi energetici. La recente pubblicazione del "Decreto Rinnovabili" promuove le rinnovabili termiche, di cui la geotermia è eccellenza, sia in termini di obbligatorietà che di incentivi ("conto energia"). I provvedimenti diverranno operativi di fatto a partire dal 2013, è tuttavia imminente la pubblicazione delle norme UNI-CTI e del tutto aperto il tema degli incentivi e della formazione. I partner del progetto GeoThermExpo sono la Regione Emilia-Romagna, l’Associazione Italiana Riscaldamento Urbano (AIRU), il Comitato Termotecnico Italiano (CTI), il Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG), il Consorzio Geo HP, l’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA), HERA S.p.A., l’Ordine dei Geologi dell'Emilia Romagna (OGER), l’Unione Geotermica Italiana (UGI). Il PROGRAMMA CONGRESSUALE ufficiale prevede, nella prima giornata, le sessioni dedicate a La risorsa geotermica in Italia - nuovi sviluppi della ricerca e prospettive ed alla Geotermia e Pompe di Calore. Il secondo giorno saranno trattati gli Incentivi sulle fonti rinnovabili termiche alla luce del Decreto 3 Marzo 2011 n. 28 e sarà organizzato il Seminario formativo sulla progettazione degli impianti geotermici e sulla valutazione delle prestazioni energetiche delle pompe di calore (PR UNI 11300 e Normativa pompe di calore geotermiche). Il terzo giorno sarà dedicato alla sessione dal titolo Geotermia e solare-termico best practice ed al 2° Forum delle Regioni sull’energia geotermica. Il programma completo è disponibile on-line al sito www.geothermexpo.com. In sessione parallela, GeoThermExpo 2011 ospiterà i progetti europei Solar District Heating in Europe (SHD) www.solar-district-heating.eu e Geo.Power www.geopower-i4c.eu con la organizzazione di workshop specialistici e la partecipazione dei partner internazionali.

Programma Congressuale Formativo 28 Settembre 9:30 - 13:00 La risorsa geotermica in Italia - nuovi sviluppi della ricerca e prospettive Paride Antolini, Ordine dei Geologi dell'Emilia Romagna e Consiglio Nazionale dei Geologi 14:30 - 18:00 Geotermia e Pompe di Calore Giancarlo Passaleva, Unione Geotermica Italiana

29 Settembre 9:30 - 13:00 Incentivi sulle fonti rinnovabili alla luce del Decreto 3 marzo 2011 n. 28 Gabriele Cesari, Consorzio Geo HP, Cecilia Fogli, GEO.POWER 14:30 - 18:00 Seminario formativo sulla progettazione degli impianti geotermici e sulla valutazione delle prestazioni energetiche delle pompe di calore (PR UNI 11300 e Normativa pompe di calore geotermiche) Massimo Ghisleni, Comitato Termotecnico Italiano

30 Settembre 9:30 - 13:00 Geotermia e solare-termico, best practise Franco Buscaroli, HERA S.p.A. 14:30 - 18:00 2° Forum delle Regioni sullʼenergia geotermica Luca Martelli, Regione Emilia-Romagna

Programma Congressuale Parallelo 29 Settembre 9:30 - 13:00 / 14:30 - 18:00 Workshops ʻSDH Solar District Heatingʼ www.solar-district-heating.eu/it/Home.aspx Franco Buscaroli, HERA S.p.A.

30 Settembre 9:30 - 13:00 Geotermia e Solare-Termico (vd. programma formativo) Franco Buscaroli, HERA S.p.A. 14:30 - 18:00 Workshops ʻSDH Solar District Heatingʼ - sessione di chiusura Franco Buscaroli, HERA S.p.A.

Per informazioni

www.geothermexpo.com, info@geothermexpo.com, 0532-900713, 0532-90.94.95.


MAGGIO - GIUGNO 2011

IL RISCALDAMENTO URBANO

Svolta energetica per la città di Busto Arsizio AGESP Energia S.r.l. inaugura la centrale di cogenerazione della rete di teleriscaldamento della linea 1. Il 3 aprile 2011 si è aperto un nuovo capitolo della storia energetica di Busto Arsizio. Grande attenzione da parte di Istituzioni, media e utenti per una tematica quanto mai attuale che, a partire dalle realtà locali, coinvolge gli interessi del mondo globalizzato.

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iversificare le proposte energetiche nel pieno rispetto della natura e nell’ottica di un’ottimizzazione delle risorse stesse. Un proposito, questo, destinato a divenire una regola per salvaguardare gli interessi ambientali e che richiede l’impegno di tutti noi. Linee guida già indicate da Agenda 21, progetto delle Nazioni Unite che sottolinea l’importanza dell’utilizzo razionale dell’energia e legittima le varie e molteplici iniziative attivate dall’Amministrazione Comunale di Busto Arsizio in questi anni.

AGESP Energia S.r.l., società pubblica appartenente al Gruppo AGESP del Comune di Busto Arsizio, deputata alla valorizzazione delle attività energetiche sul territorio comunale, ha sempre dimostrato, fin dalla sua costituzione, attenzione nei confronti della natura e trasparenza nella gestione aziendale. Convinta promotrice di una cultura che favorisca un utilizzo corretto e consapevole delle risorse energetiche, garantisce competenza e cura nella gestione dei rap-

Planimetria della rete di teleriscaldamento - città di Busto Arsizio. BLU, Linea 1; ROSSO, Linea 2; VERDE, Linea 3.

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porti con il singolo consumatore. La valida metodologia di lavoro aziendale e di processi correlati è testimoniata anche dall’attestazione della Certificazione del Sistema di Gestione in Qualità ISO 9001:2008. Proprio nell’ottica di tale impegno e nel rispetto della propria vocazione, la società ha inserito lo studio e lo sviluppo di una rete di teleriscaldamento per la città di Busto Arsizio, atta a servire, in uno scenario di medio - lungo periodo, tre distinti bacini d’utenza che andranno a costituire un unico sistema integrato. Già adottato con ottimi risultati in molti capoluoghi italiani e ampiamente diffuso nel Nord Europa, il teleriscaldamento è un sistema sicuro, economico e rispettoso dell’ambiente, basato sulla produzione di acqua calda ad una temperatura di 85 – 95° C in una centrale termica, ubicata a distanza dagli edifici, e sul riscaldamento degli stessi mediante opportune reti di distribuzione. Cuore pulsante del sistema è la centrale di cogenerazione, che consente la contemporanea produzione di energia termica ed energia elettrica, il minore consumo di combustibile e la massimizzazione dello sfruttamento delle fonti energetiche primarie. In questa prima fase di avvio del nuovo servizio, AGESP Energia S.r.l. sta realizzando la rete di teleriscaldamento nella zona indicata con colore blu (Linea 1), rappresentata in planimetria. La concretizzazione della prima linea ha permesso, grazie a una rete sotterranea che si estende per oltre 7,5 chilometri, che l’acqua calda a 95° C arrivi agli edifici allacciati al teleriscaldamento per cedere calore all’acqua dell’impianto interno. L’energia termica impiegata per tale servizio viene creata nella centrale cogenerativa


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ubicata in Via Marco Polo 12, che, nella sua configurazione finale, sarà costituita da due cogeneratori e tre caldaie a gas, con una potenzialità termica complessiva di circa 42 MWt ed una elettrica di circa 5,35 MWe. Grazie a tecnologie all’avanguardia, la centrale è già in grado di produrre in modo combinato energia elettrica e termica, con il minimo livello d’inquinamento e il massimo tasso di efficienza energetica. Si stima che, entro la prossima stagione termica, saranno oltre 500 le famiglie servite dal teleriscaldamento, alle quali si devono sommare gli edifici pubblici (scuole e impianti sportivi presenti sulla Linea 1) e le utenze con Partita IVA. La potenza impegnata sarà pari a 12 MWt, dato che rappresenta oltre il 35% della potenzialità attualmente disponibile in centrale termica (32,5 MWt al netto dei 7,5 MWt riservati agli edifici delle vicine Ferrovie Nord).

MAGGIO - GIUGNO 2011

Programma realizzativo della rete di teleriscaldamento della Linea 1 – città di Busto Arsizio.

Da sinistra: il Sindaco della città di Busto Arsizio - Gigi Farioli; il Presidente di AGESP Energia S.r.l.- Achille Broggi; il Direttore Generale del Gruppo AGESP - Dott. Gianfranco Carraro.

Nel rispetto dei propri valori aziendali, AGESP Energia S.r.l., in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Busto Arsizio, ha inaugurato il 3 aprile 2011 la centrale di cogenerazione del teleriscaldamento presso la sua sede di Via Marco Polo 12, alla presenza del Sindaco della città – Gigi Farioli, del Presidente della società – Achille Broggi e del suo Direttore Generale – Dott. Gianfranco Carraro. “È con particolare entusiasmo che abbiamo inaugurato la centrale di cogenerazione

del teleriscaldamento per la Linea 1 – dichiara Achille Broggi, Presidente di AGESP Energia S.r.l. – Questo importante progetto sottolinea l’impegno della società nel percorso di diversificazione dell’offerta energetica che proietta la città di Busto Arsizio in un futuro sempre più concreto. Sono molto soddisfatto per il lavoro svolto dai miei collaboratori e da tutti i professionisti che hanno partecipato a questa imponente iniziativa e orgoglioso di essere il Presidente di una società che, quotidiana-

mente, dimostra di essere viva con il proprio impegno per migliorare i servizi della città in cui opera. Un sentito ringraziamento all’Amministrazione Comunale, in particolare al Sindaco Gigi Farioli, per aver condiviso un progetto tanto ambizioso quanto concreto e aver dimostrato, anche in questa occasione, una particolare attenzione alla crescita del territorio”. Altrettanto soddisfatto il Direttore Generale del Gruppo AGESP – Dott. Gianfranco Carraro, che ha manifestato

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Da sinistra: la Presidente di AGESP S.p.A. - Giuseppina Basalari; il Presidente di AGESP Energia S.r.l. - Achille Broggi; la Responsabile Servizio Vendite e Gestione Concessioni - Paola Galeazzi; il Sindaco della città di Busto Arsizio - Gigi Farioli; il Direttore Generale del Gruppo AGESP Dott. Gianfranco Carraro; il Responsabile Dipartimento Global Services - Dott. Ing. Massimo Landone; il Responsabile Servizio Distribuzione Gas e Servizio Idrico Integrato - Dott. Ing. Fabio Bandera.

profondo orgoglio per l’inaugurazione della centrale di cogenerazione del teleriscaldamento, a testimonianza della produttiva e innovativa gestione delle risorse energetiche per la città di Busto Arsizio attuata da AGESP Energia S.r.l. “La predetta soddisfazione ha un significato ancor più particolare – dichiara il Direttore Generale della società - in quanto ho partecipato, sin dalla fase di concepimento dell’iniziativa in parola nel 2004, alla sua concretizzazione, seguendone l’evoluzione progettuale e realizzativa, arrivando sino ai giorni nostri. Il merito del compimento di questo

ambizioso progetto è della società e, soprattutto, del suo Management che, con tenacia ed entusiasmo, ha saputo cogliere l’opportunità e trasformarla nella realtà di cui oggi possiamo disporre. La realizzazione della rete di teleriscaldamento cittadina è stata una sfida ma, grazie all’impegno di tutti, sta divenendo realtà. Passione, convinzione e intraprendenza hanno mosso gli animi di tutto il personale coinvolto nella gestione di questa operazione, a cui vanno i miei più sentiti ringraziamenti. Un grazie particolare va senz’altro rivolto, da parte mia, anche a chi per primo, e qui mi riferi-

Interno della centrale di cogenerazione del teleriscaldamento, Via Marco Polo 12 – Busto Arsizio: il cogeneratore

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sco ai clienti e agli utenti, ha creduto in maniera convinta e decisa nell’intrapresa di questo grande progetto, con l’auspicio che il futuro possa fortificarlo e renderlo ancor più radicato sul territorio locale, unitamente ai benefici che da esso possono derivare per la cittadinanza”. La data del 3 aprile 2011 ha segnato quindi, per la città di Busto Arsizio, l’inizio di un nuovo capitolo della sua storia energetica, destinata a divenire un esempio per tutte quelle realtà locali che intendono impegnarsi nella costruzione di una solida e radicata coscienza ambientale a garanzia di un futuro migliore.

Interno della centrale di cogenerazione del teleriscaldamento, Via Marco Polo 12 – Busto Arsizio: le caldaie



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Aspetti energetici nella pianificazione urbana milanese PAOLA ROTTOLA Architetto

LO SVILUPPO DELLA CITTÀ A SEGUITO DELLA APPROVAZIONE DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO (PGT). In data 4 febbraio 2011 è stato approvato dal Consiglio Comunale di Milano il Piano di Governo del Territorio. Tale Piano sostituisce il Piano Regolatore Generale, Variante 1980. Il PGT prescrive criteri completamente innovativi rispetto a quanto prescritto e attuato dal precedente PRG e sarà la guida dello sviluppo della città nei prossimi anni che sono caratterizzati dalla scadenza del 2015, data di inaugurazione dell’Expo. Sono previsti aggiornamenti quinquennali del Piano. Il PGT consta di 3 documenti: il Documento di Piano, il Piano dei Servizi, il Piano delle Regole. All’interno del Piano dei Servizi si trovano le linee guida per il Piano dei Servizi in Sottosuolo PUGSS particolarmente interessante per le reti energetiche.

Figura 1.

Per quanto riguarda il Regolamento Edilizio, la stesura dello stesso è in corso. La sua approvazione seguirà alla pubblicazione del PGT sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia (BURL), pubblicazione prevista per il prossimo giugno 2011. All’interno del Documento di Piano nel capitolo “l’urbanistica verso una politica energetica innovativa” si rileva che ad oggi non ci

sono esperienze consolidate di integrazione fra obiettivi di sostenibilità energetica e pianificazione territoriale ed urbanistica. Tuttavia è possibile individuare alcuni aspetti quali: definizione di obiettivi generali e specifici che tengano conto delle norme vigenti a livello comunitario, nazionale e regionale ; costruzione di una “immagine energetica” del territorio comunale (domanda/

Fra i criteri principali del PGT si ricordano:

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l’edificazione concentrata alfine di ridurre la densificazione della città dal 73% attuale al 65% al 2030. (Fig.1) la realizzazione di ‘raggi verdi’ inseriti nella più ampia riqualificazione e fruizione del verde urbano e cittadino. (Fig.2) la realizzazione di housing sociale da realizzarsi anche in concomitanza alla realizzazione di nuovi interventi edilizi. la qualità degli edifici costruiti finalizzata ad un maggior comfort termico sia nella stagione invernale sia in quella estiva. la perequazione urbanistica, con aree di decollo e di atterraggio delle volumetrie.

Figura 2: schema generale del progetto dei Raggi verdi


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IL TELERISCALDAMENTO È UN SISTEMA INTEGRATO E FLESSIBILE... Teleriscaldamento: connessione strategica

Elettricità

Termovalorizzazione dei rifiuti non recuperabili Combustibili fossili in cogenerazione

Trasformazione di biocarburanti Reti Teleriscaldamento e Raffrescamento

Surplus calore e freddo

Biocarburanti

Fonti rinnovabili in caldaie semplici o in cogenerazione Risorse naturali caldo/freddo

Elettricità

Domanda di calore e freddo nei settori industriali, residenziali, servizi Figura 3: Piano di sviluppo teleriscaldamento a Milano - TLR connessione strategica

offerta energetica esistente e prevista dai gestori nei loro piani aziendali); analisi delle relazioni evolutive tra caratteri del territorio (insediamenti, zone climatiche) e geografia dei consumi energetici, per rappresentare i bacini energetico territoriali come prescritto dalla normativa vigente; definizione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione di impianti per la produzione e la distribuzione dell’energia considerando le caratteristiche del territorio di riferimento e da verificare con procedure di VIA; rapporto con gli strumenti urbanistici comunali (utilizzando anche il Piano di Gestione Ambientale); definizione di requisiti degli insediamenti in materia di ottimizzazione energetica; di soglie d’uso della risorsa cui subordinare l’attuazione delle trasformazioni insediative e anche rapporto con i Piani settoriali sull’energia.

ASPETTI AMBIENTALI E RISCALDAMENTO URBANO. In una recente relazione tenuta a Milano avente per oggetto “una politica energetica integrata per una città sostenibile” l’Ingegner Paolo Rossetti, Direttore Generale dell’area tecnico operativa di a2a SpA ha evidenziato che il tema della sostenibilità assume sempre maggior importanza nelle scelta dei servizi gestiti e conseguenti

effetti sul territorio in cui vengono erogati i servizi stessi. In particolare evidenzia l’importanza di attivare e incentivare- nel rispetto degli obiettivi UE 2020 sinergie fra territorio e servizi forniti quali: sistemi WTE- teleriscaldamento Fanghi depuratori a termovalorizzazione Distribuzione elettrica - mobilità elettrica. In ambito cittadino le sinergie di cui sopra sono auspicabili nello svolgimento di attività quali il riscaldamento degli edifici e il trasporto urbano, attività che assorbono più della metà dei consumi energetici globali. Nel territorio servito da a2a ciò si concretizza nel Piano di Sviluppo del Teleriscaldamento di Milano e nei programmi sulla mobilità elettrica. Il Piano di Sviluppo del TLR a Milano considera il TLR come un sistema integrato e flessibile che utilizza la termovalorizzazione dei rifiuti non recuperabili per soddisfare la domanda di calore e di freddo nei settori industriali, residenziali e nei servizi (Fig. 3). A Milano è in corso un articolato processo di sviluppo del sistema teleriscaldamento, i valori di seguito elencati si riferiscono a una situazione a regime, pertanto sono da considerarsi delle stime. Gli abitanti raggiunti dalla rete di teleriscaldamento a regime, secondo il nuovo piano di sviluppi saranno circa 500.000 (ab. eq.), attualmente gli abitanti sono circa 130.000 (ab. eq. 2006) Il piano prevede un rapido incremento

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di Brescia e Milano e i costruttori di veicoli elettrici. Obiettivo del progetto è lo sviluppo della mobilità elettrica nelle città oggetto di sperimentazione e la verifica dell’integrazione dei componenti del sistema stesso. IL CASO DEL PRU RUBATTINO/PITTERI, (uno dei primi esempi di pianificazione esecutiva presentato in fase di approvazione del PGT)

Figura 4: Reti TLR esistenti, sviluppi futuri ed aree di indagine commerciale

della rete di teleriscaldamento posata in città che si aggiungerà ai 40 Km circa posati al 2006 emissioni evitate di ossidi di azoto NOx: 268 ton/a emissioni evitate di anidride carbonica CO2: 163.384 ton/a emissioni evitate di polveri sottili PM10: 23 ton/a emissioni evitate di biossido di zolfo S02: 409 ton/a

Figura 5: Inquadramento

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Qui sopra una rappresentazione grafica della distribuzione della rete a Milano (Fig.4) Per quanto riguarda la mobilità elettrica le stime all’anno 2020 prevedono una penetrazione dal 5% al 30% sul totale delle auto immatricolate in Italia. Il progetto-pilota “auto elettriche” avviato nel 2011 con circa 60 veicoli interessa le città di Brescia e Milano ove sono previsti rispettivamente 70 e 200 punti di ricarica. Oltre a2a partecipano al progetto i Comuni

In data 9 febbraio 2011 presso l’Urban Center di Milano, a pochi giorni dalla approvazione del PGT, è stata presentata la verifica di assoggettabilità ambientale alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) con il riassetto planivolumetrico sulle aree del Piano di Riqualificazione Urbana (PRU) Rubattino/Pitteri. Tale Piano interessa un’area di rilevanti dimensioni posta nella parte nord-est della città, precedente occupato da insediamenti industriali della Innocenti/INNSE sul quale si prevedono di realizzare, in due fasi temporali, un insediamento prevalentemente residenziale con relative opere pubbliche (fra cui un grande parco urbano), il centro produttivo direzionale con il completamento del parco urbano suddetto e mantenimento INNSE.(Fig.5-6) La Relazione Preliminare Ambientale, prevista dalla VAS, individua e rende leggibili i risultati di miglioramento ambientale e le


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Figura 6: Mappa comparti

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Figura 7: rete di teleriscaldamento PRU Rubattino - Ipotesi Variante

Cabina elettrica

Figura 8: Planivolumetrico VAS

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pressioni sull’ambiente dovute alla realizzazione degli insediamenti. Tale relazione esamina fra l’altro gli aspetti relativi all’”energia” esaminando le caratteristiche dell’insediamento, la descrizione sommaria degli impianti e i bilanci energetici preliminari. (sinteticamente si prevede di completare la centrale termica di quartiere già esistente ed estendere la rete di teleriscaldamento e predisporre un impianto di condizionamento centralizzato).Fig.7 In merito alle caratteristiche dell’insediamento sono previsti fin dall’inizio 301.000 mq di superficie lorda di pavimento (slp) su un’area catastale di circa 610.000 mq. Ad oggi son stati realizzati edifici per complessivi 140.000 mq. e ne sono previsti oltre 160.000 mq, di cui metà a residenza e metà ad attività terziarie /produttive/commerciali e sociali (scuola e attrezzature sportive). Il concept di progetto ha considerato le preesistenze del luogo, immobili ed impianti industriali (es. cabina elettrica) che hanno influenzato la distribuzione delle volumetrie e gli usi delle stesse. (all. immagine planivolumetrico).Fig.8 Per quanto riguarda gli impianti allo stato attuale è stata realizzata una centrale termica di quartiere per riscaldamento e acqua calda sanitaria che avrà n. 4 caldaie a regime (oggi n.3 sono istallate) ad alto rendimento, a condensazione della potenza di 7,8 MW ciascuna. La rete di teleriscaldamento trasporta agli edifici il calore prodotto dalla centrale termica con temperatura di mandata di 87 °C e 57 °C di ritorno. Per la fase di progetto, alfine di soddisfare i fabbisogni dei nuovi edifici, si prevede di istallare la quarta caldaia prevista a regime, scegliendola fra quelle ad alto rendimento, a recupero e con bruciatore pressurizzato di tipo “low NOx”. Verrà valutata la possibilità di integrare l’impianto con un gruppo di cogenerazione per usufruire dei benefici fiscali previsti dalla legge. Per quanto riguarda l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili è prevista l’istallazione di impianti solari sulla copertura dei nuovi edifici per integrare il fabbisogno di acqua calda sanitaria. Non è previsto l’uso della geotermia. Ad integrazione del progetto ci sono tabelle con i Bilanci energetici preliminari Tabella 10. Concludendo il nuovo impianto permetterà di aumentare l’efficienza energetica rispetto a quella dell’impianto originario e gli effetti delle emissioni sull’ambiente non potranno essere superiori a quelle previste nel PRU iniziale. Inoltre qualora venisse istallato il cogeneratore per la produzione

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BILANCI ENERGETICI PRELIMINARI Di seguito vengono riportati alcuni dati stimati circa i consumi di energia termica nel quartiere come previsto nella variante in oggetto: VARIABILE Energia termica

U. M.

VALORE APPROX

Energia termica globalmente utilizzata dal comparto

MWh

35.000

Energia termica prodotta dal cogeneratore

MWh

8.600

Energia termica prodotta dalle caldaie

MWh

26.400

MWh

8.400

Metano utilizzato dal cogeneratore in progetto

Sm3

2.365.000

Metano utilizzato dalle caldaie

Sm3

2.530.000

Metano globalmente utilizzato

Sm3

4.895.000

Energia elettrica Energia elettrica prodotta dal cogeneratore Consumo metano

Note: 1) Acqua calda a 90°C STIMA DEI CONSUMI NUOVO COGENERATORE

Elettrica

Energia prodotta [MWh/anno]

Fattore di Rendimento (1)

8.400

0,37

Termica

8.600

0,38

Totale

17.000

0,75

Energia in ingresso [MWh/anno]

22.667

Note: 1) il fattore di rendimento è dichiarato dalla casa costruttrice dei cogeneratori e viene calcolato tenendo in considerazione l’energia ricavata dal recupero calore dai fumi e dal circuito di raffreddamento motore STIMA DEI CONSUMI PER FORNITURA STANDARD Energia prodotta [MWh/anno]

Fattore di Rendimento

Energia in ingresso [MWh/anno]

Elettrica

8.400

0,41

20.487

Termica

8.600

0,90

9.556

Totale

17.000

30.043

RIDUZIONE DI CO2 a parità di ENERGIA PRODOTTA pari a circa 17.000 MWh/anno, si calcola: Parametro

U.M.

Cogeneratore

Sistema tradizionale

Energia in ingresso

MWh/anno

22.667

30.043

Consumo di metano

Nm3/anno

2.365.000

3.133.000

t/anno

4.630

6.128

Emissioni di CO2

FATTORE DI EMISSIONE, riferito all’unità di ENERGIA PRODOTTA (kgCO2/MWh), è pari a: Fattore di emissione [kgCO2/MWh] Cogeneratore

270

Sistema tradizionale

360

Tabella 10. Bilanci energetici preliminari

di energia elettrica, la stessa consentirà di soddisfare il fabbisogno di energia elettrica delle utenze non produttive del PRU. CONCLUSIONI A fronte di quanto sopra espresso è possibile affermare che i nuovi strumenti di governo del Territorio e le nuove tecnolo-

gie -costruttive ed impiantistiche- permetteranno negli anni a venire un rapporto migliore e più consapevole fra ambiente e costruzioni.

Fonti Comune di Milano Piano di Governo del Territorio a2a spa Relazione Ing. Paolo Rossetti, Milano 2011 Comune di Milano - PRU Rubattino


Va in scena in autunno la nuova energia ZeroEmission Rome e EnerSolar+ sono i due grandi eventi dedicati alle energie rinnovabili da non perdere per accedere alle diverse declinazioni della domanda e dell’offerta e per scoprire le più avanzate soluzioni in fatto di prodotti e servizi. Fervono i preparativi per i grandi appuntamenti autunnali dedicati alle energie rinnovabili. Si comincia dal 14 al 16 settembre alla Fiera di Roma con ZeroEmission Rome 2011, il grande evento internazionale dedicato a energie rinnovabili, sostenibilità ambientale, lotta ai cambiamenti climatici ed emission trading. Giunto ormai alla sua settima edizione l’evento è il punto di riferimento del settore nell’area del Mediterraneo e mette in vetrina le diverse declinazioni della domanda e dell’offerta. Con i 27.200 visitatori dell’edizione del 2010, ha ormai consolidato la sua formula vincente che è quella di riuscire a coniugare la parte espositiva a vocazione B2B - che vede la presenza delle più autorevoli aziende del settore - con un qualificato calendario di convegni, corsi di formazione, workshop, incontri e dibattiti che puntano all’aggiornamento, al confronto e alla formazione professionale. Quattro sono i saloni specializzati della kermesse fieristica tra i quali una grande novità. A Eolica Expo Mediterranean (energia dal vento), PV Rome Mediterranean (tecnologie fotovoltaiche per il Mediterraneo) e CO2 Expo (cambiamenti climatici, riduzione di CO2 e mercato dei crediti di carbonio), si aggiunge infatti quest’anno Solartech, il salone internazionale dell’energia solare termica e a concentrazione. ZeroEmission Rome 2011 propone, inoltre, numerose novità, tra le quali le nuove aree tematiche di Eolica e PV Rome: Winverter, Hi-Volts&Grids e Compomat Wind per la prima, PV Maintenance & Security e PV Trackers per la seconda. Spazio anche alla mobilità sostenibile grazie a Electric Cars, l'evento dedicato ai veicoli elettrici e ibridi che offrirà ai visitatori la possibilità di effettuare dei test drive. Per la prima volta, inoltre, ZeroEmission Rome 2011 presenterà l’Area R&D, che favorirà l’incontro, il dialogo e il confronto tra il mondo della ricerca applicata e quello dell’impresa. Questa speciale area espositiva offrirà grande visibilità ai principali attori della ricerca italiana ed estera: università, spin off, centri di ricerca pubblici e privati e parchi scientifico-tecnologici. Dal 16 al 19 novembre 2011 l’attenzione degli operatori si sposterà poi a Milano dove si apriranno i battenti sulla terza edizione di EnerSolar+, il grande evento dedicato all’energia solare fotovoltaica e termica, alle tecnologie fotovoltaiche (PV Tech), agli inverter (Invex) e alle altre energie rinnovabili (Greenergy Expo). Dopo il successo dell’edizione 2010, che ha visto oltre 400 espositori (tra i quali le principali aziende italiane e estere - provenienti da 13 Paesi) su 20.000 metri quadri, 29.300 visitatori qualificati provenienti da 74 Paesi e 60 sessioni congressuali alle quali sono intervenuti 407 relatori, la manifestazione si conferma uno dei principali eventi italiani del settore. EnerSolar+ è l’appuntamento di eccellenza per entrare in contatto con le più autorevoli realtà a livello nazionale e internazionale per quanto concerne tecnologie, soluzioni e servizi per applicazioni in ambito civile e industriale; un’occasione da non perdere per presentarsi sulla scena internazionale e accedere a nuovi e promettenti mercati. Molte le novità di questa edizione 2011 che vanno ad arricchire la già ampia offerta. Nell’ambito di EnerSolar+ 2011, infatti, nasce Cable Conn, la nuova area espositiva riservata ai cavi, connettori, scatole di giunzione, strumenti e accessori specifici (diodi per stringhe, quadri di campo, staffe di fissaggio, morsetti, scaricatori di sovratensione, morsettiere di controllo) che risultano sempre più importanti per l’efficienza degli impianti fotovoltaici. La manifestazione ospiterà inoltre l’Area R&D, speciale spazio espositivo riservato ai principali attori della ricerca italiana ed estera: università, spin off, centri di ricerca pubblici e privati, parchi scientifico-tecnologici. In occasione di EnerSolar+, infine, partirà MyPartnering, l’applicazione web creata da Artenergy Publishing per l’organizzazione di incontri di business one-to-one, che dopo il debutto a ZeroEmission Rome 2011 verrà riproposta durante le quattro giornate di della kermesse milanese. EnerSolar+ 2011 si svolgerà in contemporanea con HTE-hi.tech.expo, il salone dedicato alle tecnologie innovative, e in collaborazione con E.TECH Experience, la biennale internazionale dell’energia, dell’impiantistica elettrica e dell’illuminazione organizzata da Fiera Milano. EnerSolar+ ed E.TECH Experience occuperanno 4 padiglioni per 68.000 metri quadrati complessivi, per un totale di 1.000 espositori e 50.000 visitatori attesi e saranno in grado di soddisfare le esigenze di tutti gli operatori della filiera dell'energia.

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I Sistemi Energetici Integrati ed il Solare termico FRANCO BUSCAROLI

Crailsheim Solar@Home Roof - Fonte Solites

S

ono già molti anni che AIRU promuove un approccio innovativo e “moderno” alla progettazione dei sistemi di Teleriscaldamento, approccio che è stato efficacemente sintetizzato nella definizione di Sistemi Energetici Integrati (SEI). Il concetto dei SEI può essere illustrato in modo molto semplice e parte dalla convinzione, che è anche una constatazione, che i sistemi di teleriscaldamento riescono ad esprimere al meglio la loro potenzialità in termini di efficienza energetica ed ambientale, se si realizzano alcune condizioni essenziali: la pianificazione dello sviluppo di un sistema di teleriscaldamento deve essere sviluppata in modo coerente ed integrato con la pianificazione energetica ed ambientale del territorio; la scelta dei sistemi di produzione dell’energia termica deve essere svolta sulla base di un’analisi attenta delle risorse termiche che un territorio può rendere disponibile. In questo modo spesso è possibile “intercettare” risorse rinnovabili o di recupero da processi industriali, altrimenti disperse, che possono essere utilmente utilizzate nelle reti di teleriscaldamento. È grazie a questo approccio che i sistemi di teleriscaldamento “moderni” consentono di ottenere performance energetiche ed ambientali particolarmente interessanti, che oggi possiamo utilmente quantificare in termini di risparmio di energia primaria attraverso il PRF (Primary Resource Factor). IL SOLARE TERMICO ED IL PROGETTO SDH – TAKEOFF Coerentemente con questa impostazione, fin dal 2009 AIRU ha aderito al progetto -

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“SDH – takeoff”, promosso dalla Commissione Europea nell’ambito del programma EIE (Intelligence Energy Europe). In particolare l’obiettivo di tale progetto è promuovere l’applicazione del Solare Termico ai sistemi di teleriscaldamento, da cui l’acronimo SDH: Solar District Heating. Esperienze significative sono già presenti nel nord e centro Europa (Nachersul in Germania, Marstal in Danimerca, Graz in Austria …), ma nessun impianto di SDH è mai stato realizzato in Italia, se non alcune piccole esperienze ….EscoEurope? Eppure l’energia solare è, come ampiamente noto, la risorsa rinnovabile più diffusa sul territorio italiano …. È quindi parso ragionevole ad AIRU approfondire questa tecnologia e valutare le barriere che ad oggi ne hanno impedito la diffusione in Italia. Se la diversificazione e l'uso di fonti di energia locali, in una logica di Sistemi energetici Integrati sono della massima importanza per un corretto sviluppo del teleriscaldamento, fra queste fonti, il solare termico è indubbiamente per l’Italia una delle più interessanti e può avere prospettive molto promettenti. Al progetto prendono parte rappresentanti di Italia, Germania, Svezia, Danimarca, Repubblica Ceca, Austria, secondo uno schema che vede coinvolti, per ogni nazione, l’associazione nazionale dei tele riscaldatori e consulenti esperti del settore. Per l’Italia, oltre ad AIRU, abbiamo quindi la partecipazione di Ambiente Italia. Per rafforzare la presenza del mondo del teleriscaldamento urbano in ambito europeo, vi è il contributo di Euroheat & Power, l’associazione di categoria a livello europeo. Come tutti i progetti sostenuti dalla Commissione Europea in ambito EIE lo scopo non è tanto quello di finanziare inve-

stimenti in infrastrutture, ma piuttosto quello di favorire il trasferimento di esperienze e di conoscenze. Il Progetto è partito a luglio 2009 e terminerà a giugno 2012. IL WORK – SHOP DI GRAZ: UNA TAPPA IMPORTANTE Col work shop tenuto a Graz a marzo 2011 è stata superata la boa che traguardava la prima metà del progetto stesso. Numerosa e qualificata è stata la partecipazione della delegazione italiana, con presenza di rappresentanti di Gestori di Sistemi di Teleriscaldamento, di rappresentanti del mondo accademico e della ricerca, dell’industria di settore e di liberi professionisti: importante conferma dell’interesse per il settore. Il work – shop di Graz è stato anche l’occasione per presentare i primi studi di fattibilità di sistemi SDH avviati in Italia grazie all’attività di comunicazione del progetto SDH – takeoff, ci riferiamo in particolare alle iniziative avviate da HERA e da GES – Pomarance. HERA sta infatti progettando l’ampliamento del suo impianto di Teleriscaldamento di Ferrara in una logica di Sistema Energetico integrato, attraverso la realizzazione del "Polo delle Energie Rinnovabili”, che prevede un potenziamento della geotermia e circa 1 MWt di pannelli solari termici. Anche la GES (Geo Energy Service - srl) di Pomarance, nel distretto di Lardarello, sta studiando, in collaborazione con gli esperti di "SDH take - off" la fattibilità di tre impianti che sfrutteranno il solare termico ad integrazione del vapore geotermico. Per lo sviluppo di questi progetti è stata avviata una iniziale collaborazione di natura tecnica con i produttori e fornitori di sistemi solari termici presenti in Italia.


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Pannelli solari PIANI Collettore Piano Il collettore piano è il sistema più utilizzato per ottenere temperature comprese fra i 50 °C e i 90 °C, che si Superficie selettiva ottengono facilmente trasparente facendo riscaldare al sole le Superficie nera assorbente Serpentina di tubi dove scorre il fluido vettore superfici piane. Un collettore piano è costi- Isolamento termico tuito da: Una lastra trasparente di vetro (se si tratta di pannelli vetrati), che fa passare le radiazioni in arrivo e blocca quelle in uscita Un assorbitore di rame, che è un buon conduttore di calore, in esso sono ricavati molti canali dove circola acqua o aria (nel caso del pannello piano vetrato ad aria). Il Sole scalda la piastra, che a sua volta scalda l'acqua o l'aria. Isolante termico, che impedisce la dispersione di calore.

SOTTOVUOTO Collettore Questi pannelli sono compoSotto vuoto sti da una schiera di tubi sottovuoto in vetro, ognuno contenente un assorbitore (generalmente una lastra di metallo nero) che capta l'e- Scambiatore di calore nergia solare e la trasferisce Tubo dove scorre il fluido vettore Superficie nera assorbente ad un fluido che trasporta il Tubo di vetro sotto vuoto calore. Grazie alle proprietà isolanti dello spazio vuoto, le perdite di calore sono molto basse e si possono raggiungere temperature superiore di circa 100°C alla temperatura dell'ambiente. Si presentano come tubi di vetro, al cui interno viene praticata una pressione dell'aria ridottissima (vuoto), per impedire la cessione del calore (effetto Thermos). Perciò questi pannelli sono particolarmente adatti per utilizzi a temperature più elevate.

A CONCENTRAZIONE I pannelli solari a concentrazione sono sistemi in grado di concentrare i raggi solari Ricevitore verso un ricevitore di dimensione contenute tramite un sistema di specchi riflettenti. L'energia termica sprigionata dalla concenConcentratore trazione dei raggi solari è utilizzata per riscaldare un liquido termovettore, e spesso per generare forza vapore, e quindi energia elettrica. I sistemi a concentrazione sono conosciuti anche come Concentrating Solar Power (CSP). Il cuore di tali sistemi energetici sono i concentratori solari parabolici: si tratta di collettori solari termici che inseguono e concentrano i raggi solari raggiungendo elevate temperature di lavoro (oltre 200°C). I sistemi a concentrazione solare si adattano ad ogni esigenza, dal riscaldamento e raffrescamento di piccoli edifici ai grandi campi solari ad uso industriale.

A valle del meeeting si possono formulare già alcune considerazioni sui principali focus dell’approccio “italiano” al teleriscaldamento solare, che possiamo così sintetizzare: l’utilizzazione degli impianti di Solare Termico va intesa come sorgente integrativa di calore nell’ambito di Sistemi Energetici Integrati; le specifiche operative dei Sistemi di Teleriscaldamento prevedono di norma temperature di mandata maggiori o uguali a 90°C, e temperature di ritorno tra 55° e 60 °C. Questo richiede importanti approfondimenti sulla tecnologia dei pannelli, in Italia è forte l’attenzione dei cittadini e delle autorità all’inserimento ambientale e paesaggistico degli impianti; il sistema incentivante in Italia è attualmente premiante per le fonti rinnovabili elettriche, e non per quelle termiche. DA GRAZ A FERRARA Queste tematiche potranno essere utilmente approfondite in preparazione del prossimo work – shop di progetto, che si terrà proprio in Italia, a Ferrara, dal 29 al 30 settembre. Il work – shop è stato inserito come sessione parallela nell’ambito di Geothermexpo, (www.geothermexpo.com) altra importante manifestazione che è nata per valorizzare la ricerca sulle rinnovabili termiche, in particolare sulla geotermia, ma che quest’anno apre anche una importante finestra sul mondo del solare termico. Il meeting di Ferrara sarà quindi una succosa occasione di confronto non solo sul teleriscaldamento solare, ma più in generale sulle rinnovabili termiche e sulla loro possibile integrazione, argomento centrale anche alla luce del recente decreto 28/2011 sulle Rinnovabili. PER SAPERNE DI PIÙ Altre notizie su SDH – takeoff sono rintracciabili sul sito: http://www.solar-district-heating.eu e sul sito di AIRU (www.airu.it), linkando direttamente sul logo del progetto.

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Redditività delle reti, chiave per il successo del teleriscaldamento Potenzialità di un sistema di segnalazione umidità moderno F R I T Z K A M K A L O W, HEIKO KÜHN Brandes GmbH

In tutto il mondo si vendono milioni di vetture in cui è integrato un pacchetto standard di sicurezza ben funzionante. A nessuno degli utenti verrebbe in mente di far installare un dispositivo che entra in azione soltanto dopo lo scontro. Allora perché questo succede nel teleriscaldamento?

O

ggi le tubazioni preisolate in PE coprono la maggior parte delle tubazioni di teleriscaldamento interrate. Nel corso dello sviluppo quarantennale hanno raggiunto un altissimo standard tecnologico. Ciò vale anche per i materiali disponibili per l’isolamento successivo dei cordoni di saldatura. Per la protezione del sistema di tubazioni da tanti anni come misura standard si inseriscono sistemi di monitoraggio a filo nelle tubazioni preisolate in PE (figura 1). I requisiti fondamentali per tali sistemi sono descritti nella norma europea EN 14419 e nel foglio di lavoro AGFW FW 401. Attraverso la corretta integrazione del sistema di monitoraggio si è in grado di migliorare la qualità costruttiva e di rilevare ed eliminare punti di umidità nella fase di funzionamento. La prassi dimostra che, secondo la statistica AGFW, con l’aiuto di tali sistemi di monitoraggio si rileva ca. l’80 % dei danni. Nei danni si tratta per ca. l’85% di danni nella rete e

tubo esterno Schiuma PUR

tubo interno Figura 1

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ca. il 15% di danni causati da terzi senza dimenticare il fatto che il monitoraggio della rete costituisce solo il 3 % dei costi totali di costruzione. È senz’altro importante che i difetti non si sviluppino in danni maggiori ma vengano rilevati tempestivamente. Il rilevamento tempestivo equivale alla possibilità di poter addebitare i costi sostenuti a chi ha causato il danno. Com’è noto le possibilità dei diversi sistemi di monitoraggio per il rilevamento precoce dei danni e la localizzazione disponibili sul mercato presentano notevoli differenze in questi punti. Se i problemi non vengono rilevati ed eliminati tempestivamente si arriva a costi di manutenzione notevolmente più alti, ad una riduzione della durata ed infine ad un risanamento totale della rete già a metà della sua vita media. Perciò è importante che i responsabili dei danni vengano indotti più facilmente all’autodenuncia allorquando aumenta per loro il rischio di una scoperta successiva. Le percentuali di costi nel funzionamento di una rete di teleriscaldamento possono essere raffigurate schematicamente con un grafico (figura 2). I costi per l’energia e il fluido (colore giallo) non vengono influenzati dalla tecnologia di monitoraggio e si presuppongono come costanti. Lo stesso vale per i costi diversi che comprendono i costi di funzionamento, costi di amministrazione generale, ecc. Altro si dice per le perdite di rete per quanto riguarda il calore e l’acqua. La schiuma impregnata ed umida genera perdite di calore e perdite d’acqua dal tubo interno. Si inizia con piccole perdite che vengono ignorate perché non rilevabili. Crescendo sfociano in riparazioni che infine causano la necessità di un risanamento, nel presente esempio


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garanzia di chi li ha cagionati. Per questo motivo successivamente non si verificano quasi più dei difetti. Nell’ulteriore durata della rete di teleriscaldamento attraverso il sistema di monitoraggio i difetti si rilevano quasi sul nascere e il momento di riparazione si determina secondo fattori economici e non viene imposto dalla necessità di agire immediatamente. Il gestore così facendo evita non solo un importante danno economico ma anche una perdita d’immagine causata da un’interruzione dell’approvvigionamento e dall’irritazione dei propri clienti. L’utile si consegue con la lunga disponibilità della rete con una manutenzione minima e un funzionamento senza problemi.

Figura 2

Figura 3

dopo 25 anni. Il maggiore blocco di costi è costituito dall’estinzione, cioè dagli interessi e dall’ammortamento dell’investimento, avendo nei costi per la rete di teleriscaldamento la quota più consistente. In tanti calcoli sul rendimento economico si parte da un ammortamento dopo 20 anni. Fondamentale per il risultato è l’incognita inerente le manutenzioni oppure le riparazioni che causano costi aggiuntivi non trascurabili. Nel grafico è rappresentato come campo rosso. Nel caso di monitoraggio mancante o insufficiente all’inizio non ci saranno affatto riparazioni secondo il motto: “La mia rete è a posto”. La realtà ci raggiunge però inesorabilmente comportando riparazioni crescenti e infine un precoce risanamento totale. Il periodo di 25 anni rappresentato dal grafico nella pratica è già stato battuto largamente e anche in Germania alcuni gestori hanno dovuto imparare la lezione a proprie spese.

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Attraverso l’impiego sistematico di un sistema di monitoraggio efficiente si può migliorare la qualità costruttiva, ridurre le misure di manutenzione e con ciò prolungare in modo significativo la durata del sistema di tubazioni. Ogni anno guadagnato fa crescere la redditività che aumenta il rendimento dell’investimento nel teleriscaldamento. Il fatto che la buona qualità ed un valido monitoraggio abbiano un costo si nota nel maggiore investimento, come si evince dal grafico (figura 3), che nel periodo di ammortamento porta inizialmente ad una sottocopertura. Il riporto dei costi viene generato solo in minima parte dai costi di riparazione. Nei primi 5 anni non ci sono costi di riparazioni perché gli errori d’esecuzione vengono o evitati del tutto o rilevati tempestivamente ed eliminati senza spese del gestore poiché rientranti nel periodo di

COME SI GESTISCE OGGI UN SISTEMA VALIDO? L’importante è che le informazioni arrivino nel punto dove sono effettivamente utili. Una spia rossa in una cantina dove non arriva mai nessuno non serve a niente. Lo stesso vale per misurazioni manuali di controllo (sempre se effettuate veramente più volte all’anno) in cui si verifica soltanto che in effetti non è cambiato niente. Specialmente quando il giorno dopo la misurazione si verifica un problema. Soprattutto in periodi in cui il personale disponibile è sempre meno un monitoraggio continuo con accesso centrale ai dati è sempre più sensato. Bisogna considerare che, come nel caso del sistema BS 1, non c’è solo la possibilità di comprendere una rete connessa di tubazioni ma di gestire diverse reti parziali in modo centralizzato e di visualizzarne lo stato. Non si limita soltanto a reti dotate di sensori Brandes ma piuttosto si possono includere nel monitoraggio centralizzato anche reti con sensori di rame o reti HDW. In linea di massima, con la tecnologia attuale, è possibile l’accesso ai dati da ogni qualsiasi posizione, anche via Internet e/o Intranet. Diventa superfluo dilungarsi sulle possibilità conseguenti, specialmente per i gestori di reti molto distanti tra loro. Avendo visto che con l’utilizzo sistematico di sistemi di monitoraggio aumenta la qualità, si allunga la durata e si può migliorare sensibilmente il rendimento delle reti con tubazioni preisolate in PE negli ultimi anni si fanno avanti delle tendenze negative. Per “ragioni economiche” collegamenti di utenze, anche se eseguite con tubazioni preisolate in PE,

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Figura 4

in parte non vengono più comprese nel monitoraggio. Successivamente una tale decisione potrebbe essere fatale essendo le tubazioni posate a poca profondità particolarmente sensibili a danni indotti (recinzioni e tubazioni di alimentazione posate successivamente). E soprattutto: da un foro in una tubazione DN 32 esce tanta acqua di riscaldamento quanto da una tubazione DN 150. Con uno sguardo ancora più critico si deve valutare l’applicazione di sistemi di tubazioni flessibili (figura 4) dove vengono usati tipi di costruzione con caratteristiche molto diverse e vari parametri di funzionamento ammissibili: temperature max. di funzionamento, tenuta longitudinale, con o senza barriera al vapore, materiale isolante … Non si vogliono approfondire i vantaggi e svantaggi specifici dei vari tipi di costruzioni, ma soltanto richiamare l’attenzione su alcuni problemi. A questo proposito la futura norma sulle tubazioni flessibili EN 15632 distingue sistemi con una temperatura continua di funzionamento fino a 80°C e fino a 120 °C valendo la temperatura più bassa per

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Figura 5

sistemi con tubazioni di servizio in materie plastiche. Per tanti anni si asseriva che il monitoraggio dei difetti di tubazioni flessibili con tubi interni in PE (spesso chiamati semplicemente tubazioni PEX) non fosse necessario. “Che cosa deve mai succedere visto che nei tubi in materie plastiche non c’è corrosione”. Anche l’AGFW argomentava a lungo in questo senso ricordando dichiarazioni sul tubo esterno in PE di più di 30 anni fa. “La schiuma è stagna, non può succedere niente. Nel frattempo la valutazione delle tubazioni PEX è cambiata. Da un lato si dice che con la diffusione del vapore acqueo attraverso il tubo di servizio l’isolamento è sempre umido dopo un certo periodo di tempo e che questo è lo stato normale di funzionamento. Dall’altro lato si trovano i gestori che naturalmente non possono accettare le maggiori perdite di calore attraverso un isolamento umido perché collegate con maggiori perdite di calore. Esempi concreti (figura 5) dimostrano che la rinuncia ad un sistema di monitoraggio può causare danni consecutivi ingenti che, come nel presente esempio, sono visibili soltanto con il tipo di rilevamento

diretto della perdita nel vano interrato. Anche l’argomentazione che non è possibile dotare le tubazioni PEX di un sistema di monitoraggio viene confutata dai produttori di tubi da anni senza problemi. Gli esempi presentati devono dimostrare delle problematiche che a seconda del tipo di tubazione sono da valutare con occhio critico. Comunque dimostrano anche che dalle esperienze con il tubo preisolato si è imparato poco perché inizialmente dicono che non ci sono problemi e quindi non è cosi grave, anzi è praticamente normale. L’investitore però si arena se in occasione della decisione su risparmi a breve termine o rendimenti a lungo termine non ragiona in maniera sostenibile e non richiede una funzionalità e qualità necessarie alla gestione del sistema. Non più tardi di adesso conviene la collaborazione con un fornitore di sistemi di monitoraggio rinomato con esperienza pluriennale che sia sinonimo provato di neutralità e indipendenza.

Traduzione a cura di Barbara Schöpf Brandes GmbH


AIRU, che cos’è. L’Associazione, senza scopi di lucro, ha le finalità di promuovere e divulgare l’applicazione e l’innovazione dell’impiantistica energetica Territoriale, nel settore dei sistemi di riscaldamento urbano e derivati. Le suddette finalità sono parte di un impegno complessivo per fornire il massimo contributo del settore alla qualità ambientale ed energetica del sistema Italia e dei suoi centri urbani. In particolare l’Associazione è impegnata, attraverso accordi nazionali, regionali e locali con le istituzioni e gli operatori interessati, a fornire il massimo contributo agli impegni italiani sottoscritti nei trattati internazionali relativi ai settori di interesse, tra cui il Protocollo di Kyoto per la riduzione dei gas serra. L’AIRU, nata per la cogenerazione ed il teleriscaldamento (con particolare attenzione a quello alimentato da fonti rinnovabili ed assimilate), estende ora il proprio interesse ad altri settori, quali il teleraffrescamento, ed in generale a tutti i vettori energetici, secondo un disegno interdisciplinare.

AIRU, che cosa fa. Stabilisce rapporti di collaborazione fra gli operatori dell’impiantistica energetica territoriale italiani e si tiene in collegamento con le analoghe associazioni estere. Promuove ed organizza studi e ricerche ponendo a confronto le diverse esperienze, in collaborazione con organismi di interessi convergenti. Fa conoscere i risultati scientifici e tecnici conseguiti in Italia e all’estero nel campo dell’impiantistica energetica territoriale per il riscaldamento urbano. Istituisce la formazione di commissioni ad hoc operanti in segmenti operativi di proprio interesse, per l’approfondimento di problemi specifici nonché l’organizzazione e la promozione di iniziative proprie di quel segmento operativo.

AIRU, chi sono i soci. I soci di AIRU sono gestori di sistemi di teleriscaldamento, industriali che hanno fatto investimenti specifici nelle tecnologie proprie dei sistemi di Riscaldamento Urbano, associazioni, università, Comuni, persone fisiche. L’AIRU è associata ad Euroheat & Power.

AIRU, chi si può iscrivere. Possono essere soci collettivi gli enti, le associazioni, le società, gli istituti universitari, le imprese, ecc. sia italiane che estere, che abbiano interesse a perseguire gli obiettivi statutari dell’Associazione. Possono essere soci individuali coloro che, in Italia o all’estero, si interessino di impiantistica energetica territoriale e abbiano superato i 18 anni di età, di cittadinanza sia italiana che straniera.

Nota per i lettori Al fine di instaurare un rapporto di sempre maggiore e concreta collaborazione, Vi invitiamo cortesemente a compilare, in stampatello, il seguente questionario e di inviarlo via fax (02 45412120) alla Segreteria AIRU: Cognome e Nome .................................................................................................. Qualifica ................................................................................ Società (Ragione Sociale)....................................................................................................................................................................................... Indirizzo ................................................................................... CAP...................... CITTÀ ..................................................................................... Tel. .................................... Fax ............................... E-mail .................................................... Internet ................................................................ Desidero ricevere informazioni per l’abbonamento al trimestrale “IL RISCALDAMENTO URBANO” Desidero ricevere informazioni per l’eventuale pubblicazione nei prossimi numeri di articoli originali o comunicati stampa Desidero rivecere informazioni per eventuali inserimenti pubblicitari Desidero rivecere informazioni per l’iscrizione come Associato AIRU Suggerimenti: ............................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................... I dati forniti verranno trattati in modo lecito, secondo correttezza e in conformità alla Legge 675/96 sulla tutela della privacy; saranno inoltre registrati, organizzati e conservati in archivi e utilizzati per l’invio di proposte commerciali e promozionali e potranno essere rettificati o cancellati su richiesta degli interessati.


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Ulsted - Fonte Arcon

CENTRO DI FORMAZIONE AIRU Associazione Italiana Riscaldamento Urbano con la collaborazione di Ambiente Italia

PROSSIMO CORSO – 28 GIUGNO 2011

TELERISCALDAMENTO da SOLARE TERMICO: ESEMPI APPLICATIVI e FATTIBILITÀ ECONOMICA Il recente “Piano di azione nazionale per le energie rinnovabili” ha confermato la centralità del teleriscaldamento nello scenario energetico italiano del presente, nonché del futuro a breve e lungo termine. Nell’ ottica di una sempre maggiore efficienza energetica, di una riduzione dell’impatto sull’ambiente e di risparmio dei costi di gestione, le utilities del teleriscaldamento si stanno orientando sempre più verso un approccio “integrato”, impostato su una chiara diversificazione delle fonti energetiche, che sfrutti, nella maggior misura possibile, le risorse locali e le fonti rinnovabili o di recupero. In questo quadro, data anche la ricchezza di sole caratteristica del nostro Paese, ci si attende che il solare termico possa e debba giocare un ruolo di primo piano, data l’economica della fonte, la sua maturità tecnologica, l’affidabilità e la semplicità di manutenzione. Nonostante tali indubbi vantaggi, il solare termico è oggi ancora una tecnologia raramente impiegata per il teleriscaldamento, con una potenza totale installata a livello Europeo pari a soli 140 MWth, corrispondenti all’1% del solare termico complessivamente installato. Il potenziale di applicazione, però, è enorme e si combina con l’idea del “teleraffrescamento”, vale a dire un sistema

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centralizzato capace di distribuire, a tutte le utenze collegate, energia termica in inverno (e in estate per l’acqua calda sanitaria) e, allo stesso tempo, energia per raffrescare gli ambienti in estate. Questo seminario di formazione è indirizzato a tutti i soggetti potenziali sviluppatori e/o consulenti interessati a impianti e reti di teleriscaldamento, come manager e figure tecnico/commerciali delle utilities e delle aziende del solare termico, tecnici e rappresentanti di Amministrazioni Pubbliche (Regioni, Province e Comuni) investitori, consulenti, ecc. Il taglio del seminario è estremamente pratico e vuole fornire ai partecipanti le nozioni tecniche e decisionali più rilevanti per una valutazione di fattibilità di un impianto di teleriscaldamento solare, concentrando l’attenzione sulla analisi economica (costo del kWh), con approfondimento, attraverso lavori di gruppo, di casi di studio concreti. Il seminario di formazione, inquadrato nell’ambito del progetto europeo“SDHtake-off”(www.solar-districtheating.eu), è organizzato e promosso dai partner italiani AIRU e Ambiente Italia.


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UPC Arena - Fonte Solid

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Marstal - Fonte Marstal Fjernvarme

Docenti R. Battisti (Ambiente Italia), T. Pauschinger (Solites, Stoccarda), F. Buscaroli (Hera, AIRU), Amidei Roberto (GES – Pomarance)

PROGRAMMA del corso 9.30 – 10.00

Introduzione: (Daniele Vigo – Direttore Centro di Formazione AIRU)

10.00 – 10.30

QUADRO DI RIFERIMENTO (Riccardo Battisti – Ambienteitalia) • Perché il teleriscaldamento solare? • Mercato del solare termico e del SDH • Il panorama europeo, le opportunità e le potenzialità di sviluppo • Il Progetto Europeo “SDH – takeoff”

10.30 – 10.45

Coffee break

10.45 – 11.30

TECNOLOGIA DEL SOLARE TERMICO: (Thomas Paushinger – Solites – Leader Partner di SDH - Takeoff) • collettori, accumulo e componenti aggiuntivi • schemi di impianto e tipologie di accumulo • dimensionamento dell’impianto e output solare • opportunità di sviluppo della tecnologia dei collettori solari

11.30 – 12.45

L’INTEGRAZIONE DEL SDH NEI SISTEMI DI TELERISCALDAMENTO: (Franco Buscaroli – Comitato Risorse Territoriali AIRU, Riccardo Battisti – Ambienteitalia) • Il panorama italiano, le opportunità e le potenzialità di sviluppo; • il problema della integrazione nei sistemi esistenti; • la valutazione della resa ed il dimensionamento ottimale; • Manutenzione ordinaria e straordinaria.

13.00 – 14.30

Colazione

14.30 – 15.15

FATTIBILITÀ DI UN IMPIANTO SDH: (Thomas Pauschinger – Franco Buscaroli) • analisi costi/benefici (costo di investimento, schemi di finanziamento, costo del calore solare) • procedure amministrative e autorizzative

15.15 – 15.45

CASI DI STUDIO: primi studi di fattibilità di progetti SDH in Italia (Buscaroli, Amidei)

15.45 – 16.00

tea break

16. 00 – 17.30 CASI DI STUDIO: lavoro di gruppo per analisi di progetti di impianto e discussione finale (Battisti, Buscaroli, Amidei, Paushinger) Durata, date e orario

6 ore di lezione; 28 giugno, ore 9.30-13; ore 14:30-17:30

Luogo

Sede AIRU

Numero di partecipanti

Massimo 30

Quota di iscrizione

250 Euro+IVA soci AIRU; 300+IVA non Soci

Materiali forniti

Dispensa del corso, sotto forma di presentazioni (stampa e formato pdf) dei docenti + CD

Attestato di frequenza informazioni e iscrizione

Rilasciato Segreteria AIRU; Tel. 0245412118/19; Fax 0245412120; Email: segreteria.generale@airu.it

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IL RISCALDAMENTO URBANO ACAI Costruttori in Acciaio

Nuovo piano casa: bene la direzione per FINCO, ma rimangono forti dubbi su importanti aspetti del DL

ANISA Associazione Nazionale delle Imprese di Sorveglianza Antincendio

AIPAA Associazione Italiana per l’Anticaduta e l’Antinfortunistica

AIPE Associazione Italiana Polistirene Espanso

AIRU Associazione Italiana Riscaldamento Urbano

AISES Associazione Italiana Segnaletica e Sicurezza

AIZ Associazione italiana Zincatura

ANEPLA

Roma, 9 Maggio 2011 - Un primo giudizio complessivamente positivo viene espresso da Confindustria FINCO sullo schema di Decreto Legge recante le disposizioni urgenti per l’economia appena licenziato dal Governo, pur in presenza di alcuni aspetti controversi o addirittura negativi. Positive: l’istituzione della Banca dati nazionale dei contratti pubblici, che consentirà di concentrare le informazioni richieste per la partecipazione alle gare; la formazione agevolata del silenzio assenso per il rilascio del permesso di costruire salvo particolari vincoli ambientali, paesaggistici e culturali; l’estensione dell’operatività della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) al posto della Dia; l’obbligo di comunicazione alla PS assolto attraverso la registrazione dei contratti di compravendita, senza ulteriori adempimenti; l’obbligo dei Comuni di pubblicare sui propri portali gli strumenti urbanistici di dettaglio. Ovviamente da supportare per Finco l’idea di una legge nazionale quadro per la riqualificazione reincentivata delle aree urbane e la fissazione di un termine per il recepimento da parte delle Regioni (purtroppo sono escluse le Regioni a Statuto Speciale). Giudizio positivo anche per l’impossibilità di interruzione dei tempi di formazione del silenzio assenso e comunque solo in relazione alla richiesta di documentazione ulteriore non già in possesso dell’Amministrazione; apprezzamento per l’idea di una “banca delle cubature”, e per la possibilità di prevedere una sagoma diversa nella demolizione e ricostruzione legata all’armonizzazione architettonica, ed anche quella di effettuare tali tipologie di interventi per i manufatti condonati. Positiva anche la previsione di volumetria premiale fino al 10% degli edifici non adibiti ad uso residenziale.

“Si va nella giusta direzione” afferma Cirino Mendola, Presidente di Confindustria FINCO. “Tuttavia ad una prima analisi rimangono tre nodi critici fondamentali. Il primo riguarda il tenore percentuale dell’agevolazione volumetrica

premiale in caso di abbattimento e ricostruzione, la cui limitazione al 30%, già insufficiente, è stata strada facendo riposizionata sul 20% e limitata alle aree urbane degradate. Questo aveva già costituito uno dei principali limiti allo sviluppo del precedente Piano Casa. Il secondo è dato dalla circostanza che le Regioni restano titolari in “forma concorrente” della materia (escluse le Autonome, titolari appieno), con il conseguente rischio di un allungamento dei tempi operativi già riscontrato nella precedente ‘edizione’ del Piano. Infine il terzo riguarda, ancora una volta, alcuni aspetti concernenti l’assetto delle categorie specialistiche nei lavori pubblici, rispetto al quale non possiamo non sottolineare come sarebbe assolutamente opportuno che gli operatori di queste ultime vengano consultati.”

Associazione Nazionale Estrattori Produttori Lapidei ed Affini

ANICTA Associazione Imprenditori Coibentazioni Termiche e Acustiche

ANIPA Associazione Nazionale Idrogeologia e Pozzi

ANISIG Associazione Nazionale Imprese Indagini Geognostiche

ANNA Associazione Nazionale Noleggi Autogru e Trasporti Eccezionali

ANPAE Associazione Produttori Argille Espanse

ANPAR Associazione Nazionale Produttori di Aggregati Riciclati

ANPE Associazione Nazionale Poliuretano espanso rigido

ANSFER Associazione Presagomatori Acciaio per Cemento Armato

ASSISTAL Associazione Nazionale Costruttori di Impianti

ASSITES Tende, Schermature Solari e Chiusure Tecniche

“Vi sono ulteriori positivi aspetti di semplificazione di carattere generale per la vita delle aziende e di coloro che vi lavorano”, aggiunge Gabriella Gherardi, Consigliere Incaricato Finco, “quali, solo per citare alcuni esempi, un’opportuna ridefinizione degli ambiti di applicazione della legge sulla privacy, spesso anche strumentalmente abusata onde confondere la filiera delle responsabilità nonché la possibilità di effettuare online qualunque transazione economico-finanziaria con le ASL ed il mondo della sanità.”

ASSOBON Associazione Naz. Imprese bonifica mine ed ordigni residui bellici

ASSODIMI Distribuzione e Noleggio di macchine industriali ASSOFOND Federazione Nazionale Fonderie

ASSOMET Associazione Nazionale Industrie Metalli non Ferrosi

ASSOVERDE Associazione Italiana Costruttori del Verde

CAGEMA Calce, Gesso e Malte

CONFINDUSTRIA CERAMICA Produttori di Piastrelle e Ceramiche

CONFINDUSTRIA MARMOMACCHINE

Positivo, inoltre, il giudizio anche per le norme che disciplinano la semplificazione fiscale, con riferimento alle modalità di effettuazione delle ispezioni. Circa le anticipazioni sull’art. 4 del DL riguardante la costruzione delle opere pubbliche, si segnalano, con riserva di approfondimento, i seguenti aspetti. Sostanzialmente positiva sarebbe la proroga al dicembre 2013 del decennio entro cui valutare ai fini della qualificazione i lavori effettuati, come anche la pubblicità dei bandi di gara nel caso di affidamenti sottosoglia, soglia elevata al milione di euro per la procedura negoziata ed a 1,5 milioni

Costruttori Utilizzatori Macchine Lavorazione Pietre Naturali

FEDERCOMATED Federazione Nazionale Commercianti Materiali Edili

FIPER Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili

FISA Fire Security Association

NAD Associazione Demolitori Italiani SISMIC Associazione Tecnica per la Promozione degli Acciai Sismici per il Cemento Armato

SITEB Bitumi, Asfalti, Strade

UNCSAAL Costruttori di Serramenti e facciate in Alluminio

UNOSS Unione Nazionale Operatori Sicurezza Stradale

ZENITAL

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Associazione Produttori Sistemi illuminazione ed Evacuatori di Fumo e Calore


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per la procedura ristretta semplificata. Da approfondire invece l’esclusione automatica delle offerte anomale. Perplessità esprime Finco anche riguardo alla ventilata eliminazione dei controlli ex ante in sede di gara. Perplessità si esprimono altresì sulla compensazione prezzi dei materiali da costruzione che prevederebbe il “rimborso” soltanto della metà dell’aumento eccedente il 10% come anche sullo slittamento di 6 mesi della entrata in vigore del Regolamento e dei relativi adempimenti. Su quest’ultimo punto, se pur si può condividere l’intento di consentire alle Stazioni Appaltanti una migliore organizzazione in vista della riattestazione delle nuove categorie previste dal Regolamento, un semplice spostamento di 6 mesi non risolverebbe il problema, considerato che il tempo per agire da parte della SA rimarrebbe lo stesso. Meglio sarebbe prevedere una regolare entrata in vigore del Regolamento a giugno 2011, spostando semplicemente di 6 mesi l’obbligatorietà dell’applicazione delle nuove categorie ai bandi di gara (cioè al giugno 2012). In tema di attestazione delle superspecialistiche, pesanti riserve vengono dunque espresse da Finco circa la sospensione dell’operatività dell’art. 107 comma 2 (elenco delle nuove categorie superspecialistiche) del Codice dei Contratti Pubblici, fino all’entrata in vigore del Regolamento, slittata a fine 2011. Se questi aspetti verranno confermati nel Testo licenziato dal Consiglio dei Ministri, auspichiamo che in sede di conversione del Decreto Legge ci sia un chiaro ripensamento, anche attraverso una fattiva interlocuzione con i rappresentanti delle categorie specialistiche medesime. Con riserva di ulteriori valutazioni.

Nata nel 1994, FINCO (Federazione Industrie, Prodotti, Impianti e Servizi per le Costruzioni) è la Federazione Nazionale di settore di Confindustria che rappresenta le industrie dei comparti produttivi di beni, servizi ed opere specialistiche per le costruzioni. FINCO aggrega attualmente 33 Associazioni Nazionali di Categoria, in rappresentanza di un comparto di circa 20.000 imprese e di 550.000 addetti, per un fatturato aggregato pari a 50 Miliardi di Euro.

Ufficio Comunicazione FINCO Tel. 06.8555203 - Fax 06.8559860 comunicazione@fincoweb.org

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